I Semini 01: Piccoli passi per incontrare Dio

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Piccoli passi

per incontrare Dio consigli per (ri)cominciare il cammino spirituale I SEMINI


«La vita interiore del giusto che tende a Dio, e che già vive di Lui, è veramente l’unica cosa necessaria (Lc 10,42).

È evidente che per essere un santo non è indispensabile aver ricevuto una cultura intellettuale, e spiegare una grande attività interiore; basta vivere profondamente di Dio. […] “Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?” (Mt 16,26 CEI 1974). Se sacrifichiamo tante cose per salvare la vita del corpo, che dopotutto dovrà morire, come non dobbiamo essere pronti a tutto sacrificare per salvare la vita dell’anima destinata a durare in eterno? E non deve l’uomo amare la propria anima più del suo corpo? Una sola cosa è necessaria, ascoltare la parola di Dio e viverla per salvare l’anima propria. È questa la parte migliore che non può essere tolta all’anima fedele». (R. Garrigou-Lagrange)

Testi utilizzati: Chiara Amirante, Alzati e rivestiti di luce mons. Severino Pagani, Cerco il tuo volto Henry J.M. Nouwen, L’unica cosa necessaria Mov. contemplativo missionario P. de Foucauld, Il cammino della preghiera mons. Giuseppe Pollano, Catechesi sulla Regola di vita, dal sito sermig.org Anthony Bloom, La preghiera giorno dopo giorno

I SEMINI n. 01


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NON TEMERE!

Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra della mia giustizia (Is 41,10) Perciò, uomini, non perdetevi di coraggio; ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto (At 27,25)

NON TEMERE. Questa espressione è ricorrente nella Bibbia, e quanto oggi abbiamo bisogno di sentirci dire queste parole! Dove trovare serenità e sostegno in questi tempi difficili? Dove rifugiarsi per trovare un po’ di pace? La risposta è solo una: in Cristo. “Perchè avete paura? Non avete ancora fede?” (Mc 4,40). Ma chi è sotto la protezione dell’Altissimo può solo sentire il tumulto della tempesta, senza esserne travolto. Leggi spesso anche il salmo 91 (90): Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. Non temerai il terrore della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire.

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Basterà che tu apra gli occhi e vedrai la ricompensa dei malvagi! »Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!». Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora: non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra.

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APRI IL TUO CUORE A DIO

Chi si sente amato, impara a non temere. Tu sei l’Amato! Torna a Dio con tutto il cuore! Dio ti ama e aspetta con impazienza il tuo ritorno. Egli desidera abbracciarti… ma questo abbraccio non può esserci se tu non decidi di tornare a Lui. Egli ti ama immensamente e attende il tuo ritorno a Lui da tutta l’eternità… Ma fa’ attenzione: amore incondizionato non significa approvazione incondizionata di tutte le tue scelte. Dio ti ama immensamente ma detesta i peccati perché questi ti tengono lontano da Lui. Il peccato è un “no” a Dio. I peccati tengono le nostre braccia e noi incatenati: ecco perché spesso l’abbraccio di Dio non può esserci. Il tempo è prezioso, la vita scorre in fretta… Non ti attardare, scegli OGGI di tornare a Dio con tutto il cuore. Quand’anche la tua vita e il mondo attorno a te crollasse a pezzi, Dio è l’unica certezza, l’unico rifugio sicuro: “Dio è per noi rifugio e forza, a iuto sempre vicino nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare” (Salmo 45). Scoprire di essere amati da Dio (1Gv 4, 9-10) In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato

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noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

