ICF Rivista dell'industria Chimica e Farmaceutica n°2 Aprile Maggio

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CONVALIDA

Un nuovo approccio alla gestione del dato

LABORATORIO Strumenti all’avanguardia per analisi conto terzi

RIVISTA DELL’

SPECIALE

A Pharmintech il futuro e il presente delle life science

INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA

Elettropompe autoadescanti e Filtri in acciaio inox per i settori farmaceutico, cosmetico, chimico, alimentare.

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RIVISTA

INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA

Editoriale 8

Storia di copertina

Sensori affidabili per applicazioni complesse

14

Attualità Investire in ricerca per una chimica più competitiva e internazionale

15

Attualità 20

Appuntamenti

22 Ricerca

24

Applicazioni medicali

26

Laboratorio Conoscenze e strumenti d’avanguardia per l’analisi conto terzi

30

Convalida Un nuovo approccio alla gestione del dato

34

Macchine Sistemi ad alto contenimento per la produzione di API e HAPI

38

Sicurezza Data integrity nel monitoraggio delle acque farmaceutiche: tra normative e soluzioni

44

Sicurezza Cappucci di emergenza per una fuga sicura in 3 mosse

48

Sicurezza Proteggere l’industria dalle esplosioni

50

Speciale Pharmintech Il presente e il futuro delle life science

70

Componenti

72

Automazione

74

Strumentazione

“Abbiamo retto bene in un contesto difficile”

80

Consulenza L’innovazione si fa insieme

“Investire in ricerca chimica significa spingere la competitività sui mercati esteri. Si pensi che investimenti aggiuntivi per 400 milioni di euro nella chimica ad alta specialità generano 1,6 miliardi di euro di ricadute nel settore e ben 6 miliardi di euro di effetto spillover sull’intera economia italiana”. Ilaria Di Lorenzo, vicepresidente alla ricerca di Federchimica, pagina 14.

84

Approfondimenti

Strutture proteiche dettagliate con i metodi computazionali

88

Elenco inserzionisti Colophon

La ricerca è la via per la competitività europea

Lo scenario economico internazionale è attraversato da intense spinte isolazionistiche che mettono in discussione la globalizzazione e l’assetto politico liberale che, almeno in Occidente, ha dominato a partire dalla seconda metà del Novecento. Non sono solo i paesi rimasti ai margini dei centri di potere più forti a reclamare oggi il proprio spazio, poiché anche nelle nazioni che su questo assetto hanno costruito gran parte della propria egemonia crescono le forze anti-liberali e protezionistiche. E in alcune di esse, queste forze sono andate al governo. È accaduto, per la seconda volta e in modo più deflagrante della prima, nel paese che più di tutti ha fatto da modello dominante del connubio fra democrazia ed economa globale: gli Stati Uniti. Al di là di quanti e quali obiettivi del suo programma Trump riuscirà a concretizzare, siamo certamente già dentro una fase economica nuova e densa di incertezze. Essendo cambiato il contesto, tutti gli attori in gioco sono chiamati a rivedere la propria posizione se vogliono mantenere il benessere economico e sociale raggiunto, o se vogliono migliorarlo. Questo discorso vale più che mai

per l’Europa che ha visto improvvisamente ingrandirsi la distanza dall’altra sponda dell’Atlantico e aprirsi atroci fronti di guerra sul suo fianco Est e sulle rive del Mediterraneo. Non è questo il luogo per discutere di come deve riposizionarsi il vecchio continente in questo complesso quadro, ma certamente, al di là delle battaglie sui dazi, ha bisogno di fare di tutto per restare economicamente competitivo. Per riuscirci deve affrontare anzitutto la questione energetica, imparare a creare sinergie e programmi di collaborazione fra le imprese, ma soprattutto puntare sulla ricerca, che è la chiave per continuare ad avere un ruolo internazionale. Nell’industria chimica ciò è particolarmente evidente, anche perché dall’innovazione chimica dipende quella di quasi tutti i settori manifatturieri. Considerando che gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione per le specialità innovative della chimica europea e che l’Europa è il primo sbocco delle commodities chimiche cinesi è chiaro che il nostro continente, in questa nuova fase economica, avrà un ruolo ben più strategico di quello che tendiamo a credere.

Offriamo una selezione completa che include Guarnizioni per flange e raccordi O-Rings, Copri flangia di sicurezza, Valvole e impiantistica in PTFE, Soffietti e compensatori PTFE, oltre a numerosi altri articoli di consumo tra cui SEAFLON, piattina adesiva 100% e-PTFE espanso di alta qualità.

Sensori affidabili per applicazioni complesse

Le tecnologie VEGA contribuiscono alla sicurezza
nell’industria chimica, grazie alla loro resistenza e stabilità nel lungo periodo anche in condizioni operative critiche.

Nelle aziende chimiche, gli strumenti di misura devono funzionare in maniera affidabile. Proprio come i sensori VEGA, che sono resistenti alle sostanze chimiche e stabili nel lungo periodo anche in condizioni applicative complesse. La loro struttura costruttiva garantisce la massima sicurezza dei processi.

L’industria chimica è una sfida per gli strumenti di misura

I processi dell’industria chimica si svolgono in condizioni operative che rappresentano una vera e propria sfida per gli strumenti di misura. Sostanze chi-

miche aggressive, pressioni elevate e oscillazioni della temperatura rendono indispensabile l’impiego di sensori affidabili. Un guasto, infatti, oltre a costituire una minaccia per la sicurezza del processo e, dunque, per l’uomo e l’ambiente, può comportare anche costosi fermo macchina e interventi di manutenzione. Nell’industria chimica, gli strumenti di misura non vengono impiegati solamente per la regolazione di processi, ma serve anche per mettere in sicurezza gli impianti in caso di necessità ed emergenza (sicurezza funzionale, SIL).

Con sensori di pressione come VEGABAR e sensori di livello come VEGAPULS

o l’interruttore di livello VEGASWING, VEGA offre soluzioni robuste in grado di resistere a sollecitazioni estreme. Misurano con precisione, lavorano in maniera affidabile e creano così la base per uno svolgimento ineccepibile e l’ottimizzazione dei processi, anche in presenza di condizioni molto difficili.

Le caratteristiche richieste per la sicurezza dei processi

La sicurezza dei processi è un fattore centrale nell’industria chimica, in particolare nei processi dinamici e nelle applicazioni critiche sotto il profilo della sicurezza. I sensori VEGA offrono caratteristiche e funzioni innovative, che

garantiscono massima sicurezza ed efficienza:

- materiali high tech resistenti alle sollecitazioni chimiche, come lega C22 e titanio, sono ideali per l’impiego con sostanze chimiche aggressive;

- second line of defense: un passante a prova di gas supplementare, posto dietro la guarnizione di processo, impedisce la fuoriuscita di sostanze pericolose anche nel caso in cui la guarnizione di processo non riuscisse a farlo;

- autodiagnosi: i sensori si autosorvegliano e segnalano tempestivamente eventuali anomalie;

- opzioni di ridondanza: meccanismi di sicurezza supplementari assicurano stabilità anche in caso di guasto di un sensore.

Grazie a queste tecnologie, i sensori di VEGA soddisfano i severi requisiti di SIL2 e – all’occorrenza – di SIL3. Questo li rende ideali per l’impiego nei processi critici sotto il profilo della sicurezza.

Materiali per garantire robustezza Nell’industria chimica, i sensori entra-

no spesso in contatto con prodotti aggressivi come acidi, liscivie o sostanze corrosive. Per garantire un’elevata stabilità nel lungo termine e misure affidabili, VEGA utilizza:

- lega C22, titanio e acciaio speciale: sono materiali resistenti alla corrosione e all’abrasione;

- rivestimenti in PTFE e PFA: danno una protezione supplementare in caso di contatto con sostanze altamente reattive;

- celle di misura in ceramica: nei sensori di pressione VEGABAR, la tecnologia CERTEC® offre misure quasi del tutto esenti da deriva e si contraddistingue per l’estrema resistenza all’abrasione. I materiali di qualità e i particolari accorgimenti costruttivi garantiscono che

i sensori lavorino in maniera precisa e sicura anche nelle condizioni operative più difficili.

La gestione dei processi dinamici I processi dinamici con rapide oscillazioni della temperatura, prodotti variabili e temperature elevate sono all’ordine del giorno nell’industria chimica.

I sensori VEGA impiegano tecnologie avanzate come quella radar, per mantenere la stabilità anche in presenza di queste condizioni.

Grazie alla compensazione della temperatura e della pressione, forniscono risultati affidabili anche in ambienti instabili.

Questa precisione aiuta a ottimizzare i processi e a sfruttare le risorse in maniera efficiente e rappresenta un vantaggio sostanziale per la sicurezza dei processi.

L’importanza della stabilità nel lungo termine Nell’industria chimica gli interventi di manutenzione regolari sono costosi e riducono la disponibilità dell’impianto.

I sensori di VEGA si contraddistinguono per la straordinaria stabilità nel lungo termine e questo riduce sensibilmente il fabbisogno di manutenzione.

Le celle di misura in ceramica (CERTEC®) sono praticamente esenti da manutenzione e offrono una lunga vita utile. La tecnologia radar lavora indipendentemente da influssi di pressione o temperatura, per cui la precisione di misura non è pregiudicata da tali fattori esterni. Funzioni di autodiagnosi consentono una manutenzione preventiva e riducono i tempi di fermo imprevisti. La resistenza a oscillazioni della temperatura assicura risultati affidabili per anni e anni.

L’esigua deriva e la resistenza dei materiali fanno dei sensori VEGA la scelta ideale per i processi continui.

Storia di
Espone a Pharmintech Pad. 2 - B107

Un nuovo Managing Director per Endress+Hauser Italia

Agnello davanti

alla sede di Cernusco sul Naviglio (MI)

A partire da marzo 2025, Sebastian Fabio Agnello è il nuovo Managing Director di Endress+Hauser Italia.

Agnello è un manager orientato alle persone con 30 anni di esperienza nel settore della strumentazione e dell’automazione industriale. Ha gui-

OQEMA acquisisce l’italiana Chimen

Il Gruppo OQEMA ha acquisito il distributore chimico italiano Chimen Srl. Con un ampio impianto di stoccaggio in cisterne e una flotta logistica interna con sede a San Donà di Piave (VE), Chimen rappresenta un’espansione strategica del portafoglio di OQEMA Spa in Italia.

dato con successo progetti e organizzazioni di vendita internazionali di medie e grandi dimensioni. Ha iniziato la sua carriera professionale lavorando come Field e Technical Sales Engineer per un piccolo produttore italiano di misuratori di portata. Dal 1996, ha sviluppato le sue capacità manageriali presso SMC (Italia) dove ha ristrutturato e integrato la divisione Instrumentation & Fluid Control nell’organizzazione di vendita dell’azienda. Alla guida di divisioni di vendita e progetti di risparmio energetico, è entrato nel team di gestione e ha lavorato con la sede centrale in Giappone su progetti speciali globali, che lo hanno portato alla nomina a European Instrumentation & Fluid Control Manager nel 2012. Dopo l’acquisizione di tre aziende internazionali, Sebastian Fabio Agnello è stato selezionato dal Gruppo Wika

per riorganizzare la divisione di misura della portata nel 2015. Ha fondato la sede centrale italiana e ha gestito con successo la nuova divisione per diventare un leader globale nei prodotti ingegnerizzati per la misura della portata DP. Nel ruolo di vicepresidente della divisione di portata del gruppo e amministratore delegato delle aziende di produzione italiane, le sue più recenti responsabilità riguardavano la gestione del prodotto, la ricerca/sviluppo, la produzione (inclusi gli stabilimenti in India e Brasile) e il supporto alle vendite globali. Nel 2024, ha completato con successo la fusione delle singole aziende in un’unica filiale, Euromisure Wika lnstruments, con 250 dipendenti. Nel corso degli anni, Sebastian Fabio Agnello ha consolidato la sua profonda conoscenza del settore con un forte orientamento al cliente e al miglioramento continuo, uniti al rigore finanziario e operativo.

Da quasi 50 anni, Chimen è specializzata nel commercio di solventi e plastificanti, nonché nella produzione di diluenti. In qualità di partner e cliente autorizzato a lungo termine di produttori chimici leader come Basf, l’azienda fornisce un’ampia gamma di composti chimici organici, tra cui idrocarburi, alcoli, eteri, chetoni, esteri e derivati clorurati.

I prodotti di Chimen sono ampiamente utilizzati in settori come vernici e rivestimenti, adesivi, edilizia, concia, arredamento, farmaceutica, detergenza e plastica. L’azienda pone una forte enfasi sulla sostenibilità, investendo significativamente nella sicurezza e salute degli operatori e nella tutela dell’ambiente.

“Siamo lieti che sia stato possibile acquisire questa azienda familiare di me-

die dimensioni, la cui cultura si allinea strettamente con la nostra”, commenta Philipp Junge, COO del Gruppo OQEMA. “Questa operazione rafforza la nostra presenza strategica nell’Europa meridionale e ci consente di potenziare ulteriormente le nostre capacità logistiche in Italia”, aggiunge Matthias Mirbach, direttore HUB per l’Europa meridionale di OQEMA. ”Le solide relazioni con i clienti e l’eccellenza operativa di Chimen si integrano in modo ottimale con le nostre ambizioni di crescita e filosofia di servizio”. La famiglia Mengo ha guidato con successo Chimen per quasi 50 anni, insieme a un team di oltre 33 dipendenti. Riflettendo sulla fusione, la famiglia ha dichiarato: “OQEMA è il partner migliore per unire la nostra presenza locale e i nostri valori con i vantaggi di una realtà internazionale nella distribuzione”.

Investire in ricerca per una chimica italiana più competitiva e internazionale

Nell’incontro voluto dal Ministero degli Esteri, istituzioni, associazioni ed enti finanziari hanno messo in evidenza il ruolo strategico dell’industria chimica per la crescita del Paese.

Ricerca e sviluppo a favore dell’internazionalizzazione e della competitività: questi i temi al centro dell’incontro “Innovazione chimica” che si è tenuto lo scorso marzo in Villa Madama a Roma. L’appuntamento, voluto dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in collaborazione con Federchimica, ha messo a confronto istituzioni, associazioni, enti di ricerca ed esponenti del mondo finanziario con l’obiettivo di mettere in evidenza il ruolo strategico della chimica per la crescita e lo sviluppo del Paese, in quanto acceleratore dell’internazionalizzazione del “Made in Italy”.

La diplomazia della crescita

“La chimica è un settore chiave del nostro tessuto industriale, con un impatto a cascata su un numero infinito di settori della nostra economia e il rapporto presentato fotografa il ruolo della chimica come acceleratore di innovazione, export, crescita”, ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani. “Vogliamo mettere le nostre imprese nelle migliori condizioni per crescere e creare benessere. Abbiamo rafforzato la squadra della cresci-

ta - Ice, Sace, Simest, Cassa Depositi e Prestiti (tutti presenti all’evento, ndr) - che è al fianco delle nostre imprese per aiutarle a crescere nei circuiti internazionali. Dall’inizio del mio mandato ho messo in campo una precisa strategia di diplomazia della cre-

Antonio Tajani, Ministro degli Esteri: “La chimica è un settore chiave del nostro tessuto industriale, con un impatto a cascata su un numero infinito di settori”

scita, a favore dell’export e per l’internazionalizzazione dei nostri territori. Per questo abbiamo lanciato in questi giorni una strategia di ulteriore rafforzamento e diversificazione dei nostri mercati di sbocco. Guardiamo con attenzione a tutti i mercati emergenti più promettenti in ottica di diversificazione”.

“L’industria chimica in Italia rappresenta una delle colonne portanti della nostra economia – ha ricordato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy – con un fatturato di 77 miliardi di euro e un ruolo centrale in Europa, essendo terzi per produzione dopo Germania e Francia. Inten-

diamo rendere questo settore sempre più competitivo, innovativo e sostenibile, puntando sulla ricerca e sull’internazionalizzazione. Questi i motori strategici che guideranno lo sviluppo futuro della chimica italiana e contribuiranno alla crescita economica e so-

ciale del Paese”.

“La chimica è al centro della trasformazione scientifica e industriale del nostro tempo. La sua trasversalità la rende un motore di innovazione in molti settori, dall’ambiente alla salute, dall’industria ai nuovi materiali”, ha dichiarato il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “Con 125 corsi di laurea in Italia, la formazione chimica sta evolvendo per rispondere alle sfide del mercato del lavoro e della società, con percorsi altamente specializzati e orientati alla sostenibilità e alle nuove tecnologie. Le università italiane, con corsi sempre più all’avanguardia, dimostrano come ricerca e internazionalizzazione siano leve strategiche per il futuro della chimica e dell’intero Paese”.

La chimica essenziale per quasi tutti i manufatti “La chimica è un settore strategico dell’economia europea, ha un carattere pervasivo e abilitatore: il 95% di tutti i manufatti, già di uso comune o che lo diventeranno in futuro, sono disponibili a costi largamente accessibili grazie alla chimica”, ha dichiarato Francesco Buzzella, presidente di Federchimica. “L’industria chimica, caratterizzata da specialità ad alto valore, offre le soluzioni tecnologiche che rendono possibile lo sviluppo e la produzione di molti prodotti finiti. In ter-

mini di competitività sui mercati globali, la geopolitica è entrata prepotentemente nelle nostre imprese con ricadute rilevanti per quanto riguarda la gestione sostenibile delle materie prime e i costi energetici, aspetti cruciali per contrastare la concorrenza globale, in particolare da Paesi che non sempre rispettano i nostri stessi standard ambientali, sociali e di sicurezza. Le imprese chimiche in Italia sono fortemente orientate all’export e sono protagoniste in collaborazioni internazionali grazie alla forte spinta innovativa data dal loro DNA: esportano tecnologie e competenze, consolidando la presenza internazionale del settore e contribuendo al rafforzamento del Made in Italy a livello globale. Basti pensare che l’export chimico italiano, dal 2010 al 2023, è cresciuto dell’85% (fonte: Eurostat) con un valore totale che ha raggiunto i 40,6 miliardi di euro, il 6,4% sul totale delle esportazioni nazionali. La domanda di prodotti innovativi e con una elevata specialità stimola le esportazioni. Contestualmente la ricerca suppor-

L’incontro “Innovazione chimica” a Roma ha messo a confronto istituzioni, associazioni, enti di ricerca ed esponenti del mondo finanziario

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Con un fatturato di 77 miliardi di euro e un ruolo centrale in Europa, la chimica italiana è terza per produzione dopo Germania e Francia”

Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca: “Con 125 corsi di laurea in Italia, la formazione chimica sta evolvendo, con percorsi specializzati e orientati alla sostenibilità e alle nuove tecnologie”

ta l’internazionalizzazione sviluppando materiali, prodotti, soluzioni innovative che hanno maggiore domanda sui mercati esteri, rafforzando l’intero sistema manifatturiero italiano”.

Il confronto internazionale indica che gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione per la chimica europea e la Cina è il primo fornitore per l’Europa. In questo scenario, la Cina produce prevalentemente commodities a basso costo, mentre gli Usa sono anche alla ricerca di specialità innovative.

In Italia la chimica è tra i settori con la più diffusa presenza di imprese innovative (80%) e, diversamente da altri comparti, l’innovazione si basa sulla ricerca. In effetti l’industria chimica è il primo settore – dopo la farmaceutica – in termini di quota di imprese che svolgono attività di R&S (75%). La ricerca non coinvolge solo le realtà più grandi, ma anche le PMI. In ambito europeo l’Italia è il secondo Paese, dopo la Germania, per numero di imprese chimiche attive nella ricerca, oltre 1.200. Secondo l’anticipazione di una indagi-

ne sul valore della ricerca chimica come moltiplicatore di internazionalizzazione e competitività, gli investimenti dell’industria chimica italiana toccano il 3,8% sui ricavi, percentuale che pone il settore ben al di là del 3% fissato dall’UE come obiettivo; nelle imprese ad alto valore aggiunto e specializzazione, l’investimento in R&S supera la soglia del 5%.

Al tempo stesso l’81,5% delle imprese ha investito per cogliere opportunità all’estero, il 35,4% ha investito all’estero (da sola o in joint) e il 74,1% è impegnato in progetti internazionali. Oltre la metà delle imprese giudica importante la ricerca per farsi strada nei mercati internazionali. Dati che ribadiscono il valore strategico dell’innovazione chimica a favore di una espansione sui mercati esteri.

Francesco Buzzella, presidente di Federchimica: “Dal 2010 al 2023, l’export chimico italiano è cresciuto dell’85% con un valore di 40,6 miliardi di euro, il 6,4% delle esportazioni nazionali”

La ricerca apre la via verso l’estero La ricerca genera, infatti, competitività e apre la via verso l’estero con importanti ritorni positivi per tutto il Sistema Paese: tre quarti delle imprese hanno programmi di collaborazione internazionali confermando la propensione delle imprese alla ricerca e il contributo che la chimica in Italia offre alla presenza internazionale dell’industria italiana in generale.

L’export chimico italiano è cresciuto negli ultimi trent’anni e oggi vale il 4,4% del totale mondiale, con prestazioni positive anche nel confronto con Francia e Germania grazie al traino delle numerose nicchie di specializzazione nell’ambito della chimica a valle in un contesto di regole complesse e di costi elevati a cominciare dall’energia. “La competitività dell’industria europea è a rischio su terreni che tradizionalmente erano suoi punti di forza, come evidenziato dal Rapporto Draghi alla Commissione europea. Il ritardo delle scelte comuni in materia di competitività e la cultura iper-regolatoria sono ostacoli da rimuovere al più presto per salvaguardare una preziosa e insostituibile infrastruttura tecnologica per il nostro paese. Investire in ricerca chimica significa spingere la competitività sui mercati esteri e generare ampie ricadute. Si pensi che investimenti aggiuntivi per 400 milioni di euro nella chimica ad alta specialità generano 1,6 miliardi di euro di ricadute nel settore e ben 6 miliardi di euro di effetto spillover, sull’intera economia italiana”, ha dichiarato la vicepresidente alla ricerca di Federchimica, Ilaria Di Lorenzo.

Il pharma europeo avverte: “Rischio esodo verso Usa”

I Ceo delle industrie farmaceutiche più impegnate sul fronte della ricerca hanno lanciato un allarme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: se l’Europa non attuerà rapidamente un cambiamento radicale nelle politiche, gli investimenti verso la ricerca, lo sviluppo e la produzione farmaceutica verranno orientati sempre di più verso gli Stati Uniti.

Un sondaggio condotto la scorsa setti-

mana tra le aziende associate a EFPIA –a cui hanno risposto 18 aziende internazionali, grandi e medie, altamente innovative – ha evidenziato che fino all’85% degli investimenti in spese in conto capitale (circa 50,6 miliardi di euro) e fino al 50% delle spese in R&S (circa 52,6 miliardi di euro) sono potenzialmente a rischio. Questo su un totale combinato di 164,8 miliardi di euro di investimenti previsti nel territorio dell’UE-27 per il periodo 2025-2029. Nei prossimi tre mesi, le aziende stimano che saranno a rischio investimenti per un totale di 16,5 miliardi di euro, ovvero il 10% dei piani di investimento complessivi.

Attualmente, gli Stati Uniti superano l’Europa in tutti gli indicatori d’interesse per gli investitori: disponibilità di capitali, proprietà intellettuale, velocità delle approvazioni e incentivi all’innovazione. Oltre all’incertezza generata dalla minaccia dei dazi, vi sono pochi incentivi per investire nell’UE e molteplici fattori che spingono a trasferirsi negli Usa.

Per arginare questa tendenza e aiutare l’Europa a mantenere, rafforzare e sviluppare un’industria farmaceutica basata sulla ricerca, i Ceo hanno chiesto un’azione immediata su quattro punti chiave: realizzare un mercato competitivo nell’UE che attragga, valorizzi e premi l’innovazione in linea con le economie più avanzate nella cura dei pazienti; rafforzare, e non indebolire, le disposizioni europee sulla proprietà intellettuale; adottare un quadro normativo di livello mondiale che favorisca l’innovazione; garantire coerenza normativa tra legislazione ambientale e chimica per assicurare una catena di approvvigionamento e produzione di medicinali resiliente in Europa.

