2015 fds catalogo

Francesca Di Stefano << Quando nuove forme, che vivono parallele, comunicano tra loro, si attraggono e si dissolvono le une nelle altre, continuamente mutando, suggerendo "qualcosa" che l'autore e chi guarda scopre o crede di scoprire. >>

BIOGRAFIA di Francesca Di Stefano (1935-2013) Francesca Di Stefano si diploma nel 1960 all'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, nella scuola di Decorazione Pittorica di Achille Funi e Storia dell'Arte di Guido Ballo.

Nello stesso anno inizia la collaborazione come illustratrice con l'ufficio pubblicità dell'industria chimico-farmaceutica Carlo Erba di Milano, nel gruppo di lavoro diretto da Dino Villani: qui ha una intensa attività creativa nell'ambito della comunicazione visiva e della grafica e segue direttamente anche le riproduzioni in stampa in grande formato.

Sue opere grafiche e di illustrazioni vengono pubblicate su quotidiani, settimanali a grande tiratura e su pubblicazioni del settore chimico-farmaceutico. Sue opere di carattere pittorico sono realizzate in grandi dimensioni per l'allestimento di stand per fiere e mostre di importanza internazionale. Appare su pubblicazioni di grafica pubblicitaria e illustrazione.

Dal 1980, avendo superato i concorsi e conseguito le abilitazioni all'insegnamento, per anni insegna come precaria Educazione Artistica e Discipline Pittoriche nelle scuole medie e nei licei artistici di Milano e provincia. Nel 1990 le viene assegnata la cattedra di Discipline Pittoriche all'Istituto d'Arte di Cantù (sezione staccata di Lomazzo - l'odierno Liceo Artistico Statale 'Fausto Melotti' di Cantù), che lascerà nel 1995 per malattia.

Contemporaneamente continua la pittura come forma di espressione primaria e autonoma, partecipando a mostre collettive.

Nel 1988, con il marito scultore Alberto Trazzi, presenta a Milano una mostra a due, esponendo oltre alle opere pittoriche degli ultimi anni, una sorta di mostra antologica con opere eseguite in più di vent'anni.

Partecipa a numerose collettive in Italia e all'estero (a Milano, Torino, Firenze, Ferrara, Buenos Aires, Montevideo, New York). Nel 2005 e nel 2006, presenta le opere degli ultimi diciannove anni in alcune mostre personali (a Milano, Albisola Marina, Ferrara).

Nel 2007, viene pubblicata una monografia a cura di Raffaele De Grada, con un'intervista di Flavio Arensi e testo critico di Luigi Cavadini.

Nel 2010, viene organizzata una mostra a Sesto San Giovanni al Centro Culturale “Sergio Valmaggi”, con disegni e sculture di Alberto Trazzi, dipinti di Francesca Di Stefano.

La sua espressione artistica prende vita dallo studio delle avanguardie artistiche del Novecento, soprattutto Cubismo, Futurismo e Surrealismo, e si sviluppa in un intreccio di linee e colori da cui scaturiscono "nuove forme che vivono parallele, comunicano tra loro, si attraggono e si dissolvono": alla scoperta di universi visivi che, in un continuo movimento fluttuante e mutevole, suggeriscono l'idea di frattale, di infinito.

SPAZIO-TEMPO

VENERE, anni '50

FIGURE, 1956

SASSO, 1976

SPAZI, 1971

RITRATTO, 1958

SPAZIO-TEMPO Nel 1953, al Palazzo Reale di Milano si tiene una importante mostra dedicata a Pablo Picasso (1881-1973) dove vengono esposti tra l'altro Guernica, Les Demoiselles d’Avignon e oltre a tanti dipinti, numerosi disegni.

Picasso è uno dei maestri di arte visiva più completi.

Nella sua pittura prevale la scoperta della simultaneità e della relatività.

Fino all'epoca pre-einsteiniana, lo spazio tridimensionale era tenuto ben distinto dal tempo ed entrambi erano considerati assoluti. Grazie alla relatività speciale di Albert Einstein del 1905, si seppe che esiste un legame indissolubile fra spazio e tempo ed entrambi i concetti persero il loro carattere assoluto. Lo spazio e il tempo creano insieme una struttura, lo spazio-tempo, dove, a velocità elevate, le lunghezze si contraggono e il tempo passa più lentamente. Inoltre, la massa e l'energia si equivalgono, vale a dire che un corpo materico (dotato di massa) si trasforma in energia e viceversa.

