I Semini 02C: La seconda conversione (le tre età) pieghevole

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4. La tendenza al motteggio e alle parole sprezzanti. San Tommaso d’Aquino parla del motteggiatore a proposito dei vizi opposti alla giustizia: ingiuria, detrazione, mormorazione contro la buona fama del prossimo; il motteggiare o mettere in ridicolo qualcuno è un mostrare che non se ne ha stima. «Il derisore è un’anima ritardataria che ne ritarda delle altre, diventando, spesso senza averne coscienza, lo strumento dello spirito del male. L’atteggiamento del suo spirito è agli antipodi della semplicità evangelica. [...] Il derisore può fare molto danno alle anime deboli che intimidisce e, perdendo se stesso, può lavorare alla loro perdizione» (ibid.), senza neanche accorgersene. «Questo vizio è anche del tutto opposto alle caratteristiche della carità (1Cor 13,4-7). Anche Nostro Signore ci ha avvertiti riguardo questo vizio: “Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato al fuoco della Geènna.” (Mt 5,22). Perché ce ne parla subito dopo aver menzionato il quinto comandamento [non uccidere]? Perché questo vizio uccide la buona reputazione del prossimo, o la sua stima, la sua fiducia» (ibid.). 4. L’orgoglio dei principianti. San Giovanni della Croce descrive bene l’orgoglio nella

TRISTI CONSEGUENZE DI QUESTO STATO “...Ma quello che più mi affligge è l’indifferenza di coloro che si dicono miei amici” (Gesù a santa Margherita Maria Alacoque)

prima età spirituale: «Lo stato imperfetto dei principianti provoca in essi un certo orgoglio segreto che li induce a qualche soddisfazione per le loro azioni e per se stessi. Di qui nasce in loro una certa vanità di parlare delle cose spirituali in presenza di altri e, a volte, di voler loro insegnare più che essere disposti a imparare. [...]Tuttavia, molto spesso è il demonio che accresce nei principianti il fervore e il desiderio d’intraprendere queste e altre opere, perché aumentino in superbia e presunzione. [...] Così, all’occasione, li si vede parlare e agire per condannare e denigrare, osservando la pagliuzza nell’occhio del proprio fratello, mentre non si accorgono della trave che hanno nel proprio (Mt 7,3). [...] Si sentono imbarazzati a dire i propri peccati in maniera nuda e semplice per paura che il confessore li stimi meno, e cercano di colorarli perché non appaiano tanto brutti; in breve, s’industriano a scusarsi più che ad accusarsi. A volte cercano un altro confessore per accusare quanto hanno di grave, perché il confessore ordinario non pensi che hanno commesso qualcosa di male, ma conosca solo il bene. Così sono contenti di raccontargli solo le cose buone...» (san G.della Croce, Notte oscura, libro I, cap. 2).

9 LE TRE “CONVERSIONI” NEGLI APOSTOLI Prima conversione (prima età): la chiamata e la risposta: “Lasciarono tutto e lo seguirono”.Tuttavia, vi è ancora la necessità di rinnovare cuore e mente. Nostro Signore stesso indica come questa fase della fede sia ancora uno stadio iniziale, dicendo agli apostoli: “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,3). La crisi e la seconda conversione: avvenne, individualmente e modo diverso, per ciascuno apostolo durante la Passione di Cristo. Per Pietro, fu quando “si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente...” (Mt 26,75). È questo lo spirito contrito e affranto, la “frantumazione del cuore” di pietra per poter accogliere uno Spirito nuovo, un “cuore di carne” che sia davvero in grado di amare Dio. La terza conversione: dopo la prova dei giorni seguenti la Crocifissione e l’Ascensione, l’entrata nella terza età spirituale avvenne, per gli apostoi, quando ricevettero lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste. Ormai liberi dai timori nei

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R. Garrigou-Lagrange, Le tre età della vita interiore

«I santi ci dicono che le anime ritardatarie e intiepidite possono arrivare all’accecamento dello spirito e all’indurimento del cuore, tanto che poi risulta difficile indurle a emendarsi. Più l’anima ritardataria o tiepida è stata in alto, più la sua conversione è difficile: essa giunge, infatti, a credere che il suo stato sia sufficiente, e non ha più il desiderio di salire verso l’alto. Queste anime ritardatarie sono in pericolo; dobbiamo affidarle alla Vergine Santissima: solo Lei può ricondurle verso il Salvatore ed ottenere loro le grazie per poter uscire dallo stato in cui si trovano» (ibid.). L’immediata conseguenza è la svalutazione dell’importanza della vita di fede, della conversione personale e dell’allontanamento dal peccato. «Un altro aspetto di somma importanza è il riconoscere la superiorità delle virtù teologali rispetto all’attività naturale, terrena.[...] Il negarlo sarebbe eresia. Ma non basta affermarlo solo in modo teorico, altrimenti nella pratica si cadrebbe in un cattivo intellettualismo in cui vi sarebbe una specie di ipertrofia della ragione ragionante a scapito

