Taste of Thailand

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Anno 1 - Numero 2 - Ottobre 2015

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Claudia Gerini

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“Khao lak e SImilan, ” a i l g i v a r e m che



“Turismo, pilastro dell’economia Thailandese” Yuthasak Supasorn è il nuovo Governatore Tourism Autority of Thailand

La nomina è recentissima, ufficializzata il primo settembre 2015: Yuthasak Supasorn è il nuovo Governatore della TAT, la Tourism Authority of Thailand. A lui va il caloroso benvenuto dell’ente del Turismo della Thailandia in Italia. Il 2015 è uno degli anni migliori, in termini di arrivi dall’Italia in Thailandia: dopo sei anni di continua crescita, nei primi sette mesi di quest’anno è stato registrato un aumento degli arrivi dell’11 per cento. Questo è il segno di un grande amore da parte italiana per la Terra del Sorriso, che ha fatto impennare fino a 230 mila gli arrivi degli italiani che hanno deciso di trascorrere le proprie vacanze in Thailandia. E anche quest’anno, come nel 2014, sembra che sia proprio l’Italia a registrare fra tutti i paesi europei il maggior incremento di partenze verso la Thailandia. Nel suo primo intervento pubblico da Governatore, Yuthasak Supasorn ha voluto sottolineare come il turismo sia “uno dei principali pilastri dell’economia della Thailandia”. Ha ribadito come il paese sia “una meta turistica accogliente” e ha annunciato una serie di iniziative per incoraggiare ancora di più i turisti a visitare il “paese del sorriso” “Ma voglio anche migliorare il nostro lavoro alla TAT – ha aggiunto il nuovo Governatore - Ho intenzione di rafforzare ulteriormente la fiducia tra le persone all’interno e all’esterno dell’organizzazione e di costruire sul concetto di <SPIRIT TAT> per migliorare efficienza e trasparenza, al fine di rafforzare ulteriormente l’immagine ed il ruolo della TAT cercando nello stesso tempo di estendere ulteriormente le sue competenze”. Yuthasak Supasorn ha anche affermato di volersi impegnare per riuscire a costruire “sulle già solide fondamenta della TAT”, una robusta base di cooperazione con altre agenzie governative, il settore privato e alcuni partner all’estero. L’obiettivo che vuole perseguire è snellire le procedure interne per migliorare l’efficienza operativa della TAT, che resta un’importante impresa statale, come autentico “Guardiano del Turismo Thai”.

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NOTTI DA LEONI

E DA

STAR

“I klong, canali larghi e profondi, nella città sono le vie principali e nelle pianure le grandi strade di comunicazione”

Ernst Young

Per passare una notte da star, dormire nel letto dove ha riposato Bradley Cooper: al Lebua at State Tower, su Silom road, nel centro di Bangkok e poco lontano dal fiume. E’ proprio questo l’albergo utilizzato per alcune scene di “Una notte da leoni 2”. Bradley Cooper ha dormito nella Suite Hangover.

LE ISOLE THAI PERLE D’ORIENTE Cinque isole thailandesi hanno guadagnato un posto tra le migliori al mondo nei TripAdvisor Travellers’ Choice Awards 2015, la cui assegnazione è determinata dai voti dei viaggiatori “globetrotter” del sito. Koh Tao (nella foto) è stata inserita tra le migliori cinque isole del mondo e ha guadagnato il primo posto in Asia. Le altre isole thailandesi che hanno conquistato il cuore dei viaggiatori sono Phuket (terza in Asia), Koh Samui (quarta in Asia), Koh Lanta (sesta in Asia) e Koh Phangan (settima in Asia). Nei Travellers’ Choice del 2014, Koh Tao era stata votata come numero uno in Asia e decima al mondo, mentre le altre erano tutte incluse nella top 10 d’Oriente. Delle cinque destinazioni oggetto di votazione, tre si trovano nel golfo di Thailandia.

VIVERE CON I LOCALI A KOH YAO NOI

Il Koh Yao Noi Community Based Eco-tourism Club (http://www.koh-yaonoi-eco-tourism-club.com/) sorge su una stupenda isoletta nella provincia di Pang-Nga e mette a disposizione degli appassionati di pesca tutti gli attrezzi necessari per per lo svolgimento di questo sport. I turisti possono alloggiare presso le famiglie di pescatori con la formula home-stay. Con loro si imparano le tecniche tradizionali della pesca, si esplorano le piantagioni di alberi di cocco e della gomma, si imparano i rudimenti del processo di lavorazione del batik. Una visita a Koh Yao Noi è il modo migliore per insegnare ai bambini ad essere responsabili nei confronti della natura e della società in cui ci troviamo dato che lo stile di vita dei locali è semplice e basato sulla conservazione dell’ambiente e della cultura.

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“Quelle decorazioni e il fasto della pagoda dell’alna lasciavano senza fiato” Yukio Mishima

FARFALLE SUL MEKONG, 20 ANNI DOPO A vent’anni dalla prima edizione, con una ricca e articolata nuova introduzione, torna il grande, avvincente libro di Corrado Ruggeri sul Sud-est asiatico: “Farfalle sul Mekong”. Ormai un classico della letteratura di viaggio, con sette edizioni nella Universale Economica Feltrinelli, “Farfalle sul Mekong” racconta la Thailandia, con alcuni capitoli sul Vietnam, e arricchisce con l’ironia una riflessione attenta e sensibile ai problemi e alle

contraddizioni dell’Oriente. “Bangkok - si legge nella nuova introduzione - è la calamita per ogni sogno smarrito, è il posto giusto per festeggiare un successo, il rifugio di vinti e sconfitti, il luogo dove cominciare a guardare più in alto. E’ una città che non condanna mai nessuno, che sa accogliere e anche stordire, una metropoli medicinale, capace di guarire malinconie, regalare speranza, cancellare nostalgie”.

MONUMENTI BANGKOK

NEI TOP TEN D’ASIA Tre dei monumenti più noti di Bangkok sono stati inseriti nella Top 10 dei luoghi più belli d’Asia stilata dagli utenti di TripAdvisor: il Buddha disteso nel Wat Po, conosciuto anche come Wat Phra Chettuphon, si è piazzato quarto tra i primi venticinque e il Grand Palace sesto. Il simbolo di Bangkok, il Wat Arun (noto anche come Tempio dell’Aurora) è nono in classifica, mentre il Wat Phra Kaew (o il Tempio del Buddha di smeraldo, all’interno del Grand Palace) è quindicesimo.

UN MUSEO PER GODZILLA Giocattoli provenienti da tutto il mondo, compresi Godzilla, soldatini di latta, un Superman a grandezza naturale. È certamente un museo originale il Million Toy Museum che attira ad Ayutthaya bambini ma anche molti adulti. È l’invenzione di un professore thailandese con la passione dei giocattoli provenienti da tutto il mondo. In mostra anche una collezione di amuleti buddisti e di antiche monete thailandesi.

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CHIANG RAI

LAOS

BIRMANIA

AYUTTHAYA NAKHON

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BANGKOK CAMBOGIA

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In Questo Numero

SIMILAN

KHAO LAK

PHUKET

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9 destinazioni 10 foto per un album KRABI

4 sentieri gastronomici

7 selfie


Sommario In viaggio con

Claudia Gerini

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Thai News

Direzione e Redazione Via Aonio Paleario 23, 03100 Frosinone info@erios.it Direttore Editoriale Sandro Botticelli Direttore Responsabile Carla Cirimbilla

08. Khao Lak - Il respiro del mare R O T T A

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Grafica e impaginazione Giacomo Alonzi

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Coordinamento Serena Campioni Consulenza Editoriale Corrado Ruggeri Stampa Edizioni Ponte Sisto - Roma

22. Ayutthaya - La città senza tempo

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V I A G G I O

N E L L A

S T O R I A

Rivista ufficiale dell’Ente del turismo Thailandese in Italia

26. Buo n Co mp lea nno M a es tà I L

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via Barberini 68 - 00187 Roma tel. 06 42014422

P O P O L O

32. Nelle Terre d ei Giga nti L’ A M O R E

P E R

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Editore Erios srl www.erios.it

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Registrazione del tribunale di Frosinone n° 23 del 12/01/2015

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LA RIVISTA DELLA

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56. La mia Tha ila nd ia I

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1. IL QUOTIDIANO ON LINE RIVISTANATURA.COM

Anno 1 - Numero 2 - Ottobre 2015

V I A G G I 2. LA RIVISTA DIGITALE MENSILE GRATUITA

68. Tha iness

3. LA RIVISTA SU CARTA TRIMESTRALE

T R A D I Z I O N I EDINAT, edizioni di NATURA tel. 039 9239.108 /.109, fax 039 9202455 iniziative@edinat.it

Claudia Gerini

“Khao lak e SImilan, che meraviglia”

Rivista ufficiale dell’Ente del Turismo Thailandese in Italia

70. La via d ella sp iritua lità

40 . F ree Climbing S P O R T

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74. Agenti in via ggio S O C I A L

76. Ecoturismo

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Jittima Sukpalin

Direttrice Ente per il

turismo Thailandese

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Credo sia importante visitare almeno un mercato galleggiante in quanto rappresent a un’occasione unica pe r addentrarsi nell’ant ico, tradizionale stile di vit a. Alcuni hanno luogo solo durante il week-end, altri in alcune partico lari giornate o in funzione de lle fasi lunari, altri in vece si animano tutti i giorn i dell’anno. Le imma gini, i suoni, la gamma di prod otti e gli odori creano un’atmosfera davvero unica e rappresentano un’es perienza tipica che si può viver e solo nel nostro Paes e. I mercati galleggianti si trovano un po’ ovun que ma i più belli e famosi si concentrano nelle pr ovince di Samut Songkram e Ra tchaburi, nella regio ne centrale della Thailandia .

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Dal “cibo di strada” al recupero della tradizione in ristoranti stellati, passando per un pranzo di genu ina ordinarietà cucinato da una famiglia. In fatto di sapori e pietanze la Thailandia offre ai visitatori un viaggio nel viaggio. Mangiamo 3 volte al giorno ma, fra un pasto e l’altro, sempre molto leggero, aggiungiamo volen tieri una serie di spuntini. Un altro modo per avvicinarsi al Thainess è immergersi nelle sue delizie gastronomiche e non esiste un modo migliore per cominciare la propria vacanza che quello di imparare l’arte culinaria thailandese con una o più lezioni presso una delle tante cooking class, sparse per il Paese.

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Una corsa in Tuk Tuk è tra i must della destinazione. Questi mezzi di trasporto sono taxi a tre ruote che affascinano anche per il brivido soft-adventure che si prova salendo a bordo. E’ un modo veloce per muoversi soprattutto a Bangkok, di cui può essere considerato un simbolo cittadino. Il nome deriva probabilmente dal rumore del motore ai regimi minimi, in effetti si tratta di un mezzo più simile ad una motocicletta che non ad un’automobile; non ha un volante ma un manubrio! Capelli al vento, mani saldamente ancorate alla sporgenza più affidabile: sentirete davvero di essere arrivati in Thailandia solamente dopo esserci saliti.

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Khao Lak il respiro del mare

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a felicità è qui intorno. Hat Khao Lak è il posto perfetto per chi cerca serenità, tranquillità, per chi non ama movida, affollamento, sfarzo, ma nello stesso tempo sa apprezzare comfort e servizi di qualità. Offre lunghe distese di sabbia orlate da colline boscose mentre l’acqua del mare, pulitissima e calda, è via privilegiata per scorrazzare sulla costa bagnata

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dall’Oceano Indiano ed esplorare il nord delle Andamane, raggiungendo in pochissimo tempo i parchi nazionali marini delle isole Similan e Surin. Sulla terraferma, altri parchi nazionali: Khao Lak / Lam Ru, Khao Sok e Phang-nga vi regaleranno giornate particolarmente interessanti e soprattutto a strettissimo contatto con la flora e la fauna locale.

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In Viaggio con Claudia Gerini foto di Riccardo Ghilardi

Non stupisce, quindi, che negli ultimi anni la meravigliosa spiaggia color bronzo di Khao Lak sia stata protagonista di uno sviluppo davvero inaspettato. Dopo la devastazione dell’area provocata dallo Tsunami del Dicembre 2004 e la successiva ricostruzione, sono sorti nuovi ed invitanti resort. I turisti (in particolare i subacquei) sono arrivati in massa e tutto è tornato alla normalità: l’offerta mare, sole, natura, verde, buon cibo e popolazione amichevole funziona molto bene ed oggi Khao Lak è una località perfettamente in grado di soddisfare le esigenze di diversi target di visitatori: non esistono centri commerciali ma non mancano di certo negozi, ristoranti, bar e tutte le attività di svago che ci

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aspetteremmo di trovare in una località balneare di livello. È questa una zona che si estende sulla terraferma includendo il tratto di costa che sale a nord da Phuket verso la provincia di Ranong. Il balzo dalla “Perla delle Andamane” Phuket è l’isola Thailandese più famosa nel mondo - è breve ma basta a portare il turista più esigente in luoghi di grande benessere: dall’hotel esclusivo all’ombra delle palme alla Spa, dal ristorante stellato alla riserva naturale, non manca nulla. Particolare non da poco: dietro al classico paradiso balneare c’è un mondo fatto di foresta pluviale, fauna selvaggia, cascate e specchi d’acqua. Da scoprire ciondolando sul dorso di un elefante, a bordo di una long-tail boat o più sempli-

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cemente a piedi. La scena è un trionfo di verde ed acqua. Questa parte della Thailandia è una delle più umide del Paese, la foresta pluviale che troviamo qui è tra le più antiche al mondo: a due passi dalle spiagge di Khao Lak, infatti, si possono effettuare magnifiche escursioni ed esplorazioni, dal bamboo rafting al percorso a dorso d’elefante, dal trekking all’arrampicata su roccia. Vale la pena dedicare una visita al Khao Lak Lam-Ru National Park. Il parco è una splendida collezione di scogliere, colline, spiagge, estuari, vallate ricoperte di foreste e mangrovie ed occupa una superficie di circa 130kmq. Oltre alla foresta pluviale si ammirano cascate e grotte, si attraversano boschi di palme

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da cocco, banani ma soprattutto piantagioni di caucciù. Dal centro visitatori si può tranquillamente partire per un’escursione a piedi percorrendo un sentiero di media difficoltà lungo 3 chilometri che porta all’estremità del capo fino alla spiaggia spesso deserta di Hat Lek (spiaggia piccola, in thai). Per il trekking guidato e per le gite in barca ci si rivolge alle agenzie di viaggi della cittadina. Consigliamo l’escursione panoramica presso l’estuario Khlong Thap Liang ove è consueto incontrare comunità stanziali di macachi e gibboni che vivono tra la foresta e le mangrovie, mentre tra Khao Lak e Bang Sak si estende un dedalo di stradine sterrate e sentieri che conducono spesso a spiagge deserte.

