Schaferhunde.it nr. 3

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Editoriale e crediti

Cari Utenti del forum www.scahferhunde.it In questo numero abbiamo voluto dare spazio ad argomenti come le malattie, l’alimentazione, il lavoro e alla nuova nata Sezione Sas 4 Mori con il loro 1° raduno sezionale. C’è un articolo sull’inaugurazione della 1° Sezione dell’Rsv2000 di Helmut Raiser scritto da Alessio Nisticò. Un articolo di Vittorino Meneghetti, uno sulla Protezione Civile di Carlo Bientinesi. In sintesi crediamo che questo numero possa suscitare l’interesse del vero cinofilo sia “lavorista” che “bellezzaro” Ringraziamo Gianni Pusceddu per aver acconsentito a farsi “rubare” alcune fotografie del raduno dei 4 Mori; Alessio Nisticò e Vittorino Meneghetti per gli articoli graditissimi. Il sito Dankim che ha delle pagine interessanti. Le pagine dell’Amstaff Italia e tutti gli altri. Inoltre ringraziamo internet (nello specifico Google) per aver fornito le altre fotografie. Ci scusiamo con chi non abbiamo ringraziato. Speriamo che continuerete a contribuire con i prossimi numeri di questa rivista amatoriale. Grazie a tutti Lo Staff di schaferhunde.it

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Quando fa caldo………

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IL FIGURANTE CINOFILO NELLA PROTEZIONE CIVILE di Carlo Bientinesi (Istruttore ENCI)

La preparazione del cane da Soccorso avviene tramite il lavoro fondamentale svolto dal figurante. Penso che prima di essere figuranti bisogna essere stati conduttori o meglio istruttori di U.C. Il lavoro del figurante non si può inventare, ma deve essere costruito sulla base della esperienza fatta negli anni. Per formare un buon cane da Soccorso viene fatto un programma specifico, dove il figurante rappresenta l'anima della preparazione di base che garantisce un successo nel futuro lavoro del cane. Il figurante deve essere atleticamente preparato e fisicamente idoneo, avere un agire sicuro e non aver paura dei cani e possedere una notevole conoscenza del cane, delle razze e delle sue qualità naturali; inoltre deve distinguere i vari metodi di ricerca, i venti, la vegetazione ed infine il significato dell'effluvio come "odore umano". Nella preparazione dei cani da ricerca in superficie e sotto macerie, l'obiettivo è la costruzione della "segnalazione", dopo l'identificazione dell'odore umano nelle diverse situazioni. Andando avanti nella formazione del cane bisogna essere in grado di capirlo nella sua comunicazione, per fornirgli lo stimolo utile per terminare l'esercizio al momento giusto e sempre in modo positivo. Non esiste un tempo stabilito per la preparazione del cane, perciò dobbiamo stare attenti ai vari step raggiunti nella progressione del lavoro. Fondamentale è la mimica del cane, perché un buon figurante può capire cosa gli vuole trasmettere e può interagire di conseguenza con lui. Un altro aspetto da non sottovalutare è la postura del figurante nei primi approcci di lavoro con il cane, perché questa può essere una prima chiave verso il successo dell'addestramento.

Per un buon lavoro, bisogna sempre partire dalle basi della ricerca e fare attenzione alle sequenze nei vari www.schaferhunde.it

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esercizi; spesso ci troviamo a lavorare cani costruiti in utilità e difesa e rischiamo di sottovalutare alcuni aspetti come l'istinto predatorio che può portare all'aggressività. Infine arriviamo alla segnalazione, quasi sempre viene insegnata al cane su richiesta con "l'abbaio", oppure con l'uso del "brigstel", il cosiddetto "riporto", ma l'importante è che ad una corretta segnalazione si leghi un premio ambito, che può essere cibo salamotto o pallina.

Piccola biografia dell’autore: Ho iniziato facendo Agility dog, ho partecipato a stage di Agility, di psicologia e di etologia canina; corsi di educatore cinofilo, figuranti e istruttori U.C.S, e corsi per istruttori cani da assistenza con esperti conosciuti in campo nazionale. Nel 2003, ho iniziato a fare Protezione Civile ottenendo brevetti attitudinali e Operativi su “macerie” che in “superficie”. In seguito ho dato vita ad un centro specializzato Nucleo Cinofilo da Soccorso Rosignano formando u.c dei VV.F e u.c di Associazioni di Volontariato. Dopo ben 10 anni sono passato al nuovo gruppo denominato U.C.S Livorno, di cui a oggi faccio parte.

Sito internet: www.Socialdog.it

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ALIMENTAZIONE DEL CANE LA NATURA INSEGNA I progressi scientifici che si sono verificati in questo campo negli ultimi 30 anni sono incredibili, ma, per collocarli nella giusta dimensione e partire con il piede giusto bisogna risalire alle origini. Pare ormai assodato che i cani domestici discendano dal lupo: lo confermano le somiglianze morfologiche ed i modelli comportamentali fondamentalmente simili. L’addomesticamento sarebbe avvenuto circa 15.000 anni fa, tra l’epoca paleolitica e quella neolitica. Scavi archeologici hanno ritrovato ossa canine accanto ad ossa umane risalenti a tale

periodo. Successivamente, gli incroci tra cani e lupi non sono sicuramente mancati; la loro finalità pratica, quando erano programmati, era quella di “carpire”, per così dire, alcune doti tipiche e molto sviluppate nei lupi, quali la resistenza e la forza fisica, l’olfatto finissimo, l’abilità nel seguire le tracce di altri animali, il senso dell’orientamento. Altri canidi selvatici, quali lo sciacallo ed il coyote, sono molto simili ai cani domestici, tant’è che per molto tempo sono stati ritenuti loro antenati.

Nonostante le differenze morfologiche, i canidi selvatici hanno molti punti in comune con quelli domestici per quanto riguarda la scelta ed il comportamento alimentare. La conoscenza di questi aspetti può essere utile per meglio comprendere quelli, spesso analoghi, dei soggetti domestici La selezione genetica operata dall’uomo ha infatti modificato alcuni caratteri, ma molti altri sono rimasti inalterati.

La scelta del cibo I lupi ricercano il cibo spostandosi su lunghe distanze, intercettando la preda mediante l’olfatto ed inseguendola in gruppo per catturarla. Non sempre l’attacco viene coronato da successo; quando l’operazione si rivela troppo difficoltosa i lupi desistono. Gli sciacalli si nutrono di vegetali, di insetti e di animali di mole medio-piccola. Se coabitano con leoni o leopardi, si cibano spesso dei residui lasciati da questi predatori.

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Se si impossessano di una preda, anziché divorarla sul posto, preferiscono trascinarla in un punto sicuro e quindi consumarla in tranquillità. I coyote, diffusi in molte zone dell’America del Nord, si nutrono in prevalenza di animali di piccole dimensioni, di carogne, di rifiuti, di frutti, di erbe, di pesci. Da questa breve descrizione dei cibi utilizzati dai canidi selvatici più vicini ai nostri cani domestici possiamo trarre alcune importanti considerazioni:

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L’alimentazione dei canidi selvatici e’ molto varia e non e’ costituita da sola carne, ma anche da frattaglie, da vegetali e da ossa, ricche di sostanze minerali. La convinzione diffusa che i carnivori debbano mangiare solo carne è quindi Errata. L’olfatto guida gli animali selvatici nel reperimento delle prede. Nei cani domestici l’olfatto determina la scelta ed il gradimento degli Alimenti.

Le abitudini alimentari Possiamo inoltre notare come alcune abitudini, come quella di trasportare altrove il cibo o di approfittare dei residui lasciati da altri animali, siano rimaste inalterate anche nei soggetti domestici. Dopo aver catturato la preda, i canidi selvatici la divorano seguendo un ordine di precedenza: dapprima si rivolgono alle cavità interne, da cui estraggono fegato, cuore, polmoni, stomaco ed intestino, poi passano ai quarti posteriori, alle spalle, al collo, alla cassa toracica; vengono lasciate per ultime le ossa della colonna vertebrale e della testa. Questa cronologia lascia intravedere delle preferenze alimentari per gli organi cavitari, seguiti dalla carne, dal contenuto intestinale e dalle ossa. Essa indica anche un approvvigionamento differenziato dei vari principi nutritivi: le proteine e le calorie vengono tratte dalla carne, i minerali dalle ossa, la fibra dal contenuto intestinale, il materiale indigeribile che funziona da stimolo della peristalsi intestinale dalla pelle e dalle ossa. Alle prede si aggiungono altri alimenti, per lo più di origine vegetale, che vengono assunti per lenire i morsi della fame quando non sono disponibili le prime. Le quantità consumate sono proporzionali alla mole dell’animale ed al dispendio energetico dovuto al movimento; rispetto a quelle normalmente somministrate ai cani esse paiono rilevanti, ma bisogna considerare che i selvatici bruciano molta energia per gli spostamenti, per la caccia e per difendersi dalle temperature esterne. Si calcola che un lupo possa assumere fino a 10 Kg di alimenti in un solo pasto. L’accesso al cibo avviene seguendo regole gerarchiche; la precedenza spetta agli individui dominanti, seguono via via gli altri. Se l’ordine sociale è ben stabilito non avvengono incidenti, diversamente si scatenano lotte violente. Di solito viene consumato un solo pasto al giorno, seguito da un periodo di tranquillità e di riposo. Anche dal comportamento alimentare dei canidi selvatici possiamo trarre indicazioni preziose per la gestione dei cani domestici.

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I canidi selvatici hanno una alimentazione abbastanza differenziata, che apporta tutti i principi nutritivi necessari all’animale; essi consumano in genere un solo pasto al giorno Nei cani un solo pasto al giorno può’ essere sufficiente, benché’ per le razze di piccola e di grande mole siano preferibili due pasti L’accesso al cibo, nei canidi selvatici, avviene secondo regole gerarchiche. Durante il pasto o in presenza del cibo alcuni cani diventano aggressivi non solo nei confronti di altri cani, ma anche delle persone, se non esiste un rapporto di gerarchia ben definito I canidi selvatici alternano grosse abbuffate a digiuni anche prolungati Il rifiuto del cibo da parte dei cani domestici, se limitato nel tempo e non accompagnato da sintomi di malattie, non deve preoccupare.

LE BASI DELL’ALIMENTAZIONE L'importanza di una corretta alimentazione è fuori discussione; infatti se è insufficiente o viene a mancare pregiudica la vita, se è eccessiva provoca notevoli problemi. Tutti gli esseri umani sanno che bisogna mangiare per vivere; di fatto però molti vivono per mangiare e accomunano in questo anche i loro animali. Poichè i cani ed i gatti dipendono, per il cibo quotidiano, dai rispettivi padroni, chi si interessa della loro alimentazione deve possedere delle leve di convincimento efficaci ed adeguate ai tempi per convincere i proprietari ad adottare regole valide.. Un vecchio adagio così recita: "noi siamo ciò che mangiamo". Esso ha una validità anche per i carnivori domestici, come risulta dallo schema che segue. DI COSA SONO FATTI I CANI COSA - ACQUA - MUSCOLI, ORGANI, PELLE, PELO (proteine, minerali,vitamine,carboidrati) - GRASSI (lipidi ed ac.grassi) - OSSA (minerali)

SERVE LORO PER VIVERE ACQUA PROTEINE CARBOIDRATI LIPIDI E ACIDI GRASSI MINERALI VITAMINE

Il cibo, composto dagli ingredienti di cui sopra, serve:  al funzionamento dell'organismo ( mantenimento della temperatura corporea,  respirazione, circolazione del sangue, tono muscolare, lavoro );  alla costruzione di nuovi tessuti ( accrescimento), alla elaborazione di sostanze  quali il latte, al ripristino di tessuti usurati;  all'accumulo di scorte ( grassi, vitamine, elementi minerali). Per essere efficace deve essere gradito dall'animale, ben digerito e dotato di una composizione tale da soddisfare i fabbisogni nutritivi degli animali.

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DIGESTIONE ED ASSIMILAZIONE DEGLI ALIMENTI L'apparato digerente del cane e del gatto si differenziano notevolmente da quello di altri animali domestici e dell’uomo. Essi sono è caratterizzati da una notevole brevità dell’intestino e da uno sviluppo considerevole dello stomaco. Mentre l’intestino del bovino è circa 20 volte più lungo del corpo, quello del cavallo 12 volte, quello del suino 14 volte, l’intestino del cane è solo 5 volte più lungo e quello del gatto 4 volte. Da questo paragone si può facilmente intuire come i processi digestivi dei carnivori siano molto più rapidi di quelli degli altri animali e come sia quindi necessario fornire loro alimenti di facile digestione, diversamente essi non saranno utilizzati. Il processo digestivo dei carnivori presenta anch’esso caratteristiche peculiari. A livello della bocca, nel cane, avviene una masticazione rapida e sommaria, mentre nel gatto la masticazione è più lunga.. Lo stomaco è molto voluminoso, può contenere oltre il 60% del cibo presente nell'intero apparato digerente. L'alimento vi permane per 3 o più ore e la presenza di enzimi ed acido cloridrico permette la demolizione delle componenti proteiche. L' intestino tenue è corto; in esso confluiscono la bile ed il succo pancreatico che attaccano proteine, grassi e carboidrati. Nell'intestino tenue l'alimento permane circa 1 ora e qui avviene gran parte dell'assorbimento della sostanze nutritive. Esse vengono quindi convogliate al fegato, che le rielabora e le smista, tramite il sangue, ad altri settori dell'organismo. Il rene filtra il sangue e smaltisce sostanze tossiche e cataboliti. Nell' intestino crasso avvengono fermentazioni microbiche e viene assorbita acqua. L'alimento indigerito viene quindi espulso con le feci. Il transito degli alimenti nel tubo digerente è rapido ( circa 24 ore, di cui 3-8 nello stomaco, 1 nell’intestino tenue e 12-15 ore nel restante tratto intestinale) perciò, per avere una buona assimilazione degli alimenti, è indispensabile che essi siano di ottima qualità e facilmente digeribili. Anche la composizione della razione, le quantità di cibo somministrate, il numero di pasti giornaliero e lo spazio di tempo che intercorre tra di essi esercitano una influenza sulla digestione. La presenza, in quantità equilibrate, di tutti i principi nutritivi necessari all'animale, il rispetto delle dosi e la costanza dell'orario dei pasti permettono l'ottimizzazione delle funzioni intestinali.

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SOSTANZE NUTRITIVE E RELATIVI FABBISOGNI Studi effettuati in molti paesi hanno permesso di individuare i principi e gli elementi nutritivi indispensabili ai carnivori domestici, nonchè le quantità più idonee per mantenerli in buon stato di salute nei vari momenti fisiologici. Per semplicità possiamo suddividerli per gruppi; di ciascuno esamineremo brevemente la natura, le funzioni ed il contenuto negli alimenti.

L’ACQUA, ELEMENTO ESSENZIALE E PRIORITARIO DELLA VITA L'organismo è costituito prevalentemente di acqua e soffre moltissimo della sua carenza. Mentre può essere sopportato un digiuno di settimane, la privazione per pochi giorni di acqua provoca gravissimi scompensi. Nell’organismo animale vi è una condizione di equilibrio fra entrata e uscita di acqua; in tal modo è garantito un volume costante dei fluidi corporei. Durante gli sforzi intensi, quando le perdite idriche per evaporazione non sono compensate da apporti idrici sufficienti oppure in caso di emorragie, si possono verificare preoccupanti episodi di disidratazione.

Tab.1 Principali vie di assunzione e di perdita di acqua nei carnivori Apporto idrico ⇓ Acqua di bevanda —> Acqua nel cibo —>

Acqua corporea ⇓ 60-75%

Fuoriuscita di acqua dall'organismo ⇓ —>Urine

del peso corporeo

—>Feci

Acqua metabolica —>

—>Traspirazione

⇓ →

( (latte) (vomito) (emorragie)

Apporto idrico L'assunzione di acqua nei carnivori avviene tramite l’acqua di bevanda, il recupero di acqua contenuta negli alimenti, il recupero di acqua liberata dalle reazioni metaboliche. L'acqua di bevanda deve essere: limpida, aerata, priva di odori e sapori sgradevoli, fresca d'estate e temperata d'inverno; non deve ovviamente contenere sostanze tossiche o agenti patogeni.

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La quantità di acqua contenuta nei cibi è variabile, dipende dal tipo di cibo: i cibi secchi, ad esempio, contengono circa il 10% di acqua, mentre i cibi in scatola ne contengono fino l'80% Vi è un rapporto inversamente proporzionale tra la quantità di acqua contenuta nel cibo e la quantità di acqua bevuta dall'animale: l'assunzione di acqua di bevanda aumenta man mano che diminuisce la quantità di acqua introdotta con il cibo. L'acqua metabolica è prodotta durante l'ossidazione delle sostanze nutritive: la quantità di acqua liberata dipende dalla qualità del cibo e dal grado di ossidazione. E' stato calcolato che 100 Kcal di energia prodotta nell'organismo forniscono 10-16 ml di acqua metabolica; essa soddisfa il 10% circa delle richieste idriche giornaliere.

