TENDENZA CLOWN 1/7 maggio, Milano claps.lombardia.it
di Elena Cavaliere Il festival Tendenza è stato ideato e prodotto dal circuito “C.L.A.P.S spettacolo dal vivo”, per la direzione artistica di Luisa Cuttini e Mario Gumina. Questo nuovo festival milanese si propone un respiro molto ampio sull’intero circo contemporaneo, e il suo logo “Tendenza” cambierà specifica di anno in anno, offrendo un focus specifico su una diversa disciplina del circo. La scelta fatta dagli organizzatori per la prima edizione era di puntare i riflettori sul clown, visto soprattutto nella sua veste contemporanea. Una scelta nata con l’obiettivo di arricchire l’immaginario collettivo in Italia sul clown, che continua a essere considerato il classico tappa buchi dal naso rosso, scarponi e vestiti colorati, tipico dell’immagine perpetrata dal circo classico. “Tendenza clown”, nato dal gemellaggio con “Tendence clown”, diretto e prodotto a Marsiglia da Christian Favre, che è già alla sua tredicesima edizione, ha voluto rendere protagonista la figura del Clown osservato nelle sue evoluzioni storiche, fino alle tendenze più attuali, con un programma che ha visto confrontarsi generazioni e stili differenti, selezionando con grande cura artisti di livello internazionale. Milano è stato ritenuto potesse il luogo giusto per parlare di questo, visto che
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negli anni ‘80 e ‘90 è stata una città importante per l’evoluzione del clown, e anche perché da un paio di anni CLAPS e altre realtà milanesi coordinano qui un “tavolo del clown”, che vede a confronto personaggi storici insieme a giovanissimi del settore. Quando sono arrivata al festival, nel prestigioso Teatro Franco Parenti, nelle vesti di reporter per Juggling Magazine, è stato un pò come teletrasportarsi in un passato che vive di futuro e l’energia che si respirava era dentro un naso rosso. La curiosità di incontrare e intervistare gli artisti in programma era enorme, e a ciascuno di loro abbiamo proposto un set di tre domande: 1 Qual è stato il momento in cui hai capito che avresti dedicato la tua vita al clown? 2 Cosa ha maggiormente influenzato il tuo percorso e cosa oggi influenza le tue creazioni? 3 Quando sei fuori dal palcoscenico, quale ruolo giochi nella società? Okidok, Xavier Bouvier e Benoit Devos, sono considerati interessanti esponenti della clownerie internazionale. Intervistare loro è stato un po’ come fare una chiacchierata con vecchi amici. 1 Non c’è un momento preciso in cui ci
siamo detti “questa sarà la nostra vita”. Da quando avevamo dodici anni facciamo spettacoli insieme ed erano già divertenti. Poi improvvisamente non avevamo più voglia di fare nient’altro e ci siamo dedicati totalmente all’arte del clown. La gente rideva davvero tanto ai nostri spettacoli, e ciò che facevamo piaceva non solo a noi ma soprattutto al pubblico. 2 Il nostro primo spettacolo da adolescenti è stato influenzato dalla troupe di “Slava” che si era esibita nella nostra città. Avevamo circa 15 anni e ci siamo convinti che quello stile, quel trucco, erano veramente interessanti. Abbiamo iniziato dando un tono poetico a quanto facevamo, ma essere un poeta tutti i giorni era stancante, quindi siamo diventati più punk, con grande disappunto di chi adorava la parte poetica del nostro lavoro, e che quindi non ci ha più seguito! 3 Non abbiamo una scrittura politica, i nostri spettacoli sono più stile MontyPyton. Il nostro impegno nel sociale lo realizziamo con spettacoli di beneficenza per i rifugiati arrivati nella nostra città o per i malati negli ospedali. La figura del clown può aiutare a mitigare le angosce e sforzarsi di evitare che aumenti il numero di ricoverati negli ospedali psichiatrici.
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