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della vita di fede, della vera pietà e della formazione indispensabile della volontà» (G.-L.). Al polo opposto, invece, vi è il rischio del falso misticismo (o pseudo-misticismo): Garrigou-Lagrange indica come la «golosità spirituale [la ricerca delle consolazioni di Dio nella preghiera] potrebbe farci desiderare le consolazioni sensibili al punto di ricercare in esse noi stessi più che Dio. Insieme all’orgoglio spirituale, essa è l’origine del falso misticismo». Proprio a causa di questa sua golosità spirituale, lo pseudo-mistico «esige la presenza ininterrotta di Dio, l’oggetto del suo desiderio [...], non tollera l’assenza di Dio, [...] non accetta la sua condizione di esserne separato» (R. Torri de Araújo). Separazione (temporanea) che invece, come detto, è necessaria per “svezzare” l’anima e farla entrare nella seconda (e poi nella terza) età spirituale. è anche da notare che tali anime, talvolta, credono di essere state privilegiate in modo speciale da Dio e scelte per una “missione” fuori dall’ordinario. Inoltre, non è raro che il falso misticismo finisca con l’assumere caratteristiche proprie della superstizione popolare.

TESTI UTILIZZATI E LETTURE CONSIGLIATE

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R. Garrigou-Lagrange, Le tre età della vita spirituale André Louf, L’uomo interiore André Louf, Sotto la guida dello Spirito San Giovanni della Croce, Notte oscura p. Ildebrando Santangelo, Le tre età dell’uomo Centro Missionario P. de Foucauld, Il Cammino della preghiera Catechismo degli Adulti: educat.it Catechesi di p. Vincenzo Cuffaro: cristomaestro.it Catechesi di mons. Giuseppe Pollano: sermig.org

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10 confronti degli uomini, sono liberi di proclamare il Vangelo senza paura, e anzi, sono “lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù” (At 5,41). Tale forza dall’alto li porterà a un’apostolato eroico e alla testimonianza coraggiosa di Cristo, fino al martirio. RIFLETTO: E io? Cerco più le consolazioni di Dio, o il Dio delle consolazioni? Anche nella vita di fede pretendo di fare “come piace a me”? Mi chiedo se quel che faccio è ciò che Dio vuole? Sono disposto a rinunciare alle mie convinzioni a favore della volontà di Dio?

la seconda

CONVERSIONE: ETIMOLOGIA

La parola latina conversio significa “volgersi verso qualcuno o qualcosa”, “cambiare direzione o strada”. Il termine greco utilizzato, metànoia, significa “profondo mutamento nel modo di pensare, di sentire, di giudicare le cose”. «Nel Nuovo Testamento, il termine indica il totale capovolgimento che si deve operare in chi aderisce al messaggio di Cristo nel modo di considerare i valori etici, culturali, politici e sociali correnti (e le beatitudini evangeliche sono l’espressione della metanoia cristiana)» (Treccani).

Conversione LE TRE ETÀ DELLA VITA SPIRITUALE 13

I SEMINI n.02C


IL DONO DELLA FEDE: UN SEME DA FAR CRESCERE

LE TRE ETÀ DELLA VITA SPIRITUALE

impegno dei genitori, del padrino e della madrina, la Chiesa non permetterebbe mai di amministrare il Battesimo a dei bambini piccoli: questo perché, senza catechesi, la fede del piccolo battezzato continuerebbe a sonnecchiare nel cuore a tempo indefinito e finirebbe per soffocare. [...] La fede non è solamente, o perlomeno innanzitutto, consenso ad alcune verità di fede riguardanti Gesù, bensì accettazione di Gesù stesso, con tutta la potenza che ha ricevuto dal Padre, il che include una rinuncia totale alla nostra persona in suo favore. Perciò l’importante non è solo che crediamo qualcosa riguardo a Dio – per esempio, che Egli esiste – bensì che noi crediamo in Dio, o meglio verso Dio: [...] l’uomo è invitato a uscire da se stesso, impara a dimenticarsi e ad abbandonarsi per lasciarsi raggiungere dalla Parola viva e onnipresente di Dio, con tutte le conseguenze che ciò comporta» (A. Louf) Quindi, rinnova, o ricomincia il tuo cammino spirituale. La nostra conversione è un processo continuo, siamo chiamati a rinnovare il nostro sì a Dio, ad aprire il nostro cuore a Lui e a rinnovare la nostra mentalità, ogni giorno.

