Juggling Magazine #64 - september 2014

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CIRCO ALTERNATIVO NUMERO

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SETTEMBRE2014

issn 1591-0164 Poste Italiane SpA sped. in a.p. 70% DCB Viterbo Contiene allegato P. e allegato R. € 3,00

JUGGLINGMAGAZINE.IT ASSOCIAZIONE GIOCOLIERI & DINTORNI



foto di Joke Schot

bollettino informativo dell’Ass. Giocolieri e Dintorni Pubblicazione trimestrale Anno XIII, n. 64, settembre 2014 Registrazione Tribunale di Civitavecchia n. 9 del 21 novembre 2002 ©2002 Associazione Giocolieri & Dintorni viale della Vittoria, 25 00053 Civitavecchia (RM) h www.jugglingmagazine.it e jugglingmagazine@hotmail.com f 0766 673952 m 347 6597732 Direttore Responsabile Marcello Baraghini Direttore Editoriale Adolfo Rossomando Grafica e impaginazione Studio Ruggieri Poggi h www.ruggieripoggi.it t 06 57305105 Distribuzione Nuovi Equilibri t 0761 352277 f 0761 352751 Stampa Flyeralarm Stampato il 20 settembre 2014 In copertina Festival Mirabilia 2014 VertigoSuite studio#1 - blucinQue progetto in divenire di Caterina Mochi Sismondi foto di Andrea Macchia www.andreamacchia.com Pubblicazione sostenuta dal

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

L’immagine è evocativa. Un cielo estivo, una moltitudine di oggetti in volo, una tribù di giocolieri con le mani protese verso l’alto. Echi di una stagione estiva che ciclicamente volge al termine, dopo aver offerto belle occasioni di incontro, festa e spettacoli ad un amatissimo, appassionato divertito pubblico. Il toss up (tradizionale lancio di attrezzi in aria da parte dei giocolieri durante le convention) è un rituale collettivo che celebra l’appartenenza e l’identità nel segno della gioia. Uno dei tanti rituali di rinascita che costellano le nostre vite, come lo spegnere le candeline sulle torte, o il brindare tutti insieme all’ennesimo incontro! In quel momento liberatorio si celebra la condivisione, la comunanza, si saluta il trascorso, si festeggia il presente, si guarda avanti con entusiasmo… Ci piace associare questa immagine del toss up alla promettente nuova stagione che si apre in Italia per il circo contemporaneo. Sono tanti i fautori, i sostenitori, i protagonisti, le opportunità per creare un terreno fertile. Tanti i segnali di crescita, di cambiamento, di riconoscimento, di prospettiva per alimentare un dialogo che, dopo la contestata partenza a Mirabilia, si darà appuntamento a Bologna a fine ottobre in un incontro promosso dagli artisti. A questo moto dell’animo dedichiamo con piacere e con entusiasmo il 64° toss up di 100.000 battute spazi inclusi, 100 foto e 100 link che puntualmente da 18 anni colorano le pagine di Juggling Magazine, sperando che ognuno di questi, e tutti insieme, possano evocare, suggerire, ispirare. Adolfo Rossomando direttore editoriale Juggling Magazine


XXXVII EUROPEAN JUGGLING CONVENTION 19/27 luglio 2014, Millstreet (Irlanda) www.ejc2014.org foto di Joke Schot

intervista a Ultan Sharkey del team organizzativo I membri del core team di questa EJC si sono incontrati durante l’organizzazione della EJC che si tenne qui nel 2006. Alla convention irlandese nel 2010 cominciammo a lavorare sull‘ipotesi di ripetere qui la EJC e dopo aver vinto la candidatura a Monaco nel 2011 abbiamo cominciato a lavorarci su non stop! Lo staff del core team è formato da 8 persone irlandesi di origine o che vivono in Irlanda: Brian O’Connell (Main organiser and creative director), Ultan Sharkey (Public Relations, Marketing & Funding), Martin Quigley (Registration and Logistics), Lee O’Donnell (Consultant & Site Management), Richard Brennan (Financial Director), Garry Rossitter (Consultant). Nella preparazione della EJC abbiamo avuto tanti skype meeting ma anche incontri qui su posto, e ciascuno di noi aveva un portfolio di attività da supervisionare. A sostegno di questo team sono stati scelti tra la comunità locale una cinquantina di collaboratori che potessero coadiuvarlo nel lavoro, e intorno a questi una lunga serie di volontari che sono entrati in azione qui durante la EJC. Nel 2006 quest’arte era appena arrivata sul territorio, invece questa volta il pubblico si avvicina alla EJC senza quei pregiudizi o clichè sui giocolieri. Nel 2006 partiva inoltre a Galway un grande progetto di Community Circus, e abbiamo qui il Dublin Project che al tempo nel 2006 non esisteva ancora. Negli ultimi 10 anni la giocoleria è diventata in Irlanda molto più popolare e il Governo ha introdotto fondi specifici per supportare gli artisti di strada. Dopo le esperienze delle due ultime EJC in Polonia e Francia volevamo riportare la EJC ad una forma essenziale: una pale-

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stra aperta 24 ore al giorno, un palco centrale ben organizzato e un bello spazio per campeggiare. Tutto il resto si sarebbe eventualmente aggiunto come optional. Il nostro primo impegno era garantire al meglio questi fondamenti, mantenere il prezzo di partecipazione più basso possibile, incentivare il volontariato, attività cardine della EJC che non solo contribuisce a mantenere i prezzi bassi, ma permette anche a tutti di entrare in contatto con il team organizzativo, con gli altri giocolieri e reincontrarsi alle EJC successive. Abbiamo avuto tanti meeting in cui si parlava prima delle “ciliegine sulla torta” e poi dei


fondamenti, ma per noi era importante assicurare prima la palestra, il palco e il camping. Garantito questo abbiamo potuto concentrarci sulle “ciliegine“, e ogni giorno ne ho viste tante di queste ciliegine sulla torta, piccole e meno piccole. In occasione della EJC di Toulouse avevamo formato un gruppo su FB “Ambassadors for the Crack”, che sarebbero andati a Toulouse con il proposito di invitare i giocolieri alla EJC in Irlanda. Questo gruppo ha organizzato i balli irlandesi a Toulouse e tutta una serie di attività promozionali per la EJC 2014, rivelandosi molto attivo e producendo ottime cose, come una lista di cose da non dimenticare di mettere nello zaino quando si va alla EJC, oppure costruire una torre con i segnali e le distanze dalle città di tutto il mondo o dalle scorse EJC. Sono solo alcune delle tante ciliegine sulla torta che grazie a loro

si sono potute realizzare. La EJC richiede tanto lavoro, e contribuire come volontario o come organizzatore, dove il lavoro è molto più intenso, è sempre un piacere. Qui nessuno del team ha il tempo di vedere gli spettacoli, ma la gioia che leggi nelle espressioni dei giocolieri e la solidarietà che si instaura nel team sono delle ricompense impagabili. I partecipanti sono stati più di 2000 partecipanti e molto felici di aver centrato gli obiettivi e un sano budget preventivo. Abbiamo preparato con attenzione questo evento, e quando abbiamo aperto la registrazione già il venerdì sera è stata una bella cosa, ha permesso di evitare la solita bagarre che si scatena ogni anno all’apertura delle registrazioni, e come team siamo riusciti a rimanere rilassati e disponibili verso tutti. La sorpresa peggiore è stata l’alluvione del sabato notte. Anche nel 2006 abbiamo avuto una tempesta nel giorno iniziale della EJC, qui in Irlanda è un pò sempre così, bisogna farci l’abitudine! Per quanto riguarda la direzione artistica sono state due le novità: Il Legend Show e l’Irish Day. Solitamente alla EJC si assiste ad un Galà con artisti talentuosi e innovativi che stanno costruendo la loro carriera, e con una star che si è già internazionalmente affermata negli anni. Qui invece abbiamo presentato, oltre al Gala anche un Legend Show la cui scaletta era composta da una serie di “leggende” della giocoleria. Un vero successo. L’Irish Day invece era stato concepito per presentare i nostri performer ad una platea internazionale, ma anche far vivere per un giorno ai giocolieri il fascino della cultura irlandese. Durante la giornata gli stand hanno offerto menù irlandesi, abbiamo tenuto dei workshop sulla lingua irlandese e sulle danze irlandesi, ed è stato bello vedere così tanti stranieri partecipare e divertirsi. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014

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foto di Bachrach

MICHAEL MOSCHEN www.michaelmoschen.com

Quando la nostra generazione si è avvicinata alla giocoleria non esisteva la rete internet o la comunicazione tra cellulari. L‘informazione era molto difficile da recuperare, e capire cosa stesse succedendo o cosa era successo nel mondo era quasi impossibile. Se eri abbastanza fortunato potevi andare alle convention, dove la curva dell’apprendimento saliva perché avevi la possibilità finalmente di vedere tante cose nuove. Allora la giocoleria si praticava con oggetti e tecniche limitate: palle, clave, ball bouncing, ball spinning, qualcuno stava facendo racchette, qualcuno equilibrismi con la bacchetta in bocca. E a quel punto Grand Picasso arrivò sulla scena e fece qualcosa di molto insolito e differente con le palline di ping pong giocolate lanciandole dalla bocca. Questo ebbe un “wow effect” su tutti, e qualcuno magari provò anche a cimentarsi in questa disciplina. Si cominciava a provare qualcosa di nuovo. Poi arrivò in USA il circo di Mosca, ed ebbi la possibilità di vedere Ignatov e le sue incredibili doti. Veniva da un mondo lontano, le clave erano diverse, la tecnica era diversa; io non ero ancora abbastanza bravo da comprenderla, ma ai miei occhi sembrava bellissima. Tutto questo ti faceva

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capire che c’era tanto altro che stava succedendo altrove e che non sapevi cosa fosse. L’effetto che questo fece su di me fu desiderare di sapere di più. Così dopo aver frequentato un pò di convention e aver visto Sergei Ignatov, Eugene Belauer, a anche i cinesi con i diabolo, mi ritrovai a visitare Karl-Heinz Ziethen nel suo archivio di Berlino. Sono sempre stato appassionato di storia e trascorsi con lui 10 giorni in cui mi raccontò le routine dei grandi giocolieri, dove le persone acquisivano la loro tecnica, da quali famiglie provenivano, e tante altre informazioni su un mondo così vario. Questo mi motivò a provare qualcosa di nuovo, ma mi rese anche più umile al cospetto di tanta ricchezza. Quando cominci a sapere e capire tanto, questo non significa che acquisisci anche le abilità! Tutto questo mi fece sentire molto umile, ma anche depresso, perchè non sapevo se avrei mai realizzato qualcosa di notevole. Al tempo facevo trick con tre palline, avevo un numero di passing con le clave, facevo fuoco, spinning con le clave che provavo a inserire nella danza, facevo spettacoli di strada, ed ero stato fortunato abbastanza da esibirmi durante i giochi olimpici a Montreal nel 76 o in New York, questo era un po’ quello che facevo in sostanza. A quel punto sono entrato nel Big Apple Circus, con la voglia di vedere se le mie abilità di giovane ragazzo potessero unirsi ad alcune abilità che davvero amavo e desideravo. Ero cresciuto praticando il golf, uno sport che ho imparato ad amare, e questa passione per le cose è un elemento che volevo mi accompagnasse anche nel juggling. Una delle maggiori influenze è stato sicuramente Francis Brunn, quando venne al BAC e vide il mio spettacolo. Diventammo amici. Se sei un pittore e hai la possibilità di conoscere Picasso allora puoi ritenerti fortunato! Trascorremmo del tempo insieme, cercavo di capire il suo lavoro, potevo vederlo allenarsi nel tendone. Non potevo emularlo perchè il mio fisico era diverso dal suo, ma sapere che la “grandezza” è qualcosa con cui puoi parlare; ascoltare la ricerca e le difficoltà che lui aveva incontrato nel trovare il suo stile personale, rendeva tutto questo veramente prezioso. Dovevo avere 22 anni, eravamo nel 1977. Quando entrai nel BAC avevo un numero di juggling con elementi di base di acrobatica, ma ero anche incaricato di tenere la longia per un numero di aerea russo, così potevo vederli provare ed esibirsi, ascoltare da loro quello che stava avvenendo in Russia, ascoltare storie di persone famose che loro conoscevano, come Violetta Kiss; questo era il modo in cui venivi a conoscenza di grandi cose. In quegli anni provai anche altre tecniche, ricordavo che facevo stretching mentre Francis Brunn si allenava, e portavo le tre palline bianche che usavo; guardando Francis provavo e apprendevo tutte le possibili tecniche di manipolazione con un oggetto, ma nessuna di queste mi soddisfaceva. Al tempo passavo davanti ad una vetrina di un negozio dove vendevano un palla di cristallo e pensavo a cosa avrei potuto farci, ma fu solo quando lasciai il BAC che cominciai a lavorare sulla manipolazione di una sola palla esplorando nuove possibilità. Avevo visto un fantastico giocoliere in Chicago che faceva rotolare la palla su tutto il suo corpo e questo mi motivò ad andare avanti con la manipolazione di una sola palla, così appresi alcune basi di quello che sarebbe diventato il mio stile di contact juggling, ma al momento era un apprendimento che non aveva chiaro in testa il risultato finale. Il momento


foto di Brad Doherty

in cui tutto questo cominciò a prendere forma fu quando cominciai a vedere la sfera come una metafora per esprimere qualcosa di diverso da quello che era. Era il periodo in cui mia sorella era molto malata, trascorrevo tanto tempo con lei e riflettevo sul fatto che lei fosse viva e che potesse morire da un momento all’altro. Era come se la vita fosse la luce che entrava in quella sfera e per preservarla tu non avresti voluto oscurarla. Fu così che cominciai ad esplorare il senso di “toccare” e non quello di “controllare”, così la parola chiave per me era “touch”. Poi questo tipo di manipolazione ha preso il nome di contact juggling, e possiamo dibattere a lungo su questo, e sicuramente questa definizione può comprende il far rotolare la palla sul corpo. Ma erano tecniche e concetti che erano già in giro da tempo, quello per cui mi sento di aver contribuito personalmente è il senso che io non potessi aggiungere niente alla bellezza della luce che entra nella sfera, che rischiassi solo di diminuirne la bellezza; così ho generato una sorta di rispetto per la condizione della sfera, e la possibilità che quell’oggetto diventasse il veicolo di una metafora; e questo non lo avevo ancora visto realizzato nel juggling. Questa è stata la mia influenza su tutto quello che poi è diventato manipolazione e che dalle palle si è allargato alle clave, al bastone, etc. Devi essere un pò pazzo per cimentarti in qualcosa che non hai ancora visto in giro. Vuoi andare da qualche parte dove nessuno ti ha detto di andare e dove non sai cosa accadrà. Siamo tutti esploratori, ma quando cominciò mi piaceva essere in una condizione in cui sei pronto all’ascolto, ci ho messo tanto lavoro, focus, attenzione, e alla fine la tecnica ha cominiciato a produrre risultati. Eravamo sul finire degli anni ‘70 e ora trenta anni dopo essere qui alla EJC dove tutti comunicano in un modo molto amichevole, dove non esiste la competizione (la mia ultima competzione risale al 1975), dove tutto si fonda sullo scambio reciproco… mi fa sentire nel posto giusto. Quando ci esibiamo stiamo entrando in una sfera di comunione. Trasportare le persone in uno stato d’animo dove non sono state prima, è una celebrazione del sublime, del tocco sublime, che niente però può controllare in assoluto. Da dove veniamo come specie, come amiamo coinvolgerci nella comunicazione, questo è quello che amo. È una possibilità di crescita interna ma anche di crescita nella comunicazione e nel rapporto con i simili. Se invece parliamo solo di copiare una tecnica allora l’argomento non mi interessa.

