ipcm® 47 Magazine (settembre/ottobre 2017)

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EDITORIAL

Come possono i trattamenti di superficie e di finitura contribuire alla sostenibilità? In due modi: da un lato con lo sviluppo di tecnologie e prodotti più sostenibili e sicuri che in passato. Dall’altro lato supportando con nuove funzionalità superficiali la creazione di prodotti, strutture e infrastrutture meno impattanti sull’ambiente, dunque in grado di garantire uno sviluppo sostenibile della società e dei consumi. Quella del settore dei trattamenti di superficie è, da decenni, una sfida contro l’impatto ambientale e la pericolosità delle tecnologie e delle sostanze chimiche impiegate nei vari processi di trattamento: pensiamo, per citare solo alcuni esempi, all’eliminazione del TGCI (triglicidil isocianurato), un reticolante utilizzato nelle vernici in polvere sin dagli anni ’70, alla sostituzione delle vernici liquide ad elevato contenuto di COV con i prodotti a base acqua, alla messa al bando del Cr VI dai prodotti di pretrattamento sino all’implementazione delle normative ATEX nelle applicazioni elettrostatiche e del regolamento REACH per tutelare la salute e sicurezza di uomo e ambiente dai rischi delle sostanze chimiche. È stato un susseguirsi di ricerche e innovazioni che hanno subito un’accelerazione negli ultimi 10 anni e hanno condotto all’introduzione di prodotti e tecnologie molto sofisticate che consentono oggi di portare a termine le operazioni di finitura in modo più ecologico e sicuro di un tempo: emissioni di COV ridotte o azzerate, efficienza energetica migliorata e utilizzo di risorse rinnovabili, nanotecnologie di pretrattamento e verniciatura, e molto altro. E dal lato del prodotto finito che queste tecnologie contribuiscono a realizzare? Il grande contributo dei processi di finitura alla sostenibilità è la capacità di attribuire funzionalità specifiche alle superfici e di allungare il ciclo di vita – nonché distanziare la necessità di manutenzione o sostituzione - di edifici, prodotti, veicoli. Pensiamo alla termoriflettenza, attribuibile agli edifici mediante l’utilizzo di una vernice apposita: consente di diminuire la temperatura all’interno di ambienti posti in climi molto assolati, a tutto vantaggio del risparmio energetico. Ecco che la finitura diventa una fattore strategico per il green building. Pensiamo alla possibilità di sostituire l’acciaio con leghe di alluminio opportunamente trattate e verniciate, in grado di garantire le medesime prestazioni di resistenza e durata ma di ridurre sensibilmente il peso delle strutture a tutto vantaggio del risparmio energetico: il lighweighting è una realtà anche grazie alla finitura. Pensiamo, infine, all’allungamento della vita utile di un manufatto. Posto che non esistono materiali eterni, i trattamenti di superficie con una resistenza alla corrosione sempre maggiore e i rivestimenti maintenance-free possono demandare il primo intervento di ripristino alla generazione successiva a quella che ha realizzato l’opera.

Alessia Venturi Editor-in-chief Direttore Responsabile

La finitura non è solo colore: in questa edizione di ipcm® che contiene un speciale su alluminio&design, articoli tecnici, notizie e case-study offrono una panoramica interessante delle possibilità offerte dai trattamenti di superficie per lavorare in modo sostenibile e per creare sostenibilità. Infine, la finitura è anche artigianalità, soprattutto nell’ambito del design di prodotto, sia esso un arredo, una bici o una moto: in queste pagine, la parabola di un’azienda che ha fatto dell’artigianalità della verniciatura il trampolino di lancio per conquistare clienti internazionali.

international PAINT&COATING magazine - SEPTEMBER/OCTOBER 2017 - N. 47

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