RASSEGNA STAMPA DEL 31 OTTOBRE 2019

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VENEZIA E MESTRE

Corriere del Veneto Giovedì 31 Ottobre 2019

In aprile navi alla banchina Tiv «Ripartire dal Comitatone» contrarci, ma non ho potuto perché non ero in città». Per l’ipotesi definitiva, il lavoro di Toninelli pare ormai destinato a essere buttato via: non si andrà avanti su un terminal a Chioggia o a San Nicolò del Lido, e d’altra parte la visita del ministro, accompa-

gnata dal presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino e dall’ammiraglio Piero Pellizzari, ha dimostrato in maniera plastica quale sarà il futuro: la barca ha infatti percorso il canale industriale nord e poi il Vittorio Emanuele. Cioè i luoghi

individuati dal Comitatone del 2017 per le navi più grandi (la sponda nord) e per quelle medie (l’attuale Marittima via, appunto, il canale Vittorio adeguatamente scavato). «Io l’ho messa in campagna elettorale quella soluzione, l’avevo suggerita già da presidente

Alla Giudecca

Varate da Crea 2 nuove gondole da parada VENEZIA Due nuove gondole da parada che andranno a sostituire altrettante imbarcazioni tradizionali veneziane risalenti agli anni Ottanta, la cui manutenzione col tempo era diventata troppo onerosa. Sono state varate ieri pomeriggio al cantiere Crea della Giudecca. «Ascoltate le esigenze dei gondolieri», ha detto il sindaco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Trasporti

Nuovo orario, Actv taglia le corse Sospeso l’1/, la linea 2/ solo feriale Vaporetti bis in caso di affollamento VENEZIA Meno servizi di linee ma più corse bis. Cambia l’orario di Actv da , lunedì quando entra in vigore quello invernale. Guardando le nuove tabelle, è evidente la «normale» riduzione dell’impegno dell’azienda, soprattutto nei pomeriggi invernali, e più in generale una minore frequenza per le varie linee: l’1/ viene sospeso, così anche la 7; la linea 2/ diventa solo feriale e viene sospeso il collegamento pomeridiano da piazzale

Roma per Tronchetto/San Marco e Rialto; le corse della 3 risultano meno frequenti, le partenze della linea 5.1 da Santa Maria Elisabetta sono posticipate di sei minuti; 5.1 e 5.2 non fermeranno più a San Basilio e Spirito Santo; le linee 4.1 e 4.2 fermano a Certosa solo su richiesta e non fermano a Tre Archi. Più in generale, tutte le linee al servizio della laguna nord vedranno una rimodulazione degli orari, anche su impulso degli utenti, per migliorare le coincidenze.

Che il periodo invernale veda impiegati meno uomini e mezzi è inevitabile: i mesi freddi vengono sfruttati infatti dall’azienda per la manutenzione dei vaporetti, che d’estate diventa difficile, considerato il maggiori impiego. La partecipata ha comunque cambiato l’approccio e, all’istituzione di intere linee aggiuntive, costose d’inverno in cui spesso sono sottoutilizzate, preferisce l’intervento puntuale attraverso le corse bis, in grado di sopperire

dove e quando necessario alle mancanze del servizio regolare. Una cambio di paradigma reso possibile dalla centrale operativa integrata, che presto verrà messo alla prova: l’inverno non risparmia certo Venezia dall’arrivo di grandi masse turistiche, già l’anno scorso, con i primi weekend festivi di novembre e dicembre, era stato necessario correre ai ripari. Anche perché non erano mancate le polemiche. Gi. Co.

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VE

L’allarme

Furto in ufficio prese due ladre Boom di colpi grazie al buio

Brugnaro:daròunamanoalministro.Ferrazzi:dall’Ambienteviaalprotocollofanghi VENEZIA Per togliere già ad aprile le grandi navi da crociera dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca, o perlomeno una parte di quelle più grandi, si riparte dagli «approdi diffusi» di Danilo Toninelli: e in particolare dalla banchina di Tiv a Marghera, con in subordine anche quella di Fusina. Martedì il ministro Paola De Micheli, che si è insediata un paio di mesi fa al posto del pentastellato, ha disegnato la sua roadmap per risolvere il problema del passaggio delle grandi navi a Venezia: entro fine anno farà la sua proposta agli enti locali, puntando da un lato a una soluzione definitiva di lungo termine, dall’altro a un’ipotesi pronta già per aprile, quando inizierà la nuova stagione crocieristica. «Il ministro ha fatto una dichiarazione importante e io le darò una mano perché questo succeda realmente», ha commentato ieri il sindaco Luigi Brugnaro, spiegando che il mancato incontro con De Micheli non ha avuto nessun retroscena o frizioni: «Mi aveva chiesto se potevamo in-

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di Confindustria - ha aggiunto Brugnaro - L’importante è prendere decisioni e risolvere i problemi. Io sono a completa disposizione del ministro basta togliere queste navi senza intaccare il mondo del lavoro o creare continuamente preoccupazioni». Sul fronte opposto ci sono però Giovanni Andrea Martini e Andreina Zitelli. «Soluzioni come Marghera e il Canale Vittorio Emanuele sono pericolose per la città e l’equilibrio lagunare, oltre a creare gravi problemi di salute pubblica per i fumi in Marittima - dice il presidente della Municipalità di Venezia - Il governo deve ascoltare i cittadini». «Il Comitatone non ha preso alcuna decisione, l’unico progetto possibile, da realizzare in due anni, è il Duferco», dice l’ex docente Iuav. A De Micheli è stata poi mostrata la banchina Lombardia di Tiv, quella prescelta nei tavoli tecnici di agosto, quando a Porta Pia c’era Toninelli e si auspicava lo spostamento già a settembre. Il ministro aveva poi annunciato che la prossima settimana nominerà il nuovo provveditore e il commissario «sblocca-cantieri» del Mose, mentre per il protocollo fanghi bisognerà aspettare qualche settimana, quando terminerà il lavoro del ministero dell’Ambiente. «Non è più possibile perdere tempo su un provvedimento pronto da tempo, già vagliato da commissioni scientifiche di alta qualità e fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e per le attività economiche produttive, a partire dal Porto», incalza però il senatore Pd Andrea Ferrazzi, compagno di partito del ministro. «Serve iniziare a fare un ragionamento sulla città, un vero e proprio “dossier Venezia” a cui stiamo lavorando - aggiunge il deputato dem Nicola Pellicani - Le questioni vanno prese insieme: dal tema delle grandi navi legato al futuro del porto, che rischia di non reggere l’impatto del Mose, ai flussi turistici che arrivano a Venezia». A. Zo. – C. Ga.

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anno aspettato l’orario di chiusura e, approfittando di un momento di distrazione del personale, si sono intrufolate negli uffici e hanno messo le mani sulla borsa di una dipendente. Non sono però riuscite a uscire senza essere scoperte. I titolari e la dipendente hanno chiamato subito i carabinieri che hanno arrestato entrambe le ladre: P.N., di 48 anni, e D.C.M., di 28, entrambe residenti a Trivignano e di origine sinti, con parecchi precedenti alle spalle sempre per piccoli furti. Le due donne martedì sera hanno preso di mira la floricoltura di Riviera San Pietro a Oriago, ma il colpo non è andato a buon fine. All’arrivo dei militari della tenenza di Mira, le due sono state fermate e con loro avevano ancora il bottino, riconsegnato alla proprietaria. Nella borsa oltre agli effetti personali c’erano alcune centinaia di euro. Entrambe sono state arrestate e ieri, nel corso della direttissima, il giudice ha disposto nei loro confronti l’obbligo di dimora a Trivignano, rinviando l’udienza al prossimo 5 febbraio. Le due ladre, come molti loro «colleghi», hanno approfittato del fatto che da qualche giorno, con il cambio dell’ora, il buio scende prima. Non è un caso che nell’ultima settimana i carabinieri abbiano registrato un lieve incremento dei furti. Colpi messi a segno soprattutto nel tardo pomeriggio, quando è già buio e i cittadini sono ancora al lavoro. Sabato tre case sono state svaligiate in poche ore a Spinea e altri furti sono stati denunciati in Riviera del Brenta. L’appello dei carabinieri ai cittadini è di tenere gli occhi aperti e di chiudere sempre tutto anche nel caso in cui si esca solo per pochi minuti. (e. bir.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IlmuseochesegueglisguardideibambiniaLigabue Storia naturale intitolato al paleontologo. Il sindaco: testimone di una città viva. Il documentario Visionario, eclettico, un uomo a tutto tondo capace di coniugare la sua vita da imprenditore alla passione per la paleontologia. È a quattro anni dalla scomparsa di Giancarlo Ligabue, proprio nel giorno in cui è nato, che Venezia lo omaggia intitolandogli il Museo di Storia Naturale, di cui è stato direttore dal 1978 e che ospita le sue più grandi scoperte: gli scheletri dell’«Ouranosaurus nigeriensis» e del coccodrillo «Sarcosuchus imperator». Il rapporto tra Ligabue e il museo è iniziato infatti a metà degli anni Settanta in seguito ad una missione da lui organizzata nel deserto del Ténéré, nel Niger orientale, in collaborazione con Philippe Taquet VENEZIA

Cerimonia L’intitolazione del museo di Storia Naturale a Giancarlo Ligabue (Foto Vision)

del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi (anch’egli presente ieri alla cerimonia).«Giancarlo Ligabue è stato uno dei padri fondatori della cultura del Novecento a Venezia — commenta Gabriella Belli, direttrice della Fonda-

zione Musei Civici —. Il museo è nato con lo spirito di seguire gli sguardi dei ragazzi ed è nei cuori dei concittadini, tanto che è per l’80 per cento è frequentato da persone della città metropolitana». Un museo «vivo», come lo definisce il suo attuale direttore Luca Mizzan, protagonista del riallestimento nel 2011 che ha dedicato a Ligabue una stanza nella sezione «Esploratori veneziani, racconti di viaggi, ricerche e spedizioni», e che con 80 mila visitatori attrae soprattutto bambini. «Entrando qui, ho visto dei bambini per osservare il dinosauro: uno di loro ha esclamato “Questo è un vero cartone animato” — dice Maria Cristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei

Civici —. Il museo non poteva che essere intitolato a Giancarlo, che ci ha insegnato che nella vita dobbiamo restituire alle nuove generazioni». «Mio padre era costantemente animato dal desiderio della conoscenza, un’ansia di scoprire altri mondi, altre culture, il nostro passato. Quell’inquietudine positiva che lo ha mosso verso mondi noti e ignoti — aggiunge commosso Inti Ligabue —. Abbracciava diversità e culture altre. Questo è l’insegnamento che voglio trasmettere a mia figlia Silvia Diletta, quando passeggerò con lei per le strade museo, raccontandole le storie e i sogni indimenticabili del nonno». Una figura che assurge a simbolo di chi ha creduto in

La vicenda ● Ieri è stato intitolato il museo di Storia Naturale di Venezia, di cui è stato direttore dal 1978, a Giancarlo Ligabue ● L’imprenditore paleontologo è morto il 25 gennaio 2015. Era nato il 30 ottobre del 1931

Venezia, come ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro: «Come Giancarlo, sono tante anche oggi le persone generose che sperimentano a Venezia e che testimoniano come sia una città viva. In questo museo leggiamo il passato, ma per pensare al futuro. Non solo a qui, ma in tutta Italia siamo circondati da un’enorme ricchezza che abbiamo ereditato e di cui dobbiamo dimostrarci degni: non è detto infatti che continui sempre, si deve combattere per mantenerla». E ieri sera alla Scuola Grande della Misericordia è stata proiettato in anteprima il documentario sulla vita di Giancarlo Ligabue «Avere una vita, viverne due». Camilla Gargioni © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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Verso le elezioni regionali Dalla torta secessionista di Bano alla bandiera dei catalani a Ferro-Fini Guadagnini: «Tentativi maldestri, noi vogliamo battere il governatore»

Lega, sfidanti a caccia dei voti venetisti Marcato: «Compagni che sbagliano...» IL RETROSCENA

Filippo Tosatto acché quattro-cinque per cento, le briciole le lasciamo agli altri: noi vogliamo governare il Veneto. Zaia? Ha tradito la causa e non è eterno, uscito di scena lui, la Lega si sgonfierà». Parole baldanzose quelle dell’indipendentista Antonio Guadagnini, in tasca una laurea in matematica, nel cuore un sogno irriducibile: trasformare la “terra di San Marco” in una repubblica sovrana. È il traguardo condiviso da un arcipelago di gruppi e movimenti venetisti: reduci da stagioni di liti furibonde, hanno ritrovato l’unità nel neonato “Partito dei Veneti” e promettono di vendere cara la pelle nel voto di primavera. La prospettiva – obiettivamente – non turba i sonni del Carroccio (largamente vincitore nei pronostici) ma innesca la rincorsa sotterranea dei singoli candidati leghisti, che nel bacino secessionista intravvedono chances di successo elettorale altrimenti insperate.

«M

LA SAGRA E IL BULLDOG

È il caso di Marcello Bano, il vicepresidente della Provincia di Padova che mira al balzo in consiglio regionale. Alla sagra del folpo (sic) di Noventa ha esibito una torta guarnita dallo slogan “Veneto is not Italy”, applauditissima dai famelici convenuti. Più che una strizza-

ta d’occhio, un segnale esplicito. Al suo fianco c’era Roberto “bulldog” Marcato, assessore in Regione, lesto però a prendere le distanze: «Ci vado ogni anno per trascorrere una serata con i militanti, sulla torta che ho tagliato c’erano la bandiera del Leone e la scritta “Vince la squadra”. Dell’altra non so nulla». Proprio nulla? «Parliamoci chiaro, l’aspirazione venetista appartiene al Dna della Liga, è parte delle nostre origini, ma l’evoluzione e la crescita del movimento ci hanno condotto in una direzione diversa: abbiamo imboccato la strada dell’autonomia da Roma, legittimata dalla maggioranza assoluta dei veneti attraverso un referendum. E gli ostacoli di ogni tipo che la casta reazionaria ci frappone da due anni a questa parte, dimostrano che non si tratta di poca cosa ma di una conquista di valore storico, alla quale non rinunceremo mai». CONTRO ZAIA E SALVINI

I secessionisti – ma anche gli avversari di ogni colore – sostengono che avete sprecato tempo e risorse senza uno straccio di risultato... «La partita è aperta, le resistenze sono forti. Personalmente provo fastidio verso chi percepisce stipendi e vitalizi grazie ai nostri voti e ora ci aggredisce. Mi rivolgo piuttosto ai “compagni che sbagliano” (ah, i trascorsi da diciottenne nella federazione giovanile comunista... ndr), a quelli che, in buona fede e con mezzi pacifici, condividono la nostra fede nel popolo veneto, nella sua lingua e

nuova riunione tecnica al ministero

Autonomia, Zaia punge «Stallo insopportabile» VENEZIA. Riunione romana senza acuti sul fronte dell’autonomia. La delegazione veneta e i tecnici del ministero per gli Affari regionali - si apprende da Palazzo Balbi, che parla di «clima cordiale tra le parti» - hanno discusso la “parte generale” della riforma, ovvero i contenuti che dovranno ispirare la legge-quadro annunciata dal ministro Francesco Boccia, rinviando ai prossimi incontri la cosiddetta “parte speciale”, ovvero l’approfondimento del-

nella sua storia: l’indipendenza non è praticabile, chi afferma il contrario inganna i cittadini, lo vediamo in queste ore in Catalogna dove pure una popolazione intera è scesa in piazza. Inseguire miraggi e nostalgie produrrà solo delusioni». Due settimane fa, Luciano Sandonà e Riccardo Barbisan hanno sventolato la bandiera catalana nell’aula di Palazzo Ferro-Fini... «C’ero anch’io, è stata una manifestazione di solidarietà dopo le assurde condanne inflitte a chi si batte in nome di un ideale. Altra cosa sono i furbetti. Se tra noi c’è chi spera nel consenso degli avversari, resterà a bocca asciutta: chi sogna la secessione dall’Italia premierà gli indipendentisti, chi vuole l’autonomia sceglierà la Lega. Auguri al Partito dei veneti, o meglio ai suoi sostenitori sinceri, ma non credo proprio che attaccare Luca Zaia, il governatore più bravo e popolare d’Italia, si rivelerà una strategia felice».