«L’ingresso nel cristianesimo è l’esperienza di chi si sente amato (1Gv 4, 9-10). Quando si fa questa esperienza, soprattutto se avviene nella giovinezza, si prova il rassicurante fascino di chi si sente nascere di nuovo. Avvertire che qualcuno ti vuole bene, che sei importante per lui, che lui si ricorda di te: qualcuno ti cerca, ti parla, ti aspetta, ti perdona e ti affida un compito per il tuo futuro. Se sei diventato cristiano e lo sei rimasto è perché qualcuno ti ha fatto provare una traccia di questo amore. la percezione del sentirti amato è indispensabile, ed è per questo che esiste la comunità della Chiesa, perché qualcuno ti mostri che non sei da solo, che ti vuole bene, che si fida di te, che ti viene incontro con lo stesso tratto della tenerezza, della esigenza e della fedeltà di Gesù. Quando un giovane si sente amato davvero cambia anche le sue abitudini di vita. Diventa gioioso e desideroso di fare. Ha voglia di vivere, ha voglia di amare e se vive di questo amore si dispone al sacrificio del dono. Coltivare una vita spirituale significa percepire e sapere questo amore: Gesù ti ama così. Se amiamo a nostra volta il Signore, è perché qualcuno ci ha voluto bene, si è occupato di noi, ci ha detto una parola significativa e così ci ha fatto conoscere Gesù. Se percepisci questo amore sei pronto anche per rimodellare la tua volontà e per indirizzare diversamente la tua vita: sei pronto per rispondere alla tua vocazione, hai il coraggio e la gioia di abbandonare ogni forma di mediocrità e diventi tu stesso capace di introdurre altri alla conoscenza del Signore. Se ti senti amato ricerchi la preghiera»(S. Pagani). “Scoprire” di essere davvero amati da Dio è essenziale. Se non ti rendi conto dell’amore personale, individuale e unico che Dio ha per te, non sarà neanche possibile decidere di intraprendere un cammino di fede autentico e un serio cambiamento della tua vita, fidandoti di Dio e affidandoti completamente a Lui. Ogni sforzo compiuto nel cammino di fede, senza la consapevolezza del “Dio vicino”, rischierà di ridursi alla ripetizione di pratiche e abitudini.

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DIO DESIDERA ABBRACCIARTI

Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro s i dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. (Is 49,15) Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo... (Is 43,4)

Se tu conoscessi il dono di Dio! Il dono di Dio è Dio stesso, infinito Amore, Giustizia, Perfezione! Se solo tu potessi scoprire quanto Dio ti ama, di quanto grande sia il suo amore particolare e individuale per te, e di come Egli voglia instaurare un rapporto a tu-per-tu con te! Anche in questo momento Egli sta aspettando la risposta del tuo cuore, come il Padre che continua a scrutare l’orizzonte sperando di scorgere il ritorno del figlio (cfr. Lc 15,11-32). E tu, quanto ancora lo farai aspettare? Quanto ancora condannerai te stesso a vivere senza l’amore di Dio, un amore totale e perfetto che è l’unico in grado di riempire la sete d’amore che è nel tuo cuore? “Aprimi il tuo cuore, perché ho sete di te! Ho sete del tuo amore. Non posso non desiderare di amarti follemente! Ma ecco, i tuoi peccati, il tuo orgoglio, ti tengono lontani da Me. Come potrei non detestare il peccato? Figlio mio, metti da parte la paura, la diffidenza… Smetti di ignorarmi. Lo dico per il tuo bene. Io sono l’Onnipotente e l’Onnipresente: io ho già tutto… Io SONO tutto! Ma è te che voglio ricolmare di bene e di amore! Voglio farti partecipe della mia grazia, del mio amore, della mia gioia! Ma il peccato che tanto ami ti tiene lontano da me! Non attendere oltre, aprimi il tuo cuore, perché desidero abbracciarti e ricolmarti di un amore che non avrà mai fine, se tu lo vorrai!” L’unico ostacolo a questo abbraccio è la tua volontà. Non fidarti troppo delle tue emozioni,sentimenti e ragionamenti, che come onde ti sospingono ora in una direzione, ora in un’altra… Scegli di incontrare Dio “a tu per tu”, per un atto di volontà: decidi di farlo, chiedigli che Egli si riveli a te in tutta la sua potenza, nella tua vita! Come avviene ciò? “Arrenditi” a Dio e al suo amore: riconosci Gesù Cristo come tuo 4


