Artstyle summer2013

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ESTATE | SUMMER 2013 - COPIA OMAGGIO - FREE COPY

DANCE THIS

WAY home spaces

Varenna

Life and personality to domestic environments exhibitions

Helidon Xhixha

Goes to USA

vernissage

Glasstress

The new project by Berengo

collateral

Michele Tombolini

at Palazzo Bembo for the 55th Biennale personalities

Franz Pagot

An interview

urban arts

De Molfetta

Irony that feeds the critical spirit

Periodico di cultura, arte, arti decorative, design e ambiente. Cultural magazine about art, decorative arts, design and environment.

MIKHAIL BARYSHNIKOV


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sommario | index

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Design Barlumi di luce di / by Ilario Tancon

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Art In Progress Euromobil and the art di / by A.C.

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Il Colibrì 1 Libro 1 Quadro 7 di / by Andrea M. Campo

Glam Non coprirti, vestiti d'arte di / by Mirko Cassani

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Desideri / Wishes Passione per l'eccellenza di / by Ilario Tancon

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Speciale Venezia di / by Ferruccio Gard Una Biennale antidepressiva 10 Musei Civici di Venezia 12 Fra eventi e provocazioni 16 Leone d'oro a Friedkin 18 Vetro e arte 20 Stingel 22 Da Motherwell all'uomo qualunque 23

Personaggi / Personalities Franz Pagot 60 di / by Barbara Carrer

Movimenti / Movements Dadaarikalimba - Galimberti di / by Alain Chivilò

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Itinerari / Routes Marco Da Mel, landscape artist di / by Dario dall'Olio

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Editoriale / Editorial Arte: largo alle donne… di / by Ferruccio Gard

Fuoriporta / Outodoor di / by Ferruccio Gard Primo Tiziano 24 Scultori a confronto 26 Arredamento/Furnishing Salone del Mobile 2013 di / by Marco Rossi

Artisti / Artists Angelo Muriotto, tra oggetto e concetto di / by Gaetano Salerno Magmas - Fiamma Zagara di / by Francesco Gallo Mazzeo Mostre / Exhibitions Dance this way - Baryshnikov di / by Paolo Fontanesi Xhixha Goes to USA di / by Stefania Prandi Collaterale / Collateral Tombolini - Personal Structures di / by Tobia Donà

Gallerie / Galleries Farsettiarte Divisionismo/Futurismo di / by Andrea Ferrazzi In Agenda Alba Gonzales a Roma di / by Stefania Prandi Enzo Fiore a Sirmione di / by Paolo Fontanesi

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Opening Parte Artcom Projects di / by Tobia Dona'

Scultura / Sculpture Mitoraj a Castelvecchio di / by Alessandro Zangrando

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Incontri / Encounters Why Investing in the art? di / by Ilario Tancon

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Immagini / Images Vegas cloning 86 Galeotti immediateness di / by Alain Chivilò Moda / Fashion Borbonese Collection 2013 di / by Armin R. Mengs

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Vini / Wines Castelvecchio. Tra terra e tradizione di / by Francesco Spinaglia

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Home Spaces Varenna Design and High-Class di / by Andrea Ciccarelli

102

Iron Fire decorates 108 di / by Eros Rampone Urban Arts De Molfetta irony spirit di / by Andrea Ferrazzi

Vernissage Maurizio Savini al Vittoriano di Roma 132 di / by Stefania Prandi Glasstress Project 48 di / by Luca Berta

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Contemporanea / Contemporary Plessi/Mantua 34 di / by Tobia Donà Kira Oltre la forma del pensiero 76 di / by Gaetano Salerno Eventi / Events Rabarama - Volarearte di / by Andrea M. Campo

Brand Golden Goose 78 di / by Ilario Tancon

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Performance Hikari Kesho 146 di / by A.V. Art people Transcendent beauty, Bill Beckley di / by Wendy M. Blazier

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Punto Sul Punto Renato Missaglia, cuochi e cani di / by Milena Milani

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It's Liquid Organicity 156 di / by Marco Rossi Appuntamenti / Appointments Cortina Cocktails with the author di / by Ferruccio Gard Agendart di / by The Editorial Staff

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editoriale / editorial

di / by Ferruccio Gard

sito internet:

www.art-style.it e-mail: info@art-style.it Direttore responsabile: Ferruccio Gard e-mail: ferrucciogard@art-style.it Coordinatore: Cristian Contini e-mail: cristiancontini@art-style.it Hanno collaborato: Ilario Tancon, Armin R. Mengs, Eros Rampone, A.C., Francesco Spinaglia, Otis, Andrea Ferrazzi, Marco Rossi, Mirko Cassani, Elena Moretti, Cristina Gioacchini, Paolo Fontanesi, Lucia Majer, Gisella Pagano, Elena Zardini, Roberto Daolio, Sania Gukova, Franco Salvadori, Chiara Canali, Vania Conti, Umberto Mazzoni, Paolo Levi, S. C., Monica Migliorati, Michele Beraldo, Fabio Migliorati, Luigi Abbate, Luigi Meneghelli, Elena Pontiggia, Massimo Costa, Ivan Quaroni, Andrea M. Campo, Anna Maria Barbato Ricci, Francesca Giubilei, Valentina Fogher, Stefania Prandi, Emanuela Peruzzo, Viola Carugati, Vittorio Sgarbi, Emanuele Confortin, Luca Curci, Laura Bresolin, Valeria Pardini, Paolo Buda, C.P., Serafina Leozappa, Marco Bevilacqua, Milena Milani, Cosimo Mero, Luca Beatrice, Gaetano Salerno, Achille Salvagni, Dario dall’Olio, Sara Speggiorin, Alessandro Zangrando, Alain Chivilò, Tobia Donà. Traduzioni: Valencia Scott Colombo, Sergio Gnesin, Yolanda Lidia Valdés - prepress - print - binding: Peruzzo Industrie Grafiche S.p.A. Mestrino (PD) www.graficheperuzzo.it graphics

Pubblicità: Euroedizioni s.r.l. Tel. (+39) 393 31 10 007 Corso Milano, 103 - 35139 Padova E-mail: info@art-style.it Editore: Euroedizioni s.r.l. Sede legale e amministrazione Corso Milano, 103 - 35139 Padova Cod. fisc. e part. Iva 12209520159 Le opinioni degli autori impegnano soltanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quella della direzione della rivista. Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati, non si restituiscono. © Proprietà artistica e letteraria riservata. È vietata la riproduzione anche parziale di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Registrazione del Tribunale di Milano n° 810 del 2 dicembre 1998.

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estate • summer 2013

ARTE: LARGO ALLE DONNE, PURCHÉ… NUDI

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gni tanto c’è qualcuno che s’ingegna a inventare l’acqua calda. In una apposita graduatoria dedicata a questa arguta attività, si è guadagnata il primo posto l’allarmante sentenza di un gruppo di studiosi americani che, dopo anni di attente, faticose e meticolose analisi medicoscientifiche, ha accertato che un abuso di alcool fa male alla salute. E si è lodevolmente affrettato a darne l’annunzio al mondo intero. Non ha però scherzato neanche un famoso e per la verità bravissimo pittore-scultore tedesco, George Baselitz, quello delle figure capovolte. Dunque, in una intervista a “Der Spiegel” il Maestro ha chiosato che, nel mondo dell’arte, le donne sono meno apprezzate, hanno meno successo dei maschietti. Verissimo, solo che… da sempre lo sapevano tutti. Qualche esempio? Al Metropolitan Museum di New York, soltanto il 3% delle opere è firmato da donne, mentre l’83% è costituito da nudi(femminili, naturalmente). Mentre al Padiglione Italia dell’attuale Biennale, dei 14 artisti invitati solo due sono donne. E le quotazioni? Fra il gentil sesso quelle più alte le ha raggiunte, post mortem, la celeberrima Louise Bourgeois: 3 milioni di euro, quisquilie rispetto alle svariate decine di milioni di Hirst, Koons, Richter e via dicendo. “Per entrare al Metropolitan le donne si devono denudare? “, hanno inveito le Guerrilla Girls, gruppo di artiste femministe e arrabbiatissime. Speriamo che non leggano il seguito dell’intervista di Baselitz, secondo il quale tutto questo è inevitabile perché le donne dipingono meno bene degli uomini. Qualcuna “bravina” nei secoli c’è stata, ma a quando un Picasso, un Gauguin, un Modigliani in gonnella? Qualcosa comunque incomincia a cambiare. Il social newtork Pinterest ha violato un tabù, prendendo la storica decisione di aprire al nudo, purché artistico. Nudi femminili, naturalmente. Anche qui largo alle donne, dunque, purchè… nudi! A decidere l’artisticità delle fotografie sarà lo staff del sito. Composto da uomini o da donne? Alle lettrici e ai lettori l’ardua sentenza.

Art: time for women, as long …naked Sometimes somebody tries to discover the hot water. First out of such list of sharp people who work hard to obtain this result, a group of Americans passed sentence, after years of hard work, difficult and meticulous medical analysis, assuring that abusing alcohol is not healthy. Furthermore, these people hurried to inform the whole world about their sensational discover. On the other hand, a famous and very talented German Artist and Sculptor George Baselitz (do you remember his upside down figures?) decide not to joke. In fact, during an interview released to “Der Spiegel”, the Master stated that, in the Art world, women are less appreciate and successful than men. That’s absolutely true but…everybody knows that! Some example? The Artworks by women exhibited at the Metropolitan Museum are the 3% of the total, while the 83% of them represent nudes (of women, of course). And at the Italian Pavilion, during the 2013 Biennale of Venice, only 2 artists out of a total of 14 are women. Want to talk about quotations? The highest, between women, have been reached, after death, by the celebrity Louise Bourgeois: 3 million Euros; nothing if compared to the few tens of millions paid for Hirst, Koons, Ritcher and many others. “Do the women have to get naked in order to enter the Metropolitan?” shouted the Guerrilla Girls, a group of feminist and furious artists. We hope they are not going to read the rest of the interview of Mr. Baselitz, who stated that women artist paint worse than men. Some “pretty good” one, during the centuries, showed up, but how long do we have to wait before seing a Picasso, a Gauguin, a Modigliani on skirt? But something is changing. The social network Pinterest broke a taboo taking the historical decision to open to the nude, if artistic. Feminine nudes, of course. So, time for women!..As long… naked. To decide the artistic value of the photographs, are the web site’s staff. Consisting of men or women? To the readers the arduous sentence.


il colibrì

di / by Andrea M. Campo

un libro, un quadro.

MONOCROMO DI YVES KLEIN

P

oco sopra il cupo nero degli abissi si distendono l’intenso blu della quiete, la calma densa dell’indefinito, un limbo seducente e al tempo stesso terribile. In questo cosmo il signor Deshimaru ha costruito il suo singolare laboratorio, dove sono custoditi – dietro modico compenso- piccoli oggetti di vita quotidiana, “gli esemplari”, simulacri di ricordi amari di cui i legittimi proprietari vogliono liberarsi (e a volte ritrovare). In questo blu profondo, dove lo spirito si libra e la riflessione si esaurisce, giunge una giovane in cerca di lavoro, una ragazza che ha perso parte dell’anulare , ”un pezzetto di carne a forma di conchiglia”. Qui comincia la parabola corrotta della docile protagonista de “L’anulare” di Yoko Ogawa, fertile narratrice contemporanea del Sol Levante. Deshimaru magnifica il ricordo superando le virtù del simbolo e umanizzando l’inganno della visione: il ricordo esiste, ha forma e dimensioni, la sua essenza prende vita e la sua energia è resa accessibile. Deshimaru indossa le vesti dell’abile alchimista mascherando un animo decadente con la polvere dello studioso, è un guardiano moderato ben lontano dall’indole ribelle e avanguardista di

TIZIANO, VENERE DI URBINO (PARTICOLARE)

Yves Klein. Seppur uniti nel culto della conoscenza, Klein è uno sperimentatore che attraverso la ricerca giunge all’affermazione dell’assoluto, alla sintesi di un’esistenza che si compendia nel finto rigore formale del blu oltremare (International Klein Blue): rende “visibile ciò che per sua natura è invisibile”. Il signor Deshimaru, invece, agisce per sottrazione privando l’oggetto della sua aura, privando – involontariamente?- i suoi clienti dell’elaborazione del ricordo e del dolore. Un’ombra fosca pare inghiottire lentamente la protagonista del racconto dell’Ogawa, spingendola, logora, verso quegli abissi dove Klein si nascondeva per meditare.

LA COPERTINA DELL’EDIZIONE ITALIANA DE “L’ANULARE” DI YOKO OGAWA

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speciale venezia

SPECIALE

VENEZIA a cura di / by Ferruccio Gard

UNA BIENNALE ANTIDEPRESSIVA

An antidepressant Biennale

Massimiliano Gioni, Direttore della 55.Biennale Arte Massimiliano Gioni, 55th Biennale OF ART DIRECTOR

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estate • summer 2013

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na donna e un uomo seduti di fronte: a tratti dialogano con movimenti gestuali, con il linguaggio dei segni, poi emettono suoni gutturali, vocalizzi ripetuti e ipnotici, pronunciano frasi smozzicate, praticamente incomprensibili, che possono sembrare anche lamenti, o invocazioni, o nenie. E uno dei due finisce per ruotare attorno all’orbita sonora emessa dal compagno. E’ la performance (nel salone con i dipinti di Rudolf Steiner, nel Padiglione Centrale) che è piaciuta e che ha incuriosito di più durante i tre giorni della vernice della 55.Biennale d’Arte. Una performance, firmata dall’inglese Tino Sehgal, che è testimonianza dello spirito innovativo di questa esposizione perché, per la prima volta nei 118 anni di storia della Biennale, ha vinto il Leone d’oro per il miglior

artista, artefice di questo abbattimento dei confini tra discipline. Riconoscimento che tradizionalmente andava all’autore di un quadro, di una scultura o di una installazione. Ovviamente raggiante, nel ritirare il Leone d’Oro, il bravissimo Sehgal, miglior artista del Palazzo Enciclopedico. Insomma, è stato infranto un tabù, le cose (giustamente) cambiano sempre di più anche nel mondo dell’arte, e così il curatore Massimiliano Gioni(il più giovane di sempre) ha voluto cambiare l’impostazione della kermesse, non deludendo le grandi aspettative che si erano create dopo la sua nomina ed allestendo una Biennale di altissima qualità, con un caleidoscopio di artisti che vanno dai grandi maestri ad altri, semplici “dilettanti emergenti” , oppure naif, meno ortodossi o esponenti dell’Art

Brut, ma comunque di considerevole interesse. Il taglio è storico, perché include anche opere dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento, compresi quindi anche molti artisti defunti. “ Il Palazzo enciclopedico” il suo titolo, perché Gioni si è ispirato all’utopia dell’italo-americano Marino Auriti che, nel 1955, depositò all’ufficio brevetti della Pennsylvania il progetto di un Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare il sapere di tutta l’umanità in un edificio di 136 piani, alto 700 metri ed esteso su oltre 16 isolati di Washington. L’idea è stata adattata ai giorni nostri e ne è nato un percorso, fra i Giardini e l’Arsenale, con 155 artisti di 38 Paesi (111 i viventi) che Gioni ha scelto per indagare il desiderio di sapere e vedere tutto, in una mostra sulle ossessioni e sul

A woman and a man sitting one in front of the other: they have a dialogue using gestural movements, the sign language; then they give out guttural noises, repeated and hypnotic sounds and they talk part of phrases that are not understandable, sounding like they are moaning, invocating or speaking dirges. And then, one of them start rotating into the sound orbit of the other. This is the performance that the visitors liked the most during the presentation of the 55th Biennale d’Arte. (At the Central Pavilion, together with the paintings by Rudolf Steiner). A show signed by the British artist Tino Sehgal, to testify the innovative spirit of this edition; because it is the first time, in the 118 years of the history of the Biennale, to win the Leone d’Oro for the best artist is somebody who broke down the separation between

different disciplines. Traditionally, the important award was given to the author of a painting, of a sculpture or of an installation.We don’t have to say that the clever Sehgal, best artist of the Palazzo Enciclopedico, was more than excited while retiring the Leone d’Oro (The Golden Lion). The title “Il Palazzo Enciclopedico” (The encyclopedical palace) that Gioni gave to the exhibition is inspired to the utopia of Marino Auriti who, in 1955, deposited at the Patent Office of Pennsylvania the project for a Palazzo Enciclopedico, sort of a building consisting of 136 floor,700 meters tall and covering 16 blocks of the city of Washington, designed to host a museum able to contain the human knowledge. The original idea was adapted to our days and now we can walk through a journey, touching the Giardini and the

Arsenale, consisting of 38 Countries (111 the artists alive represented) which Gioni choose to investigate the human desire to know and see everything. The exhibition is about the obsessions and the transforming power of the imagination, about the role of the imagination and the supremacy of the unconscious. In brief, “ a temporary museum of the imagination”.Back to the awards, this edition rewarded with the Leone d’Oro, for the first time, the Angola, first time ever participating, for its presence as Nation. It was also the first time that the award has been given out of a traditional space: in fact, we are talking about Palazzo Cini, which stands between the Accademia and the Guggenheim Foundation. Ten are the new presences of this Biennale. Beyond Angola, the Vatican, Bahamas, Bahrain, Ivory Coast, Kosovo, Kuwait,


la performance di Tino Sehgal tino sehgal’s performance

Uno scorcio del Padiglione dell'Angola, Leone d'oro alla 55.Biennale

potere trasformativo dell’immaginazione, sulle funzioni dell’immaginazione e sul dominio dell’immaginario. In sintesi “ un museo temporaneo dell’immaginazione”. E poi ecco le 88 partecipazioni nazionali (28 nelle sedi storiche dei Giardini, 24 in Arsenale), le altre 36 in sedi sparse in ogni sestiere della città, come pure i 47 Eventi Collaterali. Gioni ha adempiuto alla responsabilità di fare una mostra che non vedi da altre parti, ha commentato il presidente Paolo Baratta che l’ha definita una Biennale antidepressiva perché, in questo momento di grave crisi economica, che può indurre alla depressione, può costituire un iniettore di fiducia. Tornando ai premi, ci sono state altre “prime volte”, vale a dire il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale all’Angola, presente Paraguay and Tuvalu, small Polynesian archipelago. Many of these Nations use the art to report social and environmental problems. The Angola, for example, has been rewarded by the international jury for “the ability of curators and artist to meditate on the incompatibility and complexity of the concept of site.” It is at Palazzo Cini, location for the Cini Foundation, that the photo reporter Edson Chagas exhibits landscapes of Luanda, the 5 million citizens capital of Angola, showing their contradictions: metropolis and rural areas, public spaces and dumps, infrastructures and residences. Paula Nascimiento and Stefano Rabolli Pansera, curators of the exhibition Beyond Entropy, set up 23 columns of photo posters picturing as many subjects, inviting the visitors to choose their favorites ones and to create a precious

per la prima volta alla Biennale, in una sede premiata per la prima volta al di fuori degli spazi tradizionali, nel nostro caso Palazzo Cini, a metà strada fra le Gallerie dell’Accademia e la Fondazione Guggenheim. Ben 10 i Paesi neofiti della Biennale. Oltre all’Angola, la Santa Sede, Bahamas, Regno del Bahrain, Costa d’Avorio, Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay e Tuvalu, arcipelago polinesiano con 10mila abitanti. Molti di questi Paesi denunciano attraverso l’arte situazioni di conflittualità sociale e problemi di natura ambientale. E’ il caso dell’Angola premiata, sottolinea la motivazione della giuria internazionale “ Per la capacità dei curatori e dell’artista che insieme riflettono sull’inconciliabilità e complessità della nozione di sito”. A Palazzo Cini, sede della Pinacoteca

Paolo Baratta, presidente della Biennale Paolo Baratta, BIennale’s president

della Fondazione Cini, il fotoreporter Edson Chagas espone scorci di Luanda, capitale angolana di 5 milioni di abitanti, colti nelle loro contraddizioni: metropoli e campagna, spazi pubblici e discariche, infrastrutture e abitazioni. I curatori Beyond Entropy (Paula Nascimento e Stefano Rabolli Pansera) hanno collocato 23 poster fotografici su altrettante pile cartacee, invitando i visitatori a scegliere i preferiti per autocostruirsi un prezioso catalogo dedicato a una singolare e affascinante cartografia urbana. Edson Chagas fotografa in particolare oggetti abbandonati(mobili, scarpe, giocattoli, indumenti) inserendoli in situazioni urbane totalmente slegate dal loro utilizzo, proponendo una riflessione sui modi in cui le immagini sono utilizzate per dare forma all’esperienza della città. Beyond Entropy

prosegue così la sua analisi sulla complessità di Luanda, incominciata, con un padiglione di grande successo, alla Biennale Architettura dello scorso anno. E quello dell’Angola, ha sottolineato il presidente Baratta, vuole essere un chiaro messaggio di volontà di rinascita.Mentre hanno il sapore di autentiche invocazioni di aiuto i padiglioni del Bangladesh (alle Zattere), delle Maldive e delle Isole Tuvalu, seriamente minacciati dal pericolo dell’innalzamento dei mari. Grande(e attesissima)novità il padiglione della Santa Sede, installato all’Arsenale nelle antiche Sale d’Armi, dove sono ospitati anche i padiglioni dell’Argentina e degli Emirati Arabi Uniti. Dopo un secolo di “divorzio” è un ritorno del Vaticano nella“committenza” di opere d’arte? É un po’ presto per dirlo. Il ritorno del

catalogue picturing a fascinating and unique urban cartography. Edson Chaggas, in particular, take pictures of abandoned objects ( pieces of furniture, shoes, toys, clothes) which he inserts into urban situations that have nothing to do with the original use they were made for. He suggests to meditate on the way the images are used in order to have experience of the city. Beyond Entropy continues its analysis on the complexity of the city of Luanda, investigation started last year during the Biennale Architettura, when a very successful pavilion was set up. The return of the Vatican to the Art “is a sprout…just to start a journey”, diplomatically said cardinal Gianfranco Ravasi, president of the Pontificio Consiglio della Cultura (Vatican Council for Culture), who wanted this Padiglione, curator a scientific committee with

head Antonio Paolucci, director of the Musei Vaticani. Larence Carrol, Josef Koudelka and Studio Azzurro have been invited to develop, with artworks of not liturgical use, a subject fundamental for the Church such “In principio” (At the beginning) or the Genesis ( first book of the Bible). At the entrance of the pavilion , three artworks by Tano Festa, tributes to the famous icon of the Creation painted by Michelangelo in the Cappella Sistina. Some debates, all feminine, has interested the adjacent pavilion, the one of Argentina. Title of the exhibition: “Eva-Argentina. Una metafora contemporanea” (Eva-Argentina. A contemporary analogy). Nicola Costantino, an Artist of obvious Italian origins, using videos, installations and sculptures, analyzes under a new light the figure of Evita Peròn, trying to underline – as Florencio Noceti, curator

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Vaticano all’arte per il momento è “un germoglio per iniziare un percorso”, ha diplomaticamente commentato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ideatore e commissario del Padiglione, curato da un comitato scientifico coordinato dal direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci. A sviluppare un tema fondamentale per la tradizione della Chiesa quale “In principio”, ovvero la Genesi (dal primo libro della Bibbia) sono stati invitati, con opere non finalizzate ad un uso liturgico, tre artisti: Lawrence Carrol, Josef Koudelka e Studio Azzurro. Aprono il padiglione tre opere di Tano Festa, omaggio alla celebre icona della creazione dipinta da Michelangelo nella cappella Sistina. Il Padiglione del Vaticano è fra i più visitati e apprezzati. Ci sono state polemiche invece, e tutte al femminile, per quello vicino dell’Argentina.