Il governatore veneto Luca Zaia

Un raduno venetista a Venezia. Sotto, da sinistra, Roberto Marcato, Marcello Bano e Antonio Guadagnini

la cassazione esige la modifica del testo

Referendum elettorale Il quesito è da rifare Voto d’urgenza in aula

IL MIRAGGIO SCOZZESE

«Sì, c’è in giro qualche arrivista che prova a tenere il piede in due staffe ma è un tentativo maldestro», commenta Guadagnini «la linea dell’ “orgoglio italiano” adottata da Matteo Salvini ha definitivamente svelato il bluff della Lega, non soltanto sul versante dell’indipendenza – abbandonata senza lottare – ma perfino su quello autonomista, dove Zaia non è riuscito neppure a imitare il modello scozzese o quello in vigore da decenni tra i catalani: è una colpa che gli elettori non gli perdoneranno». —

le singole materie di competenza rivendicate dall’amministrazione di Luca Zaia. Quest’ultimo, peraltro, si è associato alle perplessità GIà espresse dall’omologo lombardo, Attilio Fontana, circa la volontà di Boccia di istituire una commissione di esperti che affianchi il percorso: «Qui si sta solo allungando il brodo», il commento del governatore veneto «cè un dato concreto che si continua a trascurare e si chiama Costituzione della Repubblica italiana. Non accettiamo più questo stallo, l’autonomia richiesta dal Veneto, dove hanno votato al referendum oltre due milioni di persone, è l’autonomia di tutti i cittadini, aldilà del colore politico. Bisogna essere seri e il Governo deve dirci cosa vuole fare». —

VENEZIA. La fretta è cattiva consigliera e spesso induce a fare pasticci. È il caso del quesito referendario che mira a trasformare il sistema elettorale in senso maggioritario, abolendo l’attuale quota proporzionale così da prevedere collegi unici e successo del candidato più votato. Su invito di Matteo Salvini, otto consigli regionali (a fronte dei cinque richiesti dalla legge) hanno approvato a tamburo battente la richiesta di consultazione e il Veneto a tra-

zione leghista ha fatto da battistrada. Ma la Corte di Cassazione, competente a valutare l’istanza, ha obiettato circa la formulazione del quesito, esigendo – entro l’8 novembre – un’integrazione e e un cambiamento di denominazione del testo; secondo i giudici della Consulta, non è accettabile la dicitura sintetica prevista dalle leggi referendarie approvate dalle assemblee regionali, occorre invece che il quesito specifichi «l’integrale trascri-

«ospedali verso il collasso»

M5S si allea alle civiche in difesa della sanità VENEZIA. Archiviata (complice il tonfo in Umbria) l’ipotesi di un’alleanza con il Pd, i 5 Stelle del Veneto aprono alla collaborazione con le liste di Coalizione civica e lo fanno in un versante cruciale qual è la tutela della salute. «Giù le mani dalla sanità pubblica sempre più ridotta in favore di privatizzazioni, “convenzioni’”con il privato e concentrazione nei poli sanitari dei grandi centri», le parole di Jacopo Berti e Manuel Brusco

«la sanità rappresenta l’80% del bilancio regionale, ma tra project financing e convenzioni, fette sempre più consistenti di questo bilancio vengono sottratte all’assistenza territoriale in favore di operazioni che producono forse un bilancio da esibire nella classifiche dell’eccellenza, ma non rispondono ai bisogni dei cittadini. L’assistenza territoriale è la prima, la più vicina ai cittadini, la più sentita delle funzioni del ser-

zione dei testi delle disposizioni di cui si chiede l’abrogazione». La circostanza ha costretto il presidente dell’assemblea di Palazzo Ferro-Fini Roberto Ciambetti (autentico regista dell’operazione) a correre ai ripari: ieri la commissione Affari istituzionali ha approvato, a maggioranza, la modifica alla proposta di deliberazione amministrativa e lunedì il provvedimento approderà in aula per il via libera definitivo: relatore sarà il leghista Alessandro Montagnoli, correlatore d’opposizione Orietta Salemi del Pd. Prevedibili fin d’ora le proteste di dem e 5 Stelle che nella precedente votazione avevano bollato come «pagliacciata» l’iniziativa, accusando la Lega di piegare le istituzioni al volere di Salvini. —

vizio pubblico e in Veneto purtroppo assistiamo alla sua costante demolizione». «Un esempio clamoroso di come si portino a morire interi ospedali», affermano i consiglieri pentastellati «arriva dal Vicentino ed è rappresentato dal polo di Santorso. Al pronto soccorso mancano14 medici su 22, in rianimazione 12 su 29, i n radiologia 5 su 17, in medicina Generale, ne mancano 8 su 24 e ancor, 7 in Ortopedia su 12. I cittadini, con tutti i disagi immaginabili, devono rivolgersi ad altre strutture del Vicentino, con il risultato che tra non molto sarà fin troppo facile per la Regione, dire che quest’ospedale non è necessario. Ora basta, tutto questo deve finire». —


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GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

il coordinamento nazionale a mestre

Luxottica, stabilizzati ben 1.251 lavoratori Nel contratto integrativo si parlava di 1.150, ma la società ne ha assunti 101 in più. Sindacati di categoria soddisfatti

Paola Dall’Anese MESTRE. Sono 1.251 e non

1.150 i lavoratori stabilizzati a tempo indeterminato dal primo luglio negli stabilimenti di Luxottica. La notizia è arrivata ai sindacati di categoria dai vertici del colosso mondiale dell’occhialeria nel corso del coordinamento nazionale del gruppo riunitosi a Mestre. Rispetto a quanto previsto nel contratto integrativo, la società di patron Del Vecchio ha deciso di trasformare a tempo indeterminato 101 contratti in più di quelli annunciati. Questo anche per rispondere alle necessità produttive del gruppo. Una notizia che è stata accolta molto positivamente dalle parti sociali. «Non può che essere positivo il nostro giudizio su questo aumento di stabilizzazioni», commenta Rosario Martines, segretario della Uiltec Uil. «Si tratta di una risposta anche all’ulteriore crescita di fatturato dell’azienda dopo la fusione con Essilor». «Tutto questo è stato possibile», fanno sapere anche le segreterie nazionali di Filc-

tem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil firmatarie dell’accordo, «grazie alla gestione continua dell’accordo integrativo da parte delle rsu degli stabilimenti e delle segreterie sindacali territoriali, i cui effetti positivi proseguono ancora oggi. Questo a dimostrare che l’elemento di inclusività in tale accordo è fortemente presente e che il lavoro di contrattazione dei sindacati non si è esaurito solo nella stabi-

Il gruppo ha ribadito l’intenzione a seguire il contratto nazionale dopo l’uscita da Anfao lizzazione dei precari in somministrazione, ma è proseguito e proseguirà costantemente nel tempo per migliorare le condizioni lavorative ed economiche di tutti coloro che si impegnano quotidianamente nell’azienda con il loro lavoro». L’incontro di ieri a Mestre, infatti, è servito anche per fare il punto sullo stato di attuazione del contratto integrativo. «Contratto che cerca di

mobilità cittadina

«Basta auto al Duomo» La Fiab di Belluno appoggia la petizione BELLUNO. La Fiab appoggia la

petizione dei cittadini del centro storico per impedire il parcheggio selvaggio nelle piazze cittadine e, alla lunga, trovare una soluzione per chiudere il centro al traffico. Quello del parcheggio in piazza Duomo, scrive la Federazione ambiente e bicicletta, «è un problema che Fiab Belluno da tempo sta segnalando». «Belluno è ricca di parcheggi», continua la Fiab. «1596 posti auto a servizio del solo

centro storico, e tutti noi cittadini contribuiamo per la loro manutenzione, illuminazione e per il funzionamento e la manutenzione della scala mobile del parcheggio di Lambioi, che in meno di 5 minuti ci porta nella centralissima e splendida piazza del Duomo. Il parcheggio notturno e domenicale nella suddetta piazza comporta un inquinamento visivo, espressione che indica l’alterazione di qualsiasi ambiente - paesaggio naturale o urbano – causato da ele-

dare una risposta alle molteplici esigenze dei dipendenti: dalla domanda di part time al nuovo schema di lavoro in seguito all’introduzione dell’orario flessibile a seconda dei picchi produttivi», precisa anche Nicola Brancher della Femca Cisl. «Si tratta di tante cose che pian piano stiamo cercando di risolvere, ma come si capisce è complesso. Comunque entro la fine dell’anno incontreremo i lavoratori in assemblea per avere un feedback». Nel corso dell’incontro si è anche parlato dell’uscita di Luxottica da Anfao. La società ha spiegato che questa è la conseguenza dell’uscita da Confindustria dello scorso anno e della sua veste ormai globale. «Ci è stato, inoltre, consegnato un documento firmato dalla società», precisa Denise Casanova a capo della Filctem Cgil, «in cui c’è l’impegno ad applicare il contratto nazionale». Intanto il sindacato auspica che a breve arrivi anche la convocazione da parte della Regione Veneto al tavolo per discutere delle nuove prospettive per l’occhialeria. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

menti sgradevoli alla vista, come le macchine parcheggiate in una pregevole piazza». «La bellezza dei luoghi», prosegue la Federazione, «contribuisce positivamente sullo stato d’animo delle persone mentre l’inquinamento visivo incide negativamente sul loro benessere. Una pur bella città si imbruttisce quando è affetta da inquinamento visivo; una bella piazza diventa deprimente se trasformata in parcheggio; un bel palazzo - come il palazzo dei Rettori o il Fulcis - non può essere fotografato se la vista della facciata è impedita da macchine parcheggiate. Fiab Belluno si unisce quindi pubblicamente alla petizione promossa da Laura Portunato e dai cittadini sottoscrittori della petizione», conclude il presidente Pierluigi Trevisan. —

Lo stabilimento di Luxottica di Agordo

francesco pingitore

«Stefania Ganz valido assessore Non se ne vada» «Sarebbe un vero peccato se l’assessore Ganz si dimettesse. Sono ben altri gli assessori che non servono a questa giunta». Il consigliere di opposizione Francesco Pingitore si augura che la Ganz ci ripensi e non lasci il Comune: «È un tecnico ed è brava, sarebbe un vero dispiacere se andasse via. Mi chiedo, invece, a cosa serva un assessore al personale se ci sono tutti questi problemi con i numeri dei dipendenti», conclude il consigliere.

ACCETTAZIONE TELEFONICA NECROLOGIE

800.700.800 Il servizio è operativo TUTTI I GIORNI COMPRESI I FESTIVI DALLE 10 ALLE 19

PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO: VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ

Operatori telefonici qualificati saranno a disposizione per la dettatura dei testi da pubblicare Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere pronto un documento di identificazione per poterne dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.)

E' silenziosamente mancato

SILVANO GORZA di anni 85

Ne danno il triste annuncio: la moglie Milena, i figli Alessandro e Daniele, le nuore, i nipoti e i parenti tutti. I funerali avranno luogo oggi, giovedì 31 ottobre, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale degli Angeli a Feltre. Feltre, 31 ottobre 2019 I.O.F. PERER GUIDO - SEREN DEL GRAPPA Tel. 0439/44094

Dopo lunga malattia, amorevolmente assistito dai suoi cari, è mancato al loro affetto

... l’ultima scalata

E’ mancato all’affetto dei suoi cari

LUCIO NARDEI di anni 74 Lo annunciano con dolore la moglie Iole, le figlie Nicoletta con Giovanni e Marzia con Mauro, i nipoti Riccardo e Carlotta, le sorelle, il fratello, i cognati, Laura e Emanuele, i parenti tutti. I funerali avranno luogo oggi, giovedì 31 ottobre, alle ore 15 nella cripta della chiesa parrocchiale di Polpet. Per espressa volontà di Lucio si proseguirà per la cremazione e le ceneri verranno tumulate nel cimitero di Cusighe in Belluno.

GIUSEPPE SOMMAVILLA VIGNA Addolorati lo annunciano a tumulazione avvenuta la moglie, i figli Daniele, Sabina e Stefania, i cari nipoti Lorenzo, Damiano, Sveva, Diletta, Serena, Anna e Margherita e i familiari tutti.

Ai fiori saranno gradite offerte da devolvere all’Associazione “ F. Cucchini ” Ponte nelle Alpi, via dei Zattieri n. 10/d, 31 ottobre 2019 CALDART di Antonio e Walter- Belluno - Ponte nelle Alpi - Tel. 0437/944754 Condoglianze online - www.caldartbelluno.it

Belluno via Uniera dei Zater n. 26, 31 ottobre 2019 DE DEA GELISIO BELLUNO - Longarone - Ponte nelle Alpi - Mel - Tel. 0437/950521 Condoglianze Online: www.gelisio.it


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Primo Piano

Giovedì 31 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Il nuovo ospedale

A gennaio “nasce” il policlinico `In 60 giorni la pubblicazione sui siti e le osservazioni, L’annuncio del presidente della Regione, Luca Zaia: «Pronta la proposta di accordo di programma fra gli enti» poi ci sarà la firma che sancirà l’avvio del doppio polo `

IL DOCUMENTO PADOVA Il nuovo super policlinico

da 900 posti nell’area di Padova est dietro al palasport si fa sempre più realtà. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha annunciato che i tecnici dei vari enti coinvolti hanno trovato l’intesa sul documento-madre dell’operazione, ovvero la proposta di Accordo di programma che li legherà per la sua realizzazione. Questo significa che la conferenza di servizio è già stata ultimata, i rapporti fra gli enti sono chiari e non mancano che le firme politiche. Le quali arriveranno dopo che la bozza sarà pubblicata sui siti degli enti per 30 giorni e altri 30 ne passeranno per le osservazioni. Insomma a metà gennaio o al più tardi entro il mese sarà possibile la sottoscrizione che farà “nascere” il nuovo ospedale sui 513.968 metri del S. Lazzaro.

I TEMPI Da quel momento i più ottimisti (il dg dell’Azienda ospedaliera Flor) stimano due anni per il bando per la progettazione, l’assegnazione e la burocrazia, mentre è più facile che ce ne vogliano dai 4 ai 5. Se pensiamo che si farà più presto a costruirlo possiamo dire che nel 2029 potremmo vederlo in piedi. E sarà il gioiello del Veneto, un ospedale senza pronto soccorso perchè destinato solo ai casi impossibili curati dai migliori specialisti in circolazione. L’Università ha già consegnato per tempo alla Regione il suo “documento di visione” per il tipo di medicina che immagina da qui a dieci anni. Dove ci saranno robot in sala operatoria una tecnica radiologica molto più potente, una ricerca che si svilupperà accanto al letto del paziente insieme alla cura. Ma soprattutto un concetto rovesciato rispetto a quello odierno: il paziente che ruota intorno all’ospedale sa-

rà sostituito da quello dell’ospedale che ruota intorno al paziente.

IL GIUSTINIANEO L’Accordo fotocopia la pre-intesa che era stata stilata fra Giordani e Zaia nel dicembre del 2017. Ovvero, oltre al policlinico nuovo di zecca prevede la ristrutturazione del Giustinianeo che diventerebbe un vero e proprio nuovo ospedale con il pronto soccorso e nel quale confluirebbero i 290 posti del Sant’Antonio. Inoltre in pieno centro sarà già attiva la nuova Pediatria e il nuovo complesso di Ostetricia e Ginecologia (anche questa rifatta da capo a piedi) con 343 posti. In tutto il sistema arriverebbe a 1.655 po-

sti contro i 1.348 di oggi. Parte integrante la cessione al Comune da parte della Regione del terreno sul quale si trovano oggi le cliniche per la realizzazione del Parco della Mura. La proposta di Accordo di Programma per la realizzazione del “Nuovo polo della salute-ospedale policlinico di Padova” come si

dice nella scrittura coinvolge Regione, Azienda Ospedaliera, Università, Comune e Provincia. Come si sa il Comune ha dato gratuitamente i suoi terreni alla Regione, prendendone anche una gran fetta dai privati confinanti in cambio della possibilità di edificare in quella che si tenevano. Quei terreni fra un po’varranno come l’oro.

