The Indie Game Scenario

A.A. 2015/2016

Relatore: Danilo Danisi - Correlatore: Christian Ghisellini

Corso di Design Grafico

Accademia di Belle Arti di Bologna

Jacopo Ardito: La scena indie-game nel contemporaneo

induce

4 5 6 8 10 12 16 20 26 30 35 38 41 47 50 52 57 62 64 70 76 79 82

98 99 100 100 101

Introduzione

0.1 - Abstract 0.2 - Introduzione

1 - Le Origini

1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8

-

Definizione di vidogioco 1950 - 1960 1960 - 1970 1970 - 1980 1980 - 1990 1990 - 2000 2000 - 2010 2010 - 2017

2 - La situazione odierna

2.1 - Videogiochi AAA 2.2 - Il mercato indie 2.3 - Cambi di trend

3 - Il mercato odierno

3.1 - Guerra tra piattaforme 3.2 - Maggiore indipendenza tra editori e sviluppatori 3.3 - L’ascesa degli eSports

4 - Nuove tecnologie

4.1 - Realtà Virtuale - VR 4.2 - Realtà Aumentata - AR 4.3 - Realtà Mista - MR

5 - Il Progetto

5.1 5.2 5.3 5.4

-

Ispirazioni Fregi Prova lettere Colori

Conclusioni Ringraziamenti Bibliografia Sitografia Riferimenti Videogiochi

Questa tesi di diploma si concentra sulla storia dei videogiochi, ponendo in particolare risalto le varie implementazioni grafiche e tecnologiche che si sono susseguite sin dagli anni cinquanta fino ai giorni nostri. Avendo tracciato questa specie di timeline mi è stato possibile capire quali sono le forze che adesso agiscono in quest’industria e come attraverso gli anni queste forze hanno cambiato il loro modo di agire e come sono riuscite a crescere dalle piccole aziende degli anni ‘60/70’ ai franchise milionari di oggi. Solo dopo esser riuscito ad inquadrare in maniera completa il mercato attuale, mi sono concentrato su nuovi trend e sulle nuove tecnologie che si stanno sviluppando in questi anni, come l’ascesa degli eSports e la realtà virtuale (VR).

Abstract

Introduzione I videogiochi sono spesso considerati solo uno strumento intrattenitivo, tuttavia data la loro crescente penetrazione nel mercato di massa, la loro capacità di espressione supportata da costanti sviluppi tecnologici dà loro un potere comuni cativo tale da sovrastare tutti gli altri medium di intrattenimento.

Per capire meglio il livello di complessità dei videogiochi odierni è utile capire come sono nati.

Il primo videogioco per computer viene creato da Steve Russel, studente del Massachusetts Institute of Technology (MIT) nel 1962, si chiamava Spacewar e consisteva in due navicelle spaziali che dovevano distruggersi a vicenda.

Nel 1970 Nolan Bushnell, un pioniere dell’industria videoludica, realizzò il primo videogioco arcade: Computer Space. Il mercato dei videogiochi cominciava a dar prova di essere molto redditizio tanto da far nascere nuove compagnie agli inizi degli anni settanta che contribuirono alla sua in novazione tramite l’uso dei colori e dei suoni. Sul finire degli anni settanta il mondo viene scosso dal grande successo di Space Invaders (Taito, 1978) il primo videogioco giapponese ad essere famoso tanto in Giappone che negli Stati Uniti.

Negli anni ottanta per la prima volta i personaggi dei videogiochi, come Pac-Man e Super Mario, trascendono il loro mondo digitale per apparire su t-shirt o su riviste. Gli anni novanta furono caratterizzati dall’introduzione della grafica 3D e dall’implementazione della visuale in prima persona che vede come pioniere la id Software con Wolfenstein 3D, nel 1992. La Playstation ,famosissima nonché prima console della Sony, lanciata sul mercato nel 1994 rese la grafica 3D il suo punto di forza. Nel 2000 la Sony lanciò la Playstation 2 e il gigante informatico di Redmond lanciò sul mercato la sua prima console, l’XBox, nel 2001.

Entrambe queste due console introdussero nuove caratteristiche non collegate con i videogiochi, come il poter fungere da lettori DVD per la visione di film o CD musicali, cosa che si è poi sviluppata nelle ultime console con la possibilità di navigare sul web e di chattare con i propri contatti anche durante i momenti di gioco. Nell’ultima decade, con l’accrescersi della popolarità e dell’utilizzo i internet, si sono aperte nuove frontiere per i videogiochi.

Un esempio può essere rappresentato dai Massive Multiplayer Online Role-Playing Game (MMORPG), dove migliaia di videogiocatori possono giocare insieme all’unisono interagendo in sconfinati mondi virtuali. In tempi recenti quest’industria è stata caratterizzata da un sistema dove poche imprese creano un prodotto basandosi unicamente sulla domanda prodotta dal mercato. La logica conseguenza è che i giochi più commerciali cercano di attrarre sempre lo stesso target di consumatori introducendo poche innovazioni nelle tecniche di interazione.

Alcuni hanno sfruttato il realismo ottenuto dai videogiochi per scopi non prettamente ludici, come l’esercito degli Stati Uniti che ha implementato i videogiochi nel suo processo di addestramento sin dal 1980 con titoli come Battlezone (Atari), rilasciando più in là negli anni un proprio videogioco “America’s Army: Proving Grounds”, commissionato dallo stesso governo statunitense come pubblicità per l’esercito americano e per favorire il reclutamento nel suddetto esercito.

