Integral Transpersonal Journal n.2 ita

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Integral Transpersonal Journal di arti, scienze e tecnologie


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Rivista Ufficiale Eurotas

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INFORMAZIONI EDITORIALI DIRETTORE SCIENTIFICO

Pier Luigi Lattuada

REDAZIONE

Giovanna Calabrese, direttrice editoriale

Ilaria Cislaghi, curatrice e impaginatrice Daniela Giovine, consulente editoriale Patrizia Rita Pinoli, consulente editoriale Ghisoni Luciano, consulente editoriale Claudia Castiglioni, grafica

COMITATO SCIENTIFICO

Ingo Benjamin Jahrsetz, Germany Jure Biechonsky, Estonia Bernardette Blin-Lery, France Gennady Brevde, Russia Steven Schmitz, USA Ingrida Indane, Latvia Dietrich Franke, Germany Magda Sole, Spain Lyudmila Scortesca, Moldova

TRADUZIONI

Giovanna Calabrese Daniela Giovine Ghisoni Luciano

Ilaria Cislaghi Silvia Lodrini Patrizia Rita Pinoli (adattamento testi)

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INTEGRAL TRANSPERSONAL JOURNAL VOLUME II, NUMERO II, 2012 Editoriale Sostenere la Psicologia Transpersonale: un Invito ad Agire STEVEN SCHMITZ Ph.D.

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Contributi Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid (III parte) PIER LUIGI LATTUADA M.D., Ph.D.

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Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali: Implicazioni per la Psicoterapia DAVID LUKOFF Ph.D

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Moderni Guerrieri Spirituali VITOR JOSE F. RODRIGUES Ph.D.

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Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling JOHN ROWAN Ph.D.

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Coscienza: un Punto di Vista Neurologico SERENA BUZIO M.D., Ph.D.

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Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”: Importanza per la Teoria, la Pratica e la Ricerca nella Psicologia Transpersonale REGINA URSULA HESS Ph.D.

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La morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario JUDITH MILLER Ph.D.

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Eurotas e relazioni Atp Conferenza EUROTAS 2012: “Spiritualità e Creatività” INGRIDA INDANE (Direttrice della Conferenza) INESE BERZINA (Coordinatrice della Conferenza)

Letture Consigliate

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Istruzioni per gli Autori Istruzioni per gli Autori

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Informazioni riguardo ITI

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Avvisi per gli Abbonati

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Editoriale Sostenere la Psicologia Transpersonale: un Invito ad Agire Traduzione di Ilaria Cislaghi

STEVEN SCHMITZ, Ph.D. In questo editoriale voglio condividere, attraverso le mie osservazioni sulla recente conferenza ATP-ITP tenutasi a Menlo Park, in California (U.S.A), un esempio dell’attuale progresso della Psicologia Transpersonale e della collaborazione internazionale. Dal 17 al 19 febbraio, ho infatti partecipato alla conferenza dell’ATP-IP sulla Spiritualità e la Psicologia: Spiritualità: promesse e insidie. In qualità di membro di EUROTAS e ATP, ho ravvisato questo tema come molto attuale, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Ho osservato accadere, a livello internazionale, un cambiamento in relazione alla Psicologia Transpersonale, che oggi si autoesamina in modo profondo e critico. Il programma della Conferenza recita: “Nel momento in cui poniamo a confronto le catastrofi economiche ed ecologiche sperimentiamo una ‘crisi spirituale’, dove i credo e le pratiche precedentemente detenute vengono messi in discussione. Questa … è un’occasione per applicare gli approcci transpersonali al fine di risolvere tali problematiche. La spiritualità può essere una potente forza capace di unire le persone nel superamento delle sfide comuni, … oppure un ostacolo favorente una maggiore disfunzione. Siamo lieti di … condividere … come creare un movimento verso una spiritualità inclusiva ed integrativa, e come evitare le insidie del percorso.” La Conferenza si è aperta con Roger Walsh, M.D., Ph.D., D.H.L., che ha presentato: Verso una spiritualità nel mondo: pratiche essenziali e potenziali trappole. Due dei principali punti presentati da Walsh sono stati: (1) essere un intermediario gnostico, e (2) il riconoscimento di due attuali forme di religione. 6


Editoriale - Sostenere la Psicologia Transpersonale: un Invito ad Agire È stato introdotto il concetto di “intermediario gnostico”, che Walsh ha definito come “centrale nell’intera comunità transpersonale”. Gli intermediari gnostici sono coloro che sanno trasmettere la saggezza tra le culture. A loro vengono richiesti: (1) capacità di assorbire saggezza, (2) conoscenza dei linguaggi e dei concetti della cultura o della comunità con la quale intendono comunicare, e (3) abilità di tradurre la saggezza in modo tale da creare in chi ascolta un’esperienza di scoperta illuminante. Ciò che oggigiorno è unico è che gli intermediari gnostici non solo trasmettono i saperi fra le culture, ma anche attraverso le epoche della storia dell’umanità. Walsh ha reso noto che per svolgere quest’attività occorre essere a conoscenza delle due odierne forme di religione, ovvero, quella basata sulla tradizione narrativa e quella fondata sulla pratica trans-convenzionale. Walsh ha delineato diverse trappole del cammino spirituale: (1) sottovalutare le fasi precedenti dello sviluppo spirituale, (2) utilizzare in modo egocentrico i propri nuovi saperi, (3) accontentarsi della mera comprensione intellettuale, (4) sopravvalutare il proprio stadio di sviluppo spirituale, (5) fallire nella crescita spirituale. Egli ha citato da Suzuki Roshi: “Tu sei perfetto come sei, e hai ancora modo da migliorare.” Ha sfidato inoltre i partecipanti con questa domanda: “Qual è il contributo più strategico che posso dare al mondo?” Così come le conferenze di EUROTAS includono presentatori europei, così pure li ha inclusi la conferenza di ATP-ITP. Pier Luigi Lattuada, M.D., Ph.D., Psicoterapeuta e direttore di Integral Transpersonal Institute a Milano (Italia), ha presentato: Biotransenergetica: transe, forze elementari, stati di Coscienza. Il Dr. Lattuada ha intessuto lo sciamanesimo brasiliano, la bioenergetica e la moderna psicologia clinica europea in un orientamento psicoterapeutico ad indirizzo transpersonale. Ha dimostrato come la saggezza di un’antica tradizione si traduca in moderni processi psicoterapeutici che offrono una visione partecipativa, forniscono rapporti di interconnessione tra gli individui e il loro ambiente ed incoraggiano il dialogo tra il Sé personale e il Sé transpersonale. Jan Mojsa, Ph.D., psicoterapeuta britannico e insegnante al Centro di Bath per la Psicoterapia e il Counseling, ha presentato: Non-dualità, psicoterapia, thehrao, e implicazioni per la pratica. Mojsa ha studiato le tradizioni di saggezza dei Sufi Pakistani e le tecnologie della moderna psicoterapia nel Regno Unito, al fine di sviluppare un’effettiva pratica 7


Editoriale - Sostenere la Psicologia Transpersonale: un Invito ad Agire psicoterapeutica per la vita contemporanea. Jim Fadiman, Ph.D. ha chiuso la conferenza con una forte chiamata all’azione. Ha parlato con umorismo e passione circa lo stato della psicologia transpersonale negli Stati Uniti. Ha ricordato come le università americane non abbiano ancora abbracciato la psicologia transpersonale. Gran parte della conoscenza derivata dalla ricerca d’avanguardia e da quella delle esperienze spirituali e mistiche e dei loro benefici è diventata di uso comune senza che venisse riconosciuto il contributo del campo transpersonale. Contemporaneamente, in Europa, si stanno costituendo nuovi programmi transpersonali, ed EUROTAS continua a crescere, aggiungendo nuovi istituti di formazione e singoli membri. Fadiman ha incoraggiato i partecipanti della conferenza a vedere la psicologia transpersonale come una forma di vita: “Dobbiamo chiederci, sta espandendo le sue radici oppure sta per estinguersi?”. Ha richiesto un atteggiamento transpersonale. É necessario che gli psicologi transpersonali si battano per il loro campo e ne inquadrino la direzione. Il Dr. Fadiman è convinto che ci troviamo ad un bivio. Possiamo incidere nel profondo sulla tradizione o restare una psicologia di nicchia. Ci ha inoltre provocati: “Siamo in grado di vedere la nostra come una psicologia mondiale?” I presentatori della conferenza hanno dispensato molti esempi di come la spiritualità “possa essere un’importante forza per unire le persone a superare le sfide comuni … oppure possa trasformarsi in un impedimento, facilitando maggiori disfunzioni.” Come psicologi trans personali, possiamo applicare sia la conoscenza sia i saperi del campo per aiutare a creare un mondo migliore. Uno degli attuali obiettivi sia di EUROTAS sia di ATP è quello di portare il valore della Psicologia Transpersonale nel pensiero tradizionale in un modo che possa essere ascoltato. Siamo in grado di sostenere attivamente questa collaborazione internazionale nel campo del transpersonale e il movimento verso un villaggio globale cooperativo. É possibile trovare un archivio di filmati sul seguente sito: http://itp.givezooks.com/events/online-conferences

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Integral Process Evaluation Grid: Epistemologia della Seconda Attenzione (III parte)

PIER LUIGI LATTUADA Medico Chirurgo Ph.D in Psicologia Clinica Psicoterapeuta Presidente dell’Associazione per la Medicina e la Psicoterapia Transpersonale di Milano Fondatore della Scuola di Biotransenergetica e Transpersonale a Milano Membro della Federazione delle Associazioni Italiane di Psicoterapia Membro dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma Ex dirigente medico di Lifegate Holistic Medicine di Milano Sito internet: www.biotransenergetica.it; www.integraltranspersonal.com

ABSTRACT: L’autore intende descrivere la relazione tra l’individuo e il suo ambiente, in particolare il rapporto terapeutico. Ogni relazione terapeutica tra individui è definibile come un Transe, nello specifico, un campo coperto da un processo dinamico e interconnesso tra due Sistemi di Coscienza. Questo campo comprende e unifica oggetto e soggetto, integrando nei dati (per entrambi) la presentazione delle Evidenze Cliniche Esplicite (ECEs), o meglio, i fenomeni osservabili dall’esterno e l’esternalizzazione dei Inerenze Implicite Essenziali (IEIs), il “senso sentito”, il “senso pensato” e il “senso visto” vissuti attraverso l’esperienza interiore. L’autore propone una griglia in cui tale processo può essere letto seguendo i modelli della biotransenergetica, le categorie di Grof e i livelli di organizzazione di Wilber.

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Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid Se una risposta non è in qualsiasi cosa non sarà da nessuna parte. Jaimināya Brāhmana 1,258 Colui che vede non vede la morte, né la malattia. Né il dolore. Colui che vede, vede tutto, ovunque raggiunge tutto. Chāndogya Upanishad 7,26,2 “Il bello e il brutto, il letterale e il metaforico, il sano e il folle, il comico e il serio... Perfino l”amore e l”odio, sono tutti temi che oggi la scienza evita. Ma tra pochi anni, quando la spaccatura tra i problemi della mente e problemi della natura cesserà di essere un fattore determinante di ciò su cui e impossibile riflettere, essi diventeranno accessibili al pensiero formale.” G. Bateson (Bateson 76) Occuparsi di Scienza della Coscienza, significa varcare le colonne d’Ercole della separazione tra soggetto e oggetto e accettare il fatto che tale separazione rappresenti l’illusione fondamentale dell’esperienza umana. Su questo fatto concordano le antiche tradizioni sapienziali dell’umanità, unitamente a molti dei ricercatori del nuovo paradigma scientifico emergente e ai mistici di ogni epoca. Citiamo, uno per tutti, le parole di Albert Einstein: “Ogni essere umano è parte di un tutto chiamato universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie d’illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da ogni prigione attraverso l’allargamento del nostro circolo di conoscenza e comprensione, sino ad includere tutte le creature viventi e l’interezza della natura nella sua bellezza.” (Einstein 1979). Il contributo verso la fondazione di una Scienza della Coscienza che stiamo cercando di fornire in questi articoli si fonda sull’Epistemologia della Seconda Attenzione il cui campo d’indagine è l’unità di soggettoe oggetto. Dal momento che l’epistemologia è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei modi per raggiungerla (da episteme, “conoscenza certa” e logos “discorso”), proporre una nuova epistemologia significa proporre nuove regole del gioco per un nuovo 10


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid gioco, il gioco dell’esplorazione di un mondo dinamico e interconnesso (campo) mediante uno strumento adatto: la Seconda Attenzione. Un’episteme che deve rinunciare ad una quota della sua pretesa di “certezza” e “limitarsi” a fornire “garanzie di validità”, un’attenzione che deve varcare le soglie del giudizio per immergersi nell’oceano della consapevolezza e attingere così a sprazzi della vera natura dell’esperienza umana. In questo articolo dopo avere fornito nei precedenti (Lattuada 2011) le linee generali dell’Epistemologia della Seconda Attenzione e alcuni modelli di riferimento vogliamo proporre una griglia grazie alla quale, come la risonanza magnetica per le funzioni organiche, fotografare i processi dinamici e interconnessi della coscienza, o meglio il dialogo tra campi di coscienza, processo nel quale soggetto e oggetto non sono separati e separabili, in quanto espressione duale di un’unità che li trascende e include. Per meglio comprendere la nostra proposta chiediamo al lettore di accompagnarci in un excursus storico. Allegoria di una Separazione Il 399 avanti Cristo è ricordato come l’anno della morte di Socrate, potrebbe anche essere ritenuto l’anno nel quale si consumò definitivamente la separazione tra soggetto e oggetto, nel mondo occidentale. Quel giorno, con l’uccisione di Socrate si suggellò istituzionalmente quanto già era in atto nella cultura occidentale nascente: la separazione tra gesto e pensiero, tra manas, mente e vlāc, parola, impensabile in oriente, mediante l’estrazione del logos dal manascon la conseguente riduzione del secondo al primo. Vediamo nei dettagli: La condanna di Socrate fu decretata il giorno prima della partenza della nave per Delo al santuario di Apollo per il consueto annuale pellegrinaggio al tempio del dio. Durante quel mese, in onore ad Apollo, non si potevano celebrare condanne a morte, per cui Socrate restò, debitore ad Apollo, per un mese di vita, seppur in carcere in attesa dell’esecuzione. In quel mese Socrate fece un sogno nel quale venne invitato a comporre un inno in omaggio ad Apollo. Da quel giorno Socrate cambiò radicalmente il suo pensiero arrivando ad affermare: mythous all’oulogous, vale a dire miti e non ragionamenti, deve comporre un poeta se vuole essere tale. (Calasso 2010). 11


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid Socrate aveva passato la sua vita a comporre ragionamenti, ma alla fine della sua vita un sogno lo ammonì sull’importanza del mito. La sintesi del messaggio era che il gesto e il pensiero dovevano essere integrati. Socrate afferrò il messaggio e prese ad illustrarlo, usando formule misteriche che aveva fino ad allora trascurato e deriso, ai suoi discepoli i quali rimasero molto stupiti. E venne il giorno fatidico nel quale il funzionario degli undici si presentò con la cicuta. A quel punto Socrate chiese al funzionario se gli fosse possibile fare una libagione. Il significato della libagione Dobbiamo qui aprire una parentesi, moto significativa per il nostro discorso, a proposito del significato della libagione. I Veda per primi ci parlano di libagione come l’essenza stessa del sacrificio e quindi di tutta la dottrina vedica. Per i Veda il mondo nasce dal sacrificio di Prajāpati, il progenitore (manas, la mente) che rinuncia al proprio potere offrendolo al figlio Agni attraverso la parola, vlāc. In onore a Prajāpati gli dei istituirono un rito che durava mille anni, consapevoli che gli uomini non sarebbero stati in grado di seguirli lo ridussero a cento anni, e poi ancora in scala decrescente fino a concepire l’agnihotra, un rito di pochi minuti da ripetersi all’alba e al tramonto. In quei pochi minuti sarebbe stato concentrato il sutra dei mille anni, per questo l’agnihotra sarebbe stato illimitato. La libagione del mattino avrebbe rimandato a quella della sera, quella della sera a quella della mattina e così di seguito in un ciclo perenne in onore alla continuità della vita. L’elemento più significativo della libagione dell’angihotra era però il due che si fa uno, l’unità basilare e inscindibile di mente e parola, manas e vlāc, gesto e preghiera poiché, “anche risalendo fino alla scaturigine, si incontreranno sempre due esseri, mente e parola, manas e vlāc. (Satapatha Brāhmana 2,3,1,13) Attraverso l’agnihotra, la libagione rituale che consiste nel versare latte sul fuoco, l’officiante mantiene l’unità del molteplice, rispetta la legge del due che si fa uno, rinnova il mito che genera e preserva il mondo, ricorda che la metafora dell’uno è duplice come quella del due è unitaria e che “l’un no si dà”, ogni dualismo (come la separazione tra soggetto e oggetto, materia e coscienza) appartiene alla Realtà, non alla Verità, potremmo dire. Tanto che l’angihotra si completa nel pranagnihotra, primo caso di “interiorizzazione integrale di un evento”, cerimonia invisibile che si svolge nel respiro, prana, di un 12


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid singolo. “Non c’è più fuoco, non c’è più latte che viene versato, non si odono più le parole dei testi. Ma tutto questo ugualmente sussiste nel silenzio, nell’esercizio della mente. Così si delinea l’apparizione dell’uomo interiore nella storia.” (Calasso 2010) L’uomo interiore L’uomo interiore, il rinunciante, il sanniyasin, l’uomo fuori dal mondo che ha reciso i legami con la società, ma che al tempo stesso si rivelerà di enorme efficacia nell’azione sulla società. L’uomo interiore è colui che mosso dall’ardore della passione elabora, nei modi più svariati, nella sua pratica e nella sua arte, ma sempre con quel distacco che gli consente di usare di questo mondo come se non ne usasse. Negli ultimi giorni di vita di Socrate troviamo tutte le contraddizioni del rapporto tra uomo interiore con se stesso e uomo interiore con la società, troviamo l’allegoria di una separazione che sancisce, in qualche modo, la nascita della cultura occidentale fondata sul logos. Socrate al cospetto del funzionario degli undici chiese il permesso di mantenere l‘atteggiamento sacrificale, che imponeva, prima di bere, di offrire agli dei una parte della bevanda. Ma il funzionario negò l’ultimo desiderio del condannato rispondendo: “ne triturammo quanta basta per essere bevuta”. (Platone, 1949) Socrate allora annuisce e dice che si limiterà a rivolgere una preghiera agli dei “perché il cambiamento di residenza si compia bene”. (Platone, 1949) In quel momento, allegoricamente, la legge dello stato si sovrappone a quella degli dei, l’uomo interiore viene normalizzato, costretto alla separazione tra parola e gesto, vlāc si separa da manas, l‘Io si sovrappone al Sé. Laddove mente per i Veda manas era anche, citta, dhyana, vijinana, e molto altro, vale a dire, consapevolezza, meditazione, discernimento, tutti culminanti nel risveglio di colui che vede, per i greci e conseguentemente per il mondo occidentale mente viene coincidere con logos, il pensiero, il ragionamento, l’intelletto. Ma quel che è peggio l’Io sovrapponendosi al Sé lo fa così bene da riuscire spesso ad occultarlo. Suggerimenti per l’Unità La Scienza della Verità, o se si preferisce della Coscienza ha come oggetto/ soggettoil campo indiviso e molteplice del manas, l’atman, il Sé, la totalità di 13


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid Psiche. L’Epistemologia della Seconda Attenzione, propone di versare un sorso per gli dei prima di bere, vuole scendere in campo restituendo al dualismo l’unità in esso implicita, al manas la sua integrità, alla Psiche la sua totalità, all’uomo la sua interiorità; vuole fornire un sistema operativo in grado di dire qualcosa, senza pretesa di certezza ma, pur rispettandone il mistero, con garanzia di validità, su questo dialogo, dinamico e interconnesso, tra l’uomo interiore e il suo campo. Un campo percorso dalla dinamica originaria tra parte e tutto, tra psiche individuale e psiche collettiva, tra Io e Sé, microcosmo e macrocosmo; dinamica che scandisce processi integrali che si compiono secondo strutture riconoscibili come armoniche o disarmoniche. Come descritto nella prima parte di questo articolo (Lattuada 2011), le strutture armoniche (Transe equilibrati) sono riconoscibili mediante quello che definimmo isomorfismo del benessere, mentre le strutture disarmoniche presentano un isomorfismo del malessere. Il passo successivo che vogliamo compiere in questa sede è proporre una griglia che consenta di scattare istantanee di questo dialogo, fotografando in modo integrale la posizione del Sé nel suo processo evolutivo, nel suo Transe, concetto spiegato nella seconda parte di questo articolo. (Lattuada 2011)

Fig. 1 Integral Process Evaluation Grid 14


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid La griglia proposta è applicabile a qualsiasi Transe, cioè al cospetto di qualsiasi evento, unità ternaria costituita da due cose in un modo, e a un suo multiplo. Limiteremo il nostro studio alla relazione tra l’individuo e il suo ambiente e in particolare alla relazione terapeutica. Ogni relazione terapeutica tra due individui è definibile come un Transe, vale a dire, nello specifico, un campo percorso da un processo dinamico e interconnesso tra due sistemi di coscienza.

Fig. 2 Transe elementare

Volendo studiare tale campo la nostra indagine dovrà comprendere sia il soggetto che l’oggetto, cioè sia il cliente che il terapeuta, e si dovrà estendere tanto all’ambiente interno che all’ambiente esterno. Quello che chiamammo il Padrone dei Dati, chiunque, cioè, voglia usare i dati raccolti per fare affermazioni che forniscano garanzie di validità dovrebbe essere in grado di dimostrare la sua Padronanza del Transe, vale a dire la sua dimestichezza nel cogliere il campo che comprende e unifica oggetto e soggetto integrando nei dati (per entrambi) la presentazione delle Evidenze Cliniche Esplicite (ECE), ossia i fenomeni osservabilidall’esterno e l’esternazione delle Inerenze Essenziali Implicite (IEI), il Senso Sentito, Senso Pensato e Senso Visto, vissuti attraverso l’esperienza interiore. Fotografare il Processo Vediamo la griglia nello specifico. Il cerchio delimita e unifica il dentro e il fuori. Al suo interno il Mondo della Realtà, vale a dire il contesto nel quale avvengono i fenomeni studiati, il palcoscenico. All’esterno lo sconfinato Mondo dell’Essenza, o della Verità, il dietro le quinte del quale nulla si può dire. I rettangoli orizzontali superiori descrivono la struttura del processo evolutivo del 15


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid Sé secondo fasi binarie, ternarie e quaternarie. Tale processo, riconducibile al Monomito di Campbell, partenza, prova, ritorno, (Campbell…) descrive un viaggio della coscienza che può essere scandito secondo diverse scale evolutive di ordine ascendente che descrivono quella che potremmo definire la struttura dinamica dell’esperienza interiore. Tra le tante possibili, ne abbiamo scelte tre per standardizzare la griglia ma, nulla impedirà di individuarne altre e standardizzare la griglia in modo diverso. Le quattro categorie di Grof Secondo Grof, l’esperienza interiore sembra snodarsi lungo un percorso evolutivo che da un’iniziale esplorazione del mondo interiore di sensazioni, emozioni, percezioni senza apparente significato conduce verso l’indagine ed il graduale affrancamento dalla propria storia personale, il passaggio attraverso esperienze di radicale trasformazione e l’accesso alla dimensione transpersonale, luogo delle qualità spirituali e della “vera natura nel quale si fa strada una forza tendente ad aggregarsi intorno ad un centro di coscienza superiore ed a superare i conflitti connessi alla mente duale in una visione unitiva e disidentificata da interessi esclusivamente personali”. Grof. S. (1988). Nella griglia le quattro categorie descritte da Grof, sono disposte affiancate e descrivono colonne nelle quali saranno inseriti i contenuti raccolti appartenenti alle diverse categorie, che ricordiamo brevemente di seguito. • Esperienze astratte ed estetiche Connesse all’anatomo-fisiologia degli organi di senso che non sembrano presentare significati simbolici direttamente riconducibili alla storia personale dell’individuo: percezioni proprio ed esterocettive, di percezioni di colori e forme geometriche, di flussi di pensiero particolarmente intenso ed apparentemente non significativo. Sembra di poter connettere queste esperienze a stati nei quali nuove vie percettive che si stanno aprendo potranno rendersi veicolo e strumento dei contenuti più profondi della coscienza. • Esperienze psicodinamiche o biografiche Procedendo nel viaggio interiore, una maggiore sensibilità ed una più attenta consapevolezza di sé tendono a condurre lungo canali percettivi che si aprono su di esperienze strettamente connesse con la propria storia personale, con il proprio mondo emotivo. Si possono così contattare i traumi emotivi dell’infanzia, i conflitti legati alla struttura caratteriale successivamente prodottasi, i bisogni 16


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid affettivi, i desideri le paure, i blocchi ed in definitiva tutti i contenuti rimossi che lo abitano e tendono a dominarlo. Questo livello di esperienze e la disidentificazione dalle stesse sembra connesso alla liberazione dei nodi conflittuali del nostro passato personale. • Esperienze di morte-rinascita Con l’intensificarsi dell’esperienza interiore, potrà capitare all’individuo di trovarsi di fronte ad esperienze nelle quali si presenterà l’occasione o la necessità di rivivere le fasi della propria nascita biologica e di doversi confrontare profondamente con la morte. La riattualizzazione del processo morte-rinascita consente all’individuo di rivivere nella loro pienezza tutti i sintomi psicofisici. Spesso il processo raggiunge un’intensità tale da spingersi fino a livello dei tessuti e delle cellule. I temi simbolici e mitologici che accompagnano tali esperienze derivano dalle culture più diverse. Tali esperienze sembrano porsi come viatico verso la dimensione transpersonale o spirituale nella quale verrà richiesta la trascendenza dell’ego. • Esperienze transpersonali Si tratta del vasto spettro d’esperienze non ordinarie quali: esperienze mistiche ed estatiche, stati non ordinari di coscienza, esperienze di premorte, visioni archetipiche, sogni mitologici, rivelazioni, insght, aperture di cuore, esperienze trascendenti, stati meditativi. Stati che hanno in comune l’esperienza provata dall’individuo che la sua coscienza si sia espansa oltre i confini dell’io, trascendendo lo spazio ed il tempo. Molte di queste esperienze possono venire riconosciute come una regressione attraverso la propria storia personale, biologica, culturale o spirituale. Si può arrivare a rivivere la propria vita fetale, embrionale o addirittura cellulare, attingendo al campo informazionale dell’ovulo o dello sperma al momento del concepimento, si può varcare poi la soglia della vita attuale e dilatare la propria coscienza verso le dimensioni del passato ancestrale, razziale, animale. Dilatazione che può spingersi fino alla trascendenza di barriere spaziali ed attingere la coscienza di altre persone o animali o piante od oggetti inanimati. Altri gruppi importanti di esperienze transpersonali comprendono la telepatia, la chiaroveggenza, la premonizione, la diagnosi psichica, la medianità, il contatto con guide ed entità spirituali, esperienze fuori dal corpo e di sincronicità. Ma forse il più significativo aspetto delle esperienze tranpersonali è legato all’emergenza dall’inconscio di temi archetipici, sequenze mitologiche e fiabesche che connettono l’individuo a forze elementali originarie consentendogli di riorganizzarsi in quelle dimensioni della coscienza riconoscibili come diretta 17


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid emanazione del Sé transpersonale. I livelli di organizzazione di Wilber A sua volta Wilber si rifà a Hegel e Aurobindo, ad Aristotele e Teillhard de Chardin per definire la direzione evolutiva del mondo lungo una linea che procede da più bassi a più alti livelli d’organizzazione caratterizzati da un aumento di complessità e consapevolezza. Per Hegel e per la filosofia perenne più in generale la storia dell’evoluzione è la storia dell’auto-realizzazione dello spirito, quel processo per il quale “Lo Spirito conosce Se stesso in forma di Spirito”. Si tratta di una sequenza di sviluppo descritta da Hegel in tre stadi che si snodano attraverso i piani della natura, dell’umanità e della divinità. (Walsh R, Vaughan F. 1993). Nella nostra griglia troviamo i tre stadi descritti da Hegel secondo la ridefinizione che ne fa Wilber in termini psicologici come: prepersonale, personale e transpersonale. Il prepersonale o inconscio è quello che Hegel considera il piano della natura dove lo spirito si auto-aliena nella materia, il piano delle sensazioni e percezioni corporee; il personale è per Hegel il piano nel quale lo spirito ritorna allo spirito superando l’auto-alienazione attraverso l’auto-coscienza, il luogo dell’io, della coscienza mentale, razionale; il transpersonale è nella visione hegeliana il piano nel quale lo spirito riscopre se stesso come spirito, il luogo della divinità, del superconscio. I contenuti organizzati nelle quattro categorie di Grof forniranno indicazioni sulle posizioni prepersonali, personali o transpersonali del processo in questione. Seconda Attenzione Infine nella griglia trova posto la distinzione tra Prima e Seconda Attenzione a segnalare come quelpassaggio possa costituire la differenza che fa la differenza, l’interruttore che consenta il salto da giudizio a osservazione, da Io a Sé, da identificazione a disidentificazione e, di conseguenza, l’accesso alle dimensioni transpersonali dellaVerità rispetto a se stessi. Mappe accessorie Nella griglia trovano posto anche le mappe dei Sette Dualismi e dei Sistemi di Coscienza, nei rettangoli verticali ai lati e dei Quattro Quadranti nel rettangolo orizzontale in basso. Sistemi di coscienza La cartografia dei sistemi di coscienza ci segnala come se fossimo al cospetto di 18


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid un palazzo di diversi piani diversamente illuminato, quali piani, o stati di coscienza siano più attivati e quali meno. Si veda nella tabella seguente la cartografia proposta.