L’AREA DI PADOVA EST DIVENTA RISERVATA AL NUOVO INSEDIAMENTO, VIA LIBERA ANCHE AL PARCO DELLE MURA AL POSTO DELLE CLINICHE

I FONDI L’Accordo non solo regola i

rapporti fra i vari enti, il cambio di destinazione dell’area e i posti letto previsti, ma anche come verrà finanziata. All’atto della firma sapremo dunque come la Regione che ha già messo in cassaforte 150 milioni, sarà sostenuta dall’Inail che si è detto disposto a finanziarla con altri 450. Sarà interessante scoprire la modalità: prestito secco? Oppure l’Inail si compra il complesso e dopo ce lo affitta? Il resto del denaro dovrebbe uscire dal ministero della

Salute (78 milioni) e dai fondi per l’edilizia sanitaria, fino ad arrivare ai 650 milioni previsti.

letto di “ospedale di comunità” (sorta di struttura intermedia tra l’assistenza domiciliare e l’ospedale, in sostanza un ponte tra i servizi territoriali e l’ospedale per tutte quelle persone che non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero rice-

vere a casa) e dove la “parte del leone”, a dare lustro all’area, sarà l’Ospedale della mamma e del bambino, ovvero la nuova Pediatria, insieme con le attività riservate a donne e mamme. L’area materno-infantile cioè, forte di 343 posti letto e 15 primariati, resta dov’è: parliamo nello specifico di ostetricia e ginecologia, pe-

ZAIA Luca Zaia: «Sono molto soddisfatto, perché un altro tassello fondamentale per il futuro della sanità non solo veneta è andato al suo posto. Il Policlinico Internazionale del Veneto e di Padova è sempre più realtà attraverso due presidi sanitari complementari e di pari dignità dimensiona-

OSPEDALE CIVILE Le schede regionali dicono che il “Giustinianeo” ospiterà una struttura intermedia chiamata “ospedale di comunità” e il grande reparto di Pediatria

Il “Giustinianeo” rimarrà senza Pronto soccorso, ma ospiterà la Pediatria IL PIANO PADOVA Due facce di una stessa medaglia, con funzioni diverse ma integrate. La fotografia di quello che verrà l’hanno scattata le nuove schede ospedaliere approvate dalla Giunta regionale veneta nella primavera scorsa che, fissando la programmazione sanitaria pluriennale, raccontano per filo e per segno la futura configurazione dell’attesissimo nuovo polo della salute a San Lazzaro con conseguente, massiccia rivisitazione dell’attuale area giustinianea. Ebbene, complessivamente il “Policlinico su due poli”, come tanto ama chiamarlo la Scuola medica dell’Uni-

versità di Padova, conterà 1.662 posti letto e ottantotto reparti con altrettanti primari. Posti letto così suddivisi: 918 a Padova Est (56 primariati), classificato come “hub nazionale e regionale”, e 734 in via Giustiniani (32), quest’ultimo vedrà praticamente dimezzata la sua capacità ricettiva (ora i letti sono circa

LE SCHEDE SANITARIE HANNO GIÁ STABILITO LA SUDDIVISIONE DEI REPARTI: IN CENTRO STORICO RIMARRÁ UN FIORE ALL’OCCHIELLO

1.300) con una diversificazione importante delle funzioni, tra l’una e l’altra parte. Attività trapiantologica, alta chirurgia, interventi a forte complessità, tutto quello che richiede una professionalità ultra-specialistica troveranno posto nel nuovo Policlinico a Est che sarà la “sede” ufficiale anche del campus voluto dalla compagine universitaria, ovvero della ricerca scientifica con laboratori e della didattica con aule studio. L’assistenza inquadrata un gradino più sotto, ma certamente non meno importante, tutto quello che non richiede altissima specialità, rimarrà entro l’area di via Giustiniani che perde il pronto soccorso, ma acquista 50 posti

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III

Primo Piano

Giovedì 31 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Giordani: «Anticipiamo i tempi, sarà un’eccellenza senza rivali» La soddisfazione del sindaco: «Ben venga il lavoro `Il rettore Rizzuto: «Un ulteriore tassello verso in silenzio. A gennaio porteremo tutto in Consiglio» un obiettivo fondamentale per l’Università» `

LAVORO EFFICACE

LE REAZIONI

STRADA COMUNE Da sinistra il sindaco Sergio Giordani, il governatore Luca Zaia, il dg dell’Azienda ospedaliera Luciano Flor e il rettore del Bo Rosario Rizzuto: tutti impegnati per lo stesso obiettivo

le, e consentirà la rigenerazione e riqualificazione del polo storico di via Giustiniani. Una casa, dalla più piccola alla più grande come quest’opera va costruita partendo da fondamenta solide. L’Accordo in questione ne è una parte fondamentale. Dà solidità all’intero progetto, prospettive certe, le linee da seguire per realizzare una delle più importanti opere strutturali sanitarie d’Europa». Mauro Giacon

PADOVA «Stiamo anticipando la tabella di marcia, ora serve un grande gioco di squadra» scrive il sindaco Giordani poche ore dopo l’annuncio della Regione sull’Accordo di programma. «Un altro passo avanti, un tassello fondamentale» aggiunge il rettore Rizzuto. Palazzo Moroni e Palazzo Bo suonano note che appartengono allo stesso spartito: quello del Comune e dell’Università è un unico coro e parla sempre di «grande soddisfazione». Il primo a commentare la notizia è proprio Giordani. «La salute dei padovani è sempre stata la mia priorità ed è per questo che i nostri tecnici assieme a quelli della Regione e di tutte le altre istituzioni hanno lavorato ininterrottamente, compreso il mese di agosto, per arrivare al fondamentale passo di ieri - le sue parole - . Stiamo anche anticipando la tabella di marcia e in gennaio arriveremo in consiglio comunale. Io amo che si lavori in silenzio e con passione per produrre fatti veri per la gente, spero che si sia capita una cosa: non siamo infallibili ma per quanto possibile questa maggioranza fa ed attua quello che dice». Giordani spende anche parole per la Regione: «Devo ringraziare il governatore Zaia per la costante collaborazione. Ora serve un grande gioco di squadra tra tutti gli attori in campo, compreso il governo nazionale, per correre verso il risultato: dare alla città due poli ospedalieri che risulteranno eccellenze internazionali e daranno ai cittadini un servizio sanitario di primissimo livello che non teme rivali».

GLI OBIETTIVI Il sindaco fissa gli obiettivi.

Esprime soddisfazione e parla di «lavoro molto efficace da parte del nostro ufficio Urbanistica e dei tecnici dell’azienda ospedaliera» il vicesindaco Arturo Lorenzoni. «Abbiamo sempre seguito da vicino il percorso e ora è stato fatto un’ulteriore passo in avanti e auspichiamo che ora la stessa collaborazione con la Regione si estenda a tutti gli altri aspetti della gestione della sanità» dichiara l’assessore delegato all’urbanistica.

L’ATENEO

PADOVA EST L’area dove nascerà il nuovo ospedale. Ieri è stato firmato l’Accordo di programma

IL VICESINDACO LORENZONI: «I TECNICI HANNO OPERATO MOLTO BENE, ORA È IMPORTANTE CHE LA COLLABORAZIONE POSSA CONTINUARE» IL SENATORE DE POLI SCRIVE AL MINISTRO SPERANZA: «ANCHE IL GOVERNO INVESTA ECONOMICAMENTE SU QUESTA STRUTTURA»

«Pari dignità dei due poli - spiega -, rigenerazione completa del Giustinianeo con conseguente salvaguardia urbanistica dei quartieri limitrofi e del centro cittadino che ora potranno essere tranquilli per sempre. Quell’area non solo si salverà nelle sue funzioni, ma si rilancerà con forza e questo non era scontato. Inoltre daremo vita a un magnifico Parco delle Mura che sarà un gioiello verde nel pieno del nostro centro storico. Questa - prosegue Giordani - è anche una vittoria del buon senso. Tutti sanno che mi sono battuto perché non venisse dismesso il polo sanitario in centro città: sarebbe stata una situazione a grave rischio dissesto socio economico e anche degrado ur-

Il cronoprogramma Obiettivo fissato: inaugurare nel 2034

diatria, patologia neonatale, terapia intensiva neonatale e pediatrica, pronto soccorso pediatrico, malattie metaboliche ed ereditarie, nefrologia pediatrica, hospice, neuropsichiatria infantile, centro malattie rare, chirurgia pediatrica, cardiochirurgia e neurochirurgia pediatria, urologia pediatrica.

Cinque le aree disciplinari nelle quali verrà articolato il nuovo ospedale a Est. Partiamo dall’area medica che disporrà di 391 posti letto e sarà guidata da 16 primari (di cui 3 per altrettanti reparti di Medicina generale alla quale sarà dedicata la bella cifra di 120 letti, a risposta del progressivo invecchiamento della popolazione), l’area chirurgica avrà 417 posti letto per 17 direttori (cardiochirurgia e trapianti di cuore, struttura di riferimento regionale), area terapia intensiva con 90 letti e quattro direttori suddivisi tra anestesia, terapia intensiva, terapia intensiva cardiochirurgica e cardiologica, grandi ustionati. Venti posti letto saranno dedicati all’area di Neuroriabilitazione e unità spinale (un primario), quinta e ultima area quella dei Servizi di Diagnosi e cura, 18 primari. Qui verranno trattate anche allergie, malattie trombotiche ed emorragiche, l’invecchiamento cerebrale, il piede diabetico, le patologie retiniche e ci saranno il centro antiveleni e il centro antidoping. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA

Realisticamente, il nuovo ospedale a Padova Est quando sarà pronto? Svetterà sull’orizzonte non prima di quindici anni a questa parte, quindi per il taglio effettivo del nastro se ne parlerà nel 2034. Inail ha inserito l’opera nel proprio Piano triennale di investimenti con relativo finanziamento di 450 milioni di euro a cui si aggiungono i 150 stanziati dalla Regione del Veneto per il polo di via Giustiniani (in foto) con l’avanguardia della nuova Pediatria, per cui il budget (salvo sorprese) non dovrebbe impensierire. Un rischio potrebbe essere legato, piuttosto, alla solidità delle imprese di costruzione.

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bano. Il tutto a ridosso di alcuni dei quartieri più popolosi della città come Forcellini, San Osvaldo, Santa Rita, Città giardino, Terranegra. Alla fine abbiamo trovato una mediazione con Zaia che ha superato gli accordi abbozzati dalla giunta precedente e questo per me è stato uno degli elementi determinati. Questo accordo - è la precisazione politica finale - non è quello che ho ereditato ma il frutto della nostra autonoma e buona interlocuzione con la regione. Allo stesso tempo a Padova est l’università potrà coltivare ulteriormente i suoi traguardi di eccellenza e anche per quel territorio ci saranno positive ricadute per la città».

«Ancora un passo avanti nella direzione della costruzione del nuovo Polo della Salute di Padova – sono le parole scelte dal rettore del Bo, Rosario Rizzuto –. L’accordo di programma firmato è un altro tassello verso un obiettivo fondamentale per la sanità veneta e per la medicina universitaria». Tornando alla politica, il senatore Udc Antonio De Poli lancia un appello bipartisan: «Sull’ospedale di Padova, è tempo di fare rete. Non ha senso rivendicare primogeniture. Da troppo tempo la città di Padova e il Veneto aspettano di tagliare questo traguardo importante. E’ indispensabile che da parte di tutte le forze politiche, in maniera bipartisan, ci sia un pressing nei confronti del governo. L’esecutivo faccia la sua parte. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, la scorsa settimana, ha annunciato nelle Commissioni congiunte Igiene e Sanità di Senato e Camera un aumento di due miliardi sull’edilizia ospedaliera. Al governo - evidenzia De Poli - chiediamo di destinare le risorse sul nuovo ospedale: è un investimento sulla sanità e sulla medicina, con un’opera che come ha detto il presidente Zaia ha una valenza internazionale ed è strategica per il Paese». De Poli annuncia un’interrogazione al ministro per chiedere un impegno finanziario. Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA


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del NordEst

ANNO 133- N° 258

VENEZIA MESTRE

Giovedì 31 Ottobre 2019

Mirano Va a processo l’ex dirigente della Regione a luci rosse Munaro a pag. XV

La mostra I mille tesori sconosciuti della pesca in laguna

www.gazzettino.it

Serie A Juve, sorpasso col brivido al 96’ Crollo Udinese, altra goleada: 0-4

Marzo Magno a pagina 17

Alle pagine 20 e 21

Manovra, ecco le nuove tasse

Veneto

Gloria e Marco, le ultime parole `Nella bozza spuntano altri prelievi su energia, `Casa, possibili aumenti dall’unificazione Imu-Tasi atto d’accusa fumo, vetture aziendali e concessionari autostradali ma salta il maggiore prelievo sulle compravendite per la strage Il retroscena

La tregua sul bilancio alla prova dell’aula Alberto Gentili a pax umbra è durata poco. Ma, rispetto ai giorni precedenti alla mega-batosta subita domenica, la coalizione rosso-gialla è riescita a dare il via libera alla manovra con un solo scontro, anche se duro, sui finanziamenti a Radio Radicale. Per il resto, Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri per evitare nuove crisi di nervi, hanno dato ragione a Luigi Di Maio. Così passa, a sorpresa, la linea del leader 5Stelle di non toccare nulla, ma proprio nulla, dell’attuale regime forfettario per le partite Iva fino a 65 mila euro. Compresi i 20 mila euro annui per i beni strumentali. Nessuno, però, ha soffiato sul fuoco. Al termine del vertice tutti i leader hanno rassicurato in coro: «E’ andata bene, se non fosse per la questione di Radio Radicale il summit sarebbe filato tutto liscio come l’olio». E Conte, che aveva preso l’impegno di chiudere una volta per tutte il testo della legge di bilancio, in un tweet ha celebrato: «Ci sono meno tasse, meno burocrazia, meno evasione fiscale». (...) Continua a pagina 23

L

Auto aziendali, immobili, bollette, filtri e cartine per le sigarette. La legge di bilancio che sta per essere chiusa non contiene solo la tassa su zucchero e plastica: per garantire i circa 11 miliardi di maggiori entrate ecco una serie di imposte e balzelli destinati ad avere un impatto non trascurabile. Inoltre nella bozza di queste ore c’è una stretta retroattiva sugli ammortamenti dei concessionari autostradali che ha già provocato la reazione degli interessati. Le novità in tema di tassazione degli immobili vengono dall’unificazione tra Imu e Tasi. L’impianto generale del prelievo non

cambia molto, si creano però le condizioni per alcuni possibili aumenti. In compenso pare destinato a sparire l’aumento da 50 a 150 euro delle imposte ipotecaria e catastale nei trasferimenti tra privati. capitolo auto: qui la stretta riguarda le vetture aziendali con uso promiscuo. Infine la nuova imposta sull’energia prodotta da fonti inquinanti: si configura come un’accisa sui combustibili come carbone, gas naturali, gasolio e altri ancora. L’elettricità prodotta da centrali basate sulle relative tecnologie costerà quindi di più: i costi si riverseranno in bolletta. Bassi e Cifoni alle pagine 2 e 3

Il caso

Autonomia, la commissione di Boccia che irrita il Nord L’ex ministro Maroni, l’economista Viesti, teorico della “secessione dei ricchi”, il costituzionalista Bertolissi, capo della delegazione trattante del Veneto. A giudicare dai primi nomi trapelati, promette di essere trasversale la commissione

Commercio. A Vicenza e Montebelluna al posto di Auchan

nominata dal ministro Boccia affinché lo accompagni nella trattativa con le Regioni. «Qui si sta solo allungando il brodo», ha però commentato il governatore Zaia, condividendo le valutazioni del collega lombardo Fontana. Pederiva a pagina 13

Angela Pederiva esidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno testimoniato»: lo scrive sir Martin Moore-Bick, all’inizio del corposo rapporto sull’incendio alla Grenfell Tower, depositato ieri al Parlamento di Londra. Fra i 739 testimoni citati, compaiono anche i genitori di Gloria Trevisan e Marco Gottardi, i fidanzati veneti che furono tra le 72 vittime della strage (...)

«D

Prima le minacce poi la bomba: perseguitava la ex L’ordigno esploso a Marcon, fermato un trevigiano: «Ho due regalini per te» `

Torino

Rapina in casa di Marchisio: notte di terrore

Esselunga prepara lo sbarco a Nordest IL PIANO Esselunga pronta ad allargare la sua rete nel Nordest.