Come il caso dell’esercito americano sia un esempio di come i videogiochi possano veicolare messaggi espliciti, altri cercano di dimostrare che i videogiochi possono essere anche un medium attraverso il quale poter veicolare messaggi assai profondi, come Journey (Thatgamecompany) che attraverso il viaggio del suo protagonista cerca di farci capire che il senso della vita sarà sempre sfuggente e che ciò che ha davvero importanza è il viaggio che si effettua per scoprirlo.

In conclusione possiamo quindi dire che i videogiochi sono degli efficacissimi mezzi comunicativi anche se la loro complessità di produzione e sviluppo rende difficile la totale padronanza del mezzo. Una larga fetta di videogiocatori è rappresentata da bambini e adolescenti ma la barriera demografica si aggiorna di anno in anno e ha raggiunto nel 2016 i 35 anni contro i 31 anni registrati nel 2014.

1.1 Definizione di videogioco È una nuova forma di intrattenimento dove la tecnologia svolge un ruolo vitale e viene sfruttata al più alto livello possibile. L’idea di base è di usare una determinata combinazione tra software ed hardware per sviluppare un’interazione tra l’uomo e la macchina tale da creare un senso di soddisfazione ed appagamento nel videogiocatore.

2

1

Definizione Treccani - http://bit.ly/2jzeqVP Definizione Dictionary - http://bit.ly/2jr3rCE 3 Definizione Google - http://bit.ly/2jzeapM 4 Definizione Wikipedia - http://bit.ly/2k02Dry

I videogiochi sono giochi elettronici che implicano una interazione con un’interfaccia grafica al fine di restituire un feedback visuale su un dispositivo video che solitamente, quando si parla di videogiochi, significa un qualsiasi dispositivo di visualizzazione raster. Tuttavia, con l’accrescersi dell’uso della parola “videogioco” ora si fa riferi mento a qualsiasi dispositivo di visualizzazione. I dispositivi usati per giocare sono conosciuti anche con il termine di “piattaforme”, come computer, console ed in ultima analisi anche smartphone.

Possiamo quindi capire che queste piattaforme variano molto tra loro, possono essere veri e propri computer (desktop o portatili) fino a piccoli dispositivi palmari.

Le definizioni di videogioco che possiamo incrociare sono piuttosto simili, di seguito alcuni esempi: • Dispositivo elettronico (ingl. videogame) che consente di giocare interagendo con le immagini di uno schermo1; • Giochi interattivi giocati usando speciali dispositivi elettronici, computer o dispositivi mobili con l’intenzione di controllare le immagini sullo schermo2 ; • Software che, per mezzo di una grafica sofisticata, simula situazioni di carattere ludico (competizioni sportive, combatti menti o sfide di vario genere ambientate nei luoghi più diversi), permettendo a uno o più giocatori di giocare sia tra loro sia contro il computer; può essere installato in un dispositivo elettronico specializzato, come quelli presenti nelle sale giochi, oppure in un personal computer3; • Il termine può identificare un software oppure un dispositivo hardware dedicato a uno specifico gioco. È detto anche, con anglicismo, videogame, sebbene il termine inglese corretto sia videogame. Colui che utilizza un videogioco viene chiamato “videogiocatore” e si serve di una o più periferiche di input quali il joystick, la tastiera, il gamepad ecc 4 .

Dalle definizioni date sopra, possiamo quindi dedurre che le caratteristiche principali dei videogiochi sono rispettivamente: Giochi elettronici; Programmati; Mostrati in diversi modi; Su uno schermo.

I videogiochi hanno subito dei cambiamenti alle volte radicali, soprattutto negli ultimi anni e possiamo tranquillamente individuare alcuni degli aspetti che hanno aiutato i pionieri di questa disciplina a portarla fino ai livelli attuali: •

L’avanzamento hardware: siamo passati da computer che, a causa del grande ingombro e dei costi molto elevati, potevano essere presenti solo nelle Università alle console di oggi, con componenti hardware incredibilmente potenti e pensate per i giochi in VR;

•

Il cambio del sistema di interazione uomo - macchina: col passare degli anni le metodologie di controllo dei videogiochi sono cambiati molto. Da semplici joystick con alcuni pulsanti ad apparecchi che registrano i movimenti del corpo di chi li utilizza, come i controller della Nintendo WII, il Kinect di Microsoft ed i controller Touch targati Oculus;

•

Evoluzione dei software: nei primi anni gli sviluppatori dovevano scrivere a mano centinaia di migliaia di righe di codice mentre oggi grazie alle nuove tecnologie molto del lavoro viene svolto dalla macchina piuttosto che dall’uomo;

•

Diversificazione delle piattaforme: i videogiochi erano disponibili unicamente, o quasi, sui cabinati, mentre al giorno d’oggi possiamo vantare un’ampia gamma di dispositivi che ci permettono di accedere a questo tipo di forma intrattenimento come computer portatili, console, smartphone, tv;

•

Evoluzione dell’industria: le case di produzione sono cambiate molto nel corso degli anni. Se inizialmente i giochi venivano creati da singoli individui e con un budget relativamente basso, adesso che il mercato è in ascesa il numero di persone necessarie allo sviluppo di un titolo AAA è cresciuto così come sono cresciuti i budget necessari alla realizzazione di questi titoli.