Sistemi di coscienza Mondo dell’Essenza

• Coscienza unitiva/ Non Duale

Coscienza Transpersonale

• Non Duale

Mondo della Consapevolezza

• Coscienza Intuitiva

Coscienza Intuitiva

• Casuale • Psichico

Mondo della Conoscenza

• Coscienza Razionale

Coscienza Razionale

• Razionale • Mitologico

Mondo della Conoscenza

• Coscienza Istintiva

Coscienza Istintiva

• Magico • Arcaico

Coscienza Suprema/ Inconoscibile

Superconscio

Conscio

Subconscio

Fig. 3 Sistemi di Coscienza Sette Dualismi La mappa dei Sette Dualismi costruita sullo schema dei sette chakras della tradizione tantrica e su quello dei sette diaframmi Reichiani, come il fiume e le sue dighe, ci fornisce informazioni sulla distribuzione delle aree nelle quali le identificazioni sono particolarmente concentrate e ostacolano il processo di realizzazione del Sé. La tabella che segue raggruppa i Sette Dualismi, affiancati ai sette ordini dell’amore, cioè alle sette affermazioni che ne consentono il loro superamento.1

1 Per maggiori informazioni si veda la parte seconda del presente articolo nel precedente numero.

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Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid Ordini del Confine

Ordini dell’amore

Io Sono/Sono Io

Io sono - Essenza

Giudico/Osservo

Io Vedo - Consapevolezza

Lascio/Tengo

Io mi Esprimo - Comunicazione

Amo/Odio

Io Amo - Amore

Vinco/Perdo Piacere/Dolore Vivo/Muoio

Io Posso - Potere Io Sento - Piacere Io Esisto - Esistenza Fig. 4 Sette Dualismi

Quattro Quadranti Un processo integrale dovrebbe compiersi su diversi piani, non solo su quello interiore. La IPEG prevede la raccolta di contenuti non solo sul piano intersoggettivo, ma anche su quello relazionale, culturale e sociale. La mappa proposta riprende, modificandola, quella di Wilber dei quattro quadranti.

Io-Sé

Io-Tu

Io-Noi

Io-Loro

I contenuti I contenuti del processo, cioè i dati dell’esperienza (ECE e IEI) vengono raccolti attraverso quelli che abbiamo chiamato (Lattuada 2011) i veicoli microcosmici e organizzati in costellazioni microcosmiche secondo i Tre Sensi: Senso Sentito, Senso Pensato e Senso Visto. Ricordiamoli brevemente nella seguente tabella: 20


Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid Contenuti

Veicoli

Senso

Sensazioni

Corpo Fisico

Sentito

Sensazioni Sottili Stati d’animo, Sentimenti, Emozioni, Bisogni, Desideri, Motivazioni, Aspirazioni, Motivazioni Pensieri, Ricordi, Immagini, Idee, Visioni del Mondo

Corpo Energetico

Sentito

Corpo Emotivo

Sentito

Corpo Mentale

Pensato

Corpo Spirituale

Visto

Insight, Intuizioni, Visioni, Rivelazioni

Fig.3 Costellazioni organismiche Valutazione La valutazione ha valore sia quantitativo che qualitativo, vuole indicare la mole e l’intensità del vissuto soggettivo dei rispettivi contenuti del processo. Le valutazioni numeriche sono costituite da un punteggio che va da uno a dieci, seguito da un più o da un meno per indicarne l’intensità e la valenza (positiva o negativa)2. Esse riguardanotutti i contenuti presenti in tutto il campo, sia presi singolarmente che raggruppati in costellazioni per “Senso”. In tabella nelle apposite caselle EV, figura il totale parziale per categoria e per senso e il totale complessivo. Avremo così un quadro composto da contenuti, numeri e mappe. • Contenuti, suddivisi per categorie che ci forniranno informazioni sulla struttura del processo evolutivo. • Valutazioni numeriche che ci forniranno indicazioni sull’intensità, il valore e il segno dei contenuti • Mappe che ci forniscono diverse cartografie attraverso le quali leggere le diverse posizioni del processo all’interno del campo Attenzione L’invito è restare con attenzione, di fronte al quadro completo come di fronte ad 2 Positivo e negativo non esprime un giudizio di merito ma unicamente di segno

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Epistemologia della Seconda Attenzione: Integral Process Evaluation Grid una fotografia di un paesaggio, con occhi chiari, mente vuota, cuore leggero. Sviluppando la Prima Attenzione, come uno spettatore che voglia cogliere la trama di un film, il lettore di un romanzo che voglia cogliere il messaggio dello scrittore, il cercatore di funghi nel bosco o l’alpinista sul sentiero, presteremo attenzione ad ogni dettaglio. Sviluppando la Seconda Attenzione esattamente come il meditante in contemplazione in riva al fiume, sotto un albero, o di fronte a un mandala, come un osservatore consapevole di fronte ad una fotografia, uno spettatore che assiste ad uno spettacolo, resteremo, senza giudicare, di fronte alla griglia completa e guarderemo. La Prima Attenzione potrà, se lo vorrà, elaborare, grafici, tabelle e protocolli diagnostici. La Seconda Attenzione potrà fornirci insight di nuova comprensione che ci schiudano, come il lampo la notte, frammenti di essenza e di verità sul campo in questione. BIBLIOGRAFIA

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Stati Alterati di Coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali: Implicazioni per la Psicoterapia Traduzione di Luciano Ghisoni

DAVID LUKOFF, Ph.D. Il Dr. Lukoff è psicologo abilitato in California. Le sue aree di competenza includono il trattamento della schizofrenia, la psicoterapia transpersonale, le problematiche spirituali nella pratica clinica e la metodologia nello studio dei casi. Nel suo lavoro clinico, incorpora molti approcci transpersonali, fra i quali la meditazione, la formazione alla compassione, la visualizzazione guidata. Guida di gruppi sulla spiritualità, è autore di 70 articoli e varie pubblicazioni sulle problematiche spirituali e la salute mentale; è co-autore della DSM-IV categoria Religiosa o Problema Spirituale, co-presidente dell’Associazione di Psicologia Transpersonale, membro del consiglio di amministrazione e fondatore dell’Istituto per la Spiritualità e Psicologia, sostenitore del Centro di Risorse della Competenza Spirituale al www.spiritualcompetency.com. È docente universitario, ha insegnato alle facoltà di Harvard, dell’UCLA, all’Oxnard College, all’Istituto Californiano degli Studi Integrali ed a Saybrook. È stato un attivo presentatore di laboratori, promuovendo così la formazione di psicologi con competenze spirituali in aree quali la perdita ed il dolore (UC Berkeley), la morte e la malattia (SSU, CIIS), i problemi spirituali e le emergenze (Esalen, CSPP, CIIS,SSU,JFK).Ha lavorato anche in Giappone, Messico, Canada, Brasile, Russia, Romania, Portogallo, Francia, Svezia, Scozia, Irlanda ed Inghiliterra.

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Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... ABSTRACT: L’autore discute in merito all’esperienza spirituale visionaria (VSE). Con questa definizione, egli prende in esame quelle esperienze spesso categorizzate come episodi di tipi psicotico. Le persone che vivono una VSE spesso attraversano l’intera gamma delle religioni e della storia culturale mondiale nel loro contenuto spirituale e vivono esperienze che sono simili ad allucinazioni ed illusioni. La similitudine fra i sintomi psicotici e le esperienze mistiche è stata riconosciuta e discussa nel campo della salute mentale. Ad ogni modo, l’inclusione, nel DSM-IV, avvenuta nel 1994, di una nuova categoria diagnostica, chiamata “Problema Religioso o Spirituale” (V62.89), ha segnato il riconoscimento del fatto che le esperienze angoscianti di carattere religioso e spirituale siano spesso problemi di tipo non patologico. In questo articolo, vengono discusse le differenze fra i sintomi delle VSE ed i sintomi psicotici, così come i criteri diagnostici differenziali fra i Disturbi Psicotici e le VSE; particolare attenzione viene data alle implicazioni nella pratica clinica ed a possibili trattamenti.

Diverse categorie descrittive sono state proposte per episodi di tipo psicotico che possano potenzialmente avere risultati positivi: ricerca sulla soluzione alla schizofrenia (Boisen, 1962); disintegrazione positiva (Dabrowski, 1964); malattia creativa (Ellenberger, 1970); emergenze spirituali (Grof & Grof, 1989); esperienza mistica con tratti psicotici (Lukoff, 1985), viaggi metanoici (Laing, 1972); stati visionari (Perry, 1977-78). In questo capitolo, il termine esperienza spirituale visionaria (VSE) sarà utilizzato per raggruppare tali esperienze. Il termine visionario è utilizzato nella letteratura antropologica e religiosa con riferimento alla condizione mentale che porta un individuo a proporre cambiamenti radicali per l’intera cultura. Tali esperienze visionarie hanno portato a importanti movimenti sociali ed è più probabile che accadano in società che stiano subendo un cambiamento rapido e devastante, come nel caso del leader indiano irochese Handsome Lake. Alla fine del 1700, passò sei mesi in stato catatonico accompagnato da visioni. A seguito di queste esperienze, subì una trasformazione personale, comunicò le sue visioni e nuove intuizioni ad altri e sintetizzò vecchie e nuove credenze in una nuova religione ed un nuovo stile di vita che rivitalizzò la cultura (Wallace, 1956). Tuttavia, in molti casi, una VSE non trasforma la cultura, ma aggiunge una nuova dimensione alla vita spirituale dell’individuo. La spiritualità è utilizzata per riferirsi ad un’esperienza interiore di connessione con qualcosa di superiore al sé, un senso personale di ciò che è sacro e significativo. Le persone che vivono una VSE spesso attraversano l’intera gamma delle religioni e della storia culturale mondiale nel loro contenuto spirituale ed esperienze che sono simili ad allucinazioni ed 26


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... illusioni (analizzate più nel dettaglio di seguito). Al loro ritorno, essi vedono spesso l’episodio come una parte del loro risveglio spirituale ed iniziazione al loro viaggio spirituale. L’analista Junghiano John Perry (1998) osservò che dopo una VSE: “Ciò che rimane...è un modello ideale ed un senso di direzione che si può utlizzare per completare la trasformazione attraverso i propri risoluti metodi.” (p. 34-35) Similitudini Storiche ed Inter-Culturali Fin dalle prime documentazioni storiche - e certamente anche in precedenza - le esperienze psicotiche e religiose sono state associate le une alle altre. Il Vecchio Testamento utilizza lo stesso termine “pazzia” per descrivere il comportamento dei profeti e per spiegare la punizione per il disubbidiente (Rosen, 1968). Socrate dichiarò: “Le nostre più grandi benedizioni vengono a noi attraverso la pazzia, purché la pazzia ci sia data come dono divino.” (Dodds, 1951, p. 61). Basandosi su un sondaggio inter-culturale, l’antropologo Prince (1992) concluse che: “Stati mentali e comportamentali altamente simili potrebbero essere disordini psichiatrici designati in alcuni contesti culturali ed esperienze religiose in altre... All’interno delle culture che investono di significato questi stati inusuali e forniscono un supporto istituzionale all’individuo che ha tali esperienze, almeno una porzione di questi può essere contenuta ed incanalata in ruoli socialmente validi.” (p. 289) I resoconti antropologici mostrano che borbottare parole confuse, manifestare curiose abitudini alimentari, cantare continuamente, ballare incontrollatamente ed essere “tormentati da spiriti” sono elementi presenti in alcune crisi iniziatiche sciamaniche. Nelle culture sciamaniche, alcune crisi spirituali sono interpretate come un’indicazione del destino dell’individuo di divenire uno sciamano, piuttosto che un segnale che indichi una malattia mentale. (Halifax, 1979). Al contrario, gli sciamani sembrano essere psicologicamente più sani della maggior parte dei membri delle loro comunità (Van Ommeren et al., 2004). Walsh (1990) e Silverman (1967) hanno evidenziato come le crisi iniziatiche di alcuni sciamani abbiano implicato un episodio psicotico. Nelle culture occidentali, alcuni individui, 27


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... occasionalmente, vivono problemi simili che li portano a professioni mediche affini (Lukoff, 1991). Nelle culture asiatiche, i problemi spirituali vengono distinti dalla psicopatologia. Per esempio, una trappola molto nota della pratica spirituale, riconosciuta in molte tradizioni asiatiche, è “la falsa illuminazione,” associata a visioni incantevoli o terrificanti, specialmente di luce (Epstein & Topgay, 1982). Quando le tradizioni spirituali asiatiche sono trapiantate nei contesti occidentali, tali problemi si presentano nuovamente (Epstein, 1990). Nell’occidente antico, così come nelle culture tradizionali, alcune persone sono state stimate per le loro esperienze visionarie ed hanno goduto di uno stato privilegiato come sciamani, profeti, visionari o santi, come nel caso precedentemente descritto di Handsome Lake. Analogie Fenomenologiche Nel campo della salute mentale, l’analogia fra i sintomi psicotici e le esperienze mistiche è stata riconosciuta e discussa (Arieti, 1976; Boisen, 1962; Buckley, 1981; James, 1958). Entrambi i fenomeni implicano il tracollo dei confini limitanti del sé e la loro fuga, che di conseguenza conduce ad un’immensa esultanza e libertà. La necessità di trascendere tali confini restrittivi è stata postulata come un fondamentale bisogno neurobiologico di ogni essere vivente (Newberg, D’Aquili, & Rause 2001). Ad ogni modo, in persone con disturbi psicotici, “Il senso del sé incarnato è superato prima che sia stato fermamente stabilito … la disintegrazione e l’ulteriore frammentazione sono i probabili risultati” (Mills, 2001, p. 214). Campbell (1972) ha sostenuto che l’individuo psicotico, il mistico, lo yogi ed il consumatore di LSD sono tutti immersi nello stesso mare interiore. Tuttavia: “Il mistico, dotato di talenti nativi per questo tipo di cose e seguendo, fase per fase, l’istruzione di un maestro, entra nelle acque e scopre che sa nuotare; lo schizofrenico invece, non preparato, non guidato e privo di doti, è caduto, o si è intenzionalmente immerso e sta affogando.” (p. 216) Clarke (2001) suggerisce che la psicosi e le esperienze spirituali profonde inizialmente seguono un processo comune, che può comprendere euforia, sconcerto e orrore. Tuttavia, in grandi stati di eccitazione, le cognizioni di coscienza ordinaria diventano meno accessibili. Nello spettro di coscienza di Ken Wilber (1980), la psicosi non è né prepersonale 28


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... (infantile e regressiva) né transpersonale (transcendente e assoluta), ma è depersonale – una mescolanza di elementi più alti e più bassi. Wilber (1980) scrive: “[La psicosi] porta con sé frammenti a cascata di strutture più alte che si sono rovinosamente disintegrati” (p. 64). Così, continua, le persone psicotiche “spesso incanalano profonde intuizioni spirituali” (p. 108). In modo simile, Jung riconosce che i frammenti di temi spirituali archetipici ed i simboli si presentano frequentemente nelle esperienze delle persone psicotiche, ma sottolinea che “le associazioni sono non sistematiche, brusche, grottesche, assurde e, nello stesso tempo, difficili se non impossibili da comprendere” (Jung, 1960, p. 262-263). Tuttavia, Perry (1974), che ha fondato un’innovativa struttura per il trattamento delle persone che vivono i loro primi episodi psicotici, vede la psicosi in modo più positivo, come un processo di rinnovamento nel quale la psiche sta fondamentalmente cercando di riorganizzare se stessa. Tipi di Esperienze Spirituali Visionarie Le esperienze anomale includono una varietà di eventi inusuali che sembrano sfidare la nostra comprensione del mondo, quali le esperienze mistiche, esperienze di pre-morte, incontri con alieni, esperienze psichiche, sogni lucidi ed esperienze con droghe psichedeliche. Sebbene l’interesse per gli stati mentali straordinari risalga al lavoro di William James sugli Stati Mentali Eccezionali - Le Lezioni di Lowell del 1896 (Taylor, 1983) - queste esperienze non ordinarie sono spesso state ignorate o ridicolizzate dalla psicologia tradizionale. Il più recente, Varietà di Esperienze Anomale: Esamindando le Prove Scientifiche, pubblicato dall’Associazione Psicologica Americana (Cardeña, Lynn, & Krippner, 2000), ha preso in esame dieci tipi di esperienze anomale e la maggior parte degli autori ha riportato una scarsa relazione fra le esperienze anomale e la psicopatologia. Di fatto, molte di queste esperienze sono state associate ad affermazioni riguardanti positivi cambiamenti di vita a seguito dell’esperienza stessa. Ad ogni modo, la relazione fra la psicopatologia e l’esperienza anomala è complessa e sfaccettata. Berenbaum, Kerns, & Raghavan (2000) ipotizza che: “Ci sono quattro ragioni per cui le esperienze anomale possano essere associate alla psicopatologia: (a) le due si sovrappongono; (b) l’esperienza anomala contribuisce alla psicopatologia; (c) la psicopatologia promuove l’esperienza anomala; inoltre (d) ci sono delle “terze variabili” che contribuiscono sia all’esperienza anomala che alla psicopatologia.” (p. 32) 29


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... Anche quando non sia presente alcuna psicopatologia, le esperienze anomale quali le esperienze mistiche, le esperienze psichiche e le esperienze di pre-morte, che spesso includono un contenuto religioso e spirituale, possono essere dolorose e portare alla ricerca di un contatto con esperti di salute mentale. Quattro esperienze anomale sono incluse come problemi spirituali nella tipologia di questo capitolo: le esperienze mistiche, le esperienze di pre-morte, le esperienze di rapimenti alieni e le esperienze psichiche. Sono, inoltre, presi in considerazione episodi provocati dalla Meditazione e dalla Pratica Spirituale così come la Possessione. L’Esperienza Mistica Gli studi su questo fenomeno risalgono a William James, il quale vide l’esperienza mistica come il fulcro della religione e sostenne che tali esperienze avessero portato alla fondazione delle religioni mondiali (James, 1958). Le definizioni utilizzate nelle ricerche e nelle pubblicazioni cliniche variano considerevolmente, spaziando da “sconvolgimento della totale personalità” (Neumann, 1964) a quelle che includono il “misticismo quotidiano” (Scharfstein, 1973). Per ragioni cliniche, un’esperienza mistica può essere definita come un’esperienza straordinaria transitoria caratterizzata da: − − − − − − −

sentimenti di unità sensazione di relazione armoniosa con il divino euforia un senso di noesi (accesso alla dimensione spirituale nascosta) perdita del funzionamento dell’ego alterazioni nella percezione di tempo e spazio sensazione di perdita del controllo degli eventi

Alcuni sondaggi sulla valutazione dell’incidenza di ciò che può essere considerata una leggera esperienza mistica nella popolazione generale mostra che essa è andata aumentando negli ultimi decenni. Per oltre trent’anni, la Gallup Poll ha posto la domanda: “Sei mai stato/a cosciente o influenzato/a da una presenza o forza – che tu voglia o no definirla Dio – che sia differente dal te stesso quotidiano?” Le risposte affermative hanno continuato ad aumentare: il 27% nel 1973; il 42% nel 1986; il 54% nel 1990 ed il 70% nel 2001 (Gallup, 2002). Malgrado ciò, Wuff (2000) ha sottolineato che la prevalenza reale di esperienze mistiche possa essere considerevolmente più bassa di quanto queste percentuali possano suggerire. Gli studi che hanno esaminato il contenuto reale delle esperienze 30


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... documentate hanno trovato che molti dei responsi non fossero codificabili e che le persone spesso interpretassero l’espressione “elevazione” semplicemente come una sensazione di sollevamento nel senso metaforico e che identificassero il sentimento di “vicinanza ad una forza grandiosa e spirituale” con la convinzione che Dio fosse sempre vicino (Thomas & Cooper, 1980). Storicamente, tuttavia, la teoria psicologica ed i sistemi di classificazione diagnostica sono sempre stati propensi ad ignorare o patologizzare tali intense esperienze spirituali. Parte della letteratura clinica ha descritto l’esperienza mistica come sintomatica di una regressione dell’ego, al confine con la psicosi, un episodio psicotico o una disfunzione temporale del lobo (Lukoff, 1985). Freud riduceva l’”esperienza oceanica” dei mistici ad una “vulnerabilità infantile” e ad una “regressione al narcisismo primario” (Freud, 1989). Persino gli psicologi transpersonali come Maslow (1973) e Wilber (1984) hanno usato il termine “metapatologie” e William James (1958) coniò il termine “teopatie” – per descrivere le dimensioni problematiche che possono essere scatenate da intense esperienze spirituali/mistiche. Si può rendere merito a F. W. H. Myers per l’intuizione iniziale sul fatto che il subliminale può dare adito a contenuti mistici e psicopatologici (Myers, 1892). Myers ipotizzò un confine, una soglia, sotto la quale si trovasse il sé subliminale. Nelle persone soggette all’esperienza mistica, il sé subliminale è relativamente largo ed attivo ed il margine del campo cosciente è relativamente permeabile e poroso. Comunque, Wulff (2000) cita la ricerca e sostiene: “Il punto di vista più favorevole di Pratt (1920), secondo il quale, sebbene la patologia possa davvero segnare le vite di alcuni mistici, l’esperienza mistica, per sé, non è patologia nelle letterature empiriche contemporanee ed in quelle transpersonali, ma un fattore effettivo nel sostegno della crescita e della scoperta. Ci sono, prima di tutto, diversi studi che suggeriscono che gli indici dell’esperienza mistica tendono a non essere correlati agli indici della patologia.” (p. 410) Un recente sondaggio ha messo in luce che, oggigiorno, la maggior parte degli specialisti non considera le esperienze mistiche come patologiche (Allman, De La Roche, Elkins, & Weathers, 1992). In un certo senso, ciò potrebbe riflettere un cambiamento che è parzialmente attribuibile ad Abraham Maslow. I suoi studi sulle massime esperienze, che lui considerava essere, per molti individui, quelle religiose, hanno validato la loro importanza e la loro natura non patologica. Oltre a 31


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... ciò, gli studi condotti hanno dimostrato che le persone che riferivano di aver avuto esperienze mistiche avessero un punteggio più basso sulle scala psicopatologica e più alto negli indici di benessere psicologico che non nei controlli (Wulff, 2000). Le esperienze mistiche possono essere incontenibili per gli individui che non abbiano un forte senso dell’ego. Inoltre un altro rischio osservato a seguito di un’ esperienza mistica estatica è il gonfiaggio dell’ego, nel quale l’individuo sviluppa delle convinzioni altamente grandiose o persino deliri circa la sua statura spirituale e la sua realizzazione (Rosenthal, 1990). Individui nel pieno delle loro intense esperienze mistiche son ostati ricoverati e curati mentre si sarebbero potuti utlizzare interventi meno restrittivi. (Chapman & Lukoff, 1996; Lukoff & Everest, 1985). La DSM-IV-TR evidenzia la necessità di una sensibilità culturale quando gli specialisti fanno delle valutazioni sulla schizofrenia in situazioni socioeconomiche e culturali differenti dalla loro. (Associazione Psichiatrica Americana, 2000). Delle idee che possano sembrare deliranti in una cultura (per esempio la magia e la stregoneria) potrebbero essere considerate comuni in un’altra. In alcune culture, le allucinazioni uditive e visive con un contenuto religioso potrebbero essere una parte consueta dell’esperienza religiosa (per esempio la visione della Vergine Maria o il sentire la voce di Dio). (p. 306) L’Esperienza Pre-morte L’Esperienza pre-morte (Near-Death Experience -NDE) è un’esperienza soggettiva che viene vissuta dalle persone che si avvicinano alla morte o che si trovano a confrontarsi con una situazione potenzialmente fatale e ne escono illesi. Sin dal 1975, quando Raymond Moody per la prima volta catalizzò l’attenzione pubblica sulla NDE con il suo libro La Vita oltre la Vita, la NDE è stata oggetto di numerose ricerche scientifiche (Greyson, 1993, 1997; Ring, 1990). Tipicamente la NDE segue una caratteristica sequenza temporale che include: • • • • • • • • 32

pace e appagamento distacco dal corpo fisico l’ingresso in una regione oscura di transito la visione di una luce brillante il passaggio attraverso la luce in un altro regno di esistenza una forte impressione positiva la dissociazione dal corpo fisico elementi trascendentali o mistici


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... La persona si sente spesso incondizionatamente accettata e perdonata da una fonte amorevole. È altresì comune una revisione della vita e la persona ritorna con una missione o una “visione”, credendo che ci sia ancora dell’altro che debba essere fatto nel corso dell’esistenza. Greyson (2000) ha sottolineato le diverse similitudini con le caratteristiche prototipiche del volo sciamanico, OBE, e le profonde esperienze ipnotiche. La tecnologia medica moderna ha portato molte persone a vivere esperienze NDE. Le esperienze di pre-morte sono riferite dal 35% degli individui che si avvicinano alla morte. La società di sondaggi Gallup ha stimato che circa il 5% della popolazione adulta americana, approssimativamente 13 milioni persone, ha avuto una NDE con almeno alcune delle caratterisitche descritte sopra, redendo tutto ciò un fenomeno clinicamente significativo e diffuso (Gallup, 2002). La natura non patologica della NDE è documentata dalla crescente letteratura sui suoi effetti — in particolare, l’attitudine positiva ed il cambio dei valori, la trasformazione della personalità e lo sviluppo spirituale. Ring (1990) ha condotto alcuni studi sulla NDE ed ha scoperto che questi cambiamenti avvengono entro 5 anni e rimangono stabili nel tempo. Malgrado i risultati generalmente positivi, al risveglio da una NDE, sorgono spesso difficoltà intrapsichiche ed interpersonali. I problemi intrapsichici associati alla NDE includono: • rabbia o depressione in relazione alla perdita dello stato pre-morte • difficoltà di conciliazione fra la NDE ed le precedenti convinzioni religiose, i valori o stili di vita • timore che la NDE possa essere indice di un disturbo mentale I problemi interpersonali associati alla NDE includono: (Greyson, 1997) • difficoltà di conciliazione dei cambiamenti attitudinali con le aspettative della famiglia, degli amici e dei colleghi di lavoro • un senso di isolamento da coloro che non hanno avuto una esperienza simile • timore di essere ridicolizzati o rifiutati dagli altri • difficoltà ad esprimere il significato e l’impatto della NDE I numerosi articoli pubblicati e le testimonianze in prima persona circa la NDE hanno portato ad una grande sensibilità verso questo tipo di esperienze. Le NDE sono riconosciute come piuttosto comuni nelle moderne unità di terapia intesiva (le ICU), così come è necessario differenziare fra le NDE e le psicosi ICU (che avvengono spesso sotto forma di effetti collaterali causati dai trattamenti 33