Inizio 2025 difficile per l’industria chimica europea

La competitività dell’industria chimica europea continua a essere seriamente sotto pressione, senza segni di miglioramento all’inizio del 2025, né sul fronte dei costi né su quello della domanda. Guardando al report di Cefic sul primo trimestre del 2025, l’utilizzo della capacità produttiva dell’industria chimica nell’Ue si attesta al 74%, ben al di sotto della media storica dell’UE e inferiore alla media statunitense fin dal terzo trimestre del 2022. La domanda debole e il calo della fiducia nelle imprese continuano a rappresentare una sfida per l’industria chimica dell’Ue. Inoltre, i prezzi del gas restano 3,3 volte più alti rispetto a quelli degli Stati Uniti, rendendo l’industria non competitiva a livello globale. Nonostante nel 2024 si sia registrato un aumento significativo del surplus commerciale rispetto al 2023, dovuto alla riduzione delle importazioni causata da una minore domanda interna, que-

sto trend rischia di invertirsi. I dati dei primi due mesi del 2025 mostrano infatti un calo del 25% del surplus commerciale chimico dell’Unione europea, a causa dell’aumento delle importazioni. La ripresa appare ancora lontana, con una crescita della domanda frenata dalle difficili condizioni economiche in Germania e negli Stati Uniti. L’ambiente commerciale per le aziende chimiche europee è ad alto rischio a causa delle interruzioni globali del commercio provocate dalle tariffe imposte dagli Stati Uniti. Di conseguenza, la produzione chimica dell’Ue, che è cresciuta del 2,5% nel 2024, è destinata a crescere probabilmente meno dello 0,5% nel 2025.

Secondo il Cefic, sono necessarie azioni urgenti e concrete per creare un contesto favorevole alle imprese, che consenta loro di valorizzare i propri punti di forza e permetta all’Europa di raggiungere i propri obiettivi.

IBSA Italy inaugura il nuovo stabilimento a Lodi

IBSA Italy ha inaugurato a marzo il suo nuovo headquarter antares, risultato di un significativo progetto di riqualificazione ed ampliamento strategico. Con un investimento di 17 milioni di euro, l’iniziativa segna un passo fondamentale nel consolidamento del Gruppo in Italia, che quest’anno celebra il suo quarantesimo anniversario.

“Con antares, vogliamo essere presenti sul territorio italiano in modo concreto e tangibile e lasciare un segno che vada oltre l’architettura: un simbolo di benessere, trasformazione e cura per il futuro”, dichiara Arturo Licenziati, presidente e Ceo di IBSA Group. “Nel corso degli ultimi anni IBSA ha dato il via a una rivoluzione che ha il suo centro nella sostenibilità. Un concetto che riguarda la dimensione economica, sociale e ambientale”.

Con due stabilimenti produttivi e tre laboratori ricerca e sviluppo, IBSA Italy ha consolidato negli anni la propria presenza nel panorama farmaceutico italiano, raggiungendo nel 2023 un fatturato di 355 milioni di euro e oltre 600 collaboratori.

“La nuova sede antares non solo segna un’importante tappa nel nostro processo di crescita e innovazione, ma incarna pienamente la visione e i valori che ci guidano ogni giorno, come la cura per la salute, il benessere delle persone e il rispetto per l’ambiente”, afferma Federico Mautone, Ceo di IBSA Italy.

L’headquarter antares con i suoi 12.200 m2 rappresenta un investimento strategico per il Gruppo IBSA (che aveva già visto nel 2022 la ristrutturazione dell’headquarter svizzero, cosmos) con un focus particolare sulle tecnologie proprie-

tarie dell’azienda, che trovano in Lodi un hub di riferimento a livello internazionale. L’headquarter italiano ospiterà, infatti, il Training Center of Excellence (Trace), il primo centro proprietario di IBSA dedicato all’alta formazione e all’innovazione scientifica rivolta ad esperti e professionisti sanitari di tutto il mondo. Inizialmente focalizzato sulle aree osteoarticolare, medicina estetica e uro-ginecologia, Trace accoglierà una pluralità di eventi, tra cui sessioni formative, masterclass, simposi e incontri dedicati all’approfondimento e allo scambio su specifiche discipline e tecnologie.

“L’ampliamento di antares si inserisce all’interno di un processo di espansione che ha coinvolto anche i nostri stabilimenti produttivi di Lodi e Cassina de’ Pecchi, che oggi supportano la produzione di farmaci, integratori alimentari e dispositivi medici, esportati in oltre 90 Paesi”, spiega Celiberti, General Manager IBSA Italy. “Le tecnologie FilmTec® per i film orodispersibili e Nahyco® Hybrid alla base delle formulazioni di acido ialuronico ultrapuro sono esempi di eccellenza sviluppati in collaborazione con università e centri di ricerca locali”.

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Linde inclusa nel Sustainability Yearbook 2025

Grazie alle sue prestazioni all’avanguardia in ambito sostenibilità, Linde plc è stata inclusa nel Sustainability Yearbook 2025 di S&P Global.

Sulla base della valutazione di sostenibilità aziendale (Corporate Sustainability Assessment) condotta da S&P Global, il Sustainability Yearbook comprende le aziende che si collocano nel top 15% del loro settore per pratiche di busi-

ness sostenibili. Tra 7.690 aziende analizzate, Linde è stata classificata come una delle imprese più sostenibili al mondo e ha ottenuto il punteggio più alto tra tutte le aziende del settore dei gas industriali.

“Le pratiche sostenibili sono integrate in ogni aspetto dell’attività di Linde, dalla riduzione delle emissioni con soluzioni innovative ai progetti per le comunità e a solidi standard di governance”, ha dichiarato Erin Catapano, vicepresidente per la sostenibilità di Linde. “Siamo orgogliosi che S&P Global continui a riconoscere l’impegno dei dipendenti di Linde nel rendere il nostro mondo più produttivo, in modo sostenibile”.

Con i suoi prodotti, tecnologie e servizi, Linde consente ai propri clienti di evitare più di 90 milioni di tonnellate metriche di CO2 equivalenti (CO2e) all’anno, più del doppio delle emissioni globali di Linde stessa. Gli obiettivi climatici di Linde includono un target di riduzione assoluta delle emissioni di gas serra basato su criteri scientifici per il 2035 e l’ambizione di neutralità climatica per il 2050. Linde aderisce al Global Compact delle Nazioni Unite ed è inclusa negli indici FTSE4Good e Dow Jones Best-In-Class (precedentemente noti come Dow Jones Sustainability Indices).

Confindustria Dispositivi Medici festeggia “on the road” i 40 anni

Confindustria Dispositivi Medici, la federazione che riunisce le imprese che producono e distribuiscono dispositivi medici in Italia, compie 40 anni e lancia “Insieme per un Paese in salute”, un percorso in sei tappe lungo tutto l’arco dell’anno. “Il progetto nasce per celebrare e raccontare un settore che genera ricchezza per il Paese e ogni giorno innova, immettendo sul mercato dispositivi per la salute che migliorano la qualità della vita delle persone e forniscono ai medici tecnologie insostituibili per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Nicola Barni. Il settore dei dispositivi medici conta oggi 4.648 imprese, che occupano 130.520 dipendenti e svi-

luppa un mercato di quasi 19 miliardi tra export e mercato interno. Si tratta di un tessuto produttivo dove le piccole imprese convivono con i grandi gruppi, ma è molto vivo anche il mondo delle startup e piccole e medie imprese innovative. Con oltre 1,5 milioni di tecnologie mediche come pacemaker, Tac, RMN, test di laboratorio, soluzioni oftalmiche, sciroppi, integratori, filler, ecografi, ma anche tutte le innovazioni che stanno trasformando il mondo della salute attraverso una rivoluzione tecnologica senza precedenti: dalla stampa 3D alle nanotecnologie, dalla medicina personalizzata basata su biomarcatori e genomica alla telemedicina, dalla robotica alle terapie digitali fino all’intelligenza artificiale. L’iniziativa “Insieme per un Pae-

se in salute” pone l’accento sulle eccellenze territoriali, sul legame con i distretti produttivi e sulla collaborazione con le associazioni del sistema Confindustria, evidenziando l’impatto significativo del settore sia a livello regionale che nazionale. Il progetto si articola, infatti, in un roadshow che, durante il 2025, toccherà quattro regioni – Emilia-Romagna, Puglia, Lombardia e Toscana – per poi concludersi con un evento nazionale a Roma. Di particolare rilevanza la tappa internazionale presso il Parlamento europeo a Bruxelles con l’obiettivo di affrontare il tema della competitività delle imprese.

“Questo anniversario rappresenta un traguardo importante per tutto il Sistema Confindustria, oltre che per Confindustria Dispositivi Medi-

ci, un’associazione che è punto di riferimento per le imprese che operano nel settore della salute e che riveste, quindi, anche un ruolo sociale nel nostro Paese”, ha dichiarato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.

“Dalla visione condivisa di pochi imprenditori che fondarono Assobiomedica – ha dichiarato Nicola Barni, presidente di Confindustria dispositivi medici – siamo cresciuti fino a diventare la principale e più autorevole associazione di categoria del settore. Con questo viaggio attraverso l’Italia vogliamo raccontare l’evoluzione tecnologica dei dispositivi medici, il loro impatto economico e territoriale, e il valore sociale che esprimono attraverso le storie di chi ne beneficia ogni giorno”.

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Gli eccipienti e le materie prime distribuite da Faravelli ti aiutano a raggiungere la formulazione farmaceutica perfetta, proprio quella che stai cercando: funzionale, sicura, efficace, performante. La formula che rende ogni cliente soddisfatto e felice.

“Accompagniamo con competenza globale e sensibilità locale i nostri partner verso scelte innovative, per formulare il futuro con ingredienti e soluzioni affidabili e sostenibili”.

Appuntamenti

LAB Italia 2025 porta a Milano il futuro dei laboratori

Dopo il successo della prima edizione, LAB Italia torna il 17 e 18 giugno 2025 all’NH Milano Congress Centre di Assago. L’evento ha già registrato il tutto esaurito con 75 espositori, confermandosi l’appuntamento di riferimento per il settore laboratoristico italiano.

“LAB Italia nasce per rispondere concretamente alle esigenze del settore”, spiega Paolo Meloni, Sales Manager. “Il tutto esaurito conferma la fiducia che ci è stata accordata e che ci motiva a puntare sempre più in alto”.

I visitatori potranno scoprire soluzioni avanzate per il settore del life science, chimico, farmaceutico, alimentare, ambientale, diagnostico e digitale. Ogni stand

L’AGENDA

Emerson Exchange Americas 19-22 maggio 2025 San Antonio, Usa www.emerson.com/en-us/automation/events/emerson-exchange/2025

CPHI Americas 20-22 maggio 2025 Philadelphia, Usa www.cphi.com/americas/en/home. html

Greenplast

27-30 maggio 2025 Milano www.greenplast.org

Ipack-Ima 27-30 maggio 2025 Milano www.ipackima.com/it

Pharmintech

27-30 maggio 2025 Milano www.pharmintech.it

proporrà demo live e approfondimenti tecnici. LAB Italia 2025 offre un programma ricco e trasversale: 35 interventi tecnici; 4 tavole rotonde su sostenibilità, digitalizzazione, cybersecurity, normative e collaborazioni pubblico-private; 25 contributi da enti, ordini e associazioni di riferimento.

Di seguito i temi di rilievo e (tra parentesi) le organizzazioni coinvolte: nanotecnologie naturali, materiali da scarti industriali, emissione luminosa (CNR); medicina traslazionale, modelli per la ricerca (Cluster Scienze della Vita); nanomedicina e RNA-gene therapy (NanoItaly); bioattivi da ortaggi ed economia circolare in agritech (CREA); diagnosti-

Chemspec Europe 4-5 giugno 2025 Colonia, Germania www.chemspeceurope.com

Simposio AFI 11-13 giugno 2025 Rimini simposio.afiscientifica.it

PCI Days 11-13 giugno 2025 Varsavia, Polonia www.pcidays.pl

Lab Italia 17-18 giugno 2025 Milano www.lab-italia.com

CPHI & PMEC China 24-26 giugno 2025 Shanghai, Cina www.cphi.com/china/en/home.html

ca avanzata, AI e blockchain per la tracciabilità (ENEA-Metrofood); normative sulla cybersecurity in laboratorio (GISI, UNINFO, Bureau Veritas); qualità e incertezze di misura (UNICHIM); One Health, effetti di cannabinoidi e fumo sulla mucosa respiratoria (SIBS); rischio clinico, fasi preanalitiche, AI in citogenetica (SITLab); prove non distruttive in ambito analitico-industriale (AIPND, CICPND, SISNIR). In parallelo si svolgeranno due corsi

ECM: “Laboratori del Futuro: Innovazione, Sostenibilità e AI”, a cura dell’Ordine dei Biologi della Lombardia; “Green Chemistry, Cosmetici, Nutraceutica e Analisi Avanzate”, con l’Ordine dei Chimici e dei Fisici.

Organizzato da Step Exhibitions e LabWorld.it con 16 partner e sei media partner, LAB Italia 2025 è un’occasione per creare relazioni, aggiornarsi e affrontare le sfide dei laboratori.

“LAB Italia vuole essere molto più di una semplice fiera”, conclude Meloni. “È un hub dove tecnologia, formazione e networking si incontrano per generare vero valore”.

MedPharmPlast Europe (MPPE) Summer Conference 1-2 luglio 2025 Lione, Francia medpharmplast-europe.prezly.com

Ilmac

16-18 settembre 2025 Basilea, Svizzera www.ilmac.ch/en

Annex 1 - One year after 18-19 settembre 2025 Firenze www.newaurameeting.it

Powtech Technopharm 23-25 settembre 2025 Norimberga, Germania www.powtech.de/en

AchemAsia 14-16 ottobre 2025 Shanghai, Cina www.achemasia.de/en

Labotec 28-29 ottobre 2025 Parma www.labotec.one/it/home/index.php

CPhI Frankfurt 28-30 ottobre 2025 Francoforte, Germania www.cphi.com

Solids Parma 11-12 febbraio 2026 Parma www.solids-parma.de/it

Cosmofarma Exhibition 8-10 maggio 2026 Bologna www.cosmofarma.com/it

IVS - Industrial Valve Summit 19-21 maggio 2026 Bergamo www.industrialvalvesummit.com

La ricerca clinica fra i focus del Simposio AFI

Torna il 64esimo Simposio AFI, l’evento più importante per la filiera farmaceutica italiana, quest’anno intitolato “Dalla conoscenza alla digitalizzazione per la competitività dell’industria della salute”.

18 sessioni scientifiche, due lectio magistralis (dottor Marcello Cattani, professor Roberto Burioni), numerosi eventi collaterali tra cui i workshop aziendali nella mattina del mercoledì, un’area espositiva creata appositamente per creare opportunità di business e di networking. Una delle sessioni, la terza, che si svolgerà mercoledì 11 giugno dalle 15:15 alle 18:45, è dedicata alla ricerca clinica e ha come titolo: “Digitalizzazione, decentralizzazione, Real World Evidence: come rendere Italia ed Europa competitivi in ricerca clinica”.

Durante la sessione diversi rappresentanti dei gruppi di studio AFI, istituzioni, esperti di diversa provenienza geografica, partendo dai dati pubblicati sull’arruolamento dei pazienti negli studi clinici, discuteranno su come gli strumenti digitali e non – quali ad esempio piattaforme di pre-screening, web, dati Real Word, coinvolgimento del territorio (farmacie, Case della Salute, Medici di Medicina Generale) – possono da un lato favorire l’inclusione dei pazienti negli studi clinici, dall’altro semplificare la loro partecipazione riducendo l’impegno richiesto, ma garantendo al paziente un controllo costante.

Verrà presentato cosa avviene in Italia e qual è lo stato dell’arte in altri paesi.

Si parlerà inoltre di diverse tipologie e strumenti di raccolta dati su prodotti come farmaco, dispositivo medico/IVD, ATIMP, integratori e come l’utilizzo degli stessi dati possa essere reso agevole, descrivendo anche i principali trend evolutivi relativi a Real World Evidence e Real World Data.

Il Simposio è ormai un evento di riferimento per aziende, per imprenditori farmaceutici, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti del mondo accademico.

Sarà possibile iscriversi a pagamento alle sessioni scientifiche e gratuitamente come visitatori per l’accesso all’area espositiva, alle lectio magistralis, alla sessione poster e alla sessione tendenze e fenomeni sociali nella filiera del farmaco.

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Premiato Guido Sebastiani con il Career Development Award

Il gruppo di ricerca

dell’Università di Siena

Il professor Guido Sebastiani, ricercatore nel campo della biologia molecolare e del diabete dell’Università di Siena, ha ricevuto il prestigioso Career Development Award da Breakthrough T1D, principale organizzazione no profit statunitense dedicata al supporto della ricerca internazionale sul diabete di tipo 1, per l’innovativo progetto di ricerca intitolato “DISentangling circulating non-coding RNAs Complexity by tracking their expression and Origin in Type 1 Diabetes (DISCO-T1D)”, condotto dal team di ricerca che opera presso Fondazione Toscana Life Sciences sotto il coordina-

mento del professor Francesco Dotta. Il progetto del professor Sebastiani mira a colmare una lacuna critica nella comprensione della patogenesi del T1D, identificando nuovi biomarcatori di RNA non codificante circolanti nel sangue. Questi biomarcatori hanno il potenziale di rivoluzionare il modo in cui il diabete di tipo 1 viene diagnosticato e trattato, offrendo un approccio di “biopsia liquida” in grado di rilevare la malattia in modo precoce e guidare interventi terapeutici più personalizzati.

Il Career Development Award di Breakthrough T1D è progettato per offrire a scienziati qualificati e promettenti, nelle prime fasi della loro carriera, l’opportunità di affermarsi in ambiti in linea con le strategie di ricerca di Breakthrough T1D. Promuovendo collaborazioni interdisciplinari e sostenendo sia la ricerca di base che quella clinica, Breakthrough T1D mira ad accelerare la ricerca innovativa e le scoperte scientifiche per curare, trattare e prevenire il diabete di tipo 1 (T1D) e le sue complicanze.

La piattaforma che accelera la consegna di trattamenti per malattie oggi incurabili

Boehringer Ingelheim e Veeva Systems hanno annunciato il lancio di One Medicine Platform di Boehringer, piattaforma supportata dall’efficace implementazione di Veeva Development Cloud. La collaborazione One Medicine è stata inizialmente annunciata nel marzo 2022. La piattaforma unificata integra dati e processi nei settori clinico, regolatorio e di qualità, permettendo a Boehringer di semplificare lo sviluppo dei suoi prodotti. Con One Me -

dicine Platform, Boehringer può connettere agevolmente i dati tra le funzioni, ottimizzare l’efficienza dei trial e la collaborazione con i siti di ricerca, accelerando la consegna di nuovi farmaci per trattare malattie attualmente incurabili.

“Insieme a Veeva, Boehringer ha avanzato il suo approccio ai trial clinici, mantenendo il nostro impegno di fornire rapidamente trattamenti innovativi che trasformano la vita dei pazienti

“Ricevere il Career Development Award di Breakthrough T1D è un grande onore e un’opportunità per approfondire la nostra comprensione del diabete di tipo 1”, ha dichiarato il professor Sebastiani. “Questo progetto rappresenta il risultato di oltre un decennio di lavoro collaborativo nel campo e non sarebbe stato possibile senza il supporto del mio mentor il professor Francesco Dotta, del mio straordinario team dell’Università di Siena e dei nostri partner nel consorzio europeo INNODIA”.

“Oggi, nell’era della medicina di precisione, siamo chiamati a sviluppare procedure diagnostiche e trattamenti personalizzati nelle patologie autoimmuni, come il diabete tipo 1, che vedono al loro interno gruppi eterogenei di pazienti”, ha commentato il professor Francesco Dotta, Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Siena. “Il progetto del professor Sebastiani getta le basi per la conoscenza di nuove molecole di RNA, utili per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche e per la scoperta di biomarcatori per la diagnosi e la gestione del diabete tipo 1”.

in tutto il mondo”, ha dichiarato Oliver Fink, head of learning, process and digitalization di Boehringer Ingelheim.

“Veeva Development Cloud fornisce la base tecnologica di One Medicine Platform di Boehringer, offrendo ai nostri team la flessibilità di progettare e condurre studi con maggiore velocità, efficienza e compliance”.

“Collegando i settori clinico, regolatorio e di qualità su Veeva Development Cloud, Boehringer unifica i dati e abbatte i silos tra i team per accelerare lo sviluppo e l’approvazione dei farmaci”, ha affermato Rik van Mol, senior vice president di Veeva Development Cloud.

GUARNIZIONI PER INDUSTRIA chimica e petrolchimica

3355 Copriflangia metallico in AISI 316

Questo tipo di protezione è costituito da una fascia in acciaio di elevatissima qualità e da un multistrato interno di maglia in acciaio che viene compressa contro la flangia stessa, senza presentare alcun punto debole. Questa maglia interna, che è fissata lungo il centro per riempire e lo spazio tra le due facce della flangia, è di fondamentale importanza: diffonde la pressione in modo rapido ed efficiente, ottenendo un rilascio di gocce sicuro e impedisce lo spruzzo diretto e laterale.

3356 Copriflangia SUREBAND CLEAR

Composto unicamente da materiali in PTFE (senza fibra di vetro) con il lato esterno in ETFE trasparente e un multistrato a maglia ETFE all’interno. Questo materiale offre una resistenza chimica senza pari. Tutte le nostre protezioni sono testate sul nostro impianto di prova della pressione idrostatica, certificati di prova disponibili su richiesta. La maglia interna è compressa contro la flangia e impedisce lo spruzzo diretto e laterale. La pressione del liquido all’interno si diffonde rapidamente, ottenendo un rilascio di gocce sicuro.

5100L Lastre in PTFE

Polimero appartenente alla classe dei perfluorocarburi (PFC), derivante da omopolimerizzazione del tetrafluoroetilene. Le stesse lastre possono essere realizzate con aggiunta di altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilità appilcative. In alternativa sono disponibili con aggiunta di cariche a base di vetro, silice, carbonio, bronzo o solfato di bario per incrementare la resistenza meccanica, pneumatica e chimica. Le caratteristiche principali del PTFE sono l’ottima resistenza termica, chimica e un basso coefficiente d’attrito.

Guarnizioni tranciate e fustellate

Nella realizzazione delle guarnizioni in giunto è necessario tener conto di alcuni criteri fondamentali, senza i quali sarebbe impossibile ottenere una perfetta tenuta fra due flange. In particolare, la guarnizione deve rispondere ai seguenti requisiti: adattabilità alle superfici delle flange e alla loro eventuale irregolarità; impermeabilità agli agenti a contatto; resistenza alla pressione specifica, realizzata dai bulloni di serraggio delle flange.

Radiofarmaci: approccio innovativo per coprire fino al 50% del fabbisogno nazionale

L’uso complementare di metodi diversi per produrre radiofarmaci per la diagnostica di diverse patologie, tra cui quelle oncologiche, potrebbe soddisfare circa la metà del fabbisogno nazionale e rendere indipendente il nostro Paese dall’approvvigionamento esterno. A evidenziarlo è uno studio condotto da ENEA e pubblicato su Nature, che analizza tre diverse metodologie per produrre un elemento come il molibdeno-99 (Mo), essenziale nella medicina nucleare per la diagnostica dei tumori.

