Catalogo della mostra "40 artisti per la casa della memoria al futuro", Grosseto 23-30 marzo 2019

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Sembrava temeraria la sfida lanciata con il progetto della Casa della memoria al futuro. Ma, passo dopo passo, la scuola rurale dismessa di Maiano Lavacchio si è già trasformata: il lavoro è in corso, già non è più un’utopia immaginare che si possano abitare stanze e giardino. È di 75 anni la distanza che ci separa dall’avvenimento che ha eletto questo a luogo per eccellenza della memoria grossetana. La memoria degli undici ragazzi uccisi il 22 marzo del 1944 è consegnata alla storia, ora che se ne sono ricostruite compiutamente le ragioni e si sono definiti responsabilità e significato di un atto di violenza gratuita, nel cuore di una guerra che lasciò dolore e devastazioni. Il progetto di trasformare la scuola di Maiano Lavacchio in luogo – luogo di memoria – nasce dalla volontà di impedire la dimenticanza. All’ISGREC, iniziale promotore, si sono unite istituzioni e persone, che hanno accettato anche di misurarsi con un indispensabile impegno concreto. Sono il Comune di Magliano in Toscana e la Regione Toscana, associazioni di rappresentanza, sindacati ed ANPI, ma anche imprenditori, professionisti, artisti, prova di una memoria condivisa e di una comprensione della filosofia del progetto. L’intenzione, che l’architettura della Casa esprime, è quella di non ingessare il passato nei riti del ricordo. Nell’ambiente interno e negli spazi che lo circondano è importante la presenza delle tracce del passato, nomi e immagini, testi e testimonianze. Accanto, nel vecchio edificio del podere “Appalto” c’è ancora chi ricorda quel giorno. Frammenti di ricordi conservano anche persone che abitano i dintorni, allora adolescenti o bambini. Ancora le consegnano ai visitatori, durante le commemorazioni di ogni 22 marzo, dal 1945 ad oggi. Nella Casa arriverà anche altro: segni materiali del tempo, libri di storia, materiali utili a costruire momenti di studio e riflessione. Tuttavia è pensata come luogo da abitare, in simbiosi perfetta con un paesaggio che offre bellezza e la possibilità di incontro con la natura. L’idea di futuro dovrà prevalere sullo sguardo pur essenziale al passato. Anche se non sarà breve il tempo per portare a compimento il progetto, la Casa già da ora ha visto presenze di giovani, che hanno tratto ispirazione dalle storie studiate per produrre opere d’arte “povera”. A crearle sono stati gli studenti del progetto Erasmus, ragazzi venuti dall’Europa a confrontarsi con una memoria comune ad altre, conservate in altri luoghi, perché è europea la storia che ha prodotto ferite e che può servirci a costruire un’idea di futuro. L’arte è parte essenziale della cultura che vorremmo abitasse a Maiano Lavacchio. Le opere che mostra questo catalogo sono già un primo segno di partecipazione di artisti a dare forza al progetto. Il legame fra storia e memoria ed arte è già un’esperienza realizzata, tessera del mosaico che si sta costruendo. Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea

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Come presidenti delle principali associazioni di artisti della nostra città, insieme a circa quaranta artisti locali, sosteniamo un importante progetto portato avanti dall’ISGREC – Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea – che pensiamo dovrebbe ricevere grande attenzione: il recupero della scuola di Maiano Lavacchio, con l’obiettivo di fare dell’edificio un vero e proprio luogo della memoria. La guerra è sempre una scelta sbagliata, ma diventa orrore ancor più grande quando si accompagna a leggi liberticide e all’uso arbitrario della violenza. I ragazzi, nel nostro lessico i “Martiri d’Istia”, furono vittime di quelle circostanze e di quel clima. A settembre, con i primi fondi raccolti, è stato aperto il cantiere e sono iniziati i lavori di ristrutturazione con progetto generosamente offerto dell’architetto Edoardo Milesi. Oggi appare concretamente possibile la realizzazione di quello che l’ISGREC considerava solo un sogno. Nella nostra città c’è una lunga e onorevole tradizione di impegno degli artisti sulla memoria della Maremma. La letteratura, le arti figurative, la fotografia e la stessa musica – ogni espressione della creatività locale – hanno contribuito a salvaguardare memoria e valori. È questa un’occasione importante per verificare se siamo in grado oggi di recuperare questo spirito. Rinnoviamo questa bella tradizione di civismo delle arti insieme all’ISGREC, alla Regione Toscana e al Comune di Magliano in Toscana, ma anche ai professionisti e ad altre associazioni locali mettendo a disposizione il frutto della nostra creatività e del nostro lavoro oggi esposto in mostra collettiva finalizzata alla raccolta fondi per la causa.

Piero Ardenghi, Associazione Eventi Germano Paolini, Associazione Primavera Maremmana Gennarino Salvo, Associazione Grossetana Arti Figurative (A.G.A.F.)

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A volte accade che progetti nati in seno ai sogni e alle speranze di un piccolo gruppo di persone abbiano la capacità di coinvolgere una intera comunità e di innescare un movimento virtuoso di partecipazione. È il caso del progetto di recupero della scuola di Maiano Lavacchio – luogo caro alla nostra memoria collettiva – portato avanti con tenacia dall’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea per farne un centro vivo di cultura e condivisione. Il coinvolgimento in progetti che nascono dal basso, per l’impulso vitale e l’esigenza di un territorio o di una collettività, lascia sempre una positiva consapevolezza che si sta lavorando nella giusta direzione. La comunità artistica di Grosseto è sempre stata molto generosa e apprendere che un gruppo di artisti ha deciso di sostenere questo impegnativo percorso di riqualificazione, mettendo a disposizione ciò che di più prezioso ha, ovvero la sua creatività, è stata solo la piacevole conferma di quanto la nostra terra sia fertile ad ogni stimolo che porti con sé contenuti e motivazioni rilevanti. A noi l’onore di radunare il materiale e le opere gentilmente donate dagli artisti e di curare l’allestimento della mostra nei prestigiosi spazi del Museo Archeologico e d’Arte della Maremma. La sala conferenza al piano terra e la suggestiva sala delle statue sono dunque lo scenario espositivo della mostra; un percorso nell’arte locale, dalla pittura alla scultura, dalla grafica alla fotografia. Ci piace evidenziare due pregi, forse collaterali, ma per noi nodali di questo progetto. Prima di tutto l’aver messo fianco a fianco generazioni diverse di artisti, diversi linguaggi e stili, permettendoci di constatare come quello dell’arte sia un alfabeto universale, uno strumento per raccontare e alimentare la storia culturale di un intero territorio. Secondo, l’aver incrociato pubblici che spesso viaggiano parallelamente all’interno dello stesso contesto. La speranza è che tutto ciò sia di buon auspicio per una città che aspiri ad essere sempre più curiosa su quello che accade al di fuori dei suoi quotidiani e abituali percorsi. Un grazie particolare va all’Isgrec che ci ha voluto coinvolgere in questo progetto, al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma per la disponibilità e la collaborazione dimostrata, alle associazioni Agaf, Eventi e Primavera Maremmana, a tutti i generosi artisti, ai collezionisti che sposeranno il progetto. Claudia Gennari Marta Paolini