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Banca in Carinzia dal 1835

Crema a pagina 10

Fca-Peugeot, dai cda via libera alla fusione Questa volta il matrimonio si fa. Fiat-Chrysler e Peugeot-Citroen uniscono le forze e diventano il quarto gruppo nel mondo dell’auto. Secondo fonti citate ieri sera dal Wall Street Journal e confermate in Francia, il Consiglio d’Amministrazione di Psa, in riunione straordinaria, ha dato il via libera alla fusione. L’annuncio ufficiale delle nozze dovrebbe esserci già oggi. Il nuovo gruppo italo-americano-francese da 45 miliardi di euro, 400mila lavoratori, 8,7 milioni di auto vendute, nascerà da una fusione con scambio azionario alla pari. Pierantozzi a pagina 14

Veneto

Ifis e Fondiario: stop trattativa, sfuma l’alleanza Banca Ifis ha detto stop: nessuna alleanza col Credito Fondiario, altro istituto specializzato nell’acquisto e nella gestione dei crediti deteriorati controllato dal fondo americano Elliott. Crema a pagina 15

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE

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Rapina nella villa dell’ex calciatore Marchisio. Quattro persone armate si sono impossessate di orologi e gioielli: bottino ingente. Nicola a pagina 7

«Sto lavorando a due regalini per te». Gliel’aveva persino annunciato in uno dei tanti messaggi quotidiani. Tredici anni di vessazioni, persecuzioni, violenze, culminate il 21 ottobre con quel “regalino”: un ordigno esplosivo lanciato contro la casa della ex compagna, a Marcon (Venezia). I carabinieri non ci hanno messo molto a risalire a Paolo Nogara: ha agito in pieno giorno, si è fatto inquadrare dalle telecamere e riconoscere dai vicini. Ora è in carcere. Tamiello a pagina 9


VII

Venezia Estuario

Giovedì 31 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

La promessa: «Un nuovo medico di base per Cavallino» `Dopo le polemiche

tra i pazienti per gli orari troppo “ridotti” CAVALLINO TREPORTI «Invariati gli orari di ricevimento della dottoressa Orlando e potenziamento del servizio con un nuovo medico». È la rassicurazione data dai vertici dell’Ulss 4 al sindaco Roberta Nesto. Nel mirino era finito il servizio svolto dal nuovo medico di base a Treporti e che ha anche un ambulatorio a Jesolo.

Una situazione che negli ultimi giorni aveva fatto discutere e nemmeno poco. In particolare, per l’orario di ricevimento definito “ridotto” da alcuni pazienti e per i tempi di attesi troppo lunghi tra una visita e l’altra. Per questo martedì scorso la situazione tra varie proteste da tesa è diventata incandescente, tanto che qualcuno avrebbe perfino allertato i carabinieri. E alla luce delle tante segnalazioni ricevute, ieri il sindaco Roberta Nesto ha incontrato il direttore dell’Ulss4 Carlo Bramezza. «Mi è stato detto che la dottoressa rimane confermata nel territorio – la stessa Azienda sanitaria mi

ha comunicato che gli orari sono invariati, quindi rimangono quelli con le visite programmate nei quattro giorni alla settimana. Gli stessi orari potranno essere ridotti solo con la presenza di un altro medico sul territorio». E in questo senso l’Ulss4 ha annunciato l’intenzione di individuare un nuovo medico per Treporti. «Ho sottolineato l’importanza del potenziamento del servizio sul territorio – ha aggiunto la prima cittadina - e i responsabili dell’Azienda sanitaria del Veneto Orientale si sono già impegnati per rafforzare il servizio con un nuovo medico. Per quanto ci riguarda continue-

remo a monitore quotidianamente la questione». Da registrare che nei giorni scorsi l’associazione “Cavallino-Treporti per tutti”, ha inviato una lettera alla Regione e al direttore generale dell’Ulss4 evidenziando le varie criticità. Su tutte quella dei medici di base. «Nel 2020 sono previsti due pensionamenti – si legge nella missiva - pertanto chiediamo una più attenta programmazione per le sostituzioni, al fine di evitare le difficoltà manifestate con il pensionamento del dottor Ghezzo. Ricordiamo che nel 2002 vi erano 11 medici di base (con meno popolazione residente) ora nel 2019

con più residenti rispetto all’epoca, i medici di base sono solo 7 a tempo pieno e uno part time. Anche per questo chiediamo che la dottoressa Orlando, ora presente ad orario ridotto, possa svolgere il suo servizio a tempo pieno. Segnaliamo inoltre la scarsa presenza e mancanza di continuità da parte dell’unico medico di base operante a Cavallino. Chiediamo inoltre che la scarsa presenza di ambulatori dei medici di base per le zone di Ca’Ballarin, Ca’ di Valle e Cavallino venga corretta e rimodulata». Giuseppe Babbo Carlo Bramezza

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Mose, ultime prove e futuro incerto Nella notte tra il 4 e il 5 novembre (53° anniversario dell’Aqua Granda) il test alle paratoie di Malamocco `

Incognita sul funzionamento in contemporanea di tutte le barriere insieme in attesa del nuovo Provveditore `

SINDACO A DISPOSIZIONE

LA GRANDE OPERA VENEZIA É l’ultima barriera da

alzare, quella di Malamocco. Test di sollevamento anche per queste 19 paratoie, che saranno alzate tutte insieme, come era già stato fatto per quelle delle altre tre schiere: di Treporti, Lido-San Nicolò e Chioggia. L’appuntamento è per la notte del 4 novembre. Una data simbolica, a 53 anni dall’alluvione del ‘66 che mise in ginocchio Venezia e la laguna. In realtà si tratta di un’altra prova e il momento è stato scelto soprattutto per le sue condizioni di marea, in una fascia notturna per disturbare il meno possibile il traffico. Un’altra prova di un percorso che resta lungo. Dopo quest’ultimo test si passerà alle “prove in bianco”, test di sollevamento senza condizioni di marea particolare. Soprattutto si dovrà testare il funzionamento simultaneo di tutte e quattro le schiere. Una prova, questa, che non è ancora stata programmata.

IL RITORNO DEL MINISTRO Tutte operazioni che, a questo punto, dovranno essere prese in mano dai nuovi provveditore e commissario per lo sblocco dei lavori del Mose, due nomine che il ministro Paola De Micheli, l’altro giorno a Venezia, ha annunciato pronte per la prossima settimana. Un blitz veneziano, quello del ministro, che è stato molto apprezzato, anche per la scelta di recarsi in Provveditorato. Era da almeno un decennio che un ministro delle Infrastrutture non varcava la soglia del Palazzo dei X Savi, suo ufficio periferico sul Canal Grande. E inizialmente anche De Micheli pareva dovesse andare in Arsenale, quartiere operativo del Consorzio Venezia Nuova e dei commissari Francesco Ossola e Giuseppe Fiengo. Invece, per questa sua prima visita veneziana, la scelta è stata quella di andare in Provveditorato dove per oltre un’ora ha incontrato la facente funzioni Cinzia Zincone, il suo staff, i funzionari. Tutti, al termine, soddisfatti.

IL MINISTRO DE MICHELI IN VISITA AL PROVVEDITORATO BRUGNARO: «SONO A SUA DISPOSIZIONE NE PARLANO BENE»

Ieri anche il sindaco Brugnaro ha voluto dire la sua sulla visita ministeriale, anche per segnare la distanza dai tempi del ministro Toninelli. «Sono a sua completa disposizione» ha detto Brugnaro, a margine della cerimonia di intitolazione al Museo di Storia Naturale a Giancarlo Ligabue, riferendosi a quanto affermato dal ministro che sta lavorando per togliere le grandi navi da San Marco entro il prossimo aprile. «Le darò una mano affinché questo succeda realmente. Non la conosco personalmente ma ho sentito parlare bene di lei, poi giudicheremo dai fatti. Io sono a disposizione per risolvere i problemi. L’importante è togliere queste navi senza intaccare il mondo del lavoro, senza creare preoccupazioni», ha continuato il primo cittadino, augurando un buon lavoro al ministro e auspicando un incontro. Se martedì non c’è stato era perché Brugnaro - ha precisato lui stesso - non era in città. E in merito alla ripresa in mano, da parte dei tecnici del ministro, del materiale del Comitatone 2017, ha aggiunto: «Quella soluzione era già nel mio programma elettorale. Che il governo ora sia dalla nostra parte mi fa solo che piacere. Non ho intenzione di scendere in polemiche, mi interessa di più risolvere i problemi dei cittadini».

RIPARTIRE DAL COMITATONE Soddisfatto anche il parlamentare veneziano dem Nicola Pellicani. «Il ministro è venuto e si è presa degli impegni precisi, sulle nomine per il Mose e sulle soluzioni per le grandi navi. Un segnale importante, un segno di attenzione». Per il Mose Pellicani ribadisce la necessità di avere «persone competenti e operative». «L’attenzione del Governo c’è, il ministro ha mostrato di aver già studiato il dossier Venezia. Resta la necessità di ripartire dal Comitatone» insiste Pellicani che ribadisce come la soluzione Marghera potrebbe «risolvere il problema grandi navi, ma anche rigenerare un’area. Certo va studiata a fondo in tutti i suoi aspetti. E se risulterà impraticabile, si ragionerà. Il tema del limite per questa città è centrale: dalle grandi navi, al turismo, allo sviluppo industriale. Per questo serve un Comitatone che affronti le grandi questioni del futuro di Venezia nel suo complesso». Roberta Brunetti Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è spenta a 108 anni nonna Emilia Bovolato CAVALLINO TREPORTI

IL MINISTRO La visita di Paola De Micheli a Porto Marghera. Il ministro è stato anche a palazzo Dieci Savi

I comitati cittadini chiedono certezze prima che sia abbattuto il Monoblocco LIDO Nuova mobilitazione per il mantenimento dei servizi sanitari nell’isola e il Comitato per la difesa della sanità veneziana, con l’associazione Lido d’Amare ribadisce la propria contrarietà, in via preliminare e senza indicazioni certe, all’abbattimento del monoblocco dell’ex ospedale al mare. È stato così proclamato, da tutti i presenti, lo “stato di agitazione”. Tra i manifestanti la prima richiesta operativa è quella di ottenere un incontro con il sindaco Brugnaro e di essere ricevuti a Ca’ Farsetti, visto che il sindaco ha, tra i suoi compiti istituzionali, anche il ruolo di garante della tutela della salute pubblica dei cittadini. È questo l’esito dell’assemblea convocata dalle due associazioni martedì in patronato a Santa Maria Elisabetta. È stato un incontro molto partecipato come hanno dimostrato le oltre 130 persone in sala. L’altra azione concreta è stato l’invio di una lettera aperta firmata da

Salvatore Lihard, portavoce del movimento per la difesa della sanità veneziana e da Daniela Milani presidentessa dell’associazione culturale ambientale Lido d’Amare. Sei i punti fondamentali del documento unanime inviato al sindaco Luigi Brugnaro, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, al direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr, al direttore dell’Agenzia Veneto del Demanio (proprietaria del monoblocco che, nell’ambito della riorganizzazione si vorrebbe abbattere) nonché al direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima. Molti interventi hanno rimarcato il mancato coinvolgimento della cittadinanza. Il do-

PARTECIPATA ASSEMBLEA A SANTA MARIA ELISABETTA: UN DOCUMENTO UNANIME PER POTENZIARE I SERVIZI SANITARI

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cumento propone di sollecitare l’Ulss3 a potenziare da subito i servizi socio-sanitari con poliambulatoriali specialistici, allungamento dell’orario per l’attività radiologica, apertura domenicale per la idrokinesiterapia considerato le richieste non soddisfatte. Nel 2017 hanno usufruito del servizio 24.870 utenti a fronte di 22.098 nel 2016, secondo i dati dell’azienda sanitaria. I comitati cittadini chiedono all’Ulss che destinazione è prevista per l’ “ex Ginecologia”, tuttora di sua proprietà. Verrà, inoltre, costituito un gruppo di studio, per valutare i costi economici e ambientali per l’abbattimento del monoblocco, tenendo conto delle attuali, migliori prassi per il recupero e la rigenerazione dell’edificio. Secondo le associazioni i costi della demolizione e di bonifica sarebbero tali da inficiare la realizzazione altrove di una struttura di analoghe qualità o meglio implementati. Infine partirà una campagna informativa Lorenzo Mayer © RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è spenta la nonna di Cavallino-Treporti. Cordoglio in tutto il litorale per la scomparsa di Emilia Bovolato, la più anziana del Comune e una della donne più longeve di tutta Italia. Lo scorso 16 marzo aveva infatti festeggiato l’invidiabile traguardo dei 108 anni, martedì è invece spirata in un letto della Casa di riposo “Stella Maris” degli Alberoni, dove si trovava ospite da quasi due anni. Accanto a lei i parenti più stretti, gli stessi che l’hanno amorevolmente assistita, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Originaria di Cavallino-Treporti, era nata nel 1911. Assieme ai genitori e ai fratelli, ha vissuto per anni in Portosecco, lasciando la sua casa solamente per un breve periodo, quando da bambina, è stata sfollata e portata vicino Parma. Giovanissima ha poi conosciuto Giacomo con il quale si è trasferita a Ca’ Savio dove ha cresciuto i figli. Donna dal carattere forre, la sua è stata una vita da casalinga, tutta dedicata alla famiglia e sempre con grande dedizione. Ad accompagnarla un constante sogno nel cassetto: quello di fare la crocerossina. Ha avuto cinque nipoti e sette pronipoti. Fino quasi due anni fa ha vissuto con la nuora Elisa a Ca’ Savio. Il funerale si svolgerà lunedì alle 10.30 nella chiesa di San Francesco a Ca’ Savio. G.B © RIPRODUZIONE RISERVATA

Emilia Bovolato


Padova Giovedì 31, Ottobre 2019

Sant’Antonino. A Milano, sant’Antonino, vescovo, che si adoperò molto per estinguere tra i Longobardi l’eresia ariana.

IL VERONESI-PENSIERO: «L’INNOVAZIONE E I CONGRESSI? Sì, MA LA FIERA GUARDERÀ SEMPRE ALLA GENTE»

Cultura Casa del dialogo, dopo sette anni riapre il teatro delle Maddalene

Giacon a pagina IX

Bocci a pagina XXI

8°C 13°C Il Sole Sorge 6.47 Tramonta 17.02 La Luna Sorge 10.28 Cala 19.36

In sinagoga

Cipolla incontra il rabbino: «Uniti contro i fanatismi» Il vescovo Cipolla ieri ha visitato la sinagoga incontrando il rabbino Locci: «Dobbiamo essere uniti contro le derive del fanatismo».

Bocci a pagina XXII

Il nuovo ospedale diventa realtà Intesa sull’accordo di programma per la realizzazione del policlinico, Zaia: «Soddisfatto, passo fondamentale» `

Il nuovo policlinico da 900 posti a Padova est diventa realtà. Il presidente della Regione Zaia ha annunciato che i tecnici degli enti coinvolti hanno trovato l’intesa sulla la proposta dell’accordo di programma. Questo significa che la conferenza di servizio è già stata ultimata, i rapporti fra gli enti sono chiari e non mancano che le firme politiche. Insomma, al più tardi entro la fine di gennaio sarà possibile la sottoscrizione che farà nascere il nuovo ospedale. Zaia: «Un passo fondamentale». Giordani: «A gennaio il voto in consiglio comunale». Rizzuto: «Tassello determinante per la sanità veneta». Cappellato, Giacon e Pipia alle pagine II e III

Giordani: «A gennaio il voto in Consiglio comunale» E Rizzuto: «Tassello determinante per la sanità veneta» `

Saccolongo Davide si è spento dopo tre operazioni

Plateatici, stop ai ricorsi per 15 giorni Un’apertura da parte della Soprintendenza ma anche una ferma presa di posizione degli esercenti, che non si illudono: «Aspettiamo due settimane, poi scattano i ricorsi». È questo lo scenario che si delinea dopo l’incontro di ieri sul caso-plateatici. Pipia a pagina VII

ACCORDO Zaia e Giordani

Codevigo

Mamma sparita, scatta l’indagine per sequestro

A due anni stroncata dal tumore

Il marito di Samira: «Nessun problema tra noi e viviamo per la nostra bambina» `

La procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per sequestro di persona relativo alla scomparsa della mamma 43enne marocchina, abitante a Stanghella, di cui non si hanno notizie da lunedì 21 ottobre. I Ris di Parma ieri hanno battuto la zona a ridosso del Gorzone e martedì hanno messo sotto la lente d’ingrandimento l’abitazione della donna. Il marito: «Non so dove sia mia moglie, ama sua figlia, non la lascerebbe mai». Lucchin alle pagine XIV e XV

Doppia fuga

Cornata e testata di bue e toro: in tre all’ospedale Una coppia di allevatori di Piazzola è stata incornata da un bue, a Megliadino un operaio colpito dalla testata di un toro: tutti all’ospedale. Cecchetto a pagina XVII

Tradito dal cuore, muore a 11 anni IL DRAMMA Tre interventi chirurgici, il primo quando aveva 8 mesi. E tanta grinta, per superare i momenti difficili scanditi dalla sua malattia cardiaca. Alla fine non ce l’ha fatta: Davide Ormenese, 11 anni, di Saccolongo, ha chiuso per sempre gli occhi martedì mattina. Turetta a pagina XII