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... medici). Con questa maggior presa di coscienza delle NDE, è meno probabile che il personale ICU possa fare errori di diagnosi e “curare” in modo inappropriato le NDE con trattamenti antipsicotici. L’ integrazione di questa nuova categoria diagnostica [Problema Religioso o Spirituale] nelle DSM-IV permette la differenziazione delle NDE, ed esperienze simili, dai disturbi mentali e potrebbe portare la ricerca verso strategie di trattamento più efficaci. (Greyson, 1997, p. 327) Alcune NDE divengono molto dolorose e rientrano nei parametri del DSM-IV Adjustment Disorder - Disturbo dell’Adattamento (Greyson & Bush, 1992). Tuttavia, il livello di sofferenza spesso giustifica la diagnosi di un V Code piuttosto che di un disturbo mentale. Esperienze Psichiche Le esperienze psichiche sono un concetto ipotetico che riguarda il presunto trasferimento di informazioni o di energia per il quale c’è un opinabile supporto di prove obiettive (E. Targ, Schlitz, & Irwin, 2000). Di conseguenza, la maggior parte delle definizioni sono in forma negativa, dopo l’esclusione di altre ragionevoli spiegazioni. Alcuni esempi includono: • chiaroveggenza (visioni del passato, del futuro o di eventi lontani) • telepatia (comunicazione senza apparenti mezzi fisici) • precognizioni (visioni o sogni che forniscono informazioni precedentemente sconosciute) • eventi sincronistici (coincidenze significative di due fatti apparentemente non relazionati fra di loro) • comunicazioni dopo la morte • fenomeni di poltergeist (disturbi fisici in una casa con apparentemente assenza di causa fisica) La percezione extrasensoriale è stata soggetto di ricerche scientifiche per oltre 100 anni e continua ad esserlo tutt’oggi (Krippner, 1991; Ullman, Krippner, & Vaughan, 2003). Mentre lo stato scientifico di esperienze psichiche è stato soggetto di molti dibattiti, non cè dubbio che molte persone abbiano tali esperienze. La Gallup Poll mostra che la maggior parte degli adulti americani ha esperienze extrasensoriali e che la percentuale è in crescita (dal 58%, nel 1973 - al 67%, nel 1986) (Gallup, 2002). Sfortunatamente, sia il sensazionalismo della stampa scandalistica che la mercantilismo (per esempio medium su linee telefoniche dirette a pagamento) 34


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... sono associati a questo argomento. Uno studio su 212 adulti e 91 studenti liceali ha concluso che le testimonianze di esperienze psichiche erano correlate alle testimonianze di esperienze spirituali trascendenti e che più del 90% degli intervistati con esperienze trascendenti le considerava valide (Kennedy & Kanthamani, 1995). Le esperienze psichiche sono considerate reali capacità da molti, inclusi l’influente teorico della psicoterapia Jerome Frank, che la considerava un’abilità posseduta dai migliori terapisti (Frank & Frank, 1991). Le esperienze psichiche sono associate a molte pratiche spirituali e stati alterati di coscienza, ma ai professionisti nella maggior parte delle tradizioni spirituali viene insegnato che queste sono distrazioni dal percorso dello sviluppo spirituale (Caplan, 1999). Mentre le rivendicazioni di abilità psichiche e esperienze non sono, in sé, prove di disturbi mentali (R. Targ & Hastings, 1987), esperienze psichiche sono anche riferite da persone in stati psicotici o dissociativi. Di conseguenza, la diagnosi differenziale è una questione chiave. La confusione ed il timore “di impazzire” sono reazioni comuni alle esperienze psichiche spontanee (Tart, 1995). Alcune persone dichiarano di sentirsi isolate dagli altri perché hanno paura di parlare delle loro esperienze con i loro amici e con la famiglia. La maggior parte delle persone che hanno esperienze psichiche sono in grado di integrarle senza aiuto professionale, tuttavia alcuni cercano assitenza presso un terapista per poter comprendere tali eventi e gestire le proprie reazioni al riguardo (E. Targ et al., 2000). Hastings (1983) suggerì che: “Il punto centrale di questo aiuto psicologico, visti gli scopi terapeutici, più che di ricerca pura, dovrebbe essere di assistere la persona nel trovare equilibrio, integrazione e giudizio circa l’esperienza parapsicologica apparente o reale.” (p. 143) Egli descrisse sette passaggi per lavorare con qualcuno che sia disturbato da un’esperienza psichica: Chiedere alla persona di descrivere l’esperienza o gli eventi. Ascoltare tutto ed attentamente, senza giudicare. Rassicurare la persona che non è “pazza” o “malata” (se necessario). Identificare o etichettare il tipo di evento. Dare informazioni circa ciò che si sa su questo tipo di eventi. Dove possibile, sviluppare dei test della realtà per scoprire se l’evento sia reale o se ci siano spiegazioni alternative di carattere non psichico. • Occuparsi delle reazioni psicologiche scatenate dall’esperienza. • • • • • •

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Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... Esperienze di Rapimenti Alieni Il capitolo sulle esperienze di Rapimenti Alieni in Varietà di Esperienze Anomale includeva questa definizione: le Esperienze di Rapimento Alieno (AAE) sono caratterizzate da “ricordi soggettivamente reali nei quali la persona viene segretamente portata e/o contro la propria volontà da entità apparantemente non umane, in un luogo solitamente interpretato come una navicella spaziale aliena (detto UFO)” (Appelle, Lynn, & Newman, 2000, p. 254). Oltre a documentazioni dagli Stati Uniti, altre testimonianze da Inghilterra, Messico, Brasile, Cile e lAustralia mostrano gli stessi temi di base: cattura, esaminazione, comunicazione con gli alieni, viaggi ultraterreni, teofania (ricezione di messaggi spirituali) e ritorno sulla Terra (Mack, 1999). La Gallup Poll rivela quanto sia diffusa la credenza in tutti i fenomeni relazionati ad UFO. Il cinquanta per cento di un campione rappresentativo della popolazione americana, rilevato nel 1999, ha dichiarato di credere che ci sia vita su altri pianeti, percentuale che è salita dal 34% del 1966. Avvistamenti UFO sono stati inoltre testimoniati da milioni di persone negli Stati Uniti. Quando la Gallup Poll ha chiesto ad un campione rappresentativo nazionale: “Ha Lei, personalmente, mai visto niente che abbia pensato fosse un UFO?” Il 12% ha risposto di sì (Gallup & Jones, 2000). Nel 1997, un sondaggio del Time/CNN rivelò che il 22% degli americani crede che la Terra sia stata visitata dagli alieni spaziali (citato in Appelle, Lynn, & Newman, 2000). Ci sono migliaia di casi di incontri con alieni pubblicati ed i ricercatori hanno studiato oltre 1700 casi. Basandosi sull’estrapolazione da un gruppo di studenti, un altro ricercatore ha suggerito che 15 milioni di americani potrebbe aver avuto questo tipo di esperienze. Dopo aver citato queste statistiche, Appelle et al. (2000) ha concluso che “anche se le cifre sono molto più basse di alcune di queste stime, rimane comunque evidente che molte migliaia di americani sono convinti di essere stati rapiti da alieni.” (p. 256). Effetti sia positivi che problematici sono stati testimoniati da chi ha vissuto esperienze di rapimenti da parte di alieni, inclusa una gamma di postumi fisici e psicologici quali ferite, problemi agli occhi, bruciature, dolori gastrointestinali e problemi riguardanti l’equilibrio e la stabilità. Sono stati frequentemente riferiti anche stati di ansia e incubi ricorrenti. Altri sintomi e potenziali problemi a seguito di AAE includono irritabilità, pensieri invasivi riguardanti alieni e rapimenti, umore labile, disorientamento, derealizzazione e depersonalizzazione (Bullard, 1989b). Mentre in alcune persone che testimoniano esperienze di rapimenti alieni è presente una psicopatologia (Lukoff, 1988), sia gli accertamenti con esame 36


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... clinico che con test standardizzati hanno rilevato che, come gruppo, le persone con esperienze di rapimento non sono differenti dalla popolazione generale per quanto riguarda la prevalenza di psicopatologia. Molti affermano che le loro vite siano state radicalmente modificate ad un livello spirituale profondo dai loro incontri con gli alieni. Hanno sviluppato un accresciuto rispetto per la natura e per la vita umana e trasformato le loro vite in modo simile a quello che segue una NDE (Ring, 1990; Spanos, Cross, Dickson, & Dubreuil, 1993). Tuttavia è necessario evidenziare come uno studio (Stone-Carmen, 1994) abbia scoperto un accentuato livello di tentativi di suicidio (57%) fra i partecipanti AAE, in contrasto con l’ 1.28% della popolazione generale. Alcuni individui, che hanno avuto AAE, cercano supporto nella terapia nel tentativo di integrare le loro esperienze anomale. L’uso dell’ipnosi per ottenere una più completa testimonianza dell’esperienza è controverso e l’uso aggressivo delle procedure di recupero della memoria può aumentare l’ansia e sentimenti di vulnerabilità (Bullard, 1989a). Il rischio di fornire terapia può essere ridotto ed i risultati positivi possono essere assicurati quando l’attenzione del trattamento è posta sull’educare i clienti circa le possibili spiegazioni per i casi di AAE, incoraggiandoli a comprendere l’AAE per il suo significato nelle loro vite; in alternativa, lavorando sulle strategie di gestione che trascendono l’inevitabile inconclusività della realtà oggettiva delle Esperienze di Rapimenti Alieni. (Appelle et al., 2000, p. 271) Meditazione ed Esperienze in relazione alla Pratica Spirituale A partire dagli anni ‘60, l’interesse per pratiche spirituali asiatiche quali lo yoga, la meditazione, il Qigong e Tai Chi è aumentato. Le pratiche di meditazione intensiva possono implicare 12 o più ore di meditazione giornaliere per periodi di settimane o mesi. Le tradizioni asiatiche riconoscono una serie di rischi associati alla pratica di meditazione intensiva, quali percezioni alterate che possono essere spaventose ed una “falsa illuminazione” connesse a visioni incantevoli o terrificanti (Kornfield, 1993). Gli insegnanti di queste pratiche sono coscienti del rischio dei problemi ad esse legati: “Mentre i maestri spirituali hanno, per migliaia di anni, messo in guardia i loro discepoli circa i pericoli di giocare con gli stati mistici, la scena contemporanea spirituale è come un negozio di caramelle dove un qualunque “turista” spirituale può assaggiare le “delizie” che promettono una varietà di eccitazioni mistiche.” (Caplan, 1999, p. 17). 37


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... Le persone possono utilizzare libri e materiale audiovisivo per fare pratica da soli, senza la supervisione di un insegnante competente. Ansia, dissociazione, depersonalizzazione, agitazione e tensione muscolare sono state testimoniate da praticanti della meditazione in occidente (Walsh & Roche, 1979). Episodi transitori di tipo psicotico associati alla pratica qigong sono ben documentati come una sindrome legata ad un gruppo culturale simile alle condizioni associate alla pratica intensiva dello yoga e della meditazione (Shan, 2000). La DSM-IV-TR enfatizza la necessità di distinguere fra la psicopatologia e le esperienze legate alla meditazione: esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione indotte volontariamente formano una parte delle pratiche meditative e di trance che sono prevalenti in molte religioni e culture e non dovrebbero essere confuse con il Disturbo della Depersonalizzazione. (p. 488) Nel 1980, Stanislav e Christina Grof hanno fondato la Rete di Emergenza Spirtuale (Spiritual Emergency Network) per identificare gli individui che soffrono disturbi psicologici associati alle pratiche spirituali e alle esperienze spirituali spontanee. (Grof & Grof, 1989). Il trattamento proposto tipicamente prevede l’interruzione, quanto meno temporanea, della pratica spirituale ed il coinvolgimento in attività alternative di grounding, quali passeggiate nella natura, bagni caldi, giardinaggio. (Kornfield, 1993). Un punto di interesse in questa area è stata documentato da Oliver Sacks (1995), nel suo “The Last Hippie”, dove descrive il caso di un uomo sofferente a causa degli effetti di un crescente tumore al cervello, con un’amnesia anterograda che gli impedisce di ricordare qualsiasi cosa accaduta a partire dalla fine degli anni ‘60, che, tuttavia, era stata considerata, dai suoi compagni membri dell’Hare Krishna, come il raggiungimento dell’illuminazione, comprovato dal suo nuovo disinteresse per le questioni terrene e dalla sua mancanza di desiderio. Possessione Negli stati di possessione, una persona entra in uno stato alterato di coscienza e si sente sopraffatto da uno spirito, una forza, una divinità o un’altra persona che assume il controllo sulla sua mente e sul suo corpo. Generalmente, la persona non ricorda queste esperienze nella fase di risveglio. L’induzione volontaria agli stati di possessione sono stati parte preziosa dei riti religiosi in molte culture (Behrend & Luig, 2000), ed una ricerca ha scoperto che le persone che sono vittime di una possessione nel mezzo del rituale non hanno più patologia (in realtà potrebbero essere più sani) delle persone in generale. In un paragone fra medium spiritistici 38


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... brasiliani e pazienti nord americani affetti da disturbo dissociativo dell’identità (DID), i medium si differenziavano in quanto avevano un maggior adattamento sociale, minor prevalenza di disturbi mentali, minor uso dei servizi per la salute mentale, nessun uso di antipsicotici ed una minore prevalenza di casi di abusi fisici o sessuali in età infantile, sonnambulismo, caratteristiche secondarie del DID, e sintomi di personalità “borderline” (Moreira-Almeida, Neto, & Cardeña, 2008, p. 420). L’induzione volontaria agli stati di possessione sono una parte preziosa dei riti religiosi in molte culture antiche, incluse quelle egiziana e greca (dove l’oracolo di Delfi parlò attraverso le donne possedute dagli spiriti) e le prime forme di pratica Kabalistica. La possessione è una figura centrale nelle cerimonie Vodoo ad Haiti, dove le divinità specifiche sono invitate a “cavalcare” i corpi dei devoti durante le cerimonie. La possessione appare, inoltre, sotto una buona luce nella prima Cristianità, particolarmente nella forma della “padronanza delle lingue”. Molte forme contemporanee di Cristianità evangelica considerano desiderabile essere posseduti dallo Spirito Santo con manifestazioni fisiche che includono i tremori ed il parlare in lingue diverse. I comportamenti bizzarri, quali soffocamento, getti di vomito, movimenti motori frenetici, violenti spasmi e contorsioni accompagnate da vocalizzazioni grottesche possono essere un’esperienza spaventosa sia per la persona posseduta che per i testimoni. Le teorie più antiche circa l’etiologia dei disturbi mentali identificano la possessione da spiriti come l’agente scatenante e molte religioni offrono rituali e cure per proteggere i partecipanti da indesiderate possessioni. Uno dei segni della divinità di Cristo era la sua abilità di cacciare i demoni dalle persone che erano possedute. Le esperienze di possessione possono essere patologiche quando c’è un indebolimento nel funzionamento sociale o occupazionale oppure un marcato disturbo. Alcune persone che riferiscono di possessioni sentono come il loro comportamento sia fuori dal loro controllo. La possessione e la trance da possessione sono elencate nella diagnosi Disturbi Dissociativi Non Altrimenti Specificati: “Lo stato di trance da possessione, una singola o episodica alterazione nello stato di coscienza caratterizzata dalla sostituzione dell’usuale senso di identità personale con una nuova identità. Questo è attribuito all’influenza di uno spirito, una forza, una divinità o un’altra persona.” (Associazione Psichiatrica Americana, 1994, p. 279) Mentre la possessione è un’esperienza comune in molte culture (Prince, 1992), nelle società industrializzate occidentali tali esperienze non sono normative. Una 39


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... testimonianza di un paziente circa delle esperienze di possessione può portare ad una diagnosi inadeguata di un disturbo psicotico o dissociativo, particolarmente fra i membri di un gruppo di immigrati (Cardeña et al., 1994). Il trattamento dovrebbe includere l’integrazione sociale dell’esperienza all’interno della loro comunità. Se l’individuo è connesso con un gruppo le cui pratiche includono la possessione, allora la collaborazione con i leader di quella comunità religiosa dovrebbe fare parte del programma di trattamento. Modelli di Comportamento Emergenti nell’Esperienza Spirituale Contemporanea e nelle Crisi Il collegamento fra sviluppo spirituale e problemi psicologici fu osservato da Roberto Assagioli (1989) che descrisse come le persone possano diventare esagerate e pompose a seguito di intense esperienze associate alle pratiche spirituali: “Esempi di tale confusione sono comuni fra le persone che sono state abbagliate dal contatto con verità troppo grandi o energie troppo intense perché le loro capacità mentali siano in grado di comprenderle e che le loro personalità possano assimilare” (p. 36). Gli psicologi transpersonali, pur rappresentando solo una minoranza del settore della sanità mentale, sono dell’opinione che la psicosi possa essere un naturale processo di crescita con componenti sia spirituali che psicologiche. Hanno evidenziato e discusso la similitudine fra i sintomi psicotici e le esperienze spirituali (Lukoff, 1988; Perry, 1998) ed hanno sostenuto che le esperienze psicotiche siano più facilmente comprensibili in quanto crisi relazionate agli sforzi della persona di liberarsi dell’identità standard legata all’ego: “prove dell’anima durante il suo viaggio spirituale” (House, 2001, p. 124-125). Stanislav e Christina Grof (1989) coniarono il termine emergenza spirituale nel 1980 per descrivere questo ed altri episodi simili: “[Le emergenze spirituali] sono critiche e, dal punto di vista dell’esperienza, passaggi difficili di una profonda trasformazione spirituale che coinvolge l’intero essere di una persona. Assumono la forma di inusuali stati di coscienza ed implicano emozioni intense, visioni ed altri cambiamenti sensoriali, pensieri strani oltre a diverse manifestazioni fisiche. Questi episodi spesso ruotano intorno a temi spirituali; includono delle sequenze di morte psicologica e rinascita, esperienze che sembrano ricordi di vite 40


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... precedenti, sentimenti di unità con l’universo, incontri con diversi esseri mitologici ed altri temi simili.” (quarta di copertina) Differenze fra le VSE ed i Sintomi Psicotici Allucinazioni Le allucinazioni uditive e visive hanno giocato un ruolo essenzale nella religione per migliaia di anni. Le testimonianze spaziano dai profeti biblici ai santi e agli sciamani, così come la famosa voce guida del Demone di Socrate. In seguito, gli psichiatri hanno diagnosticato, in retrospettiva, che tutti loro avessero sofferto di disturbi mentali (Leuder & Thomas, 2000). Tuttavia, la DSM-IV (Associazione Americana Psichiatrica 1994) sottolinea, in modo specifico, che gli esperti che valutino casi di schizofrenia in situazioni che siano diverse dalla propria, sia dal punto di vista socioeconomico che culturale, debbano prendere in considerazione le differenze culturali: “In alcune culture le allucinazioni visive o uditive con un contenuto religioso possono essere parte dell’esperienza religiosa ordinaria (per esempio la visione della Vergine Maria o sentire la voce di Dio - p. 281). Diversi sondaggi hanno mostrato che più della metà della popolazione normale ha qualche esperienza con allucinazioni legate alle voci (Posey & Losch, 1983) e che ad approssimativamente il 10% della popolazione generale accade di sentire consigli o ricevere conforto da una voce che non è percepita come parte dei propri pensieri (Barret & Etheridge, 1992). Le voci e le visioni accadono spesso alle persone durante un lutto, situazioni di grave pericolo per la vita e situazioni stressanti e traumatiche quali perdita di uno o più sensi, malattia e casi di reclusione in isolamento (Forrer, 1960). Le voci interne hanno giocato un ruolo significativo nelle vite di molti personaggi noti fra i quali Carl Jung, Elisabeth Kubler-Ross, Martin Luther King, Jr. e Winston Churchill (Liester, 1996). Il fatto di sentire le voci interne viene spesso visto come utile dalle persone che vivono un’esperienza di risveglio (Heery, 1989). Ne consegue che le allucinazioni per sé non siano un indice affidabile di un disturbo mentale. Deliri La DSM-IV (Associazione Psichiatri Americani 1994) fa presente che “Le idee che possono sembrare deliri in una cultura (per esempio la stregoneria e la magia) possono essere ritenuti normali in un’altra.” (p. 281). Le ricerche hanno confermato la sovrapposizione fra le esperienze psicotiche e quelle spirituali. Peters, Joseph & Garety (1999) hanno stimato l’incidenza di deliri usando un’intervista standard 41


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... e valutando i criteri fra i membri dei Nuovi Movimenti (New Religious Movemets, NRMs, quali i seguaci di Moon), persone non religiose, cristiani e pazienti ricoverati per disordini psicotici. Il risultato ha dimostrato che le persone nel gruppo NRM non potevano essere distinte dai non pazienti per i loro credo, ma per il loro umore, adattamento e maggior livello di stress. Casi dettagliati dimostrano che i sintomi psicotici possono presentarsi nel contesto delle esperienze spirituali (Lukoff, 1988; Lukoff & Everest, 1985). Greenberg et al. (1992) descrissero quattro giovani uomini che esplorarono il misticismo giudaico e che diventarono psicotici. Le loro allucinazioni, deliri grandiosi e paranoici ed il loro isolamento sociale erano indistinguibili da quelli di molti mistici. Conclusero che una diagnosi di psicosi si basa su fattori quali la durata dello stato, l’abilità di controllare la caduta in tale stato e la deteriorazione delle abitudini piuttosto che la fenomenologia dello stato stesso. Così gli studi empirici che comparano gli individui che sono sia religiosi che affetti da deliri mettono in discussione i criteri diagnostici dei deliri che enfatizzano il contenuto (a dire la stranezza o la falsità) dei credo per classificarli come patologici (Brett, 2002). Così i deliri e le esperienze spirituali non possono essere distinte per forma e contenuto, ma devono essere valutate alla luce dei valori culturali e dei credo dell’individuo. Oltre a ciò, essere assolutamente convinti di un delirio non è di per sé un segnale di una patologia perché tutti i credo che siano significativi a livello personale tendono ad essere difesi con fervente convinzione (Maher, 1988). Una caratteristica di una cognizione normale è una tendenza alla conferma che ci permette di essere insensibili alle prove contrarie e di prendere in considerazione solo le informazioni che confermano i nostri credo preesistenti. (Alloy & Tabachnik, 1984). Struttura Alterata dell’Esperienza I deliri possono essere differenziati dai credo spirituali non per il loro contenuto, ma da fattori quali l’interferenza nella vita di una persona ed il loro impatto emotivo (E. R. Peters et al., 1999). Greenberg e soci (Greenberg et al., 1992) concludono che una diagnosi di un disturbo psicotico poggia le basi su fattori quali la durata dello stato, l’abilità di controllare la caduta in tale stato e il deterioramento delle abitudini, piuttosto che la fenomenoloiga dello stato in sé. Le VSE sono solitamente transitorie e si risolvono completamente senza lasciare alcun residuo di difficoltà sociali o isolamento; al contrario, i disturbi psicotici generalmente persistono per un lungo periodo ed implicano continui problemi ed isolamento sociale (Jackson & Fulford, 1997; Peters, 2001; Saver & Rabin, 1997). Allo stesso modo, il Buddismo Tibetano e Zen e l’Induismo Tantrico forniscono 42


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... concettualizzazioni di stati mistici della mente che potrebbero permettere di distinguere le esperienze psicotiche non solo sulla base delle conseguenze emotive ed attitudinali, ma da reali differenze negli stati stessi, quali: perdita dei confini soggetto/oggetto; minore abilità nel controllare l’attenzione; diminuita capacità di mantenere la calma; un’impossibilità di ritornare alla struttura ontologica della realtà consensuale; isolamento psicologico; ossessione per il regno della mente e trascuratezza nella cura di sé (Brett, 2002). Implicazioni per la Pratica Clinica Diagnosi Differenziale fra Disturbi Psichici e VSE Le diagnosi DSM-IV-TR (Associazione Psichiatrica Americana, 2000), che più probabilmente sarebbero considerate nelle presentazioni di VSE e che si incontrano nei parametri dell’assistenza sanitaria tradizionale, sono il Disturbo Psicotico Breve e il Disturbo Schizofreniforme, che sono disturbi psicotici della durata di meno di un mese o di 6 mesi l’uno. L’ inserimento nel DSM-IV di una nuova categoria diagnositca chiamata “Problema Religioso o Spirituale” (V62.89) nel 1994 segnò il riconoscimento del fatto che le esperienze religiose e spirituali dolorose sono spesso problemi di carattere non patologico. La definizione dice: questa categoria può essere usata quando il focus dell’attenzione clinica è un problema religioso o spirituale. Alcuni esempi includono esperienze dolorose che implicano perdita o dubbi sulla fede, problemi associati alla conversione ad una fede o dubbi circa altri valori spirituali che potrebbero non essere necessariamente associati ad una chiesa organizzata o ad una istituzione religiosa (Associazione Psichiatrica Americana, 1994, p. 685) (anche DSM-IV-Text Revision, 2000, p. 1393). La proposta di questa nuova categoria si è sviluppata dalla letteratura sulla psicologia transpersonale sulla emergenza spirituale (Lukoff, Lu, & Turner, 1998) Mentre questa categoria include problemi che spesso implicano minor sofferenza, quali la conversione ad una nuova fede o dubbi circa la propria fede, gli autori (Lukoff, 2007; Lukoff & Lu, 2005) hanno sostenuto, in pubblicazioni precedenti, che le VSE giustificano la diagnosi DSM-IV di un Problema Spirituale o Religioso anche quando fossero presenti sintomi psicotici, incluse le allucinazioni e i deliri. In questo modo, il Problema Religioso o Spirituale è paragonabile alla categoria del Lutto per la quale la DSM-IV nota che anche quando la reazione alla morte in una persona rispecchia i criteri di un Importante Episodio Depressivo (Major Depressive Episode), la diagnosi di un disturbo mentale non viene data perché i sintomi derivano da una reazione normale alla morte di un caro. Allo stesso modo, nelle VSE, le allucinazioni transitorie, i deliri, il disorientamento e le 43


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... difficoltà interpersonali avvengono così frequentemente che dovrebbero essere considerate normali e prevedibili. Problemi iatrogenici possono presentarsi se le VSE sono diagnosticate e trattate in modo incorretto come disturbi psicotici. La prima valutazione dello specialista può determinare, significativamente, se l’esperienza sia integrata ed usata come stimolo per una crescita personale o repressa come segno di un disturbo mentale ed, in questo modo, intesificare il senso di isolamento di un individuo e bloccando i suoi sforzi di capire ed assimilare l’esperienza. Invece di accogliere le esperienze soggettive inusuali nella nostra cultura come un’ opportunità ed un invito ad allargare il cerchio dell’essere di una persona, esse sono normalmente psicopatologizzate e soppresse farmaceuticamente. Se le VSE sono diagnosticate e trattate in modo non corretto come disturbi psicotici, possono presentarsi problemi iatrogenici. La prima valutazione dello specialista può significativamente determinare se l’esperienza sia integrata ed usata come stimolo per una crescita personale o repressa come segno di un disturbo mentale e, in questo modo, intesificare il senso di isolamento di un individuo, bloccando i suoi sforzi di capire ed assimilarla. Normalmente, nella nostra cultura, le esperienze soggettive inusuali sono psicopatologizzate e soppresse farmaceuticamente invece che accolte come un’opportunità ed un invito ad allargare il cerchio dell’essere di una persona. Un’intervista di studio rporta: “L’aspetto soggettivo più spaventoso della loro esperienza era il ricovero psichiatrico stesso” (Jackson, 2001, p. 189). L’approccio tendente a patologizzare e stigmatizzare può essere alla base della sorprendente scoperta che il tasso di cura ed il livello di disfunzione delle persone con disturbi psicotici è considerevolmente più basso nelle società non industriali (Kirkness, 1997,p. 41). Nonostante questo ammonimento, è possible trovare, in diverse culture, un alto grado di concordanza sul riconoscimento di gravi disturbi mentali quali la schizofrenia. (Murphy, 1978) Wilber (1993) ha messo in guardia circa la “fallacia pre/trans” a causa della quale le esperienze regressive prepersonali sono spesso interpretate, dall’individuo o dagli altri, come esperienze transpersonali. Secondo Wilber, ciò è stato perpetuato “a causa del fatto che sia le prepersonali che le transpersonali sono, a modo loro, nonpersonali, quindi le prepersonali e le transpersonali tendono ad apparire simili, persino identiche, ad un occhio inesperto” (p. 125). Egli riferisce che, mentre alcuni hanno ridotto il transpersonale al prepersonale (per esempio Freud), i terapisti transpersonali hanno la tendenza opposta ad elevare le esperienze prepersonali a 44