Eliminazione dell’acqua dall’organismo I carnivori eliminano l'acqua attraverso tre vie fisiologiche: la via urinaria, la via fecale e l’evaporazione attraverso le mucose. I reni regolano il volume e la composizione dei liquidi corporei. La quantità di acqua escreta con l'urina rappresenta circa il 70% dell'acqua totale assunta, essa è quindi proporzionale alla quantità di acqua ingerita dall'animale ed inoltre può essere influenzata dalla quantità di scorie metaboliche che l'organismo deve eliminare (soprattutto sali minerali, cataboliti azotati e anche ioni H prodotti in molte reazioni chimiche). Le diete ricche di sali minerali e di proteine comportano una maggiore produzione di urina. Con le feci viene eliminato circa il 7% dell'acqua totale assunta. L'acqua di bevanda e quella contenuta negli alimenti ingeriti attraversano rapidamente lo stomaco per arrivare www.schaferhunde.it

all'intestino dove, nel tratto distale, si verificano fenomeni di riassorbimento. Il contenuto di acqua nelle feci dipende dall'entità e dall'efficienza di questo processo. Le perdite fecali di acqua sono anche correlate al volume delle feci prodotte, che è proporzionale alla qualità ed alla quantità di alimento consumato. Gli alimenti ricchi di grassi sono digeriti meglio di quelli contenenti carboidrati, quindi comportano minore produzione di feci e minori perdite di acqua fecale. Nei carnivori l’acqua viene eliminata mediante evaporazione dalla lingua e dalle mucose delle vie aeree durante la respirazione. Poichè le perdite di acqua mediante la traspirazione cutanea e la sudorazione sono trascurabili, queste vie costituiscono per essi un importante mezzo di regolazione della temperatura corporea.

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La quantità di acqua eliminata dipende dalla temperatura ambientale, dall'umidità dell'aria, dal tipo di esercizio fisico. Il fabbisogno idrico (espresso in ml di acqua) è all’incirca uguale a quello calorico (espresso in Kcal di energia metabolizzabile). Nei cani, in condizioni di riposo, si aggira intorno ai 65-110 ml / Kg.p.v. al giorno ed è maggiore nei soggetti di piccola taglia e nei giovani. Esso varia in funzione delle condizioni ambientali, dello stato fisiologico dell'animale (attività fisica, allattamento), del tipo di dieta, delle condizioni patologiche dell'animale (febbre, diarrea, emorragie, poliuria).

Nei climi caldi il fabbisogno idrico aumenta in quanto l'acqua presente nell'organismo è utilizzata per la termoregolazione. Il calore del corpo è disperso attraverso l'evaporazione dell'acqua ("perspiratio insensibilis"): i cani ansimano e fanno penzolare la lingua, i gatti si leccano, mentre altri animali, uomo incluso, sudano. Il cane disperde la maggior parte del suo calore incrementando il ritmo respiratorio e, anche se dimostra un incremento della salivazione, si lecca di rado e solo le parti del muso adiacenti la rima boccale.

La necessità di acqua si rivela particolarmente critica nelle seguenti condizioni: - quando la temperatura è elevata ed è alta la percentuale di umidità; - quando l’animale viene fatto lavorare intensamente; - quando esiste una forte eliminazione attraverso il latte, le feci (diarree), le urine, il sangue (emorragie).

L’apporto di acqua viene troppo spesso trascurato nell’alimentazione dei carnivori domestici, esso viceversa si rivela importantissimo non solo perchè l’acqua è il principale costituente dell’organismo, ma perchè i carnivori riescono a regolare la propria temperatura corporea solo mediante

la sua eliminazione attraverso la lingua e la respirazione. Poichè i carnivori non sudano non si ha eliminazione di minerali (ad es. sodio) e pertanto il ripristino idrico, in condizioni normali, può essere effettuato con acqua pura. Gli animali dovranno avere sempre a disposizione acqua fresca, potabile, appetibile. Le condizioni igieniche degli abbeveratoi dovranno essere controllate regolarmente. Quando si impiegano di alimenti secchi va prestata maggior attenzione alla presenza di acqua di bevanda. Il sistema migliore è quello di lasciarla sempre a disposizione dell'animale; essa deve essere potabile e con una temperatura di 10-25 C°

FABBISOGNI ENERGETICI L'energia è il carburante del motore animale che se la procura "bruciando" proteine, grassi e carboidrati; la resa energetica di ciascuno di essi è diversa: i più efficienti sono i grassi, seguono proteine e carboidrati; i minerali e le vitamine non forniscono energia. www.schaferhunde.it

Se l'energia è insufficiente l'animale "mangia se stesso" e quindi dimagrisce; se eccede i fabbisogni viene immagazzinata sotto forma di grasso e si ha quindi ingrassamento. L'energia serve a mantenere costante la temperatura corporea, permette il Pag. 11


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funzionamento dei vari organi e tessuti, supporta l'accrescimento, la produzione lattea, il lavoro muscolare.

Solo una parte dell'energia ingerita viene utilizzata (circa il 75%), il resto viene perso con le feci e le urine; essa prende il nome di Energia Metabolizzabile.

SCHEMA DI UTILIZZAZIONE DELL’ENERGIA ENERGIA BRUTA (TOTALE) Energia persa con le feci

ENERGIA DIGERIBILE Energia persa con le urine

ENERGIA METABOLIZZABILE

Le quantità di energia necessarie dipendono dalla mole dell'animale, dal suo momento fisiologico, dal tipo di attività, dall'indole, dalla temperatura dell'ambiente in cui vive. Non esiste una proporzionalità diretta tra peso dell'animale e fabbisogni perchè il dispendio di energia dipende dalla estensione della superficie corporea; un cane di piccola mole ha una dispersione di calore maggiore, per unità di peso, rispetto ad uno di grande mole perchè ha una superficie maggiore. I cani piccoli quindi, per unità di peso, mangiano di più di quelli grandi. Gli alimenti più ricchi di energia sono i grassi animali e gli olì, seguono la carne ed i pesci grassi, i cereali.

I fabbisogni energetici di mantenimento dei cani La vita degli animali è resa possibile dalle trasformazioni dell’energia chimica contenuta nei nutrienti organici: proteine, lipidi, glucidi. Essa si concretizza in varie forme: energia termica, che si manifesta sotto forma di calore, energia meccanica, che si estrinseca sotto forma di lavoro muscolare, energia chimica delle produzioni animali (latte, carne, grasso..), energia elettrica che consegue, in quantità molto limitate, al lavoro muscolare ed alle secrezioni. www.schaferhunde.it

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Solo una parte dell’energia fornita viene utilizzata dall’animale, il resto, come si è detto, è perso con le deiezioni e con il lavoro digestivo, la prima passa sotto il nome di Energia metabolizzabile (EM) e

ad essa si fa comunemente riferimento per i carnivori domestici. I vari nutrienti forniscono quantità di energia bruta e metabolizzabile diverse tra di loro:

- 1 grammo di glucidi sviluppa ⇒ 4,1 cal.di energia bruta ⇒ 3,5 cal di EM - 1 grammo di lipidi sviluppa ⇒ 9,3 cal. di energia bruta ⇒ 8,5 cal di EM - 1 grammo di protidi sviluppa ⇒ 5,65 cal. di energia bruta ⇒ 3,5 cal di EM Mentre le quantità di energia bruta sono sempre le stesse, quelle di EM possono variare in funzione della digeribilità dei nutrienti ed essere quindi più elevate o più basse di quelle indicate a seconda che la digeribilità sia rispettivamente più bassa o più alta. Moltissimi studi sono stati effettuati per stabilire le necessità caloriche di base delle varie specie. L’importanza del peso corporeo è risultata subito evidente, ma non si è tardato a capire

che, da sola, non poteva costituire un parametro valido. La dispersione del calore prodotto dagli organismi viventi è infatti funzionale alla loro superficie, piuttosto che al loro peso. Una pietra miliare in tal senso è costituita dalla equazione di Brody (1945), che consente di calcolare la spesa energetica giornaliera di base (Q), utilizzando dei coefficienti da applicare al peso corporeo (P):

Q = 70,4 X P0,734 Essa costituisce tuttora un importante punto di riferimento metodologico. La determinazione del fabbisogno energetico non è facile, ma è indispensabile perché condiziona le quantità di cibo assunte e quindi quelle degli altri principi nutritivi. Molti studi sono stati condotti in merito, senza arrivare ad una soluzione definitiva. Le motivazioni sono riconducibili alla estrema variabilità di mole, di indole e di copertura pilifera dei cani, che non trova eguali in campo animale. Non esiste infatti nessuna

specie che presenti differenze di 100 volte per quanto riguarda il peso corporeo tra un soggetto e l’altro. Il fabbisogno energetico basale è rappresentato dalla quantità di energia consumata da un individuo che non effettua movimenti, a digiuno ed in condizioni di termoneutralità. Esso rappresenta il valore minimo energetico compatibile con la vita. La sua importanza è rilevante dal punto di vista concettuale, ma scarsa dal punto di vista pratico.

Il valore di riferimento correntemente utilizzato in alimentazione è quello relativo al fabbisogno energetico di mantenimento, che esprime la quantità di energia consumata da un animale adulto, con attività fisica moderata, in condizioni di termoneutralità. www.schaferhunde.it

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Esso viene stimato, mediamente, pari al doppio di quello basale, ma tale valutazione è stata recentemente messa in dubbio.

La determinazione del fabbisogno energetico di mantenimento, assieme a quella del contenuto energetico degli alimenti, rappresenta la chiave di volta del razionamento. Nel cane, le variabili che possono modificare il fabbisogno di mantenimento sono numerose e ponderalmente rilevanti, la loro valutazione diventa così indispensabile per poter procedere ad una corretta stima del fabbisogno. Si vedrà infatti come, a seconda dei casi, si possano avere necessità energetiche molto diverse tra di loro. Bisogna però sottolineare il fatto che spesso non è facile ottenere una valutazione precisa, per cui è prevedibile sempre un margine, seppur ristretto, di errore. I diversi risultati ottenuti da vari autori sono dovuti a questi fattori. Ad essi va aggiunta l'estrema disomogeneità degli individui nell’ambito della specie canina, disomogeneità che, come si è detto, non ha eguali in altre specie; solo i cavalli vi si avvicinano parzialmente. Le variazioni di peso, ad esempio, vanno da 1 kg a 100 kg; il mantello può essere lungo e folto o quasi inesistente; l’indole e, di conseguenza, l’attività fisica spontanea sono diversissime. Non bisogna inoltre dimenticare l’influenza del genere di vita imposto all’animale. Le principali variabili da considerare sono le seguenti: · la temperatura dell’ambiente . Gli organismi animali godono di maggior benessere quando vivono in un ambiente con temperatura leggermente inferiore alla zona di neutralità termica, perché essi hanno maggior difficoltà a lottare www.schaferhunde.it

contro il caldo piuttosto che contro il freddo. Questa temperatura è stata definita termopreferenziale, ossia ricercata dall’animale nell’ambito delle sue condizioni di vita. La posizione di questa zona non è costante, dipende dall’animale, dalla sua età, dalle condizioni ambientali (umidità, stato di agitazione dell’aria) e soprattutto dalla massa alimentare ingerita (lavoro digestivo e di trasformazione dei nutrienti), dall’attività muscolare, dallo spessore del pannicolo adiposo sottocutaneo. Il cane reagisce ad una esposizione prolungata al freddo aumentando il pannicolo adiposo sottocutaneo e la lunghezza del pelo. La zona di neutralità termica dei cani a pelo raso è di circa 25 °C, quella dei cani a pelo folto di circa 14 °C. · il lavoro digestivo. L’alimentazione influisce sul fabbisogno di mantenimento in quanto comporta un dispendio energetico dovuto alla prensione e masticazione del cibo, nonché alla sua digestione e metabolizzazione. Nel cane i primi due hanno un ruolo trascurabile, stante la velocità e la sommarietà con cui sono condotti. Viceversa, la cosiddetta azione dinamico specifica, quella sorta di imposta energetica che grava sull’utilizzazione dei nutrienti, ha un certo peso, variabile a seconda dei principi nutritivi trasformati. Va rilevato che l’azione dinamico specifica avviene anche a digiuno, quando l’animale “mangia sé stesso”, sfrutta cioè le proprie riserve. Se l’animale riceve nutrimento, l’azione dinamico specifica riguarda solo la trasformazione dello stesso. La perdita di energia legata all’azione dinamico specifica serve unicamente a coprire le necessità della termogenesi e si manifesta solo quando l’animale si trova Pag. 14


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in una zona di neutralità termica o al di sopra di essa. Se invece si trova al di sotto, servirà a regolare la temperatura.

La tabella che segue illustra bene il fenomeno.

Tab. 2 Produzione di calore (cal./kg p.v.) in un cane mantenuto a diverse temperature. Temperatura 7 °C 15 °C 20 °C 30 °C

Digiuno 86,4 63 55,9 56,2

Alimentazione con 300 g di carne 87,9 86,6 76,3 83

L’animale a digiuno in un ambiente con A questo punto viene da chiedersi temperatura di 7 °C produce lo stesso quali parametri convenga utilizzare per numero di calorie di quando viene il calcolo dei fabbisogni calorici di alimentato, ma se rientra nella zona di mantenimento. neutralità termica o la supera, ne produce La pratica richiede sistemi semplici e di di meno. Il cane alimentato invece rapida applicazione. Una sola equazione disperde il calore prodotto dall’azione rappresenterebbe quindi la soluzione dinamico specifica. ottimale. Attualmente però, utilizzando • il temperamento, che influenza l’entità una qualsiasi delle equazioni riportate in del movimento, con un conseguente letteratura si rischia di commettere degli dispendio errori. Il crescente numero di soggetti energetico, che, in determinati individui, obesi ( 30 - 40% della popolazione) è la può essere rilevante. Ovviamente per conferma dei molteplici errori compiuti movimento si intende quello spontaneo, nel razionamento e le responsabilità non compiuto dall’animale nel suo ambiente e sono solo dei proprietari troppo comprendente quello indotto dagli stimoli accondiscendenti verso i propri animali o ambientali (rumori, compagnia di altri poco attenti ai dosaggi. animali, vista di persone, di animali o di In attesa di nuovi studi ed cose,..). Esso comporta un incremento approfondimenti, pensiamo che, per del fabbisogno energetico del 10 - 40%, a quanto riguarda l’applicazione pratica, si seconda del temperamento della razza e possa procedere nel modo seguente: dei singoli individui. Alcuni autori hanno calcolare il fabbisogno minimo di stimato che un cane con temperamento mantenimento per cani inattivi con la attivo percorra spontaneamente circa 10 seguente km al giorno, mentre uno con equazione: temperamento calmo ne percorrerebbe solo 5. Q = 108 x P0,75 ( Q= kcal EM ; P = peso dell’animale). Essa può essere considerata idonea per correggere i valori ottenuti, in funzione soggetti inattivi che vivono in zona di delle variabili sopra elencate, neutralità termica (molti cani da utilizzando i appartamento); www.schaferhunde.it

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seguenti coefficienti di moltiplicazione, tratti da vari studi

condotti in merito:

Coefficienti di correzione del fabbisogno minimo di mantenimento 1. Età:

1- 2 anni: fabbisogno minimo x 1,10 (Se l’accrescimento è stato completato)

2. Temperatura ambiente: 30-35 °C: fabbisogno minimo x 1,2 20 °C: fabbisogno minimo x 1 < 10°C: fabbisogno minimo x 1,1 (eccetto razze nordiche) < 0°C: fabbisogno minimo x 1,25 (eccetto razze nordiche) -10°C: fabbisogno minimo x 1,5 3. Temperamento: ed attività

flemmatico e sedentario, castrato: fabbisogno minimo x 1 calmo e moderatamente attivo: fabbisogno minimo x 1,10 normale: fabbisogno minimo x 1,2 nervoso ed attivo: fabbisogno minimo x 1,30

4. Razza:

razze nordiche e razze predisposte ad obesità (Beagle, Golden retriver, Cocker, Boxer...): fabbisogno minimo x 0,9 razze predisposte al dimagrimento (Levrieri, Alani..): fabbisogno minimo x 1,1 altre razze: fabbisogno minimo x 1

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In base a tali calcoli, i fabbisogni di cani adulti sedentari oppure con normale attività fisica risultano essere i seguenti. Tab. 3 Fabbisogno energetico di cani adulti in mantenimento (kcal EM/ giorno) Peso del cane Cane sedentario Cane normale (appartamento) 1 - 7 kg 108 - 465 130 - 558 8 – 15 kg

514 - 823

617 - 988

16 – 25

864 - 1207

1025 - 1448

26 – 40

1243 - 1717

1492 - 2060

50 – 60

2030 - 2328

2436 - 2793

Autore: Dr. Mussa Pier Paolo Università di Torino Facoltà Medicina Veterinaria.

