ph Giancarlo Pesce
AUDREY DECAILLON CIE SEE [XSAISONS] PIO OSPEDALE DELLA PIETÀ
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ella mia carriera artistica ho sviluppato creazioni in solo, o in duo, in cui emerge una pratica e una visione della giocoleria esigente e poetica. Sono laureata in architettura e per me la dimensione dello spazio e della scenografia ha un significato particolare, così come la musica. Attraverso le mie esperienze con Collectif 100% Plastik e il duo Les Congés Payes, ho contribuito all’esplorazione della giocoleria al femminile, ancora poco presente nel circo attuale. Ho sviluppato anche creazioni in situ o carte blanches e collaborato con altre compagnie e autori come Jérome Thomas o Denis Paumier. Nel 2012 sono stata premiata in Francia al Festival Cirque de Demain, mentre nel 2017 ho vinto in Italia il Premio Rastelli. [XSaisons] Pio Ospedale Della Pietà esprime il mio interesse all’incrocio tra architettura, giocoleria, circo poetico e impegno femminile. È un circo coreografato ed espressivo. Le stagioni parlano del tempo, il virtuosismo elogia la natura e la giocoleria segna l’impronta dell’uomo nella storia. La partitura originale di Vivaldi gioca un ruolo fondamentale per trasportare il pubblico in un altro mondo, di cui attraverso l’energia dei movimenti e i silenzi del corpo si possono indovinare i passaggi. L’Ospedale Pio Della Pietà è il luogo in cui Vivaldi compose le Quattro Stagioni, che furono eseguite da un’orchestra amatoriale di donne orfane e figlie illegittime rinchiuse al suo interno come suore. Era da tempo che volevo confrontarmi con l'esperienza di una forma così impegnativa come un’ora di spettacolo in solo. L'idea c'era, ma senza musica non inizio mai nessun progetto! È stato solo nel 2014, quando ho riscoperto le Quattro Stagioni di Vivaldi, che ho potuto dare forma al mio de-
ph Pierre Rigot
audreydecaillon.eu
siderio. Allora, ero impegnata con altre compagnie, così ho lasciato maturare l’idea: rivisitare l’opera musicale creando un affresco poetico e visivo. Quando ho iniziato la produzione nel 2016, ho fatto ricerche sull’orfanotrofio dove è stata composta e rappresentata l’opera. Le ragazze orfane al Pio Ospedale della Pietà ricevevano un’educazione musicale illuminata ed eseguivano la maggior parte delle opere di Antonio Vivaldi di quel periodo. Erano dilettanti, il suono e il timbro delle Quattro Stagioni suonavano molto più rock delle interpretazioni classiche attuali. Ho immaginato la solitudine di queste donne, la loro impazienza di vedere Antonio arrivare e portare nuovi spartiti. Ho immaginato il loro isolamento, l’esclusione dalla società, la contemplazione del paesaggio attraverso la cornice di una finestra in una piccola stanza. Il mio desiderio è di lasciare il più possibile aperte le immagini che propongo in scena per permettere al pubblico di entrare a contatto con la loro poesia. Ci sono però contesti emotivi e interpretazioni suggerite: il tema della solitudine e dell’isolamento nella società, fino alla follia. Ho poi aggiunto una griglia di lettura in più sulla natura, i suoi cicli e la sua precarietà, l’eterno rinnovamento, la morte e la vita, i cicli della donna, il passare del tempo. I click fotografici durante lo spettacolo sono proprio lì a testimoniare il tempo in movimento che si blocca nell’istante di una foto. A queste istantanee si collegano anche temi attuali come le catastrofi climatiche e il problema dei migranti nel Mediterraneo. JUGGLINGMAGAZINE.IT
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Ogni volta che mi esibisco in Italia è interessante per me vedere le reazioni del pubblico che porta con sé l’eredità di Vivaldi nel cuore, trovo molto emozionante condividere questo spettacolo con il pubblico italiano. Inoltre, lo spettacolo ha un destino legato all’Italia perché nel 2017, con la vincita del Premio Rastelli, ho potuto sostenere finanziariamente la sua realizzazione. In futuro, spero di continuare a rappresentare il progetto in luoghi insoliti e in spazi del patrimonio come chiese, chiostri, o naturali. In parallelo, sto sviluppando nuovi progetti di cui sono regista e direttrice artistica. PROGETTOQUINTAPARETE.IT