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Dimitri Angelini

Kinder und Jugendzentrum Lessinghöhe (centro per bambini/e e ragazzi/e di Lessinghöhe) 16x24, Stampa ink jet su carta

Dimitri Angelini nasce a Orbetello nel 1983. Studia Musicologia al D.A.M.S. di Firenze e dal 2007 vive a Roma dove ha fatto da assistente presso lo studio di Marco Delogu, col quale collabora. Specializzato in reportage, dal 2006 collabora con lʼAssociazione culturale “Il Frantoio” di Capalbio come assistente-curatore degli allestimenti e fotografo di eventi: si ricordano le esposizioni di Kounellis, Paladino, Ceccobelli, Tirelli, Lange, Cucchi. Nel 2008 realizza un reportage sulla pastorizia nei territori della Tuscia pubblicato dalla casa editrice Punctum. Nel 2009 fonda lo studio associato Nove Photography-Atelier di Sperimentazione Fotografica. Alla fine del 2009 lascia il collettivo ed è fotografo di scena per il film diretto da G. Diefenthal “Fratelli d’Armi”. Durante la primavera del 2010 partecipa al PHC CapalbioFotografia con un reportage su vecchi siti metalliferi presso Gavorrano e cura una parte del festival dedicata ai 50 anni del Comune e alla memoria fotografica dello stesso, le foto sono in mostra insieme a quelle di fotografi d’eccellenza come David Spero, Marco Delogu e Juan Fabuel. Collabora con Thomas Lange, Mutsuo Hirano e Bruno Ceccobelli. Nel marzo 2011 partecipa ad un workshop tenuto da Guy Tillim, le foto sono state esposte durante il festival di fotografia di Capalbio. A ottobre 2011 si trasferisce a Berlino. Le sue foto sono state pubblicate su riviste, giornali e cataloghi internazionali. Attualmente lavora a progetti sia in Italia che in Germania.

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Piero Ardenghi Zone di silenzio 34x45, Acrilico su tavola

Piero Ardenghi nasce a Montalcino (SI) nel 1943, dopo la frequentazione della scuola di arti e mestieri di Siena, inizia a lavorare in città nella bottega dei fratelli Martinelli, ebanisti specializzati per lavori di intaglio ed intarsio del legno. Nel 1964 si trasferisce a Montecatini Terme dove lavora come arredatore e addetto vendite presso un grosso mobilificio. Durante gli anni di residenza nella città termale conosce il pittore Pietro Annigoni. Il maestro aveva da poco iniziato i lavori agli affreschi (raffiguranti soggetti sacri) nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Buggianese e volle coinvolgerlo nella realizzazione della grande opera. Questa “frequentazione” sarà fondamentale nella sua formazione artistica e personale. In quel periodo aderisce ed inizia ad esporre i suoi lavori di pittura in mostre collettive organizzate dal gruppo artistico pistoiese “Arti al Buio”. Nel 1971 si trasferisce nella città di Grosseto, collabora per alcuni anni con due gallerie italiane, partecipa a concorsi d’arte e importanti mostre collettive, organizza e cura con successo mostre personali in luoghi pubblici e privati nel territorio nazionale. Nell’anno 2003 con una mostra a Stresa aderisce al movimento “Il Ricambio Generazionale dopo il Novecento”. Nel 2008 una sua opera è stata acquisita dal Sharjah Art Museum nell’Emirato UAE (Arabia Saudita). Altre sue opere sono presenti in raccolte museali italiane e in collezioni private. Fonda a Grosseto insieme a quattro amici artisti l’Associazione culturale “EVENTI”, la quale, con proprie iniziative, dall’anno 2000 si muove nel territorio nazionale per la promozione e la diffusione dell’Arte Contemporanea.

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Nilo Bacherini È finita!! Spennato 60x48, Olio su faesite

Nato a Grosseto nel 1929, Bacherini ha frequentato le botteghe dello scultore Ivo Pacini e di Carlo Gentili, per aderire poi al gruppo della Chimera con cui ha esposto nel 1952, alla Prima Mostra Sindacale, presentando sculture e disegni. Nel 1954 ha organizzato la sua prima personale alle Salette Caravaggio in Piazza della Vasca, allestendo anche una sezione espositiva dedicata alle opere del fratello. Nel 1955 ha partecipato alla Mostra del Realismo e dall’inizio degli anni sessanta si è dedicato definitivamente alla pittura, cominciando ad esporre in tutta Italia. Ha accompagnato la sua attività di pittura anche con quella di organizzatore di eventi culturali. Nel 1988 ha costituito con amici l’associazione Identità maremmana, con lo scopo di valorizzare la memoria storica relativa al territorio. Partecipa attivamente alla vita culturale della Maremma, con interventi scritti su quotidiani e periodici. Nel 2003 una sua idea, relativa all’organizzazione di una Rassegna “sugli anni Trenta” finalizzata a fissare le radici dell’arte in maremma, viene avocata dall’Amministrazione Provinciale e affidata al prof. E. Crispolti che ha ampliato il periodo da analizzare: “Arte in Maremma nella prima metà ‘900”. Nel 2011 progetta e coordina la mostra collettiva “Creatività artistica ecc… 150° anno” presso il Palazzo del Governo di Grosseto. Attualmente vive e lavora a Grosseto.