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... livello transpersonale (per esempio Jung). Allo stesso modo, William James avvisa, “Quella zona contiene ogni tipo di materia: “serafino e il serpente” siedono là uno accanto all’altro” (p. 419). Inoltre è possible che gli stati spirituali possano trasmutare in disturbi psicotici a seconda del responso dell’individuo. Barnhouse (1986) ha sottolineato che la significanza patologica del linguaggio spirituale può essere raramente determinata solo dal contenuto immediato, specialmente se viene considerata la diagnosi differenziale con disturbi psicotici. Suggerisce che la storia religiosa sia parte della valutazione standard. Greenberg e Witzum (1991) hanno proposto che i seguenti criteri per distinguere fra le credenze normative strettamente religiose e le esperienze ed i sintomi psicotici. Episodi psicotici: 1) sono più intensi delle esperienze religiose normative nella loro comunità religiosa; 2) sono spesso terrificanti; 3)sono spesso preoccupanti; 4) sono associati al deterioramento delle capacità di socializzazione e all’igiene personale; e 5) spesso includono messaggi speciali da parte di qualche figura religiosa. Il Buddismo Tibetano e quello Zen, l’Induismo Tantrico forniscono delle concettualizzazioni degli stati mistici della mente che potrebbero permettere di distinguere le esperienze psicotiche non solo per le consequenze emotive e comportamentali, ma per differenze reali negli stati stessi, quali: perdita dei confini soggetto/oggetto; minore abilità nel controllare l’attenzione; diminuita capacità di mantenere la calma; un’impossibilità di ritornare alla struttura ontologica della realtà consensuale; isolamento psicologico; ossessione per il regno della mente e trascuratezza nella cura di sé (Brett, 2002). Hunt (2007) fa notare che ci sono delle aree che si sovrappongono rendendo la diagonisi differenziale sulla base di dati trasversali, quale il ricovero, inaffidabili: “Il percorso spirituale dell’esperienza diretta mistica/divina può, ad un certo punto, comportare una crisi “metapatologica” di perdita di significato, disperazione nihilistica e morte dei sentimenti che fanno anche parte delle dinamiche interne della cancellazione della presenza, spaziando dalle prime fasi di manifestazione della schizofrenia fino, alla sua fase finale cronica, l’anedonia e l’isolamento sociale (p. 227). Così gli stati alterati che sono al centro di molte esperienze spirituali intense devono essere attentamente valutati in modo tale da non essere confusi o scambiati per psicopatologia, la quale può includere il riconoscimento di zone di sovrapposizione. Trattamento delle VSE Alcuni approcci del trattamento residenziale si sono occupati delle dimensioni 45


Stati Alterati di coscienza Durante Intense Esperienze Spirituali... spirituali della psicosi. Perry (1974) fondò Diabysis, un centro per il trattamento di gruppo su base Junghiana per le persone che avevano vissuto un primo episodio psicotico. Perry incoraggiò i clienti ad esprimere ed esplorare gli aspetti simbolici delle loro esperienze psicotiche. La terapia, condotta tre volte a settimana, consisteva nell’ascoltare i clienti ad aiutarli ad interpretare i simboli potenti e spirituali all’interno delle loro allucinazioni e deliri. I medicinali venivano utilizzati raramente. Perry riportò che i clienti altamente psicotici divenivano coerenti entro due o sei giorni senza utilizzo di medicinali. I risultati sembrarono migliori per coloro che avevano avuto meno di tre episodi psicotici precedenti. Diabysis chiuse nel 1980 a causa di tagli ai finanziamenti al sistema della sanità mentale. Un programma simile, Soteria House, ubicata a San Jose, in California, fornì un supporto più empirico a questo modello. Soteria House lavorò dal 1971 al 1983, ebbe sei clienti, con tre o quattro persone dello staff sul loco alla volta. Lo staff era stato preparato a vedere le esperienze psicotiche come uno passo nello sviluppo che può portare alla crescita e che spesso contiene una componente spirituale di esperienze mistiche e credenze. I medicinali non venivano prescritti normalmente, a meno che il cliente non mostrasse alcun miglioramento dopo sei settimane (solo il 10% dei clienti utilizzava medicinali a Soteria), dato che si credeva inibissero il processo di un possible aumento della crescita dell’episodio psicotico. (Mosher & Menn, 1979) I risultati di Soteria furono paragonati al programma “tradizionale”, un servizio presso un centro nella comunità per la sanità mentale che consisteva nella farmacoterapia, psicoterapia, terapia occupazionale e terapia di gruppo giornalieri. La durata della permanenza dei clienti era più lunga a Soteria che nel programma di paragone (una media di 166 giorni contro 28). Molti pazienti però guarivano in 6-8 settimane senza l’uso di medicine (Mosher, Hendrix, & Fort, 2004). Una recente meta-analisi dei dati su due studi attentamente controllati fra i programmi di Soteria hanno evidenziato risultati migliori su periodi di due anni per i pazienti di Soteria nei campi della psicopatologia, del lavoro e del funzionamento sociale se comparato a clienti simili trattati in un ospedale psichiatrico (Bola & Mosher, 2003). Soteria o altri istituti ispirati a Soteria stanno attualmente operando in Svezia, Germania, Svizzera, Ungheria ed altri Paesi (Mosher et al., 2004). Trattamenti che si occupano di esperienze di stati alterati di diverse esperienze spirituali intense, qui chiamate VSE, sono stati sviluppati così che possano servire come base per un approccio sensibile al lavoro con individui che siano, per caso o per scelta, caduti in questi stati. 46


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Modern Spiritual Warriors Traduzione di Daniela Giovine

VITOR JOSE F. RODRIGUES, Ph.D.

Psicologo, psicoterapeuta, ex insegnante universitario, ricercatore in psicologia e parapsicologia, da oltre 14 anni è trainer in ambito transpersonale. È autore di dieci libri.

ABSTRACT: Perché parlare di Guerrieri Spirituali? Non si ritiene forse che la guerra sia un evento da evitare, un fenomeno per nulla spirituale?

Ritengo che esista un genere di guerra che, sfortunatamente, debba essere combattuta: un conflitto per sostenere il quale sono necessari guerrieri “spiritualmente” formati, capaci di intervenire nel mondo a partire da un campo di battaglia che è nelle menti e nei cuori. È un combattimento che richiede molto coraggio e che non è esente da rischi. Ad uno sguardo attento, l’attuale situazione del pianeta è simile a quella di uno stato di guerra generalizzato. Possiamo ricordare che, durante un conflitto, sono riscontrabili alcune situazioni: 1) vengono usate delle armi contro le persone, 2) si verificano invasioni e conquiste, 3) esseri umani vengono fatti prigionieri e talora ridotti in schiavitù, 4) può avvenire un genocidio, 5) esistono spie, 6) gli sconfitti perdono ogni cosa per mano dei vincitori. Poiché queste condizioni si sono verificate, possiamo sostenere che la Terza Guerra Mondiale, in un certo senso, sia già avvenuta. Perchè? Perché, come vedremo, le succitate condizioni si sono verificate. È innanzitutto evidente come alcune armi siano state usate contro le persone. Possiamo, ad esempio, considerare le pesanti macchine industriali che stanno distruggendo terre, foreste, riserve d’acqua, che stanno causando terribili disastri ecologici (basti pensare all’inquinamento da petrolio), causa di fame, lento avvelenamento e tutta una serie di pericoli per le popolazioni delle zone colpite. Possiamo considerare al pari di armi anche alcuni tipi di manipolazione mentale delle masse, come il neuromarketing e/o il bombardamento pubblicitario operato sulla gente che viene indotta a comprare e a consumare troppo e ad incrementare i propri debiti nei confronti del potere assoluto dell’industria bancaria. 54


Moderni Guerrieri Spirituali A sua volta, l’enorme quantità di consumi, tipica della società moderna, tende allo sfruttamento di terre e riserve naturali come se queste non potessero esaurirsi: cosa che, di fatto, secondo Lester Brown, Presidente dell’Istituto della Politica della Terra, sta accadendo. Possiamo poi considerare il modo in cui le grandi compagnie stanno letteralmente invadendo molti Paesi, sfruttando la loro manodopera a basso costo, imponendo le loro politiche commerciali, acquistando a prezzi vantaggiosi le loro risorse naturali e imponendo loro il consumismo, i modi e l’ideologia occidentali. Tipica conseguenza di questo fenomeno è il diffondersi di una speciale sorta di schiavitù e di prigionia delle persone, per la quale milioni di uomini e donne sono costretti, in Paesi come Cina, India e molti altri, a ritmi di lavoro estremamente intensi, dormendo in condizioni inaccettabili, con salari inadeguati e insufficienti condizioni di salvaguardia della salute. Inoltre, il grande sviluppo dell’industria pornografica ed il fenomeno del turismo sessuale sono all’origine di forme di schiavitù sessuale sia in senso letterale sia in modo indiretto. Per quanto riguarda il genocidio, possiamo ampliare il concetto tanto da includervi, oltre alla distruzione di esseri umani, il fenomeno della distruzione di risorse preziose. Possiamo considerare infatti come migliaia di specie animali siano vicine all’estinzione, come l’industria mineraria scavi gigantesche cicatrici nei paesaggi (causando, talvolta, la perdita di vite umane a causa di discutibili condizioni di lavoro), come intere foreste siano trasformate in carta, cartone e fantasiose decorazioni. D’altro canto, il mondo industriale si caratterizza per la presenza di spie che tentano di trovare, e, se possibile di rubare, informazioni alle compagnie concorrenti. Per concludere, va sottolineato nello stile di vita in “continua corsa”, tipica del mondo moderno, sono ritenuti vincitori coloro che sono capaci di prendere tutto, le persone ricche e potenti, talvolta famose, che vivono nel lusso accumulando enormi quantità di denaro e grandi patrimoni. Come antichi condottieri, considerano ed usano per i propri scopi persone, terre, persino Paesi, in un moderno saccheggio di terre economicamente conquistate e dominate. Il mondo moderno ha bisogno di Guerrieri Spirituali che possano combattere questo orrido stato di cose, poiché sono la mente umana e la cultura i nuovi campi di battaglia, dove alcuni cambiamenti per la giustizia sociale e l’armonia possono sempre accadere. Ritengo che le ragioni per usare un termine come “orrido” diventino ovvie se aggiungiamo, a quanto detto, alcuni fatti illustrati da Jessica Williams (nel suo libro del 2004, 50 fatti che potrebbero cambiare il mondo). La lista degli esempi è lunga. L’aspettativa di vita media di una donna giapponese è 55


Moderni Guerrieri Spirituali di 84 anni, mentre quella di una donna del Botswana è di 39. Una mucca americana è sovvenzionata con 2.50 dollari al giorno, il 75% in più di una africana; la stessa mucca è più inquinante di un’auto sportiva. In più di 70 Paesi, l’omosessualità è illegale ed, in 9 di questi, è punita con la morte. Nel 2003, 15 milioni di americani si sono sottoposti ad operazioni di chirurgia plastica; ci si può domandare cosa sarebbe avvenuto se avessero deciso di posticipare di un anno i loro ritocchi e se tutto quel denaro fosse stato usato per combattere l’analfabetismo e la povertà in Africa. Le mine anti-uomo uccidono o mutilano almeno una persona all’ora in diverse parti del mondo, dimostrandoci cosa accadrebbe se permettessimo che il vasto traffico internazionale di armi rimanesse così com’è. La gente dei Paesi industrializzati mangia 6-7 chili all’anno di cibo che crea dipendenza. Ci si può chiedere se ciò non possa essere collegato, con la bassa qualità nutrizionale di cibo proveniente da terre sovrasfruttate, piene di rimanenze di pesticidi e di fertilizzanti, al fatto che il cancro sia una piaga delle moderne società industrializzate, mentre era praticamente assente prima del XIX e del XX secolo (Anand & all, 2008; David & Zimmerman, 2010) e, secondo David & Zimmerman, il cancro in aumento non può essere attribuito ad una vita più longeva, poiché quello infantile risulta aver avuto il maggiore incremento. Il traffico illegale mondiale di droga si aggira intorno ai 400 miliardi di dollari all’anno, una cifra vicina a quella dell’industria legale farmaceutica (e perfino quest’ultima può essere imputata di giocare un gioco piuttosto sospetto). Più di 150 Paesi, che pretendono di essere civilizzati, usano la tortura. Nel 2003 gli Stati Uniti hanno speso 396 miliardi di dollari per le loro forze armate; quasi metà erano per la ricerca militare, il che significa modi più veloci e migliori per uccidere la gente e/o per proteggere i cittadini americani dalle armi che il loro stesso governo ha venduto al resto del mondo. Si stima che oltre ai milioni di esseri umani che, come abbiamo visto prima, sono prossimi alla riduzione in schiavitù, nel nostro mondo moderno, ci siano ancora dai 10 ai 30 milioni di autentici schiavi. In un ambito diverso, ma complementare, Lester Brown, già nel 2006, dimostrò che nel nostro mondo i deserti stanno avanzando, i pascoli scarseggiano, le riserve di pesce stanno collassando, le terre agricole sono sovrasfruttate, i temporali stanno diventando più distruttivi, l’acqua potabile è in diminuzione (poiché i pozzi si stanno prosciugando, fiumi e laghi stanno scomparendo e anche l’acqua sotterranea va riducendosi; il mare di Aral, che nel 1973 era il quarto lago più grosso del mondo, è ora circa il 10% di quel che era prima, grazie allo sfruttamento dei fiumi per l’agricoltura e la consumistica produzione di abbigliamento), i profughi per cause ambientali sono aumentati; l’agricoltura è divisa tra la produzione alimentare e quella di sostitutivi del petrolio. Questo è il mondo che abbiamo: i governi e le grandi compagnie stanno 56


Moderni Guerrieri Spirituali ancora conducendo il vecchio show, facendo “business come sempre”, come se l’intero pianeta non stesse arrivando al limite delle proprie possibilità, e come se l’economia non stesse dimostrando che il regno del debito e l’illimitata crescita del consumismo (il regno dell’industria bancaria e delle super compagnie) sono ormai finiti. Mentre autori come Lester Brown (2006) e Richard Heinberg (2011) stanno dimostrando tutto questo, sembra che la mentalità diffusa e prevalente sia ancora quella dei vecchi sfruttatori del nostro pianeta. Possiamo allora tornare all’idea che il nostro mondo abbia bisogno di Guerrieri Spirituali, cioè di persone con sufficiente potere personale, coraggio, resistenza, stabilità e distacco, per contrattaccare e lavorare in direzione dell’asserzione della Verità di ciò che sta accadendo, per promuovere la nascita di una nuova mentalità e di un mondo migliore. Guerrieri Spirituali, che, come tali, non si possono permettere di cadere nella trappola di diventare simili a terroristi, usando l’aggressione contro gli aggressori della gente e della natura: sarebbe come usare il fuoco per fermare gli incendi, alimentare il problema anziché risolverlo. I Guerrieri Spirituali sono quelli che scelgono di asserire l’Amore in modo audace e senza paura, dimostrando attraverso il loro modo di vivere le loro vite che ci sono modi alternativi. Essi possono sentirsi molto soli nel portare nei loro cuori la promessa di un mondo migliore, più equo, e amorevole – un mondo di cui sono già cittadini; ciò nonostante, essi sono un collegamento vivente con il progresso della mente umana. Dentro di loro sanno come sarebbe un mondo migliore. Poichè molte volte sono soli, poichè i promotori dell’illimitata esplorazione degli esseri umani e della natura non li amano, essi devono essere preparati alla guerra. I Guerrieri Spirituali sono coloro che scelgono di affermare l’Amore in modo audace, senza paura, dimostrando attraverso il loro modo di vivere che ci sono alternative. Essi possono sentirsi molto soli nel portare nei loro cuori la promessa di un mondo migliore, più equo e amorevole, un mondo di cui sono già cittadini. Nonostante ciò, essi sono un collegamento vivente con il progresso della mente umana. Dentro di loro sanno come potrebbe essere un mondo migliore. Ma poiché molte volte sono soli, poichè i promotori dello sfruttamento illimitato degli esseri umani e della natura non li amano, essi devono essere preparati alla guerra. La preparazione di un normale guerriero, del genere “John Rambo”, è molto meno impegnativa di quella dei Guerrieri Spirituali, che devono essere in grado di resistere alla tentazione di arretrare dall’asserire l’Amore e la chiarezza della mente, di resistere al pericolo di addormentarsi sotto l’influenza dei mass media e di comportarsi nello stesso modo in cui, fin dalla nascita, tutti noi siamo stati programmati a comportarci dalla propaganda consumistica della società. Devono essere in grado di coltivare e conservare dentro di loro un livello di coscienza 57


Moderni Guerrieri Spirituali che non s’identifichi meramente con il corpo fisico, con le idee convenzionali che troviamo negli show televisivi, nella pubblicità, perfino nella propaganda politica, ma che li renda capaci di impegno nei confronti dell’Amore globale, della condivisione e della cooperazione, dell’apertura culturale, per l’arricchimento reciproco di differenti esseri umani con diverse esperienze e comportamenti, capaci di nuove idee. Circolano già idee e movimenti che, come alcuni autori iniziano a considerare, non arrivano da vecchi dinosauri politici e top management di compagnie, ma da umile gente comune e da iniziative locali. Intendo siti e persone come promotori di “ecologia gratuita” (c’è un sito con questo nome) e di “Costruzione del Villaggio Globale”, che offrono gratuitamente alla gente piani per costruire in modo economico 40 differenti macchine industriali, senza pagarne i brevetti. C’è gente che ha iniziato scambio di vestiti, merci e servizi, senza utilizzare denaro e incrementare ulteriore consumismo ed inquinamento, ma riutilizzando quello che già c’è. C’è gente che è protesa verso nuove politiche, come stanno facendo i promotori del movimento della “Reale Democrazia”. C’è gente che sta iniziando a coltivare verdure organiche, anche sui propri balconi, invece di andare a comprare nei supermercati, al prezzo di mercato, quelle provenienti da terreni sovrasfruttati, probabilmente da sementi transgeniche, pieni di strani additivi e residui di insetticidi. C’è gente che si sta già mettendo in comunicazione per aiutare chi ha bisogno. Così sono i Guerrieri Spirituali. Sotto diverse sembianze, vivono già con una differente mentalità, per la quale è più importante vivere con una coscienza pacifica e felice piuttosto che diventare ricchi e potenti, per la quale è più importante Amare e imparare sempre più, invece di entrare in competizione schiacciante con interi Paesi attraverso la speculazione e l’avidità. Essi rifiutano i modi usuali delle grandi compagnie che ricorrono a vecchie strategie di guerra, come indicato da Sun Tzu in “The art of War”, per “conquistare” mercati, sbaragliare altre compagnie, “invadere” Paesi con grandi imperi commerciali e così via. I moderni Guerrieri Spirituali sono necessari – attraverso l’esercizio di pratiche spirituali e lo sviluppo della coscienza – per aiutare il mondo a ritrovare la Speranza che si sta perdendo e alimentare le alternative, sia nella Mente che nello Stile di Vita. Essi hanno sufficiente coraggio per iniziare a chiedere ai governi di cooperare per il benessere globale e per aiutare il cambiamento della Mente Globale. Ma essi non sono in attesa che questo avvenga, poiché sta già accadendo dentro di loro. Un Guerriero Spirituale non è mai un disertore dell’esercito della gente di buona volontà. Non si tira mai indietro dal proprio compito, dai fardelli della vita, dalla famiglia o da altre difficoltà, come la morte, l’isolamento, l’assurdo 58


Moderni Guerrieri Spirituali e la sofferenza (l’inevitabile della vita secondo Jean-Yves Leloup, 1989). Parte della sua preparazione è relativa a come trattare tutto ciò amorevolmente, prendendosene cura in modo creativo. Il suo training militare avviene attraverso la meditazione: proteso per trovare più Luce, Amore e Saggezza, sviluppando il potere della volontà, pregando, trovando la calma dentro di sé, aprendosi alla creatività e all’intuizione, danzando con l’energia della mente e del corpo. Il suo training militare è relativo all’espansione della Coscienza e alla scelta di vivere coraggiosamente una vita diversa in questo mondo. Per ritornare in contatto con le vecchie tradizioni Spirituali, possiamo dire che un Guerriero Spirituale vive con un carattere che è in linea retta con la giusta condotta di amore e cura per se stesso e per gli altri, in connessione con ciò che è in alto (mondi di Luce e ispirazione) e con ciò che è in basso (la Terra…), come un pilastro del Tempio di Dio. Simbolicamente parlando, il suo cuore aperto è un’arma terribile contro i demoni; la Verità è la sua potente spada; il suo più grande scudo è una vibrazione alta e stabile. Egli deve lavorare su se stesso – un lavoro duro e continuo – in modo da diventare un essere umano migliore, e quindi più felice, e un cittadino più costruttivo. Ciò ricorda la tradizionale modalità alchemica di trasformare il crogiolo delle nostre personalità, così che possano sopportare le alte temperature che permettono profondi processi di trasmutazione dei metalli interiori nell’oro del divenire esseri umani maturi, o Anime viventi consapevoli. In conclusione, vorrei asserire che i Guerrieri Spirituali di cui abbiamo bisogno sono realmente praticanti spirituali che prendono il loro percorso interiore molto seriamente, protesi nell’aiutare il mondo a diventare un posto migliore. Essi non stanno semplicemente in contemplazione, bensì sono soggetti attivi, in grado di confrontarsi con le moderne Scienze e Tecnologie, così da poter dialogare con una vasta parte del Mondo di oggi e contribuire allo sviluppo di modalità più responsabili, sane e socialmente equilibrate dell’uso di elementi high-tech.

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Moderni Guerrieri Spirituali BIBLIOGRAFIA

Preetha Anand, Ajaikumar B. Kunnumakara, ChitraSundaram, Kuzhuvelil B. Harikumar, Sheeja T. Tharakan, Oiki S. Lai, Bokyung Sung, and Bharat B. Aggarwal (2008): Cancer is a Preventable Disease that Requires Major Lifestyle Changes. Pharm Res. 2008 September; 25(9): 2097–2116.

Brown, Lester (2006): Plan B: Rescuing a Planet Under Stress and a Civilization in Trouble. Washington, DC: Earth Policy Institute. David, Rosalie A, & Zimmerman, Michael R. (2010): Cancer: an old disease, a new disease or something in between? Nature Reviews Cancer 10, 728-733 (October 2010). Heinberg, Richard (2011): The End of Growth: Adapting to Our New Economic Reality, Gabriola Island, Canada: New Society Publishers. Leloup, Jean-Yves (1989): L’Enracinement et l’Ouverture. Paris: Albin Michel (coll. “Spiritualités vivantes”). Williams, Jessica (2004): 50 Facts That Should Change the World. New York: The Disinformation Company, Ltd.

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Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling Traduzione di Daniela Giovine

JOHN ROWAN, Ph.D.

È uno padri fondatori della psicologia transpersonale nel Regno Unito e membro del British Psychological Society, della British Association for Counseling and Psycho-therapy e del United Kingdom Coun­cil for Psychotherapy. Esercita privatamente la professione e conduce gruppi dal 1972. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il Transpersonale: spiritualità nella psicoterapia e nel Counseling (seconda edizione), La guarigione della psiche maschile, L’uso del Sé nella terapia (con Michael Jacobs) e Estasi ordinaria (terza edizione). Sito internet: www.johnrowan.org.uk

ABSTRACT Questo articolo dimostra come, nell’ambito della psicologia del counseling, non venga data abbastanza attenzione alla psicologia transpersonale. Introduce e spiega alcuni termini come “anima” e “spirito” mettendoli in relazione alla pratica della psicologia del counseling. Con la citazione di numerose fonti di fondamentale importanza, si dà particolare attenzione all’elemento della ricerca. Parole chiave: anima, spirito, logica dialettica, misticismo, interventi.

