I Semini 01B: Piccoli passi per incontrare Dio pieghevole

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avevo mai ricavato soddisfazione o gusto dalla preghiera”, e raccomanda: “non fare lunghe e sottili meditazioni, ma solo guardare a Lui”. (Mov. contemplativo missionario P. de Foucauld, Il cammino della preghiera)

PICCOLI PASSI PER INCONTRARE DIO - Desiderare l’incontro con Dio: desidera-

re fortemente l’incontro con Dio nel proprio cuore, nella propria vita. Se il tuo desiderio è sincero e umile, allora lo troverai: “Cercherai il Signore, tuo Dio, e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l’anima” (Dt 4,29) .

- Chiedere perdono per i propri peccati e ravvedersi, cioè la conversione del cuore:

desiderare di dare un taglio netto con il peccato, con i nostri vizi, con mancanze abituali e anche con la nostra superficialità riguardo le cose di Dio, per poter cominciare (o ricominciare) una vita davvero cristiana. È mettere Dio al primo posto nella propria vita per compiere il primo Comandamento: “Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6,5).

di parlare, ma è un silenzio di cuore e di mente (far zittire pensieri e sentimenti) per lasciare spazio all’Altro. - Lasciati amare da Dio, a modo suo... Fidati del

suo amore per te, anche quando non sarai in grado di comprendere. Fidati di Lui.

PICCOLI PASSI PER INCONTRARE DIO

- Resta in ascolto: Dio ”parla” solo a chi desidera

ascoltarlo. Solo a chi sa stare in ascolto Egli fa sentire il suo lieve sussurro (cf. 1Re 19,12). Ricorda che Dio ha molti modi di comunicare con noi. A volte magari facciamo delle domande a Dio, ma poi non restiamo in ascolto per comprendere la sua risposta. La domanda fondamentale da fare spesso è: “Signore, cosa vuoi che io faccia? Qual è la tua volontà (riguardo questo evento, ecc.)?”. - Nella stanza del tuo cuore: ritagliati un mo-

mento speciale nella giornata in cui puoi stare in silenzio, a tu per tu con Dio, senza distrazioni.

- Vivere insieme: impara a vivere “cuore a cuo-

re” con Dio in ogni circostanza della tua vita. Nei momenti difficili, non fuggire da Lui ma prendi il tuo dolore e offriglielo, chiedendogli di aiutarti ad andare avanti, insieme. Non fare affidamento sulle tue forze, ma sulla forza di Dio!

- Rinnova la tua mente: la conversione au-

tentica richiede un cambiamento totale del tuo essere: la parola greca utilizzata per conversione, metanoia, significa cambiamento di mentalità: “lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare” (Rm 12,2).

- Silenzio: impara a fare silenzio dentro e in-

torno a te. Far silenzio non è soltanto evitare

I Semini:

Trovi questo e altri opuscoli al seguente indirizzo: issuu.com/isemini Scaricabili da https://bit.ly/isemini I SEMINI n.02B


NON TEMERE! NON TEMERE. Questa espressione è ricorrente nella Bibbia, e quanto oggi abbiamo bisogno di sentirci dire queste parole! Dove trovare serenità e sostegno in questi tempi difficili? Dove rifugiarsi per trovare un po’ di pace? La risposta è solo una: in Cristo. “Perchè avete paura? Non avete ancora fede?” (Mc 4,40). Chi si sente amato, impara a non temere. Tu sei l’Amato! Torna a Dio con tutto il cuore! Dio ti ama e aspetta con impazienza il tuo ritorno. Egli desidera abbracciarti… ma questo abbraccio non può esserci se tu non decidi di tornare a Lui. «Dio dice: “Ti amo di un amore eterno”, e Gesù è venuto a insegnarci questo. Quando Gesù fu battezzato, si udì una voce che diceva: “Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”. È un’affermazione molto importante e Gesù vuole che noi l’ascoltiamo» (J.M. Nouwen).