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1째 RADUNO SEZIONALE SAS 4 MORI

Risultati 1째 Raduno Sezionale SAS 4 Mori Classe Juniores Femmine Nr. Nome Qualifica 1 Cindy MP 2 Clara MP 3 Oxana Allevamento dell'Ichnos MP 4 Yezzi von weideland MP 5 Qwerty Allevamento dell'Ichnos MP Classe Juniores Femmine pelo lungo 1 Panda Allevamento dell'Ichnos MP Classe Juniores Maschi 1 Rico della Torre dello Sperone MP 2 Raul della Torre dello Sperone MP 3 Rocco della Torre dello Sperone MP 4 Yanez vom Weideland MP 5 Quod Allevamento dell'Ichnos MP 6 Azor MP Classe cuccioloni Femmina 1

Wanda dei Rossomori

MB

Classe Cuccioloni Femmine a pelo lungo 1 1

1

Fosca Tosca Classe cuccioloni Maschi Xontor vom Weideland Classe cuccioloni maschi pelo lungo Ares

MB MB

MB

Classe Giovanissimi Femmine 1 2 3

Elsa Lisa Brooke

MB MB MB

Classe Giovanissimi Maschi 1 2 www.schaferhunde.it

Ken vom Bad See Last

MB B Pag. 18


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Classe Giovani Femmine 1 2 3 4 5 6 7

Nina di Valledoria Marilyn di Valledoria Valli vom Weideland Velma vom Weideland Ambra Beta Olexa del Monte della Verna

MB MB MB MB MB MB INSUF.

Classe Giovani Femmine pelo lungo 1

Ambra

MB

Classe Giovani Maschi 1

Pato dell'Alpe Adria

MB

Classe Libera Femmine 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Ruby vom Wendeland Nency di Bulgari Katana dell'Alpe Adria Telly wom Weindeland Lilli della Torre dello Sperone Zeta Isi della Torre dello Sperone Iris Naomi dei Rossomori Lola della Torre dello Sperone

MB MB MB MB MB MB MB MB MB MB

Classe Libera Femmine pelo lungo 1

Azzurra

MB

Classe Libera Maschi 1 2 3 4 5 6 1 2

Killer dell'Alpe Adria Ross Allevamento dell'Ichnos Inagoo Red dei Rossomori Quenny dei Rossomori Taron vom Weideland Classe libera Maschi pelo lungo Twin vom Weideland Ron

MB MB MB MB MB B MB MB

Classe Lavoro Femmine 1

Conny dei Rossomori

2

Shakira

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Classe Lavoro Maschi 1 2 3 4 5 6

Grips vom Riedschlurgi Barone di Aurelius Victor Ulk del Re Kokalos Max del Quercus Suber Nano di Croce Santo Spirito Apo

ECC. ECC. ECC. ECC. ECC. ECC.

Ecco alcune fotografie di Gianni Pusceddu:

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Le impressioni (osservando le fotografie di Gianni Pusceddu) sono molto positive, sia per quanto riguarda l'organizzazione che devo dire è stata molto buona anche perchè il luogo di svolgimento era eccezionale, con ampi spazi a disposizione e un paesaggio bellissimo e poi bastava vedere i visi rilassati sia degli espositori che del pubblico. La gara (ho saputo) è stata piuttosto lunga, si è infatti protratta dal mattino fino al pomeriggio inoltrato in quanto si sono

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presentati circa 60 esemplari di pastore tedesco, suddivisi nelle seguenti categorie: Classe lavoro maschie e femmine- Classe libera maschi e femmine ( anche quelli a pelo lungo)Classe giovani maschi e femmine (anche quelli a pelo lungo)-Classe giovanissimi maschi e femmine - Classe cuccioloni maschi a pelo lungo e femmine - Classe juniores maschi e femmine - Classe juniores maschi a pelo lungo.

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Credo sia stata una giornata molto interessante in quanto gli appassionati che facevano da spettatori alla manifestazione, hanno avuto modo di vedere bellissimi esemplari, compresi quelli da lavoro colore grigio e nero.

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Presente un unico esemplare di pastore tedesco nero. Il pubblico faceva da cornice ad una meravigliosa giornata primaverile. Ecco alcune fotografie scattate da Gianni Pusceddu. Sono stupende come sempre.

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HERPES VIRUS IN RIPRODUZIONE CANINA Definizione Nel 1965 è stato isolato il CHV-1 e si è visto responsabile di patologie neonatali; il ruolo reale del virus in questione è innegabile, anche se l'entità dei danni che provoca và valutata. Una cosa è certa: riduce il successo riproduttivo e riduce le natalità. L'infezione erpetica assume atteggiamenti diversi in funzione dell'età dei soggetti colpiti, potendo manifestarsi come: a) malattia acuta generalizzata ad esito letale nel neonato. b) sindrome respiratoria acuta nell'adulto. c) flogosi localizzata ai genitali esterni del maschio e della femmina. d) morte fetale ed aborto. E' infine possibile, forse anche frequente, uno stato d'infezione asintomatica documentato dall'isolamento del virus da organi di animali clinicamente sani.

Eziologia Canid Herpes Virus-1 appartiene alla famiglia Herpesviridae, alla sottofamiglia Alphaherpesvirine, si tratta di un DNA virus con capsula glicoproteica la quale gli conferisce due peculiarità: l'antigenicità e la labilità in ambiente esterno; viene infatti distrutto dai comuni disinfettanti quali l'ipoclorito ed i sali di ammonio quaternari; è labile in ambiente esterno ed a 56° C. In vitro il virus replica solo su cellule derivate da cane ed è tipica l'attitudine a farlo alla temperatura di 35-36°C, cioè al di sotto di quella del cane adulto, ma equivalente a quella del neonato. L'indagine seriologica dimostra che CHV-1 è antigenicamente omogeneo e non presenta correlazioni strutturali con altri herpes virus dell'uomo e di altri animali.

Epidemiologia Per quanto finora noto e tenuto conto della rilevante diffusione di CHV-1 in natura, l'infezione viene acquisita per via inalatoria, per ingestione, per via diaplacentare o per via venerea. Il sito primario di replicazione è costituito, nel primo caso dalla mucosa nasale o tonsillare, nel secondo, dal faringe. In entrambi si verifica una fase viremica con localizzazione secondarie a distretti diversi dell'organismo compreso l'utero gravido, alle quali conseguono lesioni a carattere necrotico delle cellule endoteliali e parenchimali. www.schaferhunde.it

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Il decorso e l'esito risultano strettamente correlati all'età dei soggetti colpiti, nel senso che, la malattia risulta spesso letale nel corso della vita intrauterina ed immediatamente dopo la nascita, mentre, con il progredire dell'età, assume gravità decrescente, ovvero i caratteri dell'infezione asintomatica. Sono le forme asintomatiche o paucisintomatiche dell'adulto che perpetuano il ciclo naturale dell'infezione.

Patogenesi L'evoluzione patogenetica della malattia quindi, varia in funzione di fattori diversi fra i quali l'età dei soggetti colpiti sembra assumere l'importanza più rilevante. Quella aerogena rappresenta la via più frequente di penetrazione del virus e la lesione primaria tipica è costituita dalla necrosi delle cellule di rivestimento della mucosa nasale. Essa si estende in profondità fino a coinvolgere la lamina propria e la sottomucosa con conseguente interessamento degli endoteli capillari e l'invasione del torrente circolatorio. la viremia che ne deriva si traduce nel trasporto del virus, veicolato dai linfociti verso i siti di localizzazione secondaria. Dopo l'infezione primaria, il virus resta latente nei gangli del trigemino e può essere diffuso nell'ambiente esterno con le secrezioni nasali ad intervalli non prevedibili: un qualsiasi stress o un trattamento con corticosteroidi può provocare l'improvvisa recrudescenza dell'infezione. Uno dei motivi per i quali la malattia nel neonato assume un andamento più grave rispetto all'adulto, potrebbe essere riferito al fatto che il primo si trova in uno stato di ipotermia fisiologica che consente l'attiva replicazione di CHV-1 nei diversi distretti dell'organismo. A questo riguardo è stato ricordato che in vitro la replicazione non è ottenibile a 39°C (temperatura prossima a quella fisiologica del cane adulto). In questo caso, la replicazione può verificarsi soltanto sulla mucosa delle prime vie respiratorie, nelle quali la temperatura fisiologica è al di sotto del valore predetto, ed è seguita dalla comparsa di una modesta quota di virus nel sangue. L' infezione può essere trasmessa anche attraverso l' accoppiamento e nel neonato, la via di contaminazione principale è il parto; nelle cagne infatti, la mucosa vaginale è la sede preferita del CHV-1, in cui al momento l'estro replica per infettare il feto durante la nascita se esso non risulta coperto dalle membrane, se lo è non si contamina, ma ciò può avvenire succesivamente con le secrezioni vaginali materne. Sulla base delle osservazioni che percedono, l'evoluzione patogenetica dell'infezione da CHV-1 assume caratteri peculiari negli adulti e nel neonato. Nell'adulto l'infezione si instaura per lo più per via oronasale o venerea determinando sintomi di lieve entità oppure decorre in forma asintomatica, CHV-1 in questo caso diffonde nell'organismo determinando forme di infezione latente o inapparente. L'infezione della femmina gravida può verificarsi per contagio poco dopo l'accoppiamento o durante la monta stessa, in questo caso il virus impedisce il corretto impianto dell'ovulo fecondato in utero provocando infertilità, oppure il contagio può avvenire tra l'impianto e l'ossificazione fetale, dando aborto con mummificazione e riassorbimento, ovvero il www.schaferhunde.it

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contagio può avvenire successivamente all'ossificazione fetale, risolvendosi in aborto ed espulsione dei feti. Nel neonato, contrariamente a quanto si verifica nell'adulto, l'infezione si presenta in forma costantemente grave e ad alta letalità. Dopo l'infezione per via inalatoria, CHV-1 è dimostrabile nelle cellule di rivestimento della mucosa nasale e, dopo poco tempo, nei linfonodi dell'apparato respiratorio e nel torrente circolatorio associato alle cellule della serie bianca. Successivamente il virus è presente in tutti i distretti dell'organismo i cui determina la comparsa di lesioni a carattere necroticoemorragico. Nella maggiore parte dei casi l'esito è letale in 5-15 giorni. La causa ultima del decesso del neonato può essere ricondotta ad una encefalomielite acuta necrotizzante che si esprieme attraverso la comparsa di ampie aree emorrargiche e malaciche contenenti virus o antigene virale.

Segnalamento Sono sensibili all'infezione tutti i canidi. La maggior parte dei cuccioli infettati muore nei primi 9-14 giorni dalla nascita. Sebbene non siano state documentate predisposizioni di razza, l'infezione ha maggiore incidenza nelle razze pure.

Segni clinici I primi segni compaiono dopo un periodo d'incubazione relativamente breve, di solito 3-8 giorni. La malattia esordisce in modo improvviso e la morte sopraggiunge 12 ore più tardi. Alcuni cuccioli vengono trovati morti senza che abbiano manifestato segni premonitori. All'inizio avremo emissione di feci pastose, inodori, di colore giallo verdastro; seguono anoressia, dispnea, dolori addominali e guaitì indicativi di uno stato di sofferenza grave: il decorso è comunque rapido ed esita nel decesso. In qualche occasione i cuccioli possono essere colpiti in forma lieve e sopravvivere, quando ciò accade,

sovente vanno incontro ad atassia segni vestibolari persistenti o cecità. Nell'adulto, a parte la possibile insorgenza di sintomatologia respiratoria di modesta entità, le manifestazioni dominanti riguardano l'apparato riproduttore: nelle femmine è caratteristica la comparsa in corrispondenza della mucosa vaginale di noduli linfoidi multipli; nel maschio c'è essudazione prepuziale a carattere sieroso. La guarigione è spontanea in alcuni giorni, per cui, le conseguenze più gravi riguardano la perdita, talora totale, delle cucciolate.

Fattori di rischio I soggetti a maggiore rischio di infezione sono le giovani femmine adulte ed i loro neonati; paradossalmente la malattia è meno frequente negli allevamenti chiusi dove il virus è endemico e la maggior parte dei soggetti presenti ha sviluppato una immunità nei loro confronti. www.schaferhunde.it

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Sono maggiormente a rischio le cagne in età riproduttiva, introdotte da poco in allevamento ed ancora sensibili al virus. In una occasione, allorchè più cagne gravide tenute in case separate sono state radunate per il parto, si è determinata una vera e propria "tempesta di aborti".

Diagnosi Oltre al segnalamento ed ai rilievi clinici suddetti, in chiave di accertamento diagnostico può essere di aiuto l'esame istologico volto alla rilevazione della presenza di lesioni necrotico-emorrargiche e di corpi inclusi nucleari. I tessuti da inviare in laboratorio devono essere refrigerati ma non congelati perciò è opportuno rivolgersi al proprio veterinario per la scelta del materiale, il prelievo del materiale e la spedizione in strutture apposite. Oltre all'autopsia dei cuccioli altri esami, come tamponi vaginali profondi o tamponi del prepuzio, possono fornire informazioni utili alla diagnosi. L'esame sierologico è di scarso valore diagnostico.

Diagnosi differenziale In assenza delle tipiche lesioni macroscopiche da CHV-1, è opportuno prendere in considerazione anche altre cause di aborto batteriche (brucellosi, infezioni da coliformi o streptococchi, campilobatteriosi, ecc...), virali (Parvovirus, cimurro, Adenovirus canino di tipo-1), toxoplasmosi, avvelenamenti, tuttavia poco frequenti come causa di aborto nel cane.

Terapia Le caratteristiche peculiari dell'infezionei da CHV-1 sono tali da privare di fondamento applicativo le eventuali e possibili misure di profilassi. In effetti, il comportamento dell'infezione nell'adulto, toglie validità e convenienza alla profilassi immunizzante, che per motivi opposti non trova concreta applicazione nel cucciolo il quale viene a morte a seguito di una sindrome acuta ed a rapida evoluzione. Dal punto di vista della terapia, una norma che risulta di qualche beneficio, è quella di mantenere gli animali in ambienti molto caldi (30°c) e con umidità controllata (40-45 %). Infine, tenuto conto che il momento più significativo nella catena dell'infezione è rappresentato dal transito del canale del www.schaferhunde.it

parto, potrebbe assumere particolare significato il ricorso all'isterotomia come mezzo di prevenzione diretta, dopo di che, è ovvio, separare i cuccioli dalla madre ed allattarli artificialmente. Altre misure di prevenzione particolarmente utili in allevamento riguardano il rispetto della quarantena durante il periodo del calore e quello perinatale, nonchè il ricorso alla fecondazione artificiale con seme fresco per riproduttori provenienti da altri allevamenti; meglio ancora sarebbe l'utilizzazione di seme congelato in quanto le basse temperature costituiscono un efficace mezzo di risanamento del seme; anche se non è ancora accertato che lo sperma possa veicolare l'infezione erpetica la Pag. 26


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fecondazione artificiale, è un ottimo metodo per ridurre la diffusione di questo virus e di numerose altre patologie. Riguardo all'uso di antivirali solitamente questo è risultato infruttuoso, mentre la somministrazione di anticorpi con siero iperimmune ricavato da cagne che hanno superato l'infezione, si è rilevato particolarmente utile per limitare la mortalità dei cuccioli, a patto che si riesca ha somministrarlo prima che compaiono i sintomi clinici della malattia.

Fonte: http://www.siayt.it/ www.schaferhunde.it

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L’allevatore amatoriale e l’allevatore professionista….il ruolo del Medico Veterinario Generalista Nell’ultimo decennio si è evidenziato un sempre maggiore interesse da parte del Medico Veterinario al comportamento degli animali da compagnia. Ma qual è il peso della genetica, dell’ambiente e dell’apprendimento nel determinismo del comportamento? La corrente degli etologi classici, di cui Lorenz e Timbergen sono stati i maggiori esponenti, sostiene che la selezione naturale modella i comportamenti in modo tale da renderli consoni alle condizioni di vita della specie in esame. Quindi, secondo questi studiosi, il peso maggiore nel determinismo del comportamento è dato dalla genetica. Invece secondo la corrente degli psicologi connessionisti, come Skinner e Thorndike, il comportamento è maggiormente influenzato dall’ambiente e dall’apprendimento. La “battaglia” tra l’innato e l’acquisito è stata risolta dalle teorie più recenti: il comportamento del cane dipende dall’interazione tra “determinanti interni” (i fattori genetici) e “determinanti esterni” (l’ambiente e l’esperienza). È inoltre opportuno evidenziare che l’uomo, nel corso degli anni, ha creato differenti razze ed ognuna è caratterizzata da “una promessa genetica” frutto della selezione stessa. Un Setter Inglese, ad esempio, con più facilità metterà in atto un comportamento inerente al “puntare” un animale selvatico rispetto ad un Rottweiler. Un Pastore Tedesco concentrerà maggiormente “la propria attenzione” durante la

passeggiata sul proprietario rispetto ad un Labrador Retriever. Quindi, anche la razza viene a fare parte dei “determinanti interni”. L’eziologia della maggior parte delle patologie del comportamento che appaiono durante l’infanzia o l’adolescenza (ad esempio la Sindrome Ipersensibilità – Iperattività, la Dissocializzazione Primaria e la Sindrome da Privazione Sensoriale) mette in gioco il ruolo dell’allevatore, della madre e dell’ambiente a partire dal periodo prenatale (che si estende dal 45° giorno di gravidanza circa, alla nascita dei cuccioli) fino ad arrivare al periodo di socializzazione (che termina intorno alla fine del terzo mese di vita dei cuccioli). I fattori genetici, l’ambiente e l’esperienza possono essere, almeno in parte, “controllati e modificati” grazie all’intervento del Medico Veterinario. Infatti, nella pratica ambulatoriale quotidiana, spesso abbiamo a che fare con “allevatori dilettanti” (i proprietari che desiderano far riprodurre il proprio cane “almeno una volta”) ed allevatori professionisti. Al fine di mettere in atto un’efficace prevenzione delle patologie del comportamento, è fondamentale che il Medico Veterinario effettui una visita comportamentale ancor prima dell’accoppiamento. Secondo la mia esperienza è utile raccogliere le indicazioni riportate nell’articolo in un fascicolo da lasciare all’allevatore alla fine della visita.

