Cowboy Lingo - parolario

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IL PAROLARIO

Cowboy Lingo linguaggio e vocaboli del mondo del mandriano americano a cura di Alberto Paleari

Il presente parolario è complemento del volume Cowboy di Alberto Paleari, edizioni dell’Ambrosino

Il Parolario è redatto in ordine alfabetico. Nella spiegazione dei singoli lemmi sono indicati in maiuscoletto i rimandi utili per una migliore comprensione di quello stesso lemma

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A Abilene Cittadina del Kansas, famoso shipping point (vedi anche cattle town). Nel 1867 un uomo d’affari dell’Illinois, Joseph G. McCoy, che già trafficava con il bestiame, osservando i progressi che la ferrovia faceva nella sua marcia verso ovest, prendendo atto della necessità sempre più impellente degli allevatori del Texas di trovare nuovi mercati, ritenne di individuare in Abilene, allora solo un piccolo ammasso di catapecchie, il punto più adatto nel quale caricare sui carri bestiame i bovini. Abilene si trovava più a ovest delle zone interdette dalla legge di quarantena adottate, a causa della texas fever, nel Kansas e nel Missouri. Inoltre qui non imperversavano gli ultimi sbandati della Guerra Civile. Il luogo si trovava 260 chilometri a ovest di Kansas City e McCoy riuscì a farvi passare la futura Kansas Pacific, convincendo i proprietari della ferrovia dell’investimento molto vantaggioso che avrebbe comportato, e qui avrebbero dovuto essere condotte le mandrie del Texas. Una bella espressione diceva che Abilene era «al centro di niente», ma c’erano abbondanza di acqua e di ottima erba, e tanto bastava. Inoltre era il punto di arrivo della chisholm trail, cioè di una direttrice ormai collaudata. McCoy fornì Abilene di tutte le strutture necessarie per farla diventare la prima cattle town, poi mandò uomini nel Texas a spargere la voce. Durante il tragitto uno degli emissari di McCoy si imbatté in una grossa mandria che risaliva verso il Nord: cercò il responsabile della spedizione, un certo Thompson, per convincerlo a raggiungere Abilene. L’uomo era sospettoso, temeva una trappola da parte dei ladri di bestiame (cattle thief), ma dato che in ogni caso doveva attraversare il Kansas, alla fine si lasciò convincere e seguì la pista che l’agente di McCoy gli indicava • Fu un momento di enorme emozione e una giornata storica per l’industria dell’allevamento quando i cowboy venuti dal Texas percorrendo la chisholm trail con la mandria videro brillare al sole le rotaie della ferrovia. Il 5 settembre 1867 il primo carico di animali lasciò Abilene alla -3-


volta di Chicago su venti carri ferroviari appositamente attrezzati. McCoy aveva visto giusto: nel 1869 ben 350mila capi percorsero la pista Chisholm e un anno più tardi la First National Bank aprì una filiale ad Abilene, avendo compreso che il giro di denaro stava diventando veramente importante. Nel 1871 i capi lungo la Chisholm furono 700mila • Il primo traferimento sulla Chisholm è narrato, in maniera molto romanzata, nel film Red River (Fiume Rosso) di Howard Hawks, con John Wayne e Montgomery Clift, anno 1948. above snakes (above = sopra; snakes = serpenti) sopra il livello del suolo, là dove non arrivano i serpenti, che strisciano a contatto del terreno. ace in the hole (ace = asso; in the = nella; hole = buca, tana) corrisponde al nostro “asso nella manica”: un’arma tenuta nascosta in un posto dove nessuno se l’aspetta e che dà grande vantaggio a chi la porta. Anche qualunque elemento che arrechi vantaggio inaspettato nei confronti della controparte. L’espressione deriva da un tipo di gioco del poker nel quale la prima carta sul tavolo viene posta a faccia in giù ed è detta hole card. adiós (spagnolo) saluto, probabile contrazione di «vaya con Dios». adobe (spagnolo = mattone crudo) mattone fatto con un impasto di fango e paglia e lasciato seccare al sole. • La costruzione realizzata con questo materiale. Una canzone del repertorio cowboy ha titolo My Little Adobe Casa (in Songs of the Cowboys, di Nathan H. Thorp e Alice Corbin Henderson, anno 1908). afoot (a piedi) uomo senza cavallo, appiedato. In un territorio sconfinato come quello dove si svolgeva l’attività del cowboy, essere afoot significava trovarsi in una condizione assolutamente precaria, di -4-


grande difficoltà con un destino infausto quasi certo. Per questa ragione il furto di cavalli era considerato il peggior crimine possibile ed era punito con la massima severità, addirittura con azioni di giustizia sommaria. aguardiente (dallo spagnolo agua ardiente = acqua ardente, che brucia la gola) qualunque liquore. Inizialmente soprattutto brandy e poi whiskey. airtight (da air = aria; tight = stretto) cibo in scatola, inizialmente soprattutto pesche e pomodori. Alamo (spagnolo = pioppo) il nome della missione teatro di uno degli episodi fondamentali della guerra di indipendenza del texas, quando i “texani” asserragliati nella missione resistettero dal 23 febbraio al 6 marzo del 1836 alle truppe messicane del generale Santa Aña. Ad Alamo tra i morti si contarono Davy Crockett, Jim Bowie e William Travis, uomini già entrati nella leggenda • Da quell’episodio ebbe origine l’incitamento patriottico «remember the Alamo!» (ricordatevi Alamo), che è anche titolo di una canzone popolare che commemora l’assedio. alforja (ispano-messicano) sacca da appendere su entrambi i fianchi del cavallo, fissata alla pack-saddle. alkali (alcalino) acqua. Il cowboy sosteneva che nel West l’acqua non era buona da bere perché troppo alcalina, oltre che sovente scarsa. Si diceva che essere chuckfull of strong alkali (sbronzo di acqua) era una brutta condizione. Strong alkali poteva anche riferirsi a un liquore particolarmente pessimo. all-day (all = tutta; day = giornata) attribuito a un cavallo indicava -5-


che l’animale era in grado di reggere il lavoro per un intero giorno • Tutto ciò che può durare una giornata, non solo il lavoro ma anche un buon sigaro o una bottiglia di whiskey. allevatore vedi cattle baron. angle iron (angle = angolo; iron = ferro) triangolo di ferro battendo il quale il cuoco (cook) svegliava alla mattina i cowboy e durante la giornata li chiamava per i pasti. aparejo (spagnolo = bardatura) sella per il trasporto di masserizie. appaloosa cavalli con il manto pomellato con chiazze di vario colore. Sembra che il nome derivasse dal fatto che questi animali erano stati allevati in grande numero dagli indiani Nez Perché nel territorio del fiume Palouse, nell’Idaho. La razza era stata importata in America dagl spagnoli nella prima metà del XVIII secolo. apple (mela) il “pomo” che si trova sul davanti della sella, la cui principale funzione era quella di potervi fissare il lasso. • Era diffusa l’espressione to grab the apple (aggrapparsi alla mela) oppure to choke the apple (soffocare la mela) per descrivere il comportamento di un novellino in sella a un cavallo da cowboy. Vedi anche bisquit e horn. arbuckle caffè, dal nome della marca più diffusa. Una tazza abbondante di questa bevanda era componente imprescindibile della prima colazione mattutina del cowboy. Arizona strawberries (fragole dell’Arizona) fagioli, parte fondamentale dell’alimentazione del cowboy. Arizona tenor (tenore dell’Arizona) uomo sofferente da tubercolo-6-


si: “tenore” in quanto soggetto a crisi di tosse. • Per un certo periodo si sostenne che l’aria secca del deserto dell’Arizona fosse particolarmente indicata per guarire questa malattia. Numerosi furono i malati che dall’Est si trasferirono in Arizona per cercare sollievo dal proprio male. Tra questo John B. stetson e il dentista e pistolore Doc Holliday, che parteciperà alla sfida all’Ok corral. army model (army = esercito; model = modello) rivoltella impiegata dall’esercito, di calibro e dimensioni maggiori rispetto a quella per la marina (navy model). arroyo (spagnolo = ruscello) il letto di un torrente, per lo più prosciugato, che taglia improvvisamente la pianura con sponde praticamente verticali. Poteva costituire in serio ostacolo per le mandrie in trasferimento sulla pista (trail). as they run (mentre corrono) valutare il numero dei capi mentre passano, sia per la vendita sia per l’acquisto. Si può sbagliare sia in eccesso sia in difetto, ma è un modo per accelerare le operazioni e valido soprattutto tra persone che tengono alla propria reputazione di individui onesti.

B bach (da bachelor = scapolo) chi manda avanti la casa senza l’aiuto di una donna. I cowboy erano praticamete tutti bach. back trail (back = posteriore, precedente; trail = pista, cammino) la strada appena percorsa, che si è lasciata alle spalle • Come verbo: tornare sui propri passi; seguire un uomo o un animale osservandone le tracce. -7-


badland (bad = cattiva, ostile; land = terra, territorio) territorio inadatto all’allevamento del bestiame perché roccioso, cosparso di anfratti, coperto di rovi ed erbacce • Badlands of Dakota, regioni desolate del North e South Dakota, difficilissime da attraversare. I primi bianchi ad attraversare questa zona probabilmente furono i cacciatori di pellicce franco-canadesi, che le descrissero come «les mauvaises terres à traverser». badlander (da badland, vedi sopra) abitante dellle badland. badman (bad = cattivo; man = uomo) genericamente “bandito”: individuo spietato, pronto a uccidere, attaccabrighe e fanfarone. Il termine può anche esprimere una malcelata ammirazione: un “duro”. bait (letteralmente = esca) cibo, per uomini e animali. banca vedi banks. band (banda) gruppo di cavalli o di altri animali (e di uomini), comunque non tanto numeroso da formare una mandria. bandana grande fazzoletto piegato a triangolo e portatto intorno al collo, con il vertice sul davanti oppure dietro la testa. Coloratissino, poteva essere di cotone oppure, preferibilmente, di seta, fresca in estate e atta a tenere caldo in inverno. Portato davanti alla bocca riparava dalla polvere e legato sopra la testa serviva per tenere ripiegata contro le orecchie la tesa del cappello. bandwagon (band = gruppo; wagon = carro) carro chiuso, molto decorato e con grandi scritte usato da un venditore (o imbonitore) ambulante che girava per il West. -8-


banks (banche) gli istituti di credito compresero quasi subito come l’allevamento del bestiame avrebbe potuto rappresentare un lucroso investimento, così imposero agli allevatori tassi d’interesse elevati, fino al 2% al mese • Inizialmente i capitali erano tutti americani (soprattutto provenienti dalle grandi città dell’Est), ma ben presto intervennero anche le nazioni europee, dove si era diffusa la voce che l’industria del bestiame dava profitti annuali pari al 33% della somma investita. La notizia era conseguenza diretta di un viaggio esplorativo compiuto da due membri del parlamento britannico e dei viaggi d’affari che alcuni intraprendenti baroni del bestiame avevano compiuto in Gran Bretagna, a Edinburgo, a Dundee e a Londra. Nel solo 1883 nello stato del Wyoming vennero create venti nuove società per l’allevamento e la vendita del bestiame, con un investimento di oltre 12 milioni di dollari. Nell’anno precedente, il 1882, la Prairie Cattle Company aveva distribuito ai suoi azionisti interessi pari al 42%. I bovini contribuirono in maniera determinante alla creazione degli imperi finanziari nordamericani. barbwire (barb = punta ricurva; wire = filo) filo spinato. Nel 1873 un certo Joseph Farwell Glidden, un contadino dell’Illinois, mise a punto una sua invenzione: un filo di ferro al quale aveva applicato delle punte metalliche e che seriva a meravigla per cintare in poco tempo, con poca spesa e poca fatica grandi appezzamenti di terreno. La leggenda vuole che lo avesse messo a punto per tenere lontani gli animali da cortile dalle aiuole della moglie. Le applicazioni pratiche di questa invenzione influirono in maniera fondamentale sulla storia del West, contribuendo a determinare la fine dei pascoli aperti (open range) • Ci volle qualche anno perché il filospinato trovasse vasta applicazione, soprattutto per la fiera opposizione di molti allevatori abituati a lasciare le proprie mandrie in piena libertà di movimento, facendo riferimento a confini di proprietà puramente indicativi. Quando si -9-


verificarono i primi casi di bovini feriti dal filospinato o addirittura che vi restavano impigliati fino a morire, la disputa raggiunse livelli accesissimi. Erano soprattutto i picoli allevatori a opporsi e a condurre una dura battaglia contro i contadini e contro coloro che in quegli anni, in base a una legge del governo centrale, prendevano possesso della terra e si preoccupavano di renderne invalicabili i confini • Gli allevatori più previdenti compresero che la realtà stava cambiando, che il pascolo aperto aveva i giorni contati e si premurarono di cintare essi stessi la loro proprietà (magari approfittando per aumentarne l’estensione), includendovi una sorgente d’acqua, un fiume o un piccolo lago. Queste appropriazioni resero ancora più precaria la situzione di alcuni di loro, che si videro esclusi dagli indispensabili accessi all’acqua, il che segnava la fine della loro attività. Ma prima di chiudere bottega i piccoli allevatori ingaggiarono ferocissime lotte con i contadini. Bande di uomini percorrevano il territorio mascherati e armati di grosse cesoie con le quali tagliavano il filospinato, mentre i contadini li affrontavano con i fucili in mano • Verso la metà degli anni ‘80 nel Texas venne approvata una legge, poi ripresa in altri Stati, che puniva come reato di primo grado l’atto di recidere il filospinato, mentre le autorità militari stabilirono alcune regole in base alle quali le recinzioni dovevano essere erette; una diceva che ogni quattro chilometri il recinto doveva presentare un cancello che permettesse il passaggio di un uomo a cavallo • Il filospinato, prima di venire universalmente accettato, dovette superare un esame. Di fronte all’opposizione di molti allevatori, Glidden decise di mandare a San Antonio, nel Texas, due “ambasciatori” perché dessero pubblica dimostrazione della bontà del brevetto. Nella piazza principale venne eretto un recinto in filospinato e al suo interno venne rinchiusa una mandria di vacche, e vi fu lasciata parecchio tempo senza che nessun animale si ferisse. Poco tempo dopo, Glidden creò nel Texas il primo allevamento interamente cintato con filospinato. Vedi anche fence man e free ranger.

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barefooted (bare = nudo; footed da foot = piede) cavallo senza ferri agli zoccoli. barking squirrel (barking da to bark = abbaiare; squirrel = scoiattolo) vedi cane della prateria. Barlow knife (knife = coltello) coltello da tasca, con la lama ripiegabile dentro il manico. Il primo esemplare è attribuito a Russell Barlow e risale al Settecento. barone del bestiame vedi cattle baron. barranca (ispanomessicano) piccolo e ripido canalone creato da violente e abbondanti piogge. bay cavallo di colore marrone chiaro (baio) • Area della pianura contornata da alberi o da rocce (baia). bedding down (da to bed = mettere a letto; down = giù) operazione che consisteva nel far sistemare la mandria per la notte durante un trasferimento. La mandria, che procedeva in lunga fila, veniva fatta rallentare e contemporaneamente girare in cerchi concentrici (in pratica, una spirale) nel posto prescelto, che i cowboy delimitavano girandovi intorno a cavallo. Si doveva prestare molto attenzione affinché non si creasse confusione e scoppiasse qualche rissa tra gli animali che già si erano sistemati e quelli che ancora arrivavano. C’era sempre rischio che si ferissero con le corna e con gli zoccoli oppure che si spaventassero e si scatenasse una stampede. bed-ground (bed = letto; ground = terreno) il luogo lungo la pista prescelto dal trail boss dove far passare la notte alla mandria in trasferimento lungo la pista. - 11 -


bedroll (bed = letto; roll = rotolo) rotolo, formato con la coperta e l’incerata, con cui proteggersi dall’umidità . Costituiva il giaciglio del cowboy durante le notte trascorse al pascolo o lungo la pista. Il bedroll veniva tenuto dietro la sella. bed-wagon (bed = letto; wagon = carro) carro che nei grandi outfit portava i bedroll dei partecipanti al roundup o al gruppo di cowboy impegnati nel trasferimento sulla pista. beef (carne) inizialmente indicava un manzo di oltre quattro anni. beef-cut (beef = carne; da to cut = tagliare, separare) capo che viene separato dal resto della mandria per essere avviato al macello. Anche la relativa azione svolta dal cowboy. beef roundup (beef = carne di bovino; roundup = raduno) il roundup d’autunno durante il quale venivano selezionati i capi da inviare sul mercato. belly cheater (belly = pancia; cheater = ingannatore) il cuoco (cook), non certo rinomato per la sua arte culinaria. bench brand (bench = banco; brand = marchio) marchio formato da una riga orizzontale con due in verticale sotto: un tavolo stilizzato. bestiame vedi cattle. bible (bibbia) il pacchetto di cartine per confezionarsi le sigarette. Bible-puncher (puncher vedi il relativo lemma) predicatore girovago sempre pronto a citare la Bibbia.

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Bible Two (Bible = Bibbia; Two = due) la lista dei ricercati consegnata ai texas rangers e da loro letta con assoluta attenzione. big house (big = grande; house = casa) abitazione del proprietario del ranch. big loop (big = grande; loop = anello) l’anello formato dal lasso di un ladro di bestiame, così largo da cadere “inevitabilmente” sugli animali non di sua proprietà. big jump (big = grande; jump = salto) la morte. bisquit (biscotto) il pomo posto sul davanti della sella. Vedi anche apple e horn. bit (morso) il ferro inserito nella bocca del cavallo per guidarlo. Non era sempre di metallo ed erano diffusi anche quelli in cuoio, alla maniera degli indiani, impiegati per evitare di fare male all’animale. bit house (bit = un poco; house = casa) ogni luogo (soprattutto un saloon) dove si vende a poco prezzo (bit = 12 centesimi). black cowboy (black = nero; cowboy = mandriano) afroamericano che fa il cowby di mestiere. Non furono pochi e molti di loro erano i neri che alla fine della Guerra Civile (9 aprile 1865) si trovarono liberi dalla schiavitù ma senza lavoro. Numerosi emigrarono verso il Nord mentre alcuni di quelli che rimasero negli Stati sudisti diventarono cowboy. Si calcola che almeno tremila furono impegnati nei trasferimenti sulla chisholm trail e che, complessivamente, nell’epoca dei pascoli aperti i cowboy di colore costituissero almeno il 20% del totale. Molti di loro avevano imparato a cavalcare sotto le armi, anche negli anni immediatamente successivi al conflitto, quando nel - 13 -


luglio del 1866 erano stati creati due reggimenti di cavalleria (Nono e Decimo) formati da gente di colore al comando di ufficiali bianchi, allo scopo di proteggere i coloni dagli indiani. • All’interno delle comunità di cowboy i neri si trovarono relativamente bene, perché qui la discriminazione razziale era blanda e nei ranch era comunque assai minore che in qualunque altra comunità del Sud. Si ritiene che ciò fosse dovuto anche alle condizioni precarie di vita, le quali favorivano il cameratismo e la reciproca collaborazione, e all’assenza (almeno nei primi anni) delle donne, che, nel cotesto di un ambiente esclusivamente maschile, innescano involontariamente antagonismi e prepotenze. Con il passare degli anni e con l’arrivo della “civilizzazione”, la situazione del cowboy di colore peggiorò, al punto che questo andò via via sempre più relegandosi sui pasoli e lungo le piste. • Secondo Kenneth W. Porter, il nero impegnato nel lavoro del cowboy si trovò meglio rispetto a tutti i suoi simili impegnati a fianco dei bianchi in qualunque altra attività. Molti vennero assunti per svolgere i compiti più pericolosi, tra i quali quello di domatore di cavalli selvaggi (bronc buster). Pochissimi arrivarono a posizioni di comando ma tutti percepirono le stesse paghe dei colleghi bianchi. Le rare volte che scendevano in città non potevano frequentare i bordelli aperti ai colleghi dalla pelle chiara e a loro era riservato l’angolo più remoto del banco del saloon. Nonostante ciò, rarissime furono le risse tra cowboy bianchi e neri. • Anche tra i cowboy di colore la tradizione annovera personaggi mitici. Come Britton Johnson, che immediatamente dopo la Guerra Civile venne addirittura considerato la miglior rivoltella lungo la frontiera del Texas. Poi Nat Love, che il 4 luglio del 1876 si guadagnò il soprannome di “Deadwood Dick” grazie a una fantastica esibizione al rodeo di Deadwood City, nel Dakota. E ancora Bill Picket, al quale la tradizione (mai contestata) attribuisce l’invenzione del bulldogging. • Alcuni uomini di colore lavorarono anche per Charles goodnight, che ne conservò un ottimo ricordo. Ecco cosa scrisse: «[Bose Ikard] ispirava un meraviglioso senso di dignità, di pulizia, di affidabilità. - 14 -


Non badava alle donne. Nella lotta si comportava nel migliore dei modi e probabilmente fu l’uomo più devoto che mai abbia avuto al mio servizio. E io mi sono fidato di lui più che di ogni altro. Fu il mio poliziotto, il mio banchiere e ogni altra cosa in Colorado, New Mexico e in ogni altra parte dei luoghi dove sono stato. La banca più vicina si trovava a Denver, e quando dovevo portare dei soldi li affidavo a Bose, perché mai nessun ladro avrebbe osato tentare di derubarlo». Black-Eyed Susan (black = nero; eyed = occhiuta) la rivoltella. L’“occhio” era il foro della canna. black-jack (black = nero; jack = persona di cui si ignora il nome) tra i vari significati: tipo di quercia, mistura di rum e melassa, uomo impiccato al quale il volto si scurisce. • Gioco d’azzardo. black snake (black = nero; snake = serpente) frusta fatta di pelle di serpente. blind (cieco) cappello o altro che si usa per porlo davanti agli occhi del cavallo da domare mentre lo si monta per la prima volta. Vedi breaking. blind trail (blind = cieca; trail = pista) pista senza punti di riferimento (rocce, colline, alberi, corsi d’acqua...). • Pista sbagliata. blind trap (blind = cieca; trap = trappola) piccolo corral usato per catturare bovini o cavalli selvaggi. Blocker loop (loop = cappio) il cappio del lasso di larghezza inusitata usato da John Blocker, famosissimo per come sapeva maneggiare questo strumento di lavoro

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blow out a man’s lamp, to (spegnere la lampada di un uomo) uccidere una persona. blue-back (blue = azzurro; back = lato posteriore) le banconote della Confederazione (gli Stati sudisti), il cui valore dopo la sconfitta nella Guerra Civile andò a zero. bluebelly (blue = blu; belly = pancia) qualunque uomo del Nord, dal colore della divisa dei soldati nordisti durante la Guerra Civile. bluegrass (blue = blu; grass = erba) tipo di erba dei pascoli, del genere Poa (P. ampla, P. arachnifera, P. secunda) ritenuta particolarmente nutriente e presente soprattutto nel Texas e nel Kentucky. bobtail guard (to bobtail = accorciare; guard = guardia) il cowboy del primo turno di guardia della notte. bonanza (spagnolo = ricchezza, giacimento minerario) termine usato dai cercatori di metalli preziosi. Il termine passò anche al mondo dell’allevamento, soprattutto dopo la pubblicazione (anno 1881) di un libro diventato bestseller: In the Beef Bonanza, or How to Get Rich on the Plains. (Nella miniera della carne, ovvero come diventare ricchi sulle pianure). Autore il generale James S. Brisbin. boothill (boot = stivale; hill = collina) il cimitero, così detto perché le persone ammazzate vi venivano sepolte con ancora addosso gli stivali. Sembra che il nome venne dato per la prima volta al camposanto di Dodge City, nel Kansas, una delle cattle town con fama di particolare violenza. boots (stivali) le calzature del cowboy che perlopiù arrivavano a metà stinco e avevano un tacco sufficientemente alto per non scivo- 16 -


lare dalla staffa nemmeno nelle posizioni meno ortodosse assunte dal cavaliere duante il lavoro e proteggevano parte della gamba da arbusti e spine. La punta si restringeva per infilarsi meglio nella staffa. Nel complesso erano una calzatura fatta per stare a cavallo e non per muoversi a piedi. Quando il propietario poteva permetterselo, erano ornate di decorazioni in metallo. • Il cowboy era orgoglioso del suo piede “piccolo”, che contrapponeva a quello “grosso” dei coloni. • Si dice che il modello dello stivale da cowboy venne messo a punto da un artigiano di Spanish Fort, Texas, di nome H.J. Justin. border draw (border = estremità; draw da to draw = estrarre) la rivoltella tenuta nella fondina con il calcio in avanti. Non permetteva grande velocità d’uso, ma era il meglio se si indossava un lungo impermeabile o altro indumento di quel tipo. L’arma, tenuta sul fianco sinistro, veniva estretta con la mano destra. bottom (fondo) la forza e la resistenza di un cavallo • Ampio avvallamento. Bowie Knife (coltello Bowie) il coltello più famoso usato dal cowboy e dalla gente della frontiera, una micidiale arma da combattimento, molto pesante e robustissima, diffusa anche tra i buffalo skinner (cacciatori e/o scuoiatori di bisonti). La lama, che poteva essere lunga anche una quarantina di centimetri, nella parte finale si restringeva assumendo un profilo che ricordava quello di un’onda, e in questo tratto era affilata su entrambe le parti. Veniva portato dentro una custodia di cuoio con rinforzi d’ottone, oppure, per chi poteva permetterselo, d’argento. • Secondo la tradizione l’arma era stata progettata da Jim Bowie (uno dei difensori di alamo), che ne aveva sagomato un nodello in legno per poi fare realizzare il primo esemplare a un fabbro, James Beck. Secondo altri l’inventore sarebbe stato Rezin, il fratello di Jim, e questo si era limitato a usarlo e a renderlo famoso. - 17 -


• Al cowboy il coltello era più indispensabile di un’arma da fuoco: serviva per tagliare il lasso impigliato tra gli arbusti, per affettare la carne, per disinfettare una ferita con la lama arroventata, per sminuzzare il tabacco, per uccidere un serpente a sonagli senza fare rumore e il rischio di scatenare una stampede. Alcuni sapevano lanciarlo con destrezza. Il pesante manico del Bowie poteva anche assolvere ai compiti di un martello. bozal (spagnolo = museruola) anello di cuoio posto intorno al muso del cavallo, sopra le froge, e che sostituiva il morso. Veniva usato soprattutto durante la doma (breaking) per non fare male all’animale. Brahama cattle (cattle = bestiame) bovini di razza Brahama importati dall’India. Furono intrdotti in South Carolina nel 1849 e poi nel Texas nei primi anni Ottanta. Fu un esperimento non riuscito, anche perché non immuni nei confronti della texas fever. brand (marchio) il simbolo impresso a fuoco dagli allevatori sul bestiame del quale erano proprietari, e per estensione anche il nome con cui riferirsi a uno specifico ranch. Si faceva ricorso a simboli che fossero nello stesso tempo semplici e inconfondibili e che possibilmente si ricollegassero in qualche modo al proprietario: le sue iniziali, la data di fondazione del ranch, la contea nella quale si trovava e così via. Si potevano usare anche figure geometriche (quadrati, triangoli, cerchi) variamente combinati, oppure le lettere impresse venivano poste in posizione particolare, come per esempio inclinate di 90 gradi rispetto alla base, e in questo caso venivano definite lazy (pigre), oppure alle lettere venivano aggiunte delle “alette”ed erano indicate come flying (volanti), se girate di 180 gradi erano tumbling (rotolanti). • Con l’spandersi dell’industria del bestiame, nelle contee vennero istituiti appositi registri ufficiali nei quali venivano riportati i marchi e i dati relativi al loro proprietario (brand book). • I marchi con più ele- 18 -


menti si leggevano da sinistra a destra, dall’alto in basso e dall’esterno all’interno. Per esempio una Z dentro un triangolo si diceva “Triangle Z” e non “Z triangle”. brand artist (brand = marchio; artist = artista) individuo particolarmente abile nell’uso dei ferri per la marchiatura. In particolare chi sapeva usare con destrezza il runnung iron, il ferro usato per alterare i marchi già impressi. brand book (brand = marchio; book = libro) registro contenente i marchi presenti in quello Stato. Farsi registrare era obbligo da parte di ogni allevatore, per evitare confusione e far valere i propri diritti di proprietà. Il registro riportava il nome del proprietario, lo figura del marchio a fuoco sul fianco dell’animale ed eventualmente quello a taglio delle orecchie. branders (marchiatori, da brand) gli uomini addetti alla marchiatura del bestiame. Sostanzialmente si dividevano in due gruppi: quelli che scaldavano i ferri sul fuoco e sapevano dosarne il calore, e quelli che materialmente imprimevano il marchio sull’animale dosandone la pressione. branding (marchiatura, da brand) operazione con la quale a un animale veniva impresso il contrassegno del proprietario • Il roundup di primavera era soprattutto dedicato alla marchiatura dei vitelli. Una volta che il vitello, preso al lasso, era rotolato in terra, il cowboy balzava dalla sella, si avvicinava alla “preda” e con un pezzo di corda (piggin’ string) gli immobilizzava tre zampe strette tra loro (hog tie). Poi portava l’animale presso il fuoco della marchiatura. L’operazione era affidata ai brander, che si occupavano di scaldare i ferri (branding iron) sul falò e poi di imprimere il simbolo del proprietario sull’animale, perlopiù nella parte alta della coscia, in modo che fosse ben - 19 -


visibile da parte di un uomo a cavallo. • Era operazione delicata: il ferro non doveva essere premuto eccessivamente sull’animale e nello stesso tempo doveva esservi tenuto per il tempo giusto, né troppo a lungo né troppo breve. Nel primo caso il pericolo era che il marchio degenerasse in una ferita e nel secondo che il pelo ricrescendo ne alterasse i contorni, rendendolo irriconoscibie e più facilmente falsificabile • L’operazione della marchiatura era stata appresa osservando i vaquero che a loro volta l’avevano appresa dagli spagnoli • Vedi anche chute, earmark e wattle. branding crew (branding = marchiatura; crew = ciurma) il gruppo di uomini addetti alla marchiatura del bestiame. branding iron (da to brand = marchiare; iron = ferro) strumento che a un’estremità (quella posta sul fuoco) riproduceva il marchio. branding season (branding = marchiatura; season = stagione) per i nuovi nati corrispondeva al roundup di primavera. brand reader (brand = marchio; reader = lettore) individuo particolarmente esperto nel riconoscere i marchi e ad attribuirli ai diretti proprietari. brasada (spagnolo, brazada = bracciata, in questo caso di legna trasportata tra le braccia) territorio coperto da fitte sterpaglie, soprattutto presente nel Texas sudoccidentale. Vedi anche brush-country. Bravo soprannome del Rio Grande. breaking (da to break = spezzare; qui domare) doma di un cavallo selvaggio. La prassi più comune era questa: il cavallo veniva fatto passare dall’ampio corral, nel quale si trovava in sieme con i suoi compa- 20 -


gni, in un altro più piccolo. Qui il wrangler lo prendeva al lasso alle zampe anteriori e lo obbligava a coricarsi a terra. Poi, mentre con l’aiuto di altri uomini lo teneva immobilizzato, il domatore (bronc buster) faceva indossare all’animale un particolare tipo di briglie (hackamore) che terminava con un anello di cuoio (bozal). Quindi l’animale veniva fatto alzare mentre il wrangler gli piazzava il proprio cappello sugli occhi (blind) per impedirgli la vista: il cavallo così “accecato” restava immobile. Poi sul dorso gli veniva fissata una sella leggerissima e poco ingombrante, che il bronc buster aveva con sé come ferro del mestiere. Finalmente il domatore montava in arcione con un movimento rapido e senza scosse. A un segnale del bronc buster il cappello veniva tolto e il cavallo si scatenava nella sua incontenibile furia, con salti, scarti, sgroppate, brevi corse e improvvisi arresti, nel tentativo di liberarsi da quel peso. A un certo punto veniv aperto il cancello del corral e l’animale con il cavaliere in groppa si precipitava fuori. Di solito seguiva una lunga corsa con la quale il cavallo, vista l’inutilità degli sforzi precedenti, cercava di “sfuggire” all’intruso. Il domatore lo lasciava “scaricarsi”, il che avveniva in breve tempo. Allora il cavallo, ansimante e coperto di schiuma sulle zampe anteriori, si lasciava condurre mezzo inebetito nel corral. Il giorno seguente il trattamento sarebbe stato ripetuto e di solito in tre/quattro giorni il cavallo sarebbe stato sufficientemente ammansito per poter essere affidato a chi lo avrebbe poi impiegato per il lavoro • Nei primi giorni il cowboy passava molte ore accanto al suo nuovo cavallo, dandogli personalmente da mangiare, abituandolo al suono della propria voce e al suo peso in sella e compiendo lunghe sgambate per insegnargli a obbedire alle redini. Quindi si passava all’addestramento specifico per il compito al quale l’animale era destinato (vedi circle horse, cutting horse, roping horse). breaking age (breaking = doma; age = età) l’età adatta per la doma di un cavallo, di solito tra i tre e i quattro anni. bridles (redini) le redini erano costituite da due cinghie o funi se- 21 -