1.2 1950 - 1960

6

5

Festival of Britan - http://bit.ly/2jro55j Classifica New York Times- http://nity.ms/2jzbCrx

Il primo gioco mai creato è stato Nimrod ideato da John Bennet e Raymond Stuart-Williams in occasione dell’edizione del 1951 del Festival of Britain 5 , esposizione nazionale che venne aperta a Londra e poi viaggiò per tutta la Gran Bretagna. Consisteva in un computer appositamente assemblato per giocare al gioco del Nim (gioco matematico per due giocatori) ed il computer creato per giocarci venne smantellato dopo la chiusura dell’evento.

Successivamente Alexander Douglas, nel 1952, creò OXO, che non era altro che una versione grafica di Tris che scrisse per la sua tesi sull’interazione uomo-macchina. Tuttavia molti considerano come primo vero gioco interattivo Tennis For Two. Sviluppato nel 1958 dal fisico nucleare William Higginbotham per i visitatori del Brookhaven National Laboratory.

Il gioco era visualizzabile su di un oscilloscopio e rappresentava un campo da tennis visto lateralmente, il gioco poteva essere giocato da due persone tramite due plance formate da una manopola per regolare la traiettoria e un pulsante per lanciare la palla ed era inteso ad istruire i giocatori sugli effetti della gravità.

Questi primi sviluppatori tuttavia, non avevano la benché minima idea delle potenzialità insite nei loro lavori, in particolar modo a causa del grande numero di apparecchiature necessarie in quel periodo.

Il primo gioco mai creato è stato Nimrod, un computer assemblato per giocare al gioco del NIM.

Tennis for Two - 1958) http://bit.ly/2kFvbQs

OXO (Alexander Douglas - 1952) http://bit.ly/2l3jxQr

Immagine del Nimrod (1951) http://bit.ly/2kOei8v

1.3 1960 - 1970 Molti dei primi videogiochi giravano sui sistemi centrali (mainframe) nelle Università degli Stati Uniti ed erano sviluppati da studenti che li programmavano durante il tempo libero. Tuttavia la scarsa disponibilità dei primi computer, presenti solo nelle Università per l’appunto, ha significato per questi giochi l’inesorabile caduta nel dimenticatoio.

Uno di questi computer era il PDP-1, dal valore di 120.000$; fu il computer sul quale un gruppo di studenti del Massachusetts Institute of Technology (MIT), tra cui Steve Russell, programmò il primo gioco largamente distribuito: Spacewar! (1961), successivamente dichiarato uno dei dieci videogiochi più importanti di sempre da Henry Lowood della Stanford University6 .

Il gioco mostrava due astronavi capaci di lanciare missili e consisteva nell’abbattere l’astronave dell’altro giocatore, stando però attenti a un corpo celeste piazzato al centro dello schermo che fungeva inoltre da centro gravitazionale, oltre ad altri elementi di disturbo.

Nel 1966, inoltre, la Sega fece uscire Periscope, gioco nel quale si doveva manovrare una sorta di periscopio che permetteva di localizzare le piccole miniature delle navi da guerra all’orizzonte e sparare per affondarle. Pur non essendo un vero e proprio videogioco vista la reale presenza sia delle navi che dello sfondo in sostituzione di rappresentazioni fatte al computer, fece intuire le potenzialità dei videogiochi arcade. Allo stesso tempo, Raplh Baer iniziò a lavorare su una nuova televisione interattiva; studio che portò ad una delle prime console, la Odyssey, rilasciata nel 1972.

Il PDP-1 fu il computer sul quale un gruppo di studenti del Massachusetts Institute of Technology (MIT) programmò il primo gioco largamente distribuito: Spacewar!

Spacewar! (Steve Russel - 1961) http://bit.ly/2kFvbQs

8

7

Racconto della storia di Pong - http://bit.ly/2kMz7PC “The Spokeman Review” del 29/12/1976 - http://bit.ly/2jrfP5xly/2kMz7PC 9 Lista di giochi - http://bit.ly/2knnJfQ 10 Storia di Spae Invaders - httlp:77bit.ly/2k9cbZM

1.4 1970 - 1980 I primi videogiochi arcade costavano un grande quantitativo di denaro e gli elevati costi di produzione, non resero facile l’ascesa di questi primi videogiochi. Il primo videogioco, in questi termini, fu Computer Space (1971) ma non riscosse successo. I suoi creatori, tuttavia, convinti della validità delle loro idee, fondarono la Atari e nel 1972 diedero alla luce Pong.

Una delle storie più divertenti ed interessanti riguardo a questo titolo è che a sole due settimane dall’installazione del primo cabinato in un bar, il proprietario del locale fu costretto a chiamare l’assistenza per un presunto guasto.

Il problema, contrariamente a quanto si potesse pensare, non fu un guasto ma l’imponente numero di quarti di dollaro inseriti nel cabinato per giocare, che lo fecero andare in corto7. Molto presto altre aziende intrapresero la stessa strada intrapresa dall Atari e, logica conseguenza della concorrenza, altri titoli vennero introdotti nel mercato. Fu sempre la Atari ad introdurre nel mercato un altro titolo molto interessante che è stato poi ripreso più volte da più sviluppatori nel corso degli anni: Breakout (Atari - 1976), creato da Steve Wozniak con l’aiuto di Steve Jobs.

Un anno dopo uscì Spacewar (Cinematronics - 1977) caratteristico nel suo stile perché è il primo gioco ad usare la grafica vettoriale.