unico Salvatore e Redentore, come Signore e Dio della tua vita. Prendi la decisione netta di tagliare con il peccato o con la tiepidezza (altro male che affligge tanti battezzati e che allontana da loro la grazia santificante). Grida a Lui nel tuo cuore, ed Egli ti risponderà: “Invocami, e io ti risponderò e ti annuncerò cose grandi e impenetrabili, che non conosci”(Ger 33,3). Egli rinnoverà la tua vita dall’interno, come neanche oseresti immaginare. E anche se la situazione della tua vita non cambiasse, cambierai tu… Il tuo cuore smetterà di essere afflitto e sofferente; e specialmente, non sarai più solo: qualunque sfida la vita ti porrà davanti, sarete in due ad affrontarla. Anzi, tu non dovrai più combattere con le tue sole forze umane, perché Dio, che è al tuo fianco, combatterà per te: “Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli” (Es 14,14).

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RISPONDERE ALL’AMORE DI DIO

“Dio dice: «Ti amo di un amore eterno», e Gesù è venuto a insegnarci questo. Quando Gesù fu battezzato, si udì una voce che diceva: «Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». È un’affermazione molto importante e Gesù vuole che noi l’ascoltiamo. Noi siamo i prediletti, non perché abbiamo fatto qualcosa, non perché abbiamo dato prova di noi stessi. Sostanzialmente Dio ci ama qualunque cosa facciamo. Se questo è vero, per i pochi anni in cui siamo in questo mondo siamo invitati a dire, nel contesto della nostra esistenza: «Sì, o Dio, anch’io ti amo». Proprio come Dio si prende cura di noi, è molto importante che noi ci prendiamo cura di Dio nel mondo. Se Dio è nato come un piccolo bambino, Dio non può camminare o parlare se qualcuno non insegna Dio. È questa la storia di Gesù, che per crescere ha bisogno degli esseri umani. Dio dice: «Voglio essere debole affinché tu possa amarmi. Quale modo migliore per aiutarti a rispondere al mio amore se non diventando debole affinché tu possa prenderti cura di me?». Dio diventa un Dio vacillante, che cade sotto la croce, che muore per noi e che ha un totale bisogno di amore. Dio fa questo affinché possiamo essergli più vicini. Il Dio che ci ama è un Dio che diviene vulnerabile, dipendente nella mangiatoia e dipendente sulla croce, un 5


Dio che fondamentalmente ci chiede: «Sei qui per me?». Dio — si potrebbe dire — aspetta la nostra risposta. In modo molto misterioso Dio ‘dipende’ da noi. Dio dice: «Voglio essere vulnerabile, ho bisogno del tuo amore. Ho desiderio di una tua dichiarazione d’amore». Dio è un Dio geloso nel senso che vuole il nostro amore e vuole che diciamo di sì. Per questo, alla fine del Vangelo di Giovanni, Gesù chiede a Pietro tre volte: «Mi ami tu?». Dio aspetta la nostra risposta. La vita ci offre infinite opportunità di dare questa risposta.” (JM Nouwen)

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NEL SILENZIO DEL CUORE

Sperimentare il primo amore

“Preghiera significa entrare in comunione con Colui che ci ha amati prima che noi potessimo amare. È questo il «ci ha amati per il primo» (1 Gv 4,19) che ci viene rivelato nella preghiera. Più profondamente entriamo nella casa di Dio, la casa che ha come linguaggio la preghiera, meno dipendenti siamo dal biasimo o dalla lode di coloro che ci circondano e più siamo liberi di lasciare che l’intero nostro essere sia ricolmo di quel ‘primo amore’. Finché continuiamo a chiederci che cosa dicono o pensano gli altri di noi e cerchiamo di agire in maniera da provocare una risposta che sia per noi positiva, siamo ancora vittime e prigionieri del mondo oscuro in cui viviamo. […] Finché ci troviamo nelle grinfie di questo mondo, viviamo nell’oscurità, perché non conosciamo il nostro vero io. Ci aggrappiamo al nostro falso io, nella speranza che forse più successo, più lodi, più soddisfazioni ci doneranno l’esperienza di essere amati, a cui aneliamo. È questo il terreno fertile del rancore, dell’avidità, della violenza, della guerra. Nella preghiera scopriamo però sempre di nuovo che l’amore che cerchiamo ci è già stato dato e che possiamo giungere all’esperienza di quell’amore. La preghiera è entrare in comunione con Colui che ha plasmato con amore, e soltanto con amore, il nostro essere nel grembo di nostra madre. Qui, in questo ‘primo amore’, sta il nostro vero io, un io che non è costituito dal rifiuto o dall’accettazione di coloro con i quali viviamo, ma è solidamente radicato in Colui che ci ha chiamato all’esistenza. Siamo stati creati nel6


