INSEGNAREDUCANDO. N ° 18 - 5/2012

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News 18 Maggio Aprile 2012

Sommario 1. L’ emozione che insegna! 2. Motivare, motivarsi, coltivare la motivazione. 3. Brain Gym: la ginnastica per il cervello. 4. Il movimento è la porta dell’apprendimento 5. The lady: un film da non perdere 6. La scuola che ci piace: G.Rodari, Alba. Quando la Scuola è Wiva! 12. Firenze: il Teatro dell’Oppresso

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Su questo numero u SCUOLA-P na nuova Andate all’ ERLA inserto! Per indica scuole - co rci le vere munità ed ucanti che conosc ete scrivete a scuola@gru ppoabele .org Andremo a “viverle” per un gio rno in prima p e rs ona, per poterle “racconta re” a tutti i lett ori della ne ws.

L’ emozione che insegna! “Stare con una persona felice ci rallegra, mentre la compagnia di una persona arrabbiata può innervosirci e quella di una persona depressa rattristarci. Inconsciamente, le persone assorbono l’espressione emotiva di coloro con cui interagiscono, rispecchiando la loro mimica facciale, le posture, i movimenti e persino le vocalizzazioni. Tutto ciò porta a “convergere emotivamente” e a sincronizzare la comunicazione. L’emotività dell’altro viene catturata e fatta propria in modo spesso non consapevole ”. Si chiama “contagio”...un contagio da favorire, quello che rallegra, perchè apporta molti benefici. Anche in classe. “Che effetti produce sugli alunni l’entusiasmo espresso dai docenti”? Insegnare in modo entusiasta cambia i risultati dell’apprendimento? Secondo gli studi riportati da Angelica Moè, dell’Università di Padova, sul n° 17/2011 di Psicologia e Scuola – Giunti, pare proprio di sì. In particolare sarebbe l’entusiasmo per l’insegnare e non tanto per la materia quello che coinvolgerebbe maggiormente la classe e stimolerebbe l’apprendimento:

esso infatti “accresce una serie di valutazioni da parte degli alunni riguardanti il senso di sfida cognitiva, l’attenzione e il silenzio in aula e la percezione di supporto . Ma, come è stato dimostrato, spesso gli insegnanti tendono a percepirsi più entusiasti se colgono studenti appassionati. Allora “sarebbero gli studenti (motivati, interessati e attenti) a motivare gli insegnanti”? Un assurdo! Come uscire da questo empasse? Moè ci regala un’interessante riflessione da cui abbiamo tratto alcuni spunti che riportiamo in questo numero: uno stimolo a cambiare la prospettiva proprio a partire dal noi. Siamo noi che possiamo e vogliamo migliorare; siamo noi che abbiamo la possibilità e la volontà di condizionare positivamente il clima della classe e, di conseguenza, l’apprendimento degli allievi che seguono le nostre lezioni. Siamo noi il punto di partenza su cui lavorare: aumentare le nostre emozioni positive, il nostro entusiasmo, essere più felici per ciò che siamo e che facciamo: ecco un bel modo per iniziare a cambiare il mondo che ci circonda, a partire dalle nostre classi! G.L

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