Lo sviluppo dei corpi in movimento è uno dei temi affrontati dalla ricerca artistica dei futuristi, come Umberto Boccioni (1882-1916).

Tra il 1919 e il 1933, alla Bauhaus, vennero studiati e teorizzati i cardini della teoria della percezione e del colore con J.Itten , J.Albers, László Moholy-Nagy, V.Kandinskij e Paul Klee.

Tra il 1959 e il 1960, alcuni allievi del liceo artistico di Brera (G.Anceschi, D.Boriani, G.Colombo, G.De Vecchi, G.Varisco) fondano il Gruppo T di Milano, all’avanguardia nelle ricerche artistiche di arte cinetica e programmata.

SPAZIO-TEMPO E = mc2 E=energia, m= massa, c=velocitĂ della luce A.Einstein (1905)

Spazio-tempo di H.Minkowski

P.Picasso ripreso da Gjon Mili, 1949

U.Boccioni, 1913

V.Kandinskij, 1925

Gianni Colombo, 1960

OLTRE LO SPAZIO-TEMPO Con l'ipotesi dell'inconscio collettivo e degli archetipi di G.Jung, anche in campo psicologico il '900 è un secolo che comincia con notevoli cambiamenti per lo sviluppo del pensiero umano. << L'inconscio collettivo non è altro che la possibilità che noi ereditiamo da epoche remote in forme determinate di immagini mnemoniche... esistono possibilità innate di rappresentazioni, che appaiono nella materia formata, quali principi regolatori della sua formazione. L'immagine primordiale o archetipo è una figura, demone, uomo o processo che si ripete nel corso della storia, ogni qualvolta la fantasia creatrice si esercita liberamente... In ciascuna di queste immagini è racchiuso un frammento di psicologia e di destino umano... sembra quasi che nell'anima si sia formato come il letto di un fiume, in cui la vita ... riesce a fluire con forza...

In tali momenti [di situazioni tipiche] noi siamo la specie, ed è la voce dell'umanità che risuona in noi...

Il processo creatore, per quanto possiamo seguirlo, consiste in una animazione incosciente dell'archetipo, nel suo sviluppo e nella sua formazione, fino alla realizzazione dell'opera d'arte perfetta. >> C.G.Jung “Il problema dell'inconscio nella psicologia moderna”, 1943

All'inizio del secolo, inoltre, Bertrand Russell enuncia il suo famoso paradosso che scuote i fondamenti della logica. « In un villaggio vi è un solo barbiere, un uomo ben sbarbato, che rade tutti e solo gli uomini del villaggio che non si radono da soli. Il barbiere rade se stesso? » Bertrand Russel, 1902

OLTRE LO SPAZIO-TEMPO In campo visivo, artisti come René Magritte, Salvador Dalì, Mirò, esponenti del Surrealismo, producono immagini suggestive che evocano aspetti paradossali della realtà.

J.Miro

S.Dali, 1940

OLTRE LO SPAZIO-TEMPO Dal 1916 (sono passati quasi cento anni), grazie alla teoria della relatività generale di Einstein, si è capito che lo spazio-tempo è una geometria dentro cui i corpi si muovono modificandone la struttura con la loro massa.

Anche il nostro corpo, mentre si muove, genera un 'campo gravitazionale=(spazio+tempo+massa)' intorno a sè, che attira corpi più piccoli; a nostra volta, siamo attirati ( o 'tirati' ) da altri corpi più grandi.

Questa forza è molto leggera e si evidenzia ai nostri occhi solo se i corpi hanno grandi dimensioni, come i pianeti e le stelle.

Se la massa è molto concentrata in un piccolo punto dello spaziotempo, si genera un buco nero.

Nell'universo, tra i corpi celesti, non c'è un vuoto totale, i corpi celesti non sono slegati tra loro, ma tra di essi intercorre una sorta di relazione, di collante che li tiene insieme e questo è il campo gravitazionale.

Questa idea genera risvolti non solo nella fisica, ma anche nella concezione del mondo, nell'interpretazione della realtà e della sua rappresentazione.

Il termine 'buco nero' fu coniato dal fisico J.A. Wheeler (1911-2008) per indicare il fatto che nello spazio-tempo, in presenza di un campo gravitazionale molto elevato, perfino la luce entra senza più uscire.

Nel 1977, la Longanesi pubblica il libro "I buchi neri: la fine dell'universo?" di John Taylor (1931-2012).