In tutto il fermento attorno alle differenti terapie, all’evidenza empirica, agli approcci relazionali e a quale terapia sia la migliore, una questione è evidentemente trascurata. Nessuno parla del transpersonale. Tento di porvi rimedio. Perché dovremmo preoccuparci del transpersonale? Sembra che non molti clienti lo nominino, o lo vogliano, o ne abbiano bisogno. Non è un lusso, interessante solo per le persone benestanti e per i curiosi? Ritengo che, se siamo interessati alla totalità della persona – e molti di noi affermano di esserlo - non dobbiamo tralasciare quell’immensa parte della persona che è di natura spirituale. In particolare, non dobbiamo escludere l’anima o lo spirito. 61


Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling L’Anima Alcuni, a questo punto, si adombrano. Hanno rifiutato la religione della loro gioventù e l’anima era solo parte di quell’avanzo. Ciò si è unito alle dottrine del Paradiso e dell’Inferno ed è stato apprezzato dalle persone sbagliate. Nella nostra cerchia, non usavamo questo tipo di linguaggio - e questo è giusto. Ora siamo tutti scientifici e razionali e abbiamo rinnegato la superstizione. Ci sono due risposte a questo. Una è che non dobbiamo usare la parola anima, anche se è la parola meglio conosciuta, per quella parte di noi che è in concreto contatto con il divino. Altre espressioni sono: Sé superiore (Assagioli 1975), Maestro interiore, Sé profondo, Cuore, Sé transpersonale (1), Genius, Daimon (Hillman 1997), Guida interiore, Sé intuitivo superiore, Archetipo del Sé, Angelo Custode, Saggio, Beatitudine del corpo, Savikalpa, Luminosità e Centro della Psiche (Cortright 2007). Ci sarebbero molti possibili nomi per la stessa realtà. È la parte di noi che è in contatto con il regno spirituale attraverso immagini e simboli, attraverso concrete rappresentazioni del divino. Entriamo in contatto con esso attraverso rituali e cerimonie o attraverso personali suggerimenti del divino, o attraverso l’arte, la musica, esperienze con la natura. È il regno delle tipiche peak experiences, dove sperimentiamo l’estasi in diverse forme, o altri aspetti dell’ordine spirituale delle cose (Anthony et al 1987). È il regno della resa, dove vediamo la creatività, l’intuizione, e la visione interiore non come un possesso personale, ma come una voce che viene da fuori. Come, in particolare, ha sostenuto James Hillman (1989), si tratta di un mondo politeistico, dove ci sono molte fonti, ma tutte parlano di divino. E qui incontriamo un altro blocco, che riguarda molte persone. Gli inglesi tendono ad evitare ogni riferimento a fatti come la resa, perché c’è un’aria di irrazionalità al riguardo. Ciò che dobbiamo accettare è l’idea che ci sia più di una forma di razionalità. La forma più elementare di razionalità è chiamata logica formale e fu definita da Aristotele. È sotto l’intestazione della logica booleana che risiede il cuore della progettazione dei computer. Il suo principio fondamentale è che “A è A”. Ma ci sono altre forme di logica, come la logica incoerente, la logica multivalore, la logica intuitiva e così via. La più importante di queste è la logica dialettica, il cui principio base è che “A non è semplicemente A”. Negli ultimi anni, attraverso il lavoro di persone come Basseches (1984) e Laske (2006), c’è stata una migliore comprensione di quanto ciò sia utile e importante. La logica dialettica, talvolta chiamata visione logica, è in grado di abbracciare le contraddizioni e ampliare la nostra sensibilità. Ci permette 62


Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling di vedere l’uso e il valore dell’eccezionale, del contradditorio, del negativo. Tutto ciò è ben rappresentato dal simbolo taoista dello Yin-Yang. Se vogliamo rendere giustizia alla psicologia transpersonale dobbiamo mantenere il nostro pensiero attorno a queste idee e cambiare, grazie alla saggezza ricevuta, i pregiudizi quotidiani della nostra comunità scientifica. E questo non è solo un concetto astratto – colpisce l’intero modo nel quale lavoriamo. Spesso, quando deve essere presa una decisione difficile, chiedo a un cliente: “Cosa dice la tua anima al riguardo?”. Di tanto in tanto, l’anima parla, come quando un cliente affermò che stava prendendo in considerazione due case da comprare e non riusciva a decidere fra queste. Quando si è seduto sulla sedia dell’“Anima” ha detto: “Non dare per scontato che sia una di queste e continua a cercare!”. Fece così e alla fine la casa che comprò non era nessuna delle due. Lo Spirito Ma questo non è tutto. Se il livello dell’anima è l’inizio del transpersonale, non è la sua fine. Proseguendo lungo il percorso dello sviluppo psicospirituale, secondo Wilber (2000), troviamo lo spirito. Di nuovo incontriamo il pregiudizio verso questo linguaggio - il linguaggio delle vecchie religioni che abbiamo lasciato alle spalle. Ma, di nuovo, c’è una gran quantità di altre parole che possiamo usare se rifiutiamo quella. Parole come Scintilla Divina, Void, ‘O’ (Bion 1970), Essenza, Sé Transpersonale (2), Dio dentro, Non Sé, l’Ineffabile, l’Assoluto, Neti-Neti (non questo, non quello), Mente Universale, Oltre la Mente, Kether, Vuoto, Gnosis, Nirvikalpa, Una Mente, Coscienza Cosmica, Tutti i Sé o Grande Mente, Grande Cuore. Questo è il regno di cui parlano i mistici: non è molto coltivato nella nostra società. Sono richiesti troppo sforzo e troppi anni di meditazione per raggiungere quello stadio di sviluppo. Eppure tutti noi abbiamo la possibilità di sperimentarlo, brevemente, in qualsiasi momento (Wilber 2006). Diversamente dal precedente livello, il livello dell’anima, questo tipo di estasi non ha contenuti. L’anima è piena di colori e luci e grandi esperienze – questo livello non ha nulla da dimostrare. Ma chi l’ha sperimentato ha parlato di completa libertà, di totale apertura, di un incontestabile risveglio. Quando è utilizzato in terapia, può portare a improvvise intuizioni profonde o, talvolta, a una sessione dove a parole si dice poco e nulla. Potrebbe anche portare ad una sessione in cui, qualcosa che è stato dibattuto per anni, improvvisamente si esaurisce. Questo è naturalmente il regno del misticismo e uno dei contributi della psicologia transpersonale è quello di spiegare perché non dovremmo aver paura di usare 63


Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling certi termini, perché sono perfettamente compresi e spiegati in questo campo. Ci sono certe parole che è meglio evitare in questo ambito. Uno è spiritualità. La ragione è che ci sono diversi tipi di spiritualità: in particolare, può esserci spiritualità pre-personale, personale e transpersonale. La spiritualità pre-personale include elementi come il più stretto fondamentalismo, il pensiero magico e così via e alle volte può essere pericolosa. Allo stesso modo, per la stessa ragione, è meglio evitare la parola Dio. Psicologia del Counseling Ma che cosa ha a che fare tutto questo con noi, vi sento gridare – se tutti abbiamo queste ricchezze dentro di noi, come osiamo ignorarle? E se i nostri clienti hanno queste straordinarie ricchezze dentro di loro, come osiamo sottovalutarli e considerarli delle povere vittime sofferenti? David Matteson fornisce un profondo e sofisticato resoconto di queste questioni, dove dice: “L’approcciare la terapia come un atto creativo non deve inibire il nostro studio del processo scientifico, così come altri aspetti del processo creativo sono stati utilmente studiati. Possiamo usare il metodo scientifico per verificare il nostro lavoro, così che il dogma e la superstizione non prevalgano e, al tempo stesso, riconoscere che stiamo trattando un processo che è umano e misterioso e non può essere ridotto a schemi medici o meccanici” (Matteson 2008, p. 355). Anche il transpersonale ci dà una chiave molto utile per lavorare con altre culture e gruppi sociali diversi dai nostri. Un libro eccellente sul lavoro multiculturale è quello di Mary Fukuyama e Todd Sevig (1999): non solo gli autori trattano dell’aspetto positivo della spiritualità, come se fosse troppo sacro da criticare, ma ne trattano anche gli aspetti negativi. Citano Battista (1996) distinguendo tra spiritualità “vera o trasformazione, o falsa e difensiva” (p. 90). Puntualizzano che, mentre alcune persone hanno bisogno di sviluppare di più la loro spiritualità, altre hanno necessità di tirarsi indietro da un’eccessiva concentrazione di spiritualità e di stare più con i piedi per terra. Uno degli aspetti più commoventi del transpersonale è il modo in cui ci permette di andare con il cliente nelle aree più profonde della sua esperienza. Kate Maguire ha scritto al riguardo in un modo che certamente condivido. Fa importanti collegamenti tra il transpersonale e il metaforico, mostrando come le metafore abbiano il potere di cavalcare facilmente differenti livelli di discorso. Dice: 64


Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling “[Le metafore] aiutano l’individuo a vivere con le sue esperienze, a possederle; aiutano a comunicare il dolore, che è una delle cose più difficili da fare; aiutano l’ascoltatore ad ascoltare senza essere traumatizzato; impediscono all’ascoltatore di rubare le esperienze per se stesso; comunicano così tanto in poche parole; sono delimitate dalla forma ma illimitate nell’interpretazione; possono far emergere la bellezza da un terribile dolore… saranno il ponte tra le vostre anime. Sono spiritualmente disarmanti.” (Maguire 2001, p. 131) Così come la metafora, altre opportunità comuni nel campo del transpersonale sono l’intuizione e il linguaggio simbolico, che prendono spesso il posto delle parole. Uno dei più grandi pionieri del transpersonale è Stanislav Grof, che ha scritto libro dopo libro esplorando i differenti aspetti di questo vasto regno. Egli non ha paura di andare in aree molto profonde, che portano talvolta ad esperienze di catarsi. Egli dice: “Perché l’abreazione sia pienamente efficace, il terapeuta deve incoraggiarne il pieno sviluppo. Questo porta spesso a remoti traumi biografici di natura psicologica, a memorie di eventi fisici mortali/ pericolosi per la vita (polmonite infantile, difterite, operazioni, lesioni o quasi annegamento), a vari aspetti della nascita biologica e perfino a esperienze di vite passate e altri fenomeni dal campo transpersonale”. (Grof 1988, p. 224) Esempi come questo ci mostrano che il transpersonale ignorato a nostro rischio e pericolo, è una grande risorsa e offre grandi ricchezze per la nostra pratica come psicologi di counseling. Spero di avere indicato alcune delle sue ricchezze in una breve bussola. Nel mio ultimo libro (Rowan 2010) ho fornito alcuni dettagli di come il transpersonale possa essere esplorato molto direttamente usando il concetto della posizione dell’Io. Naturalmente, negli ultimi anni, la meditazione consapevole, proveniente direttamente dalla tradizione transpersonale (Deatherage 1996), è stata usata da persone di tradizione comportamentale (Roemet & Orsillo 2009) come utile contributo ai loro metodi più meccanicistici. Motivi per Lavorare con il Transpersonale Sembra chiaro che i clienti ci rimettono se non lavoriamo con il transpersonale, 65


Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling in quanto è un’importante dimensione dell’esperienza umana. Petruska Clarkson (2003) ha sostenuto che si tratta di una delle cinque relazioni di base di tutta la terapia. Se crediamo, come molti di noi fanno, che gli esseri umani esistono almeno sui livelli del corpo, dei sentimenti, dell’intelletto, dell’anima e dello spirito, lasciare fuori tutta quella regione superiore non è giustificabile. Roberto Assagioli (1975) usava dire che Freud era specializzato nel guardare alla cantina, ma lui era più interessato all’attico. Nel suo famoso ovoide, l’inconscio inferiore, in basso, e l’inconscio medio, nel mezzo, sono entrambi sostenuti dall’inconscio superiore nella parte più alta dell’ovoide. Egli ha chiamato questo il superconscio e l’ha considerato la casa della creatività, dell’intuizione e delle visioni interiori spirituali. Negli ultimi anni, Firman & Gila (2002) hanno esteso la sua teoria per incorporare alcune nuove visioni interiori. Lavorare con il transpersonale ci permette di abbracciare un modo di pensare che è più ampio o più flessibile e che permette la logica formale e questo è utile per il lavoro con il cliente e per la ricerca nel campo. Una delle intuizioni importanti è che dobbiamo invece passare alla logica dialettica, come abbiamo visto sopra. Nel mio capitolo del libro Psicologia del Counseling (1988), ho suggerito che dobbiamo aggiungere una quarta forma di conoscenza alle solite tre della Logica, della Pratica e dell’Esperienziale e aprirci in aggiunta alla Conoscenza Intuitiva. Lavorare in questo modo ci permette di operare meglio con diverse popolazioni – in particolare con i clienti la cui visione del mondo può essere transpersonale in maniera innata. Fukuyama & Sevig (1999) rendono abbondantemente chiaro che non dobbiamo avere paura di usare parole come “misticismo”, ma piuttosto naturalizzare e demistificare, in modo che possiamo comunicare più facilmente circa questi stati di coscienza superiori, così prontamente riconosciuti da molte culture in tutto il mondo. Come Matteson (2008) dice così saggiamente, “le esperienze mistiche sono spesso percepite dalle autorità religiose come una minaccia al loro potere e perciò come minacce alla chiesa organizzata, o a moschee o a simili istituzioni. Infatti, se possiamo sperimentare direttamente il sacro, che necessità c’è per i sacerdoti o altri di mediare per noi?” (p. 32). Il misticismo, come la terapia, riguarda lo spargimento di false ipotesi e regole arbitrarie. Lavorare con il transpersonale fornisce una struttura teorica per lavorare con la metafora, il linguaggio simbolico e l’intuizione e altri metodi creativi. Ho scritto tutto questo approfonditamente nel mio libro (2005) che tratta l’effettivo processo del lavoro del transpersonale in terapia. Anche William West (2000) ha molto da dire al riguardo, includendo alcuni appassionanti progetti di ricerca. 66


Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling Ricerca Uno dei più interessanti contributi alla ricerca nel campo è stato il lavoro pionieristico di Ken Wilber che, a partire dagli anni 70, si è assunto il compito di mappare l’intero campo dello sviluppo transpersonale. Ha fatto un’indagine di tutto il lavoro disponibile di diversi periodi storici e di un certo numero di Paesi diversi. Quello che ha scoperto è stato davvero straordinario: tutti coloro che avevano scritto sull’argomento erano arrivati alle stesse conclusioni. Queste sono ora disponibili in 89 diagrammi alla fine dell’Integral Psicology (Wilber 2000). Alcuni non hanno coperto l’intera gamma dei livelli, ma hanno concordato sui livelli coperti. È stata una impresa straordinaria e Wilber è diventato il cartografo supremo, riconosciuto nel campo transpersonale. Più tardi, ha notato come questo insieme di livelli fosse ristretto ad un aspetto della dimensione umana – la coscienza personale – e che altri aspetti erano ugualmente importanti: i collegamenti culturali, l’ambiente sociale e l’aspetto corporeo dell’essere umano (Wilber 2006). Ciò lo ha portato a preferire di parlare di integrale piuttosto che solo di transpersonale, ma, nel presente articolo, non occorre che lo seguiamo in questa direzione. Coerentemente con la nostra enfasi sulla rispettabilità della psicologia transpersonale, potrebbe essere saggio finire con un’ulteriore discussione sulla ricerca. Dal punto di vista della logica dialettica, le forme della ricerca che sono state più accettabili sono state quelle qualitative. Nel 1982 Peter Reason ed io abbiamo pubblicato un grande libro intitolato Human inquiry: a source book of new paradigm research – ora fuori stampa. Si trattava di un vasto compendio di saggezza in quest’area. Includeva scritti rivoluzionari in materia di ricerca, come quello di Maslow nel suo libro sulla psicologia della scienza (Maslow 1969). Ho anche richiamato l’attenzione su questo lavoro di Maslow nel campo dell’azione della ricerca (Rowan 2001). John Heron ha presentato progetti di ricerca transpersonale (Heron 1988, Heron 2001). Più di recente sono apparsi libri eccellenti, come Braud & Anderson (1988), che contengono molti studi di ricerca, tra cui uno sulla “Coscienza transpersonale nella ricerca fenomenologica” di Ron Valle & Mary Mohs e anche discussioni di differenti approcci transpersonali alla ricerca. Poi c’è il lavoro di Bentz & Shapiro (1988) che spinge la pratica della ricerca più avanti ancora, con capitoli come “Richiesta consapevole come critica ermeneutica della fenomenologia buddista”. Altri libri contenenti ricerche su questioni transpersonali includono Scotton et al. (1996), che contiene un’eccellente guida alla letteratura transpersonale, e 67


Il Transpersonale e perché è così Importante per la Psicologia del Counseling Boorstein (1996) che contiene un’appassionante case study di Norman Don. Le riviste peer-reviewed, come il Journal of Transpersonal Psychology e il BPS Transpersonal Psychology Review hanno prodotto numerosi documenti di ricerca che portano avanti il lavoro. Due nuovi giornali sono stati lanciati in Spagna e in Italia durante lo scorso anno. Come ho detto alcuni anni fa: “Questo approccio dice che siamo essenzialmente esseri spirituali in un universo spirituale, che gli esseri umani, in ultima analisi, cercano un significato nelle loro vite e che la creatività è necessaria sia per la crescita psicologica che spirituale. Ciò rappresenta un approccio transpersonale alla ricerca, insistendo sulla sua posizione in un più vasto contesto di tempo e spazio. Questo coinvolge cambiamenti trasformativi nella natura fondamentale dello sforzo della ricerca: si tratta di dare alla ricerca un nuovo tipo di visione e missione (Rowan 1998, p. 172). Ad esempio, in questo Paese William West (2000) ha raccolto una grande quantità di ricerche da differenti parti, mostrando che la psicoterapia e la spiritualità hanno molto da imparare l’una dall’altra. Egli si riferisce alla ricerca di Allman et al. (1992) che ha fatto un sondaggio su 650 membri del APA che erano in pratica a tempo pieno e ha trovato che il 67% di loro aveva ricevuto dai clienti resoconti di esperienze mistiche. Il mio libro raccoglie molti esempi concreti di come il transpersonale può essere usato nel counseling psicologico. Sia William West che io abbiamo suggerito che un corso di formazione, che tratta in qualche modo il profondo, dovrebbe avere una componente transpersonale (Rowan 2005a). Ecco quindi un approccio alla terapia, dalle basi solide e che non può essere dismesso o minimizzato. È una parte essenziale del tentativo di trattare l’intera persona nel suo insieme, caratteristico della psicologia del counseling odierna.

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Coscienza: Un Punto di Vista Neurologico Traduzione di Giovanna Calabrese

SERENA BUZIO, MD. Ph.D. Laureata in Medicina e specializzata in Neurologia. Il suo campo di interesse è stato sempre nella neurofisiologia. Nella sua pratica clinica, ha acquisito grande esperienza nel trattamento del paziente epilettico, conseguendo anche un master in Epilettologia. Negli ultimi anni ha svolto attività clinica di neurofisiologia presso l’ospedale generale di Brescia (nord Italia). È docente alla Scuola di neurofisiologia per fisioterapisti presso l’Università di Brescia.

ABSTRACT: Il fenomeno della coscienza può essere considerato da molti punti di vista differenti: filosofico, psicologico, fisiologico. L’articolo tratta di come la coscienza sia stata studiata da coloro che considerano l’essere umano dal punto di vista fisiologico, cercando di spiegare, a partire dal cervello, questo complesso fenomeno. Parole chiave: coscienza, neurofisiologia, cervello

Secondo il dizionario Merriam-Webster la parola “coscienza” è stato usata per la prima volta nel 1629. La sua definizione è complessa: 1 a: Qualità o Stato dell’essere consapevole soprattutto riferito a qualcosa all’interno di se stessi; b: Lo Stato o il fatto di essere consapevoli di oggetti, stati o eventi esterni; c: Consapevolezza; 2: Stato dell’essere caratterizzato da sensazione, emozione, volontà e pensiero (mente) 3: La totalità dello stato di coscienza di un individuo 4: Il normale stato di coscienza dell’essere vivente 5: Il livello superiore di vita mentale di cui una persona è consapevole a differenza dei processi inconsci 71


Coscienza: un Punto di Vista Neurologico William James una volta ha sottolineato come ognuno sa cos’è la coscienza finché non cerca di darne una definizione. Secondo il senso comune, sono cosciente quando sono sveglio, quando non sono sotto l’effetto di sedativi, quando non sono in uno stato di coma. In altre parole, sono cosciente quando sono presente a me stesso e al mondo. La conoscenza di se stessi include tutte le sensazioni, gli atteggiamenti e le emozioni, gli impulsi, la volontà, e i comportamenti attivi e finalizzati della condotta: in breve, la consapevolezza di tutte le proprie funzioni mentali, particolarmente quelle connesse ai processi cognitivi. Queste possono essere valutate soltanto dai resoconti verbali dei pazienti sulla base della loro introspezione e, indirettamente, dai loro comportamenti. Nel corso dei secoli, scienziati e filosofi hanno cercato di trovare una definizione comune e esaustiva di coscienza e di dimostrarla. “E gli uomini dovrebbero sapere che da null’altro che (dal cervello) provengono le gioie, i piaceri, le risate e i divertimenti, i dispiaceri, le angosce, lo sconforto e i lamenti. E da questo, in maniera particolare, noi apprendiamo la saggezza e la conoscenza, e vediamo e udiamo, e sappiamo cosa sia scorretto e cosa sia leale, cosa sia cattivo e cosa sia buono, cosa è il dolce e cos’è l’insipido; alcune cose noi le distinguiamo dall’apparenza, e altre le percepiamo per la loro utilità. In questo modo noi distinguiamo gli oggetti che ci danno piacere e quelli che ci danno disgusto, a seconda del momento. E le stesse cose non sempre ci piacciono. E attraverso lo stesso organo possiamo diventare folli e deliranti, e paura e terrore ci assalgono, a volte di notte e a volte di giorno, e i sogni e i vaneggiamenti inopportuni e le preoccupazioni inconvenienti, e l’ignoranza della situazione presente, il disuso e l’incapacità. Tutte queste cose noi le sopportiamo grazie al cervello, quando non è sano, ma è più caldo, più freddo, più umido, più secco di quanto sarebbe la sua natura, o quando esso soffre qualsiasi altra affezione preternaturale o a inusuale. E noi diventiamo insofferenti per l’umidità (del cervello). Perché quando è più umido del naturale, esso viene necessariamente messo in movimento e la malattia si attiva, e né la vista né l’udito possono aver riposo, né la lingua può parlare in accordo con la vista e l’udito.” (Ippocrate, De morbo sacro) 72


Coscienza: un Punto di Vista Neurologico In particolare, da un punto di vista scientifico, è necessario trovare un substrato fisico del comportamento cosciente. “È un’impresa molto difficile, sotto ogni aspetto, raggiungere una visione sicura riguardo alla mente…. È come se ogni cosa che l’anima sperimenta avvenisse solo in associazione con un corpo… la gioia, l’amore così come l’odio; in tutti questi casi essi avvengono anche sul piano corporeo… In questo caso, allora questi aspetti posseggono qualcosa di materiale persino nella loro essenza ultima… ed è per questo, dopo tutto, il motivo per cui i fisici devono occuparsi di investigare l’anima”. (Aristotele, De anima). Una frase di Gloor (1986) dice che “la coscienza è impossibile da definire. Solo il sé può dichiarare la coscienza ”. L’osservazione del comportamento viene di solito accettata come metodo per valutare la coscienza, la quale viene spesso misurata valutando l’abilità della persona a mantenere uno stato di veglia, attenzione e consapevolezza di sé e dell’ambiente, monitorando constantemente il comportamento di interazione con l’ambiente circostante (Yu e Blumenfeld 2009). La coscienza è accessibile innanzitutto attraverso l’auto-consapevolezza e attraverso la comunicazione della consapevolezza agli altri (Gierer 2008). Alcuni ricercatori, recentemente, (Yu e Blumenfeld 2009) hanno ipotizzato che “l’analisi dell’informazione cosciente dipende dall’attivazione di alcune reti cerebrali, un difetto nella coscienza è collegato ad una anormale attività di questi sistemi” La maggior parte delle nostre conoscenze circa la coscienza (così come riguardo molte altre funzioni del nostro cervello) derivano dagli studi di casi patologici. In altre parole, studiando qualcosa che non funziona in maniera corretta, possiamo trarne delle informazioni riguardo al modo che essa ha di funzionare normalmente. Gli stati alterati di coscienza (ASC), nelle loro diverse cause di origine e manifestazioni, sono la dimostrazione che “il cervello è funzionalmente in uno stato costante di flusso e variazioni” (Vaitl 2005) e questo è un campo dove antropologi, filosofi, psicologi e neurobiologi possono incontrarsi e discutere riguardo i meccanismi della coscienza. Gli ASC sono stati considerati in diversi periodi e in diverse culture come parte di un repertorio esperienziale e di comportamento, spesso in forme istituzionalizzate, che sembrano emergere da capacità psicobiologiche basilari, comuni tra le diverse culture. Gli antropologi hanno evidenziato come questi fenomeni siano ubiquitari 73


Coscienza: un Punto di Vista Neurologico e simili in contesti diversi. I neurobiologi sostengono che varie esperienze mistiche sono associate con attività elettriche micro-epilettiche delle strutture temporali in soggetti non-epilettici (Mandell 1980 e Persinger 1983). Dagli ASC spontanei (connessi con le fluttuazioni della veglia, per esempio il sogno ad occhi aperti o gli stati ipnagogici)a quelli indotti fisicamente o fisiologicamente (attraverso diverse situazioni e manovre che possono determinare una alterazione della coscienza, per esempio l’orgasmo, manovre respiratorie come nelle pratiche sciamaniche, danze rituali, respirazione olotropica, il rebirthing) a quelle indotte psicologicamente (deprivazione sensoriale, omogeneizzazione sensoriale, la trance indotta dal ritmo, tecniche di rilassamento e meditazione, ipnosi) fino all’estremo degli ASC indotti da malattie (di cui il coma e l’epilessia sono le più eclatanti), possiamo ovviamente dedurre che c’è un complesso sistema integrato di neuroni che regola la coscienza, la veglia e l’attenzione selettiva. Come abbiamo già detto, lo stato di coscienza non è un continuo e regolare, ma cambia spontaneamente nel tempo. Questi cambiamenti implicano una gerarchia di stati di coscienza per quanto riguarda le loro caratteristiche di durata e stabilità (Tart 1975). La coscienza è un processo dinamico, che dipende in maniera critica dal corretto funzionamento di molti sistemi cerebrali che possono essere compromessi da danni al tessuto nervoso, o possono essere modificati alterando l’input percettivo e con l’uso di strategie cognitive di autoregolazione. Nello stato di veglia, la realtà soggettiva è creata continuamente dai processi cerebrali. Il mantenimento del normale stato di coscienza richiede un tessuto cerebrale sano, in equilibrio metabolico, un moderato livello di attivazione, un’interazione equilibrata tra i meccanismi inibitori ed eccitatori e condizioni ambientali in equilibrio (Vaitl et al. 2005) “Bisogna che tu sia sveglio per essere consapevole. Nel campo della patologia l’esempio più tragico e dimostrativo della situazione in cui la veglia e la consapevolezza sono dissociate è lo stato di coma vegetativo. Questi pazienti risvegliati dal loro stato di coma dimostrano un’interazione non volontaria con l’ambiente circostante” Laureys 2005). Gli studi su questi pazienti hanno dimostrato che l’attività nervosa nella corteccia primaria è necessaria ma non sufficiente per la consapevolezza. Negli studi di neuropsicologia, sono state formulate diverse teorie riguardo alla coscienza ed ai suoi correlati anatomici. Dagli studi di John Hughlings Jackson ((1853-1911), è emersa l’idea che il substrato 74


Coscienza: un Punto di Vista Neurologico della coscienza sia situato nelle aree più evolute del sistema nervoso centrale (la corteccia cerebrale). Fessard (1954) ha suggerito di considerare la coscienza come l’espressione psicologica dell’integrazione dell’esperienza, situata nel sistema nervoso centrale, sia a livello corticale che sotto corticale. Lashley (1954) ha considerato quest’integrazione come una funzione preminente della corteccia cerebrale in tutta la sua estensione e complessità. Nei loro studi, Wilber Penfield e Herbert Jasper hanno proposto che il controllo della coscienza necessiti di qualcosa di più oltre alla corteccia cerebrale, e che ci sia un “indubbio substrato” nel diencefalo e nella parte superiore del tronco encefalico. Essi hanno chiamato questo complesso sistema di corteccia e strutture sotto corticali il “sistema centro-cefalico”. Con gli esperimenti condotti sui gatti negli anni ’50, da Moruzzi e Magoun, si è stabilito che la coscienza dipende da un “sistema attivatore reticolare ascendente”, situato nel tronco encefalico, che attiva la neo corteccia generando la coscienza. Questo sistema “riceve direttamente impulsi collaterali attivanti attraverso gli organi di senso e a sua volta attiva la neocorteccia”. La porzione reticolare e intralaminare del talamo fanno parte di questo sistema. “Può essere che mentre i neuroni del tronco encefalo risvegliano la coscienza, i neuroni intralaminari del talamo siano necessari a mantenerla e a regolare gli spostamenti dell’attenzione (Schiff 2008)”. Steriade e Mc Carley (2005) hanno cercato di rivalutare i classici studi di Moruzzi e Magoun. Il sistema ascendente risponde agli input sensoriali creando una cascata di stimoli eccitatori ascendenti che alla fine innesca a livello della corteccia la veglia e la coscienza. La coscienza si risveglia quando la neocorteccia è attivata (o disinibita) dalle influenze della formazione reticolare del tronco encefalo e dalle sue estensioni più craniali, il talamo reticolare (Yingling e Skinner 1977). Possiamo dire che “se valutiamo la coscienza come l’abilità a mantenere uno stato di allerta, attenzione e consapevolezza di sé e dell’ambiente, il sistema responsabile per la regolazione della coscienza deve includere le strutture che si sa essere responsabili per queste capacità: la corteccia associativa frontale e parietale, il giro del cingolo, il cuneo, i sistemi attivatori localizzati nella porzione basale del midollo allungato, il talamo, l’ipotalamo, il mesencefalo e la parte superiore del ponte. Inoltre, il sistema limbico, che si sa essere importante per mantenere la consapevolezza dell’ambiente, i nuclei della base e il cervelletto, essenziali nella regolazione dell’attenzione”. (Yyu e Blumenfeld 2009). 75


Coscienza: un Punto di Vista Neurologico Sia il senso comune, che buona parte delle evidenze neuroscientifiche, indicano che la mente cosciente emerge dalle stesse aree che ospitano la mente noncosciente e il subconscio: i circuiti cerebrali. (Klemm 2011). Il sistema neuronale del cervello umano è formato da oltre 10 miliardi di cellule nervose, connesse da centinaia di migliaia di chilometri di fibre nervose. Queste fibre formano migliaia di miliardi di connessioni sinaptiche tra le cellule nervose. “La funzione principale del cervello è quella di immagazzinare e processare informazioni” (Gierer 2008). Sono state proposte diverse teorie per la mente cosciente, alcune bizzarro altre prosaiche. Quelle bizzarre comprendono idee spiritualistiche, in cui la mente è imposta nel cervello dall’esterno, come se il cervello fosse una specie di antenna (Nunez, 2010). Ma anche la scienza tradizionale, potrebbe produrre tali teorie: un esempio è la teoria dell’entanglement, basata sulla meccanica quantistica, secondo cui sarebbe possibile influenzare la mente a distanza (Stapp, 2007). Altre possibili spiegazioni potrebbero essere immaginate sulla base della teoria delle stringhe, della materia oscura e dell’energia oscura. Queste idee, quando vengono utilizzate per spiegare la coscienza, dovrebbero essere prese più come una metafora che come un meccanismo (Klemm, 2011). Diversi autori hanno cercato di “correlare i contenuti dell’esperienza cosciente con il contenuto della rappresentazione in specifiche popolazioni neurali.” (Chalmers, 2000). Ma alcuni problemi possono derivare da questo approccio. Prima di tutto “esso considera i contenuti di esperienza isolatamente o come eventi discreti che possono essere isolate dal loro contesto olistico soggettivo. In secondo luogo, cerca di inquadrare la natura stessa della ricerca nella lingua neutra dei correlati, piuttosto che come parte di una più ampia strategia esplicativa casuale/ meccanicistica”. (Neisser, 2011) E bisogna inoltre concordare sul fatto che la proprietà autoreferenziale della coscienza è un elemento centrale. Così come sono essenziali l’integrazione nel tempo (passato e futuro) e il pensiero simbolico (Gierer, 2008). Tye (2005), utilizzando le esperienze sensoriali per cercare di capire la coscienza, ha sottolineato che “... non ci sono davvero tali entità come le esperienze puramente visive o puramente uditive o esperienze puramente olfattive, nelle normali condizioni di coscienza ordinaria. Dove c’è unità fenomenologica attraverso modalità sensoriali, non esistono esperienze senso-specifiche... non ci sono esperienze da unificare ...Vi è una singola esperienza multimodale, che può essere descritta in modo più o meno ricco”. Noe e Thompson (2004a, 2004b) hanno 76


Coscienza: un Punto di Vista Neurologico concluso che la coscienza è intrinsecamente esperienziale. “Questa esperienzialità intrinseca del contenuto della coscienza non consiste solo nella coscienza del soggetto. Non è solo il fatto che il soggetto è sveglio.” Ma il cervello non solo contiene circuiti di rappresentazioni delle cose che abbiamo percepito con i sensi, esso può anche creare circuiti di rappresentazioni delle cose e degli eventi di cui non abbiamo avuto esperienza percettiva (Klemm, 2011). Nella sua recente revisione, Klemm (2011) ha proposto che la mente cosciente può emergere quando la mente subconscia raggiunge una certa “massa critica” di attività distribuita su circuiti, collegati e coordinati in modo unico. Questa mente cosciente così creata diventa quindi disponibile per arricchire l’elaborazione delle operazioni del subconscio ... La mente cosciente fornisce una nuova dimensione per programmare attivamente il subconscio. In breve, la mente cosciente è il modo in cui il cervello interviene su se stesso. Chi siamo è appreso in gran parte attraverso l’esperienza. Molto di questo apprendimento è avvenuto e “ricordato” implicitamente e inconsciamente (LeDoux, 2002). “La coscienza, data la natura dei sistemi cerebrali che la rendono possibile, è in grado di partecipare di questo apprendimento di sé ... Il sé è costruito. Questa costruzione è un processo che dura tutta la vita, anche se è più evidente durante l’infanzia”. Ma il “problema difficile “, cioé il problema del legame fra “ il sé e il suo cervello “(Popper e Eccles, 1977) è ancora aperto, sia per i neurofisiologi che per i filosofi. È interessante il suggerimento di Levine (2001) secondo cui “il vero problema difficile della coscienza è capire come qualcosa come un punto di vista soggettivo può originare nel mondo”. E per concludere, dobbiamo essere d’accordo con diversi ricercatori. Al problema della relazione mente-cervello dobbiamo applicare il “principio di indeterminazione”, scoperto da Heisenberg, e il principio di Godel, circa l’intrinseca impossibilità di dimostrare una coerenza logica di un sistema dall’interno del sistema stesso. Studiando il problema mente-cervello, da un punto di vista filosofico, incontreremo domande fondamentali che sono, in linea di principio, irrisolvibili. (Gierer, 2008).