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Torniamo però a Khao Lak. La popolazione locale è prevalentemente thailandese, con minoranze cinesi, malesi ed indonesiane. La diversità dei gruppi etnici e delle influenze culturali all’interno e nei dintorni di Khao Lak, rende tutta la regione ricchissima di prodotti, da quelli agricoli a quelli ittici e naturalmente anche l’ottima cucina è varia e colorata. Alla sera, l’alticcia frenesia di Phuket (che dista appena 90km) è davvero molto lontana. Si può scegliere se passeggiare fra mercatini o gustare deliziosi spiedini di pesce cucinati al momento, oppure assistere a piccoli spettacoli sulla spiaggia con musica dal vivo. È questo uno dei modi più semplici di avvicinarsi allo spirito ed alla cultura thai. Allonta-

nandosi infatti dall’affascinante, ovvia bellezza dei resort si scopre una Khao Lak più vera. Non servono particolari informazioni e cartine geografiche per trovarla: qualche domanda alla cordialissima popolazione locale e un po’ di fortuna sono sufficienti per conoscere luoghi unici, perfetti nella loro semplicità. Se dalla via centrale della cittadina si prende una traversa qualunque in direzione mare si è circondati da piccoli ristoranti, centri per massaggi, negozi di abbigliamento, diving centers e mercatini. In una manciata di minuti ci si ritrova a Nang Thong, la spiaggia e il centro turistico più attrezzato. In quest’area si trovano la maggior parte degli hotels e resort presenti a Khao Lak.

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Khao Lak & Similan

Il mio sogno d’oriente

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l verde è la sua vita. Non soltanto lo splendore dei suoi occhi. “Verde è la speranza, l’ottimismo, l’età giovane, il futuro del pianeta. Certo, lo era anche il costume che indossavo a Khao Lak e alle Similan: nello splendore di quei posti mi piaceva sentirmi e vedermi avvolta da un colore che amo”. Claudia Gerini adora la Thailandia. “Non è che ci voglia molto – spiega – viene naturale. Merito dei panorami naturali e umani, di quell’atmosfera unica che rende la vita rilassata, ti permette di godere anche delle piccole gioie e di smussare i contrasti. L’Occidente, in confronto, è un inferno: noi siamo tutti impegnati ad affermare il nostro ego, a sentirci importanti. In Thailandia questo si dimentica, si ragiona in modo diverso. Pensa che beneficio...”. “Ogni volta che vengo qui – aggiunge – sono felice, perché mi sento a casa. Il caldo umido, che alcuni soffrono, è per me una delizia. Mi piace tantissimo, è per me come una seconda pelle, l’abbraccio affettuoso di un amico: mi fa sentire a mio agio, perfettamente. Devo solo fare attenzione a non scottarmi. Ho la carnagione molto chiara e sotto il sole mi devo proteggere: crema 50 e via, fine dei problemi”. Sulle spiagge di Khao Lak gliene è servita molta: “È un luogo incredibile, bellissimo, perfetto per il relax, natura straripante, alberghi splendidi, servizio fantastico a costi accessibili. E che mare. Quando siamo andati alle Similan, poi, è stata una grande emozione: acqua talmente chiara che pensi non ci sia, quando fai un tuffo ti sembra di buttarti nella sabbia. Non dimenticherò mai questi posti anche perché con Riccardo Ghilardi abbiamo scattato alcune centinaia

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di foto e mi hanno costretto a cambiare quel costume verde che adoro. Mi spogliavo dietro un albero, per non perdere tempo, perché non potevamo rischiare di perdere la magica luce del tramonto”. E la gente: “A quell’ora non c’era quasi più nessuno e comunque gliel’ho detto al fotografo e a tutto lo staff, gliel’ho spiegato in romanesco: <Un’altra che non si fa problemi come me mica la trovate>. M’hanno applaudito...”. Autoironica, sportiva, amante dell’avventura, viaggiatrice esperta, Claudia Gerini non si fa problemi nemmeno a tavola. Anzi, applica anche qui la tecnica del “famolo strano” che le appartiene come un marchio di fabbrica dai tempi di “Viaggi di nozze” nel quale recitava con Carlo Verdone che era anche regista, il film che l’ha consacrata come star del grande schermo. “A tavola lo faccio strano volentieri. Impazzisco per i sapori thai, piccanti, con lo zenzero, il peperoncino, il lime, tutte le loro fantastiche spezie. Certo, se poi mi presentano insetti fritti, preferisco evitare”. Quel che invece vorrebbe fare è tornare al più presto in Thailandia con le due figlie: “Questo paese è perfetto per i bambini, i ragazzi, per tutti. Con le mie figlie, che hanno 11

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e 6 anni, oltre che al mare vorrei andare anche nel nord, dove ci sono le tribù di montagna, Chang Mai, Chang Rai”. Innamorata dell’Oriente dolce, di questo “paese del sorriso” capace di far guardare il mondo con un’altra prospettiva. “Anche il Buddismo influisce, una filosofia di vita più ancora che una religione. Ma non tutto l’Oriente è così fortunato. Nel sudest asiatico, la parte di mondo che amo di più, la vicina Cambogia incontra ancora mille difficoltà. Sono impegnata con una organizzazione, il CCS, che aiuta i bambini di quel paese e vado abbastanza spesso. Proprio in Cambogia fu il mio esordio d’Oriente, a

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24 anni: una produzione francese mi volle nel cast di un film che girammo fra i villaggi al confine fra Cambogia e Vietnam. Mi innamorai perdutamente di un bellissimo cambogiano”. Sorride, Claudia. Perché gli uomini asiatici non hanno proprio fama di playboy, mentre le donne a volte diventano irresistibili, occhi a mandorla che risplendono su zigomi prepotenti, balconi naturali fioriti di bellezza. Sorride ancora, perché ogni volta che sulle spiagge thailandesi appare lei, il suo fascino latino crea inevitabilmente qualche scompiglio. “Anche la bellezza, qui, è meno aggressiva, più dolce, più semplice – dice Claudia – Una vacanza a Khao Lak e dintorni farebbe benissimo a tante signore d’Occidente: molto meglio di un lifting”.

Corrado Ruggeri

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Ogni volta che vengo in Thailandia sono felice, perché mi sento a casa. Il caldo umido, che alcun i soffrono, è per me una delizia. Mi piace tantissimo

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L’acqua limpidissima dell’oceano Indiano bagna le Similan, nove splendide isolette di granito considerate fra i migliori 10 posti al mondo dove fare immersioni

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LE SPIAGGE Molto belle e varie le spiagge, ognuna con un fascino che le rende speciali. La principale è Ao Thong Beach (White Sand Beach). Il suo nome dice tutto, singolare spiaggia di sabbia bianca sulla costa Nord-est della Thailandia, ove gli arenili hanno invece un caratteristico color bronzo. Non è solo la sabbia che la rende così gradevole; è una spiaggia molto tranquilla dove godere in tutta serenità delle calde e cristalline acque del Mar delle Andamane. Situata a nord di Laem Pakarang (17 chilometri da Nang Thong Beach), Pak Weep Beach rappresenta una delle ultime spiagge allo stato naturale della zona. Caratterizzata dalla vegetazione rigogliosa della Beach Forest, Pak Weep Beach garantisce una vacanza mare all’insegna del relax. La spiaggia di Bang Sak, infine, è situata 4 chilometri a nord di Pak Weep Beach, offre assoluta tranquillita, ideale per chi è alla ricerca di un soggiorno “disintossicante”.

IL PARCO DI KHAO SOK

Un’altra escursione caldamente raccomandata è al Parco Nazionale di Khao Sok. La riserva gode di un’invidiabile posizione: a metà strada tra l’affascinante costa dell’Oceano Indiano ad ovest e il Golfo della Thailandia ad est. Il parco è perfettamente incastonato sulla terraferma tra l’isola di Phuket, Krabi, Khao Lak e Koh Samui: proprio le destinazioni più gettonate nel sud della Thailandia. È un posto fantastico per andare in vacanza: è coperto da un’antichissima foresta pluviale sempreverde, circondato da enormi montagne calcaree, segnato da profonde vallate, laghi, grotte emozionanti e popolato da animali selvatici. Le escursioni da effettuarsi all’interno del parco vanno dal trekking nella giungla al giro in canoa sul fiume. Consigliamo in particolare quella al Chiaw Lan Lake, un lago artificiale che si estende per 165 kmq all’interno del parco e realizzato grazie ad un’imponente diga sul fiume (Ratchaprapa Dam). Una volta raggiunto l’ingresso del parco ci si imbarca su una “long tail boat”, una tipica imbarcazione da pesca thailandese, e si naviga sul lago. Il paesaggio è stupefacente, quasi preistorico. Affioramenti di rocce calcaree che raggiungono i 900 metri di altezza spuntano dall’acqua, così come vecchi alberi e mangrovie. La nebbia che circonda le montagne ricoperte di foresta pluviale rendono il luogo suggestivo, talvolta surreale.

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SIMILAN, LE 9 SORELLE Khao Lak è anche una delle mete preferite dai subacquei, grazie alla vicinanza alle isole Similan e Surin, autentiche perle e tappe obbligate per gli appassionati di questo sport. L’ambiente subacqueo più bello e la vita marina più eclettica della barriera corallina della Thailandia sono di casa proprio qui. “Similan” vuol dire nove e si riferisce alle nove isole che sono allineate da nord a sud a circa 60 chilometri dalla terraferma. L’acqua limpidissima dell’Oceano Indiano bagna queste isolette di granito e dona loro le più belle spiagge ed attrazioni sottomarine della Thailandia. L’ambiente marino è ben protetto dal parco nazionale: la grande varietà di fauna marina, il fascino dei coralli, delle alcionarie e delle gorgonie a ventaglio rendono l’area uno tra i 10 siti di immersione più belli al mondo. Vi sono diversi modi per poter visitare questi luoghi: potete alloggiare nei campeggi gestiti dal Parco Nazionale Marino che offrono tende e bungalows molto spartani sull’isola “4” (Koh Miang) e solo tende sull’isola “8” (Koh Similan) oppure raggiungere le Similan in un’ora e mezza di tragitto in motoscafo con partenza da Khao Lak. Le isole sono nove, ma l’accesso è interdetto alle n° 1, 2 e 3 per via delle tartarughe che vi depongono le uova. La crociera in barca è una soluzione fantastica perché è quella che meglio potrà farvi conoscere questo incredibile arcipelago.

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“Un sole magnifico si levava sopra vastissime rive piatte: risalimmo le innumerevoli anse del fiume, e superammo l’ombra della grande pagoda” Joseph Conrad

EMOZIONI ANTICHE AL MERCATO DEI 100 ANNI Il Chachoengsao Talat Khlong Suan Roi Pi, o “mercato dei 100 anni” è a breve distanza da Bangkok, ma garantisce un gigantesco balzo nel passato. Il mercato è cresciuto dove i locali usavano attendere le barche che li avrebbero portati a Bangkok e dove le antiche botteghe in legno di teak sulla riva risalgono al regno di Re Rama V il Grande: non è un mercato galleggiante ma una strada di botteghe con ponti occasionali per attraversare i corsi d’acqua. E’ dove la comunità locale fa ancora la spesa e spesso i venditori invitano i clienti e anche i turisti a bere un drink o assaggiare un piatto. Si rende omaggio a Buddha liberando le tartarughe nelle vie d’acqua, dove vivono numerose cicogne. C’è anche un piccolo museo con foto d’epoca e vecchi prodotti. Il mercato è aperto ogni giorno dalle 9 alle 17 e per l’intera giornata nel fine settimana.

IL SALTO DI LEONARDO

A nord est di Bangkok c’è un bellissimo parco, il Khao Yai National Park. Natura straripante, animali in libertà, e uno dei luoghi che il cinema ha consegnato alla storia. E’ da qui, infatti, che Leonardo Di Caprio si è lanciato nel vuoto, per finire poi in un torrente, una delle scene più famose del film “The beach”, ambientato in parte anche a Maya Bay a Phi Phi island.