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Antonio Barbieri Simulacro

26 x 24 x 20, Terracotta, smalto nero Il lavoro di Antonio Barbieri (nato a Rho, 1985) si contraddistingue per una fusione tra tecnologia e tecnica antica. La poetica di Barbieri si pone a crocevia tra figurazione e astrazione, cercando soluzioni e nuovi approcci a problemi formali senza tempo. Muovendosi tra diversi campi, l’artista arricchisce la propria ricerca utilizzando un approccio alla forma sempre diverso, creando una produzione eterogenea ma con forti elementi di riconoscibilità. I soggetti che ne derivano spaziano dalla reinterpretazione della figura umana, indagata in profondità nei rapporti e nelle connessioni tra uomo e società, allo studio tassonomico del regno vegetale, rielaborato grazie alla modellazione tridimensionale. La continua sperimentazione, lo porta a un uso massiccio della tecnologia che fa da humus al concepimento delle opere, attraverso la digitalizzazione e la rielaborazione di forme naturali che restituiscono comunuque un forte senso di classicità. Risale al 2018 la mostra “Tecnica mista su carta”, a cura di D. Sarchioni, galleria “Il Frantoio”, Capalbio e la partecipazione alla 5° Biennale di Viterbo, sez. Orvieto a cura di Isaco Praxolu, Vetrya Corporate Campus. È del 2019 la mostra “La natura delle forme”, a cura di D. Sarchioni, Vetrya Corporate Campus, Orvieto. Dal 2010 prende parte a numerose residenze d’artista. Tra le pubblicazioni del 2017 si cita BoCs Art Residenze d’artista 2015/2016 a cura di Alberto Dambruoso e Annalisa Ferraro, Manfredi edizioni.

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Raul Berrettini Senza titolo

18 x 18 x 18, Saldatura di ferri di cavallo da tiro

Nato a Siena nel 1955, Raul Berrettini, figlio di Giorgio e Sara, diventa maremmano di adozione dall’età di 6 anni. Pur con un certo ritardo, nasce in lui un amore intenso per i cavalli, prima come attività sportiva (salto ostacoli e tracking), poi con gli attacchi, carrozze piccole e grandi. La necessità di collaborare alla costruzione, insieme all’amico Enrico, di alcune carrozze, lo costringe ad imparare a saldare. Da qui la nascita di queste forme nelle quali vengono utilizzati quasi esclusivamente ferri di cavallo. Con il passare del tempo, fantasia e immaginazione hanno contribuito a creare forme sempre nuove e diverse fra loro.

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Claudio Bindi

La liberazione di Firenze del ‘44 45 x 60, Olio su tavola

Claudio Bindi nasce a Trento nel 1949 e si trasferisce a Grosseto nel 1975. Dopo quasi 40 anni di attività lavorativa in banca, riprende a coltivare la giovanile passione per la pittura, in particolare per l’arte figurativa. In mancanza di una specifica educazione artistica, da autodidatta ha cercato, nella riproduzione di opere celebri (con particolare attenzione alla pittura dell’inizio del secolo scorso) ed in seguito nella ritrattistica di amici e parenti, di focalizzare la sua attenzione sulla rappresentazione della figura umana. L’appartenenza alla comunità “maremmana” ha portato Claudio Bindi alla ricerca di tematiche espressive peculiari delle persone e dei luoghi di questa parte di Toscana, cercando di esprimere una pittura che unisca le sue sensibilità e libertà personali ad un gusto estetico dei soggetti rappresentati. Dal gennaio 2013 fa parte della Associazione Grossetana Arti Figurative di Grosseto ed ha partecipato a mostre collettive. Nel maggio 2017 ha esposto in una mostra personale dal titolo “Montalcino, la poesia da guardare” diversi lavori a tema riguardanti la città di Montalcino.

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Carlo Bonazza

Da questa parte del mare 50x70, Fotografia su alluminio

Carlo Bonazza, fotografo ed editore, è nato a Massa Marittima nel 1952 e vive a Grosseto. Fotografo di luoghi, paesaggi e architetture, è autore di libri fotografici e varie collaborazioni editoriali. Ăˆ da sempre interessato al rapporto con lo spazio che ci ospita, i suoi simboli e le tracce che il tempo e gli uomini vi hanno lasciato.

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Angelo Bruno Fuga dall’Afghanistan 50x70, Tecnica mista

Trasferitosi a Milano nel 1987, scopre il piacere di lavorare con diversi materiali tra cui la sabbia, creando opere particolari. La sua passione diventa sempre più profonda e da autodidatta inizia a studiare e a fare specifiche ricerche su diverse tecniche pittoriche. Nel 1995 le sue prime mostre a Milano presso l’associazione culturale Villa Pallavicini, a Monza, Vigevano, Novara, “Generative ART” Politecnico di Milano e alla tradizionale esposizione annuale sui Navigli. Il 23 agosto 2003 il quotidiano “Il Giorno” dedica un articolo alle sue opere. Dopo anni di esperienza a Milano, nel 2007 si trasferisce in Maremma dove continua i suoi lavori.

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Mauro Ceselli Giri di ...

58x68, Tecnica mista

Autodidatta, crea le sue opere effettuando una costante ricerca estetica di forme e pigmenti. Pittore informale dotato di gusto visivo, predilige l’astrattismo materico ed è alieno a qualsiasi forma di mercificazione dell’arte. Dipinge con spontaneità ed esalta i propri sentimenti attraverso forme e colori. Questa attività spontanea, non imitativa, esalta l’azione del pittore, che dopo avere creato su tela o legno forme surreali, applica sulle stesse la materia pigmentata elaborando il bello cromatico con nuove sfumature. È in possesso di una personale tecnica pittorica e di un piacevole gusto creativo. Nell’anno 2006 si è pienamente integrato con gli artisti A.G.A.F. esponendo le sue opere in collettive e personali cominciando così a far conoscere la sua arte.

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Antonio Chessa La valle dei gufi 25x20, Acquarello su carta

Antonio Chessa nasce a Orune (NU) il 3 aprile 1946. Attualmente vive e lavora nella provincia di Grosseto in località Pomonte di Scansano. Dal 1971 a oggi, partecipa a numerose rassegne e collettive tra cui: Galleria d’arte “Il Grifo”, Grosseto; Galleria “La soffitta”, Firenze; Galleria d’arte “Il tridente”, Grosseto; Galleria “La sfera Piramidi”, Abetone (PT); Galleria “Studio 4L”, Albissola a Mare (SV); Galleria “Paride Pascucci”, Grosseto “Mitologie dello spirito, a tratti ironiche, a tratti violentemente veraci, dominano le composizioni di Antonio Chessa. La sua pittura si traduce in un discorso sulla realtà che sa tenere egualmente conto della forma e del concetto, della tradizione e della innovazione” (VITTORIO BRAUNER).