la casa di Dio. A quella casa siamo chiamati a fare ritorno. La preghiera è l’atto del ritorno” (JM Nouwen) . “L’incontro fra Dio e noi nell’orazione parte sempre dal silenzio. Dobbiamo imparare a distinguere due generi di silenzio: il silenzio di Dio e il nostro silenzio interiore. Anzitutto il silenzio di Dio, spesso più difficile da sopportare del suo rifiuto. In secondo luogo, il silenzio dell’uomo, più fecondo del nostro parlare, in una comunione più stretta con Dio di quella mediata da qualsiasi parola. (...) Un incontro non acquista spessore e pienezza finché le due parti che convergono non diventano capaci di tacere l’una con l’altra. Fino a quando abbiamo bisogno di parole e azioni, di prove tangibili, non abbiamo ancora raggiunto la profondità e la pienezza che cercavamo. Non abbiamo fatto esperienza di quel silenzio che avvolge due persone che condividono una certa intimità. Va molto in profondità, assai più di quello che credevamo, il silenzio interiore in cui incontriamo Dio, e con Dio e in Dio il nostro prossimo.” (A. Bloom, La preghiera giorno dopo giorno) “La preghiera di semplice presenza consiste nel mettersi davanti a Dio eliminando parole, pensieri e fantasie, sforzandosi nella calma di essere presenti a Lui. È una preghiera senza parole, uno sguardo amoroso verso Dio. È Uno sforzo di volontà: frenare pensieri e immaginazione e concentrarsi su di un unico pensiero: di essere presente a Dio. È preghiera perché è attenzione amorosa a Dio. S. Teresa d’Ávila scrisse: “Finché il Signore non mi suggerì questo metodo di preghiera, non avevo mai ricavato soddisfazione o gusto dalla preghiera”, e raccomanda: “non fare lunghe e sottili meditazioni, ma solo guardare a Lui”. (Mov. contemplativo missionario P. de Foucauld, Il cammino della preghiera) il cuore della preghiera è l’ascolto.

L’ascolto suppone l’aver capito che il personaggio chiave della preghiera non sono io, ma Dio. L’ascolto è il centro della preghiera perché l’ascolto è amore, è attesa di Dio e attesa della sua luce. L’ascolto si può fare quando interpelliamo umilmente Dio su un problema, oppure chiedendo la luce di Dio attraverso la Scrittura. Dio parla anche senza parole. Risponde quando vuole. Dio non parla “a gettoni”, quando lo esigiamo noi, parla quando vuole Lui, normal7


mente quando siamo preparato per ascoltarlo. Se in noi imperversano il peccato, la cattiva volontà o la menzogna, è difficile sentire la voce di Dio, anzi difficilmente abbiamo il desiderio di sentirla. (Mov. contemplativo missionario P. de Foucauld, Il cammino della preghiera)

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PREGHIERA E INCONTRO CON DIO (liberamente tratto da: Chiara Amirante, Alzati e rivestiti di luce)

“Cosa ci dà la possibilità di imparare a riconoscere la sua voce, la sua visita? L’esercizio della preghiera ci dà la possibilità di aprirci, piano piano, al mistero del Dio che viene a visitarci, per riconoscerlo, ascoltarlo, farlo entrare. Ci sono diversi tipi di preghiera: di intercessione, lamento (quella riesce bene a tutti. L’unica nella quale siamo tutti ferrati!), domanda, supplica, pentimento, lode, ringraziamento… Tutte forme di preghiera molto belle e fondamentali. Di solito, però, esse non si trasformano in preghiera vera, perché la mente e il cuore sono altrove. Invece di instaurare un dialogo con Dio, di ascoltarlo, ci fermiamo al monologo: non è avvenuto l’incontro con Dio. Non siamo stati con il Signore, non ci siamo fatti raggiungere da Lui. Bisogna dunque arrivare alla preghiera profonda del cuore. In questa preghiera, che è preghiera di quiete, l’intelletto, il cuore imparano a essere più tranquilli, più raccolti per accogliere il Signore e mettersi in ascolto. È meno attiva, ma più “preghiera”, perché si riconosce che chi guida la danza è Lui. 1. Impegno e fedeltà, opposti della tiepidezza