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LA PIÙ AMATA D’ASIA

, l’indice MasterCard Per il secondo anno consecutivo seconda per numero à prevede che Bangkok si attester inazioni globali e dest e dell a sific di visitatori nella clas e 18.240.000 turisti. oltr prima nell’area Asia-Pacifico con con 18.820.000 e zion posi a Londra mantiene la prim 16.060.000 turisti, Dubai visitatori, Parigi sarà terza con l quinta con 12.560.000. nbu Ista quarta con 14.260.000 e ip in Asia seguita da Bangkok mantiene la sua leadersh Hong Kong. Nel 2015 e l Seou Singapore, Kuala Lumpur, 28 milioni di visitatore glie acco di ede prev la Thailandia a stimata. spes di ri che genereranno 42 miliardi


“Il Re era il disco della luce e della vita” Anna Leonowens

GIOCHI D’ACQUA A DREAM WORLD Dal caldo di Bangkok ci si protegge anche nel Dream World, un divertente parco giochi con tante attrazioni acquatiche, ideale per i bambini ma anche per gli adulti che li accompagnano. Sono molto apprezzate anche le riproduzioni dei più impressionanti monumenti del mondo, a cominciare dalla Grande Muraglia www.dreamworld.co.th

SUGLI SCI AL GATEWAY EKAMAI

Sciare a Bangkok? Perché no. Ora è possibile, nella pista del Gateway Ekamai, lo shopping mall dove è stato costruito un “villaggio invernale” al coperto utilizzando neve artificiale. Si possono costruire pupazzi di neve, giocare con palle di neve, scattare foto e anche prendere lezioni di sci su un piccolo pendio dove la neve è alta fra i 30 e i 40 centimetri. Ci sono anche piccoli ristoranti e negozi con tavoli esterni per offire ai clienti la possibilità di bere drink e mangiare un boccone in mezzo alla neve artificiale. All’interno del villaggio la temperatura è fissata a circa 20-24 gradi.

A LEZIONE DI MUAY THAI

Si studia Muay Thai all’Anantara Bangkok Riverside, un Resort & Spa che ha lanciato una Muay Thai Academy per offrire ai propri ospiti un’autentica esperienza di questo tradizionale sport thailandese. Gli istruttori sono stati formati professionalmente da uno dei più famosi maestri di Muay Thai della Thailandia, Dam Srichan, che è stato anche medaglia d’oro nelle arti marziali ai Giochi SEA. Le lezioni possono essere collettive ma anche private e sono aperte ad adulti e bambini. Ogni classe dura 90 minuti e può essere prenotata fino a 24 ore prima.

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la città senza tempo

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a barca risale lenta il Chao Praya, con la pigrizia dolce che accompagna le giornate in Oriente. Bangkok scompare pian piano: i grattacieli sono ormai lontani, i templi diventano sempre più piccoli, le case rare. Ci sono alcune ville, isolate e affacciate sul fiume, segno di una vita che qui è già tranquilla. Risalire il Chao Phraya è il modo migliore per avvicinarsi ad Ayutthaya, 80 chilometri di acqua senza la congestione delle auto e del traffico. Sembra davvero di tornare indietro di qualche secolo, quando la zona delle pianure centrali era il cuore vero del regno del Siam: fondata nel XIV secolo, Ayutthaya è stata capitale ammirata, la città più grande e bella di tutto il Sudest asiatico. Fino al 1767, quando venne distrutta dai birmani: piuttosto che riscostruirla, il re preferì spostare la capitale più a sud, a Bangkok.

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Eppure sembrava inespugnabile questa città che il re U Thong, passato alla storia con il titolo di Ramathibodi I decise di far sorgere nel 1350 alla confluenza del Chao Phraya con i fiumi Pasak e Lopburi, tra i quali venne scavato un canale per trasformare Ayutthaya in un’isola fortificata. Furono trentatré i re che si susseguirono sul trono, tutti seguaci del buddismo Theravada, impegnati nei 417 anni della dinastia ad affrontare 70 guerre. Al momento del suo massimo splendore il regno di Ayutthaya occupava una superficie superiore a quella di Francia e Inghilterra messe insieme, nel XVII secolo era più popolata di Parigi o Londra. Nei tempi di pace vennero costruiti templi e palazzi: ma quel che si è salvato dal correre dei secoli risale ai primi 150 anni del regno. Oggi Ayutthaya è un luogo affascinante, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Una città che è

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stata maestosa, con qualche decina di templi ed edifici che la rendono unica ed emozionante. I luoghi da visitare sono dentro e fuori dall’isola, ricchi di storia e di atmosfera, anche per la sapiente illuminazione notturna che li fa apparire davvero splendidi. Come il Wat Ratburana, soprattutto, con intagli di fiori di loto e di creature mitologiche. Questo è il luogo dove due fratelli si affrontarono a dorso di elefante, lottando per la successione al trono. O il Wat Chai Wattanaram, fino a una cinquantina di anni fa ancora sommerso dalla giungla e ora, con un imponente “prang” centrale, una torre con reliquie, alto più di 35 metri è uno dei più fotografati di Ayutthaya: è considerato uno dei templi più belli di tutta la Thailandia. O ancora il Wat Phanan Choeng, con un grande Buddha alto 19 metri nell’edificio principale, circondato da 84 mila statue più piccole: il tempio sorge lungo il fiume e lì intorno un esercito di ambulanti vende sacchetti pieni di pesci che se liberati nel fiume assicurano un futuro radioso. Molti

NEL XVII SECOLO AY U T T H AYA

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Ayutthaya ha una collezioni di templi e luoghi sacri che ne fanno un tesoro della Thailandia e anche del mondo intero, come dimostra la scelta dell’Unesco di dichiararla Patrimonio dell’Umanità. Qui in alto a sinistra il Wat Na Phra Man, accanto il Wat Phra Mahathat, sotto il Wat Chaiwatthanaram. Nella pagina a destra il Wat Phra Si Sanphet, nella foto piccola il Wat Phanan Choeng e una Mekhala, imbarcazione per la crociera sul Mekong

considerano il Wat Phra Sri Sanpet il più bel luogo sacro della città. È composto da tre grandi stupa, risalenti alla famiglia di re Rama Thibodi II e del padre, vissuti nel XV secolo. I Viharn ed i Mondops annessi vennero distrutti dai birmani. Una delle due statue del Buddha alte 10 metri, il Phra Buddha Lokanart, restaurata durante il regno di re Rama I, è stata trasportata a Bangkok ed ora si trova all’interno di uno dei Phra Maha Chedi del Wat Pho. Ayutthaya sa affascinare, strega, fa innamorare. Perché riesce a colpire le diverse sensibilità di ciascun visitatore. I templi, le statue di Buddha, i reliquiari regalano emozioni profonde, così come l’atmosfera magica della notte, i canali, l’atmosfera sospesa in un tempo senza età. Anche la cena, in quei piccoli ristoranti affacciati sui canali, diventa un modo per provare a vivere la serenità thai: purchè si abbia l’accortezza di scegliere un posto dove non si pratichi il karaoke, passione asiatica molto popolare. Nel silenzio, invece, si ha anche la possibilità di gustare con calma e

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assaporare con la giusta concentrazione quella che qui si chiama “yam blah duk-foo”, piatto tipico, ossia l’insalata di pesce gatto croccante. Non piacerà a tutti, ma vale la pena provare. Un luogo indimenticabile, dove anche i tuk tuk riescono ad essere originali. Sono leggermente diversi da quelli che si usano a Bangkok o in altre città, perché hanno un frontale che sembra ricordare una cupola. Omaggio forse all’antica sacralità del luogo, ma c’è chi ha notato, in quelle sagome, una somiglianza con la maschera di Darth Vader, uno dei personaggi di “Guerre Stellari”. In realtà sembra che la storia consegni a più di mezzo secolo fa la prima realizzazione di questi originali tuk tuk, parecchio tempo prima dell’inizio della saga televisiva e

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cinematografica. Pare che in realtà siano stati concepiti in Giappone, e per questo, quando li si guarda, fanno pensare ai samurai. Una città magica, dove antico e moderno, storia e tradizione, modernità e futuro si incontrano e si incrociano, si sfiorano e si sovrappongono. Un luogo dove resiste la magia delle Mekhala, le vecchie imbarcazioni costruite per trasportare il riso e oggi trasformate in confortevoli barche da crociera: piccole ed esclusive, con sei o nove cabine, dove la notte diventa un piacevole sogno. Volendo a bordo delle Mekhala si salpa da Bangkok, ma si può anche fare il viaggio al contrario, per abbandonare o ritrovare il frastuono del terzo millennio. È un modo originale e, per certi aspetti, “storico” per arrivare ad Ayutthaya e poi

tornare nella metropoli. Si attraversa la dimensione del tempo, serpeggiando lungo il “fiume dei re”, fra le capitali di oggi e di ieri, nel lusso discreto di legni pregiati e arredi coloniali che ricreano un’autentica atmosfera d’epoca. Tutte le cabine dispongono di aria condizionata e servizi privati, ottima la cucina servita, le aree comuni sono arredate in stile Thai, con spazi esterni molto comodi che consentono di osservare durante la navigazione lo spettacolo quotidiano della vita lungo il fiume, come se il tempo scorresse su un invisibile schermo. Chi preferisce, invece, può affidarsi alla rapidità della superstrada: meno di un’ora e si arriva di nuovo a Bangkok. Filippo Del Gallo

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Un insieme infinito di affettuosi sentimenti unito al rispetto più profondo tengono saldissimo il legame fra Re Bhumibol e il suo popolo

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n amore infinito per il loro sovrano. In Thailandia Re Rama IX venerato come “padre della nazione” e il giorno del suo compleanno, il 5 dicembre, si celebra anche la festa del papà. Un insieme di sentimenti, di affetto e gratitudine, che si sommano al rispetto profondo che da sempre accompagna Aduldej Bhumibol, il più longevo sovrano della Storia. Legato in modo molto forte al suo popolo e alla sua terra. Tra le sue passioni, che adesso non pratica più perché a 88 anni deve fare una vita più tranquilla, c’era il mettersi alla guidare di un fuoristrada bianco e blu con cui si divertiva a raggiungere le campagne vicino Bangkok e dare consigli ai contadini su come ottenere i migliori risultati dalla coltivazione della terra. Quando scendeva dall’auto, gli agricoltori e le loro famiglie lanciavano a terra centinaia di fazzoletti, come fossero petali di fiori, perché il re potesse camminare su quell’affettuoso omaggio. E dopo che Rama IX li aveva calpestati, li portavano a casa e li sistemavano sull’altare di famiglia. Devozione autentica che dura dal 1947, ormai 69 anni di regno, quando Phra Bat Somdet Phra Poramintharamaha Bhumibol Adulyadej Mahitalathibet Ramathibodi Chakkrinaruebodin Sayamminthrathirat Borommanatbophit, uno dei nomi più lunghi mai esistititi, venne incoronato. Con una traduzione

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non letterale, quel nome significa “il Supremo, il Divino Signore, la Grande Forza della terra, Sommo del Regno, Capo del Popolo Sovrano e Signore del Siam”. Un Re benefattore, e anche per questo molto apprezzato, che non ha mai smesso di intervenire con donazioni proprie ovunque ce ne fosse bisogno. Tra i suoi hobby preferiti, la fotografia, la pittura e, soprattutto, la musica, il jazz, in particolare. Ha sempre suonato il sassofono contralto ed è diventato il primo compositore asiatico a ricevere la membership onoraria dall’Accademia di Musica e Arte Drammatica di Vienna, ad appena 32 anni. Un’altra passione di Sua Maestà è stata la vela: ha anche disegnato alcune barche e ha vinto numerose medaglie e riconoscimenti a regate e gare. E’ stato anche per questo che sotto il suo regno ha ripreso impulso l’interesse popolare per le Barche Reali. A Bangkok c’è un Museo a loro dedicato, dove sono custodite una serie di imbarcazioni che in occasioni particolari danno vita ad una scenografica processione sul Chao Phraya, il fiume che attraversa la capitale. Si tratta di uno degli spettacoli più belli della Thailandia, una tradizione riportata in auge proprio da Sua Maestà Re Bhumibol Adulyadej: durante il suo regno si è svolta sedici volte, a partire dal 1959, con l’ultima edizione il 22 ottobre 2011, durante la quale i membri della famiglia reale si sono re-

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Re Bhumibol ha riportato in auge le Barche Reali e dato nuovo impulso alla scenografica processione sul Chao Phraya, il fiume che attraversa la capitale: durante il suo regno si è svolta sedici volte

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cati al Wat Arun, il tempio d’oro, per fare offerte ai monaci. La sfilata sull’acqua è uno straordinario spettacolo e ha per protagoniste vere e proprie opere d’arte galleggianti dell’artigianato thailandese. Alla processione partecipano 52 barche disposte su cinque colonne, che partono dal deposito reale a Khet Dusit per poi raggiungere il Wat Arun, dove si celebra il ritorno dei monaci ai propri templi al termine della stagione delle piogge. Le barche reali sono quattro. La Royal Barge Suphannahong, il Cigno d’oro, costruita nel 1911 durante il regno di Rama VI, con un arco simile a un cigno mitologico, che è la barca personale del Re; l’originale Royal Barge Anantanakkharat - Ananta è il Re dei Serpenti laccata in oro e ornata di gioielli di vetro ed è la più antica delle quattro.

una testa di cigno, simbolo di Hamsa, l’animale cavalcato da Brahma, divinità fondatrice dell’induismo. La storia delle barche reali risale all’era di Sukhothai, nel XIII secolo. Le imbarcazioni originariamente avevano funzioni, oltre che di mezzo di trasporto di persone e merci, anche militari: molte battaglie, infatti, si sono combattute lungo i fiumi. A guardar bene, nelle polene, le piccole statue che sono a prora in alcune di queste imbarcazioni, è possibile vedere un cannoncino. Successivamente, le barche sono state utilizzate per scopi religiosi e cerimoniali. Durante l’era di Ayutthaya fra il XIV ed il XVIII secolo, le cerimonie reali hanno avuto ampio sviluppo specialmente ad opera dei re Naresuan e Narai, quando le processioni coinvolgevano più di 100 imbarcazioni.