parate, che, quando non erano in mano al cowboy, pendevano davanti alle zampe anteriori del cavallo. Così se l’animale si fosse mosso per proprio conto, le avrebbe toccate e, se bene addestrato, si sarebbe fermato. Vedi anche hackamore. bridle-wise (bridle = briglia; wise = saggio) cavallo che ubbidisce ai minimi segnali delle briglie. bronc cavallo selvaggio. Vedi broncho. bronc buster (bronc = cavallo selvaggio; buster slang = domatore) cowboy che di professione si dedicava alla doma (breaking) dei cavalli. L’abilità di un bronc buster si misurava in base alla velocità con la quale riusciva a domare l’animalee alle condizioni fisiche nelle quali lo riconsegnava al proprietario: doveva essere perfettamente integro, senza la minima escoriazione o ammaccatura. Un buon domatore non faceva mai ricorso alla violenza ma si aiutava con la voce, al massimo con il cappello tenuto nella mano sinistra mentre era in sella (fanning). Durante la doma il bronc buster non indossava oggetti contundenti e portava chap molto stretti e senza “ali”, perché queste con i movimenti dell’animale avrebbero potuto tramutarsi in indesiderati colpi di frusta sui fianchi del cavallo • Quello del domatore era un mestiere pericoloso. Si diventava esperti a spese della propria integrità fisica e nessuno riusciva a particarlo per molti anni. La prima cosa che il bronc buster imparava era cadere. A volte un cavallo furioso e terrorizzato poteva avventarsi sul cavaliere disarcionato: era quindi fondamentale rotolare lontano dalla portata degli zoccoli e possibilmente fuori dalla vista dell’animale • Il domatore di professione godeva di una posizione di prestigio all’interno della comunità cowboy. broncho (spagnolo bronco = rozzo, ruvido) perlopiù un cavallo non ancora domato. Anche bronc. • Di solito nasceva dall’unione di - 22 -


un mustang selvaggio e di un animale già domato. broncho busting (spagnolo bronco = rozzo, ruvido; busting da to bust = domare) la doma di un broncho. Veniva fatta quando l’animale aveva circa quattro anni. bronc twister (bronc = cavallo selvaggio; twister da to twist = girare, dal movimento dell’animale durante la doma) domatore di cavalli. Vedi bronc buster. broomie (da broom = scopa) cavallo selvaggio • Cavallo con la coda molto lunga. brush land (brush = spazzola; land = territorio) distesa ricoperta da rovi e cespugli di ogni genere. buck, to il saltare del cavallo durante la doma (breaking), tenendo le quattro zampe rigide, la schiena inarcata e la testa bassa, tra le zampe anteriori. buckaroo sinonimo di cowboy, molto diffuso nel nordovest e lontana deformazione della parola vaquero. Anche buccaro, bucaroo, buckara e jackero • Il vocabolo è stato reso famoso dai romanzi economici della letteratura popolare (pulp book) già nel corso degli ultima anni dell’Ottocento. Non va confuso con buscadero (dallo spagnolo buscar = cercare), che indica un uomo della legge a caccia di un ricercato. buckboard (buck = saltare come un cavallo nella doma; board = pavimento) calesse a quattro ruote. Aveva il fondo in legno e il nome deriva dal fatto che su terreno sconnesso faceva sbalzi come un cavallo selvaggio. - 23 -


buckskin (buck = antilope maschio; skin = pelle) pelle di antilope molto apprezzata per la sua morbidezza, con la quale si facevano pantaloni, giacche e calzature • Cavallo con il mantello dello stesso colore di quello dell’antilope e con coda e criniera nere. bucky horse (bucky vedi buck; horse = cavallo) cavallo non ancora domato. buffalo non bufalo ma bisonte, animale diffuso nelle grandi pianure (Bison bison bison) o anche nelle zone montuose (Bison bison athabascae). Secondo calcoli accreditati, al momento della scoperta dell’America ne erano presenti sul continente noramericano dai 20 ai 30 milioni di esemplari. Oggetto di una caccia spietata da parte dell’uomo bianco (e degli indiani, che ne usavano le pelli da barattare con i bianchi), ha seriamente rischiato l’estinzione. Prima dell’arrivo dei bianchi, gli indiani si limitavano ad abbattere i capi che a loro effettivamente servivano, in quanto ne usavano ogni parte: pelle, carne, ossa, tendini. • L’erronea attribuzione del nome zoologico risale ai tempi di Hernán De Soto, che nel 1544 lo aveva denominato “bufalo”, senza averlo neppure visto. L’errore venne poi ufficialmente sancito nel 1754, quando Mark Catesby nella sua Natural History of Carolina aveva riesumato il vocabolo • La loro strage fece anche parte della strategia di lotta agli indiani. Scrisse il generale Philip Sheridan: «È un errore sentimentale fare leggi a favore del bisonte. Al contrario ci si dovrebbe congratulare con i cacciatori di pelli e conferire a ognuno di loro una medaglia di bronzo recante su una faccia l’immagine di un bisonte morto e sull’altra quella di un indiano stremato. I cacciatori di pelli hanno contribuito a risolvere il problma indiano più di quanto non abbia fatto in trent’anni l’esercito americano. Lo sterminio del bisonte è l’unico modo per fondare una pace duratura e per favorire il progresso della civiltà» (citato in Richard Ellis, I cari estinti, Longanesi). buffalo chip (buffalo = bisonte; chip = frammento, fetta) escremen- 24 -


to di bisonte disseccato. Nella prateria, in mancanza di altro combustibile veniva usato per accendere e alimentare il fuoco. buffalo grass (buffalo = bisonte; grass = erba) erba della grandi pianure, dove pascolavano i bisonti. Secondo alcuni corrispondeva all’erba grama. bulldogger chi fa il bulldogging. bulldogging (bull = toro; dogging probabilmente da to dogal = fermare, imporre l’alt) tecnica per fermare un bovino in corsa piombandogli addosso di fianca buttandosi dal cavallo, abbracciandogli il collo e girandogli la testa afferrando il corno che si trova dalla parte opposta dell’uomo, che intanto cerca di contrastare la corsa dell’animale puntando i piedi in avanti. Questo sistema, usato sui pascoli, è poi diventato un classico numero da rodeo. bull-puncher (bull = toro; puncher da to punch = sospingere con un bastone) chi aveva il compito di spingere i bovini dentro i carri bestiame. Lo strumento che impiegavano consisteva in un lungo pungolo. bunch (fascio, mazzo, mucchio) gruppo di qualunque genere: uomini, animali, vegetali. Famoso il Wild Bunch (Mucchio Selvaggio) del fuorilegge Butch Cassidy. bunk cuccetta, rozzo letto in assi di legno. bunkhouse (bunk = cuccetta; house = casa) la parte del fabbricato di un ranch dove vivevano gli uomini non ammogliati. In pratica tutti i cowboy. butcher (macellaio) cowboy che aveva il compito di marchiare con - 25 -


un taglio le orecchie delle vacche. Vedi anche earmark. butt (estremità) il calcio di un’arma da fuoco di qualunque tipo. • Mozzicone di sigaretta. buzzard bait (buzzard = avvoltoio; bait = esca) un ronzino.

C caboose (cambusa) pelle di vacca posta a mo’ di amaca sotto il chuckwagon e nella quale veniva solitamente tenuta la scorta di legna da ardere (nella prateria la legna era un bene scarso e prezioso). calaboose (spagnolo calabozo = carcere, cella) prigione. calf-wagon (calf = vitello; wagon = carro) carro per trasportare i vitelli appena nati durante il trasferimento sulla pista (trail). camp wagon (camp = accampamento; wagon = carro) il chuckwagon, quando, durante il trasferimento sulla pista (trail), si portava avanti rispetto alla mandria per individuare il posto adatto dove mettere il campo per la notte. cane della prateria vedi prairie dog. canteen borraccia, anche saloon. cantle parte posteriore rialzata della sella. Il cowboy sedeva in arcione ben “contenuto” tra pomo e canteen. captain (capitano) il responsabile del - 26 -

roundup.

Gerarchicamente


in quel momento stava al di sopra degli stessi allevatori, che lo avevano scelto per quella mansione, e dei loro rep. Anche wagon boss. cattalo (da cattle = bestiame e buffalo = bisonte) sogno di ogni allevatore: l’incrocio tra una vacca e un bisonte, un animale che desse molta carne, più robusto di un bue, assolutamente autonomo e che richiedesse pochissime cure • Già nel 1598 un immigtato spagnolo aveva suggerito questo incrocio, un’idea ripresa nel 1750 da un colono americano e riprovata con maggior convinzione negli ultimi anni 1880, dopo la terribile siccità dell’estate 1885 e l’altrettanto terribile gelo dell’inverno seguente. A quel punto l’idea di creare una razza bovina “su misura” per quel clima sembrò la soluzione e sembrò altrettanto inevitabile rivolgersi anche a quegli animali che da mllenni abitavano la regione: i bisonti. Ma il bisonte si rivelò un animale intrattabile, difficilissimo da catturare vivo, indomabile, ingovernabile, praticamente impossibile da marchiare senza esporre a seri richi la propria incolumità e quella dello stesso animale. Il colonnello Charles J. Jones ci provò e nel 1888 presentò i primi esemplari di cattalo, affermando che avrebbero rappresentato nel West la salvezza dell’industria dell’allevamento. L’esperimento si rivelò un disastro: gli incroci fruttarono soprattutto femmine che soccombevano durante la gravidanza e vitelli nati morti. Gli esemplari che sopravvivevano erano perlopiù sterili. Inoltre i frutti dell’incrocio non erano affatto robusti. L’esperienza di quello che il colonnello aveva definito “l’animale perfetto per le pianure” durò solo pochi anni. cattle (bestiame) inizialmente longhorns, poi con l’avvento dei pascoli cintati e con la fine dei trasferimenti sulle piste (trail), altre razze, meno robuste ma più ricche di carne: durham e hereford. Negli anni venne tentata, senza successo, l’allevamento della razza brahma, importata dall’India, già acclimatatasi con qualche esemplare, nel 1849, nel South Carolina. - 27 -


cattle baron (cattle = bestiame; baron = barone) allevatore, proprietario della mandria. La figura dell’allevatore speculatore che riuscì ad arricchire in brevissimo tempo, arrivando ad avere veri e propri imperi economici, si lega direttamente a quella del cowboy. Per lo più si trattava di uomini senza troppi scrupoli (le paghe per i mandriani erano ridotte all’osso: 30 dollari al mese) e in certi casi anche senza un’esperienza specifica. Grazie al loro fiuto per gli affari e, va detto, al loro coraggio (anche dal punto di vista economico, dato che le banche esigevano interessi altissimi per concedere gli spesso indispensabili prestiti), nel 1885 l’industria dell’allevamento sarebbe diventato il settore economico più importante di tutto il West. In quell’anno non più di una trentina di grandi proprietari controllavano 20 milioni di acri di pascolo: ben più di tre volte la Lombardia • All’inizio i baroni provenivano direttamente dalle file dei cowboy. Era gente che aveva preso parte alla guerra d’Indipendenza del Texas (1836) e che aveva avuto modo di imparare a lavorare con il bestiame direttamente dal vaquero. Oppure erano coloni che avevano abbandonato in gran fretta le fattorie del Vecchio Sud: i cosiddetti gtt, dalle iniziali del cartello affisso sulla porta dell’abitazione, «Gone To Texas» (andato nel Texas). C’era anche una minoranza di gente dell’Est, animata da spirito di avventura e fornita di una buona dose di coraggio, che era convinta di poter trovare la fortuna nella terra della frontiera • I primi passi erano stati più o meno simili per tutti. Insieme con alcuni cowboy meno intraprendenti ma non meno coraggiosi, i futuri baroni avevano radunato piccole mandrie, appropriandosi dei capi selvaggi che riuscivano a recuperare, alterando qualche marchio già esistente e mettendo insieme poche dozzine di capi. Due o tre anni così, e se la sorte era stata dalla loro parte (niente malattie, prezzi in ascesa, aumento della richiesta di carne dall’Est e clima favorevole), questi futuri industriali della bistecca decidevano di porre la loro attività su basi più solide. Prendevano autonomamente possesso di una vasta porzione di territorio, nella quale ci fossero erba e acqua in abbondanza, as- 28 -


sumevano nuova manodopera e, soprattutto, cercavano un socio che, completamente ignaro dell’aspetto pratico dell’allevamento, mettesse i propri capitali nell’impresa. Questo socio poteva anche essere una banca oppure uno straniero, anche un europeo. In questo modo, già nel 1860, alla vigilia della Guerra Civile, nel Texas era presente una mandria di tre milioni e mezzo di capi, che ancorché abbandonata a se stessa, alla fine del conflitto avrebbe raggiunto i cinque milioni. In questo contesto si vennero creando immense fortune con nomi entrati nella storia e nel mito del West. • Charles goodnight, un immigrato dell’Illinois, mitico prototipo prima del cowboy e poi dell’allevatore, che per sfuggire agli esosi interessi delle banche cercò di diventare egli stesso banchiere, in verità senza troppa fortuna. Allora invitò nel proprio ranch di Palo Duro i coniugi John e Cornelia Adair, da lui conosciuti a Denver, riuscendo ad associarli alla sua impresa e ricavandone capitali freschi e ingenti (John era un irlandese che aveva ereditato una grande fortuna e Cornelia era figlia di un banchiere di New York). Gli Adair investirono 150.000 dollari e in pochi anni ne guadagnarono 512.000. • John Wesley Iliff, che aveva lasciato la fottoria paterna nell’Ohio e con essa i 7.500 dollari della proprietà che gli spettavano, per trasferirsi nel West con 500 dollari e il chiaro proposito di diventare allevatore. • John B. Kendrick, scappato da scuola a 15 anni per lavorare nel ranch di Charles Wulfjen, del quale sposò la figlia e poi divenne governatore e quindi senatore del Wyoming. • Abel “Shanghai” Pierce, arrivato a controllare un milione di acri e di cui si ricorda che una volta a Hot Springs, nell’Arkansas, avendo trovato tutte occupate le camere del miglior albergo locale, lo comprò sui due piedi, sloggiò gli ospiti e prese per sé e per sua moglie tutte le stanze • Dudley H. Snyder, famoso per le ferree regole morali che imponeva ai suoi coboy e che si sintetizzavano in tre punti: 1. non puoi bere whiskey e lavorare per me; 2. non puoi giocare a carte e lavorare per me; 3. non puoi bestemmiare e lavorare per me • Pierre Wibaux, giunto dalla Francia per conquistare i pascoli del Nord, grazie anche - 29 -


ai capitali messi a disposizione dalla sua famiglia, e per fondare una banca • Granville Stuart, che si impegnò in una guerra senza esclusione di colpi contro i pastori di pecore, i cui animali gli rovinavano i pascoli • Conrad Kohrs, che ebbe l’idea di sostituire i longhorn con animali di razza hereford, meno resistente ma più ricca di carne • John Chisum, allevatore nel New Mexico e che arrivò a possedere una mandria di 60mila capi. Entrò nell’allevamento nel 1854 dopo essere stato agente immobiliare. Lasciò ai fratelli (non prese mai moglie) un capitale di mezzo milione di dollari • Il marchese De Mores, più famoso per la sua figura di dandy impomatato che per i suoi successi imprenditoriali (in verità scarsi) come allevatore, attività nella quale dilapidò oltre un milione di dollari del patrigno e una cifra quasi pari portata in dote dalla moglie, figlia di un banchiere di New York, la quale però ebbe il privilegio di vedersi intitolare dall’aristocratico consorte nientemeno che una città: Medora • Accanto ai cattle baron acquistarono fama e prestigio anche le loro compagne. In particolare Aubony Stuart, indiana Shoshone purosangue, sposata da Granville quando la “questione indiana” era al culmine, tra scontri e massacri. La donna (considerata da tutti moglie perfetta) diede al marito nove figli e allevò due bambini del cognato, morto prematuramente. Poi Elizabeth, moglie di Iliff, una venditrice ambulante di macchine per cucire Singer incontrata per caso dal futuro consorte lungo un tratturo di campagna e morta a 48 anni. Suo ultimo pensiero, poco prima di spirare, fu telegrafare al capoccia del ranch perché raddoppiasse gli uomini di guardia. Augusta, la signora Kohrs, bella e aristocratica, assidua frequentatrice del teatro Metropolitan di New York fino all’anno della propria morte, avvenuta nel 1942 a 93 anni. Mary Ann Goodnight, che, forte e paziente, fu accanto al marito nella buona e nella cattiva sorte. La moglie di Wibaux, una vera bellezza inglese, che seppe reggere da sola tutto il peso del buon andamento del ranch quando il consorte si trovava lontano per affari.

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cattleman (cattle = bestiame; man = uomo) allevatore. Vedi cattle baron. cattle thief (cattle = bestiame; thief = ladro) ladro di bestiame. La sua presenza era una minaccia costante sui pascoli e durante i trasferimenti, ma in realtà la sottrazione di bestiame era entro certi limiti tollerata. Alcuni cowboy, per esempio, apponevano un proprio personale marchio ad alcuni capi del proprietario dell’allevamento, nella speranza di potere un giorno diventare essi stessi allevatori. Il furto di bestiame poteva anche essere un modo per appianare vecchi debiti che il debitore si rifiutava di onorare: si dice che il famoso ragazzo fuorilegge Billy the Kid avesse rubato alcuni capi a un grande allevatore, John Chisum, il quale non intendeva pagarlo per i servizi che the Kid gli aveva prestato quando era suo mandriano • Altra cosa erano i furti di grandi numeri di capi. Si trattava di un’attività illecita posta in atto soprattutto lungo il confine tra Texas e Messico, e poi tra Arizona e New Mexico. I ladri compivano il furto in uno Stato e quindi rivendevano le bestie nell’altro dopo avere falsificato il marchio usando il running iron. Vedi anche jayhawker e rustler. cattle town (cattle = bestiame; town = città) centro abitato già esistente e trasformatosi in punto d’arrivo delle mandrie, al termine della pista di trasferimento (trail), oppure cittadina sorta dal nulla a questo scopo. La cattle town aveva ragione d’essere in quanto vi transitava la ferrovia che avrebbe trasportato le mandrie nelle grandi città “carnivore” dell’Est, soprattutto Chicago, sede di un enorme centro per la macellazione. • Questi centri abitati, sovente costituiti semplicemente da due file di case ai lati di una strada lunga e diritta, conobbero un periodo breve ma intenso di espansione e di animazione, attirando non solo i commercianti di bestiame ma anche affaristi di ogni genere, giocatori d’azzardo, prostitute, venditori e imbonitori ambulanti, viaggiatori di commercio, maniscalchi, indiani “civi- 31 -


lizzati», imbroglioni e pistoleri. In essi si potevano trovare alberghi pacchianamente lussuosi e infime locande, saloon dove si vendeva whiskey di pessima qualità e altri dove si mesceva champagne importato direttamente dalla Francia; non mancava mai una banca, alla quale facevano capo allevatori e commercianti. Quando l’abitato diventava abbastanza esteso e particolarmente agitato, la cittadina veniva divisa in due parti: una “per bene” e l’altra “a luci rosse”. Elemento fondamentale delle cattle town erano i grandi recinti per il bestiame in attesa dell’imbarco sui vagoni (loading corrals). La fortuna della cattle town ebbe termine quando le ferrovie si spinsero fino ai pascoli, là dove il bestiame veniva allevato e cessarono i trasferimenti sulle piste • abilene, sorta dal nulla, nel Kansas fu la prima. Tra il 1867 e il 1872 vi transitò oltre un milione e mezzo di longhorn che giungeva dal Texas percorrendo la chisholm trail e diretta a Kansas City e poi a Chicago. La cittadina, il cui nome deriva dalla Bibbia (significa “Città delle pianure”) era sorta nel 1856 ed era rimsto un tranquillo agglomerato di catapecchie fino a quando, nel 1867, Joseph Geating McCoy individuò in essa lo shipping point per il bestiame che lasciava il Texas. La scelta si basava che il luogo era ricco d’acqua e di buona erba. Il ricco allevatore acquistò 250 acri di terra, vi eresse un albergo (Drover’s Cottage), dei grandi recinti, depositi per gli attrezzi e stalle per i cavalli. Soprattutto, McCoy riuscì a convincere i proprietari di una linea ferroviaria in costruzione (quella che nel 1869 sarebbe diventata la Kansas Pacific Railway) a inserire Abilene nel loro itinerario. Per un certo periodo il famoso pistolero (gunman) Wild Bill Hickok venne assunto per mantenere l’ordine e la legalità • Ellsworth, nel Kansas, alla fine di una diramazione della Chisholm Trail e sulla Kansas Pacific, conobbe una breve stagione commerciale: solo tre anni (1871-1873). Era famosa per essere l’unica città a ovest di Kansas City con la strada principale fiancheggiata da marciapiedi in pietra. Secondo la leggenda, Ellsworth ebbe una sua Lady Godiva, una ballerina chiamata Prairie Rose (Rosa della Prateria), la quale scommise - 32 -


50 dollari con un cowboy che avrebbe percorso da cima a fondo la via principale completamente nuda. Cosa che fece in compagnia di due revolver. La fortuna di Ellsworth venne travolta dal panico finanziario che sconvolse New York nel 1873 e che portò a una momentanea caduta del commercio del bestiame • Wichita, nel Kansas, era sorta nel 1864 come punto di scambio commerciale tra indiani (tribù Wichita) e bianchi, però nel 1867 gli indiani furono fatti trasferire altrove per imposizione delle autorità. L’arrivo della ferrovia la rilanciò come cattle town. Nel giugno del 1873 la sala da ballo di un certo John Red Beard (Barba Rossa, il soprannome) fu teatro di una furiosa rissa, avente per oggetto del contendere una ragazza, tra soldati del VII Cavalleria di George Armstrong Custer e un gruppo di cowboy. Alla fine ci fu un morto. Tra gli uomini della legge che furono ingaggiati a Wichita ci fu anche Wyatt Earp. Nel suo miglior periodo, a Wichita facevano capo 200mila bovini all’anno e oltre duemila cowboy • Dodge City, nel Kansas, nel 1875 prese il posto di Wichita. Fondata nel 1872 presso Fort Dodge, inizialmente la città era frequentata solo da cacciatori di bisonti, con un traffico di un milione e mezzo di pelli caricate sulla ferrovia Atchison-Topeka-Santa Fe. Poi arrivarono le mandrie e negli ultimi anni Settanta/primi Ottanta, il traffico fu di oltre 250mila capi per stagione. Tra gli uomini della legge che vennero incaricati di tenere l’ordine vi furono Wyatt Earp, Mat Masterson e Bill Tilgham. La fortuna di Dodge City durò fino al 1886 • Ogallala, nel Nebraska, venne raggiunta per la prima volta dalle mandrie del Texas nel 1867 e proseguì a lungo la propria funzione di posto d’imbarco, fino ad arrivare alla metà degli anni Novanta • Cheyenne (dal nome della tribù indiana), nel Wyoming, cattle town dal 1867, divenne famosa per la presenza di un grande club di allevatori inaugurato nel 1880 e dove regnava lo sfarzo più kitch. Così venne descritta la città da un giornalista: «La Sedicesima Strada di Cheyenne è una specie di nuova Wall Street. Qui si parla di milioni di dollari come fossero monete da un soldo e tutti quanti hanno a che fare con il commercio delle vac- 33 -


che. Tutti i giorni vengono portate a termine enormi transazioni, nelle quali il compratore non vede neppure uno zoccolo degli animali che acquista e non fa in tempo a pensare al denaro che ha speso che già ha intascato un enorme profitto da quella sola operazione. Una persona di Cheyenne che non sa distinguere una mucca da latte da un toro, questa estate ha guadagnato la cifra netta di 150mila dollari grazie a una catena di piccole transazioni, senza mai vedere un solo esemplare delle mandrie che di volta in volta vendeva» • Secondo John Clay (My Life on the Range, Chicago 1924) le contrattazioni si svolgevano più o meno in questo modo: «Per tutto il giorno gli uomini del Texas si davano da fare intorno alle loro mandrie, le sistemavano nel migliore dei modi e si occupavano di mille altre faccende. Di solito, i compratori in precedenza si erano già portati fuori città per osservare le mandrie in arrivo. Nel pomeriggio si svolgeva un primo incontro e tutti insieme bevevano un bel bicchiere. Verso le sei di sera si mangiava. Poi venivano accesi i sigari. Quindi, a poco a poco, la gente del Texas si radunava in un unico posto e, seduta in cerchio, teneva una sorta di consiglio di guerra, fumando, masticando tabacco, tagluzzando pezzi di legno con il coltello... I compratori facevano la stessa cosa, ma erano meno affiatati e meno organizzati dei loro vicini del Sud. Infine tutti quanti si incontravano, confabulavano e gradualmente gli affari si avviavano e venivano conclusi, così il bestiame cominciava a prendere la via dei mercati del Nord». cattle trail (cattle = bestiame; trail = pista) vedi trail. cavallo vedi horse. caverango vedi wrangler. cavvy (dallo spagnolo caballada = gruppo di cavalli) mandria di cavalli, sia sellati sia allo stato brado. Vocabolo in uso soprattutto sui - 34 -


pascoli del Nord. Nel Texas era prevalente remuda. cavvy-man (cavvy = mandria di cavalli; man = uomo) persona addetta alla cura dei cavalli. cayuse (dal nome degli indiani Cayuse) parola usata soprattutto nel Nordovest per indicare un cavallo selvaggio. chaparral (spagnolo = lecceto) area coperta da alberi e arbusti che la rendono praticamente impenetrabile per un uomo a cavallo e nella quale durante il giorno trovavano rifugio i longhorn selvatici e dalla quale uscivano solo di notte per brucare. chaps (dallo spagnolo chaparejos, a sua volta derivato da chaparro = cespuglio) robuste protezioni di cuoio da indossare sopra le brache che il cowboy portava per proteggersi dai rovi, dai cactus e dal contatto con il bestiame, quando in sella si muoveva all’interno della mandria. L’uso era stato preso dal vaquero • Vi erano due tipi di chaps: shotgun, cioè “a canna di fucile”, stretti e aderenti in tutta la lunghezza della gamba; batwing, “ad ala di pipistrello”, con un’ampia “ala” che in parte riparava anche il cavallo. Nei pascoli settentrionali erano fatti con pelle di montone, con il pelo rivolto all’esterno. Si diceva che un buon paio di chaps doveva restare in piedi da solo. Charlie Taylor (soprannome) succedaneo del burro fatto con melassa e grasso animale. cheek, to (da cheek = guancia) forzare la testa di un cavallo a volgersi indietro afferrando la briglie di sinistra. L’operazione veniva compiuta soprattutto per permettere al cavaliere di salire in sella a un cavallo riottoso.

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Chihuahua il nome della città messicana, usato come esclamazione. chili-eater (mangiatore di chili) termine derisorio usato al posto di “messicano”. chinook dal nome di una tribù indiana del fiume Columbia, la lingua franca usata prima dai commercianti e poi dai cowboy per comunicare con gli indiani • Vento caldo e umido proveniente dalla costa dell’Oregon (e quindi dall’oceano Pacifico). Fu di fondamentale importanza per l’allevamento negli Stati settentrionali dato che il suo arrivo scioglieva la neve invernale e segnava l’inizio della nuova stagione. Chisholm Trail (Pista Chisholm) la più famosa direttrice seguita dal bestiame che dal Texas doveva raggiungere il Nord. Già tracciata da un mezzosangue cherokee (Jesse Chisholm), fu resa famosa nel 1867 da Joseph McCoy quando “lanciò” Abilene come shipping point per le mandrie. Partiva da San Antonio, nel Texas meridionale, attraversava l’indian territory ed entrava nel Kansas. Durante il tragitto superava numerosi fiumi: Colorado, Brazos, Red, Cimarron, Canadian e Arkansas. Era quindi ricca di punti di rifornimento d’acqua e di buona erba. Tra il 1867 e il 1871 un milione e mezzo di capi la percorsero per raggiungere Abilene. Quando Abilene cessò la propria funzione di cattle town, dalla pista partirono diramazioni alla volta di Ellsworth, Wichita, Dodge City e Ogallala. • Nacque una canzone: I started up the trail October twentythird / started up the trail with the Two-U herd // Up every morning ‘fore daylight / an’ ‘fore I sleep the moon shines bright. // Ropin’ an’ a-tyin’ an’ a-brandin’ all day / I’m workin’ mighty hard for a mighty little pay (Mi misi sulla pista il 23 ottobre / mi misi sulla pista con la mandria della doppia U. // In piedi tutte le mattine prima della luce del giorno / e prima di dormire la luna brilla già. // Tutto il giorno a lavorare con il lasso, a legare le bestie e a marchiarle / faccio un lavoro dannatamente duro per una paga dannatamente pic- 36 -


cola). Si trattava di un canto lirico-monostrofica (ogni strofa conclusa in sé) e quindi aperta a ogni variazione da parte del singolo interprete, che poteva aggiungere o togliere strofe a proprio piacimento, anche in funzione di ciò che accadeva. cholla (spagnolo = testa) qualunque tipo di cactus. Anche jumping cholla (cactus che salta) perché con le spine si attacca agli abiti del cowboy o al pelo degli animali. chongo (ispano-americano = rovinato) bovino con un corno storto, rivolto verso il basso o con altro evidente difetto fisico. chopper (da to chop = tagliare) equivalente di cutting horse. chuck (slang = cibo) le bistecche alte quattro dita erano il sogno, spesso destinato a rimanere tale, del cowboy lungo la pista di trasferimento (abbattere una vacca della mandria avrebbe danneggiato il capitale del padrone, e quindi era permesso ricorrervi solo in casi estremi). Altrettanto era per lo stufato (son-of-a-gun-stew). Poi fagioli, focacce, pancetta, caffè, pomodori pelati in scatola o secchi, carne in scatola, pesche disseccate al sole, melassa (lick), riso, uva passa (spotted pup) e biscotti. Vedi anche grub. chuckbox (chuck = cibo; box = scatola) cassa nella quale il cuoco (cook) teneva tutto l’occorrente per il suo lavoro. Veniva di solito posta sul retro del chuckwagon. La cassa era fissata al carro e abbassando il lato esterno e fissandolo orizzontalmente con due stanghe pieghevoli fungeva da tavolo di lavoro. chuckwagon (chuck = cibo; wagon = carro) carro affidato alle cure del cuoco (cook) dove venivano tenuti gli attrezzi per la cucina, le scorte di cibo e di acqua, quelle della legna per il fuoco del campo - 37 -


e tutti gli altri oggetti indispensabili per il lavoro del cowboy. Usato durante il roundup e sulla pista (trail), venne “sperimentao” con successo da Charles goodight quandi tracciò la pista che avrebbe portato il suo nome e quello di Loving. Il cuckwagon costituiva il punto di riferimento per i cowboy al lavoro lontano dal ranch, era la loro casa e il loro rifugio itinerante. Di solito veniva trainato da una coppia di muli • Prima dell’introduzione del chuckwagon ogni cowboy portava per conto proprio l’occorrente al suo lavoro e alla sua sopravvivenza. chute (canale) uno stretto passaggio delimitato da due staccionate attraverso il quale veniva fatto passare il bestiame per essere disinfestato oppure marchiato (branding chute). In questo secondo caso ogni singolo capo veniva bloccato tra due cancelli e così immobilizzato gli veniva impresso il marchio a fuoco sul fianco. Questo sistema aumentava considerevolmente la velocità del lavoro rispetto a quello che prevedeva la cattura dell’animale con il lasso. cibo vedi chuck e grub. cimarrones (spagnolo = selvatici) i primi bovini del Texas, che vivevano allo stato selvatico nel brush country. cinch (spagnolo cincha = cinghia) cinghia della sella. circle horse (circle = cerchio; horse = cavallo) cavallo con il quale il cowboy all’inizio del roundup radunava il bestiame disperso sul territorio. città del bestiame vedi cattle town. Civil War (Guerra Civile o “di Secessione” o Guerra tra gli Stati) Fu combattuta tra Stati del Sud (schiavisti) e del Nord (antischiavisti). - 38 -