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Sabrina Chiarello Senza titolo

70x50, Gessetti su carta

Sabina Chiarello nasce a Grosseto il 24/07/1958, vive e dipinge nella sua abitazione a Grosseto. Da sempre appassionata di arte, si diploma negli anni ‘70 al Liceo Artistico, a quei tempi privato. Ha sempre partecipato a mostre collettive e qualche personale. Le prime opere rispecchiano fortemente il suo carattere e la sua personalità turbata in quegli anni da avvenimenti negativi quali guerre, fame nel mondo ecc... Il suo impegno come pittrice non è stato sempre costante ma in un secondo momento della sua vita ha ripreso in mano i pennelli. Quello che mette oggi sulla tela è sicuramente uno stato d’animo più tranquillo, anche se cerca di affrontare sempre momenti di vita. La sua espressione artistica si rifà solo alla figura umana. Le sue tecniche preferite sono l’olio, il disegno e la creta che le permette di plasmare la materia e dare vita ai suoi personaggi.

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Enrico Contu Esperimento 2 Maya 40x28,5, Fotomontaggio

Enrico Contu, nato nel 1988 a Grosseto, si è diplomato nel 2007 presso l’Istituto Tecnico per Geometri Manetti. Si iscrive alla scuola di Architettura di Firenze, dove ha modo di imparare ad usare programmi di grafica e fotoritocco. Sarà nel campo della foto digitale che troverà il primo sfogo artistico, creando fotomontaggi ispirati ad un passato anacronistico. Questa passione per l’assemblare forme e materiali diversi per creare cose nuove lo porterà a realizzare fantastici oggetti che sembrano usciti da un film di fantascienza e macchine impossibili, utilizzando materiali di recupero e scarti, esposte per la prima volta nel 2014 nella mostra collettiva “Terre di Maremma”. Nello stesso anno è selezionato per partecipare alla mostra collettiva per artisti under 30 “Fuori”, presso il Cassero Senese di Grosseto. Nel 2016 espone nella doppia personale “Steampunk Imaginarium” e diventa socio e membro del consiglio direttivo dell’associazione culturale Eventi, di cui cura lo spazio espositivo e l’allestimento di mostre. Ama definirsi “costruttore” per il suo modo di lavorare nell’ambito della creazione artistica, assemblando insieme elementi che sembrano appartenere a mondi lontani, ma che si uniscono e fondono creando immagini e oggetti che suscitano la meraviglia nell’osservatore. Nel 2018 si laurea presso la facoltà di Architettura di Firenze e continua la sua personale ricerca formale, fatta di studio e rielaborazione di oggetti ispirati alla fantascienza del XIX secolo.

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Biagio Cuomo 25/04

70X50, Dipinto Biagio Cuomo è nato a Ripi (Frosinone) nel 1953. Ha iniziato i suoi studi artistici presso il Liceo Artistico A. G. Bragaglia di Frosinone. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma Corso di Decorazione nel 1976, docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Grosseto del Polo L. Bianciardi, vive e lavora a Grosseto. È autore ed esecutore del mosaico absidale di S. Maria delle Rose a Casalvieri (Frosinone), del mosaico della porta centrale e delle vetrate nel transetto della chiesa S.S. Salvatore di Ripi (Frosinone). Ha partecipato a diverse collettive tra le quali: Galleria Marino di Roma 1974, Galleria La Pigna di Roma 1975, Galleria La Pigna di Roma 1976, Galleria Il Gonfalone di Roma 1977, Libro-Galleria Einaudi Grosseto 1989, Libro-Galleria Einaudi Grosseto 1990, Libro-Galleria Einaudi Grosseto 1992, Libro-Galleria Einaudi Grosseto 1993, varie collettive press la Galleria Eventi di Grosseto, Collettiva Museo di Massa Marittima, ha partecipato ad alcune edizioni della Città visibile di Grosseto. Tra le mostre personali si ricordano quelle presso Galleria E.P.T. di Frosinone 1978, Galleria Il Gonfalone di Roma 1979, Libro-Galleria Einaudi Grosseto 1989.

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Giuseppe Di Mauro Follia della Guerra 45x50, Acrilico su tela

Giuseppe Di Mauro, pittore nato nel 1959 a Napoli, dove si è formato all’Accademia di Belle Arti; partecipa a molte mostre riscuotendo successi di critica e di pubblico; i dipinti di realismo moderno vivono e comunicano emozioni interiori; preciso nel disegno, ritrae la natura così come dovrebbe essere, ricercando un ideale di bellezza che si esprime attraverso l’equilibrio tra forma e contenuto. Stupendi sono i colori dei suoi dipinti.

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Antonella Giordano Senza titolo

60x40, Tecnica mista su tavola

Antonella Giordano nasce ad Avellino nel 1965, frequenta l’istituto d’Arte e successivamente si laurea all’Accademia di Belle Arti di Napoli in scenografia. Dal 1990 risiede a Grosseto dove attualmente vive e lavora. Svolge la sua attività nel campo della scenografia, nell’ideazione di eventi culturali, come curatrice di mostre d’arte e come pittrice.

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Martina Goracci Geisha

21X17, Matite e china su carta

Martina Goracci nasce a Grosseto l’11 novembre 1984, si diploma al liceo artistico di Grosseto, si trasferisce a Roma nei ruggenti anni zero per fare l’Accademia di Belle Arti che poi abbandona. Frequenta un corso per tatuatori a Roma e uno a Firenze per poi aprire a Grosseto nel 2015 il “White cat tattoo studio”

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Vittorio Guastella Natura morta 60x45, Olio su tela

Vittorio Guastella si forma dal punto di vista artistico all’Isola d’Elba dipingendo fin da ragazzo. Insegue poi la propria passione iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Carrara e Firenze dove migliora le proprie conoscenze e la propria tecnica, specializzandosi in modo particolare nella scuola di nudo. A Firenze frequenta pittori toscani come Dino Migliorini, allievo di Tirinnanzi e Soffici. All’Elba apre una galleria d’arte, la Casa d’Arte Città di Parma, che organizzava esposizioni di arte di alto livello. Vittorio partecipa poi a mostre personali e collettive in tutta Italia, alcuni suoi quadri sono presenti in collezioni in Italia e all’estero. Trasferitosi a Grosseto segue con passione la pittura di acquarello con l’amico Domenico Fiengo, diventando in seguito presidente dell’associazione grossetana acquarellisti e membro dell’Associazione grossetana Arti Figurative.