Le altre due sono di costruzione più recente. Per far avanzare le chiatte d’oro a forma di cigni e mitiche creature del mare vengono impegnati più di 2 mila vogatori che danno vita anche ad un’impressionante colonna sonora: su ogni barca prendono posto dei cantori, che intonano inni in lingua thai antica e ai quali i rematori rispondono in coro. Migliaia di persone dalle rive del Chao Phraya si uniscono ai canti mentre esperti musicisti fanno suonare particolari conchiglie. Oggi le processioni sono piuttosto rare e per ammirare le barche si può visitare il Royal Barges National Museum (Museo nazionale delle Barche Reali) dove sono esposte le imbarcazioni e anche foto delle cerimonie. La più suggestiva delle imbarcazioni è senz’altro la Suphannahong, la cui prua è decorata da

Purtroppo tutto questo è terminato bruscamente nel 1767 quando Ayutthaya venne saccheggiata dai birmani e quasi tutte le barche furono distrutte. L’era di Thonburi (1767 - 1782) sotto il re Taksin ha visto una rinascita dell’interesse verso le imbarcazioni reali. Durante il suo regno il Buddha di smeraldo è stato portato da Vientiane (ora capitale del Laos) ad Ayutthaya: 115 barche risalirono il Chao Phraya verso Ayutthaya per accogliere la statua e portarla a Bangkok. L’era di Bangkok, iniziata nel 1782, ha visto una nuova alba nella storia delle barche reali con la costruzione di una nuova Suphannahongsa, mentre è stato Rama IV ad ordinare la costruzione dell’Anantanakkharat con alla prora un arco di sette mitici serpenti Naga.

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Nelle Terre dei Giganti di Francesco Olivo

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ono amati e rispettati, ora hanno anche diritto all’assistenza. I thailandesi venerano gli elefanti, quelli bizanchi sono riservati alla famiglia reale, mentre tutti gli altri vivono spesso a stretto contatto con l’uomo. Se un tempo i pachidermi erano impiegati nei campi, l’abbandono progressivo dell’agricoltura, specie intorno alle grandi città, ha creato un problema, per così dire, sociale. La disoccupazione di questi splendidi bestioni era una questione serissima, risolta però in breve tempo, la riconversione ovvia è stata il turismo. Gli spettacoli con gli elefanti sono diventati in breve un successo, una sorta di circo con il tutto esaurito perenne. Oltre a qualche problema etico, gli animalisti hanno criticato duramente lo show, si presentava un’altra questione di complessa soluzione: cosa fare con i pachidermi troppo anziani per lavorare, dove mettere quelli che non riescono più a portare a spasso i turisti in lunghe passeggiati. A Chiang Mai hanno trovato una soluzione: una sorta di ospizio nella foresta, in totale una ventina di ospiti, la più vecchia è Mae, 87 anni. Si chiama «Thai elephant care center», è l’evoluzione del campo di divertimenti Mae Sa, e chi passa di qui non si limita a osservare la vita di questi

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pacifici signori, ma può anche provare l’emozione di alleviargli il peso dell’età. I volontari hanno la giornata piena: al mattino presto si prendono gli elefanti che trascorrono la notte al pascolo nella foresta, si portano al campo e si prepara il mangime. Poi cominciano le operazioni di wellness: passeggiata verso lo stagno, dove il pachiderma si cosparge, più o meno volentieri, di fango, prezioso per la pelle e nemico dei parassiti. Due ore al sole per essiccare il tutto e poi di corsa, si fa per dire, al fiume per il bagno vero e proprio, ci si immerge insieme utilizzando una spazzola per togliere la terra: uno spettacolo della natura. Il ciclo si completa con dei massaggi assai energici: «servono per rimettere il cuore al suo posto» spiegano i gestori del centro. Le attività si svolgono durante il giorno, con il tramonto chi vuole torna a Chiang Mai, ma c’è anche la possibilità di dormire in una delle comode stanze allestite da poco all’interno del campo. I volontari non sono mai soli con gli elefanti, pur essendo assolutamente pacifici questi animali sono (giustamente) diffidenti verso gli sconosciuti. A gestire tutte

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le attività quotidiane ci pensano i «mahout», gli uomini che da millenni si occupano degli elefanti, un popolo di allevatori, con sapienze radicate a metà tra scienza e mistica: raccolgono erbe sui monti, parlano con gli animali (giurano di condividerne il linguaggio verbale), ne capiscono i malesseri e li rassicurano. I «mahout» fanno parte di minoranze etniche che provengono anticamente dall’India, ora vivono in zone assai remote della Thailandia. Alcuni hanno trovato lavoro insieme ai loro animali (dei quali hanno perso però la proprietà). «Perché gli animali si fidino di noi, servono sei mesi – racconta Karen Kerrahee, che a 24 anni sa tutto di questo mondo – ci riconoscono dall’odore, sanno che stiamo arrivando da loro anche a tre chilometri di distanza. Per noi resta un mistero». Il centro Mae Sa non è l’unico dove si ha la possibilità di passare qualche ora con gli elefanti anziani, a Chiang Mai la scelta è ampia. L’”Elephant retirement Park” è dichiaratamente contrario a ogni abuso sugli animali, ovvero lo sfruttamento ai fini commerciali. Il campo è

GLI ANIMALI SI FIDANO

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DEI “MAHOUT”

Trascorrere una giornata al Thai Elephant Care Center di Chang Mai è avventura emozionante. Il centro prevede anche un programma per i volontari che vogliono avvicinarsi ancor di più agli animali.

COSì SI DIVENTA VOLONTARI All’Elephant Nature Park si possono scegliere opzioni diverse: mezza giornata, un giorno intero, due giorni o una settimana. http://www.elephantnaturepark. org/ Il Mae Sa è un centro con spettacolo tradizionali, che da pochi mesi ha cominciato il progetto Thai Elephant care center, per elefanti anziani. Le attività per i volontari sono molte, possono durare sei ore o anche qualche settimana. Per informazioni www.maesaelephantcamp. com/en oppure maesaele@loxinfo.co.th Il centro più attento al benessere ai pachidermi anziani è probabilmente l’Elephant retirement center, a un’ora dal centro di Chiang Mai. Chi acquista i pacchetti su Internet, il sito è http://www. elephantretirementpark.com, viene prelevato in hotel da un bus al mattino e riportato alla fine delle attività.

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stato creato appositamente rispettando l’habitat naturale dei pachidermi: “Siamo orgogliosi delle nostre regole - raccontano - qui non si fanno passeggiate in groppa agli animali e nessuno può colpirli con i bastoni”. Il programma comincia alle 8.30 del mattino, chi prenota viene preso con un bus negli hotel e portato al parco (un’ora di strada circa da Chiang Mai). Arrivati al campo c’è una breve lezione teorica sulle differenze tra le razze. Poi si cominciano le attività vere e proprie: il pasto, il bagno nel fiume, la spa, la camminata e alle cinque si torna in hotel. Chi vuole però, può fermarsi due giorni o anche una settimana. Il problema sociale creato dagli elefanti, in realtà, non è solo quello della terza età, ma anche quello della disoccupazione (sempre parlando di animali). Quando l’uomo ha abbandonato gran parte della coltivazione delle risaie in questa zona, a perdere il lavoro, oltre ai contadini, sono stati proprio i pachidermi, utilizzati da sempre come animali da fatica. Così a decine giravano senza meta e senza scopo, minacciando, a modo loro, i centri abitati e quello che restava dell’agricoltura. A quel punto è nata l’idea di riutilizzarli come attrazione turistica, la zona è molto visitata per i templi buddhisti. Il passo successivo è stato, appunto, occuparsi anche di quelli che non sopportano più i ritmi degli show per stranieri. Un’attività improduttiva, dalla quale si cerca di ricavare qualche Bath (la moneta thailandese), provando anche a cambiare il modello turistico: non è più l’animale che modifica la sua natura per compiacere il visitatore, ma il contrario.

UNA COLLINA PER L’ULTIMO SALUTO Il rispetto per questi animali, quasi sacri per le popolazioni locali, è assoluto. Frutto anche di un dibattito ambientalista che qui ha avuto toni molto accesi. Quando muore un esemplare si ferma tutto il campo, viene chiamato un monaco che officia un rito, prima di cominciare la sepoltura che cambia a seconda delle cause del decesso. Al campo dell’Elephant care center c’è anche il cimitero, dodici lapidi con tutti i crismi: nome, data di nascita e di morte, frase di ricordo e una piccola collinetta a testimonianza della mole del defunto. Finché sono vivi, però, è un’emozione incredibile andarli ad assistere.

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La Sfida

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a sinfonia di colori stordisce ed emoziona: la roccia, il mare, la natura, piante, fiori. Profumi. E quelle prospettive legate al coraggio, di chi dal basso osserva chi è già lassù, attaccato alla parete o in bilico su uno sperone, con un piede nel nulla e un braccio che trema. L’energia del corpo e della mente. Una sfida, ma anche il sentirsi quasi un tutt’uno con quella parete che sostiene l’audacia di chi arrampica. Lo spiega bene Caroline Ciavardini, una free climber fra le più famose: <L’essenza della scalata è avere davanti a sé una parete di roccia con alcuni buchi: e trovare il modo per arrampicarti. Non ripeterai mai i movimenti di qualcun altro, devi trovare i tuoi equilibri. Ma la verità è che non decidi tu, segui la via che ti indica la roccia>. Mica facile. Aggiunge Caroline: <E’ uno sport che può anche diventare pericoloso se non sai come essere prudente. Non dovrei dirlo, ma all’inizio si può avere paura se si guarda in basso e dunque bisogna concentrarsi soltanto sui movimenti. Mai andare troppo in fretta. Se scali, lo fai per divertiti: dunque, prima di tutto divertiti. E se prosegui, non resta soltanto uno sport, diventa uno stile di vita>. Per alcuni addirittura una professione, per molti una passione. Che in Thailandia trova spettacolari palestre naturali, fra i luoghi più affascinanti al mondo dove scalare. Falesie a picco sul mare, ma non solo, perché pareti di roccia per temerari sono belle e numerose anche nel nord del paese. Da Chiang Mai a Krabi si scala sempre all’ombra, perché qui fa molto caldo. Ma ovunque valgono gli stessi comandamenti, e innanzitutto questo: capire cosa è possibile e cosa no.Gli esperti dicono che la Thailandia è una terra fortunata per i climber, “un mondo di pareti a canne multicolori e sempre il mare sullo sfondo”. Ma sono quasi tutti strapiombi impressionanti: “meglio essere ben allenati e preparati sulla resistenza – suggeriscono i più abili Maniglie, buchi, clessidre

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SCOGLIERE

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sono ovunque ma si starà sempre sulle braccia”. Come accade sulle spettacolari scogliere di Rai Lay Beach, 120 metri a precipizio sul mare nella Phra Nang Bay di Krabi, Thailandia meridionale. Con 500 percorsi tracciati raggiungibili a piedi, Rai Aly è diventata una delle mete più ambite a livello mondiale. Oltre 650 percorsi sono stati sviluppati sin dai tardi anni ‘80, con spuntoni di calcare, pareti ripide, strapiombi e stalattiti. Phi Phi Island è un’altra destinazione popolare, soprattutto nella zona di Phi Phi Don. Molte opportunità anche nel Parco Nazionale di Khao Sok, dove le spedizioni si uniscono spesso a camminate nella giungla, gite alle cascate e attività di rafting e kayak. Nel Golfo di Thailandia, Koh Tao, accessibile attraverso Koh Samui, è una meta per l’arrampicata relativamente giovane. È un’esperienza completamente diversa in

quanto qui ci sono massi di granito invece che pareti di calcare a strapiombo. Qui il periodo migliore per arrampicare va da dicembre a febbraio, ma è anche molto affollato. Agosto è generalmente un buon periodo, pur presentando ancora la possibilità di pioggia. Anche se i massi si asciugano rapidamente, restano comunque molto scivolosi durante i mesi piovosi da luglio ad ottobre.Nel nord del paese ci sono parecchie località di scalata attorno a Chiang Mai. San Kamphaeng ha più di 100 percorsi, il più famoso dei quali è il Crazy Horse, una formazione alta 80 metri che ricorda un cavallo e conduce ad una grotta di 40 metri. C’è un nuovo sito in calcare lungo il fiume Mae Kok conosciuto come Corner Climb, e il percorso più lungo è di circa 80 metri verso l’alto: molto bello, si trova a soli cinque minuti di bicicletta da Chiang Mai. Monica Quaranta

TUTTI I

SEGRETI

DEL CLIMBING Il Climbing o arrampicata, è una disciplina complessa caratterizzata sia da un aspetto fisico motorio che da un’importante componente psicologica.