OLTRE LO SPAZIO-TEMPO

1973

1984

Pugno nello spazio

1976

Buco nero

Pianeta vivente

L'ALEPH Il simbolo dell'aleph ‫ א‬è la prima lettera dell'alfabeto fenicio e la prima lettera dell'alfabeto ebraico antico. In origine, la sua forma assomigliava a una testa di bue stilizzata, il simbolo deriva da un glifo egizio. In seguito ad una rotazione della lettera, connessa col variare del senso della scrittura, le due "corna" del bue sono diventate le due "gambe" della A stampatello maiuscolo.

Nella cabala ebraica (un antico sistema che studia il rapporto tra un immutabile, eterno e misterioso Ein Sof-"senza fine" e l'universo mortale e finito-creazione di Dio), l'aleph e' la prima lettera della parola Ein Sof. La lettera aleph ‫ א‬fu scelta dal matematico George Cantor nella seconda metà del XIX secolo per classificare il numero degli elementi di un insieme illimitato (vedi anche cardinalità e numeri transfiniti).

L'ALEPH è stato uno dei rivelatori di particelle adottati dal CERN nell'LEP, il Large Electro-Positron collector, il più grande collisore di elettroni-positroni, 27 km di circonferenza, costruito per esplorare la fisica delle particelle e trovare conferme per il modello standard.

Si può suddividere un'area limitata in modo da ricreare la suggestione dell'infinito al suo interno. Come lo si può fare?

Dimezzando ripetutamente e indefinitamente le distanze via via che dal centro ci si avvicina ai bordi della forma, similmente ai disegni di M.C.Escher (1898 – 1972): fisicamente è impossibile, ma la mente vorrebbe spingersi a eseguire la suddivisione all'infinito e forse con l'astrazione è quasi possibile farlo. si ricordi anche il paradosso di Achille e la tartaruga.

Suggerimenti di lettura: Rudy Rucker "La quarta dimensione"

L'ALEPH

L'ALEPH

fotografia dell'opera in corso di esecuzione

1985

ALEPH, 1993

L'ALEPH

<<Nella parte inferiore della scala, sulla destra, vidi una piccola sfera cangiante, di quasi intollerabile fulgore. Dapprima credetti che ruotasse; poi compresi che quel movimento era un'illusione prodotta dai vertiginosi spettacoli che essa racchiudeva.

Il diametro dell'Aleph sarà stato di due o tre centimetri, ma lo spazio cosmico vi era contenuto, senza che la vastità ne soffrisse. Ogni cosa (...) era infinite cose, perchè io la vedevo distintamente da tutti i punti dell'universo.>>

J.L.Borges "L'Aleph"

INFINITI, INFINITESIMI e oltre George Cantor (1845-1918) creò i numeri transfiniti, che rappresentano le cardinalità (il numero degli elementi) degli insiemi infiniti. La cardinalità dell'insieme dei numeri interi, come quella dell'insieme dei numeri razionali (cioè le frazioni) è ‫א‬l0 . La cardinalità dei numeri reali è ‫א‬l1 . L'ipotesi del continuo di Cantor prevede che si possano, in un certo senso, ordinare i numeri transfiniti, creando una catena verso l'<<infinito assoluto>>, una <<scala verso Dio>>

‫א‬l0 ---> ‫א‬l1 ---> ‫א‬l2 ---> ‫א‬ln ---> ... ---> infinito assoluto C'E' UN LIMITE ALL'INFINITO? John D.Barrow, nel suo libro "L'infinito", pag.176, richiamando la "Città di Dio" di Sant'Agostino, sostiene che chi crede che Dio debba essere attivo dovunque nell'universo giungerà inevitabilmente alla conclusione che esistano un numero infinito di altri mondi ed esseri.

Ma l'idea di infinito e di infinitamente piccolo è un'illusione?

Le tre costanti dell'universo (velocità della luce, costante cosmologica, costante di Planck) sono state introdotte per limitare le componenti infinite delle equazioni dell'universo. Da quando si è compreso il concetto di campo gravitazionale della relativà generale di Einstein (1915, esattamente un secolo fa!) si pensa ai corpi immersi in una immensa gelatina, che muove e attira a seconda della materia nelle vicinanze.

Nel tentativo di trovare una legge che unifichi la gravità, l'elettromagnetismo e la meccanica quantistica, detta brevemente gravità quantistica, o anche teoria del tutto, ad oggi si evidenziano sulla scena della fisica teorica due correnti diverse: La prima è la teoria delle stringhe, spiegata da Brian Greene e da Lisa Randall. Essa conduce a pensare all'esistenza di ulteriori dimensioni oltre a quelle a noi visibili, come se vivessimo schiacciati nel nostro universo e degli altri potessimo vedere solo le loro proiezioni.