Titolo della mostra” Eva-Argentina. Una metafora contemporanea”. Nicola Costantino, una artista di evidenti origini italiane, con video, installazioni e sculture, getta nuova luce sulla mitica figura di Evita Peròn, cercando di evidenziarne, precisa la curatrice Florencio Noceti, “ anche gli aspetti contraddittori, presentando le immagini gloriose e tragiche di Eva Peròn da un punto di vista emotivo invece che storiografico”. Alcuni giornali di Buenos Aires hanno accusato Cristina de Kirchner di aver inserito, nei titoli di coda dei video, una versione “governativa” sulla figura di Eva Peròn. Accusa respinta dalla presidenta e da altri giornali. E il padiglione è sempre affollato perché, nel segno sia della storia sia dell’arte, la figura di Evita continua ad affascinare e a commuovere. La 55. Biennale di Venezia rimarrà aperta sino al 24 novembre.

of the exhibition, specifies – her most contradictory aspects. In fact,” He presents either the glorious and the tragic images of Eva Peròn with an emotional eye instead of a history graphical one.” Some Newspapers in Buenos Aires accused Cristina de Kirchner to have used, for the titles at the end of the

videos, a “governative” image of Eva Peròn. The accusation has been rejected by the “presidenta” and by other Newspapers. For the records the icon of Evita keeps the pavilion always crowded, fascinating and moving both the history and the art. The 55th Biennale is open until November, 24th.

Tano Festa, Senza titolo, 1979 Emulsione fotografica su tela applicata su tavola e smalto, cm 162 x 200 © Collezione Jacorossi, Roma

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estate • summer 2013

Da Manet a Tàpies, ben 32 eventi per il 2013

MUSEI CIVICI DI VENEZIA: UN PROGRAMMA MOLTO…BELLI

From Manet to Tàpies: 32 events in 2013

Musei Civici of Venice: A program Very…belli

È

difficile parlare del programma della Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE) senza cadere nell’enfasi. Basterebbe ricordare la mostra “Manet. Ritorno a Venezia” che espone (sino al 18 agosto) una attrazione semplicemente strepitosa. Vale a dire la celebre e sublime Olympia, messa a confronto con il quadro al quale, 325 anni dopo, il padre dell’Impressionismo si ispirò: la Venere di Urbino di Tiziano, uno dei capolavori del Rinascimento. Con oltre 70 tele, la mostra evidenzia l’anima italiana di Manet, che soggiornò a Venezia due volte, nel 1853 e nel 1874. Irripetibile è il confronto fra i due capolavori, considerando che l’Olympia è la prima volta(e probabilmente l’ultima) che lascia la Francia. E’ stato tutt’altro che facile organizzare questa rassegna, che è stata fortemente sostenuta in prima persona dal sindaco Giorgio

It’s enough to remember the exhibition ”Manet, Ritorno a Venezia” (Manet. Back to Venice), until August 18th , which exhibits a resounding comparison between the very well-known and sublime Olympia and the painting which, painted 325 years before, was of inspiration for the father of the Impressionism: Venere di Urbino by Tiziano, one of the masterpieces of the Renaissance. Presenting more than 70 paintings, the exhibition wants to underline the Italian soul of Manet, who have visited Italy in 1853 and in 1874.The comparison between the two masterpieces is just unrepeatable, considering that it is the first time (and probably the last one) that the Olympia leaves France. It is very interesting to compare the “modernity” of the two Masters who both have worked to give a new sense to color and light.It’s fascinating to see how some people still get scandalized looking at the beautiful woman, naked and sensual, with a very strong sexual appeal, that Tiziano painted on 1538, resulting very modern. And Manet, on 1863, wasn’t less clever when he


ANTONI TAPIES, “Negre i roig III, Fora”, 1976, INCISIONE ANTONI TAPIES, “Negre i roig III, Fora”, 1976, ETCHING

Anthony Caro al museo correr

Orsoni. Di grande interesse il confronto fra la “modernità” dei due Maestri, accomunati dall’estro di voler dare un nuovo senso al colore e alla luce. Considerando che qualche bacchettone si scandalizza ancora oggi, Tiziano fu inoltre modernissimo nel dipingere, nel 1538, una donna nuda e sensuale, con una così forte carica erotica. Per non essere da meno, nel 1863 Manet reinterpretò il quadro sostituendo alla Venere una sfrontatamente disponibile femme de plaisir. Commissari della mostra Guy Cogeval e Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, presieduta

da Walter Hartsarich. Il vulcanico e variegato programma elaborato dalla Belli per il 2013 prevede ben 32 eventi, fra cui 19 grandi mostre, che faranno arrivare a Venezia un migliaio di opere in prestito. Fra quelle già in corso, la prima antologica italiana dell’inglese Anthony Caro, che rimarrà aperta al Museo Correr sino al 24 ottobre. Caro, ancora attivo, nonostante i suoi quasi novantanni, è internazionalmente considerato fra i massimi scultori viventi ed alfiere del nuovo e della modernità in scultura. Sino al 24 novembre a Palazzo Fortuny potrà essere visitata la mostra “Tàpies. Lo

sguardo dell’artista”, a un anno dalla scomparsa del maestro catalano. Con significative grandi opere del maestro dell’informale internazionale, sono esposti anche documenti e oggetti di diverse culture che Tàpies collezionò nei suo viaggi, oltre a tele di noti artisti di vari Paesi. Maggiore attenzione verrà dedicata alla Galleria internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Il percorso permanente, rinnovato con l’obiettivo di rilanciare l’identità di questo importantissimo museo, per farlo diventare il “polo del contemporaneo” della Fondazione, è stato inaugurato assieme a una mo-

stra di 30 capolavori della Sonnabend Collection di New York, che erano stati acquisiti da Ileana Sonnabend, che fu, con Peggy Guggenheim, la più grande scopritrice di talenti del secondo Novecento. Seguirà, in ottobre, una mostra di pop art, minimal e arte concettuale con capolavori della collezione Panza di Biumo, mentre a Ca’ Rezzonico ci sarà una riscoperta del vedutista Pietro Bellotti, nipote del Canaletto e fratello minore di Bernardo Bellotto. Le (tante) altre mostre alla… prossima puntata.

na di Ca’Pesaro. The journey has been renewed with the purpose to re-launch the identity of this very important museum and to make of it the “contemporary’s pole” of the Foundation. During the inauguration of an exhibition more than 30 masterpieces from the Sonnabend Collection in New York was also presented. These pieces were bought by Ileana Sonnabend who, together with Peggy Guggenheim, was one of the best talent scout of the second half of the 20th century. In October an exhibition

of pop, minimal and conceptual art is scheduled, with masterpieces from the Panza di Biumo collection. Ca’ Rezzonico will host artworks by Pietro Bellotti, landscape painter, nephew of Canaletto and younger brother of Bernardo Bellotto. Other (many) exhibitions …coming soon.

Manet “Olympia”, 1863, Musèe d’Orsay Manet “Olympia”, 1863, PariS, Musèe d’Orsay

interpreted that same painting, changing the Venere with a very “available” femme de plaisir. Curators of the exhibition are Guy Cogeval and Gabriella Belli , director of Fondazione Musei Civici di Venezia, foundation supervised by Walter Hartsarich. Miss. Belli has created for 2013 a volcanic and variegated program consisting of a total of 32 events and 19 important exhibitions. About a thousand artworks will be loaned to Venice. One of the already open exhibitions is the first

Italian anthological on the British artist Anthony Caro, which will stay open until October 24th. Caro, despite his 90 years of age, is internationally considered one of the best sculptors alive and a flag for the new and modern sculpture. Until November 24th, at Palazzo Fortuny, it is possible to visit the exhibition “Tàpies. Lo sguardo dell’artista” (Tàpies. The artist’s sight) on the first anniversary of the death of the Catalan Master. Very important is the permanent exhibition at the Galleria Internazionale d’Arte Moder-

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speciale venezia

TEMPI DI BIENNALE: FRA EVENTI E PROVOCAZIONI

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essuna manifestazione al mondo attira il mondo dell’arte come la Biennale di Venezia. Ed ecco così che un artista di fama e che di pubblicità non ne avrebbe proprio bisogno, l’inglese Marc Quinn, si autoproduce, con la curatela di Germano Celant, una impegnativa mostra alla Fondazione Cini, sull’Isola di San Giorgio. Sul piazzale e con, sullo sfondo, la facciata della chiesa, troneggia l’opera d’arte che in questi mesi è la più fotografata a Venezia: una bambolona gonfiabile, alta 11 metri, raffigurante l’artista focomelica Alison Lapper incinta. L’opera, nella sua cruda e drammatica realtà, vuole riflettere sul legittimo desiderio di vita attiva che possono e devono avere anche le persone sfortunate. Quinn l’ha eletta a modello di eroismo femminile, ma

le critiche si sprecano. Quelle più benevole parlano di “provocazione” e di sfruttamento delle sventure umane per farsi pubblicità. Al confronto paiono quasi allegri i teschi e le spettrali maschere deformate che Emilio Vedova realizzò nel 1982 per celebrare la morte del carnevale. Un ciclo di opere, con drammatiche pennellate rosse e nere come filo conduttore, riproposto per la prima volta in una bella mostra allo spazio Vedova della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, alle Zattere (sino al 24 novembre), mentre sino al 13 ottobre si potrà visitare “ Discovering Vedova” al Museo Correr e a Ca’ Rezzonico, sede del museo del Settecento veneziano. Ancora ai Magazzini del Sale, sempre nello Spazio Vedova, “Roy Lichtenstein Sculptor”con 45 fra sculture, disegni

e bozzetti dell’artista americano. E’ curata da Germano Celant, lo storico dell’arte più attivo a Venezia e curatore anche, assieme a Stefano Cecchetto, di una bellissima rassegna-omaggio a Vedova nella Scuola Grande di San Rocco. Dove viene proposto un inedito ed entusiasmante confronto fra la serie degli Oltre di Vedova e i grandi teleri del Tintoretto. Dal quale Vedova ricevette una “scossa” che influenzò in modo determinante la sua futura arte quando, a 17 anni, visitò San Rocco, rimanendo affascinato dal rivale del Tiziano e che non esitò a considerare suo “maestro ideale”.Ben 47 gli eventi collaterali della 55.Biennale, da “Giorgio Franchetti a Giorgio Franchetti. Collezionismi alla Ca’ d’Oro”, alla mostra When attitudes become

are the criticisms. The most benevolent talk about “provocation” and others about exploitation of human misfortune for advertising purpose. If compared to that, the skulls and the ghostly masks by Emilio Vedova, achieved in 1982 to celebrate the death of the Carnival, look almost funny. They are part of a group of artworks distinguished by dramatic brushstrokes in red and black color, for the first time back at the Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, at the Zattere, until November 24th. And until October 13th is possible to visit “Discovering Vedova” at Museo Correr and Ca’Rezzonico, location of the Venetian 18th Century Museum. And at Magazzini del Sale, inside the Spazio Vedova, there is the exhibition “Roy Lichtenstein Sculptor” with 45 artworks such sculptures, sketching and preparatory

drawing by the American artist. Curator Germano Celant, the most active critic in Venice who also looked after, together with Stefano Cecchetto, a beautiful exhibition-tribute to Vedova taking place at Scuola Grande di San Rocco. Here is possible to watch a never seen before comparison between the Oltre Series and the big canvas by Tintoretto. It was Tintoretto the one who has influenced Vedova’s future art. In fact, when Vedova was only 17 years old, has visited San Rocco and he got fascinated by the artworks of the “rival” of Tiziano, starting to consider him as his own ideal Master. 47 are the collateral events during this 55th Biennale. Just to name a few: “Giorgio Franchetti a Giorgio Franchetti. Collezionismi alla Ca’ d’Oro”; the exhibition “When attitudes become form” until November 3rd at

La discussa scultura di Marc Quinn a San Giorgio. The debated Marc Quinn sculpture IN San Giorgio.

It’s Biennale’s time, between events and provocations

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No other Show around the planet captures the Art World such the Biennale di Venezia. That’s how it happens that an internationally known Artist such the British Marc Quinn, who doesn’t need to be advertised, decided to auto-produce himself, presenting a tuff exhibition, curator Germano Celant, which is hosted at Fondazione Cini, on the San Giorgio island. Standing on the square, with the Church’s façade on the background, there is the most photographed artwork in Venice of these months: a huge inflatable doll, 11 meters tall, representing the pregnant phocomelic Artist Alison Lapper.The Masterpiece, with its harsh and dramatic reality, contemplates about the legitimate desire for an active life which is a natural right for less fortunate people too. Quinn elected her as example of feminine heroism, but many


form, sino al 3 novembre, alla Fondazione Prada, dove Germano Celant ha mirabilmente ricostruito il mitico evento(stesso titolo)che il compianto Harald Szeemann aveva curato, nel 1969, alla Kunsthalle di Berna. I presidenti della Fondazione Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, volendo realizzare un remake (usuale nel cinema) anche all’arte, hanno chiesto e ottenuto da Celant un miracolo: la ricostruzione, nel settecentesco palazzo di Ca’ Corner della Regina, degli stessi ambienti(in scala 1:1) con le stesse opere della mostra alla Kunsthalle svizzera. Il percorso, fra Arte Povera, Land e Conceptual Art (era il periodo del rifiuto di tutto da parte di artisti rivoluzionari, con la scoperta di materiali di scarto, poveri o poverissimi, come cenere e

stracci) è da assaporare in religioso silenzio, con opere da Joseph Beuys, Sol Lewitt, Bruce Nauman e Daniel Buren a Alighiero Boetti, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Walter De Maria e Gilberto Zorio. Alla Querini Stampalia la curatrice per l’arte moderna Chiara Bertola ha portato un caleidoscopio di mostre, dalla vincitrice del 9° Premio Furla Chiara Fumai a Roberto Sebastian Matta, Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren(curatore Danilo Eccher). Un’altra mostra, “L’unicorno e il dragone” è dedicata al cinese Qiu Zhijie e segna l’inizio di una collaborazione triennale con il Museo Aurora di Shanghai. Curatore, con Chiara Bertola, il critico Davide Quadrio. Gas Giant è infine il titolo della spettacolare installazione(curatore Marco Meneguzzo) dell’americano di origini

giapponesi Jacob Hashimoto, organizzata dalla galleria veronese Studio la Città. Hashimoto ha appeso oltre 7.500 dei suoi caratteristici moduli colorati.Innumerevoli le mostre senza il logo della Biennale. Alcune sono decisamente interessanti, come CROSSOVER, a cura di Ji Shaofeng e Alessandro Riva, allestita sino al 24 novembre alla Tesa 113 dell’Arsenale Nord. Vi espongono 15 artisti cinesi della Scuola di Hubei, e altrettanti esponenti della nuova scena artistica italiana, fra i quali Fulvio Di Piazza, Teresa Emanuele, Enrico Lombardi, Elena Monzo, Davide Sebastian e Dany Vescovi.Tornando agli Eventi Collaterali della Biennale, Omar Galliani al caffè Florian(Il sogno della principessa Lyu-Ji) mentre sempre in piazza san Marco, alla Procuratie

Vecchie (oltre che all’Ateneo Veneto), 17 noti artisti sviluppano un tema congeniale per Venezia, “Nell’acqua capisco”. Star della mostra(sino al 29 settembre), curata da Lea Mattarella e Claudio Libero Pisano, nel nuovo spazio espositivo The Art Foundation, è la guatemalteca Regina José Galindo, Leone d’oro per il miglior artista giovane alla 51.Biennale. Il primato organizzativo spetta ad Art Communications di Paolo De Grandis, con sede al Lido di Venezia. Per questa Biennale ha curato i padiglioni di Andorra, Azerbaigian, Costa d’Avorio e vari Eventi Collaterali. Dal 1955 Paolo de Grandis ha organizzato 41 Padiglioni nazionali e 46 Eventi Collaterali della Biennale.

UNO SCORCIO DELLA MOSTRA ALLA FONDAZIONE PRADA

Roy Lichtenstein Woman. sunlight, moonlightT

Fondazione Prada (Prada Foundation), curator Germano Celant, who has perfectly represented the “mythical” event (the name was the same) that Harald Szeemann have already presented in 1969 at the Kunsthalle in Bern. The presidents of the Foundation, Miuccia Prada and Patrizio Bertelli, who wanted to adapt the remake technique (usual for movies) to the world of art, asked Celant to make a miracle: he has been able to re-create, inside the 18th Century Ca’ Corner della Regina palace the same rooms, displaying the same artworks exhibited at the Kunsthalle in 1969. The exhibition offers a journey that touches either Poor, Land and Conceptual Art (it was that a time when revolutionary Artists were refusing almost everything and discovering wasting, poor and of no value matters such as ash and dusters)

and that deserves to be seen in silence with a religious attitude. Artworks are by Joseph Beuys, Sol Lewitt, Bruce Nauman, Daniel Buren, Alighiero Boetti, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Walter De Maria and Gilberto Zorio. At the Querini Stampalia, the modern art department, curator Chiara Bertola, invited a great number of Artist such Chiara Fumai, winner of the 9th edition of the Premio Furla, Roberto Sebastian Matta-Clark and Pablo Echaurren (curator Danilo Eccher). Another exhibition, “L’unicorno e il dragone” (the unicorn and the dragon) is dedicated to the Chinese artist Qiu Zhijie, representing the first step of a triennial collaboration with the Aurora Museum in Shangahai. Curator, together with Chiara Bertola, is the critic Davide Quadrio. Gas Giant, finally, is the title

of the spectacular installation by the American artist,, with Japanese origins, Jacob Hashimoto. The exhibition was set up by Studio la Città Gallery, curator Marco Meneguzzo. Hashimoto hanged more than 7500 of his characteristic colorful forms. Numberless the exhibitions without the Biennale logo. Some are very interesting, such CROSSOVER, by Shaofeng and Alessandro Riva, taking place at Tesa 113 Arsenale Nord, until November 24th. The exhibition hosts artworks by 15 Chinese artists from the Hubei School and 15 new Italian artists such Fulvio Di Piazza, Teresa Emanuele, Davide Sebastian and Dany Vescovi, just to name a few. Back to the Biennale Collateral Events, we find Omar Galliani exhibiting at the Caffé Florian (Il sogno della principessa Lyu-Ji – The dream of princess Lyu-Ji ) and in San Marco

square, at the Procuratie Vecchie and at the Ateneo Veneto, 17 well-known artists develop a very venetian subject: “Nell’acqua capisco” (In the water, I understand). Guest star of this exhibition (at the new exhibiting space The Art Foundation until September 29th , curators Lea Mattarella and Claudio Libero Pisano, ) is Regina José Galindo, from Guatemala, who won the Leone d’oro award for the best young artist during the 51st Biennale. The best organizer is definitely Paolo De Grandis, with his Art Communications, located in Venezia Lido. During this Biennale, the Company cured the pavilions of Andorra, Azerbaijan,Ivory Coast and a few collateral events. Since 1955, Paolo De Grandis organized a total of 41 pavilions and 46 Collateral Events during many Biennale.

