I Semini 07: la Regola di vita

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Regola di vita mettere ordine nella propria giornata 07 I SEMINI

Card. Carlo Maria Martini, Parlo al tuo cuo re. Per una regola di vita del cristiano ambrosiano. Testo integrale: https://bit.ly/33qN9ld

TestiMons.utilizzati:Giuseppe Pollano, Perchè una regola di vita, catechesi tratta da un incontro all’Arsenale della Pace del Servizio Missionario Giovani. Testo integrale: https://bit.ly/3GAU3mr.

Se sacrifichiamo tante cose per salvare la vita del corpo, che dopotutto dovrà morire, come non dobbiamo essere pronti a tutto sacrificare per salvare la vita dell’anima destinata a durare in eterno? E non deve l’uomo amare la propria anima più del suo corpo? Una sola cosa è necessaria, ascoltare la parola di Dio e viverla per salvare l’anima propria. È questa la parte migliore che non può essere tolta all’anima fedele». (R. Garrigou-Lagrange) I SEMINI n. 07

È evidente che per essere un santo non è indispensabile aver ricevuto una cultura intellettuale, e spiegare una grande attività interiore; basta vivere profondamente di Dio. […] “Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?” (Mt 16,26 CEI 1974).

«La vita interiore del giusto che tende a Dio, e che già vive di Lui, è veramente l’unica cosa necessaria (Lc 10,42).

LA REGOLA DI VITA La Regola di vita è uno strumento essenziale per mantenere costanza e perseverare nel cammino spirituale. Nessuno si sognerebbe mai di andare in battaglia senza un piano strategico e senza considerare quante truppe e quali armi abbia a sua disposizione. Allo stesso modo, senza un “piano” ben preciso, si rischia che la propria vita di fede sia troppo incostante, improvvisata, disorganizzata, che oscilli tra gli eccessi di pochissima o nessun momento di preghiera per giorni o settimane, e poi intense maratone di preghiera quando “ci si sente” o quando si è nella necessità di chiedere qualche grazia.

Darsi una regola di vita significa stabilire alcuni punti essenziali che non dovrebbero mai mancare nella vita di fede di ogni giorno - e attenersi a questi punti con costanza e fedeltà. In modo molto breve e semplice, potremmo dire che la regola è un insieme di comportamenti e norme basilari che stabiliamo per mantenerci fedeli a Dio giorno dopo giorno. In realtà, una Regola (che sia personale o comunitaria) è molto più di questo: il suo scopo non è di essere un elenco di comportamenti a cui si è obbligati; darsi una Regola non è, e non deve scadere, nel formalismo, così come non dev’essere come una “lista di belle intenzioni”, di cose che vorrei fare ma che, all’atto pratico, non ho voglia di fare... La regola costituisce “l’indicazione di un tracciato lungo il quale cercare e incontrare risposte vere” ; essa “è come se fosse un binario che va costruito piano piano con cura e attenzione, che può prendere diverse direzioni nel corso della propria vita di fede (ma non solo) e che può essere visto come un punto di rife rimento a cui tornare anche nei momenti di difficoltà” . 1

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Osserva la legge del Signore, tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e le sue istruzioni, come sta scritto nella legge di Mosè, perché tu riesca in tutto quello che farai e dovunque ti volgerai... (1Re 2, 3)

La regola è mettere ordine nelle priorità e tra occupazioni della pro pria giornata; San Pio, a un sacerdote che gli chiese consiglio, disse: “Salva l’ordine e l’ordine salverà te”. Bastano pochi, ma chiari ed essenziali impegni presi davanti a Dio per la tua vita di fede giornaliera. Meglio darsi poche norme essenziali alle quali si può essere fedeli ogni giorno, che cercare di strafare e abbandonare tutto in breve tempo. La regola personale è del tutto indi viduale e viene redatta in base ad alcune caratteristiche, come i propri doveri di stato, l’occupazione, l’età e la salute, la generosità verso Dio; “Una regola di vita tiene conto del tempo, del luogo, delle forze e degli strumenti che abbiamo a disposizione. E deve organizzare tutto questo, persona per persona, comunità per comunità, in maniera da realizzare l’ottimale: metti Dio al primo posto, l’incontro con Lui al centro e to gli di torno continuamente quelle cose che ti farebbero ritornare a te stesso. (...) Ma noi non siamo un convento, pertanto dobbiamo avere regole di vita elastiche, adattate, ma che comunque restino capaci di tenere insieme la vita” (Mons. Pollano).

