SCHEDE ANALISI PIANI D'AREA TRATTO ALESSANDRINO VERCELLESE DEL PARCO DEL PO PIEMONTESE

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Analisi delle schede progettuali allegate alle Norme di Attuazione del PdA e dei relativi schemi grafici illustrativi per valutare, alla luce della situazione attuale, quale e quanta parte delle previsioni ivi indicate sia stata completata e cosa rimanga da completare.

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1. Descrizione generale stato dei luoghi attuale con confronto stato dei luoghi Ortofoto 1998-1999 (CGR IT 2000)/ World Imagery (ESRI) 2012, corredato di analisi dello stato di consumo del suolo a scala comunale di riferimento e analisi a campione dello stato locale per un ambito sotteso significativo.

Il contesto territoriale dell’area è caratterizzato da un classico ambiente agricolo e fluviale soggetto a divagazione dell’asta fluviale, con un intreccio di aree di competenza amministrativa a cavallo con la Regione Lombardia. L’area della scheda 1 è compresa tra un sistema di protezione ambientale che negli anni si è arricchita grazie alla istituzione nel 2019 della Riserva naturale dello Scrivia che ha visto la presenza di una ulteriore area protetta nel sistema fluviale delle confluenze che interessa questa porzione finale del Po verso la Lombardia e che erano rappresentate dalla Riserva naturale della Confluenza Tanaro istituita nel 1990. Oggi il territorio a valle di Valenza è profondamente cambiato sotto questo punto di vista in quanto l’area della scheda 1 è stata inserita nel Parco regionale del Po piemontese entrato in vigore nel 2021, arricchendo il sistema di salvaguardia come prima ricimato, ed anche con l’inclusione della stessa Riserva della confluenza del Tanaro e di quella del Boscone. Questo continuum di salvaguardia di rango più elevato a Parco naturale dovrebbe garantire un complessivo miglioramento dell’assetto ambientale di contesto che purtroppo risulta invece allo stato attuale fortemente connotato con gli elementi di paesaggio agrario intensivo. In tutto questo territorio infatti se si eccettua l’intervento di Isola Sant’Antonio i l’assetto generale è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al decennio precedente se si fanno eccezione solo alle divagazioni del corso del Po.

Il significativo assetto delle aree a protezione nel tratto del Po e degli affluenti destri orografici a valle di Valenza. A sinistra sono anche evidenziate in giallo i territori identificati ad Aree contigue.

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Confronto aerofotogrammetrico area vasta.

Aerofotogrammetrico area fluviale scheda progettuale 1 1998-99 Aerofotogrammetrico area fluviale scheda progettuale 1 2021

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2. Verifica stato di attuazione con descrizione progetto e iter di attuazione, con parallelo e contestuale report fotografico dei luoghi con MAPPA PUNTI RIPRESE FOTOGRAFICHE e ATLANTE FOTOGRAFICO. Contenuti di previsione della scheda: 0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione Scheda progettuale 1 1. Comune di Isola S. Antonio {Zone interessate: 7T, BN1, 9A2). Valorizzazione delle aree naturali della Regione “deserto" e ricostituzione della lanca di S. Siro; rimodellazione del bacino di cava esistente; formazione di area attrezzata e costituzione di attestamento del sistema di fruizione. 2.

Interventi direttamente realizzabili:

1.1 Realizzazione di area attrezzata, in prossimità del ristorante alla testa del ponte comprendente: - parcheggio alberato, (max 30 posti}; - area per sosta, giochi e pic-nic, max 3.000 mq, a prato, alberata e con semplici arredi fissi in legno, dotata di "baracca fluviale" del Parco per l'informazione, il deposito ed il noleggio di biciclette e barche; - approdo per piccole imbarcazioni turistiche in prossimità del ponte; - eventuale insediamento di "baracche fluviali" per il tempo libero lungo il previsto percorso di fruizione {art. 3.11.3); 2.2 Realizzazione di area attrezzata per lo sport ed il tempo libero di Isola S. Antonio, (superficie max 40.000 mq), dotata di piccolo parcheggio alberato, (max 25 posti) e comprendente: - campo sportivo completato ed integrato con campi da bocce ed aree per giochi, ed altre minime attrezzature per servizi in strutture precarie tipologicamente assimilabili alle "baracche fluviali"; - eventuale insediamento di "baracche fluviali" per il tempo libero; 2.3

Realizzazione e segnalazioni di percorsi ciclopedonali connessi alle aree attrezzate di cui ai punti precedenti e ad un eventuale secondo attracco a monte del metanodotto.

2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell'Ente di Gestione: 2.1 Rimodellazione del baci no di cava in località Brusa Vecchia e ricostituzione della lanca di S.Siro secondo un progetto esecutivo di ricostruzione paesaggistica e di recupero ecologico esteso all'intero ambito individuato e con le modalità di intervento indicate in cartografia, riferito alle risultanze dello studio idraulico di cui all'art. 3.10. 2.2 Valorizzazione e potenziamento delle aree di interesse naturalistico da realizzare secondo le norme di ”gestione forestale” del presente Piano.

PREVISIONI A SCHEDA PROGETTUALE

INTERVENTI AVVIATI

STATO MANUTENZIONE E GESTIONE

STATO ATTUAT IVO “SEMAF ORO”

1 Interventi direttamente realizzabili 1.1 Realizzazione di area attrezzata, in prossimità del ristorante alla testa del ponte comprendente: - parcheggio alberato, (max 30 posti}; - area per sosta, giochi e pic-nic, max 3.000 mq, a prato, alberata e con semplici arredi fissi in legno, dotata di "baracca fluviale" del Parco per l'informazione, il deposito ed il noleggio di biciclette e barche; - approdo per piccole imbarcazioni turistiche in prossimità del ponte; - eventuale insediamento di "baracche fluviali" per il tempo libero lungo il previsto percorso di fruizione {art. 3.11.3);

Per quanto attiene alle destinazioni a baracche fluviali delle fasce contermini ai percorsi di fruizione, si può considerare che l’estesa opera di riqualificazione operata che ha interessato l’area di Brusa Vecchia, ha determinato una sostanziale modificazione delle destinazioni di previsione dell’area fruitiva, verso il potenziamento netto del valore ecologico e biologico del sito, che non ha determinato pertanto l’attuazione delle previsioni di insediamento che erano state previste dalle finalità della scheda.

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Tav 1 -

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1.2 Realizzazione di area attrezzata per lo sport ed il tempo libero di Isola S. Antonio, (superficie max 40.000 mq), dotata di piccolo parcheggio alberato, (max 25 posti) e comprendente: - campo sportivo completato ed integrato con campi da bocce ed aree per giochi, ed altre minime attrezzature per servizi in strutture precarie tipologicamente assimilabili alle “baracche fluviali”; - eventuale insediamento di “baracche fluviali” per il tempo libero;

Sulla preesistente presenza di campi da calcio la previsione di una riqualificazione del sito non è stata attuata non consentendo di attrezzare adeguatamente l’area di ingresso al territorio riqualificato dell’area del lago recuperato.

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1.3 Realizzazione e segnalazioni di percorsi ciclopedonali connessi alle aree attrezzate di cui ai punti precedenti e ad un eventuale secondo attracco a monte del metanodotto.

I percorsi previsti di connessione segnalati con le rispettive mete non sono stati realizzati in conseguenza della mancanza delle attività previste e non realizzate di cui ai due punti precedenti.

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L’area del bacino di cava è stato interessato da una estesa operazione di recupero che ha interessato anche le aree che in scheda erano destinate al mantenimento di aree agricole, creando un complesso ecologico fluviale di notevole interesse ambientale. L’intervento ha determinato una profonda modificazione dello stato precedente, con un netto miglioramento dell’suo del suolo in termini naturalistici che era previsto in circa 27 ettari nella scheda progettuale e che nella realizzazione effettuata da parte dell’ente sul progetto autorizzato ha portato a oltre 80 ettari.

Attività di gestione assegnate all’ente parco con supporto del presidio svolto dalla Associazione locale il Codibugnolo

Tav 2.

2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell'Ente di Gestione: 2.1 Rimodellazione del bacino di cava in località Brusa Vecchia e ricostituzione della lanca di S.Siro secondo un progetto esecutivo di ricostruzione paesaggistica e di recupero ecologico esteso all'intero ambito individuato e con le modalità di intervento indicate in cartografia, riferito alle risultanze dello studio idraulico di cui all'art. 3.10.

Tav 3. 2.2 Valorizzazione e potenziamento delle aree di interesse naturalistico da realizzare secondo le norme di ”gestione forestale” del presente Piano.

Attività che è stata assorbita all’interno del progetto complessivo di riqualificazione.

Il complesso dei dati di verifica è stato caricato sulla mappa di mymaps appositamente creata e che si presenta come suo valore descrittivo come riportato nella figura seguente e potrà essere ulteriormente implementato grazie a successivi aggiornamenti.

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Tavole localizzazione interventi scheda progettuale. Tav 1 - Realizzazione di area attrezzata, in prossimità del ristorante alla testa del ponte comprendente più strutture.

Ambito area sportiva presente e non riqualificata con i servizi previsti essendo stata sostituita dalle aree di recupero della vicina area di cava riqualificata.

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Tav 2 - Realizzazione di area attrezzata per lo sport ed il tempo libero di Isola S. Antonio, (superficie max 40.000 mq), dotata di piccolo parcheggio alberato, (max 25 posti)

Ambito area sportiva presente e non riqualificata con i servizi previsti.

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Tav 3 - Rimodellazione del baci no di cava in località Brusa Vecchia e ricostituzione della lanca di S.Siro secondo

Area di cava allo stato di fatto all’entrata in vigore del Piano d’area.

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Area riqualificata che ha interessato una porzione esterna importate alla previsione originaria della scheda e sito web e logo dell’associazione locale composta da naturaliste che ha preso in gestione l’area.

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Rispetto alle linee guida regionali in materia di visuali sceniche e sulla natura della componenti paesaggistiche. In questa parte della relazione viene richiamato il tema dell’applicazione delle linee guida e dei contenuti che il PPR regionale individua per l’area in esame (dati consultabili all’indirizzo http://webgis.arpa.piemonte.it/ppr_storymap_webapp/ ). Il territorio della scheda 5 è definito dalla tavola di riferimento relativa alle Componenti paesaggistiche (P4) come da insieme dei campi di lettura riportati nella figura che segue e che è da leggere sulla base dei caratteri di legenda riferiti e che sono identificati dalle voci riportate in tavola a pagina seguente. Alla luce dei sopralluoghi effettuati e della documentazione relativa caricata nell’area dell’atlante fotografico del Po piemontese, e dei caratteri identificati nella planimetria riportata sopra in figura, si può affermare quanto segue. Il territorio presenta un fattore di disturbo paesaggistico costituito dall’asse viario che purtroppo non ha visto opere di mitigazione specifiche e in generale lambito non è riuscito a differenziare le qualità ambientali proprie attraverso la presenza di porte naturali di accesso (fasce boscate, portali di segnalazione o altro) che permettano di fornire una differenziazione rispetto al restate territorio fortemente caratterizzato da elementi di natura agraria intensiva. Si tratta nel loro insieme tutti di fattori che sono ben documentati nell’atlante fotografico allegato alla presente scheda.

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13. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) L’elenco indica, tra le situazioni riconosciute come caratterizzanti, relazioni visive tra insediamenti costruiti e contesto coltivato o naturale, secondo le sotto citate casistiche, disciplinate all’art. 31 della normativa. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Contesti di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

14. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) L’elenco indica le sotto citate situazioni caratterizzanti, disciplinate nelle Norme di Attuazione all’articolo 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesaggistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesaggistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o tracce di sistemazioni agrarie e relative infrastrutture storiche (tra cui i Tenimenti Storici dell'Ordine Mauriziano non assoggettati a dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 33) SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV5 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV6 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: i vigneti Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

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Giudizio finale di attuazione della scheda .

Sulla base delle considerazioni e del report illustrato degli interventi previsti, di diversa misura ed entità sia in termini di complessità che di estensione, si può considerare che l’attuazione si possa collocare intorno ai valori mediani di attuazione. Infatti se da un lato gli obiettivi naturalistici sono stati ottenuti, dall’altro quelli di attrezzatura del territorio , che costituiscono un elemento importante per garantire una sostenibilità nel tempo anche della gestione, non sono stati raggiunti. Degno di nota segnalare che questo è uno dei rarissimi casi nei quali la gestione dell’area ceduta in proprietà all’ente di gestione del parco dagli operatori estrattivi a fine coltivazione, è stata affidata alla gestione di un soggetto esterno, l’Associazione il Codibugnolo locale, senza assegnare alcun contributo economico alla stessa. L’ente interviene con opere di manutenzione e riordino straordinarie quando si presentano interventi di una certa entità per La sicurezza o il recupero ambientale, e l’associazione incassa piccole quote dalle attività didattiche e di guida che effettua nell’area, sufficienti a garantire il minimo funzionamento di base della stessa. Occorre anche considerare che l’associazione viene inserita quando possibile in progetti di sviluppo su bandi di finanziamento da parte dell’ente parco come sostegno e supporto alle loro attività.

2 – parziale attuazione

0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione

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Analisi delle schede progettuali allegate alle Norme di Attuazione del PdA e dei relativi schemi grafici illustrativi per valutare, alla luce della situazione attuale, quale e quanta parte delle previsioni ivi indicate sia stata completata e cosa rimanga da completare. Scheda progettuale 2 Bassignana

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1. Descrizione generale stato dei luoghi attuale con confronto stato dei luoghi Ortofoto 1998-1999 (CGR IT 2000)/ World Imagery (ESRI) 2012, corredato di analisi dello stato di consumo del suolo a scala comunale di riferimento e analisi a campione dello stato locale per un ambito sotteso significativo con l’indice bioecologico.

Il territorio in ambito vasto nonché quello più direttamente interessato dalla scheda progettuale, si presenta con un trend di modificazioni del suolo ridotte pressoché a zero, con il mantenimento del paesaggio agrario classico della pianura alessandrina fluviale. Se da un lato questo assetto ha permesso di evitare situazioni di consumo di suolo di natura antropica dall’altro non ha favorito una sostanziale modificazione dei trend di trasformazione dei suoli da agrario a naturali in particolare nelle fasce fluviali A e nelle B, non raggiungendo standard di miglioramento complessivo significativi. Fanno certo eccezione le locali azioni di riqualificazione ambientale avviate dal parco che tuttavia non hanno segnato in termini percettivi in modo significativo il paesaggio d’area vasta.

Confronto aerofotogrammetrico area vasta (1998-2012)

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Stato al 1998

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Stato al 2012

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E’ significativo rimarcare come Bassignana e la scheda progettuale qui individuata si colloca subito alla base dell’importante sito di Isola Boscone, prima riserva naturale ed ora parte integrante del Parco naturale del Po piemontese oltre che immediatamente a monte con la confluenza con il Fiume Tanaro, rappresentando un sistema territoriale che se adeguatamente attrezzato poteva costituire un nodo significativo del fiume a valle di Valenza e nei territori confinanti e sovrapposti alla vicina Lombardia.

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2. Verifica stato di attuazione con descrizione progetto e iter di attuazione, con parallelo e contestuale report fotografico dei luoghi con MAPPA PUNTI RIPRESE FOTOGRAFICHE e ATLANTE FOTOGRAFICO. Contenuti di previsione della scheda: 0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione 2. - Comune di Bassignana (Zone interessate: 19A2, 23T, 26A3, 30U1, 31A3) . Rinaturalizzazione e riqualificazione all'orlo di terrazzo; organizzazione delle attività ricreative del sistema di fruizione nella fascia spondale. 1. Interventi di immediata operatività direttamente realizzabili: 1.1 Realizzazione dell'area attrezzata dr Bassignana, comprendente: · - area attrezzata per lo sport ed il tempo libero, {superficie max 5 Ha), dotata di parcheggio {max 50 posti), campi gioco per attività non richiedenti superfici pavimentate artificialmente recinzioni superiori ai 2 metri di altezza, attrezzature i servizio in strutture precarie assimilabili alle "baracche fluviali"; - due aree per sosta, giochi e pic-nic, {superficie max 5.000 mq ciascuna), connesse con i due approdi per piccole imbarcazioni turistiche posti agli estremi della zona T tramite percorsi spondali; . - ulteriore piccolo parcheggio,- presso la cascina Gallini (max 30 posti); - compatibilizzazione degli agglomerati di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai modelli prescritti e la previsione di eventuali altri insediamenti opportunamente distanziati, articolati lungo il tracciato ciclopedonale ed organizzati in piccole radure intervallate da consistenti pause di vegetazione naturale; 1.2 Realizzazione di attrezzature per la siesta e la fruizione, comprendenti: - approdo per piccole imbarcazioni turistiche, area per pic-nic e piccolo parcheggio alberato (max 20 posti) a monte dell'abitato di Mugarone; - percorsi ciclopedonali continui di sponda e rinaturalizzazione delle aree circostanti individuate in cartografia. 2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell’Ente di Gestione: 2.1 Valorizzazione del percorso storico tra Bassignana e Mugarone per usi prevalentemente ciclopedonali e sua connessione con il percorso di sponda posto al di sotto dell'abitato di Mugarone (art.3.8); 2.2 Rimodellazione e riqualificazione della difesa spondale posta al di sotto dell’abitato di Mugarone da attuare con tecniche bionaturalistiche per la mitigazione degli impatti visivi esistenti.