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MANIFESTO 70 ESIMA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 70th venice international film festival, the poster

VENEZIA 70ma MOSTRA DEL CINEMA:

LEONE D’ORO A WILLIAM FRIEDKIN IL REGISTA DE ”L' ESORCISTA”

Friedkin, who directed “The Exorcist”, wins the Leone d’Oro Leone d’oro (Golden Lion) for Lifetime Achievement to William Friedkin, president of the jury Bernardo Bertolucci and a lot of movie stars, since the very first day, with Sandra Bullock and George Clooney. These are the premières for the 70th edition of the Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, set up by the Biennale, president Paolo Baratta, on show at the Lido di Venezia from August 28th to September 7th. Opening the event, a fanta

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eone d’oro alla carriera a William Friedkin, giuria presieduta da Bernardo Bertolucci e parata di star, a incominciare, sin dal primo giorno, con Sandra Bullock e George Clooney. Queste le prime anticipazioni della 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, al Lido di Venezia, dal 28 agosto al 7 settembre. Per l’apertura è stato scelto(fuori concorso) un atteso film di fantascienza, Gravity, diretto dal messicano Alfonso Cuaròn e interpretato da Sandra Bullock e George Clooney(una produzione Warner Bros), Per celebrare degnamente questo anniversario storico (il Festival veneziano, nato nel 1932, è il più antico del mondo)il direttore Alberto Barbera sta mettendo a punto gli ultimi ritocchi di un cartellone che si preannunzia di particolare interesse. In arrivo tanti giovani, ma spazio,per l’edizione numero 70, anche ai… settantenni. Presidente della giuria internazionale è stato nominato il grande Benardo Bertolucci (classe 1940),

mentre il Leone d’oro alla carriera verrà assegnato all’americano William Friedkin (78 anni). Un regista-rokstar, celeberrimo per film quali L’esorcista, Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles. Di Friedkin verrà probabilmente proiettata la versione restaurata del Salario della paura (Soreerer) che, quando uscì, nel 1977, fece un clamoroso flop, ma che è considerato da molti un capolavoro. Il manifesto ufficiale della Mostra sarà un omaggio a Theo Anghelopulos e Fellini. L’immagine scelta rimanda a un’inquadratura del film di Anghelopulos L’eternità e un giorno (1998). Un uomo agita le braccia in direzione di una barca che trasporta un bambino e un rinoceronte. Una citazione autoironica del manifesto dello scorso anno (a sua volta ispirato a E la nave va, di Federico Fellini) che secondo l’autore del manifesto, il regista Simone Massi, vuole segnare una continuità e un superamento allo stesso tempo. Madrina delle serate inaugurale e di chiusura sarà l’attrice palermitana

Eva Riccobono. Fra le altre anticipazioni di film, si parla dell’inglese Terry Gilliam e del suo The Zero Theorem, con Christoph Waltz, Melanie Thierry, Tilda Swinton e Matt Damon e di Twelve Years A Slave di Steve McQueen, con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch e Brad Pitt. Probabile anche il fantasy Under The Skin di Jonathan Glazer con Scarlett Johansson, mentre Kim Ki-Duk dovrebbe tornare al Lido con Moebius, possibile film scandalo della mostra. Degli italiani si parla di Gianni Amelio con il film L’intrepido, Anni felici di Daniele Luchetti con Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti e Il capitale umano di Paolo Virzì con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi. Il mondo del cinema italiano è frattanto in subbuglio e chiede al Governo l’immediato ripristino della tax credit(abolita dal precedente esecutivo) per la concessione di crediti e agevolazioni per una cifra minima complessiva (e definita indispensabile) di 90 milioni di euro.

movie directed by the Mexican Alfonso Cuaròn, starring Sandra Bullock and George Clooney. Warner Bros production. (Out of competition) Several are the young people, but , for the 70th edition, many…70 years old. President of the international jury is Bernardo Bertolucci (class 1940) and the 78 years old William Friedkin will receive the Leone d’oro for Lifetime Achievement. He is a rock-star film director, well-known for movies such The Exorcist, The French Connection and To Live and Die in L.A. A fully restored edition of his Sorcerer will be probably shown. When it came out, in 1977, the movie was a disaster, but many people and critics consider it a masterpiece. The official poster of the Show will be a tribute to Theo Anghelopulos and Fellini.

The picture refers to a framing excerpted from the movie by Anghelopulos Eternity and a Day (original title: Mia Eoniotita Kai Mia Mera), 1998. There is a man shaking his arms to say hello to a kid and a rhino on a boat. Simone Massi, creator of the poster, wanted to continue and pass at the same time the concept expressed with the poster of last year’s edition, which was inspired to E la nave va ( And the ship keeps going) by Federico Fellini. Sponsor of the inauguration and closing soiree will be the actress from Palermo Eva Riccobono. Other previews are scheduled The Zero Theorem, by the British director Terry Gilliam, starring ChristophWaltz, Melanie Thierry, Tilda Swinton and Matt Damon and Twelve Years A Slave by Steve McQuinn, starring

Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch and Brad Pitt. Then the fantasy movie Under The Skin, by Jonathan Glazer, starring Scarlett Johansson, and Moebius, by Kim KiDuk, a probable scandal for the Lido. About the Italians, there is L’intrepido, by Gianni Amelio, Anni felici, by Danieli Lucchetti, starring Kim Rossi Stuart and Micaela Ramazzotti and Il capitale umano, by Paolo Virzì, starring Fabrizio Bentiivoglio, Valeria Golino and Valeria Bruni Tedeschi. In the meantime, the Italian movie industry is protesting and asks the Italian Government to give back the tax credit (suppressed by the previous government) which grants credits and benefits for a minimum of Euros 90 millions, amount considered necessary.


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QUANDO IL VETRO DIVENTA ARTE

ADRIANO BERENGO (A DESTRA) CON TONY CRAGG

When glass becomes art

La mostra al Berengo Centre for Contemporary Art, Murano The berengo’s exhibitoin at the Centre for Contemporary Art, Murano

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ra i 48 Eventi Collaterali della 55. Biennale di Venezia, a vincere un eventuale Leone d’oro sarebbe sicuramente la grande mostra “ GLASSTRESS. White light/White heat”(luce bianca/calore bianco) allestita in ben tre sedi: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti (Campo S. Stefano), Scuola Grande Confraternita di San Teodoro (Rialto) e Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano). Probabilmente è la mostra collaterale più riconoscibile della Biennale, sottolinea Adriano Berengo (curatore assieme a James Putnam) visto che le sculture esposte sono in quel vetro di Murano famoso nel mondo e che ha le sue radici nella storia millenaria di Venezia. Adriano Berengo, titolare di una importante e avviata fornace a Murano (Berengo Studio) ha vinto brillantemente una battaglia coraggiosamen-

te incominciata alcuni decenni fa: quella di far assurgere il vetro a dignità d’arte. La tradizione voleva che si considerassero sculture artistiche le opere realizzate in marmo, pietra, legno, bronzo, tutto insomma, meno che in vetro, confinato all’artigianato o alle cosiddette arti applicate. Berengo ha chiamato a Murano artisti famosissimi, invitandoli a confrontarsi con una materia affascinante ma difficile quale il vetro. L’idea ha avuto successo e le sculture che escono dalla fornace di Berengo sono ormai apprezzate in tutto il mondo. Anche perché gli artisti invitati in fornace solitamente realizzano le loro opere con materiali diversi dal vetro, ricevendone lo stimolo e l’estro di creare, con l’aiuto dei maestri vetrai, opere originali, grazie anche a una più libera interpretazione delle possibilità di questo straordinario materiale. E che, sottolinea in

catalogo James Putnam, già curatore del British Museum, secondo gli scienziati non è solo un materiale, ma uno stato della materia. E possiede proprietà contrastanti, straordinarie e uniche, come la fluidità, la fragilità, la solidità, la trasparenza, la capacità di riflettere, l’opacità e l’invisibilità virtuale. E “ White Light/White Heat” vuole anche essere un omaggio “alla luce e al calore, elementi fondamentali per la lavorazione del vetro”. GLASSTRESS, giunto alla terza edizione dopo le Biennali del 2009 e 2011, espone opere di 65 artisti di fama internazionale, da Jan Fabre a Roni Horn. Dopo il 24 novembre, giorno di chiusura della Biennale, incomincerà una esposizione itinerante che lo porterà in musei di Londra, Mosca, Kuwait, Istanbul, Vienna e Seoul, nella Corea del Sud.

Out of the 48 Collateral Events of the 55th Venice Biennale , the one which would deserve the most to win a Leone d’Oro (Golden Lion) is definitely the great exhibition “GLASSTRESS. White light/White heat”. Three the locations: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti (Venetian Science, Literature and Arts Institute) - Campo Santo Stefano; Scuola Grande Confraternita di San Teodoro – Rialto; Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano). This is probably the most recognizable collateral event of the Biennale, says Adriano Berengo (curator of the exhibition together with James Putnam), considering that the sculptures exhibited are made of the same worldwide well-known Murano Glass which has its roots into the millennial history of Venice. Adriano Berengo, who is the owner of a very important and successful glass factory in Murano (Berengo Studio), cleverly won the battle he had started a few decades ago: try to elevate the glass to the level of the true Art. In fact, according to an old tradition, a piece of art could be made only of marble, stone, wood, bronze and anything but glass, material which was merely considered for objects of craftsmanship. On the other hand, Berengo invited to Murano very famous artists, asking them to challenge such a fascinating but difficult material as the glass is.

The idea was successful and today the sculptures made by Berengo Studio are appreciated worldwide. It’s curious how the artists invited by Berengo are used to different materials other than glass. Together with the master glassblowers, they get inspired to create new, original art pieces , thanks to the incredibly wide range of opportunities that this extraordinary material offers. James Putnam, curator for the British Museum, underlines how the scientists define the glass not only as a material, but as a status of the matter. It has conflicting, extraordinary and unique properties, such fluidity, fragility, solidity, transparency, capacity to reflect, opacity and virtual invisibility.

“White Light/White Heat” wants also to be a tribute “to light and heat, fundamental ingredients for glass working.” During this 3rd edition of GLASSTRESS (Biennale 2009 and 2011 the others) 65 are the internationally well-known artist exhibiting, such Jan Fabre and Roni Horn. After November 24th, closing day of the Biennale, the exhibition will travel to London, Moscow, Istanbul, Wien, and Seoul, in South Korea.



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RUDOLF STINGEL A PALAZZO GRASSI

RUDOLF STINGEL AT PALAZZO GRASSI

DALLA PRIMA MATERIA A STINGEL. LE MOSTRE DI PINAULT

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ella Venezia della Biennale e dei Leoni d’oro, una parte…leonina la fanno, come sempre, le mostre della Fondazione di Francois Pinault, da Punta della Dogana a Palazzo Grassi, ora arricchito anche dal prezioso restauro del famoso, adiacente teatrino. A Punta della Dogana che, dopo il restauro di Tadao Ando, varrebbe una visita di per sé, grazie anche allo stupendo panorama che si può godere dai finestroni, è allestita( sino al 31 dicembre 2014) una esposizione, Prima Materia, concepita proprio

From initial matter to Stingel the exhibitions hosted by Pinault

In the Venice of the Biennale and the Leone d’Oro (Golden Lion), a…lion role is played, as usual, by the exhibitions organized by the Francois Pinault Foundation and taking place at Punta della Dogana and Palazzo Grassi , which is now enriched thanks to the fully restored little theatre on the side. The exhibition Prima Materia (Initial

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per aprire un dialogo con gli spazi. Anzi, sottolinea il direttore Martin Bethenod, “per modificarne anche la percezione”. I curatori Caroline Bourgeois e Michael Govan hanno selezionato dalla Pinault Collection opere di 35 artisti di tutto il mondo, fra i quali gli italiani Alighiero Boetti, Piero Manzoni, Mario Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone e Michelangelo Pistoletto. Dall’arte povera, dall’informale al movimento giapponese Mono-ha ed altre tendenze artistiche internazionali, in “una idea di dialogo - scrive ancora in catalogo Bethenod - di raffronto, di tensione dialettica tra pieno e vuoto, rumore e silenzio, materialità ed evanescenza, che sottende e struttura tutto il percorso espositivo”. Nel Cubo, lo spazio centrale dell’edificio, un progetto realizzato appositamente dal

cinese Zeng Fanzhi ha inaugurato un programma di mostre annuali voluto personalmente da Pinault. La mostra di Palazzo Grassi è invece vivamente sconsigliata ai passatisti dell’arte. Perché i 5000 metri quadri di superficie fra pavimenti, scale e pareti, sono stati interamente ricoperti con un tessuto ricavato da un tappeto orientale. In alcune sale sono appesi quadri di grandi dimensioni ma su altre pareti ce ne sono di piccolissimi, anche uno solo, di cm 30x30. L’effetto è shoccante, sbalorditivo, strabiliante. A volere questo stupefacente e coraggioso allestimento è stato l’artista stesso, Rudolf Stingel, che vive fra la natia Merano e New York. Famoso all’estero ma poco conosciuto in Italia, è il primo artista ad aver ottenuto Palazzo Grassi tutto per sè. Quasi per scusarsi, espone opere che

sembrano di due pittori: quadri di una intensa astrazione lirica e, all’ultimo piano, riproduzioni con la tecnica del foto-realismo, fra bianco, grigio e nero, di statue gotiche di chiese altoatesine e tedesche. Questo dialogo tra astrazione e figurazione è stimolante, mentre il disegno orientale dei tappeti, ricorda in catalogo la curatrice Elena Geuna, “rievoca la storia millenaria della Repubblica Serenissima, proiettata sul Mediterraneo e verso il lontano Oriente”. Su queste stratificazioni di storia millenaria, risaltano i quadri astratti, sui quali spicca la brillantezza dell’argento, in nuovi rapporti di luce e ombra che “suggeriscono spazi immaginari dell’anima e dell’inconscio”. Anche questa è una mostra da non perdere. Sino al 31 dicembre 2013.

Matter) will take place at Punta della Dogana, until December 31st 2014, with the objective of opening a dialogue with the spaces. This location, after the beautiful restoration supervised by Tadao Ando, would be worth a visit ( incredible the panorama from the large windows). “Even more” says Director Martin Bethenod, “goal of the exhibition is to modify the perception of the spaces.” Curators Caroline Burgeois and Michael Govan have selected artworks of 35 Artists from all round the world who exhibit at Pinault Collection: Italians are Alighiero Boatti, Piero Manzoni, Mario Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone and Michelangelo Pistoletto. From simple art, to the informal art and the Japanese Movement Mono-ha together with other international artistic tendencies, according to “an idea of dialogue” - wrights Bethenod on the Catalogue- “of comparison, of tension between fullness and emptiness, noise

and silence, evanescence and materialness, a comparison that gives structure to the exhibition”. Inside the Cube, the central space of the building, there is a project expressly realized by the Chinese Artist Zeng Fanzhi, artwork which has inaugurated a program of yearly shows personally wanted by Pinault. The exhibition at Palazzo Grassi, on the contrary, is not for the conservatives of the art. Because the 5000 sq meters , including floors, stairs and walls, were fully covered with a fabric. Some rooms show huge paintings, while on other walls are hanged very small ones or even one only, measuring 30x30 cm. The final effect is shocking, amazing, astonishing. The one who wanted this incredible and courageous set-up was the Artist himself, Rudolf Stingel, who lives between Merano, were He was born, and New York. Famous abroad but not well-known in Italy, he is the first Artist to obtain a personal show at

Palazzo Grassi. Looking at his artworks, it looks like he is apologizing for that. In fact the paintings seem to have been painted by two different people: some present a very high level lyrical abstraction, while, on the last floor, there are some reproductions made with the photo-realism technique, which show black, white and grey gothic statues from Alto Adige and German churches. This dialogue between abstraction and figurative art is stimulating, while the oriental design of the carpets, says curator Elena Geuna, “reminds the thousand years old history of Venice, with its relation with the Mediterranean Sea and towards the far East”. On this historical background the abstract paintings stand out with their shining silver, in a new relation between lights and shadows that “suggests imaginary spaces of the soul and subconscious”. This is another exhibition that deserves to be seen. Until December, 31st 2013.


GUGGENHEIM: DA MOTHERWELL ALL’UOMO QUALUNQUE

Stephan Balkenhol Grande colonna con testa A DESTRA / RIGHT ROBERT MOTHERWELL

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essun riferimento alla politica, ma vi ricordate l’uomo qualunque? Inteso come uomo comune, l’uomo o la donna che possiamo incontrare in strada tutti i giorni, né belli né brutti, con abiti dozzinali e un viso anonimo che ti lasciano totalmente indifferente? Costoro sono da vent’anni la fonte di ispirazione delle sculture in legno di Stephan Balkenhol, artista tedesco molto apprezzato internazionalmente. E nella Venezia biennalesca da “Olimpiadi dell’arte”, dopo la bambolona focomelica di Marc Quinn a San Giorgio una sua imponente scultura alla Collezione Peggy Guggenheim è tra le più fotografate e ammirate. Sulla terrazza Marino Marini, sul

Canal Grande, su un palo colorato alto 4 metri troneggia la testa di, appunto, un uomo qualunque che, con occhi e volto inespressivi, vigila annoiato su veneziani e turisti. Coerentemente si tratta di una “Scultura senza nome”,che è il titolo della mostra (sino al 5 settembre) dedicata a un artista che trae le sue figure da un unico tronco, con una particolare tecnica di intaglio, che conferisce ai personaggi immortalati nel legno una suggestiva forza espressiva, paradossalmente accentuata dall’inespressività dei volti. Per i suoi quadri l’americano Robert Motherwell (1915-1991) utilizzava invece della carta che incollava sulla tela, una tecnica già

sperimentata da Braque e Picasso. La mostra (costata due anni di lavoro a Susan Davidson) vuole essere anche un omaggio a Peggy Guggenheim, perché fu proprio la gallerista e mecenate americana a suggergli l’uso dei collage, dei papiers collés. Motherwell l’aveva conosciuta a New York negli anni quaranta unitamente al cileno Sebastian Matta, che lo aprì al surrealismo. Ma Motherwell era attirato di più dall’astrattismo, e non a caso divenne uno dei principali esponenti dell’Espressionismo astratto americano. A Ca’ Venier dei Leoni sono esposte (sino all’8 settembre) 43 deliziose opere, collage o disegni e dipinti su carta, realizzate nel decen-

nio 1941-1951, e che passano dalla denuncia dei drammi della guerra all’ottimismo, con un gioioso tripudio di colori. Di Peggy, che nel 1943 gli organizzò una mostra a New York (di collage, naturalmente), scrisse: “sarò eternamente grato a Peggy per avermi suggerito di dedicarmi al papier collé “, una tecnica che definì“la più grande tra le nostre scoperte artistiche”. L’entusiasmo, la passione e la bravura con le quali vi si applicò appaiono evidenti in questa bellissima mostra che, dopo Venezia, verrà trasferita al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.

Guggenheim: from Motherwell to the man in the street

We don’t want to talk politics, but, do you remember the man in the street? We really mean the man and the woman we can meet in the street on any given day, nor beautiful neither ugly, wearing common clothes and with an anonymous face who don’t stimulate any kind of emotion? Since more than 20 years, these men and women are of inspiration for the wooden sculptures by Stephan Balkenhol, an internationally very appreciated German artist.During this Biennale of Venice, a sort of Art Olympics, together with the phocomelic big doll, by Marc Quinn, exhibited on San Giorgio island, is one of his sculptures, which is at the Peggy Guggenheim Collection, to be one of the most photographed and admired. On the terrace dedicated to Marino Marini, looking at the Gran Canal, standing on a 4 meter tall pole, there is the head of an anonymous man who, with an inexpressive face and two expre sionless eyes, bored, watches over the Venetians and the tourists.Coherently, we are talking about a “Sculpture with

no name” (Scultura senza nome is also the title of the exhibition which will take place until September 5th).The show is dedicated to an Artist who extracts his figures out from a single trunk using a very unique carving technique which gives the wooden subjects an evocative expressive power.The paradox comes by the inexpressive faces.Per i suoi quadri l’americano Robert Motherwel (1915-1991) utilizzava invece della carta che incollava sulla tela, una tecnica già sperimentata da Braque e Picasso.The American Robert Motherwell (19151991) for his artworks, used to glue paper on canvas, a technique already experimented by Braque and Picasso. The exhibition (Susan Davidson worked two years for it) wants to be a tribute to Peggy Guggenheim, considering that was the American art dealer and patron who suggested the Artist the use of the collage technique, French name: papier collé.Motherwell met her during the 40’s in New York, together with the Chilean Sebastian Matta, who drove him into the

surrealism. But Motherwell was more attracted by the Abstractism, in fact he become one of the main representative of the American abstract Expressionism. At Ca’ Venier dei Leoni (permanent location of the Peggy Guggenheim Collection) the exhibition hosts 43 artworks, collages, drawings and paintings on canvas, produced between 1941 and 1951. They pass from denouncing the drama of the war to the optimism, which is emphasized with a triumph of colors.About Peggy, who on 1943 organized for him a Show in New York (collages, naturally), the Artist wrote: “I will be forever thankful to Peggy for having suggested to work with the papier collé”, a technique that he also described as “the greatest of our artistic experiments”.Visiting this beautiful exhibition, that will next be transferred to the Solomon R. Guggenheim Museum in New York, is easy to understand how much enthusiasm, passion and skill the Artist invested on this technique.

ROBERT MOTHERWELL Jeune Fille, 1944

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fuori porta outdoor

Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro, 1510-1514, olio su tela 168 x 206 cm THE BISHOP JACOPO PESARO AND POPE ALESSANDRO VI IN FRONT OF SAINT PETER, 1510-1514, OIL ON CANVAS, 168 x 206 cm

A PIEVE DI CADORE IL PRIMO CAPOLAVORO DEL TIZIANO di / by Ferruccio Gard

É

tutto del Tiziano ed è probabilmente il primo suo grande capolavoro il quadro “Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro” che, nel paese natale del Maestro cadorino, è al centro della mostra “ TIZIANO, Venezia e il papa Borgia”,con la quale la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore festeggia i suoi primi dieci anni di attività. Si credeva che fosse stato incominciato dal Bellini, poi accurati restauri e minuziose indagini, grazie alle nuove e sofisticate tecnologie degli “investigatori” dell’arte, hanno accertato che nel dipinto c’è solo la mano del Tiziano. Ed è una bella notizia

The first masterpiece by Tiziano exhibited in Pieve di Cadore

It is definetly by Tiziano and probably his first Masterpiece the painting “Il vescovo Jacopo Pesaro e papa Alessandro VI davanti a San Pietro” (Bishop Jacopo Pesaro and Pope Alessandro the 3rd in front of San Pietro). The art work is the main piece at the show “TIZIANO, Venezia e il papa Borgia” (Tiziano, 24

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perché il quadro, dipinto in età giovanile, è fra i più famosi del Tiziano e ritorna per la prima volta in Italia dal Museum voor Schone Kunsten di Anversa (Belgio) per questa mostra a Palazzo Cosmo (sino al 6 ottobre). Promossa dalla Fondazione, dal Magnifico Comune di Pieve di Cadore e dalla Magnifica Comunità di Cadore è curata da Bernard Aikema e organizzata da Villaggio Globale International. Vi è esposta un’altra tela del Tiziano, “ Tobiolo e l’Angelo” (Venezia, Gallerie dell’Accademia),assieme a una decina di altre opere fra dipinti, disegni, silografie, gemme, armature e preziosi documenti. La mostra merita una visita che, però, richiede una particolare attenzione. Perché è bello indugiare a leggervi anche un racconto singolare, che non è solo quello della straordinaria carriera artistica di Tiziano, incominciata proprio con questo capolavoro. La tela era stata commissionata dal veneziano Jacopo Pesaro, vescovo di

Paro,dopo una praticamente inutile vittoria contro i turchi, nel 1502,a capo della flotta pontificia, per la conquista dell’isola di Santa Marta.Il vescovo non voleva la celebrazione di una vittoria né un quadro che assomigliasse a un ex voto per aver ottenuto quanto aveva chiesto a Dio o alla Madonna. Ecco quindi che Tiziano relega sullo sfondo le navi pontificie e fonde sapientemente una sequenza narrativa, costituita dall’allusione a una benedizione (sicuramente avvenuta) dello stendardo militare dei Pesaro con la tradizionale iconografia devozionale veneziana. Alcuni particolari, come il podio marmoreo a più livelli sui cui troneggia San Pietro, con la raffigurazione di bassorilievi (sull’esempio dei sarcofaghi romani) che sembrano tridimensionali e che rivelano la passione che il Tiziano aveva per l’antichità. Avventurosa la storia del quadro, venduto dai Pesaro a un mercante fiammingo per “fare cassa”,

in vista della costruzione di un palazzo sul Canal Grande, e poi acquistato da Carlo I d’Inghilterra e finito, dopo la decapitazione del sovrano nel 1649, a Parigi nella collezione di Guglielmo I d’Olanda. Nel 1823 è stato donato al Museo d’Anversa. La mostra è al centro di una serie di eventi organizzati dalla Fondazione che, presieduta da Maria Giovanna Coletti, promuove studi e ricerche sul Tiziano ma anche sulla storia e la cultura del Cadore. “Tiziano, Venezia e il papa Borgia” ha così anche l’obiettivo di valorizzare le bellezze storiche, artistiche, nonché quelle enologiche, all’insegna soprattutto del prosecco, di luoghi sicuramente frequentati da Tiziano Vecellio durante i suoi rientri da Venezia, da Conegliano e San Fior a Colle Umberto e Vittorio Veneto-Serravalle, per finire ovviamente a Pieve di Cadore, dove la casa natale del sommo artista è monumento nazionale dal 1922.