HO DAVVERO BISOGNO DI UNA REGOLA DI VITA?

1- Come già accennato, il mettere ordine nella propria vita, consa pevoli che dobbiamo cercare prima il Regno dei cieli e la volontà di Dio, e tutto il resto ci sarà dato in aggiunta. Darsi una regola privata significa mettere Dio al primo posto e la nostro giornata nelle Sue sapienti mani; donargli il tempo che Egli merita e affidargli tutto ciò che andremo a fare, gli incontri che avremo, i nostri doveri, ecc.

Per il cristiano che vuole progredire nella vita spirituale, avere una regola è fondamentale per diversi motivi:

2- Essere fedeli e perseverare giorno dopo giorno, anche (soprattutto) nei momenti difficili e in quelli di aridità, per non cadere nella tiepidezza spirituale ed allontanarci da Dio sempre più. Infatti, il demonio non ha fretta: se non riesce a farci abbandonare Dio con un peccato 2

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3- Continuare e rendere più autentico il nostro cammino di fede. I santi e gli autori di spiritualità sono concordi nel dire che il non avan zare nel cammino spirituale equivale retrocedere. Non siamo soltanto chiamati a perseverare ma anche a crescere nella fede, a rinnovare il nostro modo di pensare, a spogliarci dell’uomo vecchio e a rivestirci dell’uomo nuovo.

4- Compiere quelle opere che Dio ha prestabilito per noi.

6- Approfondire la conoscenza di Dio, tramite la lettura costante della sua Parola, la partecipazione ai Sacramenti e all’adorazione eucaristica e le sane catechesi e letture spirituali.

7- Renderci conto che c’è ancora molto che possiamo fare nella vi gna del Signore, che finora siamo stati ancora servi inutili, e che Dio ci chiama ogni giorno a servirlo con i talenti che Egli ci ha donato.

3 grave, ci “lavora” pian piano con un disinteresse crescente verso le cose sacre e la preghiera: “Dopo aver assaporato, intuito la bellezza del vivere con Cristo e per Cristo, si può correre il rischio di cadere in una mediocrità spirituale, in una vita di fede blanda e sottotono che to glie progressivamente il dinamismo dell’amore, l’entusiasmo di sapersi e sentirsi amati, il gusto e la gioia di vivere con Cristo, in Cristo e per Cristo nella Chiesa” . Avere una Regola personale alle quale attenersi, allora, diventa come un’ancora di salvezza alla quale aggrapparsi nei momenti di forti tentazioni e di prova.

5- Riscoprire l’importanza dei piccoli atti d’amore per Dio, nella semplicità della quotidianità. Moltissimi Santi hanno sottolineato e ribadito l’importanza dei piccoli atti fatti con amore, e di quanto questi siano molto graditi a Nostro Signore.

Essere atleti della fede Gli atleti professionisti sanno benissimo che sarebbe inconcepibile allenarsi una volta ogni tanto e poi sperare di poter ottenere qualche risultato o di riuscire a vincere qualche gara. Lo stesso capita a noi, da un punto di vista spirituale: come speriamo di poter ottenere qualche risultato, di avere la pace, i beni spirituali di cui abbiamo di bisogno, la conversione nostra e dei nostri cari (e del mondo intero), se non pre-

4 ghiamo? Potremmo forse definirci “atleti” se tutto il movimento fisico che facciamo fosse solo una passeggiata a settimana? Ecco, lo stesso capita alla nostra vita spirituale: posso definirmi cristiano se il mio essere cristiano è limitato a un’ora a settimana, con la sola messa domenicale?

