lA SCenA Del CirCo CAMBiAto nuoVe Frontiere Dell’iBriDAzione ArtiStiCA
di Silvia Mei*
foto di Domenico Conte
L’interesse crescente verso i fenomeni di circo attuale riposa principalmente nella progressiva ibridazione dei linguaggi che lo ha riguardato, massicciamente, negli ultimi venti anni, producendo esperienze al limite del sapere di genere. Inoltre la vocazione a una comunicazione diretta, il carattere popolare e la malleabilità dei formati hanno reso le arti circensi sempre più appetibili a operatori di vari settori. Al di là di mere considerazioni mercantili e opportunità puramente ministeriali (la “multidisciplinarietà” del legislatore), l’arte del circo si attesta oggi come una speciale piattaforma di osservazione delle mutazioni in atto nella lingua dell’arte, e questo in virtù di tratti “incolti” (la friche di Gilles Clément) che la rendono a pieno titolo uno “spazio indeciso”. In quanto area di accoglienza di alterità linguistiche non banalmente transitorie, si è addirittura giunti ad affermare, seppur con intento provocatorio, che il circo non esiste. E in effetti non esiste più il circo della tradizione – quello che abbiamo in mente, a partire dall’immaginario ottocentesco, e che è oggi residuale, museificato – tantomeno quello “nuovo”, già in fase di storicizzazione, che ha rifondato la disciplina nei primi anni Ottanta del secolo scor-
so. Le esperienze più significative del panorama circense attuale, o comunque quelle che sollecitano maggior interesse e attenzione da parte delle performing arts (la danza e il teatro, ad esempio), sono appunto quelle dai caratteri ibridi e, sempre più, mutanti. L’ibridazione è un fenomeno che interessa trasversalmente la creazione artistica nell’oggi e determina la fumosa quanto onnicomprensiva attribuzione di “contemporaneo”. La perdita dell’originario che connota l’ibrido è di fatto una moltiplicazione che riposa in un’inedita forma – indistinguibile nei suoi componenti primi eppur perturbante – capace di originare nuove linee generatrici.
dio Stellato (La cosa, 2016), rappresentative di una interpenetrazione linguistica che sfocia in esiti difficilmente etichettabili o riconducibili e riducibili ad uno specifico prevalente, complice una formazione artistica multidisciplinare quando non esterna al circo stesso. A volte invece è lo specifico circense a travestirsi o camuffarsi dietro mentite spoglie in complicità con linguaggi artistici disponibili a un dialogo “sensibile”. Dalla scelta dello spazio (spesso non deputato, fuori tendone) al formato, che ricalibra la relazione teatrale sulla dimensione dell’installazione e della forma breve, l’arte circense può anche forzare i propri confini senza snaturarsi, ripensando piuttosto nel confronto con l’altro disciplinare la propria metafisica.
Di casi esemplari possiamo citarne diversi, dei quali la breve rassegna intorno al rapporto del circo col teatro è stata occasione di approfondimento sul n. 70 (marzo 2016) di questa rivista, col dossier Circo {&/@} Teatro. Stando ora alla passata programmazione estiva, è possibile riconoscere un campionario interessante di fenomeni emanati dal circo tra l’ibrido, l’anfibio e il mutante. Si vedano specialmente le ultime creazioni di Baro d’Evel Cirk (Bestias, 2015) e di Clau-
Pensata con canone modulare, per spazi indoor e en plein air, Instant de suspension è un cammeo di danza acrobatica del duo Pauline Barboux e Jeanne Ragu (proposto dal festival torinese Teatro a Corte per la palazzina di caccia di Stupinigi). Formatesi negli stessi anni alla prestigiosa Académie Fratellini di Parigi, la loro tecnica non è affatto granitica bensì fluidificata da abilità e qualità propriamente coreutiche. Se non fosse per la quadrisse – la struttura a quattro sottili trecce di corda nera da loro con-
* Estratto dal Focus Ottobre che la webzine «Culture Teatrali» ha dedicato alla programmazione teatrale della trascorsa estate (L’eterna stagione dei festival, www.cultureteatrali.org, pubblicato il 5/10/2016). Ringraziamo l’autrice per la revisione e i tagli e la redazione bolognese per la gentile concessione alla ristampa parziale. www.jugglingmagazine.it