Scoppiò il 12 aprile 1861 con il cannoneggiamento di Fort Sumter, North Carolina, da parte dei sudisti ed ebbe termine il 9 aprile 1865 con la firma della resa degli Stati del Sud ad Appomattox, Virginia. La guerra oppose gli Stati sudisti (secessionisti o confederati) ai nordisti. Inizialmnte i primi comprendevano South Carolina, Mississippi, Florida, Alabama, Georgia, Louisiana e Texas, ai quali, dopo la caduta di Fort Sumter, si aggiunsero Virginia, Arkansas, North Carolina e Tennessee. I morti furono oltre 618mila. • Alla fine della guerra iniziò la vera e propria industria del bestiame con lo sfruttamento delle mandrie allo stato semibrado che durante il conflitto, abbandonate a se stesse, si erano numericamente moltiplicate. Inoltre, nemerosi giovani texani che avevano combattuto nelle file dei Confederati, all’atto della firma dell’armistizio si trovarono senza divisa e senza lavoro in una regione economicamente dissanguata e quindi trovarono, come unica occupazione, quella del cowboy. clawhammer coat (clawhammer = martello con il retro a coda di rondine utile per togliere i chiodi; coat = abito) lungo cappotto che arrivava fino alle caviglie e con un profondo taglio verticale sul dietro, in modo tale che stando in sella, i due lembi coprissero anche parte del cavallo. Meglio se era anche abbastanza impermeabile. clearfooted (clear = pulito, preciso; footed da foot = piede) cavallo dal passo sicuro e regolare. cocinero (spagnolo = cuoco) in uso soprattutto nel Sud. Vedi cook. coldjawed (cold = freddo; jawed da jaw = mascella) cavallo insensibile ai comandi tramite le redini. Cavallo difficilmente governabile. colonel (colonnello) titolo di cortesia e rispetto normalmente usato nei confronti di persone che si reputano altolocate. Probabilmente - 39 -


dirivava dal fatto che moltissimi cowboy erano stati soldati nelle file del Sud durante la guerra civile. Colt la più famosa arma del cowboy e del West, dal nome del suo inventore • Samuel Colt nacque il 9 luglio 1814 in una fattoria di Hartford, nel Connecticut, terzogenito di una famiglia numerosa. A undici anni fu messo a lavorare, prima presso un’altra fattoria e poi in un fabbrica tessile, a Ware, nel Massachusetts, dove fece conoscenza con la chimica e la meccanica. A sedici anni si imbarcò come mozzo su una nave che faceva rotta per Calcutta, in India. Secondo la leggenda, nel corso del viaggio il ragazzo passò il poco tempo libero mettendo a punto un modello in legno di revolver, cioè di pistola a più colpi fornita di un tamburo ruotante che automaticamente metteva in canna le pallottole una dopo l’altra. Probabilmente l’ispirazione per questo oggetto non gli arrivò dall’osservazione degli argani delle navi, come qualche romantica fantasia volle suggerire, ma più realisticamente per avere visto in India le pistole a rotazione Collier in dotazione alle truppe inglesi. Il primo prototipo di Colt presentava due aspetti innovativi: l’accensione mediante capsula a percussione e non a pietra focaia e il movimento del cane, che quando veniva caricato faceva contemporaneamente ruotare il tamburo, fermando la camera a scoppio in linea con la canna • Rientrato in patria, Colt affidò la realizzazione del suo progetto a Anson Chase, un armaiolo di Hartford, e quindi depositò il brevetto. Insoddisfatto di Chase, passò a un altro armaiolo, il famoso John Pearson di Baltimora. I primi frutti non tardarono ad arrivare e nel 1836 Colt poteva dare avvio alla produzione in serie, creando una società, la Patent Arms Manufactoring Co., con la fabbrica nei vecchi locali di una seteria della città di Paterson, New Jersey. La produzione in quel momento comprendeva quattro tipi di revolver a cinque colpi (calibro 28, 31, 34 e 36) e due fucili a sei e otto colpi (calibro 34 e 52). Nel 1838 Colt ricevette la prtima ordinazione governativa in occasione della guerra contro gli indiani Seminole, in Florida • Nel 1840 la - 40 -


società di Colt fallì, ma a Samuel rimase la proprietà del brevetto. Nel 1844 le armi di Colt conquistarono fama e apprezzamento definitivi e universali. Fu in occasione di un episodio della guerra tra bianchi e indiani Comanche, nel Texas, quando quindici texas ranger riuscirono a mettere in fuga, grazie alla frequenza del fuoco, un ben più numeroso gruppo di assalitori, che lasciarono sul terreno 42 cadaveri • Dopo quel successo, Samuel Walker, capitano dei Texas Ranger, impegnato nella guerra contro il Messico, si recò a Washington per incontrare Colt. Da quell’incontro nacque un’arma leggendaria: la Colt Walker, un revolver da due chili e mezzo, lungo 40 centimetri e con sei colpi calibro 44. Il successo dell’arma consentì a Colt di impiantare una nuova fabbrica nella nativa Hartford • Nel 1848, Colt (Walker nel frattempo era caduto nel corso della guerra con il Messico) mise a punto un modello più leggero di Walker, che chiamò Dragoon, perché prticolarmente adatto per i soldati a cavallo. Poi fu la volta di due modelli civili: Baby Dragoon e Pocket, quest’ultima un’arma da tasca • Nel 1851, grazie all’amicizia con il nuovo governatore del Connecticut, Thomas Seymour, Colt fu nominato colonnello della milizia cittadina, e in seguito l’astuto imprenditore non mancò di far valere la propria posizione per incrementare le vendite del suo prodotto. In quello stesso anno venne brevettato il modello Navy, che anche se nel nome sembrava destinato soprattutto alla Marina, in realtà ottenne il massimo successo presso i Ranger. Poco prima dello scoppio della Guerra Civile (1861), samuel Colt si ammalò gravemente di gotta (era bevitore e mangiatore formidabile) e il 10 gennaio 1862 si spense nella sua casa di Hartford, mentre già infuriava il conflitto nel quale le sue armi avrebbero recitato una parte fondamentale. conchas (spagnolo = conchiglie) borchie di ottone, rame, argento o altro materiale che il cowboy usava per ornare briglie, speroni, cappello, calzoni, chaps e altro.

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conestoga Carro in uso soprattutto da parte dei coloni, ma anche dai cowboy. Si dice che il primo esemplare venne messo a punto da un certo Richard Carter della Conestoga Valley, in Pennsylvania. Presentava una struttura “a barca” leggermente rialzata nella parte anteriore e posteriore. cook (cuoco) personaggio fondamentale nell’economia della vita del cowboy, sia durante il roundup sia sulla pista (trail). Era suo compito prearare tre pasti caldi nell’arco della giornata: al sorgere del sole, alle 10 del mattino e al tramonto, e doveva farlo non solo nel ranch ma anche durante i periodi di lavoro all’aperto, con qualunque tempo • Il cuoco doveva essere anche un po’ medico: doveva saper aggiustare ossa rotte, suturare ferite, medicare scottature ed escoriazioni varie, cavare un dente e magari anche amputare un dito rimasto malamente preso tra il lasso e il pomo della sella ●Il cuoco era il primo a svegliarsi, già prima del sorgere del sole, e quando aveva preparato caffé, focacce, pancetta con piselli, svegliava il resto dell’outfit percuotendo il triangolo di ferro e sovente declamando a gran voce una tiritera che poteva essere questa: Get up Jacob, day’s a-breakin’ / Old coffee’s is a-cooking and there’s bread a-bakin’ / Roll out cowboy come and get it / Get it while she’s hot / Or I’ll throw her out / An’ spit in the skillet (Alzati Jacob si sta facendo giorno / Il caffè sta bollendo e il pane sta cuocendo / Salta fuori cowboy vieni a prenderlo / Prendilo mentre è bollente / O lo butto via / E sputo nella padella) • Il cuoco veniva chiamato con svariati nomignoli: cocinero (parola spagnola), cookie (che è un diminutivo, ma significa biscotto), dough-puncher (dough è gergale per cibo ed è evidente la correlazione con cowpuncher), belly cheater (ingannatore della pancia) e così via. cookhouse (cook = cuoco; house = casa) fabbricato del ranch riservato alla cucina e al locale dove consumare pasti caldi.

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cooney (dallo spagnolo cuña = culla) il contenitore ricavato dalla pelle di una vacca, che, posto sotto il chuckwagon, conteneva attrezzi vari e materiale per accendere il fuoco. corndodger (corn = granoturco; dodger = ingannatore) pane di farina di mais impastata con acqua o latte e fatto cuocere in padella. Era duro ma si conservava a lungo. corral (spagnolo = cortile cintato) recinto nel quale venivano tenuti all’aperto i cavalli o altro bestiame. Solitamente era formato da un perimetro di robusti tronchi, ma (soprattutto per i cavalli durante i trasferimenti lungo la pista) poteva essere provvisoriamente eretto di giorno in giorno con funi tese tra quattro pali infissi nel terreno. Nel Sudovest spesso veniva eretto in adobe per prevenire le scorrerie degli indiani. counter-brand (counter = opposto, dall’altra parte; brand = marchio) quando un animale già marchiato veniva venduto a un nuovo proprietario, sul fianco opposto di quello recante il primo marchio ne veniva impresso uno nuovo (il counter-brand, appunto), mentre il precedente veniva “cancellato” con una barra trasversale. cow (vacca) le prime vacche importate dall’Europa sbarcarono sul continente nordamericano nel 1521, a Veracruz nel Golfo del Messico. Erano sei vacche e un toro di razza andalusa e non arrivavano direttamente dal Vecchio Continente ma avevano trascorso un periodo di acclimatamento a Santo Domingo, nei Caraibi. Il primo allevatore fu un certo Gregorio de Villalobos, il quale negli anni immediatamente seguenti incrementò la piccola mandria (che già si riproduceva con successo per conto proprio) importando dall’Europa nuovi capi. Vedi anche longhorn e hereford.

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cowboy (cow = vacca; boy = ragazzo) mandriano. Secondo la teoria più diffusa, la parola sarebbe nata ai tempi della guerra di Indipendenza (anni 1775-1781) condotte dalle tredici colonie originarie contro la Gran Bretagna e che avrebbe portato alla nascita degli Stati Uniti d’America. Venivano infatti chiamati cowboy alcuni guerriglieri che parteggiavano per l’Inghilterra e anche se la ragione del nome non è certa, una spiegazione che gode di buon seguito dice come questi uomini attraessero in imboscate i partigiani americani ingannandoli con il suono di capanacci da mucca. Ciò avveniva nella contea di Westchester, nello stato di New York. Si ritrova il nome cowboy parecchi anni dopo, ai tempi della repubblica del Texas (1836-1845): questa volta a farsi chiamare così era un gruppo di texani che sotto la guida di un certo Ewen Cameron scorrazzavano per il territorio rubando bestiame ai messicani per rivenderlo altrove, perlopiù a New Orleans, Louisiana. Altri gruppi, oltre a rubare bestiame compivano azioni di vero banditismo contro i villaggi dei contadini. Dunque in origine il nome cowboy non si collegava a episodi edificanti ed era sinonimo di persona poco raccomandabile. Forse è per questa ragione che il cowboy, così come oggi lo intendiamo, venne chiamato in altri modi, il più diffuso fu cowpuncher, poi cowhand, cowpoke, cowman e buckaroo. • Inizialmente non vi era molta differenza tra il cowboy e il proprietario della mandria. Anzi, nei primi anni era proprio il piccolo propietario che faceva anche il lavoro del cowboy. Con il passare del tempo le mandrie si ingrandirono a dismisura, i proprietari si arricchirono in proporzione, altri se ne aggiunsero e così ci fu sempre più bisogno di nuova manodopera: nacque la professione del cowboy, alla quale molti arrivarono dopo differenti esperienze rivelatesi fallimentari, nella speranza, spesso delusa, che i grandi guadagni di allevatori e commercianti si volgessero anche a loro vantaggio • Il periodo del cowboy “classico” iniziò dopo la fine della Guerra Civile (1865) e durò fin verso la metà degli anni ‘80, con l’avvento dei pascoli recintati. In quell’arco di tempo vennero trasferiti lungo le piste (trail) oltre cin- 44 -


que milioni di capi di bestiame, un’attività che vide impegnati poco più di trentamila cowboy, per lo più giovani di venti-trent’anni. • Si diventava cowboy per scelta personale o perché costretti dalle circostanze, ma si rimaneva cowboy solo se si disponeva delle qualità adatte, fische e morali: «Forse non c’era mestiere che meglio di quello del cowboy dimostasse la validità della teoria della sopravvivenza del più adatto: sparivano assai presto i deboli, i visionari, i corrotti. Cedevano per primi quelli fisicamente incapaci a sostenere le fatiche e le privazioni della prateria. Altri, anche se robusti nel fisico, si accorgevano che quella vita era assai diversa da quella che si erano figurata, e l’abbandonava appena si accorgevano che quell’esistenza era un peso quotidiano regolato da norme e consuetudini che, pur non avendo mai assunto forma di vere e proprie leggi, erano in pratica rigide quanto il regolamento di un esercito [...] Un uomo interiormente corrotto non poteva trovarsi a proprio agio nella vita del cowboy, al pascolo e sulla pista, una vita che esigeva onestà, fratellanza, fiducia reciproca» (da “Un uomo tagliato per i suoi tempi” di autore anonimo, in The Best of the American Cowboy, a cura di Ramon F. Adams, 1957) • Disse il famoso allevatore Charles goodnight: «Se un individuo era tagliato per questo mestiere e non aveva paura di lavorare, questo era un lavoro fantastico». Ma bisognava essere più che tagliati: un cowboy aveva bisogno di coraggio, lealtà e molta pazienza. Doveva essere in grado di lavorare 18 ore al giorno sette giorni alla settimana. Doveva sopportare il caldo più soffocante, le tempeste di sabbia e l’arsura accontentandosi di succhiare una pallottola o un pezzo di cuoio per tenere a bada la sete. Doveva affrontare temperature polari, tempeste di neve, grandine e uragani. Doveva riuscire a dormire nel fango avvolto in una coperta bagnata, esposto ai venti della prateria. Doveva saper leggere il cammino osservando le stelle, trovare una sorgente, riconoscere l’erba migliore, curare una vacca azzoppata o un compagno ferito, aiutare una vacca a partorire e ferrare un cavallo. Doveva saper fermare una mandria atterrita scatenata in una pazza corsa verso - 45 -


il nulla e affrontare un improvviso incendio della prateria. Doveva essere più furbo di una banda di indiani sul sentiero di guerra e affrontare i ladri di bestiame e i contadini ostili. Doveva essere in grado di sopravvivere tre-quattro mesi sulla pista, tenendo unita la mandria, alla quale doveva fare attraversare fiumi e torrenti, difendendola dagli animali selvatici. Doveva saper aiutare, sempre in in ogni momento, un compagno in difficoltà. Disse ancora Goodnight: «Vorrei poter trovare le parole per descrivere il cameratismo e la lealtà di questi uomini. È al di sopra di ogni immaginazione. Erano valorosi e cavallereschi quanto è possibile esserlo. Sbruffoni e prepotenti non ce n’erano. In ogni circostanza si trovavano al posto giusto ed erano sempre pronti a lottare. Vigliacchi non ne esistevano: quella vita non avrebbe fatto per loro» • In effetti i cowboy erano uniti da un profondo senso di lealtà: se ne dicevano contro di tutti i colori ma nessuno avrebbe mai fatto torto a un collega. Questo atteggiamento nasceva dalla consuetudine di svolgere un lavoro faticoso e pericoloso in comune, per il quale era fondamentale l’esistenza di un affiatamento non solo tecnico ma anche umano. Inoltre erano molto orgogliosi del difficile lavoro che svolgevano, come capita in tutte le piccole comunità che compiono un lavoro difficile e altamente specializzato (per esempio quello dei boscaioli, dei minatori oppure dei marinai, soprattutto ai tempi delle vele) • La paga di un cowboy era di circa 30 dollari al mese, il prezzo medio di vendita di un capo sui mercati del Nord. Per lo più il padrone forniva al cowboy l’occorrente necessario al lavoro, fatta eccezione per la sella che era bene personale del singolo mandriano • Caratteristica del cowboy era la sviluppatissima capacità d’osservazione, la capacità di memorizzare a lungo piccoli particolari anche apparentemente insignificanti: questa dote gli serviva per distinguere un capo di bestiame dall’altro e per orientarsi nel mare d’erba della grandi pianure, facendo riferimento a minimi particolarità del terreno, per stabilire a colpo d’occhio le doti peculiari di un cavallo e usarlo per la mansione più adatta. • Sulla capacità di osservazione del cowboy riportiamo - 46 -


il sguente aneddoto: «Uno straniero di passaggio si fermò per pochi minuti in un accampamento. Qualche giorno dopo arrivò uno sceriffo che domandò al cuoco se avesse visto un forestiero. Alla risposta affermativa, lo sceriffo chiese anche di fargliene una descrizione, per quanto potesse ricordare. Ecco la risposta: “Dunque, cavalcava un cavallo grigio che aveva una chiazza bianca sulla zampa posteriore sinistra. Il ferro anteriore sinistro non era a posto e l’animale portava il marchio X barrato. Era un animale di quattro anni. La sella era malconcia e per sottosella c’era una coperta bianca e rossa del tipo in uso presso i Navaho. Alle briglie erano appesi due ciondoli in metallo, anche questi di tipo navaho. L’uomo poteva avere 58 anni, indossava un paio di brache Levi’s, aveva una camicia azzurra e una giacca di velluto. Sulla guacia destra c’era una cicatrice che gli scendeva giù per il collo fin dentro la camicia. La barba era di due o tre giorni. Era certamente di vista acuta. Gli occhi erano azzurri e il naso lungo, che in punta si torceva leggermente a sinistra, come se sentisse un puzzo. Il cappello era uno Stetson, con nastro di crini intrecciati. Non l’ho osservato molto, ma più o meno era così”». (da Don Ward e J. C. Dykes, Cowboys and Cattle Country) • Benché pochissimi cowboy avessero frequentato per più di due o tre anni una scuola regolare, moltissimi sapevano leggere e scrivere. Soprattutto la lettura era molto popolare, forse come conseguenza dei lunghi periodi di solitudine. Alcune marche di tabacco davano in omaggio libri in edizione economica e molti cowboy non mancavano di farsi inviare qualche libro, inoltre erano accaniti lettori di giornali (questi, una volta letti, servivano per tappezzare le pareti della baracca, chiudendo in questo modo le immancabili fessure che lasciavano passare poco graditi spifferi d’aria). Non era raro trovare cowboy che citassero la Bibbia o conoscessero Shakespeare. • Alcuni divennero uomini di buona cultura e altri sarebbero addirittura diventati romanzieri. Tra questi ottennero fama Eugene Manlove Rhodes e Charles Angelo Siringo. Rhodes nacque nel Nebraska, a Tecumseh, il 19 gennaio 1869 e morì il 27 giugno - 47 -


del 1934. In gioventù fu cowboy e poi scout per il governo. I suoi scritti inizialmente apparvero sul Saturday Evening Post, creandogli vasta fama. Siringo, figlio di un italiano e di una irlandese, nacque nella contea di Matagorda, nel Texas, il 17 febbraio 1855, dove morì il 19 ottobre del 1928. Fu cowboy, detective della famosa agenzia Pinkerton, memorialista e biografo. Nel 1885 scrisse il suo libro più famoso, A Texas Cowboy, or, Fifteen Years on the Hurricane Deck of a Spanish Cow Pony (Un cowboy del Texas, ovvero, Quindici anni sulla groppa di uno scatenato cavallo da mucche spagnolo). Nel 1950, in occasione della ripubblicazione del libro, J. Frank Dobie, grande padre della letteratura popolare del Sud, lo definì “la Bibbia del cowboy” • Negli anni immediatamente seguenti la Guerra Civile, il 90 percento dei cowboy erano del Texas: uomini particolarmente portati alla mitizzazione iperbolica, come esemplifica questa “vanteria”: «Sono nato bello e cresciuto, con nove file di denti e buchi pronti per altri ancora. Avevo gli speroni ai piedi e una frusta di cuoio in mano e quando si aprì il varco balzai fuori a cavallo di una pantera, pronto a catturare con il lasso le balene dalle lunghe corna. Ho cavalcato qualunque cosa avesse il pelo... e altre troppo dure per averne. Usando il pungolo ho cavalcato alci, orsi e fulmini. I leoni di montagna sono i miei compagni di giochi e quando ho freddo e mi sento solo vado a dormire nella tana di un serpente a sonagli perché sono gentili e mi tengono caldo. Per vivere mangio candelotti di dinamite e cactus. Il Grand Canyon è il mio orticello. Quando ho sete bevo cianuro allungato con alcol. Quando vado a dormire uso per guanciale le montagne del Big Horn, metto gli stivali nel Colorado e il cappello nel Montana. Posso stirare le braccia dritte da Crazy Woman Fork fino all’Upper Grey Bull River. La mia coperta sta su mezzo Texas e su tutto il Messico» (in Harry Jackson, The Cowboy, libretto allegato al disco Folkways) • Oltre a rari momenti logorroici, in realtà i cowboy erano individui di lunghi silenzi e scarse parole. Girava questo aneddoto: in un accampamento, di notte, si sente il verso di un animale. «Una vac- 48 -


ca» borbotta un cowboy. Dopo qualche minuto, l’altro ribatte: «Un toro». All’alba i due si alzano. Il primo raduna le sue cose e monta a cavallo. «Te ne vai?», domanda il primo. «Qui si discute troppo», ribatte l’altro, avviandosi. cowcamp (cow = vacca; camp = accampamento) postazione, non destinata a una lunga durata, organizzata dal cowboy nella prateria. Perlopiù comprendeva un riparo per l’uomo (sod-shanty) e un corral per i cavalli. cow-driver (cow = vacca; driver = guidatore, conduttore) chi conduce una mandria lungo la pista (trail). cow-fever (cow = vacca; fever = febbre) non una malattia del bestiame, ma il desiderio di diventare cowboy. cow-hand (cow = vacca; hand letteralmente “mano”, quindi in certi casi anche “persona, individuo, uomo”) Sinonimo di cowboy. Sta per chiunque compia un lavoro che ha a che fare con il bestiame in generale e con le vacche in particolare. cow-hunt (cow = vacca; hunt = caccia) il roundup delle origini, quando si radunavano capi di bestiame sparpagliati e sovente senza un vero e proprio proprietario. cowman (cow = vacca; man = uomo) sinonimo di cowboy, quindi un vaccaro. Il termine poteva essere usato anche per indicare l’allevatore, il rancher, insieme con cattleman. cowpen (cow = vacca; pen = recinto) piccole mandrie di pochi capi, racchiuse all’interno di un recinto oppure lasciate libere. Sono all’origine dell’industria del bestiame. - 49 -


cowpoke (cow = vacca; poke = pungolo) sinonimo di cowboy. Inizialmente indicavano esclusivamente gli uomini che con un lungo pungolo costringevano le bestie a salire sui vagoni ferroviari. cowpuncher (cow = vacca; puncher dal verbo to punch, persona che compie l’azione di spingere) sinonimo di cowboy. Dall’operazione di spingere il bestiame lungo le piste, dentro i recinti, sui carri ferroviari. Era termine molto diffuso. cow-sense (cow = vacca; sense = senso, sensibilità) il particolare “sesto senso” che fa di un buon cavallo un buon cutting horse. cow-town vedi cattle-town. coyote piccolo “lupo della prateria”, canis latrans. Si diceva che il suo ululato fosse più forte di qualsiasi altro rumore si potesse udire nel deserto e che due coyote che si chiamassero da colline opposte sembrassero una dozzina o più • Il cowboy mostrò sempre un duplice approccio nei confronti di questo animale: da una parte lo riteneva infido e vigliacco, dall’altra lo considerava un buon compagno di viaggio. L’ululato del coyote lo rassicurava perché la presenza del piccolo canide era segno che non c’erano altri pericoli (soprattutto rappresentati dagli indiani) in giro. creosoto arbusto (larrea mexicana) degli Stati sudoccidentali dal quale si ricavava una resina usata per curare i reumatismi. critter (probabilmente da creature = creatura) animale domestico in generale; per il cowboy inizialmente qualunque animale potesse essere trasformato in bistecca. Poi sinonimo esclusivamente di cow (vacca).

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crowbait (crow = corvo; bait = esca, quindi anche cibo) un animale troppo vecchio per essere di qualche utilità. cuff paramano in cuoio indossato per proteggersi dallo sfregamento con il lasso. cuoco vedi cook. cut a man down (to cut down = abbattere; man = uomo) sparare a una persona e farla stramazzare. cut a herd (to cut = tagliare, separare; herd = mandria) separare alcuni capi dall’interno di una mandria. Fare il cutting out. cutting horse (da to cut = tagliare, separare; horse = cavallo) cavallo addestrato per separe dalla mandria, durante il roundup, il capo da marchiare o da avviare sulla pista. Il cavallo “puntava” il bovino prescelto e quindi si poneva tra questo e il resto della mandria impedendogli di rientrare nel gruppo. L’operazione la compiva praticamente da solo e al cowboy non restava che assecondarne i movimenti, nel corso di una sorta di “balletto” fatto di scarti, arresti improvvisi, finte, brevi corse. Quasi sempre alla fine l’intento era raggiunto: la vittima si dava alla fuga e al cowboy non restava che rincorrerla e prenderla al lasso. Solitamente però questa seconda parte dell’operazione era compito di un altro cowboy e di un altro cavallo (roping horse). cutting out (da to cut = tagliare, separare; out = fuori) il lavoro di separazione di un capo del bestiame da parte di un cutting horse

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D dally man cowboy che impiega la tecnica detta del dally style per catturare il bestiame con il lasso • Si diceva che se a un cowboy mancava un dito pollice, questo fatto era la prova che si era in presenza di un dally man, dal momento che nella fase di apprendimento di questa particolare tecnica di impiego della “corda” era molto facile rimetterci quel dito. dally style (dallo spagnolo dar la vuelta = dare un giro) uno stile di impiego del lasso per catturare un capo di bestiame stando in sella. Prevedeva l’impiego di un lasso molto lungo, anche una decina di metri. Quando il mandriano era sufficientemente a ridosso dell’animale da catturare e in fuga, faceva roteare il cappio del lasso, che si allargava in una forma abbastanza regolare e una volta lanciato andava a cadere intorno al collo (o alle corna) della preda. A questo punto il cavallo rallentava spontaneamente la corsa mentre il mandriano lasciava srotolare la corda, badando però che rimanesse sempre ben tesa. Al momento opportuno, con due rapidi giri intorno al pomo della sella (horn, apple o bisquit), era il momento a rischio per le dita, bloccava il lasso e imponeva improvvisamente l’alt al cavallo, mandando la vittima a gambe all’aria. Il cowboy balzava dalla sella e si avvicinava all’animale finito a terra, mentre il suo cavallo tirava la corda retrocedendo, mantenendola in tensione e in questo modo impedendo all’animale di rialzarsi. Detto anche dally welta, questa operazione si contrapponeva alla hard-and-fast • «Well, I’m a damn good hand an’ a ropin’ foll / And a-takin’ the dallies that’s my rule» (Sono un cowboy dannatamente in gamba, bravissimo con il lasso / E a fare il dally style come è mio compito) da The Dally Roper’ Song. dancing devil (dancing = danzante; devil = diavolo) mulinello d’aria che soleva una colonna di polvere. Anche il turbine che scatena - 52 -


la tempesta di sabbia, la quale si alza come una colonna dal terreno fino alle nuvole più basse. deadman (uomo morto) un masso sprofondato nel terreno al quale fissare la staccionata. dead man’s hand (la mano del morto) le carte del gioco del poker (due assi e tre fanti) che aveva in mano il famoso pistolero e uomo della legge Wild Bill Hickock quando venne ucciso il 2 agosto del 1876 da Jack McCall con una pallottola alle spalle. deadshot (colpo mortale) un bicchiere di liquore particolarmente forte anche per un cowboy. deadwood avere una posizione di vantaggio rispetto ad un’altra persona. Dal nome della cittadina dove il pistolero e uomo della legge Wild Bill Hickock venne assassinato a tradimento con un colpo alle spalle da Jack McCall. Hickock stava giocando a poker. dehorning (da horn = corno) l’operazione di tagliare le corna ai capi di bestiame più irrequieti e con propensioni aggressive. L’operazione veniva eseguita con una sega oppure con un apposito strumento, una sorta di grosso paio di pinze. • Sui giornali locali sovente si trovava la pubblicità di una pomata da spalmare sulla testa dei vitelli per impedire - non si sa come e con quanto successo - la crescita delle corna. Derringer pistola da tasca, che veniva tenuta nella giacca, in uno stivale, nella manica o, nel caso di una donna, anche nella borsetta. Fu tipica dei giocatori d’azzardo (gambler). Inventata da un certo Deringer, con l’aggiunta di una lettera “r” venne a indicare tutte le armi da fuoco di questo tipo. - 53 -


devil (diavolo) è presente in due famose canzoni del repertorio cowboy: The Devil Made Texas (Il diavolo fece il Texas), nella quale si descrive il Texas come un posto peggiore dell’Inferno a causa del clima e della natura che lo contraddistingue; Tying a Knot in Devil’ Tail (Fare un nodo alla coda del diavolo) nella quale due cowboy incontrano il diavolo che vuole le loro anime, ma i due lo prendono al lasso, lo legano, lo marchiano e gli fanno un nodo alla coda. devil’s head (testa del diavolo) fico d’india. devil’s lane (sentiero del diavolo) il corridoio lasciato tra due proprietà confinanti, dopo che i pascoli cominciarono a essere cintati di filo spinato (anni ‘80). dew wrangler (dew = rugiada) il all’alba di ogni giorno.

wrangler

che riuniva i cavalli

diavolo vedi devil. dip (da to dip = immergere) l’operazione di disinfestazione dei bovini per prevenire gli animali dall’attacco di parassiti di vario genere. Veniva usata una sostanza liquida e l’operazione era effettuata o sul singolo capo oppure sull’intera madria, facendola passare attraverso un chute • Salsa. dobe vedi adobe. Come aggettivo, qualche cosa di inferiore, di poco valore. Per esempio dobie dollar (dollaro messicano). Doc (abbreviazione di doctor = dottore) medico, usato anche come soprannome (famoso quello del dentista-pistolero-giocatore d’azzardo Doc Holliday, che prese parte alla sfida dell’O.K. Corral) • Pianista di saloon • Dottori, medici veri e propri, sui pascoli ce n’erano pochi - 54 -


e per lo più erano troppo lontani per poter essere raggiunti senza abbandonare per lungo tempo il lavoro, allora il cowboy si affidava a metodi in bilico tra medicina e stregoneria, molti dei quali appresi dagli indiani. Non era assente la superstizione. Chi si era procurato una ferita o accusava qualche malanno si faceva curare dal compagno più esperto (spesso il cuoco). Uno dei problemi più frequenti in estate erano le punture dei tafani, che venivano trattate con una mistura di acido fenico e grasso; per le distorsioni alle caviglie si usavano giornali o stracci inzuppati in aceto e c’era chi medicava le ferite procurate dagli zoccoli dei bovini imbizzarriti con impiastri di tabacco. Per far passare la febbre si dormiva con la testa rivolta verso nord dopo avere ingurgitato una tazza di acqua bollente corretta con qualche cosa di altamente alcolico • Persona con una certa cultura. dodger (delatore, ingannatore) il manifesto con il volto di un ricercato e la taglia spettante a chi lo catturava (o lo ammazzava). dog (cane) la parola usata dai cowboy, a loro modo molto credenti, per non nominare il nome di Dio invano, quindi nelle bestemmie e in imprecazioni di vaio tipo (“I’ll be doggoned”). dogie vitellino. Una famosa definizione diceva che era «un vitellino che aveva perso la mamma e il cui padre se n’era andato con un’altra vacca». • La parola apparve probabilmente per la prima volta a stampa nel libro del famoso etnomusicolo e ricercatore sul campo John A. Lomax, Cowboy Songs and Other Frontier Ballads (1910). La definizione più sopra riportata venne data a Lomax dalla moglie di un vecchio cowboy. Sull’origine del nome, lo stesso Lomax dava questa versione (mutuata da un allevatore, un certo George W. Sanders, di San Antonio, Texas): «Un vitello senza madre è obbligato a mangiare erba prima ancora di essere sufficientemente adulto per digerirla e così sviluppa uno stomaco di grosse proporzioni. Allora i cowboy - 55 -


dicevano: “Niente dentro le budella [guts] ma solo pasta per il pane [dough]”. Quei vitelli cominciarono a essere chiamati doughguts e poi la stramba parola venne contratta in dogie • La canzone più diffusa per tenere tranquillo il bestiame durante le soste notturne diceva: Last night as I lay on my pillow / And looked at the stars in the sky / I wondered if ever a cowboy /Will drift to the home in the sky // Roll on, oh roll on / Roll on little dogies roll on, roll on roll on // When I think of the last great roundup / On the eve of eternity dawn / I think of the host of cowboys / That have been here and rode on (La notte scorsa mentre giacevo sul mio cuscino / E osservavo le stelle in cielo / Mi domandavo se un cowboy potrà mai / Raggiungere la dimora su in cielo // Dondolatevi dondolatevi / Dondolatevi vitellini dondolatevi dondolatevi // Quando penso all’ultimo grande raduno / Alla vigilia dell’alba dell’eternità / Penso alla moltitudine di cowboy / Che sono stati qui e se ne sono andati). dogtrot (dog = cane; trot = breve passeggiata) passaggio coperto che univa due fabbricati del ranch. doma di un cavallo, vedi breaking. domatore di cavalli vedi bronc buster e bronc twister. donne vedi women. double rig (double = doppia; rig = sella, equipaggiamento) sella con due cinghie, una davanti sotto il pomo (apple) e una sotto il cantle. Questo dava maggiore sicurezza al cowboy al momento della cattura di un capo con il lasso, quando nel dally style si imponeva al cavallo una frenata improvvisa al fine di far rotolare a terra l’animale in fuga. La sella in questo caso era detta anche Texas rig, ed era indispensabile soprattutto nell’hard-and-fast. - 56 -


drag rider (da to drag = dragare; rider = cavaliere) il cowboy che durante la marcia sulla pista (trail) stava in retroguardia rispetto alla mandria al fine di sospingere in avanti i capi ritardatari e più lenti. Era compito riservato ai meno esperti e si trattava di una posizione particolarmente disagevole dal momento che perlopiù si trascorreva l’intera giornata dentro una nuvola di polvere. draw, to estrarre la rivoltella dalla fondina. drift, to (andare alla deriva) il lento avanzare sulla pista (trail) della mandria in trasferimento • Andare senza fretta da una località all’altra. drift fence (da to drift, vedi sopra; fence = steccato) lo steccato che delimitava il pascolo, impedendo al bestiame di sconfinare. driving the nail (da to drive = guidare, dirigere; nail = chiodo) gioco di abilità diffuso tra i cowboy. Consisteva nel piantare un chiodo nel legno a colpi di pistola. drovers (da to drive = guidare, condurre) il gruppo di cowboy (outfit) che si occupava del trasferimento di una mandria sulla pista (trail). dry camp (dry = asciutto; camp = accampamento) accampamento provvisorio privo di rifornimento d’acqua. Vedi roundup. dude persona dell’Est vestita alla maniera della città. Termine canzonatorio e dispregiativo, forse derivante dallo scozzese duds, abiti. duello alla rivoltella. Vedi gunfight.

