Juggling Magazine #64 - september 2014

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foto di Bachrach

MICHAEL MOSCHEN www.michaelmoschen.com

Quando la nostra generazione si è avvicinata alla giocoleria non esisteva la rete internet o la comunicazione tra cellulari. L‘informazione era molto difficile da recuperare, e capire cosa stesse succedendo o cosa era successo nel mondo era quasi impossibile. Se eri abbastanza fortunato potevi andare alle convention, dove la curva dell’apprendimento saliva perché avevi la possibilità finalmente di vedere tante cose nuove. Allora la giocoleria si praticava con oggetti e tecniche limitate: palle, clave, ball bouncing, ball spinning, qualcuno stava facendo racchette, qualcuno equilibrismi con la bacchetta in bocca. E a quel punto Grand Picasso arrivò sulla scena e fece qualcosa di molto insolito e differente con le palline di ping pong giocolate lanciandole dalla bocca. Questo ebbe un “wow effect” su tutti, e qualcuno magari provò anche a cimentarsi in questa disciplina. Si cominciava a provare qualcosa di nuovo. Poi arrivò in USA il circo di Mosca, ed ebbi la possibilità di vedere Ignatov e le sue incredibili doti. Veniva da un mondo lontano, le clave erano diverse, la tecnica era diversa; io non ero ancora abbastanza bravo da comprenderla, ma ai miei occhi sembrava bellissima. Tutto questo ti faceva

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capire che c’era tanto altro che stava succedendo altrove e che non sapevi cosa fosse. L’effetto che questo fece su di me fu desiderare di sapere di più. Così dopo aver frequentato un pò di convention e aver visto Sergei Ignatov, Eugene Belauer, a anche i cinesi con i diabolo, mi ritrovai a visitare Karl-Heinz Ziethen nel suo archivio di Berlino. Sono sempre stato appassionato di storia e trascorsi con lui 10 giorni in cui mi raccontò le routine dei grandi giocolieri, dove le persone acquisivano la loro tecnica, da quali famiglie provenivano, e tante altre informazioni su un mondo così vario. Questo mi motivò a provare qualcosa di nuovo, ma mi rese anche più umile al cospetto di tanta ricchezza. Quando cominci a sapere e capire tanto, questo non significa che acquisisci anche le abilità! Tutto questo mi fece sentire molto umile, ma anche depresso, perchè non sapevo se avrei mai realizzato qualcosa di notevole. Al tempo facevo trick con tre palline, avevo un numero di passing con le clave, facevo fuoco, spinning con le clave che provavo a inserire nella danza, facevo spettacoli di strada, ed ero stato fortunato abbastanza da esibirmi durante i giochi olimpici a Montreal nel 76 o in New York, questo era un po’ quello che facevo in sostanza. A quel punto sono entrato nel Big Apple Circus, con la voglia di vedere se le mie abilità di giovane ragazzo potessero unirsi ad alcune abilità che davvero amavo e desideravo. Ero cresciuto praticando il golf, uno sport che ho imparato ad amare, e questa passione per le cose è un elemento che volevo mi accompagnasse anche nel juggling. Una delle maggiori influenze è stato sicuramente Francis Brunn, quando venne al BAC e vide il mio spettacolo. Diventammo amici. Se sei un pittore e hai la possibilità di conoscere Picasso allora puoi ritenerti fortunato! Trascorremmo del tempo insieme, cercavo di capire il suo lavoro, potevo vederlo allenarsi nel tendone. Non potevo emularlo perchè il mio fisico era diverso dal suo, ma sapere che la “grandezza” è qualcosa con cui puoi parlare; ascoltare la ricerca e le difficoltà che lui aveva incontrato nel trovare il suo stile personale, rendeva tutto questo veramente prezioso. Dovevo avere 22 anni, eravamo nel 1977. Quando entrai nel BAC avevo un numero di juggling con elementi di base di acrobatica, ma ero anche incaricato di tenere la longia per un numero di aerea russo, così potevo vederli provare ed esibirsi, ascoltare da loro quello che stava avvenendo in Russia, ascoltare storie di persone famose che loro conoscevano, come Violetta Kiss; questo era il modo in cui venivi a conoscenza di grandi cose. In quegli anni provai anche altre tecniche, ricordavo che facevo stretching mentre Francis Brunn si allenava, e portavo le tre palline bianche che usavo; guardando Francis provavo e apprendevo tutte le possibili tecniche di manipolazione con un oggetto, ma nessuna di queste mi soddisfaceva. Al tempo passavo davanti ad una vetrina di un negozio dove vendevano un palla di cristallo e pensavo a cosa avrei potuto farci, ma fu solo quando lasciai il BAC che cominciai a lavorare sulla manipolazione di una sola palla esplorando nuove possibilità. Avevo visto un fantastico giocoliere in Chicago che faceva rotolare la palla su tutto il suo corpo e questo mi motivò ad andare avanti con la manipolazione di una sola palla, così appresi alcune basi di quello che sarebbe diventato il mio stile di contact juggling, ma al momento era un apprendimento che non aveva chiaro in testa il risultato finale. Il momento


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