I TRE INQUILINI di Caio Sorana Non ho mai capito se sia la giocoleria il supereroe ed il disegno il suo alter ego, o il contrario, sicuro é che non si incontrano mai. Vivono in me e non s’incontrano, sono il giorno e la notte, si rincorrono e non s’incontrano. Sono l’uno l’alibi dell’altro, la scusa con cui gioco a lasciare l’uno per diventare l’altro e viceversa. Sicuro ho capito che é importante avere un alibi, una via di fuga seppure immaginaria per muoversi dalle sabbie mobili quando sento di essere nelle sabbie mobili. Sono nate insieme quando avevo quindici anni e di una ho registrato i passaggi mentre imparavo, dell’altra no. Nella giocoleria come nel disegno sento un “horror vacui” che mi porta a riempire ogni angolo. Da un certo punto di vista sono uguali, o perlomeno credo sia lo stesso istinto che mi porta a lanciare clave e a prendere la penna in mano. Da un’altro punto di vista sono uno il contrario dell’altra. La giocoleria esiste solo quando lancio e ci metto una vita per imparare un gesto che dura un secondo. Nel disegno ci metto un secondo per fare un tratto che resta una vita. Viaggio per la giocoleria e mentre viaggio disegno, dopo che disegno troppo ho bisogno di lanciare clave in aria e quando non capisco più quello che faccio sento il bisogno di disegnare anche solo per vedere qualcosa che resta. Della giocoleria mi piace il fatto che sia necessaria la mia presenza quando faccio spettacolo, la mia “creatura” vive quando la eseguo e nello stesso momento se la prende il pubblico. Del disegno mi riposa il
contrario con il suo spazio di calma, costruisco la “creatura” quando voglio e non ho la minima idea di quando un “pubblico” se la guardi. Non ne avevo previsto l’arrivo nella mia vita ma entrambe sono state una rivoluzione e mi hanno dato una prospettiva quando non sapevo neanche quanto fosse importante avere una prospettiva. Sia nella giocoleria che nel disegno parti da un qualcosa di molto piccolo e mettendo insieme gli elementi osservi qualcosa che cresce e che poi segui. Mi pare che sia come costruire lo scalino seguente per poi camminarci sopra e la “creatura” é una scalinata con le sue bellezze e le sue disarmonie, di queste scalinate quelle con una buona struttura prendono forma, le altre vanno nel dimenticatoio delle idee non espresse. Credo che anche nel mio dimenticatoio abbiano due cestini divisi, uno per i disegni non finiti e l’altro per i lanci mai allenati. Ho disegnato soltanto una clava nella mia vita e ora che scrivo mi chiedo perché non ne abbia disegnato altre visto che mi era molto piaciuto. Un giorno ho attaccato dei pennelli nel fondo delle mie clave e messo un grande foglio per terra, ho poi intinto la clave nella vernice e giocato, ho passato tutto il resto del giorno a cercare di smacchiare il muro e me stesso. Da un po’ di tempo c’é un nuovo inquilino nel palazzo che prende il suo spazio e ha già lasciato lo spazzolino in bagno: la scrittura. Gli altri inquilini per ora non dicono niente, sono un po’ infastiditi quando prende troppo tempo, ma sono contenti
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anche di aver trovato un ipotetico ponte che possa metterli in contatto per la prima vera volta. Io li osservo fare conoscenza pian piano e per adesso lascio fare, sembrano i cani quando si incontrano e si annusano. Scrivere queste parole mi fa pensare che s’incontrano adesso per la prima vera volta tutti e tre nello stesso appuntamento: sto SCRIVENDO di un DISEGNO fatto per la GIOCOLERIA. Sicuro é che misuro il tempo in base alle ore che passo facendo ciò che amo e questo disegno mi ha preso molte ore, quasi tutte molto piacevoli. Il primo gioco dell’oca l’ho disegnato in aprile, appena tornato dall’altro mondo, atterrando in una quarantena che sembrava un gioco. Era la prima settimana e mi era sembrata una buona idea, come tante altre caduta nel vuoto. Invece no, o almeno fino a quando, due settimane fa, Valentina di Juggling Magazine me ne ha chiesto uno speciale, che adesso vive dall’altra parte di questo foglio. Chiudo dicendo che ogni attività ha i suoi piaceri unici che non conoscerai mai altrove. Nel disegno c’é un momento dopo il colore che prendo sempre con molta attenzione. Hai avuto l’idea, l’hai scarabocchiata, l’hai messa in bella, cancelli le tracce, metti il colore e poi prendi un momento aspettando che il mondo rimanga fuori. Prendi la penna in mano, chiudi i contorni con un nero bello spesso e vedi che il disegno “nasce”, le macchie di colore emergono dal foglio e posso guardarle per ore. Ecco, questo é un lusso che la giocoleria non regala, poter guardare quello che fai con le mani in mano.
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