“Dai risultati della ricerca emerge che l’utilizzo di tre diverse metodologie

può contribuire a creare filiere di produzione di radiofarmaci solide e resilienti composte da impianti compatti e modulari diffusi sul territorio, in grado sia di far fronte alle scarsità manifestatasi dopo la chiusura del reattore a fissione canadese, uno dei principali produttori a livello mondiale, ma anche di rendere il nostro Paese resiliente nei confronti di eventi globali inaspettati, come le pandemie, che possono creare fabbisogni improvvisi e criticità nella filiera”, evidenziano i ricercatori ENEA del Dipartimento Nucleare, Antonino Pietropaolo e Marco Capogni, che hanno firmato lo studio su Nature insieme a Lina Quintieri dello Science and Technology Facilities Council (UK).

I tre metodi di produzione studiati sono:

• tramite ciclotroni, cioè acceleratori di particelle, in grado di produrre direttamente il tecnezio-99m; si tratta di una tecnologia già disponibile, adatta per la produzione diffusa sul territorio e all’interno di ospedali; • con acceleratori lineari di elettroni (e-linac), metodologia in fase di stu-

Steritalia acquisisce il ramo di Steris AST

Steritalia, società partecipata al 100% da Dussmann Service, con sede a Pierantonio (PG) e un fatturato di 24 milioni di euro, ha concluso l’acquisizione del ramo d’azienda della società Steris AST che si occupa di gestione di centrali di sterilizzazione, fornitura di strumentario chirurgico, servizi di re-processing e manutenzione dei di-

spositivi medici riutilizzabili. Grazie a questa operazione Steritalia si posiziona tra i primi player del settore, con il controllo di 3 stabilimenti produttivi a Pierantonio (PG), Mangone (CS) di recentissima realizzazione e Ariccia (RM); 17 Centrali di Sterilizzazione in Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Cam-

dio per produrre molibdeno, che potrebbe essere implementata in modo sostenibile e modulare;

• tramite neutroni da fusione; in pratica attraverso reazioni deuterio-trizio si ottengono neutroni che interagendo producono molibdeno-99. Quest’ultima opzione è risultata più efficiente rispetto alle altre due anche grazie ai brevetti e agli studi condotti da ENEA.

In quest’ultima direzione va il progetto Sorgentina, che riguarda la progettazione di un prototipo di sorgente di neutroni da 14 MeV in via di realizzazione presso il Centro ENEA di Brasimone (Bologna) per la produzione industriale di molibdeno e di altri radioisotopi diagnostici, terapeutici e teranostici: si compone di una sorgente di neutroni, cioè un acceleratore di ioni deuterio/trizio, e un bersaglio rotante, già realizzato, dove avvengono le reazioni di fusione. L’obiettivo del progetto è contribuire alla produzione di radionuclidi per soddisfare parte del fabbisogno nazionale e creare posti di lavoro altamente specializzati. Nell’ambito delle attività, inoltre, ENEA ha anche brevettato un dispositivo in grado di aumentare la resa del processo produttivo dei radioisotopi.

pania, Puglia, Sicilia e Calabria. Inoltre, Steritalia si occupa del noleggio e della gestione strumentario per clienti pubblici e privati.

Il portafoglio di servizi offerti da Steritalia si estende attraverso l’intero processo di fornitura di strumentario chirurgico sterile per strutture sanitarie e ospedali. Ciò include il prelie-

vo quotidiano di set di strumenti chirurgici usati, la loro pulizia e confezionamento in camera bianca, la sterilizzazione il packaging terminale e la conseguente riconsegna entro 24 ore. L’azienda fornisce anche il servizio di noleggio e la manutenzione degli strumenti chirurgici, garantendone la corretta funzionalità.

Conoscenze e strumenti d’avanguardia per l’analisi conto terzi

Il valore aggiunto di AlfatestLab sta nelle competenze elevate e nella strumentazione avanzata messa a disposizione dalla società madre Alfatest. Ne parliamo con la General Manager Alice Brun.

L’essenza dell’attività di AlfatestLab è legata alla profonda conoscenza delle tecniche analitiche e della loro continua evoluzione. Una conoscenza superiore a quella che di solito si trova in un laboratorio conto di Alessandro Bignami

terzi, in quanto AlfatestLab può contare, per le sue attività di analisi, sulla disponibilità della strumentazione d’avanguardia e sugli specialisti degli importanti marchi internazionali distribuiti dalla società madre Alfatest. Per saperne di più sulla missione e i servizi di AlfatestLab, che ha sede a Cernusco sul Naviglio (MI), abbiamo conversato con la General Manager Alice Brun (nella foto a fianco).

Dottoressa Brun, può presentarci brevemente l’azienda?

“AlfatestLab nasce nel 2014 in seno ad Alfatest, società affermata da tre decenni nella distribuzione di strumentazione analitica di importanti marchi internazionali, per i settori delle scienze dei materiali e delle bioscienze. L’essenza della nostra attività risiede nella profonda conoscenza delle tecniche e delle tecnologie analitiche, che è l’elemento che ci caratterizza rispetto a un qualunque laboratorio d’analisi conto terzi. Le nostre tecniche d’analisi sono infatti estremamente avanzate, talvolta

ancora poco diffuse sul mercato oppure utilizzate solo da centri di ricerca e università. La mission di AlfatestLab è molteplice. Una è quella di supportare la vendita degli strumenti distribuiti da Alfatest, svolgendo nel nostro laboratorio dimostrazioni e prove tecniche sui campioni del cliente. Questa attività ci ha permesso di sviluppare una grande esperienza su strumenti all’avanguardia e di comprendere a fondo le diverse esigenze dei clienti. L’altra parte fondamentale del nostro lavoro è il servizio conto terzi, che è ad alto valore aggiunto grazie alla vasta e innovativa strumentazione che Alfatest ci mette a disposizione e al know-how trasmesso negli anni. Il nostro business nell’analisi conto terzi è in crescita, tanto che nel 2018 abbiamo deciso di conseguire da Accredia la certificazione ISO 17025, che stabilisce a livello internazionale i requisiti per la competenza tecnica e l’imparzialità di un laboratorio di prova o di taratura. E dal 2024 abbiamo ottenuto il certificato GMP da AIFA. Un passaggio che

abbiamo ritenuto necessario, perché circa il 40% del nostro fatturato è da anni generato proprio in ambito farmaceutico”.

Quali sono le altre attività che svolgete in campo analitico?

“Siamo in grado di sviluppare e convalidare metodi analitici, decretando il livello di affidabilità di una determinata tecnologia. Eseguiamo servizi di trouble-shooting analitico, ovvero quel processo di identificazione e diagnosi dei problemi che possono verificarsi durante le fasi di produzione di un materiale, ad esempio. Veniamo inoltre consultati per verifiche super partes in caso di contenziosi fra laboratori. Svolgiamo infine percorsi di formazione per i clienti. Tutte queste attività rappresentano i puntini di un disegno complessivo, collegati dalla conoscenza approfondita delle tecniche analitiche”.

In quali campi applicativi operate di più?

“Ci concentriamo soprattutto sulla caratterizzazione di materiali e particelle, in polvere e in qualsiasi dispersione liquida, come creme, gel, sciroppi ecc. Siamo molto presenti anche nel settore dei colloidi impiegati per le applicazioni medicali e il drug delivery, con il supporto di tecnologie esclusive in Italia. Il nostro te-

am comprende anche esperti di bioscienze, che utilizzano tecnologie innovative per la caratterizzazione delle interazioni biomolecolari, la caratterizzazione di vescicole extracellulari Evs e esosomi, o l’imaging di cellule e processi biologici”.

Quali sono le tecniche analitiche che vi vengono maggiormente richieste in ambito farmaceutico?

“Per questo settore è fondamentale la granulometria delle particelle, con le diverse tecnologie collegate: la diffrazione laser, la dynamic light scattering, la microscopia elettronica a scansione (SEM), l’analisi automatizzata d’immagine. Lo studio della mor-

fologia delle particelle è utile a comprendere meglio problematiche varie, come la friabilità di compresse farmaceutiche. Una tecnica avanzata e richiesta in campo farmaceutico è la MDRS (Morphologically Directed Raman Spectroscopy) che effettua insieme la misura delle dimensioni, la morfologia e l’identificazione chimica delle particelle sia in una miscela di polveri sia in una dispersione liquida. Si utilizza efficacemente in operazioni di reverse engineering, quando è necessario quantificare la presenza di un principio attivo e la granulometria di ogni singola polvere presente nella miscela, allo scopo per esempio di ottenere, partendo dall’analisi di un farmaco non più coperto da brevetto, la formulazione di un generico per dimostrare la bio-equivalenza in vitro. Utilizziamo anche strumentazione per la misura dell’area superficiale di polveri e solidi, la reologia delle polveri per studiare l’impaccamento delle polveri o i problemi di scorrevolezza inconsistente, oppure la reologia rotazionale che riguarda più che altro lo studio delle proprietà di scorrimento di liquidi e impasti, e anche uno strumento molto interessante per la misura della granulometria degli spray e aerosol,

Analisi granulometria e morfologia

Analisi granulometria

La tecnica MDRS

(Morphologically Directed Raman Spectroscopy) effettua insieme la misura delle dimensioni, la morfologia e l’identificazione chimica delle particelle sia in una miscela di polveri sia in una dispersione liquida

applicazioni per cui stiamo portando avanti diversi progetti”.

Chi è il vostro interlocutore all’interno dell’azienda farmaceutica?

“I nostri contatti sono prevalentemente il responsabile del controllo qualità e il responsabile della ricerca e sviluppo. Il primo soprattutto per lo sviluppo di metodi analitici, per la validazione e il trasferimento di metodi e per i processi di trouble-shooting. Mentre con l’R&D ci interfacciamo per provare tecniche che il cliente non ha ancora adottato nel proprio laboratorio e per affiancarlo in attività di vera e propria ricerca, fino ad arrivare alle fasi di sviluppo e formulazione”.

“I nostri servizi riguardano analisi complesse e ad alto valore aggiunto, che richiedono una fase preliminare di scambio e approfondimento con il cliente”

Essere una realtà di piccole dimensioni non vi penalizza in uno scenario complesso come quello in cui operate?

“Tutt’altro. La struttura contenuta, al momento formata da uno staff di otto persone, ci consente di essere flessibili e di garantire tempi di risposta rapidi. Consegniamo rapporti di analisi in 10 giorni, che possono scendere a due in caso di necessità. Inoltre, essere piccoli ci ha permesso di mantenere un focus importante sulla relazione interpersonale. Per noi è un valore imprescindibile perché non lavoriamo su analisi di routine e sui grandi volumi, dove basta ricevere un ordine via email e dove le ‘major’ avranno sempre la meglio: i nostri servizi riguardano invece analisi complesse e ad alto valore aggiunto, che richiedono una fase preliminare di scambio e approfondimento con il cliente. Partiamo sempre dal dialogo, al fine di far emergere con chiarezza le problematiche da risolvere e gli obiettivi da raggiungere”.

Come riuscite a trovare personale qualificato?

“È difficile, anche perché siamo una realtà giovane che non può contare sulla capacità attrattiva che esercita una grande società. Per noi è sostanzialmente inevitabile prenderci cura in prima persona della formazione dei nuovi operatori. Anche perché la competenza tecnico-scientifica necessaria per lavorare nel nostro laboratorio è molto elevata. Non basta l’operatore di laboratorio, per quanto bravo e fresco di laurea. Chiediamo un passo in più: per esempio, coltivare uno spiccato senso critico e una capacità di ragionamento e adattamento di fronte alle svariate problematiche tecniche che ci sottopongono i clienti. L’analista deve sapere metterci la propria sensibilità, muo-

versi in autonomia e con un approccio mentale proattivo. Per fare questo, deve prima assorbire ed elaborare, attraverso un lungo training con noi, una serie di conoscenze su tecniche che spesso non sono nemmeno trattate all’università. La formazione dei nuovi operatori è affidata al responsabile del laboratorio e al responsabile tecnico. In più possiamo contare sul supporto di Alfatest e del suo organico, formato da oltre 45 specialisti e tecnici”.

Lavorate anche con l’estero?

“Sì, ma per una piccola quota di fatturato, attorno al 10%. Partecipiamo a fiere internazionali, fra cui CPHI, abbiamo allacciato molti contatti e avviato progetti oltreconfine, in paesi UE, UK e Turchia. A conti fatti però, nel servizio conto terzi, persino nell’ambito del laboratorio d’analisi, continua ad avere un forte peso il fattore prossimità. Perciò la maggioranza dei nostri clienti è situata nel centro-nord Italia”.

Come vede il chimico farmaceutico in Italia e cosa si aspetta dai prossimi mesi?

“Per il 2025, vista la complicata situazione politica mondiale, è naturale attendersi un po’ di contrazione dei mercati. Il clima di paura e incertezza frena gli investimenti. Tuttavia, questo trend può rivelarsi non così negativo per il laboratorio conto terzi. Quelle aziende che tenderanno a rimandare gli ordini di strumentazione innovativa e costosa si appoggeranno probabilmente ai laboratori più avanzati, come il nostro, per le attività di analisi. Il nostro servizio può dunque rivelarsi una soluzione efficace in attesa che il mercato torni a investire nell’acquisto di strumenti”.

Espone a Pharmintech Pad. 2 - C145

Un nuovo approccio alla gestione del dato

Il Compliance Day 2025 ha fatto luce sui tanti aspetti che vanno considerati per assicurare l’integrità e la qualità dei dati nella produzione farmaceutica, in conformità con il quadro normativo e la domanda di mercato sempre più esigenti.

Le nuove sfide nell’ambito della compliance farmaceutica possono essere affrontate solo con una profonda conoscenza dei processi e dei sistemi tecnologici adottati nel tempo. Questi devono essere armonizzati e in grado di restituire in ogni istante una fotografia dettagliata di quanto accade in produzione. Protagonista di questa evoluzione continua è la disponibilità (e la gestione) del dato.

Il Compliance Day 2025 ha dimostrato di essere ancora una volta “sul pezzo”, offrendo una serie di interventi che hanno scandagliato sotto diversi punti di vista le questioni più attuali relative a produzione, monitoraggio e integrità dei dati all’interno dell’industria del farmaco, in conformità con le normative sempre più stringenti.

L’evento – organizzato lo scorso marzo a Cavenago di Brianza (MB) da PVS, Endress+Hauser, Soltech, QualiWare, con la partecipazione straordinaria di Sacco System – ha richiamato un folto pubblico di operatori e specialisti del mondo pharma.

Dal risk assessment alle azioni di remediation

Hanno aperto i lavori Nicolas Livraghi e Andrea Villa di PVS, azienda formata da un team di 50 specialisti che offre servizi di consulenza, convalida, qualifiche, taratura in campo di strumentazione critica di processo. Dal 2017, PVS ha attivato un’unità operativa rivolta alla convalida e all’assistenza tecnica degli analizzatori di carbonio organico totale (TOC) destinate ad acque ultrapure a uso farmaceutico ed elettronico.

I due esponenti sono entrati subito nel vivo della questione al centro della giornata, parlando della gestione del dato e dei sistemi per assicurarne l’integrità e la qualità, con

l’illustrazione di un caso pratico applicato ai reparti produttivi. Hanno sottolineato la necessità di un cambio di approccio. L’attenzione non può più essere rivolta solo ai sistemi che storicizzano i dati, ma deve comprendere le analisi di tutti i sistemi che contribuiscono alla generazione, trasmissione e storicizzazione del dato. Inoltre, l’applicazione della normativa e delle linee guida non può più prescindere dalle funzionalità del sistema: vanno infatti analizzate le funzionalità di ogni singolo sistema o di collegamento fra i vari sistemi. Se la fase 0 è dunque costituta da un inventario dei sistemi di controllo sulle attività produttive, la fase 1 è la definizione dell’impatto GMP di un determinato sistema computerizzato. La fase 2 è l’analisi tecnologica e funzionale mirata a suddividere i sistemi computerizzati in classi di appartenenza. La fase 3 è quella della vera e propria data integrity, con l’analisi dei suoi aspetti e del livello di conformità alle più recenti normative per differenti funzionalità. Dopo la raccolta dei dati viene eseguito un risk assessment per valutare le priorità di intervento e le conseguenti azioni di remediation. I vantaggi di questo nuo-

Il Compliance Day 2025 si è svolto a Cavenago di Brianza (MB) e ha ospitato l’intervento di specialisti di PVS, Endress+Hauser, Soltech, Analysis (Var Group) e Sacco System

vo approccio si possono sintetizzare in tre punti: 1) la fornitura di un documento in grado di analizzare e chiarire, anche durante le ispezioni, quale sia la situazione dei sistemi di controllo nello stabilimento; 2) l’individuazione delle maggiori criticità e delle priorità al fine di intervenire tempestivamente e di dimostrare di averle in gestione: 3) la proposta

di un’ampia gamma di azioni di remediation che non richiedono necessariamente la sostituzione del sistema di controllo o interventi costosi.

Il calcolo MKT

Nicolas Livraghi è stato poi raggiunto da Fabio Acquavita di Soltech (che fa parte di PVS) per ragionare sull’MKT (Mean Kinetic Temperature), quindi sul monitoraggio dei dati critici relativi al controllo della temperatura, soprattutto per i magazzini di stoccaggio a breve termine. In particolare, hanno parlato del progetto “Calcolo MKT”, nato per essere integrato all’interno dei nuovi registratori videografici Memograph M RSG45 di Endress+Hauser. I punti di forza di questa soluzione sono diversi: il database e il calcolo non sono modificabili o accessibili; il sistema è validato CFR21 Part 11 e data integrity; si può espandere fino a 4 Memograph (da 1 a 80 sonde); si possono usare componenti facilmente reperibili sul mercato; è economicamente conveniente. In abbinamento alla soluzione MKT standard, PVS propone il monitoraggio con sistema SCADA. I suoi vantaggi sono la scalabilità (da 1 a x sonde), la flessibilità (Panel PC o PC desktop); l’alto livello di personalizzazione sulle esigenze del cliente.

Servizi a valore aggiunto per l’industria farmaceutica

Maurizio Sobacchi di Endress+Hauser ha parlato di servizi a valore aggiunto a supporto dell’industria farmaceutica. In questo senso, la multinazionale svizzera offre soluzioni per: valutazione del rischio; gestione “like for like”; redazione ed esecuzione dei protocolli IOQ; gestione delle azioni preventive e correttive (CAPA); quality agreement per i sistemi di manutenzione e calibrazione; confidential disclosure agreement; rispetto dei principi ALCOA+;

reliability management; configuration management; tarature sul posto o in laboratorio di strumenti a proprio marchio o di terze parti per le misure di livello, portata, pressione, temperatura, analisi liquidi. Sobacchi ha poi descritto gli avanzamenti in IOT e digitalizzazione per la riduzione di malfunzionamenti e misure errate, oltre che la tecnologia Heartbeat Technology per documentare l’accuratezza delle misure Endress+Hauser con metodo certificato, tracciabile e conforme ISO9001.

Digitalizzare la compliance È stata poi la volta di Massimo Marini di Analysis, azienda da 30 anni sul mercato che ha sviluppato i software QualiWare e Activedoc, di cui è proprietaria. Marini ha fatto luce sulla digitalizzazione della compliance oltre il documentale. Grazie ai tool di sviluppo rapido low-code e ai moduli che caratterizzano le soluzioni software scalabili e personalizzabili QualiWare e Activedoc, l’azienda supporta la compliance e il miglioramen-

to continuo dei processi organizzativi dei clienti. In particolare, QualiWare è una suite completa delle funzionalità indispensabili per informatizzare i sistemi Qualità, Sicurezza e Ambiente, ma anche per strutturare i flussi informativi nelle aree tipicamente non coperte da ERP, MES e CRM. Assicura la compliance dei sistemi di gestione basati su requisiti normativi come ISO 9001, ISO 45001, IATF 16949, BRC, IFS, HACCP. È inoltre conforme e validabile secondo le linee GMP e permette alle aziende farmaceutiche di essere proprietaria e consapevole della digitalizzazione dei suoi processi, anziché subirla. QualiWare mette a disposizione gli strumenti opportuni per gestire record e firma elettronici in conformità con Annex 1 GMP e 21 CFR Part 11. La piattaforma consente di gestire e archiviare i dati critici GMP sempre nell’ottica della data integrity. Importante per il pharma anche la possibilità di registrare le anagrafiche degli strumenti e delle attrezzature, di monitorarli costantemente e di gestire i piani di intervento. La suite permette inoltre di gesti-

re i dati professionali del personale anche in funzione della sicurezza sul lavoro. L’integrazione con il sistema blockchain e con GPT per la consultazione di informazioni potenzia ulteriormente le funzionalità di QualiWare. In particolare, l’applicazione CoDriver, attraverso la tecnologia RAG, consente di porre al sistema domande in linguaggio naturale e ottenere le risposte a partire da tutti i documenti presenti in una o più categorie. È possibile inoltre estrarre informazioni strutturate da qualsiasi tipo di documento, fra cui: fatture, DDT, bollette, attestati, etichette, certificati ecc. Permette anche di ottenere il riesame di Qualità riguardo audit, non conformità, CAPA e formazione. CoDriver è poi in grado, partendo da un semplice prompt, di elaborare una bozza della periodical review, sulla base delle informazioni archiviate nel sistema, e di trasformarla in processi proattivi in linea con i requisiti normativi.

Un’eccellenza biotech

Ospite speciale del Compliance Day 2025 è stata Sacco System, rappresen-

tata in sala da Serena Terzino e Gabriele Gaetani. L’azienda è un’eccellenza nel campo biotecnologico, specializzata nella ricerca, sviluppo e produzione di soluzioni biotech naturali e innovative – come fermenti lattici, probiotici, enzimi e altri ingredienti – per i settori alimentare, nutraceutico, farmaceutico e agro-veterinario. Terzino e Gaetani hanno descritto il progetto dell’impianto Z2 presso lo stabilimento della divisione CSL a Zelo Buon Persico, in provincia di Lodi, in gran parte dedicato alla produzione farmaceutica. Partner del progetto sono stati Process Service per l’ingegneria, Endress+Hauser per la parte di commissioning e tarature, PVS per qualifiche e risk analysis. Anche QualiWare è un partner consolidato di Sacco System, per la digitalizzazione delle procedure operative, la registrazione delle attività di training del personale e l’implementazione dei principi ALCOA+.

Software e automazione per alzare la qualità e ridurre i rischi nel pharma

Ha chiuso la carrellata di interventi Giulia Gorgone di Endress+Hauser, che ha tirato le somme sull’essenzialità della data integrity per garantire la sicurezza e l’efficacia dei farmaci. Ha fatto il punto sull’aggiornamento della guida GAMP5, che prevede un maggiore utilizzo di software e automazione per il controllo, la qualità e la riduzione dei rischi. Ha affrontato inoltre alcuni aspetti della transizione dall’approccio CSV (Computer System Validation), basato soprattutto su checklist e molta documentazione, a quello CSA (Computer Software Assurance), che si focalizza di più sul pensiero critico e la gestione del rischio. Ha infine descritto la spettroscopia Raman di Endress+Hauser che, in linea con il metodo PAT (Process Analytical Technology) promossa dal-

la FDA per il monitoraggio in tempo reale dei processi farmaceutici, può fornire un contributo significativo alla convalida dei dati, migliorando la previsione, l’affidabilità e la conformità ai requisiti regolatori.

Forte interesse per i temi trattati Il Compliance Day 2025 ha restituito immediatamente un feedback positivo agli organizzatori, anzitutto con la permanenza della quasi totalità dei partecipanti alla sessione pomeridiana, che ha visto un confronto vivace con domande e risposte sui temi toccati nel corso della mattina. Anche la compilazione anonima del questionario consegnato a fine giornata ha confermato un diffuso apprezzamento verso l’evento, giudicato “ottimo” dal 64% dei partecipanti e “buono” dal restante 36%. Tra gli argomenti che hanno destato il maggiore interes-

Il risk assessment, la digitalizzazione della compliance, la gestione e il controllo del dato in continuo sono stati tra i temi che hanno destato il maggiore interesse della platea

se, secondo il sondaggio, figurano il risk assessment, la digitalizzazione della compliance, la gestione e il controllo del dato in continuo, il calcolo MKT, l’Heartbeat Technology e la spettroscopia Raman. Preziosi anche i suggerimenti lasciati dal pubblico sui temi che vorrebbero approfondire in futuro: per esempio, l’intelligenza artificiale applicata alle calibrazioni e alle qualifiche, le nuove tecnologie disponibili per affrontare le normative sempre più esigenti, i sistemi di gestione per il monitoraggio del magazzino. Tanti spunti su cui lavorare, insomma, per la prossima edizione del Compliance Day.