«Quando parliamo della fede, pensiamo spontaneamente alle verità della fede. [...] Una simile espressione didattica della fede ha ovviamente molta importanza, ed è bene che sia oggetto di estrema cura; ma [...] posso benissimo sapere molto a proposito della fede, e anche condividere molto questa conoscenza con altri, senza però mai compiere il passo decisivo della fede, che implica sempre un abbandono esistenziale a Gesù. La difficoltà può derivare in parte dal fatto che la maggior parte di noi è stata battezzata nell’infanzia e quindi abbiamo ricevuto la fede fin da piccoli. La fede ricevuta nel Battesimo costituisce solo un inizio e non può, in alcun modo, dispensarci da un incontro personale con Gesù. Quando, ancora bambini, fummo battezzati, questo avvenne grazie alla fede della Chiesa, rappresentata dai nostri genitori e da padrino e madrina. Costoro si impegnarono a sostenere la fede che veniva donata, ma che era ancora inconscia, nel bambino, e ad accompagnarne lo sviluppo fino a un autentico incontro di fede con Gesù. Senza questo

1 gloria e a desiderare il Paradiso per quello che veramente è, cioè l'amore ed il godimento eterno di Dio e del Corpo Mistico di Gesù” (I. Santangelo). Infine la terza età, quella unitiva o dei perfetti: è l’età delle virtù eroiche e dell’amore totale per Dio; le sofferenze e le umiliazioni sono accettate con gioia (e a volte anche ricercate) pur di dare gloria a Dio, di dimostrargli di amarLo e come offerta di espiazione per la salvezza della anime, tanto care a Dio. Questa età è l’apice della vita spirituale sulla terra, quella vissuta dai Santi e da coloro per i quali si può dire: “Ecco qualcuno che ha davvero amato Dio sopra ogni altra cosa, con tutto il proprio cuore e con tutte le proprie forze!”.

LE ANIME RITARDATARIE Abbiamo detto che il passaggio da un’età spirituale a un’altra è segnato da una crisi e da aridità prolungata: Dio “nasconde il suo Volto”, vi è una mancanza prolungata di consolazioni sensibili, difficoltà nel pregare, e si è tentati ad abbandonare del tutto la preghiera. Se l’anima è fiduciosa, se continua ad avere fede in Dio e si abbandona totalmente a Lui, essa entra nell’età spirituale successiva. Ma

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Così come la vita biologica, anche la vita spirituale attraversa diverse età o fasi. Ovviamente non si tratta di “compartimenti stagni”, ma di processi graduali che segnano la vita spirituale di chi vuole perseverare. Il passaggio da un’età all’altra è segnato da una crisi (quelle che San Giovanni della Croce chiama “notti”), spesso accompagnata da aridità prolungata. Il superamento di questi momenti di prova segna una nuova conversione e l’entrata in una fase più profonda di vita spirituale e di comunione con Dio; mentre il fallimento, o la non volontà di migliorarsi spiritualmente, fa sì che il fedele diventi un’anima ritardataria. Prima età: purificativa o dei principianti. “il dovere principale dei principianti è quella di evitare il peccato, e vigilare su se stessi per non tornare alle vie che si sono appena abbandonate ma che, in questa fase, esercitano ancora una forte attrattiva” (R.Garrigou-Lagrange). “Si prega, si osservano i comandamenti di Dio e si fa il bene per venire ricompensati col paradiso. Non c'è nessun peccato nel desiderare principalmente la propria felicità nel servizio di Dio, però tale intento è indice

2 attenzione! Si può anche fallire o attardarsi in questa prova, diventando così un’anima ritardataria e rischiando di scivolare sempre più nella tiepidezza. «Con la seconda conversione si passa dalla via purgativa dei principianti alla vita illuminativa. Tuttavia certe anime, a causa della loro negligenza o pigrizia spirituale, o per altri motivi, non effettuano questo passaggio. Tra queste anime ritardatarie molte un tempo hanno servito Dio con fedeltà; ora si trovano in uno stato vicino all’indifferenza. I motivi principali per cui tali anime sono poi giunte a uno stato di tiepidezza sono: 1. la pigrizia spirituale (accidia): è una mala tristezza, un certo disgusto per le cose spirituali che porta a farle con negligenza o ad ometterle (G.-L.). San Giovanni della Croce nota che “coloro che soffrono di accidia provano noia anche nelle cose più spirituali; se ne allontanano perché non danno loro la minima consolazione sensibile. Non trovando gusto che in ciò che dà loro soddisfazione, trovano insopportabile la pietà che non li lusinga affatto. Volendo Dio talvolta metterli alla prova per correggerli, accade loro di non trovare nella preghiera ciò che vi cercano [le consolazioni sensibili]. E così, per pigrizia, non seguono la via della perfezione, nella quale è necessario