Fino ad ora lo stile grafico di questi videogiochi era prettamente raster. La grafica raster è basata sui pixel ed è una tecnica utilizzata per descrivere un’immagine in formato digitale. Un altro modo per descrivere un’immagine digitale è rappresentato dalla grafica vettoriale, nella quale l’immagine è descritta mediante un insieme di primitive ge-

Pong (Atari - 1972) http://bit.ly/2lFmd9J

Death Race (Exidy - 1976) http://bit.ly/2lbqMYO ometriche che definiscono punti, linee, curve e poligoni ai quali possono essere attribuiti colori e anche sfumature.

La sostanziale differenza tra questi due tipi di grafica è che mentre la prima risulta a momenti sgranata, la seconda invece si contraddistingue da linee (o forme più in generale) più pulite.

Possiamo far capire meglio questa differenza mettendo a confronto la grafica del gioco Spacewar con un altro titolo uscito analogamente che sfrutta la grafica raster: Star Cruiser (Ramtek - 1977). Come si può ben notare, le linee di Spacewar risultano essere più pulite dei blocchi di pixel di Star Cruiser e quindi, in questo caso, Spacewar risulta essere “meglio programmato” rispetto all’altro titolo. Con la grafica vettoriale, quindi, i giochi avevano senz’altro un aspetto più pulito, ma peccavano di versatilità. Le immagini raster, pur non potendo riprodurre linee così pulite, garantivano una maggiore capacità nella creazione di scene più complesse ed è questo che l’aiutò a prevalere rispetto ai giochi sviluppati con grafiche vettoriali. Un gioco che merita una menzione speciale, uscito in questi anni, è Death Race. In questo gioco, dalla grafica molto spartana, si era al volante di una macchina con l’obiettivo di investire più “gremlin” possibile.

Il problema riscontrato fu che, proprio a causa della grafica spartana, i gremlin potevano essere facilmente identificati e scambiati per pedoni e quindi il gioco fu denunciato a causa della possibile istigazione alla violenza 8 . Gli sviluppatori del gioco, ovviamente, negarono queste possibili implicazioni, ma questo non servì a salvare il gioco dalla rimozione del titolo dal mercato. Fino a questi anni gli arcade e più in generale i videogiochi, erano limitati al

“When I arrived the first day, I was dressed in a business suit and a tie, and i met Nolan Bushnell.

He had a t-shirt on.

The t-shirt said ‘I love to fuck’.

That was my introduction to Atari.”

- Ray Kassar

bianco e nero, poiché i processori dell’epoca non riuscivano a processare allo stesso tempo giochi e colori. Fortunatamente con il passare del tempo la tecnologia faceva passi avanti e così iniziarono ad uscire anche titoli che sperimentavano l’uso dei colori all’interno dei giochi. Uno dei primi fu indy 4 (Atari - 1976) dove però l’uso dei colori venne limitato al semplice riconoscimento dei diversi giocatori.

L’anno successivo l’Atari si prepara a scuotere il mondo con l’Atari 2600 (conosciuto anche come VCS system), seconda generazione di console, subito dopo l’acquisizione da parte della Warner. Questa console è stata tra le prime a utilizzare le cartucce come metodo di distribuzione dei giochi ed è anche ricordata come la prima console di successo. L’Atari 2600 non riscosse subito un grande successo, ma recuperò quando nel 1980 l’Atari cominciò a vendere l’apparecchio con Space Invaders (Midway Manufactory - 1978) al suo interno.

Vennero venduti 30 milioni di console e grazie a questa crescita vennero creati centinaia di milioni di giochi.9

http://bit.ly/2lbmj8y

Space Invaders (Midway Manufactory - 1978)

Il successo di Space Invaders fu tale da creare più e più miti riguardanti questo titolo, di cui il più eclatante sembra suggerire una carenza di monete da 100 ¥ in Giappone, dovuto al massiccio uso di questo taglio per l’uso ludico, che costrinse il governo giapponese a triplicare la produzione di queste monete10.

Tutti i giochi nominati finora che avevano implementato con successo il fattore colore all’interno dei titoli vanno considerati come precursori del primo vero gioco a colori in RGB: Galaxian (Namco - 1979), una versione rielaborata di Space Invaders dove ogni astronave nemica poteva volare liberamente nello schermo.

Alla fine degli anni ‘70 venne inserita una notevole miglioria nel mondo dei videogiochi, ovvero quella dello scorrimento (scrolling, in inglese) ed uno dei primi giochi ad implementarla fu Super Speed Race (Midway - 1979) anche se le limitazioni hardware lo portarono a dover diminuire la resa grafica con una pista molto spartana ed i cordoli ai lati della strada riflessi l’uno con l’altro.

La storia più eclatante riguardo Space Invaders suggerisce una carenza di monete da 100¥ dovuta al massiccio uso di questo taglio per l’uso ludico.