La preghiera, come tutte le arti, ha bisogno di impegno e fedeltà. Non è tanto importante quello che senti, la gratificazione che hai, ma l’impegno che metti per imparare ad accogliere il Signore che viene a visitarti; richiede tanta fedeltà. Attenzione a dire: “Io non ho bisogno di pregare”: pian piano si potrebbe cadere in uno stato di tiepidezza. E la cosa peggiore è che molto spesso non ce ne rendiamo assolutamente conto! Attenzione anche nel dire “Io a Dio ci penso sempre”: potrebbe 8


essere vero, ma potremmo anche illuderci. Il primo passo importante per imparare l’arte della preghiera è: vigilare sulla tiepidezza. Non possiamo mai accomodarci, Nostro Signore ha dato la sua vita per dirci: “Amatevi come io vi ho amato”. E allora cerchiamo di vedere quali sono i nostri piccoli o grandi accomodamenti, piccole o grandi tiepidezze, mediocrità nel vivere. 2. Desiderare l’incontro con Dio

Finché non prendiamo consapevolezza che Dio è il respiro della nostra anima, finché non ci rendiamo conto di quanto la nostra anima abbia bisogno della luce e della verità di Dio, di lasciarsi raggiungere dal suo amore e farsi rinnovare ogni momento, insomma finché non desideriamo ardentemente la visita del Signore nella nostra vita, difficilmente possiamo entrare nella bellezza della preghiera, che è stare con Lui. 3. Ravvedersi

Un’altra cosa importante è: ravvediti, sii zelante. Una conversione del cuore, un cambiamento di mentalità. È importante un taglio serio con il peccato che ci ha sedotto e ci ha fatto suoi. Decidi di cambiare vita! Desidero che il Signore entri nella mia storia, ma è necessario che io ogni giorno mi converta. 4. Fare silenzio

Se uno ascolta la mia voce mi apre: l’arte dell’ascoltare, di fare silenzio nell’anima. Se non ci alleniamo continuamente a spegnere la tempesta di pensieri che ci sbatte di qua e di là, se non ci esercitiamo a fare silenzio, il Verbo non può parlare: c’è troppo chiasso. L’Amore bussa, ma noi non lo sentiamo, c’è troppo chiasso. Ecco l’importanza del silenzio dell’anima. 5. Aprire il cuore

Non basta tutto quando detto fin qui. far silenzio. vigilare sulla tiepidezza, dobbiamo aprire la porta del nostro cuore a Dio. Come fare? Nella preghiera ciò che conta è l’amore. L’amore ci permette di lasciarci raggiungere da un Dio che ci ama così come siamo, con la nostra mi11


seria. E una volta entrato nel “soggiorno” del nostro cuore, Lui ci dice: “ma, mi faresti entrare anche laggiù? mi pare ci sia bisogno di un po’ di pulizia, magari con il mio passaggio riusciamo a rinnovare tutto. Mi apri?”. “Vieni, Signore Gesù”. A volte diciamo questa preghiera con le labbra, ma deve diventare un “vieni” che dia davvero la possibilità a Nostro Signore di entrare. “Vieni, Signore Gesù: vieni nel mio peccato, nelle mie catene, nella mia storia personale, vieni nei miei traumi, entra”. L’hai lasciato entrare in tutte le tue miserie e povertà, l’hai lasciato entrare veramente? Ecco, questo è l’amore. Noi apriamo a Lui ed Egli ci insegna la via dell’amare ed essere amati. Conclusione