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“Nondual Embodied Understanding” come “Stato di Coscienza di Confine”: Importanza per la Teoria, la Pratica e la Ricerca nella Psicologia Transpersonale Traduzione di Giovanna Calabrese

REGINA URSULA HESS, Ph.D.

Nel 1990, impegnandosi in progetti sui diritti umani e di volontariato in India, Regina è diventata un’attivista a livello mondiale. In seguito, ha ricevuto una borsa di studio per un progetto sulla salute delle donne in India, presso l’Università di Chennai. Successivamente ha lavorato per i diritti umani e la salute mentale, insieme con i guaritori locali presso l’Università di Kathmandu, Nepal. Da allora ha studiato Yoga e altre tradizioni spirituali. Ha due decenni di esperienza clinica in Germania come infermiera. È psicologa clinica (laureata all’Università di Heidelberg) e psicoterapeuta (approccio integrativo di psicoterapia della Gestalt basato sul corpo). Sta completando un dottorato congiunto con l’Istituto di Psicologia Transpersonale (Palo Alto, Stati Uniti) e il “Centro per la ricerca qualitativa” (Università di Bournemouth, Regno Unito): conseguirà la laurea nel maggio 2012. Presso l’ITP, ha lavorato come direttore associato degli studenti nel “Programma di scambio per l’apprendimento a livello mondiale”. La sua tesi di dottorato è uno studio sulle donne, basato sulla “fenomenologia del corpo”, che esplora l’impatto delle pratiche di “condensatore” (Capacitor Paractices) per guarire traumi individuali e culturali. Ha condotto la sua ricerca multilingue su entrambi i lati del confine USA-Messico, con donne esposte a diverse forme di trauma. Un ulteriore obiettivo del suo lavoro è costruire un ponte tra le scienze rappresentative e la ricerca delle scienze sociali utilizzando metodi quali la poesia, l’arte, il cinema, la musica e la danza, ecc...Visionaria e attivista, Regina coltiva un particolare interesse di ricerca per lo studio della “coscienza del corpo negli stati di confine”, per le pratiche olistiche di guarigione, per la trasformazione del trauma e per progetti di ricerca globali transpersonali.

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Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... ABSTRACT: Questo articolo presenta il concetto di “comprensione non duale attraverso il corpo”1 e la sua rilevanza per la psicologia transpersonale, la guarigione, la pratica e la ricerca. La Nondual Embodied Understanding è basata sulla “richiesta attraverso il corpo”, una metodologia fenomenologica, correlata al concetto di “sensazione” come forma di conoscenza corporea, e riguarda una tradizione esistenziale, assumendo una visione nonduale dell’esistenza. Il corpo è visto come un luogo dove essere e sapere si incontrano ad un livello implicito e attraverso di esso accedono agli stati non ordinari di coscienza. Esperienze implicite cercano un linguaggio per potersi esprimere, comprese le forme nonlineari di verbalizzazione estetica e poetica. Viene proposta la tesi che la comprensione non-duale attraverso il corpo porti il potenziale di uno spettro di stati non ordinari, espansi, di coscienza. Sono delineati come modelli esplicativi, i concetti di “saggezza non duale” e “coscienza di confine”. Vengono illustrati l’esperienza personale di sopravvivenza allo tsunami e gli esempi di poesia come forma di conoscenza non duale attraverso il corpo. Si arriva alla conclusione che la comprensione non duale attraverso il corpo connette la conoscenza corporea con un linguaggio che può incrementare una (ri)-connessione con “noi stessi”, con la cultura e la natura, comprendendo anche una potenziale espansione della coscienza: tale approccio globale alla psicologia transpersonale e alla ricerca nelle scienze sociali, richiede ulteriori studi di approfondimento. Parole chiave: coscienza di confine, fenomenologia del corpo, comprensione attraverso il corpo, senso sentito, lingua, calamità naturali, esperienze di pre-morte, saggezza nonduale, stati non ordinari di coscienza, poesia, psicologia transpersonale.

In questo articolo viene esposto il concetto di “Nondual Embodied Understanding” (Les Todres 2007) in relazione alla sua importanza come teoria filosofica, alla sua applicazione nelle pratiche di cura e come metodo di ricerca qualitativa nel campo della psicologia transpersonale. Una mia poesia fornirà l’esempio di comprensione non duale attraverso il corpo relativamente alla mia esperienza personale di sopravvivenza allo tsunami del 2004, in Asia. La tesi che suggerisco è quella di considerare la Nondual Embodied Understanding sia dal punto di vista della non-dualità, sia come una potenziale espansione dello “stato di coscienza di confine” sulla base del concetto di

1 Nondual Embodied Understanding: Il termine “non-duale” Indica un processo di conoscenza non sul piano della mente duale ma sul piano della mente unitiva, ciò che la visione transpersonale indica come seconda attenzione, o conoscenza sul piano della verità. Il termine embodied si riferisce al fatto che tale processo coinvolge anche il piano fisico ed energetico. È quindi un processo di consapevolezza o intuizione, illuminazione, in cui più che una componente cognitiva prevale quella trascendentale.

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Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... “coscienza di confine” (Bernstein 2005). Nelle conclusioni, riassumo come la comprensione non duale attraverso il corpo, intesa come uno stato di coscienza di confine, possa essere un ponte per riconnetterci con noi stessi nel mondo e nel cosmo, rendendo necessarie ulteriori ricerche nell’ambito della psicologia transpersonale e in campi ad essa affini. Il concetto di Nondual Embodied Understanding: una prospettiva transpersonale Ritengo importante esporre il concetto di Nondual Embodied Understanding sviluppata dal filosofo e psicologo Les Todres (2007). Les Todres descrive la “comprensione attraverso il corpo” come il luogo dove l’essenza e la conoscenza si incontrano, una conoscenza fisica che si interessa della relazione tra l’esperienza fisica ed il linguaggio come di una connessione con il mondo vivente. L’approccio di Les Todres si rifà al concetto di “senso sentito” sviluppato da Gendlin (1996), come di una “conoscenza attraverso il corpo”. Nel suo metodo, Les Todres collega il senso sentito con il linguaggio e la poesia, al fine di fornire una possibile espressione delle esperienze corporee. Il legame con il linguaggio si basa essenzialmente sul lavoro di Heidegger (1973, 2006) riguardo quest’ultimo e la fenomenologia. La lingua tedesca distingue “Korper” (il corpo fisico) e “Leib” (il corpo vivente): il secondo comprende anche il significato più profondo dell’esperienza del vivere, del sentire, del conoscere i corpi per capire noi stessi e gli altri (Heidegger, 1956; Husserl, 1950; Merleau-Ponty, 1968). Per molti decenni mi sono occupata degli approcci di cura basati sul corpo. Negli anni novanta, mentre conducevo ricerche sul campo in India, ho studiato yoga. Ho sviluppato un interesse particolare per l’esperienza umana e per la conoscenza acquisita attraverso il corpo e il lavoro con esso. Inoltre ho seguito corsi in “psicoterapia integrata della gestalt” dove c’è un’enfasi sull’integrazione tra corpo e movimento (Petzold, 1996). Allo stesso modo in cui mi sono interessata all’integrazione del corpo nella psicologia e nella cura, così tento di includervi anche la dimensione dello spirito, della cultura, della comunità e della natura: nell’ambito della psicologia transpersonale è possibile realizzare tale inclusione. Il concetto di Les Todres della Nondual Embodied Understanding, basata su un suo approccio di fenomenologia corporea, si confà con la visione psicologica transpersonale che assume la non-dualità dell’esistenza umana. Per me, la novità e la parte cruciale dell’approccio di Les Todres riguardo la Nondual Embodied Understanding è la forte enfasi sull’incorporazione o sperimentazione 82


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... sul corpo, e lo stretto legame del linguaggio con la conoscenza corporea. Una frase del suo libro accompagnerà il mio lavoro per il resto della mia vita: “A volte, la profondtà corporea dell’esperienza vissuta non può essere detta con le parole”. Eppure tale esperienza “cerca le parole” (Les Todres 2007). Il linguaggio, le parole, il “dare voce” all’implicito, il provare con il corpo e il conoscere attraverso il corpo, includendo anche le espressioni estetiche della poesia (Les Todres & Galvin, 2008; Galvin & Les Todres, 2009), erano il pezzo che fino ad allora mancava al mio viaggio alla ricerca del corpo. Era ciò che io stavo cercando. Ho trovato il mio posto filosofico nella fenomenologia del corpo all’interno di una cornice compatibile dal punto di vista filosofico con la psicologia transpersonale, che riconosce “la persona nella sua totalità di corpo, emozioni mente e spirito, nel contesto della comunità e della cultura (Caplan, Hartelius, & Rardin, 2003, p. 157). La psicologia transpersonale e la fenomenologia del corpo, come contesto teorico, pratica e ricerca, entrambe onorano l’esperienza umana nella maniera più completa e trasformativa possibile. “La ricerca attraverso il corpo” (Les Todres 2007) è un metodo psicologico che ha le sue radici nella fenomenologia. Si basa sulla filosofia esperienzale di Gendlin (1973) e sulla psicologia della conoscenza corporea con il suo interesse centrale per le primordiali connessioni corporee tra noi e il mondo in cui viviamo. Partendo dal concetto di Gendlin sul collegamento tra il corpo, la mente e il linguaggio, Les Todres sottolinea l’aspetto implicito dell’esperienza, il “più che le parole possano esprimere” , e allo stesso tempo rinforza la possibilità di esprimere questo aspetto implicito concentrandosi sul processo della relazione tra le parti e il tutto. Conoscere attraverso il corpo e capire include “l’implicito”, che va oltre la forma verso il tutto con le sue parti. L’implicito, inoltre, porta con sé il mistero, il misterioso e il mistico, il tacito e la dimensione spirituale, il non conoscere e la meraviglia, che io considero in uno spettro che va dalla non-dualità fino alla saggezza non-duale: concetto che svilupperò nell’ultimo paragrafo. Gendlin (1996) descrive come gli uomini possano sentire qualcosa direttamente, usando il corpo come una sorgente, una consapevolezza diretta, che emerge in quella zona di confine tra la non coscienza e la coscienza. Questa sensibilità della fonte, il senso implicito, è più profondo di quanto potrebbe essere espresso a parole. Il sentire corporeo di questa “sorgente diretta”, implicita, è vago, ma inizialmente ben distinto. I confini sono percepiti, ma non chiaramente, in un modo che non può essere espresso in maniera completa. Ciò richiede un rallentare, un acquietarsi, un silenzio forse difficile. La percezione diretta di questa 83


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... zona di confine evolve attraverso sensazioni corporee: un posto specifico, di solito localizzato al centro del corpo, percepito dall’interno. Questo senso è la sorgente da cui la materia esperienziale può emergere, è il piano dell’inconscio che può successivamente divenire conscio. Viene sentito inizialmente sul piano corporeo prima di entrare nella coscienza. È quello che Gendlin (1996), originariamente, aveva chiamato il “referente diretto” ed in seguito il “senso sentito”. Il senso sentito è una sensazione corporea delle sensazioni e dei problemi, riguarda la propria vita. Appare nuovo e fresco, qualcosa che prima non c’era. Se la presenza è riferita al centro del corpo, il senso sentito può emergere oltre la memoria fisica di quella sensazione. Viene esperito sul piano fisico come un’interezza innata della molteplicità. Il senso sentito è qualcosa che hai, non che sei. È un cambio di prospettiva, poiché la persona sente come l’altro è. Il senso sentito può cambiare l’esperienza del tutto, è un cambiamento avvertito nel corpo, con un’alterazione di tutto il sentire. Ciò viene percepito come un avanzamento verso una completa centratura di se stessi che può avviare una crescita. Un individuo si evolve quando le speranze e i desideri lo scuotono, quando la sua comprensione porta nuove sicurezze, quando la sua stessa identità si espande verso la percezione degli altri e dei loro bisogni. C’è crescita quando qualcosa dall’interno, che non è più nascosto e negato, ci sprona e permette al flusso dell’energia vitale di scorrere per nuove strade. Le esperienze vissute sul piano corporeo contengono più di quello che le parole possano dire. Tuttavia c’è un desiderio di portare il significato e la comprensione oltre il linguaggio. Les Todres non solo collega l’esperienza corporea del nostro mondo con il linguaggio, ma, basandosi sul lavoro dei filosofi tedeschi Heidegger (1973, 2006) e Gadamer (1960, 2010) sulla poesia, sul linguaggio e l’esistenza, lo connette con le espressioni poetiche Mantenendo l’attenzione sull’esperienza e la Nondual Embodied Understanding, Les Todres rivolge un profondo apprezzamento alla vita, che integra il personale con il transpersonale. Il corpo vivente è descritto come “il messaggero del non detto, e dà la possibilità di comprendere situazioni che superano una formulazione precisa o il darne un modello” (Les Todres 2007 pag 5). Gendlin (1996) utilizza il “senso sentito” in relazione allo sperimentare con il corpo, che egli considera oltre le sensazioni interne, come uno specchio del proprio mondo vitale esterno; l’interazione attraverso il corpo fornisce, quindi, un legame con il linguaggio. Questa importante relazione mostra che né il linguaggio né il corpo lavorano 84


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... separatamente per esprimere il mondo vivente. Gendlin (1997) si propone di creare una filosofia della Nondual Embodied Understanding che approfondisca l’interazione tra il corpo, il linguaggio e le altre forme, al fine di fornire significato. Questo processo è sempre teso sulla linea tra il vecchio e il nuovo, in una tensione tra il conoscere e il non-conoscere, all’interno del processo di esperienza del mondo vivente. Les Todres (2007) descrive la Nondual Embodied Understanding come “una procedura che include l’invito a sperimentare di più” (pag 25), attraverso la pratica di “concentrazione”, ancorando il corpo e rivolgendo l’attenzione all’emergere del “detto e non-detto”, senza aspettative: concentrazione, come pratica per sviluppare la conoscenza attraverso il corpo fisico, e “comprensione attraverso il corpo” come strumento per la pratica clinica e il lavoro di cura. La pratica di concentrazione è stata sviluppata da Gendlin (1997) e può essere imparata (ma ciò va oltre le finalità di questo articolo). Inoltre, la Nondual Embodied Understanding può aiutare il ricercatore della psicologia transpersonale nell’accesso al suo modo di conoscere attraverso il corpo, alle esperienze fisiche dei co-ricercatori, alla Nondual Embodied Understanding della platea. La ricerca transpersonale include ora lo studio delle esperienze mistiche e unitive, la trasformazione personale, la consapevolezza meditativa, l’esperienza della straordinario e l’estasi, gli stati alternativi di coscienza (Anderson 1998). Anderson e Braud (2007) hanno proposto una visione transpersonale della ricerca basata sulla filosofia africana ed uno stile di vita chiamato Ubuntu, la cui espressione principale è “io sono poiché noi siamo, noi siamo poiché io sono” (pag 1) - ognuno è incompleto senza l’altro (Braud 1992). Anderson e Braud (2011) hanno suggerito di tenere in considerazione il fatto che il ricercatore è interessato ad un approccio alla ricerca trasformativo, oltre “le imposizioni degli interessi politici e industriali, ma piuttosto è guidato dall’interesse al bene di tutti gli esseri viventi.” (pag 317) Tale visione della ricerca si estende dalla crescita personale e dalla trasformazione dell’individuo ad un piano di comunità e globalità. La psicologia transpersonale si occupa di investigare le esperienze di quei processi che vanno oltre la dimensione personale o individuale (Anderson, Baud & Valle 1996), con un approccio che cerca di capire come le persone possano integrare il piano fisico, emotivo, intellettuale, spirituale, creativo ed espressivo e gli aspetti di comunità degli individui con l’intenzione di trasformarli su un piano globale. La ricerca transpersonale investiga in maniera approfondita i fenomeni oggetto di studio attraverso l’esplorazione attenta da più prospettive, allo scopo di raggiungere una comprensione il più 85


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... completa possibile. Alcuni fenomeni della vita di particolare importanza, come la cura e la trasformazione, sono stati sistematicamente esclusi dalla ricerca convenzionale (Braud & Anderson 1998) svolta nell’ambito delle discussioni accademiche, improntate dal positivismo nel diciannovesimo secolo, dal comportamentismo del XX secolo e dalle scienze cognitive nel campo della psicologia. Questa esclusione può aver condotto alla mancanza di nuove e feconde forme di conoscenza ed esperienza nella ricerca convenzionale. Lo scopo di un approccio della ricerca transpersonale attraverso il corpo è quello di porre attenzione a tutti gli aspetti dell’esperienza umana, inclusi quelli più sensibili, eccezionali e sacri, quindi di ampliare la cornice convenzionale della ricerca scientifica. Tale concettualizzazione transpersonale attraverso il corpo include metodi complementari, non sperimentali, che riconoscono metodi alternativi per conoscere ed esprimere i risultati della ricerca. Il ricercatore che utilizza la fenomenologia “attraverso il corpo” cerca di render conto dell’esperienza della Nondual Embodied Understanding in un modo che considera la comprensione oltre se stessi e la vede come un processo in relazione con gli altri (Les Todres 2008). Tale relazione fisica, o comprensione relazionale attraverso il corpo, comprende livelli di esperienza sia personali che condivisi, visti come un’interrelazione, che Les Todres ha chiamato “essere con quello”. Ciò implica la completa relazione di se stessi e dell’altro come influenzata da entrambi, le parti di un tutto, che comprende anche il mondo dell’esperienza vissuta con: “noi conosciamo più di quello che possiamo dire”. La comprensione attraverso la relazione dei corpi richiede un’apertura verso l’alterità, ciò che Gadamer (196020010) aveva suggerito che è lo scambio di sé (la familiarità, il conosciuto) con l’altro (il non familiare, lo sconosciuto) come una presenza corporea. É come se si stesse guardando con uno sguardo superficiale, senza mettere a fuoco una forma particolare, piuttosto, restando aperti a ricevere nuove comprensioni oltre la forma, quasi portando avanti la comprensione del passato: rivolgersi alle esperienze implicite fra i corpi, abbracciare i reami esistenziali trascendenti dell’esperienza umana, il “più di quanto le parole possano dire”. Les Todres suggerisce l’espansione del testo verso forme estetiche e creative, verso espressioni come la poesia. Les Todres e Galvin (2008, Les Todres e Galvin 2009) collegano l’idea centrale di Gendlin riguardo il corpo e il linguaggio con l’attenzione di Heidegger per il linguaggio e la poesia, al fine di portare avanti significati (trascendenti) dell’esperienza. La Nondual Embodied Understanding 86


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... si ottiene attraverso un movimento di “avanti e indietro” tra l’implicito, il senso sentito e il linguaggio. È vista come un’esperienza non-lineare, così come avviene ascoltando la musica - dove l’esperienza è molto più complessa che non l’ascolto delle singole note (Gendlin 1997) e può essere considerata come un’esperienza di trasformazione. Resoconto personale della Nondual Embodied Understanding Al fine di dare una struttura al concetto esposto precedentemente riguardo la Nondual Embodied Understanding, condivido due poesie, che possono essere considerate come una forma di espressione attraverso il corpo. Ho “ricevuto” le poesie alcuni anni dopo un percorso personale di integrazione attraverso il corpo della mia esperienza di sopravvissuta allo tsunami del 2004 in Thailandia. L’integrazione di questa esperienza e il disvelamento della comprensione e del significato di essa hanno richiesto un processo di molti anni. Ritengo sia stata un’esperienza di trasformazione della coscienza, tramite la Nondual Embodied Understanding, che ha costituito un punto di svolta per la mia vita personale, spirituale e professionale. Dopo l’esperienza dello tsunami, tornata a casa in Germania, per facilitare il superamento di questa esperienza, ho seguito un trattamento psicoterapico ad orientamento transpersonale, praticato yoga, e, in generale, mi sono concentrata su pratiche psicocorporee ad orientamento spirituale. Sento che, in questi anni di pratiche corporee e spirituali su di me, sono stata in grado di assimilare nel corpo questa esperienza, che ha messo a rischio la mia vita, ma che è stata formativa. Attraverso l’assimilazione nel corpo, si sono dispiegate la comprensione e l’attribuzione di significato. Sembra quasi un processo infinito. Sin da allora, coltivo l’espressione del corpo (Body Talk) come una mia pratica personale, per centrarmi sul corpo e ascoltarlo nella sua interconnessione con il mondo e il cosmo. Il senso sentito a livello del corpo e la comprensione non duale attraverso il corpo sono stati il filo conduttore del mio sviluppo personale e durante il mio percorso per il Ph.D. Quando lascio che a guidarmi sia il senso sentito posso percepire che io sto rallentando, il mondo sta rallentando e solo quando rallento posso sentire il ritmo vitale del mondo che si risveglia, e posso percepire questo anche dentro di me. Come una marea, ogni cosa ha un tempo suo proprio. Arrendendomi al senso sentito, emerge un ritmo corporeo vitale, ciclico, che comprende sincronicità, metafore, espressioni simboliche e poetiche e sogni. Nel corso degli anni, ho ricevuto visioni, frammenti linguistici, sogni, in relazione 87


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... alla mio essere sopravvissuta allo tsunami. Presento, qui di seguito, due brani linguistici, che, finora, sono stati per me i più importanti. Io non ho “scritto” queste poesie. Esse sono quasi fluite attraverso il mio corpo, sono venute da fuori del mio corpo, che le ha espresse per me. L’esperienza dello tsunami è stata “più di quanto le parole possano dire”, tuttavia “anelava” parole che la esprimessero. La brama per tale espressione cade in quella zona di confine tra il conscio e l’inconscio. L’espressione poetica non-lineare sembra creare un ponte tra l’esperienza corporea ed il linguaggio. La poesia esprime la mia esperienza di quasi morte, l’esperienza di una “chiamata” e quella di uno stato di coscienza espanso. “In the tsunami’s womb-embodying a universal rhythm” …demons and angels submerged with me in the tsunami’s womb... captured by the wave fearing death seeing my life’s story passing negotiating : it is too early to go I am not against you- thundered the voice of the great mother - I am with you tumbling into a tunnel of light saying good-bye, the pain of letting go sadness and grace streaming through my body We are your guardians - whispered a choir of angels in my ears hearing a sound of pure love embodying the rhythm of death and life the universal rhythm of all that was and ever will be embodying my destiny born into a new life out of the tsunami’s womb… (Poesia inedita, Regina Ursula Heβ, Santa Cruz, California, U.S., Agosto 2007) La seconda poesia riguarda il “ricevere una chiamata” e il realizzare il mio destino nella vita dopo essere sopravvissuta allo tsunami. “trauma and the embodiment of the mystical sacred essence of healing” tumbling under water, I experienced a place of sweet subtle happiness like the essence of a drop of honey on my tongue while hearing the sound of a sacred melody I was a desire-less guest in the house of the universal rhythm of wisdom which was welcoming me, but told me that I have to go back to fulfill my destiny 88


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... in life: to give voice to trauma and spread the essence of healing I was thrown back into life the universal rhythm of wisdom became my mentor and wants to speak through me to the world’s healing Trauma is kept in my throat where the voice broke down, a speechless and voiceless space the trauma in the throat feels like a choir of many wounds from many centuries after years of voiceless dwelling, there was my initial cry and my life changed from far away I heard a choir of angels singing a mystical melody from ancient times with a voice woven in what was the first and initial sound in our world to heal our collective wounds kept in the throat Words would be too harsh to express the trauma words would be too harsh for healing the wounds I experienced that trauma should be expressed in a way as if you would melt a drop of the most expensive honey on your tongue or as if you listen to the ‘softest mystical melody you can imagine’ to heal the wounds of our world Time has come for trauma to be expressed reclaiming our mystical sacred essence through embodiment is what trauma wants to teach us for our and the world’s healing (Poesia inedita, Regina Ursula Heβ, Santa Cruz, California, U.S., Novembre 2007) Attraverso la mia esperienza personale di sopravvissuta allo tsunami in Thailandia, si sono verificati cambiamenti, intuizioni, uno spettro di stati di coscienza non duali e zone di transizione. È un’esperienza di uno spazio non fisico, inondato di luce: non c’era una connessione spazio-temporale. La cosa più evidente era un movimento dinamico, come un ritmo, una melodia; ho potuto sentire angeli intorno a me che mi guidavano. Mi è stato detto che dovevo tornare indietro, realizzare il mio destino. Persino ora, dopo molti anni, posso fisicamente connettermi, per brevi istanti, all’esperienza di questo spazio, quando, quasi riflessa nell’espressione poetica precitata, il mio corpo mi parla dell’esperienza di pre-morte e di stati non ordinari di coscienza. In questa esperienza non-duale, non c’erano più un esterno e un interno rispetto al mio corpo e, attraverso la memoria in esso conservata, posso connettermi con questo vissuto. L’esperienza di una coscienza non duale di confine è impressa nel corpo e la comprensione è integrata. 89