Speed Race (Midway - 1979) http://bit.ly/2lL6xPk

Galaxian (Namco - 1979) http://bit.ly/2leV9NG

Breakout (Atari - 1976) http://bit.ly/2leXzMs

I giochi in questi anni erano ormai quasi tutti a colori. Era diventata la norma. È in questi anni che la Namco, software house giapponese produttrice di videogiochi , sviluppa e commercializza Pac-Man (Namco - 1980). Pac-Man, che viene considerato ancora oggi un classico irrinunciabile, riscosse un successo tale da trascendere le sale da giochi ed i monitor. Tale fu il suo successo, infatti, che nacquero una moltitudine di prodotti: abbigliamento, tazze, articoli di cartoleria vari, peluches, adesivi e addirittura un gioco da tavolo della Milton Bradley che sfruttavano la sua immagine. Il titolo originariamente si sarebbe dovuto chiamare Puck-Man, ma i distributori temettero che gli utenti avrebbero potuto modificare il nome grattando via parte della lettera “P” facendolo diventare Fuck Man e decisero quindi di modificarne leggermente il nome11.

In questi anni i successi dell’Atari spinsero altri a seguirne le orme e a creare le proprie console. Degli esempi possono essere la IntelliVision della Mattel Electronics lanciata nel 1980, o la ColecoVision dell’omonima azienda Coleco

12

11

Cambio nome Pac-Man - http://abcn.ws/1f72BxJ Classifica del Time - http://bit.ly/2jRh4JM

1.5 1980 - 1990

nel 1982. Erano in molti a sviluppare videogiochi per queste console, ma il livello generale tecnico/ grafico era spesso molto scadente. L’Atari, che in quegli anni era il leader del settore, operò scelte che ebbero pesanti ripercussioni economiche e che gli costarono la fiducia dei consumatori. Una delle più pesanti fu l’acquisto dei diritti di E.T. the Extra Terrestial (dall’omonimo film) da Spielberg per 20 milioni di dollari per produrne il videogioco.

L’Atari affidò il progetto a Howard Scott Warshaw che per produrlo in tempo per il periodo dei saldi natalizi, ebbe solo cinque settimane e mezzo. Il risultato fu quello che viene spesso citato come “il peggior gioco mai creato”. Il titolo fu un flop eclatante lasciando invendute sugli scaffali di migliaia di negozi milioni di cartucce.

Si ipotizzò per molto tempo che l’enorme quantità di cartucce invendute fossero state sepolte in una discarica ad Alamogordo, New Mexico dove effettivamente sono state ritrovate nel 2014.

Il titolo originariamente si sarebbe dovuto chiamare Puck-man, ma i distributori temettero che gli utenti avrebbero potuto modificare il nome grattando via parte della lettera ”P” facendolo diventare Fuck-Man.

Pac-Man (Namco - 1980) http://bit.ly/2ktEjGI

Tutto il percorso di individuazione della zona e relativo scavo con ritrovamento, fa parte di un documentario di Zak Penn dal titolo “Atari: Game Over” dove vengono raccolte testimonianze anche dallo stesso Howard.

La principale tecnica di sviluppo dei videogiochi in questo periodo comprende nella totalità dei casi gli sprite,termine inglese che sta ad indicare una figura bidimensionale che possiede libertà di movimento rispetto ad uno sfondo statico.

Gli sprite rappresentavano tutte le componenti del gioco eccetto lo sfondo, quindi comprendevano il personaggio principale del videogioco e anche tutti gli NPC (non-player character) che nei videogiochi sono rappresentati da tutti quei personaggi che non sono sotto il diretto controllo del videogiocatore e che quindi vengono mossi dal computer.

Nonostante non sia innovativo dal punto di vista grafico, Moon Patrol (Irem - 1983) è stato uno dei primi videogiochi che ha fuso la tecnica degli sprite con una tecnica assai nota nell’animazione, ovvero il principio della Multiplane Camera di Ub Iwerks. Tale tecnica prevede la suddivisione dello sfondo su più livelli che, grazie allo scorrimento differenziato di fondali di parallasse, che si spostano con velocità differenti danno l’illusione di una più vasta profondità di campo. Essendo uno dei primi titoli ad implementare questo principio, la grafica ne risulta impoverita, nonostante l’idea sia molto originale e verrà usata ed implementata da tantissimi altri titoli.

Tra questi possiamo citarne due su tutti,

Parallax (Sensible Software 1986) per il Commodore 64, e quello che più riuscì a trovare l’equilibrio tra innovazione tecnica e qualità grafica: Shadow of the Beast (Reflections - 1989) che, grazie alle migliorie hardware, poté implementare degli sfondi e dei personaggi molto più complessi dei suoi predecessori.

Il mondo della grafica e quello dell’animazione hanno sempre avuto un rapporto stretto e poteva capitare, com’è successo per la multiplane camera, che professionisti sempre più specializzati del settore videoludico cercassero di implementare tecniche proprie del settore dell’animazione nel settore di appartenenza.

Dopotutto le animazioni avevano un ruolo chiave nel creare dei movimenti credibili all’interno dei videogiochi e, ben prima dell’avvento della Motion Capture (nella computer grafica, tecnica per la registrazione digitale dei movimenti di un corpo, che ne permette la successiva elaborazione tramite computer.), veniva usata una tecnica chiamata Rotoscoping inventata in primo luogo da Max Fleischer nel 1915. Il rotoscoping è una tecnica di animazione utilizzata per creare un cartone animato in cui le figure umane risultino realistiche. Il disegnatore ricalca le scene a partire da una pellicola filmata in precedenza che venivano poi proiettate su un pannello di vetro traslucido, dove fungevano da supporto per l’attività di disegno.