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PREVISIONI A SCHEDA PROGETTUALE

INTERVENTI AVVIATI

STATO MANUTENZIONE E GESTIONE

STATO ATTUATIVO “SEMAFORO”

1. Interventi direttamente realizzabili 1.1 Realizzazione dell'area attrezzata di Bassignana, comprendente: · - area attrezzata per lo sport ed il tempo libero, {superficie max 5 Ha), dotata di parcheggio {max 50 posti), campi gioco per attività non richiedenti superfici pavimentate artificialmente recinzioni superiori ai 2 metri di altezza, attrezzature i servizio in strutture precarie assimilabili alle "baracche fluviali"; - due aree per sosta, giochi e pic-nic, {superficie max 5.000 mq ciascuna), connesse con i due approdi per piccole imbarcazioni turistiche posti agli estremi della zona T tramite percorsi spondali; - ulteriore piccolo parcheggio, presso la cascina Gallini (max 30 posti); - compatibilizzazione degli agglomerati di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai modelli prescritti e la previsione · di eventuali altri insediamenti opportunamente -distanziati, articolati lungo il tracciato ciclopedonale ed organizzati in piccole radure intervallate da consistenti pause di vegetazione naturale;

1.2 Realizzazione di attrezzature per la sosta e la fruizione, comprendenti: - approdo per piccole imbarcazioni turistiche, area per pic-nic e piccolo parcheggio alberato (max 20 posti) a monte dell'abitato di Mugarone; - percorsi ciclopedonali continui di sponda e rinaturalizzazione delle aree circostanti individuate in cartografia

La particolare qualità paesistica di questa borgata in affaccio alla sponda del Po avrebbe consentito la realizzazione di un nodo di fruizione fluviale e di particolare interesse e valore, anche in considerazione del particolare valore storico insediativo che Bassignana ha avuto come sua tradizione storico-sociale. Purtroppo in particolare le amministrazioni comunali non hanno saputo dare corso a questa attuazione in particolare inconseguenza del mancato processo di riordino del sistema delle baracche fluviali presenti, che mantengono una loro specifica qualità individuale ma non sono integrate con altri sistemi furtivi pubblici come le aree attrezzate previste. Anche i sistemi di attracco non sono stati realizzati, creando difficoltà nell’affermazione di questo punto insediativo fluviale, in considerazione della loro particolare attrattività potenziale. E’ stata per contro realizzata una area attrezzata in territorio a monte del sistema delle baracche fluviali, che tuttavia non supporto come rete di fruizione lambito, che resta impoverito dal punto di vista delle infrastrutture presenti. Tav. 1 Qui l’obiettivo della realizzazione di un punto di attracco è stato raggiunto con la sua recente realizzazione, anche se collocata in area più a valle di quella prevista in scheda. Purtroppo, nonostante la qualità della sistemazione a sponda realizzata, anche di una certa importanza edilizia, il sito non è stato interessato da una attività di animazione ed uso subendo anzi ed addirittura la recente sottrazione e furto della piattaforma lignea del sistema di attracco realizzata alla base della gradonata di accesso al fiume. Tav. 2

2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell'Ente di Gestione: 2.1 Valorizzazione del percorso storico tra Bassignana e Mugarone per usi prevalentemente ciclopedonali e sua connessione con il percorso di sponda posto al di sotto dell'abitato di Mugarone (art.3.8);

2.2 Rimodellazione e riqualificazione della difesa spondale posta al di sotto dell’abitato di Mugarone da attuare con tecniche bionaturalistiche per la mitigazione degli impatti visivi esistenti.

Questo ambito non è stato interessato dagli interventi di riqualificazione con annesso percorso ciclopedonale, anche se sul suo tracciato è presente l‘interessante sito del piccolo Santuario della Madonna del Casato con annesso area verde. Tav. 3 Questo intervento non è stato realizzato. Tav. 4

Il complesso dei dati di verifica è stato caricato sulla mappa di mymaps appositamente creata e che si presenta come suo valore descrittivo come riportato nella figura seguente e potrà essere ulteriormente implementato grazie a successivi aggiornamenti.

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Tavole localizzazione interventi scheda progettuale. Tav 1 – Realizzazione dell'area attrezzata di Bassignana.

Spazio delle attrezzature previste dalla scheda progettuale per la fruizione pubblica del sito di affaccio di Bassignana al Po e ambito delle baracche fluviali ancora esistenti. In verde l’area della piccola area attrezzata realizzata.

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Tav. 2 – Realizzazione di attrezzature per la sosta e la fruizione a Mugarone.

Spazio delle attrezzature previste dalla scheda progettuale per la fruizione pubblica del sito di affaccio di Mugarone al Po In verde l’area della piccola area attrezzata realizzata con annesso sistema di attracco colpito da atti vandalici e di furto recentemente.

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Tav 3 - Valorizzazione del percorso storico tra Bassignana e Mugarone per usi prevalentemente ciclopedonali.

Il Percorso di collegamento tra Bassignana e Mugarone, lungo il quale si trova il significativo sito del Santuario della Madonna del Casato, che non è stato oggetto di riqualificazione con ad esempio la realizzazione di un percorso ciclopedonale riservato.

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Rispetto alle linee guida regionali in materia di visuali sceniche e sulla natura della componenti paesaggistiche. In questa parte della relazione viene richiamato il tema dell’applicazione delle linee guida e dei contenuti che il PPR regionale individua per l’area in esame (dati consultabili all’indirizzo http://webgis.arpa.piemonte.it/ppr_storymap_webapp/ ). Il territorio della scheda 5 è definito dalla tavola di riferimento relativa alle Componenti paesaggistiche (P4) come da insieme dei campi di lettura riportati nella figura che segue e che è da leggere sulla base dei caratteri di legenda riferiti e che sono identificati dalle voci riportate in tavola a pagina seguente. In merito si rinvia a quanto descritto nell’atlante fotografico realizzato. Unica generale osservazione è che a fronte del particolare interesse paesaggistico di questo sito che presenta una rara situazione di sistema insediativo a terrazzo che affaccia ad una area fluviale di particolare interesse fruitivo, pur essendo presentigli elementi di valorizzazione storica ed architettonica non sia stato attivato specie dalle amministrazioni locali un percorso virtuoso di strutture atte a facilitare il cittadino o il turista a questo ambito fluviale.

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14. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) L’elenco indica le sotto citate situazioni caratterizzanti, disciplinate nelle Norme di Attuazione all’articolo 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesaggistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesaggistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o tracce di sistemazioni agrarie e relative infrastrutture storiche (tra cui i Tenimenti Storici dell'Ordine Mauriziano non assoggettati a dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 33) SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV5 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV6 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: i vigneti Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

13. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) L’elenco indica, tra le situazioni riconosciute come caratterizzanti, relazioni visive tra insediamenti costruiti e contesto coltivato o naturale, secondo le sotto citate casistiche, disciplinate all’art. 31 della normativa. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Contesti di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

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Giudizio finale di attuazione della scheda e ipotesi di sua modificazione.

Sulla base delle considerazioni e del report illustrato degli interventi previsti, di diversa misura ed entità sia in termini di complessità che di estensione, si può considerare che oltre metà di questi sono stati realizzati fornendo una categoria di classificazione per la scheda n. 5 seguente che non permette di poter passare ad una identificazione di buona attuazione, essendo mancante interamente il comparto a valle del Ponte del Po: 2 – parziale attuazione

0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione

In merito ai profili di scarsa attuazione delle indicazioni della scheda progettuale appare utile proporre un profilo di ragionamento che potrebbe portare aduna diversa articolazione di sviluppo di questa scheda progettuale. La sua in parte fragilità è legata al fatto di rappresentare un nodo con pochi servizi e scarsi valori di centralità in merito alla mobilità ed i servizi, a fronte del fatto che a monte sorge la Città di Valenza che da questo punto di vista possiede incede maggiori elementi di forza. Anche se la stessa attuazione della scheda di Valenza non ha brillato in elementi di vantaggio, immaginando un rilancio delle schede progettuali, con una connessione più forte con le progettualità di interesse turistico e fruitivo, e soprattutto grazie alla presenza del progetto di ciclabile turistica VENTO in corso di realizzazione, si può immaginare di sviluppare una maggiore connessione proprio tra queste due schede.

Vista delle due schede progettuali del Piano tra Valenza e Bassignana. Si può notare l’estrema vicinanza tra le due aree.

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Il tracciato del percorso di VENTO attraversa esattamente l’area di connessione in sponda destra orografica del Po tra Valenza e Bassignana.

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E’ altresì da rimarcare come questo sito geografico presenti numerosi aspetti di interesse sia in destra che in sinistra orografica. In particolare l’area fluviale in sinistra ospita la presenza di una importante azienda agricola biologica presso Cascina Pallavicini o del Boscone (da cui l’omonima denominazione della Riserva naturale) fattore di valorizzazione che interessa peraltro anche amministrativamente il Piemonte e l’area protetta essendo insediata in una enclave del Po che risulta immersa nel tessuto amministrativo di Pavia ma ancora di pertinenza della provincia di Alessandria. Un elemento questo che rafforza l’ipotesi di realizzare una situazione di omogeneità gestionale tra le due aree con una unione delle due schede progettuali (vedasi immagine pagina successiva).

L’ambito agro fluviale situato in sinistra orografica del Po ma di pertinenza della provincia di Alessandria. L’area compresa tra Valenza e Bassignana interessata da vaste aree golenali di interesse naturalistico.

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Ipotesi di riperimetrazione delle schede progettuali nel territorio valenzano a cavallo tra le provincie di Pavia e Alessandria.

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Analisi delle schede progettuali allegate alle Norme di Attuazione del PdA e dei relativi schemi grafici illustrativi per valutare, alla luce della situazione attuale, quale e quanta parte delle previsioni ivi indicate sia stata completata e cosa rimanga da completare.

Scheda progettuale 3 Valenza Po

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1. Descrizione generale stato dei luoghi attuale con confronto stato dei luoghi Ortofoto 1998-1999 (CGR IT 2000)/ World Imagery (ESRI) 2012, corredato di analisi dello stato di consumo del suolo a scala comunale di riferimento e analisi a campione dello stato locale per un ambito sotteso significativo con l’indice bioecologico. Il contesto dell’area valenzana presente un assetto alquanto positivo sotto il profilo degli usi del suolo e delle condizioni generali di naturalità. Dal confronto territoriali tra gli anni ‘90 ed oggi, non sono infatti presenti situazioni di alterazione ed espansione di centri commerciali ed altre piattaforme edilizie, come accaduto in tanti centri anche minori della pianura padana. Tale dato positivo interessa anche le condizioni complessive del corso del fiume Po: come si può osservare nelle successive figure 4 e 5.

Fig. 1 – Confronto fotogrammetrico anni 1998-2012 nell’area vasta valenzana

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Fig. 1 – Dettaglio 1988 nell’area vasta valenzana.

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Fig. 3 – Dettaglio 2012 nell’area vasta valenzana

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Fig. 4 – Confronto 1998-2012 delle condizioni corsuali del fiume Po, che denotano sia a monte del ponte sul Po che nell’area più a sud prospiciente il centro abitato di Valenza, con un sostanziale allargamento dell’impronta fluviale d’alveo con l’aumento delle aree ecologiche di stretta pertinenza fluviale.

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Fig. 5 – Confronto 1998-2012 delle condizioni corsuali del fiume Po nell’area valenzana, che denotano sia a valle dell’abitato di Valenza che nell’area più a sud collocata a nord della frazione di Mugarone, un sostanziale allargamento dell’impronta fluviale d’alveo con l’aumento delle aree ecologiche di stretta pertinenza fluviale.

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Anche il profilo della tutela ha assunto complessivamente un quadro di gestione più matura ed evoluta grazie alla trasformazione dell’intera gestione del comprensorio. La recente entrata in vigore del Parco del Po Piemontese e ha infatti ricondotto un sistema precedentemente separato in diversi unità di conservazione (le Riserve naturali della confluenza Sesia e Grana e del Boscone) ad una unica fascia di salvaguardia.

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2. Verifica stato di attuazione con descrizione progetto e iter di attuazione, con parallelo e contestuale report fotografico dei luoghi con MAPPA PUNTI RIPRESE FOTOGRAFICHE e ATLANTE FOTOGRAFICO. Contenuti di previsione della scheda: 0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione

3. - Comune di Valenza (zone interessate: 32A2, 36T, 37U1, 38A3, 39A3) Ricomposizione ambientale, valorizzazione degli affacci urbani, organizzazione delle attività ricreative del sistema di fruizione. 1.

Interventi direttamente realizzabili:

1.1 Realizzazione del sistema di parcheggi di attestamento, con possibilità di interscambio dei mezzi di trasporto, presso la stazione ferroviaria ed a corona del centro storico; 1.2 Realizzazione del sistema di connessioni ciclopedonali, da realizzare con particolare attenzione alle passerelle di attraversamento del rio Grana (strutture leggere, preferibilmente in legno) ed all'incidenza sull'orlo di terrazzo (per non compromettere la stabilità dei versanti); 1.3 Realizzazione di una connessione veicolare tra il centro storico ed il fiume, con parcheggio terminale di attestamento (max 50 posti) in viale non asfaltato di pioppi cipressini; 1.4 Realizzazione di area attrezzata di ·sponda, (superficie max 6 Ha), destinata ad usi vari ed attività rivolte al fiume e circondate da consistenti fasce di vegetazione naturale. Le necessarie strutture di servizio devono essere realizzate con le caratteristiche tipologiche "precarie" di cui all'art. 3.11.3. Sono previsti: - area per sosta, giochi e pic-nic, depositi di biciclette e barche, edicole informative attrezzature per l'attracco del previsto porto natante per connettere, tramite i percorsi ciclopedonali, la città con le aree naturali del parco; - area per attività sportive e di diporto fluviale (con sede eventuale di società canottieri) non richiedenti superfici esterne pavimentate n$ recinzioni superiori ai 2 metri di altezza; - compatibilizzazione dell'agglomerato di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai modelli prescritti e la previsione di un eventuale altro insediamento, articolato lungo il tracciato ciclopedonale ed organizzato in piccole radure intervallate da consistenti pause di vegetazione naturale; - realizzazione di uno o più approdi per piccole imbarcazioni turistiche; 1.5 . Realizzazione di area attrezzata per attività didattiche e ricreative, localizzata in sponda sinistra (2,5 Ha), connessa con il centro visite del Parco, presso la cascina Belvedere; 1.6 Organizzazione delle aree per servizi ed attività sportive (già previste dal PRGC vigente) con l'inserimento di un'area di sosta, giochi e pic-nic (superficie max 5.000 mq) nonché di un piccolo campeggio turistico (superficie max 1,5 Ha) lungo il percorso ciclopedonale affacciato sull'orlo del "Rivario"; 1. 7 Rinaturalizzazione delle altre aree indicate, con particolare riguardo alle pendici del "Rivario", ai valloni che fiancheggiano il centro storico, alle porzioni di vegetazione riparia già esistente ed al perimetro dell'arsa destinata al depuratore; 2.