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... Facendo riferimento all’espressione poetica di un’esperienza corporea, come quella appena riportata, la Nondual Embodied Understanding sembra includere stati di coscienza in uno spettro continuo, da non-ordinari a ordinari. Suggerisco la tesi che forme di esperienza fisica corporea, conoscenza e comprensione corporea portino un potenziale di coscienza non duale ed espansa che chiamo “stati di coscienza di confine non duali nel corpo”. Ciò rientra nel concetto di implicito attraverso il piano corporeo che Gendlin (1997) ha chiamato la “zona di confine” tra conscio e inconscio. Seguendo una serie di possibili modelli esplicativi, che sostengono la tesi di uno spettro di comprensione non duale attraverso il corpo, io seguo il concetto di incorporazione non duale (Prendergast & Bradford 2007) e il concetto di “coscienza di confine” (Bernstein 2005), che delineo nel paragrafo seguente. Concetto di non dualità – una prospettiva transpersonale della coscienza Trattare il tema dell’ampio dibattito teoretico sul concetto di non dualità e saggezza non duale va oltre le finalità di questo articolo. Quindi vorrei soltanto illustrare alcuni esempi che mi sembra possano spiegare il concetto di Nondual Embodied Understanding come stato di coscienza non duale. Davis (2003) ha definito la psicologia transpersonale come “basata sulla non dualità, il riconoscimento che ogni parte (per esempio ogni persona) è fondamentalmente e definitivamente una parte del tutto (Kosmos).” (pag 7) Prendergast (2003) descrive la saggezza non duale nei termini seguenti: “La saggezza non duale si riferisce alla comprensione e all’esperienza diretta di una coscienza fondamentale che sottolinea l’apparente distinzione tra chi percepisce e il percepito. In una prospettiva non duale, la distinzione tra il sé è l’altro è un puro costrutto mentale. Questa comprensione, ancorata nell’esperienza diretta di infinite saggezze attraverso i millenni, si trova al cuore del Vedanta Hindu, di molte scuole di Buddismo, di Taoismo, del Cristianesimo mistico, del Giudaismo e dell’Islam. La non dualità è una formula particolarmente elegante e chiara, poiché descrive la realtà in termini di ciò che non è (non-separato, non-diviso) piuttosto che di ciò che è. Ha, in più, il vantaggio di non essere settaria, essa è indipendente da ogni particolare religione o tradizione psicospirituale, anzi, si può adattare a molte di esse. È un termine che fa riferimento a ciò che si trova prima e oltre la proiezione di una 90


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... mente separativa e auto-riflessiva. Ciò a cui allude non può essere mai adeguatamente descritto in concetti. Può essere soltanto vissuto nell’infinito tempo presente.” In seguito, Prendergast e Bradford (2007) hanno così descritto l’esperienza corporea non duale: “La mente non condizionata si arrende e gradualmente si allinea con la verità più profonda insita in noi… quando scopriamo l’implicito, l’interezza non-separata che noi siamo, tutte le parti iniziano spontaneamente ad allinearsi e ad orchestrarsi con essa, cosicché le nostre vite cominciano a muoversi in maniera più armoniosa al servizio della nostra verità più profonda. L’espressione corporea non duale è un processo sempre in corso, un processo individuale aperto e collettivo.” (Pagina 14). Il concetto di non dualità e saggezza non duale sembra essere correlato all’esperienza della Nondual Embodied Understanding. Essa offre la prospettiva di un ampliamento della coscienza oltre l’ego, vissuto attraverso il corpo. In che modo il cambiamento della consapevolezza attraverso il corpo attinga allo spazio della saggezza non duale necessita di ulteriori approfondimenti. Sarebbero importanti, inoltre, ulteriori studi per valutare anche la connessione del concetto di Nondual Embodied Understanding, considerato in questo articolo come un cambiamento nella consapevolezza corporea e nella coscienza corporea, con gli ambiti scientifici della neurobiologia della neurofisiologia. Nel paragrafo seguente, verrà trattata la spiegazione dello spettro di comprensione non duale attraverso il corpo in relazione alle concetto di “coscienza di confine”. Il concetto di coscienza di confine Il termine “coscienza di confine” è stato sviluppato da Bernstein (2005), ed è in accordo con la mia posizione circa la comprensione non duale attraverso il corpo come un potenziale stato di coscienza ampliato. Bernstein considera “la coscienza di confine” come segue: “io considero il confine come la dimensione in cui una nuova coscienza emerge ed è evidente una coscienza che incorpora la realtà transrazionale” (pagina 223). L’esperienza transrazionale include la comunicazione con le piante, gli animali, l’identificazione corporea con lo sfruttamento della terra. Bernstein considera 91


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... il confine come una dimensione di tensione dinamica che risveglia funzioni trascendentali, in contrasto con la visione di “limite” che implica la divisione tra corpo-mente-coscienza basata, per esempio, su una visione medica di tipo cartesiano. Il confine è considerato come il “posto-di-possibile-incontro” (pagina 239). Bernstein ha creato un modello di coscienza di confine che enfatizza la riconnessione dell’ego, del sé e della natura. Si richiama, così, alle credenze degli indigeni Navajo e al loro sistema di cura; la soglia tra l’ego e il sé, in lotta per agire come compagni nell’evoluzione, è considerato come “confine”. Egli considera il confine come la coscienza evolutiva trascendentale emergente ai nostri giorni. Un aspetto che è stato ampiamente ignorato nell’evoluzione della coscienza è l’inconscio come la base fondante dell’umanità. Espressioni simboliche e mitiche sono richiamate dall’inconscio e possono connettere l’umanità con una saggezza trascendentale: l’inconscio può essere visto come un grande mistero, che trascende la saggezza e va oltre un’interpretazione razionale. Questo modello di “coscienza di confine”, visto come un continuum, può offrire un’ulteriore spiegazione alla Nondual Embodied Understanding. Le interpretazioni suggerite in merito richiedono un’analisi più approfondita. Conclusioni: Comprensione non duale attraverso il Corpo come “Stato di Coscienza di Confine” Lo studio dell’inconscio, per esempio secondo la visione di Freud, circa lo scopo e il potere dei processi della mente oltre alla coscienza (Damasio 2010), si è sviluppata nell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo. Freud si concentrò sui sogni, che rivelavano una considerevole profondità dei processi inconsci. Anche le espressioni artistiche, la musica, i film e i sogni lucidi tentano di portare in superficie immagini di altri modi di conoscenza e altri livelli di coscienza non ordinaria, “paradossale“. I misteri circa le connessioni tra cervello e coscienza devono ancora essere risolti. Come dimostrato dagli esempi personali di comprensione non duale attraverso il corpo dell’esperienza di sopravvivere allo tsunami in Asia e i successivi cambi di coscienza, la scienza ha bisogno di dimostrare e discutere in una visione più ampia il problema della relazione corpo-mente-spirito. La spiritualità potrebbe essere un ponte sulla profondità della coscienza, per superare i modelli materialistici riduttivi della coscienza stessa. L’idea della comprensione non duale attraverso il corpo come di uno “stato di coscienza di confine” ci permette di considerare la malattia, il trauma e la psicopatologia non soltanto sul piano individuale, quanto piuttosto in una prospettiva che includa “la parte e il tutto”, compresa la cultura e 92


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... la natura, in aggiunta ad una dimensione individuale. Sono consapevole di aver sollevato, in questo articolo, un certo numero di idee, presupposti e concetti che necessitano di ulteriore ripensamento, discussione e approfondimento. Con questo articolo, ho cercato di “stimolare l’appetito” per l’importanza del concetto di Nondual Embodied Understanding come di un potenziale “stato di coscienza di confine”, dal punto di vista teorico, nella pratica e nel campo della ricerca scientifica, così come in quello della psicologia transpersonale, della fenomenologia del corpo, delle scienze terapeutiche e delle neuroscienze, intrecciandoli con la mia esperienza personale di sopravvivenza allo tsunami in Asia e con le successive trasformazioni tramite la comprensione attraverso il corpo. Ho cercato di dimostrare come la filosofia del “senso sentito” di Gendlin e la fenomenologia attraverso il corpo di Les Todres possano contribuire ad un ulteriore sviluppo per gli approcci transpersonali di cura attraverso il corpo e allo studio dell’evoluzione della “stati di coscienza di confine” mediante studi di ricerca e teoretici. Questa visione della comprensione non duale attraverso il corpo si collega alla cultura e alla natura, andando oltre un orientamento della psicologia individualistica occidentale, per includere approcci di interconnessione allo scopo di facilitare la ri-connessione con noi stessi nel mondo. Epilogo Come psicologa e psicoterapeuta, dopo essere sopravvissuta allo tsunami in Thailandia, nel 2004, trovandomi in mezzo a tanta devastazione, ho sentito che quello che potevo risolvere in una psicoterapia individuale sarebbe stato assurdo. In quel momento, ho sentito la spinta a non lavorare solo secondo l’approccio psicologico e psicoterapeutico “occidentale”. Ho provato il desiderio di espandere la mia visione verso un approccio più aperto e inclusivo della psicologia e della cura, non considerando solo il trauma individuale, ma anche il trauma collettivo e culturale; una visione che, superando l’attenzione “occidentale” verso la mente individuale, costruisca un ponte che unisce il corpo, lo spirito, la cultura, la comunità e la natura. Questo è poi diventato il tema del mio dottorato di ricerca. Basandomi sulle mie necessità di lavorare sul trauma e sulla necessità di cura, dopo l’esperienza di sopravvissuta allo tsunami in Asia, ho iniziato uno studio di dottorato di ricerca sugli effetti delle pratiche di guarigione dei capacitor per trasformare il trauma individuale e collettivo e, allo stesso tempo, ho realizzato il sogno della mia vita: conseguire un dottorato di ricerca internazionale in psicologia transpersonale e ricerca qualitativa. L’ambito del mio dottorato 93


Nondual Embodied Understanding come “Stato di Coscienza di Confine”... di ricerca supera i confini del continente e va oltre oceano: partendo da una formazione filosofica e psicologica tedesca, perseguendo, oltre l’Atlantico, gli studi transpersonali negli Stati Uniti, presso l’Istituto di Psicologia Transpersonale, e, oltre il continente, con lo studio della fenomenologia attraverso il corpo presso il centro di ricerca qualitativa all’università di Bournemouth nel Regno Unito. Sono molto riconoscente per la grazia di questo percorso di trasformazione, stimolato dalla sopravvivenza allo tsunami, che include la comprensione non duale attraverso il corpo e la conseguente emergenza di uno “stato di coscienza di confine” ampliato.

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NdR: I diritti di pubblicazione delle poesie presentate in questo articolo rimangono proprietà dell’autrice. Le poesie sono state mantenute in lingua inglese nel rispetto del significato originale.

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La Morte come uno Stato di Coscienza Non-Ordinario Traduzione di Silvia Lodrini

JUDITH MILLER, Ph.D.

È docente presso la Columbia University di New York City, negli Stati Uniti. Insegna psicoterapia psico-spirituale ed è impegnata con persone che stanno effettuando un percorso spirituale. Professionista certificata di respirazione olotropica, da più di 20 anni integra questa pratica nel suo lavoro con gli studenti ed i clienti. Ha co-condotto, in Germania, col Dottor Ingo Jahrsetz ritiri sul respiro, focalizzati sull’eredità tedesca/ebraica, e programmi di formazione internazionali triennali di respirazione transpersonale .È psicoterapeuta accreditata dell’Associazione Transpersonale Europea (Eurotas) e membro della Rete di Emergenza Spirituale (SEN). È consulente presso vari enti di salute mentale ed ospedali psichiatrici e supervisore clinico di studenti di psicologia. Ha condotto una ricerca sulla rilevanza spirituale e sul significato delle allucinazioni e dei deliri nelle persone con diagnosi di psicosi. Attualmente fa parte del Consiglio Direttivo della rete di ricerca Kundalini e del comitato consultivo del Centro Americano per l’integrazione delle esperienze spiritualmente trasformative (ACISTE). È membro fondatore dell’Istituto Internazionale per l’Esplorazione della Coscienza e Psicoterapia a Wittnau in Germania, ed è stata Presidente della sezione di Philadelphia dell’Associazione Internazionale di Studi di pre-morte, nonché Membro del Consiglio Direttivo della stessa Associazione. È autrice dei libri Connessione diretta: trasformazione della coscienza (2000) e Ritorno a casa spirituale: il percorso spirituale occidentale dello sviluppo interiore, in attesa di pubblicazione (2013).

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La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario ABSTRACT: L’articolo incoraggia il lettore ad indagare i propri sentimenti riguardo alla propria mortalità, aumentare la propria consapevolezza ed espandere la propria coscienza sulla natura della morte. Cerca di raggiungere questi obiettivi con due mezzi: primo, guidando il lettore attraverso due esercizi che lo aiuteranno ad elaborare la propria morte sperimentalmente; secondo, fornendo insegnamenti sulle tradizioni mistiche-sia occidentali che orientali. L’autrice condivide le proprie riflessioni personali sulla morte, quindi guida il lettore attraverso due esercizi introspettivi riguardo ai propri sentimenti personali e alle aspettative sulla morte. Vengono discussi gli insegnamenti spirituali provenienti dal misticismo ebraico, dal misticismo cristiano e dal buddismo e la loro comune visione della natura della morte come di uno stato di coscienza non ordinario. Parole chiave: morte, stato di coscienza, misticismo

Introduzione Nella società moderna, per molti giovani, la morte non esiste; i più anziani, d’altra parte, negano la sua esistenza, oppure tentano di combatterla freneticamente con la chirurgia plastica, l’esercizio ossessivo o l’ipocondria e questi sforzi inutili spesso portano a depressione ed ansia. La maggior parte della società laica percepisce la morte come un totale annientamento, senza nessuno scopo positivo. Tuttavia, la visione prevalente della morte, in tutte le tradizioni mistiche ed esoteriche, è molto diversa da questa. Le tradizioni spirituali giudaico-cristiana ed orientali ci spiegano che, nella morte, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Gli psicoterapisti transpersonali dicono ai loro clienti che la morte dei loro ego li preparerà per la loro effettiva morte fisica…e poi tutto andrà bene. La mia esperienza è che, nonostante queste interpretazioni positive della morte (per lo meno nei settori spirituale e transpersonale), le persone continuano ad evitare la morte dell’ego…perché qualsiasi tipo di morte (che sia fisica o psicologica-spirituale) causa ancora grande ansia. Il mio Viaggio Personale con la Morte A 16 anni, senza nessuna ragione apparente, mi svegliai una mattina e cominciai a rimuginare su come le persone di mezza età ed i più anziani potessero vivere le loro vite tranquillamente quando il numero di anni che rimaneva loro da vivere era inferiore a quelli che avevano già vissuto. Mi chiedevo come potessero queste persone sentire qualsiasi sensazione di pace e felicità, quando dovevano 98


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario affrontare il fatto che presto sarebbero finiti sottoterra e tutte le loro speranze, paure, pensieri e contributi di una vita sarebbero svaniti. E quindi, mi ripetevo ossessivamente che se fossero semplicemente morti, allora le loro vite, i loro sforzi, tutto quello per cui avevano lottato e tutto ciò che avevano ottenuto sarebbero stati inutili. Ciò che ancora mi sembra strano, rispetto al periodo in cui ebbi questi profondi interrogativi, è che nessuno dei miei cari né dei miei conoscenti era morto e quest’ansia e quest’angoscia sembravano arrivare dal nulla. Per alcuni mesi questi miei pensieri deprimenti non scomparvero e mi ricordo di aver dipinto, durante questo periodo “nero”, alcuni quadri astratti con forme e motivi casuali neri e viola, che per me riflettevano una profonda e confusa disperazione esistenziale. Nonostante i miei drammi autoindotti, la vita e le emozioni hanno modo di cambiare rapidamente per un’adolescente. E prima che passasse molto tempo, importanti eventi, come un nuovo fidanzato e le domande di ingresso all’università, fecero sì che le mie “grandi domande” irrisolte fossero messe da parte. Ma gli interrogativi non se ne andarono mai via veramente. Anni dopo, quando fui ammessa ad un programma di dottorato in psicologia, sapevo esattamente quale sarebbe stato l’argomento della mia tesi. Scrissi la tesi di dottorato sull’“ansia della morte”. E mentre imparavo, durante il mio tirocinio, come inserire l’argomento dell’ansia della morte in un protocollo di ricerca che potesse essere accettato dal dipartimento di psicologia, le mie profonde ed antiche domande sulla vita, la morte e il significato dell’esistenza umana non avevano trovato certamente risposta né vi ci si erano avvicinati la mia tesi o la mia formazione accademica. E così la vita continuava. Quando ero una giovane psicologa, ero membro attivo dell’ Associazione Internazionale di Studi di Pre-morte. Lavorando con molte persone che avevano avuto esperienze di pre-morte,divenni più sicura che vi fosse un proseguimento dell’anima umana dopo la morte fisica. Ero molto interessata a scoprire da loro che la morte non è una fine e che il modo in cui una persona vive la sua vita in questo mondo è della massima importanza e influenza lo stadio successivo dell’evoluzione della coscienza. Nonostante da bambina non sia stata allevata con grande attenzione alla vita o all’ identità spirituale, l’inizio dell’età adulta mi ha catapultato in un viaggio spirituale spontaneo ed intenso. Questo viaggio, di cui scrivo nel mio libro “Connessione diretta: la trasformazione della coscienza”, continua a tutt’oggi. Gran parte del mio processo spirituale si esprime attraverso il mio lavoro di psicologa, professore 99


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario universitario e guida spirituale. Per più di venticinque anni ho collegato i mondi della psicologia e della spiritualità, sostenendo e guidando centinaia di studenti e clienti lungo i loro cammini psico-spirituali. Ho anche lavorato con Ingo Jahrsetz in Germania e – utilizzando la meditazione con la respirazione olotropica ed altre tecniche psico-spirituali – abbiamo aiutato tedeschi di seconda e terza generazione, i cui antenati erano stati identificati come nazisti durante la seconda guerra mondiale, ad affrontare la loro profonda vergogna ed il senso di colpa, per permettere loro, in definitiva, di amare se stessi, le loro famiglie e il loro paese. Per me, che sono un’ebrea americana, questo lavoro è stato intenso, spesso impegnativo, e mi ha offerto molte personali morti dell’ego, che hanno permesso, alla fine, la morte della mia vecchia identità di donna americana ed ebrea che “giustamente” resta sia martire che vittima a causa dell’Olocausto. Invece, sono giunta alla conclusione che io…tu…chiunque altro…apparteniamo tutti alla stessa Coscienza : una Coscienza dove non ci sono spazio né tempo, vita o morte, maschile o femminile, bene o male, vittima o carnefice, né nessun’altra dualità che ci trattiene dall’essere Uno…e dal vivere pienamente nel momento. Perché è solo in questo momento che possiamo renderci conto che non siamo persone separate, alienate l’una dall’altra. Invece, siamo tutti parte della Sorgente, e questa Sorgente nel mondo occidentale si chiama Dio. Dio è pura coscienza, noi siamo tutti parte di questa coscienza – una coscienza che c’è sempre stata e che non morirà mai. Oggi, quando contemplo la morte, sono molto lontana da quella sedicenne che, dipingendo immagini oscure su un quadro, dimostrava confusione, disperazione e il desiderio di qualcosa che ancora non riusciva a vedere. Sì, oggi comprendo concettualmente e teoricamente che l’esperienza della morte non è la fine di tutto ciò che siamo e siamo stati. Ma allo stesso tempo, sono ancora a disagio. Io amo e apprezzo la mia vita…non voglio che finisca. Penso a colui che è mio marito da molti anni – come starebbe se io non ci fossi più? E come starei io se gli succedesse qualcosa? Penso anche ai miei figli, ormai giovani adulti, mi rassicuro pensando che starebbero bene. Dopotutto, sono tutti felicemente sposati ed hanno dei figli. Ma la mia morte li addolorerebbe, lo so. E anche i miei 6 nipotini. Sembra che si godano la nonna così tanto. Poi ci sono i miei clienti, i miei studenti, e i miei obiettivi e piani di progetti che non ho ancora realizzato, libri che non ho ancora scritto. 100


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario Così, dove sono ora…veramente…riguardo alla mia morte? Mi rendo conto di non avere paura della morte in sé. Mi rendo anche conto di non voler morire ora. Non mi sento pronta. Penso che lo saprò quando lo sarò. Penso che tutti noi intuiremo quando il nostro momento sarà arrivato. Le tradizioni spirituali orientali ci dicono che una riflessione profonda sulla propria morte porta un vero cambiamento nel profondo del cuore. Sono d’accordo. Credo che la contemplazione della propria morte sia importante. Così è stato per me. Quindi, poiché tu, come lettore, stai facendo lo sforzo di leggere questo articolo, ora vorrei incoraggiarti a prenderti qualche istante per riflettere e contemplare i tuoi sentimenti riguardo alla tua morte: Ti chiedo di immaginare che tu abbia appena sentito da una fonte affidabile – magari dal tuo dottore, da una tua profonda intuizione, o dalla tua guida spirituale - che la tua morte è imminente…nei prossimi giorni esalerai il tuo ultimo respiro. Quali sentimenti ed emozioni ti arrivano? Senti qualche tensione in qualche parte del tuo corpo? Ti suggerisco di permetterti di sperimentare qualsiasi cosa ti arrivi. Respira dentro i sentimenti, le tensioni, qualsiasi cosa. Forse vuoi chiudere gli occhi. Non scappare da niente di tutto ciò. Permettiti di sentire. Forse potresti anche voler smettere di leggere questo articolo e scrivere alcune delle tue emozioni in un diario. Forse qualcuno desidera fare quello che ho fatto a sedici anni, dipingere o disegnare un quadro che esprima quello che prova. E quando sei pronto puoi tornare qui e continuare a leggere. La prossima parte dell’articolo racconta quello che le principali tradizioni spirituali ci insegnano riguardo al significato e alla condizione della morte. Quando sei pronto, per favore leggi il riepilogo dei loro insegnamenti e sentiti confortato e aperto a quello che dicono. La Tradizione Giudaico-Cristiana – Sulla morte Il Misticismo ebraico – la Cabala I saggi ebrei dicono che siamo in possesso di un’anima immortale. Essi affermano che la nostra dimora nel prossimo mondo dipende interamente dalla qualità della vita in questo. Secondo gli insegnamenti della Cabala, noi impariamo e cresciamo nell’aldilà con anime simili. Il misticismo ebraico ha a lungo insegnato che ogni anima deve ritornare sulla terra attraverso cicli di rinascita per raggiungere il suo specifico scopo. Dice che ad ogni essere umano sulla terra viene assegnata una missione unica e 101


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario specifica da portare a termine per conto di Dio. Ciò è detto Tikkun (da una parola ebrea che significa “correggere”). Quando una persona riesce a portare a termine con successo la propria missione, allora è tempo di lasciare l’esistenza terrena in modo definitivo per raggiungere regni più alti. Nella Cabala, lo scopo di ogni anima è quello di terminare i suoi cicli ripetitivi di morte e rinascita nel mondo fisico. Così i mistici ebrei (così come i buddisti) hanno visto la necessità di ritornare all’esistenza terrena come un onere distinto. Piuttosto che considerare la morte come la fine dell’esistenza umana, la Cabala la raffigura come l’ingresso verso più alti regni dell’esistenza. Il misticismo cristiano - EmmanualSwedenborg (1688-1772) – sulla morte Swedenborg era uno scienziato svedese, filosofo, mistico cristiano e teologo. Nonostante la sua vasta esplorazione scientifica, Swedenborg non era soddisfatto da un approccio puramente fisico nella sua ricerca per comprendere l’universo. In particolare, voleva svelare la natura dell’anima. Poco dopo aver iniziato il suo lavoro, il 6 Aprile 1744, all’inizio del fine settimana di Pasqua, iniziò ad avere sogni molto vividi e visioni di tipo ultraterreno. Un anno dopo, nel 1745, accadde qualcosa che avrebbe cambiato la vita di Swedenborg per sempre. Egli ricevette da Dio l’incarico di essere lo strumento attraverso cui Dio si sarebbe in seguito rivelato all’umanità. Scrisse 35 volumi di libri teologici, affrontando la natura del Divino e la vita che aspetta l’uomo dopo la morte. L’insegnante spirituale orientale D.T. Suzuki afferma: “Per voi occidentali è Swedenborg il vostro Buddha, è lui che dovrebbe essere letto e seguito.” Swedenborg occupa un posto unico nella storia della filosofia e della religione occidentale. Egli è stato ugualmente acclamato e riconosciuto sia nella scienza che nella religione. Ralph Waldo Emerson ha detto: “Il passo più importante nella storia della religione recente è quello fatto dal genio di Swedenborg: egli è un’anima colossale che giace immensa sopra il nostro tempo.” 102


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario La Natura di una Persona dopo la Morte Swedenborg insegna che ciò che perdura nella morte è quello di cui le persone si sono interessate e quello a cui si sono dedicate durante la vita. Lungo l’eternità, le persone restano quello che sono per quel che riguarda le loro intenzioni ed il loro amore. Le persone che hanno amore celestiale e spirituale vanno in paradiso (cioè vivono con altri che sono vicini e aperti a Dio); …Mentre le persone che hanno un amore puramente fisico e terreno senza alcun sentimento spirituale vanno all’inferno (cioè vivono tra coloro i cui cuori sono chiusi e la cui coscienza è lontana da Dio). Il paradiso è diviso in comunità basate sulle differenze del bene che viene dall’amore. Riassumendo, Swedenborg mostra che paradiso ed inferno non sono luoghi quanto stati della coscienza. Quando il corpo non può più adempiere alle sue funzioni nel mondo naturale, la maggior parte della gente dice che la persona muore. Per i mistici cristiani e per Swedenborg, tuttavia, la persona non muore, ma viene semplicemente separata dal corpo fisico che le è stato utile nel mondo. Essi pensano che la persona reale vive perché la persona non è una persona a causa del corpo, ma a causa dello spirito. Le tradizioni orientali - sulla morte In tutte le tradizioni spirituali orientali, c’è generalmente accordo sul fatto che nessuna vita umana possa avere un significato a meno che non sia vissuta con una piena accettazione della morte. Incontrare la morte, quindi, non solo come un evento alla fine della vita, ma come una parte sempre presente del processo stesso della vita, è una credenza centrale nella spiritualità orientale. I buddisti, come gli indù, credono che vi siano differenze nella qualità delle morti, proprio come ci sono differenze nella qualità delle nascite e delle esistenze. L’esperienza definitiva che caratterizza la vita spirituale nel buddismo zen è quella della morte. Nel buddismo zen, il processo in cui si subisce una morte interiore viene detto satori. E questa morte interiore corrisponde alla condizione di non aggrapparsi assolutamente a nulla, di lasciar andare tutto. Per Guatama, il Buddha, il modo per ottenere sia una vita positiva in questo mondo 103


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario che una morte pacifica e di buona riuscita è attraverso un calmo e fiducioso riconoscimento della verità universale che “tutto deve morire.” È riconoscere che, davvero, l’intero universo muore continuamente, che niente rimane com’è per più di un istante. Le persone vengono istruite dal Buddha a non fare alcun piano in questo mondo senza fare i conti con la morte. Ci viene anche detto di riconoscere la transitoria, imprevedibile ed inconsistente natura dell’esistenza di qualsiasi cosa nel mondo finito. Il Risvegliato o Illuminato non ha alcun desiderio, né di restare attaccato a ciò che gli dà piacere, né di essere separato da quello che lo fa soffrire. Non avendo preferenze o avversioni, le persone non sono soggette a speranza e ansia, ambizione e frustrazione. Nell’approccio buddista, quindi, la VITA e la MORTE vengono viste come un intero, dove la morte è l’inizio di un altro capitolo della vita. La morte è una condizione in cui si riflette l’intero significato della vita. Così, per il buddismo, il messaggio importante è che la vita e la morte si specchiano l’una nell’altra sia quando siamo vivi che quando siamo morti. Altri insegnamenti del buddismo in relazione alla morte Non ci sarebbe alcuna possibilità di conoscere la morte se accadesse una volta sola. Ma fortunatamente, la vita è una danza di cambiamenti, che ci spinge a lasciar andare tutte le cose a cui ci aggrappiamo. Una delle ragioni principali per cui abbiamo così tante difficoltà e angosce nell’affrontare la morte è che non riconosciamo la realtà della impermanenza. Se escludiamo questa possibilità, ci chiudiamo e diventiamo avidi. L’avidità è la fonte di tutti i nostri problemi. Se tutto è temporaneo, allora tutto è ciò che chiamiamo “vuoto”, che significa che non ha alcuna esistenza durevole, stabile o intrinseca. Niente ha un’ esistenza intrinseca di per sé quando veramente lo guardi, e questa assenza di esistenza indipendente è vuoto. E tutte le cose, quando vengono viste e comprese nella loro vera natura, non sono indipendenti ma interdipendenti con tutte le cose. La paura che l’impermanenza risveglia in noi ci spinge a chiederci: se tutto muore e cambia, allora cos’è veramente reale? C’è, infatti, qualcosa, qualcosa da cui dipendiamo, che ci fa sopravvivere a quella che chiamiamo morte? 104