Per anni il juggling è stata la cornice all’interno della quale provavo ad esprimermi. Sentivo che il mio lavoro all’interno della giocoleria aveva due direzioni: essere il creatore di una nuova forma espressiva e di nuovi attrezzi. Un vero artista non utilizza le cose a disposizione ma ne crea di nuove, e volevo vedere se fossi capace di raggiungere questo. E poi mi interessava la performance, diventare interprete delle mie creazioni. Questa collaborazione tra il creative artist e l’interpreter artist è fondamentale per una buona riuscita della performance. Ora, visto che le mie abilità fisiche sono in fase di decrescita mi piace poter esplorare una nuova dimensione. Invece di creare per la giocoleria, vorrei mettere la saggezza acquisita negli anni nei processi di creazione al servizio di una difficile trasformazione, quello che considero una pre-digital, analogica, abilità interattiva per l’educazione di massa e l’educazione fisica. Così sto lavorando con studenti nelle scuole per un’educazione attraverso le arti e non attraverso le capacità celebrali o l’apprendimento cognitivo; è più un aprirsi per provare, per meravigliarsi e questo gli darà confidenza per esplorare l’ignoto, per apprendere qualcosa cercandolo e non aspettando che venga dato. Sono un grande credente dell’ignoto e questo è quello che sto cercando di realizzare.

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foto di Joke Schot

do da sola! - ma fu solo all’età di 15 anni, nel 1989, quando partecipai al Cirque du Demain, che scoprii un intero mondo a me sconosciuto. Finora avevo visto spettacoli di circo solo in Tv, e non avevamo a casa nemmeno un video registratore per guardare le cassette! Devi immaginare che al’inizio non potevo nemmeno comprare le clave perché non ce n’erano in commercio. Sono dovuta andare a Parigi e farmele fare in legno e sughero da un artigiano. Ho la stessa età di Anthony Gatto e quando lo vidi per la prima volta al Cirque du Demain fui molto colpita. Lì ci allenavamo insieme e siamo diventati presto amici, mi sembrava un sogno. Per me fu uno shock, venivo da una piccola città di provincia, e fu sicuramente lì che scelsi di intraprendere la carriera di giocoliera. Ero anche molto interessata alla storia della giocoleria, volevo sapere chi erano stati i grandi nomi, incontrare quelli contemporanei, conoscere artisti del calibro di Lottie e Francis Brunn. Agli inizi non mi sono accorta che ero tra le poche donne giocoliere, perchè ho cominciato da sola e ci sono voluti anni prima che conoscessi il settore. Non avvertivo differenza nell’essere donna rispetto agli uomini giocolieri; poi però cominciai a percepire una certa diffidenza verso le donne da parte degli impresari, perché una donna giocoliera sembrava per definizione essere meno brava di un uomo giocoliere, che per certi versi è vero, soprattutto nella tecnica. Si vedono poche giocoliere, le donne non si sentono attratte da un mondo dove ce ne sono poche, ed era vero che nei miei viaggi non incontravo altre giocoliere! È un pò un circolo vizioso. Per questo non volevo entrare in competizione o copiare i numeri dei giocolieri, volevo rimanere una donna sul palco e portare in scena un modo diverso di fare giocoleria. Dopo il Demain completai i miei studi e intrapresi la carriera di professionista, soprattutto esibendomi nei parchi di divertimento. Un anno mi mandarono anche in Cina, e poi in Russia, a perfezionare il mio numero. L’idea e il contatto nacquero al Demain tra il direttore della scuole cinese e il direttore artistico del festival. In Cina ero presso una troupe acrobatica dove mi allenavo 8 ore al giorno e dove si comunicava poco, perchè non parlavo cinese e loro non parlavano inglese. Lì provavano a coreografare il mio numero con i vestiti confezionati dai cinesi, e mi mandarono anche in televisione! Una delle esperienze più dure della mia carriera, con un solo pomeriggio libero a settimana. All’inizio ero anche io una patita della tecnica, mi piaceva spingere oltre i miei limiti, ma volevo dare anche qualcos’altro di personale sul palco. Era una trasformazione che veniva da un mio percorso di crescita personale, da piccola ero una ragazzina timida e ora stavo crescendo e molto gradualmente stavo tirando fuori una mia personalità. Nessuno in realtà ha curato questa trasformazione, è avvenuta poco a poco. Ora mi sento sempre meglio, sul palco non devo più preoccuparmi della tecnica, è qualcosa che ho e quando mi esibisco posso dimenticarlo e godermi la performance. Per anni mi sono allenata 5 giorni a settimana, e per me la giocoleria significa disciplina, allenarsi ogni giorno, anche se per poco, impegnarsi in qualcosa e farne una carriera. Ma juggling significa anche incontrare persone, viaggiare, essere in contatto con altri, più che sviluppare la tecnica. Se non viaggi non puoi

FRANÇOISE ROCHAIS www.francoiserochais.com

Ho cominciato ad esibirmi fin da piccola come majorette in Francia, in una piccola cittadina vicina Nantes, vicino al mare sulla west coast. Poi nel 1982, quando avevo 8 anni, in palestra arrivò un giocoliere australiano e ci insegnò le basi della giocoleria con i bastoni. Lui rientrò in Australia e io inserii la giocoleria nelle mie routine di majorette. Due anni dopo fui invitata in Australia, dove feci il mio primo tv show, all’età di dieci anni - viaggian-

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capire quanto diversa sia la gente che abita questo pianeta. Una cosa molto bella è lo scambio di amore con il pubblico che avviene sul palco. Quando sei sul palco non devi pensare a raggiungere un obiettivo, ma a goderti quel momento e dare quello che hai. Vivere il momento, essere presente, non quello che arriverà tra qualche secondo ma quello che sta avvenendo ora. Questa consapevolezza ha anche cambiato il mio modo di pensare, e godere di quello che ho. Gli errori sul palco arrivano quando tu cominci a pensarci. Ricordo di drop terribili, in cui ho perso tutti gli attrezzi che ho lanciato in aria, a causa del vento. I lanci e le prese belle invece sono tante, e forse la prima volta che nel mio spettacolo sono riuscito a fare le 7 clave è stato un momento particolare. Oggi il feeling è differente, vedo che la mia tecnica non può più progredire, ma le emozioni sono più forti con la maturità, anche se la tecnica diminuisce so che riesco oggi a dare qualcosa di diverso al pubblico. È bello qui alla EJC poter vedere i tanti esiti della giocoleria, poter mostrare alle giovani generazioni chi siamo e cosa abbiamo fatto e possiamo ancora dare. La bellezza mi ha accompagnato per fortuna per tutta la carriera, da piccola ero timida e non volevo mostrare nemmeno le gambe, e ora invece mi piace giocare sul palco anche come sexy woman, mi sento più libera e questo è stato un altro regalo che la giocoleria mi ha dato. Mi ha permesso di aprirmi al mondo. Non sono più tesa verso il raggiungimento di nuovi limiti e numeri, sono più tesa verso il dare al pubblico qualcosa. C’è stato un periodo in cui l’affermarsi di una nuova estetica in Francia mi ha messo un pò nell’angolo, sembravo appartenere ad un’altra epoca. Inoltre cominciavo a trovare molto stressante cercare sempre lavoro in un mondo in cui c’è sempre meno lavoro e sempre più artisti. Non è stato un bel periodo, ma col tempo per fortuna la scena si è nuovamente aperta a tutte le sue possibili declinazioni. Ho un sacco di idee nella testa sugli oggetti e sulla manipolazione, sul lavorare sulla comedy, ma qualche volta penso anche ad altre cose! Ho dedicato tutta la mia vita alla giocoleria, ed è naturalmente ancora una cosa molto importante per me, ma non metto tutte le mie energie in questo come una volta. Voglio prendermi del tempo anche per me, per fare yoga, vivere la natura. Se avessi più tempo mi piacerebbe veleggiare su una barca, un’attività che mi rilassa tantissimo. Amo anche danzare, è un‘altra delle mie grandi passioni, e se avessi cominciato da piccola avrei forse spinto per diventare una professionista. Mi piace leggere e mi piacerebbe sviluppare art therapy, mi piacerebbe fare una formazione per questo, o addirittura sviluppare

una juggling therapy. Nella mia vita le cose stanno cambiando e mi piacerebbe anche cominciare a insegnare. Ho già insegnato nei parchi divertimento, ma mi piacerebbe insegnare anche ad artisti, e già con Gatto abbiamo fatto dei tentativi di lezioni online, ma bisognerebbe dedicare più tempo a questo progetto.

PLANET DIABOLO www.planet-diabolo.com

Planet Diabolo è un cofanetto con 3 DVD realizzatto da Nico Pires, Priam Pierret e Thierry Delaveau. Questo cofanetto DVD offre rispetto a Diabology un range enorme di diablisti, ed anche la tecnica è molto cambiata ed evoluta da allora. Al suo interno sul primo DVD un film che racconta di un ragazzo che da Parigi viaggia intorno al mondo, incontrando circa 50 tra i migliori diablisti del mondo. Un film che ha richiesto tre anni di lavorazione ed è indirizzato non solo ai giocolieri ma al pubblico generale, che lo ha molto apprezzato nelle sale in cui lo abbiamo presentato. È il primo DVD che consigliamo di vedere e di far vedere. Il secondo DVD contiene 2 ore di tutorial e il terzo dura 3 ore e offre 25 act di performer da tutto il mondo. Il DVD può esseree acquistato nei maggiori negozi e distributori, oppure online attraverso il nostro sito.

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foto di A.S.

MIRABILIA Think Dance, Think Circus

18/22 giugno, Fossano e Savigliano (CN) www.festivalmirabilia.it

foto di Andrea Macchia, Alessandro Sala e Raica Quilici

foto di A.M.

intervista di A.R. a Fabrizio Gavosto direttore artistico Da quali premesse siete partiti per programmare questa nuova edizione di Mirabilia? Organizzare Mirabilia non è solo programmare spettacoli ma anche avere una visione artistica e sostenere i processi di creazione che sono in accordo con questa visione; è fondamentale andare a cercare progetti e trovare i modi per sostenerli al meglio, come abbiamo fatto anche quest’anno per numerosi spettacoli italiani ed europei. In Italia mancano completamente le strutture di supporto alla creazione. I festival di circo contemporaneo hanno dunque la responsabilità verso il panorama artistico nazionale di dover sopperire a questa mancanza. Mentre nella danza e

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nel teatro i festival svolgono questo ruolo supportando la ricerca e la creazione, nel circo contemporaneo e nel teatro di strada ci si limita invece quasi sempre a programmare compagnie più o meno interessanti per un pubblico di aficionados, tralasciando il sostegno alla creazione. L’elemento particolare della programmazione di quest’anno è stata l’interazione tra danza, teatro e circo e l’esplorazione dei linguaggi di frontiera. Questo intrecciarsi dei linguaggi crea anche delle singolari ambiguità non risolte. L’ultimo spettacolo della compagnia di circo XY, per esempio, essendo prodotto dalla Biennale di Danza di Lione, secondo i parametri italiani è uno spettacolo di danza, perché sostenuto e prodotto da una istituzione della danza e messo in scena da un coreografo. Così anche lo spettacolo “Untitled..” di Alessandro Sciarroni, spettacolo di giocoleria che parte da un’idea di un coreografo presentata alla biennale di danza di Venezia due anni fa, perfetto esempio dei possibili sviluppi del circo contemporaneo ed espressione di punta di una ricerca italiana con respiro e diffusione europea, viene da noi catalogato erroneamente come “danza”.

Mirabilia è un festival internazionale che si inserisce all’interno di altri grandi festival, ma quali sono gli sbocchi e le prospettive per il Made in Italy? Mirabilia è il risultato di numerose interazioni con altri festival, al punto che la direzione artistica non ha più molta libertà di manovra nella scelta degli spettacoli. Ad esempio abbiamo un partenariato di coproduziione con Fira Tarrega che alterna il sostegno un anno a una compagnia italiana, un anno a una catalana; c’è tutto un lavoro di esplorazione comune e sostegno alle compagnie con il teatro di Hautepierre a Strasburgo, con La Villette, con la Seyne sur Mer; siamo inoltre partner del progetto europeo di sostegno alla creazione Circus Next, del network Circostrada, del premio di circo della Catalogna etc. Questo porta a Mirabilia compagnie estere in prima assoluta, frutto della cooperazione europea, con direttori e programmatori che vengono da tutta Europa per vederle ed acquistarle. Ma penalizza spesso le compagnie italiane che hanno tempistiche, obbiettivi e modalità diverse. Vogliamo capire come colmare questo gap perché Mirabilia deve diventare un festival che mostri al mondo anche cosa succede in Italia. Sono infatti pochissime le compagnie italiane che girano all’estero, nessuna sostenuta dalle istituzioni, e l’esperienza della compagnia di Alessandro Sciarroni è una mosca bianca per ora.


foto di A.M.

foto di A.S.

foto di A.S. foto di A.M.

Da noi c’è un grandissimo mercato legato ai festival di teatro di strada e al busker; girare per le piazze di grandi e piccoli centri può essere anche molto piacevole, guadagnandosi da vivere in modo decoroso con spettacoli per un pubblico familiare. Moltissimi artisti riscuotono un grande successo di fronte ad un pubblico che per lo più non ha ancora visto circo contemporaneo. Un fenomeno estremamente positivo perché va a creare il substrato per un futuro sviluppo del circo formando il pubblico, ma al contempo un ambiente che non stimola di certo le compagnie ad innovare e a fare ricerca. All’estero al contrario è più difficile andare in giro in strada al di fuori dei grandi festival, sopratutto a cappello, per cui le compagnie per sopravvivere devono rivolgersi

mo di strutturare uno spazio basato sull’incontro e sullo scambio seguito da facilitatori di altissimo livello incaricati di stimolare e orientare lo scambio artistico, chiamato per ora Progetto PathFinders. Crediamo che questo melting pot possa diventare un motore di innovazione a livello nazionale.

foto di A.S.

necessariamente al teatro, un circuito con esigenze ben specifiche in termini di innovazione e ricerca e con fondi a disposizione per far fronte a queste esigenze. Questo è un problema grosso in Italia per chi programma un festival di circo contemporaneo, perché compagnie con artisti estremamente validi si conformano con i facili successi nazionali e non sono stimolate ad andare oltre, e agendo in un contesto isolato diventano dunque autoreferenziali. Quello che ci stiamo chiedendo è come andare a stimolare e sostenere un processo di evoluzione, come far interagire e evolvere i vari linguaggi, come creare un meccanismo all’interno del festival che permetta ad artisti e compagnie italiane di confrontarsi e di essere stimolati a creare oltrepassando i propri limiti, per poi circuitare in Europa. Pensia-

Rapporti con il territorio, con le realtà locali, le associazioni, quali sono le prospettive future? Il successo della compagnia di trapeziste di Cuneo “Cadute dalle nuvole” è veramente un fatto epocale per il cuneese, perché finora non c’era nessuna compagnia circense di rilievo residente nel cuneese, dimostrando dunque, grazie anche alle iniziative delle scuole di circo come Fuma che ‘nduma, l’evoluzione del territorio. Il festival si è dimostrato inoltre un fortissimo attrattore turistico e uno strumento di valorizzazione del territorio, e la nuova amministrazione di Fossano ha improntato la sua politica verso una crescita a livello regionale e nazionale proprio partendo dalla cultura. Questo cambia il panorama per i prossimi anni e finalmente stiamo lavorando all’apertura di un vero centro di creazione e residenza. Era uno degli obiettivi principali da cui siamo partiti: un’attività annuale continuativa con residenze e spettacoli, che poi sfociasse in un festival. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014

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THINK DANCE/THINK CIRCUS Partendo dal tema di fondo di questa edizione di Mirabilia abbiamo chiesto ad alcuni degli artisti che presentavano spettacoli di matrice circense quali fossero, o fossero stati, i loro punti di contatto con la danza.

MIRABILIA Think Dance, Think Circus Interviste a cura di Karol Hrovatin

VALIÀ BOVIEUX SISTERS

foto di R.Q.