Interventi previsti previa valutazione di compatibilità dell’ente parco:

2.1 Realizzazione di nuova strada veicolare che cinge i bastioni al margine nord-occidentale del centro storico, con particolare riguardo per gli aspetti ambientali e paesaggistici stabilità dei versanti e di salvaguardia e restauro dei bastioni stessi; 2.2 Rinaturalizzazione delle aree di proprietà comunale, ora condotte a pioppeto, e dell'area di discarica esistente (previa bonifica) tramite la ricostituzione di un bosco planiziale secondo le norme di ''gestione forestale" del presente Piano, comprendente anche una piccola area, di sosta, gioco e pic-nic (superficie max 5.000 mq), il relativo approdo per piccole imbarcazioni turistiche ed un eventuale insediamento di "baracche fluviali".

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PREVISIONI A SCHEDA PROGETTUALE

INTERVENTI AVVIATI

STATO MANUTENZIONE E GESTIONE

STATO ATTUATIVO “SEMAFORO”

1. Interventi direttamente realizzabili:

1.1 Realizzazione del sistema di parcheggi di attestamento, con possibilità di interscambio dei mezzi di trasporto, presso la stazione ferroviaria ed a corona del centro storico;

1.2 Realizzazione del sistema di connessioni ciclopedonali, da realizzare con particolare attenzione alle passerelle di attraversamento del rio Grana (strutture leggere, preferibilmente in legno) ed all'incidenza sull'orlo di terrazzo (per non compromettere la stabilità dei versanti); 1.3 Realizzazione di una connessione veicolare tra il centro storico ed il fiume, con parcheggio terminale di attestamento (max 50 posti) in viale non asfaltato di pioppi cipressini;

1.4 Realizzazione di area attrezzata di ·sponda, (superficie max 6 Ha), destinata ad usi vari ed attività rivolte al fiume e circondate da consistenti fasce di vegetazione naturale. Le necessarie strutture di servizio devono essere realizzate con le caratteristiche tipologiche "precarie" di cui all'art. 3.11.3. Sono previsti: - area per sosta, giochi e pic-nic, depositi di biciclette e barche, edicole informative attrezzature per l'attracco del previsto porto natante per connettere, tramite i percorsi ciclopedonali, la città con le aree naturali del parco; - area per attività sportive e di diporto fluviale (con sede eventuale di società canottieri) non richiedenti superfici esterne pavimentate n$ recinzioni superiori ai 2 metri di altezza; - compatibilizzazione dell'agglomerato di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai modelli prescritti e la previsione di un eventuale altro insediamento, articolato lungo il tracciato ciclopedonale ed organizzato in piccole radure intervallate da consistenti pause di vegetazione naturale; - realizzazione di uno o più approdi per piccole imbarcazioni turistiche:

Il sistema di attestamenti di fruizione non è stato per la massima parte realizzato, e laddove si è effettuata l’opera questa non è stata connessa funzionalmente in maniera efficace con le mete di attrezzature che non sono state realizzate come quella sulla sponda destra di Po con aree attrezzate connesse. Tav. 1 Accanto ad alcune segnalazioni ed alla sistemazione di porzioni di percorsi che sono state effettuate la loro manutenzione è stata scarsa nel tempo, tanto da considerare ad oggi l’attuazione non raggiunta.

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Tav. 2 Il percorso esistente non è stato riqualificato, anche se il parcheggio di attestamento è stato realizzato. Ha inciso in questa parte il tema della mancata attuazione dell’area attrezzata a fiume prevista nell’area sulla sponda del Po, che avrebbe costituito il punto di meta del percorso previsto ed arredato con alberature a Pioppi ornamentali cipressini.

Tav. 3 L’area non ha visto l’intervento previsto con il mantenimento dello stato delle baracche fluviali oggi esistenti, in parte anche colpite da abbandono. Purtroppo pertanto tale fuoco di fruizione non ha visto l’attuazione.

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Tav. 4

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1.5 . Realizzazione di area attrezzata per attività didattiche e ricreative, localizzata in sponda sinistra (2,5 Ha), connessa con il centro visite del Parco, presso la cascina Belvedere;

1.6 Organizzazione delle aree per servizi ed attività sportive (già previste dal PRGC vigente) con l'inserimento di un'area di sosta, giochi e pic-nic (superficie max 5.000 mq) nonché di un piccolo campeggio turistico (superficie max 1,5 Ha) lungo il percorso ciclopedonale affacciato sull'orlo del "Rivario";

1. 7 Rinaturalizzazione delle altre aree indicate, con particolare riguardo alle pendici del "Rivario", ai valloni che fiancheggiano il centro storico, alle porzioni di vegetazione riparia già esistente ed a: perimetro dell'arsa destinata al depuratore;

In considerazione anche dello spostamento del centro di servizi centrali dell’ente dalla Cascina Belvedere a Valenza ed a Casale Monferrato, il polo delle attività presso la Garzaia ed omonima riserva naturale ha visto decrescere le attività in generale comportando anche la non realizzazione dell’area attrezzata didattica collocata a ridosso della sponda sinistra orografica del Po.

Tav. 5 L’area non ha visto la riqualificazione e nuova destinazione a polo ricettivo di questo ambito di territorio, restando ad oggi destinato a piazzale di deposito inerti, con gli impianti sportivi presenti in sito in parte abbandonati. Si tratta in particolare per quanto riguarda gli impianti sportivi, di un destino comune a molte attrezzature comunali di tale tipo presso le quali si è visto un sempre è più diffuso rarefarsi delle attività locali legati a circoli ed iniziative di supporto ai giovani.

Tav. 6 Per tale ambito sono partite solo di recente alcune iniziative che tuttavia sono litate a porzioni di territorio di scarsa estensione rispetto all’insieme dell’area interessata dall’obiettivo dell’intervento.

Tav. 7 2. Interventi 2.1 Realizzazione di nuova strada veicolare che cinge i bastioni al margine nord-occidentale del centro storico, con particolare riguardo per gli aspetti ambientali e paesaggistici stabilità dei versanti e di salvaguardia e restauro dei bastioni stessi; 2.2 Rinaturalizzazione delle aree di proprietà comunale, ora condotte a pioppeto, e dell'area di discarica esistente (previa bonifica) tramite la ricostituzione di un bosco planiziale secondo le norme di ''gestione forestale" del presente Piano, comprendente anche una piccola area, di sosta, gioco e pic-nic (superficie max 5.000 mq), il relativo approdo per piccole imbarcazioni turistiche ed un eventuale insediamento di "baracche fluviali".

Questa attività è stata attuata anche se al suo contesto circostante si sono realizzati una serie di edifici di edilizia di scarso valore di affaccio all’area terrazzata dei bastioni.

Tav. 8 Intervento non attuato.

Tav. 9

Il complesso dei dati di verifica è stato caricato sulla mappa di mymaps appositamente creata e che si presenta come suo valore descrittivo come riportato nella figura seguente e potrà essere ulteriormente implementato grazie a successivi aggiornamenti.

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Tavole localizzazione interventi scheda progettuale. Tav 1 – Realizzazione del sistema di parcheggi di attestamento, con possibilità di interscambio dei mezzi di trasporto, presso la stazione ferroviaria ed a corona del centro storico;

Area della stazione ferroviaria.

Area destinata a servizi di attestamento a parcheggio dei quali è stato realizzato solo quello ai piedi dell’abitato storico di Valenza.

Parcheggio realizzato con area camper

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Tav. 2 - Realizzazione del sistema di connessioni ciclopedonali, da realizzare con particolare attenzione alle passerelle di attraversamento del rio Grana (strutture leggere, preferibilmente in legno) ed all'incidenza sull'orlo di terrazzo (per non compromettere la stabilità dei versanti);

Il sistema dei percorsi previsto non è stato oggetto di una puntuale realizzazione e soprattutto mantenimento nel tempo, specie a causa di un progetto di connessione efficace con l’area più urbana e centrale del nucleo residenziale di Valenza.

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Tav. 3 - Realizzazione di una connessione veicolare tra il centro storico ed il fiume, con parcheggio terminale di attestamento (max 50 posti) in viale non asfaltato di pioppi cipressini;

Il percorso previsto oggi è rimasto come un itinerario di strada poderale sterrata al servizio di accesso alle aree agricole anche a causa della mancata realizzazione dell’area attrezzata nel punto di contatto con la sponde destra del Po e le baracche fluviali ivi presenti.

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Tav. 4 - Realizzazione di area attrezzata di ·sponda, (superficie max 6 Ha), destinata ad usi vari ed attività rivolte al fiume e circondate da consistenti fasce di vegetazione naturale.

Mancata realizzazione dell’area attrezzata nel punto di contatto con la sponde destra del Po e le baracche fluviali ivi presenti, ove era anche previsto il riordino delle strutture temporanee e loro organizzazione nella parte più a est del lotto individuato.

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Tav. 5 - Realizzazione di area attrezzata per attività didattiche e ricreative, localizzata in sponda sinistra (2,5 Ha), connessa con il centro visite del Parco, presso la cascina Belvedere;

Area destinata a servizi di accoglienza e campeggio che è rimasta a destinazione di piazzale di lavorazione di inerti, oltre alle aree a servizi sportivi che non sono state oggetto di riqualificazione.

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Tav 6 - Organizzazione delle aree per servizi ed attività sportive (già previste dal PRGC vigente) con l'inserimento di un'area di sosta, giochi e pic-nic (superficie max 5.000 mq) nonché di un piccolo campeggio turistico (superficie max 1,5 Ha) lungo il percorso ciclopedonale affacciato sull'orlo del "Rivario";

Area destinata a servizi di accoglienza e campeggio che è rimasta a destinazione di piazzale di lavorazione di inerti, oltre alle aree a servizi sportivi che non sono state oggetto di riqualificazione.

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Tav. 7 Rinaturalizzazione delle altre aree indicate, con particolare riguardo alle pendici del "Rivario", ai valloni che fiancheggiano il centro storico.

Il settore sostanzialmente interessato da una rinaturazione spontanea con mancanza di sviluppo di una qualità di soprassuolo forestale in armonia con le indicazioni forestali del Piano.

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Tav. 8 Realizzazione di nuova strada veicolare che cinge i bastioni al margine nord-occidentale del centro storico.

Porzione di strada esistente ma poco caratterizzata in yermini di qualità dell’affaccio urbano.

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Tav. 9 Rinaturalizzazione delle aree di proprietà comunale, ora condotte a pioppeto, e dell'area di discarica esistente (previa bonifica).

Area ex discarica comunale con recupero naturalistico ed attrezzatura di fruizione leggera nella quale le strutture previste non sono state realizzate.

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Rispetto alle linee guida regionali in materia di visuali sceniche e sulla natura della componenti paesaggistiche. In questa parte della relazione viene richiamato il tema dell’applicazione delle linee guida e dei contenuti che il PPR regionale individua per l’area in esame (dati consultabili all’indirizzo http://webgis.arpa.piemonte.it/ppr_storymap_webapp/ ). Il territorio della scheda 3 è definito dalla tavola di riferimento relativa alle Componenti paesaggistiche (P4) come da insieme dei campi di lettura riportati nella figura che segue e che è da leggere sulla base dei caratteri di legenda riferiti e che sono identificati dalle voci riportate in tavola a pagina seguente. Alla luce dei sopralluoghi effettuati e della documentazione relativa caricata nell’area dell’atlante fotografico del Po piemontese, e dei caratteri identificati nella planimetria riportata sopra in figura, si può affermare quanto segue.

Considerazioni di area vasta.

L’area è connotata dalla presenza del nucleo storico valenzano posto a ridosso del terrazzo che è indicato nelle tavole con un proseguimento di segnalazione di emergenza sino a Bassignana a valle di Valenza. Tale elemento consiglierebbe la realizzazione di un programma di attuazione più vasto che non limiti le attività di ripristino alla sola area valenzana ma immagini un raccordo tra il Ponte di Valenza e l’area di Bassignana. Analoga sottolineatura è rappresentata dalla segnalazione del territorio a forte correlazione con il contesto posto proprio a nord di valenza tra la collina su cui sorge e il corso del Po. Appare tuttavia evidente che senza un mandato ed una scelta di natura strategia politica generale rispetto alle opportunità di fruizione turistica d’innescare grazie alla presenza del Po, ogni possibile azioni di miglioramento rischia di restare vana. In merito sarebbero da attivare anche azioni di sensibilizzazione e crescita culturale di scala territoriale vasta quella questione del importanza di frequentare fruire degli spazi aperti in prossimità delle aree di residenza, fenomeno di grande valore sociale, sanitario che tuttavia era stata oggetto di un piccolo ritorno di interesse in occasione della pandemia ma che invece è stato già abbandonato dagli standard sociali di oggi.

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13. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) L’elenco indica, tra le situazioni riconosciute come caratterizzanti, relazioni visive tra insediamenti costruiti e contesto coltivato o naturale, secondo le sotto citate casistiche, disciplinate all’art. 31 della normativa. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Contesti di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

14. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) L’elenco indica le sotto citate situazioni caratterizzanti, disciplinate nelle Norme di Attuazione all’articolo 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesaggistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesaggistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o tracce di sistemazioni agrarie e relative infrastrutture storiche (tra cui i Tenimenti Storici dell'Ordine Mauriziano non assoggettati a dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 33) SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV5 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV6 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: i vigneti Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

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Giudizio finale di attuazione della scheda e ipotesi di sua modificazione.

Sulla base delle considerazioni e del report illustrato degli interventi previsti, di diversa misura ed entità sia in termini di complessità che di estensione, si può considerare che oltre metà di questi sono stati realizzati fornendo una categoria di classificazione per la scheda n. 3 seguente che non permette di poter passare ad una identificazione di buona attuazione ma bensì di scarsa attuaziuone:

2 – parziale attuazione

0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione

Come rilevato spesso per le situazioni di rapporto tra il fiume e i contesti urbani, la mancanza di strumenti urbanistici e di risorse entrambi adeguati per poter avviare progetti di trasformazione, ha reso alquanto difficile l’ottenimento degli obiettivi della scheda. In particolare il problema del recupero mancato dei sistemi delle baracche fluviali, che anche grazie alla mancata collaborazione e diponibilità degli organi di governo idraulico del fiume, non si sono potute inserire in un percorso di regolarizzazione e riqualificazione, non ha permesso disviluppare una sinergia per la realizzazione ad esempio delle aree attrezzate e dei punti di attracco. Il caso di Valenza è particolarmente significativo in merito alla complessità attuativa, n quanto proprio qui ha avuto sede sin dagli ani ’80 la storica e prima Riserva naturale delle aree protette del Po, quella della omonima Garzaia di Valenza, e tale storica presenza presidio pare non siano riusciti ad infondere nel territorio quelle attenzioni adeguate che portassero a realizzare quel progetto insediativo dettato dal Pino che vedeva una serie di riqualificazioni ed attrezzature connesse (aree attrezzate, parcheggi, campeggi, percorsi etc...) . E’ peraltro da considerare come la stessa area della scheda progettuale non ricomprenda l’area del Ponte di Valenza e la stessa zona della lanca della Riserva, immaginando che quelle aree si governassero da se in quanto siti di riserva, ma invece non dotandole forse di strumenti più ad obiettivo per una loro trasformazione. Il progetto di una città fluviale dotata anche di un importante sistema morfologico di affaccio al fiume non ha visto così la sua nuova proposta che i pensatori della scheda avevano certo visto con lucidità. Purtroppo si può anche a tale proposito richiamare il dato antropologico e socioculturale locale che vedeva i territori fluviali fuori mura, come sostanzialmente spazi di sfogo privato di chi aveva le baracche, senza cogliere l’opportunità di realizzare in questi ambiti spezi di fruizione genarle del fiume che è uno degli obiettivi di fondo al quale il piano mirava, ma probabilmente immaginando una realtà forse lontana dai reali desiderata delle comunità locali. Può essere utile a tale proposito ricordare come in una situazione analoga, non omologa, un sito di rilevanza come la Fortezza di Verrua Savoia, abbia saputo invece trasformare la sua posizione rispetto al fiume come nodo di interesse, certo in quanto legata ad un sito monumentale di particolare significato.

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Rappresentazione del rapporto tra nucleo storico valenzano ed area prospiciente al corso del fiume Po a testimonianza dello stretto rapporto paesaggistico presente

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Analisi delle schede progettuali allegate alle Norme di Attuazione del PdA e dei relativi schemi grafici illustrativi per valutare, alla luce della situazione attuale, quale e quanta parte delle previsioni ivi indicate sia stata completata e cosa rimanga da completare.

