Juggling Magazine #43 - june 2009

Page 10

” “

Jug n 43:JUG new

22-06-2009

12:06

” “

Pagina 8

E U Q CIR

G N BA NG BA

Studiavo fine art, pensavo che sarei stata una pittrice per tutta la mia vita, ma nel ‘94 ho incontrato la giocoleria e lo swinging, praticandolo un po’ per sport e un po’ come pratica hippy. Ma nel ‘97 vidi ad una convention Jerome Thomas che faceva dell’improvvisazione e per me fu una rivelazione! Allora danzavo molto e pensai di mettere insieme un po’ di cose e il juggling. Così fondai un’associazione di giocolieri nella Francia centrale… ng.fr uebangba www.cirq foto di Ludovic Leleu

Ci mettemmo presto insieme, cercando subito delle nuove espressioni artistiche con la giocoleria, cose semplici ma efficaci; il nostro motto era “siamo quello che siamo e non solo quello che siamo capaci di fare”. Fondammo la compagnia “Le pies su la Tete”, preparammo i primi spettacoli di giocoleria e arrivarono i primi ingaggi per festival in Francia e all’estero. Col tempo invitammo l’ex direttore di Circ Cric a seguirci per guidarci nella creazione. Fu lui a suggerirci di incontrare Jerome Thomas, nel quale mi imbattei un giorno per una straordinaria coincidenza. Mi invitò a vedere il festival di Malakoff, dove frequentammo masterclass con Ignatoff e Nadeisha. Poi seguimmo una sua masterclass e per 4 anni i suoi consigli sulla formazione, partecipando anche al laboratorio collettivo di sperimentazione per la creazione dello spettacolo Rainbow, dove imparammo tanto sulla giocoleria e sulla produzione professio-

nale di spettacoli. Uno dei nostri primi spettacoli è stato Skratch, dove combinavamo hip hop music con la giocoleria, che abbiamo portato in giro per due anni, chiedendoci spesso in quale direzione volessimo andare e come. In seguito abbiamo lavorato con Philippe Menard, senza disdegnare importanti lavori all’estero, Seul e Giappone compresi, esperienze importanti nella nostra carriera. Nel 2005 abbiamo cominciato a concepire l’idea di uno chapitò, così abbiamo lavorato duro, raccogliendo anche fondi istituzionali e nel 2006 abbiamo approvato il progetto per la sua costruzione e l’acquisto di mezzi e attrezzatura, un investimento di ben 200.000 €. Dopo questo la compagnia è cresciuta (siamo in 7, tre performer, tre tecnici e un amministratore), la nostra vita è cambiata, perché ora viviamo in strada con lo chapitò, una scelta di vita globale, ed è cambiata anche la nostra arte, perché ci esibiamo in un cerchio e non più su un palcoscenico. Quello che è bello per noi è avere un posto dove possiamo crescere ed essere sicuri di poter rappresentare lo spettacolo così come l’abbiamo concepito, senza dover mediare con teatri o altro. Puoi decidere chi entra nello spazio, puoi invitare chi vuoi. Che è

Lunedì 27 aprile. Ritorno a casa, ma quale? ... viaggi spazio-temporali da aeroporto a aeroporto: Parigi – Glasgow – Wroclaw; ritorno a Budzòw per la fine del progetto FAAAC III: tre mesi nella campagna polacca per “invadere” con la cultura la comunità dei comuni di Gmina, per vivere l’utopia dell’autogestione nella vita e nel lavoro con 70 artisti di ogni dove. Tre giorni a Parigi, tre controlli degli uomini della polizia, due multe; gli amici ritrovati, i progetti futuri, i ricordi, i desideri; la stampa, gli organizzatori, la segretaria, i tecnici audio-luci, i programmatori, i contatti, i contratti, quanto mi paghi, quanto valgo? Dall’Est ritorno in un’Europa ai miei occhi ancora più capitalista, cinica, avida, dove in aeroporto un bambino domanda all’amico del padre quanto guadagna al mese, alla settimana, al giorno e lui risponde con la precisione di un banchiere. E poi la scena: le luci, il trucco, gli abiti stirati e l’emozione da “corsa al bagno” prima dell’apertura del sipario. Il palco è perfetto, le migliori condizioni, tutti lavorano per il meglio, con grande rispetto e professionalità, come è raro che accada in Italia. La programmazione è varia: dalla pura tecnica della giocoleria ai più popolari artisti di strada parigini, la poesia, l’esibizione, le palle, le clave, i cappelli; si gioca con la gravità, con l’illusione e con la realtà, con il pubblico e con se stessi: con le proprie vite dedicate chissà a quale ricerca... Io e Leo (Leonardo Cristiani) presentiamo un duo, “Excess” che di eccessivo, ora, ha il livello della tecnica: una ricerca di più di tre anni fra passing e antipodismo, unica al mondo. Con “Excess” affrontiamo grottescamente la relazione fra maschile e femminile, sessuale e asessuato, consideriamo gli stereotipi e le nostre esperienze: è un cammino lungo, abbiamo ancora da riflettere molto e ricercare sul movimento del corpo. Siamo emozionati, ma non più di quella sera della settimana precedente alla festa degli anziani di Stoszowice in Polonia; siamo sicuri, abbiamo ripetuto molto; io e Leo lavoriamo intensamente e con molta voglia, cerchiamo sempre la concentrazione, ma chiacchiere, dubbi, risate e isterie fanno parte del training e sappiamo che i

8

w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t

Anne Coudron

Ho scoperto la giocoleria a 15 anni insieme a degli amici, appassionandomi al devil stick per il puro gusto di giocarci. Poi incontrai un giocoliere, amico di Elsa, che mi invitò ad associarmi. Fu lì che mi insegnarono tre palline a la cosa mi piacque molto. Scoprii delle cose col mio corpo e continuai, avevo 17 anni, ero studente e a quel tempo mi facevo tante domande su cosa avrei fatto da grande, così decisi di fare il giocoliere...


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.