Arriviamo dalla scuola DOC di Stoccolma in Svezia, una scuola che mescola il circo e la danza. Nella nostra formazione abbiamo avuto diversi stage di danza con maestri differenti con stili differenti: improvvisazione, danza contemporanea, un po’ di danza classica, abbiamo lavorato con Roberto Olivan che mescola danza classica alla danza contemporanea e anche all’acrobatica. Io sono ballerino acrobata, nel mio bagaglio di formazione c’è anche la capoeira e l’hip hop. Nello spettacolo cerco di mettere a servizio tutti i diversi linguaggi di danza e acrobatica. Nel lavoro coreografico oggi il circo contemporaneo si colloca tra la danza e il teatro. E si va anche ancora più alle origini: all’arte della sociologia e dell’antropologia. Noi usiamo specialmente gli elementi di coreografia dalla danza. Per me è importante la regia fatta da un coreografo, più che la danza stessa.

QUIM GIRON ANIMAL RELIGION

foto di A.M.

Amo la filosofia africana, perché loro dicono che tutte le cose della vita hanno un ritmo. Come la mia voce ora. E in tutti i ritmi c’è un movimento che è la danza. Per me il DNA della danza che ho ereditato sono tutti i movimenti che io faccio. Quando ero nella pancia di mia mamma, io facevo dei movimenti. Se io cammino sulla scena, questa è già danza. La danza ha sempre un ritmo, una musica. La musica ci dona irritazione o energia, noi possiamo reagire, e questo diventa sempre danza. Ho seguito una formazione di danza tradizionale catalana, questo era il primo passo verso la danza, poi la formazione di circo alla DOC di Stoccolma, che è un’università di danza e di circo, dove abbiamo fatto parecchia danza contemporanea. Tutti i movimenti di danza che sono integrati in una disciplina di circo sono importanti per la riuscita dello spettacolo. Per me le più interessanti sono quando c’è un proposta emozionale. Specialmente quando questo è espresso con molta energia. Perché quando comincia ad essere solo tecnico e coreografico, ma senza energia, per me non è interessante.

foto di A.M.

ELISA CIRCO PUNTINO

foto di A.M.

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Ho frequentato un’accademia di danza per un anno. Personalmente io la danza non la capisco. Non è un mio linguaggio. Faccio un po’ fatica capire cos’è danza e cos’è movimento. Dov’è la sottile linea di demarcazione. Però ho amato moltissimo la danza classica. L’ho praticata per un anno con un’insegnante super dura che ci chiedeva una disciplina esagerata. È stato durissimo ma meraviglioso. Questa è una cosa che porto nel cuore. Lei è una ex ballerina sui 70 anni, ha ballato nel Bolshoi. Quello che mi ha trasmesso è la disciplina e la presenza: il fatto che tu solo stando nel tuo corpo già puoi arrivare con l’anima fino all’ultima persona nel loggione. È qualcosa di fortissimo! Alla scuola di circo Flic abbiamo studiato con Raymond Peyramaur, in particolare il lavoro con la maschera e il lavoro sul clown. Qui c’è molto teatro fisico. Sicuramente utilizzo anche il teatro fisico come espressione del movimento. Credo sia molto importante la continuità nel movimento. Anche nel movimento acrobatico è quello che apprezzo di più. Inserisco degli elementi di danza non consapevolmente, senza programmare un passo o una coreografia.


foto di A.S.

foto di A.M.

MERCEDES DUO LAOS Faccio danza da quando ho 6 anni, quindi da 17 anni. Dopo aver studiato molta danza, ho incontrato il circo e ho incominciato a unire le due cose. Ho fatto molta danza classica, un po’ di danza contemporanea e anche del tango. Penso che la danza sia un buon mezzo per rompere un po’ l’espressione dell’acrobatica. La danza è un buon modo di mescolare bene gli esercizi. Le acrobazie sono un po’ forti, e la danza le rende più fluide. Per me questo è molto importante. Noi facciamo sempre acrobatica e pensiamo sempre a come possiamo mescolare questi esercizi con la danza. Quindi di solito partiamo dall’aspetto acrobatico, per esempio prendiamo 5 sequenze acrobatiche, e poi cerchiamo di armonizzarle usando la danza.

SEBASTIEN WOJDAN SPETTACOLO MARATHON Prima di fare circo ho frequentato una scuola di danza. Poi alla fina della scuola, a 18 anni, ho cominciato a giocolare. Di lì sono stato a Montpellier, studiando da autodidatta per poter entrare nella scuola di circo, dove ho avuto la fortuna di poter frequentare una scuola professionale di danza per un anno. Avevo 4 corsi di danza al giorno: jazz, contemporanea, hip hop. Per me la danza, il teatro, sono dei mezzi. Dalla danza ho appreso in particolare il sentire i piedi sulla terra e la musicalità in ogni cosa. Secondo me è importante la rotazione. Io amo quando tutto ruota. E poi il lavoro a due, il lavoro corpo a corpo, la relazione. E poi l’energia, la trance, la relazione alla direzione nello spazio, la relazione al tempo (al ritmo), la musicalità, lo spazio, gli assi. Mi affascina anche tutto il lavoro con i piedi: le punte tirate, i salti, ogni reazione del piede. Vedo una grande relazione tra tutte le arti: danza, teatro, pittura, circo e non mi piace distinguere tutto per categorie.

CLAUDIA FRANCO PERFORMANCE DI ROUE CYR Ho ereditato pochi elementi di danza, ma ne ho imparati tanti, nei tanti corsi di danza che ho frequentato, in particolare danza contemporanea. Prima di tutto la relazione con il suolo. La relazione del corpo, la consapevolezza dei movimenti di quello che fai per terra. La tecnica della Rue Cyr è una tecnica molto canonizzata, e la differenza la fa il modo in cui ogni artista la interpreta in modo personale. Questo dipende soprattutto da quanta danza ci metti dentro. La Roue Cyr si sposa molto bene con la danza. Si muove, e come mi muovo io in relazione a come si muove la ruota, quello è danza. Come vado per terra, come mi sposto mentre la ruota si sposta da qualche parte, come mi muovo io dentro la ruota mentre giro, come muovo il mio corpo, le gambe, la testa, quelli sono tutti elementi che si possono coreografare. Quello che mi colpisce è quando nel circo il momento tecnico non ha un focus maggiore di altri momenti. Questa è la qualità del movimento per me. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014

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TEATRO A CORTE Torino, 17 luglio / 3 agosto www.teatroacorte.it foto di Lorenzo Passoni

intervista a Beppe Navello direttore artistico Con quale obiettivo nasce Teatro a Corte e quale sviluppo e nuove direzioni ha seguito in questi anni? Teatro a Corte, oggi alla sua 15^ edizione, nasce con l’obiettivo di portare in Italia alcuni dei più interessanti spettacoli della scena europea ospitandoli fra Torino e le più belle dimore sabaude del Piemonte come la Reggia di Venaria Reale, il Castello di Rivoli, di Aglié o di Racconigi e, per alcuni anni, Moncalieri e Pollenzo. Il festival ha una personalità unica in Italia perché crea un incontro irripetibile tra artisti, spettatori e luoghi del patrimonio architettonico e naturalistico del nostro Paese di grande bellezza. Tutti i linguaggi della scena abitano i percorsi artistici di Teatro a Corte che presenta spettacoli di circo contemporaneo,

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danza, teatro di figura, teatro di prosa, physical theatre, video e performing art. Cuore del festival è la creazione site specific che vede un artista o una compagnia in dialogo con un luogo particolare, dai giardini ai cortili alle sale interne dei castelli, per creare eventi unici per il festival, dalle grandi forme a quelle piccole come la deliziosa creazione di Ambra Senatore, “in piccolo”, nata per il teatrino del castello di Aglié, aperto al pubblico esclusivamente in occasione di questo evento. Dal 2010 il festival, che mediamente ospita in ciascuna edizione dalle 25 alle 30 compagnie internazionali provenienti da 10 o 12 diverse nazioni, ha creato dei focus particolari dedicati ogni anno a un paese differente, dal Belgio all’Olanda, dalla Federazione Russa all’Inghilterra, fino ai Paesi Scandinavi, protagonisti di questa edizione 2014, mentre

il prossimo anno stiamo pensando alla Germania. Come è stato percepito/valorizzato in questi anni all’interno del festival il circo contemporaneo e che spazio/pubblico ha conquistato? Il circo contemporaneo è amatissimo dal nostro pubblico e ha sempre avuto un ruolo centrale nella programmazione di Teatro a Corte che ha ospitato artisti di grande valore, da Gandini Juggling ad Aurelia Thierrée, da Camille Boitel a Jérôme Thomas, da Ieto al Collectif Petit Travers, da Yoann Bourgeois a Jörg Müller, dai Colporteurs al Collectif Ivan Mosjoukine, dai 9.81 di Eric Lecomte a WHS di Ville Walo, da Transports Exceptionnels a Leandre Ribera, a presenze femminili tra di loro davvero diverse come Jeanne Mordoj e il suo Eloge du Poil, Chloe Moglia con

Rhizikon e Ilona Jonnti con il bellissimo Muualla che abbiamo ospitato in questa edizione. Solo per citare alcuni degli artisti presentati a Teatro a Corte in questi anni e quasi sempre in prima nazionale. Il circo è protagonista di numerose creazioni site specific come quella realizzata nel

Teatro a Corte ha avviato anche un percorso di coproduzioni internazionali, nato con la compagnia portoghese O Ultimo Momento per la creazione di A deux pas de là-haut e apertosi quest’anno ad un progetto davvero innovativo, la creazione di Narri, un video di

2009 da 9.81 sulla facciata della Reggia di Venaria e poi riproposta lo scorso anno a Palazzo Reale a Torino in occasione dei World Master Games, o le creazioni di Kitsou Dubois e di Jérôme Thomas per il Castello di Rivoli. Dal 2011

circo contemporaneo a cura della compagnia finlandese Circo Aereo e con la regia di Sanna Sivennoinen. Abbiamo chiesto a Sanna, che già aveva realizzato il video Flip, ambientato ad Helsinki, che vedeva Rauli Kosonen attraversare luoghi


urbani e naturalistici di grande fascino, di fare la stessa operazione scegliendo come location Torino e

richiede grande impegno tecnico, burocratico e artistico. Il dialogo con la direzione dei castelli e

alcune delle dimore sabaude sedi del festival, con Rauli qui nei panni di un giullare che oscilla tra passato e presente.

con la Soprintendenza dei Beni Culturali è costante durante tutto l’anno. Il meteo invece è una carta che scopriamo all’ultimo momento e può mettere a rischio gli spettacoli all’aperto. Devo dire però che in un’estate piovosa come questa siamo stati fortunati perché abbiamo cambiato la programmazione di una sola serata. Le dimore sabaude sono l’elemento caratterizzante di Teatro a Corte,

In che misura le residenze sabaude informano e influenzano la programmazione del festival? Le residenze sabaude sono spazi meravigliosi ma non sono spazi teatrali e portarvi lo spettacolo dal vivo è un’operazione complessa, che

ciascuna ha la sua personalità e il festival la evidenzia scegliendo una programmazione ad hoc. In particolare quest’anno si è deciso di valorizzare ancora di più la relazione con le dimore proponendo agli spettatori, oltre alle consuete visite guidate anche una cena per ciascuno dei tre week end del festival. Abbiamo iniziato nelle magnifiche serre del Castello di Aglié con una candida tavolata per più di 100 persone e poi siamo stati sulla terrazza del Castello di Rivoli per una cena a buffet con vista su Torino e sulle Alpi, infine siamo tornati nelle cucine del Castello di Racconigi che anche in passato avevano ospitato a cena la stampa e il pubblico. Quali prospettive future si aprono nel/col territorio? Il dialogo con il territorio è sempre aperto e in costante evoluzione. Teatro a Corte ospita in ogni edizione compagnie

territoriali, dal circo alla danza al teatro, collabora da tempo con il Festival delle Colline e con il festival Sul Filo del Circo con i quali nel 2012 ha ospitato This is the end di David Bobée sotto uno chapiteau a Torino. Ha poi ospitato per diverse edizioni il festival di danza La Piattaforma Teatrocoreografico e ha collaborato nella scorsa edizione con Coorpi (Coordinamento Danza Piemonte) per il progetto Point Taken sulla videodanza, solo per citare alcune collaborazioni con il territorio. Per l’edizione 2015, il Comune promuove l’iniziativa Torino incontra Berlino e Teatro a Corte sta già collaborando anche in virtù della vetrina tedesca che sarà protagonista della sua 16^ edizione. Quale ruolo in Italia e all’estero il festival desidera acquisire nella promozione e valorizzazione del circo contemporaneo

e delle altre performing art? Teatro a Corte, pur non essendo un festival unicamente di circo contemporaneo, ha la caratteristica di indagare i punti di contatto e di contaminazione tra i differenti linguaggi della scena attuale, sempre meno imbrigliabili in categorie e definizioni specifiche. Così lo sguardo del festival si concentra su quegli spettacoli di circo che si aggirano ai confini della danza, del teatro di figura, delle performing art, o del physical theatre, valorizzando l’innovazione che attraversa il circo contemporaneo e la sua apertura a tutti i linguaggi performativi. All’estero sicuramente Teatro a Corte è divenuto interessante per la sua capacità di avvicinare il circo contemporaneo alla creazione site specific, mettendolo in dialogo con architettura, storia e patrimonio naturalistico.

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foto di D.C.

a cura di Dario Duranti

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SUL FILO DEL CIRCO

Teatro Le Serre di Grugliasco / 22 giugno / 30 luglio 2014 www.sulfilodelcirco.com foto di Maurizio Andruetto e Domenico Conte

accompagnato dalla TriOle ShowBand già nota al pubblico di Grugliasco per le produzioni del Cirque Bouffon. Una delle rivelazioni di questa edizione è stata la coppia di illusionisti comici Scott & Muriel, vincitori del World Magic Championship. Imbattibili esponenti della magia comica internazionale hanno saputo stupire con grandi illusioni e un raro gioco di pick pocket, impossessandosi senza che il pubblico se ne accorgesse di una decina di orologi restituiti agli ignari spettatori al termine dello show. In linea con le tendenze in voga in questo momento in Italia e in generale in Europa, il Festival ha voluto osare proponendo il francese Zombie Circus Show uno stravagante e sontuoso concerto circense, uno spettacolo fuori dagli schemi, irriverente e provocatorio, che fonde swing, rock e rockabilly con influenze dei più tradizionali chansonnier d’oltralpe, performance acrobatiche, esibizioni graffianti in stile burlesque venate di atmosfere gotiche, dark a tratti splatter. Una serata coinvolgente e a

foto di M.A.