Scheda progettuale 4

1


1. Descrizione generale stato dei luoghi attuale con confronto stato dei luoghi Ortofoto 1998-1999 (CGR IT 2000)/ World Imagery (ESRI) 2012, corredato di analisi dello stato di consumo del suolo a scala comunale di riferimento e analisi a campione dello stato locale per un ambito sotteso significativo con l’indice bioecologico.

Il territorio in ambito vasto, nonché quello più direttamente interessato dalla scheda progettuale, presenta i caratteri già riportati per il commento alla scheda 5 ai quali si rinvia integralmente. Il trend di modificazioni del suolo è decisamente limitato, avendo pertanto mantenuto nel tempo una sostanziale buona qualità generale sia di carattere ambientale che paesaggistico. Inoltre il confronto a livello della scheda presenta un complesso di trasformazioni che sono andate nella direzione del miglioramento, coinvolgendo in misura sensibile territori eterni ma confinanti con la scheda progettuale sia in destra orografica che in sinistra orografica del fiume Po.

Fig. 1 - Confronto aerofotogrammetrico di area vasta (1988-2016)

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Ambiti esterni alla scheda progettuale interessati da sensibili miglioramenti ambientali rispetto all’assetto ante piano.

Fig. 2 - Confronto aerofotogrammetrico area SCHEDA PROGETTUALE.(1988-2016)

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2. Verifica stato di attuazione con descrizione progetto e iter di attuazione, con parallelo e contestuale report fotografico dei luoghi con MAPPA PUNTI RIPRESE FOTOGRAFICHE e ATLANTE FOTOGRAFICO. Contenuti di previsione della scheda: 0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione

4. - Comune di Casale Monferrato {Zone interessate: 78 A2, BOT, 8.1 T, 83 N3) - Recupero naturalistico ed ambientale complessivo, con rimodellazione del bacino di cava esistente e bonifica delle aree di discarica.

1.

Interventi direttamente realizzabili:

1.1 Rinaturalizzazione della fascia spondale tra l'argine maestro ed il fiume, comprendente: - area per sosta, giochi e pic-nic (max 4.000 mg) dotata di parcheggio (max 25 posti) e di approdo per piccole imbarcazioni turistiche; - compatibilizzazione dell'agglomerato di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai modelli prescritti e la previsione di un eventuale altro insediamento, articolato lungo il tracciato ciclopedonale ed organizzato in piccole radure intervallate da consistenti pause di vegetazione naturale; 1.2 Rinaturalizzazione delle sponde e delle aree circostanti il piccolo bacino di cava posto ad ovest dell'autostrada, con lo scopo di ridurre le interferenze e gli impatti indotti dalla vicinanza del depuratore comunale; 1.3 Ripristino della continuità del percorso d'argine e di quello propriamente fluviale attraverso la rimozione degli ostacoli e l'eliminazione delle situazioni di rischio per la navigabilità turistica, in particolare presso il ponte autostradale; 2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell'Ente di Gestione: 2.1 Rimodellazione e rinaturalizzazione del bacino di cava in località Baraccone e ricostituzione della lanca adiacente secondo un progetto esecutivo di ricostruzione paesaggistica e di recupero ecologico esteso all'ambito individuato e con le modalità di intervento indicate in cartografia, riferito alle risultanze dello studio idraulico di cui all'art. 3.10. L'ambito indicato comprende anche le discariche pubbliche comunali (una inattiva, l'altra in via di completamento) e l'impianto di lavorazione degli inerti della cava suddetta: per le prime è prevista la bonifica e la messa in sicurezza, per il secondo è previsto lo smantellamento e la cessazione dell'attività in accordo con l'art. 3.10 dalle presenti norme: successivamente, ed in entrambi i casi, si procederà agli interventi per la rinaturalizzazione delle aree.

Fig. 3 – Scheda progettuale n. 3

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PREVISIONI A SCHEDA PROGETTUALE

INTERVENTI AVVIATI

STATO MANUTENZIONE E GESTIONE

STATO ATTUATIVO “SEMAFORO”

1 Interventi direttamente realizzabili 1.1 Rinaturalizzazione della fascia spondale tra l'argine maestro ed il fiume, comprendente:

Gli interventi di riorganizzazione del sistema delle baracche fluviali non é stato condotto, ed attualmente la situazione dell’assetto urbanistico ed insediativo presenta il perdurare di una situazione di utilizzo delle fasce fluviali non del tutto organizzato, e con numerosi edifici in condizioni di scarsa manutenzione o di abbandono, con presenza anche di situazioni di particolare degrado.

-

- area per sosta, giochi e pic-nic (max 4.000 mg) dotata di parcheggio (max 25 posti) e di approdo per piccole imbarcazioni turistiche; A fianco di tale assetto sono presenti edifici di recentissima realizzazione che pur riqualificando anche gli spazi verdi di contesto, hanno operato occupazioni di spazi e passaggi pubblici. - compatibilizzazione dell'agglomerato di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, Tale situazione denota pertanto il perdurare di una condizione di mancanza di riordino organizzativo degli spazi nonché e le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai degli accessi, con il pericolo di situazioni che favoriscano comportamenti abusivi negli usi e negli assetti edilizi locali. modelli prescritti e la previsione di un eventuale altro La problematica legata al mancato riordino rispetto alle indicazioni della scheda progettuale è da ricondursi alla mancata insediamento, articolato lungo il tracciato ciclopedonale ed attuazione delle disposizioni previste da parte dell’amministrazione comunale di Casale Monferrato che non ha messo organizzato in piccole radure intervallate da consistenti pause mano alle previsioni del piano d’area. La problematica peraltro non è di immediata soluzione normativa, stante da un di vegetazione naturale; lato gli aspetti di compatibilità paesaggistica e quelli più complessi di natura idraulica. Sotto questo punto di vista occorre osservare che l’avvicendarsi di recenti episodi alluvionali, intensificatisi dagli anni ’90 e 2000, ha determinato l’alluvionamento e distruzione di alcune baracche fluviali, comportando un naturale contenimento del fenomeno di utilizzo delle sponde, proprio degli anni del dopoguerra e del periodo tra gli anni ‘60 e ‘80. In merito agli aspetti di tendenza di diffusione di tali strutture si rileva anche una certa loro riduzione all’utilizzo legato ad aspetti di carattere generazionale, essendo attività più legate alle tradizioni proprie degli abitanti anagraficamente legati all’arco temporale prima indicato, e che oggi sono in significativo calo. Tale condizione determina tuttavia il problema del mantenimento in loco di strutture abbandonate ed inutilizzate, che proprio recentemente vede una parziale soluzione nell’interesse dimostrato verso tali siti da parte delle etnie di migrazione, in particolare dei paesi dell’Est europeo. Tav 1 1.2 Rinaturalizzazione delle sponde e delle aree circostanti il piccolo bacino di cava posto ad ovest dell'autostrada, con lo scopo di ridurre le interferenze e gli impatti indotti dalla vicinanza del depuratore comunale; 1.3 Ripristino della continuità del percorso d'argine e di quello propriamente fluviale attraverso la rimozione degli ostacoli e l'eliminazione delle situazioni di rischio per la navigabilità turistica, in particolare presso il ponte autostradale;

Questi ambiti di intervento non sono stati interessati da azioni di recupero cosi come individuate dalla scheda progettuale, ancorché interessanti aree pubbliche comunali e servizi di natura basilare per la salute pubblica.

-

Stessa mancata attuazione ha riguardato opere a fiume connesse con la navigabilità e la percorribilità fluviale. Tav 2

2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell'Ente di Gestione:

5


2.1 Rimodellazione e rinaturalizzazione del bacino di cava in località Baraccone e ricostituzione della lanca adiacente secondo un progetto esecutivo di ricostruzione paesaggistica e di recupero ecologico esteso all'ambito individuato e con le modalità di intervento indicate in cartografia, riferito alle risultanze dello studio idraulico di cui all'art. 3.10. L'ambito indicato comprende anche le discariche pubbliche comunali (una inattiva, l'altra in via di completamento) e l'impianto di lavorazione degli inerti della cava suddetta: per le prime è prevista la bonifica e la messa in sicurezza, per il secondo è previsto lo smantellamento e la cessazione dell'attività in accordo con l'art. 3.10 dalle presenti norme: successivamente, ed in entrambi i casi, si procederà agli interventi per la rinaturalizzazione delle aree.

Il territorio oggetto del previsioni della scheda è stato interessato dal complessivo intervento di recupero, che si è inoltre esteso ad una importante area esterna alla scheda progettuale, collocata ad est si una ampia superficie precedentemente destinata ad attività agricola. L’intervento nel suo complesso si è articolato, pur partendo da un disegno unitario, in due fai: la prima ha riguardato il comparto incluso mele scheda ed è stato pertanto attivato su libera iniziativa privata sull’area oggetto della già insediata attività estrattiva presente. Per tale ambito il progetto di coltivazione e contestuale recupero ha permesso di riprofilare la precedente configurazione del lago di cava esistente, con acque basse ed una articolazione geometrica della sponda molto più naturale dell’assetto precedente. Inoltre l’intervento è andato a circoscrivere l’area di deposito rifiuti urbani che sorge a collina sulla sponda verso ovest, che a lavori ultimati dovrà costituire un zona di belvedere sui laghi sottostanti. In affiancamento a tale comparto ovest della scheda, sono ad oggi anche presenti gli impianti di lavorazione degli inerti, collocati nell’area oltre l’argine delimitante a nord l’area. Il progetto prevede il loro allontanamento a chiusura delle attività, anche se limitato al solo smantellamento dell’impiantistica di cava, mantenendo pertanto in sito le opere edili e l’area del piazzale, per il cui recupero e riconversione dovrà essere attuato un progetto a cura del nuovo proprietario che in questo caso per convenzione siglata è stato identificato nell’ente parco.

Manutenzione e gestione in carico alla società estrattiva nell’ambito delle attività di coltivazione. Da definirsi in fase successiva al passaggio in proprietà all’Ente parco.

La seconda parte del progetto di recupero che si è estesa al di fuori dei limiti della scheda progettuale, ha interessato una ampia superficie collocata all’interno del segno di l’anca fluviale storica del Po in sponda destra ortografica. Questa parte ha visto l’avvio di una procedura di iniziativa pubblica, ai sensi dell’art. 3.10 del PdA, su iniziativa dell’ente di gestione, in convenzione con la società esercente l’intervento di recupero. In tale seconda fase L’arco temporale di intervento è previsto in anni 10 dall’avvio dei lavori. L’attuale situazione di crisi economica nonché le problematiche legate alla pandemia hanno determinato un prolungamento delle attività che allo stato attuale non è possibile e stimare in relazione alla loro definitiva chiusura e completamento delle attività di recupero, oggi amministrativamente autorizzate sino al 2022. Tav. 3.

Il complesso dei dati di verifica è stato caricato sulla mappa di mymaps appositamente creata e che si presenta come suo valore descrittivo come riportato nella figura seguente e potrà essere ulteriormente implementato grazie a successivi aggiornamenti.

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Fig. 4 – Subambiti di intervento descritti dalla scheda progettuale, vista complessiva delle porzioni interessate da attuazione (in verde) e non attuazione (in rosso) .

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Tavole localizzazione interventi scheda progettuale. Tav 1 - 1.1 Rinaturalizzazione della fascia spondale tra l'argine maestro ed il fiume, comprendente aree attrezzate e riordino sistema insediativo delle baracche fluviali esistenti.

Area attrezzata non realizzata, e fascia delle baracche fluviali che non è stata oggetto di riordino edilizio ed urbanistico.

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Tav. 2 – 1.2

Rinaturalizzazione delle sponde e delle aree circostanti il piccolo bacino di cava posto ad ovest dell'autostrada, con lo scopo di ridurre le interferenze e gli impatti indotti dalla vicinanza del depuratore comunale;

Miglioramento ambientale conseguente all’abbandono dell’area collocata a ovest del lago del sistema dell’impianto di depurazione del Comune di Casale.

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Tav- 3 Ripristino della continuità del percorso d'argine e di quello propriamente fluviale attraverso la rimozione degli ostacoli e l'eliminazione delle situazioni di rischio per la navigabilità turistica, in particolare presso il ponte autostradale;

Aree di miglioramento della percorribilità non interessate da interventi di miglioramento anche in conseguenza del mancato riordino del sistema delle baracche fluviali.

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Tav. 4 - 2.1

Rimodellazione e rinaturalizzazione del bacino di cava in località Baraccone

Miglioramento ambientale particolarmente significativo in considerazione dell’attivazione di un progetto di recupero dell’attività estrattiva presente, condotto in due fasi con un progetto in ambito ed uno fuori ambito

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Rispetto alle linee guida regionali in materia di visuali sceniche e sulla natura della componenti paesaggistiche.

In questa parte della relazione viene richiamato il tema dell’applicazione delle linee guida e dei contenuti che il PPR regionale individua per l’area in esame (dati consultabili all’indirizzo http://webgis.arpa.piemonte.it/ppr_storymap_webapp/ ). Il territorio della scheda 4 è definito dalla tavola di riferimento relativa alle Componenti paesaggistiche (P4) come da insieme dei campi di lettura riportati nella figura che segue e che è da leggere sulla base dei caratteri di legenda riferiti e che sono identificati dalle voci riportate in tavola a pagina seguente. Alla luce dei sopralluoghi effettuati e della documentazione relativa caricata nell’area dell’atlante fotografico del Po piemontese, e dei caratteri identificati nella planimetria riportata sopra in figura, si può affermare quanto segue.

Considerazioni di area vasta. Analogamente ad altre realtà della fascia fluviale del Po, i caratteri di paesaggio agricolo appaiono fortemente dominanti rispetto a quelli di carattere fluviale naturale e paranaturale, segnalandola mancanza di elementi paesaggistici e quinte che segnino la presenza della fascia fluviale anche lungo le principali vie di accesso. Tale fattore non permette di recuperare il segno di fascia indicato in PPR. Tale fattore è più visibile proprio in corrispondenza della scheda 4, all’interno della quale purtuttavia sono presenti azioni di miglioramento ambientale. Tale elemento come in molti altri casi della fascia, non consente di rendere l’effetto porta che potrebbe rendere la percezione del fruitore più vicina alla comprensione della presenza della fascia fluviale.

Fig. 5 – Stralcio tavola componenti paesaggistiche dell’area vasta.

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14. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) L’elenco indica le sotto citate situazioni caratterizzanti, disciplinate nelle Norme di Attuazione all’articolo 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesaggistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesaggistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o tracce di sistemazioni agrarie e relative infrastrutture storiche (tra cui i Tenimenti Storici dell'Ordine Mauriziano non assoggettati a dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 33) SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV5 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV6 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: i

13. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) vigneti L’elenco indica, tracontrassegnati le situazioni riconosciute caratterizzanti, relazioni visive tra Gli elementi sono da una “X” come se particolarmente notevoli. insediamenti costruiti e contesto coltivato o naturale, secondo le sotto citate casistiche, disciplinate all’art. 31 della normativa. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Contesti di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

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Considerazioni di ambito territoriale ristretto. In merito alla scala più locale, ed alla luce di tutte queste considerazioni prima espresse, si può valutare come la necessità operata dal piano di andare verso un riordino del sistema delle baracche fluviali sia quanto mai necessaria, e mantenga tutta la sua utilità, anche in considerazione della separazione che questo sistema ha indotto rispetto alla fruizione pubblica e libera. Occorre tuttavia prevedere delle condizioni di attuazione diversa, stante l’inoperatività dimostrata a livello comunale: in merito si potrebbe prevedere che la normativa venga modificata intestando il processo di riordino urbanistico all’ente parco o al competente settore urbanistico regionale, mediante conferenza di servizi di copianificazione, coinvolgente le autorità idrauliche e quelle paesaggistiche, atta ad approvare il piano di riordino oltre ad identificare le misure e gli interventi di standard edilizio da adottare per la compatibilizzazione delle strutture. Una considerazione finale può essere utile in merito alla particolare situazione di natura sociale ed economica che sottende il fenomeno delle baracche fluviali. Nel caso di Casale Monferrato l’estrema vicinanza con l’abitato determina una facilità di utilizzo ed una relativa necessità legata al tempo libero delle famiglie, tali da costituire un aspetto che conferisce a queste strutture un significato sociale di particolare utilità se non di pregio. Grazie a questi siti è infatti permesso e facilito il contatto con l’ambiente fluviale, che comporta anche una garanzia di presidio costante. Un fattore quest’ultimo che funziona da detrattore rispetto a comportamenti illeciti quali discarica di rifiuti, ed altre attività che non garantiscono la sicurezza anche fruitiva della fascia fluviale. Alla luce anche di queste considerazioni il mancato riordino e la generale mancata attenzione da parte dell’amministrazione comunale a tale realtà, impedisce di valorizzarle nel modo più adeguato, pur considerando che una delle componenti antropologiche di tali utilizzi sta anche e proprio per parte nel costituire realtà che vivono di una certa autonomia e modalità espressiva libera, elemento che le qualificano dal punto di vista dei modelli e delle motivazioni di uso, ma che contrastano purtroppo in parte con gli aspetti di carattere urbanistico e di rispetto di condizioni di compatibilità idraulica e paesaggistica. Valgono inoltre le valutazioni riprese a scala generale poco sopra in ordine all’effetto porta di ingresso all’area fluviale che l’assetto attuale ancora non garantisce, e che il PPR segnala come elemento di interesse sul quale dovrebbero essere messe in opera azioni, quali ad esempio la realizzazioni di filari e fasce tampone atte a porre elementi visivi di richiamo della presenza di una fascia di paesaggio differente.