La seconda è la teoria dei loop quantistici spiegata da Carlo Rovelli nel libro "La realtà non è come ci appare". Essa disegna l'universo <<come una maglia 3D di anelli intrecciati>> e discreti che, con le loro continue interconnessioni genera il nostro universo.

Entrambe le teorie inducono a scontrarsi con la finitezza delle cose, sia nel piccolo che nel grande, come se anche le cifre del decimale della radice quadrata di 2 avessero un termine; e come se l'idea dell'illimitato fosse una prerogativa dell'astrazione mentale.

INFINITI, INFINITESIMI e oltre MOLTIPLICAZIONE INFINITA DELLO SPAZIO << Sognai che sul pavimento del carcere c'era un granello di sabbia. Mi riaddormentai, indifferente; sognai che mi destavo e che i granelli di sabbia erano due. >> MOLTIPLICAZIONE INFINITA DEL TEMPO << Non ti sei destato alla veglia, ma a un sogno precedente.

Questo sogno è dentro un altro e così all'infinito, che il numero di granelli di sabbia.... >> << Un uomo si confonde, gradatamente, con la forma del suo destino; un uomo è alla lunga ciò che lo determina. >> << Io vidi una Ruota altissima, che non stava avanti ...

Era fatta di acqua, ma anche di fuoco e, benché si vedesse il bordo, era infinita. ... ed io ero uno dei fili di quella trama totale... >> << Vidi infiniti processi che formavano una sola felicità. >> Estratti da J.L.Borges "La scrittura del dio"

INFINITI, INFINITESIMI e oltre

R.Penrose, ne "Il grande, il piccolo e la mente umana", pag.139, presenta un triangolo impossibile: genera una figura paradossale, che, solo con l'illusione visiva, rappresenta un concetto non esistente in natura.

Scultura del Triangolo Impossibile, East Perth, Australia.

La struttura in effetti non è composta di un pezzo solo ed è stata fotografata da uno dei due punti dai quali è stata progettata per dar luogo all'effetto.

RICORSIONI E FRATTALI

ALL'ALBA

ARTE FRATTALE

1973

VERSO L'INFINITO

RICORSIONI E FRATTALI Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all'originale... << di forma estremamente irregolare o estremamente interrotta e frammentata, che rimane tale qualunque sia la scala a cui si esamina... curve che non vanno all'infinito, ma sono tali che la loro lunghezza tra due punti qualsiasi è infinita. >> da B.Mandelbrot - Les Objects Fractals: Forme, Hazard et Dimension, 1975, pag.155, pag.14

AUTOREFERENZA nei frattali: Ogni parte più piccola richiama una parte più grande e viceversa.

L'insieme di Cantor è definito in modo ricorsivo, partendo dall'intervallo [0, 1] e rimuovendo ad ogni passo un segmento aperto centrale da ogni intervallo. ... l'insieme che rimane dopo aver iterato questo procedimento infinite volte è l'insieme di Cantor: questo insieme è un frattale. ( XIX sec. - Georg Cantor )

Vedi anche la sbarra di Cantor nel libro di Mandelbrot, p.64

RICORSIONI E FRATTALI

<< Infinite sono le cose sulla terra; una qualunque di esse può essere paragonata a qualunque altra.

Paragonare le stelle a foglie non è più arbitrario che paragonarle a pesci o uccelli... Sentii, giunto all'ultima pagina, che la mia narrazione era un simbolo dell'uomo che io ero mentre la scrivevo, e che, per scriverla, avevo dovuto essere quell'uomo, e che, per essere quell'uomo, avevo dovuto scrivere quella storia, e così all'infinito. >> J.L.Borges "La ricerca di Averroè"

RICORSIONI E FRATTALI: autoreferenza nella musica

In musica, il canone musicale è composto individuando un tema ed elaborando sue variazioni, che si sovrappongono in ritardo rispetto all'esecuzione principale.

Nel XVIII secolo, Johann Sebastian Bach sviluppò alcune battute del re Federico II (Thema Regium) con canoni e fughe, nell'opera BWV 1079 "Offerta Musicale".

Scrisse in particolare il "Canone 1 a 2 – cancrizzante", dove il tema regio viene suonato dalla prima voce e contemporaneamente la seconda voce suona lo stesso tema ma percorrendolo al contrario.