Vari furono i videogiochi che fecero propria questa tecnica, a partire da Prince of Persia (Broderbund/Domark - 1989), che riscosse un grande successo e di cui l’ultimo capitolo uscito si intitola Prince of Persia: Le sabbie dimenticate (2010). Il crash del mercato delle console, tuttavia, rese possibile ad altre compagnie l’inserimento nel mercato. La Nintendo introdusse la Nintendo Enternainment System (aka NES) nel 1985 e la Sega Master System la seguì l’anno successivo.

La NES veniva venduta con all’interno Super Mario Bros (Nintendo - 1985) e riscosse un successo clamoroso, tanto da essere menzionato tra i 10 giochi più importanti della storia dei videogiochi dal settimanale Time12 .

Tetris ha iniziato ad avere popolarità alla fine degli anni ottanta. Ed ulteriore popolarità derivò dall’essere venduto in bundle con la prima versione del Game Boy.

Nonostante il Sega Master System fosse tecnologicamente più avanzato del NES, fu quest’ultimo a guadagnarsi la più grande fetta di mercato grazie all’altissima qualità e all’unicità dei suoi titoli.

Un altro avvenimento importante di questa decade si ebbe alla fine, nel 1989, quando la Nintendo introdusse il Game Boy, un dispositivo portatile sul quale giocare ai videogiochi.

Anche questo dispositivo, come le console dell’epoca, funzionava a cartucce, acquistabili separatamente e venne introdotto sul mercato come dispositivo stand alone (senza cartucce), oppure con la cartuccia di Tetris, un puzzle-game che altro non era che l’adattamento dell’omonimo gioco sviluppato dal russo Alexey Pajitnov nel 1984 e che portava lo stesso nome: Tetris per l’appunto.

Il numero di giochi sviluppati ebbe un’impennata tanto che la maggior parte dei giochi che rimangono tutt’oggi famosi (tanto da guadagnare più di un sequel) furono prodotti in questa decade: Zork (1980), Donkey Kong (1981), Mario Bros (1983), Dragon’s Lair (1983), King’s Quest (1984), Elite (1984), The Legend of Zelda (1986), Metroid (1986), Mega Man (1987), Final Fantasy (1987), Metal Gear (1987).

Parallax (Sensible Software - 1986) http://bit.ly/2ldkMPn

Prince of Persia (Broderbund/Domark - 1989) http://bit.ly/2kn7RdW

Super Mario Bros (Nintendo - 1985) http://bit.ly/2kGLaxD

Shadow of the Beast (Reflections - 1989) http://bit.ly/2l4VjW1

1.6 1990 - 2000 Se da un lato in questa decade la potenza delle console vide un forte aumento, dall’altro la popolarità degli arcade va diminuendo a causa della loro incapacità di stare al passo con l’avanzamento tecnologico portato delle console. La Sega introdusse presto la Mega Drive nel 1989, conosciuta anche come Sega Genesis, seguita dalla Super Nes di casa Nintendo. Entrambe queste console riscossero un notevole successo e nonostante ci fossero altre marche concorrenti, Sega e Nintendo rimasero all’apice del settore. Le loro console potevano vantare un’architettura a 16 bit, processori più veloci, molta più memoria delle concorrenti (64Kb per la Genesis e 128Kb per la Super Nes) e anche una risoluzione maggiore rispetto ad altre console.

In questi anni continuiamo ad avere titoli di un certo spessore, e se la Nintendo poteva vantare Super Mario, la Sega dalla sua parte poteva vantare il nuovo arrivato Sonic the Hedgehog per la Sega Genesis (Sega - 1991). Lo stesso anno viene annunciato Civilization (MicroProse - 1991), pietra miliare dei God Game, dove il giocatore, dopo aver scelto il tipo di mappa (casuale, customizzata o realistica), il numero di giocatori, la difficoltà e una certa civiltà, prova a costruire un impero in competizione con un certo numero di altre civiltà (da due a sei). Il gioco è rigorosamente a turni e fu citato da diverse riviste, anche più in là negli anni, come uno dei titoli più importanti della storia dei videogiochi. L’ispirazione per l’idea di Civilization, secondo Meier che è uno dei due creatori, venne da più parti: il gioco da tavola Risk (Risiko) per la conquista del mondo, e i videogiochi Railroad Tycoon (il primo gioco di tipo costruttivo su cui Meier aveva lavorato) e SimCity, che rientrano in parte

Civilization (MicroProse - 1991) http://bit.ly/2lNzPwv

Nel 1996 la rivista Computer Gaming World pose Civilization al primo posto nella sua lista di “I migliori giochi di tutti i tempi per computer”.

nel genere god game, basato sulla creazione di un mondo. Probabile anche l’influenza di Empire, di cui Meier era appassionato, che ha una struttura di base simile a Civilization. Durante questa decade maturò anche il mercato dei giochi per Personal Computer (PC).

Questi ultimi potevano vantare una risoluzione grafica maggiore, più memoria RAM (Random Access Memory) e più spazio di archiviazione per i vari salvataggi. Tra il ‘94 ed il ‘96 arrivò una nuova generazione di console.

La Sega creò la Sega Saturn nel ‘94 e la Nintendo la N64 nel 1996. Nel settore, tuttavia, fa il suo ingresso anche la Sony, nel 1994, con la Playstation.

