ConFeSSioni Di un inSeGnAnte Di CirCo di Steven Desanghere
foto di Maurizio Villasco
Alla PEYC juggling masterclass a Torino intervistiamo Steven Desanghere, formatore, studioso e facilitatore esperto in modelli di apprendimento, gestione delle dinamiche e dei conflitti di gruppo, applicate alla pedagogia del circo.
Tutto il vuoto emotivo che sentivo era stato colmato dalla giocoleria. La noia era scomparsa. Nelle settimane successive ho continuato ad allenarmi e ho imparato altri pattern, e dopo poche settimane ho inserito anche la quarta pallina. Con la giocoleria ho avuto modo di conoscere in breve tempo nuovi amici più esperti che mi hanno portato a CircusPlaneet, nuovo spazio circo inaugurato a Ghent. Questo luogo divenne immediatamente la mia nuova casa. Praticavo giocoleria tre sere a settimana e ho potuto conoscere tante nuove persone che proprio come me avevano scoperto nella giocoleria e in altre abilità circensi un grande strumento per il relax e la comunicazione, una scusa per avvicinarsi a persone altrimenti socialmente insicure. Abbiamo continuamente condiviso trick ed è stato per lo più ‘educazione tra pari’, senza insegnanti di giocoleria in “cattedra”. Stavo apprendendo delle skill senza avvertirlo come un dovere sociale, ma per la gioia di farlo.
Quando ero un ragazzino, mio padre mi ha insegnato a camminare sulle mani. Mi è costata tanta fatica, ma a 14 anni riuscivo a stare su per diversi minuti di fila, ed era bello mettersi in mostra con gli amici. Negli anni ‘80 non c’erano scuole di circo nelle Fiandre, e certamente non nella regione in cui sono cresciuto. Ho visto questa abilità appena acquisita come una sorta di regalo o talento, ma non ha fatto alcuna connessione con altri potenziali. Ero un bravo studente a scuola, imparavo quello che i miei insegnanti mi chiedevano di imparare, anche se le materie non mi entusiasmavano. I miei genitori, entrambi cresciuti in una fattoria, avevano deciso di non continuare l’attività agricola per offrire ai propri figli mobilità sociale e una vita meno dura. Investire nella nostra formazione sembrava il modo migliore per raggiungere questo obiettivo e apprendere era diventato un dovere per me. In quegli anni due miei amici avevano imparato a far girare tre palline, ma io non mi ci ero cimentato. “Non ho talento per questo” mi ero detto, e in fondo mi sembrava un’abilità ‘inutile’. All’Università, ho continuato a imparare le cose che i miei professori insegnavano. Inoltre leggevo molto. Ma non percepivo queste letture nel tempo libero come una forma di apprendimento. Sono cresciuto www.jugglingmagazine.it
con l’idea che lo status sociale si conquistasse con le cose che ti permettono di guadagnare buoni voti a scuola. Non bastava “sapere”, per non parlare del “saper fare”. Apprendere richiedeva successo, evitando più possibile il fallimento. Eppure la noia nell’apprendimento era una sensazione standard per me in quegli anni di istruzione formale. Dopo l’università ho fatto tutti i tipi di lavori saltuari, nutrendo diffidenza verso i tradizionali posti di lavoro da colletti bianchi cui avevo accesso con la mia laurea. Ho lavorato duro per anni, senza farmi mancare grandi party, e con un atteggiamento del tutto nichilistica per la vita. Ero “finalmente libero”, dopo più di venti anni di educazione formale, e non sapevo cosa fare di quella libertà. Avevo fatto tutti i miei “compiti”, avevo il mio titolo, ma non mi sentivo soddisfatto. Cosa fare? Poi una sera, quando avevo 29 anni, ho conosciuto una persona, e dopo qualche ora ha voluto insegnarmi come giocolare. Ci ho provato, perché questa persona e la fiducia che mi accordava mi piacevano. Ha mostrato tanta pazienza e gioia con me, in una calda notte all’aperto a Ghent, e dopo un paio di giorni ero riuscito a destreggiarmi abbastanza bene con la cascata a tre palle. Sembrava magia per me!
Imparare a giocolare ha trasformato tutta la mia vita. La mia capacità di relazionarmi erano migliorate, mi sentivo emotivamente più stabile, ho iniziato a vivere più sano, l’immagine che avevo di me stesso era drasticamente cambiata, e cominciavo anche a guadagnare qualcosa con i primi lavori. Inoltre imparare a giocolare mi ha dato la convinzione che potessi imparare tutto quello che volevo, che potevo eccellere in tante cose se mi ci fossi dedicato con energia e costanza. Aveva anche cambiato il mio punto di vista politico: ora sapevo che “un altro mondo è possibile”.