ICT n. 5 - Supplement of ipcm® 2014 n. 27

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ICT ICT HIGHLIGHT EDITORIAL

by Paola Giraldo

T

he contrast between solvent-based cleaning – polluting, dangerous and considered “doomed to be abandoned” – and detergentbased cleaning – passed off as a heal-all for any cleaning application and, above all, as a technology with a low environmental impact – is a typically Italian misrepresentation, fomented by some magazines and from the stage of some conventions. Although the regulations on environment and health have been transposed by all member states, sometimes even before Italy, in no other European country the solvent-based cleaning process has been so demonised. Quite the contrary! In Germany, for example, many important companies successfully offer the market both technologies and different firms specialising in various cleaning techniques team up to offer their customers a package of solutions able to meet all their cleanliness requirements. The focus of the market is no longer on the cleaning product, but on the overall process, with a broader understanding of the safety and environmental impact concepts. This includes not only the emission level, but also the consumption of water and energy, the formation of waste to be disposed of and of waste water to be treated, as well as the productivity and quality levels. It would be unrealistic not to acknowledge that much water has passed under the bridge since the solvent-based cleaning process entailed open tanks filled with trichloroethylene. The perspective has changed: It is not (and maybe it has never been) about replacing solvents with eco-friendly products, but rather managing to employ the new generation solvents in a safe and environmentally friendly way. This issue of ICT – a special issue for the parts2clean trade fair, the most important exhibition for the industrial cleaning field at the European level – contains many examples of successful application of both technologies, each with its own advantages depending on the type, the material, the contamination level and the intended use of parts. In one of these case studies, we will even present a synergy between detergent and solvent-based cleaning technologies, used on the same components, one after the other, to achieve the required quality. As always, it is the market that decides.

Q

uella della contrapposizione fra lavaggio a solvente – inquinante, pericoloso e dato in via di estinzione - e lavaggio a detergente – spacciato come panacea per qualsiasi applicazione di lavaggio e soprattutto come tecnologia a basso impatto ambientale – è stata una distorsione tutta italiana, fomentata dalle pagine di qualche rivista e dal palco di qualche convegno. In nessun altro paese europeo, sebbene le normative a livello di ambiente e salute siano state recepite da tutti gli stati membri, talvolta ancor prima che in Italia, si è verificata una tale demonizzazione del lavaggio con i solventi. Anzi. In Germania, ad esempio, aziende di primo livello offrono con successo al mercato entrambe le tecnologie o, ancora, aziende specializzate ognuna in una diversa tecnologia di lavaggio si alleano per proporre ai clienti un pacchetto di soluzioni in grado di soddisfare tutti i requisiti di pulizia. L’attenzione del mercato non è più sul prodotto di lavaggio ma sul processo globale, con una comprensione del concetto di sicurezza e impatto ambientale più ampia e articolata, che va a comprendere non solo le emissioni ma anche il consumo di acqua, di energia, la creazione di rifiuti da smaltire e di reflui da trattare e che non perde mai di vista il concetto di produttività e qualità. Poco realistico sarebbe non rendersi conto che molta acqua sotto i ponti è passata da quando lavaggio a solvente significava vasche aperte piene di trielina. La prospettiva è cambiata: non si parla più (e forse l’industria non ne ha mai parlato) di sostituire il solvente con prodotti ecologici, ma di come riuscire ad impiegare i solventi di nuova generazione in modo sicuro ed eco-compatibile. Questo numero di ICT, uno speciale per la fiera parts2clean, la più importante a livello europeo sul lavaggio industriale, riporta numerose testimonianze di casi di successo di applicazione di entrambe le tecnologie, ognuna con i propri vantaggi rispetto al tipo di pezzo, di materiale, di contaminazione e di utilizzo finale. In una di queste case-study si assiste addirittura a una sinergia tra lavaggio a detergente e lavaggio a solvente, impiegate entrambe e sullo stesso pezzo, una dopo l’altra, per ottenere la qualità richiesta. Come sempre è il mercato che decide.

Francesco Stucchi Editor

3 JUNE 2014


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