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dug-out (da to dig = scavare; out = fuori) primi ricoveri nella prateria, fatti in parte scavando una grotta nel fianco di un rilievo del terreno e in parte con tufo, coperte o altro. dun (colore grigio) cavallo dal mantello scuro. Era rinomato per la forza e la resistenza. Vedi anche zebra dun. Durham razza di bovini originaria della contea di Durham, in Inghilterra. Venne importata negli anni Settanta del XIX secolo per sostituire i longhorn, più robusti ma meno ricchi di carne. dust the trail (to dust = alzare polvere; trail = pista, cammino) viaggiare, non solamente lungo la pista. dutchman (uomo di origine germanica) qualunque persona non fosse di origine latina e non parlasse inglese. dynamite (dinamite) whiskey di qualità scadente.

E eardown (ear = orecchio; down = giù) sistema per tenere buono un cavallo irrequieto e non ancora completamente domato mentre il cowboy gli sta montando in sella. Un collega tiene l’animale per le briglie e nel contempo gli tira verso il basso un orecchio. ear-mark (ear = orecchio; mark = marchio) era uso “segnare” la proprietà di un animale anche tagliandogli in vario modo (se ne contavano a decine) le orecchie. La pratica permetteva di individuare più facilmente il proprietario di un capo all’interno di una grande mandria e il segno restava inalterato anche quando, in inverno, il pelo cresceva - 58 -


e rendeva meno chiare le marchiature a fuoco apposte sul fianco. Il cowboy addetto al taglio era chiamato butcher (macellaio). easy on the trigger (easy = facile; on = sul; trigger = grilletto) dalla pistola facile, un tipo nervoso. eating grass (da to eat = mangiare; grass = erba) venire disarcionato e finire “nell’erba”. eating drag dust (da to eat = mangiare; to drag = dragare, stare in retroguardia; dust = polvere) occupare la posizione di drag rider • Venire umiliati. eggnog (egg = uovo; nog = birra forte) bevanda corroborante molto apprezzata, fatta con birra forte, un uovo e, se c’è, una spruzzata di whiskey. • I cowboy ricordavano come in occasione del Thanksgiving Day (Giorno del Ringraziamento: quarto giovedì di novembre) il proprietario del saloon Long Branch di Dodge City fosse solito offrire gratis eggnog a tutti i clienti. E come questo fatto avesse finito per esasperare un concorrente, che, per richiamare avventori, organizzò nel 1884 una corrida con dodici tori, dove accorsero quattromila spettatori con enorme confusione e sparatoria finale. equilizer (equalizzatore) revolver, dalla frase «Una Colt rende tutti gli uomini uguali». erba vedi grass. essence pedlar (essence = liquido ricavato perlopiù da un vegetale; pedlar = venditore itinerante) puzzola. exalted (da to exalt = sollevare, porre in alto) uomo impiccato. - 59 -


F fall roundup (fall = autunno) Il roundup per radunare il bestiame da carne che deve essere inviato alle cattle town. fanning (da to fan = fare vento) bilanciarsi con il proprio cappello tenuto alto nella mano sinistra mentre si è in groppa a un cavallo scatenato durante la doma • Cavalcare facendo ondeggiare avanti e indietro le gambe per spronare il cavallo. faro gioco d’azzardo con le carte molto diffuso nei saloon delle cattle town, dove i cowboy andavano a dilapidare parte della paga ricevuta alla fine del trasferimento sulla pista. La scommessa consisteva nell’indovinare la sequenza con la quale le carte sarebbero state estratte da una scatola posta al centro del tavolo. Di solito sulla scatola era disegnata una tigre, da cui l’espressione: «To fight the tiger» (Combattere la tigre) • Il gioco d’azzardo era uno dei vizi e delle grandi tentazioni del cowboy, e quasi sempre causa della sua rovina finanziaria oltre che all’origine di innumerevoli liti e duelli • Jack o’ Diamonds, Jack o’ Diamonds / I know you of old / You robbed my poor pockets / Of silver and gold // For the work I’m too lazy / And beggin’ too low / Train robbin’ too dangerous / So gamblin’ I’ll go (Fante di Quadri, Fante di Quadri / Ti conosco da un pezzo / Mi hai ripulito le tasche / Del mio oro e del mio argento // Per lavorare sono troppo pigro / E chiedere le elemosina è troppo umiliante / Assalire i treni troppo pericoloso / Così vado in giro a giocare d’azzardo) da Jack o’ Diamonds. Far West (far = lontano; west = ovest) il territorio a ovest del fiume Mississippi. L’espressione si diffuse nell’ultimo decennio dell’Ottocento. febbre del Texas vedi texas fever.

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fence cutting wars (fence = recinto; cutting da to cut = tagliare; wars = guerre) gli scontri tra coloni e cowboy a causa delle recinzioni che i primi fcevano del terreno che ritenevano di loro proprietà. L’inizio dello scontro di solito era innescato dall’abbatimento di un tratto della recinzione. fence man (fence = recinto; man = uomo) sostenitore della necessità di recintare la propria proprietà terriera, in particolare dopo l’avvento del filospinato (barbwire). Si contrapponeva al free ranger. ferrovie vedi railroads. fill a blanket, to (riempire il lenzuolo) farsi una sigaretta. filospinato vedi barbwire. firewater (fire = fuoco; water = acqua) whiskey. fish (pesce) robusto impermeabile di incerata, grande e lungo abbastanza da coprire anche parte del cavallo quando il cowboy era in sella. Quando non pioveva veniva tenuto arrotolato sotto la parte posteriore della sella. Di solito era di colore giallo vivo e recava il marchio (un pesce) della fabbrica. Alcuni cowboy lo tenevano aperto, appoggiato sulle terga del cavallo in modo che pendesse fin quasi a terra per evitare che un animale non ancora completamente domato scalciasse. Vedi anche slicker. fixing for high-riding (fixing = pronto; for = per; high riding = una veloce cavalcata) pronto a fuggire a cavallo. flank (fianco) l’operazione con la quale con uno strattone del lasso si faceva cadere il vitello e con una mano e con un colpo sul fianco dell’ani- 61 -


male lo si facva rotolare su un fianco, aiutandosi con le ginocchia. flank riders (flank = fianco; riders = cavalieri) cowboy che durante il trasferimento della mandria lungo la pista (trail) stavano ai lati di questa per impedire eventuali fughe o sbandamenti. flannel mouth (flannel = flanella; mouth = bocca) un chiacchierone, un vanaglorioso. fleabag (flea = pulce; bag = cuccetta) il letto del cowboy nella bunkhouse. fleatrap (flea = pulce; trap = trappola) il bedroll. forefooting (fore = davanti; footing da foot = piede) prendere al lasso un animale per le zampe anteriori. Veniva fatto soprattutto con i cavalli. fork (to fork = inforcare) montare a cavallo • La parte anteriore della struttura interna della sella. forty rod lightning (forty = quaranta; rod = rivoltella; lightning = fulmine) wiskey. Colpisce come una rivoltellata sparata da 40 passi. foxtrot (fox = volpe; trot = camminata) andatura tenuta dal cavallo e particolarmente confortevole per il cavaliere. freegrass (free = libera; grass = erba) pascolo aperto, non cintato. free ranger (free = libero; ranger da range = pascolo) allevatore che si opponeva alla recinzine del pascolo aperto (open range). Si contrapponeva al fence man. - 62 -


Frontier (Frontiera) “confine in movimento” tra la cosiddetta civiltà portata dall’uomo bianco e il Regno dell’uomo di Natura (The Wild). • Principale teorico della Frontiera e della sua unicità come elemento plasmatore della storia nordamericana fu lo storico Frederick Jackson Turner (1861-1932), al quale si deve la raccolta di saggi The Frontier in American History, che riuniva scritti redatti tra il 1893 e il 1920. Turner esaltò quelli che riteneva fossero i lati positivi dello “spirito della Frontiera” (tra questi, per esempio, l’iniziativa individuale) e non considerò gli aspetti negativi (egoismo capitalistico, sfruttamento delle classi più deboli, genocidio dei nativi). Frontiera vedi frontier. fryin’ size (fryin’ = che frigge; size = dimensione) ragazzino, paragonato a un piccolo pesce che può essere cucinato in una padella.

G gaff, to (pungolare) usare gli speroni. galloping fence (galloping = galoppante; fence = recinto) recinzione a zigzag. get aboard (da to get = salire; aboard = a bordo) montare a cavallo, salire in sella. get there with both feet, to (andarci con entrambi i piedi) avere molto successo. girls of the line (ragazze della fila) le prostitute dei primi tempi di attività delle cattle town. Erano così chiamate perché non erano am- 63 -


messe nella città oppure perché in città ancora non erano stati creati bordelli, allora le ragazze si arrangiavano erigendo una fila di baracche e di tende fuori dall’abitato. Vedi anche queen. git, to (da to get) numerosissimi i significati, in funzione della frase nella quale il verbo viene usato: andare, avanzare, partire velocemente, salire. Goodnight Charles (1836-1929) vedi goodnight-loving trail. Goodnight-Loving Trail (Pista Goodnight-Loving) la direttrice tracciata dal più famoso cowboy-allevatore della storia del West. Originariamente andava da Fort Belkamp, Texas, a Fort Sumner, Nex Mexico, attraversando due volte il fiume Pecos. In seguito venne prolungata fino a Denver, nel Colorado, e fino a Cheyenne, nel Wyoming • Charles Goodnight fu l’uomo che più di ogni altro contribuì a mettere a punto la tecnica operativa della marcia di trasferimento lungo la pista. Era nato nel 1836 in una fattoria dell’Illinois meridionale, ma vi era rimasto poco, perché nel 1845 la sua famiglia si trasferì nel Texas, sulle rive del fiume Brazos. Qui il ragazzo Charlie vide per la prima volta gli indiani e soprattutto i longhorn, che prosperavano allo stato selvatico. In quegli anni i gusti alimentari degli americani stavano cambiando: non più carne di maiale ma bistecche di bovino alte quattro dita. I texani cominciavano a pensare di rifornire il nordest della nazione su basi un po’ meno saltuarie. Proprio in quegli stessi anni Goodnight si stava facendo le ossa come cowboy nella fattria del padre. Imparò a marchiare il bestiame, a domare i cavalli e a localizzare una pozza d’acqua osservando il volo degli uccelli, a tenere a bada la sete “succhiando” una pallottola, a dominare la fame masticando tabacco e a “leggere” le impronte degli animali per capire da quanto tempo fossero passati di lì. Imparò anche a riconoscere l’erba migliore: quell’erba che in quattro anni trasformava un vitello da 4 dollari - 64 -


in un capo da 30. Capì che il grande problema erano i rifornimenti d’acqua, perché un bovino adulto poteva bere fino a 50 litri al giorno e quindi per mettere in piedi un grande allevamento era necessario disporre di rifornimenti abbondanti e continui (una sorgente, un fiume, un lago) nel raggio di 15 chilometri, cioè entro la distanza che una vacca poteva tranquillamente percorrere per arrivare ad abbeverarsi. • Finita la Guerra Civile, durante la quale aveva prestato servizio tra i Texas Rangers, Goodnight decise di tentare la via dell’Ovest, di andare nel Colorado, verso i campi dei minatori e gli avamposti militari. Comunicò la propria idea agli altri allevatori, ma tutti scossero la testa: sembrava un controsenso affrontare una via più difficile di quanto fossero le altre. Uno solo intuì che Goodnight non era pazzo e decise di unirsi a lui. Era un vecchio cowboy, Oliver Loving: aveva 54 anni e una immensa esperienza. Era quello che ci voleva per fare coppia con Charles Goodnight • Il 6 giugno del 1866 i due, con una mandria di circa duemila capi, partirono da Fort Belknap. Avevano con loro 18 uomini, tutti esperti e bene equipaggiati, e per la prima volta un chuckwagon. Così, con lo stesso Goodnight in avanscoperta a tracciare il percorso, la lunga teoria di animali si mise in marcia. Per evitare il territorio dei Comanche, i due capispedizione avevano stabilito di compiere inizialmente un giro vizioso, dirigendosi verso sudovest anziché verso nordovest, seguendo una vecchia pista che dal fiume Brazos raggiugeva il Pecos, nel Texas occidentale. Poi avrebbero puntato verso nord, attraverso il New Mexico. Inizialmente quel programma aveva fatto aggrottare la fronte all’esperto Loving, che però alla fine si era (quasi) convinto. La prima parte del viaggio si svolse senza veri imprevisti, segnata solo da quei contrattempi che ognuno poteva aspettarsi da imprese di questo genere, come il caldo soffocante, l’azzoppamento di qualche capo, la polvere che si infilava ovunque. Prima di affrontare il balzo di 130 chilometri di terra arida e senza acqua, le staked plains, Goodnight e Loving si fermarono a lungo presso le sorgenti del fiume Concho. Poi la marcia riprese, puntando verso - 65 -


Horsehead Crossing (Guado della testa di cavallo), sul Pecos. E presto iniziarono le vere difficoltà. Nel corso della prima notte le bestie mostrarono evidenti segni di nervosismo e il giorno dopo la sete cominciò a farsi sentire e numerosi capi tentarono di tornare indietro. La seconda notte fu peggiore, con gli animali che si rifiutavano di accovacciarsi a terra. Il secondo giorno di marcia la mandria corse il rischio di spezzarsi in due tronconi. Tutti, uomini e animali, erano ormai seriamente alle prese con la sete, resa ancora più insopportabile dalla polvere che impastava la gola, seccava la lingua e ricopriva le labbra. Loving si pose in coda alla mandria a fare il drag rider e soprattutto per costringere a rialzarsi quei capi che si buttavano a terra. Il giorno seguente fu un uomo a stramazzare. Cadde da cavallo e non riuscì più a mettersi in piedi. Lo trasportarono in un arroyo, dove c’era un poco d’ombra, gli lasciarono una borraccia con quel poco d’acqua che ancora restava, gli legarono a fianco il cavallo e si augurarono che con l’arrivo della notte riuscisse a riprendersi e a ricongiungersi al gruppo. Finalmente Goodnight, che si era portato in avanscoperta, vide le acque del Pecos. Si lanciò nella corrente, riempì la borraccia e tornò indietro di corsa per avvertire gli altri. Decisero di percorrere l’ultimo tratto dividendosi in due gruppi: davanti Goodnight con gli animali ancora in buone condizioni, dietro Loving con il resto della mandria esausta. Quando gli animali sentirono l’odore dell’acqua sembrarono impazzire e con le forze rimaste si lanciarono in una corsa disperata verso il fiume. Si gettarono a valanga nel Pecos, travolgendosi e capestandosi tra loro. Un centinaio di capi annegò e andarono ad aggiugersi ai circa trecento morti di sete nei giorni precedenti. Goodnight e Loving concedettero a uomini e animali tre giorni di riposo, poi risalirono il corso del Pecos e raggiunsero Fort Sumner, dove alcune migliaia di Navaho stavano morendo di fame e dove metà delle bestie venne venduta a otto centesimi la libbra. Poi Loving portò il resto del bestiame nel Colorado, mentre Goodnight rientrò nel Texas, ben deciso ad acquistare un’altra mandria • Goodnight divenne uno dei più grandi cattle baron del West, - 66 -


mentre Loving non poté godere per molto della fama che l’impresa gli aveva procurato. Un anno dopo venne sorpreso presso il Pecos da un gruppo di guerrieri Comanche, che lo ferirono gravemente al fianco e a un braccio. Riuscì a fuggire e per sette giorni si trascinò, senza cibo e pochissima acqua. Infine un gruppo di messicani lo trovò e lo porto a Fort Sumner, dove morì. goodnighting dal nome di Charles Goodnight. Goodnight aveva notato che nei tori che affrontavano i lunghi trasferimenti, i testicoli sfregando tra le gambe dell’animale si infiammavano e alla fine il toro si ammalava e poteva anche morire. Da qui il taglio dello scroto e la collocazione dei due organi all’interno. goose hair (goose = oca; hair = capigliatura) materasso o guanciale. grade bull (grade = di qualità; bull = toro) un toro di ottima razza impiegato per migliorare una razza di bovini meno pregiati. grama tipo di erba delle High Plains che cresce alta fino a un metro. Secondo alcuni equivalente alla buffalo grass. grass (erba) alla base del successo dell’allevamento del bestiame vi era la disponibilità di immensi pascoli ricchi di erba di buona qualità, e questa dipendeva soprattutto dal clima, dall’altitudine e dalla frequenza delle piogge. Tra i tipi più noti vi erano la bluegrass del Texas, la grama delle High Plains, del Wyoming, del Nebraska, del Colorado, del Kansas e dell’Indian Territory, la mesquite dell’Arizona, del New Mexico e del Texas occidentale, la galleta dello Utah, del New Mexico e dell’Arizona. grass-bellied (grass = erba; bellied da belly = pancia) bovino dalla pancia gonfia per aver mangiato troppa erba. - 67 -


grass freight (grass = erba; freight = trasporto) carri trainati da buoi, i quali si nutrono solo dell’erba della prateria. graveyard shift (graveyard = cimitero; shift = turno) turno di guardia che dura tutta la notte durante il trasferimento sulla pista (trail). greaser (da grease = grasso, brillantina) soprannome dato genericamente ai messicani. Great American Desert (Grande Deserto Americano) l’area che grossomodo oggi comprende il Midwest. Veniva attraversata per raggiungere la California e l’Oregon ed era considerata non coltivabile e inadatta a qualunque sfruttamento. greener (da green = verde) cowboy privo di esperienza e/o un uomo venuto dall’Est • Fucile a un colpo realizzato da un armaiolo, Greener, di Londra. greenhorn (green = verde; horn = corno) novellino. Per lo più un individuo arrivato dalle città dell’Est. gringo nome dato dai messicani agli abitanti degli Stati Uniti e quindi anche ai cowboy. La nascita della parola risale alla guerra tra Stati Uniti e Messico (1846-1848), susseguente l’annessione del Texas alla Federazione. I soldati di origine irlandese che parteciparono al conflitto erano soliti cantare una canzone popolare della loro terra d’origine, il cui primo verso era «Green grows the laurel, all sparklin’ with dew» (Verde cresce il lauro, scintillante di rugiada). Le prime due parole mal comprese divennero gringo. ground-hitched (ground = terreno; da to hitch = fissare, legare) lasciare pendere una delle due briglie davanti alle zampe anterori del - 68 -


cavallo; se questo cercherà di muoversi, la toccherà e se ben addestrato si fermerà. grub gergale per cibo, pasto • Particolare earmark che implicava l’asportazione completa dell’orecchie dell’animale. grub-line-rider (grub = cibo; line = linea, percorso; rider = cavaliere) cowboy che, nel periodo di maggior lavoro, passava da un ranch all’altro offrendo il proprio apporto lavorativo in cambio di cibo e di una paga minima. Era sempre beneaccetto perché portatore di notizie “da fuori”. GTT (Gone To Texas = andato nel Texas) il cartello lasciato sulla propria abitazione da molti tra quelli che avevano deciso di trasferirsi nel Texas, che allora prometteva economicamente molto • Spesso chi aveva conti con la giustizia si trasferiva nel Texas, dove era facile rifarsi una vita e una nuova fedina penale pulita e magari diventare cowboy e poi allevatore. Guerra Civile anche Guerra di Secessione o Guerra tra gli Stati. Vedi civil war. gunfight (gun = pistola, arma da fuoco; fight = duello, lotta) il più famoso scontro alla pistola fu certamente quello che si svolse nel pomeriggio del 26 ottobre 1881 a Tombstone (Arizona), nella Freemont Street, dietro l’O.K. Corral. Si affrontarono Wyatt Earp e i suoi fratelli, ai quali si era unito l’ex dentista, pistolero e giocatore d’azzardo Doc Holliday, e la fazione dei Clanton-MaLaury. La sparatoria durò meno di un minuto, ma bastò a farla entrare nel mito del Far West, quale simbolo della sua epica violenza, una violenza alla quale nella verità storica il cowboy in quanto tale prese parte irrisoria • A questo episodio sono stati dedicati quattro famosi film: My Darling Clementi- 69 -


ne di John Ford con Henry Fonda e Victor Mature (anno 1946, titolo italiano Sfida infernale); Gunfight at the O. K. Corral di John Sturges con Burt Lancaster e Kirk Douglas (anno 1957, titolo italiano Sfida all’O.K. Corral); Tombstone di George P. Cosmatos con Ken Russell e Val Kilmer (anno 1993); Wyatt Earp di Lawrence Kasdan con Kevin Costner e Gene Hackman (anno 1994) • Sulla violenza nel West si è molto esagerato e favoleggiato. «Robert R. Dykstra, in The Cattle Town (anno 1968) arriva alla conclusione che le città del bestiame del Kansas [...] non furono particolarmente violente e senza legge. Dykstra, analizzando l’espansione urbana dei centri abitati di frontiera, come Abilene, Wichita, Caldwell, Ellsworth e Dodge City, scopre che negli anni dal 1870 al 1885 vennero commessi in tutto 45 omicidi: una media di 1,5 per stagione commerciale. Il numero maggiore di omicidi in un solo anno fu di cinque: a Ellsworth nel 1873 e a Dodge City nel 1878» (Roger D. McGrath, Gunfighters, Highwaymen & Vigilantes, 1984), Secondo W. Eugene Hollon (Frontier Violence: Another Look, 1974) la latitanza della legge nella frontiera fu soprattutto il risultato, e non la causa, della società violenta americana nel suo complesso. A parere di questo autore, la Frontiera «fu un luogo molto più civilizzato, pacifico e sicuro di quanto sia oggi la società americana». gulch (forse onomatopeico da to swallow = inghiottire) piccola e stretta gola tra le rocce percorsa da un torrente impetuoso. gun-fanner (gun = rivoltella; fanner da to fan = fare aria) chi eseguiva il movimento con il quale con il palmo di una mano si alzava il cane dell’arma mentre l’altra teneva il dito sul grilletto, ottenendo un’azione di sparo più veloce. gun-hand (gun = rivoltella; hand = uomo, in questo caso) pistolero a pagamento.

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H hacienda (spagnolo) grande si praticava l’agricoltura.

ranch.

Sovente oltre all’allevamento

hackamore (dall’ispano-messicano = jáquima) briglie senza morso, adottate allo scopo di non danneggiare la bocca del cavallo. Terminavano con un anello di corda posizionato sul muso dell’animale, sopra le froge (bozal). hackamore colt (hackamore = vedi sopra; colt = in questo caso, cavallo maschio non castrato) animale abituato alle redini di tipo hackamore. hair-branding (hair = pelame; branding da to brand = marchiare) una marchiatura “leggera”, che interessava solamente il pelo dell’animale. halfbreed (half = mezzo; da to breed = allevare) meticcio, mezzosangue. half-breed leggings (half-breed = giovane, non ancora completamente sviluppato; leggings = gambali) gambali che potevano sostituire gli stivali (boots), fatti con la pelle di un giovane vitello. handle (alla mano, di uso corrente) così era definito il nome con il quale un individuo aveva deciso di farsi chiamare e sul quale non era lecito indagare. Alcuni fuorilegge fecero saltuariamente anche il cowboy, cambiando nome, e svolsero il loro lavoro con assoluta corettezza (tra questi il famoso Butch Cassidy, uno dei capi del cosiddetto Wild Bunch, “Mucchio selvaggio”) • Si raccontava la storia di quell’allevatore che un giorno vide arrivare al ranch due stranieri a cavallo, i quali si offrirono di dargli una mano in cambio di cibo e alloggio. - 71 -


L’allevatore accettò e i due si dimostrarono abili e attivi, tanto che il giorno dopo li pregò di rimanere. Al terzo giorno i due partirono e dopo poco al ranch arrivò uno sceriffo sulle tracce di due rapinatori, la cui descrizione corrispondeva in tutto a quella degli abili volonterosi ragazzi di passaggio. hard-and-fast (forte e stretto, veloce) tecnica di usare il lasso per catturare un capo di bestiame. Si contrapponeva al dally style. Infatti se l’uso di un lasso lungo era adatto nei terreni aperti privi di vegetazione alta, non era adatto là dove vi erano rovi e arbusti. Per esempio nel brush country del Texas o negli Stati settentrionali, come il Wyoming. In queste condizioni era meglio un lasso assai più corto (quattro-cinque metri) anche se implicava la necessità, per lanciarlo, di arrivare a ridosso dell’animale in fuga. Importantissimi erano dunque scatto e velocità del roping horse e non vi era la possibilità di effettuare la fase di rallentamento propria del dally. Dopo il lancio del lasso, tutto si svolgeva con grande rapidità e per questa ragione l’estremità opposta al cappio non veniva tenuta in mano in nessun momento dell’operazione, ma fissata ben salda al pomo (horn) della sella. hard tail (hard = dura, forte; tail = coda) vedi mulo. hasher (da hash = carne cotta) cuoco. hay-burner (hay = fieno; burner da to burn = bruciare) stufa alimentata da fieno. Il fieno in veste di combustbile era normale in una terra quasi priva di alberi. hay-hand (hay = fieno; hand = mano, uomo) persona assunta a tempo limitato al solo scopo di “fare il fieno”. hayseed (seme del fieno) nomignolo dispregiativo dato al conta- 72 -


dino. Tra cowboy e contadini (come pure tra allevatori e latifondisti) non corse mai buon sangue. haze, to (guidare, condurre) muoversi con lentezza, condurre animali o persone. heel, to (da heel = caviglia) prendere al lasso una vacca per le zampe posteriori. Era trattamento riservato solo ai bovini: un cavallo non veniva mai heeled ma solo forefooted (preso per le zampe anteriori). • La distinzione aveva un senso: il cavallo si alzava da terra prima con le zampe anteriori, la vacca, al contrario, con le posteriori. heeled (da heel = caviglia) armato, ma anche “con gli speroni”, a somiglianza delle zampe dei galli da combattimento. heeler (da heel = caviglia) non è molto noto, ma, soprattutto nei primi tempi, il cowboy per svolgere il proprio lavoro sul pascolo si faceva aiutare anche dai cani, i quali avevano il compito di tenere riuniti i capi e di recuperare quelli che si allontanavano. Erano chiamati heeler perché per condurre i bovini nella direzione voluta li azzannavano ai garretti. Svolgevano un lavoro uguale a quello dei tradizionali cani da pastore per i greggi di pecore. hen fruit (hen = gallina; fruit = frutto) uovo. Henry marca di carabine la cui fabbricazione ebbe inizio nei primi anni Sessanta. Preannunziarono l’arrivo delle famose winchester. Hereford razza di bovini (originaria dell’Herefordshire, in Inghilterra) che soppiantò i durham sul finire degli atti ‘80. high lonesome (high = alto; lonesome = solitario) accanito bevitore. - 73 -


high-tail (high = alta; tail = coda) cavallo o vacca che fugge ergendo la coda • Persona che se ne va in fretta e furia. hit the trade, to (to hit = colpire [letterale]; trail = pista) mettersi in cammino. Un verso di una famosa canzone (Oregon Trail): I’m gonna hit the Oregon Trail this coming Fall (Mi metterò sulla pista dell’Oregon il prossimo autunno). hitch (nodo) il vocabolo era usato in maniera quasi esclusiva e per ogni occasione in cui si dovesse fissare una corda. hitch post (hitch vedi sopra; post = posto) equivale all’attuale “posteggio”. Si trovava davanti all’edificio del ranch, davanti al saloon, nei corral e altrove. hitch rail (hitch = vedi sopra; rail = sbarra orizzontale) il palo al quale venivano legati i cavalli. hit the trail (hit = colpire; trail = partire, avviarsi) andare via. hobble your lips (to hobble = unire, legare insieme; lips = labbra) invito perentorio a tacere. hogtie (hog = maiale; tie = nodo) il modo di immobilizzare un animale, soprattutto un vitello per la marchiatura. Prevedeva di legare insieme le due zampe posteriori con una anteriore servendosi di un pezzo di robusta corda (piggig string). hole up (hole = depressione, cavità; up = su) rifugio improvvisato quando c’era brutto tempo. hollow horn (hollow = vuoto; horn = corno) si credeva che le catti- 74 -


ve condizioni di una vacca fossero anche causate dalle corna “vuote”. Per ovviare si praticavano piccoli fori nelle corna per farle “spurgare”. hombre del campo (spagnolo = uomo della terra) termine che manifestava grande rispetto e considerazione per una persona, soprattutto in uso nel Texas. home end (home = casa; end = fine, estremità) la porzione del lasso che veniva fissata al pomo della sella. homesteader (da homestead = fattoria) contadino, dopo lo Homestaed Act del 1862 con il quale il governo centrale di Wass hington diede ampio impulso al popolamento del West. La legge prevedeva che ogni cittadino americano (o qualunque straniero avesse dichiarato la propria intenzione di acquisire la cittadinanza americana) potesse far registrare il proprio diritto di possesso su 160 acri di territorio, che così sarebbe diventato di sua proprietà, a bassissimo prezzo ma a patto che la sua residenza si fosse protratta su quella terra per almeno cinque anni. Nel frattempo avrebbe dovuto coltivare la futura proprietà • Gli homesteader furono sempre dileggiati dai cowboy e malvisti dagli allevatori. honda (spagnolo, hondón) il largo cappio del lasso. hoolihan la particolare operazione che prevedeva il lancio del lasso per catturare un animale in corsa e l’improvviso arresto del cavallo sul quale si trovava il lanciatore, con la susseguente caduta (perlopiù una capriola) del capo preso al laccio • Anche la tecnica che consisteva nel bloccare un bovino in corsa piombandogli sulla groppa dalla sella del cavallo che gli si era accostato, ma senza poi effettuare il bulldogging • Comportarsi in maniera selvaggia, fare fragorosamente baccano e bisboccia alla fine del trasferimento sulla pista • Probabil- 75 -


mente il vocabolo si rifaceva alle grida di incitamento del cowboy ed era urlato al momento del lancio del lasso • Una canzone mormorata per accompagnare il lento incedere del cavallo iniziava così: I ride an old paint, I’m leading ol’ Dan / I’m goin’ to Montan’ for to throw the hoolihan (Cavalco un vecchio pezzato, guido il vecchio Dan / Vado nel Montana per lanciare l’hoolihan). hooraw (derivante da hurrah) le manifestazioni di gioia, tra spari e urla, del cowboy finalmente arrivato nella cattle town alla fine dell’estenuante marcia sulla pista. Contrariamente a quanto mostrato da film e letteratura, non sembra che abbiano mai provocato vittime. horn (corno) il pomo della sella. Fondamentale nella cattura di un animale con il lasso.Vedi anche apple e bisquit • Foot in the stirrup and my hand on the horn / I’m the best darn cowboy ever was born (Il piede nella staffa e la mano sul pomo / Sono il miglior dannato cowboy che mai sia nato), da The Chisholm Trail. horse (cavallo) nel continente americano il cavallo era scomparso in epoca preistorica e venne perciò reintrodotto solo con l’arrivo degli europei. Nel marzo del 1519 (anno di inizio della conquista del Messico) la spedizione di Herná Cortes sbarcò sulla costa messicana con sedici cavalli di razza andalusa. Negli anni che seguirono i cavalli si diffusero sul continente, precedendo l’esplorazione degli europei • Il tipico cavallo del cowboy, il mustang, era piccolo, robustissimo, esteticamente non bello, tutto nervi e con i sensi sviluppatissimi, soprattutto l’udito e l’olfatto. Viveva selvaggio in gruppi anche molto numerosi, nell’ambito dei quali si stabiliva una gerarchia, con un capo dominante da tutti riconosciuto. Sempre all’erta (c’erano anche “vedette”, ridge runner) era pronto alla fuga, sapendosi muovero veloce e con destrezza su qualunque terreno • Il rapporto che univa il cowboy al suo cavallo personale era molto stretto, anche se sarebbe sba- 76 -


gliato considerare il mandriano del West un animalista ante-litteram. Comunque su questo rapporto è nata una letteratura, e una delle sue espressioni più vere è una canzone, Doney Gal (il nome della cavalla), raccolta all’inizio del Novecento a San Antonio, Texas: We’re alone Doney Gal, in the rain an’ hail / Drivin’ them dogies down the trail // It’s rain or shine, sleet or snow / Me an’ my Doney Gal are on the go / It’s rain or shine, sleet or snow / Me an’my Doney Gal are bound to go (Siamo soli Doney Gal, nella pioggia e nella grandine / Conduciamo i vitelli lungo la pista // pioggia o sole, nevischio o neve / Io e la mia Doney Gal siamo in marcia / Pioggia o sole, nevischio o neve / Io e la mia Doney Gal dobbiamo andare). hot iron (hot = rovente; iron = ferro) ferro per la marchiatura scaldato sul fuoco. Quando era caldo al punto giusto il brander addetto ai ferri gridava «Hot iron!». howdy diffusa contrazione di «how do you do?», come stai? Espressione entrata nel linguaggio cowboy (lingo) ma originatasi sulla costa dell’Est. hump yourself (hump = muovi; yourself = te stesso) datti da fare. hung up (hung = appeso; up = su) si diceva del cavaliere disarcionato ma che restava impigliato in una staffa. hurricane deck (hurricane = uragano; deck = tolda di una nave) la groppa di un cavallo selvaggio che salta e sgroppa furiosamente durante la doma (breaking).