Con il termine “arrampicata sportiva” si indica l’insieme delle discipline - discendenti dell’alpinismo - nate a partire dagli Anni Settanta. Se l’alpinismo classico aveva, ed ha ancora, come scopo quello di ascendere avventurosamente una montagna (per vie tracciate o nuove), l’arrampicata sportiva ha come scopo il puro divertimento o la competizione, anche lontano da ambienti montani, su vie dove le protezioni (come i chiodi) sono normalmente già presenti, ponendo enfasi sulle abilità ginniche.

L’arrampicata può essere “libera” o “artificiale”, aggettivi che vengono utilizzati per sottolineare la differenza tra le due pratiche: nel secondo caso si utilizzano aiuti artificiali per compiere la scalata, nel primo no.

Per “arrampicata libera” (o free climbing) si intende lo stile nel quale l’arrampicatore affronta la progressione con il solo utilizzo del corpo: mani nude, piedi (normalmente con le scarpette da arrampicata), ma anche appoggiando e incastrando il corpo intero o alcune sue parti. Questo non esclude a priori l’utilizzo di attrezzatura, come la corda, l’imbrago, il discensore, i moschettoni, i nuts, i friends e i rinvii, ma questo equipaggiamento è usato esclusivamente per l’assicurazione, ossia per limitare i danni in caso di caduta.

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“L’essenza della scalata è avere davanti una parete con alcuni buchi e trovare il modo per arrampicarti. Non ripeterai mai i movimenti di altri, devi trovare i tuoi equilibri. La verità è che non decidi tu, segui la via che ti indica la roccia” Ta s t e

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VOLO NON-STOP DUE GIORNI DI VACANZA IN PIÙ

LA THAI È LA SOLA COMPAGNIA A COLLEGARE SENZA SCALO L’ITALIA E LA THAILANDIA

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Sawasdee, benvenuti a bordo S

awasdee è la parola magica. Accompagnata sempre da un gesto semplice e delicato, le mani unite sul cuore e la testa che si china in segno di rispetto per l’sopite che sale a bordo. <Sawasdee> e il sorriso di una hostess fasciata da un sarong in seta sono il più apprezzato ed elegante “benvenuto” per chi entra in un aereo della Thai. Da 55 anni, da quando la compagnia venne fondata. L’esordio fu come Thai Airways International, compartecipata al 30% dalla Scandinavian Airlines System, Sas. Oggi è un’azienda pubblica che fa capo al Ministero dei Trasporti thailandese e quotata alla Borsa valori di Thailandia dal 1991: l’azionista di maggioranza è il Ministero delle Finanze, che detiene una partecipazione superiore al 50 per cento. La Thailandia che vola ha grande tradizione di ospitalità, come per altro accade anche a terra: gentilezza, cortesia e sorriso sono caratteristiche naturali del popolo thailandese. La compagnia aerea ne fa ovviamente un tratto distintivo e di eccellenza, unito al confort e alla qualità del servizio, tutti elementi che hanno consentito alla Thai di aggiudicarsi numerosi premi e riconoscimenti e di essere collocata di diritto nel ristretto gruppo delle migliori linee aeree del mondo.

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Una tradizione che viene da lontano, dal volo inaugurale decollato dall’aeroporto Don Mueang di Bangkok il 1 Maggio 1960 diretto ad Hong Kong. Durante il suo primo anno di vita, Thai Airways trasportò ben 62 mila passeggeri. Cinquantacinque anni dopo, la Thai serve oltre 70 destinazioni in 35 Paesi del mondo e fa volare ogni anno quasi 20 milioni di persone. Dal dicembre 2014 è presidente della compagnia Charamporn Jotikasthira, un manager di grande esperienza che ha guidato a lungo la Borsa di Bangkok.

Nell’aprile del 1974, Thai Airways inaugurò la rotta Roma-Bangkok. Da allora, il network di Thai Airways è in continua espansione. Oggi Thai Airways ha 7 voli settimanali non-stop dall’Italia a Bangkok, 4 da Roma Fiumicino (lunedì, mercoledì, venerdì e domenica) e 3 da Milano Malpensa (martedì, giovedì, e sabato), operati con Boeing B747-400. Da Bangkok si snodano collegamenti interni per tutta la Thailandia che, da nord a sud, raggiungono le principali destinazioni turistiche come Koh Samui, Phuket, Krabi, Chiang Mai e Chiang Rai solo per citarne alcune. Dal 1997 Thai Airways è, inoltre, partner fondatore di Star Alliance, il maggior network mondiale fra compagnie aeree formato da 27 vettori in grado di coprire 1329 destinazioni in 194 nazioni nel mondo. Un network che arriva ovunque. Ma quel che rende la Thai unica, almeno nei collegamenti fra Italia e Thailandia, è di essere la sola compagnia ad effettuare un volo diretto, senza scalo. Fra Roma e Bangkok sono molte le offerte, ma tutte con almeno uno scalo intermedio. Con la Thai no, si sale in aereo a Roma o Milano e si scende a Bangkok: un vantaggio non da poco.

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“Senza scalo, il nostro regalo ai passeggeri” “La THAI fa sempre un bel regalo a tutti i passeggeri: senza mondo. Possiamo dire, per quanto riguarda il resto dell’Asia, alcun sovrapprezzo gli fa guadagnare due giorni di vacanza”. di avere una posizione molto forte sull’Indocina: serviamo Parola di Armando Muccifora, direttore commerciale della Laos, Cambogia, Birmania, Vietnam, Malesia, Singapore compagnia di bandiera thailandese. Sa che il suo è un prodotdiverse volte al giorno, via Bangkok e sempre entro poche ore to inimitabile: “Siamo gli unici a volare non-stop dall’Italia dall’atterraggio, con delle comodissime coincidenze. Andiamo alla Thailandia consentendo ai nostri ospiti di aggiungere, in in Australia e Nuova Zelanda diverse volte al giorno”. pratica, due giorni di vacanza rispetto a quelli che avrebbero a In un contesto mondiale di difficoltà per il settore aereo, disposizione se volassero facendo uno stop. Come? Atterriamo possiamo dire che il trend 2015 è stato positivo per Thai a Bangkok o Phuket la mattina presto e la partenza è in tarda Airways? serata, orario che con il fuso ci consente di arrivare in Italia “Non abbiamo ancor numeri ufficiali per il 2015 ma il 2014 di la mattina presto: ecco recuperati i due giorni rispetto a chi fa Thai Airways in Italia ha visto la crescita del 4% del numero uno stop. Ecco perché possiamo dire tranquillamente che quadei passeggeri. Risultato ottenuto puntando su tariffe comsi un italiano su due per andare in Thailandia vola con THAI e petitive e promozioni mirate che hanno coperto i mesi più quindi il resto del mercato di tutte le compagnie importanti dell’anno. Sono convinto che la stessa aeree non riesce a fare quanto facciamo noi. Non strategia si rivelerà vincente alla luce dei numeri è la sola ragione per la quale ci preferiscono, ma è relativi al 2015. Ne sono un indicatore le recenti un elemento importante”. statistiche diffuse dall’Aeroporto Suvarnabhumi Muccifora, lei è un convinto sostenitore del di Bangkok che quantificano in un +16% il tasso di volo non-stop. crescita dei flussi dall’Italia nei primi tre mesi del “Chi può ragionevolmente affermare che sia 2015. Un record assoluto”. meglio fare uno stop? Il meccanismo è questo. Guardando oltre il mercato italiano, quali sono Noi proponiamo di salire su un aereo e scendere le novità di Thai Airways a livello internazioquando si è arrivati alla destinazione. L’altra posnale? sibilità è interrompere il viaggio, cambiare aereo, “Thai Airways sta vivendo un momento di trasforaspettare qualche ora, spesso non poche, e poi mazione. Un nuovo presidente è arrivato da poco risalire a bordo, ricomi nciare tutte le procedure, e si sta sviluppando un piano di rinnovo della decollare, un po’ di cibo, riprovare a dormire, con flotta che continua ad arricchirsi di aeromobili il sonno che magari è scomparso. Così il viaggio B787 e 777 extended range e diversi Airbus”. Armando Muccifora rischia di diventare stressante”. Ci sono competitor che hanno lanciato noviMa costa meno. tà importanti nel modo di concepire il viaggio “Forse sì, ma la scelta è personale. Chi preferisce risparmiare aereo nel lungo raggio, con veri e proprio appartamenti. e chi viaggiare più rilassato guadagnando anche, come dicevo, Come pensa di rispondere la THAI? due giorni di tempo a disposizione. E’ il mercato che decide chi “THAI ha sempre mantenuto il concept delle 3 classi (anche ha ragione”. quando in molti toglievano la First). Il lusso per THAI può Dati alla mano, sembra che possiate essere soddisfatti dei essere definito come un’esperienza: ci sono incredibili privilevostri risultati, anche se la riorganizzazione mondiale dei gi accessori a Bangkok per chi sceglie di volare in First Class: collegamenti THAI ha portato delle modifiche anche in il check in al Bangkok Suvarnabhumi Airoport viene fatto da Italia. una hostess mentre il passeggero è seduto su divani di pelle in “E’ vero. Ora siamo concentrati in particolar modo su Milano, un area riservata, poi avrà un varco doganale e di sicurezza dove è stato introdotto un quarto volo per tutto il periodo esclusivo per evitare di stare anche un solo minuto in fila. dell’Expo, aumentando la capacità di oltre 1.500 passeggeri al Dopodiché c’è un percorso riservato che li porta nella esclusiva mese e cogliendo appieno le opportunità che questo grande Lounge Royal First, navette elettriche per raggiungere il gate, evento poteva offrirci”. un’ora di trattamenti gratuiti nella Royal Orchid SPA Lounge. In questa soddisfazione c’è anche l’orgoglio di compagnia E poi partono, coccolati dalla qualità del servizio che trovano di poter proporre Bangkok come hub privilegiato per tutta a bordo. Non per niente nel giugno scorso abbiamo vinto la l’Asia, grazie a una rete capillare di collegamenti. classifica dedicata alla categoria “World’s Best Airline Lounges “Esattamente. THAI rappresenta la maggior offerta dall’Italia Spa Facility” nel contesto degli Skytrax World Airline Awards non solo per la Thailandia ma per il resto del sud-est asiatico. 2015”. Da Bangkok, con partenza entro due ore dall’arrivo dall’Italia si possono raggiungere 43 destinazioni in Asia e 73 in totale nel Corrado Ruggeri

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Hostess, eleganza in volo

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n allegro arcobaleno di sgargianti abiti in seta. Il colpo d’occhio, appena si sale a bordo, è entusiasmante. Perché i colori delle divise delle hostess Thai sono brillanti e caldi toni pastello. Sorprendono e affascinano. E’ così da sempre, da quando la compagnia esordì, ormai 55 anni fa: i cambiamenti che sono stati fatti, nel taglio delle divise, in qualche tonalità di colore, sono stati davvero minimi, nel rispetto di una tradizione di enorme successo. Abiti lunghi e fascian-

ti, ispirati a Sarong tradizionali, bellissimi e austeri, e proprio per questo capaci di esaltare la femminilità delle hostess. Che restano, d’altronde, una delle ultime icone sexy, quasi un mito senza tempo. Ma nelle divise della Thai non c’è alcuna concessione alla sensualità o alla seduzione: il rigore delle linee sartoriali è assoluto e l’eleganza naturale. Proprio la riproposizione, nel corso dei decenni di storia della compagnia, delle divise originarie, sta a testimoniare da un lato l’orgoglio della tradizione e dall’altro il

gradimento da parte del pubblico. Anche perché le hostess thai sono tra le ultime ad effettuare, nel corso del volo, una serie di “cambi di uniforme”, legata alle diverse fasi del volo, ma anche ad un codice estetico che la compagnia segue con attenzione. Una divisa per il benvenuto, una durante il servizio pasti, una per il saluto all’arrivo, nel tradizionale colore viola, quando a tutti i passeggeri viene offerta un’orchidea, richiamata nel logo della compagnia e fiore simbolo della Thailandia.

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Fu proprio l’eleganza delle hostess a impressionare i primi passeggeri della Thai: quelle divise, negli Anni 80, diventarono un segno distintivo Il successo delle uniformi della compagnia thailandese divenne negli Anni 90 un modello per le altre linee aeree, soprattutto le concorrenti orientali

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L’inizio del nuovo millennio ribadì la scelta iniziale: le divise si cambiano più volte durante il volo, un gesto di rispetto nei confronti dei passeggeri

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La tradizione del cambio di uniforme, segno di attenzione verso i passeggeri

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pastello. Ancora oggi La tradizione resiste: abiti raffinati in seta dagli splendidi colori a accuratezza raffinat la per classe, e sobrietĂ per ono distingu si Thai le hostess della piĂš durante in classe di tocco un con cui svolgono il proprio lavoro portando sempre il servizio di bordo

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Un servizio “regale” anche in economy Class ROYAL FIRST CLASS In Royal First Class i passeggeri potranno rilassarsi in una cabina riservata dotata solamente di 10 poltrone reclinabili di 180° che si trasformano in confortevoli letti lunghi due metri. Lo spazio tra le file di poltrone è di 193,04 centimetri per garantire un riposo in assoluta privacy tra coperte e cuscini di finissima qualità.