I parte del Thema Regium

Douglas Hofsdadter in "Godel, Escher, Bach"si ispira al Canone cancrizzante per spiegare l'AUTOREFERENZA dei sistemi logico-matematici: la capacità (scoperta da Kurt Goedel – anni '30) di avvolgersi su stesso, come il nastro di Moebius.

b = 2°

voce

b2

a5

b3=a4

a3=b4

b1

INVER SIONE

b6=a1

PUNT O DI

a5

ANALISI DEL CANONE CANCRIZZANTE: inversione e biforcazione

a

=1 ° vo ce

2° voce

1° voce

1° voce

CENTRO DI SIMMETRIA

2° voce

1° voce

2° voce

1° voce

ANALISI DEL CANONE CANCRIZZANTE: simmetria centrale tra 1° e 2° voce

CAOS, BIFORCAZIONI E LABIRINTI Un attrattore è un insieme verso il quale evolve un sistema dinamico dopo un tempo sufficientemente lungo.

Viene definito negli anni '80 da David Ruelle&Floris Takens.

Dal punto di vista geometrico un attrattore può essere un punto, una curva, una varietà, o anche un insieme più complicato dotato di struttura frattale e noto con il nome di attrattore strano.

I frattali sono attrattori strani.

L’attrattore è l’insieme su cui si muove lo stato di un sistema dinamico deterministico, quando si attenda abbastanza a lungo.

E’ importante che le forze esterne agenti sul sistema siano indipendenti dal tempo e che i sistemi dissipino energia in calore, perché la dissipazione fa sparire i fenomeni transitori. Gli attrattori strani non sono curve o superfici lisce, perdipiù essi sono oggetti di dimensione non intera. <<Quello che oggi chiamiamo caos è un’evoluzione temporale con dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali. Il movimento su un attrattore strano è caotico. >> Suggerimenti di lettura: David Ruelle, "Caso e caos"

L’attrattore strano di Lorenz, con la sua caratteristica forma a farfalla. treccani.it

CAOS, BIFORCAZIONI E LABIRINTI

MOVIMENTO CONTINUO

LA GRANDE BOLLA IN MOVIMENTO

(*) fotografia dell'opera in corso di esecuzione

CAOS, BIFORCAZIONI E LABIRINTI

<< Fu la confusione del romanzo a suggerirmi che il labirinto fosse il romanzo stesso... mi ero chiesto in che modo un libro potesse essere infinito. Non potei pensare che a un volume ciclico, circolare: un volume la cui ultima pagina fosse identica alla prima, con la possibilitĂ di continuare indefinitamente. >> << ...in infinite serie di tempo, in una rete crescente e vertiginosa di tempi divergenti, convergenti e paralleli. Questa trama di tempi che si accostano, si biforcano, si tagliano o s'ignorano per secoli, comprende tutte le possibilitĂ . Nella maggior parte dei tempi noi non esistiamo, in alcuni esiste lei e non io; in altri io e non lei; in altri entrambi. >>

J.L.Borges "Il giardino dai sentieri che si biforcano"

CAOS, BIFORCAZIONI E LABIRINTI Il modo di disegnare di mia mamma in alcune opere ha un inizio che si puo' semplificare cosÏ: si disegnano delle linee sul foglio [fig.1], poi si ripassa molto vicino a esse facendo nascere una linea nuova [2.] e cosi' si procede piu' fittamente possibile [3.] nel 2010 dicevamo che si crea una dimensione frattale, ma forse è qualcos'altro, forse sono biforcazioni. L'effetto che si ottiene in globale e' una struttura molto complessa (sembra quasi un sistema complesso), gestita poi sapientemente con i colori. Le immagini si affastellano, a volte si intrecciano. Questa struttura, che lei chiamava rete, da cui poi a sua volta ripartiva dipingendoci a creare ancora altre forme con i colori, a me richiama un universo a piu' dimensioni, che viene intersecato con il piano del foglio oppure che e' invece schiacciato sul foglio.

Laura Trazzi it's art 2015

Lo spazio, gli universi paralleli e il multiverso Un punto può essere visto come incrocio di numerosi universi nascosti.

Se si traccia una linea sul foglio e da essa si riparte, ripassandoci accanto o incrociandola, ci si discosta leggermente, generando altre linee cariche di altri significati.

CosĂŹ reiterato, questo processo genera un multiverso?