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Michele Guerrini Oblio n.7

20x20, Fotografia e conversione in bw digitale

Michele Guerrini, nato nello scorso secolo, è un camminatore. Amante dei paesaggi industriali a cui dedicò una prima mostra personale “Culto Industriale” (2015), racchiude il suo percorso in soggetti di monocromia isolazionista; qui l’essere umano è presente come elemento che ha vissuto, creato/rivoluzionato e poi abbandonato quel luogo o oggetto.

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Michele Guidarini Your funeral

30x24, Tecnica mista su tela Classe 1981, Michele Guidarini è considerato un giovane talento italiano di riconosciuta personalità internazionale. Artista eclettico e di grande forza espressiva, Guidarini affonda le radici della sua ispirazione in un territorio ricco di suggestioni, a metà strada tra il misticismo barocco e l’immaginario tipico della musica punk. Ha studiato grafica pubblicitaria per poi diplomarsi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Proprio lo studio della pittura gli ha fatto capire che l’uso raffinato del pennello non gli apparteneva. La tecnica che utilizza è un mixed-media di penne, pennini, pennarelli su carta e materiali di riciclo vari, spray e collage, passando per il tatuaggio su cotenna di maiale. Ispirato da sempre dall’opera di artisti del calibro di Bacon, Goya e Basquiat, Michele Guidarini ha iniziato ad appassionarsi alla LowBrow Art attratto dall’estetica dark e pop per il suo impatto visivo. Rolling Stone, Tattoo Life e ArtGallery Milano lo presentano come uno dei talenti emergenti di maggior valore in Italia. Questo artista gioca con le forme e le icone, esprime nelle sue opere un’ironia che spesso stride tra amore e morte, tristezza ed euforia, colore e bianco e nero, dramma e comicità. Gioca con i simboli religiosi e politici che hanno segnato la nostra storia e che influenzano il presente, con il concetto “la vita è bella” nella molteplicità delle visioni dell’uomo. In Italia ha esposto a Bologna, Napoli, Lecce, Modena, Firenze, Salerno, Milano, Roma, Perugia, Carrara, Pordenone, Fermo, Padova, Montalcino e Grosseto e all’estero a Los Angeles, Barcellona, Parigi, Hong Kong, Vancouver, Santa Cruz-CA, Bristol, Lisbona, Siviglia e Berlino. Le gallerie con cui lavora ed è rappresentato sono: Galleria La Linea (Montalcino/SI), Luisa Catucci Art Gallery (Berlino).

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Matteo Maggio Il Pianista

80x60, Olio su tela Matteo Maggio nasce a Grosseto nel 1983. Nel 2002 si diploma al Liceo Artistico di Grosseto e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Carrara frequenta i corsi di scultura del marmo con il professor Piergiorgio Balocchi, laureandosi nel 2006 con lode. Dal 2004 partecipa ed espone in numerose manifestazioni e concorsi in Italia, aggiudicandosi importanti riconoscimenti e premi attraverso le proprie opere. Nel 2009 realizza il monumento commemorativo alle vittime del manicomio ad Arezzo. Nel 2010 realizza nel chiostro del Palazzo di San Galgano a Siena l’istallazione Corpo del Suono. Nel 2011 viene selezionato per il progetto di arte ambientale “Prospettive dell’Urbano - Dieci scultori per le periferie di Siena” a fianco di artisti del calibro di Mainolfi e Staccioli. Altre realizzazioni: “Change’’, installazione contemporanea a Siena, Plesso Mattioli, Facoltà di Giurisprudenza Rassegna USIENA Arte; realizzazione scenografia Performance HE. 5.0 Festival Alterazioni (Arcidosso); istallazione site specific “Migrazioni”. Itinerari di arte contemporanea, Museo Archeologico del Porto Scabris, Scarlino. Batterista jazz sperimentale, raggae-dub, r’n’b, Matteo Maggio, si caratterizza per la poliedricità delle sperimentazioni linguistiche, trasferendo spesso la drammaticità ritmica della drum machine nell’assetto volumetrico, sia il figurativo inatteso nella fase inerte della materia, sia nella pervasione ambientale e polimorfa delle sua ricerca installativa site-specific, coinvolgendo materiali di apparente semplicità in costrutti dinamici e ipertrofici.

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Cristina Mambrini La ballerina

60x30, Olio, acrilico e materia su tela di juta Fondali “profondamente” neri e “pieghe”, come in una stoffa e figure illuminate da luci intense, capaci di effondere emozioni: così gli aspetti della vita si mostrano tra luci e ombre, quasi a sottolineare l’ambiguità della “parola” pittorica, l’essenza delle immagini, le colorazioni vibranti. La Mambrini ha saputo, in tanti anni di assidua dedizione all’arte, imporsi e imporre la sua pittura, che è andata, man mano, diversificandosi, pur rimanendo sempre nell’ambito figurativo, un figurativo intessuto d’irrealtà, in tensione emotiva nei confronti della realtà, appunto. Gli stacchi cromatici caratterizzano fortemente questa produzione, con figure femminili ricercate, nudi femminili appena avvolti in drappeggi studiati e il tutto si è fatto più “prezioso” per cui non vi si avverte la semplicità di una proposta misteriosa, ma dimensioni spazio-temporali in totale verità interiorizzata, osservata e condotta avanti con una sequenza di fattori emozionali non indifferenti. L’artista ci dona sempre una “resa” formale densa e dolce, ma pur sempre vigorosa di contenuti e di percezioni sensoriali, in uno stendersi e ricomporsi estremamente piacevole (Dott. Giuseppina Scotti, critico d’arte, 20 giugno 2011).

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Anna Mannella Bottiglie di vetro sul tavolo 50x40, Olio su tela

Anna Mannella è una apprezzata artista di Grosseto, dove vive e lavora, con studio in via Costa 1. Il suo debutto artistico, dagli anni Sessanta, è avvenuto a Roma; la sua attività pittorica è ricca di tante mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, riscuotendo successi e riconoscimenti. Le sue opere sono frutto di notevole impegno e padronanza espressiva e spaziano dai temi del paesaggio alle nature morte, ai ritratti, alla composizione di oggetti e insieme di cose, il tutto con tonalità convincenti, curati contrasti di luci-ombre ed armonica stesura del colore.