Nell’estate dei mondiali di calcio caratterizzata peraltro da un meteo inclemente e decisamente poco estivo in tutto il nord Italia, era difficile immaginare un esito così positivo per la 13° edizione del Festival Internazionale Sul Filo del Circo, ma il pubblico non si è lasciato scoraggiare e ha premiato con assiduità il ricco cartellone composto da 15 spettacoli, di cui 13 prime nazionali, oltre 100 artisti provenienti da Olanda, Canada, Ucraina, Russia, Francia, Belgio, Brasile, Spagna, Argentina, Italia, Colombia, Polonia, Australia e Israele. La Direzione Artistica, curata da Paolo Stratta e dallo staff di Cirko Vertigo, ha privilegiato la musica dal vivo che ha accompagnato i tre titoli di punta e una varietà di generi e stili dalla comicità alla magia, dal circo tradizionale al nouveau cirque in grado di soddisfare un pubblico ampio e popolare. La programmazione ufficiale si è aperta con gli acrobati belgi della compagnia 15feet6 impegnati in “Dynamite & Poetry”, un’esplosione di energia giovane, grande ironia e propulsioni alla barra russa, alla bascula ed evoluzioni al palo cinese. Il tema della comicità ha visto protagonista, per gentile concessione del Lido di Parigi, il dirompente clown ucraino Housch-maHousch laureato al Festival del Circo di Monte Carlo, che eccezionalmente per il Festival ha proposto il suo one man show

tratti scioccante che ha offerto in questa cornice di grande impatto le tecniche circensi della compagnia Cirque Hirsute sempre più sicuri e maturi. Impeccabile il lavoro alla roue Cyr e al trapezio washington di Damien Gaumet, artista polivalente formatosi sotto la supervisione del maestro Arian Miluka. Il ritorno di CircoPitanga (reduce dall’ottimo riscontro dello scorso anno con Reves d’eté) con la nuova produzione Circus, parodia leggera e autoironica del circo tradizionale, impreziosita da alcuni momenti


foto di D.C.

foto di M.A.

foto di M.A. foto di M.A.

tecnicamente molto interessanti (pregevole il sostenuto alle corde) è in linea con quello dell’immaginifico Leo Bassi, artista e creatore in BOB Best of Bassi. Leo, circense per tradizione familiare ha presentato il suo personalissimo universo artistico comico e sovversivo rivisitando i pezzi più efficaci del proprio repertorio e portando a Grugliasco il gigantesco papero gonfiabile (circa 16 metri di diametro e 8 di altezza) intorno al quale ha costruito un vero e proprio culto, la Chiesa “Patolica” appunto, da cui un corollario infinito di frecciate al cattolicesimo e alle grandi religioni monoteiste. Una satira acuta ed efficace come solo Leo Bassi è in grado di fare. In Il Circo 99% Leo Bassi ha accettato la sfida di mettere in scena per il Festival i giovani artisti della Scuola di Cirko Vertigo, curando la regia del loro spettacolo di fine biennio. Accettando di salire lui stesso sul palco, prima nelle vesti del clown bianco

e in chiusura impersonando un Papa trasgressivo e provocatore, che in uno scatenato ballo liberatorio ha simbolicamente assolto dai propri peccati una nazione, la nostra, afflitta dal perbenismo, dall’odio razziale, dalle pastoie della burocrazia e dalla corruzione imperante. Un inno alla rivoluzione a un’invocazione ai giovani artisti affinché riconquistino la capacità di trasgredire, di osare e andare contro le convenzioni e scardinare la tradizione per restituire al circo il potere politico storicamente connaturato ad esso. Inevitabilmente Timber! è stato il titolo più atteso: il canadese Cirque Alfonse è sbarcato in Italia con 10 artisti e musicisti geniali per una serata irripetibile tra taglialegna acrobati e vecchietti volanti. Il Canada, patria indiscussa del circo attuale, approda così a Grugliasco per la prima volta nella storia del Festival con uno spettacolo che ha riscosso enormi consensi di pubblico e critica a Londra, Zurigo e nei recenti tour negli Stati Uniti e Hong Kong. Una tecnica sopraffina, un’energia contagiosa e la musica folcloristica del Quebec sono gli ingredienti di questa festa di famiglia portata in scena davanti a oltre 1200 spettatori entusiasti in un solo week end. Più divulgativo e adatto ai bambini il lavoro di circo-teatro di Nicola Bruni e Cecilia Fumanelli, “Leonardo, il peso e la piuma”, un omaggio fantasmagorico alla più geniale mente creativa italiana. Come

consuetudine, il Festival si è concluso con il cast internazionale di Checkpoint Circus, il rinnovato Premio Internazionale per Giovani Artisti in cui 6 giovani compagnie di circo si sono contese un premio in denaro da intendersi quale sostegno alla creazione di un loro spettacolo da 50 minuti. In gara il Duo Masawa (Argentina), la Cie. Suspension (Svizzera), Su e Giù Circus (Italia/Spagna), la Compagnia Solta (Francia/Brasile), la Cia. Silosenomecuelgo (Spagna) e la compagnia Vol’e Temps (Francia/Spagna). Questi ultimi con una briosa performance che ha messo insieme propulsioni di acrobatica in banchina, portée acrobatique, giocoleria con le palline da ping pong lanciate con la bocca e una buona dose di verve ed umorismo ha conquistato il pubblico e la giuria tecnica. Giuria presieduta da Donald B. Lehn Presidente della FEDEC e direttore della Carampa e composta tra gli altri da Tim Roberts, Direttore del National Centre for Circus Arts (Circus Space) di Londra e Maud Thomas coordinatrice del progetto Jeunes Talents Cirque Europe e della piattaforma CircusNext. La serata, condotta da Daniele Antonini, clown e artista di strada formatosi con illustri maestri del settore, ha visto protagonista fuori concorso Lucas Bergandi, equilibrista al filo teso laureato all’ultima edizione del Festival Mondial du Cirque de Demain di Parigi.

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foto di A.P.

FUNAMBOLIKA

www.funambolika.com foto di Andy Phillipson e Silvia Mazzotta intervista di A.R. a Raffaele De Ritis direttore artistico Come hai concepito quest’anno la programmazione del festival e la sua coerenza con l’impianto concettuale che caratterizza dalla sua nascita le tre serate di spettacoli? In primo luogo considerando il contesto: la manifestazione é parte del programma dell’Ente Manifestazioni Pescaresi. Si tratta dell’unica iniziativa circense italiana organizzata direttamente da un ente semi-pubblico, senza affidamento a terzi, e nei suoi luoghi teatrali, tecnicamente come un teatro stabile. Vanno dunque considerati gli indirizzi dell’Ente e le sue ripartizioni di calendario e budget. Si parte poi dalla visione del festival, che é riassumibile in tre punti 1) il superamento delle categorie tradizionale/contemporaneo; 2) la qualità storica del circo di coinvolgere ampie platee (il nostro anfiteatro ha 2.200 posti); 3) l’eccellenza assoluta: sia nella scelta degli spettacoli come nei supporti (audio, luci), nella gestione degli artisti e nell’accoglienza del pubblico. Rispetto alla coerenza, il rigore della visione é fondamentale: per me il festival non é un contenitore da riempire a tutti i costi, ma deve avere la finitura estetica di una piccola e armoniosa opera d’arte, dove ogni dettaglio abbia un perché. Cerchiamo stile ed equilibrio anche nel limitarci a tre serate. Quali cambiamenti hai pensato o stai pensando di introdurre sull’impianto concettuale del festival? L’orientamento viene colto ogni anno per quello successivo. L’atteggiamento é di ascolto: prima del pubblico, poi sulle evoluzioni dell’universo artistico, cercando di anticipare e sorprendere. Quest’anno ci siamo sentiti di rischiare maggiormente sull’anima innovativa: inserendo nel galà classico la scuola di Montreal, poi invitando una troupe impegnativa come Circa, e ospitando per la prima volta un elemento nuovo (il tendone) con El Grito.

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Funambolika non è l’unico evento/attività che ti vede impegnato per lo sviluppo e la promozione delle arti circensi. Quali sono gli altri “fronti” di questo tuo impegno e come si integrano con la programmazione di Funambolika? Pur non essendo nato nel circo, e non essendo acrobata, ci sono dentro da quarant’anni. Si tratta in primo luogo di una passione, che mi ha consentito di fabbricarmi un osservatorio in cui si confondono passato e presente, tradizione e novità (non sono capace di “scegliere” il circo secondo categorie), avendo ormai visto scorrere di tutto. L’impegno che più mi affascina é forse la ricerca storica, che aiuta anche a capire il presente: scrivendo articoli, libri, tenendo conferenze in giro per il mondo, o facendo vivere la mia collezione, e di recente contribuendo ad animare Circopedia, il più autorevole progetto al mondo di storiografia circense. Poi per fortuna riesco a vivere grazie alle regie di grandi produzioni in giro per il mondo (ultimamente spesso per Franco Dragone). Se vi sia un legame di tutto questo con Funambolika, credo che la manifestazione sia sorretta dallo sguardo costante che amo mantenere sul passato e sul presente. Quale il ruolo e lo spazio che il circo contemporaneo ha coperto a Funambolika in questi anni e quali sono le prospettive future? Al di là dei generi, Funambolika cerca solo di proporre circo di qualità, cercando di mettere in discussione i parametri del pubblico con l’insolito, ma soprattutto artisti e spettacoli capaci di sublimare la bellezza con il massimo del virtuosismo unito ad un assoluto rigore estetico: che siano i perfezionisti delle famiglie circensi o le troupes di avanguardia. Il Venerdi di Repubblica ha definito Funambolika “la boutique del circo”, forse per la selettività di scelte che ci siamo imposti. Il pubblico (nostro maggior azionista) torna a pagare il biglietto se ha trovato la garanzia di performance acrobatiche di alto livello, unite a modi non convenzionali nel proporle e a comicità visiva di talento. Quest’anno, l’ottavo, abbiamo avuto un aumento di presenze del 60%. Le prospettive future poi dipendono dalle possibilità ogni anno diverse. Sicuramente ci interessa continuare a collaborare con grandi strutture culturali italiane e del mondo, come é accaduto con l’operazione CIRCA (vedi box, ndr).


foto di S.M.

foto di A.P. foto di S.M.

foto di S.M.

foto di A.P.

Cosa significa oggi programmare un festival di circo contemporaneo in Italia? Non saprei, e non é il nostro specifico. Non credo poi che, scomparso Brescia, ne esista uno vero e proprio: anche Sul Filo del Circo ha una vocazione più aperta, e credo che insieme a noi (e con la sua diversa identità) sia l’unica altra manifestazione italiana di circo puro innovativo e al tempo popolare (discorso a parte poi per Latina e Golden Circus). Tutti gli altri festival mi sembrano misti, in cui il circo contemporaneo significa contaminazione con teatro, danza, teatro di strada, e con gran parte di fruizione gratuita. Penso che questa contaminazione tra generi sia uno dei principali motivi di fascino, ma non é il nostro percorso. La nostra sfida é quella di fotografare ogni quello che nel mondo, anche tramite la contaminazione, riesca a restare circo puro: che sia un numero di circo classico o una troupe d’innovazione.

foto di A.P.

CIRCA - “BEYOND”

Tra le novità più significative di questa stagione segnaliamo la presenza in Italia del nuovo spettacolo di Circa, “Beyond” sia per il livello artistico che per le modalità. La troupe australiana, flessibile a vari formati e capace ormai di nove produzioni in contemporanea sul pianeta, é uno dei tre gruppi più capillari al mondo (con i canadesi Eloize e Sept Doigts). Lo spettacolo era nato un anno fa a Londra come un cabaret intimo, poi in inverno passato con il successo di sei mesi di repliche al Chamaleon Variete di Berlino. Raffaele De Ritis ha incoraggiato la compagnia ad espandere il potenziale di “Beyond” su una scala per platee ampie e all’aperto, offrendo ad essa la carta di Funambolika e cercando un altro partner italiano per sostenere l’operazione. Si é trovato così l’interesse del Festival di Villa Adriana, uno dei massimi cartelloni artistici dell’estate, che ha accolto la troupe dopo la prima pescarese. Circa ha ristrutturato lo spettacolo, debuttando così in Italia la nuova versione che in seguito, dopo un rodaggio ulteriore a Barcellona, ha reso “Beyond” lo spettacolo più acclamato del Festival di Edimburgo (il maggior appuntamento di spettacolo al mondo). Lo show, una riflessione giocosa sul confine tra uomo e animale, vede in scena sette acrobati di livello altissimo impegnati in numerose discipline (acrobazia, pali cinesi, contorsionismo, cinghie aeree), in un raffinato tessuto di luci e musiche. “Circa” è tornato poi in Italia, a settembre, ma con un altro lavoro, proponendo la sua prima creazione storica (intitolata “Circa”) a Bolzano e Torinodanza.

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foto di Fabrice Camus

foto di Arthur Bramo

L’EUROPEENNE DE CIRQUES

25 maggio / 8 giugno, Toulouse (Francia) www.la-grainerie.net

intervista di A.R. a Serge Borras direttore de La Grainerie

foto di Sylvain Marchand Atelier

Ho cominciato a lavorare prima in sale di teatro, rendendomi presto conto che mi interessavano di più la politica della cultura, gli artisti. Così dopo un anno di studio universitario a 33 anni sono stato chiamato per un lavoro con un network di teatri che lavorava con 156 sale di medie dimensioni, all’interno del quale sono rimasto per 11 anni occupandomi di programmazione, amministrazione, produzione, ma soprattutto dei rapporti all’estero con gli altri paesi francofoni. Eravamo sul finire degli anni ‘80, un’epoca in cui il circo contemporaneo cominciava ad esser molto attivo in questa regione. Ma dopo tutti quegli anni nel network avevo voglia di cambiare, e ho studiato a Grenoble, per capire come le politiche culturali maturavano e venivano costruite, lavorando 5 anni in un piccolo comune vicino Tolouse, come direttore di un teatro municipale, una esperienza molto importante. In questo luogo il circo non era conosciuto ma la direzione del teatro non era interessata ad inserire spettacoli di circo. Ho cercato allora altri sbocchi e in quel periodo, in cui a Toulouse

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maturavano esperienze importanti di circo, si apriva la possibilità di lavorare alla Grainerie. Mi interessava molto capire come una struttura con i suoi collaboratori potesse lavorare ad un progetto imperniato sul circo contemporaneo. Ed è per questo che sono qui, impegnato su più fronti, dalla direzione del personale alla promozione, dalla direzione artistica ai partenariati nazionali ed europei. A La Grainerie ci sono due tipi di processi decisionali. Per quanto riguarda le compagnie in creazione, presiedio un comitato composto dai membri del suo team (responsabile di produzione, responsabile tecnico, etc.). Per quanto riguarda i progetti culturali della struttura, il comitato non é formato dagli stessi membri, bensì dai rappresentanti del comune di Toulouse, del consiglio regionale de Midi Pirénées, del consiglio generale de Haute Garonne. Caravan du Cirque, ora alla VII edizione, nasceva dalla volontà di portare il circo a stretto contatto con la popolazione e il territorio, fare della Grainerie un centro di festival, fare circo negli spazi pubblici, stabilire collabo-

razioni con le altre realtà, lavorare nella mediazione culturale. Ma le risorse che le istituzioni mettevano a disposizione erano sufficienti per coprire solo i costi di gestione de la Grainerie, e non quelli delle attività e abbiamo dovuto fare delle acrobazie amministrative per tenere in piedi Caravan du Cirque. Per fortuna negli anni si sono poi aperte possibilità di partenariati importanti con altre realtà europee, che unite alla volontà politica delle istituzioni locali di attivare progetti transnazionali sulla cultura, ha permesso alla Grainerie di sviluppare una programmazione di attività più integrata e finanziariamente sostenibile. Approdando quest’anno anche alla prima edizione di l’Europeenne de Cirques, che intende sfruttare la specificità della Grainerie come luogo di creazione e di programmazione per gli artisti di circo contemporaneo europei, che sono tra l’altro molto contenti di esibirsi qui. Nel suo format L’Europeenne propone una programmazione di spettacoli di sala dalle scritture molto diverse, che stimolino il confronto sull’immaginario del circo. È molto bello poter vedere una comunità del circo così coesa, ma dagli esiti artistici così disparati, e questa varietà e comunanza viene trasmessa anche al pubblico, che la apprezza molto. Facciamo produzione e diffusione ma con un prospetto economico ben definito. Il nostro fatturato


te l’estate per famiglie e comunità, o soggetti a rischio. Gli artisti lavorano in questi laboratori, assistiti da personale istituzionale e coordinati da nostri mediatori culturali. Per esempio il progetto “scuola della seconda chance” con ragazzi ventenni che hanno abbandonato la scuola e che ritornano in classe in contesti diversi, assistiti da personale formato proprio per affrontare questi soggetti e queste situazioni. Infine stiamo scrivendo un progetto che possa trasforma-

re la Grainerie in un “terzo luogo”, un concept che ne farebbe una sorta di mediateca, un luogo di creazione aperto al pubblico, con collegamenti con il territorio, accogliendo conferenze, aprendosi all’università sulla falsariga di un percorso che ci vede già ospitare presso i locali della Grainerie una serie di associazioni attive sul territorio. Una strada molto interessante, perché il mondo del circo rischia a volte di rimanere chiuso su se stesso.

foto di J.F.