Fig. 6 – Stralcio tavola componenti paesaggistiche dell’area vasta.

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Giudizio finale di attuazione della scheda e ipotesi di sua modificazione.

Sulla base delle considerazioni e del report illustrato degli interventi previsti, si può considerare che circa la metà dell’area è stata interessata dalle previsioni di scheda, con alcune mancate attuazioni, fornendo una categoria di classificazione per la scheda n. 4 seguente: 0 – nessuna azione realizzata 2 – parziale attuazione

1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione

L’attuazione non può considerarsi completa in quanto - anche se nel complesso gli interventi realizzati hanno permesso di raggiungere buoni risultati per le aree interessate dal recupero dell’attività di estrazione di inerti presente nel sito, con il risultato suppletivo di estendere questi anche all’esterno della scheda progettuale per una porzione del tutto considerevole – il mancato raggiungimento degli obiettivi di qualificazione orientata dell’area del laghetto del depuratore da un lato, la non approvazione di un piano di riordino del sistema delle baracche fluviali presenti nell’area prospiciente la sponda destra orografica del Po, nonché conseguentemente la mancata attrezzatura e qualificazione per percorso spondale, hanno inficiato l’attuazione complessiva. L’importanza di estensione e di qualità dell’intervento che interessa l’area di cava è certo di interesse, ma è andata ad interessare un ambito esterno alla scheda progettuale. Si segnala tuttavia una certa criticità legata al tema dell’area degli impianti della cava: si tratta infatti di una piastra di circa 10 ettari di estensione che pur essendo prevista al termine delle lavorazioni a cessione all’ente parco, questo passaggio avverrà con il solo allontanamento delle strutture di cantiere strettamente connesse con le lavorazioni, mentre gli edifici e la platea del suolo come si presenta oggi (ovvero area artificializzata a piazzale di cava) tale resterà, determinando un problema di non facile soluzione in merito alla riqualificazione ambientale complessiva del sito ed al riutilizzo degli edifici presenti. Nella figura a fianco è riportato con una semplificata visualizzazione schematica gli ambiti della scheda (perimetrata in giallo) che sono stati interessati dai processi trasformativi (in verde), e quelli che invece non hanno visto la presenza di modificazioni dello stato dei luoghi (in rosso). I fattori che si ritiene abbiano pesato in termini maggiori nella difficoltà attuativa sono riconducibili alla mancata attivazione da parte dell’amministrazione comunale dei piani di riordino dei temi delle baracche fluviali che hanno anche inficiato l’attuazione degli aspetti di natura fruitiva. Tra i fattori che invece si possono richiamare quali elementi positivi che hanno permesso il raggiungimento degli obiettivi realizzati si possono ricordare l’efficacia delle modalità di gestione delle attività estrattive, anche se rimane da risolvere il tema del riuso dei piazzali di cava in seguito all’allontanamento delle attività di esercizio della cava.

2 – parziale attuazione

Fig. 7 – Ambiti attuazioni intervento e non intervento della scheda.

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Appare inoltre utile un richiamo a possibili ipotesi di modificazione deli confini della scheda progettuale e pertanto dello schema grafico, alla luce delle dinamiche territoriali che si sono venute a presentare negli ultimi anni.

Fig. 8 – Proposta modificazione perimetro ella scheda progettuale con unione alla scheda n. 5

Anche alla luce delle iniziative di recupero realizzate all’esterno della scheda progettuale, che hanno permesso di raggiungere obiettivi di riqualificazione ancora più estesi di quanto ipotizzato dalla scheda, si ritiene praticabile innanzi tutto un ampliamento della scheda progettuale nella sua porzione orientale, da prevedersi per un’area molto più estesa per le ragioni che seguono. Nella figura qui a fianco è riportata una ipotesi di nuove perimetrazione (area in rosso) che rispetto alla precedente scheda (ripresa dal confine in giallo), sostanzialmente riporta i seguenti elementi di novità che sono già stati oggetto di proposta con la modificazione della scheda n. 5, e che di seguito per memoria sono ripresi, oltre ad altri elementi di integrazione e completamento:

settore urbano di casale (ex scheda 5): 1. L’inserimento dei territori interessati dal Parco Eternot, e dal vasto complesso territoriale connesso al recupero delle aree ex Eternit. Tale ambito costituisce infatti una piattaforma di porzioni di territori che possono avere una importanza fondamentale nella ipotesi di riqualificazione ambientale (in parte già realizzate) nonché di di spazi nei quali realizzare servizi utili alla tematica della fruizione del fiume sotto diversi aspetti. 2. L’estensione all’area a ovest del Po interessante i sistemi di aree umide di particolare interesse ambientale che si sono venute a costituire sulla sponda sinistra orografica del Po a monte della traversa del Canale Lanza. Questo ambito si è venuto a caratterizzare come un comparto di interesse per la fruizione naturalistica, che rende tuttavia necessaria una serie di previsioni quali la previsione di una struttura pubblica di attraversamento del Po a passerella in coincidenza della Trasversa Lanza. Anche il territorio collocato sulla destra orografica presenta elementi di interesse sotto il profilo della attrezzatura leggera di fruizione da sviluppare tramite specifiche previsioni di scheda grazie alle fascia largamente boscata che si colloca in continuità a monte del Bosco della Pastrona nell’area ricompresa tra il CANALE Lanza e il locale Campo da Golf.

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3. Terzo ambito esteso e ricompreso nello schema grafico è quello del Castello dei Paleologi. Questa struttura architettonica rappresenta una componente storico paesaggistica di grande valore per il sistema del Po nel suo affaccio urbanfluviale, e merita per la sua precisa collocazione in tale contesto, di essere interessato da una progettualità specifica che coinvolga lo strumento del Piano d’Area. D’altro canto lo stesso Comune di Casale Monferrato aveva in anni addietro ipotizzato una modifica viaria ed insediativa del nodo di raccordo tra il castello e il fiume con un ridisegno della viabilità e la costruzione di una opera di maggiore raccordo visivo. settore tra Casale e Fontaneto Po (ex scheda 4): 4. Adeguamento alle sistemazioni definitive raggiunte con la sistemazione di Cava Allara che sono andate ad interessare ampie porzioni esterne ad oriente della scheda con ottimi risultati di rinaturazione. 5. Inserimento dell’importante comparto territoriale dell’istituto di ricerca del CREA (azienda Mezzi ex Centro sperimentale del Pioppo) collocato immediatamente ad oriente, anche per favorire l’applicazione di strumenti urbanistici per la riqualificazione del segno paesaggistico dell’antica lanca che lo circonda, fino a lambire più direttamente l’area costruita del Comune di Fontaneto Po. 6. Inclusione dei territori agricoli posti in sinistra orografica del fiume Po, all’interno dei quali sono tuttavia presenti ampie aree di patrimonio demaniale, che sono state oggetto di istanze di cessione con progetto di gestione all’Ente Parco, e che presentano già ambiti significativi di riqualificazione con naturale evoluzione della vegetazione fluviale in corso. In merito a tale aspetto l’inserimento di porzioni di territori collocate in sinistra orografica renderebbe anche più cogente l’ipotesi di previsione di una struttura a ponte ciclopedonale di scavalco del Po in corrispondenza dell’asse viario della E 45 7. Connessione territoriale tra le due schede 5 e 4 tra di loro in stretta contiguità, comprendente le progettualità di riordino di area di insediamento di baracche fluviali oggi collocate all’esterno delle schede progettuali.

Figure 9 x, di commento alle motivazioni di modificazione indicate dai punti 1 a 7:

Punto 2 dei commenti alle motivazioni

Punto 7 dei commenti alle motivazioni

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Punto 3 dei commenti alle motivazioni

Punto 1 dei commenti alle motivazioni

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Punto 6 dei commenti alle motivazioni

Punto 5 dei commenti alle motivazioni

Punto 4 dei commenti alle motivazioni

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L’articolazione della nuova scheda al suo interno e l’individuazione degli obiettivi di destinazione, sono oggetto di una fase successiva di approfondimento che sarà compito della redazione del nuovo Piano d’Area effettuare. Tuttavia qui di seguito è riportato una sola segnalazione con riferimento cartografico annesso, che riguarda la particolare presenza all’interno della scheda 4, di un comparto di discariche urbane comunali storiche che merita una prefigurazione progettuale più dettagliata di quanto non fatto nella precedente versione della scheda 4. Infatti la prima area prospiciente il lago di cava, che rappresenta un comparto più vecchio ed oggi praticamente consolidato e senza elementi di limitazione alla sua utilizzazione pubblica, necessita della definizione di un raccordo progettuale con la sistemazione a cava circostante, sia in termini di accessibilità che di servizi potenzialmente realizzabili nel sito, anche in virtù della particolare funzione di percezione paesaggistica che potrebbe svolgere in quanto belvedere sull’area circostante.

Discarica comunale antica prospiciente il lago di cava.

Discarica comunale recente lungo la A26.

Fig. 10 – Ambiti insediamento discariche di rifiuti urbani comunali.

Stessa attenzione deve essere riservata alla seconda discarica, che a differenza della prima, costituisce ancora sito in esercizio post mortem, con attività di emissioni ancora presenti. In merito occorrerebbe pertanto definirne con maggiore precisione la sua proiezione temporale di recupero ed insieme le destinazioni di utilizzo in collegamento con l’altro sito presente e con le attività di servizio sociale presenti nel confinante centro di Cascina Baraccone oggi destinata a canile comunale, e in cui potrebbero essere anche immaginate destinazioni di carattere educativo o ricettivo. In merito la presenza del rilevato arginale e la ormai fase terminale della gestione dei siti a discarica con i relativi recuperi ambientali (eventualmente integrabili con interventi aggiuntivi di capping) potrebbero consigliare la creazione di un polo ricettivo di turismo plain air/ campeggio, come punto di attestamento fruitivo della città di Casale.

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Un elemento ulteriore connesso alla presenza in scheda di aspetti legati alle gestioni comunali di servizi ecologici è quello legato alla presenza nel sito del depuratore comunale dal quale prende origine il Rio Rivarossa, che dopo un percorso sinusoidale di circa 8 km si getta nel Po subito a nord dell’abitato di Fontaneto Po. In considerazione pertanto della presenza di questi diversi servizi comunali si ritiene che potrebbe essere individuato un sub ambito interno di attuazione che li ricomprenda interamente come indicato a fianco nella planimetria, con l’idea integrativa di andare a realizzazione un settore di impianto di fitodepurazione connesso al depuratore.

Fig. 11 – Ipotesi perimetrazione subambiti di intervento di recupero

Un ulteriore elemento di interesse in merito a possibili subambiti di intervento, è rappresentato dall’area di Cascina Mezzi oggi Istituto di ricerca del CREA, l’Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari con personalità giuridica di diritto pubblico, vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali (Mipaaf). Le nostre competenze scientifiche spaziano dal settore agricolo, zootecnico, ittico, forestale, agroindustriale, nutrizionale, fino all’ambito socioeconomico. Abbiamo piena autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria. Scheda Azienda Mezzi di Casale: Situata in un’ansa del fiume Po a circa 105 m s.l.m., si estende su una superficie di circa 180 ettari, parte nel Comune di Casale Monferrato e parte in quello di Frassineto Po. Una cinquantina di ettari sono utilizzati per l’attività vivaistica in rotazione quinquennale con altre colture agrarie; una ventina di ettari, comprendenti anche boschi naturali, sono stati destinati a recupero ambientale (progetto finanziato dalla Regione Piemonte). La restante parte è occupata da pioppeti sperimentali e dimostrativi. I terreni sono di origine alluvionale, sabbiosi o sabbio-limosi situati su un substrato prevalentemente ghiaioso. Le aree utilizzate per la coltivazione dei vivai e buona parte dei pioppeti sono irrigabili; l’irrigazione viene effettuata con il metodo per aspersione. L’acqua per l’irrigazione viene in gran parte attinta dalla falda a circa 15 m di profondità e in parte minore da cavi consortili. Il centro aziendale è dotato di capannoni, porticati e cella frigorifera per la conservazione del materiale di propagazione nonché di vasche per l’idratazione del materiale prima dell’impianto. L’attività prevede sia la conservazione del germoplasma sia l’ottenimento di nuovi genotipi di pioppo e salice per impieghi industriali ed energetici. La sperimentazione affronta la sostenibilità economica delle tecniche di coltivazione, la valutazione degli aspetti ambientali, l’individuazione di tecniche per la gestione sostenibile delle avversità, la valutazione degli aspetti quantitativi e qualitativi delle produzioni legnose anche in relazione ai cambiamenti climatici. Tra le tecniche colturali si sperimentano quelle per impianti di arboricoltura tradizionali per l’industria dei pannelli a base legno, per la produzione di biomasse a uso energetico, altre con impianti misti di pioppo insieme ad altre specie forestali con turni policiclici e infine piantagioni arboree consociate con colture agrarie (agroforestazione). Sono presenti archivi vegetali di salicacee (pioppi e salici) autoctoni, ibridi e altro materiale proveniente da scambi con Paesi esteri per collezioni ex-situ per un totale di 1961 accessioni e 415 cloni. Nell'azienda è presente un impianto sperimentale dimostrativo sulle agroenergie con tutta la filiera di produzione delle biomasse legnose fino alla caldaia utilizzata per il riscaldamento di parte degli uffici e di una serra. L’azienda Mezzi mantiene in purezza i cloni iscritti al Registro Nazionale dei Materiali di base ai sensi del D. Lgs. 386 del 2003. L’inserimento di tale ambito all’interno di una scheda progettuale consentirebbe, previa individuazione degli strumenti attuativi necessari per l’avvio dei processi di progetto, lo sviluppo di sinergie di particolare interesse per il territorio, che coinvolgerebbero l’Ente nazionale con i Comuni limitrofi e l’Ente parco.

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Fig. 12 - Area dell’azienda Cascina Mezzi CREA di Casale Monferrato con la perimetrazione delle aree di proprietà del centro d ricerca, dalle quali sono escluse alcune porzioni intercluse raffigurate nel catastale riportato.

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Infine appare utile sviluppare brevemente quindi seguito anche un approfondimento sul tema delle aree di ampliamento della scheda progettuale proposte in sinistra orografica e connesse non solo con i temi di recupero ambientale ma anche con quelli di natura connettiva come le reti dei percorsi.

Ambito di Lanca Castagna

Fig. 13 - L’ambito proposto in espansione della scheda in sinistra orografica del Po, e la adiacente area della confluenza tra il fiume Po e la Sesia.