Venice and the Borgia Pope) wich the Fondazione CentroStudi Tiziano e Cadore rganized to celebrate its first decade of activity. We thought the painting had initially been started by Bellini but, after an accurate work of restoration and meticulous investigations and thanks to the new and sophisticated technologies the Art Investigators have at their disposal, we now know that this painting is by Tiziano only. Is this a very good new because the artwork, painted when Tiziano was young, is one of the most famous by him and this is the very first time that it is back to Italy lended by the Museum voor Schone Kunsten in Anversa (Belgium) in occasion of this Exhibition at Palazzo Cosmo ( until October 6th). The Exhibition was

promoted by the Magnifico Comune di Pieve di Cadore e dalla Magnifica Comunità di Cadore Foundation, curator Bernard Aikema, organization by Villaggio Globale International. The exhibition hosts another oil on canvas by Tiziano “Tobiolo e l’Angelo” (Tobiolo and the angel – Gallerie dell’Accademia of Venice) together with paintings, sketches, xylographies, gems, armors and priceless documents. The history of the painting is adventurous: it was sold to a Flemish merchant by the Pesaro family, which were collecting as much money as possible to build a Palace on the Grand Canal. Then it has been bought by Charles the First King of England and, after he was decapitated on 1649, the painting entered the

William the First King of Holland’s collection. In 1823 it was donated to the Antwerp’s Museum. The exhibition is part of a series of events organized by the Foundation that, directed by Giovanna Coletti, promotes researches not only on Tiziano but also on history and culture of Cadore. “Tiziano, Venezia e il papa Borgia” wants to enhance the historical and artistic beauties of places visited by Tiziano Vecellio and also the enological treasures, such the prosecco area , that the Artist has surely visited during his trips from Venice: places such Conegliano, San Fior, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Serravalle and, of course, Pieve di Cadore, the house where the Artist was born, was declared national monument in 1922.


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PADOVA, SCULTORI A CONFRONTO GRANDE MOSTRA DI NOVELLO FINOTTI E KIM YOUNG-WON

Padova, comparison between sculptors: a great exhibition of Novello Finotti and Kim Young-Won

D

icono che Kim Young-Won,noto scultore coreano di Seul, sia rimasto entusiasta ed emozionato nel vedere Padova, la città di Giotto, Mantegna e Donatello ma che, nello stesso tempo, gli siano tremati i polsi all’idea di esporvi le sue opere. Vi ha così trascorso un mese, per essere sicuro di ambientare nel modo migliore e “degno” le sue sculture, alcune delle quali pesano una tonnellata o sono alte oltre due metri. La grande mostra "Scultori a confronto nella città di Padova. Arte italiana e coreana a passeggio tra i monumenti" espone, sino al 20 agosto, 40 opere di Kim e di Novello Finotti, che il critico Giorgio Di Genova ha definito “ uno dei più alti scultori della sua generazione e non solo italiana” Invitato a varie Biennali

di Venezia e in musei di tutto il mondo, Finotti lavora a Sommacampagna (Verona) e a Pietrasanta, in Toscana. La mostra padovana, organizzata dai Musei Civici e dall’Assessorato comunale alla cultura, è nata da un incontro casuale fra i due artisti. La sede principale è a Palazzo Zuckermann, mentre altre sculture in bronzo e in marmo dialogano con alcuni dei siti più suggestivi di Padova: i giardini vicini alla Cappella degli Scrovegni e i Musei degli Eremitani e il liston della centrale via VIII Febbraio, davanti al Municipio. Una pregevole sezione, con una ventina di opere di piccole dimensioni è infine allestita nella Galleria d’arte La Teca, gestita da due noti e bravissimi artisti, Angelo Rinaldi e Fausto Tonello.

I marmi e i bronzi di Kim Young-Won e di Novello Finotti colpiscono per la loro piacevolezza e raffinatezza estetica – particolare che non guasta – ma inducono anche a pensare sui vari linguaggi e movimenti del corpo e, soprattutto, sulle problematiche legate all’interiorità umana. Praticamente impossibile non esserne attratti, non ammirarli con attenzione, non soffermarsi a chiedersi quale può essere il loro più profondo significato. A conclusione della mostra, Novello Finotti sarà probabilmente meno pessimista di quando disse che “ riuscire a far fermare le persone davanti ad un’opera d’arte è un miracolo”. Miracolo a Padova? Staremo a vedere. Poi verrà Seul, in autunno.

We were told that Kim Young-Won, well-known Korean sculptor from Seoul, was really excited and thrilled to see Padova, the city of Giotto, Mantegna and Donatello. But, at the same time, he dreaded exhibiting his Artworks. That’s why he spent a whole month in town, making sure to display at best his sculptures, some of which weight a ton and are more than two meters tall. The important exhibition Scultori a confronto nella città di Padova. Arte italiana e coreana a “passeggio”tra i monumenti (A comparison between sculptors in Padova. Italian and Korean art strolling through the monuments) ending on August 20th , displays 40 artworks by Kim

and Novello Finotti, who the art critic Giorgio Di Genova has defined as “one of the best sculptors of his generation, not only in Italy”. The main location for the show is at Palazzo Zuckermann. But, other bronze and marble sculptures talk to the most evocative places of Padova: the gardens by the Scrovegni’s Chappel and the Eremitans’ Museum or the central VIII Febbraio street, right in front of the City Hall. A lovely selection of 20 small size artworks is exhibited at Galleria d’Arte La Teca, a gallery driven by two well-known and talented artists: Angelo Rinaldi and Fausto Tonello. The marbles and bronzes by Kim Young-Won and Novello Finotti not

only impress thanks to their beauty and aesthetical exquisiteness – not a secondary detail – but they also suggest to think of the different body language and movements and especially, of the problems related to the human inwardness. It is almost impossible not to be caught , not admiring them with attention, not lingering to think about their deepest meaning. We hope that at the end of the exhibition Novello Finotti will be less pessimist than when he said: “being able to stop people in front of an art work is a miracle”. A miracle in Padova? Let’s see. Next Autumn the Show will move to Seoul.

Padova (da sinistra a destra) sculture di Novello Finotti e Kim Young-Won PADOVA (from the left to the right) sculptures by novello finotti and kim young-won

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DIVISIONISMO E FUTURISMO L’ARTE ITALIANA CONSEGNATA ALLA MODERNITÁ

Giacomo Balla, Linee-Forza del pugno di Boccioni II, 1915-1955, scultura in ottone verniciato, cm 80 h.

CORTINA, 8 - 31 AGOSTO 2013 Allʼinterno della galleria selezione di grandi maestri moderni e contemporanei La Farsettiarte effettua stime gratuite e riservate di dipinti antichi e moderni, arredi e oggetti d’arte. Le opere da inserire in catalogo saranno visionate fino a 60 giorni prima dell’asta.

Programma Aste 2013 - 2014 Ottobre e Aprile: DIPINTI E SCULTURE DEL XIX E XX SECOLO - ARREDI E DIPINTI ANTICHI Novembre e Maggio: DIPINTI, DISEGNI, SCULTURE E GRAFICA - ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Sede: PRATO - Viale delle Repubblica (area Museo Pecci) - Tel. 0574 572400 - Fax 0574 574132 Succursali: MILANO - Portichetto di Via Manzoni (angolo Via Spiga) - Tel. 02 794274 - Fax 02 76012706 CORTINA - Largo delle Poste (piano rialzato) - Tel. 0436 860669 www.farsettiarte.it


arredamento furnishing

Salone del Mobile Milano 2013 Salone del Mobile Milan 2013 La seconda settimana di aprile è andata in scena la nuova edizione del Salone Internazionale del Mobile con lo slogan “A Milano, Il mondo che abiteremo”. On the second week of April had started the new edition of Salone Internazionale del Mobile with the slogan “In Milan, The world we will live”.

Gruppo Euromobil si è presentato alla 52a edizione del Salone con i tre brand Euromobil cucine, Zalf mobili e Désirée divani. Gruppo Euromobil had been present at the 52° edition of Salone with its three brands: Euromobil kitchens, Zalf furniture and Désirée sofas.

T

ra gli oltre 2.500 espositori era presente anche il Gruppo Euromobil con uno spazio espositivo di 1000 mq in cui ha proposto due in-

novativi focus progettuali che esprimono al meglio la filosofia “living and cooking”: un inedito sistema Living di Euromobil e i nuovi progetti cucina nel pieno segno “Make and Project in Italy”. Lo spazio espositivo è stato suddiviso in tre aree: una dedicata al Total Home Design con un concept di casa totale ad alto design e costo contenuto. Un’altra con le novità di Désirée che rispondono alle esigenze del consumatore. La terza area firmata Zalf con soluzioni dedicate al mondo dei bambini e dei ragazzi.

SOTTO: LA cabina armadio zalf ZALF CAMERETTE, IL MONDO DI BAMBINI E RAGAZZI UNDER NEATH: ZALF WALK-IN CLOSET BEDROOMS, THE CHILDREN AND TEENS WORLD

A

mong more than 2,500 exhibitors it was also present Gruppo Euromobil with an exhibition space of 1000 square meters in which it

proposed two innovative focus of design that best express the philosophy of “living and cooking”: an unusual system of Euromobil Living and new projects in the full kitchen sign “Make and Project in Italy”. The exhibition space has been divided into three areas: one dedicated to the Total Home Design with a concept of home design and affordable price. Another novelty with Désirée that meets the needs of the usuer. The third area signed by Zalf solutions for the world of children and teens.

IN ALTO A DESTRA: LA cUCINA KUBIC LIVING EUROMOBIL e DIVANO GLOW-IN DéSIRéE ABOVE ON RIGHT: THE KITCHEN KUBIC EUROMOBIL LIVING and SOFA GLOW-IN by Désirée

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Le novità Désirée con proposte relative ai sistemi di sedute imbottite in sinergia con il nuovo sistema Living di Euromobil. The Désirée novelties with proposals of upholstered seat systems in combination with the new system of Euromobil Living.

I

n risposta alle esigenze del consumatore sia in termini di comfort che di design, le novità Désirée sono arricchite di alcuni rinomati best seller: divano Blo us di Roberto Gobbo, versatile e informale, riprende un best seller di Désirée e lo rivisita in chiave giovanile e contemporanea; il divano Monopoli si aggiunge per filosofia e componibilità all’esclusivo sistema Glow-in di Marc Sadler; Lacoon Island di Jai Jalan amplia l’offerta della collezione che comprende divano e poltrona; mentre la poltrona Cloè asseconda due posizioni di relax o seduta. Ozium letto riprende i tratti formali caratterizzanti del divano ed è contraddistinto dai cuscini di testata in piuma.

I

n response to user demands in terms of comfort and design, Désirée presents and enriches with some of its most identifiable features that interact with the new system of Living Euromobil sofa Blo us by Roberto Gobbo, versatile and informal it is the best seller for Désirée and the reinterpretation of youth and contemporary Monopoli sofa Monopoly is added to the philosophy and system modularity exclusive Glow-in by Marc Sadler; Lacoon Island by Jai Jalan broadens the range of the collection that includes sofa and armchair, the armchair Cloè favors two positions of relaxing or sitting.Ozium bed proposes the formal traits characteristic of the sofa and is distinguished by the head feather pillows.

DéSIRéE E LIVING EUROMOBIL Désirée and EUROMOBIL LIVING

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Kubic: una cucina 100% ecosostenibile alla Triennale di Milano con RCS MediaGroup Kubic: a 100% eco-friendly kitchen at Triennale of Milan with RCS MediaGroup “Around the World” è la terza edizione di MEET DESIGN, un’iniziativa dedicata al design italiano, diventato icona in tutto il Mondo. “Around the World” is the third edition of MEET DESIGN, a initiative dedicated to the Italian design, which has become a worldwide icon.

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U

n viaggio “internazionale” nel mondo del design, un percorso che parte da Milano e prosegue in sette città del mondo: San Paolo, New York, Vienna, Pechino, Tokyo, Parigi e Melbourne dove Gruppo Euromobil ha esposto il progetto cucina 100% ecosostenibile Kubic: una nuova cucina, nata dal design R&S Euromobil e Roberto Gobbo, che è ecologica, riciclabile, leggerissima e permette così il massimo rispetto dell’ambiente ed una lunga durata. Nell’esposizione è stata presentata come l’elemento centrale, un progetto cucina di alta qualità e tecnologia rivoluzionaria, che aggrega tutte le funzioni della casa: nasce così una nuova relazione tra spazio, arredo e natura fatta di vetro e alluminio che regala alte prestazioni estetico funzionali.

A

n “international” trip into the design world, a path that starts from Milan and then in seven cities of the world: São Paulo, New York, Vienna, Beijing, Tokyo, Paris and Melbourne where Gruppo Euromobil has exposed the kitchen project 100% eco-friendly Kubic: a new kitchen, created by design R & D Euromobil and Roberto Gobbo, which is environmentally friendly, recyclable, lightweight and allows so the maximum respect for the environment and long life. Exposition was presented as the central element, a kitchen design with high quality and revolutionary technology, which aggregates all the features of the house: thus a new relationship between space, furniture and nature made of glass and aluminum that gives high functional and aesthetic performances.


Food Experience Mondadori: food & design protagonisti al Fuorisalone Food Experience Mondadori: food & design the protagonists at Fuorisalone Gruppo Euromobil presente con il marchio Euromobil cucine al festival dedicato alla cultura gastronomica a Milano Gruppo Euromobil present with its brand Euromobil kitchens at the festival dedicated to the gastronomic culture n Milan.

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A

l Magna Pars in via Tortona 15 sono andati in scena 5 giorni di showcooking d’autore e spettacoli di food&design nel cuore del Fuorisalone. La cucina Free Steel è stata il palcoscenico di alcuni fra i più grandi chef stellati che si sono esibiti dando vita a delle vere e proprie creazioni: tra questi Chef Massimo Moroni (ristorante Don Lisander, Milano), Chef Marco Sacco (ristorante Piccolo Lago di Mergozzo, località Verbania), Chef Fabio Barbaglini (Antica Osteria del Ponte, Cassinetta di Lugagnano), Chef Viviana Varese (Ristorante Alice, Milano), Chef Andrea Aprea (Ristorante VUN dell’Hotel Park Hyatt, Milano) e Chef Claudio Sadler ( Ristorante Sadler Milano).

A

t Magna Pars in via Tortona 15, went on stage 5 days of show cooking and shows of food&design in the heart of Fuorisalone.

The kitchen Free Steel has been on stage for some of the biggest star chefs who performed giving rise to the real creations, among them Chef Massimo Moroni (restaurant Don Lisander, Milan), Chef Marco Sacco (Piccolo Lago restaurant Mergozzo, location Verbania), Chef Fabio Barbaglini (Antica Osteria del Ponte, Cassinetta di Lugagnano), Chef Viviana Varese (Alice Restaurant, Milan), Chef Andrea Aprea (VUN Restaurant Park Hyatt Hotel, Milan) and Chef Claudio Sadler (Sadler Restaurant in Milan).

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Vittorio Veneto Tarzo

Cison

Colle Umberto S. Pietro di Feletto Refrontolo Pieve di Soligo San Vendemiano Farra di Soligo VALDOBBIADENE CONEGLIANO COLLALTO SUSEGANA

Vidor

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contemporanea contemporary

di / by Tobia Donà

FABRIZIO PLESSI: MANTUA

L

’acqua, elemento atavico che evoca l’origine. Plasmare l’acqua, arginarla dal suo stato anarchico, è caratteristica principale della poetica di Fabrizio Plessi. E’ accaduto qualcosa nella Camera dei Giganti di Palazzo Te. Fu un tempo Giulio Romano a raccontare la sua contemporaneità negli affreschi vibranti al fuoco dello scomparso camino, esaltati da rumori arcani e misteriosi. Oggi, l’ira di Giove si è riaccesa, come un vulcano spento ritorna all’improvviso a tremare.

I giganti, nella disperata e goffa fuga, abbattono costruzioni e colonnati precipitando al centro della sala. Qui le acque immote dell’affresco del soffitto, riprendono a fluire nell’opera di Fabrizio Plessi. Tavoli ammassati sopra cumuli di macerie restano immobili. Un gorgo di artificio, espulso dalla circolarità del tempo, per innescare nuovi movimenti e nuove dinamiche universali. L’artista ci dice: Li vediamo, questi tavoli del dialogo, del confronto, buttati gambe all’aria.

PLESSI in Mantova Water, an atavistic element evocative of origin. To shape water, from its anarchic state, is the main characteristic expression of Fabrizio Plessi. Something has occurred in the Chamber of the Giants at Palazzo Te. Once it was Giulio Romano who narrated his contemporaneity with vibrant frescoes on the now non-existent chimney, exalted by arcane and mysterious sounds. Today the wrath of Zeus

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FABRIZIO PLESSI

is rekindled like an inactive volcano that returns to erupt. The giants, in a desperate and clumsy escape tear down constructions and colonnades as they precipitate to the center of the room. Here motionless waters from the frescoes on the ceiling begin to flow once again in the work by Fabrizio Plessi. Tables amassed on top of mounds of debris remain immobile. A whirlpool of artifices, expelled from the circularity of time triggering new movements and new universal dynamics. The artists tells us, “In my opinion, a table is a symbol of communication”. We can see these tables of dialogue, of confrontation, all thrown up in the air. It seems that only art can communicate the malaise of today’s

ESPOSIZIONE DEI DISEGNI DELL’installazione the exhibition of the drawings about the art installation

Sembra che solo l’arte possa comunicare il malessere della società nei confronti di questa drammatica caduta di comunicazione. L’apocalisse si è compiuta. La nostra cultura, partita dall’antica Grecia, pare schiantata al suolo. É Plessi a chiarirci i suoi intenti: “Non avevo nessuna intenzione di salire sul ring e fare la box con Giulio Romano. Dovevamo vincere entrambi. I materiali e gli elementi al centro della sala, sono come caduti dagli affreschi del soffitto e sono diventati materia. Una materia viva, che riflette la filosofia delle pareti, diventando una simbiosi. Dove finisce una cosa comincia un’altra. Dove finisce Giulio Romano, comincia Plessi. Tutto diventa un teatro nella Camera dei

Giganti, realizzata in un momento storico nel quale finivano le grandi certezze del Rinascimento e cominciava il Manierismo, che trovo molto simile al nostro periodo storico. In fondo, dietro queste cadute di sassi, cadute di acque, cadute di elementi del mondo, vi è anche la caduta del nostro tempo, la caduta degli ideali, dei valori, la caduta delle sicurezze. Tutti abbiamo perso una certa sicurezza… è però, meraviglioso vivere in un momento come questo, e muoversi in questa insicurezza. La nostra è un epoca barocca. Non è forse barocco fare zapping col telecomando? E’ il senso di avere tutto il mondo mescolato in questo grande magma, che è in fondo l’universo”

Plessi e Giulio Romano, diventano interscambiabili e indivisibili. L’arte è il luogo di transito nel quale nessun tempo e più riconoscibile, poiché le interpretazioni che ci offre diventano universali, fuori dallo spazio concreto e immerse nell’energia immateriale che ogni opera d’arte sprigiona.

society to us, in comparison with this dramatic fall of dialogue. The apocalypse is done; our culture which originated from ancient Greece, seems to have crashed to the ground. Plessi is clear in his intent: “I had no intention of climbing into a boxing ring with Giulio Romano. We both needed to win. The material and elements at the center of the room seem to have fallen from the frescoes on the ceiling, becoming materic. A live material that reflects the philosophy of and becomes symbiotic with the walls; where one thing ends, another begins. Everything becomes a theatre in the Chamber of the Giants in an historical moment at which time the certainties of the Renaissance movement were coming to an end and

Mannerism was beginning which is very similar to our own historical era”. “And finally behind this cascade of rocks, water and the fall of elements in the world, there is also the fall of our era, the fall of ideas, of values, of certainties. We have all in some way lost our sense of security… but however it’s marvelous to live in such a moment and move within this uncertainty. Ours is somewhat of a Baroque period. Isn’t zapping with the remote control a bit Baroque? It gives us the sense of having the whole world mixed up in this grand magma, where at the bottom of it all we find the universe”. Plessi and Giulio Romano become inter-changeable and indivisible. Art is in a transitory place where no

period of time is recognizable; the interpretations offered us become universal, far from concrete space and immersed in the immaterial energy that every work of art releases.