Ti invitiamo a rileggere e meditare spesso questi versetti tratti dalle lettere di San Paolo.

“Allenati nella vera fede, perché l’esercizio fisico è utile a poco, mentre la vera fede è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente e di quella futura. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti. Per questo infatti noi ci affatichiamo e combattiamo, per ché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono”. (1Tm 4, 7-10)

“Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato”. (1Cor 9, 24-27) “Non ho certo raggiunto la meta, non sono arrivato alla perfezio ne; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù”. (Fil 3, 12-14) CHIARIRE ALCUNI DUBBI 1) Non è necessario attenersi strettamente agli orari previsti, seb bene sarebbe preferibile. In particolare, cerca di non mancare al tuo appuntamento con la preghiera a inizio di un nuovo giorno (essa è fon 3

4) Ricorda che la tua regola personale è stata “cucita” su misura per te, in base sia alle tue esigenze attuali (lavoro, impegni, ecc.) sia alla tua situazione di fede attuale. Andando avanti nel tuo cammino spirituale avrai più volte necessità di modificarla, proprio come è necessario cam biare taglia d’abito man mano che si cresce.

5) In caso di dubbi o perplessità, consigliati con un sacerdote.

5 damentale per dare il giusto ritmo alla tua giornata).

6) Vivi la regola con gioia, serenità e gratitudine. Ricorda di essere sempre lieto nel Signore; la pace di Dio viene comunicata all’animo umano quando la persona si nutre di preghiera profonda, Parola di Dio e Sacramenti vissuti con fede. “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ri peto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù” (Fil 4, 4-7).

REGOLA DI VITA: PUNTI ESSENZIALI Dire “regola di vita” e dire “mettere ordine della propria vita spirituale” coincidono. La vita di fede viene spesso detta cammino proprio perché non è qualcosa di statico, che abbiamo ottenuto una tantum, no: è qualcosa che ci interpella giorno dopo giorno; è sapere di non cam minare più da soli lungo le vie della vita. è la consapevolezza che Dio è con noi, è qui e adesso. Comincia dalle piccole cose. Le preghiere al mattino (con le quali 4

3) La regola non deve scadere nel formalismo. Il suo scopo è mantenerti costante nel cammino spirituale giorno dopo giorno e farti avvi cinare sempre più a Dio a tu per tu, nella tua quotidianità.

2) Se ti rendi conto che hai alzato troppo l’asticella e non riesci a seguire la regola che ti sei dato, meglio essere onesto con te stesso e con Dio, e riscriverla in modo che ti sia più facile seguirla.

Il peccato è qualsiasi scelta contraria alla Legge-Amore di Dio; è uno strappo al nostro rapporto con Dio, al legame che ci tiene uniti a Lui. È dire “no” a Dio, che è automaticamente dire “sì” al demonio: il nostro cuore, la nostra anima non possono appartenere sia a Dio che al demo nio ( )... è scontato che chiunque abbia scelto di appartenere a Dio abbia anche la ferma decisione di non offenderlo mai più con i peccati gravi.

5) Dedicarsi ogni giorno alla propria continua conversione, cioè de siderare di progredire nell’amore di Dio, e di distaccarsi sempre più dai vizi e da tutto ciò che non piace a Dio;

6) Assolvere ai doveri del proprio stato, facendo ogni cosa per piace re a Dio (“Sì, Padre, perché così è piaciuto a Te”, Mt 11,26 ) e insieme

6 affidi e offri la tua giornata a Dio, chiedendogli di viverla per Lui) e alla sera (per ringraziare Dio di ciò che ti ha donato in questo giorno e chiedere perdono delle tue mancanze) non dovrebbero mai mancare: “Bisogna però cominciare con qualcosa di molto semplice: le preghiere del mattino e della sera e quelle brevi invocazioni durante la giornata: “Signore, aiutami!”; “Signore, abbi pietà di me!” Che ci “attaccano” a Dio quando stiamo scivolando sulla parete ripida della quotidianità “.