COME E DOVE PREPARARE LA SALA- PARTO? La sala – parto deve essere posta in una stanza conosciuta e frequentata dalla futura www.schaferhunde.it

madre. E’ consigliabile condurre più volte al giorno il cane nella stanza pportunamente Pag. 28


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preparata e somministrare dei premi in cibo in modo da ridurre lo stress dovuto all’improvviso cambiamento delle abitudini di vita della futura madre. È necessario che la sala – parto abbia pareti e fondo facilmente pulibili (ad es. di legno La sala- parto deve essere inoltre concepita in modo che i cuccioli non possano allontanarsi troppo dalla madre (la termoregolazione dei nascituri è ancora imperfetta tanto che i cuccioli mantengono costante la propria temperatura interna grazie al contatto con la madre) ma deve essere sufficientement e spaziosa in modo che l’allevatore e i membri della famiglia possano entrare e manipolare i cuccioli con facilità. La madre deve, invece, avere la possibilità di interrompere il contatto con i cuccioli (allontanandosi in modo che questi ultimi non possano raggiungerla) quando ne ha voglia. Durante i primi giorni dopo il parto, il cane trascorrerà molto tempo nella sala – parto mentre a partire già dalla seconda settimana si assenterà spesso accorrendo rapidamente in occasione dei vocalizzi dei cuccioli. Impedire alla madre di allontanarsi dai cuccioli (ad es. quando questi ultimi cominceranno a camminare) può provocare una risposta aggressiva da parte della madre stessa a causa www.schaferhunde.it

trattato) e che sia in grado di isolare termicamente i cuccioli dal pavimento della stanza. È possibile porre sul fondo delle traversine assorbenti o un panno di morbido cotone in modo che i cuccioli non si feriscano durante gli spostamenti. dell’insistenza delle provocazioni al gioco effettuate dai cuccioli. Il locale che ospita la cucciolata deve essere spazioso, adeguatamente riscaldato (dovranno essere presenti almeno 25° …attenzione alle basse temperature invernali e alle alte temperature estive), luminoso e ricco in stimoli sonori (l’oscurità e il silenzio provocano uno sviluppo non corretto del sistema nervoso dei cuccioli). È opportuno, in occasione dello svezzamento alimentare (intorno alla quarta – quinta settimana), allestire nella sala – parto un’area destinata alla somministrazione del cibo, un’area riservata al riposo e un’area per l’evacuazione delle deiezioni (poiché la madre interrompe l’ingestione delle deiezioni dei cuccioli). Quest’ultima zona deve essere separata dalle altre (ad es. con un piccolo sbarramento in modo che i cuccioli imparino ad evacuare in un punto preciso…in questo modo l’apprendimento del luogo corretto di evacuazione presso i futuri proprietari sarà facilitato). Pag. 29


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La sala – parto deve essere ampliata quando i cuccioli iniziano ad evacuare spontaneamente e a camminare.

È opportuno lasciare i cuccioli con la madre fino all’età di circa 60 giorni (momento ottimale per effettuare l’adozione).

COME MIGLIORARE LA SENSIBILITA’ TATTILE DEI NASCITURI? La sala – parto deve essere ampliata quando i cuccioli iniziano ad evacuare spontaneamente e a camminare. È opportuno lasciare i cuccioli con la madre fino all’età di circa 60 giorni (momento ottimale per effettuare l’adozione).

COME MIGLIORARE LA SENSIBILITA’ TATTILE DEI NASCITURI? Il feto (dall’età di circa 45 giorni) è in grado di rispondere ad una stimolazione tattile. La palpazione dell’utero gravido provoca un movimento di rotazione o la suzione del cordone ombelicale da parte del feto. Questi movimenti tendono ad attenuarsi grazie a palpazioni ripetute delle corna uterine della madre. Massaggiare delicatamente l’addome della madre gravida a partire del trentesimo giorno di gravidanza migliorerà la sensibilità tattile dei nascituri (i cuccioli saranno più “disponibili” alle carezze dei futuri proprietari). Inoltre, in occasione di un’emozione da parte della madre (paura ad es. di una detonazione, cambiamento di ambiente – trasferimento in una stanza sconosciuta, presso persone sconosciute -) il feto presenta un movimento di suzione di un arto anteriore o del cordone ombelicale. Più la risposta emozionale della madre è intensa, più la reazione del feto si prolunga nel tempo. È quindi opportuno cercare di ridurre il più possibile le situazioni che possono generare stress nella femmina gravida in modo da migliorare la gestione delle emozioni dei nascituri (i cuccioli saranno più “equilibrati”). Fin dai primi giorni dopo la nascita è necessario accarezzare e sollevare più volte al giorno i cuccioli durante i periodi di veglia (è opportuno non svegliare i cuccioli durante il sonno poiché in questo periodo viene secreto l’ormone della crescita); Dal momento in cui i cuccioli iniziano a camminare è consigliabile, per effettuare la manipolazione, chiamarli con voce dolce abbassandosi sulle ginocchia e distogliere lo sguardo (per facilitare l’avvicinamento dei più “timidi”). www.schaferhunde.it

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CHE COSA E’ IL LEGAME DI ATTACCAMENTO? Alla nascita la madre sviluppa un particolare legame nei confronti dei propri cuccioli (il “legame di attaccamento”) che favorisce la messa in atto delle cure parentali (allattamento, evacuazione delle deiezioni, ecc). La separazione dai cuccioli effettuata precocemente (vale a dire prima dei 60 giorni di età) provoca uno stato di stress di notevole intensità (lamenti, tentativi di distruzione degli ostacoli che impediscono il contatto, disappetenza, apatia). Per quanto riguarda i cuccioli, invece, qualsiasi femmina (considerata come una fonte di calore e di nutrimento) può “soddisfare le loro esigenze” fino alla seconda - terza settimana di età. Successivamente all’apertura degli occhi (tra il decimo e il quindicesimo giorno) i cuccioli iniziano ad “attaccarsi alla propria madre” e la separazione effettuata precocemente da quest’ultima (vale a dire prima dei 60 giorni di età) provoca un profondo stress con ritardo nella crescita, alterazioni del sonno e disappetenza …la disperazione dei cuccioli può essere placata solo dalla propria madre. La madre diventa “un polo rassicurante” attorno al quale i cuccioli inizieranno l’esplorazione del mondo esterno. La possibilità di arrivare a contatto con la madre in occasione di un’emozione negativa (ad es. paura) favorirà la corretta gestione delle emozioni grazie all’effetto “tranquillizzante” dato da un feromone prodotto nel solco intermammario della femmina. Inoltre i cuccioli, grazie alla presenza della madre, memorizzeranno una forma, un odore e delle caratteristiche sonore che permetteranno la corretta “impregnazione” cioè la costruzione dell’immagine di “un cane” che sarà identificato come futuro partner sociale e sessuale.

QUALI PUNIZIONI METTE IN ATTO LA MADRE NEI CONFRONTI DEI CUCCIOLI? Le punizioni sono effettuate in risposta alle “trasgressioni” delle regole presenti nella nuova “famiglia canina” La madre arriva ringhiando vicino al cucciolo e lo afferra (senza provocare lesioni) aprendo la bocca sulla collottola. Alcune volte inserisce in bocca l’intero cranio del cucciolo. In alcune situazioni lo obbliga a rimanere a terra acquattato o a pancia all’aria (riproduzione del comportamento di evacuazione delle deiezioni) trattenendolo con un arto anteriore (senza provocare lesioni); www.schaferhunde.it

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Intorno alle cinque – sei settimane la madre allontana con un ringhio i cuccioli quando cercano di succhiare il latte a causa del dolore provocato dai denti da latte durante la poppata. Il “grido” emesso da alcuni cuccioli e “il rilassamento” effettuati in risposta alla punizione materna significano l’accettazione “dell’autorità della madre” (in seguito il cucciolo adotterà questi segnali di fronte ad un cane adulto e costituiranno “una postura di sottomissione”, cioè uno dei più importanti rituali sociali). È necessario che la madre rimanga a lungo con i cuccioli in modo da poter mettere in atto la punizione tutte le volte che lo ritiene opportuno. È consigliabile sorvegliare la madre ma non intervenire poiché la punizione è alla base dell’educazione dei cuccioli.

QUALI SONO I MOMENTI PIU IMPORTANTI DELLO SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CUCCIOLO? L’acquisizione di una “banca dati”: Durante il periodo di socializzazione (che si estende dalla terza settimana al terzo mese di vita del cucciolo) le cellule nervose del cucciolo si sviluppano tumultuosamente. Si formano molti “collegamenti” chiamati sinapsi che costituiranno il sistema nervoso del cane adulto …ma solo le sinapsi che verranno ripetutamente “attivate” da un’esperienza rimarranno funzionanti. A partire dalla terza settimana di età (quando i cuccioli sono in grado di vedere e di udire) è necessario iniziare ad esporli gradatamente (iniziando con l’intensità più bassa) al maggior numero possibile di stimoli (sonori, visivi, tattili): rumori presenti in un’abitazione (telefono, televisione, radio, aspirapolvere, voci, ecc.), rumori presenti nell’ambiente esterno (aereo, elicottero, automobili, motorini), contatti fisici con il maggior numero di persone (bambini, uomini, donne, anziani, persone di colore – per un cane un bambino è profondamente differente da un adulto e un uomo da una donna -), altri animali (cani, gatti, uccelli). È possibile collocare dei giochi quando l’allevatore è presente (palle, corde appese alle pareti della sala – parto, oggetti che suonano quando schiacciati …è necessario scegliere materiali atossici e resistenti). Sono invece da evitare giochi di “tira e molla” tra i cuccioli e l’allevatore poiché in questo modo viene perso il controllo dell’intensità del morso. Le stimolazioni devono essere ripetute quotidianamente. L’ingresso in allevamento di persone estranee potrebbe veicolare virus presenti nell’ambiente (ad es. calpestando feci e urina deposte per strada da altri cani) …ma anche l’allevatore e la sua famiglia potrebbero svolgere questo ruolo! Per ovviare a questa situazione è opportuno vaccinare correttamente la madre, predisporre delle calzature (o rivestire queste ultime con calzari in plastica) ed effettuare delle disinfezioni regolari dell’ambiente. Così facendo i cuccioli saranno dotati di una “banca dati” molto ampia e non avranno paura: le specie conosciute saranno considerate “amiche”…non saranno né temute né predate (esseri umani compresi). È opportuno adottare il cucciolo intorno ai 60 giorni di età in modo che possa abituarsi agli stimoli presenti nel nuovo ambiente di vita. Un’adozione tardiva (dopo il terzo mese), www.schaferhunde.it

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associata allo sviluppo in un luogo povero di stimoli, può essere alla base di una patologia del comportamento (La Sindrome da Privazione Sensoriale). L’acquisizione degli “autocontrolli”: La madre, a partire dalla terza - quarta settimana di età, inizia l’insegnamento “degli autocontrolli”. Quando i cuccioli giocano tra loro ed “esagerano” correndo senza controllo la madre li punisce obbligandoli a rimanere immobili fino al rilassamento. In questo modo i cuccioli apprendono il “segnale di arresto”, cioè a fermarsi e a rilassarsi… altrimenti continuerebbero a correre e ad agitarsi tutto il giorno anche in età adulta. Inoltre durante i “giochi di guerra” i cuccioli, a causa dei aiutarla nell’educazione dei cuccioli. denti acuminati, gridano quando uno di Spesso il padre è in grado di svolgere loro “stringe troppo”. La madre arriva e questo ruolo con grande competenza. punisce colui che ha “esagerato”: in È opportuno lasciare i cuccioli con la questo modo i cuccioli imparano a madre (permettendo a quest’ultima di “regolare l’intensità del morso” (altrimenti interrompere il contatto quando lo durante il gioco lasceranno lividi sulle desidera) fino all’età di circa 60 giorni. La mani e sulle braccia dei proprietari anche separazione precoce può essere alla in età adulta). base di una patologia del comportamento In occasione di una cucciolata numerosa (La Sindrome Iperattività Ipersensibilità). (più di sei cuccioli) sarebbe opportuno affiancare alla madre un adulto “educatore” (sia un cane – di sesso femminile o maschile – che vive con la madre - sia l’allevatore stesso) per La “gerarchizzazione alimentare”: Il cane è un animale sociale (cioè vive all’interno di un gruppo costituito da cani o da cani e esseri umani) e organizza la propria vita grazie a regole gerarchiche. Il cucciolo deve apprendere tali regole per comunicare ed interagire correttamente con i componenti della propria famiglia. Nelle settimane che seguono lo svezzamento alimentare (all’incirca intorno alla quarta – quinta settimana di età) i cuccioli perdono diritto di accesso prioritario al cibo: la madre, di fronte alla ciotola piena, li respinge violentemente ringhiando fino a quando non ha terminato di mangiare la propria parte della razione. Rapidamente i cuccioli imparano a rispettare l’ordine di accesso al cibo (gli adulti – cani ed esseri umani - hanno il diritto di “servirsi per primi”) e ad emettere delle posture di “appagamento” (le orecchie abbassate, la coda sotto di sé, il leccamento delle labbra sono dei rituali sociali) mentre si avvicinano alla ciotola colma. Così facendo i cuccioli non mostreranno alcun comportamento aggressivo (ed es. il ringhio) in occasione della somministrazione della razione e dell’avvicinamento alla ciotola da parte dei futuri proprietari. È quindi opportuno lasciare che la madre consumi i pasti con i cuccioli ponendo il cibo in un’unica grande ciotola. La mancata gerarchizzazione alimentare può essere alla base di una patologia del comportamento (La Dissocializzazione Primaria). Il distacco (rottura del legame di attaccamento): A causa dell’eruzione dei denti da latte la poppata provoca spesso lacerazioni alla mammelle della madre. Inoltre le modificazioni www.schaferhunde.it

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morfologiche e ormonali dei cuccioli inviano “messaggi” che indicano alla madre che i suoi figli stanno crescendo. La madre inizia ad allontanare i cuccioli (minacciandoli con ringhi e abbai o uscendo dalla sala - parto) a partire dalla sesta – settima settimana di età.

COME MAI ALCUNE MADRI NON SI OCCUPANO DEI CUCCIOLI? L’immaturità della madre: Il comportamento materno necessita di una maturazione, non può essere considerato come “un istinto”. In natura i cuccioli di sesso femminile rimangono con la madre almeno fino al secondo calore e il comportamento materno “matura” grazie all’osservazione delle cure parentali messe in atto dalle altre femmine adulte del gruppo …l’adozione intorno ai 60 giorni di età impedisce l’acquisizione di “altre informazioni” inerenti al comportamento materno. La mancata preparazione del “nido” (ad es. scavando una tana) e un parto itinerante (la femmina cammina avanti e indietro durante le contrazioni abbandonando i cuccioli là dove sono stati partoriti) possono essere considerati come segni di immaturità del comportamento materno in una femmina al primo parto. A causa dello “stato di panico” della madre il “legame di attaccamento” della madre ai cuccioli può essere deficitario e così anche la messa in atto delle cure parentali. Il parto avvenuto tramite intervento chirurgico: Lo “stato confusionale” della madre o la ridotta vitalità dei cuccioli che fanno www.schaferhunde.it

seguito ad un’anestesia generale alterano la messa in atto del “legame di attaccamento” della madre nei confronti dei cuccioli e le cure parentali saranno così deficitarie. La posizione gerarchica della madre rispetto ad altre femmine presenti nel gruppo (in fondo alla scala gerarchica): Il “legame di attaccamento” della madre ai cuccioli viene messo in atto tardivamente (dopo alcuni giorni dal parto) e non è “completo”. Raramente la madre si occupa dei cuccioli di propria iniziativa e l’avvicinamento avviene sempre emettendo delle posture di sottomissione (orecchie indietro, coda sotto di sé, postura bassa, andatura incerta) nei confronti delle altre femmine presenti. Anche gli esseri umani di sesso femminile entrano fare parte della gerarchia. Le patologie del comportamento: Le madri (anche al primo parto) che sono totalmente indifferenti ai propri cuccioli (ad es. che non accorrono in occasione dell’emissione di vocalizzi da parte dei cuccioli) e che li aggrediscono se vengono obbligate al contatto devono essere opportunamente valutate prima di programmare un successivo accoppiamento. Spesso queste femmine Pag. 34


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sono state costrette al momento dell’accoppiamento oppure sono state inseminate artificialmente poiché rifiutavano la monta. Le madri che in presenza dei cuccioli effettuano ripetute aggressioni (costituite da ringhi eventualmente seguiti da morsi multipli inflitti inseguendo l’intruso) in occasione dell’avvicinamento di esseri umani (sia di sesso femminile che maschile) devono essere opportunamente valutate prima di

programmare un successivo accoppiamento. Le madri molto paurose, troppo “agitate”, che non hanno acquisito gli autocontrolli o che non hanno ricevuto una corretta inserzione gerarchica devono essere opportunamente valutate prima di essere avviate alla riproduzione.