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Speriamo ora nell’acqua, capace di assumere continuamente nuove forme e di arginare gli ostacoli e scorrere via inarrestabile; speriamo sia ancora una volta, capace di infiltrare le porosità della roccia e lentamente trasformarla di nuovo in qualcosa di vivo.

“…how far away are the ruins of yesterday and how close is the rubble of today”. Our hope lies in water, capable of continuously assuming new forms, of damming obstacles and flowing away incessantly; we hope that once again it will be capable of infiltrating the porousness of the rocks slowly transforming it into yet again into something with life.

Info mostra: FABRIZIO PLESSI /MANTUA A cura di Marco Tonelli Installazione nella Camera dei Giganti di Palazzo Te, Mantova 15 giugno – 15 settembre 2013 Orari: lunedì 13.00-18.00, martedì – domenica 9.00-18.00; la biglietteria chiude alle 17.30 Questo di Plessi è il primo intervento del ciclo "Le case degli dèi" che vedrà, successivamente, alternarsi artisti quali Bill Viola, Candida Höfer, Giuseppe Penone, Ai Weiwei, che occuperanno con i loro lavori varie sale e spazi di Palazzo Te. L’iniziativa è stata ideata e promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e alla Promozione Turistica del Comune

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“…come sono lontane le rovine di ieri e come sono vicine le macerie di oggi”.

di Mantova in collaborazione con il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, con il contributo della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia insieme ai comuni delle Terre di Mezzo, all’interno del progetto “Miti e delizie delle Terre di Mezzo” per la valorizzazione e la comunicazione dei luoghi più emblematici del territorio mantovano.



eventi events

Vo l a r e a r t e di / by Andrea M.Campo

Panoramica aeroporto Pisa sculture RabarAma A DESTRA; Im-mortale, marmo Bianco Altissimo, FOTO DI Veronica Gaido

OVERVIEW OF THE PISA AIRPORT scuLPTURES BY Rabarama, Im-mortale, WHITE MARBLE Altissimo, photo by Veronica Gaido

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uale altro miglior modo di celebrare il marmo delle cave del Monte Altissimo e la lunga tradizione di arti e mestieri che ne ha accompagnato la storia, se non quello di affidarne la celebrazione a chi ha fatto del marmo stesso l’oggetto della propria indagine. Nel 2011, ha preso il via “Volarearte”, iniziativa organizzata dalla storica Fondazione Henraux, che porta nei territori toscani artisti contemporanei di tutto il mondo e che quest’anno si fregerà dei lavori di Rabarama, al secolo Paola Epifani, con la collaborazione della Vecchiato Art Galleries di Padova.

Le sculture di Rabarama segnano un confine intangibile tra l’opera e il segno dell’artista invertendo la funzione tra materia, e quindi corpo-sostanzaoggetto, e ornamento. Su imponenti figure androgine Rabarama disegna come su un foglio bianco alterando l’identità del narrante che regredisce semanticamente divenendo supporto per una scrittura fatta di archetipi numerologici, figure geometriche e dettagli ornamentali che richiamano molteplici culture. Le pose plastiche dei soggetti rivelano, comunque, una sorta di gravità intima in attesa di

estroflettersi da un nucleo dominante attraverso i pori, immaginari, del corpo delle sculture. Così come si evince, ad esempio, da “Alis Grave Nil”(Nulla è pesante per chi ha le ali), opera in marmo bianco ispirata al volo e ideata appositamente per l’evento “Volarearte”. Chiarisce Enrico Mattei in un testo di presentazione dell’opera “L’esigenza del recupero della dimensione spirituale nella ricerca dell’artista, si esprime anche nel contatto con la parte più intima di noi stessi, con le esigenze più nascoste, si concilia anche con il forte bisogno di rallentare i propri

What better way to honor the marble taken from the caves in Monte Altissimo and the long-standing tradition of arts and crafts that has followed us through history if not by entrusting it to the person who has made marble the object of his personal studies? In 2011 Volarearte was created, an initiative organized by the legendary Henraux Foundation that brought contemporary Tuscan artists from around the world. This year he will proudly host the

works by Rabarama (given name Paola Epifani) in collaboration with Vecchiato Art Galleries in Padova. Rabarama’s sculptures mark an intangible confine between the artwork and the artist, inverting the functionality between matter, body-substance-object and ornamentation. Rabarama designs on majestic androgynous figures as if she were using a sheet of paper, altering the identity of the narrator which semantically regresses; the sculpture

becomes a support for her writings made up of archetypal numerology, geometric figures and ornamental details reminiscent of other cultures. The plastic poses of the subjects reveal a sort of grave intimacy waiting to evert themselves from a dominating nucleus, through the imaginary pores of the sculpted body. Therefore for example, the cycle of works “Alis Grave Nil” (Nothing is heavy if you have wings), in white marble evoke flight and were


NELLA PAG. PRECEDENTE: a partire da sx Enrico Mattei-curatore mostra, Gina Giani –direttore generaLe SAT, Paolo Carli - presidente Henraux , Rabarama, Costantino Cavallaro – presidente SAT, Cinzia Vecchiato – direttore Vecchiato Art Galleries ON THE PREVIOUS PAGE: FROM THE LEFT: Enrico Mattei - EXHIBITION CURATOR, Gina Giani – CHIEF EXECUTIVE SAT, Paolo Carli - president OF Henraux , Rabarama, Costantino Cavallaro – SAT PRESIDENT, Cinzia Vecchiato – DIRECTOR OF Vecchiato Art Galleries

ritmi di vita, di liberarsi dalla frenesia quotidiana che impedisce di vedere, capire e vivere i segreti più profondi del nostro essere e della natura che ci circonda”. Le cave del Monte altissimo hanno prestato la loro magnificenza al concerto di Giovanni Allevi che ha eseguito con l’Orchestra Sinfonica Italiana, il progetto sinfonico “Sunrise” accompagnato dalle coreografie di Stephane Boko e di Yanelis BrooksSanchez in una performance tra body painting e danza d’avanguardia attorno una delle opere di Rabarama. “Amo ascoltare la musica di Giovanni quando lavoro - spiega l’artista perché riesce ad aprire una porta nel buio dei miei pensieri donandomi un

caleidoscopio di emozioni. Di nota in nota mi permette di scoprire una dimensione divina: la luce, quell’energia che è scintilla creativa. Il suo talento è così vero che la sua musica dialoga con il cuore libera-mente e sconfinatamente”. Fino a primavera 2015 le opere dell’artista romana resteranno dislocate nel sito espositivo dei giardini dell’aerostazione passeggeri dell’Aeroporto Galilei (prodotte dalla Henraux S.p.A. in collaborazione con lo Studio di Scultura Massimo Galleni di Pietrasanta) e fino al 30 settembre 2013 nel litorale della città di Forte dei Marmi con l’open space allestito nei giardini dell’Hotel Augustus Lido e dell’Hotel Principe Forte dei

by the choreography of Stephane Boko and Yanellis Brooks-Sanchez with a performance of body painting and avant-garde dance with Rabarama's sculptures surrounding the stage. The artist explains, "I adore Giovanni Allevi's music because it is capable of opening the door of my darkest thoughts and giving me a kaleidoscope of emotions. Each note leads me to discover a divine dimension - the light, that creative spark of energy. His talent is so real that his music dialogues with the heart and immensely frees the mind". From now through spring of 2015, the works of the Roman artist Rabarama, will be dislocated around the exhibitive area of the gardens of the Galilei Airport passenger

terminal (produced by Henraux S.p.A in collaboration with the Massimo Galleni Sculpture Studio in Pietrasanta); through September 20th 2013 in the coastal city of Forte die Marmi with an openspace exhibition in the gardens of the Hotel Augustus Lido, and at the Hotel Principe Forte dei Marmi on the sands of seven of the most prestigious beach resorts - Bagno Piero, Bagno Augustus, Bagno Annetta, Bagno Orsa Maggiore, Bagno La Fenice, Bagno Pennone and Bagno Gilda. In autumn the exhibition will move from the coastal town of Forte dei Marmi to the city of Lucca, in and around the historic center in celebration of the 500th anniversary of the Lodo Papale (Papal Arbitration).

Marmi e nelle spiagge di sette tra i più prestigiosi stabilimenti balneari (Bagno Piero, Bagno Augustus, Bagno Annetta, Bagno Orsa Maggiore, Bagno La Fenice, Bagno Pennone e Bagno Gilda). In autunno la sola esposizione del litorale si muoverà verso la città di Lucca tra le mura e il centro storico in occasione del 500° anniversario del Lodo Papale.

www.vecchiatoarte.com info@vecchiatoarte.it

Sapere, marmo bianco di carrara, Bagno Piero - Forte dei Marmi SAPERE, CARRARA WHITE MARBLE, Piero’S BATHS - Forte dei Marmi

created specifically for the event, Volarearte (Flying Art). Enrico Mattei in an essay of presentation of the work states, “The need for the retrieval of a spiritual dimension in the artist’s studies, is expressed even within our most intimate parts, with our most hidden needs, conciliated with a strong desire to take life easier, to be free from daily frenetics that prohibit us from seeing, understanding and living the most profound secrets of our being and of nature that surrounds us”. The caves of Monte Altissimo have lent their magnificence to the concert held by Giovanni Allevi who with the Italian Symphonic Orchestra realized the project entitled "Sunrise"; the event was accompanied

SOPRA/TOP: ALCUNI MOMENTI DELL’EVENTO SUL MONTE ALTISSIMO: SOME MOMENTS AT THE EVENT ON THE MOUNT ALTISSIMO: SOTTO / BELOW: GIOVANNI ALLEVI E RABARAMA

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artisti artists

ANGELO MURIOTTO

TRA OGGETTO E CONCETTO di / by Gaetano Salerno

Senza titolo, 2013 pannello in compensato di legno rivestito con lastra di piombo cm 46 x 46

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estate • summer 2013


DA SINISTRA: Senza titolo (dittico), 2013 due lastre di plexiglass trasparente, cm 70 x 60, cocci di cristallo e cannette di vetro trattati con la vetrofusione e incollati con i raggi UV. Senza titolo, 2013 pannello in compensato di legno rivestito con lastra di piombo, cm 52 x 84, 2013 (smalto acrilico, piume, caratteri per stampare infissi nella lastra di piombo a formare la frase “Piume come sospinte dallo aere della fantasia”)

SOTTO A DESTRA: Senza titolo, 2013 lastra di plexiglass trasparente, cm 81 x 50 (caratteri tipografici di legno e piombo di diverse dimensioni infissi nella lastra di plexiglass a formare la frase “Mi avvalgo di caratteri mobili per stampare inventati da Gutenberg nel XV secolo per formare immagini astratte e collegare, nel mio immaginario, il Rinascimento al XX secolo”)

L

a poetica artistica di Angelo Muriotto (Foggia, 1937; vive e lavora a Venezia Mestre) si basa da sempre sul rapporto biunivoco tra oggetto e concetto. Una lunga ricerca sui materiali e sulle loro infinite possibilità combinatorie ha condotto l’artista all’elaborazione di un linguaggio originale, espressivo e sintetico, attraverso il quale dare vita e forma al pensiero e alla riflessione. Vicino ai linguaggi delle prime e seconde Avanguardie del Novecento (in particolare Futurismo, Dadaismo, Suprematismo e Arte Povera) l’ultima produzione di Angelo Muriotto sviluppa due tematiche precise: la scrittura e l’aria. Nel primo caso si avvale di caratteri mobili per stampare inventati da Gutenberg nel XV secolo per formare immagini astratte e collegare,

nel suo immaginario, il Rinascimento al XX secolo. Nasce così la serie dei lavori su formelle quadrate di legno rivestite con lastre di piombo (con le quali prosegue la ricerca sulla parola già iniziata con i supporti in plexiglass e i caratteri di stampa di piombo e lignei) nelle quali la forza comunicativa del messaggio suggerito dalla successione di lettere assume valore assoluto grazie alla loro composizione visiva (un segno, un trapezio, un cubo) simili a calligrammes tridimensionali di grande potenza evocativa. Con gli omaggi all’aria, ispirati all’opera La voix des airs di René Magritte, l’artista vuole invece superare la consistenza fisica dell’oggetto per individuarne la pura essenza, sottoforma di ombra proiettata sul muro, fondendo così in un quadro immaginifico la luce e il

buio: pannelli di plexiglass trasparente sui quali si stagliano figure astratte realizzate con cocci e canne di cristallo, modificati con la tecnica della vetrofusione e incollati con raggi UV, disegnano figure cangianti che galleggiano nello spazio, entrando in dialogo con l’ambiente. In entrambi i casi emerge il tentativo di superare la gravità dell’oggetto artistico per suggerire, al di fuori o al di là di esso, nuove sensazioni e nuovi livelli di coinvolgimento. Dipingere con gli elementi è per l’artista assecondare un continuo e ininterrotto flusso creativo: una piuma si libera lieve dalla durezza del piombo, un riflesso si staglia sulla trasparenza del plexiglass, come immagini inattese, ricordandoci così di lasciarci sospingere dall’aere della fantasia.

BETWEEN OBJECT AND CONCEPT Angelo Muriotto,(b. 1937, Foggia – leaving and working in Venezia Mestre) keeps researching on the relation between object and concept, on the matters and their possible combinations, developing a very original, expressive and synthetic style, similar to the 900 Avant-gardes. His last production develops 2 subjects: writing and air. About writing, He uses the printing characters, invented by Gutenberg in the 15th Century, to design abstract images, linking (in his imaginary) the Renaissance to the 20th Century. That’s how He cre-

ates wooden tiles covered with lead laminates presenting a sequence of letters which creates abstract images (a mark,a trapezoid, a cube). With his tributes to the air (transparent Plexiglas panels with abstract figures made using fragments of glass and glass rods, fused and glued with UV), inspired to the artwork La voix des airs by René Magritte, the artist exceeds the physical consistency of the object, toward the pure essence of shadows cast on the wall and discussing with the space.

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design R&S Euromobil e Roberto Gobbo


mostre exhibitions

C

he Baryshnikov sia un artista che ritorna spesso e volentieri sulla danza è noto a tutti gli appassionati. Ballerino accademico virtuoso, a lungo direttore del prestigioso American Ballet Theatre, poi fondatore, insieme a Mark Morris, di una delle formazioni che più ha contribuito alla divulgazione della danza moderna e contemporanea americana, ovvero la Whithe Oak Dance Company. Come se non bastasse l’eclettico danzatore ha recentemente aperto a Manhattan un

bel centro interamente dedicato alla sperimentazione, dove offre residenze artistiche ad autori emergenti. Tra le varie attività dell’instancabile lettone c’è anche la fotografia, che ha iniziato a praticare nei primi anni Ottanta. Fino al 30 ottobre la Galleria d’arte Contini espone per la prima volta in pubblico, 34 fotografie di un artista della danza prestato all’arte, che ama vivere la danza anche attraverso le lenti di una macchina fotografica. Nella mostra vengono presentate

le fotografie scattate dall’artista frutto della ricerca degli ultimi anni. “Per due decenni ho utilizzato una convenzionale macchina fotografica 35 mm-ci tiene a segnalare l’artistae ho sperimentato la fotografia del paesaggio tradizionale, i ritratti, e gli scatti di viaggio principalmente in bianco e nero. Ho deciso di rifiutare le ovvie opportunità di fotografare la danza, pensando che i risultati potessero essere noiosi e futili; poi-ha continuato-sfogliando alcuni

DANCE

MIKHAIL BARYSHNIKOV

Contini Art Gallery calle larga XXII Marzo, Venice

di | by Paolo Fontanesi

Anyone with a passion for ballet knows that Baryshnikov is an artist that often, and with pleasure, returns to dance. An academic dance virtuoso, long-time director of the prestigious American Ballet Theater and together with Mark Morris founder of the White Oak Dance Company, a formation that highly contributed to the divulgation of American modern and contemporary dance. And if that weren’t enough, the eclectic dancer recently opened in Manhattan, a cen-

UNTITLED #27 2011 STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL PRINT ON CANSON ED. 1 OF 3, CM 194,3 X 115,5 X 5.08

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estate • summer 2013

ter entirely dedicated to experimentation and hospitality for emerging artists. Amongst the various activities of the untiring Latvian dancer there is also photography which he began practicing in the early 1980s. Through October 30 the Contini Gallery has exhibited for the first time to the public 34 photographs by an artist who has loaned dance to art, who lives dance through a camera lens. The exhibition will show photographs taken by the artist, the fruit of years

W

THIS

of research on the subject. “For two decades I used a conventional camera, a 35 mm” he points out, “and I experimented with traditional landscapes, portraits and travel snapshots, principally in black and white. I decided to reject the obvious opportunities of photographing dance thinking that the results might be useless and boring. He continues, “while leafing through old photographic books on the subject of dance, I realized that abandoning the


WAY

UNTITLED #27 2011 PRINT ON CANSON/ STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL ED. 1 OF 3, CM 194,3 X 115,5 X 5.08

vecchi libri di fotografia della danza, ho scoperto che abbandonando l’immagine cristallina in favore dei bordi sfocati e di figure amorfe ci si avvicina all’emozione e all’energia delle performance della danza». Certo è che nel variegato mondo della danza, Baryshnikov ha davvero esplorato l’inesplorabile, lavorando con George Balanchine ma allo stesso tempo a Broadway e Hollywood con Liza Minelli. Un danzatore che ha saputo essere un abile imprenditore di se

technique of a clear image in favor of out-of-focus images and amorphous figures brought me closer to feeling the emotion and energy of a dance performance”. For certain, in the variegated world of dance, Baryshnikov has truly explored the un-explorable, working with George Balanchine and at the same time on Broadway and in Hollywood with Liza Minelli. Baryshnikov is a dancer who has become an astute business manager of himself, founding the company “White Oak Dance Project” and the

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UNTITLED #9 2008 PRINT ON CANSON STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL ED. 1 OF 3, CM 106,6 X 141,2 X 5.08

UNTITLED #9 2008 PRINT ON CANSON STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL ED. 1 OF 3, CM 106,6 X 141,2 X 5.08

stesso, fondando la compagnia “White Oak Dance Project” e il “Baryshnikov Arts Center”, un centro creativo nel cuore di Manhattan pensato per i giovani artisti emergenti. Senza farsi mancare i successi del grande schermo, nel film “In Sex and the City”. Ora emerge in lui questo grande desiderio di espressione, attraverso l’arte della fotografia: «ho visitato l’Italia per la prima volta negli anni ’70 e mi

sono immediatamente innamorato di questo paese; è il pilastro fondamentale del mondo dell’arte e con umiltà e onore colgo l’opportunità di condividere il mio lavoro personale con la Galleria d’Arte Contini». La mostra veneziana si occupa difatti della tematica della danza nella sua totalità più assoluta. Il binomio danza e fotografia non è casuale, in ogni immagine danza e foto si fondono in un

incontro, in un movimento, che allo stesso tempo è fermo e immobilizzato in uno scatto. La danza e la fotografia presentano innegabili analogie: la fotografia cattura gli attimi dei nostri movimenti, facendone spesso arte, la danza ne suggella l’armonia anche nei colori impressionisti. L’idea è quella di tradurre le emozioni della danza in immagini, e lo si intuisce dalle forme che diventano sagome di

corpi in movimento che rischiano persino di emergere dal supporto come se quei corpi tentassero di esplodere addosso allo spettatore-attore; «cerco di essere un ballerino anche quando guardo la danza attraverso le lenti della macchina fotografica-ha sentenziato Baryshnikov».

Baryshnikov Arts Center, a creative place in the heart of Manhattan for young emerging artists. He also did not miss the opportunity of appearing in the film “Sex and the City”. Now his greatest desire of expressing himself through photographic art is emerging. “I visited Italy for the first time in the 1970s and I was immediately in love with this country. It’s the backbone of

the world of art and it is with humbleness and honor that I have seized the opportunity to share my personal work with the Contini Gallery. The Venetian exhibition in fact concerns the telematics of dance in its absolute totality. The combination of dance and photography is not coincidental; in each image dance and photography are fused in one encounter,

in one movement, which at the same time is mobilized in one click. Dance and photography present undeniable analogies - photography captures the moment of movement and becomes art, dance seals the harmony even in its Impressionist colors. The idea is to translate the emotions that dance gives us into images, forms that instinctively become silhouettes of

moving bodies that almost emerge from the frame as if those bodies were attempting to explode onto the viewer. Baryshnikov explains, “I try to be a ballet dancer even when I’m looking at dance through the lens of my camera”.