Flessibilità e fidelizzazione per una setacciatura su misura

Emilos realizza vibrovagli personalizzati e con materiali di qualità, garantendo una lavorazione precisa e tempistiche di esecuzione e consegna ridotte.

te la progettualità e l’innovazione all’interno della società.

In Italia, Emilos offre prove di setacciatura gratuite, permettendo ai clienti di individuare con precisione il modello di vibrovaglio più adatto alle proprie esigenze. Grazie a un ciclo di produzione interno, l’azienda realizza vibrovagli interamente personalizzati, garantendo qualità assoluta e un funzionamento ottimale, progettato su misura per ogni utilizzatore.

Una serie per applicazioni con alti standard igienici

Emilos nasce oltre 35 anni fa a Cavriago, in provincia di Reggio Emilia, con l’obiettivo di migliorare il settore della setacciatura, portando soluzioni all’avanguardia e innovazioni tecnologiche per ottimizzare la selezione dei prodotti. L’azienda affonda le sue radici alla fine degli anni ‘70 grazie all’intuizione e alla determinazione del fondatore, Luigi Solimè. Fin dagli esordi, Emilos si è distinta per la capacità di anticipare le esigenze del mercato, sviluppando tecnologie sempre più avanzate. Uno dei punti di forza dell’azienda è la flessibilità operativa, che le consente di ottenere risultati immediati e di adattarsi rapidamente alle richieste del cliente. Il contatto diretto con le problematiche specifiche di ogni committente stimola costantemen-

La fidelizzazione della clientela rappresenta un motivo di orgoglio per Emilos, che continua a distinguersi per l’elevato standard qualitativo dei propri macchinari. L’intera produzione è rigorosamente Made in Italy, con una realizzazione completamente interna che garantisce il massimo controllo sulla qualità e sull’affidabilità del prodotto finito.

Soluzioni su misura per ogni esigenza Emilos fornisce soluzioni per ogni tipo di problematica legata alla vagliatura. La gamma dei vibrovagli proposti varia da un diametro minimo di 450 mm fino a un massimo di 1800 mm, garantendo prestazioni elevate anche nelle setacciature più complesse. Grazie a motovibratori di alta qualità, i macchinari Emilos sono progettati per un funzionamento continuo, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.

Tra i principali punti di forza dell’azienda si annoverano la progettazione e realizzazione di vibrovagli personalizzati, una qualità superiore dei materiali impiegati, la precisione della lavorazione, la longevità dei macchinari e tempistiche di esecuzione e consegna estremamente ridotte.

Uno delle soluzioni di punta di Emilos per l’industria farmaceutica e alimentare è la serie CRX, a una o più reti filtranti, particolarmente indicata per la setacciatura di prodotti solidi o liquidi poiché privo di zone di ristagno, per la setacciatura di prodotti densi, viscosi, liquidi e di difficile trattamento. Un suo punto di forza è il motovibratore che, essendo molto vicino alla rete, offre alte prestazioni. Di marca Emilos, il motovibratore sprigiona un moto tridimensionale (sussultorio, ondulatorio e rotatorio), tale da mantenere pulita e disintasata la rete filtrante. Il vibrovaglio può essere corredato di coperchio ed è disponibile nella versione con basamento o carrello. È disponibile nei diametri 600, 800, 900, 1200 mm, con contenitore conico rovesciato con bombatura esterna monolitica. È costruito in acciaio inox aisi 316L nelle parti a contatto con il prodotto e 304L nelle restanti parti. È di facile installazione, pulizia e manutenzione, oltre che di altezza complessiva ridotta. La sostituzione della rete filtrante può essere eseguita rapidamente e in totale autonomia. È adatto a produzioni con portate orarie molto elevate. La versione con le ruote è molto leggera e pratica negli spostamenti. La fascia di contenimento prodotto è priva di angolare, con rete filtrante a tutto campo. Emilos continua a essere un punto di riferimento nel settore della setacciatura, unendo tradizione e innovazione per offrire prodotti di qualità superiore e pensati per esigenze specifiche.

Modello CRX ribassato
Vibrovaglio CRX

Sistemi ad alto contenimento per la produzione di API e HAPI

Italvacuum ha sviluppato soluzioni avanzate di carico e scarico ad alto contenimento per i suoi essiccatori industriali rotativi sottovuoto. Garantendo così sicurezza, versatilità ed efficacia nella lavorazione dei principi attivi.

Negli ultimi anni la produzione e l’applicazione di Active Pharmaceutical Ingredient (API) e Highly Active Pharmaceutical Ingredient (HAPI) hanno registrato un crescente interesse nel settore farmaceutico.

Queste sostanze attive ad alta concentrazione, impiegate nella produzione di farmaci, si caratterizzano per la loro capacità di agire su specifiche cellule nel corpo, risultando estremamente efficaci anche a dosi molto basse. Un numero sempre maggiore di prodotti chimico-farmaceutici viene oggi classificato in queste categorie.

Essiccatori

rotativi

nell’area di montaggio dello stabilimento produttivo di Italvacuum a Borgaro Torinese

L’importanza della sicurezza e del contenimento

Le esigenze del mercato sono in continua evoluzione, richiedendo attrezzature sempre più sofisticate, personale con elevata specializzazione e l’implementazione di procedure rigorose con controlli mirati alla sicurezza. Il contenimento rappresenta un aspetto cruciale nella gestione di questi prodotti. Data la loro elevata concentrazione, API e HAPI richiedono una gestione molto attenta per: tutelare la sicurezza degli operatori; ridurre al minimo gli sprechi, considerando il loro elevato valore economico e strategico; assicurare la qualità e la sicurezza del farmaco. La flessibilità costituisce un criterio determinante nella scelta del sistema

di contenimento: la capacità di gestire prodotti diversi e di adattarsi a future esigenze produttive rappresenta un requisito imprescindibile.

Classificazione e gestione dell’esposizione: OEL e OEB

Per garantire la sicurezza degli operatori, sono stati definiti specifici limiti OEL (Occupational Exposure Limit), che stabiliscono le soglie massime di concentrazione di prodotto per metro cubo d’aria entro le quali un operatore può lavorare per 8 ore senza rischi.

Le classi OEB (Occupational Exposure Band) definiscono il livello di contenimento necessario in base alla pericolosità del principio attivo, strutturandosi in cinque livelli:

• OEB 1: Sistemi aperti con estrazione locale (>1000 µg/m³).

• OEB 2: Downflow booth, sistemi di contenimento a valvole (100-1000 µg/m³).

• OEB 3: Split valve, downflow booth, cone valve drum containment (10-100 µg/m³).

• OEB 4: Isolatori, split valves, cone valve drum containment, continuous liners (1-10 µg/m³).

• OEB 5: Isolatori, split valves con estrazione/lavaggio dedicato, drum containment (<1 µg/m³).

I farmaci API ed HAPI, in particolare quelli destinati a terapie oncologiche, richiedono generalmente classificazioni OEB 4 e OEB 5, data la loro elevata attività e/o tossicità.

Soluzioni ad alto contenimento

Per garantire la massima sicurezza nella gestione di API e HAPI, Italvacuum, azienda leader nella produzione, dal 1939, di essiccatori sottovuoto e pompe da vuoto per l’industria farmaceutica e della chimica fine, ha sviluppato avanzati sistemi di contenimento per i suoi essiccatori industriali rotativi CRIOX® System e BiEVOLUTION. Questi sistemi prevedono un’interfaccia chiusa e perfettamente isolata, che minimizza il rischio di contaminazione ambientale durante le fasi di carico e scarico.

Il sistema si basa su una valvola atti-

va e una valvola passiva, progettate per garantire la sigillatura delle stazioni di carico e scarico. La valvola attiva, dotata di attuatori, viene installata su una struttura in acciaio o su elementi di orizzontamento in calcestruzzo armato. La valvola passiva, progettata per processi sottovuoto, viene montata direttamente sull’essiccatore rotativo.

Gli essiccatori sono ottimizzati per garantire un’essiccazione uniforme grazie alla loro camera biconica rotante, che assicura un rimescolamento omogeneo e un rivoluzionamento continuo della massa trattata. Il funzionamento in sottovuoto li rende particolarmente adatti all’essiccazione di masse umide provenienti da processi di centrifugazione o filtrazione.

Tecnologia e funzionamento

La valvola attiva, elemento fondamentale del sistema, comprende l’alloggiamento della guarnizione, la guarnizione stessa e il semi-disco della valvola. I perni di bloccaggio a baionetta installati nella flangia attiva assicurano il corretto centraggio con la valvola passiva. Tutti gli azionamenti sono equipaggiati con micro fine-corsa per la gestione automatizzata delle sequenze operative. Il soffietto, collegato direttamente alla piastra di base, segue la corsa dei cilindri pneumatici durante le operazioni di aggancio e sgancio. La valvola passiva, priva di attuatori propri, viene montata sull’essiccatore e presenta una struttura speculare. L’accoppiamento dei semi-dischi permette un azionamento simultaneo sicuro durante le fasi di carico del prodotto umido e scarico del prodotto secco.

Performance e conformità Il sistema garantisce valo ri OEL <1μg/m³, risultando conforme ai requisiti OEB 4 ed OEB 5. Le valvole pos sono essere realizzate in acciaio inossidabile o leghe di nickel, con diverse opzioni per i materiali non metallici a contatto (EPDM, PTFE). Il sistema di contenimento è completamente integrato nel controllo hardware e software degli essiccatori, garantendo un processo automatizzato sicuro ed efficiente.

Butterfly Valve di Andocksysteme

Una partnership strategica Italvacuum collabora con Andocksysteme, protagonista internazionale nei sistemi di contenimento ad alte prestazioni per l’industria farmaceutica, attraverso il suo distributore ufficiale in Italia, Exonder. Questa partnership integra le Split Butterfly Valve (SBV) e i sistemi di trasferimento sicuro per polveri HPAPI negli essiccatori, garantendo il massimo livello di contenimento (OEB 5).

Conclusioni

Gli essiccatori rotativi Italvacuum CRIOX® System e BiEVOLUTION, realizzati con superfici interne lucidate a specchio (rugosità <0,4 μm), abbinati al sistema ad alto contenimento, rappresentano una soluzione versatile ed efficace per i processi di essiccamento sottovuoto di API ed HPAPI. La tecnologia consolidata si adatta alle più diverse condizioni di processo, garantendo sempre i massimi standard di sicurezza e qualità. Si possono chiedere maggiori informazioni scrivendo a: marketing@italvacuum.com.

Scala OEB
Installazione di un essiccatore rotativo in coppia con Split valve
Split

Data Integrity nel monitoraggio delle acque farmaceutiche: tra normative e soluzioni

La conservazione e l’integrità dei dati nell’industria farmaceutica richiedono controlli rigorosi e una cultura che promuova una buona governance delle informazioni. Swan Analytical Instruments aiuta a rispondere ai crescenti requisiti del settore con alcune soluzioni, come il nuovo analizzatore AMI-II LineTOC Compact e il software Swan Guard.

Nell’industria farmaceutica, i dati analitici generati durante l’intero ciclo di produzione di un farmaco devono essere conservati per molti anni. Tali informazioni sono la prova che quanto prodotto è sicuro per il consumo. Questi dati possono

essere archiviati come:

• documenti cartacei;

• stampe collegate a documenti elettronici sottostanti;

• documenti elettronici firmati elettronicamente.

Ci sono diverse regole da seguire per avere documenti validi. I requi-

siti per il controllo dei record e delle firme elettroniche sono indicati nel Titolo 21 CFR Part 11, emesso dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti.

La FDA 21 CFR Part 11 è stata creata per garantire l’uso corretto e armonizzato dei record elettronici e delle firme elet-

troniche. Di conseguenza, le firme elettroniche hanno ottenuto l’equivalenza legale con le tradizionali firme autografe su carta. La FDA 21 CFR Part 11, talvolta chiamata semplicemente Part 11 o 21 CFR o similare, è una delle normative più importanti per la produzione farmaceutica. Le norme si applicano a tutti i prodotti farmaceutici fabbricati negli Stati Uniti e a quelli fabbricati altrove ma distribuiti negli Stati Uniti, il che conferisce loro rilevanza internazionale.

In modo molto simile, l’Annex 11 dell’Unione Europea (UE) per i sistemi computerizzati ha un impatto sui produttori di farmaci che esportano o che fabbricano prodotti all’interno dell’Unione Europea.

Cosa ci si può aspettare dal proprio produttore di strumentazione?

Un mondo senza carta, con una gestione completamente elettronica dei dati, promette risparmi sui costi grazie a una maggiore efficienza, riducendo la manipolazione e la necessità dello stoccaggio fisico. I processi “paperless” sono attraenti e sono sempre più numerosi. La maggior parte dell’implementazione della FDA 21 CFR Part 11 e dell’Annex 11 dell’UE spetta all’utente finale e deve essere definita e gestita secondo le regole di governance dei dati imposte dall’azienda.

Mentre il produttore ha la piena responsabilità legale nello sviluppo e nella produzione di farmaci in conformità a una serie di leggi, regole e standard, i produttori di strumentazione possono supportare l’utente finale con l’implementazione di alcune caratteristiche fondamentali:

• gestione degli utenti sullo strumento, comprese le firme elettroniche;

• audit trail di tutte le attività eseguite sullo strumento;

• dati coerenti e completi, compresa la cronologia delle calibrazioni, i metadati, ecc.

Cosa significa questo per i dispositivi di misura e monitoraggio?

L’industria farmaceutica e i settori correlati, regolamentati in modo analogo, perseguono soluzioni che proteggono i dati da manipolazioni non autorizzate, siano esse buone, cattive o non intenzionali.

È importante rendersi conto che nessun sistema protegge completamente i beni o la proprietà intellettuale, comprese le informazioni, garantendo un livello di sicurezza dei dati del 100%.

Gli errori accadono e il sabotaggio industriale è una realtà. La migliore protezione è data dal “vivere” una cultura

L’acronimo ALCOA++ definisce un quadro di riferimento per ottenere l’integrità dei dati, particolarmente importante per le industrie regolamentate

Attribuibile: registra la persona o il sistema che ha eseguito un’attività.

Leggibile: i dati devono essere leggibili durante l’intero ciclo di vita del record.

Contemporaneo: l’acquisizione dei dati deve avvenire contestualmente all’attività.

Originale: il record è originale oppure è una sua copia certificata conforme.

Accurato: non sono presenti errori di redazione senza modifiche documentate.

In aggiunta ai principi fondamentali di ALCOA, i dati devono anche essere: Completi: tutti i dati, inclusi tutti i test, le ripetizioni o le analisi, devono essere documentati.

Coerenti: tutti i componenti dell’analisi,

come una sequenza di eventi cronologici, devono essere documentati.

Duraturi: un record sostenibile (documentato sistematicamente) in un sistema convalidato.

Disponibili: i dati devono poter essere accessibili per revisione, audit o ispezione durante tutto il loro ciclo di vita.

L’insieme di questi principi aiuta le organizzazioni a rispettare l’ALCOA+. Più recentemente, le linee guida EMA sui sistemi computerizzati hanno aggiunto un decimo criterio ALCOA, rendendolo ALCOA++:

Tracciabilità: i dati sono tracciabili durante tutto il loro ciclo di vita, comprese eventuali modifiche.

Nota bene: Se anche uno solo degli elementi elencati non è soddisfatto, il criterio di integrità dei dati non viene rispettato.

Figura 1 - Analizzatore in continuo AMI-II LineTOC Compact

Figura 2 - La conformità a FDA 21 CFR Part 11 e all’Annex 11 UE viene ottimizzata grazie all’impiego del software per la gestione dei dati Swan Guard

aziendale che propaghi una buona governance dei dati. Chi è autorizzato a fare cosa sui vostri strumenti?

Le procedure standard per limitare l’accesso fisico alle apparecchiature di monitoraggio o ai relativi dati sono di competenza dell’azienda farmaceutica. Per proteggere il vostro strumento da operazioni non qualificate potete chiuderlo in una stanza dove ha accesso solo l’amministratore, oppure implementare una gestione degli utenti come raccomandato dall’International Society of Pharmaceutical Engineering (ISPE) nella sua Good Automated Manufacturing Practice (GAMP) Guide 5, il che significa implementare:

• livelli gerarchici;

• complessità e cronologia delle password;

• regole per i nomi utente relative all’unicità e alla scadenza.

Per il login, l’autenticazione e la firma elettronica, devono essere applicati codici di sicurezza a due fattori. Ogni combinazione di identificazione utente

e password deve essere unica.

Per quanto riguarda la gerarchia degli utenti, esistono soluzioni semplici, come la regola seguita da Swan Analytical Instruments:

1. Livello 1 amministratore: può leggere, scrivere, cancellare dati e creare profili.

2. Livello 2 responsabile della manutenzione: può leggere e scrivere i dati.

3. Livello 3 operatore: può solo leggere i dati.

Data integrity e monitoraggio in continuo del TOC

Il monitoraggio del TOC (Total Organic Carbon) nelle acque farmaceutiche è uno dei parametri cruciali e richiede spesso un monitoraggio in continuo. Tale parametro aspecifico riporta il peso in parti per miliardo (ppb) di carbonio derivante dalle sostanze organiche presenti nell’acqua. Nell’ottica di un costante miglioramento tecnico, Swan Analytical Instruments ha sviluppato l’analizzatore in continuo AMI-II

LineTOC Compact (figura 1), una nuova versione che si affianca al collaudato modello precedente. La nuova piattaforma AMI-II si arricchisce di ulteriori caratteristiche in grado di rispondere in modo semplice ai crescenti requisiti del settore farmaceutico. La conformità a FDA 21 CFR Part 11 e all’Annex 11 UE viene ottimizzata grazie all’impiego di un intuitivo software per la gestione dei dati, Swan Guard.

Garantire l’integrità dei dati in modo semplice

Per tracciabilità si intende la possibilità di risalire a chi ha fatto cosa, quando ed eventualmente perché. La data integrity va oltre: se la vostra organizzazione segue le regole ALCOA, ALCOA+ o addirittura ALCOA++ (vedi il box nella pagina precedente), avete la garanzia che state lavorando con dati completi, leggibili e originali. Inoltre, questo livello di qualità è quello che si aspettano i revisori della FDA e vi permetterà di evitare una Warning Letter. Soluzioni come il nuovo software Swan Guard per PC crittografano i dati critici, in particolare l’audit trail, la cronologia di calibrazione e l’SST (System Suitability Test), per renderli sicuri. Questa soluzione a prova di manomissione copre tutti i metadati, come la data e l’ora, i dati grezzi, l’ID dello strumento e i nomi degli iniziatori dell’azione, in conformità con ALCOA++. Ma è facile da usare.

Ciò che rende Swan Guard sicuro e per molti versi unico, sono le seguenti caratteristiche:

• Lo strumento genera dati criptati che possono essere convertiti solo in rapporti PDF certificati e protetti.

• La firma elettronica evita la creazione di rapporti non autorizzati (vedi figura 2 per un esempio di un rapporto valido).

• Qualsiasi manomissione dei dati, anche di un solo carattere, comporta il rifiuto del rapporto.

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I dispositivi con filtro Dräger Parat proteggono l’operatore da gas tossici industriali, fumi, vapori e particolati per almeno 15 minuti. Basta aprire la confezione, estrarre il cappuccio e indossarlo per poi evacuare l’area pericolosa.

Cappucci di emergenza per una fuga sicura in 3 mosse

Icappucci di emergenza sono dispositivi che consentono l’evacuazione da zone pericolose in sicurezza. Devono rispondere a tre requisiti fondamentali: poter essere estratti ve-

locemente dalla custodia, essere facili da indossare e offrire la massima protezione. Durante gli interventi il cappuccio di emergenza è normalmente fissato alla cintura dell’operatore o, in

alternativa, si può indossare a tracolla. Per questo motivo, una particolare attenzione è riservata anche all’ergonomia e al comfort dell’imballaggio che può essere rigido (garantendo protezione contro polvere

pure morbido (protezione dalla polvere a norma IP5).

Dräger ha sviluppato i cappucci di emergenza con filtro PARAT® in stretta collaborazione con gli utilizzatori, con l’obiettivo di consentire la fuga dalla zona di pericolo nel modo più rapido possibile. Grazie al comfort ottimizzato, alla custodia robusta e al filtro sigillato, il cappuccio è in grado di proteggere l’operatore per almeno 15 minuti da gas tossici industriali, fumi, vapori e particolati.

L’azienda, leader a livello internazionale nel settore della tecnologia medica e della sicurezza, ha studiato un sistema particolarmente innovativo e intuitivo: aprendo la custodia morbida o rigida, il tappo si stacca automaticamente dal filtro, sospingendolo verso l’esterno in posizione di utilizzo, per un’immediata applicazione del cappuccio. Grazie alla bardatura elastica interna, non è necessaria nessun’altra regolazione. Basta semplicemente aprire la confezione, estrarre il cappuccio e indossarlo per poi evacuare l’area pericolosa. La serie di cappucci di emergenza Dräger Parat è disponibile in tre versioni: Parat 4700 (per aree industriali), Parat 5500 (per fuga in caso d’incendio) e Parat 7500 (sia per aree industriali sia per fuga in caso d‘incendio).

I cappucci di emergenza sono dotati di filtri combinati potenti, in grado di proteggere efficacemente da un’ampia gamma di gas tossici indu striali e/o fumi, vapori e particolati, a seconda della versione. I filtri so no omologati a norma EN 403:2004 per i cappucci di emergenza in caso di incendio e/o DIN 58647-7 per i cappucci con filtro per aree in dustriali. Inoltre, le versioni per aree industriali sono testate se condo la norma 14387:2004 per i filtri antigas e combinati. Per garantirne la sicurezza per tutta la lunga dura ta di servizio, il filtro è sigillato ermeticamente con due appositi tappi. Cambiando il filtro dopo otto anni, si prolunga la du -

rata utile del cappuccio di emergenza Dräger Parat fino a 16 anni. Dräger offre un servizio di sostituzione dei filtri o, in alternativa, un training qualificato per i dipendenti dell’azienda utilizzatrice. Nella progettazione e realizzazione delle custodie, morbi

Durante gli interventi il cappuccio di emergenza è normalmente fissato alla cintura dell’operatore o, in alternativa, si può indossare a tracolla

Per l’utilizzo del dispositivo, Dräger ha studiato un sistema intuitivo: aprendo la custodia morbida-o rigida, il tappo si stacca automaticamente dal filtro, sospingendolo verso l’esterno in posizione di utilizzo, per un’immediata applicazione del cappuccio

za Dräger Parat, è stata posta la massima attenzione all’ergonomia e al comfort. Durante gli interventi, il cappuccio di emergenza si può fissare a scelta tramite cintura, tracolla, clip di fissaggio in cintura o a coccodril lo. Per la custodia rigida Hard Case è disponibile inoltre uno speciale supporto a parete. Inoltre, le cu stodie dei cappucci di emergen za Dräger Parat, grazie alla loro robustezza, proteggono il dispo sitivo da eventuali danni.

Altre caratteristiche importanti: il colore del cappuccio è molto acce so e visibile; la valvola di espirazio ne convoglia l’aria espirata dall’inter no del cappuccio direttamente all’e sterno; la visione è estesa grazie alla visiera specificamente conformata e al rivestimento antiappannante; l’ergonomia è enfatizzata dalla forma della semimaschera interna, studiata per adattarsi a qualsiasi viso; il collarino è in tessuto flessibile.