Queste console avevano in dotazione architetture di 32-64 bit, processori più potenti e anche molta più memoria che in precedenza, passando dai 128Kb della Super Nes a 2-4Mb. Avevano una parte hardware riservata all’accelerazione 3D, ma era ancora poco matura ed un sistema audio migliorato. La Saturn e la Playstation cominciarono ad usare i CD mentre la Nintendo continuò ad usare le cartucce perché, a detta loro, avrebbe aiutato le console a caricare più velocemente i giochi. la N64 aveva la possibilità di connettere 4 controller contemporaneamente, mentre per le altre console questa possibilità veniva offerta con uno speciale adattatore venduto separatamente.

La Nintendo aveva deciso di incentrare la sua strategia aziendale nella creazione di giochi che avessero lo scopo di coinvolgere l’intera famiglia; strategia, questa, in cui eccelle tuttora. La Playstation era quella che poteva vantare un parco di titoli più ampio rispetto alle concorrenti di Sega e Nintendo, per via della facilità nella programmazione dei titoli per questa piattaforma.

Tra tutte queste console ci furono nuovi modelli anche tra quelle portatili, il più importante tra questi era il Game Boy Color (Nintendo 1998) che poteva vantare il doppio della velocità del suo predecessore, molta più ram e un display a colori di 160x144 pixel. Per il Game Boy Color la Nintendo produsse un importante gioco, Pokémon, un semplice gioco RPG uscito in duplice versione, Rosso e Blu, con pokémon diversi in ognuna delle due versioni. L’intenzione della casa nipponica era quello di far incontrare i giocatori di modo da poter completare la ricerca dei pokémon e collezionarli tutti e 150.

Il successo del gioco fu capillare, tanto che in 10 anni vennero vendute più di 140 milioni di

cartucce e l’enorme successo ottenuto in tutto il mondo ha portato alla creazione di ulteriori videogiochi, anime, film, fumetti, giochi di carte collezionabili, libri e innumerevoli gadget e giocattoli.

Pokémon (Nintendo - 1996) http://bit.ly/2lNXGLS

I videogiochi che vedono protagonisti i pokémon hanno venduto, al 2014, oltre 260 milioni di copie, rendendo Pokémon il secondo franchise videoludico per volume di vendite dopo Mario.

Conclusioni In questi tempi tutti sembrano avere una propria teoria o visione di ciò che aspetta l’industria videoludica. Alcuni sviluppatori vedono l’industria dei videogiochi collidere con quella cinematografica, dal momento che i propri titoli sono disponibili sul grande schermo e ricevono anche nomination per gli Oscar. Altri pensano che possano vivere una reinterpretazione grafica. Ma se guardiamo con attenzione possiamo notare come la storia dei videogiochi sembra ripercorrere l’evoluzione del veicolo dove i videogiochi vengono presentati più spesso, l’industria cinematografica.

Tendiamo a vedere i videogiochi come un insieme omnicomprensivo sotto una grande “V”. Tuttavia in quell’insieme esistono tantissimi sottoinsiemi che nascono, prosperano, resistono e periscono. Così come i reality show sono tra i maggiori successi televisivi dell’ultima decade, è possibile che gli MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) seguano la loro stessa strada, facendo sì che milioni di persone competano tra loro in una realtà virtuale per diventare l’apprendista di Donald Trump.

Gli sviluppatori di videogiochi sono limitati solo dalle tecnologie disponibili. Il loro potenziale è destinato a crescere con lo svilupparsi di tecnologie capaci di abbassare i costi di produzione e renderizzare sempre più poligoni. Come la televisione, dovremo accettare sia gli aspetti positivi che gli aspetti negativi. Così come gli uffici di marketing studiano i target su cui basare le proprie pubblicità in tv, così faranno anche nei videogiochi. La pubblicizzazione dei prodotti all’interno dei videogiochi potrebbe diventare un mercato così ampio da rendere in proporzione gli sponsor calcistici odierni come degli spot ascoltati in radio nell’ora di punta. Anche l’industria cinematografica potrebbe prendere possesso di questo medium per cercare di riconquistare la gloria perduta, proponendo nuovi titoli in esclusiva ai franchise più di successo.

Il futuro dell’industria dei videogiochi non è diverso da quello di qualsiasi altra industria dell’intrattenimento. Non appena i videogiocatori decideranno cosa vogliono da un videogioco, l’industria ci starà già lavorando per fornirglielo. Per sapere con esattezza quale possa essere il futuro dei videogiochi, basta seguire il consiglio di Deep Throat a Bob Woodward, giornalista del Washington Post, durante l’amministrazione del presidente americano Richard Nixon: “Follow the money.”.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare tutti, forse anche troppe persone. Innanzitutto i miei genitori, che mi hanno spinto a studiare in una città lontana e di cui non conoscevo nulla. Ringrazio mio fratello che si è dovuto leggere tutta la mia tesi per cercare di dare un senso alle schifezze che scrivo, anche se mi ha chiesto un sacco di favori durante la magistrale ed il master, quindi diciamo pure che siamo pari.

Ringrazio i docenti che mi hanno saputo dimostrare che la vita accademica può essere più di un “timbro il tesserino e me ne vado”, che frequentare davvero l’Accademia può arricchirti più di quanto una persona possa immaginare.