E SE LA MADRE DOVESSE MORIRE…CHE COSA FARE? È necessario utilizzare una fonte di calore artificiale al fine di mantenere costante la temperatura interna dei cuccioli. Somministrare la poppata (ad intervalli differenti secondo l’età dei cuccioli) rispettando i ritmi sonno – veglia. È consigliabile porre il cucciolo e la tettarella riproducendo la posizione presente in natura. Stimolare l’evacuazione delle deiezioni (massaggiare delicatamente con un batuffolo di cotone umido l’ano e gli organi genitali) più volte al giorno. È fondamentale effettuare questa operazione ponendo il cucciolo a pancia all’aria in modo da porre le basi per l’acquisizione della futura postura di sottomissione. Manipolare a lungo i cuccioli riproducendo il “comportamento di leccamento” materno. Al momento dell’apertura degli occhi è necessario affiancare uno o due cani adulti “educatori” al fine di favorire la nascita di un corretto “legame di attaccamento” dei cuccioli “alla madre adottiva” (è opportuno ricordare che i cuccioli a questa età non sono in grado di sopportare un’assenza prolungata della “madre adottiva”…l’allevatore dovrebbe trascorrere con loro giorno e notte),la corretta impregnazione alla specie canina (altrimenti i cuccioli identificheranno come futuro partner sociale e sessuale l’essere umano …e ad es. le femmine non accetteranno la monta da www.schaferhunde.it

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parte di un cane durante il calore), la corretta gestione delle emozioni, l’acquisizione degli autocontrolli e così via. Nonostante la buona volontà e l’impegno dell’allevatore in assenza della madre è pressoché impossibile garantire un corretto sviluppo del sistema nervoso e un adeguato svolgimento delle tappe dello sviluppo comportamentale.

E SE UN CUCCIOLO RIMANESSE IN ALLEVAMENTO DOPO I 60 GIORNI …CHE COSA FARE? È opportuno che il cucciolo effettui il maggior numero di esperienze possibili (uscire al guinzaglio in una strada frequentata da esseri umani, automobili, motorini; venire a contatto con altri cani, esseri umani, altre specie animali; effettuare tragitti in automobile; camminare su superfici in cemento, piastrelle, ecc.). Gli stimoli devono essere ripetuti quotidianamente e avvenire in situazione di “tranquillità”. La presenza della madre, grazie all’osservazione e all’imitazione, faciliterà l’apprendimento.

QUALI CONSIGLI DARE AI NUOVI PROPRIETARI? Utilizzare, almeno nelle prime quattro settimane successive all’adozione, l’utilizzo del D. A. P. (Dog Appeasing Pheromone) che riproduce il feromone di appagamento prodotto nel solco intermammario della madre. Il cucciolo supererà più facilmente lo stress dovuto alla separazione dalla madre, al cambio di ambiente e alla presenza di una nuova famiglia. Il messaggio trasmesso è “va tutto bene, la mamma è qui”. Permettere al cucciolo, almeno durante le prime notti, di dormire nella camera dei proprietari (in una cesta) poiché potrebbe piangere ed abbaiare a causa dell’improvviso allontanamento di tutti i membri del gruppo famigliare. Il cucciolo dormirà tutta la notte e riuscirà a trattenere urina e feci fino al mattino successivo con maggiore facilità (invece, quando isolato dal gruppo si sveglierà frequentemente, si agiterà ed evacuerà ad ogni risveglio.) L’utilizzo del D. A. P. favorirà un sonno più tranquillo. Per incoraggiare l’evacuazione di urina e di feci nell’ambiente esterno, è necessario condurre il cucciolo in www.schaferhunde.it

passeggiata più volte al giorno (dopo ogni pasto, ogni sonnellino, un gioco) e ricompensare ogni evacuazione correttamente eseguita. È opportuno ricordare che fino al quarto mese il cucciolo non è in grado di trattenere le deiezioni! È preferibile evitare l’utilizzo di giornali (altrimenti verrebbe a crearsi un doppio apprendimento e il cucciolo potrebbe continuare ad evacuare anche da adulto in casa anche se i giornali non saranno presenti). L’utilizzo del Dog Appeasing Pheromone favorirà un apprendimento facilitato. Condurre il cucciolo in passeggiata in città e in campagna anche se il programma vaccinale non è ancora terminato. È opportuno evitare le zone frequentate da un gran numero di cani per ridurre il rischio di trasmissione di malattie virali e batteriche. Visitare almeno due volte alla settimana un luogo molto rumoroso e frequentato da molte persone come ad es. un mercato, la stazione ferroviaria, il centro della città il sabato pomeriggio. Pag. 36


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Incoraggiare il cucciolo ad avvicinarsi ad altri cani (di taglia grande e piccola, di sesso maschile e femminile) e ad interagire con loro. Così facendo si perfezioneranno la comunicazione e i rituali sociali, soprattutto se le interazioni avvengono in libertà in un parco. Favorire il contatto tra il cucciolo e gli esseri umani (bambini, uomini, donne, anziani, persone di colore). L’apprendimento del cucciolo avviene grazie all’utilizzo dei premi (carezze, voce dolce, cibo) e delle punizioni che riproducono il comportamento della madre (ad es. la compressione della mano sulla collottola fino ad ottenere il rilassamento del cucciolo). Il premio deve essere somministrato al termine dell’azione “desiderata” (ad es. che il cucciolo “non sa” né che deve venire quando chiamato né che deve arrivare al primo richiamo …”sgridarlo” se dovesse “ritardare” significa punire il

l’emissione di urina o di feci nell’ambiente esterno, l’avvicinamento del cane quando chiamato). La punizione deve essere inferta durante “l’azione indesiderata” …e interrotta quando il cucciolo assume la postura di sottomissione (a pancia all’aria, sdraiato su di un fianco, acquattato a terra). È opportuno ricordare che il cane non riesce a mettere in relazione un premio o una punizione con un’azione avvenuta nei minuti o nelle ore che ne precedono la somministrazione. Per favorire l’avvicinamento del cucciolo quando chiamato è necessario accucciarsi e utilizzare un tono di voce dolce, quindi ricompensarlo appena arriva. È opportuno ricordare cucciolo che si è avvicinato al proprietario. Come conseguenza, il cane tenderà ad allontanarsi sempre di più quando chiamato.

Dott.sa Sabrina Giussani Medico VETERINARIO COMPORTAMENTALISTA www.schaferhunde.it

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Le doti caratteriali del cane da lavoro Per ottenere rispetto ed obbedienza da un cane bisogna: A: conoscere il più possibile psicologia e linguaggio canino; B: iniziare al momento giusto, l'ideale sarebbe che il rapporto cane-padrone iniziasse quando il cucciolo è in fase di socializzazione, o al massimo di ordinamento gerarchico (e quindi intorno ai due o tre mesi); C: impersonare agli occhi del cucciolo la figuraguida più corretta. Analizzando solo i terrier di tipo bull, il padrone deve essere più che altro una figura materna, per i pastori il cancetto di "capobranco" dovrebbe affiancarsi a quello di

"mamma". Per tutti i cani nordici e primitivi, l'unica figura accettabile è quella di "capobranco". D: dimenticare l'antropomorfismo, causa di moltissimi errori di addestramento. Antropomorfismo significa attribuzione di pensieri, sensazioni e reazioni UMANE al cane, che invece, pensa, ragiona e reagisce in modo totalmente differente dal nostro. Per questo è importantissimo, prima di avvicinarsi al lavoro, conoscere le basi della psicologia e del comportamento canino. E' completamente impensabile intavolare una discussione in una lingua a noi sconosciuta.

Doti caratteriali utili per l'addestramento

TEMPERAMENTO: indica la velocità di reazione del cane agli stimoli esterni, positivi o negativi che siano. Un cane da lavoro deve avere un temperamento vivace. TEMPRA: E' la misura della capacità di sopportare stimoli esterni sgradevoli o dolorosi. La tempra del cane cresce con l'età. Il cane da lavoro deve avere tempra piuttosto dura, ma non troppo dura, perchè altrimenti potrebbe infischiarsene del pericolo rappresentato da un uomo armato di bastone (figurante). AGGRESSIVITA': E' la capacità del cane di reagire alle azioni di altri esseri viventi. L'aggressività è l'impulso che regola tutte le relazioni sociali. Quella che a noi interessa di più, nel campo del lavoro, è l'aggressività che nasce in seguito ad uno stimolo minaccioso. Cosa molto importante: l'addestramento alla difesa NON è basato sullo stimolo dell'aggressività, ma della predatorietà. COMBATTIVITA': E' la capacità di trasformare l'impulso aggressivo in lotta. Un cane da lavoro deve necessariamente possedere una giusta dose di combattività. DOCILITA': E' la capacità del cane di accettare spontaneamente l'uomo come suo superiore gerarchico. Il cane da lavoro può avere docilità "marcata" oppure "corretta", come si dice in gergo cinofilo, il che NON significa "eccessiva".

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VIGILANZA: E' la capacità di avvistare tempestivamente l'avvicinarsi di un possibile pericolo esterno, avvertendo il padrone. Per il cane da lavoro la vigilanza è una dote indispensabile: più è alta e meglio è.

Come sviluppare le doti caratteriali del cane Alcune doti caratteriali (come il temperamento) sono quasi esclusivamente genetiche, e l'influenza ambientale su di esse è scarsa o addirittura nulla: altre sono invece MOLTO influenzabili dall'ambiente, e in particolare dall'azione dell'uomo. vediamo dunque come è possibile migliorare le diverse doti, una ad una. TEMPERAMENTO e TEMPRA: hanno una forte componente genetica, su cui non possiamo ovviamente intervenire (l'unica cosa che possiamo fare è selezionare con cura i riproduttori): se non è possibile, però, "creare" artificialmente queste doti, è possibilissimo "spegnerle" con un comportamento scorretto. Un cane di forte temperamento si spegnerà se vive in un ambiente monotono, ripetitivo, privo di stimoli. Per quanto riguarda la tempra, abbiamo già detto che essa cresce con l'età: non dobbiamo aspettarci che il cucciolo sia un gran "duro". Se inavvertitamente gli pestiamo una zampa, il cucciolo lancerà quasi sempre guaiti disperati: l'importante, però, è non correre a consolarlo, coprendolo di lodi e coccole e rafforzando la sua convinzione di aver subito un torto irreparabile. In questo modo si rovina completamente la tempra del cane, perchè lui capirà che quando "fa la vittima" ottiene attenzione dal padrone: e potete star certi che imparerà la lezione a velocità supersonica. Un buon sistema per rafforzare la tempra (o almeno per mantenerla ai suoi pieni valori genetici) è quello di giocare anche un po' duramente col cucciolo. Duramente non significa, sia chiaro, che dobbiamo fargli male: giocando può capitare di dargli uno spintone un po' più forte, o di pestargli inavvertitamente un piede: in questi casi dovremo incoraggiarlo in tono allegro, dandogli l'impressione che "non sia successo niente" e che il gioco possa riprendere in modo ancora più divertente di prima. NOTA: la tempra dei terrier di tipo bull è talmente dura che questi cani sono stati definiti "insensibili al dolore". Ovviamente questo non è affatto vero, mentre è vero che hanno una soglia del dolore MOLTO alta. L'AGGRESSIVITA': E' semplicissima da stimolare ed aumentare. Ma bisogna stare molto attenti a ciò che si fa. Basta far si che lo stimolo X (che può essere rappresentato da un altro cane , o dal figurante) risulti regolarmente sgradevole, perché l'aggressività si attivi sotto forma di autodifesa. www.schaferhunde.it

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L'autodifesa, a sua volta, può sfociare in combattività o fuga: se si rende impossibile la fuga, ecco "costruito" su misura un cane che si comporta in modo "aggressivo/combattivo" non appena compare lo stimolo X. A questo punto basta aggiungere l'approvazione del padrone, e i giochi sono presto fatti. Presto... e male, come ci insegnano i vecchi e saggi proverbi. Con questo tipo di condizionamento si addestrano i cani da combattimento, e siamo tutti d'accordo sul fatto che i loro proprietari meritino la galera ( possibilmente a vita). Non è quindi grazie a questa dote caratteriale, che "costruiremo" un cane da lavoro. COMBATTIVITA', PREDATORIETA', POSSESSIVITA': Si possono rafforzare e migliorare con l'addestramento. nella fattispecie, aumentare predatorietà e (soprattutto) possessività, porterà automaticamente a migliorare la combattività. Muovere lo straccio davanti al muso del cucciolo e del cucciolone rafforza il suo impulso predatorio: giocare al tira-molla quando il cucciolo ha afferrato lo straccio con la bocca e LASCIAR SEMPRE VINCERE LUI stimola la possessività. Il cucciolo si convince che la preda ottenuta in seguendo e mordendo diventi di sua proprietà, e sarà disposto a lottare per averla. L'approvazione del padrone, quando lui sarà riuscito ad ottenere la preda, sarà un'ulteriore spinta a volerla a tutti i costi. VIGILANZA: E' in gran parte genetica, ma si può migliorare ponendo il cucciolo o il cucciolone difronte a stimoli sempre diversi e dandogli ordini precisi per mantenere alta la sua attenzione ("Attento! Chi c'è?"), lodandolo quando avverte con l'abbaio l'avvicinarsi di qualcuno. Il cucciolo non va premiato invece se l'attenzione è di tipo aggressivo (ringhio), perché cosi si rischierebbe di attivare appunto l'aggressività. DOCILITA' e SOCIABILITA': A differenza di quasi tutte le altre doti caratteriali, dipendono quasi esclusivamente dal comportamento dell'uomo verso il cucciolo, a partire dalle tre settimane di vita. Per ottenere un cane sociabile si esegue il cosiddetto "imprinting", mentre la docilità è una conseguenza di socializzazione e addestramento. CURIOSITA': E' l'interesse per il mondo esterno,e anche questa è una dote importantissima. SOCIABILITA': E' la capacità di rapportarsi con l'uomo in modo semplice e naturale. Non va confusa con la socializzazione, che è invece il periodo in cui il cane impara a distinguere gli amici dai nemici. Tutti i cani, ma soprattutto quelli da lavoro, devono avere sociabilità altissima. La sociabilità di un cane dipende in larga misura dalla correttezza dell'imprinting e della socializzazione. POSSESSIVITA': E' la capacità del cane di considerarsi "proprietario" di qualcosa o di qualcuno. L'educazione e l'addestramento sono fondamentali per indirizzare nel modo giusto la possessività del cane. www.schaferhunde.it

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PREDATORITA': E' l'impulso naturale che spinge il cane a inseguire, catturare e uccidere la preda, per assicurarsi la sopravvivenza. E' sicuramente una delle basi fondamentali del lavoro.