Nell’ex foro boario rinato, un market con alberi e cielo Il cielo sopra uno scaffale. Sono i dettagli che fanno la differenza e il soffitto del nuovo supermercato Despar, dentro il rinato ex foro boario di piazza Rabin, è stato realizzato fotografando su lastre di vetro gli alberi piantati nel parcheggio vicino. Risultato, una luce del tutto singolare, un’attrazione per i turisti che sbarcheranno nel parcheggio pensato per 40 pullman , parte integrante con 490 posti in superficie dell’operazione ex Foro Boario in Prato della Valle. Ieri, un “viaggio” all’interno dell’edificio, che ospiterà anche 4 ristoranti, un progetto di rilancio che si realizza dopo quindici anni. Giacon alle pagine IV e V

Palazzo Moroni

Automobilista indagato

Incinta, perde il bimbo nello schianto: accusato di interruzione di gravidanza Un ventenne padovano al volante della sua Toyota Yaris il 25 agosto dell’anno scorso finì contro un’Alfa Romeo Mito su cui viaggiava una coppia residente ad Abano. In seguito all’impatto la passeggera dell’Alfa, incinta di 35 settimane, perse il feto. Ora il ventenne è indagato per interruzione colposa di gravidanza. VETRATE Piazza Rabin, riqualificato l’ex foro boario

Aldighieri a pagina XIII

INCIDENTE I soccorsi del Suem

Redazione Padova: 35122 - Padova, via Squarcione 5 - Tel. 049.8756011 - fax 041.665174 padova@gazzettino.it

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Nemmeno due anni, Amelia Cogo, di Conche Codevigo, è stata vinta dal tumore lunedì scorso, dopo un anno di malattia. «Lo scorso novembre - racconta papà Emanuele - dopo una febbre insistente avevamo fatto alcuni accertamenti. Infausta la diagnosi, tumore maligno del cervello». Poi un messaggio: «Bisogna sostenere la ricerca, siamo grati a chi è stato vicino ad Amelia e vogliamo dire agli altri genitori di bambini malati di tenere duro, di star loro accanto, anche grazie alle strutture che l’Azienda ospedaliera e Città della speranza mettono a disposizione, per dare sostegno ai piccoli malati ed alle famiglie». Benvenuti a pagina IX


IX

Mestre

Giovedì 31 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

Sistemata la campana, alle 12 la Torre torna a suonare `Terminato l’ultimo

intervento di restauro del simbolo di Mestre LA NOVITÁ MESTRE Primo rintocco a mez-

zogiorno, e poi avanti così ogni mezz’ora, tutti i giorni, tenendo ferma la campana solo dopocena e di notte, dalle 21 alle 8

di mattina. Dopo tanti anni di silenzio, tornerà da oggi a suonare la campana della Torre civica di piazza Ferretto che, durante l’estate scorsa, è stata al centro di un intervento di sistemazione anche dell’orologio affacciato verso via Palazzo Storicamente, la Torre civica era stata corredata di un orologio pubblico fin dal 1573 e solo nel 1992 la secolare macchina del Ceschiutti era stata sostituita da meccanismi elettronici forniti da una ditta spe-

cializzata di Uscio, in provincia di Genova, che opera anche per il Vaticano, specializzata fin dal 1824 proprio nei meccanismi per orologi da torre. Meccanismi che, trent’anni dopo, necessitavano di una revisione che è stata effettuata dalla stessa ditta dalla fine di luglio, rimuovendo motore e lancette. Con l’occasione, il Comune ha disposto anche il ripristino dell’importante e storica campana, che così ritornerà a suonare ogni ora ed ogni

mezz’ora dalle 8 alle 21, partendo appunto dal mezzogiorno di oggi. «L’operazione di ripristino spiega l’assessore alla Gestione del patrimonio, Renato Boraso - si inserisce nel più ampio progetto di restituire alla piena fruibilità uno degli edifici più antichi e significativi di Mestre ai suoi cittadini e ai turisti, grazie anche alla collaborazione con la Pro Loco di Mestre». © RIPRODUZIONE RISERVATA

È morto cadendo in piazza Ieri l’addio al fondatore della Cadoro, deceduto `Cerimonia celebrata da don Trevisiol: «Ha aiutato domenica dopo un malore nei pressi del Duomo i poveri donando quanto non poteva essere venduto» `

IL LUTTO MESTRE L’addio in quella chiesa

nella quale, ogni domenica, Cesare Bovolato si recava per partecipare alla messa. Un addio commosso, celebrato in un Duomo gremito da don Armando Trevisiol che ha voluto ricordare personalmente il fondatore dei supermercati Cadoro come “un fratello generoso che ha sempre aiutato i poveri”. Ma la mattina di domenica scorsa un malore fatale lo ha fatto cadere proprio lì, a pochi passi dal Duomo di San Lorenzo. Proprio nella piazza nella quale amava passeggiare arrivando dalla sua casa, poco distante. Una brutta caduta, ma è stato quel malore a non lasciargli scampo. Nonostante le cure in ospedale, Cesare Bovolato è morto la notte successiva.

UN UOMO GENEROSO Bovolato aveva 88 anni e, nel 1964, aprì il suo primo supermercato a Mestre, da cui è partita una straordinaria avventura imprenditoriale. «Vorrei ringraziare Cesare per quanto ha fatto per questa nostra comunità – ha detto don Armando -, per il tipo di testimonianza che ci ha dato con la sua vita e per quell’impegno che ha permesso ad altre persone di poter avere quello che è necessario per vivere». Don Trevisiol conosceva da molti anni il fondatore della Cadoro, ricevendo da lui benefici per i più poveri e indigenti. Cesare Bovolato ha sempre cercato qualcuno che si portasse a casa quelle cose che al supermercato non potevano più essere vendute. Lo ha ricordato anche il figlio Luca nel raccontare la collaborazione con la comunità San Vincenzo, proseguita poi con la Fondazione Carpinetum di don Armando, per destinare la merce invenduta a chi ne aveva bisogno. «Io sono testimone che ogni giorno decine e decine di persone che sono in difficoltà beneficiano di quanto Cesare è riuscito a fare per il benessere delle creature - ha proseguito Trevisiol - che vivono del pane che arrivava dalla sua fatica, impegno e sudore». Sull’altare accanto alla bara ricoperta da un mazzo di rose rosse è salito anche Aldo Breda, nel consiglio di amministrazione di una delle società del gruppo. «Caro Cesare, eri il mio presidente di cui ho sempre apprezzato la linearità e la semplicità del pensiero - ha detto a nome di tutta la grande famiglia Cadoro -, ma soprattutto la modestia e la fedeltà sul lavoro nella vita quotidiana. Spesso chiedevi cosa domanda il cliente, semplicemente un buon prodotto a un prezzo equo. Il tuo pensiero consisteva nel non portare rancore,

ASSISTENZA

nel rispettare regole e ruoli. Ed è per questo che oggi tutti i negozi sono aperti, perché ritenevi che il servizio pubblico non andasse interrotto». Il figlio Luca, citando chi rievocava il padre come una persona retta, che ogni giorno si poneva nuovi obiettivi, ha raccontato: «Apparteneva alla generazione che diceva “siamo poveri, ma onesti”. Odiava i contratti pieni di cavilli, per lui era sufficiente la stretta di mano e la parola data». Andrea Moro, a nome dell’azienda e di tutti i collaboratori (circa un migliaio tra diretti e indotto, distribuiti in 23 punti vendita su Veneto, Friuli ed Emilia Romagna) aggiunge: «Era sorridente, schietto, sobrio. Una persona di una modestia a volte eccessiva anche per le elargizioni agli indigenti passate sempre sotto silenzio. E a chi gli chiedeva che cosa vuol dire esser un imprenditore, rispondeva: “il primo pensiero della mattina e l’ultimo della sera vanno alle famiglie dei mille collaboratori dell’azienda”». Filomena Spolaor © RIPRODUZIONE RISERVATA

MESTRE È la fotografia di una po-

IN DUOMO L’addio a Cesare Bovolato, fondatore della Cadoro, ieri mattina in piazza Ferretto

Palazzo “diviso” per tentare il recupero `In commissione

la nuova delibera per l’ex Centro civico VIA POERIO MESTRE Due piani ai privati e due

al Comune: l’ex centro civico di via Poerio viene “diviso” e il Comune ci riprova con un nuovo bando. Se ne è parlato ieri in VII commissione, dove è stata discussa la proposta di delibera seguita al flop del primo bando (che riguardava tutto l’edificio, dall’interrato al secondo piano) andato deserto. L’assessore Renato Boraso ha illustrato il secondo tentativo, in cui resta la volontà di destinare gli spazi a ristorante e attività culturali, formative, innovative aperte alla collettività, ma che prevede l’assegnazione solo del piano terra e di quello interrato. «Il primo e il secondo piano ha spiegato Boraso -, resteranno al Comune che partecipa a un bando della Regione e prevede di utilizzare questi spazi per creare un’area dedicata al digitale, in cui mettere in rete i progetti comunali». Sembra accan-

La Cisl chiede alla Regione la riforma delle Ipab

tonata, quindi, anche l’ipotesi di dare tutto in gestione ai Musei civici, per farne caffetteria e libreria. «A fronte delle metrature ridotte, il secondo bando viene ridimensionato - aggiunge Boraso -. Confermato il ristorante, si riduce per il privato l’investimento complessivo». I precedenti 1 milione e 170mila euro di lavori iniziali con affitto annuale di 149mila euro, si riducono a 370mila euro di investimento iniziale da scomputare nei 92mila euro annui (che diventano 68mila), sempre per 20 anni. Un impegno economico calcolato sulla base delle quotazioni di mercato ma che, secondo le minoranze, rischia di far andare deserto anche il secondo bando. «Di fatto si paga meno di prima - il commento di Davide Scano (M5s) -, ma si passa da 12 a 17,60 euro al metro quadro.

IL COMUNE ORA PUNTA A TRASFORMARE IN RISTORANTE SOLO DUE PIANI. OPPOSIZIONI CRITICHE: «COSTI ALTI, SI RISCHIA UN NUOVO FLOP»

Un canone forse sovrastimato tenendo conto che in due anni la situazione del centro non sembra migliorata. Chi arriva oggi, inoltre, deve farsi carico di 370mila euro di lavori. Propongo di agevolare gli investitori scomputando la spesa iniziale nel canone nei primi anni». Anche per Emanuele Rosteghin (Pd) servono agevolazioni: «Oggi il centro di Mestre è in sofferenza e ci sono moltissimi negozi chiusi. Le quotazioni di mercato potrebbero rendere quegli

spazi poco appetibili». Dall’opposizione anche la richiesta di prevedere un’alternativa per i due piani superiori. «Buona l’idea di destinarli a uno spazio pubblico dedicato al digitale conclude Rosteghin -. Serve però un “piano B” che permetta di non tenere chiusi gli spazi e di coinvolgere la cittadinanza, da prevedere nel caso in cui il progetto non passi e non riceva il finanziamento regionale». Melody Fusaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

CHIUSO DA ANNI L’ex Centro civico di via Poerio che un tempo ospitava l’emeroteca e gli uffici del quartiere

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polazione sempre più anziana e bisognosa di servizi assistenziali mirati, che vengono offerti dal privato ma che stentano ad arrivare dal sistema pubblico, quella scattata da Fnp Cisl Pensionati del Veneto e contenuta nella ricerca sul sistema socio-sanitario veneto presentata ieri mattina. Un quadro quanto più possibile esaustivo e aggiornato della situazione socio sanitaria della popolazione veneta più anziana, per la quale cresce solo l’offerta di servizi a parziale o totale pagamento garantiti da imprese private, al punto che in alcune Ulss come la 1 Dolomiti e la 4 Veneto Orientale, il numero di posti letto privati è doppio rispetto a quelli pubblici. Gli over 65 in Veneto oggi sono 1.109.000, pari al 22,6% della popolazione residente, con un incremento del 17,5% rispetto al 2008. Ma ad invecchiare rapidamente è anche lo stesso personale addetto ai servizi sanitari, la cui età media è destinata, secondo la ricerca, a raggiungere i 54 anni nel 2021 a causa del mancato turnover. Il “sorpasso” dell’assistenza privata su quella pubblica si evince dal numero di posti letto disponibili nelle strutture residenziali - dato del 2017 - che risultano essere 31.942, di cui 15.724 pubblici e 16.218 privati, mentre le impegnative di residenzialità sono 24.215. Ciò significa che in Veneto ci sono 7.727 famiglie che pagano la retta intera da sole o con l’aiuto dei Comuni, per un costo che oscilla tra i 2.000 ed i 3.000 euro al mese. Nella sola provincia di Venezia, gli over 65 sono 207.306 pari al 24,3% della popolazione mentre i posti letto nelle strutture residenziali sono 1882 nel pubblico e 2989 nel privato. «Questa ricerca ci ha dato la confermo di ciò che andiamo dicendo da tempo e cioè che in mancanza della riforma delle Ipab il privato si è avvantaggiato e la Regione è rimasta a guardare - commenta Vanna Giantin, segretaria generale Fnp Cisl Veneto - e questo accade in presenza di irregolarità ed abusi sempre più frequenti nelle strutture private accreditate senza che la Regione disponga effettivi controlli. Malgrado gli impegni presi dal presidente Zaia durante la campagna elettorale, la Regione è l’unica in Italia, insieme con la Sicilia, a non aver riformato le Ipab, nonostante le nostre pressioni. Questo sta comportando una tacita ristrutturazione delle Ipab, perché nelle strutture pubbliche assistiamo ad una esternalizzazione dei servizi, con appalti al massimo ribasso che per i lavoratori del settore significano il mancato rispetto dei minimi contrattuali mentre gli utenti anziani non hanno più nessuna certezza di avere un posto dove andare». P.Gui.


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Conegliano

IL DIRETTORE BENAZZI «CON UNA PIASTRA UNICA, PERSONALE INTERSCAMBIABILE E MINORI RISCHI PER I PAZIENTI» Giovedì 31 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

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«Angiografia, polo all’avanguardia» Cardiologia e radiologia interventistica, la nuova area inaugurata ieri all’ospedale: oltre trentamila interventi `

Apparecchiature innovative nelle sale operatorie dismesse Dall’11 novembre attiva chirurgia vascolare diretta da Corato `

CONEGLIANO Le sale operatorie dismesse ospiteranno macchinari all’avanguardia e una nuova unità operativa. Il polo dedicato all’angiografia (l’esame radiologico che permette un esame accurato dei vasi sanguigni) dell’ospedale civile, frutto di nove mesi di lavori e di un investimento da due milioni di euro, è stato inaugurato ieri dal governatore Luca Zaia. L’area, che sarà di grande utilità per molti interventi ed esami, si trova in posizione centrale al secondo piano del Santa Maria dei Battuti, dove c’erano sale operatorie chirurgiche dismesse. Inoltre è stata annunciata anche l’attivazione dell’Unità operativa semplice dipartimentale (Uosd) di chirurgia vascolare che verrà attivata lunedì 11 novembre, sarà diretta dal dottor Massimo Corato ed entrerà a pieno titolo nella rete territoriale per la patologia vascolare, mantenendo e potenziando i servizi già attivi, con un sistema organizzativo reso possibile dall’attivazione delle équipe mobili che prevedono lo spostamento dei chirurghi nei vari ospedali a seconda delle attività da svolgere. Inizialmente a Conegliano verranno effettuati interventi di chirurgia elettiva, prevalentemente della carotide, ma con la previsione di affrontare anche le ricostruzioni degli arti inferiori e l’aortica addominale.

IL POTENZIAMENTO La presenza del dottor Corato a Conegliano potenzierà la chirurgia vascolare già presente negli ospedali del distretto di Pieve di Soligo, che vedono la presenza a rotazione di chirurghi di Treviso a Vittorio Veneto per i day surgery, gli interventi chirurgici “di un giorno”. La nuova area integrata, dedicata alla cardiologia e alla radiologia interventistica, si sviluppa su 400 metri quadrati: al suo interno sono stati collocati un cardioangiografo e un angiografo vascolare di ultima generazio-

IL TRAGUARDO Alcune immagini dell’inaugurazione del polo angiografico dotato di macchine innovative

ne, completi di lettino a pavimento e monitor di grandi dimensioni. Fanno parte della dotazione anche un ecografo dedicato agli interventi oncologici e vascolari, due poligrafi e altrettanti sistemi di mappaggio cardiologico oltre agli strumenti per gestire i parametri vitali dei pazienti. Le nuove apparecchiature sono connesse alla rete informatica dell’Usl in modo da permettere agli specialisti di osservare le immagini da qualsiasi schermo aziendale. I lavori hanno incluso anche il miglioramento sotto l’aspetto antisismico, l’adeguamento degli impianti elettrici e la climatizzazione dei locali. Nell’area in cui è stato collocato il cardioangiografo verranno svolte attività urgenti o programmate di emodinamica diagnostica ed interventistica. Potranno essere eseguite anche elettrofisiologie dia-

gnostiche e interventistiche ed elettrostimolazioni avanzate, come impianti di defibrillatori e nuove sincronizzazioni miocardiche. Dove è stato collocato l’angiografo vascolare verranno svolte attività di diagnostica angiografica invasiva periferica e viscerale, angioplastica percutanea di tutti i distretti vascolari arteriosi e venosi, salvataggio d’arto in piede diabetico ischemico, oncoradiologia interventistica anche con applicazioni avanzate come la fusione tra

IL PROGETTO, FRUTTO DI NOVE MESI DI LAVORI HA VISTO INVESTIMENTI PER DUE MILIONI DI EURO

immagini di tac, risonanze magnetiche e angiografo, embolizzazioni arteriose in caso di emorragie ed endourologia interventistica per il trattamento delle vie urinarie. Nelle sale angiografiche si potranno anche eseguire interventi di chirurgia tradizionale associata a radiologia interventistica, per approcciare malattie vascolari complesse come l’aneurisma aortico e le occlusioni iliaco-femorali.

