Islands Viaggi - Settembre/Ottobre

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er la mia ricerca dei migliori banchetti organici di Maui, devo allontanarmi. Così guido lungo la spettacolare strada principale che mi porterà ad Hana, un isolato villaggio nel remoto sud ovest dell’isola. Si dice che le comunità di agricoltori amanti della gastromia e non curanti del mondo esterno, crescano bene qui. Comincio a vedere i primi cartelli della loro presenza lungo la tortuosa carreggiata, circondata da piante di vite. Dei capannoni cominciano a farsi vedere. Ne passo uno, vicino ad una cascata, che vende avocado: 10 per poco più di 2 €. A poco meno di un chilometro, trovo un’altra cascata e un altro capannone, questa volta vendono mango, anche qui 10 per poco più di 2 €. Mi fermerei, ma senza un coltellino e senza spazio nello

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Vicino ad Hana, alcune persone ancora seguono un modello di vita stile hippie. La loro influenza si sente non solo nella cucina. Un esempio? La famosa pizza hippie e gli avogados organici. Ma anche in alcune scelte come quella di mangiare sotto una tettoia di un piccolo frutteto del posto.

stomaco, tiro dritto fino a Kipahulu, la parte più remota di Maui. Un cancello, a malapena segnalato, fa da entrata alle Ono Organic Farms da non confondere con la O’o Farm. Ono ha avuto un gran successo per 35 anni, e mi è stato anche detto che è un vero e proprio modello per il futuro di Maui. Fermo la macchina su un vialetto di scivolosa terra rossa e mi dirigo verso un capannone all’aperto dove un’addetta, Christina, sta offrendo degli assaggi di frutta. Una varietà di prelibatezze tropicali sono sparse sul tavolo, tutto raccolto dal terreno circostante. Proviamo alcune varietà esotiche come la leggendaria banana Blue Java (conosciuta anche come “la banana gelato” per la sua leggera patina sulla buccia e la cremosa consistenza), la succulenta papaya Ono (che è stata modificata per farla resistere alle malattie) e croccanti mele di montagna (l’unico frutto portato a Maui dagli antichi hawaiani, insieme ai loro ortaggi di base, alla colocasia e al frutto dell’albero del pane). Assaggiamo poi la jabuticaba del Brasile, la giaca (che ha una consistenza simile al latex), le squisite lilikoi e il durian, che ricorda l’aroma del formaggio Roquefort. “L’odore è veramente incredibile” dice Christina. Incredibile è un modo carino per dire che puzza da morire. Sobbalzo quando Christina ne apre uno a metà. “Il durian è molto popolare qui poiché, dal punto di vista nutrizionale, è il frutto più completo sulla Terra.” Tutto ciò che vedo è cresciuto nei 28 ettari dell’Azienda, che ha una certificazione come azienda organica, fornita di energia solare e irrigata interamente dalla pioggia. “Abbiamo fatto un compromesso su una cosa sola ammette Christina - recentemente ci siamo provvisti di telefono.” Prima di lasciare Maui, ho un ultimo posto sacro da visitare. Dice qualcosa sulla vita culinaria dell’isola ed è un supermarket così eccellente, da diventare un attrazione turistica. Il Mana Foods, vende bontà gourmet organiche, e forse è il negozio di cibi migliore sul pianeta. Vago tra le trafficate corsie insieme a residenti tatuati e abbronzati, buttando sempre un occhio fuori, alla ricerca degli abituali e famosi clienti Owen Wilson e Willie Nelson. Quasi tutto quello che c’è nel negozio proviene da più di 400 fattorie dell’isola. Cammino per 20 minuti, selezionando dei pomodori maturi arrivati direttamente dalla fattoria dove ho pranzato qualche giorno fa e lo stesso splendido frutto del drago che ho assaggiato da un venditore a Hana. Nell’aria si propaga un favoloso profumo di frutta, come un enorme cocktail tropicale. E’ fresco. È di Maui. E’ potrebbe già essere il 2050.


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