SENTIRSI AMATI DA DIO «L’ingresso nel cristianesimo è l’esperienza di chi si sente amato (1Gv 4, 9-10). Quando si fa questa esperienza, soprattutto se avviene nella giovinezza, si prova il rassicurante fascino di chi si sente nascere di nuovo. Avvertire che qualcuno ti vuole bene, che sei importante per lui, che lui si ricorda di te: qualcuno ti cerca, ti parla, ti aspetta, ti perdona e ti affida un compito per il tuo futuro. Se sei diventato cristiano e lo sei rimasto è perché qualcuno ti ha fatto provare una traccia di questo amore.

la percezione del sentirti amato è indispensabile, ed è per questo che esiste la comunità della Chiesa, perché qualcuno ti mostri che non sei da solo, che ti vuole bene, che si fida di te, che ti viene incontro con lo stesso tratto della tenerezza, della esigenza e della fedeltà di Gesù. Quando un giovane si sente amato davvero cambia anche le sue abitudini di vita. Diventa gioioso e desideroso di fare. Ha voglia di vivere, ha voglia di amare e se vive di questo amore si dispone al sacrificio del dono. Coltivare una vita spirituale significa percepire e sapere questo amore: Gesù ti ama così. Se amiamo a nostra volta il Signore, è perché qualcuno ci ha voluto bene, si è occupato di noi, ci ha detto una parola significativa e così ci ha fatto conoscere Gesù. Se percepisci questo amore sei pronto anche per rimodellare la tua volontà e per indirizzare diversamente la tua vita: sei pronto per rispondere alla tua vocazione, hai il coraggio e la gioia di abbandonare ogni forma di mediocrità e diventi tu stesso capace di introdurre altri alla conoscenza del Signore. Se ti senti amato ricerchi la preghiera»(S. Pagani). “Scoprire” di essere davvero amati da Dio è essenziale. Se non ti rendi conto dell’amore personale, individuale e unico che Dio ha per te, non sarà neanche possibile decidere di intraprendere un cammino di fede autentico e un serio cambiamento della tua vita, fidandoti e affidandoti completamente a Dio. Altrimenti, ogni sforzo compiuto nel cammino di fede rischierà di ridursi a una ripetizione di pratiche e abitudini.

L’INCONTRO NEL SILENZIO DEL CUORE “L’incontro fra Dio e noi nell’orazione parte sempre dal silenzio. Dobbiamo imparare a distinguere due generi di silenzio: il silenzio di Dio e il nostro silenzio interiore. Anzitutto il silenzio di Dio, spesso più difficile da sopportare del suo rifiuto. In secondo luogo, il silenzio dell’uomo, più fecondo del nostro parlare, in una comunione più stretta con Dio di quella mediata da qualsiasi parola. (...) Un incontro non acquista spessore e pienezza finché le due parti che convergono non diventano capaci di tacere l’una con l’altra. Fino a quando abbiamo bisogno di parole e azioni, di prove tangibili, non abbiamo ancora raggiunto la profondità e la pienezza che cercavamo. Non abbiamo fatto esperienza di quel silenzio che avvolge due persone che condividono una certa intimità. Va molto in profondità, assai più di quello che credevamo, il silenzio interiore in cui incontriamo Dio, e con Dio e in Dio il nostro prossimo.” (A. Bloom, La preghiera giorno dopo giorno) “La preghiera di semplice presenza consiste nel mettersi davanti a Dio eliminando parole, pensieri e fantasie, sforzandosi nella calma di essere presenti a Lui. È una preghiera senza parole, uno sguardo amoroso verso Dio. È Uno sforzo di volontà: frenare pensieri e immaginazione e concentrarsi su di un unico pensiero: di essere presente a Dio. È preghiera perché è attenzione amorosa a Dio. S. Teresa d’Ávila scrisse: “Finché il Signore non mi suggerì questo metodo di preghiera, non


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