4) La lettura e la meditazione della Parola di Dio;

3) La preghiera costante e fiduciosa, in particolare la preghiera profonda del cuore: “Dio preferisce la preghiera del cuore” ;

1) Mettere Dio al primo posto e rendersi conto della presenza qui e ora di Dio;

2) Vita sacramentale, in particolare l’Eucaristia vissuta con consape volezza e amore e la Riconciliazione periodica;

Ciò non significa che le persone in cammino di fede siano esenti da peccati e vizi, no! Anche loro devono continuamente combattere contro i peccati (veniali) e soprattutto guardarsi dalla tiepidezza o in differenza spirituale (accidia), che dispiace profondamente Dio poiché anch’essa costituisce un “no” al dialogo con Lui. Ecco in breve quali do vrebbero essere i punti essenziali per mettere ordine, “regolamentare” la propria vita quotidiana di cristiano:

Monsignor Giuseppe Pollano (1927-2010), nella sua instancabile at tività di maestro e formatore (sia del clero che dei laici), ci ha lasciato dei preziosi insegnamenti riguardo la necessità di mettere ordine della nostra vita quotidiana di cristiani e su quali siano le priorità:

- La preghiera esige dei qui precisi. “La Parola, i Sacramenti, la coscienza abitata da Dio sono i tre grandi qui c’è Dio. Se io passo una giornata senza aprire la Scrittura, senza passare in una chiesa e senza avere un momento di raccoglimento, ho perso l’incontro qui e adesso” con Dio.

Qui di seguito aggiungiamo alcuni estratti da:

A. Mons. Giuseppe Pollano, Perchè una regola di vita, catechesi tratta da un incontro all’Arsenale della Pace del Sermig (Servizio Mis sionario Giovani). B. Card. Carlo Maria Martini, Parlo al tuo cuore. Per una regola di vita del cristiano ambrosiano. Lettera pastorale per l’anno 1996-1997.

- Mettere Dio al primo posto. “Per afferrare che Dio è presente qui e adesso non bastano né i desideri, né gli sprazzi interiori, ci vuole una regola molto umile, molto fissa e molto imposta. Imposta perché il nostro essere è indisciplinato, è disordinato, è superficiale per sua natura. Allora la mia giornata sarà tale che, pur con mille cose da fare, programmo di mettere al primo posto Dio. (...) Non bisogna mai ac contentarsi e dire: “Io a Dio ci penso sempre”. Può essere anche vero, ma può anche essere illusione, può non arrivare al nucleo profondo del nostroMons.intimo”.Pollano indica come due ore al giorno “il minimo indispensa bile da donare a Dio per disinquinarsi dalla vita urbana di dissipazione che ci allontana da Dio, pur senza che noi lo vogliamo”. 5

7 a Cristo, in Lui e per mezzo di Lui.

REGOLA DI VITA (MONS. POLLANO)

-Tuttavia, “se noi non abbiamo la nostra preghiera tutti i giorni, quella che ci toglie un po’ dall’ambiente e ci mette dinanzi a Dio in ado razione e in silenzioso ascolto, noi vanifichiamo l’incontro eucaristico o lo riduciamo di molto, perché riceviamo Dio in un cuore ingombro, non mettiamo a sua reale disposizione la profondità dell’anima”.