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Renata Massai Fiore di pace 70x50, Olio su tela

Pittrice nata a Grosseto, di formazione autodidatta, Renata Massai ha frequentato per tre anni un corso di pittura con Cristina Mambrini e attualmente da due anni frequenta un corso di disegno e pittura alla Simon Art School. Ha partecipato a due mostre con altre tre pittrici alla Galleria Eventi nel 2016 e 2017, ad una personale al Casello Idraulico di Follonica nel 2018, ad alcune mostre alla Galleria A.G.A.F. e alla MAREMMA ARTE EXPO a Sorano nel 2018.

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Andrea Massaro Sabbie

50x70, Tecnica mista su tela

Andrea Massaro prosegue la sua linea di sperimentazione che la pittura gli offre per descrivere sensazioni, eventi, immagini e, allo stesso tempo, descrivere se stessa. Il linguaggio di Massaro infatti ha sempre rifiutato la figura e il racconto nel senso tradizionale del termine, in favore dell’astrazione; un tipo di astrazione che però lascia intravedere tracce di vissuto personale dell’artista. Le sue opere continuano la ricerca di un’organizzazione formale armonica e di un estremo equilibrio compositivo, sapientemente bilanciato attraverso un sottile gioco di punti e contrappunti di forme pure, geometriche, a volte ottenute attraverso inserimenti di carte o stoffe, tutte però inglobate dalla pittura. Contemporaneamente ogni dipinto è uno studio sulle possibilità di variazione all’interno del monocromo, ora blu ora ocra ora violetto, che Andrea stende sulla tela cambiando progressivamente, in modo quasi impercettibile, le gradazioni tonali, quasi ad esplorare fin nei minimi dettagli tutte le potenzialità evocative che quel colore gli offre. Ne escono quadri eleganti, che sono si una riflessione interna al linguaggio pittorico e ai suoi mezzi espressivi, ma che rimandano sempre ad altro, e continuano a raccontarci, attraverso esili tracce, l’artista e gli episodi e le sensazioni del suo vivere (Chiara Stefani).

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Francesca Naso Mangrovie

60x30, Olio su tela Francesca Naso vive e lavora a Grosseto. Si diploma presso il liceo Artistico di Grosseto nel 1992, prosegue gli studi laureandosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nella sezione Pittura con tesi in storia dell’Arte. Nel suo percorso artistico troviamo tre mostre personali e molte mostre collettive, queste sia in ambito territoriale che nazionale.

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Armando Orfeo L’affondo

40x40, Acrilico su cartone telato Nato a Marina di Grosseto nel 1964 vive e lavora a Grosseto. Autodidatta, le sue prime esperienze professionali sono presso l’agenzia pubblicitaria Niessen & associati. Nel 1984 si trasferisce a Firenze per intraprendere gli studi di Architettura e parallelamente inizia a pubblicare alcune brevi storie di fumetti sulla storica rivista “Frigidaire” entrando in contatto con l’ambiente artistico sia fiorentino che romano. Dal 1996 si dedica interamente alla pittura ed insieme ad altri artisti apre la galleria Pigmenti Arte che diventerà un punto di riferimento importante per le energie creative del grossetano. Contemporaneamente comincia un’intensa attività espositiva prima a Prato e in Versilia, poi a Roma e nelle più importanti fiere d’arte ed arredo italiane: Milano, Brescia, Padova, Roma. Dal 1999 collabora con l’agenzia Artemidatre di Milano, con la quale realizza progetti di immagine per importanti aziende come: FIAT engeeniring, Finanza & Futuro, Sun Microsistem, Perfetti, Vaillant, Dea, Tre Marie, Life Scan, Sanofy-Aventis, Sperlari, L’avvenire. Opere in permanenza presso: Galleria Mercurio Arte, Viareggio; Galleria San Lorenzo, Pisa; Galleria Beaux art, Siena; Galleria Mancini Arte, Roma; Galleria Artemidatre, Milano.

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Germano Paolini Spiaggia

50x60, Olio su tela juta Germano Paolini, nato a Brescia nel 1950, vive e lavora a Grosseto. Presente in rassegne di prestigio che approdano negli Stati Uniti, in Germania, Malta, Budapest, Praga. Nel 1995 presso il Palazzo Patrizi del Comune di Siena propone un ciclo di dipinti dedicati a Praga. Nel 2005 è invitato a Roma al “Salone di Maggio” che si tiene al Vittoriano e nel 2007 propone a Napoli, nelle sale di Castel dell’Ovo, la mostra “Paesaggi e città - Incroci della memoria e dell’immaginario”. Tra il 2012 e il 2013 prepara e realizza la sua seconda mostra dedicata alla capitale boema intitolata “Incontri con Praga”, ospitata negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga. Nel 2015 partecipa al Capalbio Photography Festival 2015 (Galleria Il Frantoio) e presenta alla Galleria della Tartaruga “L’ipnotico cromatico”, ultimo lavoro dedicato alla città di Roma. Nel 2016 propone a Grosseto alla Sala d’arte Pascucci – Galleria Modigliani una sua personale dal titolo “Derive” e presso i suggestivi spazi della cantina Val delle Rose una antologica che riunisce alcuni dei temi più significativi del periodo 2004-2016. Sue opere sono presenti presso importanti sedi di istituzioni pubbliche. Di lui hanno scritto tra gli altri Giorgio Agnisola, Alessandro Amendola, Ferdinando Anselmetti, Nicoletta Cardano, Dino Carlesi, Franco Casati, Renato Civello, Annarosa Del Corona, Mario De Micheli, Giancarlo Fazzi, Mario Lunetta, Elio Mercuri, Marta Paolini, Mauro Papa, Renate Paczkowski, Davide Sarchioni, Giorgio Seveso, Luigi Talarico, Giorgio Trevisan, Claudia Zaccagnini.