Come accennato, sono disponibili due tipi di custodie: la versio-

Dräger Parat 5520

ne morbida Soft Pack, che protegge dalla polvere (IP5); e la versione rigida Hard Case, che protegge anche da eventuali spruzzi (IP54). Entrambi i tipi di custodia dispongono di una finestra di controllo per verificare la data di scadenza del filtro e lo stato del dispositivo. Il sigillo di sicurezza posto sulla chiu-

Tecnologia per la vita

Dräger è un’azienda leader a livello internazionale nel settore della tecnologia medica e della sicurezza. I suoi prodotti proteggono, sostengono e salvano vite. Fondata nel 1889, Dräger ha raggiunto nel 2024 un volume d’affari a livello mondiale di circa 3,4 miliardi di euro. L’azienda di Lubecca è rappresentata in più di 190 paesi e conta globalmente più di 16.000 dipendenti. Per ulteriori informazioni visitare: www.draeger.com.

sura della custodia garantisce che non sia stata aperta.

Per i cappucci Parat di emergenza in caso d’incendio, sono disponibili due ulteriori tipi di custodia. Il Parat 5550 con custodia e tasca ignifughe è l’unico cappuccio di emergenza in caso d’incendio approvato per l’uso insieme agli autorespiratori Dräger. In alternativa, il Parat 5510 Single Pack, fornito in una compatta scatola di cartone e con tappo filtro standard, può essere riposto in poco spazio a bordo dei mezzi antincendio.

Progettata una nuova custodia morbida

Attenta alle esigenze dell’utilizzatore finale, Dräger ha riprogettato la custodia morbida “Soft Pack“ per renderla ancora più performante e confortevole. Realizzato con un materiale particolarmente robusto e facile da pulire con un panno umido, l’imballaggio è dotato di una fascia riflettente per una visibilità ottimale. Sulla linguetta di protezione è presente, sulla parte frontale, un pittogramma che illustra il campo di applicazione e il tipo di filtro. Sollevandola è inoltre possibile vedere la finestra trasparente per il controllo della data di scadenza, mentre sul retro sono riportate informazioni sull’omologazione e un QR Code che rimanda al sito web Dräger. Il sigillo di sicurezza rimane protetto sotto la linguetta nella parte superiore della custodia e si rompe automaticamente in fase di apertura, consentendo un utilizzo immediato del dispositivo di fuga.

Proteggere l’industria dalle esplosioni

StuvEx fornisce sistemi avanzati contro le esplosioni per tutelare lavoratori e impianti nell’industria italiana, regolata da rigide normative di sicurezza e ad alta densità di produzioni, come quelle chimico-farmaceutiche e alimentari, che trattano sostanze infiammabili.

Nei settori che spaziano dall’oil & gas alla farmaceutica, il rischio di esplosioni è una preoccupazione costante. Per le aziende che operano in ambiti in cui vengono gestite sostanze infiammabili, proteggere i lavoratori, le attrezzature e i beni materiali da potenziali esplosioni è di fondamentale importanza. È qui che entrano in gio-

co le soluzioni per la sicurezza contro le esplosioni, e una delle aziende che si distingue in questo campo cruciale è StuvEx. Specializzata in sistemi di protezione contro le esplosioni, StuvEx offre una vasta gamma di soluzioni pensate appositamente per soddisfare le esigenze del mercato italiano, noto per la sua elevata attività industriale e per le rigide normative in materia di sicurezza.

Sistemi conformi ATEX per uno scenario industriale complesso ed esigente

L’Italia ospita una grande varietà di industrie, tra cui quelle, chimiche, alimentari, estrattive ed automobilistiche. Molti di questi settori utilizzano gas, liquidi e polveri infiammabili che, se non gestiti correttamente, possono rappresentare gravi rischi per la vita umana e per i beni aziendali. Le statistiche dell’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) evidenziano l’importanza della sicurezza nei settori industriali italiani, riportando centinaia di infortuni all’anno dovuti a esplosioni e incendi sul luogo di lavoro.

L’Italia ha regolamenti severi per garantire la sicurezza degli impianti industriali. Una delle normative chiave è la Direttiva ATEX (Atmosphères Explosibles), che obbliga i datori di lavoro ad adottare le precauzioni necessarie per prevenire le esplosioni in aree dove potrebbero verificarsi atmosfere esplosive. La direttiva ATEX impone l’uso di attrezzature specifiche che possano funzionare in ambienti pericolosi senza innescare esplosioni, fissando standard di sicurezza molto elevati. Per rispettare queste normative e prevenire incidenti catastrofici, le aziende devono affidarsi a soluzioni affidabili che garantiscano conformità e prestazioni. StuvEx è all’avanguardia in questo ambito, offrendo una gamma completa di prodotti e servizi per offrire la massima sicurezza alle industrie italiane.

Dalla consulenza al supporto tecnico

Fondata con l’obiettivo di fornire soluzioni all’avanguardia, StuvEx si è costruita una solida reputazione nel campo della sicurezza contro le esplosioni. Grazie a una lunga esperienza, l’azienda ha maturato una profonda conoscenza delle complessità e delle sfide

che gli impianti industriali affrontano negli ambienti potenzialmente esplosivi. StuvEx è impegnata a offrire soluzioni innovative ed efficaci anche per il mercato italiano.

L’azienda fornisce un servizio completo, che va dalla consulenza alla valutazione dei rischi, fino alla fornitura e manutenzione delle attrezzature, garantendo un supporto continuo. È specializzata nella protezione contro le esplosioni sia in atmosfere gassose che polverose, aiutando le aziende a mitigare i rischi di incendi, esplosioni e altri pericoli nei settori della chimica, alimentare, farmaceutico e molti altri.

La gamma dei prodotti StuvEx propone una gamma di prodotti progettati per proteggere le in-

Un partner completo per la sicurezza

La sicurezza contro le esplosioni è un tema cruciale per le industrie italiane, dove la presenza di sostanze infiammabili e normative severe impone massima attenzione. StuvEx si conferma leader nel settore, offrendo soluzioni complete per proteggere lavoratori, impianti e ambiente. Dai dispositivi antideflagranti ai sistemi di protezione contro le polveri, dalla consulenza alla formazione, l’azienda si propone come un partner affidabile per chi desidera migliorare i propri standard di sicurezza.

dustrie dal rischio di esplosioni, conformi sia alla direttiva ATEX che agli standard internazionali. I principali prodotti e servizi includono: Apparecchiature elettriche antideflagranti - StuvEx produce e fornisce apparecchiature elettriche antideflagranti certificate per operare in aree pericolose. Queste comprendono quadri elettrici, sistemi di illuminazione, motori e interruttori progettati per resistere alle condizioni degli ambienti esplosivi, garantendo piena conformità agli standard ATEX. Arrestatori di fiamma e pannelli di sfogo d’esplosione - Gli arrestatori di fiamma impediscono la propagazione di fiamme nei condotti in presenza di gas o vapori infiammabili. StuvEx fornisce arrestatori di fiamma e pannelli di sfogo adatti sia a basse che alte pressioni, ideali per i settori chimico e petrolchimico, molto presenti in Italia.

Sistemi di isolamento da esplosio-

ne - Fondamenta li per una strate gia completa di si curezza, i sistemi di isolamento bloc cano la propagazio ne di un’esplosione tra diverse sezioni di un impianto. Stu vEx impiega valvole d’i solamento e tecnologie avanzate per proteggere le aree collegate all’origi ne dell’esplosione.

Sistemi di protezione contro esplosioni di polveri - Le esplosioni di polveri sono particolarmente pericolose in settori come l’alimentare, la lavorazione dei metalli e del legno. StuvEx propone sistemi specifici di soppressione, sfogo e filtrazione delle polveri, adattati alle esigenze di ogni industria.

Consulenza e valutazione dei rischiStuvEx offre consulenze specializzate per analizzare i rischi di ciascun impianto e progettare soluzioni personalizzate. Il team collabora strettamente con le aziende italiane per garantire interventi mirati ed efficaci. Formazione e servizi di manutenzione - Per garantire la sicurezza continua di un impianto, StuvEx propone corsi di formazione per i dipendenti e servizi di manutenzione degli impianti di protezione, assicurando funzionalità e conformità nel tempo.

A Pharmintech il presente e il futuro delle life science

In mostra a Milano un’offerta completa di tecnologie per il confezionamento e la trasformazione chimico-farmaceutica. Aziende, istituzioni e associazioni del settore si confronteranno in un fitto programma di convegni e tavole rotonde.

Pharmintech 2025 si svolgerà dal 27 al 30 maggio 2025 a Fiera Milano - Rho. La partecipazione di espositori leader di mercato e un calendario eventi curato e patrocinato da AFI - Associazione Farmaceutici Industria contribuiscono a confermare l’evento, giunto all’ottava edizione, come un punto di riferimento per il settore.

Pharmintech è infatti una fiera di richiamo internazionale che mette in mostra l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e la sostenibilità dedicate all’industria Life Science. Troverà dun-

que spazio, al padiglione 2 del polo fieristico, un’offerta completa di tecnologie nel campo del confezionamento e della trasformazione chimico-farmaceutica. L’evento accende i riflettori su tutte le fasi della filiera: dalla produzione alle tecnologie, fino ai materiali di imballaggio e ai servizi ad alto valore aggiunto.

Il padiglione 2 ospiterà inoltre convegni e tavole rotonde su temi cruciali del mondo pharma come il biotech, le nuove tecnologie e la sostenibilità.

Il panel che animerà l’arena è di primissimo piano, anche grazie alle par-

tnership che Pharmintech ha stretto con le più rappresentative associazioni del comparto, oltre alla già citata AFI, tra cui: ADF, ASCCA, Aschimfarma, Assobiotec, Egualia, Farmindustria, Ispe, PDA e Ucima.

Tra biotecnologie e green packaging Pharmintech si presenta come una manifestazione che guarda al presente e al futuro delle Life Science, con un focus sui temi del momento:

- biotech e farmaci innovativi: la nuova frontiera dei medicinali implica sfide produttive a tutti i livelli, dai costi

elevati al controllo di qualità, dai regolamenti più stringenti alla biosicurezza, dai continui investimenti in R&D fino alla logistica;

- nuove tecnologie: il ruolo dell’Intelligenza Artificiale e della digitalizzazione per ottimizzare ed efficientare i processi industriali;

- green packaging e sostenibilità: focus su confezionamento secondario, riciclo e analisi del ciclo di vita (LCA) di materiali come carta e plastica.

“L’integrazione dell’offerta di farmaci biologici con quelli basati su molecole di sintesi, l’applicazione dell’intelligenza artificiale alle nuove terapie che guardano alla medicina di precisione e l’attenzione alla sostenibilità del sistema Pharma anche e soprattutto in logica di Green Deal sono temi con un forte impatto sia sul mercato consumer che su quello delle tecnologie protagoniste della manifestazione”, dichiara Alberto Bartolini, Ceo di CIT Pharma e presidente dello Steering Commitee di Pharmintech 2025. “Ecco perché la proposta di eventi e convegni mira a fotografare lo stato dell’arte e a definire le traiettorie del mercato sotto il profilo chimico, industriale e della sostenibilità della filiera del packaging farmaceutico. Pharmintech, d’altronde, è la platea ideale per guardare al futuro del settore”.

Per Antonio Bruzzone, Ceo di Bologna-

Fiere: “Pharmintech rappresenta un appuntamento imprescindibile per l’industria farmaceutica e delle life science, riaffermando il ruolo centrale di BolognaFiere nelle manifestazioni B2B dedicate all’innovazione e allo sviluppo tecnologico. Grazie a un ecosistema espositivo che coinvolge i principali attori del settore e a un programma convegnistico di alto profilo, Pharmintech offre una piattaforma strategica per le aziende che vogliono anticipare le sfide del futuro: dall’evoluzione del biotech alle nuove frontiere della digitalizzazione, fino alla sostenibilità nella filiera produttiva. Con il supporto delle associazioni più rappresentative e una forte spinta verso l’internazionalizzazione, questa edizione si conferma un’occasione unica di networking e confronto per tutti i protagonisti del comparto”.

“Pharmintech è una manifestazione dai mille volti – afferma il presidente di Ipack Ima Valerio Soli – dove la qualità è garantita da molteplici fattori: dal livello straordinario delle tecnologie proposte, dall’alta specializzazione del pubblico in visita e da un programma convegnistico che vede intrecciarsi innovazioni industriali e competenze avanzate, guardando al futuro dei settori rappresentati. Professionisti, buyer, associazioni e ricercatori accademici provenienti da prestigiose uni-

versità troveranno nella nostra offerta espositiva l’ambiente ideale per crescere e interagire con i più grandi esperti del settore”.

Una vetrina internazionale per i key player del settore

Molte le aziende leader del packaging e processing per il mondo Life Science presenti in fiera, con player quali: Abar, Antares Vision, B&D Italia, Coesia, Comecer, Eurpack, Famar Tec, Farmo Res, G.B. Gnudi Bruno, IMA, IWT, Lugaia, Manes Macchine, Marchesini Group, MG2, M.P.A. Technical Devices, Nima Erre.Ti Packaging, Omag, Romaco, Sea Vision, Soitra, Steriline, Taim, Tema Sinergie, Truking Technology. Inoltre, per rafforzare l’azione sull’incoming di buyer altamente specializzati dall’estero sono attive le collaborazioni con ITA - Italian Trade Agency e un network di agenti distribuiti su scala globale per intercettare le aziende leader a livello internazionale. Tra le aree più rappresentate si parte dal mercato europeo, e in particolare da quello dell’Est Europa, per arrivare fino al bacino del Mediterraneo, al Nord Africa e infine anche al Sud Est asiatico e agli Stati Uniti.

L’appuntamento è in contemporanea con Ipack-Ima 2025, per quattro giornate dedicate all’innovazione nella supply chain farmaceutica, con un’agenda ricca di occasioni per confrontarsi e approfondire dinamiche e temi cruciali per lo sviluppo del proprio business.

Soluzioni monouso per la produzione biofarmaceutica

Aseptconn progetta, produce e personalizza sistemi single use, che riducono il rischio di contaminazione e offrono maggiore flessibilità. E ha da poco brevettato un ago di riempimento a rapida configurazione.

Aseptconn AG, con sede in Svizzera, è un partner di soluzioni end-toend per l’industria biofarmaceutica. Focalizzata sul trasferimento dei liquidi sterili, l’azienda ha deciso di crescere ed investire sulle tecnologie all’avanguardia single-use.

Le soluzioni monouso (SU) sono sistemi singoli o preassemblati prodotti indipendentemente l’uno dall’altro. Costruiti con una combinazione di componenti standard, sono solitamente pronti all’uso e irradiati con raggi gamma per garantirne la sterilità.

I prodotti comunemente usati includono flaconi di campionamento, filtri, tubi, valvole di ritegno, morsetti, connettori sterili, raccordi e guarni-

Un gruppo monouso è una soluzione all-in-one pronta all’uso, personalizzata e composta da vari componenti che vengono assemblati in un insieme sulla base di un design speci-

Un sistema single use è un tipo di sistema di trattamento biofarmaceutico pensato per essere utilizzato per tutta la durata del processo di produzione di un singolo lotto di prodotto terapeutico.

I sistemi monouso sono utilizzati nella produzione biofarmaceutica per ridurre il rischio di contaminazione e offrono una maggiore flessibilità rispetto alle tecnologie di lavorazione tradizionali.

In un processo produttivo, è importante rispondere adeguatamente alle specifiche degli elementi periferici e alle tecnologie dell’impianto nel suo complesso. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario progettare sistemi monouso in grado di soddisfare le specifiche esigenze del cliente.

Aseptconn AG si occupa di tutto il ciclo di customizzazione, dalla progettazione alla produzione.

Gli step si succedono in questo ordine:

- Progettazione: indagine tecnologica per garantire l’approvvigionamento; rapido sviluppo di un prototipo; sviluppo di documentazione di riferimento per la produzione e l’assemblaggio.

- Produzione: assemblaggio tramite combinazione di differenti tecnologie; gestione completa della supply chain.

Se richiesto dal cliente, Aseptconn può fornire il sistema SU già sterilizzato e imbustato.

La strategia dell’azienda si basa quindi su tre pilastri fondamentali:

- Qualità del prodotto: sistemi monouso avanzati e progettati per essere affidabili.

- Soluzioni su misura: design personalizzati per soddisfare le esigenze di processi specifici.

- Supporto completo: dall’ideazione all’implementazione.

Compliance globale, agilità locale L’esperienza globale nelle tecnologie monouso permette ad Aseptconn di

progettare sistemi in linea con USP Class VI, FDA e standard ISO 146441. I sistemi sono dotati di accesso istantaneo alle certificazioni di qualità con codice QR.

Aghi di riempimento: uno strumento essenziale per processi industriali precisi

Nei settori specializzati della biotecnologia, della farmaceutica, della cosmetica, della chimica e della produzione alimentare, l’affidabilità di ogni singola fase del processo è fondamentale. In questo contesto, gli aghi di riempimento svolgono una funzione eccezionale. Il loro design preciso e la loro costruzione assicurano un riempimento costante, garantendo la qualità e l’integrità del prodotto finale. Aseptconn produce internamente sia soluzioni multiuso che monouso.

Gli aghi monouso non richiedono la pulizia prima dell’uso, il che aumenta i tempi di produzione e riduce i tempi di lavorazione e pulizia. Aseptconn fornisce gli aghi monouso autopulenti, irradiati con raggi gamma e con doppio involucro per garantire la sterilità. Gli aghi monouso risolvono il problema della contaminazione incrociata con altri componenti, poiché vengono utilizzati una sola volta.

Innovazione in azione

L’azienda ha recentemente brevettato l’ago di riempimento monouso ASEPTFILL® Quick-Connect. Si tratta di un punto di svolta nel trasferimento di fluidi sterili: la configurazione è istantanea, i tempi di inattività vengono azzerati. L’ago è progettato per garantire precisione, conformità e scalabilità, oltre che per resistere alle condizioni asettiche più severe.

Pad. 2 - Stand C112

Componenti per impianti e serbatoi

Aerre Inox fornisce molti dei componenti che vengono utilizzati per costruire impianti o serbatoi, con lo scopo di agevolare il cliente nel processo di ricerca ed acquisto del materiale, garantendo un processo di fornitura semplice, veloce e con un supporto tecnico immediato. Aerre Inox realizza scambiatori di calore a doppia piastra tubiera, progettati completamente su misura in accordo ai requisiti di progetto del cliente; agitatori ed omogeneizzatori magnetici ideati internamente, garantendo massima efficienza ed asetticità dell’interno del serbatoio, con volume agitabile da 5 a 40.000 litri, in grado di soddisfare molteplici requisiti di miscelazione; valvole asettiche di fondo e di linea con un design estremamente igienico, con massima drenabilità, garanzia di tenuta ed

ampia portata; dispositivi di campionamento asettici e sanitari in molteplici tipologie, per rispondere alle esigenze di qualunque applicazione; ampia gamma di dispositivi di alta qualità, certificati e con design igienici come: valvole a sfera sanitarie, valvole a farfalla, valvole di non ritorno, dispositivi di lavaggio, specole visive e tubi flessibili con raccordi clamp crimpati o riutilizzabili; connessioni per serbatoi e raccordi in acciaio inox AISI 316L 1.4404 e altri acciai.

L’ufficio tecnico interno è in grado di curare lo sviluppo del progetto, per la realizzazione di prodotti ottimizzati e dalla massima efficienza: grazie all’esperienza, competenze approfondite nella progettazione 3D e supporto dell’area Ricerca&Sviluppo, Aerre Inox può realizzare dispositivi

unici e innovativi, offrendo un supporto tecnico completo.

Aerre Inox è inoltre distributore esclusivo autorizzato per l’Italia delle valvole a membrana ITT, delle guarnizioni clamp Rubber Fab e dei dischi di rottura sanitari Fike. Ognuno dei tre partner, è riconosciuto a livello mondiale come leader nel proprio settore, garantendo qualità dei prodotti e del servizio, requisiti imprescindibili per Aerre Inox.

Pad. 2 - Stand C64

Modular Interface System

Listelli passacavo divisibili con connessione Han 3A / 4A / IP65 / UL Type 12. Il sistema di interfaccia modulare (MIS) è un ingresso cavi divisibile per cavi con e senza connettori in combinazione con connettori industriali 3A o 4A.

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Steriline per la prima volta con un suo stand a Pharmintech, con l’obiettivo di rafforzare la presenza sul mercato italiano. In fiera sarà possibile osservare una macchina riempitrice e ghieratrice dalle dimensioni ridotte in funzione.

Azienda altamente specializzata nella produzione di linee complete per il confezionamento asettico di prodotti iniettabili e oftalmici destinate alle aziende farmaceutiche su scala globale, Steriline parteciperà per la prima volta con un proprio stand a Pharmintech, rafforzando il proprio ruolo sul mercato italiano e mostrando al pubblico le proprie soluzioni e innovazioni. Presso lo stand B17, Steriline esporrà una macchina riempitrice e ghieratrice in funzione, in grado di coniugare robotica, levitazione magnetica e un sistema di contenimento con isolatore a doppia parete. Questa soluzione all’avanguardia e dalle dimensioni ridotte è destinata a suscitare l’interesse dei professionisti del settore e delle aziende farmaceutiche, desiderose di migliorare l’efficienza produttiva e di mantenere la conformità ai sempre più rigorosi standard del settore. “Sono molto contenta che Steriline sia presente a Pharmintech con un proprio stand”, afferma Ilaria Fumagalli, CEO di Steriline. “Consideriamo questa fie-

ra molto importante per il nostro posizionamento e la crescita sul mercato italiano, che consideriamo come centrale per lo sviluppo dell’azienda”.

Tecnologia robotica e levitazione magnetica per una macchina agile e flessibile

La macchina che verrà presentata da Steriline è la RVFCM11-S, una soluzione robotizzata avanzata dalle dimensioni estremamente compatte (2,25 m per 1,65 m) e progettata specificamente per il confezionamento primario di farmaci per le terapie cellulari e geniche.

In linea con la filosofia “zero-loss” di Steriline, la soluzione presente in fiera integra nella propria struttura sistemi di isolamento avanzato a doppia parete in grado di ridurre al minimo il rischio di contaminazione oltre alla possibilità di ri-processamento (re-filling, re-stoppering e re-capping) di quei contenitori che per qualche ragione non soddisfano le specifiche di fornitura. Questa soluzione automatizzata è dotata anche di importanti componenti robotiche, garantendo maggior velocità, accuratezza e ripetibilità nel confezionamento.

Inoltre, la RVFCM11-S, in grado di avere una capacità produttiva di 15 flaconi, siringhe o carpule in nest al minuto, vanta un ciclo molto rapido di decontaminazione con perossido di idrogeno vaporizzato così da renderla ideale in caso di cambio lotto.

“Questa macchina conferma l’approccio innovativo e flessibile delle soluzioni di Steriline”, afferma Federico Fumagalli, Chief Sales Officer di Steriline. “Coniugare la tecnologia robotica con sistemi di isolamento a doppia parete e la tecnologia a levitazione magnetica è la naturale conseguenza della nostra filosofia zero-loss, che ha come obiettivo quello di ridurre ulteriormente gli eventuali sprechi”.

I flaconi all’interno della macchina si

muovono mediante manipolazione robotica combinata a sistemi di levitazione magnetica. Questo consente di eliminare completamente qualsiasi contatto fisico con guide o supporti, annullando, pertanto, l’attrito e la possibilità di generare particelle.

Il funzionamento in sintesi Dotata di una singola testa di riempimento collegata a una pompa peristaltica, una singola testa di tappatura e una singola testa ghierante, la RVFCM11-S utilizza due robot Stericlean di Stäubli per la movimenta-

zione dei contenitori primari con ze ro contatto vetro-vetro. Tutti i contenitori in nest vengono processati singolarmente

Il processo inizia con una stazione di de-bagging manuale e una stazione di rimozione di lid-liner (de-lidder / de-liner). I flaconi, mediante levitazione magnetica, vengono poi presentati uno ad uno al braccio robotico per essere rimossi singolarmente. Procedono quindi alla stazione di riempimento, dove un sistema integrato di controllo del peso (in linea con la filosofia zero sprechi di Steriline) assicura un riempimento preciso. Una volta riempiti e tappati, i flaconi vengono quindi spostati alla stazione di ghieratura.