3 rinnegare se stessi per amore di Dio. Trascinati dai propri gusti, preferiscono la loro volontà alla volontà divina. Vorrebbero che il Signore si piegasse alle loro esigenze…”. 2. La negligenza nelle piccole cose: sembrerebbe, in sé, cosa di poco conto; ma può divenire grave per le sue conseguenze. “Chi è fedele nelle piccole cose è fedele anche nelle grandi” (Lc 16,10). Ordinarie sono le piccole virtù che dal mattino alla sera costituiscono il nostro merito quotidiano.[...] La trascuratezza delle piccole cose nel servizio di Dio conduce ben presto alla negligenza delle grandi. 3. Il rifiuto dei sacrifici richiesti. Molti si sentono chiamati a una vita più perfetta, più integra, di vera preghiera, purificata. Ma queste anime si rifiutano, più o meno direttamente, cercando un diversivo o qualche scusa. «Si richiederebbero certi sacrifici di amor proprio; si dovrebbe cercare veramente Dio anziché noi stessi. Senza questi sacrifici come si può entrare nella vera vita interiore? Se questi si rifiutano, l’anima resta indietro, in ritardo: e può restarvi per sempre» (ibid.). “Ascoltate oggi la voce del Signore, non indurite il vostro cuore”: queste anime si rifiutano di ascoltare e, come conseguenza, il loro cuore si indurisce.

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di essere ancora al primo stadio della vita spirituale. (...)La preghiera è piuttosto ristretta ed egoista. Si prega sì e no la mattina e la sera; si dice spesso il rosario, si va a Messa la domenica e, alle volte, anche durante la settimana. Qualche volta si comincia a pregare moltissimo e ad accostarsi anche giornalmente alla comunione; tuttavia non è l'amore che spinge ma o un moto passeggero (infervoramento) oppure il bisogno, cioè qualche grazia da ottenere. Si prega più che altro solo per i propri familiari e conoscenti e quasi sempre si domandano solo grazie temporali” (I. Santangelo). Seconda età: illuminativa o dei proficienti. “Il periodo difficile della notte dei sensi segna l’entrata nella via illuminativa. La mentalità dei proficienti si descrive insistendo sulla loro conoscenza e sul loro amor di Dio. Nel periodo precedente, il principiante quasi non conosceva Dio se non che nello specchio delle cose sensibili, sia di quelle della natura, sia di quelle di cui si parla nelle parabole evangeliche o negli atti esteriori del culto, e non conosceva se stesso che in modo molto superficiale” (R. Garrigou-Lagrange). “In questa seconda età si ama Dio per essere felici, ma felici in lui; comincia l'amore perfetto verso Dio: si comincia a cercare decisamente di piacergli, di dargli

CARATTERISTICHE DELLE TRE ETÀ PRIMA ETÀ: • Infervoramento iniziale (se in età adulta) • Si evitano i peccati mortali. • Preghiera ripetitiva; si chiedono quasi sempre solo grazie temporali (salute, lavoro, denaro, ecc.). • Ricerca di Dio nelle forme esteriori: pellegrinaggi, statue e oggetti sacri, ricerca del miracolo visibile... • Si desidera che Dio faccia ciò che noi vogliamo; rifiuto della propria croce. SECONDA ETÀ: • Si scopre di essere amati da Dio in modo personale, unico, totale. Nasce il desiderio di corrispondere a tale amore. • Volontà di evitare i peccati veniali. • La preghiera diventa più profonda e spontanea. • Cresce la sete di Dio e il desiderio di conoscerlo di più. Si impara ad amare sempre più la santa Messa, l’Eucaristia, la Parola di Dio. • Si accetta la propria croce e si chiede a Dio di imparare a portarla come Egli desidera.

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TERZA ETÀ: • Perfetta unione di volontà con Dio. Virtù eroiche. • Si preferisce la morte a una piccola offesa a Dio. • Unione di vita, preghiera e offerta di sè. • Grande amore per Gesù Sacramentato e la Parola. • La propria croce è abbracciata con amore. • Si accetterebbe qualsiasi sofferenza per amore di Dio e per la salvezza delle anime, che Egli tanto ama.

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