Altro asse importante di sviluppo è la collaborazione con Le

Lido, Auch, l’Università e gli altri centri culturali cittadini, con i quali stiamo stilando un progetto per la formazione di una filiera per la co-produzione, la formazione e la dimensione europea. Abbiamo bisogno di ulteriori spazi di ricerca e di creazione, anche in Toulouse, dove la Grainerie non riesce a garantire più spazio per tutti. L’anno scorso siamo riusciti ad accogliere circa 80 compagnie per un periodo di residenza di pochi giorni, alcuni per periodi più lunghi anche di due settimane. Intendiamo collaborare con altri centri, o strutture teatrali che non hanno più pubblico e programmazione, per aprire nuovi spazi disponibili, per accogliere residenze. Inoltre oggi gli artisti e le compagnie che escono dalle scuole non sono ancora pronti per la carriera artistica, e quindi ci interessa far partire programmi di formazione continua e di accompagnamento al lavoro per il settore.

foto di Alex Hinchcliffe

foto di Fabrice Camus

si avvicina a un milione di euro ma per fare tutto quello che vogliamo avremmo bisogno di un 20% in più. La programmazione del festival è incentrata su estetiche europee, perché i finanziamenti arrivano dall’Europa, ma l’anno scorso siamo andati in Brasile con una delegazione della regione di MidiPirenees, e abbiamo istaurato relazioni per invitare artisti brasiliani in Europa. Abbiamo diverse direzioni di sviluppo. In questa regione si contano orami circa 200 compagnie di circo contemporaneo - e dieci anni fa erano solo 45 ma nei territori limitrofi a Toulouse nessuno quasi conosce la Grainerie. Per cui un lavoro che ci interessa è diffondere la cultura del circo contemporaneo in questi territori limitrofi. La necessità dell’Europeenne parte anche dal fatto che questo territorio, dove offriamo così tanta varietà di esiti, produce molto poco altro. Ci sono due stagioni teatrali importanti e alcuni di dimensioni minori, ma niente di più.

Lavoriamo anche con progetti di circo sociale, attraverso campagne di sensibilizzazione e laboratori, con spettacoli duran-

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tendone è un po’ un patto con il diavolo, ti dà lo spazio, raccoglie la compagnia, ma ti lascia senza tempo. Però che incanto aprire la finestra della roulotte e vederlo lì, col sole o sotto la pioggia e sapere che è la tua mecca, la tua casa, la tua vita.

www.magdaclan.com MagdaClan è una compagnia di circo contemporaneo formata da dieci persone unite dalla convinzione che la forza della compagnia sia sotto il tendone, inteso non solo come luogo di spettacolo, ma anche come un mondo in grado di permettere a un particolare spirito artistico di emergere. L’irriverenza e la “follia” portano il MagdaClan a trovare - nelle scelte della vita, come nella ricerca artistica situazioni surreali e disequilibri fragili non riconducibili a qualsivoglia grammatica o formula classica. Ed è appunto nella ricerca artistica che riscopre colore, sensibilità e freschezza e da lì entra in contatto con altre persone, e fa conoscere un’arte che è uno stile di vita. Il MagdaClan ama camminare sul sottile filo delle scelte rischiose, dove il dubbio è sempre dietro l’angolo, l’incertezza e la difficoltà di rendere univoco il pensiero di tante teste diverse sono all’ordine del giorno. Il nomadismo è la condizione ottimale per la compagnia per poter gustare l’essenzialità, il distacco dal mondo delle cose ovvie e della routine. È il desiderio di una rivoluzione concreta, silenziosa, fatta di lavoro, di vita comune e condivisione. Ma cosa vuol dire avere un tendone da circo? Significa allargare la famiglia a dieci persone, dieci teste pensanti e dieci cuori pulsanti. La vita diventa di comunità, i tempi si allungano, le gioie e i problemi si condividono. Questi anni hanno visto grandi stravolgimenti, addii e nuovi arrivi, ma anche sudore, stanchezza, risate, tormentoni e tanta soddisfazione. Tanta! Perché non sono i soldi nel nostro caso a far la felicità. Nonostante la grande difficoltà economica, si va avanti e ci si getta a capofitto nelle scelte più al limite (come partire per una tournée estiva quasi al cento per cento in autoproduzione!). Si lavora sette su sette, il giorno di pausa arriva quando veramente non c’è nulla da fare e si hanno dei solchi sotto gli occhi che toccano terra. A volte ci si sente frustrati per avere tutto ciò e non avere la possibilità per sfruttarlo, perchè un

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Che soddisfazione fare spettacolo dove vuoi, dentro o fuori da festival e circuiti tradizionali a contatto con un pubblico esperto o con un pubblico che non conosce il circo contemporaneo e vede qualcosa di nuovo. Allo stesso tempo, che tristezza dover creare all’estero e sapere che la maggioranza degli artisti italiani se ne sono dovuti andare, come te, a cercare aiuto, sostegno e fondi all’estero, perché l’Italia non riesce ancora a creare un terreno fertile per la crescita di nuove realtà, compagnie, centri di ricerca che vorrebbero svilupparsi oltre al circo di tradizione. Per questo la prima missione del MagdaClan è quella di portare questo tipo di circo, questo stile di vita proprio in Italia. Ed è per questo che, insieme alle altre tre compagnie con tendone (Circo Paniko, El Grito, Side) e a molti altri artisti, sta cercando di dar vita alla piattaforma Bangherang, un blog per lo sviluppo e l’incontro delle realtà del circo contemporaneo, per stimolare il dibattito sulle attuali criticità del settore. (www.bangherang.wordpress.com) La Compagnia MagdaClan nasce nel 2011 dopo un lungo periodo di gestazione. Il concepimento avviene a Torino, tra il 2004 e il 2010 all’interno della FLIC Scuola di Circo - fin da subito ente sostenitore del progetto. È qui, tra esperimenti di destrutturazione delle forme e tra tentativi di asimmetrie corporee che s’incontrano, sotto la guida di Roberto Magro, Alessandro Maida, Giorgio Bertolotti, Daniele Sorisi, Giulio Lanfranco, Erika Bettin e Davide De Bardi. Comincia così a maturare il desiderio di un progetto comune, ma per una ricerca densa e forte non bastano due anni di scuola e quindi c’è chi continua la sua formazione all’estero e chi inizia a lavorare in compagnie di circo e di danza contemporanea. Nel 2012 comincia la creazione del primo spettacolo “ERA. Sonetto per un clown”, regia di Roberto Magro: sono sei mesi di intenso lavoro a Bruxelles in collaborazione con l’Espace Catastrophe e conclusi con una residenza a Praga sotto l’egida di Peter Forman (The Forman Brothers). Successivamente il MagdaClan arriva al lavoro di rifinitura per l’adattamento dello spettacolo al tendone Escale a Joué Lés Tours. Lo spettacolo “ERA - Sonetto per un clown” finalmente prende quota, riscuote ottimo riscontro di pubblico e di critica sia in Francia che in Italia, dopo essere passato per la Repubblica Ceca, il Brasile, la Spagna, il Belgio e l’Olanda.


Nel 2013 la compagnia si riassesta e prende nuova linfa vitale dopo un anno di esperienza accumulata e anche grazie all’entrata nel clan di Elena Bosco, Giorgia Russo, Tommaso Panagrosso e Flavio D’Andrea coi quali la nuova formazione crea il “Circo Extra_vagante” un cabaret con una struttura più aperta per accogliere gli amici artisti che, da tutta Europa, vogliono condividere l’esperienza artistica Magda. Il 2014 è il terzo anno di tournée del MagdaClan sotto tendone, ma solo il primo come veri proprietari del tendone (grazie a tutti i sostenitori del crowdfounding Kiss Kiss Bank Bank) e il quarto come compagnia. Quest’anno in modo particolare la mole di lavoro è aumentata esponenzialmente con la manutenzione del tendone, l’acquisto e la costruzione della roulotte bar-cucina-biglietteria, parallelamente alla creazione del nuovo “Extra_vagante”. Una creazione totalmente homemade, senza alcun finanziamento dove tutti gli artisti si sono messi in gioco non solo sulla scena, ma occupandosi anche di luci, musiche, costumi, scenografia e promozione. Quando tra una prova e l’altra si è costretti a cucire il proprio costume o a saldare un pezzo del camion ci si rende conto quanto sia arduo trovare il giusto equilibrio tra la ricerca artistica e le migliaia di cose da fare. Il risultato è più che soddisfacente (nonostante lo spettacolo sia in continua evoluzione). L’Extra_Vagante è un progetto artistico che ha come base la volontà di destrutturare la forma “cabaret” con immagini surreali e tagliente ironia. Il ritrovo è una vecchia soffitta dove stracci e roba vecchia si fanno pista e manichini imbastiti fanno il loro circo. Un patchwork di tessuti, fili, immagini e numeri scorrono come sotto il banco di una macchina da cucire: una metafora di stoffe che si intrecciano e corde che si srotolano al tempo di un giro di pista. Dopo la prima in Francia lo spettacolo è stato portato nel Monferrato, e in Friuli al Festival Brocante. Da settembre sarà a Reggio Emilia (Dinamico Festival), Firenze (Cirkfantastik!) e San Giuliano Milanese. Durante l’inverno il tendone resterà a riposo (eccezioni si fanno solo a Babbo Natale), intanto ci terremo vivi in teatro, ci alleneremo negli scantinati delle palestre italiane e nei maggiori centri di ricerca europei, perché nel 2015 si parte per Pilsen (CZ) Capitale Europea della Cultura: non male come punto di partenza della nuova tournèe!

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CirconferenzeserieII Raffaele De Ritis

IL NUOVO CIRCO CHE C’É tracce per uno stato generale del nuovo circo Oltre dieci anni fa, da queste colonne davamo a una riflessione il titolo “Il nuovo circo che non c’é”. (o se si preferisce, il più impegnativo e un po’ autocompiaciuto termine “circo contemporaneo”). Esso é oggi più solido: senza infilarci nel labirinto delle definizioni, cerchiamo qualche riferimento concreto per capire cosa la gente o gli operatori individuino come nuovo circo, sperando di abbozzare qualche strumento per analisi future. Il mercato teatrale. È il fenomeno di massa che ha culturalmente legittimato l’idea di “nuovo circo”, in cui la vocazione commerciale si é felicemente coniugata con un respiro artistico. Dai primi anni Duemila, sulla scia del fragore mediatico (e afflusso di pubblico) del battesimo italiano del Cirque du Soleil (2002), il circuito dei teatri ha integrato con regolarità prodotti circensi capaci di attirare centinaia di migliaia di italiani: Slava’s Snowstorm, la famiglia Thierrèe, poi Cirque Eloize, Compagnia Finzi Pasca, Circus Oz, Circus Klezmer e altri ancora. Questo fenomeno ha arricchito i cataloghi delle agenzie di danza e musica, e ha strutturato un’idea nobile del circo in contesti di prestigio: i Teatri Stabili, programmazioni “alte” quali Torinodanza, Teatro a Corte (Piemonte) o Romaeuropa e l’Auditorium di Roma. Oggi sono quasi rare le stagioni teatrali senza circo, per sfociare anche nelle diramazioni off di un mai definito “teatro-circo”. Il mercato ha saputo premiare non solo proposte straniere, ma anche realtà italiane competitive: Arcipelago o Pantakin, i recital di David Larible, El Grito possono vantare oggi un decennio di cifre importanti in affluenza e numero di repliche. Le scuole (e le loro categorie). Rappresentano la prima forma di radicamento ter-

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ritoriale, nel loro legame con il tempo libero e l’infanzia. Superfluo descrivere il fenomeno ai lettori di questa rivista. le scuole sono ormai un centinaio, distribuite quasi in ogni regione. Se per la gente “scuola di circo” rappresenta in Italia un generico oggetto di fascino, sappiamo che é importante distinguere almeno due settori: quelle ludico-educative (le più numerose) e la formazione professionale. Tra i due gruppi c’è grande differenza di intenti, risorse ed esiti. A fianco ai tre centri di eccellenza professionali (Vertigo e Flic, entrambe torinesi, e l’Accademia di Verona) esistono altre vocazioni analoghe (Scuola di teatro di Bologna, Scuola Romana di Circo), e non vanno dimenticate le sempre crescenti realtà di residenza formativa o stages, come la contaminazione dei formatori e

centri circensi con le altre discipline dello spettacolo. Il circo sociale. È un altro territorio di notevole coinvolgimento della comunità verso una nozione rinnovata di circo, sebbene non strettamente legato alla produzione-fruizione di spettacoli “professionali”, e che confina per sua natura con la realtà delle scuole. In Italia ha ormai una buona capillarità (recentemente valorizzata dal progetto AltroCirco). Nello stesso ambito può includersi il sempre più ampio universo dei clown dottori, forte della figura mediatizzata del guru Patch Adams (spesso presente in Italia), e di un appuntamento quale il Clown e Clown Festival di Monte S.Giusto (MC). I festival e le rassegne. Il primo decennio del Duemila ha visto nascere e morire


i due appuntamenti che hanno legittimato il nuovo circo nella cultura italiana: la Festa del Circo di Brescia (1999-2008) e il biennio della Biennale Teatro di Venezia (19992000) guidato da Giorgio Barberio-Corsetti. Oggi esiste una buona decina di festival italiani, sebbene quasi sempre in forma ibrida con il teatro di strada e arti affini, e spesso con spettacoli gratuiti, ma sempre con un entusiasmo di pubblico notevolissimo. Nell’ultimo decennio si sono distinti

foto di Andrea Macchia

to alla sincera immediatezza degli artisti, alla capacità di rimotivazione sociale dello spazio urbano, ma anche alla gratuità degli spettacoli, che consente l’affluenza di masse notevoli di pubblico. Affine a tale ambito é anche il movimento ormai enorme della giocoleria. La riflessione culturale e accademica. Una volta si pubblicava un libro sul circo ogni decennio. Oggi esiste una bibliografia costante e varia, che ha arricchito non solo la saggistica ma anche la letteratura. Allo stesso modo sono molti i fotografi e i giovani documentaristi accomunati nella scelta del circo come argomento. Le tesi di laurea sul circo sono numerosissime in tutta la penisola, in gran parte affluenti alla cattedra nata alla Statale di Milano (2005) attorno ad Alessandro Serena, sede anche delle Giornate di Studio sull’Arte Circense. Fondamentale negli ultimi anni anche il ruolo del CEDAC, il centro di documentazione nato a Verona: il nuovo circo, come in molti altri Paesi, significa anche diffusione del patrimonio e riscoperta delle radici. Il movimento animalista. Nella sua forma mediaticosociale ha molto inciso nella percezione di “nuovo circo”, generando la semplificazione mediatica per cui é sufficiente eliminare gli animali per rinnovare il genere. In ciò, usando come facile bandiera il Cirque du Soleil, e alimentando automatiche simpatie verso il nuovo circo, a prescindere dalla qualità delle proposte. Tale spirito condiziona anche tentativi di riforma legislativa del settore. Il circo di tradizione. Resta il primo punto di riferimento degli italiani in fatto di circo. I circa centocinquanta circhi del nostro Paese sono la forma popolare più consistente nello spettacolo dal vivo: l’unico settore che, assieme alle sale cinematografiche e ai grandi concerti, quasi sicuramente saprebbe sopravvivere senza contributi pubblici. È un mondo tutt’altro che indifferente all’ondata del nuovo, con

tre appuntamenti di grande respiro internazionale, ciascuno con una diversa natura: Sul Filo del Circo (Grugliasco, con un ricco sguardo sulle nuove compagnie), Funambolika (Pescara, tra troupes straniere per ampie platee e vedettes dei numeri neoclassici), Mirabilia (Fossano, con lo sguardo sul teatro urbano, le preziose presentazioni per il mercato e la progettualità europea). Altre esperienze fondamentali hanno avuto vita più breve, come Apripista a Roma che ha svelato alla capitale l’universo attuale del circo nella sua declinazione più colta, ora seguito nella stessa sede (ma con progettualità diversa) dal neonato Eccì. Senza dimenticare i festival artistici e le programmazioni miste di cui sopra. Il teatro di strada. Dove e come confina con il nuovo circo? Il suo successo é lega-

le ultime generazioni delle dinastie italiane di artisti capaci di risultati acrobatici notevoli e successi internazionali, senza rinunciare agli animali (ormai gestiti con livelli elevatissimi di sostenibilità). I tentativi di rinnovamento degli spettacoli tradizionali sono delicatissimi: la metodologia di creazione segue le alchimie interne del sapere artigianale; e nelle aspettative del pubblico fedele il desiderio di novità resta legato al bisogno di ingredienti prevedibili. Interessanti due esperienze recenti come “Il Circo Acquatico” e “Il Circo degli Orrori”: standard di produzione elevati per un’estetica popolare disimpegnata di sicura presa commerciale, l’assenza di animali (non enfatizzata) e un target più ampio: superando il varco fra tradizione e ricerca. Da non sottovalutare il ruolo dei festival classici: il Golden Circus é stata una dei prime occasioni italiane per vedere artisti di nuovo circo, e nel 1994 il Festival di Verona portò per primo in Italia una produzione del CNAC francese. Anche il più classico Festival di Latina strizza l’occhio a realtà innovative. Le compagnie italiane di nuovo circo. Ultime nell’elenco, ma solo perché forse prime per le responsabilità future nello sviluppo di un nuovo circo italiano. Sono numerose, dotate di uno straordinario coraggio, spesso create da artisti italiani formati all’estero. Per la maggior parte si tratta di unità anche sotto le due persone, il più possibile autonome, con una flessibilità che possa permettere loro i più vari mercati, dalla strada al palcoscenico. Il fenomeno degli ultimi anni é, com’é noto, la nascita di compagnie più grandi, anche dotate di un proprio tendone (Del Grito, SIDE, Magdaclan, Circo Paniko). È ancora presto per vedere compagnie italiane ancora pienamente inserite nelle programmazioni artistiche “ufficiali” (si distingue El Grito) o in una solidità commerciale e di massa, che consentano un confronto decisivo con la critica o il pubblico di circuito. Il loro ambito é per ora quello degli eventi urbani e delle rassegne, oppure del settore di strada, o di una sana autonomia. La loro fragilità si accompagna a un bisogno di rappresentatività e legittimazione, su cui pesano le diversità interne di nature ibride e sfuggevoli, tipiche delle arti emergenti di confine. Il cammino, forse, é solo all’inizio.

