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P E O P L E
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PASQUALE RAICALDO interview_Riccardo Sepe Visconti
Con la scomparsa di Domenico Di Meglio, fondatore, anima e cuore del quotidiano locale, Il Golfo sembrava destinato ad un’inevitabile battuta di arresto. Non era affatto semplice riorganizzare la redazione e dare un senso di continuità, pur rinnovandolo, ad un foglio così incisivamente caratterizzato dallo spirito del precedente Direttore. Pasquale Raicaldo, invece, è riuscito con estremo garbo (è uno dei suoi tratti più marcati) e, nel contempo, solida pacatezza a ricondurre gli asperrimi dibattiti e le polemiche nell’alveo di un confronto anche serrato, ma strategicamente più costruttivo. E’ appunto di questo che si occupa Pasquale, trasformare il quotidiano da disordinata cassa di risonanza del popolo in palestra di pensiero che talvolta si dà anche un compito educativo. La voce di Raicaldo è una voce spesso scomoda che, forte di uno strumento autorevole quale Il Golfo è sicuramente, osserva con severità il lavoro degli Amministratori locali e, spesso, li redarguisce con l’intenzione di renderli migliori. Si può condividere o no il suo pensiero, ma certamente gli si deve attribuire un profondo spessore di onestà intellettuale e, soprattutto, la voglia di battersi in punta di penna per garantire che la voce di Ischia resti sempre vigorosa, indipendente e perfettamente radicata nel popolo dei suoi lettori.
Qual è il tuo percorso professionale?
necessario un lavoro certosino che durava giorni: oggi, per un articolo di
Ho frequentato la redazione del Golfo da quando avevo 13 anni, e per me
12mila battute spesso ho a disposizione solo un paio d’ore. Ma quella è stata
era una vera emozione: andavo in redazione con un amico, avvicinandomi
un’esperienza che mi ha fatto comprendere l’importanza dei dettagli e della
alle dinamiche di un piccolo giornale, che per me era un grande mondo
precisione, anche nel lavoro di giornalista. Poi, ho scelto di ritornare perché si
tutto da esplorare. Ho avuto un’esperienza anche con Teleischia, ma la frat-
era prospettata la possibilità di svolgere il praticantato per diventare giorna-
tura determinante nel mio percorso di formazione l’ha costituita la scelta di
lista professionista, lavorando per il giornale sportivo “Napolissimo”, espe-
andare a studiare lontano, a Torino. Allora, le distanze avevano un’incidenza
rienza grazie alla quale ho sostenuto l’esame di Stato. E così sono arrivato ad
maggiore rispetto ad oggi, che abbiamo gli aerei low cost e i treni ad alta
oggi: da un anno e mezzo sono coordinatore de Il Golfo.
velocità. Tornavo a casa, sull’isola, solo ogni due o tre mesi, segno che l’am-
Perché hai deciso di lasciare una grande città come Torino per tor-
bientamento nella città e nei suoi circuiti universitari era stato decisamente
nare a Ischia?
positivo. Sono rimasto a Torino, città che ho amato, fino a 25 anni, laurean-
Direi per una serie di situazioni concomitanti: da una parte il contratto a pro-
domi e lavorando per due anni, con un’esperienza anche a Milano.
getto era scaduto e non sarebbe stato rinnovato, dall’altra l’offerta di lavoro
Dopo la laurea hai lavorato come giornalista?
a “Napolissimo” che mi consentiva di effettuare il praticantato, lasciapassare
Non solo: ho avuto due esperienze che reputo fondamentali, come analista
possibile per una dimensione nazionale.
televisivo per il programma Rai “TV Talk” e con l’Enciclopedia Treccani, per
Sei rammaricato di essere rimasto qui dopo aver conseguito il titolo
la quale lavoravo all’aggiornamento delle voci biografiche. Allora, per scri-
di professionista?
vere poche battute dedicate ad un personaggio, magari anche minore, era
No, perché non considero mai le scelte come definitive. Ed è, questo, un