foto di Giancarlo Abozzi
diterraneo simona atZori www.simonarte.net
foto di Paolo Genovesi
Nata a Milano nel 1974 Simona Atzori è figlia di genitori sardi, ma pur essendo priva di braccia dalla nascita, non si è mai persa d’animo. Potenziando e concentrandosi sull’uso degli arti inferiori si è avvicinata alla pittura all’età di quattro anni come autodidatta e all’età di sei inizia a seguire corsi di danza classica. Nel 1983 entra a far parte dell’Associazione dei Pittori che Dipingono con la Bocca e con il Piede (V.D.M.F.K.). Nel 2001 si laurea in “Visual Arts” presso la “Univesity of Western Ontario”, Canada. Partecipa a mostre collettive e personali in tutto il mondo e alla sua brillante carriera di pittrice si aggiungono numerosi successi nel campo della danza che la portano a danzare con grandi etoile come Roberto Bolle e Marco Pierin, oppure in grandi eventi, come la cerimonia di apertura delle Paraolimpiadi invernali di Torino o la Danza del Grande Giubileo di fronte al Papa. Il 3 Dicembre 2012 Simona viene insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano. “Se avessi avuto paura sarei andata all’indietro, invece che avanti. Se mi fossi preoccupata mi sarei bloccata, non mi sarei buttata, avrei immaginato foschi scenari e mi sarei ritirata. Invece ho immaginato. Adesso sono felice, smodatamente, spudoratamente felice. Ed è una gioia raccontarla, questa mia felicità.” Dotata di una vitalità e di un temperamento di straordinaria positività, impegnata insieme alla Fondazione Fontana in prima persona per creare in Kenya un aiuto per il sistema educativo, Simona Atzori lavora anche come formatrice, conducendo incontri motivazionali per studenti o dipendenti di grandi aziende. I suoi seminari, di grande impatto, mostrano come l’atteggiamento possa fare la differenza. Simona è una donna sorridente che ha un messaggio forte per ognuno di noi e al Gallura Buskers Festival, nella sua terra, ci ha regalato, oltre ad una performance di danza con la sua compagnia, intercalata da momenti di pittura sul palco, un lungo incontro con il pubblico di rara autenticità, nel quale ha raccontato se stessa, rispondendo alle tante domande, le più disparate, arrivate da una platea completamente rapita. “Amo l’arte perché mi consente di comunicare direttamente sotto il filo della coscienza, di accedere al linguaggio della pelle d’oca, della pancia, delle strette allo stomaco, delle lacrime, del sorriso. Quel linguaggio è come un abbraccio universale. Non importa se hai le braccia o non le hai, se sei lunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedi o sei cieco o hai gli occhiali spessi così, se sei fragile o una roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità più inesplorate del cielo. La diversità è ovunque, è l’unica cosa che ci accomuna tutti. La tua arte parla di te, al di là di tutto, racconterà chi sei, indipendentemente da quello che gli altri vedono.” (dal libro “cosa ti manca per essere felice”, di Simona Atzori)
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