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viale della Vittoria, 25 - 00053 Civitavecchia (RM) t/f +39 0766 673952 m +39 347 6597732 mail giocolieriedintorni@hotmail.com web www.jugglingmagazine.it



L’European Youth Circus Festival, ideato e promosso dalla European Youth Circus Organization, è un evento per giovani artisti circensi di età compresa tra i 16 e i 22 anni, ospitato in questa prima edizione dall’associazione danese Circus Tværs. I paesi membri EYCO sono stati invitati a partecipare con una loro rappresentanza ed uno spettacolo consolidato, e 200 giovani artisti ed accompagnatori sono così arrivati da Danimarca, Germania, Olanda, Belgio, Svizzera, Francia, Italia e da due progetti speciali di Palestina e Kenia. Grazie al coordinamento offerto dal team di Circosfera dell’Ass. Giocolieri e Dintorni, composto da Giuseppe Porcu, Stefano Bertelli, Michele Paoletti ed Elena Giussani, sì è formata così una delegazione italiana composta da allievi e leader provenienti dalle scuole di Fuma che ‘nduma di Cuneo (Aicha, Giulia, Gaia, Giulia, Elisa, Martina, Sara, Ilenia, Matilde, Zoe, Matilde, Nene, Giacomone, Elia, Carlo, Fabio, Toni, Andrea), Circo Instabile di Perugia (Arianna, Teta, Maya, Nicolas, Peppe, Checco); Circo all’incirca di Udine (Federica, Angela, Elena); Spaziocirco di Cologno Monzese (Edoardo); Gli operatori Elena, Sonia, Davide, Fefo, Francesco, Giuseppe, Michele. Gli autisti Mimmo e Fabio.

EYCO CIRCUS FESTIVAL 9/12 luglio, Aarhus (Danimarca) www.eyco.org diario di viaggio a cura di Giuseppe Germini e Giuseppe Porcu Giuseppe G. Il viaggio è stato un’intensa esperienza già da sé. Partiti i perugini sono arrivati a Cuneo, dove con i cuneesi, ormai amici di vecchia data, sono saliti sul pullman insieme ai ragazzi di Milano e Udine, pronti ad affrontare le oltre 20 ore di strada. A poche ore dalla partenza sono saliti anche gli svizzeri, che per rappresentare la propria nazione a questo festival hanno deciso di radunare alcuni tra gli artisti più validi delle varie scuole di circo, e già nel viaggio si è potuta respirare l’internazionalità che ha fortemente caratterizzato il festival. Frontiera dopo frontiera, attraversando Svizzera, Germania e Danimarca siamo arrivati ad Aarhus entrando immediatamente nel pieno del festival. Ad accoglierci un campus con un edificio composto da una piccola palestra, dove i ragazzi potevano allenarsi, ed un ampio teatro utilizzato come main stage per gli spettacoli; due chapiteaux, uno utilizzato per le esibizioni e l’altro per ospitare lezioni e allenamenti di gruppo per i ragazzi, oppure come luogo dove gli abitanti della zona potevano sperimentare il circo in prima persona; la mensa, dove tutti gli iscritti si radunavano per i pasti; la scuola del quartiere che ha svolto la funzione di ostello; ha aiutato a scaldare il clima anche la presenza di alcuni campetti da gioco esterni all’edificio e di ampi spazi di verde. La programmazione degli spettacoli prevedeva l’esibizione quotidiana di due nazioni, di fronte al generoso pubblico che ha

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riempito sempre ogni posto. Le giornate sono state dunque intense, e soprattutto formative per i ragazzi che hanno potuto sia provare l’adrenalina nell’esibirsi di fronte a tutti gli altri partecipanti, sia fare autocritica e conoscere nuove possibilità di messa in scena. Confronto utile e fondamentale per la crescita di ciascun individuo, ma è mancata la possibilità di un vero e proprio scambio; il tempo per conoscersi era poco, e mancavano momenti di “skill sharing” tra ragazzi, tutti presi dal prepararsi per il proprio spettacolo. Si è creato dunque un legame tra i partecipanti soltanto nei momenti informali come i pasti, gli allenamenti e le serate, dove eravamo lasciati in completa autonomia. Sarà utile per la prossima edizione parlare non solo di esibizioni, che non devono e non possono mancare, ma anche di workshop ed attività di gruppo, per creare quella rete di relazioni che dà al festival ancora più energia ed un sentimento vero e sentito di comunità, oltre ogni barriera etnica. Nonostante questo l’esito del festival è stato più che positivo, si è tornati a casa ricchissimi di un’esperienza che lascia in noi nuove culture, nuove immagini, nuovi movimenti e nuove idee per il futuro.

Giuseppe P. Abbiamo preparato la partecipazione della delegazione italiana con una duplice esigenza: offrire al maggior numero possibile di gruppi operanti nell’ambito del circo ludico educativo nazionale la possibilità di mandare dei ragazzi che potessero “riportare a casa” informazioni e stimoli da un movimento internazionale in forte crescita, al quale l’Italia si sta da qualche anno agganciando; presentare uno spettacolo che potesse reggere il confronto con le produzioni di paesi con tradizione, sostegni economici e logistici più solidi dei nostri. Lo spettacolo di punta messo in scena al festival ha visto i ragazzi di Fuma che n’duma esibirsi in “Lonely Runners”, riscuotendo applausi a scena aperta e una standing ovation finale. “Italian absolutely The Best” ha commentato Ramy Trill, tra gli organizzatori del festival, riferendosi a tutta la delegazione italiana. Proviamo qui a spiegarci il perchè… PERCHÉ siamo fantasiosi e creativi, doti di cui il circo contemporaneo non può che nutrirsi voracemente, volendo promuovere un linguaggio dove non contano solo il virtuosismo o il numero degli oggetti che girano; PERCHÉ nonostante per noi non fosse


la cosa più importante, Edoardo il nostro dodicenne biondo, con il sorriso e la statura da quarta elementare, davanti agli occhi sgranati dei supertecnici francesi ha tenuto su, altissime, a vagare infinitamente “Le sept”; PERCHÉ nonostante i nostri palati educati ad una tra le migliori cucine del mondo, nessuno fa lo schizzinoso e ci sbaffiamo porzioni di cervo con marmellata di mirtillo e cucchiaiate di pudding…PERCHÉ siamo disponibili e tutto va sempre bene. Anche il palo cinese non montato o la palestra che doveva essere aperta e non lo è, il materasso che non l’hanno ancora portato, anche se era stato inserito tra le esigenze tecniche nel modulo-precisissimo-stile-nordico da compilare un mese prima. E va bene lo stesso. PERCHÉ siamo belli o perlomeno simpatici, altrimenti non si spiegherebbe com’è che tra ragazzi e ragazze ne abbiamo fidanzati almeno una decina con il resto d’Europa. E non c’è niente di meglio che baci e abbracci per fare “Inclusion linguistico-culturale” tra adolescenti. PERCHÉ siamo un po‘ pazzi e come, più o meno, diceva l’immenso drammaturgo Vittoriano “C’è della follia in Danimarca” e così, con loro, è stato immediatamente gemellaggio. PERCHÉ a far casino non ci batte nessuno (senza gli spagnoli poi, vincevamo a mani basse) e ne abbiamo fatto tanto ad applaudire ed incitare tutti gli altri gruppi. Soprattutto i Tedeschi, imprecisi come pochi ma simpatici da matti. Alla faccia degli stereotipi. PERCHÉ sappiamo piangere e lo abbiamo fatto di fronte al meraviglioso spettacolo dei palestinesi, che hanno saputo trasformare una pallina nel pegno di un amore impossibile da corrispondere in una terra violentata da troppo odio. E con loro sono stati abbracci intensi e lacrime. PERCHÉ quando il nostro pullman, con tutti noi a bordo, si preparava ad altre 22 ore di viaggio, più di cento mani sono venute a strisciare il loro saluto sui grandi vetri e mentre i polpastrelli così vicini non potevano toccarsi, gli sguardi elaboravano promesse di viaggi e nuovi incontri in qualche altro angolo di mondo. Dove poter far girare ogni sorta d’oggetto e volteggiare ancora insieme, ma soprattutto dove poter far girare ancora una volta le idee, anche se diverse, e viverle come un dono reciproco. Per essere, un giorno, cittadini del mondo, di un mondo migliore. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014

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23/29 giugno, Cuneo www.bimbocirco.wordpresss.com

a cura di Giuseppe Porcu

IL RUGGITO DELLE PULCI

Le pulci sono tornate a ruggire

Il Ruggito delle Pulci nasce nel 2006 per offrire la possibilità ai nostri circa 40 allievi, che da qualche anno sperimentavano le arti del circo, di conoscere e confrontarsi con altri giovanissimi artisti, che sul territorio nazionale al posto di palloni o racchette, avevano scelto palline, clave e monocicli, “Il Ruggito” spegnerà la prossima estate 10 candeline. In questi anni tutto è cresciuto, a cominciare dal numero di appassionati nel nostro territorio. Gli iscritti ai nostri corsi, diventati nel frattempo 11 in 6 città diverse, sono circa 250. Veder vagare per le strade pazze bici con una ruota sola o volteggiare fasciate da colorati tessuti appesi ai balconi di casa giovani e snodate acrobate, non rappresenta più una visione così straordinaria. Quelli che nove anni fa erano dei bambini, oggi sono esperti assistenti magister, formatisi in vere e proprie scuole di circo ed artisti che da qualche anno frequentano festival ed incontri europei, facendosi portatori di stimolanti esperienze internazionali. Ormai diventato contenitore di un movimento molto più ricco ed

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effervescente, il programma de “Il Ruggito” quest’anno si è dipanato su un‘intera intensa settimana ricca di condivisione, esibizioni, collaborazioni, momenti conviviali, allenamenti, parate, giochi, laboratori e spettacoli. L’elemento caratterizzante di questa edizione sono stati loro: i giovani artisti. Sono stati loro, bambini e ragazzi, i veri e assoluti protagonisti. Sono stati loro a gestire i laboratori aperti alla città, ad insegnare a tutti i curiosi l’utilizzo di diabli e flowerstick, ad accompagnarli e sostenerli su filo teso e monocicli. Sono stati loro, in turni autogestiti, ad apparecchiare ogni giorno per 150 persone colazione, pranzo e cena. Sono stati loro a lavare piatti, bicchieri e posate alla fine di ogni pasto, per un Festival sempre più a impatto zero (3 sole buste di rifiuti in una settimana). Sono stati gli artisti più grandi a curare e seguire gli spettacoli dei più piccoli. Sono stati gli artisti di casa a preparare i giochi di accoglienza per gli artisti delle compagnie ospiti. Tutti insieme hanno invaso la città saltando, ballando e suonando. Sono stati loro a tenere il pubblico con


la bocca aperta davanti a straordinarie esibizioni, a strappargli un sorriso o un moto di tenerezza. Sono stati loro a spostare casse e quinte, a montare fili tesi e pali cinesi, ad allestire e smontare. Sono stati acrobati, facchini, presentatori, camerieri, equilibristi, lavapiatti, musicisti, direttori d’orchestra, maestri… e noi adulti a osservarli, orgogliosi e commossi; a sostenerli e aiutarli dove potevamo, perché proprio tutto da soli non potevano fare. Infatti. Senza le straordinarie mamme che tutti i giorni hanno preparato tre pasti per centinaia di persone, il Festival non potrebbe

esistere. Senza i “Zona 167” straordinari musicisti di Cassano delle Murge, il Festival non avrebbe avuto la sua colonna sonora di fisarmonica e contrabbasso, cupa cupa e gallinelle di terracotta. Senza i prodighi e cortesi artisti professionisti che hanno offerto gratuitamente la loro presenza, non sarebbe stato possibile assistere all’incredibile serata “Du...etti di circo”. In un pomeriggio di lavoro, artisti di fama internazionale hanno creato in coppia con giovanissimi aspiranti tali, numeri di altissimo livello e di intensa forza comunicativa, che hanno presentato ad un pubblico entusiasta la sera stessa. È stato bellissimo vedere ragazzi giovanissimi che ancora pongono il circo nella sfera dei sogni, tentare di carpire il più possibile dagli occhi e dai gesti di chi del circo ha fatto un “Favoloso” lavoro, e la tenerezza con cui artisti affermati si son fatti latori di poesia e fatica, meraviglia ed incondizionato impegno. Grazie a tutti. Grazie infine a noi. Noi, che ora che le nuove leve stanno finalmente crescendo, possiamo iniziare a definirci “Operatori della vecchia generazione”. Noi che con inossidabile entusiasmo vaghiamo per decine di scuole, tra migliaia di bambini a portare il “Verbo” della gioia. Noi che abbiamo dato vita a tutto questo ormai diversi anni fa e che ancora oggi carichiamo e scarichiamo furgoni, riempiamo i pullman di eccitati giovani artisti e ce li portiamo in giro per l’Italia e l’Europa. Noi che un po’ stiamo invecchiando, ma facendo tutto questo ci sentiamo ancora ragazzini. Grazie a Paola, Michele, Elena, Julien, Paolo, Giampaolo, Alessia, e tutti gli altri. Grazie a Francesco Sgrò, che dei vecchi è sempre e sempre sarà il più giovane e quando era piccolo era già un grande. Grazie al comune di Cuneo che ama il circo. Grazie alla IperCoop, alla Coldiretti e all’azienda Cascina Bianca che ci hanno fornito il cibo. Grazie alla Cassa Rurale ed Artigiana di Boves ed alla Regione Piemonte perché ci ha aiutati economicamente. Grazie a tutti coloro che ci aiutano a far crescere anno dopo anno questa meravigliosa esperienza. Speriamo di avervi con noi il prossimo anno per spegnere tutti insieme le dieci candeline. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014