ROYAL SILK CLASS In Royal Silk Class, ogni poltrona è reclinabile di 170° e configurata con schermo LCD di 10,4 pollici, presa per PC, poggiatesta, poggiagambe e piedi, supporto lombare regolabile, luce per leggere personale, divisorio per la privacy, telefono e ricevitore. Lo spazio tra le file di poltrone è di 152,40 centimetri.

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ECONOMY CLASS In Economy Class le cabine offrono un ambiente piacevole, l’illuminazione naturale incoraggia il benessere e il relax; le poltrone sono ampie e adatte al riposo, con cuscini e morbide coperte. Attenzioni extra a bambini e passeggeri più anziani; salviette rinfrescanti offerte durante i voli, giochi e regali ai bambini e orchidee alle signore. Lo spazio tra le file di poltrone è di 86,36 centimetri una delle caratteristiche che rende l’Economy Class di Thai Airways tra le più comode al mondo.

MENU Il catering Thai Airways, vincitore del Mercury Award e del primo premio come “World’s Best Economy Class Airline Catering” nel 2011 e nel 2014, offre a bordo dei suoi aerei i migliori piatti della cucina Thai e internazionale. Gli chef offrono il meglio della gastronomia thailandese, speziata e coloratissima. L’offerta di ristorazione a bordo dei voli Thai Airways sul lungo raggio dall’Italia è segmentato su tre livelli di servizio. In Royal First Class il menù prevede quattro opzioni gastronomiche e quattro portate a scelta tra cucina italiana, thai e orientale. In Royal Silk Class (la Business di Thai Airways) le opzioni gastronomiche sono tre, in Economy si può scegliere tra due menù.

Q U A S I U N I TA L I A N O SU DUE VOLA THAI PER ANDARE IN THAILANDIA

Thai Airways offre una ampia scelta di menù speciali, per passeggeri che abbiano necessità particolari o esigenze di carattere religioso, che comprende, tra le altre, le opzioni kosher, mussulmana, hindu occidentale e orientale, per diabetici e a basso contenuto di colesterolo e sodio, vegetariana. I menù speciali sono garantiti per ogni richiesta inoltrata e confermata almeno 48 ore prima della partenza del volo (ora locale). Il tipico menù Thai può includere il “Tom Yan Kung” (zuppa di gamberetti in agro), il “Kaeng Massaman Kai” (Massaman curry con pollo), dessert come il dolce di cocco “Khanom Ba-Bin”. Il menu di cucina internazionale prevede svariati piatti in grado di incontrare il

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gusto dei viaggiatori che amano la cucina tradizionale. La scelta in Prima Classe non ha nulla da invidiare ai “menù gourmet di terra”. L’assortimento di vini comprende uno champagne, due bianchi e due rossi (tutti francesi). I passeggeri sono accolti a bordo con un bicchiere di Dom Perignon, Bollinger o con uno champagne d’annata. Il servizio bar premium include whisky invecchiato, brandy Napoleon, una gamma completa di liquori, birre, bevande analcoliche e, naturalmente, una selezione dei migliori vini d’annata scelti da un panel di esperti. I menù variano con cadenza mensile e hanno una rotazione totale di quattro mesi. Le portate vengono servite in stoviglie di ceramica con posate di metallo.

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Suvarnabhumi Airport l’hub più moderno del Sud Est Asiatico I voli Thai passano dall’hub più moderno del Sud Est Asiatico, il Suvarnabhumi Airport di Bangkok, un vero e proprio capolavoro di architettura e design ad opera dell’eclettico architetto tedesco Helmut Jahn. Il nuovissimo Suvarnabhumi Airport di Bangkok è stato inaugurato ufficialmente il 28 settembre 2006 e può vantare lo spazio Hangar e la Torre di Controllo più grandi del mondo. Cinque volte più grande del precedente, ospita 45 milioni di passeggeri l’anno e si trova

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a soli 20 minuti da Bangkok. Un’immagine di qualità su scala internazionale che sposa perfettamente l’identità aziendale di Thai Airways. Con la sua raffinata atmosfera da lobby d’albergo, il Suvarnabhumi Airport dedica un’accoglienza riservata ai passeggeri in partenza Royal First e Royal Silk di Thai Airways, a cominciare dalla Royal Orchid Premium: un’area di circa 5.000 metri quadrati, dove i viaggiatori possono rilassarsi (mentre il personale dedicato si occupa

delle formalità di check-in), sedersi al ristorante con menu à la carte o dedicarsi al proprio lavoro nell’attrezzato Business Center, dotato di tecnologia all’avanguardia e servizio segreteria assicurato da uno staff professionale e multilingue. I passeggeri possono godere di esclusive lounges con ambienti differenziati per intrattenimento multimediale, riposo individuale, Spa, benessere e massaggi, ristoranti, business center e meeting rooms.

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La Mia Thailandia

di Angelo Pittro Direttore Editoriale Edt

Racconti in diretta e ricordi in differita da un paese straordinario

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o amo l’Asia. Tutta l’Asia. Incondizionatamente. Ma se devo convincere qualcuno che non ha mai visitato questo splendido, enorme, assurdo, contraddittorio e variopinto continente, gli dico: vai in Thailandia. Perché? È presto detto. È un luogo facile da visitare ma esotico, sicuro ma capace di soddisfare appieno chi cerca l’avventura, ha spiagge e natura di bellezza impareggiabile ma non mancano affascinanti siti storici e un’architettura singolare. E poi si spende poco ma gli hotel esclusivi sono uno dei simboli del

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Paese. E la cucina è quanto di più sorprendente si possa offrire ai palati occidentali. E senza la complicazione di dover mangiare con le bacchette! E Bangkok? È proprio da qui che bisogna partire. La mia prima volta fu vent’anni fa. Ero molto giovane, viaggiavo per lavoro. La hall del mio albergo era piena di cimeli della guerra in Vietnam (i soldati americani passavano spesso da qui, durante la guerra), in giro era facile comprare repliche di orologi prestigiosi e roba elettronica a buon prezzo (oggi un po’ meno). All’e-

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poca, non sapevo niente (ma proprio niente) di questo Paese che mi aspettavo incomprensibile come la sua lingua e i caratteri del suo alfabeto. E non sapevo che esistesse un posto come il tempio del Buddha di Smeraldo e quando il taxi mi scaricò là davanti rimasi almeno cinque minuti fermo, ammirato, sorpreso, estasiato. Inebetito. Che magnifico posto è questo? mi chiedevo, mentre intorno sfrecciavo coloratissimi tuk tuk e monaci buddhisti in tunica arancione. Che storia avrà questo popolo che ha saputo creare così tanta bellezza e condirla di spezie e caotico fermento? Sono queste le domande che mi facevo e che forse vi farete anche voi, magari mentre vi lascerete massaggiare (a proposito, ecco l’indirizzo giusto: http://www. watpomassage.com/2014/) o davanti a una Singha Beer e un mango sticky rice (il dolce più buono di tutti). Sono tornato a Bangkok lo scorso anno. C’era tutto quello che ricordavo e molto di più: una enorme metropoli moderna fatta di grattacieli luccicanti che si riflettono sul fiume Chao Praya e ristoranti celebrati dalle guide di tutto il mondo a prezzi di una cena qualunque a Milano. Non mi credete? Provate il Nahm (www.comohotels. com/metropolitanbangkok/dining/ nahm/menus/dinner), tanto per fare un esempio e vi chiederete se state sognando. C’era l’Asia e l’Occidente, giganteschi mercati all’aperto e centri commerciali sfavillanti, tanto traffico e tanta voglia di vivere. E di

“ G L I I TA L I A N I ADORANO

Q U E S TA P E R L A D’ASIA”

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sorridere. Ma la bellezza dei templi e dei volti della gente, delle vecchie case e del guazzabuglio di venditori ambulanti e vicoli dove resiste la vecchia atmosfera erano ancora lì a ricordarmi che il bello dell’Asia sono i proprio i forti contrasti. Chissà perché gli italiani hanno gusti piuttosto ordinari quando si tratta di scegliere la destinazione dei loro viaggi: le capitali europee, New York e i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono ciò che amano. Questa è la sensazione che si ha guardando le classifiche delle guide turistiche più vendute. Sono rare le incursioni di titoli che non appartengono a queste aree. Tranne una. Anzi, due: “Thailandia” e “Isole e spiagge della Thailandia”. Da quando mi occupo di editoria turistica (e sono ormai quindici anni) questa perla dell’Asia non ha fatto altro che salire sempre più in alto nei desideri dei nostri connazionali, fino a diventare talmente popolare che qualunque tipo di viaggiatore, prima o poi, è obbligato a visitarla. E allora, cosa state aspettando? Non avete neanche bisogno del visto sul passaporto. Salite sul primo volo e atterrate in paradiso.

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’odore allegro delle zuppette, lo sfrigolio profumato di fritti di ogni genere, quei gustosi curry che deliziano di aromi un intero quartiere. Bangkok più che una colonna sonora, i rumori del traffico, ha un sentiero olfattivo che accompagna lungo gli itinerari metropolitani. Fornelletti che cuociono in strada a ogni ora del giorno, bancherelle che non chiudono mai, perché i thailandesi, un po’ come tutti gli orientali, mangiano in continuazione e,

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per loro fortuna, sono quasi tutti assolutamente magri. Merito, sostengono, proprio della frequenza dei pasti oltre che del tipo di alimentazione. Per gli abitanti di Bangkok, mangiare lungo la strada è una cosa usuale. Una contagiosa abitudine, che influenza anche chi a Bangkok si ritrova per qualche giorno e finisce per considerare irrinunciabile una sosta alle bancarelle di cibo. Non c’è zona della città dove non si trovino e non abbiano piccole folle di affezionati clienti.

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Il quartiere cinese Tra la via Yaowarat e Charoen Krung, si trovano un centinaio di bancarelle che vendono diversi tipi di cibo e stuzzichini. Ciò include anche tanti piatti cinesi, ravioli assortiti al vapore, zuppa di spaghetti, zuppa di nidi di rondine, bevande di erbe cinesi, e in particolare il “joke” ossia la minestra di riso.

T E N TA Z I O N I GASTRONOMICHE OVUNQUE E A QUALUNQUE ORA Khao San road Un luogo famoso non soltanto per i locali notturni, ma anche per il suo sfizioso cibo sulla strada. La zuppa di spaghetti, il riso con pollo (Khao Man Kai), Phat Thai, la frittata con il riso (Khao Kai Jeaw), il riso fritto (Khao Phat) e altri tipi di stuzzichini thailandesi sono specialità del posto. Qui è consigliabile mangiare prima delle 8-9 di sera, perché poi si affolla molto.

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Silom road,

da Soi Convent

alla Bangkok Bank Silom road è una delle strade più importanti, trafficate e frequentate di Bangkok. Certamente dai turisti, che si ritrovano a peregrinare fra mercatini, templi e shopping center, ma anche dagli impiegati di molti imprese e banche che hanno qui la loro sede. Dunque, un’offerta molto ricca, sia per pranzo che per cena, in questa che è considerata una fra le principali vie d’affari di Bangkok. I piatti da non perdere sono gli spaghetti all’uovo con il maiale arrosto e wanton (Bami Keaw Mu Daeng), il riso con il maiale arrosto (Khao Mu Daeng), il riso con il pollo (Khao Man Kai), gli spaghetti con la carne, il grigliato misto di pesce, Sukiyaki alla thailandese, Som Tam e la carne alla griglia.

Thonglor e Ekkamai Le altre alternative, anche se i prezzi sono relativamente più alti, sono le zone di Thonglor e di Ekkamai. I venditori restano per tutta la giornata e in qualche posto anche per tutta la notte. Da provare Khao Tom (zuppa di riso), la zuppa di spaghetti, Sa Te di maiale, spiedini di maiale alla griglia e Phat Thai.

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CIBO PULITO,

OTTIMO SAPORE Le bancarelle sono regolarmente controllate dall’Autorità Metropolitana di Bangkok (BMA), ma l’impressione personale conta sempre molto: la comodità dei tavoli e delle sedie, dove ci sono, la pulizia delle stoviglie, la quantità di clienti e di cibo smerciato, altra garanzia di freschezza e di qualità. Alcuni venditori hanno un cartellino “Clean Food Good Taste” (Cibo pulito, ottimo di sapore) il quale segnala che la bancarella è stata certificata dal BMA. Generalmente i venditori mettono tavolini e sedie sui marciapiedi o direttamente in strada. Dopo aver ordinato, sedersi e aspettare; altri piatti o bevande si possono ordinare comodamente dal tavolo. Poiché i tavolini sono limitati di numero, a volte bisogna dividerli anche con altre persone.

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L A R I C E T TA

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KUNG INGREDIENTI PER 4 PERSONE

PREPARAZIONE DELLA RICETTA

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1.

Pulite i gamberi sgusciandoli ma lasciando attaccata la coda. Incidete leggermente il dorso ed eliminate il filamento nero, sciacquateli e asciugateli.

2.

Scartate 1 o 2 guaine del lemon grass e la punta, affettatelo molto sottile e poi schiacciatelo leggermente con la lama del coltello per favorire la fuoriuscita delle sostanze aromatiche.

3.

Tagliate a fettine la galanga (è molto dura e si scarta quando si mangia la zuppa). Sciacquate rapidamente i funghi e poi tagliateli a filetti.

4.

Preparate la salsa mescolando in una piccola ciotola la salsa di pesce, il succo di lime e la pasta di peperoncino.

5.

Portate il brodo a ebollizione e aggiungete il lemon grass, la galanga e le foglie di combava spezzettate.