- Altro aspetto fondamentale è la preghiera profonda, preparando prima il cuore: questo consiste nel “togliersi di dosso tutto quello che è la quotidianità, è uscire dall’ambiente che ci portiamo dentro”. “I nostri pensieri, i nostri immaginari, i nostri affanni, le nostre soddisfazioni sono uno strato abituale di nebbia” che ci impedisce di accorgerci che “Dio è dentro di noi”. “La preghiera non inizia con un segno di croce o aprendo la Bibbia, ma con un atto interiore che è mettersi alla presenza per non perdere il qui e ora di Dio. (...) Dio preferisce la preghiera del cuore. Biblicamente inteso, l’intimo del cuore si mette in comunione con Dio senza tanti mezzi o parole, senza intermediari”; infatti “ La caratteristica della preghiera cristiana è che non è mai solo Parola, (...) è sempre una parola tra noi due, una parola che coinvolge l’altro, affet tiva”. “La preghiera non finisce mai soltanto con una lettura, altrimenti diventa un monologo morale, ma con una risposta di affetto”.

- La lettura e la meditazione della Parola di Dio. “I grandi spi rituali dicevano di non lasciare mai la meditazione della Parola. Infatti, se io non sono impregnato di Parola, come partecipo all’Eucaristia? Rischio di trasformarla solo in un rito”. “Non solo il tempo, ma anche l’intelligenza devono essere immersi nella Parola. La lettura della Parola poi è varia. Lasciate fare a Dio, voi mettetevi solo a sua disposizione! (...) A volte siete un po’ vuoti e avete bisogno di leggerne tanta, altre volte bastano poche parole e lo Spirito vi incanta e vi lavora”. “La pre ghiera quotidiana, il visitare la Parola, ci trasforma la mente. Se ciò è fatto con fedeltà, se siamo docili, se ci lasciamo istruire, se diamo ragio ne a Dio, a poco a poco la nostra intelligenza si trasforma e ci mette in sintonia con Dio non soltanto a momenti, ma con continuità. La Parola

8 - “L’Eucaristia è l’incontro degli incontri, organizzato da Dio e non da noi, strutturato in modo tale che si entri in comunione con Lui (...). Il sole del tempo di Dio è l’incontro eucaristico”.

c) Che cos’è la preghiera? “La preghiera è anzitutto risposta alla 6

a) Preghiera, Sacramenti, Parola, Carità. “Preghiera, Parola, Sa cramenti, esercizio della carità costituiscono il tessuto della ricezione dei doni di Dio, il terreno nel quale riceviamo ogni giorno nella Chiesa i tesori della rivelazione divina e li accogliamo nel nostro cuore inquie to e resistente.”

- “Nel resto del tempo poi si deve organizzare la vita secondo le varie responsabilità ”. Specificando però che: “Un poco di tempo cosiddetto libero, scaricato di responsabilità, ci vuole. Non possiamo continuamente vivere sotto tensione. (...) Ci vogliono dei momenti di stensivi, che però non ci distraggano da Dio. Di responsabilità pure e semplici non vive nessuno. Dio non ci vuole sempre tesi”.

b) L’accoglienza dei doni nella preghiera. “Il luogo (...) in cui i doni di Dio ci raggiungono e cambiano il nostro cuore è anzitutto la preghiera, sia personale che liturgica. Bisogna però cominciare con qualcosa di molto semplice: le preghiere del mattino e della sera e quel le brevi invocazioni durante la giornata: “Signore, aiutami!”; “Signore, abbi pietà di me!” Che ci “attaccano” a Dio quando stiamo scivolando sulla parete ripida della quotidianità.”

REGOLA DI VITA DEL CRISTIANO (CARD. MARTINI) La lettera pastorale Parlo al tuo cuore del cardinal Martini, origina riamente indirizzata alle sole comunità ambrosiane, è stata pubblicata nuovamente qualche anno dopo con il titolo di Regola di vita del cri stiano. Si presentano qui alcuni estratti; si consiglia la lettura del testo integrale.“La“regola di vita” del cristiano è già tutta nel Vangelo ed è resa vivibile dal dono dello Spirito Santo, che ci è dato nel battesimo e negli altri sacramenti”.