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I indiani vedi redskins. indian side (indian = indiano; side = fianco, lato) il fianco destro del cavallo, quello dal quale salivano in groppa all’animale gli indiani. Detto anche off side (fianco di là, di fuori). L’altro fianco, il sinistro, era detto near side. Indian Territory (Territorio Indiano) l’Oklahoma di oggi. L’Oklahoma prese il nome attuale e la condizione di Territorio (precedente a quella di Stato) nel 1890. Divenne Stato nel 1907, quindi ottenendo maggiori diritti amministrativi e maggiore autonomia. indian whiskey (whiskey indiano) che gli indiani d’America amassero alla follia il whiskey è un fatto che fa parte della storia (e, almeno in parte, del loro annientamento) e che i commercianti bianchi cercassero di rifilare loro whiskey di infima qualità in cambio di pelli di bisonte è fatto altrettanto storico. Indian whiskey era sulla Frontiera sinonimo di liquore di pessima qualità e, in compenso, di devastante potenza, a volte anche letale. • Teddy Blue Abbott, che fu cowboy e scrittore, ha indicato - tra il serio e il faceto - una ricetta particolarmente efficace per confezionare questa orribile mistura: «Prendi un barile dell’acqua del Missouri e due galloni di alcol. Poi aggiungi due once di stricnina per dargli la scossa - perché la stricnina è il più efficace stimolante del mondo - e due prese di tabacco per farli stare male - perché un indiano mai lo riterrebbe whiskey se non lo facesse stare male - poi cinque pezzi di sapone per avere una bella schiuma e mezza libra di pepe rosso e anche un poco di salvia. Fai bollire il tutto fino a quando diventa bello scuro. Versa in un barilotto e avrai il tuo whiskey indiano».

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iron man (iron = ferro; man = uomo) cowboy addetto ad arroventare i ferri per la marchiatura (branding iron). Quando il ferro era al giusto calore, gridava «Hot iron!» (ferro rovente).

J jack-knife (jack = slang per inglese; knife = coltello) la posizione in aria di un cavallo che sgroppa furiosamente, avvicinando le zampe anteriori alle posteriori • Coltello a serramanico. jamboree (vocabolo di origine ignota) festa sfrenata, con danze e grandi bevute. jayhawker (da hawk = falco) persona aggressiva, disposta alle maniere forti; probabilmente dal nome di John Jay, il capo di un gruppo di patrioti attivo durante a Guerra di Indipendenza dalla Gran Bretagna. Il termine venne ripreso dai guerriglieri del Kansas durante la guerra civile • I guerriglieri che dopo la Guerra Civile depredavano le mandrie di passaggio erano attivi in particolare nella zona di Baxter Springs. I cowboy che transitavano con le bestie incontrarono grossi problemi anche con i contadini (jayhwkers farmers) che volevano impedirne il passaggio sui loro campi. La situazione era resa ancora più incandescente nel caso si trovassero di fronte uomini che avevano militato in eserciti opposti. Ne seppe qualcosa Jim Dougherty, un ragazzo di 19 anni, che nel 1866 cercò di raggiungere con una piccola mandria di sua propietà la città di Sedalia, nel Missouri, e venne bloccato dai jayhawker, legato a un albero e duramente frustato. J. B. abbreviazione per il cappello stetson, da due iniziali del nome del suo inventore, John Batterston stetson. jerky (dall’ispano-messicano charquí) strisce di carne di bisonte o - 79 -


di altro animale disseccate al sole oppure affumicate. Ottima riserva alimentare durante i giorni sulla pista. jewelry (gioielleria) armi da fuoco. jiggle (to jiggle = muoversi su e giù) andatura tranquilla del cavallo. John B. abbreviazione per il cappello stetson. John Chinaman (John Cinese) riso bollito. John Henry firma di comodo. Come dire “Mister Smith”, una persona qualunque, un tizio indeterminato. John Henry era il mitico protagonista della più famosa ballata dei neri americani. Johnny-Cake (cake = dolce, torta) focaccia cotta al fuoco del bivacco o su una pietra arroventata. Johnny-come-lately (Giovannino-venuto-tardi) un novellino, un nuovo venuto. Judas steer (steer = bovino maschio castrato) l’animale che guida gli altri verso la macellazione. jug-head (jug = piccolo orcio; head = testa) cavallo - ma anche uomo - inadatto al compito che dovrebbe svolgere. jump up a lot of dust (alzare un sacco di polvere) scappare in fretta e furia. Justins stivali (boot) di ottima fattura realizzati da Joseph Justin a Old Spanish Fort, Texas. - 80 -


K kak (gergale = sella) probabilmente non una sella normale ma quella usata per il pack-horse. kangaroo court (kangaroo = canguro; court = corte, tribunale) perché si chiamasse in questo modo è un mistero, resta il fatto che si trattava di uno dei più diffusi e apprezzati passatempi collettivi dei cowboy. In sostanza era un falso “processo” al quale veniva sottoposto uno degli uomini del ranch, alla fine del quale il “colpevole” veniva immancabilmente condannato e la pena era particolarmente pericolosa o comunque impegnativa, anche se sempre in qualche modo attinente al lavoro: cavalcare un toro, fermare una vacca in corsa, “mungere” un toro e altro ancora. Spesso questo “processo” costituiva una sorta di rito iniziatico per il novellino, il quale, superata con onore la prova, sarebbe stato ammesso nel gruppo degli anziani, con tutti i diritti non scritti che erano propri di questi. Kansas-brick (brick = mattone) zolla di tufo compressa e impiegata per erigere piccoli fabbricati o rifugi. keep that dry (tienilo asciutto) forma gergale: mantieni il segreto. kid (ragazzo) usato per moltissimi soprannomi: Billy the Kid, Oklahoma Kid, Apache Kid. Quindi dopo un po’ di tempo il “ragazzo” poteva essere un adulto (non nel caso del pistolero Billy the Kid, morto ammazzato dallo sceriffo Pat Garrett a 22 anni). Secondo alcuni il vocabolo voleva anche sottintendere una certa “distinzione” e “signorilità” dell’individuo al quale veniva applicato. kite (uccello rapace) una fuga precipitosa.

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kneeing (da knee = ginocchio) sistema per impedire a un bovino particolarmente irrequieto di mettersi a correre: si legavano tra loro le zampe anteriori. knothead (knot = nodo; head = testa) cowboy inesperto.

L ladro di bestiame vedi cattle thief, jayhawkers e rustler. lariat (dallo spagnolo la reata = fune che unisce i cavalli di una pariglia e anche sinonimo di lasso. lasso (dallo spagnolo lazo = laccio, nodo scorsoio) la corda con il cappio usata soprattutto per catturare i capi di bestiame. Il termine, diventato popolarissimo grazie alla letteratura e al cinema, nella realtĂ era scarsamente impiegato. Ad esso si preferivano il generico rope (corda) o meglio ancora vocaboli specifici, propri per ogni tipo di materiale usato: mecate (di crine), maguey (di fibra vegetale), gut line (di cuoio), grass rope (di canapa) e altri ancora. La lunghezza variava in funzione del territorio sul quale ci si trovava per catturare il bestiame: piĂš lungo nella prateria e piĂš corto nelle brush land, dove avrebbe potuto facilmente impigliarsi. Le tecniche per la cattura del bestiame erano essenzialmente due: dally style e hard-and-fast. last roundup (last = ultimo; roundup = raduno) la morte. latigo (spagnolo) cinghia di cuoio che univa la struttura in legno della sella (saddle) alle cinghie (cinch). lead ox (da to lead = guidare; ox = bue) animale impiegato soprat- 82 -


tutto nel brush country del Texas per far uscire dai cespugli i capi più riottosi. In alcuni casi questi venivano legati con una corda al collo del lead ox. lead steer (da to lead = guidare; steer = manzo) il bovino che durante il trasferimento sulla pista (trail) si poneva in testa alla mandria, in pratica indicando il percorso al resto del bestiame • Si conosce il nome del più famoso lead steer della storia del West: Old Blue, del quale si diceva che conoscesse la pista per Dodge City meglio di qualunque cowboy. Il famoso allevatore Charles goodnight lo aveva acquistato dal collega John Chisum nel 1874, quando l’animale aveva solo quattro anni. Old Blue mostrò la propria predisposizione al ruolo di lead steer già nel primo viaggio, ponendosi fin dalla prima mattina in testa alla mandria. Giunto a destinazione, Goodnight decise di non venderlo e così quando iniziarono i trasferimenti regolari verso Dodge City, Old Blue era sempre là a fare la strada, compiendo il tragitto anche due volte all’anno. Per otto anni Old Blue fece la spola tra il ranch di Goodnight nel Texas Panhandle (regione settentrionale del Texas, tra New Mexico e Oklahoma) e Dodge City, dimostrandosi sempre all’altezza del compito. Fu proprio Goodnight ad avere l’idea di appendere al collo dell’animale un campanaccio al fine di rendere la sua posizione immediatamente individuabile, sia per gli altri animali della mandria sia per i cowboy, che al mattino lo cercavano per metterlo in marcia. Old Blue visse fino a 20 anni e oggi le sue corna si trovano nel museo di Canyon, Texas. learning the cow (da to learn = imparare; cow = vacca) “imparare la vacca” era detto inizialmente riferendosi ai cavalli impegnati a lavorare con il bestiame, soprattutto a quelli usati nel roundup. Ma anche gli uomini dovevano “imparare la vacca”. Soprattutto dovevano imparare a valutare le forze della mandria durante i trasferimenti per non sfiancare gli animali e farli diminuire eccessivamente di peso, - 83 -


dato che sarebbero stati venduti “un tanto alla libbra”. leaving Cheyenne (da to leave = andarsene, lasciare; Cheyenne = una cattle town) andare via da un posto; dalla canzone I’m Leaving Cheyenne. Poteva anche sottintendere la decisione di abbandonare la vita del cowboy. Levi’s le più diffuse braghe di tela del cowboy. Il nome deriva da quello di Levi Strauss (1829-1902), un sarto di origine bavarese che nel 1849 (anno della corsa all’oro in California) si imbarcò dalla costa atlantica per raggiungere quella del Pacifico, circumnavigando Capo Horn (prima del taglio del canale di Panama era questa l’unica via per passare da una costa all’altra degli Stati Uniti via mare). Strauss aveva con sé una partita di robusta tela di canapa che intendeva vendere ai minatori (detti Fortyniner, “quelli del 49”) perché ne facessero tende da campo. Giunto a San Francisco scoprì che ciò che soprattutto mancava a quella gente erano robusti pantaloni. Ne confezionò alcune paia, che subito andarono a ruba. La voce si diffuse e Strauss mise su un laboratorio e aprì un negozio a San Francisco. Poi passò dalla canapa a un robusto cotono fabbricato a Nimes, in Francia, e detto sergé de Nimes (stoffa di Nimes). Il tessuto assunse così il nome di “denim” e Strauss decise di farlo tingere di blu, un colore che non dava problemi per la tinteggiatura. • Il nome “jeans” per i “blue jeans”sarebbe dovuto ai pantaloni indossati dai marinai genovesi, confezionati con una stoffa simile alla denim e chiamata “genes” (da Genova). Sul finire degli anni Sessanta, Strauss rinforzò i suoi pantaloni con borchie metalliche a protezione delle cuciture nei punti di maggiore sforzo. light out, to (spegnere la luce) andarsene in fretta. line camp (line = confine; camp = accampamento) piccoli accampamenti (poco più che dei semplici rifugi) dove, con l’avvento dei pascoli cintati, i line rider (cavalieri del confine) si sistemavano per - 84 -


i lunghi periodi di guardia lontano dal ranch. Ovviamente questi accampamenti erano necessari solo sui pascoli di grande estensione, dove non era possibile effetuare il lavoro di pattugliamento dei confini e rientrare regolarmente tutte le sere. line rider (line = confine; rider = cavaliere) con l’avvento dei pascoli chiusi, era compito di un cowboy pattugliare la proprietà lungo i confini segnati dal filo spinato (barbwire). Doveva impedire l’ingresso a intrusi (uomini e animali), aggiustare eventuali rotture della recinzione, tenere alla larga animali selvatci e ladri di bestiame, recuperare vitellini abbandonati o dispersi • Era un lavoro molto duro anche dal punto di vista psicologico perché, soprattutto in inverno, il line rider si trovava a fare i conti con la solitudine, quella particolare solitudine dei pascoli sconfinati del West che aveva fatto impazzire più di un uomo. Poi c’era il vento che poteva soffiare per giorni senza concedere tregua e martellando la mente. Ecco cosa disse Jim Christian, line rider nel Texas Panhandle: «Quando mi trasferivo per il mio turno in un campo invernale portavo sempre con me un bel po’ di romanzi da leggere, del buon tabacco e di solito anche un gatto. Un gatto e una pipa di radica erano una gran bella compagnia per chi passava mesi fuori dal mondo. Naturalmente di tanto in tanto capitava da quelle parti un collega che veniva per mangiare o per scambiare quattro parole; oppure ero io che durante il giro di pattugliamento incontravo un cowpuncher. Ma potevano passare settimane senza che vedessi anima viva». lingo (linguaggio, gergo) il linguaggio del cowboy, definito da Ramon F. Adams, il massimo studioso di questa forma espressiva : «caratteristico, pittoresco e pungente». Tali sono in realtà le peculiarità più evidenti di questo particolare “americano”, nato in un contesto speciale, creato per essere parlato e non scritto e per finalità comunicative soprattutto pratiche. Per esempio è evidente la predisposizione del cowboy a creare neologismi in funzione delle proprie esigenze operati- 85 -


ve, senza sentirsi legato da alcuna convenzione letteraria, grammaticale o sintattica, e, come avviene per le comunità nelle quali alcuni elementi della vita quotidiana rivestono basilare importanza, un singolo oggetto poteva essere indicato con parole diverse, in funzione di sue specifiche caratteristiche (pensiamo al lasso in funzione del materiale con il quale era fatto, e, come esempio in altro contesto, alla dozzina di parole in uso presso gli eskimesi per altrettanti tipi di neve). Il cowboy dovette anche creare decine di nuovi termini tecnici attinenti al suo lavoro e per molti di essi si rifece a quelli già in uso presso il vaquero, per lo più debitamente inglesizzati, senza preoccuparsi della grafia in quanto la loro funzione era essenzialmente orale • Il linguaggio cowboy era profondamente creativo e vivo, il cui tratto fondamentale era l’uso che se ne faceva. Inoltre era dotato di una speccata forza espressiva. Attraverso il linguaggio il cowboy manifestava tutta la propria personalità: l’amore per la concisione gli derivava dai lunghi periodi di solitudine, la propensione per l’esagerazione e l’iperbole era insita nella vita stessa che conduceva, in perenne “antagonismo” con la natura, mentre l’uomorismo - arguto o pesante - svolgeva una funzione liberatoria, esorcistica nei confronti della dura realtà circostante • Il cowboy seppe appropriarsi a ragion veduta dei vocaboli altrui che potevano servirgli: non solo quelli del vaquero ma anche parole tratte dai dialetti indiani, dal gergo dei cacciatori di pellicce o impiegate dai giocatori d’azzardo, e così via. Non vi erano barriere: ciò che serviva veniva preso. Inoltre il cowboy era abilissimo a trasformare un sostantivo in un verbo e un verbo in un sostantivo, a racchiudere in un solo vocabolo l’operazione più complicata • Alcune espressioni del linguaggio del cowboy riportate in Cowboy Lingo di R. F. Adams (anno 1936): Buckin’ on a dime (saltare su una monetina) detto del cavallo che durante la doma compie alti salti in verticale atterrando sullo stesso posto; Buckin’ the saddle (far saltare la sella) lasciare che il cavallo sellato per la doma si sfoghi, prima che il domatore salga in arcione; He carries news to Mary (porta notizie a Mary) detto di un cavallo che fugge senza cavaliere; To cover one’s back - 86 -


with one’s belly (coprirsi la schiena con la pancia) dormire all’aperto senza nemmeno una coperta; Folks on his mother’s side wore mocassins (la gente di sua madre indossava mocassini) detto di un mezzosangue; Got his spurs tangled up (ha gli speroni ingarbugliati) chi si confonde; Jingle your spurs! (fà tintinnare gli speroni!) muoviti!; Keep the doubledoor swinging (continuare far sbattere la doppia porta) essere frequentatore assiduo del saloon, che di solito aveva una porta d’ingresso a due ante che si aprivano verso l’interno e verso l’esterno; Lookin’ at a mule tail (guardare la coda di un mulo) arare; He makes a nine in his tail (fa un nove con la coda) cavallo che scappa, con la coda arcuata a formare quasi una cifra 9; Narrow at the equator (stretto all’equatore) una persona che ha fame, che tira la cinghia; No beans in the wheel (niente fagioli nella ruota) niente colpi nel tamburo del revolver; One’s foot in the stirrup (avere un piede nella staffa) fare una cosa di malavoglia; He packs his gun loose (porta la pistola sciolta) uno pronto a sparare; Put one’s saddle on the wagon (mettere la sella sul carro) andarsene, lasciare il ranch; Ridin’ into someone dust (cavalcare nella polvere di qualcuno) seguire un individuo; To save the saddle leather (risparmiare il cuoio della sella) cavalcare ritto sulle staffe, senza toccare la sella; Shakin’ one’s hoof (agitare gli zoccoli) ballare; The sober side of the bar (il lato sobrio del bar) dietro il bancone del saloon; To sun one’s mocassin (mettere al sole i mocassini) cadere da cavallo a testa in giù; To talk like a Texan (parlare come un texano) spararle grosse; To try to chin the Moon (cercare di toccare la luna con il mento) quando il cavallo si drizza sulle zampe posteriori; Waltz with the lady (fare un valzer con la signora) grido di incoraggiamento al domatore; Watermelon under the saddle (un’anguria sotto la sella) detto di un cavallo che inarca molto la schiena. linguaggio del cowboy, vedi lingo. linguaggio dei segni vedi sign language. - 87 -


live dictionary (da to live = vivere; dictionary = vocabolario) una donna terribilmente loquace. lizard (lucertola) slitta impiegata per trasporti su brevi distanze. loading corrals (da to load = caricare; corrals = recinti) grandi recinti nelle cattle town dove il bestiame veniva radunato prima di essere caricato sui vagoni ferroviari. lobo (spagnolo) lupo. loco weed (spagnolo loco = pazza; inglese weed = erba) il terrore del cowboy: se un bovino mangiava questa erba impazziva. loma (spagnolo) piccola collina. longhorn (long = lungo; horn = corno) razza di bovini sulla quale sorse e inizialmente si sviluppò l’industria dell’allevamento del bestiame in generale e quella del texas in particolare. Discendeva direttamente dai primi capi importati dagli spagnoli nel XVI secolo e da altri bovini arrivati dall’Inghilterra e da altre parti dell’Europa: la commistione delle varie razze inizialmente ebbe luogo nel Montana. • Erano animali selvaggi o semiselvaggi, dalle lunghe corna a manubrio, con gambe e zoccoli molto robusti, agili e scattanti ma poco ricchi di carne. Erano in grado di sopravvivere in climi estremi, alle tempeste di sabbia e alla siccità. Alla loro moltiplicazione numerica contribuì il fatto che gli spagnoli non usavano castrare i maschi, come invece avrebbero fatto più tardi gli allevatori del Texas allo scopo di aumentarne il peso e quindi il valore. long horse (long = lungo; horse = cavallo) cavallo in grado di affronatre tranquillamente lunghe distanze. - 88 -


loose herd (loose = sparpagliata; herd = mandria) bovini lasciati liberi di brucare, ma tenuti sotto controllo visivo. lye (lisciva) succedaneo del sapone, una mistura alcalina con l’aggiunta di cenere.

M macho (ispanomessicano) mulo. maguey (Agave americana) pianta dalle cui fibre si ricavava una corda per il tipo di lasso che portava lo stesso nome. make a break, to (to make = creare; break = varco, separazione) comportamento di un animale che si allontana velocemente dal gruppo cercando la libertà. make smoke (make = fare; smoke = fumo) sparare. makins (da to make = fare, fabbricare) l’occorrente per farsi una sigaretta. mañada (spagnolo = branco) gruppo di mustang che scorrazzava in libertà, guidati da un capo dominante (ridge runner). mankiller (man = uomo; killer = uccisore) cavallo impossibile da domare. maroons vedi cimarrones. maverick bovino privo di

marchio

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che vagava libero e che diven-


tava di proprietà di chi lo catturava e lo marchiava. Il nome deriva da quello del colonnello Samuel A. Maverick (1803-1870), avvocato nel Texas, il quale nel 1845 accettò come pagamento una piccola mandria, che poi diede da curare a un uomo di colore, il quale non si preoccupò di marchiare gli animali e li lasciò pascolare in piena libertà. Altri allevatori ne approfittarono per appropriarsi di quei capi. Nel 1853 Maverick vendette la sua terra e le sue bestie a un certo Beauregard, che avanzò il proprio diritto di possesso su tutto il bestiame privo di marchio che fosse presente su quel territorio, e provvide a marchiarlo con il proprio contrassegno. • In senso traslato, maverick è un uomo “senza marchio”, senza nessuno al quale rispondere, un individuo ai limiti della legge, un tipo in gamba che non guarda troppo per il sottile quando decide di agire, uno senza padroni. mavericking prendere possesso di capi privi di marchio (maverick) apponendo sul loro fianco il proprio contrassegno. Soprattutto nei primi anni dell’industria dell’allevamento questo poteva essere un modo per iniziare l’attività pur non disponendo di soldi. meat bisquit (meat = carne; bisquit = biscotto) carne in scatola. Sembra fosse già in produzione nel Texas nei primi anni Cinquanta. Entrò a far parte delle scorte di cibo del chuckwagon. mecate (ispanomessicano) corda fatta con crine di cavallo. mesa (spagnolo) altopiano. mescal (ispanomessicano) agave, e anche il liquore che se ne ricava. mesquite (ispano-messicano) arbusto (Prosopis juliflora e simili) le cui foglie e i teneri germogli costituivano cibo molto appetito da bovini e cavalli • Mesquite grass (erba mesquite) era considerata una delle - 90 -


migliori per l’allevamento. Secondo alcuni era dello stesso tipo della grama. mess room (mess = mensa; room = stanza) il locale del ranch dove i cowboy mangiavano. Era il regno del cuoco. mexican strawberries (strawberries = fragole) fagioli. Immancabili nella dieta del cowboy. mill (mulino) movimento della mandria che gira (o è fatta girare) in tondo. Vedi bedding down. milling (da mill = mulino) fare girare la colonna della mandria in un percorso a spirale sempre più stretta in modo che non si disperda. Vedi anche bedding down e stampede. moonshine, to (moon = luna; to shine = brillare) muoversi alla luce della luna. morso vedi bit. morte (big jump = grande salto - last roundup = ultimo raduno) • La morte era evento abbastanza comune per il cowboy: moriva per il morso di un serpente a sonagli, travolto da una stampede, ucciso dai ladri di bestiame, perché poteva perdersi in quella terra immensa e sconfinata senza punti di riferimento, per la sete, per il calcio di un cavallo imbizzarrito, in una tormenta di neve, attraversando un fiume, ucciso dagli indiani e così via • There was blood on the saddle / There was blood on the ground / Big pools of blood / Layin’ there on the ground // The cowboy lay in it / His head was all red / The poor boy lay in it / That cowboy was dead (C’era sangue sulla sella / C’era sangue sul terreno / Grandi pozze di sangue / Là sul terreno // Il cowboy vi - 91 -


giaceva dentro / La testa era tutta rossa / Il povero ragazzo giaceva là dentro / Quel cowboy era morto) da Blood on the Saddle. mossback (moss = muschio; back = schiena) un animale avanti con gli anni e fattosi molto furbo e in grado di sfuggire alla cattura. Il nome che gli veniva dato indicava che era così vecchio che ormai il muschio gli cresceva sulla groppa. • Se ci si riferiva a un uomo, mossback era un individuo anziano, che ne aveva viste di tutti i colori e la sapeva lunga. motte piccolo gruppo di alberi nella prateria. mover (da to move = muoversi) inizialmente emigrante, poi persona che ha fallito, incapace di adattarsi alle circostanze. mule (mulo) sottovalutato dalla pubblicistica sul Far West, il mulo al contrario recitò un ruolo importante nell’espansione della frontiera: più resistente del cavallo e più agile e veloce del bue, fu uno strumento prezioso per i trasferimenti lungo le piste attaccato al chuckwagon o per trasportare sul dorso masserizie e attrezzi dei cercatori d’oro, dei cacciatori di pellicce e dei cowboy. mule-ears (mule = mulo; ears = orecchie) due strisce di robusto cuoio ataccate ai lati della parte superiore dello stivale, tirando le quali era più facile calzarlo. muleskinner (mule = mulo; skinner da skin = pelle) chi guidava un carro trainato da muli. muley vacche alle quali sono state tagliate le corna e che per proteggersi tendono a restare in gruppo tra loro • Cappello da cittadino, con tesa molto piccola e leggermente rialzata ai bordi.

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muley saddle (muley vedi sopra; saddle = sella) sella senza pomo. mulo vedi mule. mustang (dallo spagnolo mesteño = rustico, a sua volta da mesta = gruppo di allevatori di pecore nella Spagna antica) la razza di cavalli discendente da quelli portati nel Nuovo Mondo dai conquistadores spagnoli. Inizialmente mesteños erano gli animali fuggiti dal branco, quelli che poi si sarebbero riprodotti e moltiplicati in assoluta libertà. Si creò una razza di piccole dimensioni ma robustissima, dai sensi molto sviluppati, tutta scatto e nervi. Vedi anche horse. mustanger chi cattura i mustang selvatici e si occupa della doma. mustangler (da mustang) guardiano di un gruppo di mustang.

N navy model (navy = marina; model = modello) rivoltella Colt o Remington studiata per essere impiegata in marina. In via di massima era di dimensioni più ridotte rispetto al arma per l’esercito (army model). near-horse (near = vicino; horse = cavallo) il cavallo di sinistra in un tiro a due con gli animali affiancati. near side (near = vicino; side = lato) il fianco sinistro del cavallo, quello da cui montavano in sella i cowboy (contrapposto a indian side, il destro). necking (da neck = collo) il sistema per il quale un animale della mandria particolarmente irrequieto veniva legato, per il collo, a un altro più tranquillo. Serviva per tenere sotto controllo il primo animale, - 93 -


che alla lunga si sarebbe reso meno agitato, anche dopo essere stato sciolto dal suo forzato compagno. neck-reiner (neck = collo; reiner da rein = redini) cavallo addestrato per combiare direzione non per comandi dati attraverso il morso ma per semplici compressioni. Una pressione sul lato destro lo faceva voltare a sinistra e viceversa. neck-tie party (neck-tie = cravatta) impiccagione. needlegrass (needle = ago; grass = erba) svariati tipi di erba del genere Stipa. Ottima per fare fieno. negro vedi black-cowboy. nigger brand (nigger = negro, dispregiativo; brand = marchio) la traccia dolorosa lasciata dalla sella sulla groppa del cavallo. night-guard (night = notte; guard = guardia) cowboy che faceva il turno di notte per badare al bestiame durante il trasferimento lungo le piste (trail). Di solito il lavoro veniva svolto a coppie, girando in senso contrario l’uno rispetto all’altro intorno alla mandria addormentata. Era cura del night guard tenere lontani gli animali notturni, che con i loro richiami avrebbero potuto spaventare il bestiame e scatenare una stampede. Durante i turni di guardia spesso il cowboy canticchiava qualche canzone dal ritmo cullante, sia per tenersi sveglio sia per tranquillizzare il bestiame (vedi night herding song). Per questo lavoro, se le finanze del rancher lo consentivano, veniva impiegato un cavallo specifico (night horse), bituato a muoversi nell’oscurità , refrattario agli spaventi e che avrebbe continuato la ronda anche nel caso che, nonostante tutto, il cavaliere si fosse addormentato.