Chiediamo lo Spirito Santo, per arrivare a fare l’esperienza grande dell’ “entrerò e cenerò con Lui”. La cena è anche un simbolo per indicare il regno dei Cieli. Il Signore vuole portare un pezzo di paradiso nel tuo cuore; e anzi, non gli basta portare in te solo un pezzo di paradiso: Egli vuole guarire le tue ferite, illuminare e scaldare tutte le tue tenebre, donarti un cuore nuovo… e sopra ogni altra cosa, Egli vuole vivere in te e con te. Vuole che la sua luce, attraverso te, giunga a molti. Il Signore desidera dimorare nel tuo cuore affinché tu possa dimorare nel Suo. Ed è proprio l’amore che permetteremo che raggiunga il nostro cuore che trasformerà la nostra miseria, la nostra fragilità, le nostre ferite, per mezzo di Colui che così pazzamente ci ha amato, Colui che è l’Amore stesso. Esercizio

Vigilare sulla tiepidezza, custodire in tutti i modi il silenzio dell’anima e del cuore, presentando al Signore tutto ciò che ci distrae, ripetere con forza: “L’anima mia ha sete del Dio vivente”, “Vieni, Signore Gesù” (Maranathà). Ma “vieni” sul serio; vieni nei miei traumi, in ciò che mi fa male, vieni nella mia “muffa”, nei miei “buchi neri”, vieni là dove non ho mai avuto il coraggio di farti entrare. Vieni, Signore Gesù; Vieni, Signore Gesù; Vieni, Signore Gesù e parla al mio cuore. Io sono in ascolto (C. Amirante, Alzati e rivestiti di Luce). 12


7 CONTINUA IL TUO CAMMINO SPIRITUALE Mons.Giuseppe Pollano (1927-2010), instancabile maestro e formatore, sia del clero che dei laici, ci ha lasciato dei preziosi insegnamenti: “La Parola, i Sacramenti, la coscienza abitata da Dio sono i tre grandi qui c’è Dio. Se io passo una giornata senza aprire la Scrittura, senza passare in una chiesa e senza avere un momento di raccoglimento, ho perso l’incontro qui e adesso con Dio”. - Mettere Dio al primo posto. “Per afferrare che Dio è presente qui e adesso non bastano né i desideri, né gli sprazzi interiori, ci vuole una regola molto umile, molto fissa e molto imposta. Allora la mia giornata sarà tale che, pur con mille cose da fare, programmo di mettere al primo posto Dio. (...) Non bisogna mai accontentarsi e dire: “Io a Dio ci penso sempre”. Può essere anche vero, ma può anche essere illusione, può non arrivare al nucleo profondo del nostro intimo”. - “L’Eucaristia è l’incontro degli incontri, organizzato da Dio e non da noi, strutturato in modo tale che si entri in comunione con Lui (...). Il sole del tempo di Dio è l’incontro eucaristico”. Tuttavia, “se noi non abbiamo la nostra preghiera tutti i giorni, quella che ci toglie un po’ dall’ambiente e ci mette dinanzi a Dio in adorazione e in silenzioso ascolto, noi vanifichiamo l’incontro eucaristico o lo riduciamo di molto, perché riceviamo Dio in un cuore ingombro, non mettiamo a sua reale disposizione la profondità dell’anima”. - La preghiera profonda del cuore: questa consiste nel “togliersi di dosso tutto quello che è la quotidianità, è uscire dall’ambiente che ci portiamo dentro”. “I nostri pensieri, i nostri immaginari, i nostri affanni, le nostre soddisfazioni sono uno strato abituale di nebbia” che ci impedisce di accorgerci che “Dio è dentro di noi”. “La preghiera non inizia con un segno di croce o aprendo la Bibbia, ma con un atto interiore che è mettersi alla presenza per non perdere il qui e ora di Dio. (...) Dio preferisce la preghiera del cuore. Biblicamente inteso, l’intimo del cuore si mette in comunione con Dio senza tanti mezzi o parole, senza intermediari”; infatti “La caratteristica della preghiera cristiana 9