Autore: bluestaff Dal sito Amstaff Italia

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Helmut Raiser

Wyvern Schutzhund Group: A quale età ha cominciato con i cani? Helmut Raiser: Cominciai nei cani quando ero un ragazzo di 14 anni. Avevo sempre voluto un cane, ma mia madre non me lo permetteva. Sebbene mio padre avesse capito i miei desideri. Era uno stalliere e un fabbro, e da lui probabilmente ho ereditato il mio feeling per gli animali. Comunque, mi portò una cagna meticcia, ma avemmo un grosso problema, tenerla lontano dai maschi quando era in calore. Così, decidemmo per un maschio. Io lessi molti libri e decisi che un Dobermann sarebbe stato il cane giusto www.schaferhunde.it

per me. C'era un campione tedesco che viveva vicino, così mio padre organizzò l'acquisto. Io avevo 16 anni al tempo e questo fu il mio primo cane da lavoro. Lessi molti libri sull'addestramento e cominciai ad addestrare questo cane come era descritto su questi libri. Feci molti tentativi ed errori e non conoscevo nessuno che potesse insegnarmi. Quando il cane aveva circa due anni, andai in un club per cani, non avevo la macchina, o la patente di guida, così mia sorella mi accompagnava due volte alla settimana dove noi lavoravamo. E così cominciai a fare la mia prima esperienza. Lì ero il più giovane "addestratore" ed ero a un livello superiore rispetto ad altri addestratori. Ad un certo punto iniziai a rivolgermi al più anziano dei figuranti ed egli diceva che sarei diventato un buon addestratore. Quando gli chiesi chi avrebbe vinto quel giorno, mi rispose che non avrei vinto; ottenni però i migliori punteggi nella prova. Di questo inizio fui molto fiero tanto che volli competere con gli addestratori anziani. Menziono questo Pag. 43


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perché molte persone pensano che ci sia bisogno di una categoria per i giovani. Io non lo penso. Sei molto soddisfatto quando da giovane puoi competere con gli adulti. Devi avere una particolare mentalità per questo sport, e devi essere ancora un "giovane" uomo. Questa non è uno sport per far divertire un bambino. In questo club avevo un amico, il suo nome era Klaus Huber, fu la prima persona a introdurmi all'addestramento a un livello superiore. Siccome ero molto sportivo in gioventù, spesso facevo il lavoro del figurante. Dopo un po', feci all'inizio da figurante in gara. Fui sorpreso quando tutti i cani corsero via. Quando, come da mia abitudine dissi "Andate a casa!", essi... andarono a casa. Allora c'erano diversi metodi di addestramento; noi non lavoravamo con la "preda" o con questi metodi. Lavoravamo con il "conflitto" e la "difesa". Tuttavia, quando minacciavo questi cani, tutti scappavano. Così a quel punto, fui considerato un figurante pericoloso e nessuno voleva lavorare con me. Così questo fu il mio inizio, la gente veniva ed io lavoravo molti cani. Alcuni anni dopo, andai a studiare a Gottingen. Klaus Huber mi disse che quando ci sarei andato, dovevo andare a Weendi. Mi disse che Guenther Washauser e Wolfgang Bechtold erano lì e che loro erano i migliori nella zona. E così quando ci andai, quello fu il momento in cui iniziai il vero sport cinofilo. Guenther e Wolfgang mi portarono ovunque e mi raccontarono tutto sulla SV (il club del Pastore Tedesco www.schaferhunde.it

n.d.r.). Io avevo iniziato nella DVG (il club del Dobermann n.d.r.), ma fu nel SV club che incontrai buoni amici e trascorsi bei momenti. Noi tre, Wolfgang, Guenther ed io riflettevamo discutevamo molto sul lavoro del cane, ma una rottura giunse la prima sera in quel Ortsgruppe Come consuetudine, la scuola aveva un cane molto forte che nessuno poteva toccare, e così stava nel canile tutto il tempo. Quel cane era così duro! Dunque, Guenther acquistò il cane, ma loro non riuscirono a farlo abbaiare. Il cane saltava sempre addosso al figurante senza abbaiare, Dissi, " Qualsiasi cane può abbaiare!" mi derisero e mi sfidarono: Fallo ! Allora, indossai il mio costume e andai alla cieca, avevo un scatola. Quando il cane giunse, gli spinsi la scatola sul muso e il cane incominciò "Bauf, bauf bauf..." mentre loro si guardavano uno con l'altro, chiedendosi, " Che cosa era successo?" lasciai mordere il cane e dissi "Che cos'era così tanto difficile?" Al tempo, non conoscevo le mie possibilità, ma pensavo di avere del feeling con lui. Allora ebbi un po' di fortuna. Nella zona c'era un uomo chiamato Bernard Mannel era il ' padre del moderno sport cinofilo. Fu il primo a descrivermi l'impulso alla preda" e "l' impulso alla difesa ". Ha pensato all' idea della preda; di insegnare al cane ad abbaiare permettendogli di mordere. Oggi si è ritirato. Divenne un giudice nella SV, ma lo cacciarono perché spesso era trent'anni avanti rispetto a qualsiasi altro. Siamo ancora dei buoni amici e Bernard ora è molto soddisfatto di me. Lo ho incontrato Pag. 44


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nuovamente qualche settimana fa e gli ho detto "Quando vedo ciò che stai facendo in questo club, mi piacerebbe essere 50 anni più giovane e ricominciare di nuovo". Quando stavo studiando per essere un insegnante (questo fu prima che diventassi un odontoiatra). Frequentai delle lezioni di biologia e studiai etologia, filosofia, e psicologia. Integrai tutto ciò nel mio sport cinofilo, chiedendomi se ciò poteva aiutarmi.(se ciò aveva qualcosa da offrire) Fu da questo che iniziammo a ideare un metodo. Dopo tre o quattro anni a Gottingen, successe che potei essere il figurante in una gara nella quale il Direttore del lavoro della zona era il giudice. Egli mi vide e si congratulò per il mio lavoro di figurante, dicendo "dovresti diventare un insegnante per figuranti "Chiesi a Guenther e disse "Dovresti farlo!". Acconsentii ma più tardi capii che fare insegnante figurante è qualcosa che non si insegna, ma devi fare le gare e fare la carriera di figurante. A quel tempo noi tre avevamo tante idee sulla "preda" sul "rinforzo" e ecc. Dissi a me stesso " Sono un figurante insegnante, allora insegnerò." Intorno al 1976 mi sedetti alla macchina da scrivere e scrissi 20 pagine sui nostri metodi con "la preda", "la difesa", come iniziare la difesa nella preda, e così via. Fui fortunato nel '79, perché quello fu l'anno in cui io vinsi per la prima volta la www.schaferhunde.it

Bundessieger (il campionato di lavoro tedesco n.d.r.) con Vargo v. Seebachtal. Tutto ciò avvenne quando il mio libro (sulle prove di Schutzhund) fu pubblicato, quindi, questo metodo di lavoro portò qualcosa alla rottura. Era la prima volta che qualcuno aveva vinto e scritto un libro su come addestrare i cani. Si... questa fu una vera rottura.

WSG; Un ottimo tempismo! HR; Era un tesoro per me. Mai più sarei stato in grado di dire qualcosa prima di farlo vedere. Era un tempo felice. Sono stupito quando guardo indietro e vedo che cosa ho scritto in questo libro. Quello era il tempo ín culi abbiamo cambiato f`addestramento, noi abbiamo visto i vantaggi della predazione e abbiamo cambiato tutto il lavoro della difesa al lavoro in Predazione. Facevamo ancora dei grossi errori con la predazione. Dopo qualche anno, ed avendo tirato su un po' più di cani, abbiamo realizzato che saremmo dovuti ritornare indietro sulla difesa e l' aggressione. Gradualmente, nel corso degli anni, la nostra conoscenza è aumentata e decisi di fare un aggiornamento. Questo aggiornamento fu la pellicola "Der Schutzdienst " del 1985. Penso che le copie illegali di questa pellicola debbano essere dappertutto. La qualità della pellicola deíi' origínale non era molta buona, ma quando vedo una di Pag. 45


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queste copie, non riesco a vedere niente! Allora nel 1995 lo abbiamo messo in evidenza nel "Introduzione allo Schutzdie nst. Questa era abbastan za nuova. Ho avuto un'idea sulla pressione , sulla focalizzazione dell'energia, e ho ritenuto che ciò dovesse essere pubblicato.

WSG; Ci racconti dei suoi cani. HR; Il primo anno che sono entrato nel Bundessieger nel 1978, avevo Mara ( v. Busecker Schloss) mi sono piazzato quinto, con 95,100, 99 fu solo sfortuna che non ha trovato l'ultimo tratto della pista, perché io persi la concentrazione toppo presto. Poi ritornai l'anno successivo nel '79, e vinsi con Vargo (v. Seebachtal). Nel 1980 mi presentai con Sagus (v. Busecker Schloss) perché promisi ad Alfred Hahn che avrei addestrato un cane per lui. Ogni anno andavo con un cane nuovo. Poi nel 1981 sono entrato con il mio Drechsler (v. Warnautal). L' ho condotto al Burdessieger sei volte, sempre pìazzandomi vicino al massimo, come ad esempio la vittoria dell' 82 il secondo anno. Per me in quel periodo era più facile in quanto i miei metodi di addestramento non erano così diffusi, www.schaferhunde.it

invece oggi li usano tutti.

WSG; C'è più competizione ora? HR; Si! Molta più competizione. In seguito nel '91, partecipai con Anker (v. Ursania), lo portato alle competizioni per circa cinque anni ed era uno dei figli di Drechsler. In seguito negli ultimi anni iniziai ad avere dei problemi di salute con i cani. Ho avuto un cane Asso (v. Zypressenhain) per un anno nel '95, ma l'ho dovuto sopprimere perché aveva una brutta colonna vertebrale. L'anno scorso ero di nuovo lì con il mio cane Raiser (v. Ankenrutt), lo chiamo Rasmus. Spero di divertirmi un po' con questo cane, nei prossimi pochi anni.

WSG; Dei cani con cui ha fatto delle competizioni c'è ne uno che ha preferito? HR; Bene, non c'è stato il cane dei miei sogni. Sono stato in tutto il mondo e non ho trovato altro che cani fino ad ora. Ciò che è interessante per me è il carattere individuale di ogni cane. La cosa che mi piace di più è tirare su un cane influenzandolo. Cerco di dargli un carattere fiero e dominante. Ecco questo è ciò che mi piace. La prima cosa che vi ho detto nel seminario è che bisogna divertirsi. Sono molto orgoglioso che i cani che ho tirato su abbiano partecipato al Bundessieger. La maggior parte degli addestratori del Bundessieger prendono un buon cane e poi lo lavorano. Sono molto pochi quelli che fanno nascere e Pag. 46


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lavorare i propri cani. Mi piacciono le grandi competizioni, ma quando hai avuto successo e ti sei fatto un nome c'è molto stress. Ogni mattina prima di una grande gara, sono nervoso e mi chiedo "Ma devo proprio farlo?". Ma c'è sempre qualcosa che mi spinge a farlo. La parte più bella è tirare su un cane e farne un buon lavoratore. Molte persone non capiscono perché io abbia fatto delle competizioni col mio Anker per cinque anni. Tutti dicevano che non era il mio solito standard.. io rispondevo "Be ..questo è il cane che ho ! " Così diedi il meglio di me. Di sicuro mi piace competere al Bundessieger ma, per vincere devi avere un cane molto buono. Così si hanno due possibilità: la prima, cercare il cane giusto per il resto della propria vita; la seconda, lavorare con ciò che si ha. Ad ogni modo non sento più il bisogno di vincere il Bundessieger . L'ho già vinto due volte e so cos'è. Inoltre non ho più il tempo per fare così tanto lavoro per poter competere ai massimi livelli.

livello in questo sport. Perché dovrei voler cambiare? C'è un detto: "Una tomaia deve stare con la suola delle sue scarpe:" WSG; Ci sono ancora altri obbiettivi a cui sta guardando? HR; No, la via è la meta! Il lavoro nel mio club, il lavoro con i miei amici, tirare su dei nuovi cani. Poi per esempio c'è venire in Inghilterra, incontrare nuovi amici, imparare qualcosa in più sugli sport cinofili nel mondo. Quando sarò stato in Finlandia, Svezia, Norvegia e Spagna e in qualunque luogo, e qualche anno dopo, un amico si sarà piazzato bene ai Campionati Mondiali, io sarò soddisfatto di ciò. Se ti arriva una lettera da delle persone che hanno vinto o si sono piazzate bene, dicendoti "Grazie mille per

WSG; Ha mai considerato di intraprendere un altro sport cinofilo, ad esempio il Ring? HR; Se iniziassi con un altro sport cinofilo dovrei ricominciare da capo. Mi piace lo Schutzhund; ho già raggiunto un buon

le conoscenza che mi hai dato.... "

Questo è ciò di cui sei fiero. Se ti accade questo, non hai bisogno di vincere. Per vincere devi avere tempo ed energie e devi investire di più. Io non posso farlo adesso. Quando incomincia la mia carriera professionale, mi sono detto che sarei stato più bravo come dentista che come addestratore di cani. Così tutte le mie energie sono nel mio lavoro. Le mie priorità sono uno, la famiglia : due, il mio lavoro: tre, lo sport cinofilo: in questo ordine.

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WSG: Ci sono state altre razze di cui si è occupato oltre a quelle del GSDs? HR: Come ho detto prima il mio primo cane è stato un Dobermann. Se potessi prendere un Dobermann con le orecchie tagliate e le qualità de! Pastore Tedesco, preferirei un Dobermann, perché mi piace l'aspetto. Ma la razza è andata giù di tono a causa dell'adattamento all'allevamento. Per le sue qualità i! Pastore Tedesco è il mio favorito. Sebbene al momento abbia dei dubbi, perché la razza sta iniziando ad avere dei problemi di salute. E' veramente difficile ora trovare un cane che sia in grado di camminare e muoversi senza soffrire dopo i sei anni. Questa è l'età in cui si dovrebbe appena iniziare a competere dopo quattro anni di addestramento. Ora a sei anni invece si rompono. Abbiamo molti problemi con il Pastore Tedesco, così sto meditando di cambiare razza da pastori a Malinois. Il Malinois ha un carattere estremamente buono per il lavoro. Molti miei amici dei cani sono già passati al Malinois proprio perché sono dei cani molto, molto buoni. Per me la cosa più importante ora è la salute e noi abbiamo dei problemi con i Pastori Tedeschi. Quando ho parlato degli allevatori che

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non hanno prodotto niente di usabile, intendevo come allevamento di cani da lavoro,,. Può sembrare che le linee di sangue dei cani da lavoro siano enormi, e siano le migliori, ma, non è la verità. Abbiamo comunque dei grossi problemi di salute. Ho osservato per più di 30 anni un grosso errore che facciamo. Noi selezioniamo i cani attraverso i loro problemi Gli salute. Oggi giorno abbiamo dei cani con delle ottime qualità, però a causa di questa discriminazione, a molti cani manca l' aggressività nel loro materiale genetico. Abbiamo sostituito questa mancanza di aggressivítà con un impulso ipertrofico alla predazíone. Nel seminario, ho detto che tirare su un carattere buono e forte significa insegnare al cane come far fronte ai problemi. Non importa se stai formando dei cani, dei bambini, o qualunque altra cosa, se vuoi tirare su un carattere forte, devi insegnargli a gestire i problemi. Ora parliamo della selezione negli ultimi 30, 40 anni, o poco più. Noi selezioniamo forti caratteri, con molte qualità nel cane da lavoro. Ma in quale modo esibiscono la loro forza? Non abbiamo chiesto al cane di tornare al carattere del passato. Abbiamo prodotto un pastore che ha un aspetto molto piacevole. Questo è un cane con la

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schiena curva. Per ottenere questa schiena curva, abbiamo "modifìcato" le ossa. Alla fine... quando cambi l'osso, l'osso cresce da qualche altra parte. Noi abbiamo pensato solo ad una dimensione mentre l'osso cresce in tre dimensioni. Non abbiamo realizzato che il canale per il midollo spinale diventava più stretto. Con la nostra selezione, abbiamo fatto crescere un osso dove non volevamo farlo crescere. Quando l' osso cresce interferisce con i nervi, questa è la spondilosi. Abbiamo anche avuto problemi con la cauda equina, questa è dove le lombari incontrano le vertebre sacre. In molti cani questo spazio non è pulito. C'è poco spazio per i nervi. Così quando il cane è giovane l'osso ha un tessuto scivoloso e mentre l'osso invecchia, il materiale scivoloso si calcifica; e così cosa succede? Succede che il nervo passa attraverso un canale già troppo piccolo. Finché il cane è giovane il nervo passa su un tessuto scivoloso, man mano che invecchia, l'osso si calcifica e diventa come carta vetro. Cosa succede quando un nervo passa sulla carta vetro tutte le volte? E' come ricevere la scossa. Man mano che il cane invecchia, vi è una sempre maggiore infiammazione del www.schaferhunde.it

nervo. Il nervo diventa sempre più stressato. L'osso invecchia di più, con più calcificazioni. Poi, all'improvviso, la funzione dei nervo si blocca, perché la membrana si è rotta. Quando il cane è giovane reagisce in questo modo: sono eccitati! ... Con la coda alta!... E si agitano!.. Questo è ciò che specificatamente abbiamo selezionato. Se l'infiammazione non è troppo grave; il cane fa di più, diventa più attivo; questo perché c'è sempre una stimolazione nella schiena. Se c'è invece più dolore nella schiena, ci sono due possibilità: o fa meno attività, o si rompe. E tu non useresti più questo cane in allevamento. Solo il cane con delle capacità in più va avanti con questo problema nella schiena. Vi ho fatto vedere questo al seminario, mettete i cani sotto stress ed otterrete di più. E tutti i cani a causa di questa pressione della colonna vertebrale fanno di più. Così noi abbiamo selezionato questi cani che fanno di più; ma, con questo dolore. combattono per la foro vita. Questi sono cani molto forti. Osservateli. Raramente avrete dei cani per tutte e tre le discipline (pista, obbedienza, e attacchi). Avrete dei cani che saranno buoni in obbedienza, ma non così buoni negli attacchi. E un cane molto buono Pag. 49


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negli attacchi peccherà in obbedienza, Inoltre non potranno fare il "seduto". Guardate ai campionati Mondiali o al Bundessieger ; molti cani non riescono a fare il seduto. Perché no? Questo è un esercizio facile. Perché Helmut Raiser, Franz Gugnon, Harou Masuda, tutti questi grandi addestratori, non riescono ad insegnare l' esercizio del seduto? Perché il cane non si siede? Perché, se si siede sulle vertebre gli fa male. Mi ci sono voluti 25 anni, per realizzare che abbiamo selezionato cani proprio attraverso questo dolore della schiena. Pensavamo di star selezionando forti cani con grandi Ma vedrai cani di 4, forse 5 anni. Se vi ricordate il padre del mio cane, è stato presentato per la prima volta a 5 anni. Poteva solo essere un gran cane nell'obbedienza; perché dopo aver saltato la palizzata poteva stare solo su tre zampe. Il mio cane ha lo stesso problema, non appoggia la zampa sinistra posteriore. Quindi, abbiamo selezionato le buone qualità attraverso il dolore nella

capacità, mentre, invece,. stavamo selezionando quelli con il male alla schiena. Tutte le nostre buone linee di sangue, che sono solo una manciata, sono piene di questi problemi. Immagino che siano all' incirca il 90%. Guardando l'età dei Pastori Tedeschi quando sono presentati alle grandi competizioni non vedrai mai un cane di 8 anni. Perché no? Questa dovrebbe essere l'età ideale, ogni cosa é già costruita e il cane è maturo.