Relativamente ai temi del recupero ambientale è utile richiamare le azioni di gestione ambientale messe in opera dall’Ente che hanno interessato la presa incarico di gestione di un sito demaniale con un progetto denominato “Lanca Castagna” descritta nelle due figure seguenti. Un caso di gestione naturalistica attivata in aree a classica coltivazione agricola estensiva condotta tuttavia su terreni pubblici e che il progetto di gestione dell’Ente sta tentando di convertire a finalità naturalistiche anche in accordo con le finalità del Piano d’area e della sua zonazione, meglio individuata nella successive figure. In queste è visibile come la zona del progetto di Lanca Castagna sia da un lato ancora inserita in area contigua (anche dopo le riperimetrazioni dell’area protetta con l’istituzione del Parco naturale del Po piemontese) mentre dall’altro le zone del Piano interessino questa fascia di sinistra orografica con destinazioni di natura per metà naturalistica (le aree N3) e per l’altra di tipo agricolo ma A3, quindi con forti elementi di conversione ad aspetti di natura ecologica.

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Area di Lanca Castagna collocata in area contigua.

Area di Lanca Castagna classificata in area del piano come zona A3.

Area di Lanca Castagna classificata in area del piano come zona N2 ed N3.

Fig. 14 - Descrizione destinazioni di piano d’area nella porzione di territorio della Lanca Castagna.

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Relativamente ai temi invece di natura fruitiva, si segnala come il territorio interessato dal progetto di Lanca Castagna sia a ovest delimitato dall’infrastruttura viaria della superstrada della E 25 mentre a est vede poco più a valle l’imponente area della confluenza del Po con il fiume Sesia. Quest’ultima area ambientale costituisce un territorio di estremo interesse ecologico e rappresenta un crocevia geografico che necessiterebbe di un raccordo fruitivo dal Po, verso in particolare la fascia sinistra orografica del Sesia e pertanto con i relativi percorsi ciclabili già individuati e segnalati, che portano da questa area a collegarsi con importanti itinerari del cicloturismo piemontese. Vediamo quali. Da un lato la mitica Castellania-Oropa, che fu la tappa 100 del Giro d’Italia del 1999 e delle imprese epiche di Marco Pantani, e dall’altro, via Santhià, con l’itinerario della ciclovia del canale Cavour. Dall’altro gli intinerai già identificati di raccordo con Vercelli. Di seguito le rappresentazioni in figura che permettono di cogliere gli aspetti di connessione ad una scala cicloturistica regionale. Infine, ma non certo ultimo, il tracciato est-ovest di VENTO, che nel tratto casalese dopo la città di Casale si porta proprio sulla destra orografica del Po lungo il sistema arginale che interessa l’area di recupero della scheda 4.

A IL SISTEMA DELLE CONNESSIONI NORD SUD

Itinerari a sud di Vercelli individuati e le possibili connessioni con l’area della scheda 4 di Casale Monferrato.

L’itinerario Santhià Casale che oggi non permette un attraversamento del Po se non in centro all’abitato di Casale.

L’itinerario Oropa Castellania che da Casale prosegue verso Alessandria portandosi proprio lungo Po in sinistra orografica verso est.

Fig. 15 - I sistemi di connessione verso nord tra la sponda sinistra orografica del Po e l’area casalese. 25


La tappa 5 dell’itinerario Oropa Castellania in giallo a nord del Po, e la tappa 6 a sud che costeggia proprio il Po ed incrocia il ponte della E25 dove si ipotizza un percorso con vista e attraversamento sul Po e sulle aree ambientali sottostanti al percorso autostradale. (in blu cerchiato la posizione del ciclo centro servizi). La previsione di un ampliamento prossimo del ponte cittadino sul Po, consentirebbe di realizzare un percorso ad anello ad oriente della Città di Casale. Inoltre la valorizzazione del sistemi dei percorsi in sinistra Po apre la possibilità di sviluppare gli itinerari di accesso all’area di confluenza Po Sesia verso est, altrimenti di difficile accesso dalle altre regioni fluviali.

Fig. 16 - Itinerari di connessione nord sud e collegamento all’area della confluenza Po Sesia in sinistra orografica.

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Nel quadro dei sistemi di connessione NORD-SUD si colloca anche l’apertura tramite le vie ciclabili del vercellese all’altro grande sistema rappresentato dal Cane Cavour, collegabile sia direttamente verso nord da Vercelli sia verso nord-ovest tramite Santhià e la connessione con il percorso Oropa-Castellania. Vedasi figura successiva.

Il sistema di possibili connessioni Casale Monferrato ed area della scheda 4 del Piano d’area con il grande percorso Torino-Milano del Canale Cavour. Fig. 17 - Itinerari di connessione nord sud tra il Po del casalese e il percorso del Canale Cavour.

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A IL SISTEMA DELLE CONNESSIONI EST OVEST

Infine occorre ovviamente richiamare il grande nodo di raccordo della ciclovia VENTO in direzione est ovest. Il Nodo di Casale Monferrato.

Fig. 18 - Itinerari di connessione est ovest e il percorso di VENTO.

Infine nel quadro delle connettività est-ovest l’inserimento delle previsioni di scheda progettuale nell’area di sinistra orografica più sopra proposta, permettere di mettere a sistema modalità di accesso alle aree naturalistiche più interne della confluenza Po-Sesia, che rappresentano, come spesso le confluenze connotano per le loro caratteristiche di ampi spazi fluviali, ambiti di forte interesse sotto il profilo del turismo naturalistico. (vedasi figura. Nel suo insieme pertanto un ricco modello di sistemi di accesso ciclabile collocati in un ambito paesaggistico di pregio e circondati da centri di attestamento e di valore storico culturale e insediativo altrettanto di interesse, che sono stati anche oggetto di promozioni tramite i materiali di natura cartografica prodotti dall’Ente Parco negli anni che hanno tuttavia interessato maggiormente la sponda destra orografica, lasciando l’area di destra connettibile con il vercellese meno segnata da progetti di percorribilità (percorso in rosso nelle mappe della ciclabilità del Parco del Po.)

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L’ipotesi schematizzata in figura 16, con la realizzazione di un attraversamento ciclopedonale in fregio al percorso autostradale qui delineata permetterebbe anche di andare ad interessare un’area che necessita di un pensiero di destinazione di usi, che interessa l’attuale piastra impianti della cava Allara e che a termine coltivazione verrà liberata, come più sopra indicato, comportando tuttavia alcuni elementi di criticità anch’essi più sopra richiamati. Qui potrebbe essere individuata una sede di servizi, da valutarsi anche in ragione degli aspetti di carattere idraulico stante la vicinanza con il corso del Po (affrontabili anche con l’uso dei volumi attuali in parte in area sopraelevata dove necessario secondo l’approccio delle baracche fluviali) e da connettersi con servizi di accoglienza e loisir fluviale.

Il dettaglio dell’area destinabile a spazio servizi ed accoglienza.

Fig. 19 - L’ambito dell’area impianti dell’attuale attività di trattamento inerti.

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Analisi delle schede progettuali allegate alle Norme di Attuazione del PdA e dei relativi schemi grafici illustrativi per valutare, alla luce della situazione attuale, quale e quanta parte delle previsioni ivi indicate sia stata completata e cosa rimanga da completare.

Scheda progettuale 5

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1. Descrizione generale stato dei luoghi attuale con confronto stato dei luoghi Ortofoto 1998-1999 (CGR IT 2000)/ World Imagery (ESRI) 2012, corredato di analisi dello stato di consumo del suolo a scala comunale di riferimento e analisi a campione dello stato locale per un ambito sotteso significativo con l’indice bioecologico.

Il territorio in ambito vasto nonché quello più direttamente interessato dalla scheda progettuale, si presenta con un trend di modificazioni del suolo decisamente limitato, avendo pertanto mantenuto nel tempo una sostanziale qualità generale sia di carattere ambientale che paesaggistico. Fa eccezione l’area posta a sud del territorio comunale che è stata interessata dalla realizzazione di importanti piattaforme commerciali e terziarie, che nel complesso non comportano tuttavia un importante cambiamento dell’assetto generale del territorio. Per contro il territorio in particolare in prossimità della fascia fluviale estesa è stato oggetto dell’importante progetto di recupero dell’area ex Eternit che ha portato alla costituzione di un nuovo parco Il Parco Eternot (vedi scheda), come anche l’opera di bonifica realizzata nell’area prospiciente l’ ambito di Casale Nuova (discarica Bagna).

Confronto aerofotogrammetrico area vasta.

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Scheda parco Eternot.

Il Parco Eternot è un’area verde pubblica della città di Casale Monferrato, un giardino pensile che occupa la superficie su cui sorgeva la Fabbrica Eternit, lo stabilimento di produzione di manufatti in amianto più grande d’Europa, attivo dal 1907 al 1986[2]. Nato in memoria di tutte le vittime dell’amianto, vuole simboleggiare l’impegno della città nella lotta all’amianto[3]. L’esperienza di Casale Monferrato è, in termini di esperienza e reazione collettiva, unica nel suo genere. Basti pensare che la parole resilienza in psicologia è stata applicata per la prima volta sulla base della vicenda casalese[4]. Questo è finora, in tutta Italia, l'unico intervento di demolizione e bonifica di un’area occupata da un vasto insediamento di fabbricazione del cemento-amianto portato a termine. Unico esempio al mondo di un parco cittadino realizzato al posto di una fabbrica di manufatti in amianto[5]. Il Parco Eternot ha una superficie di circa 29.000 metri quadrati e ospita monumenti, spazi per i giochi, per lo sport e un tratto di pista ciclabile che lo collega al centro urbano da un lato e ad altre piste ciclabili e aree dedicate alla mountain bike dall’altro. Nell'area verde ci sono viali per passeggiare per una superficie totale di circa 4.500 metri quadrati, l’area giochi per bambini con una superficie di 920 metri quadrati, uno spazio multi-percorso per ragazzi più grandi, panchine, fontanelle, aree attrezzate per pic-nic e un'arena con un diametro di 20 metri per ospitare eventi. Della fabbrica pre-esistente rimangono visibili la Palazzina Eternit, che ospitava gli uffici direzionali, attualmente in restauro, e il pozzo, che serviva di acqua la fabbrica[6]. Il Parco Eternot è il simbolo verde della rinascita di Casale Monferrato, una città che ha vissuto un lungo e tortuoso percorso di presa di coscienza della pericolosità della fibra d’amianto e ha saputo reagire[7] non solo portando avanti la bonifica di tutti gli edifici pubblici della città e sostenendo economicamente nella bonifica i privati di tutto il (SIN) Sito d’Iteresse nazionale[8], contribuendo fortemente nel promuovere la ricerca medica per le malattie asbesto correlate. Il nastro inaugurale del parco venne tagliato il 10 settembre 2016[1].

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Confronto aerofotogrammetrico area di limitata espansione ambiti sud del territorio del Comune.

Confronto aerofotogrammetrico area fluviale di Casale Monferrato.

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Aerofotogrammetrico area fluviale di Casale Monferrato 1998-99

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Aerofotogrammetrico area fluviale di Casale Monferrato attuale aree di interesse di attività di recupero.

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2. Verifica stato di attuazione con descrizione progetto e iter di attuazione, con parallelo e contestuale report fotografico dei luoghi con MAPPA PUNTI RIPRESE FOTOGRAFICHE e ATLANTE FOTOGRAFICO. Contenuti di previsione della scheda: 0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione 5. – Comune di Casale Monferrato (Zone interessate: 87T, 88T, 89N3, 90A2) Riorganizzazione e valorizzazione delle sponde urbane con attrezzature, bonifica e rinaturalizzazione delle altre aree, ricostituzione della lanca della Pastrona. 1.1 Interventi direttamente realizzabili: 1.1 Rinaturalizzazione della sponda sinistra fra la traversa del canale Lanza e la città, previa bonifica della discarica bagna, conferendo continuità ai percorsi di sponde indicati, valorizzando il percorso ciclo pedonale sull’argine maestro e comprendendo: - aree per sosta, giochi e pic-nic (come indicate e con superficie massima di 4000 mq ciascuna) da organizzare in modo da favorire la fruizione percettiva del contesto; - approdi per piccole imbarcazioni turistiche; - compatibilizzazione dell’agglomerato di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza tipologica ai modelli prescritti; - parcheggio veicolare con funzione di attestamento dei mezzi motorizzati (max 40 posti). 1.2 Rinaturalizzazione della sponda sinistra, a valle della città, con la formazione di percorsi d’argine e di sponda e comprendendo: - parcheggio veicolare con funzione di attestamento dei mezzi motorizzati (massimo 40 posti) - campeggio turistico (superficie massima 2 ha) per il quale le necessari strutture di servizio devono essere realizzate con le caratteristiche tipologiche precarie di cui all’articolo 3.11.3 - approdo per piccole imbarcazioni turistiche; 1.3 Realizzazione di parco urbano al servizio dei quartieri Oltrepo, dotato di parcheggio veicolare adeguato connesso coni percorsi di fruizione indicati e con le aree naturali dell’ex Lanca della Ballerina. 1.4 Realizzazione di piccolo parco urbano a servizio del quartiere Nuova Casale, con relativo parcheggio e con la possibilità di integrazione e di completamento delle attrezzature sportive esistenti nell’ambito di convenzioni che garantiscano comunque la funzione pubblica del fiume. Comprendente inoltre: approdo per piccole imbarcazioni turistiche; area per sosta giochi e picnic superficie massima a 5000 m quadri; ripristino della completa funzionalità del percorso da argine attualmente compromessa.

1.5 Recupero naturalistico dell’area compresa tra la Società canottieri Casale e la Società sportiva Montecarlo, secondo il progetto già predisposto a cura del Comune. 2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell’ente di gestione. 2.1 Interventi volti a garantire la libera transitabilità del fiume alle piccole imbarcazioni da diporto, da coordinare sulla base di uno studio idraulico, con particolare attenzione al superamento della traversa del canale Lanza. 2.2 Ricostituzione del di bosco planiziale e rimodellazione della lanca della Pastrona tra il fiume il Canale Lanza secondo le norme di indicazioni di Piano di assestamento forestale e del progetto di ripristino ambientale e di area di interesse naturalistico (da sviluppare sulla base delle indicazioni fornite in cartografia) che comportano anche: - formazione di percorsi ciclopedonale; - aree per sosta giochi e picnic superficie massima 3000 m quadri; - compatibilizzazione delle baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai modelli prescritti. Particolare attenzione dovrà essere prestata alla bonifica e nella rinaturalizzazione dell’area adibita a discarica dei residui di lavorazione dell’Eternit prevedendo soluzioni idonee a garantire la sicurezza sanitaria dell’area stessa, delle acque e dei fruitori, anche in caso di eventi di piena eccezionali; 2.3 Sistemazione architettonica del tratto urbano della fascia spondale, da affrontare con un piano particolareggiato volto ad integrare le previsioni di PRG relativa il Polo del Castello che si intendono qui integralmente confermati con le seguenti indicazioni: localizzazione ed organizzazione del Museo del nel Castell; restauro e completamento del fronte dei Murazzi con la creazione di una banchina ciclopedonale ai piedi degli stessi ed adeguate rampe di risalita alla quota superiore; ripristino dello scivolo della Società Canottieri Casale con piccolo bacino per il diporto in continuità con la banchina stessa; - raccordo dei nuovi percorsi di fruizione con quelli previsti al punto 1.5; sistemazione delle sponde comprese fra il ponte veicolare e quello ferroviario con formazione di nuovi margini urbani, da realizzare tramite alberate e viali sviluppati lungo i percorsi di sponda e o con nuovi fronti edilizi; recupero della continuità dei percorsi previsti con soluzioni architettonicamente compatibili in particolare per l’attraversamento ciclopedonale del ponte veicolare e per il sottopasso dei ponti esistenti su entrambe le sponde.

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15. - Comuni di Carignano e Carmagnola - (Zone interessate: 239A2, 240A3, 241N1, 243N3)

PREVISIONI A SCHEDA PROGETTUALE

INTERVENTI AVVIATI

STATO MANUTENZIONE E GESTIONE

STATO ATTUATIVO “SEMAFORO”

1.Interventi direttamente realizzabili 1.1 Rinaturalizzazione della sponda sinistra fra la traversa del canale Lanza e la città, previa bonifica della discarica Bagna, conferendo continuità ai percorsi di sponde indicati, valorizzando il percorso ciclo pedonale sull’argine maestro e comprendendo: - aree per sosta, giochi e pic-nic (come indicate e con superficie massima di 4000 mq ciascuna) da organizzare in modo da favorire la fruizione percettiva del contesto; - approdi per piccole imbarcazioni turistiche; - compatibilizzazione dell’agglomerato di baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza tipologica ai modelli prescritti; - parcheggio veicolare con funzione di attestamento dei mezzi motorizzati (max 40 posti).