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Si è appena concluso il 17° campionato mondiale di monociclo, dove circa 1200 monociclisti provenienti da 32 nazioni si sono incontrati e confrontati nelle numerose discipline che caratterizzano questo sport. Nel mondo è da decenni che l’utilizzo del monociclo è riconosciuto come pratica sportiva. Da qualche anno a questa parte anche in Italia grazie all’Associazione Italiana Monociclo (A.I.M.) in collaborazione con la Federazione mondiale “International UnicyclingFederation” (I.U.F.) è iniziato un lavoro di divulgazione legato a questa meravigliosa disciplina incentrata sull’equilibrismo attivo, e quest’anno la delegazione italiana all’Unicon contava ben 31 atleti. Grazie all’attività dei vari gruppi locali, all’organizzazione dei Campionati Italiani di Muni (gare di downhill, uphille cross country effettuate in ambiente montano che si svolgono in quattro tappe annuali), di Freestyle (gare individuali, di coppia e di gruppo in palestra in cui ci si confronta tra difficoltà tecniche ed espressione artistica), di Trial (salti acrobatici su strutture artificiali) e alla

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UNICON 17 - L’ITALIA C’È Campionato Mondiale di Monociclo 30 luglio / 10 agoisto, Montreal (Canada) http://unicon17.ca/en/ www.unicyclist.it a cura di Aurora Redaelli penultima edizione di UNICON organizzata nel 2012 a Bressanone, il gruppo di monociclisti italiani ha avuto occasione di confrontarsi, sperimentarsi e crescere molto sia a livello tecnico sia organizzativo. La partecipazione dei giovani monociclisti italiani al mondiale canadese, denominato UNICON 17, ha portato risultati sorprendenti con ben tre medaglie d’oro, quattro d’argento e due di bronzo assolute nelle discipline di Downhill, Cross Country,Uphill, Trackcoasting e Downhillgliding, vinte dai ragazzi del team di Villandro (BZ) e del team di Laion (BZ). Numerose inoltre le medaglie vinte in categoria nelle varie discipline, dal muni alle gare in pista e con particolare soddisfazione anche nel freestyle maschile (un oro e un bronzo, Team Macramè). Da notare la partecipazione di

Karin Lang (7 anni, team Laion), la monociclista più giovane di tutto il campionato! UNICON (Unicycle Convention) si svolge ogni 2 anni in città diverse del mondo e prevede 10 giorni di competizioni nelle più svariate discipline individuali di coppia o in gruppo,dal Freestyle al Muni, dalle gare di velocità in pista (Race) alle maratone (Road racing), dai salti su ostacoli in ambiente urbano (Street) al Trial, dallo show di combinazioni di trick (Flat) ai giochi di squadra (Hockey e Basket) e tante altre gare più specifiche, tutte rigorosamente effettuate in equilibrio su una ruota. È una manifestazione nata 34 anni fa con lo scopo di riunire tutti i monociclisti del mondo e permetterne l’incontro e lo scambio di tecniche, idee e stili. Con il tempo le discipline sono aumentate e si sono specializzate, questo ha portato alla necessità di scrivere nuovi regolamenti internazionali (IUF

Rulebook) e di ricercare materiali e forme sempre migliori per la costruzione di monocicli adatti ad ogni tipo di attività. Infatti per ogni disciplina c’è un monociclo specifico! La sfida negli ultimi anni delle marche produttrici è quella di creare pezzi robusti ma al contempo molto leggeri e maneggevoli. Un monociclo da freestyle si caratterizza per il telaio molto alto e leggero, la forca piatta per favorire la posizione del piede nei trick, soprattutto quelli che prevedono lo standup, pedivelle molto corte e la ruota bianca. Nel muni non si vedono più ruote da 20” ma tutti i monociclisti sono muniti di ruote da 24” o 26” e dotati di freno per affrontare meglio zone tecnicamente molto difficili. I monocicli da pista si caratterizzano per la ruota molto sottile (in genere da 24”) e molto gonfia, mentre la tendenza per i monocicli da trial e flat è quella di avere un telaio di forma rotondeggiante per favorire i movimenti delle


gambe durante salti ed evoluzioni. L’Italia può vantare il marchio mad4one ideatore e produttore dei pezzi più all’avanguardia pluripremiati a Unicon17! L’atmosfera respirata durante l’evento di Montreal è stata all’insegna di una grande condivisione e sana competitività, caratteristiche dello spirito monociclistico di tutto il mondo. Campi gara, palestre e spazi aperti sono stati un terreno fertile per lo sviluppo di un prezioso confronto e scambio tra i diversi team e soprattutto tra i diversi rider presenti ed hanno consentito un arricchimento reciproco. Commissioni internazionali formate durante i numerosi workshop teorici continueranno il loro lavoro in rete per migliorare i regolamenti e discutere proposte in merito a categorie d’età, metodi di allenamento, livelli di abilità e sviluppi futuri. Al di là dell’attività agonistica, il monociclo rimane un eccezionale strumento per l’espressione corporea e delle proprie potenzialità sia che si preferisca l’eleganza del movimento, l’esplosività del salto o la velocità. È stata una splendida occasione per ri-portare in Italia un’esperienza importante, per poter continuare più forti di prima e con tanti nuovi stimoli! Riguardo allo sviluppo del monociclo sportivo l’Italia deve molto a Gaetano Borghi, Presidente dell’AIM, e a Marco Vitale, referente italiano I.U.F. per l’impegno e la dedizione continue. Alla luce di tutto questo lavoro svolto, è stata riconosciuta la possibilità di organizzare il Campionato europeo multidisciplinare (UNIOEC 2015) che si svolgerà nel mese di agosto nella città di Mondovì (CN), un’occasione importante per i numerosi monociclisti italiani in previsione del prossimo Campionato del mondo (UNICON 18) che si svolgerà nell’estate del 2016 a San Sebastian, in Spagna. In prospettiva di questi importanti eventi internazionali futuri, ribadiamo l’invito alla partecipazione a tutti i monociclisti e chiunque fosse interessato all’approfondimento di questa meravigliosa disciplina potrà consultare il sito www.unicyclist.it. L’augurio di tutti noi è quello di trasmettere a tanti altri ragazzi la passione per il monociclo! j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 6 4 s e t t e m b r e 2014

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www.jugglingmagazine.it > Circo Sociale / progetto Altro Circo > Studi e Ricerche

CONFERENZA ACE-AYCO, E GICS, NUOVA TAPPA IN CANADA a cura di Ilaria Bessone L’American Youth Circus Organization (AYCO) è stata fondata nel 1998 con lo scopo di promuovere la partecipazione dei giovani alle arti circensi e sostenere gli educatori di circo attraverso la formazione e l’informazione, la costruzione di una rete e l’organizzazione di momenti di incontro e scambio, il rafforzamento del riconoscimento istituzionale del circo educativo e la stesura di standard e linee guida nell’ambito della sicurezza. Data la grande diffusione dell’utilizzo educativo e ricreativo delle arti circensi anche tra adulti, anziani e bebè, nel 2014 AYCO costituisce ACE, l’American Circus Educators Association, per continuare a dedicarsi esclusi-

vamente ai programmi per i giovani. Ad anni alternati, ACE e AYCO organizzano un Festival per giovani circensi e una conferenza per gli educatori, scegliendo sempre location diverse negli Stati Uniti e in Canada. Quest’anno l’incontro degli educatori si è tenuto dal 28 agosto al 1 settembre all’Ecole Nationale de Cirque di Montreal, nel cuore della Cité delle arti circensi, a due passi dai quartieri generali del Cirque du Soleil e da TOHU, il principale centro di creazione e sperimentazione sul panorama del circo contemporaneo nordamericano. La conferenza, affettuosamente chiamata “Edcon”, rappresenta per gli educatori un’occasione

di ispirazione, crescita, apprendimento, discussione, networking e costruzione di una vera e propria comunità. Da anni attrae iscritti da ogni parte del mondo ed è oggi riconosciuta internazionalmente come principale occasione di incontro e sviluppo per gli educatori circensi. Quest’anno, con circa 160 iscritti e il tutto esaurito già settimane prima del suo inizio, l’evento ha battuto ogni record e aspettativa degli organizzatori. Quattro i temi principali del 2014: pedagogia del circo, sicurezza e salute, disabilità e circo sociale, scienza e ricerca. Proprio in quest’ultimo ambito ho avuto l’onore di presentare il mio progetto di dottorato ad un pubblico misto di accade-

mici, ricercatori, educatori e coordinatori di progetti. all’ottima Oltre occasione di riflessione, scambio e sviluppo professionale e personale, la conferenza ha anche rappresentato un momento importante per far conoscere il progetto AltroCirco nel mondo. La possibilità di AltroCirco di connettere ricerca scientifica e presenza sul territorio ha infatti attirato l’attenzione del ‘Montreal Working Group on Cirque/Circus’, gruppo di ricerca creato nel 2010 come incontro informale di studiosi di estetica, economia ed etica del Cirque du

REGISTRO NAZIONALE PROGETTI DI CIRCO SOCIALE Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle associazioni, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it

Piemonte Fondazione Uniti per Crescere Insieme Via Pacchiotti 79, 10146 Torino Sara Sibona 011 19836531www.unitipercrescereinsieme.it

Lombardia Friuli Venezia Giulia Veneto Emilia Romagna Toscana

Marche Umbria Lazio Campania Puglia Sicilia

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Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com Fuma che n’duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola (TO) Giuseppe Porcu 333 2742858 www.bimbocirco.wordpress.com Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Bruna Ventura 349 1470123 www.giocolarte.wordpress.com Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.campacavallo.com Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org Skiribiz via Marinelli 6, 33033 Codroipo (UD) Marco Grillo 340 8304849 www.skiribiz.com Circo all’inCirca via Piemonte 84/8, località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Ludica Circo viale Verona 107, 37100 Fumane (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Ancis Aureliano Onlus via Fogazzaro 12, 36030 Caldogno (VI) www.dottorclownitalia.org Circostrass via Gilioli 48, 41012 Carpi (Modena) Cosetta Bottoni 347 1718894 www.circostrass.it Circo Tascabile via Filicaia 2, 50065 Pontassieve (FI) Claudia Brandani 380 3585691 www.circotascabile.com Antitesi via Guidiccioni 6b, loc. La Fontina, Pisa Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Teatro C’Art via Giuseppe Brodolini 9, 50051 Castelfiorentino (FI) Andrè Casaca 349 4700420 www.teatrocart.com Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Maria Luisa Liguoro 333 3733644 www.enpiste.it La Valigia delle Meraviglie Via R. Sassi 6, 60044 Fabriano (AN) Ambra Martelli 329 5477125 www.lavaligiadellemeraviglie.it Spiazza la Piazza Circo Instabile / Coop Polis Perugia Daniele Giangreco 347 1267302 www.danielegiangreco.it Inerzia via Francesco Grimaldi 127, 00146 Roma Leonardo Varriale 347 6531329 www.inerzia.org Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com Circo Corsaro via Dietro la Vigna 14, 80145 Scampia (NA) Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 FB Scuola di Circo Corsaro Social Circus Quartiere Leuca, Lecce Dario Cadei 335 5407829 FB Social Circus Quartiere Leuca Il Girotondo via IV novembre 9, 70017 Putignano (BA) Nicola Scoditti 339 2464721 www.scuoladicircoilgirotondo.it E se il Circo lo facciamo noi? Centro diurno il Rosario, Scicli (RG) Giuseppe Buggea 338 1948181tchi-tchiao@hotmail.it


foto di Jenna Lowery

Soleil e oggi allargatosi ad altri contesti, tra cui Stati Uniti, Europa, Australia e Brasile, e temi, quali il circo sociale, la pedagogia e la storia del circo, e gli studi applicati in ambito medico e ingegneristico. L’allargamento di questo gruppo rientra tra gli obiettivi e le modalità di lavoro del GICS, il Global Institute of Circus Studies nato a Tampere nel dicem-

bre 2013 e riunitosi in occasione della conferenza ACE-AYCO. Helen Averley di Circus Central (Newcastle, UK) ha efficacemente definito il GICS come “un’istituzione che rimane nell’aria come una nuvola – toccando terra in luoghi sempre diversi per lasciare la propria impronta…un po’ come un tornado!”. Il tornado ha fin’ora colpito il Regno Unito e l’Irlanda,

costituendo con il supporto del prof. Ron Beadle della Northumbria University una rete regionale di ricerca sul circo composta da circa 50 ricercatori e studenti e una trentina di collaboratori internazionali. Si è poi trasferito a Montreal, arricchendo il dibattito scientifico interdisciplinare sul circo. Molti gli studi entusiasmanti presentati in Canada: ‘Circus & me’, realizzato da Jackie Davis dell’Università di British Columbia e Jen Agans della Tufts University, che hanno diffuso i risultati preliminari di un sondaggio conoscitivo sull’esperienza del ‘fare e insegnare circo’ tra 111 giovani tra i 10 e i 21 anni e 94 educatori circensi negli Stati Uniti; “L’ottimizzazione della partecipazione sociale tra giovani adulti con disabilità fisiche in transizione verso l’età adul-

ta”, realizzato da Frédéric Loiselle, ergoterapista e ricercatore presso l’Università di Montreal, dimostra come la partecipazione ad un programma di circo sociale del Cirque du Soleil abbia permesso ai giovani coinvolti il rafforzamento di identità, motivazione e impegno necessari al raggiungimento di maggiore autonomia, integrazione e partecipazione nella vita quotidiana; l’approccio pedagogico del circo brasiliano tra tradizione e scienza contemporanea, sviluppato dal gruppo di ricerca sull’arte circense dell’Università di Campinas, in Brasile; “L’impatto dell’introduzione delle arti circensi sull’alfabetizzazione motoria”, i cui risultati preliminari sono stati presentati da Dean Kriellaars dell’Università di Manitoba e Patrice Aubertine dell’ École nationale de cirque. Il rafforzamento della collaborazione tra AltroCirco e questo importante network internazionale rappresenta un’ottima occasione di raccolta e diffusione di progetti e risultati di ricerca nell’ambito del circo sociale, e un passo in più verso il raggiungimento degli obiettivi della sezione Studi e Ricerche.

ACQUISTA I BIGLIETTI DA GIOCOLIERI E DINTORNI PER SUPPORTARE IL PROGETTO ALTROCIRCO 6 NoveMBRe FIReNze 19 NoveMBRe MILANo oRe 20 _ PRezzo BIGLIettI 45 € / 60 € PER INFORMAZIONI CONTATTARE

347 6597732 / ALtRoCIRCo@GMAIL.CoM Altrocirco, progetto di giocolieri & dintorni per lo sviluppo e il riconoscimento del circo sociale in italia, riunisce al suo interno le associazioni e gli operatori che si occupano di circo sociale in italia, per aiutarli a promuovere e valorizzare il circo come strumento di tras-formazione sociale. network, formazione, ricerca, buone pratiche, progetti internazionali. altrocirco promuove percorsi artistici e pedagogici di circo sociale per giovani a rischio, accompagnandoli nella loro crescita e stimolando un processo di resilienza in cui i partecipanti diventano attori e protagonisti della propria vita. maggiori info su www.jugglingmagazine.it > progetto altrocirco Cirque du Soleil® offre biglietti ad organizzazioni che forniscono assistenza ai giovani a rischio, devolvendo il 100% del ricavato dalle vendite dei biglietti per supportare il loro lavoro con i giovani.

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FORMAZIONE PER OPERATORI DI CIRCO LUDICO-EDUCATIVO

i ri Giocol& Dintorni con il sostegno del

Ministero per i Beni

L’Ass. Giocolieri e Dintorni promuove ed organizza meeting, stage, e un corso universitario per l’ine le Attività Culturali segnamento in ambito pedagogico e sociale delle arti circensi. Dopo un lungo confronto con le federazioni nazionali europee e la European Youth Circus Organization (EYCO), alla quale l’Ass. Giocolieri e Dintorni aderisce rappresentando l’Italia, abbiamo elaborato un programma formativo che permetta di acquisire le competenze specifiche per i Progetti di Circo, aggiornate al nuovo scenario europeo e in linea con la ricerca sull’evoluzione fisica e psichica di bambini e adolescenti. Su jugglingmagazine.it tutti i dettagli dell’articolata proposta formativa che ogni anno coinvolge circa 200 insegnanti ed operatori su tutto il territorio nazionale.