WSG; I Malinois non hanno gli stessi problemi? HR; Non lo so! Ma la gente dei Malinois è più intelligente. Non fanno i raggi X; non ne hanno bisogno.

Se un cane può saltare una palizzata di 2,20m. fino a 10 anni, non ha bisogno di fare i raggi X. Nel Pastore Tedesco hanno lavorato per 40 anni per avere oggi delle anche migliori, ma non hanno migliorato. Infatti la colonna è peggiorata.

Le ragioni sono la Spondilosi e la Cauda Equina per queste due patologie non abbiamo mai eseguito controlli. Dopo i

primi 10 anni, hanno ottenuto dei risultati per le anche. Ora abbiamo un sistema di punti per la displasia e ne abbiamo

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schiena. Si doveva decidere: avere più qualità o meno qualità? Con minore qualità, il cane non morde, scappa via. Con maggiore qualità, c'è più dolore. C'è bisogno di più qualità per sopravvivere al dolore. Così abbiamo selezionato i cani con più problemi. Dieci anni fa, i cani si rompevano a 4 anni, oggi si rompono a 2.

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un'ottima conoscenza. Siamo stati stabili per la displasia per 30, 40 anni. Questo non ci ha aiutato molto,

la Spondilosi e la Cauda Equina stanno facendo i cani sempre pi첫 malati.

Articolo tratto da Dankim Foto di Gianni Pusceddu (SAS Karalis)

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HELMUT RAISER e “ Der Schutzhund”

Fino agli anni ’80 l’addestramento del cane in Germania si basava su metodi proposti all’inizio del secolo da Konrad Most e portati avanti poi dalle varie società specializzate al fine di esaltarne le caratteristiche di razza da una parte e farne uso sportivo dall’altra. Da un addestramento concepito per uso di polizia, si arrivò poi ad un addestramento a portata di tutti attraverso i Brevetti denominati con la sigla SchH (SchutzHund). Dal 1980 al 1985 in Italia ci fu una fase transitoria, poiché si percepivano dei cambiamenti oltre confine, ma gli scambi culturali e le innovazioni che stava apportando il dr.Raiser in Germania non erano alla portata del mondo cinofilo italiano. Mi ricordo benissimo quel periodo perché, come figurante ufficiale nelle prove di lavoro, dovevo proteggermi con una tuta “Frabo” pesantissima perché confezionata con un cuoio di notevole spessore e, nonostante ciò, molti denti entravano attraverso le cuciture, soprattutto www.schaferhunde.it

nella fase di affronto e abbaio o dopo il “lascia”, tanto che gli ematomi sulle gambe erano all’ordine del giorno. Il 1984 fu l’anno della svolta, anche per merito del campionato europeo (Europameisterschaft) svoltosi a Padova, dove il sottoscritto ebbe l’onore e l’onere di allenare per due settimane, come unico figurante, la squadra italiana. Vinse il nostro Richard Flor, ripetendo in parte il successo dell’anno precedente in Olanda (2° posto). La cornice dello stadio Appiani, l’organizzazione ai massimi livelli e la vittoria di un italiano lasciarono un segno indelebile sulle centinaia di appassionati che seguirono questo grande evento. Gli scambi d’informazione sulle nuove metodologie di addestramento passarono di bocca in bocca; il principale argomento di discussione era il cambiamento che stava avvenendo in Pag. 52


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Germania per opera del Dr. Raiser il quale, alcuni anni prima, nel 1981, ebbe il merito di pubblicare il suo libro Der Schtzhund dopo aver vinto, nel 1979, il campionato tedesco di lavoro ( Bundessieger). Numerosi furono i seminari tenuti da Raiser in tutta Europa e importantissimo fu il primo video del 1985 dal titolo Der Schutzdienst, che contribuì in maniera definitiva alla consacrazione di questo nuovo addestramento fatto non solo di “frusta”, ma di una applicazione teoricopratica relativa alle pulsioni di preda, di difesa e di lotta, secondo i dettami dell’ etologia e della psicologia. In questo periodo Helmut Raiser venne ad Appiano con un suo figurante di nome Reinhold Walter, che divenne poi un riferimento per il nostro gruppo veneto attraverso numerosi Seminari, alcuni tenuti sul mio campo, con la preziosa collaborazione di Stefano Codemo. In quel periodo Raiser tenne un Seminario anche a Bologna e poi, nel 1991, anche dalle mie parti, a Marcon (VE), sempre con Stefano Codemo come interprete. Nel 1990 venne divulgato il video Von Aggression bis Zwang dove Raiser apportò delle modifiche al suo metodo, soprattutto sul bilanciamento tra pulsione predatoria, www.schaferhunde.it

pulsione di difesa e costrizione. Un’altra modifica fu introdotta nel 1995 con il video Pressing in Schutzdienst. Dal 1985 in poi, per merito del materiale appena elencato e delle iniziative culturali portate avanti da un gruppo di appassionati (tra cui, oltre il sottoscritto, anche Stefano Codemo, Adriano Baron, Gianni Andolfatto e altri), la Regione Veneto fece un investimento tecnicoculturale enorme che permise, negli anni seguenti, risultati importanti nei campionati italiani e nelle selezioni (Codemo con il Cyrus, allenato anche sul nostro campo, salì sul podio agli europei FCI del 1989). L’ultimo Seminario di Raiser a cui ho partecipato è stato tenuto a Bibbiano di Reggio Emilia nel 2008 dove venne illustrato un nuovo modello didattico da applicare nel lavoro di difesa. Dopo aver letto e messo in pratica, dal 1985 in poi, il libro Der Schutzhund e studiato i contenuti dei video pubblicati dal Dr. Raiser, mi ritengo privilegiato e onorato di aver contribuito, anche solo in parte, all’accensione di molti “focolai culturali” in Veneto e in altre parti della Penisola. Ciò ha permesso a molti conduttori e figuranti di toccare con mano, in anteprima, tutte le tecniche portate dalla filosofia del Dr. Raiser e dei suoi collaboratori. Pag. 53


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Il

libro Der Schutzhund”, che mi auguro possa venir tradotto quanto prima anche in Italia, è stato da sempre “il manuale del figurante”. Non del figurante di prova bensì del figurante di campo, quello che deve analizzare, incrementare e controllare le pulsioni del cane. Ho detto analizzare perché nel libro si afferma in modo esplicito che nessuna lavorazione può essere eseguita sul cane se prima non viene fatta una valutazione quantitativa sulle pulsioni che entrano in gioco nel lavoro di difesa e cioè: pulsione predatoria (beutetrieb), pulsione di difesa (wehrtrieb) e pulsione di lotta (kampftrieb). Nel testo vengono sviscerati a fondo tutti i principi etologici che stanno alla base di queste pulsioni. Dopo questa analisi vengono descritte le tecniche, anche con l’aiuto di molte foto in sequenza, per poterle incrementare. Per finire, nell’ultima parte del testo, vengono illustrati i sistemi di controllo per quanto riguarda il “lascia” e la perlustrazione dei nascondigli. L’Autore insiste “sull’importanza della formazione teorica come premessa ad un lavoro pratico con il minor numero di errori possibili”. Ecco allora emergere il concetto di “ciclo di funzione” che porta il cane ad agire verso la “meta istintiva”, così come viene spiegato nei dettagli il www.schaferhunde.it

comportamento che dovrà avere il figurante per procurare una “minaccia insicura” ,in modo tale da competere con il cane applicando “l’arte del saper perdere”. Non a caso il figurante viene considerato da Raiser un “aiutante” (helfer). Così come non mancano le raccomandazioni a non incrementare l’istinto di difesa prima del secondo o terzo anno di età. A tal proposito, numerosi sono i consigli su come “sfruttare le insicurezze” del cane, per poi canalizzarle nella sicurezza della presa predatoria. Sempre in tema di etologia, viene spiegato il concetto di “distanza critica”, “distanza di fuga” e “distanza individuale” nelle lavorazioni di competizione, così come vengono analizzati a fondo gli argomenti relativi allo “stato di conflitto”, alla “sommatoria di stimoli” e all’“affaticamento specifico” degli stessi. Per quanto riguarda la psicologia, l’autore espone scientificamente l’argomento che sta alla base di tutti i seminari moderni sull’addestramento: il condizionamento classico e il condizionamento strumentale, con la differenza che ne ha parlato trent’anni fa, mentre da noi l’argomento è rimasto tabù per la maggior parte dei cinofili. Questo “vuoto di conoscenza”, forse voluto ad arte da parte di qualche “boss” delle società specializzate ha portato, in questi ultimi anni, ad una mancata formazione e aggiornamento dei figuranti, penalizzando quindi quello che in altri Paesi è uno “stile unificato di comportamento” soprattutto per le grandi Prove. Negli ultimi tre Corsi per figuranti ufficiali ENCI il sottoscritto, incaricato come relatore di Psicologia e metodologia dell’addestramento, ha dovuto lottare per dotare i partecipanti, quasi un centinaio, di una dispensa di Pag. 54


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cinquanta pagine relativa all’argomento e per proporre un “protocollo di comportamento” che unificasse lo stile dei figuranti in gara. Queste innovazioni culturali, probabilmente, hanno dato fastidio a qualcuno e, purtroppo, tutto è tornato come prima. La teoria, specie quella della didattica moderna, infastidisce certi “praticoni” del vecchio addestramento. Certo è che, continuando così, questi “manovali” andranno a costruire delle case con continuo pericolo di crollo, perché prive di quei calcoli scientifici determinanti per la sicurezza dell’opera. Per concludere, d’accordo con quanto affermato dal grande filosofo E. Kant che diceva “La teoria senza la pratica è vuota, la pratica senza la teoria è cieca”, mi auguro che questa esposizione contribuisca nell’aiutare tutti noi, amanti dell’addestramento sportivo “su base amatoriale” ad essere, in futuro, meno “vuoti” e meno “ciechi”.

Autore: Guido Cecchinato Dal sito Giubberosse www.schaferhunde.it

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Inaugurato a Verona il primo Gruppo Locale RSV2000 in Italia di Alessio Nisticò Sabato 6 e domenica 7 aprile si è tenuta a Lugagnano di Sona l’inaugurazione ufficiale del primo Gruppo Locale costituito al di fuori della Germania, della società a tutela della razza d cane da Pastore Tedesco RSV2000. Per l’occasione sono intervenuti diversi dirigenti del Consiglio Direttivo, tra i quali il fondatore e promotore di RSV2000, dottor Helmut Raiser, accompagnato da alcuni Responsabili Tecnici Regionali (LCC) giunti appositamente dalla Germania. Anche il Presidente Eugen Ecker, impossibilitato da impegni improrogabili ad essere fisicamente presente, ha testimoniato la propria vicinanza attraverso messaggi inviati in tempo reale a mezzo email.

Le due giornate si sono svolte all’insegna della vera passione e cultura cinofila, che ha coinvolto in prima persona anche i partecipanti intervenuti. Il presidente del Gruppo Locale RSV2000 Verona, Davide Pajola, ha presentato tutti i membri del Consiglio Direttivo che quotidianamente lavorano allo sviluppo dei progetti avviati; il Responsabile Tecnico Demis Benedetti ha illustrato il programma didattico 2013 che prevede seminari specificamente dedicati a formare conduttori, figuranti e giudici, attraverso moduli teorico-pratici nei quali saranno forniti strumenti operativi sviluppati alla luce delle competenze distintive necessarie in ambito di selezione per l’allevamento e di preparazione per l’addestramento. Il dottor Helmut Raiser, molto atteso in Italia (mancava da oltre 5 anni) ha illustrato la missione di RSV2000, nata nel 2007 per garantire la salvaguardia del cane da Pastore Tedesco come l’aveva voluto il fondatore della razza Capitano Max von Stephanitz, ovvero un cane polifunzionale da Utilità, adatto a cimentarsi nel lavoro di ogni giorno come conduttore di bestiame e ausiliario agricolo, come risorsa tattica nelle operazioni di Polizia e Militari, come specialista nelle prove sportive di Utilità e Difesa. www.schaferhunde.it

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Per conseguire tale obiettivo, RSV2000 ha stabilito un preciso disciplinare al quale ogni allevatore, che intenda aderire, deve conformarsi. Ispirato ai principi del “miglioramento continuativo” (utilizzati anche dalle aziende che perseguono la “qualità totale”) il processo prevede un circolo virtuoso articolato in quattro fasi:

La metodologia RSV2000 prevede l’utilizzo di metriche omogenee, da impiegare in tutte le fasi del processo, al fine di conseguire risultati quanto più possibile oggettivabili e scientificamente dimostrabili. In coerenza con ciò, la giornata di sabato è iniziata proprio con le attività di “avvistamento” dei soggetti potenzialmente interessanti a scopo riproduttivo. RSV2000 ha sviluppato modelli di rilevazione delle caratteristiche ci ciascun soggetto, che prevedono: -

elementi morfologici, rilevati attraverso misurazioni e proporzioni cinometriche, a cui vengono attribuiti un massimo di 1000 punti rispetto allo standard stabilito per il cane da Pastore Tedesco; elementi caratteriali, organizzati nelle direttrici principali (predatorietà, aggressività, obbedienza) a cui vengono ugualmente attribuiti 1000 punti, rilevati attraverso l’osservazione del comportamento assunto nelle diverse sequenze del test. Al riguardo giova sottolineare come la quarta componente che viene verificata è l’indifferenza a stimoli inoffensivi, ovvero l’equilibrio psichico del cane, richiesto obbligatoriamente a pena di esclusione da ogni ipotesi selettiva.

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Per ridurre al minimo la soggettività dei giudizi, RSV2000 ha elaborato apposite matrici di analisi (ZG Matrix) scaricabili gratuitamente dal sito istituzionale, differenziate in funzione dell’età: -

cuccioli (4-6 mesi) Jugendsichtung http://www.rsv2000.de/export/sites/default/de/media/downloads/sichtungen-undkoerungen/jugendsichtung-matrix.pdf

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giovanissimi talenti (7-12 mesi) Junghundsichtung http://www.rsv2000.de/export/sites/default/de/media/downloads/sichtungen-undkoerungen/junghundsichtung-matrix.pdf

-

giovani talenti (oltre 12 mesi) Talentsichtung http://www.rsv2000.de/export/sites/default/de/media/downloads/sichtungen-undkoerungen/talentsichtung-matrix.pdf

La morfologia del cane, per RSV2000, non si riduce tuttavia alle sole proporzioni funzionali; è infatti richiesta anche la buona costituzione fisica, da documentarsi attraverso referti clinici (tra i quali le lastre di anche e gomiti) che vengono associati nella banca dati al DNA raccolto obbligatoriamente per ciascun esemplare. La banca dati centralizzata, ad accesso in tempo reale per tutti i soci, costituisce un altro degli elementi qualificanti la metodologia di selezione di RSV2000.

