Juggling Magazine # 89 - december 2020

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INTERNATIONAL CIRCUS FESTIVAL A N I TA LOF ITALY

foto ritratto di Fabrizio Maffei

foto delle performance di Geronimo Vercilio

15/19 OTTOBRE, LATINA festivalcircolatina.com

La XXI edizione dell’International Circus Festival of Italy si è svolta con soli artisti italiani. Ne è emerso una sorta di annuario vivente dei giovani formati nei circhi di famiglia; le tecniche apprese tra una pausa e l’altra di viaggi e spettacoli, di padre in figlio. La ventina di numeri in programma ha mostrato vitalità ed eccellenza tecnica, a tratti nell’anacronismo di un mondo romantico. Sul posto due osservatori, Salvo Frasca e Raffaele De Ritis, si sono confrontati sul fascino e i contrasti di un universo antico. Salvo: Modalità e pretese del circo tradizionale sono molto diverse da quelle del circo contemporaneo. Ma il pregio più grande del circo per me è il valore della diversità. In scena o nella vita quotidiana, lingue e culture si portano a spasso saperi accumulati nel viaggio: musiche, tecniche e punti di vista differenti. Un patrimonio vagante, utile alla statica e sempre più omologata società. Questa caratteristica la trovo comune ai circhi di tutti i tempi. Cosa ne pensi? Raffaele : In tal senso, Latina ha mostrato il punto di vista di chi ha come mondo la famiglia e l’enormità del proprio passato, diverso da chi senza passato costruisce una propria estetica. Ma i giovani presenti al Festival, tutti bravissimi, penso siano consapevoli del proprio tempo, molto più dei loro genitori. Non sempre con gli strumenti per parlare al presente, ma con un’immediatezza che gli artisti “contemporanei” faticano a conquistare. E tu, da quello che hai visto a Latina, pensi che chi proviene dalle famiglie di tradizione possa essere considerato come autore di circo attuale? Mentre, all’opposto, quanto può resistere un circo “nuovo” senza passato? JUGGLINGMAGAZINE.IT

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S.: Ho imparato all’Accademia di Belle Arti di Firenze che “la tradizione che non si rinnova muore.” Un esempio, gli sbandieratori medioevali: si tramandano tecniche antichissime, ma il loro obiettivo artistico è la salvaguardia della tradizione dei costumi, dei tamburi, degli arcieri come era e come è sempre stato. Temo allora che il circo corra il pericolo di trasformarsi nella rievocazione storica di sé stesso. Gli artisti di circo contemporaneo conoscono molto bene il passato, non come genealogia, ma i video di notabili performance sono stati studiati a memoria da tutti noi. Senza riferimenti per anni, abbiamo visionato tutto il visionabile e continuiamo a farlo. Non c’è giocoliere che non conosca a memoria i numeri di Kris Kremo, Francis Bruun, Rudy Cardenas lancio per lancio, nota per nota. Non c’è acrobata che non abbia preso ispirazione dalla perizia tecnica delle troupe russe degli anni ‘60. Il patrimonio letterario del circo è sterminato; nelle scuole di circo da Buenos Aires, a Bruxelles sono frequenti maestri provenienti dal circo tradizionale, trasmettendo un sapere centenario ai nuovi circensi, i quali rievocano anche tecniche in disuso. E pensare che gli artisti di circo che non sono enfant de la balle vengono detti in gergo “contrasti”: curioso, no? PROGETTOQUINTAPARETE.IT


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