Con un movimento fluido, il secondo braccio robotico provvede alla ghieratura e ripone i flaconi nel nest. Il processo di ghieratura è monitorato e controllato tramite visione artificiale, per garantire che ogni flacone riempito venga sigillato accuratamente.

Pad. 2 - STAND B17

Steriline è un’azienda affermata a livello europeo, altamente specializzata nella produzione di linee complete per la lavorazione asettica di prodotti iniettabili e oftalmici al servizio di società farmaceutiche in tutto il mondo. Fondata nel 1989 nell’area del Lago di Como, dove ancora oggi si trovano la sede centrale e gli impianti produttivi, Steriline opera oggi in oltre 50 paesi attraverso una rete di circa 400 persone, tra dipendenti diretti e partner esterni, oltre a 40 rappresentanti locali. Le esportazioni rappresentano più del 90% del fatturato dell’azienda, che ha già installato oltre 2.000 macchine in Asia, Europa e Stati Uniti.

Dettaglio dei robot antropomorfi in azione

Steriline sviluppa, produce e fornisce una gamma completa di soluzioni, comprese applicazioni meccaniche e robotiche per la lavorazione asettica. Queste applicazioni sono compatibili con flaconi, fiale, carpule e siringhe e possono trattare prodotti tossici o non tossici sia in forma liquida che in polvere.

Le linee complete comprendono apparecchiature che vanno dalle macchine per il lavaggio, ai tunnel di depirogenazione, dalle macchine riempitrici e ghieratrici alle macchine di decontaminazione esterna fino ai sistemi di contenimento come LAF, oRABS, cRABS e isolatori.

Oltre 2.000 macchine installate nel mondo

Processo di macinazione in isolatore: un know how integrato

Un isolatore multi-milling a camera singola realizzato per un’azienda farmaceutica internazionale è un esempio concreto della capacità di Nuova Guseo di coniugare un know how consolidato sia nella macinazione sia nel contenimento.

niente da un filtro essiccatore, situato in un locale sovrastante quello in cui è installato l’isolatore multi-milling e interfacciato con una valvola di dosaggio a lobi attuata.

monocamera con mulino a martelli TB 80

Nuova Guseo ha una storia centenaria. Il primo brevetto, relativo alla tecnologia di macinazione, risale infatti al 1911. Al contempo, l’azienda vive un presente in continua evoluzione, volta a trovare soluzioni tecnologiche d’avanguardia, coerentemente con la mission aziendale: “porre al centro la soddisfazione del cliente”. L’ambito applicativo di elezione è rappresentato dal trattamento di materiali solidi per il settore chimico-farmaceutico, alimentare e cosmetico. I punti di forza di Nuova Guseo sono riconducibili all’estrema flessibilità – sia in fase progettuale che realizzativa, con la customizzazione di ogni modello in funzione delle necessità del cliente – cui si affianca l’affidabilità dei sistemi proposti: progettazione, costruzione, assemblaggio e collaudo sono attività di norma effettuate totalmente all’interno dell’azienda, sotto costante controllo e monitoraggio.

La gamma dei prodotti contempla impianti di macinazione, di miscelazione e sistemi di contenimento di vario tipo. Questi ultimi nell’ambito della produzione farmaceutica hanno acquisito importanza sempre crescente, soprattutto in relazione all’aumento della tossicità dei prodotti trattati, quali API (Active Pharmaceutical Ingredients) e soprattutto HPAPI (Highly Potent Active Pharmaceutical Ingredients), Glove box e isolatori, che sono a tutti gli effetti delle camere di dimensioni variabili a seconda della tipologia di processo in esse svolto, garantiscono l’esecuzione delle operazioni ad un triplice livello di protezione: per l’operatore, per il prodotto e per l’ambiente esterno.

Una configurazione flessibile con componenti intercambiabili Un esempio del costante processo di innovazione e dell’elevato grado di personalizzazione dei sistemi proposti è rappresentato dall’isolatore multi-milling a camera singola, realizzato per una importante società farmaceutica estera, per lo svolgimento di attività di calibrazione e macinazione in ambiente confinato. Si tratta di un esempio concreto della capacità di Nuova Guseo di coniugare un know how consolidato sia nell’ambito della macinazione che in quello del contenimento.

Il sistema è in configurazione passiva, ovvero non è dotato di un sistema di ventilazione autonomo, ma è collegato a una linea di aspirazione esistente. Il controllo della pressione all’interno della camera avviene tramite una valvola automatica. Il carico del prodotto avviene tramite una tubazione di scarico prove-

All’interno della camera di lavoro è installata una stazione di macinazione commutabile, composta da due teste di macinazione diverse e, a seconda delle esigenze di processo, facilmente intercambiabili: un mulino conico modello CM 100 e un mulino a martelli modello TB 80, azionati da un gruppo di motorizzazione comune, posizionato in un alloggiamento esterno alla camera di lavoro. L’uscita del prodotto avviene tramite uno speciale dispositivo a liner continuo. L’unità è inoltre dotata di un serbatoio pressurizzabile, montato lateralmente, per i fluidi di lavaggio. Il funzionamento del sistema è gestito tramite un sistema di controllo con PLC e software conforme alle norme GAMP 5. L’accesso ai dispositivi interni dopo le attività di decontaminazione è garantito da un’ampia visiva frontale. Qualora il lotto proveniente dal filtro essiccatore sopra descritto non debba essere macinato, ma semplicemente insacchettato in condizioni protette, l’unità di macinazione può essere rimossa e sostituita da una tubazione dedicata con i relativi dispositivi: un’ulteriore dimostrazione dell’estrema flessibilità operativa della configurazione proposta.

Questo sistema è stato sottoposto con successo al test SMEPAC (Standardized Measurement of Equipment Particulate Airborne Concentration), linea guida emessa dall’ISPE (International Society for Pharmaceutical Engineering), per esaminarne le prestazioni di contenimento del particolato.

La comprovata esperienza dello staff tecnico di Nuova Guseo si esplicita nel coniugare l’esigenza di protezione dell’operatore con la qualità del processo svolto.

Pad. 2 - Stand C28
Mulino conico CM100
Isolatore

Lo stato dell’arte della robotica per una produzione sicura

Nei contesti in cui è necessario un grado estremo di igiene, come gli ambienti sterili o di classe B, i robot Stäubli garantiscono le massime performance rispetto alle normative, alla pulizia e alla sanificazione. Sia che si tratti di operazioni complesse o di routine, contribuiscono ad aumentare l’efficienza operativa del manufacturing farmaceutico.

Stäubli – Experts in Man and Machine

www.staubli.com

Pad. 7 - stand B57

Nel riquadro, un dettaglio dei robot antropomorfi

Stäubli in azione nella macchina Steriline di riempimento e ghieratura

Applicazioni robotiche per la produzione e il packaging farmaceutico

Stäubli espone in fiera in anteprima per l’Italia un robot mobile per ambiente a contaminazione controllata, oltre ad antropomorfi e SCARA che mostreranno operazioni di pick and place e bin picking.

pato specificatamente per il settore farmaceutico, è concepito per operare in ambienti a contaminazione controllata. La sua concezione rivoluzionaria garantisce eccellenti prestazioni e massima affidabilità, contribuendo significativamente a migliorare la produttività e la sicurezza nell’industria farmaceutica.

Il Gruppo svizzero Stäubli , leader nel settore dell’automazione robotizzata, presenterà ad Ipack-ImaPharmintech una serie di soluzioni rivoluzionarie che mirano a ridefinire i concetti di intralogistica e produzione.

L’offerta del gruppo include linee di assemblaggio, sistemi di confezionamento di farmaci e carico/ scarico per liofilizzatori, progettati per operare con minimo rischio di contaminazione e ridotta interazione umana.

Uno dei protagonisti assoluti dell’evento sarà il mobile robot Sterimove, presentato in anteprima per il pubblico italiano. Sterimove, svilup-

La macchina di riempimento e ghieratura Steriline che combina robotica e levitazione magnetica in un isolatore a doppia parete

Tra le straordinarie novità tecnologiche spiccano il mobile robot PF3, caratterizzato da un profilo ribassato e un sistema di trasporto autonomo, e il carrello elevatore controbilanciato FL1500, che si distingue per la sua notevole agilità e design compatto. Entrambi sono adatti a operare in ambienti ristretti e congestionati.

Innovazioni per trasformare il futuro dell’industria

Presso lo stand Stäubli, i visitatori avranno l’opportunità di esplorare altre interessanti applicazioni robotiche. Robot Scara e antropomorfi saranno protagonisti di operazioni di “pick and place” e “bin picking”, mostrando le infinite possibilità che le soluzioni Stäubli offrono all’industria dell’automazione.

Grazie alla vasta esperienza e alla gamma di robot all’avanguardia, l’azienda si conferma un partner affidabile nel campo dell’automazione industriale.

La fiera Ipack-Ima - Pharmintech rappresenta una vetrina fondamentale che offre ai visitatori un’offerta completa di tecnologie nel campo del confezionamento e della trasformazione. Si tratta di una occasione per scoprire le innovazioni che stanno trasformando il futuro dell’industria.

Catch the wave with Stäubli Robotics!

Pad. 7 - Stand B57

S S4

Dove la sicurezza non è un’opzione: ambienti su misura per il pharma con un controllo della contaminazione assicurato

Engineering | Design | Planning | Construction & Commissioning

Equipment & Validation | Turnkey | Utilities | Equipment

Cables & Piping | Support & Maintenance

Piab è un nome di riferimento nel settore delle soluzioni di trasporto a vuoto, offrendo sistemi progettati per la movimentazione sicura ed efficiente di polveri, compresse e capsule farmaceutiche. Questi sistemi sono ideali per minimizzare la cross-contamination, preservare l’integrità del prodotto e soddisfare le rigorose normative del settore. Grazie al loro design chiuso, i sistemi di trasporto di Piab supportano un processo di produzione igienico e senza interruzioni.

Con un focus su affidabilità e facilità d’uso, le soluzioni Piab aiutano i produttori farmaceutici a mantenere elevati standard di sicurezza ed efficienza, garantendo operazioni fluide e una qualità del prodotto costante.

Movimentazione di polveri, compresse e capsule

I materiali farmaceutici, tra cui polveri, compresse e capsule, possono essere trasferiti tramite processi manuali o automatizzati. I conveyor a vuoto di Piab sono progettati per fornire una soluzione di trasferimento sicura, chiusa e igienica, garantendo efficienza e controllo della contaminazione. Questi sistemi supportano varie applicazioni, dal trasferimento di polveri al riempimento di capsu-

Adattamento dei processi batch alla produzione continua

Le soluzioni di automazione farmaceutica di Piab aiutano a mantenere elevati standard di sicurezza ed efficienza, garantendo operazioni fluide e una qualità del prodotto costante.

le e alle operazioni di pressatura delle compresse, offrendo una gestione precisa e costante.

I conveyor a vuoto Piab minimizzano la scheggiatura delle compresse durante il trasferimento, utilizzando un trasporto delicato. Inoltre, grazie al trasporto a bassa velocità e a fase densa, minimizzano il rischio di segregazione, come confermato da test esterni.

Transizione dalla produzione batch a quella continua

Per le aziende che stanno passando dalla produzione batch a quella continua, i conveyor a vuoto di Piab offrono un adattamento senza soluzione di continuità grazie a:

- flusso costante: garantiscono un flusso costante di polveri e ingredienti lungo la linea di produzione;

- eliminazione dei colli di bottiglia: migliorano l’efficienza e riducono i rischi di contaminazione;

- integrazione semplice: si integrano facilmente nelle configurazioni di produzione continua, sostituendo i tradizionali sistemi alimentati a batch.

I produttori farmaceutici che cercano di modernizzare la loro produzione per un tempo di immissione sul mercato più rapido e una migliore conformità possono fare affidamento sulla tecnologia di trasporto a vuoto di Piab per una transizione fluida alla produzione continua.

I vantaggi delle soluzioni proposte

- Prevengono la cross-contamination: il sistema completamente chiuso previene l’esposizione e garantisce la conformità normativa.

- Mantengono l’integrità del prodotto: la tecnologia del vuoto delicato mini mizza la segregazione e il degrado.

- Efficienti dal punto di vista energeti co e a bassa manutenzione: la tecno logia del vuoto COAX® riduce il consu mo energetico richiedendo una manu tenzione minima.

- Compatte e versatili: si integrano fa cilmente nelle linee di produzione far maceutiche esistenti.

- Aiutano i produttori farmaceutici a mantenere elevati standard di sicu rezza ed efficienza, garantendo ope razioni fluide e una qualità del pro dotto costante.

Conveyor a vuoto integrati alla produzione farmaceutica

I sistemi di trasporto a vuoto di Piab so no soluzioni ottimali per il trasporto di polveri, offrendo sicurezza e igiene sen za pari. Dotati di tecnologia innovativa come COAX®, questi sistemi rappresen tano l’apice dell’efficienza nel traspor to a vuoto per la gestione delle polveri. Le configurazioni sono semplici e affi dabili, utilizzando il modo più efficien te dal punto di vista energetico per pro durre il vuoto.

Applicazioni principali

I conveyor di Piab sono dispositivi ver satili e di alta qualità utilizzati in una vasta gamma di settori. Dotati di un sistema di rilascio rapido, sono faci li da sanificare e vengono forniti con una varietà di accessori e configurazio ni per soddisfare esigenze specifiche di trasporto.

Pad. 2 - Stand B149

Una soluzione di pulizia “nascosta” nella parete del serbatoio

Lechler propone una testina retrattile ideale per il lavaggio di tubi, condotte, serbatoi, essiccatori e granulatori. Rimane integrata all’interno della parete, fuoriuscendo solo durante il processo di pulizia.

La testina retrattile “PopUp Whirly” di Lechler pulisce dove altri sistemi non arrivano. Può essere installata ovunque lo spazio sia limitato, oppure nel caso che le tradizionali testine di lavaggio non possano rimanere all’interno durante il processo, in quanto rimane a filo parete. Questa testina rotante, di facile installazione, funziona con la sola pressione del liquido, è realizzata prevalentemente in acciaio inossidabile ed è impiegabile in ambienti ATEX. L’ugello garantisce risultati di pulizia affidabili ed è ideato per il lavaggio di

tubi e condotte nelle industrie chimiche, farmaceutiche, cosmetiche e alimentari, nei serbatoi, negli essiccatori e nei granulatori. Le PopUp Whirly permettono di automatizzare il processo di pulizia e ridurre i lunghi tempi di fermo impianto. Il sistema è integrato all’interno della parete del serbatoio: la sua caratteristica principale è che la testina rotante fuoriesce solo durante il processo di pulizia. Con l’arrivo della pressione, questa fuoriesce ed inizia a lavare. Al termine del lavaggio, in mancanza di pressione, il rotore viene nuovamente retratto in una posizione chiusa da una molla. È possibile anche il funzionamento con schiuma e non sono necessari collegamenti pneumatici o elettrici.

Le PopUp Whir ly sono disponibi li nelle versioni da 15, 20 e 40 l/min a 2 bar, generan do un getto aven te diametro da 0,8 a 1,2 metri. Rea lizzato con mate riali di alta quali tà (Aisi 316L, PEEK,

FKM) e disponibile con attacco filettato oppure tri-clamp, l’installazione è facilitata dalle saldature della flangia apposita con relativa connessione.

Gli O-ring compatibili con CIP e SIP realizzati in FKM garantiscono una tenuta affidabile. Il design semplice e di alta qualità del sistema, la facilità di montaggio e il servizio portano a costi di investimento relativamente bassi.

Raggiunti punti prima pulibili solo manualmente

La testina rotante PopUp Whirly chiude il gap di pulizia in aree che in precedenza dovevano essere pulite manualmente con elevati tempi e costi o che erano impossibilitate al lavaggio a causa del poco spazio a disposizione. Quando si pianificano nuove installazioni o si modificano sistemi esistenti, è opportuno sviluppare sin dall’inizio un concetto di pulizia integrato.

Lechler offre una vasta gamma di ugelli e testine di lavaggio per i settori industriali. Con una storia che risale a 140 anni fa, l’azienda è da tempo affermata nel settore. Lechler fornisce consulenza e supporto per le aziende dalla fase di progettazione, attraverso il processo di produzione fino alla fase operativa. L’obiettivo è sempre quello di ottenere soluzioni di pulizia affidabili e altamente automatizzate su cui gli operatori di macchine e impianti possano fare affidamento.

Pad. 2 - Stand C09

Tecnologie per la connettività

Hilscher, specializzata in tecnologie per la comunicazione industriale, parteciperà per la prima volta a Pharmintech by Ipack Ima 2025. Sarà presente all’interno dello stand di Consorzio PI Italia (Padiglione 2, Stand C143) per presentare le proprie soluzioni di connettività, ideali per ambienti complessi, eterogenei e ad alta specializzazione come quelli dell’industria farmaceutica e delle life science.

Da oltre 35 anni, Hilscher svilup-

pa tecnologie che permettono l’interconnessione tra dispositivi e sistemi, anche quando utilizzano protocolli diversi e non nativamente compatibili. Il cuore tecnologico dell’offerta è rappresentato dalla piattaforma di processori multiprotocollo netX, base comune per una gamma completa di soluzioni che include schede PC, moduli embedded, gateway di rete e edge gateway per l’integrazione con il mondo IT. I visitatori avranno la possibilità di

Soluzione per la serializzazione

Retinae è un punto di riferimento nella packaging valley emiliana per lo sviluppo di algoritmi e sistemi di visione applicati all’automazione industriale nel settore farmaceutico e nutraceutico. L’azienda partecipa a Ipack-Ima / Pharmintech con la nuova soluzione per la serializzazione: la CS150. La macchina, di ultima generazione, è compatta (meno di 1.200 mm di lunghezza) e ha il pregio di essere facilmente integrabile in linee preesistenti per facilitarne l’adeguamento alle normative EU sulla serializzazione. È dotata di etichettatrici TE (antimanomissione), stampante di serializzazione, videocamera di controllo e lavora fino a 150 astucci al minuto.

confrontarsi direttamente con i tecnici Hilscher e approfondire le potenzialità dell’approccio multiprotocollo: una soluzione efficace per semplificare sia l’evoluzione di prodotti esistenti attraverso l’adozione di nuovi standard, sia l’integrazione di nuovi sistemi anche in impianti già operativi.

Spazio inoltre ai temi della cybersecurity e della conformità normativa: le soluzioni Hilscher sono progettate per garantire una sicurezza ottimale, anche in riferimento ai requisiti del nuovo Cyber Resilience Act (CRA).

Presso lo stand saranno infine presenti demo tecniche, pensate per mostrare concretamente come abilitare una comunicazione continua, robusta e scalabile, e realizzare architetture IIoT performanti, facilmente gestibili e sicure.

Pad. 2 - Stand C143

Come tutte le soluzioni Retinae, anche la CS150 adotta i protocolli open e può operare efficacemente e senza problemi anche quando è connessa ai server di altri fornitori. La CS150 gestisce tutti i tipi di astucci, dai più piccoli, come quelli per i colliri, agli astucci per blister, falconi e buste. A tutto ciò si aggiungono la facilità del cambio formato, caratteristica molto apprezzata dalle PMI del settore farmaceutico, e il costo estremamente competitivo. Retinae espone la CS150 al Padiglione 2, stand A90. Retinae è anche presente, con altre proposte, allo stand di GB Gnudi (Padiglione 2, stand C02-D01).

Pad. 2 - Stand A90

Per una produzione modulare, intelligente e sostenibile

Nel contesto industriale attuale, l’agilità e l’efficienza sono fondamentali. Il Module Type Package (MTP) rappresenta una soluzione moderna per la modularizzazione degli impianti nell’industria sia di processo e anche recentemente per l’industria discreta in ambito farmaceutico, offrendo vantaggi tangibili in termini di flessibilità, interoperabilità e riduzione dei tempi di commercializzazione.

MTP è stato creato da NAMUR e ZVEI e dal 2021 ha trovato nel Consorzio Profibus & Profinet International (PI) un partner solido per l’ulteriore sviluppo assicurando la qualità e la diffusione internazionale di MTP; il Consorzio PI Italia si impegna a promuovere l’adozione di MTP per potenziare la competitività delle imprese italiane.

MTP definisce un’interfaccia per orchestrare e collegare facilmente i moduli a un sistema di controllo di livello superiore consentendo di descrivere in modo standardizzato i moduli di processo, facilitandone l’integrazione nei sistemi di controllo superiori. Questo approccio “Plug & Operate” riduce significativamente i tempi di ingegnerizzazione e messa in servizio, permettendo alle aziende di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze del mercato.

La modularità offerta da MTP permette di espandere o modificare gli impianti esistenti con facilità, riutilizzando moduli prequalificati. Ciò è particolarmente vantaggioso in settori come quello farmaceutico e alimentare, dove la rapidità di adattamento è cruciale.

Innovazione per la surgelazione IQF

La surgelazione IQF (Individual Quick Freezing) rappresenta un’evoluzione cruciale nell’industria alimentare, consentendo di congelare individualmente i singoli pezzi senza che formino blocchi unici. Questa tecnologia risponde perfettamente alla richiesta di prodotti facili da dosare e veloci da scongelare.

Il processo utilizza azoto liquido a -196°C, creando un congelamento istantaneo che forma microcristalli di ghiaccio che preservano struttura, proprietà organolettiche e valori nutrizionali degli alimenti. I vantaggi includono: migliore conservazione di sapore e texture, minore disidratazione, praticità d’uso e scongelamento rapido.

Inoltre, MTP favorisce l’interoperabilità tra moduli di diversi produttori, grazie a interfacce standardizzate. Questo non solo riduce i costi di integrazione, ma apre anche nuove opportunità di collaborazione tra fornitori e utilizzatori.

Infine, l’adozione di MTP contribuisce a una maggiore sostenibilità, ottimizzando l’uso delle risorse e riducendo gli sprechi attraverso una produzione più flessibile e reattiva.

In sintesi, MTP rappresenta un passo avanti verso una produzione più intelligente, efficiente e sostenibile. Il Consorzio PI Italia invita le imprese italiane a esplorare le potenzialità di questa tecnologia per affrontare con successo le sfide dell’industria moderna.

Pad. 2 - Stand C143

Linde Gas si distingue nel settore con lo sviluppo del rivoluzionario tunnel di surgelazione CRYOLINE® CW (Cryowave), che combina l’impiego dell’azoto liquido con un innovativo movimento a onda del nastro trasportatore. Questa tecnologia brevettata permette di “crostare” inizialmente i singoli pezzi, evitando che si attacchino, completando poi la surgelazione IQF garantendo l’efficace separazione. Il sistema è versatile e applicabile a diversi prodotti alimentari; in caso di necessità può essere impiegato per applicazioni standard escludendo il “movimento ad onda”.

I vantaggi produttivi sono significativi: caricamento semplificato anche con prodotti sovrapposti, eliminazione di sistemi vibranti, maggiore capacità produttiva a parità di spazio, efficienza economica e assenza di “sbiancamento”. Il processo standardizzato garantisce risultati costanti ed è implementabile anche in spazi ridotti. L’innovazione Linde continua a trasformare il settore della conservazione alimentare con tecnologie che migliorano qualità, efficienza e sostenibilità. Per informazioni: marketing.it@linde.com.

Pad. 7 - Stand C14

IL REMOTE I/O IS1+ ORA DOPPIAMENTE PIU’ EFFICIENTE

IS1+ rimane il punto di riferimento per le aree con pericolo d’esplosione. Il nuovo Remote I/O per Zona 1 ora supporta il doppio dei segnali rispetto a prima. Questo rende le installazioni in Zona 1 e Zona 2 configurabili allo stesso modo – con lo stesso spazio richiesto. Per saperne di più consultate r-stahl.com/remoteio

Macchine per il confezionamento di farmaci e cosmetici

Marchesini Group, azienda leader negli impianti di confezionamento per l’industria farmaceutica e cosmetica, esporrà allo stand A26-B25 diverse macchine per il confezionamento di prodotti farmaceutici e cosmetici, partendo dal processo fino ad arrivare al fine linea. Tra le soluzioni in mostra anche le ultime novità nel campo della digital trasformation, ambito nel quale il Gruppo investe da oltre 50 anni per for-

nire ai clienti linee sempre più performanti e innovative.