6.

Lasciate bollire dolcemente per 10 minuti dopodiché aggiungete i funghi. Non appena riprende l’ebollizione unite i gamberi e lasciateli cuocere per pochissimi minuti, fino a quando non acquisteranno il caratteristico colore rossastro.

7.

A questo punto aggiungete la salsa, mescolate e spegnete il fuoco.

8.

Assaggiate per regolare la salatura e, se necessario, correggete con poca salsa di pesce.

9.

Servite la zuppa bollente spolverata di coriandolo tagliato finemente.

• • •

20 grossi gamberi freschi 1 stelo di lemon grass 1 litro di brodo di pollo leggero oppure 1 litro di acqua 3 foglie di combava (kaffir lime). In alternativa andranno bene foglie di bergamotto 100 g di funghi pleurotus (fungo ostrica) coriandolo messicano fresco 5 cm circa di radice di galanga. (Si trova difficilmente in Italia, il suo utilizzo nella ricetta è tuttavia trascurabile)

Per la salsa:

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4 cucchiai di salsa di pesce thai (nam pla) 2 cucchiai di succo di lime 1 cucchiaio di pasta di peperoncino (roasted chili paste)

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L’odore allegro delle zuppette, lo sfrigolio profumato di fritti di ogni genere, quei gustosi curry che deliziano di aromi un intero quartiere: Bangkok ha un sentiero olfattivo che accompagna lungo gli itinerari metropolitani

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Il Paese Del Sorriso C

he cos’è che rende i thailandesi così particolari e qual è la caratteristica che essi stessi ritengono più importante? Allora, che cosa è la “Thainess”, com’è fatta, di cosa si alimenta? Se si rivolge la domanda ad un thai la risposta appare quasi ovvia: è ciò che può essere identificato con la “trinità thailandese”: il Re, la Nazione e la Religione. Per i thailandesi, sono queste tre cose che rendono speciale la Thailandia rispetto ad altre nazioni. L’elemento più importante dei tre, tuttavia, è il re. I Thai sono estremamente orgogliosi di avere il monarca più longevo del mondo, in carica da più di 60 anni sul trono. Il re è molto amato anche a causa della sua generosità e degli sforzi fatti negli anni per rendere la Thailandia un paese migliore. Non è certamente un caso che questi tre elementi siano così importanti e costituiscano lo scheletro su cui poggia la thailandesità. La storia ci dice che quando è stato il momento di virare verso una Monarchia Costituzionale nel 1932, il THAINESS sia stato propagandato come un modo per consolidare i diversi gruppi culturali presenti nel Paese in un tutto unitario. Così il governo contava di proteggersi dall’imperialismo delle nazioni occidentali, come la Gran Bretagna e la Francia, che avevano già colonizzato i loro vicini. Ed infatti la Thailandia è orgogliosa di essere l’unico paese del sud-est asiatico a non essere mai stato governato da una potenza straniera. Nelle scuole, ai bambini viene insegnato che “Re, Nazione e Religione” sono ciò che rende il loro paese unico e la maggior parte dei thailandesi certamente ama il re, ama la nazione e professa la religione buddista. La “trinità” ha certamente una forte influenza sull’ identità nazionale thailandese, ma c’è dell’altro. Durante i nostri viaggi nel Paese del Sorriso è capitato di chiedere ai locali quali altre caratteristiche speciali siano proprie della loro cultura e le risposte sono state a volte sorprendenti: essere generoso e caritatevole verso gli altri, essere grato per ciò che altri hanno fatto e mostrare rispetto per gli anziani. Inoltre, molti hanno rivelato che parlare Thai, sostenere le tradizioni e salutare le persone con il “wai” (tenendo le mani giunte, insieme di fronte al viso) contribuisce alla causa della Thainess. Ed infatti questo rituale fa parte di un complesso galateo (marayaat) che i thailandesi imparano fin da piccoli, contraddistinto dal delicato modo di camminare, di parlare e muoversi che caratterizza qui ogni persona. I più giovani si chinano spesso in segno di rispetto,

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abbassando la testa quando passano persone più grandi, ed è comune che i più anziani siano i primi a iniziare un pasto, entrare in una stanza o sedersi. I valori thai tendono a sottolineare la gentilezza nei confronti degli altri: molti hanno nomi che fanno riferimento al cuore (jai) ed i visitatori avranno varie possibilità di sperimentare la cortesia della popolazione. La gestualità proviene dal nam jai (letteralmente, acqua che proviene dal cuore) – un modo di essere istintivo che “sgorga” naturalmente dal cuore e che si manifesta ad esempio offrendo ospitalità, cedendo il posto migliore sul bus agli estranei, fornendo informazioni in caso di difficoltà o chiedendo, come capita spesso: “hai già mangiato?”. Una vecchia tradizione, che consisteva nel mettere recipienti colmi di acqua potabile accanto ai cancelli per i passanti, trova oggi la moderna realizzazione nell’usanza di offrire acqua da bere nei negozi e nei mercati. Insomma, questa “amorevole gentilezza” emerge nell’assistenza spontanea che spesso incontrano i visitatori, un ingrediente importante nel successo di una destinazione. Ed ancora, la consapevolezza dei sentimenti delle altre persone. Conoscenza messa in pratica attraverso i principi del Kreng jai (cuore prudente), può spiegare alcuni modi di fare che talvolta disorientano il visitatore: i thailandesi preferiscono dire “sì” piuttosto che “no”; esitano a interrompere, non alzano la voce, sorridono anche nei momenti più critici. E’ questo uno stile di vita e di pensiero che presuppone, in ogni situazione, il rispetto dell’altra persona, una zona franca, un limite invalicabile. Questi tipi di cortesia si fondono poi con qualità come pazienza, tolleranza ed accettazione, tutte caratteristiche importanti per essere felici. Un sorriso è fondamentale in Thailandia, ma il reale ingrediente che fa la differenza è prendere la vita con umorismo. Sanuk è “predisposizione per il gioco e lo scherzo” che va al di là della gioia che deriva da una determinata circostanza, ma che si ritrova nei legami con amici, famiglia, colleghi e stranieri. Non si tratta solo di ridere, l’importante è avere compagnia, essere contenti e guardare il mondo in modo positivo. Ed inoltre, l’innata voglia di libertà e la condivisione di questa rafforza il senso di appartenenza. In definitiva è dalla gente che questo luogo trae il suo sapore unico ed i Thai possiedono una rara tolleranza che impregna il Paese di un raro senso di libertà, non è un caso infatti che Thailandia significhi terra degli uomini liberi.

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spir�tu�l�t� di Maria A. Triggiani

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n viaggio alla scoperta della spiritualità thailandese. La religione Buddhista è una filosofia di vita, una spiritualità che permea ogni aspetto del quotidiano thailandese. Non è mai percepita come un dogma imposto, quanto piuttosto come un modo per essere in sintonia con se stessi e il nostro prossimo. Tutto ciò si riflette nella spontaneità delle varie espressioni religiose, quali la preghiera o l’elargizione di offerte, che infondono sempre una grande armonia e pace. Attratti da questa spiritualità così delicata, io ed alcuni amici appassionati di viaggi, abbiamo voluto ripercorrere alcune tappe del vivere quotidiano thailandese; non solo da spettatori curiosi ma anche e soprattutto da interlocutori partecipi e affascinati da come un popolo possa vivere in tale sintonia, senza rinunciare alle proprie idee ed esperienze. Ma anzi sempre disponibile verso l’estraneo, il “diverso” in una maniera che poche religioni sanno trasmettere ai propri seguaci. E qui ritroviamo il concetto di “libero” più volte espresso come caratteristica del popolo thailandese, che è effettivamente ed istintivamente affrancato da ogni pregiudizio, libero di essere se stesso ed in armonia con il mondo. Abbiamo iniziato il nostro viaggio alla scoperta della spiritualità thailandese, partecipando alla “questua” delle monache buddhiste, un ordine di donne bonzo fra i primi e più importanti in Thailandia. Il loro Monastero Songdhammakalayani si trova nella città di Nakorn Pathom, considerata la porta d’entrata del Buddhismo in Thailandia e per ciò scelta – nei primi Anni ‘50 – come luogo per la sua edificazione, da parte della Madre Veneranda Voramai Kabilsingh, la fondatrice. La mattina alle sei ci siamo uniti alla “questua” quotidiana delle monache buddhiste, che sfilano in processione per le strade del vicino villaggio per raccogliere offerte di cibo, frutta e pochi altri prodotti alimentari. Contadini e mercanti, già al lavoro dalle primi luci dell’alba, accorrono numerosi per donare il loro contributo al sostentamento delle monache. Ed è stato emozionante leggere sui visi della gente espressioni di profondo rispetto e venerazione verso queste religiose, che sono accolte come consigliere e confidenti. Abbiamo infatti riscontrato che – a differenza della questua dei bonzi - che raccolgono le offerte in silenziosa riflessione - la questua delle monache è molto più coinvolgente ed interattiva; esse elargiscono senza lesinare preghiere, salmodie, sorrisi e auguri di buon auspicio. Dopo un’oretta di cammino, rientriamo al monastero, dove siamo invitati a partecipare e condividere la prima colazione, prima delle consuete sessioni di meditazione e preghiere mattutine. Ascoltiamo le salmodie delle monache raccolte in seduta composta presso la mensa e noi stessi partecipiamo alla distribuzione del riso e delle varie pietanze cucinate, servendo a ciascuna monaca una piccola porzione,

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LA COMMOVENTE PROCESSIONE

DELLE MONACHE posta direttamente nel “Bat”, il recipiente in metallo usato per raccogliere le offerte la mattina. Il cibo è molto frugale e ricco di sapori speziati, che gusteremo noi stessi accomodandoci ad un tavolo proprio di fronte alla scranna (panca) delle monache. Dopo la prima colazione viene naturale rimboccarsi le maniche e lavare il proprio piatto nelle vaschette già pronte fuori della mensa, mentre le monache puliscono scrupolosamente il loro “Bat” pronto per il prossimo uso. Sempre in sintonia con se stessi ed il prossimo. E mentre le religiose si raccolgono in preghiera, noi ci dedichiamo alla visita del monastero che sorge su un’area molto vasta e che accoglie al suo interno numerose statue del Buddha, un tempio in costruzione e diverse cappelle votive, tra le quali la cappella del “Buddha della Medicina”, con una bellissima statua rivestita d’oro e stucco

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blu che rappresenta il Buddha guaritore. La storia di queste donne bonzo, il cui ruolo religioso venne inizialmente rifiutato e osteggiato dal clero maschile e dall’amministrazione locale, è molto avvincente e merita di essere raccontata. La Veneranda Madre Voramai rivela infatti una vita molto intensa e ricca di esperienze sia in ambito religioso che di successi personali, culminati nello studio e nella pratica Buddhista per ricevere i suoi primi voti al tempio reale di Bavorn, dall’Abbate Chaokhun Prommuni, ma solo in un secondo tempo ordinata monaca a tutti gli effetti in Taiwan. Divenendo così la prima donna bonzo (o Bhikkuni) thailandese. La figlia Chatsumarn, nata dal matrimo-

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L ’ I N T E N S A V I TA DELLE DONNE BONZO

nio con un membro del Parlamento di Trang, prima del suo accostamento al credo Buddhista, proseguì l’opera della madre - scomparsa nel giugno del 2003 - e prese i voti come monaca buddhista Theravada, (scuola delle origini del buddhismo “degli anziani”, contrapposta agli insegnamenti Mahayana), dopo un lungo periodo di studi in Sri Lanka. Dedicò i primi dieci anni della sua ordinazione, alla diffusione dei precetti Buddhisti, ma anche e soprattutto all’educazione socioculturale delle genti locali, accogliendo fra i suoi discepoli giovani donne desiderose di accostarsi alla vita religiosa del monastero, pratica già molto diffusa fra i bonzi, che ogni anno aprono le porte a giovani uomini per brevi periodi di meditazione ed educazione religiosa, che potranno ripetersi durante tutto l’arco della loro vita. Lasciamo le monache alla loro meditazione e proseguiamo alla volta di Nakorn Pathom, per visitare il Phra Pathom Chedi, il monumento buddhista più alto del mondo, dove si radunano ogni giorno folle di credenti per la preghiera e l’acquisizione di meriti con le offerte. Ma anche in atteggiamento di devozione ai piedi di una grande statua, dentro la quale sono tumulate le ceneri del Re Rama XI. Lo stupa originale è ricoperto da una cupola arancione, sopra la quale ha trovato posto in un secondo tempo un altro stupa dedicato a Brahma (reminescenza della conquista della città da parte di un re khmer del passato). E qui assistiamo alla formazione religiosa di bonzi novizi, riuniti in una saletta appartata e nascosta dal colonnato interno del tempio. Il tempio racchiude inoltre statue cinesi in pietra verde, provenienti dalle giunche cinesi che le utilizzavano come zavorra, dettagli che arricchiscono la multiforme iconografia buddhista. Ultima tappa del nostro peregrinare spirituale - sulla via del ritorno a Bangkok - è il sito religioso di Buddhamonthon, che ospita la statua del Buddha eretto, fra le più alte al mondo. La statua progettata dall’architetto fiorentino Corrado Feroci, anche fondatore dell’Accademia di Belle Arti di Silapakorn, svetta per quasi 16 metri ed è in bronzo dorato. Il parco che la circonda è luogo di ritrovo di scolaresche e gruppi di giovani, accompagnati dai loro precettori religiosi, che raccontano la storia del Phra Sakayathospholyas e del sito religioso di Buddhamonthon considerato come la “Terra del Buddha” e creato dal governo nel 1957 per commemorare il 2.500mo anniversario dell’esistenza del Buddhismo; a metà cammino del Buddha Sakayamum che seconda la profezia deve compiere un percorso religioso di 5.000 anni, prima dell’inizio di una nuova era Buddhista. Ovunque risuonano le voci corali dei monaci in preghiera, che congedano i fedeli invitandoli a far ritorno alle loro dimore. La pioggia sembra imminente.