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario L’intuizione straordinaria del buddismo è che la vita e la morte sono solo nella mente…nella nostra coscienza …e da nessun’altra parte. La mente viene rivelata come la base universale dell’esperienza, creatrice della felicità e della sofferenza, creatrice di ciò che chiamiamo vita e di ciò che chiamiamo morte. Esistono due aspetti della mente: la mente ordinaria e la natura della mente. La mente ordinaria è quella che possiede un senso di dualità, è la mente che pensa, complotta, desidera, manipola, che si infiamma di rabbia, che crea e indulge in ondate di emozioni e pensieri negativi, che deve continuamente asserire, ratificare e confermare la propria esistenza. La natura della mente è la sua natura più intima, che non viene mai assolutamente modificata dal cambiamento o dalla morte…è per lo più nascosta all’interno della mente ordinaria delle persone, avvolta ed oscurata dai nostri pensieri ed emozioni. Quello che i santi e i mistici fondamentalmente hanno sperimentato attraverso tutta la storia è l’essenziale natura della mente. …I cristiani e gli ebrei la chiamano Dio o Coscienza di Cristo; …Gli indù la chiamano il Sé, Shiva, Brahman e Vishnu; …I mistici Sufi la chiamano l’Essenza Nascosta; …E i buddisti la chiamano la natura di Buddha. Il cuore di tutte le religioni è la certezza che ci sia una verità fondamentale, e che la vita sia un’opportunità sacra per evolvere e realizzarla. Quando diciamo Buddha, pensiamo subito al principe indiano Guatama Siddhartha, che raggiunse l’illuminazione nel sesto secolo d. C. e che insegnò il cammino spirituale conosciuto oggi come buddismo. Tuttavia, Buddha ha un significato molto più profondo; significa una persona, qualsiasi persona, che si è completamente risvegliata dall’ignoranza e si è aperta al suo grande potenziale di saggezza. Un Buddha è qualcuno che ha posto fine definitivamente alla sofferenza e alla frustrazione e ha scoperto una pace ed una felicità durevole e infinita. Il Buddha non ha mai rivendicato di essere divino, egli semplicemente sapeva di avere la natura di Buddha, il seme dell’illuminazione presente anche in tutti gli altri. Così, dov’è esattamente la natura di Buddha o la Divinità? È nella natura della nostra mente, che è simile al cielo. Completamente aperta, libera e senza limiti, è fondamentalmente così semplice e naturale che non può essere confusa, corrotta né macchiata, così pura che è persino oltre il concetto di purezza ed impurità. 105


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario …Dudjom Rinpoche spiega: “Nessuna parola può descriverla, nessun esempio può indicarla, non è mai nata, non ha mai cessato di essere, non è mai stata liberata, non è mai stata ingannata, non è mai esistita, non è mai stata inesistente, non ha alcun limite, non ricade in alcun tipo di categoria.” Ecco perché nella tradizione tibetana non si celebra il compleanno dei maestri, ma viene celebrata la loro morte, il momento della loro illuminazione finale. Il motivo per cui il momento della morte è così pieno di opportunità è perché è quello il momento in cui la natura della mente, la Luminosità Terrestre o Chiara Luce, si manifesta in modo ampio e magnifico. Se in questo momento cruciale saremo in grado di riconoscere la Luminosità Terrestre, otterremo la liberazione. Tuttavia, questo non sarà possibile, a meno che non abbiamo preso veramente confidenza con la natura della mente durante la vita, attraverso l’esercizio spirituale. Nella tradizione buddista perciò si dice che la persona liberata nel momento della morte viene considerata liberata durante la vita – perché è durante la vita che il vero riconoscimento della Chiara Luce ha avuto luogo e si è stabilito. Questo è un punto cruciale da capire. Nel momento della morte sono due le cose che contano: 1. Quello che abbiamo fatto durante la nostra vita 2. In quale stato mentale siamo in quel momento. Anche se abbiamo accumulato molto karma negativo, se saremo veramente in grado di compiere un cambiamento del cuore nel momento della morte, ciò potrà influenzare in modo decisivo il nostro futuro e trasformare il nostro karma, perché il momento della morte fornisce un’opportunità eccezionalmente potente per purificare il karma. Questo significa che gli ultimi pensieri ed emozioni che proviamo prima di morire hanno un effetto estremamente potente e determinante sul nostro futuro immediato. Questa è la ragione per cui per i buddisti l’alchimia del discepolato è importante per la morte. L’Alchimia del Discepolato Nella tradizione buddista, l’alchimia del discepolato suggerisce che l’insegnante interiore – che è sempre con te – si manifesta nella forma del maestro esteriore: …il quale, quasi per magia, si “incontra” veramente. …Questo maestro può essere una guida o insegnante spirituale in Occidente, un 106


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario Guru in Oriente, o persino un’entità divina come Gesù. Questo incontro, dicono i buddisti, è il più importante di tutti nella vita. Qual è la vera natura del maestro esteriore? Nient’altro che la personificazione, la voce e la rappresentazione del nostro maestro interiore. Il maestro spirituale, la cui forma umana e voce e saggezza arrivi ad amare di un amore più profondo di qualsiasi altro nella vita, non è nient’altro che la manifestazione esteriore del mistero della propria personale verità interiore. Al livello più profondo e più alto, maestro e allievo non sono e non possono in alcun modo essere separati. …Perché il compito del maestro è quello di insegnare a ricevere il chiaro messaggio del proprio maestro interiore. Il maestro non è solo il portavoce diretto del proprio maestro spirituale, è anche il portatore, il canale e trasmettitore di tutti gli esseri illuminati. È questo quello che dà al tuo maestro lo straordinario potere di illuminare la tua mente e il tuo cuore. Egli o ella non è niente di meno che il volto umano dell’Assoluto, il telefono, se vuoi, attraverso cui tutti gli esseri illuminati possono chiamarti. Soltanto se arriverai a vedere il tuo maestro come un Essere Illuminato – e non un essere umano – riceverai la benedizione più alta e la migliore possibilità per il tuo maestro di entrare nel tuo cuore e nella tua mente, così da effettuare una trasformazione spirituale completa. Lentamente, lungo molti anni, si realizza la trasmissione della saggezza del maestro dalla sua mente alla tua, rivelandoti il pieno splendore della tua propria natura di Buddha e con essa il perfetto splendore dell’universo stesso. Ciò di cui la maggior parte delle persone ha bisogno, più di ogni altra cosa, è il coraggio e l’umiltà di chiedere veramente aiuto dal profondo del cuore. Come disse Cristo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova.” Questa relazione allievo/maestro è considerata la pratica più importante nella vita e quindi la pratica più importante al momento della morte. Nel momento della morte, puoi unire la tua mente con quella saggia del maestro in piena fiducia, e morire in quella pace. La Grazia della Preghiera nel Momento della Morte Per ottenere ciò, la pratica più efficace di tutte è una semplice pratica di “Guru Yoga”, in cui la persona morente fonde la propria mente con la mente saggia del 107


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario maestro spirituale, o Buddha, o qualsiasi essere illuminato. Vorrei chiedere ancora una volta ai lettori di rivolgere l’attenzione al proprio io interiore e di avere un’esperienza di liberazione. Ora, raffiguratevi il vostro maestro (uno che sia nella sua forma terrena o uno che sia in un altro stato di coscienza e che è con voi nel vostro cuore): …immaginando con speciale intensità i raggi di luce che fluiscono dal vostro maestro e vi purificano, bruciando tutte le vostre impurità e le vostre malattie, e che vi guariscono; …il vostro corpo che si fonde nella luce; e di fondere la vostra mente, alla fine, con la sua mente saggia, in totale fiducia. Realizzate che quando la vostra coscienza si risveglierà di nuovo dopo la morte, questa impronta della presenza del maestro si sveglierà con voi, e sarete liberati. Se morite ricordando il maestro, le possibilità della sua grazia sono illimitate. Fondete la vostra mente con lui o lei, e dite, dal profondo del cuore: con parole vostre: – Ora sono indifeso, devo fare totalmente affidamento su di te, mi fido di te completamente, prenditi cura di me, rendimi una sola cosa con te.E ora inspirate profondamente la pace e l’amore che sentite. Chiudete gli occhi, sentitevi al caldo, al sicuro…e a casa, finalmente. Conclusioni Scrivere questo articolo per l’Integral Transpersonal Journal internazionale è stato una sfida. Mi è stato chiesto di scrivere l’articolo dopo la mia presentazione “la morte come uno stato di coscienza non ordinario” alla Conferenza di Eurotas che si è recentemente svolta a Varna, in Bulgaria. E’ stato una sfida per diversi motivi: primo, perché scrivere della morte su una rivista scientifica non è facile. Non ci sono molti fatti, ricerche empiriche o analisi quantitative sulla natura della morte che potessi citare. Secondo, nella mia presentazione all’ Eurotas avevo parlato delle mie personali reazioni alla morte durante la mia vita, non il tipo di cose che di solito si trovano scritte su questo tipo di riviste. Terzo, credo che quando si discute di un argomento come questo, sia importante che gli ascoltatori abbiano l’opportunità di aprirsi ai propri sentimenti riguardo alla propria mortalità. Mi chiedevo se effettivamente avrei potuto chiedere ai lettori di fare questo quando si aspettavano solo di leggere con interesse un articolo teorico sull’argomento della morte. La mia esperienza nel corso degli anni mi ha portato a credere che la vera crescita e sviluppo spirituale necessiti dell’esperienza diretta e personale unita alla comprensione di ciò che quell’esperienza significa. In questo articolo ho provato 108


La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario a ottenere tutto ciò incoraggiando i lettori ad esplorare il loro io piÚ intimo e anche presentando gli insegnamenti sulla morte delle grandi tradizioni spirituali sia occidentali che orientali. Riguardo agli insegnamenti che ho discusso hanno scritto i seguenti autori: Edward Hoffman e il Journal of Gnosis hanno scritto sulla morte come viene interpretata dalla Cabala; ho citato le parole di Sogyal Ringpoche sulla prospettiva buddista dal Libro tibetano del vivere e del morire, e le parole di Swedenborg sono state prese dal suo libro Paradiso e inferno. Sperando che questo processo abbia funzionato per ognuno di voi, mi auguro che ogni lettore continui la propria crescita spirituale e la propria evoluzione della coscienza mentre viaggia lungo il cammino della vita.

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La Morte come Stato di Coscienza Non-Ordinario BIBLIOGRAFIA

Hoffman, Edward, The Way of Splendor, Shambhala, Boston, 1981. Rinpoche, Sogyal, The Tibetan Book of Living and Dying, Harper Collins, NY, 1994. Swedenborg, Emmanual, Heaven and Hell, Swedenborg Fdt., West Chester,

PA, 2000. Gnosis: Kaballah: Exploring the Roots of Mysticism, Vol. 3, 1986-87.

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Conferenza Eurotas 2012: “Spiritualità e Creatività”

Conferenza EUROTAS 2012: “Spiritualità e Creatività” Traduzione di Ilaria Cislaghi

Ingrida Indane (Direttrice di EUROTAS 2012) Inese Berzina (Coordinatrice di EUROTAS 2012)

EUROTAS (Associazione Transpersonale Europea) segue un’importante tradizione: tenere una conferenza annuale in differenti Paesi d’Europa. La quattordicesima conferenza EUROTAS avrà luogo dal 20 al 23 settembre 2012 a Jurmala, in Lettonia, presso il Baltic Beach Hotel, con la sua bella spiaggia di sabbia dorata. Il Dr. Ingo B. Jahrsetz, Presidente di Eurotas, nel suo invito ai partecipanti si è espresso con parole ispirate: “La 14esima conferenza di EUROTAS, “SPIRITUALITÀ E CREATIVITÀ” si svolgerà presso le splendide rive del Mar Baltico a Jurmala, nei pressi di Riga. Potrete godere del fascino di un mare nordico, con la sua aria fresca e le lunghe spiagge sabbiose che invitano a passeggiate riflessive e alla quiete. Il tema della conferenza, “SPIRITUALITÀ E CREATIVITÀ”, vi sfiderà a non restare un mero uditorio passivo, bensì a diventare parte attiva nell’organizzazione della conferenza – sviluppando creatività, arricchendo voi stessi e godendo della comunità di EUROTAS. L’Associazione Transpersonale Europea (Eurotas) è divenuta negli ultimi anni una comunità di persone che ha osato mettersi in gioco in uno scambio creativo, pur mantenendo rigore scientifico e maturando profondità spirituale.” 111


Conferenza Eurotas 2012: “Spiritualità e Creatività” L’Associazione di Psicologia e Psicoterapia Transpersonale Lettone è stata chiamata ad organizzare la Conferenza 2012 e la nostra squadra ha iniziato i lavori con grande entusiasmo, onore, responsabilità e creatività personale. Dato che siamo un team composto maggiormente da arte-terapisti, i nostri tre principali obiettivi comprendono riguardano l’indagine dell’interazione fra spiritualità e creatività: 1) nel campo della psicologia e della psicoterapia; 2) nella crescita, nella trasformazione, e nella cura della vita quotidiana dell’individuo; 3) nello sviluppo della società umana nel suo complesso. Che cos’è l’Arte Terapia Transpersonale? L’Arte Terapia Transpersonale utilizza il linguaggio di diversi stili artistici al fine di stimolare l’individuo nella ricerca di se stesso. È inoltre un legame fra l’interiorità della persona, il suo mondo soggettivo, e la sua esteriorità, la realtà oggettiva. La definizione di Arte Terapia è apparsa relativamente tardi (a metà del XX secolo), tuttavia la funzione terapeutica delle varie arti è stata utilizzata nella cura per migliaia di anni. Le sue origini vanno ricercate nei rituali sciamanici, dove disegni, simboli, musica, danza ed elementi teatrali erano di notevole importanza. L’arte contemporanea e L’Arte Terapia sono branche molto differenti – nell’arte è il risultato finale ciò che conta, mentre in Arte Terapia la fase più importante è lo stesso processo creativo. Pertanto, per partecipare all’Arte Terapia, non è richiesta alcuna conoscenza o abilità artistica preliminare. “L’Arte Terapia Transpersonale è un processo in cui due o più persone comunicano attraverso il percepire o il “fare” arte. L’importanza non è nell’aspetto, piuttosto nel modo in cui riusciamo a vedere attraverso di esso per scoprirne i messaggi. Scopriamo e testimoniamo la trascendenza dell’anima materiale a livello personale. Si tratta di un processo che non deriva solo dalla mente ma anche dal cuore – è meditazione in senso puro. La realizzazione dell’opera d’arte e il dialogo con essa rappresentano un lavoro di guarigione. 112


Conferenza Eurotas 2012: “Spiritualità e Creatività” Questo è un processo estremamente intimo, non significativo per il mondo bensì per un dialogo interiore privato, fragile, sensibile, rispettoso e edificante”. (Sergej Fausto Sommer) L’Arte Terapia Transpersonale, diversamente da altri tipi di Arte Terapia, rispetta rigorosamente la visione spirituale del mondo del cliente/paziente. Si avvale inoltre delle rivelazioni procurate dagli stati non ordinari di coscienza, vale a dire, delle conclusioni tratte durante gli stati di visualizzazione, i vari livelli di trance, i sogni, etc. Utilizza inoltre una determinata sintesi degli elementi delle belle arti, del teatro, della musica, della danza e della poesia, allo scopo di: --

Sviluppare la creatività, l’immaginazione, l’intuito e una crescita spirituale individuale.

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Far fronte a situazioni problematiche a livello di intuizione e pensiero figurativo.

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Stimolare autocontrollo fisico ed emotivo.

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Esplorare il senso della vita di una persona e le possibilità di crescita ed autorealizzazione.

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Valorizzare lo spirito.

La Psicologia Transpersonale evidenzia l’importanza della spiritualità e della creatività nello sviluppo della personalità. La Lettonia storicamente ha sempre rivestito grande interesse per i conquistatori – tribù germaniche, russe, e popoli nordici – a causa della propria posizione geografica. La nostra unica forza e via di sopravvivenza è stata la nostra cultura nazionale, in cui vediamo le nostre radici. La cultura nazionale lettone, ancora molto viva e spesso parte integrante della vita quotidiana, valuta e tiene in grande considerazione la spiritualità. È transpersonale nella sua essenza. Ne sono prova i canti popolari lettoni, “Dainas”, con la loro natura meditativa, l’emozionante energia, il contenuto saturo di simbologia, i rituali legati al solstizio e al fuoco, un crescente interesse negli antichi segni e simboli, la detenzione delle conoscenze curative della medicina popolare, gli stretti legami con la natura, e la direzione della giovane cultura popolare, basata sull’arte etnica e sugli antichi rituali. 113


Conferenza Eurotas 2012: “Spiritualità e Creatività” La Psicologia Transpersonale è nata negli Stati Uniti e in seguito, questo campo relativamente nuovo della psicologia, si è diffuso nell’Europa occidentale. Si pensa generalmente che la spiritualità provenga in gran parte direttamente dall’est. Gli Stati Baltici sono un ponte fra le società occidentali e i Paesi orientali, e la Lettonia è un ponte fra la Lituania e l’Estonia. Probabilmente non è una coincidenza il fatto che la Psicologia Transpersonale sia giunta nella società post-Sovietica attraverso la Lettonia, con l’amichevole sostegno delle associazioni transpersonali di Lituania, Estonia e di altri Paesi del mondo. La povertà, durante il periodo sovietico, ha insegnato ai lettoni a risolvere i problemi in modo creativo e a sopravvivere nelle situazioni difficili. Tutti questi fattori hanno indubbiamente influenzato il nostro modo di pensare e il nostro benessere psicologico; essi servono come base di dibattito e scambio di esperienze con altri esperti nazionali. La data leggendaria, il 21 dicembre 2012, si sta rapidamente avvicinando. È la data dell’antico calendario Maya che sembra indicare il passaggio ad una nuova era. Gli scienziati ne parlano con cautela, i politici fingono di non sapere nulla a riguardo, dunque questa data è diventata più mito che realtà. La gente nel mondo occidentale è preoccupata per la crisi economica e guarda solo al passato più recente per trovare soluzioni basate principalmente sul paradigma del materialismo. In questa conferenza vi invitiamo ad esplorare nuovi paradigmi, come via per attraversare la nostra attuale situazione mondiale. Vi chiamiamo a guardare la spiritualità e il pensiero creativo come due potenti risorse che possono aiutarci a superare i problemi psicologici e a trovare “nuovi orizzonti” in aree della vita che sono per noi significative. Siamo certi che il lavoro di organizzazione della conferenza e la vostra partecipazione ad essa renderà maggiormente positivo il processo. Questa conferenza ci ricorderà l’importanza dei valori spirituali e la loro applicazione per aiutare a superare le nostre sfide personali nell’attuale crisi economica. Informerà inoltre la nostra società in merito alla Psicologia Transpersonale e alle sue opportunità, ce ne farà conoscere le radici, le sue reali opzioni e la crescita in 114


Conferenza Eurotas 2012: “Spiritualità e Creatività” Europa e nel mondo. La conferenza renderà poi note le reti di cooperazione esistenti al livello internazionale. Abbiamo osservato il crescente interesse verso la psicologia nella società lettone e la sua connessione con la spiritualità. Abbiamo notato l’aumento dei dibattiti nei mass media. Tale interesse è aumentato anche tra i professionisti psicologi e psicoterapeuti. La conferenza: --

Offrirà un prezioso investimento per il movimento transpersonale e per la comprensione scientifica della Psicologia Transpersonale.

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Rafforzerà la convinzione che la spiritualità sia una parte integrante della vita contemporanea.

Durante il processo creativo le persone si trovano spesso in un particolare stato mentale alterato. L’Arte, nella sua essenza, è transpersonale. Invitiamo psicologi, psicoterapeuti, filosofi, educatori, artisti e altri specialisti, ad esplorare e preparare le lezioni, le presentazioni, i workshop e le discussioni sulle seguenti questioni: •

In quanto comunità mondiale, cos’abbiamo in comune tutti noi?

Cosa caratterizza i nostri bisogni culturali?

Come possiamo parlare della spiritualità e della creatività, pur mantenendo un approccio scientifico a questi fenomeni?

Qual è la missione della Psicologia Transpersonale nella vita e nella cultura attuali?

Qual è il ruolo della Psicologia Transpersonale nello sviluppo dei processi globali?

Cosa intendiamo con il termine “spiritualità”?

Spiritualità e religiosità sono differenti? Se sì, come?

Qual è il significato della spiritualità in psicologia e psicoterapia?

La spiritualità influenza il pensiero creativo? Se sì, come?

Il pensiero creativo e l’attività promuovono la spiritualità? Se sì, come? 115


Conferenza Eurotas 2012: “Spiritualità e Creatività” •

Lo spirituale e il materiale sono due concetti uguali o opposti?

La spiritualità e la scienza moderna sono compatibili?

Qual è l’interconnessione fra spiritualità e creatività?

Cos’è la ricerca scientifica sulla creatività?

Come viene esperita la creatività negli stati alterati di coscienza e nella vita quotidiana?

Ci sono fattori che promuovono o inibiscono la creatività?

Quali sono le manifestazioni di creatività dall’antichità ai giorni nostri?

Stiamo attraversando una crisi economica o spirituale, oppure entrambe?

Ciascuno è il benvenuto ad iscrivere la propria presentazione con i seguenti criteri: - Utilizzare un approccio compatibile con la scienza psicologica; - Sviluppare una presentazione dinamica e creativa; - Includere prove empiriche. Lo scrittore lettone Sudraba Edžus offre un noto aneddoto su Crazy Dauka – un ragazzo che voleva raggiungere il luogo in cui si incontrano il cielo e il mare, per scoprire cosa ci fosse al di là... La nostra Conferenza avrà luogo presso la Costa del Mar Baltico. Il mare simboleggia l’unità, la saggezza, il profondo e nuove sfide. Siamo consapevoli della responsabilità. Tuttavia, come Crazy Dauka, percepite anche voi un senso di sfida?

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VI INVITIAMO A VENIRE CON NOI ad esplorare cosa si nasconde oltre l’orizzonte!


Consigli di Lettura Beyond the Mind Pier Luigi Lattuada ISBN 978-3-9812119-5-5 Pagine: 331, Prezzo d copertina: 24,90 € Informazioni dettagliate e ordini sul sito: http://www.holotropos-verlag.de holotropos-Verlag Regina Beller Johann-Sebastian-Bach-Str.10 D-77654 Offenburg Germany Tel.: +49 (0)781 41215 e-Mail: holotropos@gmx.de

La psicologia transpersonale si caratterizza come un contributo dato dalla ricerca scientifica allo studio e alla comprensione delle esperienze interiori di tipo trascendentale. La psicologia transpersonale sembra delinearsi come un pensiero ampio e quale movimento di ricerca, lavorando verso un’integrazione dei principi e dei metodi psicologici con le pratiche spirituali o i rituali sciamanici, al fine di sintetizzare la mente, la meditazione, la spiritualità e la trascendenza, la coscienza ordinaria e quella non-ordinaria, l’ecstasy mistica o le esperienze sciamaniche. La psicologia transpersonale opera per la realizzazione del sé, il risveglio della natura spirituale di ogni individuo, e delle proprie qualità più autentiche. Sembra che la parola “transpersonale” applicata in psicologia, sia stata utilizzata la prima volta da Roberto Assagioli, il padre della “Psicosintesi”, e poi da C.G. Jung. 117


Si riferisce alle aree della psiche che vanno oltre l’identificazione con la personalità individuale. La psicologia transpersonale si riferisce in tal modo al particolare approccio che studia e sviluppa spiritualità ed esperienze spirituali in un contesto psicologico. Questo approccio ha cominciato ad affermarsi nel campo della psicologia nel 1960, muovendosi dalle opere di A. Maslow, che per primo pone l’accento su una psicologia “evolutiva” che tenga conto dello “sviluppo di potenzialità”, del “graduale soddisfacimento di bisogni“, la ”relazione tra le persone coinvolte“ nel setting terapeutico, e le “esperienze mistiche“ come principi fondamentali in un processo di autorealizzazione. In questo libro, edito in lingua inglese, possiamo trovare una rassegna dei principali modelli teorici e pratici transpersonali e un contributo di livello internazionale di celebri autori come: Stanislav Grof, Laura Boggio Gilot, Massimo Rosselli, Eliezer Cerqueira Mendes.

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Transpersonal research methods for the social sciences: honoring human experience William Braud, Rosemarie Anderson Saggio, 1998 - 321 pagine

Non mancano metodi di ricerca che possano essere facilmente applicati allo studio della quotidianità dell’esperienza umana, ma come tentare di studiare esperienze umane straordinarie - come i valori ultimi e significati, le peak experiences, la trascendenza e la consapevolezza accresciuta. William Braud e Rosemarie Anderson introducono una serie di metodi di ricerca transpersonali che hanno lo scopo di aiutare i ricercatori a sviluppare nuovi modi di conoscere e metodi di indagine. Mentre questi metodi saranno di particolare interesse per i ricercatori in psicologia transpersonale, psicologia umanistica, o studi transpersonali applicati ai settori tradizionali, gli autori sostengono che questi approcci - con la loro enfasi sullo sviluppo dell’intuizione, l’empatia e la consapevolezza di sé - possono beneficiare chiunque sia coinvolto nell’impresa di ricerca in molte discipline.

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ITJ Istruzioni per gli Autori

Istruzioni per gli autori Formato del testo: Gli articoli devono essere scritti in italiano e/o in inglese, inviati al seguente indirizzo di posta elettronica: biotransenergetica@gmail.com. In un file separato indicare i nomi degli autori, il titolo dell’articolo e la sessione in cui si vorrebbe pubblicare l’articolo (forum transpersonale, report clinico o di ricerca, commenti, report di EUROTAS o report transpersonale) ed i recapiti dell’autore. In un file a parte inviare l’articolo con il titolo e l’abstract di 250 parole, indicando le parole chiave. I testi inviati per il forum transpersonale non devono superare le 5500 parole. I testi per i report clinici o di ricerca non devono superare le 1500 parole. I testi per i commenti ad articoli già pubblicati o a libri, i report di EUROTAS o sul transpersonale non devono superare le parole. Tutti i testi inviati per la pubblicazione saranno valutati dal comitato editoriale e i testi per il forum transpersonale e i report clinici e di ricerca saranno sottoposti a peer-review (revisione paritaria da esperti del settore). I riferimenti bibliografici devono essere stilati secondo i criteri dell’APA come segue:

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Articoli di riviste: Herbst-Damm, K. L., & Kulik, J. A. (2005). Volunteer support, marital status, and the survival times of terminally ill patients. Health Psychology, 24, 225–229. doi: 10.1037/0278-6133.24.2.225. Libri: Mitchell, T. R., & Larson, J. R., Jr. (1987). People in organizations: An introduction to organizational behaviour (3rd ed.). New York, NY: McGraw-Hill. Capitoli di libri: Bjork, R. A. (1989). Retrieval inhibition as an adaptive mechanism in human memory. In H. L. Roediger III & F. I. M. Craik (Eds.), Varieties of memory & consciousness (pp. 309–330). Hillsdale, NJ: Erlbaum Dopo che l’articolo è stato accettato per la pubblicazione agli autori sarà richiesta una breve biografia (250 parole). Regole di pubblicazione: I testi inviati per la pubblicazione in qualunque sessione devono essere originali, non devono cioè essere stati pubblicati o in via di pubblicazione in qualsiasi formato. L’autore che invia un manoscritto garantisce esplicito e irrevocabile permesso di pubblicazione su ITJ. Per gli articoli inviati per i report clinici e di ricerca l’autore deve dichiarare che ha seguito gli standard etici della BPS e APA per il trattamento degli individui o degli animali oggetto dello studio e che conserverà i dati dello studio rendendoli disponibili all’analisi per i 5 anni successivi alla pubblicazione.

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