Montelupo Fiorentino (FI) Stage di 1° livello (aprile 2015) e 2° livello (settembre 2015)

Le basi tecniche e pedagogiche delle arti circensi Stage introduttivo riservato a coloro che desiderino scoprire le discipline circensi e svilupparne l’insegnamento in ambito pedagogico nelle scuole, nelle palestre, nelle associazioni. Valore pedagogico, metodologia, didattica, preparazione e valutazione di una lezione/di un corso annuale; presentazione di progetti; basi tecniche delle discipline circensi. Lo stage di 2° livello è riservato a coloro che hanno già frequentato il 1° livello o che possiedano i requisiti di entrata.

Roma, ottobre 2015 / giugno 2016

4° Corso Universitario per lo Studio delle Attività Motorie applicate alle Arti Circensi ll Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il corso annuale, a cadenza biennale, primo del suo genere in Italia, è indirizzato ad operatori di arti circensi e dell’infanzia, insegnanti e studenti. Il programma, articolato in 310 ore di lezioni e tirocinio con esami finali, raccoglie le più moderne conoscenze generali, pedagogiche e tecniche per la trasmissione delle attività circensi in ambito educativo e sociale.

in collaborazione con

Pontedera (PI), marzo 2015

Social Circus Basic Training - parte 2 Il Cirque du Soleil, in collaborazione con l’Ass. Giocolieri e Dintorni, offre un corso di formazione di base per insegnanti di circo e operatori sociali impegnati in progetti di circo sociale. Il corso è diviso in due sessioni, ciascuna di 40 ore. L’obiettivo del corso è di preparare insegnanti di circo e operatori nel sociale a condurre laboratori di circo sociale. Il corso si prefigge anche di aiutarli a comprendere meglio il contesto generale degli interventi di circo sociale, di sviluppare le abilità necessarie a intervenire in una varietà di contesti multiculturali. Due formatori di circo sociale del Cirque du Soleil condurranno il corso, in collaborazione con 4 formatori di AltroCirco, il nuovo progetto dell’Ass. Giocolieri e Dintorni per lo sviluppo e il riconoscimento del circo sociale in Italia. Le loro tecniche di facilitazione incoraggeranno lo scambio dei saperi e di esperienza tra i partecipanti. Info: giocolieriedintorni@hotmail.com - mob 347 6597732

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con il supporto di

CATE HANDBOOK Contesto In cooperazione con la EYCO (European Youth Circus Organisation) dieci organizzazioni circensi europee hanno dato vita nel biennio 2012 / 2014 al progetto “Circus Adults Training in Europe”, sostenuto con un contributo di 152.000 € per il programma “LLP / GRUNDTVIG - Learning Partnership“ 2012-1-DE2-GRU06-11396. Il progetto sì è sviluppato nell’arco di dieci incontri, con circa 140 mobilità in atto, che ha visto coinvolti formatori esperti, studenti e responsabili di progetto delle 10 organizzazoni partner: Bundesarbeitsgemeinschaft Zirkuspädagogik eV (DE); Vlaams Centrum Voor Circuskunsten (BE); Federazione Svizzera delle Scuole di Circo (CH); Cirkus Tværs af 1990 (DK); Suomen Nuorisosirkusliitto (FI); Fédération Française des Ecoles de Cirque (FR); Albert & Friends Instant Circus (UK); Circomundo (NL); Associazione Giocolieri e Dintorni (IT); Plataforma Española de Escuelas de Circo Socioeducativo (ES). Obiettivi I partner si sono uniti per condividere le conoscenze e lavorare allo sviluppo di un modello europeo per un corso di formazione di base per insegnanti di arti circensi. L’obiettivo generale del progetto CATE è stato quello di sviluppare strumenti e nuove prospettive per la pedagogia del circo nel campo dell’educazione degli adulti. Questi strumenti forniranno alle organizzazioni le competenze necessarie per organizzare programmi di formazione individuale che incorporano metodologie condivise per le abilità circensi, la pedagogia del circo, l’educazione artistica, salute e sicurezza. Le azioni principali di

CATE hanno coperto anche: uno scambio intenso con diverse istituzioni circensi europee sul tema dell’istruzione generale degli adulti; lo sviluppo di un corso di formazione per formatori di arti circensi nel settore dell’educazione degli adulti; lo sviluppo di un programma di formazione di circo per adulti con particolare attenzione ai diversi modi in cui può essere applicata in termini sia di durata sia di contesto.

CATE partner

Metodologia di lavoro Utilizzando le definizioni dei livelli di competenze sviluppato dal gruppo di lavoro EYCO si è deciso di lavorare nel segmento che riguardava la formazione di base per il livello II, e cioè definire chiaramente le competenze di un insegnante di base di arti circensi. Dibattendo dei diversi modi di insegnamento, metodi pedagogici e attraverso la condivisione di esperienze all’interno di piccoli gruppi di lavoro, è diventato subito chiaro che c’erano molti modi possibili per avviare un discente verso l’acquisizione di queste competenze. Era palese che creare un programma che si adattasse a tutti i paesi europei fosse difficile, e che invece un formatore avrebbe dovuto saper adattare un programma di base alle diverse esigenze dell’utenza e del contesto. Pertanto sono stati sviluppati due diversi formati. un programma strutturato giorno per giorno e un programma modulare. Diffusione e impatto Questo CATE handbook rappresenta il primo manuale centrato sulla formazione di arti circensi per adulti e per formatori dei formatori. Il manuale è disponibile sui siti web delle istituzioni partner del progetto e sul sito web dell’EYCO. Il lavoro sarà accessibile per tutti on-line, utilizzando un semplice modulo di registrazione. Agli utenti verrà richiesto un feedback al fine di valutare e migliorare il programma. L’impatto di questo progetto apre nuove prospettive e approcci per la formazione circense trans-disciplinare, per garantire un più facile accesso a strumenti, metodi e tecniche sul circo in diversi contesti e per coloro che cercano un equilibrio tra lavoro e vita; sostenere una cultura circense vibrante e una rete di circo più forte in Europa; costruire una forte cooperazione delle realtà di circo a livello europeo. Per il futuro l’obiettivo è trovare finanziamenti per offrire assistenza (Esperti e informazioni) per l’invio di ‘formatori dei formatori‘ in quei paesi che vogliono più aiuto nella comprensione e nell’esecuzione del programma. Ulteriore progetto futuro è l’organizzazione di un corso internazionale per insegnanti di base di arti circensi.

in collaborazione con

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REGISTRO NAZIONALE CORSI/SCUOLE DI CIRCO LUDICO EDUCATIVO Il Registro nasce con l’intento di fornire informazioni sul lavoro delle scuole, promuovere e facilitare le collaborazioni, gettare le premesse per un riconoscimento del settore e la creazione di un network nazionale. Le modalità per esservi inseriti sono disponibili su www.jugglingmagazine.it

Piemonte Chapitombolo via Baldichieri 18, 14013 Monale (AT) Olivia Ferraris 0141 1856269 www.chapitombolo.it

Lombardia

Trentino Alto Adige

Friuli Venenzia Giulia Veneto Liguria Emilia Romagna Toscana

Marche Abruzzo Umbria Lazio

Campania Basilicata Puglia Sicilia Sardegna

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Circo Clap via Don Giovanni Minzoni 17, 28041 Arona (NO) Pasquale di Palma 328 8891533 www.circoclap.it Dimidimitri via Gorizia18, 28100 Novara Marco Migliavacca 333 1866430 www.dimidimitri.com Fuma che n’duma via XX Settembre 30, 10022 Carmagnola (TO) Giuseppe Porcu 333 2742858 bimbocirco.wordpress.com Jaqulè via Lazio 2, 10043 Orbassano (TO) Enrico Giacometto 328 7828323 www.jaqule.com Sportica via Cattaneo 41, 10064 Pinerolo (TO) Paola Martina 340 4644248 www.sportica.it Teatrazione via Rismondo 39/f, 10127 Torino Italo Fazio 011 5889562 www.teatrazione.com UP Strada Salimau 1/E, 12060 Pocapaglia (CN) Maria Grazia Ielapi 339 7532815 upscuoladicirco@gmail.com Vertigimn via Mottalciata 7, 10154 Torino Fabrizio Fanizzi 338 4189800 www.vertigimn.it Quattrox4 ASdc via Privata Pericle 16 20126 Milano Elisa Angioni 348 2269315 quattrox4.com Piccola Scuola di Circo via Elba 7, 20144 Milano Camilla Peluso 02 42290574 www.piccolascuoladicirco.it Piccolo Circo dei Sogni via Carducci 7/17, 20068 Peschiera (MI) Paride Orfei 02 5471337 www.piccolocircodeisogni.com Scuola di Arti Circensi e Teatrali via Sebenico 21 , 20124 Milano Maurizio Accattato 348 6054623 www.maurizioaccattato.org Spaziocirco via Carrobbio 6, 20093 Cologno Monzese (MI) Sonia Belotti 338 7813115 www.spaziocirco.it Campacavallo via F.lli Rizzardi 15, 20151 Milano Gabriella Baldoni 347 8571338 www.cascinacampi.it/campacavallo Spazio Circo Bergamo Corso Roma 84\a, 24068 Seriate (BG) Manlio Casali 393 0082506 www.spaziocircobergamo.it Ambaradan via Gaetano Donizetti 16, 24020 Torre Boldone (BG) Lorenzo Baronchelli 339 5695570 www.ambaradan.org La Valle dei Sogni via IV Novembre 77, 25068 Sarezzo Matteo Mazzini 393 9703004 www.lavalledeisogni.com Juggling Lab via della Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.wix.com/improntecreative/gallarate Officine del Sole via Jerago 24 21010 Besnate VA Cristina Laudi 340 9292556 www.officinedelsole.net Giocolarte via Acerbi 133, 27100 Pavia Meriadoc Monteverdi 339 1834889 giocolarte.wordpress.com Impronte Creative Via delle Querce 125, 21013 Gallarate (VA) Luana Facchetti 347 2785195 www.circolamento.it Teatro Circo Puzzle Str. Padana Superiore 28, 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Silvia Vetralla 348 7461009 www.puzzleasd.com Animativa via Max Valier 11, 39011 Lana (BZ) Reinhard Demetz 0473 239564 www.animativa.org Arteviva via Bari 73/5, 39100 Bolzano Mauro Astolfi 333 8596111 associazione.arteviva@virgiliio.it Circomix via Tulpe 1c 39030 Vandoies (BZ) Sigrid Federspiel 0472 869479 www.circomix.it Bolla di Sapone via S. Antonio 20, 38100 Trento Tommaso Brunelli 348 8852925 www.bolladisaponetrento.it Oppetelà via Paganini 14, 38068 Rovereto (TN) Anna Cavarzan 338 8330532 oppetela.wordpress.com Circo all’inCirca via Piemonte 84/8 - località Padernò, Udine Davide Perissutti 340 6052371 www.circoallincirca.it Ludica Circo c/o Hermete onlus v.le Verona 107, 37100 Fumane (VR) Stefania Garaccioni 347 9121866 www.hermete.it Circo in Valigia via San Lorenzo 15 36030 Caltrano (VI) Nicoletta Grolla Cegalin 349 1632427 http://circoinvaligia.weebly.com Facciamo Circo via Segalara 5, 19038 Sarzana (SP) Alina Lombardo 339 5878441 www.facciamocirco.it Circolarmente via Mantova 4/b, 43100 Parma Albert Horvath 347 3131604 www.circolarmente.it Microcirco viale Colombo 18, 47042 Cesenatico (FC) Carla Acquarone 337 266505 www.microcirco.it En Piste via Bocchi 32, 50126 Firenze Julien Morot 380 7560377 www.enpiste.it Mantica Scuola di Circo via del Terminillo 20, 58100 Grosseto Ilaria Signori 328 9089250 www.compagniamantica.it Circo Tascabile via Belgio 12, 50126 Firenze Lapo Botteri 348 9241326 www.circotascabile.it Circo Ribalta via Caduti di Cefalonia 6, 50053 Empoli (FI) Lorenzo Cecchi 340 4779455 circoribalta@gmail.com Antitesi Scuola di Circo Trick via Don Mazzolari 25, 56025 Pontedera (PI) Martina Favilla 349 6304211 www.antitesiteatrocirco.it Chez Nous, …Le Cirque! via di Lupo Parra 151, 56023 S. Prospero, Cascina (PI) Cristiano Masi 339 3212486 www.museodelcirco.it A.I.T. La Casella strada Valacchio Casella 30, 53018 Sovicille (SI) Margherita Gamberini 0577 314323 www.lacasellacavalgiocare.it Circo Sbarbacipolle Loc. Chiassa Superiore 296, 52100 Arezzo Simona Serafini 339 3840294 www.associazioneorsobaloo.it Circo Teatro Oblì Shalà c/o Teatro Verdi, 53036 Poggibonsi (SI) Viola Rosa Giamagli 333 6752130 www.timbreteatroverdi.it Le Cavallette via Fortunato Garzelli 11, 57128 Livorno (LI) Silvia Poggianti 347 5138729 FB Le Cavallette A.S.D. Circo Libera Tutti via Marconi 108, 50056 Montelupo Fiorentino Samuele Mariotti 333 4022331 www.circoliberatutti.it La Valigia delle Meraviglie Via R. Sassi 6, 60044 Fabriano (AN) Maria Pia Santoro 340 2380553 www.lavaligiadellemeraviglie.com Circoplà P.zza Nenni 8, 60030 Serra de Conti (AN) Elisa Mencarelli 338 1545063 www.circopla.it Visionaria via Maestri del Lavoro, Teatro Panettone, Ancona Valeria Mastropasqua 338 7587532 www.visionaria.org Il Circo della Luna via D’Aurelio, San Giovanni Teatino (CH) Valentina Caiano 347 0082304 FB IlCirco della Luna Circo Instabile via Birago 4, 06124 Perugia Michele Paoletti 347 3867654 www.circoinstabile.it Sul Filo e Dintorni Località Padella 37, 05018 Orvieto Soledad Prieto 389 4318892 www.lastronauta.com Rataplan via dell’Artigianato 15 06083 Bastia Umbra (PG) Laura Ugolini 075 7980672 www.teatrodistradapnt.it Catapulta Teatro Circo via Terme di Traiano 38, 00053 Civitavecchia (RM) Novella Morellini 333 2004091 FB Catapulta Teatro Circo Circus Bosch piazza San Pancrazio, 7 00152 Roma Valeria Zurlo 333 6888554 www.circusbosch.com SIACC via Giorgio Perlasca 71, 00155 Roma Paolo Pristipino 06 21808595 www.scuolanazionaledicirco.com Vola Voilà via Senocrate snc (Axa-Palocco), 00125 Roma Anna Paola Lorenzi 06 83082739 www.volavoila.it Khiaradanza via San Filippo 10, 80122 Napoli Kio 081 2461173 www.khiaradanza.it Circo dei Sogni c/o Dedelife via Carlo De Marco, 80100 Napoli Maria Teresa Cesaroni 339 3927461 www.dedelife.it Il Girotondo Recinto Cappuccini 6, 75100 Matera Nicola Scoditti 339 2464721 www.scuoladicircoilgirotondo.it Circo Laboratorio Nomade vico La Catena 9, 74012 Crispiano (TA) Monia Pavone 329 3909909 myspace.com\circolaboratorionomade Un Clown per Amico via Giulio Petroni 14, 70124 Bari Michele Diana 348 0535875 www.unclownperamico.com Il Giglio c/da Baronia Capo Milazzo, 98057 Milazzo (ME) Alfredo D’Asdia 090 9281313 www.ilgiglio.org Le strade di Macondo via Goldoni 68, 09131 Cagliari Pietro Olla 338 2362816 www.pietroolla.it

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