Laura Trazzi it's art 2015

LO SPAZIO, GLI UNIVERSI PARALLELI E IL MULTIVERSO: il tempo e il suo superamento

<< fu la confusione del romanzo a suggerirmi che il labirinto era il romanzo stesso…

In che modo un libro potesse essere infinito…

Un volume ciclico, circolare, La cui ultima pagina [coincidesse con la prima] Si creano così diversi futuri, diversi tempi. Che a loro volta proliferano e si biforcano.

Queste soluzioni vi sono tutte e ognuna è un punto di partenza…

Credeva in infinite serie di tempo, in una rete crescente e vertiginosa di tempi, divergenti, convergenti e paralleli. >> Da “i giardini dei sentieri che si biforcano” di JL.Borges

UNIVERSI PARALLELI E MULTIVERSO

ORIZZONTI DEL MUTIVERSO 1

MULTIVERSO

ORIZZONTI DEL MULTIVERSO 2

UNIVERSI PARALLELI E MULTIVERSO

Secondo il principio antropico (1974), al di fuori del nostro mondo attualmente visibile esistono numerosi altri mondi dominati ciascuno dalle loro costanti dell'universo, solo alcune delle quali permettono lo sviluppo di forme di intelligenza.

Un insieme di domini (luoghi soggetti alle costanti dell'universo) si chiama "Multiverso", che può essere di tre tipologie.

La prima è costituita da una moltitudine di regioni che appartengono tutte al medesimo Universo. La seconda è formato da universi separati, privi di connessioni reciproche. La terza è una combinazione delle precedenti: è costituita da una molteplicità di universi, ognuno dei quali ha una serie di regioni differenti.

Suggerimenti di lettura: Vilenkin "Un solo mondo o infiniti"

Gli oggetti grandi non sono al di fuori della legge matematica fondamentale della meccanica quantistica, come pensava Bohr, che con il ragionamento scartava tutti i risultati possibili di una misurazione tranne uno.

Suggerimenti di lettura: Brian Greene "La realtà nascosta"

UNIVERSI PARALLELI E MULTIVERSO

Fu il fisico Hugh Everett III, nel 1954, a dare la prima interpretazione dei molti mondi della meccanica quantistica. Quando si misura un'onda con due picchi, l'equazione di Schroedinger dice di combinare i due risultati appena trovati.

Ma il risultato, dice Everett, non è una sola mente di un solo osservatore e un solo strumento che registrano due posizioni nello stesso tempo.

Il risultato combinato è invece dato da due "noiosservatori" e due strumenti ciascuno nelle due posizioni trovate.

Ciò si applica più un generale: secondo Hugh Everett III, tutto ciò che è possibile secondo la meccanica quantistica, cioè tutti i risultati a cui la meccanica quantistica assegna una probabilità diversa da zero, si realizza in un proprio mondo distinto IL MULTIVERSO QUANTISTICO

L'approccio dei molti mondi di Everett garantisce che in ciascun universo gli altri risultati sembrino scomparsi: gli universi si realizzano tutti, ma non si vedono tra loro, sono come paralleli.

UNIVERSI PARALLELI E MULTIVERSO

ELABORAZIONE VIDEO : LINK A VIMEO © it's art 2015

Spunti di letture e di ascolto Nella musica, oltre a JS.Bach, e nella letteratura, oltre a JL.Borges, sono molte le opere dove si ritrova la tematica della ricorsione e del multiverso: C.S.Lewis "Il nipote e il mago – Le cronache di Narnia" Michael Ende "La storia infinita" Madeleine L'Engle "Nelle pieghe del tempo" A.Vivaldi "La tempesta di mare" Op.8 n.5 Philip Glass "Channels and Winds – Passages" Ludovico Einaudi "Fly" Alfia Yussupova "Hope" - www.youtube.com/alfiamusic In "Reality Transurfing" del russo Vadim Zeland, l'autore amplia l'applicazione della fisica quantistica e descrive la possibilità di scegliersi il verificarsi di un mondo piuttosto che un altro tramite il corretto utilizzo dei "pendoli", strutture energetiche che agiscono in positivo o in negativo: noi saremmo sempre sull'orlo di differenti possibili strade da scegliere per perseguire il nostro fine e da queste scelte si concretizzerebbe il mondo in cui viviamo.

Oscar Antonio Di Marco ha pubblicato su sciencepub.net l'articolo "Borges, la teoria quantistica e universi paralleli", dove l'autore esprime alcune riflessioni sulla natura del tempo, della realtà e della struttura fisica-biologica dell'uomo come tramite tra diversi universi paralleli.

LIBERA L'IMMAGINAZIONE: cosa evocano le forme di Venere ?

Venere e sue elaborazioni digitali