Juggling Magazine # 89 - december 2020

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QUELLO CHE SEGUE È UNO SPAZIO DEDICATO A TRE FESTIVAL DOVE IL CLOWN REGNA SOVRANO. A LORO ABBIAMO RIVOLTO UNA SERIE DI DOMANDE PER APPREZZARE CONTRIBUTI E CARATTERISTICHE DI OGNUNO.

MILANO CLOWN FESTIVAL 16/18 OTTOBRE 2020 milanoclownfestival.it di Maurizio Accattato direzione artistica

1 Il nuovo clown nasce negli anni ‘70, e

se vogliamo anche prima con Strehler, che fece l’Arlecchino, e Dario Fo che inventò l’arte del mimo con Lecoque. E’ una storia breve rispetto a quella secolare del circo classico e oggi, dopo soli 50 anni, la figura del nuovo clown apre ai giovani sbocchi artistici e professionali. Ma la sua esplosione è dovuta alla ricerca che il clown porta con sé. Il clown rappresenta l’anima delle persone, ti proietta in una dimensione di libertà e verità per distruggere il male, il pensiero negativo, la morte stessa. I giovani vogliono portare felicità e per questo in tutto il mondo ci sono tantissimi giovani clown. Eppure a Dario Fo dicevano: “ma come, un buffone prende il Nobel?”. Oppure, dopo il boom della clownterapia, in molti pensano: “fai il clown? Allora lavori negli ospedali!”. Lo stesso naso rosso, uno dei simboli chiave e controversi per i clown di oggi, rimane un oggetto che libera e ingabbia al tempo stesso. Sono gli effetti di un immaginario collettivo radicato, spesso confuso, che richiederà tempo per liberarsi dai luogh comuni.

2 Al MCF uso delle categorie per gli ar-

tisti che invito. Le “icone internazionali”, artisti e compagnie già affermate, anche giovani, compresi musicisti clown; i “nuovi artisti”, in genere giovani e con idee rivoluzionarie; “noi siamo qui”, artisti che hanno già consolidato un loro clown. Poi ho creato altre categorie come i BIP (bravi in piazza) e le sue sottocategorie, che sono riserve della prima linea, ma al tempo stesso clown di tutto rispetto, che ho intenzione di coinvolgere in pieno quando il MCF riuscirà ad estendersi su tutto il territorio di Milano.

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Negli anni ’90 ho avuto la fortuna di frequentare, anche come artista, la celebre Rassegna Internazionale Clown che si svolgeva a Milano e che ci ha fatto conoscere i più grandi artisti del mondo. Il MCF vuole continuare quel percorso, portando a Milano artisti già affermati, ma non ancora conosciuti in Italia, e fornendo agli esordienti un tranmpolino per la loro carriera. In questi 15 anni sono passati, oltre ai pionieri del genere Dario Fo, Leo Bassi, Jango Edwards, Patch Adams, Pierre Biland, Gardi Hutter, Avner Eisemberg, Johnny Melville e i loro “nipoti” e “pronipoti”, anche centinaia di clown diventati famosi Okidok, Circolation Locale, Le Moldave, Lapso Company, clownesse come Laura Herts, Rosie Volt, Iman Lizarazu, Pina Polar e tanti italiani come Teatro Necessario, I Lucchettino, Brigata Totem, Circo Pacco, L’Abile Teatro, etc.

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Il MCF è stato bloccato a febbraio, il giorno prima del suo inizio, quando era già tutto pronto. Subito dopo abbiamo incontrato realtà under 35 sorte spontaneamente, come le Brigate per l’Emergenza, composte da artisti, operatori sociali, attivisti. Ci siamo uniti a loro con i nostri giovani del Pronto Intervento Clown, andando nei cortili a portare beni di prima necessità, ma anche spettacoli e un approccio clownesco, non senza alcune difficoltà. Dalle periferie, dove abbiamo attivato due laboratori interattivi sul clown per far uscire le persone dalle case, è scaturita l’energia per un’edizione fuori stagione del MCF. Ma le restrizioni sulla mobilità ci hanno permesso, e direi finalmente, di concentrarci sui tanti artisti emergenti italiani, invitando 19 compagnie, con grande presenza femminile come La Compagnia della Settimana Dopo, Gaia Ma, le Clown Angels, Federica Fattori e altre ancora. JUGGLINGMAGAZINE.IT

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Durante la crisi non abbiamo mai fatto lezioni online. La nostra ‘missione’ si è sempre svolta per le strade, dove per coincidenza le storiche tute bianche dei PIC somigliavano a quelle del personale medico. Questa immagine ha girato molto all’estero, e sono venuti anche da “Die Spiegel” ad intervistarci, perchè non esistono i PIC in altre parti del mondo. Un bonus che ha quadruplicato le visualizzazioni dei nostri video e che useremo per far capire che siamo utili e non un accessorio di intrattenimento. Il Festival si è svolto tutto all’aperto, con la sola eccezione di un luogo al chiuso. Siamo stati sostenuti dalle istituzioni, abbiamo rispettato tutte le misure, attivato nuovi luoghi di teatralità. È stato un po’ un ritorno alle origini, quando il teatro era per strada; un esempio utile per altre realtà alla ricerca di sbocchi per le loro rappresentazioni.

6 Quando abbiamo visto anziani e bam-

bini chiusi in casa abbiamo lanciato in estate l’iniziativa “Adotta un Angelo”, visitando le RSA e convincendo la gente a uscire. In strada abbiamo incontrato tanti bambini, per lo più di origine straniera. Ricordo in particolare Susanna una bambina egiziana, nella periferia di Cinisello Balsamo, che mi ha scioccato dicendomi: “Adesso che vi abbiamo incontrato non possiamo tornare più come prima, perchè abbiamo capito che se vogliamo essere felici dobbiamo deciderlo noi, non dobbiamo aspettare che ce lo dicano gli altri”. Ecco il vero significato del teatro di strada oggi.

PROGETTOQUINTAPARETE.IT


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