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night-hawk (night = notte; hawk = falco) il wrangler che effettua il turno di notte. night herding song (night = notte; herding = accudire la mandria; song = canzone) il cowboy disponeva di un vasto repertorio di canzoni da bisbigliare durante i turni di guardia intorno alla mandria (vedi nightguard) • Frank King, un vecchio cowboy, aveva una personale teoria in proposito: «Se l’uomo a cavallo gira lentamente intorno alla mandria addormentata, senza fare alcun rumore, gli può capitare di inciampare in qualche capo e questo si sveglia di botto e balza in piedi, spaventando quelli accanto. Si può allora scatenare una stampede. Bene, se il cowboy mentre è in sella canticchia oppure fischietta sommessamente, sveglia gli animali che gli sono più vicini, i quali, dopo che il cowboy è passato, si riaddormentano tranquillamente». night-horse (night = notte; horse = cavallo) il cavallo del nightguard. Si diceva avesse «gli occhi negli zoccoli» per la sua capacità di muoversi nel buio. No Man’s Land (no = nessuno; man = uomo; land = terra) “terra di nessuno”, la striscia di territorio compresa tra Colorado e Kansas, a nord, e Texas a sud, chiamata anche indian territory (Territorio Indiano) • Territorio dove nessuno osava avventurarsi e da nessuno reclamato come proprio. Norther (da north = nord) vento freddo che soffiava sul Texas arrivando da settentrione. nose paint (nose = naso; paint = pittura, colore) whiskey, a causa del colore assunto dal naso degli alcolizzati. nutcraker (schiaccianoci) la dentatura. - 95 -


O off herd (off = lontano, fuori da qualche cosa; herd = mandria) il breve perido di riposo del cowboy durante la marcia sulla pista (trail). off-horse (off = fuori; horse = cavallo) il cavallo di destra in un tiro a due con gli animali appaiati. off-side (off = di là, fuori; side = lato) il fianco destro del cavallo, quallo dal quale saluvano in groppa gli indiani, detto anche indian side. I cowboy montavano da sinistra, near-side. Oklahoma rain (rain = pioggia) tempesta di sabbia. Questo tipo di calamità naturale era molto frequente e devastante in Oklahoma, soprattutto nell’area denominata dustbowl (tazza di sabbia). open range (open = aperto; range = pascolo) in contrapposizione ai pascoli chiusi, che si ebbero a partire dagli anni ‘80, con l’avvento delle recinzioni, soprattutto grazie al filo spinato. Sui pascoli aperti tutti potevano muoversi liberamente e le bestie, anche di più proprietari, pascolavano insieme. L’epoca dell’open range corrisponde al periodo più classico del cowboy • Il regime open range permise in pratica la creazione degli immensi “imperi della bistecca” con un impiego di capitale relativamente ridotto. Basti pensare che la Swan Land & Cattle Company del Wyoming arrivò ad amministrare un territorio vasto quasi quanto la nostra regione della Campania. Oregon Trail (trail = pista) non una pista per i trasferimenti del bestiame bensì una grande direttrice migratoria verso la costa del Pacifico. Contribuì in maniera fondamentale al popolamento del continente, sul quale “distribuì” l’immenso flusso migratorio dell’Europa verificatosi nella seconda metà dell’Ottocento. L’incremento demografico degli - 96 -


Stati Uniti, la cui poplazione passò dai 24 milioni di abitanti del 1850 ai 76 milioni del 1900, fu impressionante e fornì sempre più “clienti” all’industria della bistecca • La Oregon Trail partiva da Independence, nel Missouri, superava le Rocky Mountains, arrivando a 2.700 metri d’altezza, e raggiungeva Oregon City dopo circa 3.200 chilometri. I primi a usare la pista erano stati i cacciatori di pellicce (trapper) • I’m gonna hit that Oregon Trail this comin’ Fall (Prenderò la pista dell’Oregon il prossimo autunno) da Oregon Trail. otie abbreviazione di coyote. outfit (divisa, abbigliamento, quindi anche insieme di persone, squadra) il gruppo di cowboys di un ranch • Equipaggiamento, tutto quanto apparteneva al cowboy, anche il vestiario. I cowboy vestivano in modo riconoscibile e sovente anche vistoso e comunque particolare. Una famosa ballata, di derivazione anglosassone, The Street of Laredo, narra di un cowboy morente, che riconosce un proprio collega, a cui racconterà la sua storia, da come è vestito: «I see by your outfit that you are a cowpuncher» (Vedo dal tuo outfit che tu sei un cowboy). outlaw (out = fuori; law = legge) bandito. • Cavallo difficile da domare • Bovino che ha tentato di fuggire dalla mandria e che una volta ripreso non si rassegna a rientrarvi. outrider (out = fuori; rider = cavaliere) cowboy che pattuglia in solitaria il pascolo. overstocked (over = sopra; stocked = stoccaggio, portata) pascolo sul quale vi sono più capi di quanti l’erba presente sia in grado di mantenere. Fu calcolato che sull’altopiano del Colorado occorrevano 36 acri per mantenere un longhorn.

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ox-bow (ox = bue; bow = arco) il basto del bue • Un’ansa del fiume con quella forna e/o la terra in esso compresa • Staffa di vecchio tipo fatta di legno.

P pack, to (imballare, caricare, mettere in una cassa) verbo ampiamente usato dal cowboy. In pratica qualunque cosa venisse portata o trasportata, il verbo da usare era questo. Anche la rivoltella veniva packed (portata). pack-horse (da to pack = imballare, caricare; horse = cavallo) cavallo impiegato per il trasporto di materiale vario. Veniva usata anche una sella speciale. paint (da to paint = dipingere, colorare) cavallo con il martello a chiazze di diversi colori. Vedi anche pinto. pack-iron, to (to pack = portare; iron = ferro) portare la rivoltella. pack-train (to pack = trasportare; train = treno) carovana di animali carichi di materiale vario (cavalli, asini, muli, buoi). panhandle (pan = padella; handle = manico) parte di uno Stato che si insinua tra altri stati, come il Texas Panhandle tra New Mexico e Oklahoma, e l’Oklahoma Panhandle tra Texas, New Mexico, Colorado e Kansas. pascoli aperti vedi open range. pascolo vedi range.

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pard (abbreviazione di pardner = compagno) termine molto usato tra i cowboy dello stesso outfit. peacemaker (peace = pace; maker da to make = fare, creare) “pacificatrice”, la rivoltella Colt modello 1873. pemmican (da un vocabolo della lingua degli indiani Cree) carne di bisonte trattata in modo da garantire una lunga conservazione. Per fare il miglio pemmican si usava solo carne magra. Dopo averla fatta essiccare al sole su appositi trespoli, le donne indiane preparavano due fuochi di legno di pioppo e proseguivano l’essiccamento delle strisce di carne buttandole alternativamente su un fuoco e sull’altro e levandole appena il fumo si faceva denso, fino a raggiungere la consistenza adatta per ridurla in polvere. A questa polvere si aggiungeva del sego e il tutto, ben impastato, veniva compresso dentro pelli di vitello non ancora nato oppure budella di bisonte. Prima di chiudere il contenitore, si facevano uscire le eventuali bolle d’aria rimaste nell’impasto. Il pemmican, utilizzato innanzitutto dai cacciatori di pellicce (trapper), fu in uso anche presso i primi cowboy. pen (spazio cintato di ridotte dimensioni) piccolo corral. persuader (persuasore) frusta per tori • revolver • sprone. pigging string (da pig = maiale; string = laccio, corda) il pezzo di corda usato per legare insieme tre zampe del vitello da marchiare, dopo averrlo buttato a terra. Vedi anche hogtie. pilgrim (pellegrino) vacca venuta dall’Est • Individuo che ignora gli usi del West. pimple (foruncolo) derisorio nome dato dal cowboy alla sella in uso - 99 -


presso la buona società della gente dell’Est. pinto (spagnolo = colorato) cavallo con il mantello di più colori. Non si sa perché, ma questi animali erano tenuti in poca considerazione dal cowboy, che preferiva cavalli dal mantello uniforme. Anche paint. pista vedi trail. P.K. abbreviazione di polecat, puzzola. play a lone hand, to (to play = giocare; lone = da solo; hand = mano) agire sempre senza aiuto da parte di altri. point, to (puntare) tenere una precisa direzione di marcia. point rider (da to point = puntare, fare il punto; rider = cavaliere) il cowboy che indica la strada da percorrere durante il trasferimento sull pista. pomo della sella vedi apple, bisquit, horn. prairie (francese = prateria) il vocabolo entrò nell’uso comune quando i francesi occuparono parte del Nord America. prairie butter (prairie = prateria; butter = burro) il grasso che cola dalla carne mentre cuoce e che può poi essere spalmato sul pane. prairie chicken (prairie = prateria; chicken = pulcino) un po’ tutti i volatili presenti nella prateria, ma soprattutto il gallo cedrone. La loro presenza tranquillizzava il cowboy, che capiva che non c’erano pericoli nelle vicinanze (animali feroci, indiani, ladri di bestiame).

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prairie coal (prairie = prateria; coal = carbone) vedi buffalo chip. prairie dog (prairie = prateria; dog = cane) piccolo roditore (Cynomys ludovicianus) che viveva in colonie nella prateria, scavando tane dove viveva e allevava i piccoli. Gli ingressi delle tane potevano costituire un pericolo per i cavalli lanciati al galoppo. Il nome gli fu dato per il verso che emette, una sorta di acuto abbaiare. prairie oysters (prairie = prateria; oysters = ostriche) testicoli di toro, ottimi fritti. prairie strawberries (prairie = prateria; strawberries = fragole) fagioli. Durante il trasferimento sulla pista il cowboy ne consumava grandi quantitĂ . prairie wool (prairie = prateria; wool = lana) l’erba in genrale. Vedi anche grass. prateria vedi prairie. prickly pear (prickly = che punge; pear = pera) frutto e pianta del cactus de genere Opuntia. La pianta era molto ricca di acqua e veniva strizzata dal cowboy per dissetarsi e risparmiare la propria scorta. prod pole (to prod = pungolare; pole = lungo bastone) pungolare il bestiame per dirigerlo nella direzione voluta. prostituta vedi girls of the line e queen. pull leather, to (to pull = tirare; leather = cuoio) afferrarsi alla sella mentre si è in groppa a un cavallo che scalcia.

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pulp books (pulp = polpa; book = libro) libri economici, la cui carta era ricavata dalla polpa meno pregiata degli alberi. Sul finire del secolo XIX contribuirono a diffondere il mito del Far West e del cowboy, con storie nelle quali personaggi reali erano protagonisti di storie iperboliche di pura invenzione • La casa editrice Beadle & Adams arrivò ad avere in catalogo 2.200 titoli. put up, to (to put = mettere; up = su) radunare il bestiame per prepararlo al trasferimento sulla pista (trail).

Q quarantine line (quarantine = quarantena; line = linea, confine) limite territoriale che il bestiame in arrivo dal Texas non doveva oltrepassare (soprattutto nel territorio del Kansas) negli anni ‘60 e ‘70 dell’Ottocento, quando si diffuse la paura per la texas fever. Queen (Regina) Connie the Cowboy Queen, “Connie la Regina dei Cowboy”, una famosa prostituta della Frontiera. Ecco come Teddy Blue Abbot ricordò lei e le altre ragazze: «A Miles City, nel Montana, quell’estate trovai un sacco di nuove amiche e anche alcune delle vecchie. C’erano ragazze che avevo già visto in un bel numero di posti lungo la pista. La ragazze seguivano le mandrie. La tenutaria le faveva venire da Omaha, da Chicago e da St. Paul, e così potevi incontrarle a Ogallala e di nuovo a Cheyenne. Ma quando le mandrie se n’erano andate e le bestie erano state imbarcate, la città diventava un mortorio, Allora le ragazze tornavano da dove erano venute [...] Alcune ragazze di Miles City erano famose, come Cowboy Annie e Connie the Cowboy Queen. Connie aveva un abito da 250 dollari ricamato con tutti i marchi [del bestiame, ndt]: dicevano che non c’era outfit dallo Yellowstone fin giù al Platte e poi fino ai due Dakota che non avesse il proprio simbolo su quel vestito. [...] Una notte o due pri- 102 -


ma di lasciare la città eravamo tutti insieme con le ragazze, e c’era un ballo ma non abbastanza donne per fare le coppie [...] Così uno di noi andò in una delle stanze del retro e tornò con un paio di mutandoni da donna sopra i pantaloni. E Cowboy Annie si volse verso di me ammiccando, e io dissi: “Sì, naturalmente”. Lei si levò le sue mutandone e io me le misi sopra i pantaloni. Poi ce ne andammo in parata giù lungo la strada. Tutta la strada venne fuori per vederci [...] Conservo ancora quei mutandoni». quick-draw artist (quick = veloce; to draw = estrarre; artist = artista) velocissimo a estrarre la rivoltella dalla fondina. quick on the trigger (veloce sul grilletto) un tipo sveglio, non solo con la pistola.

R railroad (ferrovia) la ferrovia svolse un ruolo fondamentale nell’espansione dell’industria del bestiame, permettendo il trasferimento per mezzo di vagoni ferroviari di immense mandrie, dalle cattle town ai famelici e affamati mercati dell’Est (Chigago in prima fila). Quando poi le rotaie si spinsero verso sud, determinarono la fine dei trasferimenti sulle piste, andando a prelevare il bestiame direttamente là dove veniva allevato • La prima linea ferroviaria degli Stati Uniti entrò in servizio nel maggio del 1830: 21 chilometri costruiti dalla società Baltimore&Ohio. Dieci anni dopo i chilometri erano già diventati 5.360 e alla vigilia della Guerra Civile era quasi 50mila. L’impresa fondamentale fu la realizzazione della transcontinentale, nella quale si impegnarono due società, la Central Pacific Railroad e la union Pacific Railroad, le quali partendo da parti opposte si incontrarono il 10 maggio 1869 a Promontory Point, nello Utah • Nella posa delle linee ferroviari venne impiagata manodopera sia bianca, sia di colore, ci- 103 -


nesi compresi. Per sfamare le loro bocche vennero abbattute migliaia di bisonti da parte di cacciatori appositamente assoldati (tra questi il famoso Colonnello Cody, Buffalo Bill). ranch (spagnolo rancho = accampamento) il pascolo e i fabbricati di proprietà dell’allevatore. In origine semplici posti di ristoro lungo le piste che si spingevano nel West (per Esempio la Oregon Trail), dove era possibile cambiare i cavalli e acquistare foraggio e generi di conforto per pionieri e coloni. • Il classico ranch dei giorni dell’allevamento era formato da due fabbricati distinti: la bunkhouse, dove vivevano e dormivano i cowboy (proprietario compreso), e la cookhouse, che comprendeva la cucina e il locale dove si consumavano i pasti. Le due parti erano collegate da una tettoia, dog-trot. Qualora si fosse in zona dove d’inverno la temperatura scendeva parecchio sotto lo zero, il dog-trot era completato con le pareti. Poi c’era la stalla per i cavalli • Se al proprietario gli affari andavano bene oppure decideva di farsi una famiglia, sua prtima preoccupazione era costruire un altro fabbricato per seprarsi dalla manovalanza. A mano a mano che gli affari prosperavano, ampliamenti e modifiche erano all’ordine del giorno, fino ad arrivare a lussuose magioni di straordinario cattivo gsto, arricchite con suppellettili provenienti dall’Est e anche dall’Europa, mischiate con prodotti dell’artigianato locale (famose le poltrone fatte con corna di vacche e tori). rancher proprietario del ranch. ranchero (spagnolo) vedi rancher. range (pascolo) la distesa d’erba sulla quale era lasciato pascolare il bestiame. All’inizio dell’era dell’allevamento, nessuno era ufficialmente possessore della terra che occupava, ma era tacitamente convenuto che del ranch facesse parte il territorio sul quale pascolavano la bestie che portavano il marchio di quel dato proprieario: erano accordi più o meno taciti che - 104 -


si stabilivano fra rancher. Questi accordi riguardavano anche e soprattutto la possibilità di accedere all’acqua. In caso di controversie, per stabilire più o meno i confini ci si riferiva a particolarità naturali del territorio; un fiume, una roccia, delle colline, un boschetto e così via. In ogni caso si badava che tra le costruzioni di un ranch e quelle del suo più immediato vicino intercorresse almeno una quarantina di chilometri: ciò per la possibilità di sopravvivenza e di riproduzione delle mandrie • Ha scritto Ramon F. Adams: «Range, nella lingua del West americano, durante l’Ottocento indicava in genere il territorio aperto al pascolo. Nell’inglese continentale e comune, range significava piuttosto “serie, ordine, rango”, una sfilata di cose o animali e magari anche una catena di montagne. Solo nel linguaggio del West ebbe il significato di terra adibita a pascolo: l’etimologia va ricercata nella pratica americana del catasto, per la quale range veniva a costituire una sorta di unità di misura sottomultipla del grado di meridiano, destinata a essere utilizzata come base per la determinazione dei confni di proprietà. Essa ben rifletteva lo stato della legislazione terriera di un Paese dove era necessario dividere le terre in astratto, prima ancora che fossero empiricamente riconosciute e quindi esplorate». range boss (range = pascolo; boss = capo) cowboy al quale era affidato il comando dell’outfit che lavorava sul pascolo. range bum (range = pascolo; bum = vagabondo) cowboy senza fisso impiego, itinerante da un ranch all’altro per prestarvi la propria opera solo per brevissimi periodi. Era sempre il benvenuto perché portava notizie dagli altri ranch e manteneva indrettamente i contatti tra le varie comunità lavorative. range horse (range = pascolo; horse = cavallo) cavallo recante il marchio del proprietario del pascolo. Poteva essere già domato o ancora selvaggio, comunque era in grado di sopravvivere senza problemi durante tutto l’anno, all’aperto e in qualunque condizioni climatiche. - 105 -


rangeword (range = pascolo; word = parola) parola d’onore tra cowboy. Un vero cowboy mai sarebbe venuto meno alla parola data, perché da essa avrebbe potuto dipendere la vita di un collega e quindi, un domani, anche la sua. rattlesnake (rattle = sonaglio; snake = serpente) sul conto di questo rettile giravano dicerie leggendarie. Una sosteneva che quando si sparava a un serpente a sonagli, invariabilmente lo si colpiva alla testa, non per l’abilità dello sparatore ma perché il serpente voleva mordere la pallottola e la aferrava al volo, restando ucciso. rattlesnake root (rattlesnake = serpente a sonagli; root = radice) qualunque radice che si credesse efficace antidoto per il veleno del serpente a sonagli. rawhide (raw = grezzo, crudo; hide = pelle di animale) pelle di vacca lasciata asciugare al sole dopo che l’animale è stato scuoiato. La rawhide serviva a molti usi: coperta, copertura per carri, strisce di cuoio dalle quali ricavare un lasso, finimenti per il cavallo, corde e funi, calzature, tende e altro ancora • Come aggettivo rawhide indica qualche cosa di non lavorato e “fresco”; per esempio rawhide wood, la legna verde • Negli Stati settentrionali veniva chiamato rawhide un individuo venuto dal Texas • Persona vecchia del mestiere. reach for the sky, to (to reach = raggiungere; sky = cielo) alzare le mani in segno di resa. reata (spagnolo = fune per i cavalli; come verbo reatar = unire insieme) lasso fatto di rawhide intrecciato in più strisce sottili. Fare una buona reata non era affatto facile ed era attività molto ricercata e apprezzata. Vedi anche lariat. reatero chi confeziona reata. - 106 -


red-eye (red = rosso; eye = occhio) whiskey, probabilmente perché in chi ne beve troppo si arrossano gli occhi. redini vedi bridles. red light district (quartiere dalle luci rosse) secondo lo storico della Frontiera Paul I. Wellman questa espressione sarebbe nata a Dodge City, dove il bordello più rinomato e frequentato aveva una porta a vetri rossi, sempre illuminata dall’interno. redskins (red = rosso; skin = pelle) gli indiani. I rapporti tra cowboy e indiani furono sostanzialmente buoni. Quando lungo le piste (trail) le mandrie dovevano attraversare un territorio sotto il controllo dei redskin, la faccenda di solito si risolveva con il pagamento di un pedaggio, che nei primi anni poteva essere in natura (qualche capo di bestiame, whiskey, armi, coperte, collane, pentole o altro) e poi in danaro: da 10 centesimi a un dollaro per capo. Remington, nome della fabbrica di armi da fuoco creata da Eliphalet Remington e concorrente diretta di colt a partire dal 1857, quando abbandonate le armi tradizionali, Remington si dedicò alla progettazione di armi da fuoco a ripetizione • La fortuna delle carabine Remington risale al 1866 quando un gruppo di mandriani guidati da Nelson Story respinse una una nemerosa banda di indani Sioux sul sentiero di guerra grazie ai fucili a ripetizione Remington. remuda (ispano-messicano) il gruppo di cavalli in forza a un ranch e affidati alle cure di un wrangler. remudero (ispano-messicano) chi si occupa della remuda. Vedi anche wrangler. - 107 -


rep (da representative = rappresentante) il cowboy più esperto e fidato al quale era attribuito il compito di rappresentare il proprio ranch durante un roundup a cui prendevano parte più proprietari. revolver (da to revolve = ruotare su un asse centrale) pistola a ripetizione a più colpi, con un tamburo ruotante contenente le munizioni. riata vedi reata. ride the fence, to (ride = cavalcare; fence = staccionata) pattugliare il confine del ranch. Vedi anche line rider. ride the sign, to (to ride = cavalcare; sign = segno) pattugliare i confini del ranch alla ricerca di tracce che indichino che alcuni capi di bestiane hanno sconfinato e quindi potrebbero essere catturati da estranei. ridge running (ridge = sommità di un monte o di una catena montuosa; runner = corridore) qualunque essere vivente, uomo o animale, che stia sulle alture • Lo stallone che stava di vedetta per segnalare eventuali pericoli al branco • Una ballata, The Ridge Running Roan (Il roano che correva sulle alture), celebrava in termini epici e ammirati l’inutile tentativo di doma (descritto con abbondanza di particolari) di uno stallone di questo genere. riding slick (da to ride = cavalcare; slick = liscio, scivoloso) cavalcare senza sella. rig (attrezzatura) sella (saddle). Vi erano svarati tipi: mexican rig, diretta derivazione del modello spagnolo; Texas rig, con due cinghie; centerfire rig, con una sola cinghia al centro (presente soprattutto in California); three quarter rig, con cinghia spostate verso la parte posteriore. - 108 -


right-hand man (right-hand = mano destra; man = uomo) il secondo in comando. rincón (spagnolo) Rifugio dentro un canyon. roachback (roach = pelo rizzato; back = schiena) orso grizzly. • Qualunque animale nell’atto di rizzare il pelo sulla schiena. road-brand (road = strada; brand = marchio) marchio provvisoria per il trasferimento di capi appartenenti a più di un proprietario. rodeo (ispano-messicano = un cerchio, uno spiazzo con gente intorno) già il vaquero era solito celebrare le feste organizzando competizioni nelle quali si frontaggiavano gli uomini più esperti e coraggiosi nelle normali attiità lavorative (doma di un cavallo selvaggio, marchiatura di un capo, cattura di un vitello o di un toro). Il cowboy “ereditò” questo genere di svago. Come sport il rodeo nacque spontaneamente negli anni Settanta mentre il primo aperto al pubblico e organizzato è di qualche anno più tardi (1883, a Pecos, nel Texas) • Spettacolo “recitato” e prove di abilità e di resistenza, oltre che di coraggio, prese direttamente dal lavoro del cowboy entrarono a far parte di questa forma di intrattenimento. Imprescindibili sono ancora oggi la prova di resistenza su un cavallo selvaggio privo di sella, la stessa prova ma in groppa a un toro, la cattura di un vitello con il lasso e la cattura a mani nude di un manzo lanciato in piena corsa. rope (corda) il termine più in uso per lasso. I due tipi principali erano chiamati reata (di strisce di cuoio) e grass rope (di fibre vegetali). roping (da rope = corda) l’uso professionale del lasso. Vedi style e hard-and-fast.

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roping horse (roping = usare il lasso; horse = cavallo) cavallo impiegato per la cattura del bestiame con il lasso. rough-string (rough = rude; string = gruppo) cavalli semidomati, che nessuno voleva per il lavoro di cowboy. roundup (raduno, persone o animali riuniti in un unico luogo) l’epoca del “raccolto” del bestiame. Nell’arco dell’anno si svolgevano due roundup: uno a primavera, solitamente nei primi giorni di maggio, e uno in autunno. Il primo serviva soprattutto per marchiare i nuovi nati mentre il secondo aveva lo scopo di radunare i capi destinati alla vendita (nel contempo venivano marchiati i vitelli nati in ritardo quelli sfuggita al raduno precedente) • Nei primi tempi i roundup erano condotti singolarmente, dai cowboy di questo o quel ranch, secondo una propensione psicologica degli allevatori che nell’isolamento vedevano un elemento di maggiore sicurezza. Con il passare del tempo, con l’aumento del numero delle bestie e l’estensione dei pascoli, si comprese che il lavoro sarebbe stato più facile se vi fosse stata collaborazione tra i ranch • A differenza della maggior parte degli usi e delle operazioni che si svolgevano sui pascoli o che comunque avevano attinenza con l’allevamento, il roundup propriamente inteso - quello che ebbe il suo momento di maggiore espansione e fortuna, tra gli anni 1870 e 1885 - non sembra avere avuto origini né ispanoamericane né più genericamente del West. I primissimi roundup (cowhunt) infatti si tennero nelle zone montuose del Kentucky, del Tennessee, delle due Carolina e delle due Virginia, dove però l’operazione avveniva in una grande confusione, con non rare vittime tra uomini e animali. I cowboy misero a punto e perfezionarono un sistema che alla fine dimostrò tutta la propria efficienza • Con alcune settimane di anticipo sulla data d’inizio del roundup di primavera i proprietari si riunivano per prendere accordi. Per prima cosa stabilivano il giorno esatto in cui sarebbe scattata l’operazione. Perlopiù ci si accordava anche che la marchia- 110 -


tura delle bestie fosse fatta in uno o due punti precisi e ben prefissati e che alla squadra dei brander prendessero parte uomini di tutti i ranch. Si faceva anche una stima della durata del lavoro, assumendo come dato di base il fatto che ogni mille capi ve ne fossero seicento da marchiare. Poi ogni outfit sceglieva il proprio capo, il rep, al quale era assegnato il compito di cordinare il gruppo alle sue dipendenze. Il rep controllava anche che al padrone non venissero sottratti vitelli (per capire a chi appartenesse il nuovo nato si faceva riferimento al marchio, brand, della madre). Al comando del roundup si eleggeva un captain, al quale dovevano obbedienza anche i propietari. Il captain a sua volta sceglieva alcuni aiutanti ai quali demandava specifici compiti di sorveglianza. L’esperienza del captain e il suo ascendente personale sui cowboy erano garanzia della buona riuscita del lavoro • In quell’occasione si stabilivano le paghe per i cowboy, che sarebbero state un poco superiori a quelle normali per il lavoro di routine nel ranch: una quarantina di dollari al mese (anziché 30) per i cowboy, 60 per i rep e qualche cosa in più per il captain. Gli eventuali giornalieri avrebbero preso un dolaro e mezzo al giorno per un impegno sul campo che medamente era di 18 ore • Ogni outfit faceva riferimento al proprio chuckwagon. Nella prima fase il cowboy montava un circle horse, un animale robusto , con grandi doti “di fondo” e con un particolare istinto che gli consentiva di individuare i capi di bestiame presenti sul territorio. Gli uomini si dividevano in squadre, a ognuna delle quali veniva assegnato uno “spicchio” di terra avente per vertice l’accampamento dei chuckwagon. Poi aveva inizio l’operazione di setacciamento della zona, duante la quale l’imperativo era “prendere sotto controllo tutto ciò che ha corna e pelo”. Il gruppetto di cowboy si spingeva il più lontano possibile nel corso della giornata e poneva il campo (dry-camp), un accampamento “asciutto” perché sovente privo di acqua nelle vicinanze, e qui trascorreva la notte nei bedroll. La mattina seguente gli uomini si alzavano prima del sorgere del sole e alle prime luci riprendevano il lavoro. Si trattava di tornare - 111 -


sui propri passi convergendo verso il punto di partenza spingendo avanti il bestiame che via via si incontrava. Due o tre cowboy badavano alla mandria che si andava formando mentre gli altri, facendo la spola, setacciavano i dintorni, aiutati dall’istinto del cavallo. Il momento più critico era quello iniziale, quando ancora non si era formato un gruppo consistente di bovini, quando i longhorn, spaventati dalla presenza dell’uomo, cercavano di scappare. Ma dopo che si era riusciti a tenere unito il primo gruppetto, il lavoro si faceva più facile: infatti i longhorn erano animali estremamente curiosi e legati allo spirito di branco e vedendo un gruppo di loro in movimento si avvicinavano spontaneamente e si aggregavano alla mandria • Quando nella zona dei chuckwagon si era formata la grande mandria con tutti i capi del territorio, veniva il momento di separarli in funzione dei rispettivi proprietari. L’operazione si chiamava cutting-out e doveva essere compiuta senza che gli animali si spaventassero né tantomeno si dessero alla fuga. Per questa operazione il cowboy si serviva del cutting horse, un cavallo appositamente addestrato. Il cowboy “puntava” sul capo da separare dal resto della mandria e poi lasciava che fosse la sua cavalcatura a sbrigare la faccenda, incitandola solo con la voce. Ci voleva comunque una bella abilità per rimanere in sella durante il diabolico “balletto” che si scatenava tra i due animali. Il cowboy se ne stava ben piantato in sella, non come usano i fantini a gambe raccolte, ma con le gambe distese, ad “abbracciare” tutto il coprpo della cavalcatura e bilanciando il proprio peso in funzione degli scarti repentini del cavallo, in modo da non essergli di impaccio. Alla fine di questa fase, la grande mandria risultava frazionata in mandrie di minori dimensioni numeriche • A questo punto i diversi outfit si separavano e ognuno continuava a lavorare sulla mandria del proprio padrone. Adesso si trattava di continuare il cutting-out, ma al solo scopo di separare i capi da marchiare, perlopiù vitelli. Una volta separato il vitello dalla mandria, questo veniva catturato al lasso, e per l’operazione entrava in azione il roping-horse. La cattura di un capo da marchiare era parti- 112 -


colarmente spettacolare e pericolosa, perché l’operazione (hoolihan) si svolgeva su un terreno che poteva nascondere insidie per le zampe del cavallo e perché nella fase in cui si era a contatto con il capo da immobilizzare con la pigging-string, si era esposti ai suoi colpi di zoccolo (e se il capo era già aulto, anche alle cornate). Finalmente seguiva la marchiatura (branding) • Si organizzavano roundup anche per radunare i cavalli da domare e da marchiare. rouser (da to rouse = tenere sveglio) ogni mezzo per non addormentarsi durante il turno di guardia. Si deceva che un ottimo sistema fosse quello di strofinarsi gli occhi con del tabacco. run meat, to (to run = correre; meat = carne) abbattere con una fucilata un bisonte dalla groppa del proprio cavallo in piena corsa. running-iron (da to run = correre; iron= ferro) ferro usato per la marchiatra a fuoco e che non presentava nessuna forma particolare, ma diritto come un bastone. Alcuni cowboy, particolarmente esperti, con questo semplice strumento sapevano riprodurre qualunque marchio. Il running-iron divenne il ferro del mestiere dei ladri di bestiame. A partire dagli anni ‘70 esserne in possesso suscitava fondati sospetti. rustler (da to hustle = spingere) ladro di bestiame. Il vocabolo si rifaceva ai nei giorni nei quali i maverick erano molto numerosi e i cowboy venivano inviati dal padrone ad andare a “spingere fuori” questi capi senza marchio. Fra i cowboy molti erano quelli che decidevano di tenere per sé alcuni animali. Con il passare del tempo il termine rustler definì più precisamente quei ladri di bestiame che non tenevano gli animali per sé ma che li rivendevano a qualcuno, che si guardava bene dal porre domande sulla loro provenienza.