POLL INTERSCAMBIABILI «Unire le due sale angiografiche in un’unica piastra, rispetto alla collocazione separata nei singoli reparti, consente di creare due pool intercambiabili di personale infermieristico e tecnico – hanno spiegato i vertici dell’Usl 2, con in testa il direttore generale Francesco Benazzi – inoltre, l’eventuale guasto di

una macchina in corso di procedura consente un rapido trasporto del paziente nella sala adiacente riducendo al minimo disagi e rischi. In caso di complicanze cardiache o vascolari permette di avere lo specialista dell’altra branca immediatamente disponibile perché presente nella struttura». Attualmente, all’ospedale civile vengono effettuate ogni anno circa

600 procedure di radiologia interventistica oncologica. Dal 2020, con l’entrata a regime del nuovo polo, l’obiettivo è salire a 8-900 procedure. Nella sala di emodinamica vengono eseguite oltre 1.300 procedure cardiologiche all’anno. Nel 2018 la cardiologia ha superato i 2mila ricoveri annuali e le 31mila prestazioni ambulatoriali. Luca Anzanello

Ma Zaia rassicura: «Vittorio Veneto non deve temere» CONEGLIANO «Il Santa Maria dei Battuti all’avanguardia come gli ospedali di New York o Adelaide, ma non a discapito di Vittorio Veneto. E gli investimenti per Conegliano non sono finiti qui». Così il governatore Luca Zaia si è espresso prima e dopo avere tagliato il nastro del nuovo polo angiografico, che ha visitato avendo come cicerone il primario di radiologia Gianluca Piccoli. Zaia ha esaltato i nuovi macchinari installati nelle ex sale operatorie, che da soli sono costati 1,3 milioni di euro. Una spesa più che giustificata, secondo il presidente: «Con queste macchine qui si potranno fare interventi all’avanguardia come quelli che

si fanno negli Usa o in Australia. Noi invece li faremo a Conegliano. E nelle prossime settimane presenteremo un nuovo, grosso investimento con avvio dei lavori». In una nota ufficiale, il governatore ha annunciato che l’attenzione della Regione sarà rivolta soprattutto verso “un nuovo polo dell’area critica”, mentre parlando a braccio ha stoppato sul nascere eventuali polemiche interne alla Sinistra Piave.

Zaia ha affrontato davanti a una platea di amministratori, dirigenti, camici bianchi e infermieri.

IL NODO DEI MEDICI

IPERSPECILIZZAZIONE «L’ospedale di Conegliano non metterà in discussione quello di Vittorio Veneto. Ci sarà però un’iperspecializzazione dei due ospedali in alcuni comparti». Anche nella Marca il sistema sanitario pubblico paga lo scotto della carenza di medici, un tema che

COME NEW YORK Zaia con Gianluca Piccoli, primario di radiologia

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«Abbiamo proposto l’assunzione di 500 medici e vogliamo andare avanti in questa direzione. Abbiamo chiuso il primo bando al quale si sono presentati 227 tra neo laureati, abilitati e specializzandi. Stiamo aprendo il secondo bando, vogliamo dedicare 320 medici ai pronto soccorso veneti: solo quello di Treviso accoglie circa 350 “codici bianchi” al giorno. Speriamo di firmare l’accordo con le università per avere il terzo, il quarto e il quinto anno in corsia soprattutto negli ospedali del territorio, perché ad esempio stiamo viven-

do un dramma con la pediatria. Di questo ho parlato nei giorni scorsi con i rettori di Padova e Verona». Con più medici neoassunti, sostiene Zaia, «i 350 codici bianchi che ogni giorno prendono d’assalto un pronto soccorso come quello di Treviso potrebbero essere affidati a loro, senza dovere muovere il primario o un esperto del pronto soccorso che potrebbero occuparsi di codici rossi o gialli». La scorsa settimana Zaia ha incontrato anche il nuovo ministro della salute Roberto Speranza, al quale ha ribadito di essere dell’idea «che il numero chiuso a medicina vada eliminato. La selezione va fatta a scuola, all’università, in sala operatoria, in pronto soccorso: è lì che si capisce chi ha i talenti e chi no». (l. a.)


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Mogliano

IL RICORDO Aveva risolto il problema dell’area ex Macevi con un supermercato immerso nel verde

Giovedì 31 Ottobre 2019 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

«Ha sempre aiutato i più poveri» ` Il figlio: «Una stretta di mano contava più di un contratto» Ieri l’addio a Cesare Bovolato, fondatore della Cadoro Il prete: «In silenzio era sempre vicino a chi aveva bisogno» In città aveva realizzato il suo ultimo progetto ecologico `

“Leguminosa” weekend con prodotti da tutta Italia

MOGLIANO L’addio in quella chiesa nella quale, ogni domenica, Cesare Bovolato andava a messa. Un addio commosso, celebrato in un Duomo di Mestre gremito da don Armando Trevisiol che ha voluto ricordare il fondatore dei supermercati Cadoro come «un fratello generoso che ha sempre aiutato i poveri». Ma la mattina di domenica scorsa un malore fatale lo ha fatto cadere proprio lì, a pochi passi dal Duomo di San Lorenzo.

MOGLIANO

UN UOMO GENEROSO Bovolato aveva 88 anni e, nel 1964, aprì il suo primo supermercato a Mestre. «Vorrei ringraziare Cesare per quanto ha fatto per questa nostra comunità – ha detto don Armando -, per il tipo di testimonianza che ci ha dato con la sua vita e per quell’impegno che ha permesso ad altre persone di poter avere quello che è necessario per vivere». Don Trevisiol conosceva da molti anni il fondatore della Cadoro, ricevendo da lui benefici per i più poveri e indigenti. Bovolato ha sempre cercato qualcuno che si portasse a casa quelle cose che al supermercato non potevano più essere vendute. Lo ha ricordato anche il figlio Luca nel raccontare la collaborazione con la comunità San Vincenzo, proseguita poi con la Fondazione Carpinetum di don Armando.

NELLA MARCA In provincia di Treviso aveva aperto molti punti vendita. E in provincia di Treviso aveva concretizzato il suo ultimo progetto: il Cadoro di Mogliano. Un supermercato inserito in un parco, che sposa una filosofia green e a basso impatto. Aveva trovato lui la soluzione al problema della destinazione dell’area ex Macevi, che per anni e anni era stata al centro di polemiche. «Vogliamo mostrare il frutto della nostra fatica, un investimento di 15 milioni che intende ricostruire uno spazio di verde e socialità» aveva detto il 27 giugno scorso.

IN DUOMO A MESTRE il funerale di Cesare Bovolato (nel tondo), fondatore della Cadoro: la salma portata in chiesa

(Paola Filippini / Nuove Tecniche)

LE TESTIMONIANZE

San Biagio

Ucciso dal trattore, manca ancora il nulla osta al funerale (n.c.) Non è ancora stato rilasciato dal tribunale di Treviso il nullaosta per la celebrazione del funerale di Maurizio Tonon, il pensionato 66enne vittima lunedì scorso di un tragico incidente presso l’azienda agricola “Gardin” di via Bagnon, a Olmi di San Biagio di Callalta. L’uomo è stato travolto e ucciso da un trattore in retromarcia guidato dal titolare dell’azienda di Olmi, Guerino Gardin, 63 anni, che ora è indagato per omicidio colposo. Trasportato d’urgenza in ospedale, l’uomo era morto poco dopo. Tonon,

camionista in pensione, stava aiutando l’imprenditore nei lavori di posa di un nuovo impianto di irrigazione. Il pensionato è stato trasportato dal Suem 118, in condizioni disperate al Ca’ Foncello, dove è spirato poco l’arrivo al pronto soccorso. Sul luogo della tragedia sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Biagio di Callalta e i tecnici del nucleo Spisal dell’Usl 2, che ora dovranno inviare le loro relazioni alla Procura per cercare di chiarire dinamica e responsabilità della tragedia.

LA VITTIMA Maurizio Tonon

Sull’altare accanto alla bara ricoperta da un mazzo di rose rosse è salito anche Aldo Breda, nel consiglio di amministrazione di una delle società del gruppo. «Caro Cesare, eri il mio presidente di cui ho sempre apprezzato la linearità e la semplicità del pensiero - ha detto a nome di tutta la grande famiglia Cadoro -, ma soprattutto la modestia e la fedeltà sul lavoro nella vita quotidiana». Il figlio Luca, citando chi rievocava il padre come una persona retta, che ogni giorno si poneva nuovi obiettivi, ha raccontato: «Apparteneva alla generazione che diceva “siamo poveri, ma onesti”. Odiava i contratti pieni di cavilli, per lui era sufficiente la stretta di mano e la parola data». Filomena Spolaor

Il mondo meraviglioso dei semi: dalla vendita allo scambio delle qualità autoctone. Il 9 e 10 novembre torna a Mogliano “Leguminosa”, l’appuntamento con i legumi d’Italia e non solo. L’assessorato alla Cultura, turismo e attività produttive in collaborazione con Slow Food Treviso, Veneto a Tavola e la Pro Loco hanno organizzato a Mogliano un fine settimana dedicato al mondo dei legumi per poter scoprire e degustare il vasto assortimento delle migliori produzioni provenienti da tutta Italia. Durante la manifestazione si terranno laboratori sensoriali per i bambini e sarà possibile partecipare alle degustazioni. Sabato si parte al mattino (11,30) con il seminario a cura Slow Food Treviso con Apepak l’involucro per cibo 100% naturale. Domenica alle 15 a cura di Slow Food Treviso con Cristina Moretto si parlerà di “Costruiamo un Mandala di Legumi”, mentre alle 16 con Michele Romano di “Ok il prezzo è giusto: quanto costano o quanto valgono i fagioli?” Nelle due giornate al centro della piazza sarà presente la mostra “Legumi che passione” con oltre 360 varietà, alcune molto antiche, e le migliori produzioni presenti in Italia a cura di “Veneto a Tavola”. Nelle due giornate in piazza saranno presenti food truck e stand gastronomici a cura di Chef in Viaggio, Brambù e Pro Loco Mogliano. (e.f.)

Pulisce il marciapiede dopo il lavoro, Zaia: «Un vero veneto» MOGLIANO È stato un bel giorno quello di ieri per Michele Pesci, gelataio di via Svevo a Mogliano. Non ha ricevuto solo i complimenti dei suoi clienti, che apprezzano molto il suo gelato, in mattinata sono arrivati anche quelli del presidente della Regione Luca Zaia. Lui non è ancora passato per la sua gelateria, ma ha apprezzato il senso civico di Pesci e lo ha scritto pubblicamente sul gruppo Facebook “Sei di Mogliano se...”, sotto una foto nella quale si vede il gelatiere che, dopo aver chiuso il negozio, si mette a spazzare il portico e il marciapiede e a liberali dalle foglie: “Non è un gesto eccezionale, ma la normalità e la base del senso civico per la

RITORNO DALLA GERMANIA

gente veneta, che sente profondissimo il dovere di tutelare, curare, proteggere il territorio” ha scritto Zaia. Che ha poi aggiunto: “ Lei è davvero Veneto, con quelle doti che ci rendono orgogliosi e che hanno fatto grande la nostra terra”.

IL RACCONTO «Erano di certo passate le nove di sera – ricorda Pesce - quando mi sono soffermato a guardare le foglie sparse sotto il portico, davanti alla porta del negozio e ho pensato che qualcuno, magari una persona anziana, passando di lì, sarebbe potuta scivolare e farsi male. Allora ho preso una scopa e ho cominciato a pulire. Poi ho passato le scale che portano al portico e, una foglia tira l’altra, sono andato avanti per il

SENSO CIVICO Michele Pesci pulisce il marciapiede e, in alto, in gelateria

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marciapiede. Non è stato faticoso e non ho guardato l’ora!». Così si è ritrovato sui social con tanto di complimenti e di citazione del Governatore di una frase di John F. Kennedy: «Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese».

Michele nei primi anni 80 era andato a lavorare in Germania, da dove è tornato nel 2011 per rilevare la gelateria di via Svevo. Oggi i suoi gelati e le sue crepes sono molto apprezzati. E un altro pezzo forte è la conversazione. Parla un po’ di tutto, soprattutto con i ragazzi che frequentano la gelateria. È capace anche di interrogare i liceali su argomenti distanti anni luce dai loro interessi, senza farli scappare: «Hanno bisogno di conoscere la storia!» Michele gode grande stima tra i clienti; dei commercianti vicini parla bene, ognuno fa la sua parte, dice. «Certo - conclude - si potrebbe fare molto di più anche a Mogliano; in generale, creare più zone verdi attrezzate». Silvia Moscati


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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 31 Ottobre 2019

VENETO

BELLUNO.Uncervofiniscecontrounautobus

UnautobusdellaDolomitiBus,fraFeltreeAgordoperiltrasportodi50pendolaridi Luxottica,èrimastomoltodanneggiatoierimattinaperl’incredibileurtoconuncervo chestavaattraversandolastradaaLaValleAgordinaepoièfuggitonelbosco.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

LA DELIBERA. StabilitinuovicampionamentiancheinzonaarancioneeancheperilC6o4nelsangue

Pfas,laRegionecontrolla tuttiglialimentiinVeneto L’Istitutosanitariosegnaladosi“alte”neibimbi nonsolodi arearossa Verifichesu“imballaggiidroolipo-repellenti”dialimenticonfezionati Piero Erle

La sorpresa sta in quel numero che non ti aspetti e fa sobbalzare. Era passato inosservato, tra i tanti del rapporto dell’Iss-Istituto superiore di sanità divulgato da Venezia a luglio: nei bambini di tutto il Nordest, non solo dell’area rossa, arriva dentro il corpo una “dose settimanale” di Pfoa che va oltre quella “tollerabile” (si chiama Twi) che l’autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa ha molto abbassato un anno fa. Entra un po’ troppo Pfoa nei bimbi da 3 a 10 anni: il 20% in più del limite. Tutti. La de-

libera ora varata dalla Regione, dopo aver valutato in questi mesi lo studio Iss, lo dice così: «L’evidenza di una situazione “baseline” relativa a tutta la popolazione del Nord-Est, in base alla quale l’esposizione media per via alimentare a Pfoa nel caso dei bambini risulta 1,2 volte il valore Twi Efsa 2018, induce ad una riflessione sulla necessità di acquisire ulteriori dati relativamente al livello di Pfas negli alimenti presenti sul mercato, che riguarda la popolazione generale del territorio regionale». Insomma, ancora una volta la Regione accende un riflettore sul tema Pfas senza che altri

Vogliamo una campionaturapiù largapossibileper averedaticorretti efareprevenzione

