foto di Manuela Giusto
CARRÉ CURIEUX
WWW.CARRECURIEUX.BE di Kenzo Tokuoka una lunga amicizia e stima professionale, e sapere di aver contribuito a una programmazione internazionale che ha connesso con più evidenza le realtà di sostegno artistico presenti in Belgio e i luoghi di spettacolo possibili per il circo contemporaneo in Italia. Attualmente il nostro progetto di spettacolo itinerante sotto chapiteau non può prescindere da fondi pubblici: il sostegno delle istituzioni territoriali è davvero imprescindibile per coprire i costi di trasporto e di montaggio della struttura. Bruxelles en Piste è quindi stato un’ottima esperienza per quanto riguarda la concertazione di intenti artistici e istituzionali che hanno permesso al nostro chapiteau di arrivare in Italia e di spostarsi in due regioni diverse per partecipare a questa grande avventura. L’Italia ci ha sorpreso per il calore e le reazioni di curiosità della gente comune, soprattutto nei confronti dello chapiteau. In Belgio o Francia è più scontato vedere una struttura di grandi dimensioni in una piazza pubblica, e qui da voi, si capisce che lo sia meno: fanno domande, vogliono sapere chi sei e cosa fai, e poi, naturalmente, sono anche più coinvolti nel venire a vedere lo spettacolo!
foto di Enrico Turinetto
Sono per metà francese e per metà giapponese, per cui da sempre mi considero parte di entrambe le culture, occidentale e orientale. Per quanto riguarda il mio rapporto con il circo, la mia formazione è iniziata in Belgio e questo mi fa sentire, dopo vent’anni, sicuramente belga. È comunque abbastanza normale, per un artista di circo, la sensazione di appartenere a più paesi contemporaneamente e di sentirsi parte di una comunità internazionale abituata a spostarsi molto di paese in paese, nutrendosi di culture ed esperienze differenti per evolvere sia dal punto di vista performativo che personale. Noi stessi, come gruppo, anche se viviamo in Belgio, abbiamo nazionalità differenti e il nostro spettacolo parla a tutti, utilizzando un linguaggio sicuramente comprensibile a qualsiasi comunità appartenente al mondo della cultura europea. L’esperienza di Bruxelles en Piste è stata meravigliosa, ci ha permesso di portare per la prima volta la nostra tenda in Italia e di partecipare con il nostro spettacolo a festival del territorio che ci hanno accolto benissimo. Inoltre, per noi è stato un enorme piacere condividere questo progetto con artisti italiani di base belga, come Piergiorgio Milano, con cui siamo legati da
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PIERGIORGIO MILANO
WWW.PIERGIORGIOMILANO.COM Quando mi chiedono se mi sento un artista italiano, belga o internazionale, preferisco definirmi “europeo” nel senso più ottimista del termine. Mi piace pensare all’Europa come a un territorio in cui spostarsi liberamente e all’Italia come a una delle comunità di riferimento, lo spirito giusto per cogliere il meglio da un’identità in cui risorse economiche e politiche culturali sono messe in relazione e a favore di un bene comune. Io ho vissuto in Italia, Slovenia, Olanda, Francia e in Belgio. In questo senso, la mia carriera artistica è europea, ma la cultura e la tradizione italiana mi piacciono in tutta la loro bellezza e contraddizioni, anche rispetto a culture più pragmatiche come quella belga, in cui per fortuna lo spirito internazionale è diventato una risorsa da sostenere. Sono nato a Torino e da questa città è iniziato il mio percorso di formazione alla Scuola di Circo Flic. Ai tempi, le informazioni sul circo erano davvero poche, ma finita la scuola riuscii a capire che in Francia avrei potuto strutturare un percorso artistico, e mi presero all’Ecole Lido di Toulouse. C’è una grande similitudine tra la Francia e il Belgio, il paese in cui ho deciso poi di vivere, in termini di supporto alla carriera artistica. Grazie al sostegno statale un artista francese o belga può permettersi un periodo in cui concen-
trarsi sullo sviluppo di un’idea, mentre un artista italiano non lo può fare. Questo si rivela magari produttivo dal punto di vista creativo, la capacità di adattamento italiana è ingegnosa, e questa parte dello spirito italiano mi rappresenta. Ma sul lungo periodo non genera una continuità e le produzioni artistiche ne risentono. Per questo motivo, le creazioni condotte all’estero risultano spesso di qualità migliore, perchè il sostegno alla creazione è più strutturato. In questo contesto, partecipare a Bruxelles en Piste è stato un enorme privilegio. Non esistono ad oggi progetti di diffusione di spettacolo sul territorio italiano di tale efficacia, così ben strutturati dal punto di vista teorico e pratico, con un occhio attento anche a creare occasioni di incontro tra pubblico e artisti, concepiti e realizzati con un senso per gli artisti della mia generazione, capaci di connettere le esigenze di molti e da più punti di vista. Sarebbe bello se anche gli artisti italiani potessero essere supportati con progetti del genere per farsi conoscere all’estero. Dopo questa bellissima esperienza sarò in creazione per un nuovo spettacolo, una coproduzione tra Italia, Francia e Belgio, nell’ambito del progetto internazionale Corpo Links Cluster a cura di Torinodanza festival, che debutterà a ottobre dell’anno prossimo. WWW.PROGETTOQUINTAPARETE.IT