foto di Tiziano Ghidorsi
DinAMiCo FeStiVAl di elena Burani direttrice artistica Due sono le maggiori sfide del Dinamico: 1 Portare il circo contemporaneo nelle sue varie forme e dare agli spettacoli un luogo, un tempo e uno spazio adatto a valorizzarli. Per questo Dinamico quest’anno ha scelto di puntare i riflettori sul Circo Contemporaneo Italiano, programmando 11 compagnie Italiane e italo/straniere: Magda Clan, Circo el Grito e Giorgio Bertolotti (con tendone), Brunette Bross, Eia, Zenhir, Amigdala, FabbricaC, BrigataTotem, CieOCifa, El Bechin; Al loro fianco la compagnia francese Les Rois Vagabond e il circo sociale Etiope dei Fekat Circus. 2 trasformare la fisionomia e la vivibilità di una parte della città per dare vita ad un luogo “incantato”, dove le persone si riappropriano del proprio tempo, si aprono alle diversità, all’incontro dell’altro, ad altre storie e altre espressioni. Il circo non è l’unico ingrediente del Dinamico: liberare le gambe nella danza al ritmo della musica dal vivo, “perdere tempo” in un gioco o mangiare assieme un piatto tipico e biologico sui tavoloni di legno all’ombra degli alberi. Per questo Dinamico ha scelto di vivere nei parchi, iniziando dalla periferia per arrivare al cuore della città, i giardini pubblici del centro, contornati da tre teatri e una piazza; un luogo bellissimo che purtroppo da tempo è lontano dalla vita quotidiana dei cittadini, e spesso pericoloso. www.jugglingmagazine.it
8/11 SETTEMBRE. REGGIO EMILIA www.dinamicofestival.it La festa è un momento fondamentale della nostra vita. Un rito antico, che risponde al vitale bisogno dell’uomo di condividere socialmente e pubblicamente il tempo, il gioco, l’arte; è questa che desideriamo generare, mescolando ingredienti diversi che creano un’atmosfera accogliente e fertile all’incontro! Il circo, l’arte popolare per definizione che attira pubblico di ogni età e di ogni ceto sociale, si inserisce perfettamente in questa direzione; i tendoni arrivano da lontano, si installano nello spazio e ne modificano l’aspetto; gli artisti vivono nel parco e finito lo spettacolo si mescolano tra il pubblico; la parata del venerdì mattina attraversa il mercato ed entra nella vita quotidiana della città; nei laboratori pomeridiani il pubblico può sperimentare direttamente sulla propria pelle equilibri, vertigini e danze folk. Quando progettiamo il festival ci soffermiamo tanto nell’immaginare lo spazio e come sarà vissuto: le installazioni luminose, i tendoni, i palchi esterni, l’angolo dei giochi antichi e delle animazioni, la piazzetta della musica , il bar e il “ristorante”: ogni angolo si contamina con l’altro creando una atmosfera da vecchia festa di paese. Come far tornare alla gente la voglia di sdraiarsi sotto l’albero del loro parco cittadino?
Basta il copertone di una ruota appeso ad un ramo a mo’ di altalena o un lungo tappeto steso a terra sotto l’albero più grande e vecchio del parco, con al fianco un pianoforte, a spezzare la consuetudine, cambiare il ritmo e generare incontri, conoscenze improvvisazioni musicali e canore. Luca Prandini, nella vita scultore e scenografo per I Teatri di Reggio Emilia, per noi affezionato del festival e scenografo del parco che ci accoglie; le chiama Installazioni Affettive, che aiutano le persone a riappropriarsi affettivamente dei beni comuni e dei propri luoghi pubblici… Fin dall’origine Dinamico ha il suo quartier generale alla Cooperativa BIOdinamica La Collina, una casa gigante e molto accogliente in campagna, dove siamo cresciuti io e mio fratello Paolo Burani (fondatore con me del festival). Lì vengono ospitati gli artisti che non vivono al parco, lì ci sono le cene di accoglienza e di fine festival e soprattutto da lì provengono i prodotti con cui sono creati i piatti serviti ai punti ristoro del Dinamico. La Collina rimane per noi e per tutti gli artisti che ci sono passati una delle anime del Dinamico, non solo per la sua attenzione all’ambiente e al cibo, ma anche per la storia che ha da raccontare, fatta di 50 anni di vita comunitaria e di accoglienza.