MANUELALANZARIN ASSESSORE REGIONALEALLA SANITÀ

l’abbiano fatto. E certo colpisce che l’Iss precisi nello studio che questo dato dei “bimbi del Nordest” è calcolato con «l’uso dei dati di concentrazione europei». Insomma, è un dato comune a tutta Europa, ma per ora se ne occupa solo il Veneto. LO STUDIO GENERALE. La Re-

gione quindi, «alla luce delle considerazioni dell’Iss», decide di aprire un nuovo fronte. Occorre «acquisire i dati relativi al livello di presenza di sostanze perfluoroalchiliche negli alimenti presenti sul mercato attraverso un “Piano di monitoraggio regionale di Pfas sugli alimenti e sui materiali a contatto presenti sul mercato”». Serve un anno e ci lavorerà l’Iss: il piano è esteso a tutto il Veneto e prevede «il campionamento e l’analisi di alimenti (sia veneti sia extra-regione) rinvenibili sul mercato che contribuiscono alla dieta tipica della popolazione del Nord-Est per le diverse fasce d’età». Le Ulss

analizzeranno campioni di vegetali e di carni, ma spunta chiaro l’altro tema: «è opportuno procedere alla ricerca di Pfas anche sui materiali a contatto con alimenti», come ha raccomandato a maggio la stessa Ue. E in effetti una ricerca appena pubblicata su “Environmental health perspectives” ha appena certificato che chi mangia più cibi confezionati e “fast food” (ad esempio i popcorn, magari scaldati a microonde) ha livelli di Pfas più alti di chi si prepara i pasti in casa. DUEFRONTI. Insomma, il nuo-

vo fronte per i Pfas è quello dei “materiali a contatto con gli alimenti”. Specie, scrive la Regione «imballaggi di carta o cartone con rivestimenti idro o lipo repellenti» (attenzione: da luglio la legge li limiterà). «Con la delibera spiega l’assessore Manuela Lanzarin - diamo il via a due campionamenti. Uno è quello su tutto il Veneto, con Iss e Arpav, sui prodotti già confe-

Larecente manifestazionedelle“Mamme No Pfas”aVenezia

MammenoPfascontro ilcollettore “MammenoPfas”contro il prolungamentodel “tubone”: ilcomitato sottolineache«lo scaricodel collettore dei refluiindustrialidei depuratoridiArzignano, MontecchioM.,Montebello Vicentino,Lonigoe Trissino, gestitodal consorzioArica verràspostato(i lavori inizierannonel2020) dall’attualesito, postoa montedelloscarico del canaleirriguoLeb prima dell’abitatodi Cologna Veneta».Il progettodel consorzioAria è dispostare losboccoin duetranche,per giungereallafinea sud del depuratoredi Cologna Venetaconnuovo impianto didisinfezione. Ilcosto èdi 4 milioni«perla maggiorparte soldidel contribuente» attaccailcomitato, che boccial’operaperché asuo giudiziopermetteràanche la

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REGIONALI. Ilcapogruppoveneto delCarroccio mettein guardia

L’ASSESSORE. Donazzan ieriin commissione

Fincoavvisaglialleati «L’alleanza con FdI e Fi nonèaffattoscontata» Illeghistapretende chiarezzasultema autonomia IntantoBerlatoscommette: «Arriveremoal10%» Roberta Labruna

Nicola Finco avverte: «L’alleanza per le regionali non è scontata». Il capogruppo della Lega in Regione spariglia le carte sul tavolo del centrodestra e ci piazza un “siluro” inaspettato. «Da Fratelli d’Italia e Forza Italia pretendiamo chiarezza, in primis sull’autonomia». E così se i forzisti e i Fratelli d’Italia non vengono sfiorati nemmeno di striscio dal pensiero che il patto a tre possa andare a farsi benedire, i toni cambiano assai in casa leghista. «Ma no, è solo tattica», dice sicuro un autorevole esponente di quel centrodestra che qui governa insieme

Zanettinnonmolla «Noiazzurriperno dellacoalizione Grazieanoi Salvini èdiventatopiù moderato»

la Regione e a Roma si è ricompattato all’opposizione. Solo tattica? Può essere. Come no. Visto che la Lega, in teoria, in terra veneta è “autosufficiente”. Detto in altri termini: alle regionali di primavera, salvo cataclismi, potrebbe sbancare pure da sola. Solo che non è dappertutto così e gli accordi di solito non si fanno caso per caso. Di solito. Perché la Lega, che in questo momento ha in tasca la golden share del centrodestra, può permettersi di fare la voce grossa con i compagni di viaggio di sempre. In Veneto soprattutto. Perché da queste parti l’exploit del partito non è storia recente, il radicamento è consolidato e non dipende “solo” dall’effetto-Salvini: qui il nome che fa la differenza è quello di Luca Zaia. Ecco spiegato perché in un momento in cui il centrodestra pare aver ritrovato l’unità, battezzata con il voto in Umbria, a queste latitudini si può invece alza la posta. «Qui siamo in Veneto, abbiamo una nostra precisa identità», dice infatti

Finco. «E non è che siccome qui si vince facile allora va bene tutto», aggiunge. La conferma o la smentita dell’alleanza passa, secondo il capogruppo, da uno snodo decisivo: l’autonomia. Certo, Finco non ce l’ha in realtà tanto con i vertici locali di Fi e Fratelli d’Italia quanto con quelli nazionali. E non tanto, in questo caso, con gli azzurri quanto con FdI. «Quando vengono qui sono tutti autonomisti, quando sono a Roma sono tutti centralisti. A livello nazionale, penso ad esempio alla Meloni, non mi pare di averli sentiti parlare molto di autonomia o che si siano spesi per essa. Per amministrare il Veneto bisogna avere gli stessi obiettivi». Tuttavia Salvini stava al governo e l’autonomia non l’ha portata a casa. «I 5Stelle hanno bloccato tutto». Sarà. In ogni caso, il tema per la Liga Veneta rimane decisivo e Finco non la tocca piano: «Pretendiamo dagli alleati chiarezza ed onestà. L’alleanza? Non è scontata. Fi e FdI dicono chiaro e tondo, senza di-

ricezionedeireflui dell’impiantodi Colognama questo«avrà comeunica conseguenzauna maggiore portatadello scarico deltubo stesso(quindimaggiore diluizione)inun alveo, quello delFratta, implementato (oltrechedalla portata fissa delLeb) daquellodello scolo “Zerpano”che scarica appenaprima del depuratore diCologna». Per ilcomitato spostaredi3,5 kmil tubone nonsignificabonificare il lettodel Fratta chericeve quell’acquada oltre15 annie poi«di sicurononsi potrà più vederequell’acquanera del tuboArica penetrarecon violenzanell’acqua pulita dell’Adige: non sipotranno piùfare fotochecreano grandedisgusto erabbia da parteditutti». Colognavedrà acquapulitanelFratta «ma solofino a Sabbion».

zionati. L’altro invece è sulle aziende delle zone rossa e arancione, in particolare quelle che allevano animali per vendere poi carne e uova. Come noto, in quell’area abbiamo già bloccato da tempo la pesca. Facciamo questo nell’ottica di avere una campionatura più ampia possibile e capire con Efsa, tramite il Ministero della salute, che risultati emergono. Siamo l’unica Regione che si continua a muovere e che ha portato alla ribalta il tema. Facciamo un’analisi a tutto campo, non certo per creare allarmismi ma invece per dare informazioni corrette nella direzione della prevenzione e della tutela». Non solo: la Regione chiede aiuto al Cnr per studiare il bio-accumulo del C6o4 (Pfas a catena più corta), visto che è stato trovato nel sangue dei lavoratori Miteni («per i quali c’è la presa in carico», sottolinea Lanzarin), anche se «non esistono per ora limiti per i Pfas a catena corta». Il tema evidente da analizzare infatti adesso è anche l’effetto dell’accumulo di più Pfas diversi nel sangue. «Siamo l’unica Regione ad aver imposto limiti per quelli a catena lunga. E ora spingiamo per lo studio dei Pfas nel sangue e dei tempi di rilascio da parte del corpo, anche in base alle fasce d’età. Grazie a noi si muove qualcosa anche a livello nazionale». Chiesto a Iss, infine, un parere su limiti per i Pfas da imporre alle acque d’irrigazione. •

NicolaFinco- Lega

SergioBerlato-FdI

PierantonioZanettin-ForzaItalia

stinguo, che l’autonomia così come è stata “puntellata” da Zaia deve essere fatta». I rapporti di forza dentro il centrodestra sono cambiati. Anche tra FdI e Fi. Con un fronte politico a trazione sovranista, dove i moderati sono residuali. «Essere sovranisti - dice il capogruppo regionale e coordinatore veneto di FdI Sergio Berlato - non è una parolaccia. È guardare agli interesse nazionali». In Umbria FdI ha dopppiato Forza Italia ed è il partito che é cresciuto di più. «Ha pagato la nostra coerenza, siamo gli unici a non aver mai cambiato idee e pensiamo anche di poter raccogliere il voto moderato perché possiamo frenare un pò talune posizioni della Lega». E ancora: «Tempo fa ho fatto una scommessa con Giorgia Meloni: FdI qui arriverà al 10 per cento». Cosa abbiamo scommesso non si sa, ma Berlato conta di vincere. Nonostante la Lega e la lista Zaia, che si candidano a catalizzare preferenze. Nelle intenzioni di Zaia ci sarebbe anche quella di fare una terza lista, quella degli amministratori, ma non è detto si realizzi perché Salvini stesso avrebbe delle perplessità: porterebbe via voti al Carroccio. Chi rischia parecchio, visto il calo dei consensi, è Forza Italia. Ma il deputato Pierantonio Zanettin non la vede così: «Rimaniamo il presidio moderato della coalizione. Salvini stesso sta raddrizzando la sua linea verso toni più moderati. Questo è un nostro successo politico. Il nostro ruolo rimane centrale». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Lavoro,inVeneto calailtasso didisoccupazione:ora5,6% VENEZIA

«Il sistema veneto di politiche attive e accompagnamento al lavoro ha consentito di ridurre il tasso di disoccupazione al 5,6%, riportandolo ai livelli pre-crisi, ben quattro punti al di sotto della media nazionale. È questo il risultato più evidente di un sistema integrato di collaborazione tra soggetti pubblici e privati e di interventi diversificati, tra loro coordinati». Lo ha dichiarato ieri l’assessore regionale al lavoro, Elena

Donazzan, in audizione sul tema alla commissione consiliare “lavoro”. «I due assi portanti del sistema veneto sono le politiche tra loro integrate di orientamento, formazione, accompagnamento e sostegno lavorativo, e servizi per il lavoro efficienti. Il potenziamento dei Centri per l’impiego, ha annunciato Donazzan, porterà da 400 a 1.000 il numero degli operatori entro il 2021. Il portale unico di accesso cliclavoroveneto.it registra oltre 830 mila utenti e ha raccolto 100 mila curricula. •

SOLDI PER 3 ANNI. Servono arrivi da tutta Italia

Misurina,laRegione aiuta l’Istitutoperbimbiasmatici BELLUNO

«La Regione Veneto crede con la massima convinzione nelle qualità e nell’utilità terapeutica dell’Istituto Pio XII di Misurina: in Giunta abbiamo approvato una nuova delibera con l’assegnazione del budget fino a tutto il 2022 e con iniziative di semplificazione e diffusione della conoscenza da parte del mondo sanitario». Lo annuncia il governatore Luca Zaia: la delibera assegna al noto istituto di Misurina che cura e riabilita i bambini affetti da malat-

Ilfamoso istituto diMisurina

tie respiratorie un budget di 1,2 milioni l’anno per tre anni e semplifica le modalità di accesso dei bimbi alle cure. Serve però che arrivino piccoli pazienti anche dal resto d’Italia o i conti non reggono. •


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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 31 Ottobre 2019

VENETO

BELLUNO.Uncervofiniscecontrounautobus

UnautobusdellaDolomitiBus,fraFeltreeAgordoperiltrasportodi50pendolaridi Luxottica,èrimastomoltodanneggiatoierimattinaperl’incredibileurtoconuncervo chestavaattraversandolastradaaLaValleAgordinaepoièfuggitonelbosco.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

LA DELIBERA. StabilitinuovicampionamentiancheinzonaarancioneeancheperilC6o4nelsangue

Pfas,laRegionecontrolla tuttiglialimentiinVeneto L’Istitutosanitariosegnaladosi“alte”neibimbi nonsolodi arearossa Verifichesu“imballaggiidroolipo-repellenti”dialimenticonfezionati Piero Erle

La sorpresa sta in quel numero che non ti aspetti e fa sobbalzare. Era passato inosservato, tra i tanti del rapporto dell’Iss-Istituto superiore di sanità divulgato da Venezia a luglio: nei bambini di tutto il Nordest, non solo dell’area rossa, arriva dentro il corpo una “dose settimanale” di Pfoa che va oltre quella “tollerabile” (si chiama Twi) che l’autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa ha molto abbassato un anno fa. Entra un po’ troppo Pfoa nei bimbi da 3 a 10 anni: il 20% in più del limite. Tutti. La de-

libera ora varata dalla Regione, dopo aver valutato in questi mesi lo studio Iss, lo dice così: «L’evidenza di una situazione “baseline” relativa a tutta la popolazione del Nord-Est, in base alla quale l’esposizione media per via alimentare a Pfoa nel caso dei bambini risulta 1,2 volte il valore Twi Efsa 2018, induce ad una riflessione sulla necessità di acquisire ulteriori dati relativamente al livello di Pfas negli alimenti presenti sul mercato, che riguarda la popolazione generale del territorio regionale». Insomma, ancora una volta la Regione accende un riflettore sul tema Pfas senza che altri

Vogliamo una campionaturapiù largapossibileper averedaticorretti efareprevenzione

MANUELALANZARIN ASSESSORE REGIONALEALLA SANITÀ

l’abbiano fatto. E certo colpisce che l’Iss precisi nello studio che questo dato dei “bimbi del Nordest” è calcolato con «l’uso dei dati di concentrazione europei». Insomma, è un dato comune a tutta Europa, ma per ora se ne occupa solo il Veneto. LO STUDIO GENERALE. La Re-

gione quindi, «alla luce delle considerazioni dell’Iss», decide di aprire un nuovo fronte. Occorre «acquisire i dati relativi al livello di presenza di sostanze perfluoroalchiliche negli alimenti presenti sul mercato attraverso un “Piano di monitoraggio regionale di Pfas sugli alimenti e sui materiali a contatto presenti sul mercato”». Serve un anno e ci lavorerà l’Iss: il piano è esteso a tutto il Veneto e prevede «il campionamento e l’analisi di alimenti (sia veneti sia extra-regione) rinvenibili sul mercato che contribuiscono alla dieta tipica della popolazione del Nord-Est per le diverse fasce d’età». Le Ulss

analizzeranno campioni di vegetali e di carni, ma spunta chiaro l’altro tema: «è opportuno procedere alla ricerca di Pfas anche sui materiali a contatto con alimenti», come ha raccomandato a maggio la stessa Ue. E in effetti una ricerca appena pubblicata su “Environmental health perspectives” ha appena certificato che chi mangia più cibi confezionati e “fast food” (ad esempio i popcorn, magari scaldati a microonde) ha livelli di Pfas più alti di chi si prepara i pasti in casa. DUEFRONTI. Insomma, il nuo-

vo fronte per i Pfas è quello dei “materiali a contatto con gli alimenti”. Specie, scrive la Regione «imballaggi di carta o cartone con rivestimenti idro o lipo repellenti» (attenzione: da luglio la legge li limiterà). «Con la delibera spiega l’assessore Manuela Lanzarin - diamo il via a due campionamenti. Uno è quello su tutto il Veneto, con Iss e Arpav, sui prodotti già confe-

Larecente manifestazionedelle“Mamme No Pfas”aVenezia

MammenoPfascontro ilcollettore “MammenoPfas”contro il prolungamentodel “tubone”: ilcomitato sottolineache«lo scaricodel collettore dei refluiindustrialidei depuratoridiArzignano, MontecchioM.,Montebello Vicentino,Lonigoe Trissino, gestitodal consorzioArica verràspostato(i lavori inizierannonel2020) dall’attualesito, postoa montedelloscarico del canaleirriguoLeb prima dell’abitatodi Cologna Veneta».Il progettodel consorzioAria è dispostare losboccoin duetranche,per giungereallafinea sud del depuratoredi Cologna Venetaconnuovo impianto didisinfezione. Ilcosto èdi 4 milioni«perla maggiorparte soldidel contribuente» attaccailcomitato, che boccial’operaperché asuo giudiziopermetteràanche la

© RIPRODUZIONERISERVATA

REGIONALI. Ilcapogruppoveneto delCarroccio mettein guardia

L’ASSESSORE. Donazzan ieriin commissione

Fincoavvisaglialleati «L’alleanza con FdI e Fi nonèaffattoscontata» Illeghistapretende chiarezzasultema autonomia IntantoBerlatoscommette: «Arriveremoal10%» Roberta Labruna

Nicola Finco avverte: «L’alleanza per le regionali non è scontata». Il capogruppo della Lega in Regione spariglia le carte sul tavolo del centrodestra e ci piazza un “siluro” inaspettato. «Da Fratelli d’Italia e Forza Italia pretendiamo chiarezza, in primis sull’autonomia». E così se i forzisti e i Fratelli d’Italia non vengono sfiorati nemmeno di striscio dal pensiero che il patto a tre possa andare a farsi benedire, i toni cambiano assai in casa leghista. «Ma no, è solo tattica», dice sicuro un autorevole esponente di quel centrodestra che qui governa insieme