Ringrazio tutti gli amici che ho incontrato e ho conosciuto durante il mio percorso, specialmente le persone che ho incontrato alla fine del terzo anno che si stanno rivelando i migliori amici che io abbia mai avuto. Desidero ringraziare, anche se non lo sapranno mai, anche tutte le persone che ho conosciuto durante il terzo anno attraverso il mio ruolo di rappresentante degli studenti, i presidenti e vice presidenti delle consulte delle Accademie di Belle Arti di Lecce, L’Aquila, Catania, Bergamo, Sassari, ISIA di Urbino e Faenza e con particolare affetto alla consulta dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Bibliografia • Space invaders: la vera storia dei videogames

Francesco Carl (1996) • The Rough Guide to Videogaming

Kate Berens, Geoff Howard (2002); • Replay: The History of Video Game

Tristan Donovan (2010); • 1001 Video Games You Must Play Before You Die

Tony Mott (2011) • Storia del videogioco: dagli anni 50 ad oggi

Marco Accordi Rickards (2014); • A Brief History Of Video Games: From Atari to Xbox One

Rich Stanton (2015);

Sitografia

• Treccani:

http://bit.ly/2jzeqVP • The New York Times:

http://abcn.ws/1f72BxJ • ABC News:

http://bit.ly/2jzdW1Q • Game Timers:

http://econ.st/1t4q9ZO • The Economist:

http://bit.ly/18o97D3 • La Repubblica:

http://bit.ly/2kOp9ki • Atari Magazines:

http://bit.ly/2jS1B9Z • The Guardian:

http://bit.ly/2kOr4Fw • Forbes:

http://bit.ly/2kk5Bzx • Gamasutra:

http://ubm.io/2kofX5e • Wired:

http://bit.ly/2kRW9Uo • SoundCloud:

http://bit.ly/1rMDJbr • The Verge:

http://bit.ly/1JFWcMI • Wikipedia:

http://bit.ly/1AkeTjl

Riferimenti videogiochi • Nimrod

John Bennet - 1951 • OXO

Alexander Douglas - 1952 • Tennis for Two

William Higginbotham - 1958 • Spacewar!

Steve Russell - 1961 • Computer Space

Nolan Bushnell/Ted Dabney - 1971 • Pong

Atari - 1972 • Breakout

Atari - 1976 • Death Race

Exidy - 1976 • Indi 4

Atari - 1976 • Spacewar

Cinematronics - 1977 • Star Cruiser

Ramtek - 1977 • Space Invaders

Midway Manufactory - 1978 • Galaxian

Namco - 1979 • Super Speed Race

Midway - 1979 • Pac-Man

Namco - 1980 • Battlelzone

Atari - 1980 • E.T. the Extra-Terrestrial

Atari - 1982 • Moon Patrol

Irem - 1983 • Star Wars

Atari - 1983 • Tetris

Alexey Pajitnov - 1984 • I, Robot

Atari - 1984 • Super Mario Bros

Nintendo - 1985 • Parallax

Sensible Software - 1986 • F/A-18 Interceptor

Intellisoft - 1988 • Shadow of the Beast

Reflections - 1989 • Prince of Persia

Broderbund/Domark - 1989 • Sonic the Hedgehog

Sega - 1991 • Civilization

MicroProse - 1991

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

Super Mario Kart Nintendo - 1992 Alone in the Dark Infogrames - 1992 Ultima Underworld Blu Sky Production - 1992 Wolfenstein 3D id Software - 1992 Zool Gremlin Graphics - 1992 Doom id Software - 1993 Super Mario World II: Yoshi’s Island Nintendo - 1995 Pokémon Nintendo - 1996 Super Mario 64 Nintendo - 1996 Crash Bandicoot Naughty Dog - 1996 Tomb Raider Core Design - 1996 Quake id Software - 1996 Oddworld Oddworld Inhabitants, - 1997 Half-Life Valve - 1998 The Legend of Zelda: Ocarina of Time Nintendo - 1998 Quake III Arena id Software - 1999 The Sims Maxis - 2000 Jet Set Radio Smilebit - 2000 Counter-Strike Valve - 2000 ICO Team ICO - 2001 AR Quake Wearable Computer Lab - 2002 Auto Modellista Capcom - 2002 The Legend of Zelda: the Wind Waker Nintendo - 2002 Half-Life 2 Valve - 2004 Call of Duty 2 Infinity Ward - 2005 Shadow of the Colossus Team Ico - 2005 NBA Live 08 EA Sports - 2007 Minecraft Mojang - 2009 League of Legends Riot Games - 2009 Hero Core D. Remar - 2010 Limbo Playdead - 2010

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

•

Super Meat Boy Team Meat - 2010 Aqua-Gauntlet /// - 2012 Journey Thatgamecompany - 2012 Fez Polytron Corporation - 2012 SpaceTeam Sleeping Beast Games - 2012 The Last of Us Naughty Dog - 2013 Bugs Mayhem Augmented Pixels Inc - 2013 Dota 2 Valve - 2013 StarCraft II Blizzard Entertainment - 2013 Ingress Niantic - 2013 Grand Theft Auto V Rockstar - 2013 Destiny Bungie - 2014 Transistor Supergiant Games - 2014 Call of Duty: Black Ops III Activision - 2015 The Vanishing of Ethan Carter The Astronauts - 2015 Titan Souls Acid Nerve - 2015 Project X-Ray Microsoft - 2015 The Last Guardian Team Ico - 2016 Abzû Giant Squid - 2016 No Man’s Sky Hello Games - 2016 Pokémon Go Niantic - 2016 Super Mario Odyssey Nintendo - 2017 The Legend of Zelda: Breath of the Wild Nintendo - 2017 Siheyu4n We Are Müesli - 2017