15/25 febbraio, Roma www.auditorium.com
IN EQUILIBRIO SU NUOVE VISIONI di Donatella Ruini
foto di Musacchio e Ianniello
Un altro anno, un’altra tappa di questo viaggio all’interno della danza contemporanea e delle sue proposte nell’ormai consueto appuntamento con Equilibrio, festival della danza giunto alla sua 14esima edizione. Quest’anno dedicato alla Francia, ha proposto un cartellone in equilibrio tra tradizione, modernità e ricerca. Compagnie classiche come il Ballet de l’Opéra de Lyon e il Ballet Nice Méditerranée a presentare coreografie dei grandi maestri della danza moderna (Maurice Béjart, Roland Petit, William Forsythe) insieme alla storica coreografa Maguy Marin con Bit, una delle sue più recenti e sempre provocatorie creazioni, e proposte più innovative come Système Castafiore e la Compagnie Hervé Koubi. Système Castafiore ha condotto il pubblico attraverso un progetto multimediale complesso e affascinante, Théorie des Prodiges, in cui un’attrice, che appare in scena unicamente come ologramma, testa pensante e filo conduttore e narrativo, tesse un difficile ma riuscito intrecciarsi di 12 quadri narrativi. Musica, canto, azione scenica, testi e immagini proiettate si dipanano per farci riflettere sulla storia del mondo così come lo conosciamo, prendendo spunto dalla stimolante riflessione ben sintetizzata nelle parole della coreografa e del regista: si è sostituita la magia con l’immagine, e questa doppia inversione ha finito col privarci dell’immaginazione. Il telo translucido e trasparente davanti e dietro al quale si svolge l’azione danzata fa da supporto alle proiezioni e da fondale
alla magia del canto, simboleggiando il velo di maya, l’illusione del mondo fenomenico entro cui è limitata la nostra esistenza. L’origine della vita, l’apparizione del linguaggio, l’esistere, le creature magiche, il senso della vita, il misticismo, il nulla, l’infinito, il cosmo, sono i prodigi nati e messi in scena da questo originalissimo progetto che tra metafisica e spiegazioni scientifiche ci spinge a riflettere sul senso della nostra storia e del nostro vivere tra immaginazione, realtà, sensi, mente, illusione e magia, all’interno di un quadro che è molto più complesso di quanto noi siamo abituati a percepire. Stimola a comprendere che c’è di più, a interrogarsi sulla propria personale realtà e su quella del mondo che ci circonda, ormai reso diverso e trasformato dalla fisica quantistica e dal suo impatto, non solo nel mondo scientifico, ma in tutta la nostra visione dell’esistenza. La danza qui diventa un supporto dinamico alla ricerca dell’essenza e della sacralità del corpo. I magnifici canti dal vivo risuonano e vibrano in noi come echi di un antico, misterioso richiamo, i testi narrati dall’attrice/ologramma a introdurre ogni singolo prodigio stimolano il desiderio di comprensione dell’intelligenza, per sfidarla poi a lasciarsi andare al paradosso e al mistero dell’esistenza: tutto è impenetrabile. L’attesissima Compagnie Hervè Koubi ha invece proposto Les
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nuits barbares ou les prèmieres matins du monde: un viaggio nell’affascinante storia del mediterraneo e di quelle etnie che l’hanno popolata, di cui è stata culla o di cui ha visto l’esilio. Il coreografo, che ha inusualmente presentato personalmente al pubblico il progetto e la sua storia prima dello spettacolo, ha raccontato lo choc di quando, omai adulto, a un certo punto della sua storia si rese conto di non essere francese ma algerino, e come da lì la sua ricerca artistica abbia cambiato direzione in una nuova, stupita consapevolezza. Questo spettacolo riflette sulle storie che si
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