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Graziano Papini 22 marzo 1944

67,5x67,5, Tecnica mista su lamiera Graziano Papini inizia il suo percorso nel 1993 partecipando a mostre collettive e personali in numerose cittĂ italiane e europee. Recentemente affianca al lavoro pittorico quello di scultura nel quale riutilizza materiali metallici di recupero che assembla in figure talvolta astratte, altre volte zoomorfe. Attraverso particolari processi di acidatura, trasforma lamiere e superfici metalliche fino ad ottenere colorazioni e forme ritagliate che riunisce in poetiche sequenze ritmiche.

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Irene Papini 11 memorie

70x70, Tecnica mista su tela

Irene Papini nasce nel dicembre dell’83 in una cittadina nel cuore della Maremma. Consegue il diploma superiore presso l’istituto per grafici pubblicitari di Grosseto seguendo alcuni stage professionali presso serigrafie locali. Il suo percorso artistico ha inizio negli anni Novanta anche grazie a un ambiente familiare molto ricco di stimoli in questo senso. Parte dalla sperimentazione in forma astratta della stesura pura del colore e si dispiega fino a raggiungere il materico e l’informale. Mischia al suo tratto note di poesie, parole scritte, rivelando una capacità eclettica in più campi artistici essendone anche l’autrice. Mira soprattutto ad una contaminazione che porti al colore le parole e viceversa. Attualmente risiede nella sua città di origine.

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Sandro Poggetti The prisoners 50x70, Carboncino

Sandro Poggetti è nato a Grosseto il 23/02/1957 dove abita e lavora. Dopo un diploma in elettrotecnica si diploma nuovamente nel 2018 al Liceo Artistico di Grosseto coronando un desiderio da sempre coltivato. Ha partecipato a varie mostre nazionali e locali riportando ampi consensi, fra gli ultimi riconoscimenti la vittoria di un’estemporanea a Scarlino.

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Laura Provenni Girasole Blu

40x40, Acrilico su tela

Laura Provenni, nata nel 1964, vive e lavora a Grosseto. Ha iniziato a dipingere sin da giovanissima. Nel corso degli anni ha partecipato a un concorso nazionale e a varie iniziative collettive (CittĂ Visibile e mostre collettive per eventi presso la Camera di Commercio, il Cassero Senese, la Pro Loco, la Galleria Eventi di Grosseto). Nel 2016 ha presentato la sua prima personale presso la sede della Galleria Eventi di Grosseto riscuotendo consenso ed interesse da parte del pubblico. Nella sua pittura le forme e i colori come i frammenti di un puzzle si rincorrono, si alternano o si intrecciano per cogliere, ricercare ed esternare aspetti e sfaccettature della propria interioritĂ legata alle emozioni.

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Moreno Quinti L’urlo

70x50, Acrilico Nasce a Gavorrano (Gr) il 29/06/1953, abita a Grosseto dove lavora da sempre come geometra libero professionista e interior designer. A 13 anni inizia a dipingere con assiduità, partecipando a collettive di studenti a Livorno e Firenze. Frequenta la Scuola Accademica di Domenico Meleto in Firenze oltre che le botteghe di artisti locali e toscani. Da circa 20 anni oltre alla pittura, si dedica anche alla scultura. È invitato a presentare le sue opere a Roma, Assisi, Arezzo, Bergamo, Livorno, Massa Marittima, Firenze (S. Croce e Giubbe Rosse), San Vincenzo, Porto Santo Stefano e Lucca, in occasione di eventi nazionali e internazionali. Partecipa a mostre in Grosseto sia collettive che personali; da anni fa parte dell’Associazione Eventi. Le sue opere si trovano in collezioni private sia in Italia che in Australia precisamente a Melbourne e in Tasmania dove trascorre alcuni mesi dell’anno.

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Cecilia Rustici Restiamo umani 60x80, Tecnica mista su tela

Cecilia Rustici nata a Grosseto il 13/10/1987 si dedica all’arte fin dall’infanzia esprimendosi in poesia, si appassiona all’arte grafica durante la scuola media, la coltiva al liceo scientifico affiancandola al teatro. Iniziano a nascere le prime immagini su tela solo nel 2013 parallelamente alla maturazione professionale di logopedista. Nel 2019 le foto che erano fonte di ispirazione per l’immagine astratta sono esposte nella loro concretezza nella mostra “Le stazioni di una vita: rapporti in viaggio” portata da Castagneto Carducci a Grosseto grazie all’associazione Kansassìti. Una mostra che condensa poesia, foto e un solo quadro che esprime il senso profondo della mostra e, in generale, il messaggio dell’arte di Cecilia: restare umani sempre, nonostante il vento, la tempesta, restare umani nella propria nave e cercare naviganti che seguano una rotta simile.

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Gennarino Salvo Senza titolo

19x15x5, Bassorilievo in materiale edilizio

Gennarino Salvo, nato ad Agrigento, pittore e scultore, ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive. Ăˆ tutor di CRIVI di Maremmartexpò e presidente dell’Associazione Grossetana Arti Figurative.

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Irene Silvestri

Cement crossing / Attraversare il cemento 80x114, Stampa digitale su tavola di legno

Fashion designer, teorica della moda e visualartist, Irene Silvestri è fondatrice del brand indipendente e progetto artistico WHITE MOUTHS: abiti modulari, trasformabili e condivisibili per dare impulso ad opere multi-autoriali ed interdisciplinari attraverso l’ottica della orizzontalità collaborativa. Laureata in Scienze della Moda e del Costume presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, decide di intraprendere una via formativa che la porta nei primi due anni tra Londra (Central Saint Martins College - Fashion Folio) ed Anversa, dove frequenta il primo anno accademico presso il Fashion Department della Royal Academy of fine Arts of Antwerp. A Firenze conclude formalmente il percorso relativo al design di moda presso POLIMODA (International Institute for Fashion design and Marketing) ed uno stage all’interno dell’ufficio stile uomo Salvatore Ferragamo. Vive ed opera nella Maremma toscana dove ha aperto un proprio conceptstore e galleria - ALBEDO STUDIO - in Capalbio (Grosseto) ed è co – manager e curatrice della comunicazione grafica e visiva presso il conceptstore e spazio eventi SPAZIO LUMINA (Gr).