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Infatti, tutte le misurazioni cinometriche e le valutazioni attitudinali effettuate per ciascuno dei potenziali riproduttori, vengono correlate con il suo patrimonio genetico, in modo tale da consentire: - l’individuazione dei caratteri trasmessi da ciascuna linea di sangue, ricostruendo i genotipi a partire dalla manifestazione dei fenotipi nelle generazioni successive e collaterali; - la determinazione dei potenziali partner per futuri accoppiamenti, prevenendo la coniugazione di soggetti ambedue eccedenti o carenti in taluna delle caratteristiche essenziali. I risultati, che già stanno cominciando a fornire evidenze statisticamente interessanti, sono destinati a prodursi nell’arco di alcune generazioni. Ancora sulla metodologia di selezione, vale la pena osservare come RSV2000 consenta un numero limitato di accoppiamenti, per ciascun riproduttore, in funzione del livello selettivo a cui è giunto. L’attestazione delle rilevazioni effettuate in fase di avvistamento e successiva valutazione, viene documentata da RSV2000 attraverso appositi certificati che dovranno accompagnare il pedigree di ciascun soggetto, rilasciato dall’Ente cinofilo di competenza. Per poter essere impiegato in riproduzione a tutti gli effetti, infatti, il cane deve necessariamente conseguire nel tempo i brevetti richiesti successivamente: - Koerung 1 all’età di 2 anni; - Koerung 2 all’età di almeno 5 anni: - Koerung 3 all’età di almeno 8 anni. Interessante, al riguardo, considerare come i brevetti Koerung 2 e Koerung 3, oltre a una prova di lavoro basata sul Regolamentare IPO, prevedono un “fitness test” nel quale il cane è chiamato a dimostrare la propria eccellente costituzione fisica e stato di salute, superando la palizzata verticale di 180cm ed il salto della doppia barriera (altezza 1 metro x profondità 1 metro). Ci permettiamo l’ultima notazione, riguardo alla metodologia di selezione e allevamento, riguardo alla cura che ciascun allevatore deve avere per i propri cani: vengono inflitti punti di penalizzazione qualora il cane sia in condizioni anomale di alimentazione (obesità o deperimento), nonché di igiene (ad esempio attraverso l’ispezione del pelo), sebbene questi ultimi non possano ricondursi a genotipi di interesse zootecnico, sono tuttavia stabiliti per scoraggiare quanti vogliano avvicinarsi a RSV2000 senza aver a cuore il benessere del cane in generale e del Pastore Tedesco in particolare! Una volta rilevate, le doti attitudinali di ciascun cane devono essere opportunamente esercitate attraverso le metodologie di addestramento, sviluppate nel corso di oltre 30 anni a partire dagli studi che lo stesso dottor Helmut Raiser aveva formalizzato nel celebre manuale “Der SchutzHund” (1981). Senza nascondersi dietro facili buonismi, Helmut Raiser ha illustrato attraverso materiale multimediale e poi dimostrato sul campo, le diverse fasi dell’addestramento, che a www.schaferhunde.it

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seconda delle caratteristiche di ciascun soggetto prevedono successivi momenti di apprendimento, basati su: - rinforzo positivo continuativo, per insegnare al cane ciò che vogliamo che lui esegua; - rinforzo positivo discontinuo, per sviluppare ed accrescere la sua voglia di lavorare; - rinforzo negativo, per focalizzare l’attenzione del cane sul risultato, una volta che abbia già la necessaria esperienza lavorativa. Diversamente da quanti confondono strumenti e metodi, Helmut Raiser ha dimostrato come gli elementi imprescindibili nell’addestramento sono da ricercarsi in: - precisione del segnale che si voglia dare al cane (che deve essere per quanto possibile monosillabico e accompagnato da un linguaggio posturale attraverso il quale si indichi esattamente al cane cosa debba eseguire); - coerenza dell’esito (premio o punizione) conseguente all’azione intrapresa dal cane, che deve essere calibrato in funzione della sensibilità di ciascun binomio ed essere abbinato al tono di voce che tempo per tempo dovrà sostituire il condizionamento diretto, avendone la stessa qualità; - tempismo, sia nel dare il comando che nel confermare l’esito, a livello acustico e posturale. Il dottor Raiser ha dato una dimostrazione di avviamento agli esercizi di ricerca su Pista, preparando un cucciolo di soli 5 mesi che mai vi si era cimentato; il pubblico intervenuto ha avuto modo di constatare che la comunicazione efficace da parte del conduttore, consente al cane di apprendere immediatamente qualsiasi nuovo esercizio. Il cuore della manifestazione è stato ovviamente la dimostrazione degli esercizi di Difesa, particolarmente attesi da tutti gli appassionati. Ancora una volta, il dottor Raiser ha voluto rimarcare l’importanza della comunicazione tra cane e conduttore, alla base della costruzione del binomio. Per questo, di fondamentale importanza è anche il ruolo del figurante-addestratore, che deve supportare il conduttore nell’indirizzo delle pulsioni naturali del cane. Com’è noto, il metodo sviluppato da Helmut Raiser prevede la gestione degli istinti del cane, attraverso il passaggio da stati di quiete in condizioni di indifferenza (arancio) a stati attivi in risposta a determinati stimoli (verde per la predatorietà, grigio per l’aggressività, blu per l’obbedienza al conduttore).

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Ciascuna delle fasi viene mantenuta per un sufficiente intervallo di tempo attraverso opportuna stimolazione, fissando in questo modo (attraverso la gestione dei rinforzi) nel cane la corretta gestione di ciascuno degli stati. Una volta appresa la gestione della dinamica conseguente a ciascuna pulsione, il cane viene guidato al passaggio tra ciascuno dei diversi stati attivi, che vengono tra loro alternati dagli stimoli forniti dal figurante:

Lo schema di addestramento fa dunque leva sui medesimi elementi caratteriali, rilevati in sede di avvistamento dei potenziali talenti e valutati ai fini della selezione, che il cane deve necessariamente possedere, anche se tra loro in diversa proporzione. L’obiettivo finale di tutto il lavoro è dunque finalizzato verso l’unico scopo di recuperare e salvaguardare le capacità funzionali tipiche del cane da Pastore Tedesco, che si verificano in tutte le condizioni di lavoro. L’occasione dell’inaugurazione ufficiale del nuovo Gruppo Locale a Verona (il primo al di fuori del territorio tedesco, al quale stanno seguendo nuovi Gruppi in tutto il mondo, dalla Norvegia all’Argentina, agli Stati Uniti d’America) è stata anche l’ideale vetrina per presentare il calendario formativo 2013, che prevede seminari per conduttori, figuranti e giudici di Utilità e Difesa, offerti a prezzi popolarissimi, nello spirito di condivisione e diffusione della cultura cinofila RSV2000.

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Dall’interesse che abbiamo riscontrato nell’occasione, ci sentiamo anche di poter prevedere la prossima apertura di nuovi Gruppi Locali in diverse località italiane, nonché la costituzione di un Centro di Competenza magari proprio a Verona.

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la sQuola tele-cinofila di Vittorino Meneghetti

Comincio scherzosamente con questo articolo, nel quale voglio parlarvi di una scuola o meglio di tante scuole con la Q, nel senso che sono scuole nelle quali non impari un mestiere e neppure l’ABC del mestiere stesso, ma consegui comunque un fatidico “pezzo di carta” con il quale puoi sentirti più o meno legittimato a improvvisart i in un mestiere.

mio metodo è guardare al passato, per questo vi racconterò un po’ di storia vissuta, attraverso gli ultimi decenni della cinofilia italiana.

Sempre scherzosam ente, facendo il verso alla celebre Scuola Radio Elettra, ho definito tele-cinofile le scuole che offrono una didattica a distanza… distanza dal cane innanzi tutto, ma anche distanza dal docente, persino, in buona parte dei casi!

Il mercato dei corsi di formazione è stato avviato agli inizi degli anni ’90 e devo confessare che proprio il sottoscritto è stato tra i primi a promuoverlo . A quel tempo fondai con alcuni amici e colleghi l’A.I.A.P. (Associazio ne Italiana Addestratori Professionis ti per cani da utilità) perché mi posi il problema della continuità dei futuri addestratori, che avrebbero dovuto sostituire noi della vecchia guardia.

Sembra diventata la moda del momento, trovi più addestratori e soprattutto educatori di cani, in giro, che fruttivendoli o calzolai! Forse il loro numero supera persino quello dei clienti! Eppure, ogni anno, aumenta l’offerta di corsi di formazione (ed il relativo costo)… per capire il presente, come di consueto, il

Ricordo che quando fu presentato il progetto di costituzione dell’A.I.A.P, invitammo circa 150 persone tra addestratori, allevatori, veterinari, giudici E.N.C.I. ed appassionati. Invitammo anche l’E.N.C.I. che non inviò nessun rappresentante, ma una lettera raccomandata del Consiglio Direttivo che

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ci augurava buon lavoro! Successivamente iniziammo ad organizzare corsi per addestratori cinofili di cani da difesa ed utilità. Dopo circa due anni di corsi per addestratori, l’idea fu emulata da un centro cinofilo (che per discrezione non amo ricordare), che si mise ad organizzare corsi per educatori cinofili e cominciò a sfornare una miriade di dilettanti allo sbaraglio che inflazionarono

già il mercato di quel tempo. A metà degli anni ‘90 esplose anche il boom delle scuole nord-europee, che approdarono in Italia proponendo il metodo “gentilista” (perché gentili, con i cani, lo siamo sempre stati pure noi, ve lo garantisco), la cui principale filosofia è sempre stata quella di definire qualsiasi comando (persino il banale “seduto”) come una prevaricazione/maltrattamento, mentre invece proponevano l’uso del bocconcino come soluzione per tutti i www.schaferhunde.it

problemi. Grazie alle ideologie ed ai fanatismi animalisti, questa filosofia è giunta fino ai giorni nostri, sebbene non sia mai riuscita a dimostrare quale sia il confine etico tra maltrattamento e benessere, né ad improntare il benessere alle condizioni naturali di vita animale. Con il passare degli anni e l’avvento della comunicazione di massa, questa scuola di pensiero ha progressivamente catalizzato l’attenzione dei più giovani e inesperti, attraverso siti internet, libri, seminari, trasmissioni televisive, finalizzati ad imporre un dualismo immaginario tra “educazione” e “addestramento”, in una eterna guerra tra il “bene” e il “male”, nel quale “angeliche” figure combattono con il metodo “gentile”, contro i “diabolici” professionisti rimasti ancorati al metodo “tradizionale”! Sarebbe lungo addentrarci nelle dinamiche tutt’altro che moderne (ed in molti casi tutt’altro che “gentili”, nel senso di rispettose del cane) di queste metodologie nord-europee, e ci porterebbe lontano dalla nostra trattazione; la mia esperienza propone invece un altro dualismo: sono consapevolmente in malafede impegnati a far leva sull’emotività dei clienti, oppure sono essi stessi ingenui ed – a mio modo di vedere – incoscienti “dilettanti allo sbaraglio”? Pag. 64


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La situazione, da critica, è divenuta viepiù drammatica, perché il mass-marketing ha creato una vera e propria Babele: l’unico ente (l’E.N.C.I.) che avrebbe avuto l’autorità per poter regolamentare e gestire questo settore, s’è dimostrato cieco e sordo, sino a perdere persino la propria veste referenziale. Dal 1996, i centri cinofili hanno cominciato a spuntare come funghi, non più limitandosi a proporre corsi di addestramento (per privati cittadini, padroni e conduttori di cani) ma anche corsi “professionali” per addestratori ed educatori, ovviamente molto costosi, perché destinati a legittimare nuovi “illustri dilettanti” che a loro volta avrebbero così organizzato i loro corsi, perpetrando operazioni sicuramente efficaci dal punto di vista commerciale, ma altrettanto povere dal punto di vista culturale! Tutto ciò ha creato una vera e propria anarchia di libero mercato, un Far West dove tutto è il contrario di tutto, dove tutti ritengono di essere i depositari della verità e della ragione, si contrappongono e distinguono sulle terminologie (per segmentare la clientela), ma pochissimi in verità possono vantare la padronanza di metodi e tecniche di lavoro. Sempre nello stesso anno 1996 è scoppiato – guarda caso – anche il boom dei così detti “veterinari etologi” e “comportamentalisti”. Ricordo che al tempo mi consultai con un vecchio amico, che nel frattempo si era stabilito a Londra, dove era diventato Presidente dell’Ordine dei Veterinari Europei. Mi disse che nel nostro Paese, i proprietari www.schaferhunde.it

dei cani non si erano mai rivolti ai veterinari per risolvere problemi di gestione e migliorare il controllo del cane, bensì sempre agli addestratori cinofili! Mi confermò anche che, in Italia, non sono mai esistite lauree in etologia canina e comportamentismo, ma casomai corsi post-laurea (peraltro, essendo l’etologia la materia che studia il comportamento degli animali, deve ritenersi etologo chiunque li osserva e li studia sul campo). Purtroppo, proprio perché scarseggia la clientela che abbisogna di servizi veterinari “di base” (molti cani neppure vengono regolarmente vaccinati, ahimè) e non essendoci “lavoro per tutti”, una parte dei professionisti ha pensato bene di riconvertirsi al mercato della “medicina comportamentale” tanto di moda, sebbene i cani affetti da vere e proprie “patologie” fossero pochissimi, peggiorando ulteriormente la situazione: la contrapposizione tra addestratori e veterinari determinò una situazione di conflitto di competenze e conseguente confusione nei proprietari di cani. Con l’aiuto di un amico giornalista scrissi una lettera aperta su una rivista veterinaria, spiegando quello che stava succedendo, proponendo l’incontro tra le parti, una sorta di tavola rotonda, per trovare un accordo di collaborazione: era il 1997, la prof. Marina Verga (titolare della cattedra di zootecnia della facoltà veterinaria di Milano) raccolse l’invito ed organizzò l’incontro nell’aula universitaria dove teneva lezione, ospitando le due delegazioni. Altre al sottoscritto, portavoce degli addestratori, parteciparono altri sei/sette colleghi ed Pag. 65


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una decina di veterinari etologi. Dopo un lungo dibattito e discussioni animate, accuse reciproche di incompetenze, quell’incontro non sortì nulla di positivo. Il fenomeno non era tuttavia ancora arrivato al culmine: negli anni successivi proliferano ulteriormente i centri cinofili che organizzavano corsi di formazione e persino l’università di Parma aveva messo nella sua offerta didattica corsi per educatori cinofili, destinati a licenziare decine e decine di velleitari addestratori/educatori, fino da avere lo stesso problema dei veterinari (più medici che cani da curare), più addestratori che cani da addestrare! Come si suol dire “chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati”, finalmente l’E.N.C.I. ha ufficializzato nel 2006 il primo disciplinare degli addestratori cinofili, molto atteso soprattutto da quelli come me della vecchia guardia, che aspettavano un riconoscimento da più di quarant’anni!

Particolare a mio avviso di importanza non secondaria: solo il 10% di essi sono professionisti dell’addestramento, che pagano le tasse ed esercitano l’attività a tempo pieno: , il restante 90% sono “cinofili della domenica”, ovvero hobbisti che dal lunedì al venerdì svolgono le loro mansioni lavorative in uffici e aziende produttive, poi durante il fine settimana indossano i panni dell’addestratore! Visto il numero elevato di iscritti, l’E.N.C.I. deve aver pensato bene di inserirsi nel business, dando così definitivamente il colpo mortale alla categoria degli addestratori professionisti, favorendo il profitto a discapito della cultura cinofila e proponendo un piano didattico per corrispondenza (!) al quale dovrebbero seguire alcune lezioni pratiche presso scuole accreditate.

Purtroppo la montagna partorì un topolino (essendo della vecchia guardia vedete che faccio largo uso della saggezza tradizionale), infatti si capì subito che non era altro che una “patacca d’autore” con molte incongruenze (come dettagliatamente scritto nella lettera al Presidente, datata 2011).

Vorrei ricordare che fino a poco tempo fa, nello statuto E.N.C.I., non era previsto alcun tipo di riconoscimento alle “associazioni di addestratori” e neppure agli addestratori singolarmente, anzi a questi ultimi era preclusa la possibilità di fungere da giudici nelle prove di lavoro, in quanto si riteneva che potessero essere in conflitto di interesse (disonestà etica)… esattamente al contrario di quanto disposto per le esposizioni di bellezza, nelle quali soltanto gli allevatori potevano ricoprire il ruolo di giudici!

La frittata non era però ancora completa, quindi com’è usanza in Italia si pensò bene di perfezionarla dopo cinque anni, con il secondo disciplinare che prevedeva non più un Albo professionale, bensì un semplice Registro (a marzo 2013 annovera oltre 1200 iscritti).

Arrivati a questo punto mi pongo una domanda, ossia quale è il vantaggio di essere iscritto nel registro dell’E.N.C.I. come addestratore cinofilo, visto e considerato che l’Ente non solo non tutela i professionisti dell’addestramento, ma non regolamenta nemmeno il settore?

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In fondo, ogni giorno che passa, vediamo campeggiare sui siti internet nuove sigle associative, patrocinate o meno da altri Enti ed Istituzioni che nulla c’entrano con l’addestramento dei cani (ad esempio Legambiente e CONI – che anzi neppure prevede le discipline di Utilità e Difesa, a parere del sottoscritto quanto di più vicino potremmo considerare a una disciplina olimpionica).

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Mettiamoci pure le (per me censurabilissime) trasmissioni televisive che più o meno sottilmente favoriscono il fai-da-te, nonché i diversi siti che vorrebbero promuovere la cultura cinofila, mi sembra proprio che una volta eravamo solo Commissari Tecnici della Nazionale di calcio del bar… adesso siamo pure tutti addestratori ed educatori/comportamentalisti del cane del vicino di casa!

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