9 è diventata la nostra mentalità”.

e) Il silenzio contemplativo. “Per accogliere la Parola occorre coltivare il silenzio contemplativo, la capacità di rientrare nel nostro intimo, di ritrovare il centro di noi stessi, vincendo l’ansietà e la fretta che ci divorano e fermandoci ad ascoltare le domande vere per ricevere su di esse la luce del Dio che parla. La “dimensione contemplativa della vita” ci è necessaria per cominciare un autentico cammino di fede e perseverare in esso in mezzo alle vicende tumultuose che segnano la nostra esistenza, ai turbamenti e alle contraddizioni che attraversano il nostro cuore.”

f) La vita sacramentale. “Nei Sacramenti è Cristo che si fa presente e viene ad incontrare la vita dei cristiani e la storia in cui essi sono

d) La Parola accolta nella Lectio divina. “Aiuto indispensabile per vivere la vocazione cristiana è l’ascolto perseverante della Parola di Dio, che apre il cuore a ringraziare Dio dei suoi doni nel dialogo della fede, fa riconoscere e discernere nel pentimento i peccati che appesantiscono la vita quotidiana, e consente di riconoscere le vie di Dio per noi e di rinnovare il nostro sì alla sua chiamata. Nasce così la Lectio divina che riceve con attenzione e riverenza le parole e i gesti del Figlio (lectio: lettura), in essi ricerca il messaggio perenne che viene dal silenzio del Padre (meditatio: meditazione) e si offre all’azione dello Spirito per entrare nel cuore della Trinità (contemplatio: contemplazione) e imparare a vivere e a scegliere secondo Gesù Cristo, Parola del Padre, Unto dallo Spirito (actio: azione). Sarai felice se ti impegnerai a fare la Lectio possibilmente ogni giorno.”

10 Parola di Dio che per prima mi interpella e che mi raggiunge nella mia debolezza, ma anche nel mio silenzio e nella mia disponibilità all’ascolto. La preghiera è lasciarsi accogliere nel mistero santo, andando per Cristo nello Spirito al Padre: il cristiano più che pregare un Dio, stra niero e lontano, prega in Dio, prega nascosto con Cristo nella Trinità, sorgente e grembo di vita. Quando preghi, allora, più che pensare di essere tu ad amare Dio, lasciati amare da Lui, docilmente, ciecamente, tutto abbandonandoti in Lui, tutto affidando a Lui, in spirito di lode e di rendimento di grazie. Chiediti con me: trovo dei momenti in cui mi metto a tu per tu con Dio, lo ascolto, mi apro a Lui?”.

h) La Messa domenicale. “Chi ascolta fedelmente la Parola e si la scia condurre dallo Spirito si dispone a celebrare con frutto nel giorno del Signore l’Eucaristia, che ci fa Chiesa, perché riattualizza nella nostra vita e nella storia il dono della nuova alleanza. Questo incontro domenicale è stato vissuto come fondante, e perciò come indispensabile, fin dalla Chiesa degli Apostoli: oggi, in un contesto di secolarizzazione, è più che mai necessario. E una più frequente partecipazione, anche durante la settimana, alla mensa della Parola e del Pane di vita aiuterà straordinariamente la crescita della fede, della speranza e della carità e ci farà passare attraverso il deserto dell’incredulità contemporanea con animo sereno e volto gioioso.”

l) Il senso della vita. “Dalla fede professata, nutrita dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia, emerge quel senso della vita che si può sintetizza re nella frase di Sant’Ambrogio: “Tutto è Cristo per me”. Il cristiano è

11 posti. Ricordiamo […] il posto fondante del Battesimo e la posizione centrale dell’Eucaristia”.

g) La liturgia e l’Eucaristia, culmine e fonte. “La Parola si fa carne del Signore nell’Eucaristia, culmine e fonte di tutta la vita della Chiesa, centro della comunità e della sua missione.(…) Egli si offre a noi sotto le specie della debolezza e dell’insignificanza come pane di vita che ci sostiene nel cammino, facendosi compagno compassione vole della nostra fatica di vivere: «non temete... Io sono con voi tutti i giorni””.