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Cirillo Spinelli Dono e dolore

20x27, Incisione a punta secca su lastra di zinco e stampa su carta Cirillo Spinelli, nasce in un piccolo paese della verde Irpinia, Santa Paolina (AV) nel lontano 1947. Vive a Grosseto dal 1990. Disegno, incisione e pittura sono le attività con le quali ha iniziato il suo cammino artistico fin dagli anni ’80 a Cremona e coloro che lo hanno onorato scrivendo dei suoi lavori hanno definito il suo “Mondo Artistico” indicativo di una nobile vitalità resa dalla “tensione umana” dei personaggi che ama rappresentare, unitamente ad una “intima delicatezza” per la semplicità del dettato. Fa parte dell’Associazione Grossetana Arti Figurative (A.G.A.F.) ed è impegnato, insieme ad altri, a promuovere idee culturali ed iniziative artistiche.

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Chiara Toniolo Scala per l’Eden

30x26, Penna a sfera su carta Chiara Toniolo nasce a Grosseto nel 1989. Nel 2003 inizia il suo percorso di studi presso il liceo artistico P. Aldi di Grosseto, dove apprende le basi del disegno, tecniche pittoriche e dell’incisione. Nel 2008 si iscrive al corso di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2013 vince il secondo premio del contest “Amore&dintorni 2.0”. Dal 2013 al 2015 è socia, membro del consiglio direttivo e addetta stampa dell’associazione culturale A.G.A.F. È presente nel volume “Artisti della Maremma” a cura di Alice Pistolesi, della collana Artisti in Toscana diretta da Fabrizio Borghini, edito da Toscana Cultura e Masso delle Fate edizioni. Nel 2014 partecipa alla collettiva per artisti under 30 “Crossing Over” e inizia a dedicarsi all’illustrazione, affascinata dal genere letterario Steampunk, realizzando ritratti di personaggi e vignette ironiche che saranno esposte nella personale “Steampuk Imaginarium”. Nel 2016, diventa socia dell’associazione culturale Gruppo Eventi, di cui gestisce lo spazio espositivo e inizia a lavorare come modella vivente presso il Liceo Artistico L. Bianciardi di Grosseto. Partecipa a varie rassegne come “La città visibile” e “Fuori” (Grosseto) e al premio “Arte nel Lazio” (Roma). Nel 2017 realizza una personale dal titolo “28”, sul tema dell’autoritratto e della ricerca introspettiva, ed è tra i premiati nella rassegna “Equinozio di primavera” (Galleria Il Leone, Roma). Nel 2018 viene selezionata per partecipare alla prima edizione della Biennale di Pistoia, partecipa alla collettiva itinerante “’68 Costume, Musica, Cultura” a cura dell’Associazione Culturale A.L.I. (Artisti Liberi Indipendenti della Val di Merse), ed è premiata con una mostra personale nella rassegna “Equinozio di primavera” (Galleria Il Leone, Roma). Si classifica terza al contest artistico indetto dal blog Bizzarro Bazar.

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Faber Torchio What If We Could? 15x20, Stampa fotografica

Faber Torchio è nato a Cremona il 9 giugno 1973. Laureato in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi su spazio, percezione e fragilità dal titolo “6 GRADI DI SEPARAZIONE”. Lavora principalmente con la fotografia, impostando la propria ricerca su temi molto personali, realizzando immagini che vanno a riprendere e ricostruire ricordi, sensazioni passate o emozioni transitorie attraverso elementi che possano suggerirli. Le sue fotografie spesso raffigurano particolari, sono immagini tagliate, mostrate appena, inquadrano qualcosa che vuole evocare altro. I progetti legano queste immagini attraverso un racconto dal linguaggio cinematografico. Ha realizzato mostre personali e collettive e ha partecipato a rassegne multidisciplinari in Italia e all’estero. Nel 2008 il progetto “Bluesman”, incentrato sulla diversità, è stato presentato in occasione della IX edizione del festival internazionale di arte contemporanea di Barcellona BAC! 08 Réveille-toi! al CCCB Centre de Cultura Contemporània de Barcelona. Nel 2017 il suo lavoro fotografico per Foscarini è stato pubblicato su Inventario. L’anno successivo il progetto “The Dance of Death” è stato esposto in occasione della Milano Photo Week. Attualmente vive e lavora a Grosseto.

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Vittoria Vignoli Orchidee

60x60, Tecnica olio su tela

Vittoria Vignoli, pittrice grossetana, dopo lunghi anni dedicati ad una pittura di stampo realistico, oggi persevera irremovibile sulla stessa linea approfondendo la sua costante convinzione. Scevra da influenze di esasperata sperimentazione, continua a farsi promotrice di una pittura classica, spaziando dalla natura morta alla figura, allontanandosi con coraggio dalle, spesso vane, ma tuttavia ancor cariche di fascino, orme avanguardistiche. I suoi ritratti femminili, intenzionalmente tratti dal patinato mondo della moda, celano una capacità accattivante e indagativa dell’animo umano. Sue opere figurano in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Mostre, premi e riconoscimenti sono riscontrabili sui suoi profili web.

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Kerta von Kubin Prometeo, L’uomo in rivolta 70x55x45, Ferro e catene

Kerta von Kubin, nata il 14/04/1990 a Bourgde-Péage (Francia), è un’artista e ricercatrice in filosofia. Autodidatta, ha iniziato il suo percorso artistico a Berlino dove si è trasferita nel 2010. Negli anni tra il 2010 ed il 2016, ha frequentato la scena underground e sperimentale di Berlino, lavorando come scultrice, curatrice e gallerista. Ha inoltre fatto parte del collettivo artistico dell’associazione ArtProTacheles che gestiva il giardino di sculture del Tacheles, famoso centro di produzione artistica nel cuore di Berlino e ricoperto il ruolo di presidente dell’associazione. Nello stesso periodo ha fondato il progetto culturale Kunstwerkstatt Marzahn, nella periferia est della città. Nel 2016 è tornata in Francia dove ha iniziato un dottorato di ricerca in filosofia presso l’Università Lyon 3, sotto la direzione del Prof. Mauro Carbone, ed in co-direzione con l’ENSBA (la Scuola Nazionale Superiore delle Belle Arti di Lione) ed il laboratorio ACTH (Arte Contemporaneo e Tempo della Storia), diretto dall’artista italo-tedesco Bernhard Rüdiger. Realizza prevalentemente sculture e installazioni audiovisive. Il suo lavoro artistico è intrecciato alle sue ricerche in filosofia. Si occupa di estetica, filosofia della mente e filosofia della tecnica, studiando inoltre i nostri rapporti con la tecnologia. Attualmente vive e lavora tra Lione e Grosseto dove gestisce uno spazio d’arte.

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