INSEGNAREDUCANDO. N°27 - maggio/giugno 2013

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per educare un bambino

ci vuole un villaggio

N° 27 - maggio/giugno 2013

Tessere legami in tempo di crisi. Cari colleghi, vi siete accorti del giro di boa che sta avvenendo in ambito sociale? Questa crisi è strana: da un lato angoscia, demoralizza, sembra togliere prospettiva, ma contemporaneamente fa risorgere la vena geniale dell’Uomo che inizia a inventare di tutto e di più per sopravvivere. E così, in sordina, iniziano a circolare parole che non erano più di moda, sepolte per anni nei cassetti delle nostre teorie sociali: creatività, coraggio, gratuità, collaborazione, cooperazione, aiuto reciproco, dono. Abbiamo osservato alcuni contesti e intervistato direttamente i soggetti che lavorano in rete ed ecco cosa emerge: una fertilità inaspettata per un tempo desertico quale quello odierno. In molti luoghi è terminato il tempo delle “lamentazioni” e stanno facendo capolino strategie di sopravvivenza veramente interessanti. Anzi, potremmo dire si assiste ad un mutamento nel quale emerge la voce di chi mette al centro dell’azione sociale il CUORE a dispetto del PROTOCOLLO e sceglie l’essenziale a discapito del formalismo. In questa news vi raccontiamo alcune realtà che hanno fatto questa scelta e fondano le loro azioni sulla disponibilità relazionale, l’apertura al nuovo, il benessere collettivo, la condivisione dei saperi e delle risorse. Non è poco! Una grande speranza per chi vive in contesti chiusi e difficili. Se è possibile ad alcuni, è possibile a tutti. Bisogna volerlo e soprattutto qualcuno deve iniziare. Questo qualcuno, che vorremmo fosse un ente preposto o un’istituzione pubblica, come avrebbe ragion d’essere, in questo tempo di crisi è, invece, un semplice cittadino che inizia a “contaminare” ... un amico, un collega, un vicino, un piccolo gruppo di persone disposte a mettersi insieme per darsi una mano, posando la corazza della

diffidenza. Ecco tutto. Si parte così. Sebbene appaia incredibile, abbiamo ascoltato molte realtà e possiamo affermare che laddove le cose funzionano e si vive in armonia, pur con mezzi limitati, tutto nasce da pochi semplici gesti: chiedersi aiuto e fidarsi degli altri. Questi “passi” toccano sfere che il formalismo non conosce, potremmo dire che “toccano l’anima” della relazione e mettono individui diversi in un rapporto di stima reciproca nel quale è possibile pensare insieme e condividere sogni e fatiche. Abbiamo incontrato dirigenti scolastici illuminati, capaci di chiedere aiuto ai genitori; insegnanti così fiduciosi da essere in grado di chiedere aiuto ai propri allievi. Ci hanno raccontato di adolescenti che si attivano per sostenere scolari più piccoli a rischio dispersione; genitori umili che imparano a lavorare insieme per offrire gratuitamente alla scuola un tempo più lungo e disteso per chi è da solo fino a tardi. E ancora, insegnanti che decidono di formarsi all’integrazione andando a scuola da persone disabili; amministratori che chiedono aiuto ai bambini per educare i genitori al bene comune. Troppo semplice? No, quando si parla col cuore, si fanno miracoli. In questo tempo difficile, accade che tante inutili maschere sociali, fatte di apparenze, ruoli formali e false burocrazie, appaiano in tutta la loro stupidità. Il castello è vuoto, il re è nudo. L’adulto corazzato perde l’armatura; il bambino che lo abita vede le cose come sono davvero. Come sempre, quando si lascia aperta la mente e il cuore, il genio appare in tutta la sua semplicità e agisce con efficacia; e noi, al vedere le belle opere che è capace di attuare l’Uomo quando agisce col cuore, non possiamo che esclamare: ma era così facile, perché non ci abbiamo pensato prima? G.L.

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