i) Il sacramento della penitenza. “Decisiva per il discernimento della volontà di Dio su ciascuno è la purezza di cuore. Ti chiedo di celebrare con fiducia il sacramento della riconciliazione o penitenza, nel quale riconoscere gli innumerevoli doni del Padre nel cammino della tua esistenza (confessio laudis), confessare umilmente ciò che non va nella tua vita, ciò che tu vorresti che non ci fosse stato e che non ci fosse oggi (confessio vitae) e professare la tua fede nella infinita e sempre presente misericordia del Padre che ti perdona per la parola della Chiesa (confessio fìdei). Ti consiglio di rinnovare frequentemente questo incontro con il Padre della misericordia attraverso il ministero di riconciliazione nella Chiesa.”

n) Il sacramento dei malati. “Alla debolezza e fragilità della creatura umana nel tempo della malattia grave e dell’infermità prolungata viene incontro ancora una volta il Signore nel sacramento dell’unzione degli infermi. Esso manifesta la vittoria del Signore sul peccato e sulle sue conseguenze. Gesù infatti “andava attorno per le città e i villaggi... curando ogni malattia e infermità” (Mt 9, 35). Anche agli Apostoli è dato il potere di “scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità” (Mt 10,1)”. o) Il valore salvifico del dolore. “Riscoprire nella nostra vita ec clesiale il significato di questo sacramento porta anche a riflettere più in generale sul valore salvifico del dolore, vissuto in Cristo e con Lui per la salvezza del mondo. La compassione fattiva e discreta verso i sofferenti, la solidarietà per aiutarli a vivere essi stessi con fede il loro dolore sono aspetti decisivi di questa riscoperta della nostra crescita nella sequela di Gesù umile, povero e crocifisso.”

12 colui che sempre e dappertutto si sforza di essere con Cristo e di vivere per Cristo nella sequela di Lui. Questo significa vincere il senso di vuoto e di insignificanza che tante volte ci tenta, e confessare con la vita Colui che sconvolge continuamente le nostre attese e proprio così dà pace al nostro cuore inquieto.”

m) L’accompagnamento spirituale. “L’incontro costante con una guida spirituale, saggia ed esperta nelle cose di Dio, anche al di là del sacramento della penitenza, è sostegno prezioso nel cammino di santità vissuto nel quotidiano. La vita di tanti nostri santi ambrosiani lo dimostra.”

2) Ogni giorno fare l’orazione mentale per mezz’ora: leggere per almeno un quarto d’ora qualche libro spirituale;

4) Far visita al ss. Sacramento ed alla divina Madre;

3) Partecipare alla santa Messa;

Altri consigli in breve, da parte di Sant’Alfonso:

1) alla mattina, appena alzati dal letto, fare gli atti cristiani;

(Tratto da: regolamento di vita del cristiano in compendio, sant’Alfonso M. de Liguori) P.S. si veda anche l’opuscolo n.08 di questa serie, “per una vita devota quotidiana”.

5) la sera fare l’esame di coscienza con l’atto di dolore e gli atti cristiani.

4) Dire il rosario (meditato e con amore);

Opuscolo non commerciabile realizzato a scopo didattico e divulgativo, a gloria di Dio e per la salvezza della anime.

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LA REGOLA DI VITA “Una regola di vita tiene conto del tempo, del luogo, delle forze e degli strumenti che abbiamo a disposizione. E deve organizzare tutto questo, persona per persona, comunità per comunità, in maniera da realizzare l’ottimale: metti Dio al primo posto, l’incontro con Lui al centro e togli di torno continuamente quelle cose che ti farebbero ritornare a te stesso”. (Mons.Pollano) I Semini: piccoli semi per il cammino spirituale, riscoprendo la bellezza della spiritualità cattolica Trovi questo e altri opuscoli al seguente indirizzo: issuu.com/isemini Scaricabili da https://bit.ly/isemini non commerciabile

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