Sembrava temeraria la sfida lanciata con il progetto della Casa della memoria al futuro. Ma, passo dopo passo, la scuola rurale dismessa di Maiano Lavacchio si è già trasformata: il lavoro è in corso, già non è più un’utopia immaginare che si possano abitare stanze e giardino. È di 75 anni la distanza che ci separa dall’avvenimento che ha eletto questo a luogo per eccellenza della memoria grossetana. La memoria degli undici ragazzi uccisi il 22 marzo del 1944 è consegnata alla storia, ora che se ne sono ricostruite compiutamente le ragioni e si sono definiti responsabilità e significato di un atto di violenza gratuita, nel cuore di una guerra che lasciò dolore e devastazioni. Il progetto di trasformare la scuola di Maiano Lavacchio in luogo – luogo di memoria – nasce dalla volontà di impedire la dimenticanza. All’ISGREC, iniziale promotore, si sono unite istituzioni e persone, che hanno accettato anche di misurarsi con un indispensabile impegno concreto. Sono il Comune di Magliano in Toscana e la Regione Toscana, associazioni di rappresentanza, sindacati ed ANPI, ma anche imprenditori, professionisti, artisti, prova di una memoria condivisa e di una comprensione della filosofia del progetto. L’intenzione, che l’architettura della Casa esprime, è quella di non ingessare il passato nei riti del ricordo. Nell’ambiente interno e negli spazi che lo circondano è importante la presenza delle tracce del passato, nomi e immagini, testi e testimonianze. Accanto, nel vecchio edificio del podere “Appalto” c’è ancora chi ricorda quel giorno. Frammenti di ricordi conservano anche persone che abitano i dintorni, allora adolescenti o bambini. Ancora le consegnano ai visitatori, durante le commemorazioni di ogni 22 marzo, dal 1945 ad oggi. Nella Casa arriverà anche altro: segni materiali del tempo, libri di storia, materiali utili a costruire momenti di studio e riflessione. Tuttavia è pensata come luogo da abitare, in simbiosi perfetta con un paesaggio che offre bellezza e la possibilità di incontro con la natura. L’idea di futuro dovrà prevalere sullo sguardo pur essenziale al passato. Anche se non sarà breve il tempo per portare a compimento il progetto, la Casa già da ora ha visto presenze di giovani, che hanno tratto ispirazione dalle storie studiate per produrre opere d’arte “povera”. A crearle sono stati gli studenti del progetto Erasmus, ragazzi venuti dall’Europa a confrontarsi con una memoria comune ad altre, conservate in altri luoghi, perché è europea la storia che ha prodotto ferite e che può servirci a costruire un’idea di futuro. L’arte è parte essenziale della cultura che vorremmo abitasse a Maiano Lavacchio. Le opere che mostra questo catalogo sono già un primo segno di partecipazione di artisti a dare forza al progetto. Il legame fra storia e memoria ed arte è già un’esperienza realizzata, tessera del mosaico che si sta costruendo. Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea
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