In questo comparto è stata effettuata la bonifica della Discarica Bagna (anno 2000 con progetto a cura di Comune di Casale Monferrato connesso alle risorse per la bonifica di siti inquinati del Ministero dell’Ambeinte ) , con capping e tombamento dei depositi presenti di rifiuti pericolosi (un sito che era interessato da una area di Lanca residuale del Po utilizzata come discarica negli anni). Per gli altri interventi sulla connessione ciclopedonale questi sono stati realizzati per la parte dell’argine, inserita nei percorsi ciclabili anche visualizzabili su web (inserimento nel sistema di EUROVELO 8). Per la parte spondale anche questa è stata riqualificata essendo reperibile nel tracciato scaricabile su web (salvo alcuni problemi di accessibilità legati al passaggio sulla traversa del Canale Lanza).

Buona ed affidata alle attività agricole ed ad AIPO per la parte del rilevato arginale.

Occorre segnalare che l’intera area è stata interessata da una profonda modificazione della dinamica fluviale dagli anni ’80 ad oggi, con un generale arretramento della linea di sponda verso nord, che ha ridotto fortemente i terreni retrospondali identificati dal Piano nella stesura originaria. Per tale ragione la mancata organizzazione di parcheggi e sistemi di accesso spondale è legata a tale aspetto, oltre alla mancata attuazione del progetto di parco urbano di cui al successivo punto 1.4 che avrebbe dovuto fare seguito alla sistemazione dell’area di discarica. In merito all’assetto di tale area è utile inoltre ricordare i recenti lavori di sistemazione dell’alveo condotti da AIPO (2019) che hanno eliminato parte dei depositi presenti nell’area centrale dell’alveo del Po, generando, complice il nuovo assetto del livello di Po innalzatosi grazie alla presenza dello sbarramento della Centrale idroelettrica di Cascina Consolata, la creazione di un ampio specchio d’acqua di oltre ... con un positivo effetto paesaggistico sul fronte di Casale Monferrato con il Po. L’allontanamento del sistema delle baracche collocate all’altezza della traversa Lanza in sponda destra orografica è invece sostanzialmente frutto delle dinamiche fluviali che si sono avvicendate nell’area dal novembre 94 all’ottobre 2000 che hanno comportato la naturale scomparsa delle opere presenti. Occorre ricordare che in tutto il tratto in particolare della provincia di Alessandria dove i primi censimenti avevano identificato circa 600 unità di edifici rispondenti alla categoria delle baracconi fluviali, a seguito della loro eliminazione a causa delle alluvioni nonché di incendi dolosi , è passata a circa 250 immobili con una forte riduzione di presenza di tali strutture. Degno di nota nel corso della stesura del presente report è la progettualità ed azioni di recupero finanziate con il Bando di Compagnia di San Paolo all’Ente Parco (vedasi tavole riassuntive in Tav 1), tra le quali è prevista una sistemazione ambientale proprio dell’ambito del Parco di casale Nuova. Una destinazione a scopo naturalistico senza la realizzazione di un vero parco urbano che tuttavia rappresenta un miglioramento dell’area. Tav. 1

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1.2 Rinaturalizzazione della sponda sinistra, a valle della città, con la formazione di percorsi d’argine e di sponda e comprendendo: - parcheggio veicolare con funzione di attestamento dei mezzi motorizzati (massimo 40 posti) - campeggio turistico (superficie massima 2 ha) per il quale le necessari strutture di servizio devono essere realizzate con le caratteristiche tipologiche precarie di cui all’articolo 3.11.3 - approdo per piccole imbarcazioni turistiche;

L’area non è stata interessata dagli interventi previsti, ma da un importante realizzazione di impianto di produzione idroelettrica. In merito occorre ricordare che tali impianti si giovano delle condizioni di pubblica utilità che superano le previsioni di piano territoriali ed urbanistiche connesse.

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Relativamente alle opere al contorno il progetto prevede opere di compensazione/mitigazione con la piantumazione dell’area collocata al di sopra dell’edificio della centrale che è sostanzialmente tutto realizzato al di sotto del piano campagna. Oltre a ciò l’iter autorizzato ha previsto nella convenzione con Comune il versamento annuo di 25.000 euro stimati per interventi di riqualificazione ambientale della fascia fluviale da eseguirsi da parte del Comune stesso con il parere dell’Ente Parco. Occorre considerare che lo stato attuale delle condizioni di recupero delle aree Ex Eternit (con territori di pertinenza di Unical) hanno permesso di individuare in quei siti, collocati in area di destra orografica del Po ed a monte dell’abitato di Casale Monferrato, la realizzazione di aree camper ed attrezzature orientate al tema dei campeggi e ricettività. Indubbiamente tale soluzione, pur essendo prevista in ampie aree di ridestinazione territoriale legate alla bonifica dei siti legati alla ex Eternit, presenta elementi di accessibilità meno efficaci rispetto a quelle previste dal piano, che collocavano l’area ricettiva in ambito extra urbano ed in contesto di attestamento esterno alla conurbazione, cosa che le previsioni in ambito impianto Unical non garantiscono, essendo al termine di una viabilità che attraversa l’area centrale di Casale. L’opera ha peraltro interessato una ampia area di deposito di materiali con l’alterazione di una area agricola. Oltre a ciò è stata comunque prevista la realizzazione delle opere sia di risalita per l’ittiofauna sia degli scivoli per l’attraversamento delle imbarcazioni a remi.

1.3 Realizzazione di parco urbano al servizio dei quartieri Oltrepo, dotato di parcheggio veicolare adeguato connesso con i percorsi di fruizione indicati e con le aree naturali dell’ex Lanca della Ballerina.

1.4 Realizzazione di piccolo parco urbano a servizio del quartiere Nuova Casale, con relativo parcheggio e con la possibilità di integrazione e di completamento delle attrezzature sportive esistenti nell’ambito di convenzioni che garantiscano comunque la funzione pubblica del fiume. Comprendente inoltre: - approdo per piccole imbarcazioni turistiche; - area per sosta giochi e picnic superficie massima a 5000 m quadri; - ripristino della completa funzionalità del percorso da argine attualmente compromessa.

Tav. 2 Tale previsione di progetto non è stata attuata, mentre la recente azione connessa alle fattibilità progettuali attivate in occasione del Bando di Compagnia di San Paolo (2020), ne avevano valutato l’attuazione senza però giungere ad una soluzione di progetto. In merito a questo comparto della scheda è stata tuttavia finanziata la realizzazione di opere di sistemazione della fascia spondale per consentire il miglioramento dell’accessibilità della sponda destra orografica.

Tav. 3 In tale ambito il parco connesso al recupero dell’area, legato anche alla bonifica della vicina discarica avvenuta e di cui al punto 1.1, non è stato realizzato, lasciando l’ambito urbano collegato sprovvisto di spazio verde attrezzato. Inoltre nell’area permane una ampia piastra edilizia non recuperata ed oggi senza funzioni. Anche in questo caso la recente azione connessa alle fattibilità progettuali attivate in occasione del Bando di Compagnia di San Paolo (2020), ha permesso di collocare un progetto con il suo finanziamento che prevede sistemazioni di un certo interesse (vedasi punti 1.1.).

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Buona ed affidata alle attività agricole ed al Comune di Casale Monferrato.

Tav.4

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1.5 Recupero naturalistico dell’area compresa tra la Società canottieri Casale e la Società sportiva Montecarlo, secondo il progetto già predisposto a cura del Comune.

La fascia fluviale interessata dalla presenza di popolamenti vegetali che si collocano tra il percorso di argine la sponda destra orografica del Po, è sistemata e riqualificata. Tuttavia sono sempre necessari in questi ambiti interventi di sistemazione e manutenzione straordinaria che sono oggetto di una porzione di opere approvate dal progetto attivate in occasione del Bando di Compagnia di San Paolo (2020).

Buona ed affidata alle attività di collaborazione con le Associazioni sportive e del tempo libero locali.

Tav. 5 2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell'Ente di Gestione: 2.1 Interventi volti a garantire la libera transitabilità del fiume alle piccole imbarcazioni da diporto, da coordinare sulla base di uno studio idraulico, con particolare attenzione al superamento della traversa del canale Lanza.

L’intervento di realizzazione delle opere di scavalco sulla Traversa Lanza è stato effettuato in occasione del passaggio della gestione della traversa con utilizzo annuale di assi di legno a meccanismo automatizzato effettuato circa 10 anni or sono, con la messa in opera sia della scala di risalita per l’ittiofauna che dello scivolo per imbarcazioni, ma tuttavia entrambe le opere ma sono state del tutto terminate senza giungere pertanto al collaudo finale ed alla sua possibilità di utilizzo.

Attività buone affidate in carico ai gestori delle traverse.

La recente procedura legate alla realizzazione di una centrale idroelettrica (che vede nel sito la presenza di alcune imprese concorrenti, sta portando in esame nelle misure compensative il completamente delle opere non completate di superamento sia a fini turistici che per l’ittiofauna, oltre alla sistemazione e riqualificazione delle strutture a baracca fluviale presenti nell’area in sponda destra orografica. E’ degno di nota considerare che l’ambito fluviale del corso del Fiume Po che potrà essere navigabile con imbarcazioni da diporto, in seguito alla messa in funzione e completamento delle opere di superamento della traversa del Canale Lanza che si auspica saranno realizzate con il completamento prima richiamato, interessa un tratto sotteso molto esteso e che parte da Isola Serafini alle porte di Cremona sino a Chivasso alle porte di Torino, con un tratto di navigazione da diporto di circa 180 km complessivi.

2.2 Ricostituzione del bosco planiziale e rimodellazione della lanca della Pastrona tra il fiume il Canale Lanza secondo le norme di indicazioni di Piano di assestamento forestale e del progetto di ripristino ambientale e di area di interesse naturalistico (da sviluppare sulla base delle indicazioni fornite in cartografia) che comportano anche: - formazione di percorsi ciclopedonale; - aree per sosta giochi e picnic superficie massima 3000 m quadri; - compatibilizzazione delle baracche esistenti attraverso il censimento, la verifica degli insediamenti abusivi, le modifiche necessarie per raggiungere la rispondenza ai modelli prescritti. Particolare attenzione dovrà essere prestata alla bonifica e nella rinaturalizzazione dell’area adibita a discarica dei residui di lavorazione dell’Eternit prevedendo soluzioni idonee a garantire la sicurezza sanitaria dell’area stessa, delle acque e dei fruitori, anche in caso di eventi di piena eccezionali;

Tav. 6 L’intera area è stata interessata da importanti lavori di riqualificazione con piantumazione e riordino forestale del territorio, oltre alla realizzazione di un’area attrezzata con percorso ginnico. Grazie alle attività di cooperazione con le locali associazioni di bikers è stato anche dotato l’intero ambito di una fitta rete di percorsi per mountain bike e per escursioni particolarmente frequentate anche da cittadini dei territori contermini a Casale, assumendo un rilievo di area naturale attrezzata di interesse intercomunale. La presenza di tali attività di comunità garantisce un presidio e controllo dell’area insieme al mantenimento delle aree di percorrenza ed apertura del sottobosco che consentono il mantenimento di un livello di manutenzione complessivo di buona qualità. Ancora nella fase attuale sono documentabili limitati e puntuali interventi a cura del Comune di allontanamento di baracche abusive con contestale opera di bonifica per la presenza di copertura in amianto.

Buona ed affidata alle attività agricole ed al Comune di Casale Monferrato oltre alle Associazioni locali.

Tav. 7

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2.3 Sistemazione architettonica del tratto urbano della fascia spondale, da affrontare con un piano particolareggiato volto ad integrare le previsioni di PRG relativa il Polo del Castello che si intendono qui integralmente confermati con le seguenti indicazioni: localizzazione ed organizzazione del Museo del Po nel Castello; restauro e completamento del fronte dei Murazzi con la creazione di una banchina ciclopedonale ai piedi degli stessi ed adeguate rampe di risalita alla quota superiore; ripristino dello scivolo della Società Canottieri Casale con piccolo bacino per il diporto in continuità con la banchina stessa; - raccordo dei nuovi percorsi di fruizione con quelli previsti al punto 1.5; sistemazione delle sponde comprese fra il ponte veicolare e quello ferroviario con formazione di nuovi margini urbani, da realizzare tramite alberate e viali sviluppati lungo i percorsi di sponda e o con nuovi fronti edilizi; recupero della continuità dei percorsi previsti con soluzioni architettonicamente compatibili in particolare per l’attraversamento ciclopedonale del ponte veicolare e per il sottopasso dei ponti esistenti su entrambe le sponde.

La fascia collocata in immediata prossimità dei percorsi urbani tra il Castello e la sponda del Po, è oggi caratterizzata da una elevata qualità ambientale e paesaggistica essendosi avvicendati negli anni molti lavori di sistemazione: -recupero e riqualificazione dell’alberatura e del percorso spondale urbano collocato al piano viabilità, eseguito in collaborazione con il Comune di Casale; - sistemazione delle aree a giardino e aree gioco bimbi in prossimità della canottieri Casale. - riqualificazione dell’intera area spondale ribassata con riallestimento di pontile di attracco, sistemazione a verde e recupero dello scivolo di accesso alla sponda dalla Canottieri Casale. Anche in questo caso sono sempre necessari in questi ambiti interventi di sistemazione e manutenzione straordinaria che sono oggetto di una porzione di opere approvate dal progetto attivate in occasione del Bando di Compagnia di San Paolo (2020) anche per sopperire in parte alle difficoltà di gestione ordinaria che si presentano nell’area in capo al Comune di Casale.

Parziale ed affidata alle attività manutentive ordinarie del Comune di Casale Monferrato con interventi anche a cura del Parco fluviale.

Tav. 8

Il complesso dei dati di verifica è stato caricato sulla mappa di mymaps appositamente creata e che si presenta come suo valore descrittivo come riportato nella figura seguente e potrà essere ulteriormente implementato grazie a successivi aggiornamenti.

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Tavole localizzazione interventi scheda progettuale. Tav 1 - 1.1 Rinaturalizzazione della sponda sinistra fra la traversa del canale Lanza e la città. Ambito individuato lungo sponda sinistra orografica nel report Piano d’area 2020 cartografico attuale.

Stralcio foto aera 89-90 area sponda sinistra in prossimità del Ponte di Casale con l’ampia area retro spondale presente in allora.

Ambiti dei percorsi ciclopedonali individuati e mappati presenti sulla cartografia del Parco ufficiale lungo la sponda sinistra orografica

Stralcio scheda di progetto delle opere finanziate con il Bando di CSP 2020 nel territorio interessato.

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Stralcio foto aera 98-99 area sponda sinistra in prossimità della traversa del Canale Lanza con la presenza in allora delle baracche fluviali

Stralcio foto aera 2015 area sponda sinistra in prossimità della traversa del Canale Lanza con la forte naturalizzazione attuale e l’eliminazione delle baracche fluviali a causa in particolare degli eventi alluvionali 94 -2000.

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Tav 2 1.2 Rinaturalizzazione della sponda sinistra, a valle della città, con la formazione di percorsi d’argine e di sponda.

Stralcio foto aera attuale area sponda sinistra a valle del ponte con le opere in corso di realizzazione della centrale idroelettrica.

Stralcio foto aerea cartografia 98-99 area sponda sinistra a valle del ponte ante opere di realizzazione della centrale idroelettrica.

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Stralcio foto aerea cartografia 98-99 sotto e attuale, sopra, con ambito di intervento con sostituzione di area agricola con piazzale di lavorazione della centrale quale opera di cantierizzazione che sarà ripristinata a fine lavorazione.

Foto-schema della realizzazione delle opere dirette e connesse della centrale idroelettrica.

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Tav 3 - 1.3 Realizzazione di parco urbano al servizio dei quartieri Oltrepo.

Stralcio foto aerea cartografia attuale con la perimetrazione dell’ambito a parco urbano previsto dalla scheda progettuale e non realizzato

Stralcio cartografia della scheda progettuale 5 riferita all’ambito di intervento

Stralcio scheda di progetto delle opere finanziate con il Bando di CSP 2020 nel territorio interessato relative alla fascia spondale e non all’ambito più diretto del previsto parco urbano.