T R A D I Z I O N E


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SELFIE

AGENTI

D O M E N IC O M O S T A C C IO il posto in cui E’ la gente a rendere é in Thailanrch pe o ecc vive speciale: ponibilità’ dis la dia restano impresse ricevuto mo bia ab e ch e l’accoglienza tastico fan polo da parte di questo po e il ch do Cre te. en e sempre sorrid all’orzie gra e ch an o, ggi via nostro biamo trovato, ganizzazione che ab esperienza da a un ero vv da sia stata ai clienti , are ricordare e da riport enfasi la con ero vv da do raccontan e questi ch i on bellezza e le emozi re, perchè va pro E re. da posti possono i dettagli ne o pri no?, a raccontare pro vissumo bia ab e ch ze tutte le esperien tica tas fan a ell to, a cominciare da qu un a zzo me in k ya escursione in ka naturale. nte bie am ile ab tic indimen

S A R A FA L C O N I Posso affermare ch e la Thailandia pu ò davvero sorprend erti! Puoi assaggiar e cibo thailandese pe r strada; puoi curio sare al mercato loc ale e comprare pe sce appena pescato e farlo cucinare al momento; puoi ril assarti con un piacevole e rig enerante massaggio thai! E la sera? Se ti trovi a Phuket, tutti in tu k tuk a Patong Road , per una serata all’inse gna del divertimento! Una vacanza nella zona di Krabi e Phuket è sicuramente all’in segna del relax. Pu oi raggiungere le iso le con le long tail, tipiche imbarcazio ni lunghe e strette che fanno da cornice ai suggestivi paes aggi, le quali ti porte ranno ad esplorare spiagge incantevoli dal mare verde e limpido. Snorkelin g assicurato! La mi a esperienza è stata davvero piacevole. Spero di tornare a visitare presto qu esta meravigliosa ter ra.

L U CA L E P O R E é questo è stato un Il mio è un sentito ringraziamento perch mi ha arricchito che e o izzat organ ben molto al ation educ azio di cuore Ringr o. uman e a livello professionale e anch vigliosa mera a quest in to guida ha ci che o Mari e la TAT sciuta. scono me a o mond di avventura a scoprire una parte nostri nei sia stica fanta era mani in ti accol stati Siamo t, Resor vari dei ioni ispez soggiorni, che nelle Easy dalla a gestit guida e enza assist una con Smile di Bangkok eccezionale, disponibilità al 100% e che è andata anche oltre il programma prefissato. A Mario un elogio che ci particolare, un grandissimo capogruppo professionatra sso rome comp o giust il con ti guida ha naturalmente, va lità e amicizia. Ma gran parte del merito, alla Thailandia, uno splendido paese.

L U CA RO G G E RO Le sensazioni che ho ricevuto da questo viaggio, il secondo in Thailandia, a distanza di qualche anno dal primo, sono state molto positive. Il calore dei locali mi ha nuovamente impressionato: già il loro saluto, le due mani unite accompagnate da un inchino e da un sorriso, comunica la sensazione di essere un gradito ospite. E poi l’impressione che sappiano vivere al ritmo giusto, più lento rispetto all’Occidente. Così come il massaggio thai, mani esperte che distendono i muscoli e donano un senso di benessere a cui non siamo più abituati, sempre impegnati a lottare contro il tempo. Insomma, il viaggio in Thailandia mi ha sicuramente restituito calore umano, benessere e tempo perduto.

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S O C I A L


G IU L IA G O R D IN I ilandia mi Tutte le volte che torno in Tha in verità Ma !! a dico ...ben tornata a cas l’abbia ce e ion saz sen sta que credo che Thaiin a stat qualsiasi persona che sia persote Tan a. volt una solo landia anche ilandia? La Tha in a cor ...an no. dico mi ne e.....e perché mia risposta è molto semplic , c’e’ tanto nde gra e’ dia ilan Tha La no? ta. Avere la nta sco i ma da vedere e non è pericolo e n alcu rere cor non di a certezz tere cose met per di stare bene, di potersi nche nea i rest pot non si pae i che in altr re ntra inco di sfiorare, essere sicuri onidisp e riso sor il con pre persone sem si pae i altr li bili e un bel mare: ma in qua ste que e tutt are trov i del mondo puo he questo certezze, tutte assieme? Anc ntito le sme ha non gio, mio ultimo viag te il mal esis che dice chi C’e’ . tive aspetta tta dal mal d’Africa .....bene io sono affe di Thailandia !!

immagini e pensieri dell educational krabi - phuket organizzato dall’ente del turismo thailandese nell’aprile 2 0 15

S E L E N A PA V O N E Ci sono momenti in cui si è mat uri per rivivere un Paese visitato tant i anni prima, con occhi diversi. Ma qualcosa è mutato dalla mia prima volta in Thailandia. Gli odori, i sapori, persino il caldo umido, seppur uguali, stavolta mi hanno lasciato una nostalgia che porterò dentro di me per sempre. In soli 5 notti mi è stato donato da questo Paese, qualcosa che è dentro di me ma che a volte tendo a soffocare, “la libertà di esistere”. Un popolo riservato ma aperto, un popolo unito ma pronto ad accettare chi è diverso da loro . Ringrazio coloro che sono stati al mio fianco, accompagnandomi in quest’ avventura dalle mille sens azioni ed ad ogni modo unica.

DA N IE L A F L O R E L’educational in Thailandia e’ stato un gran successo: un’organizzazione impeccab ile, un gruppo vario e ben assortito e un tour leader, Mario, assolutamente all’altezz a di ogni situazione! Per me, è stata la sperimen tazione pratica di tante nozioni teoriche, frutt o di insegnamenti, letture e studi, che però da soli non sono in grado di trasmetter e quei profumi e sapori forti, i paesaggi reali con i colori in continua evoluzione dura nte l’arco della giornata e quell’alternar si di realta’ diverse che si possono cogli ere solo visitando e guardando con i propri occhi. La Thailandia e’ una destinazione che non stanca, proprio per questa sua prer ogativa di offrire tanto, per tutti i gusti e per le occasioni più varie!

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NATURA, SEMPLICITÀ E GIOIA I PICCOLI SEGRETI DELL’ECOTURISMO

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i arriva a Ban Nam Chiao, lasciando l’aeroporto di Trat e passando attraverso floride foreste di caucciù, e ci si ritrova in un’oasi pace, in cui buddisti e musulmani hanno imparato a vivere insieme, senza odi religiosi. L’acqua del fiume, su cui si affacciano coloratissime casette, arriva fino al golfo, dove crescono mitili non troppo dissimili dalle cozze veraci. Per il pranzo saranno cucinati secondo la ricetta tradizionale, dopo essere stati raccolti dagli ospiti stranieri assieme ai pescatori del posto. Ci si mette in barca, si costeggiano rive fitte di mangrovie, si arriva al mare e poi ci si tuffa fino al fondo con le mani protette da guanti in maglie di ferro per pescarle. Al ritorno si liberano i granchi nelle acque basse. Questo villaggio nella provincia al sudest della Thailandia ospita una delle tante comunità ecoturistiche del Paese, dove l’ospite straniero può osservare e

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prender parte alle tradizioni della vita locale. Qui sono circa in tremila tra pescatori e agricoltori, che vivono dei prodotti del loro lavoro, dei frutti e del riso che raccolgono, degli oggetti d’artigianato che realizzano. Come gli “ngop”, i cappelli tradizionali fatti con foglie di palma. Un’anziana signora li assembla a mano, seduta sotto un capanno nel bosco. Impiega cinque giorni per finirne uno. Per andare a trovarla si pedala tra palme e motorini convertiti in sidecar con carrelli posticci. Al caldo umido si pone rimedio con un bicchiere di tè verde ghiacciato, mentre le donne del posto si preparano per la lezione di cucina. Per i non esperti non è facile realizzare le crespelle di farina di riso cotte al vapore. Guardare come fanno il loro dolce di caramello filato, simile a una cannuccia con cui bere il caffè, lascia sostanzialmente a bocca aperta. La bellezza straordinaria della natura

N A T U R A


thailandese è ancora più autentica fuori dalle rotte del turismo di massa, e trova conforto nella cultura ecologista delle comunità autoctone e nelle loro economie di sufficienza. È facile dimenticare il traffico fuori controllo e lo smog di Bangkok, quando si vola verso sud e sotto gli occhi, dal finestrino dell’aereo, compare il “mare” spezzettato delle risaie infinite; e poi le coltivazioni di frutti locali come il rambutan, il long kong, il mangosteen con cui si può fare addirittura il sapone, come mostrano i titolari di una piccola azienda agricola di Huai Raeng. Lì, all’interno di una tipica casa di campagna thailandese (“baan”), vi insegnano a comporre una “schiscetta” per il pranzo con una foglia di palma all’interno della quale si raccoglie del riso con ananas, uova, anacardi e altri condimenti. Con le stesse foglie vengono confezionate anche sigarette. Poi vi portano in barca, lungo il fiume sottostante, a raccogliere le piante e pescare gamberoni. Infine si assiste alla produzione di olio di cocco, ottimo per cucinare, ma anche per idratare la pelle e i capelli. Nella provincia di Trat, a Ban Rai, la raccolta dei rubini è attività ultracentenaria, importata dai cinesi. Nel museo locale se ne ripercorre la storia e si apprende che oggi è permessa soltanto quella manuale, con le ceste lungo i fiumi: cinque anni fa il governo ha rimesso la concessione per lo sfruttamento dei letti d’acqua, devastati da decenni di lavoro industriale con le ruspe. Se gli operai in massima parte di sono reinventati come coltivatori di frutta, a Chang Tune gli abitanti della comunità etnica sam-re hanno dato a un vero e proprio “ecomuseo”. Qui i turisti possono godere delle loro tecniche erboristiche che prendono vita a partire da ben 32 qualità di erbe e spezie raccolte nelle foreste. Quando si arriva, l’odore degli infusi è pungente; ad accogliervi ci sono eleganti signore in abiti luccicanti. Saranno loro ad esercitarsi in rigeneranti massaggi thai secondo il metodo più tradizionale

Ban Nam Chiao è uno dei luoghi di elezione per il ciclo-turismo: sentieri e strade senza traffico invitano a piacevoli passeggiate nella natura.

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Il piccolo museo della Ban Nam Chiao community a Trat, dove la raccolta dei rubini si fa a mano.

DIFENDERE

L’AMBIENTE E LA SUA

A U T E N T I C I TÀ Due momenti delle attività nell’azienda Eco-turistica di Huai Raeng, effettuate seguendo antiche tradizioni

e prepararvi la sauna dentro campane di salacca. Con questa pianta vengono costruiti anche i capanni, e prima di provare i fanghi profumati per la pelle, vi mostrano come si fa a tirar fuori tetti e pareti dalle foglie. In ognuno di questi luoghi si mangia cibo fatto in casa, con prodotti coltivati in loco. La cucina è vivacissima e articolata in numerose sfumature del piccante. Questo è probabilmente il miglior modo di entrare in contatto con i suoi sapori più veraci, quelli che anche qui sono i gusti di casa, delle tavole delle nonne e delle mamme. Il salto verso i lussi dell’accoglienza alberghiera è anche fisico, e passa dal tratto di mare che divide la costa dall’isola di Koh-Chang: un’esplosione naturale, un polmone verde in mezzo al golfo. È la seconda isola del Paese ed è popolata di elefanti e ricoperta da una giungla ricca di cascate.

Qui si dorme in resort di lusso e in hotel pluri-stellati, con spa annesse. Lungo la strada che segue la costa, è tutto un susseguirsi di ristoranti, bistrot, negozi d’abbigliamento, botteghe di tatuatori, sale da biliardo, luci da riviera. Le spiagge larghe, il mare azzurro, le palme iconiche a fare ombra, appagano la vista e il cuore. Quando te ne vai, tutti si danno in enormi sorrisi. Nel “Paese dei sorrisi”, qualunque cosa succeda – ti dicono – serve sempre l’entusiasmo, e la leggerezza dell’animo. Ascoltare i canti dei monaci nei tempi della città reale al centro di Bangkok, può essere d’aiuto nel seguire questo spirito. Il luccichio delle costruzioni d’oro rimane un’immagine vividissima agli occhi, come i colori dei fiori al mercato della città, che ci si porta dietro anche sul sedile dell’aereo di ritorno.

Paola Annoni

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Nel Prossimo Numero SULLA ROTTA DELLE MERAVIGLIE

A Koh Lanta con Giulia Michelini: tramonti leggendari, immersioni, e la magia del Pimalai Resort ELEGANZA D’ORIENTE

La seta thailandese: l’incanto dei colori e di una tradizione antica

I TESORI DELLA FEDE

A Chiang Mai, il tempio Wat Doi Suthep, fra storia, arte e misticismo ADV rIVIsTA

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1 01/09/15 18:26 Pagi na 1

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