UNTITLED #1 2006 PRINT ON CANSON STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL ED. 1 OF 3, CM 109.5 X 141.3 X 5.08

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estate • summer 2013

Untitled #2 2010 print on canson STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL ed. 1 of 3, cm 115,5 x 140,9 x 5.08


UNTITLED #9 2008 PRINT ON CANSON STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL ED 1 OF 3, CM 106,6 X 141,2 X 5.08

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vernissage inaugurazioni

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estate • summer 2013


A SINISTRA / LEFT: Zhan Wang - Scholar’s Rocks (Tai Hu Shi) in Glass, Combination 2 (H) 1900 x (W) 1250 x 1100 mm SOTTO / BELOW:

BERENGO GLASSTRESS

Aldo Mondino Jongleur 28,5 x 28,5 x 87,5 cm

di | by Luca Berta

Glasstress è un progetto pluriennale di collaborazione tra nomi di spicco dell’arte contemporanea globale e i maestri vetrai della Berengo Studio di Murano. Ogni due anni il progetto, per fare il punto della situazione, prende forma di esposizione collaterale ufficiale della Biennale. Tutto è nato nel 2009 grazie all’intuizione di Adriano Berengo, che ha inteso rinnovare la funzione espressiva del vetro nel panorama artistico attuale, riportando gli artisti più all’avanguardia nella sua fornace muranese, come

già fece Peggy Guggenheim più di mezzo secolo fa. All’epoca erano Jean Cocteau, Max Ernst, Lucio Fontana. Oggi sono Cai Guo-Qiang, Mat Collishaw, Tracey Emin, Joana Vasconcelos, e decine di altri artisti da svariati paesi (in tutto sono 65 i partecipanti). Così nel cortile d’ingresso di Palazzo Cavalli Franchetti, prima delle tre sedi espositive, ci si imbatte nelle torri spiraliformi di Shirazeh Houshiary, composte da migliaia di blocchetti di vetro color acquamarina e ametista, che catturano e moltiplicano la luce

nelle loro spire. E salendo lungo la scalinata monumentale si incontra il Rabdomante di Mimmo Paladino, con il vetro che simula l’effetto della brina sui rami degli alberi nelle mattine invernali, e l’opera di Miroslaw Balka, lo scuro di legno di una finestra veneziana riprodotto in vetro senza tralasciare la minima venatura. Saliti al piano, non si può non rimanere ipnotizzati dal video della performance di Alice Anderson, che insieme ad altri quattordici performers avvolge un filo di rame attorno a delle

Berengo Glasstress project

Glasstress is a long-time collaboration project between important names of the world contemporary art and the Masters glass blowers working at the Berengo Studio in Murano. Every two years the project achieves its highest level as a collateral exhibition of the Biennale. It all started in 2009, thanks to the intuition of Adriano Berengo, who wanted to renew the expressive role of the glass in the nowadays artistic panorama. Therefore, he invited the most representative artists of the avant-garde at his glass factory in

Murano, repeating what was done by Peggy Guggenheim more than 50 years ago. At that time they were Jean Cocteau, Max Ernst, Lucio Fontana. Today Cai Guo-Qiang, Mat Collishaw, Tracey Emin, Joana Vasconcelos and many other artists from several Countries (a total of 65 participants). Thus, in the courtyard of Palazzo Cavalli Franchetti, first of the three venues, it is possible to see the helical towers by Shirazeh Houshiary, which are made of thousands of little light blue and amethyst glass tiles.

They capture and increase the light into their spirals. Going up the monumental stairs, there is the Rabdomante (water diviner) by Mimmo Paladino. The glass looks like the frost on the branches of the trees during winter mornings. Then the art piece by Miroslaw Balka, a perfect and very precise reproduction made of glass of a Venetian wooden shutter. At the first floor it is almost impossible not to get hypnotized by the video picturing the performance of Alice Anderson who, together with other 14

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Jason Martin, Chimera (Azul) 50 x 40 x 5 cm

Shirazeh Houshiary, Flux 878 x 402 x 1348 mm

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estate • summer 2013

Jan Fabre Cross for the Garden of Delight 71 x 36 x 7 cm

Lucy and Jorge Orta, Amazonia Tree of Life 160 x 180 x 165 cm


barre di vetro trasparente. Le quindici barre avvolte nel rame, ciascuna secondo un intreccio inconfondibile come un’impronta digitale, compongono la sua opera, intitolata “Crystal Time Units”. Nella sala successiva lo spettatore si immerge nella curiosa installazione di Ron Arad, “Last Train”: un complesso macchinario, dotato a un’estremità di una mano di resina con anello di diamante, incide su lastre di vetro i disegni che lo stesso Ron Arad e altri artisti suoi sodali (Antony Gormley, Christian Marclay, Francesco Clemente e tanti altri) hanno tracciato su un’apposita applicazione progettata per iPad. L’artista disegna col dito sfiorando lo schermo, e la mano ingioiellata incide il disegno sul vetro, anche a distanza. Proprio grazie a questa tecnologia, perfino Ai Weiwei ha potuto incidere la sua lastra in diretta dalla Cina, dove si trova confinato. Altre opere notevoli sono la croce del belga Jan Fabre, che per la prima volta utilizza elitre di vetro, anziché quelle originali di coleottero, ormai suo marchio di fabbrica.

E ancora il pannello di Jason Martin, solcato dalle tipiche venature dei suoi quadri, che stavolta dialogano con la trasparenza del vetro color acquamarina. E poi gli elegantissimi fiori amazzonici di Lucy e Jorge Orta, montati su un ramo di bronzo, o la formidabile anguria di Aldo Mondino, un maestro del secondo Novecento italiano la cui importanza comincia a essere compresa appieno solo ora. Vale la pena di intraprendere il viaggio fino a Murano per visitare la seconda sede espositiva, il Berengo Center for Contemporary Art and Glass, almeno per due motivi. Il primo è l’edificio che ospita la mostra, vale a dire un’antica fornace muranese conservata secondo i criteri dell’archeologia industriale, e che ora si adatta perfettamente a ospitare opere contemporanee. Il secondo motivo, che vale da solo il viaggio, al di là di tutte le altre opere, è l’installazione di Zhan Wang: una nuvola di sassi di vetro verdi sospesi al soffitto che esprime un’armonia perfetta, affrancata dal giogo della gravità.

performers, wrap a copper wire up on some transparent glass bars. These 15 bars covered with copper present each one a very unique design, sort of a finger print, composing the Artwork “Crystal Time Units”. In the next room, the visitor immerses into the curious installation by Ron Arad, “Last Train”. Is this a complex machinery ending on one side with a resin hand wearing a diamond ring. The equipment engraves on sheets of glass the drawings that Ron Arad and other friend artists (Antony Gormley, Christian Marclay, Francesco Clemente, just to name a few) designed on the iPad using a specific app. The artist sketches using his finger on the screen and the ring on the hand carves the glass, even on remote. In fact, it is thanks to this technology that Ai Weiwei could engrave his sheet from China, where he’s confined. Other important artworks are the Cross by the Belgian artist Jan Fabre, who for the first time uses elytra’s of glass instead of

natural ones by coleopters, which are his trademark. And the panel by Jason Martin, plowed by the typical veinage of his paintings, that this time talks to the transparency of the aquamarine glass. And the very elegant Amazon flowers by Lucy and Jorge Orta, attached to a bronze branch. Or the amazing watermelon by Aldo Mondino, a 20th Century second half Master who started to be fully understood only now. It is worthwhile to go to Murano to visit the other exhibiting location, the Berengo Center for Contemporary Art and Glass. The reasons are at least two: the first one is the building hosting the exhibition: an antique Murano glass-factory preserved according to the standards of the industrial archaeology, perfect to host contemporary art pieces. The second one, is the installation by Zhan Wang: a cloud made of green glass stones hanged to the ceiling, expressing a perfect harmony and playing with gravity.

COORDINATE MOSTRA

GLASSTRESS WHITE LIGHT / WHITE HEAT A cura di Adriano Berengo e James Putnam Artisti partecipanti Alice Anderson, Polly Apfelbaum, Ron Arad, Ayman Baalbaki, Miroslaw Balka, Rina Banerjee, Fiona Banner, Pieke Bergmans, Boudicca, Pedro Cabrita Reis, Loris Cecchini, Hussein Chalayan, Mat Chivers, Oliver Clegg, Mat Collishaw, Tracey Emin, Jan Fabre, Paul Fryer, Francesco Gennari, Recycle Group, Cai Guo-Qiang, Dmitri Gutov, Mona Hatoum, Stuart Haygarth, Charlotte Hodes, Shirazeh Houshiary, Shih Chieh Huang, John Isaacs, Michael Joo, Ilya&Emilia Kabakov, Kiki&Joost, Marta Klonowska, Joseph Kosuth, Tomas Libertiny, Hew Locke, Delphine Lucielle, Alastair Mackie, Jason Martin, Kris Martin, Oksana Mas, Whitney McVeigh, Aldo Mondino, Lucy Orta, Tony Oursler, Zak Ové, Mimmo Paladino, Cornelia Parker, Javier Pérez, Jaume Plensa, Karim Rashid, Ursula von Rydingsvard, Thomas Schutte, Joyce Scott, Conrad Shawcross, Sudarshan Shetty, Meekyoung Shin, Helen Storey, Tim Noble &Sue Webster, Zak Timan, Gavin Turk, Koen Vanmechelen, Anneliese Varaldiev, Joana Vasconcelos, Zhan Wang

Tre sedi › Palazzo Cavalli–Franchetti / Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Campo S. Stefano, 2847 | Fermata Accademia › Berengo Centre for Contemporary Art and Glass Campiello della Pescheria, Murano › Scuola Grande Confraternita di San Teodoro San Marco, 4810 | Fermata Rialto Date 1 giugno - 24 novembre 2013 Orari tutti i giorni dalle 10 alle 18 per le tre sedi Ingresso unico per le tre sedi: intero euro 10 – ridotto euro 8 per gruppi, over 65 e bambini Info tel. +39 041739453 francesca@veniceprojects.com luca@veniceprojects.com www.glasstress.org facebook.com/Glasstress @Glasstress

Tracey Emin, Docket, 12.5 x 26 x 12 cm

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design

SI SCRIVE BARLUMI. SI LEGGE LUCE SU MISURA

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estate • summer 2013


disponibili in quattro colori, bianco, nero, arancio e grigio e in quattro misurE: 30 x 30, 60 x 60, 90 x 90, 120 x 120 (cm) four colors available: white, black, orange, gray. sizes: 30 x 30, 60 x 60, 90 x 90, 120 x 120 (cm)

di | by Ilario Tancon

S

ono i paralumi dell’ultima generazione, prodotto nato dalla creatività dell’artista Michele Iodice e dalla passione di Barbara Lambrecht, anima e motore di un progetto “made in Napoli” (sia Iodice sia Lambrecht infatti vivono e operano nella città partenopea) che apre una nuova strada nel mondo dell’illuminazione. Un paralume nel quale si sposano funzionalità e creatività. Un oggetto nel quale l’immaginazione di chi lo pensa e poi lo plasma ha la possibilità

di esprimersi fino a far diventare lo stesso oggetto un’opera d’arte. Light design a quattro mani, dunque, per un prodotto che si “piega” alle esigenze della persona che lo adopera. «Quello che abbiamo creato sono paralumi della ultima generazione – spiega Barbara Lambrecht -.Si tratta di schermi per luce plasmabili, senza forme prestabilite, ma trasformabili, che cambiano forma a seconda delle esigenze, siano esse di carattere estetico che di carattere pratico. Non ci sono

quindi più barriere o filtri per la luce, bensì elementi di accompagnamento e indirizzamento della luce, modificabili a piacere o in base al bisogno» Luce orientata e diffusa con un semplice gesto della mano, dunque, grazie a un oggetto che, liberato dal rigore delle forme rigide, si presenta come un qualcosa capace di tracciare strade nuove nel mondo della luce, strade dove l’artigianato d’eccellenza incontra il design per diventare originalità, fascino, arte. «Tecnicamente

It’s written “Barlumi” (glimmers). It has to be read “custom light”

We are talking about the last generation lampshades, born thanks to the creativity of the artist Michele Iodice and to the passion of Barbara Lambrecht, who is the soul and the engine of this “made in Napoli” (both Iodice and Lambrecht live in this city) project which inaugurates a new way in the world of lighting.

The light, therefore, is oriented and diffused with a simple gesture of the hand, thanks to an object which is something able to lead the way, in a new world where excellent craftsmanship meets design, becoming originality, appeal, art”. “Technically – continues Barbara Lambrecht – our lampshades look like they don’t have any structure, however they stay firm as a sculpture. They come in 4 colors and 4 different sizes and can be used for sconces, table lamps, floor lamps and chandeliers. They come with a Flame certificate and they are Siae patented. Indeed we want to guarantee our clients the best quality and functionality.”

info: www.barlumi.com +39 339 4207486

“What we have created are last generation lampshades – explains Barbara Lambrecht - .They are shades able to change form according to the needs, either aesthetic and practical. We renounced to have barriers and filters stopping the light and we created elements that work together with it, addressing the light according to needs and desires”.

– prosegue Barbara Lambrecht – i nostri paralumi si presentano privi di una struttura, restando però immobili come una scultura. Sono disponibili in quattro colori e in quattro misure diverse e trovano applicazione dalle applique agli abat-jour, dalla piantana al lampadario. Inoltre, sono rigorosamente dotati di Flame certificate, di brevetto e di deposito Siae. La garanzia di qualità e funzionalità che vogliamo per i nostri clienti è infatti massima».

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glam

NON COPRIRTI, VESTITI D’ARTE Moreno panozzo in uno dei suoi viaggi borse modello “europa” e “America”

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estate • summer 2013

MORENO PANOZZO PORTRAYED ON HIS TRIPS. MODEL BAGS: “europa” AND “America”


di / by Mirko Cassani

É

arte da indossare, in mutevole movimento, che si sposta con la materia umana che riveste quella di Moreno Panozzo, artista eclettico, alla ricerca perenne dell’oltre. Arte che si fa oggetto quotidiano - borsa, maglioncino, foulard, trench, guanti, ombrello - da portare in viaggio e che lontana dai corpi diventa scultura, da riporre su piedistalli o angoli di casa. L’ispirazione è la stessa delle opere del ciclo Suburban doors, realizzate con carcasse di lamiera e ruggine di container abbandonati e rivestite con resine e vernici. Anche la trama degli

oggetti da viaggio ha il segno dei geroglifici postmoderni, le impronte di Panozzo, la sua cifra identificativa. Come le borse, cosparse di tracce che sembrano ombre, solchi che segnano i tessuti e le pelli naturali, lavorate a mano. Opere che nascono dal mood sensoriale, arrivato nel 2008, teso a coinvolgere non solo la vista ma anche il tatto e l’olfatto. E infine il suono, come accaduto nel 2010 quando l’artista ha cominciato a registrare con appositi strumenti i rumori della lavorazione delle monumentali sculture, per poi creare dei ritmi.

TEXTURE IMPRONTE. TEXTURE IMPRINTS

COLLEZIONE METALLUM PROFUMAZIONI PER IL CORPO E L’AMBIENTE METALLUM COLLECTION AMBIENT AND BODY SCENTES

CINTURA STRIP BELT

Don’t just get dressed, dress yourself with art

Wearable art, in changing movement, that moves in the person of Moreno Panozzo, an eclectic artist who continuously searches for something else. Art is something of daily use - a handbag, sweater, scarf, trenchcoat, gloves, umbrellas - to take on vacation and which detached from our bodies becomes sculpture to place on a pedestal or in a corner. Panozzo’s inspiration comes 57


ARTE IN MOVIMENTO, SCULTURE DA INDOSSARE ART IN MOTION, WEARING SCULPTURES SOTTO: MODEL BAG “AMERICA” BORSA MODELLO “AMERICA”

Per maggiori dettagli / more details at: 4 www.morenopanozzo.com É la materia che muta, che si fa energia, ad interessare Panozzo, designer di formazione, che si occupa di architettura, scenografia, grafica, moda, letteratura. Il divenire, il viaggio, lo rendono un esploratore infaticabile. Inarrestabile, per due anni ha lavorato con i container di Suburban doors, premiati dalla critica, spostandosi tra 11 laboratori dove ha smontato, assemblato e creato. Un’esperienza di archeologia industriale lunga 2 from the cycle of works Suburban Doors, realized with metal carcasses and rust from abandoned containers - even using objects with signs of post-modern hieroglyphics; these are his identifying initials. A hand bag covered with traces of what seems like shadows and

furrows that leave marks on fabrics and natural hand-worked leather. Panozzo is interested in the mute material that gives out energy; a designer of form who is fascinated with architecture, scenography, graphics, fashion and literature. He becomes a untiring explorer. LONG T-SHIRT “SOUL AROUND THE WORLD” DETTAGLIO / DETAIL

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anni con 7 fasi di lavoro, 8 passaggi cromatici definitivi, 46 persone impegnate, 223 secondi di videoclip, 12.480 scatti fotografici e 3.000.000 di chilometri percorsi dal container prima della metamorfosi. Un percorso cominciato nel 2005, chiamato “Arte in movimento”, che non si arresta, in progressione inaspettata, sorpresa, inquieta e feconda, leitmotiv della nuova produzione dell’artista.



personaggi personalities

Franz Pagot alle isole Fiji durante le riprese del thriller ‘Warning’ girato in 3-D e di prossima uscita. FRANZ PAGOT AT THE FIJI ISlaNDS shooting the upcoming 3d thriller “warning”.

“Nasce a Conegliano nel luglio del 1963 da padre veneto e madre napoletana in una casa piena di libri. Da sempre mostra un talento naturale per la pittura e la scrittura, ma la sua vera passione è il cinema, a tal punto che le ragazze non vogliono più uscire con lui perchè si rendono conto che vuo-

le veramente vedere il film”. Così inizia la biografia di Franz Pagot, talentuoso direttore della fotografia, sceneggiatore e scrittore che, da 25 anni, vive a Londra girando spot e film, collaborando con grosse produzioni internazionali e con attori del calibro di Peter O’Toole, Jude Law, Ray Winstone, Steven Berkoff.

“Dipingendo con la luce”, Pagot, ottiene riconoscimenti al New York Film Festival, al Macau Gold Film Festival e il primo premio al nostro Giffoni, facendo recitare il figlio Enrico ne “Il corridoio”. Contestualmente, in ambito musicale, realizza videoclip per Boccelli, Alex Britti, Laura Pausini e i Subsonica.

INTERVISTA A

FRANZ PAGOT

Alla macchina da presa durante le riprese di un videoclip per Alex Britti AT HIS CAMERA SHOOTING AN ALEX BRITTI’S VIDEO CLIP

di / by Barbara Carrer

An interview with Franz Pagot

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“He was born in Conegliano in July 1963, from Venetian father and Neapolitan mother, in a house full of books. Since the very first years he shows a natural talent for painting and writing, but his real passion are movies and it is so strong that the girls don’t want to date him anymore after understanding that he really mean to watch the movie”. This is how begins the biography of Franz Pagot, talented director of photography, scriptwriter and writer. Since 25 years he lives in London, where he directs commercials and movies, collaborating with important international productions and actors such Peter O’Tool, Jude Law, Ray Winstone and Steven Berkoff, just to name a few. With “Dipingendo con la luce” (Painting with the light), Pagot won awards at the New York Film Festival, at the Macau

Gold Film Festival and the first award at the Giffoni Film Festival, where he participated with his “Il corridoio” (The hallway), starring his son Enrico. About the music, he directs video-clips for Bocelli, Alex Britti, Laura Pausini and the Subsonica. After the success of his novel Greenhorn (drawn from a multi-awarded screenplay which is today on the desk of a very famous Hollywood’s actor), this “artisan of the movie industry” just completed his last novel Failed Angels and obtained an award from Shots, which is a prestigious publicity prize. His ironic and gratifying biography suggests a strong and constant love for movies, a passion that pushed him to do thousands of different jobs (publicist for successful campaign such Yomo and Aperol, bodyguard, waiter and

aerobic teacher) and to become video operator in war-zones, facing death at least two times. He had to go through all this, before to become director of photography, achieving to enter the Bafta (British Academy of Film and Television Art) which is comparable to the American Oscar. Is the moral of the story that determination is always rewarded? The moral of the story is that passion always drove me and I’m not talking about something I can handle. The love for movies brought me almost everywhere, even to places it would be better not to visit. This passion pushed me to change thousands of jobs, a thing that, as my father was use to say, teaches somebody to respect anybody


Reduce dal successo del romanzo Greenhorn (tratto da una sceneggiatura pluripremiata e attualmente sulla scrivania di un famoso attore di Hollywood) questo “artigiano del cinema”, ha appena ultimato il suo ultimo libro Failed Angels (Angeli mancati) ed ha ottenuto un riconoscimento nell’ambito di Shots, prestigioso premio pubblicitario. Dalla sua ironica e lusinghiera biografia, si evince un forte e costante amore per il cinema che lo porta a svolgere mille lavori diversi (dal pubblicitario in campagne di successo come Yomo e Aperol, al bodyguard, dal cameriere all’insegnante di aerobica) fino a divenire operatore di ripresa in zone di guerra e vedere la morte in faccia almeno due volte. Tutto questo per approdare all’agognato ruolo di direttore della fotografia, entrando a far parte anche del “Bafta, British Academy of film and television arts”, equivalente degli Oscar in USA. La morale della sua storia è che la determinazione viene premiata? La morale è che la passione mi ha sempre guidato e non si tratta di una forza che riesco a controllare. L’amore per il grande schermo mi ha trascinato un po’ ovunque, anche in posti dove sarebbe meglio non andare, e mi ha fatto cambiare mille lavori cosa che, come diceva mio padre, favorisce il rispetto di tutte le persone e la conoscenza di soluzioni a problemi diversi, utili anche nel mestiere che un giorno sceglieremo. and to figurate out different solutions for different problems, which is helpful for the job that we will decide to make our own. The magic of cinema is the ability to narrate through the images, drawing with the light and creating emotions with the sound. The research of tales to be told has created to me many problems in the past, but the desire for strong emotions and the wish to personally live some events suitable to help me to understand who I really am, have always been for me stronger than prudence. Why do you like to define yourself as a “movie’s craftsman”? The craftsman is able to create one of a kind pieces, different from each other. Even when he produces a lot of things,

La magia del cinema sta nel raccontare tramite immagini, disegnando con la luce e creando emozioni con il suono. La ricerca di storie da raccontare mi ha creato, in passato, non pochi problemi, ma il desiderio di forti emozioni e la voglia di vivere in prima persona certi eventi che ci aiutano a capire chi siamo veramente è sempre stata, in me, più forte della prudenza. Perché ama definirsi “artigiano del cinema”? Quest’ultimo ha l’abilità di dar vita a pezzi unici e diversi l’uno dall’altro. Anche quando produce in notevoli quantità, egli opera con amore, precisione e un pizzico di arte. Ho conosciuto saldatori che trattavano ogni elemento di saldatura come fosse il punto catenella di un arazzo di pregio. In inglese la parola artigiano si traduce “craftsman”, dove “craft” è l’esecuzione amorevole e attenta di qualcosa, compresa l’attività di scrittura. Non ho mai amato i parolai e coloro che si definiscono autori solo perchè hanno pubblicato o realizzato un paio di opere, mentre rispetto chi, in silenzio, con classe e l’umiltà tipica dei grandi, fa cinema, sporcandosi le mani, e rifuggendo lustrini e luci della ribalta. Mi sento artigiano, infine, perché come lui non ho problemi a condividere con altri l’esperienza acquisita e non temo di prendere qualcuno con me “a bottega”, provando gran piacere nello svelare ai principianti trucchi e segreti che altri hanno generosamente rivelato a me. he acts with love, precision and a bit of art. I met welders who were working on each weld joint alike on a rich tapestry. The word craftsman starts with craft, a loving execution, an activity involving skill in making things by hand, and this definition is true also for writing. I’ve never been a fan of the longwinded speakers and of who defines himself as an author only for having published or written a couple of works. Instead, I respect who silently, with class and the humility that only the great ones have, produces movies, getting dirty and avoiding footlights. I feel I’m a craftsman, moreover, because as an artisan I have no problems to share my experience with others and I’m not scared to let somebody to join me. In fact, I really like to teach the rookies