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Tav 4 1.4 Realizzazione di piccolo parco urbano a servizio del quartiere Nuova Casale.

Ambito individuato lungo sponda sinistra orografica nel report Piano d’area 2020 cartografico attuale.

Stralcio cartografia della scheda progettuale 5 riferita all’ambito di intervento

Dettaglio interessante l’area dismessa ed oggi ancora non finalizzata per le sue funzioni di recupero. non all’ambito più diretto del previsto parco urbano.

Stralcio scheda di progetto delle opere finanziate con il Bando di CSP 2020 nel territorio interessato relative alla fascia spondale e non all’ambito più diretto del previsto parco urbano.

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Tav 5 1.5 Recupero naturalistico dell’area compresa tra la Società canottieri Casale e la Società sportiva Montecarlo.

Stralcio foto aerea cartografia attuale con la perimetrazione dell’ambito riqualificato

Stralcio scheda di progetto delle opere finanziate con il Bando di CSP 2020 nel territorio interessato.

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Tav 6 - 2.1 Interventi volti a garantire la libera transitabilità del fiume alle piccole imbarcazioni da diporto.

Traversa Canale Lanza vista di insieme.

Stralcio scheda di progetto delle opere previste.

Traversa Canale Lanza con dettaglio della vista sul canale di passaggio per imbarcazioni e scala di risalita dell’ittiofauna a ridosso della sponda.

Ambito fluviale del corso del Fiume Po che in seguito alla messa in funzione e completamento della traversa del Canale Lanza potrà essere navigabile con imbarcazioni da diporto da Isola Serafini alle porte di Cremona sino a Chivasso alle porte di Torino.

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Tav. 7 2.2 Ricostituzione del di bosco planiziale e rimodellazione della lanca della Pastrona.

Stralcio foto aerea cartografia attuale con la perimetrazione dell’ambito riqualificato senza l’ampliamento della lanca della Pastrona

Stralcio scheda di progetto delle opere finanziate con il Bando di CSP 2020 nel territorio interessato relative alla fascia spondale e non all’ambito più diretto del previsto parco urbano.

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Tav 8 2.3 Sistemazione architettonica del tratto urbano della fascia spondale, da affrontare con un piano particolareggiato volto ad integrare le previsioni di PRG relativa il Polo del Castello.

Stralcio foto aerea cartografia attuale con la perimetrazione dell’ambito riqualificato Dettaglio sistemazione di particolare pregio realizzata nel fronte Poarea urbana con sistemazione rampa di accesso all’area di sponda, riqualificazione del tessuto vegetale e attracco fluviale.

Stralcio scheda di progetto delle opere finanziate con il Bando di CSP 2020 nel territorio interessato relative alla fascia spondale e non all’ambito più diretto del previsto parco urbano.

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Rispetto alle linee guida regionali in materia di visuali sceniche e sulla natura della componenti paesaggistiche. In questa parte della relazione viene richiamato il tema dell’applicazione delle linee guida e dei contenuti che il PPR regionale individua per l’area in esame (dati consultabili all’indirizzo http://webgis.arpa.piemonte.it/ppr_storymap_webapp/ ). Il territorio della scheda 5 è definito dalla tavola di riferimento relativa alle Componenti paesaggistiche (P4) come da insieme dei campi di lettura riportati nella figura che segue e che è da leggere sulla base dei caratteri di legenda riferiti e che sono identificati dalle voci riportate in tavola a pagina seguente. Alla luce dei sopralluoghi effettuati e della documentazione relativa caricata nell’area dell’atlante fotografico del Po piemontese, e dei caratteri identificati nella planimetria riportata sopra in figura, si può affermare quanto segue. Considerazioni di area vasta. Il rapporto tra area urbana e della città con il contesto del fiume specie nel settore di sponda destra orografica, presente nell’ambito a nord del complesso urbano di Casale Monferrato, si connota per una stretta connessione di carattere positivo tra le morfologie insediative dei centri consolidati e dei minori. Gli ambiti caratterizzarti da morfologie insediative quali i tessuti discontinui suburbani, gli insediamenti specifici organizzati e le aree a dispersione insediative specialmente residenziale, che nel loro insieme comportano ordinariamente la dequalificazione del rapporto percettivo tra il fiume e le aree circostanti, interessano i territori situati a sud-est e sud-ovest della città. L’unico ambito collocato tra fiume e città che si caratterizza per elementi di criticità è quello della fascia posta a ovest della città dove è presente l’estesa fascia identificata in cartografia ricadente nella categoria delle componenti percettivo identitarie “SC5 -Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali)”.Tale fascia corrisponde con l’area da un lato dell’ex Eternit e dall’altro con il Canale Lanza che scorre prima in direzione ovest-est per poi dirigersi verso sud alimentando le aree agricole a sud di Casale Monferrato. In area di sinistra orografica la situazione è analoga anche se la locale presenza di ambiti riconducibili a insediamenti specifici organizzati commerciali ed industriali rappresenta un elemento di rischia di generare un effetto percettivo non positivo specie per l’asse di arrivo da ovest lungo dalla SP 31bis.

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Considerazioni di ambito territoriale ristretto. A scala minore possiamo verificare nel dettaglio le valutazioni prima richiamate a scala generale, suddividendo l’analisi in 4 comparti distinti: 1 - area destra orografica a monte del Ponte sul Po. Come si può evincere dall’atlante fotografico 1 allegato alla presente relazione di scheda 5, le immagini campione riportate permettono di verificare come la qualità della percezione sia verso le aree di dettaglio (aree a parco attrezzato urbano ed aree attrezzate in ambiti più naturali) sia verso gli orizzonti a prospettiva maggiore, mantengano una buona qualità che permette di apprezzare il contesto del paesaggio fluviale, senza interferenze di particolare importanza. In particolare l’area di accesso all’area attrezzata della Pastrona si presenta con una qualità legata alle ampie radure presenti ed alla segnaletica in esercizio e non vandalizzata, a parte una iniziale carenza di effetto porta che si legge nella parte di primo accesso dove si accede al Nuoto Club Montecarlo. Di particolare qualità risulta l’affaccio verso le aree individuate dal PPR come SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali, che costituiscono uno scenario fondale di percezione della sinistra orografica di pregio, ed integrate con la parte edificata collocata più a est di Casale Nuova.

Unica parziale carenza si può leggere nella mancata presenza di un caratterizzazione della Porta di accesso presente sul Ponte del Po in sponda destra orografica che vede la rotonda viabile come punto di smistamento che non consente di cogliere l’innesto della percorribilità con la presenza del paesaggio fluviale circostante. Inoltre per la fascia che segue le zone indicate quali SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) e corrispondenti al Canale Lanza, l’intervento di bonifica ha determinato una non completa soluzione degli aspetti percettivi. Il muro costruito verso fiume e che costeggia buona parte del Canale, ha creato un salto di quota molto importante e l’impossibilitò dall’area del canale stesso di cogliere la presenza dell’ampio spazio verde del Parco Eternot Questo elemento non ha quindi risolto in fase di recupero una problematica segnalata dal PPR, riconfermano invece la cesura tra area ex Eternit e fascia fluviale. Questa cesura è anche presente dal punto di vista conseguente della mancanza di connettività fruitive: i manufatti di attraversamento storici presenti trasversi al canale e legati alle rogge di passaggio, non sono state interessate da interventi che permettessero la connessione al percorso lungo il Canale, a causa proprio del forte dislivello venutosi a creare legato alla presenza del muraglione.

2 - area destra orografica a valle del Ponte sul Po ........

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3- area destra orografica a monte del Ponte sul Po ........

4 - area sinistra orografica a monte del Ponte sul Po ........

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14. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) L’elenco indica le sotto citate situazioni caratterizzanti, disciplinate nelle Norme di Attuazione all’articolo 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesaggistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesaggistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o tracce di sistemazioni agrarie e relative infrastrutture storiche (tra cui i Tenimenti Storici dell'Ordine Mauriziano non assoggettati a dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 33) SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV5 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV6 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: i vigneti Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.

13. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) L’elenco indica, tra le situazioni riconosciute come caratterizzanti, relazioni visive tra insediamenti costruiti e contesto coltivato o naturale, secondo le sotto citate casistiche, disciplinate all’art. 31 della normativa. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Contesti di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli. 26


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Giudizio finale di attuazione della scheda e ipotesi di sua modificazione.

Sulla base delle considerazioni e del report illustrato degli interventi previsti, di diversa misura ed entità sia in termini di complessità che di estensione, si può considerare che oltre metà di questi sono stati realizzati fornendo una categoria di classificazione per la scheda n. 5 seguente che non permette di poter passare ad una identificazione di buona attuazione, essendo mancante interamente il comparto a valle del Ponte del Po: 2 – parziale attuazione

0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione

Anche se infatti nel complesso gli interventi realizzati hanno permesso di raggiungere buoni risultati per le aree collocate in affaccio tra l’area urbana storica di Casale e il Po, nonché nei territori della fascia lungo tutta la destra orografica, la scheda aveva come obiettivi anche quelli di ricostruire una maggiore qualità paesaggistica ed ambientale sulla sponda sinistra orografica e nel comparto che interessa l’ambito urbano a valle del Ponte viario (ponte della SP 31 sul Po). Per questi due ambiti i risultati non sono stati positivi, essendo mancata l’attuazione sia dei parchi pubblici previsti che delle aree di attrezzatura della ricettività in area oggi interessata dalla Centrale idroelettrica di nuova costruzione. Nella figura a fianco è riportato con una semplificata visualizzazione schematica gli ambiti che sono stati interessati dai processi trasformativi (in verde), e quelli che invece non hanno visto la presenza di modificazioni dello stato dei luoghi (in rosso). I fattori che si ritiene abbiano pesato in termini maggiori nella difficoltà attuativa sono seguenti: 1. Scarsità delle piattaforme progettuali con le quali attivare i processi di riqualificazione e riordino. Solo negli anni 2005-2010 vengono infatti attivati dalla Regione Piemonte schemi di finanziamento che permettevano di poter disporre sia delle risorse progettuali che successivamente di quelle di esecuzione delle opere (i programmi PISL e PTI). Eccetto queste due possibilità anche la mancata territorializzazione delle risorse di provenienza europea, hanno impedito all’Ente parco ed alle amministrazioni comunali di accedere a fondi di adeguata capacità per la risoluzione di problemi territoriali come quelli individuati nella scheda progettuale. Anche le risorse di natura privata sono state scarse a tale proposito e solo di recente l’attivazione do fondi di carattere bancario (fondazione Compagnia di San palo) hanno permesso di poter riprendere l’attuazione di progettualità significative. Resta sotto questo profilo e si registra una marcata arretratezza rispetto alle esperienze analoghe di altri territorio (come il caso di Fondazione Cariplo per l’area lombarda). 2. La mancata attuazione a livello regionale complessivo di un progetto di natura turistica avente carattere di continuità della fascia fluviale del Po. Infatti nonostante l’avvio negli anni 1999 del programma della Consulta delle Provincie rivierasche del Po, il territorio piemontese non ha sviluppato un programma pluriennale di impegni che desse impulso ai fattori sostanziali per la costruzione di una destinazione turistica del PO: la rete dei percorso ciclabili, la continuità della navigazione fluviale, la valorizzazione dei beni enogastronomici, il turismo naturalistico, la fruizione dei beni storico architettonici dei territori. Sotto questo profilo è stato finanziato per un solo periodo il programma dei Piani di valorizzazione territoriale (PVT) a cura dell’ex Direzione turismo della Regione, che dava la possibilità di poter assegnare ai territori candidati le figure di “animatori del territorio”, ovvero di professionisti che si prendevano cura di collegare tra di loro di diverse realtà e organizzazioni private e pubbliche per facilitare l’attivazione di progetti di valorizzazione locale. Il Parco del Po aveva aderito e sviluppato tale azione con il progetto presentato e finanziato denominato “Leggere Trame”. In questo caso l’ente si era appoggiato quale attività di animazione alla struttura di IRES centro di ricerca del prof. Luigi Gaido. Senza tuttavia un costante e continuo lavoro di tale natura le attività non si sono consolidate anche in ragione della necessità di affiancare queste azioni di natura locale con un programma di posizionamento nazionale ed internazionale della proposta turistica del Po, che è venuto meno senza individuare a scala regionale nel sistema del Po una destinazione di carattere turistico e fruitivo. 3. La scarsa dotazione di organico dell’ente parco nell’ambito delle strutture tecniche. La predisposizione di progetti e schemi di lavoro in tal senso necessità infatti di professionalità e di competenze che oltre ai temi di natura tecnica classica in campo ambientale, necessita di figure anche di architetti e di esperti anche in scienze sociali. Tale disponibilità costituisce una mancanza cronica per tutti gli enti di gestione dei parchi piemontesi.

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4. La presenza di interventi che in virtù di specifiche normative nazionali generali, hanno bypassato la pianificazione locale. E’ il caso della centralina idroelettrica a valle del Ponte del PO, che è andata a occupare aree destinate a strutture ricettive, ed ha generato una profonda modificazione dell’assetto locale. Si tratta in questo caso di opere legate alla produzione di energia rinnovabile, che pur rispondendo a linee di natura ambientale anche di scala europea, non si sono raccordate pienamente con le ricadute locali, comportandosi anche in questo caso come opere che hanno guardato soprattutto alla loro ricaduta diretta e non anche agli effetti di carattere insediativo locale. Tra i fattori che invece si possono richiamare quali elementi positivi che hanno permesso il raggiungimento degli obiettivi realizzati si possono ricordare: 1. La collaborazione avuta a scala locale in particolare con l’amministrazione comunale. 2. La collaborazione con le realtà associative locali per il mantenimento del presidio e della piccola manutenzione dei territori. 3. La particolare capacità dell’Ente di sviluppare programmi di scala integrata sul territorio, disponendo pertanto di quadri di coerenza territoriale validi e aggiornati che hanno garantito la predisposizione di dossier di candidatura alle piattaforme prima ricordate con esiti di successo. Infine appare utile un richiamo a possibili ipotesi di modificazione deli confini della scheda progettuale e pertanto dello schema grafico, alla luce delle dinamiche territoriali che si sono venute a presentare negli ultimi anni. Nella figura qui a fianco è riportata una ipotesi di nuove perimetrazione (area in rosso) che rispetto alla precedente scheda (ripresa dal confine in giallo), sostanzialmente riporta i seguenti elenenti di novità: 1. L’inserimento dei territori interessati dal Parco Eternot, e dal vasto complesso territoriale connesso al recupero delle aree ex Eternit. Tale ambito costituisce infatti una piattaforma di porzioni di territori che possono avere una importanza fondamentale nella ipotesi di riqualificazione ambientale (in parte già realizzate) nonché di di spazi nei quali realizzare servizi utili alla tematica della fruizione del fiume sotto diversi aspetti. 2. L’estensione all’area a ovest del Po interessante i sistemi di aree umide di particolare interesse ambientale che si sono venute a costituire sulla sponda sinistra orografica del Po a monte della traversa del Canale Lanza. Questo ambito si è venuto a caratterizzare come un comparto di interesse per la fruizione naturalistica, che rende tuttavia necessaria una serie di previsioni quali la previsione di una struttura pubblica di attraversamento del Po a passerella in coincidenza della Trasversa Lanza. Anche il territorio collocato sulla destra orografica presenta elementi di interesse sotto il profilo della attrezzatura leggera di fruizione da sviluppare tramite specifiche previsioni di scheda grazie alle fascia largamente boscata che si colloca in continuità a monte del Bosco della Pastrona nell’area ricompresa tra il CANALE Lanza e il locale Campo da Golf. 3. Terzo ambito esteso e ricompreso nello schema grafico è quello del Castello dei Paleologi. Questa struttura architettonica rappresenta una componente storico paesaggistica di grande valore per il sistema del Po nel suo affaccio urbanfluviale, e merita per la sua precisa collocazione in tale contesto, di essere interessato da una progettualità specifica che coinvolga lo strumento del Piano d’Area. D’altro canto lo stesso Comune di Casale Monferrato aveva in anni addietro ipotizzato una modifica viaria ed insediativa del nodo di raccordo tra il castello e il fiume con un ridisegno della viabilità e la costruzione di una opera di maggiore raccordo visivo.

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