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S saddle (sella) si diceva che un cowboy avrebbe potuto vendere tutto, anche il suo cavallo personale, ma mai la propria sella, che era l’oggetto più “privato” del suo equipaggiamento (outfit). • La sella del cowboy derivava dal modello usato dal vaquero, che a sua volta era diretto discendente da quello portato nel Nuovo Mondo dagli spagnoli: era ampia, “profonda”, con la parte posteriore rialzata (cantle). Elemento che la caratterizzava come sella da cowboy era il pomo (apple) posto sul davanti, che svolgeva un ruolo fondamentale er la cattura di un capo di bestiame: ad esso infatti veniva fissato il lasso. La sella era fissata al cavollo con delle cinghie (cinches), una oppure due. Le cinghie non venivano strette eccessivamente e fra sella e groppa veniva posta una coperta (saddle blanket). Di notte la sella poteva servire da guanciale. Vedi anche rig. saddle blanket (saddle = sella; blanket = lenzuolo, coperta) il panno ripiegato più volte e posto tra la sella e il dorso del cavallo al fine di proteggerne la schiena. Le più ricercate erano quelle confezionate dagli indiani Navaho. saddle-bow (saddle = sella; bow = arco) la parte anteriore della sella, sotto il pomo, di forma arcuata. All’estremità opposta c’era il cantle, la parte rialzata. saddle-bum (saddle = sella; bum = vagabondo) cowboy senza una precisa occupazione che vagava da un ranch all’altro in cerca di un pasto • They call me Scum, the saddle bum, ever since the day / I quit the strife of cowboy life out to travel, sing and play / a saddle tramp from ranch to camp, just ridin’ near and far / a horseback bum to sing and strum on a mexican guitar (Mi chiamano Feccia, il vagabondo della sella, fin dal giorno / che la piantai con la vitaccia del cowboy, per - 114 -


viaggiare, cantare e giocare, / un marciatore con la sella dal ranch al campo, cavalcando qua e là, / un vagabondo a cavallo che canta e suona una chitarra messicana) da The Saddle Bum. saddle tree (saddle = sella; tree = albero) il telaio della sella, di solito in legno. sagebrush (sage = salvia; brush = cespuglio) cespuglio del genere Artemisia diffusi, in svariate specie, su un vasto territorio, dal Sudovest al Nevada, dal New Mexico all’Arizona • Il territorio coperto da questi cespugli. sagebrush man (sagebrush = cespuglio di salvia; man = uomo) cowboy del sage country. sagebrush whiskey (sagebrush = cespuglio di salvia) liquore letale distillato dalle foglie di salvia. sage country (sage = salvia; country = paese) Colorado, Wyoming e Montana. saged (da sage = salvia) bestiame impazzito per avere mangiato salvia. saguaro (ispano messicano) cactus gigante del genere Carnegiea. Da esso si ricavava un gradevole sciroppo. sail away, to (to sail = issare le vele, navigare a vela; away = via) andarsene in fretta. saint (santo) così i ladri di bestiame definivano un cowboy onesto. saloon (salone, taverna) poteva essere una semplice mescita di al- 115 -


colici, con un bancone di assi sistemato sopra due cavalletti, oppure un locale ampio, con sedie, tavoli, tavoli verdi per il gioco delle carte, roulette, pianoforte verticale, specchi, quadri di un verismo infantile, ballerine, stanze al piano di sopra per riposare o per gli incontri con le prostitute. Per lo più era proibito entrare armati e all’ingresso vi era un’apposita rastrelliera per appendere le armi da fuoco. Tra i più rinomati vi furono l’Alamo di abilene e il Long Branch di Dodge City. All’arrivo delle mandrie e dei loro cowboy, i saloon delle cattle town restavano aperti giorno e notte. salty dog (salty = salato; dog = cane) un tipo duro • Pancetta affumicata. sand creek (sand = sabbia; creek = torrente) torrente senza acqua o con larghi tratti di sabbia emergenti dalla corrente. savvy (dallo spagnolo saber = sapere, essere a conoscenza) un tipo che sa molte cose. savvy cuss (savvy = vedi sopra; cuss = gergale per individuo) un tipo in gamba, uno che sa il fatto suo. scabbard (fodero, guàina) il fodero della rivoltella ma anche del fucile. Nel primo caso serviva per avere l’arma a portata di mano appesa al fianco, nel secondo per proteggerla dalla polvere e dalla pioggia. scratch, to (grattare) incitare il proprio cavallo facendo uso anche degli speroni (spur). seago (spagnolo soga = fune) lasso di canapa. sea-lion (sea = mare; lion = leone) longhorn che vivevano confinati sulle isole di fronte alle coste del Texas. - 116 -


seegar sigaro, deformazione di cigar. see the elephant, to (vedere l’elefante) andare per la prima volta nella vita in città e restare estasiati davanti alle sue meraviglie. segundo (spagnolo) nel Texas, l’assistente del trail-boss. sell the saddle, to (to sell = vendere; saddle = sella) essere tanto in miseria da dover vendere la propria sella (saddle). Sharps marca di armi da fuoco, dal nome del loro creatore e fabbricante, Christian Sharp. Tra la quarantina di modelli uscita dalla fabbrica tra il 1840 e il 1880, il più famoso fu il Big Fifty (Grosso cinquanta), l’arma preferita dai cacciatori di bisonti (buffalo skinner). shipping point (da to ship = imbarcare; point = punto) prima della Guerra Civile alcuni allevatori del Texas cercarono di fare arrivare il bestiame nelle grandi città dell’Est via mare, e trasferirono le mandrie nelle città della costa, come New Orleans, dove le bestie venivano fatte scendere in acqua per essere imbarcate con gli argani. Fu un disastro. • Il nome shipping point rimase e venne usato per le cattle town dove le mandrie venivano “imbarcate” sui carri bestiame della ferrovia. shooting iron (da to shoot = sparare; iron = ferro) qualunque arma da fuoco. shorthorn (short = corto; horn = corno) bovino con le corna corte, contrapposto al longhorn • Novellino o qualcosa di seconda categoria. shotgun (shot = colpo di arma da fuoco; gun = fucile) fucile a un colpo, adatto per le brevi distanze.

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shotgun chap (shotgun vedi sopra) tipo di tutta la gamba, dritti “a canna di fucile”.

chap

che includevano

sidekicker (side = fianco, lato; kicker da to kick = calciare) il gradino di fronte all’abitazione balzando dal quale si poteva direttamente montare a cavallo. side-line (side = lato; line = linea) legare tra loro le due zampe di uno stesso lato del cavallo. sign language (sign = segno; language = linguaggio) il modo per comunicare con gli indiani quando questi non conoscevano neppure una parola di inglese e ignoravano anche la lingua franca (chinook). Negli anni ‘80 il colonnello William Philo Clark pubblicò un vocabolario del linguaggio dei segni comprendente oltre 1.100 lemmi. silk (seta) filo spinato. Vedi barbwire. six-shooter (six = sei; da to shoot = sparare) rivoltella a sei colpi. slap leather (da to slap = schiaffeggiare; leather = cuoio) estrarre la rivoltella dalla fondina. sleeper (dormiente) vitello marchiato da un ladro in modo tale che il proprietario non ne riconosca l’appartenenza alla propria mandria. A questo fine si agiva sulle orecchie (earmark) o imprimendo marchi a fuoco del vero proprietario ma in maniera molto leggera, così che il pelo che ricresceva rendeva incerta l’attribuzione. slicker (da slick = liscio) impermeabile. Vedi fish. slicker for a blind (slicker = impermeabile; for a blind = per accie- 118 -


care) mettere il proprio impermeabile davanti agli occhi del cavallo per condurlo in mezzo a una stampede senza che si dia alla fuga. Smith & Wesson marca di armi da fuoco creata da Horace Smith e Daniel B. Wesson, i quali per primi nel 1857 misero a punto un revolver che usava cartucce metalliche. snake, to (snake = serpente) trascinare un oggetto con il lasso, legando l’altra estremità della corda al pome della sella. snake-head whiskey (snake = serpente; head = testa) whiskey di pessima qualità da vendere agli indiani. snow-bird (snow = neve; bird = uccello) chi si arruolava in inverno nell’esercito al fine di avere cibo e ricovero, e disertava con l’arrivo della primavera • Gente del Nord che passava l’inverno nel Sud. soddy vedi sod-shanty. sod-shanty (sod = zolla; shanty = capanna, rifugio) una delle prime abitazioni del cowboy sulla pateria. Veniva costruita scavando prima una buca rettangolare profonda circa mezzo metro, poi pareti e soffitto erano fatti di rami “cementati” con zolle di terra ed erba. Al centro del tetto veniva lasciata un’apertura per far uscire il fumo. soft-horn (soft = soffice, molle; horn = corno) vedi tenderfoot. soft-mouthed (soft = delicato; mouthed da mouth = bocca) cavallo particolarmente sensibile ai comandi percepiti attraverso il morso. song (canto, canzone) il canto del cowboy era sostanzialmente solistico (o comunque all’unisono o con intervalli perlopiù di ottava o - 119 -


di quinta) e di solito non aveva accompagnamento strumentale. Forte la derivazione britannica, non mancando però la creazione autoctona. son of a bitch (son = figlio; bitch = prostituta). Insulto, non sempre malevolo. son-of-a-bitch-stew (vedi sopra; stew = stufato) stufato cotto con l’aggiunta di midollo, animelle e rognone. Forse il più famoso piatto del West (riservato alle grandi occasioni). son-of-a-gun (son = figlio; gun = pistola, arma da fuoco) epiteto rivolto a una persona furba e impunita. Gaglioffo. son-of-a-gun-stew (stew = stufato) modo di cucinare la carne. L’epiteto poteva essere positivo oppure negativo. sourdough (sour = inacidito; dough = pasta) il pane cotto lungo la pista, fatto con farina, acqua e sale con l’aggiunta, a volte, di patate e melassa • La parola a volte poteva indicare il cuoco, un pioniere o anche un uomo scapolo. spanish dagger (spanish = spagnolo; dagger = pugnale) diversi tipi di cactus, ma soprattutto la Yucca gloriosa. spanish fever (spanish = spagnola; fever = febbre) vedi texas fever. Spencer marca di armi da fuoco creata da Christopher Spencer, e passata dalla Guerra Civile al West. La carabina, piccola e maneggevole, consentiva un rapido fuoco a ripetizione, e contribuì in modo notevole al successo sul campo dell’esercito nordista. spilling stock (da to spill = traboccare; stock = gruppo) lasciare che la - 120 -


mandria si disperda un poco durante il trasferimento sulla pista (trail), split the blanket, to (da to split = dividere; blanket = lenzuolo) da parte di una donna, tradire il proprio compagno. Springfield la più famosa carabina del West. Ebbe una vita lunghissima: già in uso nella guerra con il Messico (1845-48) era ancora presente durante la Prima guerra mondiale. Recitò un ruolo fondamentale nella guerra contro gli indiani che si scatenò dopo la conclusione della Guerra Civile. spring roundup (spring = primavera; roundup = raduno) il primo roundup dell’anno, dedicato soprattutto al censimento e alla marchiatura dei nuovi nati. spur (sperone) gli speroni facevano parte del corredo del cowboy, anche se egli ne faceva un uso molto moderato perché aveva il massimo rispetto per il proprio cavallo e per la sua integrità fisica. Più che altro al cowboy piaceva il loro tintinnìo e per aumentarlo non mancava di aggiungere agli speroni altri pendagli metallici che accompagnassero il suo incedere • As I went ealkin’ one mornin’ for pleasure / I spied a cowpuncher a-riding along / His hat was throwed back and his spurs ws a-jinglin’ / And as I approached the boy he was singin’ this song (Una mattina che me ne andavo a zonzo / Vidi un cowboy che cavalcava / Aveva il cappello all’indietro e i suoi speroni tintinnavano / E mentre mi avvicnavo il ragazzo cantava questa canzone) da As I Went Walking One Morning for Pleasure. squat, to occupare illegittimamente un territorio. squatter (da to squat = occupare illegalmente) chi prende possesso di un territorio senza averne legalmente diritto • longhorn che nel - 121 -


brush-country

del Texas si nasconde nel fitto degli arbusti.

squaw donna, in lingua degli indiani Narragansett. Il vocabolo incontrò grande fortuna e si diffuse, tra i bianchi, su tutto il territorio nordamericano. Molti cacciatori di pellicce (trapper) si unirono per periodi più o meno lunghi con delle squaw. squawman (squaw = donna; man = uomo) bianco che vive con una donna indiana. Questa eventualità era abbastanza frequente negli anni in cui le donne bianche nel West erano una rarità. squeezer (da to squeeze = stringere) piccolo corral per il bestiame destinato alla marchiatura. stake, to (stake = palizzata) finanziare qualcuno, dare un appoggio • Partire (nel senso di erigere una palizzata con il passato). staked plain (staked = delimitata una palizzata; plain = panura) una vasta pianura, uniforme, priva di punti di riferimento, in cui era facile perdersi. Per questo la strada da percorrere fu segnata da pali infissi nel terreno. La più famosa era quella he si stendeva tra i fiumi Pecos e Canadian, in parte nel Texas e in parte nel New Mexico, una volta pascolo del bisonte e poi ultimo rifugio degli indiani Comanche. Il territorio fu poi rivendicato da grandi allevatori, tra i quali goodnight. stampede (spagnolo estampida = scoppio, fuga di bestiame) la fuga pazza e cieca di una mandria preda del terrore. Forse la cosa che i cowboy temevano maggiormente. Già la conoscevano e la temevano gli allevatori messicani. Il pericolo di queste fughe improvvise (forse sarebbe più giusto defnirle “cariche”, contro tutto e contro niente) era accresciuto dal fatto che perlopiù erano assolutamente imprevedibili dal momento che qualunque cosa poteva scatenarle: il grido di un ani- 122 -


male selvatico, un colpo di vento, un tuono, un lampo, un nitrito, un colpo di arma da fuoco (anche per questo i cowboy preferivano il coltello alla pistola), il rotolare di una tumbleweed, la caduta di un sasso, un odore sconosciuto e altro ancora. Tutto d’un tratto, da un secondo all’altro, l’intera mandria scattava in una corsa disperata. Bastava che fosse un solo capo a spaventarsi e a fuggire perché immediatamente, in una inarrestabile reazione a catena, tutta la mandria lo seguisse. I cowboy dicevano che nulla poteva avvenire tanto all’improvviso come lo scatenarsi di una stampede. Per questa ragione era costante preoccupazione evitare qualunque cosa, qualunque gesto, che avrebbe potuto spaventare un solo capo della mandria. Si deve anche tenere presente che queste bestie, fondamentalmente abitudinarie, dovevano attraversare per giorni luoghi sconosciuti, e anche questo solo fatto era causa di un diffuso nervosismo e di latente agitazione • Appena si scatenava la stampede tutti i cowboy erano mobilitati per limitare i danni (il grido d’allarme era “All hands and the cook!”, tutti gli uomini e il cuoco). La stampede infatti era pericolosissima non solo per gli uomini che dovevano domarla (molti morirono schiacciati dagli zoccoli della mandria impazzita) ma anche per le stesse bestie, non poche delle quali venivano calpestate dal resto della mandria che incalzava alle loro spalle • I cowboy dovevano soprattutto impedire che la mandria si disperdesse e che la corsa si prolungasse a lungo: infatti dopo ogni stampede il peso degli animali diminuiva, con relativa diminuzione del loro valore al momento della vendita. A parte il fatto che alla fine erano molti i capi che si ritrovavano azzoppati o feriti e che non avrebbero potuto proseguire il cammino. Dopo una stampede occorreva molto tempo per riorganizzare la mandria, che rimaneva nervosissima per giorni, pronta a un’altra “fuga” • La tecnica usata per porre fine alla stampede consisteva nel porsi in testa alla mandria, mettersi a fianco degli animali in fuga e cercare di far loro compiere un cerchio (milling), gridando a pieni polmoni e agitando stracci colorati. Contrariamente a quanto si crede, anche in questa circostanza il cowboy tendenzialmente evitava - 123 -


di ricorrere agli spari, che probabilmente avrebbero ottenuto solo il risultato di spaventare ulteriormente gli animali • A volte la stampede veniva provocata deliberatamente da un gruppo di indiani o di ladri di bestiame, che avrebbero poi cercato di approfittare della confusione per sottrarre dei capi oppure che, dopo avere già sottratto furtivamente alcuni animali, mettevano in fuga gli altri per tenere occupati i cowboy e impedire l’inseguimento. Altre volte potevano essere circostanze assolutamente fortuite a innescarla, come quando la mandria di 1.400 capi di John Barrows venne messa in fuga dall’esplosione di una carica di dinamite dagli operai che posavano le rotaie della Northern Pacific mentre la mandria si stava abbeverando nello Yellowstone • Un vecchio cowboy, John Young, diede una vivissima testimonianza di una stampede scatenatasi di notte a causa di un temporale: «Si scatenò proprio nel momento in cui un fulmine illuminava il mondo intero di una luce azzurrognola e accecante. La saetta arrivò sopra le nostre teste e quando seguì il boato del tuono la mandria era già scattata, unendo il tuono degli zoccoli a quello del cielo [...] La mandria si slanciò in avanti, calpestando i capi più lenti. Alla luce di altri fulmini potevamo vedere le bestie. Palle di fuoco si accendevano alle stremità delle corna [fuochi di Sant’Elmo, ndr]. Il vento non soffiava con grande forza e quella immensa massa di bestie in ebollizione emanava vampate di calore incredibili» (riportato in Frank Dobie, A Vaquero of the Brush Country) • Una famosa ballata, Utah Carroll, narra di un giovane cowboy che perde la vita per salvare dalla stampede la figlia del padrone. stamp iron (stamp = timbro; iron = ferro) ferro per la marchiatura (branding). Vedi anche running-iron. Starr il nome di un fabbricante di revolver (la ditta si chiamava Starr Arms Company e aveva sede a New York). State fruit (State = Stato; fruit = frutto) uova. Cibo ambito ma diffi- 124 -


ciliismo da procurarsi durante i trasferimenti sulla pista (trail). steer (manzo) bovino maschio castrato. Stetson il più famoco cappello del cowboy, dal nome del suo inventore, John Batterson Stetson. • Stetson era nato a Orange, New Jersey, nel 1830 e morì nel 1906. Figlio di un cappellaio, il giovane John si recò nel West su consiglio del medico, nella speranza che il clima giovasse ai suoi polmoni minati dalla tisi. Stetson si unì a un gruppo di cercatori d’oro che stavano recandosi in Colorado, e nelle Rocky Mountains ritrovò la salute e gli venne l’ispirazione per un tipo di cappello che rispondesse alle necessità di quella gente. Rientrato a Philadelphia, nel 1865 iniziò, da solo, la fabbricazione e offrì il suo prodotto a un negoziante locale. Il successo fu immediato, perché il cappello da lui creato (Boss of the Plain: signore della pianura) era proprio quello che ci voleva per il cowboy, un tipo di lavoratore che allora cominciava a imporsi all’attenzione generale. • Il cappello era relativamente caro (da 10 a 20 dollari) ma era un eccellente “strumento” di lavoro: robustissimo, impermeabile, a larga tesa, proteggeva dal sole e dalla pioggia, ripegato sulle orecchie con una bandana riparava anche dal vento e dalla polvere, poteva essere usato per raccogliere acqua, per ventilare il fuoco del bivacco che stentava ad accendersi e serviva anche per incitare il cavallo battendolo sui fianchi dell’animale. Aveva una cupola alta per tenere aerata la testa. Un modello venne studiato appositamente per Buffalo Bill (n. 1100 del catalogo illustrato) e anche Toro Seduto non resistette alla tentazione di possederne uno. La fabbrica Stetson arrivò a una produzione di due milioni di cappelli all’anno. stirrup (staffa) inizialmente in legno, intagliata in un unico pezzo, come quella del vaquero, poi in metallo. stivali vedi boots. - 125 -


stock association (stock = bestiame, come insieme di elementi tutti uguali; association = associazione) associazione di allevatori. Sorsero per difendersi dai ladri di bestiame (rustler) ma anche per regolamentare l’uso dei marchi (brand) e il popolamento dei pascoli (range). A questo scopo venner assunti stock detectives e vigilantes (contro i ladri) e stock inspectors (con funzioni burocratiche di controllo). stock saddle (stock = gruppo, bestiame; saddle = sella) sella molto robusta per lavorare con la mandria. strangler (strangolatore) cacciatore di rustler. Alla chiusura del roundup di primavera del 1883 gli allevatori del Montana dovettero prendere atto delle perdite causate dai rustler. Preoccupati decisro di riunirs in associazione per affrontare il comune problema con maggiori probabilità di successo. A capo dell’associazione venne eletto Granville Stuart, un allevatore di prestigio. Nel corso della prima burrascosa riunione, molti membri chiesero di organizzare un piccolo esercito di cowboy fedeli e bene armati per colpire i ladri nei loro covi. Granville si oppose e nonostante le fiere proteste di alcuni allevatori (tra i quali il futuro presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt) la maggioranza fu dalla sua parte. La notizia si diffuse, con soddisfazione dei rustler. Era ciò che Granville voleva. Infatti le sue vere intenzioni erano altre: grazie alle informazioni ricevute da spie appositamente pagate, Stuart e i maggiori allevatori del Montana stavano preparando un piano che avrebbe dovuto porre fine alle loro preoccupazioni. A cominciare dal mese di luglio 1884 un piccolo esercito di uomini pronti a tutto cominciò a effettuare sistematiche stragi nei rifugi dei ladri di bestiame, uccidendo e impiccando senza pietà. strangler, strangolatori li chiamarono quelli che si opponevano a questo sistema e in effeti quegli uomini ben meritarono il nome, perché nella loro foga misero a morte più di un innocente in base a un semplice sospetto • Un episodio particolarmente feroce fu quello al quale prese - 126 -


parte lo stesso Stuart, quando a capo dei suoi uomini prese d’assalto una baracca in cui erano asseragliati alcuni rustler guidati da un certo Jack Stringer, già cacciatore di bisonti e ora ladro di bestiame. Fu uno scontro terribile con una grandinata di pallottole da ambo le parti. A un certo punto, vedendo che non riuscivano a stanarli, gli assalitori decisero di dare fuoco alla baracca. La gran parte degli uomini che si trovava dentro morì tra le fiamme e solo cinque riuscirono a fuggire. Quattro vennero catturati più tardi dai soldati dell’esercito degli Stati Uniti e vennero consegnati allo sceriffo per un regolare processo. Ma gli strangler non accettarono questo che per loro era uno smacco: presero d’assalto la prigione in cui erano chiusi i fuorilegge, li trascinarono all’aperto e li impiccarono. strawberry roan (strawberry = fragola; roan = roano) cavallo dal mantello rossiccio. Una lunga ballata (Strawberry Roan) descrive dettagliatamente l’incontro di un domatore (bronc twister, nel canto) con uno di questi animali particolarmente focoso. Alla fine il cavallo vince e fugge: My reains is all broke and the bits hangin’ loose / my saddle is slippin’ back on his caboose; / then he turns inside out and he swallows his hide / and that was the end, boys, of my ten dollar ride. // He left me up higher than the birds in the sky / but it’s down on the ground, boys, that I want to die; / well, it’s first I goes north and then I goes west, / just huntin’ a place where I can sure rest. // Well, I turns over twice and I comes back to earth / and I sets there a-cussin’ the day of his birth / but I says there’s some horses that I cannot ride / there’s some of them livin’, boys, thay haven’t all died (Le redini sono spezzate e il morso penzola inerte, / la sella è scivolata sotto, sulla pancia; / si rigira come un folle e sembra volersi mangiare i fianchi / e quella, ragazzi, fu la fine della mia cavalcata da dieci dollari. // Mi lanciò là in alto, più in alto degli uccelli in cielo / ma, ragazzi, è giù sulla terra che voglio morire. / Bene, prima vado a nord poi vado a ovest / a cercare un posto dove poter riposare tranquillo. // Bene, mi rigiro due volte - 127 -


e torno a terra / e mi sistemo là, maledicendo il giorno in cui quello è nato / ma dico che ci sono alcuni cavalli che non so montare / ed alcuni di questi, ragazzi, sono vivi, non sono tutti morti). stray (da estray = smarrito, fuori posto) capo di bestiame che si è allontanato dalla mandria e si è perso. string (stringa, corda, fila) il gruppo di cavalli da sella assegnato a un cowboy per il suo lavoro nel roundup • lasso • Gruppo di packhorse in marcia e legati in fila indiana. string up (string = vedi sopra) impiccato. stud stallone, anche ragazzone. Sunday horse (Sunday = domenica; horse = cavallo) cavallo con andatura riposante. sunfish, to (sun = sole; fish = pesce) il violento sgroppare, cercando di rivoltre prima un fianco e poi l’altro verso terra, di un cavallo durante la doma (breaking). swallow fork (swallow = rondine; fork = forcella) marchio fatto alle orecchie di un bovino tagliandole per il lungo. swallow his head (to swallow = inghiottire; his = sua; head = testa) la posizione del cavallo durante la doma, quando sta inarcato con la testa abbassata tra le zampe anteriori. sweater (da to sweat = sudare) cowboy senza lavoro fisso che si dà molto da fare per guadagnarsi almeno un pasto.

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swing rider (da to swing = oscillare, fare il movimento del pendolo; rider = cavaliere) il cowboy che durante il trasferimento sulla pista (trail) stava al fianco della mandria andando avanti e indietro lungo la fila, curando che nessun capo si allontanasse.

T tailing (da tail = coda) afferrare un bovino per la coda e dare un forte strattone anche allo scopo di farlo cadere e prevenire i suoi scarti improvvisi. Era una prassi che poteva essere messa in pratica nell’operazione di marchiatura (branding). tail rider (tail = coda; rider = cavaliere) il cowboy che stava in coda alla mandria in movimento. Vedi anche drag rider. talking iron (talking = parlante; iron = ferro) rivoltella o pistola. tally man (to tally = scrivere in un registro; man = uomo) dipendente del ranch che segnava su apposito registro (tally sheet) gli animali che via via venivano marchiati durante il roundup • Chi tiene il conto del bestiame avviato sui vagoni ferroviari per raggiungere i centri dell’Est. Gli addetti potevano essere due: uno per conto del venditore e uno per conto dell’acquirente. tally sheet (to tally = registrare; sheet = foglio) registro sul quale il tally man segnava gli animali marchiati o venduti. tame indian (da to tame = addomesticare, domare) indiano che non si è opposto ai bianchi e alle novità da essi portate nel West. Il suo opposto è il wild indian.

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tangle-leg (tangle = miscuglio; leg = gamba) pessimo whiskey, che “ingarbugliava” le gambe. tap contrazione di tapadera (vedi sotto). tapadera (spagnolo = coperchi) protezione posta sul davanti della staffa (stirrup) e che in pratica la conteneva, al fine di proteggere il piede da rovi o altro. Assolutamente indispensabile nel brush country, impediva inoltre al piede di scivolare. Tejas, terra dei nome primigenio del texas. Quando sul finire del secolo XVII gli spagnoli furono costretti dai francesi ad allontanarsi dalla fascia costiera del Golfo del Messico, si spostarono più all’interno, entrando in contatto con tribù indiane (probabilmente i Caddo), che mostrarono di voler intrattenere rapporti d’amicizia con i nuovi venuti. Perciò gli spagnoli chiamarono quella gente tejas, che nella lingua degli stessi indiani significava “amici”. Tutto il territorio compreso tra il Red River e il Trinity River venne battezzato dagli spagnoli “Terra dei Tejas”. In breve Tejas si trasformò in Texas, che inizialmente indicava solo la parte orientale dell’attuale stato del Texas. tenderfoot (tender = delicato; foot = piede) un novellino, una persona appena giunta dall’Est. ten-gallon hat (ten = dieci; gallon = gallone; hat = cappello) cappello con la cupola molto alta e capiente. tequila liquore altamenta alcolico ricavato tramite la dstillazione del maguey. Territorio Indiano vedi indian territory.

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Texas lo Stato dove naque l’industria del bestiame e il lavoro del cowboy • Nel 1820 un banchiere del Missouri, Moses Austin, chiese alle autorità spagnole di San Antonio il permesso di fondare una colonia nel territorio del Texas, che allora era possedimento della Spagna. Il governatore diede il proprio assenso ma Austin morì prima di poter realizzare il progetto, che però l’anno dopo venne ripreso e portato a termine da suo figlio Stephen F. Austin, “il Padre del Texas”. Venne così data vita al primo insediamento di immigrati dagli Stati Uniti a San Felice de Austin, sulla costa. Nel 1834 le trecento famiglie originarie erano già diventate oltre mille e nell’arco di una quindicina d’anni gli americani residenti in terra texana su concessioni date dal governo del Messico (nel 2821 il Texas era ufficialmente entrato a far parte dell’Impero messicano) erano circa trentamila. Il fatto aveva allarmato le autorità, che già nel 1830 avevano imposto l’alt alle concessioni. Nel 1834 il generale Antonio Lopez de Santa Aña con un colpo di stato rovesciò il governo costituzionale e si proclamò dittatore del Messico. I coloni americani si ribellarono a Santa Aña e il 2 marzo del 1836 dichiararono la propria indipendenza dal Messico • La guerra del Texas contro il Messico ebbe così inizio. Le armi americane conquistarono San Antonio e a quel punto il dittatore, che inizialmente aveva sottovalutato le intenzioni dei ribelli, mobilitò le truppe e marciò alla riconquista della città. I texani (come allora gli immigrati americani si facevano chiamare) si asserragliarono nella missione di san Antonio de Bexar, fondata nel 1756 e chiamata alamo (pioppo , in spagnolo). Erano 183 uomini opposti a quattromila soldati ben equipaggiati; inoltre la missione era stata eretta per scopi ben diversi da quelli militari e non era certo adatta a sostenere un assedio. L’assedio durò dal 23 febbraio al 6 marzo del 1836. Alla fine le truppe messicane riuscirono nel loro intento, uccisero in uno scontro durato 90 minuti gli accaniti difensori della missione, tra i quali erano uomini già entrati nel mito: Jim Bowie, Davy Crockett, William Travis. Altri trecento volontari texani vennero massacriati il 27 marzo a Goliad. - 131 -