è che non è mai solo Parola, (...) è sempre una parola tra noi due, una parola che coinvolge l’altro, affettiva”. “La preghiera non finisce mai soltanto con una lettura, altrimenti diventa un monologo morale, ma con una risposta di affetto”. - La lettura e la meditazione della Parola di Dio. “I grandi spirituali dicevano di non lasciare mai la meditazione della Parola. Infatti, se io non sono impregnato di Parola, come partecipo all’Eucaristia? Rischio di trasformarla solo in un rito”. “La lettura della Parola poi è varia. Lasciate fare a Dio, voi mettetevi solo a sua disposizione! (...) A volte siete un po’ vuoti e avete bisogno di leggerne tanta, altre volte bastano poche parole e lo Spirito vi incanta e vi lavora”. “La preghiera quotidiana, il visitare la Parola, ci trasforma la mente. Se ciò è fatto con fedeltà, se siamo docili, se ci lasciamo istruire, se diamo ragione a Dio, a poco a poco la nostra intelligenza si trasforma e ci mette in sintonia con Dio non soltanto a momenti, ma con continuità. La Parola è diventata la nostra mentalità”(G. Pollano, testo completo sul sito sermig.org).

NOTA BENE. La preghiera profonda del cuore: - non è pseudo-misticismo - non è sentimentalismo - non è monologo con se stessi - non è ricerca di consolazioni sensibili

Opuscolo non commerciabile realizzato a scopo didattico e divulgativo, a gloria di Dio e per la salvezza della anime.

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PICCOLI CONSIGLI PER LA TUA GIORNATA Fa’ della tua giornata un’offerta continua. Trasforma tutto in preghiera, facendo ogni cosa secondo la volontà di Dio. Ricordati della gratitudine: più si è grati, più si è felici. Renditi conto che tutto intorno a te è grazia.. Non dare nulla per scontato ma in ogni circostanza rendi sempre grazie a Dio. Trascorri almeno 10-15 minuti al giorno in silenzio, a tu per tu con Dio. Se ti è possibile, mantieni un po’ di raccoglimento durante le tue occupazioni quotidiane. Porta spesso il tuo pensiero a Dio. Aiutati anche con le giaculatorie o con versetti della Bibbia. Unisci le tue azioni ai meriti di Cristo e offrile a Dio. Offri spesso il preziosissimo Sangue e i meriti del Redentore a Dio Padre in espiazione dei peccati del mondo. Invoca spesso lo Spirito Santo. Leggi la Bibbia o il messalino. Invoca lo Spirito Santo chiedendogli che illumini la tua mente. Quando vieni offeso o deriso, pensa che anche Lui è stato trattato così, e tanto ha sopportato per amor tuo! Ricordati che Dio si è fatto Pane per te. Pensa s pesso a quanto poco Egli sia onorato e ringraziato per il suo sacrificio. Sii benevolente con tutti e lento nel giudicare. Prega insieme a Maria Ss. chiedendole di intercedere presso suo Figlio. Fidati di Dio. Credi fermamente che Lui è più grande dei tuoi problemi. Alla sera fa’ l’esame di coscienza, riconciliati con Dio e metti la tua anima in pace con tutto e tutti. Ama, adora, ripara, ringrazia, offri, prega, benedici, intercedi, chiedi perdono per te e per tutti; affida i tuoi cari e tutta l’umanità a Dio. Non scoraggiarti mai, neanche nelle avversità: Dio ti è vicino, è con te qui e adesso, in questo momento. 15


Riscoprire bellezza dei tesori DIO PICCOLI PASSIlaPER INCONTRARE della spiritualità cattolica classica.

“Raccontami la tua giornata. Certo Io già la conosco, ma mi piace sentirtela narrare, come alla madre piace il chiacchierio del suo bambino al ritorno da scuola. Esponimi i tuoi desideri, i tuoi progetti, i tuoi fastidi, le tue difficoltà. Forse che non sono in grado di aiutarti a superarli? Non perdere tempo ad agire senza amore.” (Gaston Courtois, Il Maestro parla al cuore)

I Semini: piccoli semi per il cammino spirituale, riscoprendo la bellezza della spiritualità cattolica

Trovi questo e altri opuscoli al seguente indirizzo: issuu.com/isemini Scaricabile da https://bit.ly/isemini

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