Zanettinnonmolla «Noiazzurriperno dellacoalizione Grazieanoi Salvini èdiventatopiù moderato»

la Regione e a Roma si è ricompattato all’opposizione. Solo tattica? Può essere. Come no. Visto che la Lega, in teoria, in terra veneta è “autosufficiente”. Detto in altri termini: alle regionali di primavera, salvo cataclismi, potrebbe sbancare pure da sola. Solo che non è dappertutto così e gli accordi di solito non si fanno caso per caso. Di solito. Perché la Lega, che in questo momento ha in tasca la golden share del centrodestra, può permettersi di fare la voce grossa con i compagni di viaggio di sempre. In Veneto soprattutto. Perché da queste parti l’exploit del partito non è storia recente, il radicamento è consolidato e non dipende “solo” dall’effetto-Salvini: qui il nome che fa la differenza è quello di Luca Zaia. Ecco spiegato perché in un momento in cui il centrodestra pare aver ritrovato l’unità, battezzata con il voto in Umbria, a queste latitudini si può invece alza la posta. «Qui siamo in Veneto, abbiamo una nostra precisa identità», dice infatti

Finco. «E non è che siccome qui si vince facile allora va bene tutto», aggiunge. La conferma o la smentita dell’alleanza passa, secondo il capogruppo, da uno snodo decisivo: l’autonomia. Certo, Finco non ce l’ha in realtà tanto con i vertici locali di Fi e Fratelli d’Italia quanto con quelli nazionali. E non tanto, in questo caso, con gli azzurri quanto con FdI. «Quando vengono qui sono tutti autonomisti, quando sono a Roma sono tutti centralisti. A livello nazionale, penso ad esempio alla Meloni, non mi pare di averli sentiti parlare molto di autonomia o che si siano spesi per essa. Per amministrare il Veneto bisogna avere gli stessi obiettivi». Tuttavia Salvini stava al governo e l’autonomia non l’ha portata a casa. «I 5Stelle hanno bloccato tutto». Sarà. In ogni caso, il tema per la Liga Veneta rimane decisivo e Finco non la tocca piano: «Pretendiamo dagli alleati chiarezza ed onestà. L’alleanza? Non è scontata. Fi e FdI dicono chiaro e tondo, senza di-

ricezionedeireflui dell’impiantodi Colognama questo«avrà comeunica conseguenzauna maggiore portatadello scarico deltubo stesso(quindimaggiore diluizione)inun alveo, quello delFratta, implementato (oltrechedalla portata fissa delLeb) daquellodello scolo “Zerpano”che scarica appenaprima del depuratore diCologna». Per ilcomitato spostaredi3,5 kmil tubone nonsignificabonificare il lettodel Fratta chericeve quell’acquada oltre15 annie poi«di sicurononsi potrà più vederequell’acquanera del tuboArica penetrarecon violenzanell’acqua pulita dell’Adige: non sipotranno piùfare fotochecreano grandedisgusto erabbia da parteditutti». Colognavedrà acquapulitanelFratta «ma solofino a Sabbion».

zionati. L’altro invece è sulle aziende delle zone rossa e arancione, in particolare quelle che allevano animali per vendere poi carne e uova. Come noto, in quell’area abbiamo già bloccato da tempo la pesca. Facciamo questo nell’ottica di avere una campionatura più ampia possibile e capire con Efsa, tramite il Ministero della salute, che risultati emergono. Siamo l’unica Regione che si continua a muovere e che ha portato alla ribalta il tema. Facciamo un’analisi a tutto campo, non certo per creare allarmismi ma invece per dare informazioni corrette nella direzione della prevenzione e della tutela». Non solo: la Regione chiede aiuto al Cnr per studiare il bio-accumulo del C6o4 (Pfas a catena più corta), visto che è stato trovato nel sangue dei lavoratori Miteni («per i quali c’è la presa in carico», sottolinea Lanzarin), anche se «non esistono per ora limiti per i Pfas a catena corta». Il tema evidente da analizzare infatti adesso è anche l’effetto dell’accumulo di più Pfas diversi nel sangue. «Siamo l’unica Regione ad aver imposto limiti per quelli a catena lunga. E ora spingiamo per lo studio dei Pfas nel sangue e dei tempi di rilascio da parte del corpo, anche in base alle fasce d’età. Grazie a noi si muove qualcosa anche a livello nazionale». Chiesto a Iss, infine, un parere su limiti per i Pfas da imporre alle acque d’irrigazione. •

NicolaFinco- Lega

SergioBerlato-FdI

PierantonioZanettin-ForzaItalia

stinguo, che l’autonomia così come è stata “puntellata” da Zaia deve essere fatta». I rapporti di forza dentro il centrodestra sono cambiati. Anche tra FdI e Fi. Con un fronte politico a trazione sovranista, dove i moderati sono residuali. «Essere sovranisti - dice il capogruppo regionale e coordinatore veneto di FdI Sergio Berlato - non è una parolaccia. È guardare agli interesse nazionali». In Umbria FdI ha dopppiato Forza Italia ed è il partito che é cresciuto di più. «Ha pagato la nostra coerenza, siamo gli unici a non aver mai cambiato idee e pensiamo anche di poter raccogliere il voto moderato perché possiamo frenare un pò talune posizioni della Lega». E ancora: «Tempo fa ho fatto una scommessa con Giorgia Meloni: FdI qui arriverà al 10 per cento». Cosa abbiamo scommesso non si sa, ma Berlato conta di vincere. Nonostante la Lega e la lista Zaia, che si candidano a catalizzare preferenze. Nelle intenzioni di Zaia ci sarebbe anche quella di fare una terza lista, quella degli amministratori, ma non è detto si realizzi perché Salvini stesso avrebbe delle perplessità: porterebbe via voti al Carroccio. Chi rischia parecchio, visto il calo dei consensi, è Forza Italia. Ma il deputato Pierantonio Zanettin non la vede così: «Rimaniamo il presidio moderato della coalizione. Salvini stesso sta raddrizzando la sua linea verso toni più moderati. Questo è un nostro successo politico. Il nostro ruolo rimane centrale». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Lavoro,inVeneto calailtasso didisoccupazione:ora5,6% VENEZIA

«Il sistema veneto di politiche attive e accompagnamento al lavoro ha consentito di ridurre il tasso di disoccupazione al 5,6%, riportandolo ai livelli pre-crisi, ben quattro punti al di sotto della media nazionale. È questo il risultato più evidente di un sistema integrato di collaborazione tra soggetti pubblici e privati e di interventi diversificati, tra loro coordinati». Lo ha dichiarato ieri l’assessore regionale al lavoro, Elena

Donazzan, in audizione sul tema alla commissione consiliare “lavoro”. «I due assi portanti del sistema veneto sono le politiche tra loro integrate di orientamento, formazione, accompagnamento e sostegno lavorativo, e servizi per il lavoro efficienti. Il potenziamento dei Centri per l’impiego, ha annunciato Donazzan, porterà da 400 a 1.000 il numero degli operatori entro il 2021. Il portale unico di accesso cliclavoroveneto.it registra oltre 830 mila utenti e ha raccolto 100 mila curricula. •

SOLDI PER 3 ANNI. Servono arrivi da tutta Italia

Misurina,laRegione aiuta l’Istitutoperbimbiasmatici BELLUNO

«La Regione Veneto crede con la massima convinzione nelle qualità e nell’utilità terapeutica dell’Istituto Pio XII di Misurina: in Giunta abbiamo approvato una nuova delibera con l’assegnazione del budget fino a tutto il 2022 e con iniziative di semplificazione e diffusione della conoscenza da parte del mondo sanitario». Lo annuncia il governatore Luca Zaia: la delibera assegna al noto istituto di Misurina che cura e riabilita i bambini affetti da malat-

Ilfamoso istituto diMisurina

tie respiratorie un budget di 1,2 milioni l’anno per tre anni e semplifica le modalità di accesso dei bimbi alle cure. Serve però che arrivino piccoli pazienti anche dal resto d’Italia o i conti non reggono. •


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GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 2019 IL MATTINO

PRIMO PIANO

La cittadella della salute

Ospedale, Padova Est diventa area sanitaria A gennaio il via libera in consiglio comunale Parte la procedura urbanistica, sottoscritta martedì la proposta per la variante. Zaia: primo passo di un’opera internazionale Claudio Malfitano

IL NUOVO OSPEDALE DI PADOVA

PADOVA. È il momento di mette-

re nero su bianco il nuovo ospedale a Padova Est. Perché, nonostante gli anni persi a parlarne, sulle mappe urbanistiche della città l’area di San Lazzaro non ha una destinazione sanitaria, ma è ancora una semplice “zona di trasformazione integrata”. Martedì scorso i tecnici di Regione, Comune, Provincia, Università e Azienda ospedaliera hanno firmato la proposta di Accordo di programma, che dà il via al percorso di variante urbanistica che porterà a gennaio al voto del consiglio comunale e quindi a febbraio alla sottoscrizione del patto finale. Da lì si partirà poi con le gare prima per la progettazione e poi per l’appalto fino all’avvio dei lavori a San Lazzaro nella primavera del 2023. Ma l’accordo prevede un “doppio polo” e dunque in via Giustiniani le ruspe sono già al lavoro per la nuova Pediatria che, salvo stop della Soprintendenza, dovrebbe essere pronta all’inizio del 2022.

PROCEDURA URBANISTICA

La firma di martedì scorso non ha visto protagonisti gli esponenti istituzionali ma solo i delegati tecnici, proprio perché non aveva una valenza politica. Si tratta dell’avvio della procedura di variante urbanistica che, in pratica, conferma tutti i punti dell’accordo sottoscritto nel dicembre 2018. Così le aree di Padova Est avranno finalmente una destinazione sanitaria. Ma per farlo bisognerà attendere i 60 giorni per raccogliere le osservazioni, che verranno poi controdedotte e approvate dal consiglio comunale. Il voto finale è previsto tra fine gennaio e inizio febbraio del prossimo anno.

IL DOPPIO POLO I TEMPI 29 Ottobre 2019 Gennaio 2020 Febbraio 2020 Primavera 2020 Estate 2021 Autunno 2023 Primavera 2028 rà cancellato dal Pati (il piano di assetto territoriale intercomunale) il “bollino” sanitario sull’area di Padova Ovest, accanto all’Euganeo, dove era stato previsto l’ospedale al momento dell’approvazione, nel febbraio 2012. La nuova destinazione sanitaria sarà nell’area di 513 mila metri quadri a San Lazzaro delimitata a nord della ferrovia Padova-Venezia, a ovest da via Maroncelli, a est dalla tangenziale di corso Irlanda e a sud dal nuovo Arco di Giano e dall’abitato di San Lazzaro. Viene confermata la destinazione sanitaria dell’area di via Giustiniani, ma viene prevista nella parte est la realizzazione del grande Parco delle Mura. OPERA INTERNAZIONALE

IL DOPPIO POLO

Urbanisticamente, quindi, ver-

L’annuncio dell’avvio della procedura è stato dato (pren-

Padova Est Firma della proposta di Accordo di programma Approvazione del consiglio comunale variante urbanistica Firma dell'Accordo di programma Concorso per la progettazione Gara europea per l'aggiudicazione dei lavori Inizio dei lavori nell'area di Padova Est Apertura del nuovo ospedale dendo un po’ alla sprovvista gli altri attori) direttamente dal governatore Luca Zaia: «Sono molto soddisfatto perché un altro tassello fondamentale per il futuro della sanità non solo veneta è andato al suo posto. Il Policlinico internazionale del Veneto e di Padova è sempre più realtà», ha commentato. L’idea infatti è di concentrare a Padova Est le più moderne ed innovative tecnologie in ambito sanitario: «Una casa va costruita partendo da fondamenta solide – ha spiegato il governatore – L’accordo in questione ne è una parte fondamentale. Dà solidità all’intero progetto, prospettive certe, le linee da seguire per realizzare una delle più importanti opere strutturali sanitarie d’Europa». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Il sindaco Sergio Giordani soddisfatto del compromesso raggiunto «Ci sarà anche il Parco delle Mura, un gioiello verde in pieno centro»

«Così il centro non si svuoterà e avremo cure di alta eccellenza» IL COLLOQUIO

padovani possono stare tranquilli. Nell’accordo di programma è prevista la rigenerazione completa del Giustinianeo con la salvaguardia del centro e di alcuni dei quartieri più popolosi della cit-

«I

tà come Forcellini, San Osvaldo e Santa Rita. Inoltre daremo vita al Parco delle Mura che sarà un gioiello verde nel pieno del nostro centro storico». Sindaco Giordani, sembra quasi che a lei del polo di San Lazzaro non interessi nulla. «Tutt’altro. A Padova Est l’Università potrà coltivare ulterior-

mente i suoi traguardi di eccellenza e anche per quel quadrante e per San Lazzaro ci saranno senza dubbio ricadute positive». Dunque questo accordo la soddisfa? «Sono molto soddisfatto. Abbiamo raggiunto un risultato che non era scontato. Prima di noi c’era chi voleva lasciare un

Area Giustiniani

918 posti letto + 30 per pazienti extra-regione 56 apicalità Alta specializzazione, trapiantologia, ricerca e campus universitario 734 posti letto + 50 per ospedale di comunità 32 apicalità Pronto soccorso primario, Policlinico, Centro Gallucci, Torre delle emergenze, Area materno-infantile

il cronoprogramma

Nella primavera 2023 partiranno le ruspe La firma definitiva del l’Accordo di programma, dopo il voto del consiglio comunale, sarà entro la prossima primavera. Inizialmente era prevista a maggio ma il tentativo è quello di “bruciare i tempi”. Questo grazie alla Regione che convocherà una Conferenza dei servizi istruttoria e una volta raccolte tutte le osservazioni e redatto il documento finale per le varianti, porterà l’atto a una Conferenza decisoria. Così si potrà modificare il Pati senza dover

buco nero in centro. A me piacciono i fatti e voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato ad ottenere questo risultato: dare alla città due poli ospedalieri di rilevanza internazionale per dare ai cittadini un servizio sanitario di primissimo livello. Sono certo che anche il governo nazionale ci aiuterà in questo obiettivo». Il primo da ringraziare, però, è il governatore Zaia. «È una persona che mantiene sempre la parola. Personalmente lo trovo di grande correttezza. Lo posso dire perché non sono un politico e non sono capace di dire bugie». C’è il caso di Pediatria. Pensa si possa bloccare tutto? «No, aspettiamo il parere della Soprintendenza ma l’Azienda ospedaliera sta già lavorando.

convocare i 16 Comuni della cintura che l’hanno sottoscritto assieme a Padova: una procedura, quest’ultima, che avrebbe inevitabilmente allungato i tempi. Il governatore Zaia invece ha fretta di chiudere e firmare l’accordo di programma prima delle elezioni regionali. Chiusa questa fase con la firma dell’accordo di programma serviranno 18 mesi per la progettazione globale dei due poli, che il direttore generale dell’Azienda ospe-

SERGIO GIORDANI IMPRENDITORE, È STATO ELETTO SINDACO NELL’ESTATE DEL 2017

«C’è stato un lavoro lungo e faticoso di confronto con la Regione per migliorare lo schema di Bitonci»

daliera Luciano Flor vorrebbe gestire con un concorso di idee. Si arriva così all’estate nel 2021, quando sarà bandita la gara europea di affidamento dei lavori. A quel punto trascorreranno circa altri 18 mesi per arrivare all’aggiudicazione: le prime ruspe nelle aree di San Lazzaro sono previste nella primavera del 2023. Quindi almeno 5 anni di lavori, se non di più. Un convengo, nel maggio scorso, aveva prospettato il 2034 per l’apertura. Provocando non poche polemiche. Per quanto riguarda i finanziamenti toccherà alla Regione trovare quasi un miliardo di euro. Ma 150 milioni sono già a bilancio nei prossimi tre anni e un finanziamento di 450 milioni arriverà da un fondo dell’Inail. —

C’è una risposta urgente che va data ai bambini e ai loro genitori». In campagna elettorale però aveva sostenuto l’ipotesi il nuovo su vecchio. Come spiega questo cambio? «Questa è una vittoria del buon senso. Noi ci siamo battuto in primis perché non venisse dismesso il polo sanitario in centro città. Alla fine abbiamo trovato una mediazione con Zaia, che ha dovuto superare gli accordi abbozzati dalla giunta precedente. Ognuno ha ceduto su qualcosa ma alla fine è la città di Padova che ci guadagna. Questo accordo non è quello che ho ereditato ma il frutto della nostra autonoma interlocuzione con la Regione». — C.MAL.


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