Accanto all’elicottero usato per le riprese aeree di un film multipremiato della nota artista Catherine Yass ASIDE THE HELICOPTER USED FOR THE AERIAL TAKINGS OF AN AWARDS WINNING MOVIE BY THE ARTIST CATHERINE YASS

I non addetti ai lavori forse non sanno esattamente quali siano le mansioni di un direttore della fotografia… E’ un lavoro di precisione perché sono responsabile delle luci, dell’inquadratura, del movimento macchina e lavoro a stretto contatto con i registi Che differenze ha riscontrato tra lo scrivere una sceneggiatura e un romanzo? Quali le difficoltà maggiori? La sceneggiatura vive solo ed esclusivamente in funzione della trasposizione sullo schermo, piccolo o grande che sia. E’ la descrizione di ciò che accade visivamente e riporta solo quello che sentiremo e vedremo, senza contemplare i pensieri intimi di un personaggio a meno che non sia la voce fuori campo a renderceli noti. Guardando un film, di norma, non sappiamo cosa pensa il protagonista se non attraverso quello che dice, le azioni che compie o un’espressione del volto che lo lasci trasparire. the same secrets and tricks that others have generously taught to me. People who are not familiar with the movie industry probably don’t know what a director of photography does… It is a precision work because I am responsible for lights, framing, movie camera and I work together with the directors. What are the differences between writing a script and a novel? What are the major difficulties? The script exists exclusively in function of the screen, either small or silver. It is the description of what happens and it talks only about what we are going to see and listen. There is no any referring to inner thoughts of a character unless is the voice-over to let us know about it. Watching a movie, usually, we don’t

L’imperturbabilita’ di Clint Eastwood, ad esempio, ci trasmette la freddezza del suo personaggio e il ‘non sorriso’ ne evidenzia l’essere spietato. La difficoltà maggiore nello scrivere sceneggiature consiste nell’evitare di narrare sentimenti se non attraverso l’azione che si sviluppa sullo schermo. Se non si hanno, pertanto, attori talentuosi come Meryl Streep, che con uno sguardo ha già “raccontato” il suo personaggio agli spettatori, la sceneggiatura continuerà a cambiare finchè l’interprete non riuscirà a trasmettere ciò che l’autore vuole comunicare oltre a divenire più sintetica. Il romanzo è più libero, non ha restrizioni di budget, di tempo e può avventurarsi nella descrizione di pensieri e stati d’animo. A volte l’autore stesso può commentare ciò che succede. Non necessariamente uno scrittore è in grado di produrre una sceneggiatura e viceversa. Per quanto mi riguarda sto ancora imparando a nuotare, ma un know what the protagonist thinks, if not thorough what he says, the actions he made or an expression of the face. The Clint Eastwood’s aplomb, for instance, tells us about the detachment of his characters and his “non smiling” underlines the fact that he can be cruel. The most difficult part in writing scripts is avoiding to tell about feelings if not through the action on the screen. Therefore, if the actors are not as talented as Meryl Streep, who with a glance is able to tell the viewers about her character, the script needs to change until the interpreter will be able to transmit what the author wants to communicate. A novel is much more easy, it has no restrictions neither of budget nor of time and it ‘s able to describe thoughts and feelings. Sometimes it is the author 61


Con Peter O’Toole guardando il girato. Il grande attore commentÒ che le riprese sembravano un quadro di Caravaggio. WITH PETER O’TOOLE CHECKING THE SHOOTINGS. THE GREAT ACTOR SAID THAT THEY LOOKED LIKE A “CARAVAGGIO’S PAINTING.

Con la modella Suzanna Rodriguez sul set WITH THE MODEL, SUZANNA RODRIGUEZ ON THE SET.

giorno diventerò bagnino... Quando ha capito che il suo amore per il cinema poteva divenire una professione? Chi mi sta vicino continua ad avere difficoltà a credere che io svolga una vera professione; mi chiedono sempre quando finirò di giocare e troverò un lavoro serio anche se il termine “ professione” ha, da tempo, perso il suo valore originale, dal momento che molti si definiscono professionisti, non essendolo fino in fondo. Ho capito che la passione che mi guidava era diventata un mestiere quando ho cominciato ad essere retribuito per quello che mi piaceva e mi dava soddisfazione. Continuo, tuttavia, a trovare strano il fatto di essere remunerato per qualcosa per cui sarei disposto a pagare. Questo però non lo dica alla mia agente! Perché scrive libri direttamente in himself who can comment what’s happening. A novelist is not necessarily able to write a script and vice versa. About myself, I’m still learning to swim, but one day I will be a lifeguard… When did you understand that your passion for the movie industry could have become a profession? The people I have around don’t believe that mine is a real job. They always ask me when I‘m going to stop playing to find a real profession, even if the word “profession” has since long time lost its real meaning, considering that many people define themselves as professionals while they not really are so. I understood that the same passion guiding me became a job when I started to get paid for doing what I like to do.

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lingua inglese? Come ha superato le barriere linguistiche? Scrivo in inglese perchè il mio giapponese è pessimo…. Scherzo. L’italiano è bellissimo, ma avendo fatto studi classici mi sento un po’ in soggezione ad usare la lingua dei grandi autori che ho studiato e amato. In inglese, al contrario, sono più incosciente e spudorato. Non so ancora se ho superato le barriere linguistiche: l’inglese è un idioma affascinante, vivissimo e “malleabile”, ma la sua facilità è solo apparente. Districarsi tra i molteplici significati che un termine può avere, crea risultati esilaranti e spesso imbarazzanti. Cosa mi dice sul suo ultimo libro? E’una raccolta di sette racconti che avrebbero dovuto divenire dei film e, per questo, li paragono a dei Cupidi che non sono riusciti a colpire il bersaglio. Da qui il titolo “Failed Angels”. However, I keep finding strange the fact that I’m getting paid to do something I would pay for. But do not tell that my agent. Would you like to tell us something about your last book? It is a collection of seven short stories that should have become movies and, in this sense, I compare them to some Cupids who did not hit the target. That’s the reason for the title: “Failed Angels”. Some curious anecdote about your profession? The following story, that makes my sons to laugh sadistically, has happened in Angola, during the war of the 90’s. While going to a place to shoot with our

Qualche aneddoto curioso sulla sua professione? Questa storia, che fa sempre sbellicare sadicamente i miei figli, è accaduta in Angola, durante la guerra degli anni ‘90. Mentre ci recavamo in una una location per effettuare delle riprese, alcuni uomini cominciarono a spararci addosso e il nostro gruppetto si sparpagliò dove potè. Io saltai un muro, correndo a perdifiato in mezzo a un campo, verso dei cespugli, convinto di essere più al sicuro lì che tra le case. Un reporter francese, dal suo nascondiglio, cominciò a gridare nella mia direzione parole che io, parlando discretamente la sua lingua, interpretai come “il est terminee!” e quindi “è tutto finito”. Vedendo che però continuavano a spararci addosso, mi convinsi che il collega avesse un’antipatia nei miei confronti e volesse farmi uscire allo scoperto per fare da diversivo. Cominciai, quindi, film camera, some men started to shoot us and our group dispersed everywhere. I jumped over a wall, running breathlessly through a field in the direction of some bushes. I was sure that I could be safer over there than in between the houses. A French reporter, from his hiding place, started to shout to me some words that, since I’m pretty fluent in French, I understood as “il est terminée” that is: “it’s over” . But, since they were keeping to shoot us, I thought that the colleague didn’t really like me and wanted me to get exposed, in order to create a diversion. So, I started running even faster for my life, while the French guy, already blowzy, was shouting to me to stop. Then I suddenly understood that he was

a correre per il campo ad una velocità ancora maggiore, mentre il francese, ormai paonazzo, urlava a squarciagola di fermarmi. Allora capii, finalmente, quello che in realtà stava urlando: “il est un terrain minee!” (terreno minato) e, guardandomi attorno, mi accorsi che c’erano mine antiuomo ovunque. Se per arrivare in quel luogo avevo impiegato una manciata di secondi, per tornare alle nostre jeep ci misi quattro ore, sudando le proverbiali “sette camice”. Qual è il personaggio con cui ha lavorato che ricorda con maggiore affetto? Ho collaborato con tantissime persone meravigliose e di grande carisma impiegate, soprattutto, in lavori di maestranza poco conosciuti al grande pubblico. Tra gli svariati personaggi famosi citerei senza dubbio Peter O’Toole, un talento e uno stile incredibile, uniti screaming “il est un terrain minée!” (it’s a minefield!) and, looking around me, I realized that landmines were everywhere. It took a few seconds to get to that place, but more than four hours to go back to our Jeeps, sweating one’s guts out. Who was the person you have worked with that you remember more vividly? I collaborated with many incredible and charismatic people, most of them doing a job the public doesn’t even know. About the celebrities, I would like to remember Peter O’Toole, who’s talent and stile are unique, together with his personality. Next projects? I just started directing a 3-D movie set


Maurizio Savini "Potenza della delusione"

Maurizio Savini “Lupa”, 2010

Complesso del Vittoriano

5-15 settembre Organizzazione: comunicare organizzando in collaborazione con galleria Mucciaccia Piazza d’Ara Coeli, 16 00186 Roma Tel. 0669923801 - Fax 0669200634 segreteria@galleriamucciaccia.it Piazza Pittori Fratelli Ghedina, 18 32043 Cortina d’Ampezzo (BL) Tel. 0436-5546 - Fax 0436-876708


ad una grande umanità. Prossimi progetti lavorativi? Ho appena finito di girare un film in 3-D, ambientato tra le Fiji e l”India e sono in partenza per il Marocco per una pellicola che racconta le ultime ore di Gheddafi, viste attraverso gli occhi delle sue guardie del corpo, le famose Amazzoni. Sarà un lavoro di cui si parlerà, un misto tra Hurt Locker e Black Hawk Down. Immagino che molti giovani le chiederanno quale sia l’iter da seguire per intraprendere la carriera di sceneggiatore o direttore della fotografia. Può dare loro qualche consiglio? A scrivermi sono davvero in molti anche se, purtroppo, devo dire che raramente appaiono spinti da vera passione. La maggior parte vorrebbe sapere quali siano le scorciatoie per arrivare al successo e la mia risposta

between the Fiji and India and I’m going to Morocco for a movie about the last moments of Gheddafi, seen through the eyes of his bodyguards, the very wellknown Amazons. People will talk about this movie, which his between Hurt Locker and Black Hawk Down. I guess many young people are asking you which is the procedure to become script director or director of photography. Would you like to give them some tips? Many people write to me even if, unfortunately, they rarely sound inspired by a true passion. Many of them would like to know which shortcuts they could get to have success. My answer is always the same: none. 64

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è sempre la stessa: non ce ne sono. Si tratta di professioni che richiedono grande dedizione e sacrificio, non basta aver frequentato una scuola di cinema o avere una laurea. Dal punto di vista pratico, il primo consiglio è imparare l’inglese, dato che la grande produzione cinematografica ruota intorno a paesi anglofoni, compresa l’India. La seconda cosa di grande importanza è il non andare a bussare alle porte del cinema vestiti super trendy, dato che una regola non scritta, ma fondamentale del nostro mestiere è che chi sta dietro le quinte non deve attirare mai l’attenzione su di sé; l’unico vezzo consentito è una sciarpetta. Chi crea immagini o scrive non lo fa per stare alla ribalta, ma per la passione che lo guida, deve possedere arte e stile, ma uno stile discreto. L’aver vissuto in zone di guerra come l’Angola ha influito sulla sua scelta di

We are talking about professionals who went through great efforts and sacrifices; going to a school of cinema or having a diploma is not enough. My first suggestion is to learn English, since the worldwide movie-industry speaks English, India included. My second advise is not to go to a job interview dressed in a very trendy way, because a non-written, but basic rule of the movie industry, says that whoever is on the backstage cannot draw the attention. The only habit allowed is a neckerchief. The one who creates images or writes stories is not doing that to be on the front of stage, but thanks to the passion that drives him/her. He/she has to have style, but a demure one.

affrontare, nel romanzo Greenhorn, temi come violenza, corruzione, tratta di esseri umani? Esperienze come queste segnano chiunque abbia una certa sensibilità anche se non credo sia necessario aver toccato con mano gli orrori della guerra per capire o narrare la violenza. Non farebbe male, tuttavia, a chi scrive cose superficiali o spudoratamente razziste, un bel giro sul campo di battaglia per vivere in prima persona quanto male un essere umano possa infliggere ai suoi simili senza provare alcuna emozione. Scrivere è la mia terapia, costa meno di uno psicologo e mi dà grandi soddisfazioni. La vita, per lei, è sempre migliore di un bel film? Penso di si, anche se la mia avrebbe bisogno di un montaggio più lento,

Did the fact that you lived in war-zones such Angola influenced your choice to face, with your novel Greenhorn, problems such violence, corruption, slave traffic? Such experiences leave a mark on anybody with a certain sensibility. But I do not believe that it is necessary to see the horrors of the war with one’s own eyes to understand or tell about violence. It wouldn’t be worthless, by the way, for the ones writing superficial and unashamedly racists things, to see a real battlefield. This would show them how bad a human being can be for his likes, feeling no emotions. Writing is my therapy: it costs less than a psychologist and it is for me of great satisfaction.

magari con qualche dissolvenza ogni tanto… La mia voce narrante sono i tanti amici che mi guidano e mi consigliano, oltre, naturalmente, alla mia famiglia. Quando arriveranno i titoli di coda, spero che chi mi ha conosciuto ravvisi, nel mio agire, arte, stile e, ogni tanto, del sano umorismo.

A SINISTRA: Con la sua agente, sarida Bossoni, alla premiazione degli Shots Awards LEFT: WITH HIS AGENT, SARIDA BOSSONI AT THE SHOTS AWARDS SOTTO: tra Peter O’Toole a sinistra e Steven Berkoff AI PINEWOOD STUDIOS BELOW: BETWEEN PETER O’TOOLE (LEFT) AND STEVEN BERKOFF AT THE PINEWOOD STUDIOS

Do you think real life is always better than a good movie? I think so, even if my own life would need a slower editing, maybe with some fade hither and thither. The friends of mine and my family, of course, represent the narrating voice. I hope that, when the credits will show up, the ones who have knew me could understand that I acted with art, style and, sometimes, a bit of healthy humor.


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PARTE

ARTCOM PROJECT

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competenze del gallerista e della televisione, su internet di | by Tobia Donà Willy Montini è cresciuto a pane e arte. Le immagini, impresse nella sua mente da bambino, oggi sono la storia dell’arte. “Ricordo Schifano in bicicletta dentro casa, Guttuso silenzioso, dipingere nel suo studio.” Aneddoti curiosi e saporiti quelli che Willy racconta. Il padre, per lavoro, viaggiava per il mondo visitando musei e studi di artisti

e amava condividere tutto questo con suo figlio. “E’ stato per me naturale, trasformare la passione verso l’arte, verso le cose belle, in una professione, probabilmente si tratta di qualcosa che abbiamo dentro, nella nostra famiglia, già mio nonno fu un battitore d’aste”. Willy è stato tra i primi in Italia a vendere arte in televisione, con competenza e

passione. Le sue trasmissioni, per molte persone sono il ponte che ha permesso loro di appassionarsi ad un mondo prima sconosciuto. Ha sempre lavorato con la convinzione che l’arte aiuti a vivere meglio, un investimento, che prima di tutto arricchisce lo spirito. “Certo l’aspetto commerciale è importane, poiché l’opera d’arte è da sempre conside-

willy montini con alcuni ospiti

An Interview with Willy Montini

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Willy Montini was raised on bread and art. The images recorded in his mind as a child is now art history. Willy recalls, "I remember Schifano on his bicycle inside the house and Guttuso silently painting in his studio". Willu is amongst the first in Italy to sell art on TV, and with competence and passion. His show, for many is a bridge that allowed them to become im-

passioned towards an otherwise unknown world. However life evolves and changes rapidly and today Willy has created Artcom Project, transferring his skills as a gallerist and TV host to the internet. "If you, whoever you may be, are interested in art but for whatever reason find it inaccessible, we will bring it to you wherever you are on your smartphone, tablet or

computer". Artcomproject.com is an open concept that has triggered a whirlwind of proposals and requests for collaboration. On Artproject you can purchase works of art or visit artists studios or art cities. Willy Montini embarks on this new adventure with a child's curiosity because art, vital for the body and mind, is perhaps the only real fountain of youth.


willy montini con arturo carmassi

rata un investimento ed un bene rifugio, lo era un tempo per i papi e i mecenati che facevano a gara per accaparrarsi il lavoro degli artisti migliori, lo è oggi per le banche e le fondazioni private, che investo in arte per aumentare il capitale”. Ma il mondo evolve rapidamente e per questo motivo, oggi Willy, ha dato vita ad Artcom Project, trasferendo le competenze del gallerista e della tele-

visione, su internet. “Se tu, chiunque tu sia, hai un interesse per l’arte ma per vari motivi non puoi raggiungerla, noi la portiamo a te in qualsiasi luogo, nel tuo smartphone, nel tuo tablet, nel tuo computer”. Un progetto aperto, che ha innescato un volano di proposte e collaborazioni. Su Artcomproject.com si acquistano opere d’arte, ma si visitano anche gli studi degli artisti, come

quello di Arturo Carmassi, o città d’arte come Albisola, dove Lucio Fontana, ha realizzato le sue opere in ceramica. Una nuova avventura per Willy Montini che sta affrontando con la curiosità di un bambino, poiché l’arte, linfa vitale per il corpo e per la mente, è forse l’unico vero siero dell’eterna giovinezza.

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in agenda

IN MOSTRA A SIRMIONE

ENZO FIORE 68

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A SINISTRA: 0362-EF Appropriazione - Infanta Margherita, 2013 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici, insetti...) su tela cm 180 x 140

0363-EF Archivio - Grace Kelly, 2013 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici...) su tela cm 160 x 120 0363-EF Archivio - Grace Kelly, 2013 mixed media (RESIN, soil, leaves, roots, INSECTS) on canvas CM 160 x 120

LEFT: 0362-EF Appropriazione - Infanta Margherita, 2013 mixed media (RESIN, soil, leaves, roots, INSECTS) on canvas cm 180 x 140

di | by Paolo Fontanesi

“Divine e altri miti”, è il titolo della mostra di Enzo Fiore in corso al Palazzo Callas di Sirmione, fino al primo settembre, che presenta una panoramica sui recenti ritratti dell’artista, dedicati alle icone e ai miti del nostro tempo, con una lista che parte proprio dall’universo femminile: Maria Callas, Marylin, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Greta Garbo; per arrivare ai personaggi dell’arte, della musica e del cinema come, Giacometti, Picasso, Jim Morrison, Bob Marley e James Dean. La mostra, curata da Anna Vergine e Gabriele Fallini, vede la partecipazione della Galleria d’Arte Contini, che da alcuni anni promuove la pittura dell’artista milanese. «L’ultima produzione artistica si contraddistingue per un forte e irruente colore di sfondosi legge nel comunicato stampa alla

mostra- che alleggerisce visibilmente l’atmosfera delle tele, esorcizzando il tema della morte e della decomposizione. Il rapporto tra Eros e Thanatoscontinua-trova nella ricerca messa in atto da Fiore un dialogo costante, nel quale: inizio e fine, genesi e apocalisse, creazione e annichilimento, interagiscono in un continuo ed intenso scambio. La materia inanimata prende nuova forma e diventa espressione di carne, corpo e vita». Il ritratto rimane ovviamente per Fiore una costante vitale della sua produzione, che diventa arte al servizio della psicologia, quasi fosse un’indagine che il pittore fa alla ricerca di una valenza estetica interiore non ancora ben identificata. Per questo Fiore va oltre le apparenze descrittive delle linearità umana, e animale specie nelle

sculture, inabissandosi in un sottofondo psicologico del tutto personale e codificabile attraverso l’utilizzo di materiali organici combinato di foglie, piccole radici, bave di muschio, resine e pietre. Soltanto così prendono forma sulle tele di grandi dimensioni, visi noti ai collezionisti, quali: Andy Warhol, Picasso, Bacon. «Enzo Fiore è un artista che ha posto la sua esistenza sotto il segno di una manualità vorticosa e costante-ha scritto Achille Bonito Oliva-al servizio di una pittura che non ha mai rinunciato ad avere un suo peso specifico». Quel peso specifico che è poi il prodotto di spessori materici dove le pennellate assumono sempre più frequentemente un ruolo marginale, per lasciare spazio ad una virtual-painting, fatta di colori cupi e di materie resistenti allo scorrere del

Enzo Fiore an exhibition in Sirmione

“The Divine and Other Legends” is the title of the Enzo Fiore exhibition being held at Palazzo Callas in Sirmione through the first week of September. The exhibition offers a panoramic view of recent portraits by the artist dedicated to icons and legends of this era starting with the feminine universe - Maria Callas, Marilyn, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Greta Garbo -that lead us to famous figures from the world of art, music and film - Giacometti, Picasso, Jim Morrison, Bob Marley and James Dean. The exhibition, curated by Anne Vergine and Gabriele Fallini, with the participation of the Contini Gallery that for several years has promoted the work of this Milanese artist. The press release states, “…the latest artistic production distinguishable for its strong and vibrant background colors that visibly lighten the mood of the canvases

by exorcising the theme of death and decomposition. The relationship between Eros and Thanatos finds a constant dialogue in Fiore’s studies where beginning and end, genesis and apocalypse, creation and destruction all interact in a continuous exchange. Inanimate material takes a new form and becomes an expression of flesh, body and life”. Obviously, a portrait according to Fiore is vital in his work, becoming a psychological form of art, almost as if it were an investigation in the search for an interior aesthetic virtue, yet to be identified. With this in mind Fiore goes beyond descriptive appearances of mankind and in the species of his animal sculptures, by resorting to a personal psychological and codified background through the use of organic material combined with leaves, small roots, moss, resin and stones. In

