ASTLEY’S PLACE www.progettoquintaparete.it di Raffaele De Ritis La coscienza della Storia, nelle pratiche artistiche, é una delle chiavi della ricerca. In pittura, musica, danza, teatro, per l’artista che cerca un dialogo con il presente é sempre stato imprescindibile stabilire un confronto con il passato. Senza lo spirito e la comprensione di chi li ha preceduti, non sarebbero esistiti il genio di Picasso, John Cage, Pina Bausch. Anche nel circo contemporaneo, tale bisogno sta iniziando ad emergere da qualche tempo. Per troppo a lungo é maturato il luogo comune per cui, smarcandosi dal generico aggettivo “tradizionale”, si é quasi pensato che l’innovazione circense potesse prescindere dal passato. Ma il distinguersi dall’idea di tradizione é altra cosa; può, forse, servire a porre differenze: però tradizione non vuol dire passato, é un aspetto dell’oggi. Il passato é invece la Storia, quella che si scrive sempre con la S maiuscola. Dunque il dialogo creativo con la Storia del circo non ha niente a che vedere con le categorie di tradizione e contemporaneo, o forse le ingloba in un asse diagonale ad esse. Anzi, la Storia del circo ci fa scoprire attraverso secoli e secoli delle storie incredibili di “contemporaneità”: intesa come provocazione, trasgressione, rottura continua dei codici delle pratiche artistiche o delle abitudini del pubblico. Astley’s Place é una nuova iniziativa del progetto Quinta Parete che punta proprio a questo. Philip Astley, per convenzione storica il “fondatore” 250 anni fa del circo “moderno”, era un innovatore e uno sperimentatore oltre ogni limite. Per questo ci si ispira idealmente alla sua figura. Con varie forme di dialogo all’interno del circo contemporaneo, si cercherà di diffondere la Storia del circo. Certo, come appassionante racconto di avventure: ma soprattutto come analisi e confronto con il presente verso la costruzione del futuro. Oggi il patrimonio culturale mondiale sta riscoprendo il potere degli archivi e delle collezioni nella loro capacità di dialogo con il presente. Nel circo esiste una quantità enorme di documenti. Anche soltanto analizzando un disegno, una fotografia, un vecchio annuncio su un giornale, si può scoprire una chiave per reinventare il passato. Si può scoprire che la parola “drammaturgia circense” apparve in Italia per la prima volta sui giornali nel 1956, in occasione dell’arrivo del Circo Sovietico. Che il “nuovo circo” non fu “inventato in Francia” ma attraverso dinamiche appassio10
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Incisioni spagnolo del XVII sec. Proveniente dall’Archivio Circense di Raffaele De Ritis
nanti e complesse che incrociano varie parti del mondo. Che la “pedagogia circense” e le scuole di circo si incontrano nelle culture orientali del XV secolo; che la “multidisciplinarietà” tra circo, musica, e danza é stata la chiave della contempora-
neità nelle arti performative per tutta la prima metà dell’800. E la coreografia o la musica specifica di spettacoli circensi, oltre il semplice “numero”, capaci di “raccontare storie” appaiono già dal ‘600, nella fusione tra la Commedia dell’Arte italiana e le origini dell’opera lirica e del teatro inglese. E molto, molto altro. Astley’s Place si muoverà su più assi, basati su una visione unica: la dimensione partecipativa e il dialogo nel rapporto tra le pratiche artistiche del presente e il patrimonio del passato. 1 Come base, un grande archivio1. Migliaia e migliaia tra testi antichi, stampe, manifesti, programmi di spettacoli, fotografie, filmati, tracce evidenti o sbiadite capaci di ricostruire e incrociare realtà circensi di ogni epoca e luogo della storia, spesso sommerse dalle macerie del tempo. 2 Un ciclo di incontri. Astley’s Place sarà una serie di appuntamenti in alcuni dei principali festival o luoghi di incontro del circo contemporaneo italiano. Workshop intensivi, dedicati ad artisti, operatori, allievi, in cui si esploreranno i percorsi di creatività e drammaturgia attraverso i riferimenti con la Storia, e con l’analisi trasversale delle discipline circensi attraverso i secoli. 3 “Nuovo Cinema Circo”. Un progetto itinerante innovativo, pensato come un cinema virtuale, una sorta di “macchina del tempo”, nei festival e nei luoghi di appuntamento. Come per magia, sarà possibile ricreare spettacoli circensi “impossibili”, riunendo con filmati rari artisti di varie epoche e Paesi nell’interezza dei loro numeri: con percorsi tematici trasversali che possono essere una specialità, o una cultura circense, oppure un periodo storico o altre fantastiche combinazioni. 4 Un giornale virtuale. Nell’universo del progetto Quinta Parete, un blog sarà dedicato a notizie...dal passato ma col sapore della contemporaneità presente: profili di artisti di altre epoche sotto il profilo della loro estetica e rispetto al loro tempo; descrizioni di discipline e tecniche scomparse ma forse attualissime; recensioni di libri scritti cent’anni fa ma sorprendentemente capaci di parlare all’oggi e di mettere in discussione i codici; cronache di vicende ed episodi che, in altri tempi, hanno saputo rendere “contemporaneo” il circo nella loro epoca... (1) L’Archivio Circense di Raffaele De Ritis, costituito in quasi mezzo secolo, é considerato uno dei più completi a livello internazionale. Astley’s Place é il primo progetto a renderlo pubblico e fruibile.
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