Tra le soluzioni targate Marchesini Group in mostra, ci sarà la tecnologia per la manutenzione predittiva “Morpheus”: si tratta di uno strumento chiave a disposizione dei clienti per aumentare la produttività e acquisire una maggiore conoscenza e padronanza delle macchine acquistate. Grazie alla presenza di sensori a bordo macchina (rete IoT) in grado di effettuare un monitoraggio accurato e grazie agli strumenti di raccolta e successiva analisi dei dati tramite algoritmi basati sull’IA, il cliente può monitorare 24h su 24h lo stato di salute delle proprie macchine e programmare la manutenzione in anticipo, evitando così eventuali guasti. Ma non è tutto. Il Gruppo ha messo a punto anche un portale online che racchiude una serie di servizi pensati per soddisfare le esigenze dei clienti, favorendo uno scambio dinamico di informazioni in tempo reale. I servizi offerti includono: documentazio-

Isolatori per test di sterilità e contenimento

Nordtest è attiva da più di trent’anni nel campo della fornitura di strumentazione scientifica per l’industria farmaceutica offrendo, a corredo delle forniture, consulenza progettuale, assistenza tecnica, convalida e formazione. Negli ultimi anni, con il marchio QESSE, ha lanciato la propria li-

nea di sistemi non distruttivi per controllo integrità packaging e CCIT (Container Closure Integrity Testing).

Al Pharmintech 2025 l’azienda presenterà i suoi isolatori per test di sterilità e contenimento, i sistemi di biodecontaminazione e sterilizzazione (VHP – Vaporized Hydrogen Peroxide), i sistemi RTP Alpha e Beta per il trasferimento di materiali, polveri e liquidi, sterili e non.

In sinergia con questa linea di prodotti, esporrà anche sistemi non distruttivi per il controllo di integrità del packaging e CCIT (Container Closure Integrity Testing) online e offline basati sulle tecnologie Vacuum Decay, High Voltage Leak Detection e Headspace Gas Analysis. Grazie alla modularità delle camere di test e alle diverse tecnologie utilizzate, que-

ne digitale online delle macchine acquistate; dashboard di manutenzione predittiva per visualizzare i dati raccolti dalle macchine connesse; service platform per gestire le richieste di assistenza direttamente con la rete post-vendita e manuale ricambi interattivo per una richiesta più rapida ed efficiente di parti originali Marchesini Group. Infine, i visitatori potranno approfondire anche le diverse soluzioni basate sulla realtà aumentata nell’ottica di agevolare i clienti in fase di trasferimento di informazioni e know-how relativo al corretto utilizzo delle macchine. Questa tecnologia, semplice e intuitiva, consente alle aziende farmaceutiche di formare i propri tecnici in modo rapido ed efficace, riducendo il rischio di incorrere in errori. Tutti coloro che operano sulle linee produttive possono, infatti, usufruire di questa tecnologia ed essere guidati passo dopo passo nelle operazioni da svolgere.

Pad. 2 - Stand A26-B25

sti strumenti permettono di verificare un’ampia gamma di imballaggi con formati e materiali diversi, rigidi o flessibili, vuoti o contenenti liquidi, polveri e gel. Tutta la strumentazione è progettata in conformità con le più recenti linee guida (ASTM, ISO, EU GMP, FDA, USP).

Pad. 2 - Stand B141

Mescole ad alte prestazioni per applicazioni Food&Pharma

Nel biennio 2001-2002, il reparto R&D del gruppo FluorTecno ha guidato una ricerca innovativa, in collaborazione con industrie chimiche e i dipartimenti di Fisica Chimica dell’Università di Milano e Alessandria, culminata nella creazione del Kaflon®, un FFKM-perfluoroelastomero che combina l’inerzia chimica del PTFE con la morbidezza e l’elasticità della gomma. Negli anni successivi, è stata sviluppata una gamma di mescole ad alte prestazioni, tra cui il riconosciuto Kaflon 620W, idoneo ai test secondo FDA e USP VI per applicazioni Food&Pharma. Le guarnizioni e gli articoli realizzati con questo materiale garantiscono resistenza chimica totale [pH 0-14] e una resistenza termica fino a 250°C.

Bio-Clamp, la guarnizione per raccorderia Tri-Clamp realizzata in FFKM Kaflon 620W, garantisce un elevatissimo livello di prestazioni negli ambienti asettici. Resistenza chimica totale, resistenza alle alte temperature ed elevata elasticità fanno della guarnizione Bio-Clamp la soluzione definitiva per i processi asettici. Rispetto agli altri perfluoroelasto-

meri sul mercato, Kaflon offre con dizioni di consegna flessibili e livelli di customizzazione; non realizziamo solo O-Ring ma mettiamo a vostra di sposizione le nostre competenze per produrre guarnizioni customizzate e a disegno. Kaflon è prodotto da Fluo rTecno nel nuovo R&D Center di Ci vidate (BG).

Supply chain affidabile per i clienti globali

In un mondo che oggi appare più incerto rispetto a qualche mese fa, dove gli sconvolgimenti geopolitici ed economici sono nei pensieri di tutti, Nidec Drives desidera rassicurare i propri clienti perché possono contare su soluzioni efficaci ed efficienti della propria supply chain.

Nidec Drives è una società solida e ha una comprovata esperienza di produzione e consegna anche nei periodi più complessi. I siti produttivi sono presenti in quattro regioni principali, consentendo di mantenere una catena di fornitura forte, flessibile e adattabile per i clienti, in grado di far fronte a cambiamenti geopolitici, interruzioni regionali ed eventi imprevisti. Grazie alle sedi nel Regno Unito, in Messico, in Cina e in India, l’azienda è nella posizione ideale per ser -

vire i mercati locali e globali, il che è particolarmen te utile in questi tempi difficili.

Ogni sito produttivo è dotato, a livello mondiale, di macchinari, processi e standard identici. Ciò significa che la qualità dei prodotti e del servizio viene metico losamente mantenuta. Indipendentemente da dove vi troviate nel mondo, le diversificate capacità produt tive dell’azienda garantiscono un servizio ininterrot to e una consegna affidabile dei prodotti. Grazie alla produzione in più sedi strategiche, Nidec Drives è in grado di offrire ai propri clienti le migliori soluzioni in termini di ubicazione e di costi, con tempi di con segna più brevi e una catena di fornitura più sicura. L’azienda non offre solo prodotti all’avanguardia, ma anche un livello di assistenza e supporto senza pari, ovunque si trovino i clienti.

Inoltre, Nidec Drives è l’unica azienda che offre una garanzia standard di 5 anni su tutta la gamma di azio namenti, comprese le gamme ad alte prestazioni e ad alta potenza, a dimostrazione della fiducia che ripo ne nella qualità e nell’affidabilità dei suoi prodotti. Nidec Drives ha costruito i suoi siti produttivi globali pensando ai propri clienti, in modo che possano procedere con le proprie attività, in qualsiasi situazione.

Guarnizioni su misura in Kaflon
Il sito produttivo di Nidec nel
Regno Unito

La nuova frontiera del LAB

Lab Italia, l’appuntamento immancabile per gli operatori del mondo del laboratorio, si prepara ad accogliervi di nuovo nel 2025, offrendovi un’occasione unica per trovare idee stimolanti, nuove soluzioni e collaborazioni significative che contribuiranno all’innovazione e allo

sviluppo del vostro laboratorio, e dell’intera comunità scientifica.

• Esposizione di Innovazioni

• Conferenza Scientifica

• Conferenza Tecnica

• Tavole Rotonde e Best Practice

• Corsi ECM Accreditati

Automation PC per applicazioni industriali esigenti

Mentre i produttori accelerano la loro trasformazione digitale, le richieste poste sui PC industriali stanno aumentando rapidamente. Dall’elaborazione dei dati in tempo reale e dai carichi di lavoro AI alla preparazione per i requisiti di sicurezza informatica in evoluzione, la pressione è alta per combinare la potenza di calcolo con l’adattabilità a lungo termine del sistema. Il nuovo Automation PC 3200 offre esattamente questo. Come ultimo modello della collaudata serie 3000 di B&R, offre un’elaborazione Intel Core i di tredicesima generazione, un’integrazione di sistema perfetta e una solida base per gli aggiornamenti futuri, per preparare i produttori alle sfide di oggi e alle opportunità di domani. Il nuovo PC di automazione di B&R è progettato per gestire le applicazioni industriali più esigenti. Il suo design modulare e personalizzabile offre flessibilità per requisiti specifici della macchina, offrendo prestazioni sostenibili nel lungo periodo e funzionalità di sicurezza avanzate. Alimentato dai più recenti processori Intel Core i, fornisce una potenza di elaborazione scalabile fino a 64 GB di DRAM, in grado di soddisfare un’ampia gamma di applicazioni, dalla semplice HMI all’analisi real-time ad alta intensità di dati o alle complesse attività guidate dall’intelligenza artificiale. Le elevate prestazioni del processore garantiscono la disponibilità del software a lungo termine, aggiornamenti che aiutano a soddisfare le future richieste di sicurezza in-

formatica e affidabilità del sistema, massimizzando il ciclo di vita del prodotto mantenendo al contempo le operazioni sicure ed efficienti.

Oltre alle elevate prestazioni, l’Automation PC 3200 contribuisce a ridurre il costo totale di gestione grazie alla lunga durata, alla manutenzione minima e al supporto software costante. Il design senza ventole e i resistenti componenti di livello industriale prolungano la durata di funzionamento, riducendo il rischio di guasti. Per i costruttori di macchine, ciò si traduce in un minor numero di interventi di assistenza, in una gestione più semplice del ciclo di vita e in una maggiore soddisfazione dei clienti. Gli utenti finali beneficiano di un funzionamento affidabile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, di un consumo energetico ridotto e di una piattaforma progettata per durare nel tempo e adattabile alle esigenze future, contribuendo non solo all’efficienza operativa ma anche a più ampi obiettivi di sostenibilità.

IO-Link wireless per le comunicazioni industriali

Mentre aumenta la domanda di connettività wireless e comunicazione dei dati, SICK è sempre più in grado di soddisfare le esigenze in evoluzione dell’industria per comunicazioni industriali intelligenti e tecnologia IIoT con una soluzione IO-Link wireless robusta e facile da installare, capace di acquisire e analizzare i dati da più sensori. Lavorando in ar-

monia con sensori e attuatori, Gateway IOLink wireless riduce i costi di installazione e i tempi di fermo, migliorando allo stesso tempo flessibilità e sicurezza. Il prodotto presenta un design intuitivo e consente la trasmissione dei dati in tempo reale verso le piattaforme aziendali e cloud per analisi avanzate, manutenzione predittiva e maggiore efficienza operativa.

Ideale per applicazioni in cui le connessioni cablate sono impraticabili, Gateway IO-Link wireless di SICK è l’evoluzione dello standard globale di comunicazione industriale bidirezionale e intelligente IO-Link. Consente di progettare macchine innovative che prima non erano possibili e per-

mette anche di compiere facilmente il retrofit su tecnologie esistenti, offrendo una flessibilità senza pari e maggiore scalabilità. Composto da Bridge IO-Link, Hub IO-Link e Master IO-Link, il nuovo set di soluzioni IOLink wireless di SICK è il modo più semplice per rendere wireless sensori e attuatori. Sia il Bridge che l’Hub possono essere utilizzati per inviare i dati al Master, con gli Hub IO-Link che facilitano la connettività di più sensori grazie alle loro quattro porte IO-Link. Master IO-Link può supportare fino a 16 dispositivi contemporaneamente, fornendo connettività intelligente fino a una distanza di 20 m, con una latenza di 5 ms. IO-Link wireless offre un’installazione semplice e senza seccature grazie alla funzionalità “plug-and-play”, eliminando così la necessità di programmazione e cablaggi complessi.

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“Abbiamo retto bene in un contesto difficile”

Nel 2024 Endress+Hauser ha compensato il calo nelle aree principali con la crescita dei mercati medio piccoli. Sul futuro il Ceo Peter Selders è fiducioso: ““Abbiamo ciò che ci

serve per affrontare positivamente i cambiamenti in

Endress+Hauser ha registrato una performance positiva nel 2024 in un contesto difficile. L’azienda specializzata in tecnologie di misura e soluzioni di automazione ha aumentato le vendite, ha creato nuovi posti di lavoro in tutto il mondo, ha investito più di quanto abbia mai fatto nella sua storia e ha mantenuto la stabilità degli utili. L’azienda a conduzione familiare prevede un ulteriore impulso alla crescita grazie all’espansione del suo portfolio di tecnologie per l’analisi dei gas e la misurazione dei flussi.

L’anno scorso è stato caratterizzato da

crisi globali e conflitti politici, che hanno creato condizioni economiche disomogenee. “Il 2024 è stato un anno ricco di sfide”, ha commentato l’amministratore delegato Peter Selders durante la conferenza stampa annuale dell’azienda a Reinach, in Svizzera. “Sebbene Endress+Hauser non abbia raggiunto tutti i suoi obiettivi, l’azienda ha retto bene. Abbiamo fatto importanti progressi in molte aree”.

I mercati di piccole e medie dimensioni hanno favorito la crescita Il Gruppo ha aumentato le vendite nette dello 0,7% a 3,744 miliardi di eu-

corso”.

ro. La crescita organica – senza effetti valutari – è stata dell’1,3%. “L’auspicata ripresa economica nella seconda metà dell’anno non si è concretizzata”, ha dichiarato il direttore finanziario Luc Schultheiss. “Le vendite in tutti e tre i principali mercati del Gruppo – Stati Uniti, Cina e Germania – sono state inferiori. Questo è stato compensato dai centri di vendita di piccole e medie dimensioni dell’azienda”.

Performance regionali contrastanti In Europa, le vendite sono diminuite dello 0,9%, soprattutto a causa del calo dei numeri in Germania. D’altra parte, diversi mercati del continente, tra cui Italia, Francia e Regno Unito, hanno registrato buoni risultati. L’Asia nel suo complesso è scesa dell’1,9%, a causa del calo delle vendite in Cina. India e Giappone, invece, hanno registrato una buona crescita.

Nelle Americhe, Endress+Hauser ha registrato un aumento complessivo delle vendite del 4,2%, grazie soprattutto a Canada, Argentina e Brasile. Gli Stati Uniti hanno contribuito solo in minima parte a questa positiva performance complessiva, nonostante siano stati un mercato di grande successo per molti anni. L’Africa e il Medio Oriente hanno registrato un’ottima performance, con una crescita del 13,3%.

Più posti di lavoro e di formazione

Nello scorso esercizio finanziario, l’azienda ha creato 514 nuovi posti di lavoro in tutto il mondo, facendo crescere l’organico a 17.046 unità alla fine dell’anno. La maggior parte dei nuovi posti di lavoro riguardava la produzione. Lo stesso vale per i nuovi posti di formazione professionale, con 636 giovani impegnati in Endress+Hauser come apprendisti, partecipanti a programmi di studio o studenti universitari esterni. Il Gruppo ha aumentato la percentuale di formazione al 3,7%, rispetto all’obiettivo del 5%.

Investimenti nella rete mondiale

Endress+Hauser ha investito 349,3 milioni di euro – più che in ogni altro anno della sua storia – in nuovi edifici, attrezzature e IT. Il Gruppo ha messo in funzione nuovi impianti di produzione nel suo campus di Chhatrapati Sambhajinagar (ex Aurangabad), in India, ha inaugurato una guest house ad Arlesheim, in Svizzera, e ha aperto hub logistici regionali in Cina e India. L’azienda sta attualmente realizzando progetti di investimento per un valore di oltre 550 milioni di euro, il più grande dei quali a Maulburg, in Germania.

Innovare per i clienti

Lo scorso anno Endress+Hauser ha lanciato sul mercato non meno di 81 prodotti. “L’innovazione è un fattore chiave del nostro successo come leader tecnologico”, ha commentato l’amministratore delegato Peter Selders. L’affermazione della leadership tecnologica

del Gruppo è sottolineata dai 285 primi depositi effettuati l’anno scorso presso gli uffici brevetti di tutto il mondo. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è stata di 275,6 milioni di euro, con un aumento del 3,0% rispetto all’anno precedente e pari al 7,4% del fatturato.

Prestazioni sostenibili

Nonostante gli ingenti investimenti di capitale e la creazione di nuovi posti di lavoro, il Gruppo ha mantenuto i profitti a livelli elevati, registrando un utile netto di 407,9 milioni di euro, in calo solo dello 0,2% rispetto all’anno precedente. Ciò corrisponde a un rendimento del 14,1% sulle vendite. “Il successo commerciale è il fondamento che ci permette di promuovere ulteriormente la sostenibilità della nostra azienda”, ha sottolineato Selders.

Nuovi campi di applicazione e mercati futuri

Una partnership strategica con il produttore di sensori SICK per l’automazione di processo amplia l’offerta di tecnologie per l’analisi dei gas e la loro misura di portata.

Circa 800 dipendenti delle vendite e dell’assistenza sono stati trasferiti da SICK a Endress+Hauser nell’ambito della partnership. La produzione e l’ulteriore sviluppo di dispositivi per l’analisi e la misura dei gas sono stati raggruppati sotto l’ombrello di Endress+Hauser SICK GmbH+Co. KG, una joint venture al 50% tra le due aziende che conta circa 730 dipendenti in cinque sedi in Germania. Per Selders, la partner-

ship significa sinergie e crescita per il Gruppo: “È un caso in cui uno più uno fa più di due”.

Un passaggio generazionale senza problemi “I cambiamenti ai vertici del Gruppo e il passaggio generazionale nella famiglia di azionisti si sono svolti senza problemi”, ha dichiarato Matthias Altendorf, che è diventato presidente del Supervisory Board all’inizio del 2024 dopo 10 anni come Ceo. Sandra Genge e Steven Endress, entrambi nipoti del fondatore dell’azienda, sono ora i rappresentanti della famiglia azionista nel Consiglio di sorveglianza. Klaus Endress è il presidente del Consiglio di famiglia, il legame più importante tra la famiglia e l’azienda.

Pronti per le sfide Riflettendo sugli attuali sconvolgimenti politici, sociali e tecnologici, l’amministratore delegato ha dichiarato di aspettarsi che le condizioni economiche rimarranno disomogenee. Per il 2025, Endress+Hauser punta a una crescita delle vendite a una sola cifra percentuale e a mantenere stabili i profitti. Selders ritiene che l’azienda a conduzione familiare sia ben posizionata per affrontare le sfide attuali.

Matthias Altendorf, presidente del Supervisory Board (a sinistra), e Peter Seders, Ceo di Endresss+Hauser

L’azienda svizzera ha coinvolto 636 giovani impegnati come apprendisti, partecipanti a programmi di studio o studenti universitari esterni

Sensore di distanza laser per superfici complesse

Grazie a un sensore di nuova concezione per la misurazione di distanza laser, Baumer raggiunge livelli di prestazioni senza precedenti in questa classe. Con le sue prestazioni di misura in un alloggiamento compatto, il nuovo sensore di distanza laser ad alte prestazioni OM60

aumenta il livello di precisione: scostamento di linearità massimo di ±3 μm e ripetibilità eccezionale di 0,12 μm. L’innovativo design del sensore non solo fornisce valori di misura estremamente precisi anche su superfici difficili da rilevare, ma anche la massima stabilità

termica. Ciò rende OM60 uno dei sensori di distanza laser più affidabili della sua categoria.

I campi di applicazione principali riguardano il controllo di posizione, la misurazione dello spessore e il controllo qualità, i quali richiedono la massima precisione nella misurazione di distanza. L’OM60 è quindi ideale per operazioni impegnative in settori industriali come quello dell’industria automobilistica, la produzione elettronica e la robotica. L’OM60 non solo definisce gli standard con le sue caratteristiche.

Si distingue anche in termini di utilizzo e messa in servizio grazie alla parametrizzazione intuitiva con il software Baumer Sensor Suite e alla rapida integrazione tramite interfacce IO-Link o Modbus RTU. Questo sensore completa la gamma di sensori laser di distanza di Baumer, con un modello ad alte prestazioni e dal design compatto.

Misuratori della portata a ultrasuoni non intrusivi

Emerson, esperto in soluzioni di automazione, lancia Flexim FLUXUS® / PIOX® Serie 731, una gamma di misuratori di portata a ultrasuoni, non intrusivi, clamp-on, progettati per offrire maggiore flessibilità, convenienza e disponibilità. I nove modelli della serie 731 sono dotati di tecnologie di rilevamento della portata massica e volumetrica ad alte prestazioni e di un design robusto e funzionale, in grado di fornire misure accurate e affidabili sia per i liquidi che per i gas, senza limiti di pressione dei fluidi di processo.

Le industrie di processo devono spesso eseguire misure di portata permanenti o temporanee in aree in cui la penetrazione nel fluido di processo sarebbe problematica, perché richiederebbe in genere un’interruzione della produzione,

unitamente a costi elevati e tempi di inattività. Sebbene siano disponibili alcune soluzioni, non molte soddisfano i requisiti di prestazione richiesti in applicazioni industriali impegnative.

Per risolvere questi e altri problemi, la serie Flexim 731 fornisce misure di portata massica o volumetrica non intrusive senza limiti di pressione del mezzo di processo, garantendo funzionamento efficiente e costi di gestione ridotti. L’hardware modulare consente di ridurre i tempi di assemblaggio del 20% per una implementazione più rapida e l’integrazione con i software e l’hardware più aggiornati è semplice e immediata. La serie 731 fornisce la correzione dei disturbi per una migliore accuratezza in condizioni difficili, ad esempio in presenza di turbo-

lenza dei flussi. Offre inoltre le funzionalità Advanced Meter Verification (verifica avanzata del misuratore) per convalidarne le prestazioni, Wet Gas Correction (correzione del gas umido) per garantire misure accurate del flusso di gas e Dynamic Gas Meter (misurazione dinamica del gas) per una correzione precisa della massa e del volume. Sono disponibili vari modelli per soddisfare le diverse esigenze applicative. Tutti i modelli includono un display retroilluminato di 84 mm di larghezza x 45 mm di altezza con risoluzione di 240 x 128 pixel per una facile lettura, media di canale sincronizzata per misurazioni precise del gas e un ampio campo di alimentazione di 0-240 volt CA +/-10% a

L’innovativo design dell’OM60 non solo fornisce valori di misura precisi, ma anche la massima stabilità termica (Foto Baumer)

50-60 Hz o 11-32 volt CC. Una porta USB-C funge da interfaccia di manutenzione per la programmazione e l’estrazione dei dati. Con conformità ad ATEx (Atmosphéres Explosibles), IECEx (International Electrotechnical Commission System for Certification to Standards Relating to Equipment for Use in Explosive Atmospheres) ed EAC (Eurasian Compliance), con la certificazione FM (Factory Mutual) la serie Flexim 731 è progettata per l’uso e la conformità globali.

Soluzioni intelligenti per il controllo dei fluidi

Anche quest’anno Bürkert Fluid Control Systems ha partecipato a SPS 2025, portando in fiera le sue tecnologie all’avanguar -

dia per l’automazione industriale e il controllo dei fluidi. L’azienda ha presentato un portfolio di soluzioni pensate per migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità dei processi produttivi, con un focus particolare sull’integrazione tra mondo fisico e digitale. Tra le novità in evidenza, i cabinet di controllo per atmosfere potenzialmente esplosive, equipaggiati con l’isola di valvole ATEX 8650 –una soluzione modulare, affidabile e personalizzabile per ambienti critici.

Grande attenzione è stata dedicata anche all’industria alimentare, con sistemi per il dosaggio di precisione, la disinfezione chimica con H 2O 2 e la pulizia CIP: tecnologie ideate per garantire qualità e igiene ai massimi livelli, ridu -

cendo al contempo consumi e costi operativi.