Santa Aña, sicuro di avere stroncato definitivamente la ribellione, si mise alla caccia del piccolo esercito texano guidato da Sam Houston, ma il 21 aprile, presso un’ansa del fiume San Jacinto (dove ora sorge l’attuale città di Houston) il suo ben armato contingente venne attaccato di sorpresa e in meno di mezz’ora annientato. Il giorno seguente lo stesso Santa Aña cadde nelle mani dei texani e venne costretto a firmare un armistizio e poi a concedere l’indipendenza al Texas. Nasceva così la repubblica del Texas, lo “Stato della Stella Solitaria” (Lone Star State), dalla figura che campeggiava al centro della sua bandiera. Fresidente fu eletto Sam Houston e segretario di Stato divenne Stephen Austin. Nel 1839 la città di Waterloo (ribattezzata Austin in onore del “Padre del Texas” nel frattempo deceduto) venne fatta capitale • Subito dopo la nascita della repubblica si pose il problema dell’annessione del Texas agli Stati Uniti, un’eventualità caldeggiata dagli stessi texani, i quali si erano espressi in tal senso con un referendum del 1837, ma osteggiata dalle grandi potenze europee (soprattutto Gran Bretagna e Francia), che temevano che in questo modo gli Stati Uniti sarebbero arrivati a controllare tutto il sudovest del continente. Con la presidenza del democratico James Polk, il 29 dicembre del 1845 si arrivò all’annessione del Texas, che poi divenne il ventottesimo stato della Federazione in base a un voto espresso sia dal Congresso di Washington sia da quello di Austin. La decisione portò alla guerra tra Stati Uniti e Messico, che ancora non si era rassegnato alla perdita. Al conflitto pose fine il trattato di Guadalupe-Hidalgo, ratificato il 10 marzo 1848 e con il quale il confine venne fissato sul corso del fiume Rio Grande • Con il Texas entrò a far parte degli Stati Uniti d’America non solo un enorme estensione territoriale ma anche un’immenso potenziale economico. Si stabiliva così ufficialmente la saldatura tra la cuultura dl vaquero messicano e quell del cowboy, e il Texas avrebbe svolto un ruolo centrale nell’espansione dell’industria dell’allevamento (all’atto dell’ingresso nella Federazione, il Texas presentava un rapporto tra esseri umani e bovini di 1 a 6) • Il Texas fu la vera riserva di - 132 -


carne bovina degli Stati Uniti, in un’epoca nella quale la popolazione umana stava aumentando vertiginosamente. Le cifre che riguardato lo Stato della Stella Solitaria tra gli anni 1867 e 1881 sono eloquenti (tra parentesi il numero dei capi espresso in migliaia): 1867 (35), 1868 (75), 1869 (350), 1870 (300), 1871 (600), 1872 (350), 1873 (405), 1874 (166), 1875 (151), 1876 (322), 1877 (201), 1878 (265), 1879 (258), 1880 (250), 1881 (250). In totale 4.122.000 capi. • I texani ebbero da sempre fama di gente dura, in sintonia con le asprezze che il territorio e il clima nel quale vivevano imponeva loro: The devil soon saw he had everything needed / to make up a hell and so he proceeded. // He scattered tarantulas over the road, / put thorns to the cactus and horns to the toads, / he sprinkled the sands with million of ants / so the man that sit down must wear soles on his pants. / He lenghtened the horns of the Texas steer / and added an inch to the jack rabbit’s ear. / He put water puppies in all lakes / and under the rocks he put rattlesnakes (Il diavolo vide subito che c’era tutto ciò di cui aveva bisogno / per fare un inferno e così si mise all’opera. // Sparse tarantole lungo la strada, / mise le spine ai cactus e corna ai rospi, / spruzzò la terra con milioni di formiche / così che l’uomo che si fosse seduto doveva avere suola ai pantaloni. / Allungò le corna alle vacche del Texas / e aggiunse tre centimetri alle orecchie del coniglio. / Mise pesci carnivori nei laghi / e sotto le rocce pose i serpenti a sanagli), da Devil Made Texas. • L’attuale Stato del Texas ha una superficie di 692.402 chilometri quadrati (l’Italia misura 301.263 chilometri quadrati). Nel censimento dell’anno 2000 la sua popolazione ammontava a 20.955.000 individui: 30,2 per chilometro quadrato. Texas butter (butter = burro) intingolo fatto con farina, acqua e grasso animale liquefatto. Texas fever (fever = febbre) malattia del bestiame che si supponeva provocata da un parassita (texas tick). Il terrore per questa malat- 133 -


tia che colpiva il betiame che giungeva dal Texas (alla quale in realtà i longhorn texani erano immuni ma solo portatori sani) si diffuse dopo la Guerra Civile, quando i contadini del Kansas bloccarono le mandrie che lasciando il Texas attraversavano il Territorio Indiano. Della situazione approfittarono i reduci sbandati del conflitto (jayhawker), i quali, con la scusa di bloccare il passaggio di quelle bestie, in realtà le rubavano. • La malattia (nota anche come spanish fever) era provocata da un parassita, nei confronti del quale i Longhorn avevano sviluppato anticorpi specifici. Texas Rangers (da to range = muoversi su una vasta estensione di territorio) il più vecchio corpo assimilabile, almeno nelle funzioni, con la polizia degli Stati Uniti. Fu creato nel 1823 e formalmente organizzato nel 1835. Quando Stephen Austin era impegnato nella colonizzazione della provincia spagnola del Texas, ingaggiò un gruppo di uomini a cavallo per pattugliare il territorio e tenero d’occhio le mosse degli indiani. Texas tick (tick = zecca) insetto ritenuto l’agente infettante della texas fever. Texas rig (rig = sella) sella a due cinghie, solitamente preferita dai cowboy del Texas. Texas tie (tie = nodo) il nodo fatto intorno al pomo (apple) della sella e usato per la tecnica hard-and-fast. Texas yell (yell = grido) le grida acute lanciate dal cowboy per incitare la mandria, avvertire un compagno di un pericolo o in segno di gioia entrando in una cattle town alla fine della pista e così via • Questo grido è presente nel ritornello di molte canzoni: Cum a ti yi yippi ay / Cum a ti yi yippi ay. - 134 -


three saddles (three = tre; saddles = selle) perché un cavallo fosse considerato domato doveva essere cavalcato tre volte dal domatore (bronc buster). Dopo le “tre selle” il cavallo era consegnato al proprietario e il domatore veniva pagato. throw back, to (to throw = scacciare; back = indietro) scacciare i bovini che pascolono su una proprietà che non appartiene al loro proprietario. tie-man (da to tie = legare; man = uomo) il cowboy che teneva il lasso legato al pomo della sella già durante il lancio (hard-and-fast). tiger (tigre) il gioco di carte detto faro. Sulla scatola era disegnata una tigre. timothy un tipo di erba particolarmente adatta all’allevamento del bestiame (Phleum pratense). Prese il nome da un certo Timothy Hanson, che sosteneva di essere il primo ad averla sfruttata con grande profitto. tophorse (top = cima; horse = cavallo) il miglior cavallo del gruppo (string) in dotazione al cowboy. Il suo cavallo preferito • Now when I die take my saddle from the wall / Put it on my tophorse, lead him out of the stall / Tie my bones to his back, turn our heads to the West / And we’ll range the country we love the best (Quando morirò prendete la mia sella dal muro / Mettetela sul mio cavallo preferito e conducetelo fuori dal recinto / Legate le mie ossa alla sua groppa e volgeteci verso ovest / E noi ce ne andremo in giro nel paese che amiamo di più) da I Ride an Old Paint. tongue oil (tongue = lingua; oil = olio) whiskey ad alta gradazione alcolica • Parlantina sciolta. - 135 -


top-hand (top = vertice; hand = mano, uomo) il miglior cowboy all’interno dell’outfit. trail (pista) il percorso seguito dalle mandrie per raggiungere la cattle town dove sarebbero state caricate sui vagoni ferroviari. Le più importanti furono quelle che univano il Texas al Kansas; altre si spingevano ancora più a nord, nel Wyoming, nel Montana e nel Nebraska. Inizialmente il percorso era tutt’altro che chiaramente segnato: si trattava di muoversi tra un punto di riferimento e l’altro, in un ambiente ostile con un clima spesso ai limiti del sopportabile (caldissimo o freddissimo) e con il costante incubo di dover trovare l’acqua per fare abbeverare le bestie • Per affrontare un impegno tanto arduo e insidioso come il trasferimento di una mandria lungo la pista non bastava avere coraggio, occorreva anche una metodica preparazione, un’accurata organizzazione, una precisa divisione dei compiti, un equipaggiamento adatto. L’esperienza era fondamentale e così gli uomini che avevano già percorso la pista divennero sempre più ricercati e i migliori di loro venivano posti a capo della spedizione (trail boss) • Una mandria di un migliaio di capi (era la media corrente, ma non mancarono quelle di tremila capi) abbisognava un outfit di una decina di uomini. Ogni uomo disponeva di più di un cavallo: quello che montava, uno o due per il cambio nel corso della giornata, uno per il trasporto delle cose personali (pack-horse). Un cavallo particolare per il turno di notte (night-horse) era di uso comune, e quindi di questo tipo ne potevano bastare due in tutto. Poi vi era il chuckwagon condotto dal cuoco e di solito trainato da muli. Nel chuckwagon trovavano posto le scorte di cibo, gli attrezzi per la cucina e botti d’acqua potabile. Il trail-boss si sceglieva un aiutante diretto (segundo). Del gruppo faceva parte anche un wrangler, che doveva badare ai cavalli sia durante la marcia sia durante le soste • Di solito la mandria si spostava lungo la pista in fila indiana. Si formava cioè una lunghissima colonna di animali, che aveva lo “spessore” di pochi capi e una lunghezza che poteva arrivare al chi- 136 -


lometro e anche superarlo. Prima preoccupazione era individuare l’animale che avrebbe guidato la marcia, che si sarebbe posto in testa alla colonna: il lead steer, ma questo lo si poteva riconoscere solo dopo qualche giorno di cammino. Nel frattempo poteva gernerarsi parecchia confusione e si creava quello che il cowboy chiamava mill (mulino), con gli animali che non trovando un capo d seguire si muovevano in cerchio, ritrovandosi sempre più o meno al punto di partenza e comunque avanzando di poco lungo la pista. Erano momenti difficili, nei quali la mandria correva il rischio di disperdersi e per cowboy era un continuo impegno cercare di tenerla unita. Poi finalmente il lead-steer veniva individuato, usciva dalla massa e si poneva in testa alla mandria, respingeva il tardivo assalto di eventuali concorrenti e le cose cominciavano a funzionare. Da quel momento in seno alla mandria in movimento ci sarebbe stata una sorta di precisa distribuzione dei posti e delle gerarchie, e si poteva essere certi che un giorno dopo l’altro si sarebbe trovato lo stesso animale nella stessa posizione all’interno della lunga fila che si era formata. Al lead-steer veniva appeso al collo un campanaccio perché gli altri animali lo sentissero e lo seguissero e perché gli uomini ogni mattina potessero facilmente localizzarlo. Finalmente, tranquilla e sicura, la lunga colonna di bovini si poneva in marcia, serpeggiando attraverso sterminate pianure, aride badland, tratti sassosi, quasi fosse una colonna di soldati. A volta capitava che il lead-steer si azzoppasse o che fosse troppo stanco per mantenere la posizione di testa; allora l’animale si lasciava rimontare dal resto della mandria e stazionava un poco nelle retrovie fino a che non si fosse rimesso in forma, mentre il suo posto veniva preso da uno di quei capi che all’inizio gli aveva conteso la posizione d’avanguardia • La mandria in movimento era “curata” dai cowboy secondo specifici compiti. I due uomini più esperti venivano posti in testa al gruppo (point rider) perché indicassero la strada, mantenessero la giusta andatura, quella che non causasse un eccessivo dispendio di energie agli animali e conseguente calo di peso, e perché prendessero immediate decisioni in caso di imprevisti. A - 137 -


fianco della mandria e nel primo terzo della sua lunghezza vi erano gli swing rider, che facevano un movimento a pendolo, avanti e indietro, ricacciando al loro posto i capi che fossero usciti dalla fila. Nel primo terzo della lunga mandria questa eventualità era più probabile. Il secondo terzo della colonna era presidiato dai flank rider, che assolvevano allo stesso compito degli swing: in pratica questi cowboy con il loro movimento a pendolo compivano un tragitto ben più lungo di quello percorso dai bovini. L’ultimo terzo e la retroguardia erano affidati ai drag rider. Era questa la disagiata posizione riservata ai novellini, a quelli che per la prima volta affrontvano il trasferimento e che comunque vantavano una minore esperienza. “dragavano” la pista, sospingendo le bestie stanche, soccorrendo quelle ferite o in difficoltà, recuperando quelle disperse. Era una fatica improba, non solo per la difficoltà insita nel dovere costringere a camminare bestie che avrebbero preferito accucciarsi e riposare, ma anche perché dietro la mandria in movimento si alzava un fitto polverone, che i poveri rider respiravano nonostante la bandana legata sulla bocca e sul naso • Ogni mattina, dopo che i cowboy avevano consumato la prima colazione, il chuckwagon condotto dal cuoco si portava in testa alla colonna e la sopravvanzava di un bel tratto, andando a cercare un posto lungo la pista dove approntare il pasto di mezzogiorno. Così quando i cowboy arrivavano inevitabilmente affamati, il pranzo era già pronto. In questo modo, dato che anche nel pomeriggio si sarebbe seguita la stessa pratica, il cuoco con il suo carro finiva per compiere il viaggio in solitudine: come dire che per fare il cook in questi lunghi viaggi era necessario essere un tipo abbastanza particolare, con doti psichiche non comuni • Per il pasto di metà giornata la marcia non veniva interrotta. I cowboy si portavano a turno al chuckwagon, mangiavano velocemente, si rinfrescavano, si rimettevano in sesto, cambiavano cavallo e poi tornvano al proprio posto, accanto alle bestie che avevano proseguito la lenta marcia. A sera, prima del pasto, la mandria veniva sistemata per la notte (bedding down). Prima di coricarsi, il trail boss aveva l’accortezza di puntare le stanghe - 138 -


del chuckwagon verso la Stella Polare: questa indicazione sarebbe servita il giorno seguente per muoversi nella giusta direzione, in assenza, come accadeva nelle pianure nordamericane, di altri punti di riferimento e, come poteva accadere, di una bussola • Per la notte si organizzavano turni di guardia, ai quali partecipavano tutti tranne il cuoco e il wrangler, che rimaneva accanto ai cavalli. Negli outfit più numerosi e ricchi poteva esserci un cowboy specializzato per questo tipo di compito (night-guard), ma normalmente si dividevano in turni di due uomini per volta. Montavano i loro night-horse, “il cavallo con gli occhi negli zoccoli” e cominciavano a girare intorno alla mandria, in senso opposto l’uno all’altro. Se c’era la luna il compito era facilitato e i cowboy cercavano di tenere sotto controllo anche l’arco dell’orizzonte, ma se la notte era completamente buia si affidavano all’istinto del cavallo, il quale si comportava come un cane da pastore, andando spontaneamente a recuperare i capi irrequieti che si erano allontanati. È realtà ampiamente accertata il fatto che durante i turni di notte il cowboy mormorasse canzoni lente e tranquille, quasi delle ninne nanne, ovviamente senza accompagnamento strumentale, con le quali teneva compagnia a se stesso, tranquillizzava le bestie e manteneva un contatto uditivo con il collega (night herding song) • Fare abbeverare una mandria di un migliaio di capi dopo una giornata di marcia sotto il sole era impresa tutt’altro che semplice e priva di rischi. Gli animali fiutavano la presenza dell’acqua e cominciavano ad agitarsi e ad accelerare il passo, allora i cowboy cercavano di dividere la grande mandria in gruppi più piccoli, lasciando accelerare quelli di testa e cercando di rallentare gli altri in modo che gli animali arrivassero all’abbeverata un poco alla volta. Non era però improbabile che i capi più lenti, più affaticati o malati venissero travolti e uccisi dagli altri che premevano alle spalle • Una delle grandi incognite del trasferimento sulla pista erano i corsi d’acqua. Non era possibile prevedere con ragionevole esattezza lo stato in cui li si sarebbe trovati: potevano esere completamente asciutti, privando le bestie di un ristoro sul quale si era fatto conto, oppure pote- 139 -


vano essere gonfi e vorticosi per un temporale scatenatosi molto lontano e non avvertito, venendo così a creare un arduo ostacolo che in ogni caso andava superato. Si formavano gorghi, mulinelli e piccole rapide, e diventava un vero problema far passare a guado centinaia di capi, per buoni nuotatori che fossero, ed era sempre in agguato la stampede. L’esperienza aveva insegnato un modo di procedere che poteva ridurre il rischio e le perdite. Swing rider e flank rider entravano in acqua con i cavalli, nuotatori provetti, e formavano una specie di corridoio attraverso il quale sarebbe passata la mandria. Fatto ciò i point rider sospingevano nella corrente il lead steer e con esso il primo gruppo di bovini, che lo avrebbe seguito. Era un momento cruciale, perché se il lead steer si fosse rifiutato di affrontare il fiume, si fosse impuntato o peggio si fosse spaventato, avrebbe messo in subbuglio l’intera mandria, con conseguenze spesso disastrose. Ma una volta entrato in acqua il lead steer - il più delle volte lo faceva di buon grado - si poteva essere quasi certi che gli altri lo avrebbero seguito. Esisteva però un altro pericolo: che la corrente fosse veramente troppo impetuosa o che uno degli animali dell’avanguardia decidesse di tornare indietro perché spaventato o perché stanco. A questo punto potevano crearsi due movimenti di marcia contrapposti: nasceva il panico, le bestie si ferivano tra loro, alcune annegavano, altre venivano trascinate lontano dalla corrente, altre ancora erano travolte dalle compagne. In queste circostanze la spedizione correva il rischio di finire miseramente. Tornava in gioco l’esperienza: i mandriani dovevano individuare il punto giusto per il guado, che non sempre era quello dove l’acqua era più bassa ma quello dove presumibilmente la mandria avrebbe fatto meno fatica a nuotare, dove non vi erano rocce a filo della corrente, dove le rive erano meno scoscese (soprattutto quella opposta, di risalita) e dove non si scorgevano probabili cause di panico (un gorgo oppure un ramo impigliato tra i sassi). Poi dovevano regolare il passo delle bestie, evitando che troppe si trovassero in acqua nello stesso momento, e fare in modo che il lead steer raggiungesse in breve tempo la sponda opposta, dove il suono del suo cam- 140 -


panaccio avrebbe richiamato le compagne. Mentre nuotavano le bestie andavano incitate, ma solo con la voce, senza mai toccarle perché sarebbe bastato poco per spaventarle e creare il caos. Quelle che si trovavano veramente in difficoltà venivano incitate con l’esempio, ponendosi al loro fianco e procedendo lentamente ma regolarmente • Quando c’era un ponte, la traversata avveniva in maniera più tranquilla, ma anche in questo caso era necessario prendere alcune precauzioni. Ancora una volta la mandria veniva suddivisa in gruppi di una ventina di capi onde evitare che si creasse un ingorgo a metà strada. Davanti a ogni gruppo si poneva un cowboy e un altro si frapponeva tra un gruppo e l’altro. Poi gli animali venivano spinti al piccolo trotto, accompagnandoli con continui incitamenti vocali per evitare eventuali e probabili dietrofront. A volte si prendeva al lasso un vitello e lo si trascinava sul ponte all’altra sponda: i suoi muggiti erano un richiamo per il resto della mandria, a cominciare dalla madre • I trasferimenti in media duravano uno-due mesi con una media di 30 chilometri al giorno, per un totale di oltre un migliaio di chilometri. Le piste più famose furono la chisholm, la goodnight-loving, la Shawnee, La Western Cattle. • Oltre alle piste per il bestiame (cattle trail) altre rivestirono un ruolo fondamentale nella storia degli Stati Uniti: tra queste la oregon trail, che partiva da Independence nel Missouri per raggiungere Oregon City. Fu una delle direttrici della colonizzazione del West • Il più lungo trasferimento della storia fu compiuto da Nelson Story con oltre 3.200 chilometri. Nel 1866 Story radunò seicento capi nel Texas e si diresse a settentrione per raggiungere Baxter Springs nel Kansas, ma l’ostilità degli abitanti lo costrinse a cambiare percorso e così decise di raggiungere il Montana. Prima passò da Fort Laramie, nel Wyoming, e da qui si diresse alla volta di Fort Phil Kearny, dove si trovò nel mezzo di una rivolta indiana. Il comandante del forte gli ordinò di non proseguire. Story mise ai voti tra i suoi uomini se fosse il caso di abbandonare l’impresa ma tutti, tranne uno, dissero che bisognava proseguire. Silenziosamente, nella notte del 21 ottobre la mandria riprese la marcia per attraver- 141 -


sare la terra dei Sioux in rivolta. L’impresa riuscì, con la perdita di un uomo e il ferimento di altri due, e il 9 dicembre Story raggiunse Virginia City, nel Montana • Non portò alla creazione di una pista, ma nel 1854 Tom Candy Pointing riuscì a condurre una mandria di un centinaio di capi dal Texas a New York (il trasferimento, tra infinite vicissitudini, durò più di un anno). trail-boss (trail = pista; boss = capo) cowboy sul quale ricadeva la responsabilità del trasferimento della mandria. • Con il passare del tempo si arrivò alla prassi per la quale i grandi mercanti del Nord che decidevano di acquistare una mandria affidavano tutta l’operazione a un trail-boss, solitamente un uomo del Texas, senza che loro dovessero lasciare le lussuose residenze dove abitavano. Il trail-boss reperiva le bestie, contrattava il prezzo, sceglieva gli uomini, si occupava della attrezzature e tutto quanto. La stessa procedura usavano gli allevatori che intendevano spedire le mandtie al Nord, ma per lo più sceglievano il trail-boss tra i propri uomini del ranch. trail-town (trail = pist; town = città) vedi cattle town. tumbleweed (da to tumble = rotolare; weed = erba) qualunque tipo di piccolo arbusto di forma rotondeggiante che, una volta disseccato, venisse divelto e trasportato dal vento. twister (da to twist = far girare, torcere) domatore di cavalli. Vedi breaker e bronco buster. two-gun man (two = due; gun = arma da fuoco; man = uomo) individuo che portava due rivoltelle nel cinturone. Di solito era considerato un esaltato.

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U underbrush (under = sotto; brush = cespuglio) sterpaglia. uneducated (non istruito) cavallo che non ha ancora appreso alcuna tecnica di lavoro con il cowboy (in particolare il cutting out). United States gli Stati dell’Est visti da chi era nato nell’Ovest e ancora non aveva capito di far parte di un’unica nazione, oppure polemicamente ricordava il desiderio secessionista del Sud. unwind (da to wind = avvolgersi di una spirale; unwind = il movimento contrario, lo svolgersi) quando il cavallo da domare stava per scatenare la sua furia. us uns (us = noi; uns sta per ones) espressione strettamente gergale: significa “tutti noi”.

V vaca (spagnolo) vedi cow. vaquero (dallo spagnolo vaca = vacca; mandriano) predecessore del cowboy. Nell’attività del vaquero erano già presenti molti aspetti del lavoro del cowboy, molte tecniche di lavoro e molti strumenti da questo poi utilizzati. • Il vaquero operava soprattutto nella California spagnola dove, nel 1769, i padri Francescani quando arrivarono portarono un modesto numero di vacche da latte e di animali da carne, che entro pochi anni si dimostrarono economicamente rilevanti per le scarse risorse dei religiosi, i quali decisero di avvalersi dell’aiuto della popolazione indigena per sviluppare i loro commerci. Questa attività - 143 -


si diffuse nella zona del Rio Grande, Texas. Tra i frati vi erano anche figli della nobiltà spagnola, i quali insegnarono alla loro povera manovalanza a cavalcare e a lavorare sui pascoli. A poco a poco gli allievi superarono i maestri. Inizialmente dovette essere superato l’ostacolo costituito da una vecchia legge coloniale che vietava agli indiani l’uso del cavallo, considerato strumento di guerra. I religiosi ignorarono il divieto. • Su scala ridotta, i vaqueros arrivarono a porre in atto tutti quei procedimenti lavorativi che sarebbero passati al cowboy. La saldatura tra i due si trova nell’ingresso della repubblica del Texas nella Federazione americana. Furono i vaqueros a recuperare, soprattutto nella zona selvaggia intorno al fiume Trinity e tra il Nueces e il Rio grande, i discendenti dei bovini portati in america dai conquistadores spagnoli e che ormaai da tempo conducevano una vita selvatica. vigilante uomo assoldato dagli allevatori per difendersi dai ladri di bestiame. Vennero anche organizzate squadre di questi individui, il tutto senza alcun riconoscimento legale (committees of vigilance = comitati di vigilanza).

W wagon boss (wagon = carro; boss = capo) cowboy, di solito relativamente anziano, messo a dirigere e a svolgere opera di supervisione e sorveglianza generale in un roundup al quale prendevano parte più proprietari. Veniva eletto con accordo comune tra questi. Vedi anche captain. walk-down (to walk =camminare; down = giù) stancare un gruppo di cavalli selvaggi al fine di catturarli. La tecnica consisteva nel seguire i cavalli senza dar loro il tempo di mangiare e riposare e alla fine catturarli più o meno tutti insieme. - 144 -


Walker Samuel vedi colt. Quando Samuel Colt si trovò con problemi finanziari, Walker, capitano dei Texas Rangers, convinse il Presidente degli Stati Uniti, Polk, ha ordinare mille revolver del collega, risollevandone le sorti economiche. wash (to wash = lavare) corso d’acqua stagionale. wattle (bargiglio) un marchio (brand) che consisteva nel tagliare una strisciolina di pelle sulla guancia o all’attaccatura della zampa anteriore del bovino, senza staccarla completamente in modo che rimanesse pendente. wet stock (wet = bagnato; stock = bestiame) animali, bovini o cavalli, introdotti illegalmente negli Stati Uniti attraversando il Rio Grande. whiskey certo la bevanda alcolica più popolare nel West. • Diceva una canzone: If ocean was whiskey / And I was a duck / I’d dive to the bottom / And never get up (Se l’oceano fosse whiskey / E io fossi un papero / Mi immergerei fino in fondo / E non tornerei mai più su). Erano in uso molti soprannomi per questo alcolico, tutti rivolti a esemplificarne la “forza”. wild indian (wild = selvaggio) indiano che si è opposto all’arrivo dei Bianchi e alle novità da lui introdotte e che continua (come singolo oppure come gruppo) nel suo atteggiamento di ostilità e di opposizione. Il suo contrario è il tame indian. Winchester marca di armi da fuoco creata da Oliver Winchester. Il modello più famoso fu il 1866, detto Yellow Belly (pancia gialla). windy (ventoso) chiacchierone, uno che le spara grosse, logorroi- 145 -


co, millantatore. Una ballata, Windy Bill, rcconta di un tipo di questo genere, il quale si vantava di poter prendere al lasso qualunque animale e che invece viene buttato a gambe all’aria da un vecchio toro. wishbook (wish = desiderio; book = libro) i grossi cataloghi di vendite per corrispondenza che il cowboy si faveva mandare e sui quali passava ore a sognare. women (donne) messicane, indiane, meticce nel ranch; prostitute professionali nelle cattle town: queste erano le frequentazioni femminili del cowboy, per lo più costretto a ballare tra maschi durante i momenti di svago sui pascoli. Recentemente sono state avanzate anche insinuazioni sulla sua virilità, ma il sospetto di omosessualità è luogo comune per le comunità di soli uomini (marinai, boscaioli, carcerati e così via) • Diceva un detto molto diffuso sui pascoli: «Ci sono solo due cose delle quali un cowboy ha paura: una donna per bene e ritrovarsi appiedato». A questa proverbiale affermazione faceva da controcanto il diffuso aneddoto della fanciulla dell’Est che chiese alla madre: «I cowboy mangiano l’erba?», alla quale la madre rispose: «No, cara, in parte sono esseri umani». In realtà al di là delle frequentazioni occasionali, nella vita del mandriano del West sembra esserci stato poco spazio per una presenza femminile, e si diceva che le donne gli erano utili «come la quinta ruota a un carro». Battute a parte, e considerando che con la paga di un dollaro al giorno non era facile pensare seriamente al matrimonio, è osservazione fondamentale quella dell’antropologo Walter Goldschmidt, secondo il quale «occuparsi del bestiame è attività riservata agli uomini; e non è un fatto culturalmente irrilevante che ciò sia universalmente vero per le società pastorali dove si allevano animali su larga scala. Infatti, mentre il faticoso lavoro attinente alla coltivazione dei campi può essere svolto anche da una donna incinta, il bestiame richiede quella libertà dalla gestazione di un figlio che è propria del maschio» • Una traccia - 146 -


dell’atteggiamento del cowboy verso l’altro sesso possiamo trovarla in alcune canzonu: I ain’t got no use for the women / A good one can never be found / They’ll stay by man who’s got money / And laugh in his face when he’s down // They’re all alike at the bottom / Selfish and graspin’ for all / Stay by a man when he’s winnin’ / And split the blanket at his fall (Non so che farmene delle donne / Una brava non la si rova mai / Stanno con un uomo quando ha i soldi / E gli ridono in faccia quando è a terra // In fondo sono proprio tutte uguali / Egoiste e pronte ad arraffare ogni cosa / Stanno con un uomo quando vince / E si mettono con un altro quando cade). La stessa misoginia, ma più sconsolata, si trova in un’altra canzone nella quale si narra di un cowboy che, mentre è lontano, viene a sapere che la ragazza della quale è innamorato, ha spostato un altro; ecco la morale: If you ever court a pretty girl just mark her while you can / ‘Cause when you’ll go to the northern range she’ll marry another man (Se mai vi capita di fare la corte a una ragazza carina, marchiatela mentre potete / Altrimenti quando vi recherete nei pascoli del Nord lei indosserà il marchio di un altro uomo). Vedere anche girls of the line, queen e alla voce cattle baron. woollies (da wool = lana) pecore. Gli allevatori di bovini condussero un’aspra lotta contro gli allevatori di ovini, perché i loro animali, a differenza delle vacche, brucavano l’erba strappandone anche le radici e quindi impedivano il rinnovamento dei pascoli. Una voce infondata sosteneva anche che le zampe delle pecore trasudassero una sostanza che seccava l’erba. working ground (da to work = lavorare; ground = terreno) l’appezzamento dove aveva luogo il roundup. wrangle, to da wrangler: occuparsi dei cavalli. wrangler (dallo spagnolo caballerango = stalliere; successivamente - 147 -


corrotto dagli americani di lingua inglese in caverango) mozzo di stalla. Di solito il più giovane cowboy del gruppo impegnato nel ranch e lungo la pista (trail). A lui era affidata la cura dei cavalli. Se vi erano due wrangler, quello che si occupava degli animali alla mattina era detto dew wrangler (dew = rugiada) • Una ballata, Little Joe the Wrangler, celebra con commozione la morte di un wrangler durante una stampede: It was little Joe the wrangler, he’ll wrangle never more / his days with the remuda they are o’er. / ‘Twas a year ago last summer he rode up to the herd /just a little Texas stray and all alone. [...] // ‘Tween the streaks of lightnin’ we could see that horse there out ahead, /it was little Joe the wrangler in the lead, / he was ridin’ old Blue Racket with his slicker for a blind /a-tryin’ to check them lead cows in their speed. [...] // Next mornin’ just at sun-up we found where Racket [il cavallo] fall / down in a washout forty feet below / beneath his horse smashed to a pulp his spurs had rung the knell / for our little lost horse herder, wrangler Joe (Era il piccolo Joe, il ragazzo di stalle, e non lavorerà mai più / i suoi giorni con i cavalli sono finiti. / Fu un anno fa, l’estate scorsa, che raggiunse la mandria / un piccolo texano smarrito e solo. [...] // Alla luce dei fulmini potemmo vedere che davanti alla mandria c’era un cavallo / ed era proprio il piccolo Joe, là davanti a tutti, / era in sella al vecchio Blue Racket, al quale aveva coperto gli occhi con l’impermeabile / e cercava di raggiungere le bestie di testa in fuga. [...] // Il mattino dopo, appena sorto il sole, trovammo dove era caduto Racket / giù in una frana, dieci metri in basso / schiacciato insieme al cavallo, gli speroni avevano suonato a morto / per il piccolo ragazzo dei cavalli, il giovane Joe, che avevamo perduto per sempre).

X XIT il nome e il marchio (brand) del ranch più famoso. Significava «Ten in Texas», perché si diceva che si stendesse su dieci contee - 148 -


(in realtà erano nove) nel panhandle del Texas, per un totale di tre milioni di acri. • Sul finire degli anni Ottanta la società che lo gestiva (Capitol Syndacate) creò un ranch gemello nel Montana, tra i fiumi Yellowstone e Missouri. Le mandrie che si trasferivano dall’uno all’altro mettevano gli zoccoli in sette stati diversi: Texas, Oklahoma, Colorado, Nebraska, South Dakota, Wyoming e Montana, coprendo una distanza di quasi duemila chilometri. Alla vigilia del trasferimento l’ordine era «Puntate gli occhi sulla Stella Polare e andate dritto fino a quando non vi bagnerete nello Yellowstone» • Il primo responsabile dello Xit fu un certo B. H. (Barbecue) Campbell, un cowboy molto all’antica, che ben presto litigò con la proprietà e se ne andò. Il suo posto venne preso dal famoso A. G. Boyce, una vera eminenza grigia dei pascoli, che per diciotto anni governò il pascolo come vero signore e padrone, stabilendo ferree regole che addirittra superavano quelle federali, sostenendo la campagna contro il gioco d’azzardo, il consumo degli alcolici e non rispettando il tradizionale dovere di ospitalità, che era una delle più diffuse e rispettate leggi non scritte del West. Divise il trritorio dello Xit in otto distretti e li affidò ad altrettanti responsabili alle sue dirette dipendenze, i quali dovevano rispondere delle proprie azioni prima a lui che alla legge. I cowboy dello Xit conducevano una vita durissima ma in compenso ricevevano una paga leggermente superiore a quella standard. • All’inizio del 1888 presso lo Xit vennero redatte 23 regole poste sotto il titolo di “General Rules of the xit Ranch”, nelle quali si scorge un’impostazione burocratica prima impensabile in un mestiere come quello del cowboy. Le regole riguardavano in modo particolare e particolareggiato i rapporti tra il datore di lavoro e i dipendenti che venivano assunti oppure che lasciavano l’azienda, il comportamento dei dipendenti stessi tra loro e nei confronti dei responsabili dell’azienda, la condotta da tenere nel pur breve tempo libero da impegni lavorativi, il rapporto tra cowboy e animali presenti all’interno del territorio appartenente allo Xit, i beni personali del singolo cowboy e altro ancora. - 149 -


Y yearling (da year = anno) vitello di un anno di età. yellow leg (yellow = giallo; leg = gamba) i soldati della cavalleria degli stati uniti, la cui uniforme aveva una banda gialla l’ungo la parte esterna del calzone. yucca cactus del genere Liliaceae.. yucca country (yucca vedi sopra; country = paese, regione) tutto il Sudovest.

Z zebra dun cavallo marrone con strisce più scure. Una ballata (Zebra Dun) racconta di come uno straniero, che i cowboy ritengono un pivellino appena arrivato dalla città, riesca a domare uno scatenato zebra dun.

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