Un altro pilastro dell’offerta Bürkert è l’automazione decentralizzata, supportata da protocolli come IO-Link e Industrial Ethernet, che permettono il controllo intelligente e la raccolta dati in tempo reale.

In questa direzione si inseriscono anche le soluzioni con Asset Administration Shell (AAS) e EDGE computing, che abilitano la manutenzione predittiva e la gestione remota dei processi.

Con una forte vocazione all’innovazione applicata, Bürkert conferma il suo ruolo di partner strategico per i settori più esigenti – dal Food & Beverage al farmaceutico, dall’oil & gas alla chimica – affiancando i clienti in ogni fase: dalla progettazione al post-vendita.

Livelli visivi versatili e resistenti per numerosi settori industriali

Fratelli Giacomello, azienda attiva nel settore dei misuratori di livello, lancia i nuovi livelli visivi LV/M, una soluzione innovativa pensata per garantire massima affidabilità e versatilità in un’ampia gamma di applicazioni industriali.

Per rispondere alle crescenti esigenze del mercato internazionale, in particolare americano, Fratelli Giacomello ha ampliato la gamma LV/M, introducendo nuovi interassi da 381 e 508 mm. Questo aggiornamento consente una maggiore flessibilità di installazione, rendendo il prodotto compatibile con un numero ancora più ampio di macchinari e impianti.

I nuovi livelli LV/M sono progettati per operare in ambienti oleodinamici e nelle condizioni più impegnative, garantendo performance eccel-

lenti grazie a una costruzione robusta e a materiali attentamente selezionati:

• Blocchetti e viti in AISI 316: un acciaio inox di alta qualità, noto per la sua eccezionale resistenza alla corrosione, ideale per ambienti esposti a sostanze chimiche aggressive e condizioni estreme.

• Tubi in vetro Pyrex: offrono elevata resistenza meccanica e termica, mantenendo trasparenza e affidabilità nel tempo.

• OR disponibili in diverse opzioni: adattabili a ogni specifica esigenza applicativa, garantendo perfetta tenuta e durata ottimale.

• Termometri integrati in AISI 316: una novità che consente il monitoraggio non solo del livello, ma anche della temperatura del fluido, migliorando la sicurezza e l’efficienza dei

processi industriali.

Grazie alla loro compattezza e resistenza, i livelli LV/M trovano applicazione in numerosi settori, tra cui:

• Oleodinamico: per il controllo preciso dei fluidi nei sistemi ad alta pressione.

• Chimico e farmaceutico: ideali per ambienti con sostanze aggressive e severi requisiti di sicurezza.

• Alimentare: perfetti per il monitoraggio in impianti dove igiene e precisione sono essenziali.

• Navale: resistenti a condizioni marine difficili, garantendo prestazioni costanti nel tempo.

Con oltre 40 anni di esperienza, Fratelli Giacomello continua a distinguersi per la capacità di sviluppare soluzioni tecnologiche all’avanguardia, progettate per soddisfare le esigenze dei clienti in tutto il mondo.

L’innovazione si fa insieme

Oggi nessuno può evolvere da solo. Occorrono ecosistemi che connettano aziende, fonti di ricerca, tecnologie e persone. Così G-Gravity propone percorsi basati su un concetto aperto e al contempo sistemico dell’innovazione, con particolare riferimento al settore life science.

Per fare innovazione e trasferire i suoi benefici nella società e nell’industria occorre facilitare le connessioni. Nessuna azienda o ente di ricerca, soprattutto in tempi di accelerazione tecnologica e digitale come quelli che stiamo vivendo, possiede il know how per innovare da solo, prescindendo dalla “contaminazione” con altre realtà e competenze. Fondando G-Gravity, Roberta Gilardi ha messo a frutto la sua profonda conoscenza del mondo delle start up e dell’open innovation, e ha elaborato un concetto di innovazione che si basa anzitutto sullo sviluppo di ecosistemi di conoscenze, capaci di attrarre e stimola-

re stakeholder con competenze e visioni diverse, convogliandoli infine verso l’obiettivo strategico indicato dal cliente.

Nel settore life science, per esempio, G-Gravity offre servizi avanzati di supporto all’R&D, scouting tecnologico e venture client. In particolare, il modello di venture client offre alle aziende l’opportunità di testare nuove soluzioni in contesti reali, facilitando l’integrazione di innovazioni disruptive nei loro processi e offerte. Questo approccio accelera l’adozione di nuove tecnologie e crea una collaborazione più stretta tra G-Gravity e le imprese, con un focus sul successo condiviso e su soluzioni su misura che rispondano alle esigenze del mercato.

Roberta Gilardi, qual è stato il percorso che l’ha portata a fondare G-Gravity?

“Ho maturato un’esperienza di circa 30 anni nell’ambito della consulenza. Sono partita con alcune iniziative imprenditoriali all’inizio dell’espansione del settore digitale, tra fine anni Novanta e inizio Duemila. Intorno al 2006, mi sono precocemente interessata alla nascita e allo sviluppo di start up. Ho unito le mie competenze di tecnologia e business a quelle economico-finanziarie di mio fratello Massimiliano in una società che investe in start up e piccole imprese. Un’attività che mi ha fatto imparare molto ed entrare nel vivo del settore. Poi dal 2010, ancora una volta con un certo anticipo sui tempi, mi sono specializ-

Roberta Gilardi, Ceo e Founder di G-Gravity

zata nell’open innovation. Con l’arrivo di altri soci, abbiamo strutturato una piccola società dedicata interamente al supporto alle start up.

Mi è sempre piaciuto creare connessioni ed aprirmi a ciò che accade nel mondo dell’innovazione: così abbiamo messo a disposizione il nostro spazio di Milano ad altre realtà interessare al co-working, attraendo una vivace e affollata community, almeno fino all’arrivo del Covid.

Abbiamo tenuto duro e in questo contesto è nata, proprio nel 2020, la società G-Gravity, che si proponeva non solo come hub fisico per l’innovazione, ma anche come il punto di partenza per un progetto verticale dedicato a settori ad alta complessità, come quelli che ruotano attorno al grande tema della salute: quindi sanità, farmaceutica, tecnologie medicali, cura del paziente”.

Da dove parte il suo concetto di innovazione?

“Abbiamo coltivato in questi anni una nostra visione, che ho illustrato in un capitolo del libro “Shades of Blue, Science, technologies and business strategies for the exploration of uncharted futures”, scritto con altri autori e coordinato dalla ricercatrice e Assistant Professor Marica Grego dell’Università di Pavia. In questo capitolo, intitolato “Managing Complexity of Innovation in the VUCA World and designing better Futures”, ho cercato di affrontare la complessità del concetto di innovazione, che non può essere ridotto a un tema di settore o di tec-

nologia. L’innovazione mette in gioco tanti elementi, ma non può fare a meno di una fase imprescindibile: ovvero la creazione di un ecosistema, di una rete di competenze e di realtà avanzate. Non si può innovare da soli a casa propria. Molte aziende hanno una forte area R&D, ma essa non è mai esaustiva, dato che il mondo fuori è molto più grande. Gestire e mettere in sinergia diversi stakeholder, competenze, centri di ricerca e start up è un’attività essenziale, anche se certamente non è semplice. Non si può dire a un’azienda come deve lavorare o crearle un ecosistema dal nulla. È un processo che si snoda attraverso diversi passaggi chiave”.

Quali, in particolare?

“Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto su tre pilastri: 1) community o ecosistema federato; 2) modelli o template; 3) piattaforma tecnologica”.

Cominciamo dall’ecosistema federato.

“Dobbiamo partire dal presupposto che nessuno può avere del know how interno su tutto, tantopiù a fronte della velocità con cui le conoscenze evolvono.

Al nostro interno disponiamo di ottime competenze per alcune industry, ma al contempo abbiamo creato relazioni e accordi specifici con diversi enti italiani e stranieri: acceleratori, università, centri di ricerca. Federiamo così diverse fonti di innovazione, ciascuna delle quali spesso, a sua

Alcune immagini dell’hub space di G-Gravity a Milano, in via Legnone

volta, coinvolge numerose startup. Questi partner vedono in noi un’opportunità concreta di portare all’esterno l’innovazione che producono, in forma di trasferimento tecnologico o di soluzione su misura”.

Con modelli invece cosa intende esattamente?

“Ci stiamo concentrando sui servizi che riteniamo più efficaci ed efficienti per aiutare le aziende. Si tratta di format sviluppati nel tem -

Aprile/Maggio 2025

Roberta Gilardi

insieme a Miikka Neuvonen, che fa parte dello Start Up Runway di Helsinki, dove G-Gravity ha contribuito a fondare, in collaborazione con il governo finlandese, la piattaforma di innovazione Vantaa Future Hub

po con i clienti. Uno dei nostri format più interessanti e completi è il Future Hub, che offre all’azienda un percorso mirato al suo obiettivo, che può essere lo sviluppo interno della cultura dell’innovazione, oppure l’esplorazione di un tema strategico. Il Future Hub è un progetto sistemico che va in profondità e che può durare anche diversi anni. Il percorso di sprimentazione avviene nell’ambito di una fase del modello che noi chiamiamo Technological Playground, un ambiente di sperimentazione che di volta in volta può richiedere l’apporto di fonti di innovazione e start up esterne. Sono previste anche delle iniziative collaterali, come hackathon e programmi specifici di sviluppo e comprensione di scenari di business o

tecnologici, secondo nostre metodologie. Questi programmi o eventi sono dei motori di generazione inseriti in un contesto guidato per trarre valore e trasferirlo nel contesto. Ancora una volta il nostro compito è mettere insieme esperti, creativi, studenti, start up, in generale stakeholder con connotazioni e visioni diverse, che aiutano l’azienda a fare connessioni, produrre idee, darsi priorità e approdare a dei risultati”.

Gli eventi e i programmi di innovazione hanno anche un obiettivo di team building? “Cerchiamo non solo di far incontrare competenze ma anche, effettivamente, di giocare il ruolo di facilitatori e di esaltare il potenziale delle persone, che possono scoprire doti di leadership o relazionali che nella quotidianità del lavoro non erano emerse.

I partecipanti vanno coinvolti: solo così si possono sbloccare idee e nuove situazioni. Spesso il problema che si riscontra su un processo o su una linea di prodotto non ha tanto origine nella tecnologia, quanto nel contesto aziendale. Un caso eclatante ci capitò con una multinazionale: al termine di una serie di workshop che coinvolsero diverse decine di persone e vari ruoli di azienda, il Ceo si rese conto che avrebbe ottenuto dei risultati solo rivedendo in profondità la struttura organizzativa”.

Infine diceva che il terzo pilastro è la piattaforma tecnologica… “È un progetto a cui stiamo lavoran-

“G-Gravity è nata non solo per essere un hub fisico dedicato all’innovazione, ma anche il punto di partenza per un progetto verticale dedicato a settori ad alta complessità, come quelli che ruotano attorno al grande tema della salute”

do e che rappresenta una parte essenziale della missione di G-Gravity. Il primo modulo della piattaforma che verrà rilasciato sarà un tool di supporto all’ecosistema. Ciò faciliterà ulteriormente la circolazione delle conoscenze all’interno della community.

La seconda parte della piattaforma, che ne sarà di fatto il cuore, sarà invece uno strumento intelligente, mirato alla gestione dei processi di innovazione e dei dati: in una prima fase saremo noi ad utilizzarlo direttamente, successivamente saranno i clienti a sfruttarlo come strumento di Innovation Management evoluto per i propri progetti”.

Vi rivolgete soprattutto a grandi aziende o anche alle medie?

“Abbiamo lavorato con aziende di dimensioni molto diverse, anche perché nei nostri servizi si può investire in modo scalabile.

È evidente che le major hanno una maggiore forza economica e sensibilità verso l’innovazione, ma al contempo siamo consapevoli che sono le medie imprese ad aver oggi più bisogno di fare un salto di qualità in questa direzione. Approntando un ecosistema standard di base e puntando sulla scalabilità di servizio, siamo in grado di supportare con progetti efficaci anche le realtà minori”.

Un’ultima curiosità: come è stato scelto il nome G-Gravity?

“La società fondata con mio fratello si chiama G2, che contiene l’iniziale del nostro cognome ‘al quadrato’ e l’idea dell’accelerazione. Successivamente, in un brainstorming sul nome della nuova realtà, uno dei soci, particolarmente creativo, ha suggerito di inserire l’idea della gravità, che aggiunge alla capacità di accelerazione quella di attrazione”.

Strutture proteiche dettagliate con i metodi computazionali

Il contributo alla creazione di metodi computazionali sempre più potenti per la delucidazione e progettazione delle strutture proteiche è valso il premio Nobel per la Chimica 2024 a David Baker, Demis Hassabis e John Jumper.

di Filippo Neri

Imetodi computazionali che, negli ultimi decenni, hanno permesso di evidenziare in modo sempre più dettagliato le strutture complesse delle proteine sono stati al centro dei premi Nobel per la Chimica 2024. Più in particolare, metà del premio è stato assegnato all’americano David Baker (Università di Washington, Seattle, e Howard Hughes Medical Institute) per i suoi studi sulla progettazione di proteine completamente nuove. L’al-

tra metà del premio è stata equamente suddivisa tra due scienziati della britannica Google Deep Mind, Demis Hassabis e John Jumper, per le loro attività mirate alla creazione dell’ormai famoso modello di intelligenza artificiale AlphaFold2, in grado di predire la struttura delle proteine sulla base della loro sequenza primaria di amminoacidi [1]. Riassumiamo i temi centrali dei due ambiti di ricerca che hanno portato al riconoscimento da parte della Fondazione Nobel. Rimandiamo gli interessati ad approfondire questi argomenti alla documentazione disponibile sul sito The Nobel Prize [2] e alla ricca bibliografia in essa citata, oltre che alle lecture magistrali dei tre scienziati premiati [3-5], da cui sono state tratte le informazioni riportate nel presente articolo.

Progettare de-novo nuove proteine Fin dalle prime determinazioni delle strutture proteiche mediante cristallografia a raggi X, a cavallo degli anni ’50-’60 del secolo scorso, una delle sfide principali è consistita nel comprendere le modalità con cui la sequenza lineare di amminoacidi che caratterizza la struttura primaria di una proteina si ripiega su se stessa in modo estremamente preciso a formare strutture tridimensionali ternarie e quaternarie complesse.

Strutture che nell’ambiente fisiologico si formano in pochi secondi e che rappresentano un elemento chiave dei processi biologici: i siti attivi in esse presenti, infatti, sono in grado di legare in modo specifico molecole quali enzimi, ormoni o altri trasmettitori di segnale, attivando/disattivando di conseguenza le funzioni della proteina in questione. L’ovvio corollario di queste considerazioni è che molte proteine sono diventate nel tempo bersagli interessanti per la messa a punto di nuove terapie, in

cui la molecola attiva interagisce in modo selettivo con la proteina target modulandone le funzioni. Una delle principali difficoltà nel predire le strutture proteiche terziarie e quaternarie è rappresentata dal numero estremamente elevato di possibili conformazioni diverse che può assumere la sequenza di amminoacidi (dell’ordine di 1047 per una catena di 100 residui). Le strutture proteiche sono inoltre caratterizzate al loro interno da elementi polipeptidici secondari che ne determinano il ripiegamento in a-eliche o foglietti b, oltre a regioni di loop che fungono da connessione. A queste si possono poi aggiungere anche interazioni terziarie a distanza, quali ad esempio la formazione di legami a idrogeno tra residui opposti o la presenza preferenziale di amminoacidi idrofobici nella zona più interna della proteina, schermata dall’ambiente acquoso. Al contrario, gli amminoacidi polari o con carica sono localizzati soprattutto sulla superficie della proteina, esposta ai fluidi cellulari.

David Baker ha definitivamente invertito i termini della questione, dopo le esperienze iniziali di progettazione proteica fatte a partire dalla fine anni ’90 (soprattutto i lavori di Dahiyat e Mayo sulle strutture Zn-finger). Baker, infatti, ha puntato a determinare quale sequenza di amminoacidi, del tutto ignota, permetterebbe di ottenere il pattern di ripiegamento desiderato per la proteina (processo noto come de-novo protein design), invece che partire dalla sequenza per ottenere la struttura corrispondente.

La prima sequenza proteica non presente in natura e creata completamente mediante design computazionale, denominata Top7, è stata pubblicata dal gruppo di David Baker nel 2023. Si tratta di una proteina di 93 amminoacidi, contenente due a-eliche e un foglietto b. La tecnica di progettazione messa a punto da Baker si basa sull’utilizzo del software Rosetta, un programma che data al 1999 e in continuo sviluppo da parte degli utenti, che permette di assem-

Sopra: John

Jumper © Nobel Prize Outreach, foto Anna Svanberg.

A destra:

DemisHassabis

© Nobel Prize Outreach, foto

Nanaka Adachi

blare corti frammenti strutturali ottenuti da proteine non correlate ma con sequenze locali simili, con ottimizzazione della sequenza e della struttura rispetto alla conformazione di backbone desiderata. In questo modo, il gruppo di Baker ha creato negli anni molte diverse strutture proteiche, alcune delle quali anche con funzioni di tipo avanzato, la cui progettazione richiede una maggiore comprensione anche dei fattori dinamici, allosterici e catalitici e delle transizioni a livello strutturale. La metodica premiata con il Nobel 2024 apre a molte nuove prospettive circa la possibilità di creare nuovi costrutti biotecnologici utilizzabili nei campi più svariati. Nella sua lecture, David Baker ha portato vari esempi di proteine progettate de-novo, tra cui, restando nelle sole applicazioni terapeutiche, molecole utili a neutralizzare la tossina del veleno del cobra, a sopprimere l’infiammazione mediante interazione con il recettore target TNF o a ridurre la formazione di fibrille amiloidi nella malattia di Alzheimer. Il metodo è anche stato utilizzato per lo sviluppo del vaccino proteico anti-Covid Skycovione, approvato nel Regno Unito nel 2023 e in Corea del Sud nel 2022 (il primo

medicinale al mondo completamente progettato al computer). Il design delle proteine può anche venire utilizzato per progettare nuovi enzimi non esistenti in natura e in grado di dare interazioni ottimizzate coi substrati target. Un’altra applicazione interessante ha visto la progettazione di coppie di molecole di clorofilla per “raccogliere” la luce in un processo di fotosintesi artificiale.

Predire la struttura dalla sequenza

Le radici delle ricerche degli altri due vincitori del Nobel 2024 per la Chimica possono essere fatte risalire al 1994, anno in cui è partita la sfida biennale CASP (Critical Assessment of Protein Structure Prediction), volta a valutare i progressi nella determinazione computazionale delle strutture proteiche a partire dalle sequenze. I primi network neurali artificiali, anticipatori degli algoritmi di intelligenza artificiale, sono stati utilizzati già dal 1988 per la determinazione delle strutture secondarie. Altri passaggi fondamentali della ricerca in questo campo sono rappresentati dallo sviluppo delle tecniche di simulazione molecolare dinamica del ripiegamento in soluzione e di quelle di allineamento

delle sequenze multiple di una stessa proteina ottenibili dalle banche dati. Nonostante le previsioni ottenute all’interno dell’iniziativa CASP siano via via migliorate, anche grazie all’entrata in gioco delle tecnologie di machine learning e dei network neurali a partire dal CASP12 (2016), l’accuratezza nel predire, in particolare, gli amminoacidi che si vengono a trovare a contatto nella struttura 3D rimaneva tuttavia ancora insufficiente.

Un primo, netto miglioramento in tal senso si è avuto nel CASP13. È stato proprio a partire da questi risultati che Demis Hassabis ha fondato nel 2018 la società DeepMind e sviluppato l’algoritmo AlphaFold1 (AF1), basato su di una rete neurale convoluzionale. Questa tipologia di applicazione di deep learning svolge le attività di addestramento del network in modo simile a quanto avviene per la classificazione e il riconoscimento delle immagini e degli oggetti. Addestrato utilizzando le strutture proteiche contenute nella Protein Data Bank, AF1 è stato il primo programma in grado di fornire un punteggio di 60 nel Global distance test (GTD), utilizzato per le valutazioni nelle sfide CASP.

La definitiva innovazione-rivoluzione del settore è arrivata nel 2020 (CASP14), quando il gruppo guidato da Hassabis e John Jumper ha lanciato AlphaFold2 (AF2), la versione più evoluta dell’algoritmo, che ha permesso di raggiungere un punteggio di 90 al test GDT per i target più difficili. Tale traguardo ha rappresentato, per la prima volta, la possibilità di compiere previsioni della struttura delle proteine monomeriche con un’accuratezza di backbone di circa 1Å, sostanzialmente equivalente all’accuratezza ottenibile tramite le tecniche sperimentali.

Il modello di AlphaFold2 è comple-

tamente diverso da quello utilizzato per AF1, essendo basato su un’architettura di trasformatori invece che sull’approccio di convoluzione. Un’altra caratteristica che differenzia la seconda versione dell’algoritmo è il ricorso a un network endto-end, nel quale le coordinate atomiche sono prodotte direttamente come output piuttosto che come informazione di contatto da post-elaborare separatamente (come avveniva per AF1).

Grazie all’utilizzo di AF2, che si compone dei due moduli Evoformer e Structure module, Hassabis e Jumper hanno potuto prevedere la struttura di praticamente tutti i 200 milioni di proteine conosciute presenti all’interno della banca dati UniProt (Universal Protein Resource). Su queste

basi, AlphaFold2 si è rapidamente affermato come lo standard di settore, anche grazie al fatto che il suo codice sorgente è open-source e alla banca dati gratuita costruita in collaborazione con lo European Bioinformatics Institute (EMBL-EBI). AF2 è oggi ampiamente diffuso tra la comunità scientifica, con oltre 2 milioni di utenti da oltre 190 paesi. Questi nuovi sviluppi hanno portato anche il gruppo di David Baker ad adottare per il proprio programma un’architettura simile a quella di AF2, sfociata nel nuovo algoritmo RoseTTAFold. Tra gli esempi portati da Hassabis nella sua lecture del Nobel, AF2 è stato utilizzato per progettare enzimi in grado di degrada-

re la plastica, per identificare nuove cure per le malattie neglette o per sviluppare nuovi sistemi di drug delivery basati su “siringhe” molecolari a base proteica.

Secondo quanto indicato nel corso della lecture, gli ulteriori sviluppi dell’algoritmo, AlphaFold3, dovrebbero puntare a modellare tutte le biomolecole che sono parte dei processi viventi, DNA compreso. Si entrerà così appieno nell’era della “biologia digitale”. Su questa base, Demis Hassabis ha già fondato Isomorphic Labs, società anch’essa parte della galassia Alphabet che punta a utilizzare l’intelligenza artificiale per la scoperta di nuovi farmaci secondo criteri completamente nuovi.

Riferimenti bibliografici

[1] The Nobel Prize in Chemistry 2024, https://www.nobelprize.org/prizes/chemistry/2024/summary/

[2] The Royal Swedish Academy of Sciences, Scientific background to the Nobel Prize in Chemistry 2024. Computational protein design and protein structure prediction, 5

[3] David Baker – Nobel Prize lecture. NobelPrize.org. Nobel Prize Outreach AB 2025. Wed. 8 Jan 2025. https://www.no-

David Baker © Nobel Prize Outreach, foto Dan Lepp

belprize.org/prizes/chemistry/2024/baker/lecture/

[4] Demis Hassabis – Nobel Prize lecture. NobelPrize.org. Nobel Prize Outreach AB 2025. Wed. 8 Jan 2025. https://www. nobelprize.org/prizes/chemistry/2024/hassabis/lecture/ [5] John Jumper – Nobel Prize lecture. NobelPrize.org. Nobel Prize Outreach AB 2025. Wed. 8 Jan 2025. https://www.nobelprize.org/prizes/chemistry/2024/jumper/lecture/

In questo numero abbiamo parlato di…

CHIMICA E FARMACEUTICA

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