0198-EF ARCHIVIO MARILYN, 2010 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici...) su tela cm 210 x 165 0198-EF ARCHIVIO MARILYN, 2010 mixed media (RESIN, soil, leaves, roots, INSECTS) on canvas cm 210 x 165

0364-EF Genesi - M.Callas, 2013 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici, insetti...) su tela cm 140 x 110 0364-EF Genesi - M.Callas, 2013 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici, insetti...) su tela, CM 140 X 110

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0367-EF Apocalisse - J.F.Kennedy, 2013 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici, insetti...) su tela cm 190 x 145 0367-EF Apocalisse - J.F.Kennedy, 2013 mixed media (RESIN, soil, leaves, roots, INSECTS) on canvas CM 190 X 145

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tempo, proprio perché di derivazione vegetale e animale. . «Ogni insetto-spiega Enzo Fiore-sostituisce una cellula, le radici, le foglie è quanto più si avvicina alla natura organica del nostro corpo, e la tendenza a decomporsi». Così si costruisce un mondo immaginario ma consistente in cui le figure acquistano una propria tridimensionalità fatta da rilievi che minuziosamente riescono a raccontare allo spettatore i segni del volto con una cura quasi maniacale, che mette in risalto la normalità dei

grandi uomini ritratti. Evidente nei capelli afro di Jean Michel Basquiat come negli occhi vitali di Dalì, un insieme di composti di mosche, vermi, cavallette e resina. «Voglio bloccare l’animale e la sua natura libera-ci ha insegnato poi il pittore-una sorta di sadismo verso gli esseri viventi che ho ripreso da Damien Hirst, uno degli artisti che ammiro di più, ma la mia è una finta crudeltà, come finti sono gli animali».

this way his large canvases take shape with and familiar faces well-known to collectors - Andy Warhol, Picasso and Bacon. “Enzo Fiore is an artist that has placed his existence under the sign of a manual and constant turbine”, Achille Bonito Oliva writes. The specific weight, a product of the materic depth, where brushstrokes assume a marginal role, leaving space to a virtual painting, made of dark colors and material that for its very organic and animal nature will resist the passing of time. “Every insect”, Fiore explains “substitutes a cell, the roots and leaves and other matter is similar to the same organic nature of our bodies and to how it

decomposes”. In this way he constructs an imaginary world, yet consistent; the figures acquire a certain tridimensionality made of meticulous reliefs capable of narrating facial markings to the viewer with such obsessive attention that great men are portrayed as normal people. This is evident in the Afro hairstyle of Jean Michel Basquiat or in the eyes of Dali - full of life in an ensemble of flies, worms, grasshoppers and resin. “I want to block the animal and his free spirit”, Fiore explains, “a sort of sadism towards the living that I have taken from Damien Hirst, one of the artists that I admire most; but mine is a fake cruelty, as fake as the animals”.

estate • summer 2013

0361-EF Genesi - J Lennon, 2013 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici, insetti...) su tela cm 140 x 110 0361-EF Genesi - J Lennon, 2013 mixed media (RESIN, soil, leaves, roots, INSECTS) on canvas cm 140 x 110

0365-Ef Genesi - A Hitler, 2013 tecnica mista (resina, terra, foglie, radici, insetti...) su tela cm 180 x 140 0365-Ef Genesi - A Hitler, 2013 tecnica mixed media (RESIN, soil, leaves, roots, INSECTS) on canvas CM 180 X 140


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in agenda

ELENCO MOSTRE COLLETTIVE 2013

15 dicembre - 27 gennaio 2013 Vibo Valentia Palazzo Comunale Gagliardi Collettiva Premio internazionale ”Limen Arte” a cura di G.Di Genova

15 giugno 2013 - 14 luglio 2013 Pietrasanta (LU) “Homo Faber”

Lungo il Tevere a Roma di | by Stefania Prandi Testo critico / Textus receptus di / by Giammarco Puntelli Foto di | Pictures by E.Ruiz

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estate • summer 2013

a cura d M.S.Sconci - Storico dell’arte, direttore Museo Storico Palazzo Venezia presso lo SpazioSculptureArt di M. Serra

promossa dal Comune di Pietrasanta in collaborazione con la Fondazione Centro Arti Visive e l’associazione Artigianart

9 - 23 ottobre Milano “Collettiva dei Masters” Museo delle Scienze e delle Arti - 8 scultori a confronto

É

una scultura che incanta, turba, appassiona, quella di Alba Gonzales. Tra le sue mani la pietra, il marmo, il bronzo diventano creature distorte, sgomente, contorte ma anche vitali e sensuali, mai ferme. A influenzare la Gonzales la danza classica: a 20 anni l’artista si è diplomata, con il massimo dei voti, al teatro dell’Opera di Roma. Del corpo, che osserva, studia e ricrea, la Gonzales - che vive tra Roma e Pie-

trasanta - coglie soprattutto la valenza simbolica, la struttura ritmica, portando nelle sue opere originalità e freschezza, in una cristallina lezione d’arte e di vita. Il suo lavoro di ricerca perenne è esempio di grande impegno, sacrificio e coerenza verso una concezione dell’arte volta a restituire il modello secondo le naturali armonie. Interprete pura e indeformabile di un proprio intimo ha una personalità forte, in bilico tra luce

e ombra, che emerge nelle sue sculture più note. Tra le più celebri: “Uni c Tinia”, “I protagonisti”, le “Chimere “, le “Centaure” fra cui “Chira, Centaura di Enea“ e la maestosa “Centaura di Ares”. La Gonzales provoca senza volerlo, con il delicato ardore di chi interpreta la realtà restituendola trasfigurata. In “News la morte è servita”, propone un’ultima cena dal sapore macabro, con i dodici apostoli, incantati da ciò

Along the Tevere in Rome

Alba Gonzales’ work fascinates, unsettles and impassions. Under her skilled hands, stone, marble and bronze become distorted into appalling creatures, contorted yet vital and sensual, but never still. Gonzales was influenced by classic ballet. From the human body, which she studies and researches, she

above all capture its symbolic value and the rhythmic structure. She is the pure crush-proof interpreter of her own intimacy; she has a strong personality that lies between the light and shadow that emerges from her most notable sculptures. Amongst which are: “Unic Tinia”, “I protagonisti”, the “Chimere “, the

SOTTO / BELOW Lei vede, non vede o altrove guarda (la Giustizia), Lungo il Tevere...Roma

ALBA GONZALES

11 luglio – 4 settembre Matera “Strong Woman”


8 marzo – 3 aprile Forte dei marmi Personale Museo Guidi Marzo – ottobre Paris (France) www.sifrein.com/artists/alba-gonzales 15 giugno – 1 settembre Roma Lungo il Tevere... Roma

ELENCO MOSTRE PERSONALI 2013

1 luglio - 4 settembre Pietrasanta (LU) Atelier Pianeta Azzurro Versilia

16 settembre – 17 ottobre Spoleto Palazzo Leti Sansi

a cura di Italian Art Collection di M.Mucciolo

Evento “Psychomito” nell’ambito del Spoleto International Art Fair a cura del direttore artistico Prof. G.Puntelli

1 Settembre – 1 ottobre Gubbio “Gubbio Festival Art” Biennale Centro storico a cura di G.Madioni

Con il Patrocinio di Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico e della Regione Lazio

La Centaura di Ares Lungo il Tevere...Roma

L’amore mette le ali Lungo il Tevere...Roma

che la televisione offre ed impone, e con Gesù che impersona la morte e non la vita. L’opera della scultrice è in perenne equilibrio tra ironia, amore e tragedia. Nei suoi lavori – si pensi a “Omaggio ad Antinoo” e “La grande sorella” emerge una capacità surrealistica unica e magnifica, in grado di rendere bello il peggio dell’uomo e della donna, cancellando con la fantasia ogni forma

di pesantezza. E’ quello che riesce a fare anche nelle sue ultime opere “Sensualità/Potere” e “La Mela Violata” che si contrappongono, e al tempo stesso si completano, nel rappresentare la condizione odierna della donna. La sua mano misericordiosa eleva questi esseri femminili al di sopra dei luoghi degradati in cui precipitano, facendoli approdare nei lievi porti dell’arte.

“Centaure” “Chira, Centaura di Enea“ and the majestic, “Centaura di Ares”. Gonzales provokes without meaning to for example in “News la more is servita” In her works - one thinks of “Omaggio ad Antinoo” and Grande Sorella - a

unique and magnificent surrealism emerges capable of rendering the worse of man and woman into something beautiful; with fantasy she cancels out every form of heaviness.

Sensualità-Potere Atelier Pianeta Azzurro Versilia Pietrasanta (Lu)

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Alba Gonzales vista da Giammarco Puntelli Critico d’arte e direttore artistico Spoleto International Art Fair 2013

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Alba Gonzales seen by Giammarco Puntelli Art Critic and Artistic Director of the Spoleto International Art Fair 2013

Chi pensa di avvicinarsi alle sue sculture per scoprire una versione di miti e leggende cade in errore. Dietro la velocità e la forza di quei volti c’è la voglia di servirsi di una rilettura artistica del tutto personale e originale del mito per mutarlo, trascinarlo in un vortice in nome dell’evoluzione. Esatto, trascinarlo in un viaggio nel quale, un simbolo dopo l’altro, si possano leggere passione, malinconia, speranza, incertezza, frustrazione, forza e debolezza dell’uomo contemporaneo. Con quello sguardo sincero, onesto e allo stesso tempo magico e incantato che solo un’artista può avere nelle sue visioni. Alba Gonzales fa vedere la parte luminosa e ironica per scoprire quella misteriosa e oscura, in un continuo altalenare di una scultura che è viva, dove il movimento è evidente dalla gestione della forma artistica. Ecco che gli dei rivivono ma solo per

celebrare nevrosi e vanità, grandezza e incanto dell’uomo contemporaneo. Un mito che studia il profilo psicologico degli uomini attraverso metafore che diventano arte, simboli antichi, alcuni evidenti altri nascosti, naturale approdo di una creatività che mette insieme sole e luna, celebrazione e autoironia, potenza e fragilità. E dall’incontro di amore e mistero nasce la fluida esistenza di mostri, eroi, figure che si rispecchiano fra vanità e ricerca della verità. Il tutto nasce dalla creatività danzante, leggera e profonda di Alba Gonzales, artista vera, artista alla costante ricerca di un’armonia come necessaria unione di quegli opposti che creano, taciti autori, la storia degli uomini. E’ internazionale per vocazione e trasversale nei tempi, facendo arte contemporanea che nasce dalla miscela di sperimentazioni e richiami a una figurazione non tradizionale ma ricercata

in schemi classici. Alba Gonzales, si diverte a trasformare il lungo Tevere a Roma in un piccolo villaggio di classica e antica memoria, e contribuisce a fare di Pietrasanta una piccola Atene che accoglie i visitatori con un suo straordinario lavoro. La sua è un’arte complessa che va spiegata in un tempo non breve ma è immediata nella sensazione e nell’emozione. La psicologia dei suoi personaggi trova una corrispondenza in noi. Nostri i loro movimenti, la paura, il loro aspetto solare e il loro lato oscuro. Quelle statue ci cercano nel profondo e ci trovano mentre le osserviamo, mentre le pensiamo, mentre le portiamo con noi in un angolo remoto della nostra mente. E i suoi miti diventano figure oscure e ironiche, quelle metamorfosi che la creatività rende possibile. Il suo lavoro nasce da una visione: un progetto non potrebbe portare a tali realizzazioni. E in una trance ipnotica

sente nascere l’equilibrio di un lavoro fra le mani, di una realtà che rende oggetto la sua visione e condivisibile il suo pensiero. E lo fa danzando, con le mani, intorno alla statue in un’azione che consente al pensiero di prendere forma. Fra i suoi temi la donna nel desiderio dell’uomo, nella sua psicologia, i miti come strumento di indagine della mente umana, dall’equilibrio di una giustizia che diventa rappresentazione teatrale alle figure in bilico fra l’uomo e la bestia, ai personaggi che, in una sorta storia pirandelliana, ricercano la propria identità. La sua arte ci consente di entrare dentro il nostro animo con figure e dei che ci accompagnano per scoprire quanto tutti noi abbiamo la nostra mitologia. E il tramonto del mito vede la nascita del psicomito. Il punto in cui la luce del sole cala per favorire quel lume lunare al cui chiarore possiamo ritrovare noi stessi.

If you thought that becoming acquainted with his sculptures in search of myths and legends, you’re wrong. Behind the velocity and strength of those faces, there’s the desire to take advantage of a personal and original artistic re-reading of a myth, rendering it mute and dragging it into a vortex, all in the name of evolution. Meaning exactly, dragging it into a journey in which one symbol after another one can see passion, melancholy, hope, uncertainty, frustration, strength and weakness of the contemporary Man. With a glance that is sincere and honest but at the same time magical and enchanted in a way that only the artist can envision. Alba Gonzales shows the luminous and ironic part while discovering that which is mysterious and obscure, in a continuos variation of a live sculpture; the movement is evidenced by the management of its artistic form. The gods are reborn, but only to celebrate neurosis and vanity, greatness and enchantment of the contemporary Man. It’s a legend that studies the psychological profile of man through metaphors that become art and ancient symbols - some visible, others

hidden; a natural landing dock for her creativity that unites the sun and the moon, celebration and self-mockery, power and fragility. It is from this encountering of love and mystery that the fluid existence of monsters, and heroes is born - figures that are the reflection of vanity and the search for the truth, all created by the swaying creativity, light yet profound of Alba Gonzales, true artist, an artist in continual search for harmony as a necessary union of opposites that form the history of Man.. International by vocation and transverse through time; making contemporary art born from a mix of experiments and a non-traditional figuration sought for in classic schemes. Alba Gonzales enjoys transforming the Tevere in Rome into a small village of classic and ancient recollections and contributes to turning Pietrasanta into a mini Athens where visitors are greeted with her extraordinary work. The gods are reborn if only to celebrate neurosis and vanity, greatness and enchantment of the contemporary Man. Her art is complex and needs long-term explanations; it is an immediate sensation of emotions. The psychology of her protagonists find their

equivalence in us. Their movements are ours, the fears, their radiant aspects and their dark side. The sculptures dig profoundly into our own selves and find us while we are observing them, while we ponder them and while we bring them with us into a remote corner of our mind. Legends become obscure and ironic figures in a metamorphosis that creativity has rendered possible. Her work is born from a vision: such a project would never be realized. And as if in a hypnotic trance she feels the birth of an equilibrium of work between her hands, of a reality that is objective with her vision and shareable with her thoughts. She accomplishes this dance with her hands, in a single action that allows her thoughts to become form. Amongst her themes we find woman being desired by man; in her psychology the legends are a research instrument of the human mind from the equilibrium of justice that becomes a theatrical representation of the precariousness between man and beast to the persons in a sort of Pirandellian story, where one seeks his own identity. Her art allows us to enter inside our should with figures and gods that will accompany us as we discover

how much mythology we actually have. The descent of legends shows us the re-birth of psycho-myth. The point from which the light of the sun descends to facilitate the moonshine whose gleam can be found within ourselves.

estate • summer 2013

Sensualità-Potere Atelier Pianeta Azzurro Versilia Pietrasanta (Lu)



contemporanea contemporary

KIRA DE PELLEGRIN

OLTRE LA FORMA DEL PENSIERO di | by Gaetano Salerno

E

siste un livello di consapevolezza superiore, una capacità senziente raggiungibile solamente attraverso processi di semplificazione e di chiarificazione del messaggio e del pensiero che lo origina; volendo andare così oltre le complicanze del testo pittorico, oltre gli estremismi concettuali Kira De Pellegrin (Isole Bermuda, 1972; vive e lavora a Pordenone) intuisce, all’interno della propria lunga ricerca artistica, una fuga verso nuove forme dell’intelletto. Gli ultimi lavori proseguono il ciclo

Oltre_Apiedinudisullasabbia - Beyond_ Barefootonthesand, sviluppando con lo stesso lirismo e la stessa forza espressiva le digressioni intime e minimali delle quali l’artista sente fortemente la necessità, pitture materiche e vive nelle cui presenze e assenze, nelle cui alternanze di pieni e di vuoti è possibile intravedere le forme di umanità e di spiritualità che l’artista racchiude in sé. Rispetto ai vecchi lavori però è ora presente una via d’uscita da questo mondo magmatico e informe che nell’iterazione delle grandi superfici campite da mono

BEYOND THE THOUGHT PROCESS Through processes of simplifying messages and thoughts , beyond conceptual extremism, Kira De Pellegrin - b. in 1972 in the Bermuda Islands; she lives and works in Pordenone, Italy) - instinctively realizes that her studies represent an

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estate • summer 2013

Oltre_Apiedinudisullasabbia Beyond_Barefootonthesand, tecnica mista su tela, cm 180 x 180, Untitled_XVII

escape towards new forms of intellect and she continues the cycle Oltre… Apiedi nudisullasabbia (Beyond Barefootonthesand), in a necessary intimate and minimal digression. It represents an outlet from a magmatic mono or bi-chromatic world from her previous works, a cause for reflection but never a consolatory epilogue. The white streets in the midst of color are a reflection of the past, orientated towards the


Oltre_Apiedinudisullasabbia Beyond_Barefootonthesand tecnica mista su tela celeste cm 150 x 150, Untitled, XLI 150 x 110Untitled_XLIII_XLII_ trittico unito

o bicromatismi ieratici e da vigorose striature e spaccature offriva molteplici spunti di riflessioni ma mai un epilogo consolatorio. Le strade bianche insinuate tra il colore sono dogmatiche e perentorie, grafie affioranti da passati lontani e orientate ad un punto futuro non ancora intuibile, oltre l’orizzonte dei nostri sguardi e delle nostre speranze, tracciando un percorso visuale evidente e certo all’interno di porzioni infinite di pittura destabilizzanti, prive di punti di fuga. Verso nuovi aspetti del reale, oltre la contingenza degli eventi bidimensionali e illusori, con i quali

future, beyond what is seen. A sensation of infinity, of going beyond and of positivity, hidden in the dug-out spaces on the canvas, opening up towards new forms of study outside of that same canvas; for the artist the importance of unexpected existential enlightenment is acquired

evocare sensazioni di infinito, di oltre e di positivo che si celano nello spaziare e scavare la tela. Atmosfere ancora auliche e assolute pervase però da una nuova idea di pacificazione; un pensiero più razionale e consapevole nascosto nei nuovi percorsi che aiuta a superare agilmente i mali del mondo, le sofferenze, i traumi ormai stipati e chiusi nell’archivio dei ricordi, aprendo le porte a nuove forme di ricerca al di fuori della tela che per l’artista, già transitata attraverso innumerevoli stadi di catarsi, assumeranno sicuramente il valore di inattese illuminazioni esistenziali. INFO ESPOSIZIONI Alcuni recenti lavori dell'artista saranno esposti durante tutto il periodo estivo presso la Galleria d'Arte Contini di Cortina d'Ampezzo. www.kiradepellegrin.com info@kiradepellegrin.com Oltre_Apiedinudisullasabbia Beyond_Barefootonthesand tecnica mista su tela celeste cm 180 x 180 e 30 x 30, Untitled_XXXV_XXXVI_XXXVII_XXXIII_ XXXIX_XL

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Brand

GOLDEN GOOSE DELUXE BRAND/ VENEZIA di | by Ilario Tancon

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estate • summer 2013

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olden Goose Deluxe Brand, una realtà italiana dalla personalità internazionale. Un modo di essere, di lavorare e di creare, quello di Francesca Rinaldo e Alessandro Gallo, caratterizzato dalla presenza costante, sullo sfondo, di Venezia e della sua unicità, elemento chiave della storia aziendale e dell’interpretazione del lavoro che l’azienda propone. La tradizione e la magia di Venezia che, però, hanno saputo aprirsi al mondo e che sempre più lo vogliono fare. Golden Goose Deluxe Brand è infatti un progetto tutto italiano ma dalla vocazione internazionale che nel futuro immediato, oltre al consolidamento del canale wholesale (ad oggi 500 punti vendita nel mondo), prevede lo sviluppo del canale retail nelle location più importanti e suggestive

con lo scopo di aumentare la riconoscibilità del lifestyle del marchio. In questo senso si spiega l’apertura, prevista per i prossimi tre anni, di negozi diretti a Milano (per l'autunno-inverno verrà inaugurata la boutique monomarca nel cuore della città, in via Ponte Vetero 1), Venezia, Tokyo, Seoul, Parigi e New York. Una città, quest’ultima, divenuta la fonte d’ispirazione per la collezione autunno inverno 2013-2014. Toni decisi e fantasie tailoring. Materiali crudi e fibre nobili. Rosso e smeraldo. Kaki e ottanio. Sarà una collezione dalla forte personalità quella proposta da Golden Goose Deluxe Brand, una collezione che celebra la nascita di uno stile nuovo. Lo stile classico che caratterizza gli eventi legati alle festività natalizie della metropoli americana viene influenzato,


anzi rimodellato dalla forte personalità della coppia di giovani designer veneziani il cui lavoro è dato da una continua sperimentazione, alla ricerca di bellezza, originalità, gusto. Forme, materie, colori. Organze dai toni decisi. Poliesteri giapponesi che si mescolano a pregiate lane dall’effetto infeltrito. Geometrie e sfumature. É’ tutto ciò la collezione donna 20132014, collezione dove la tradizione sartoriale italiana si unisce con la tendenza alla sperimentazione dando vita a un prodotto unico. Originalità e azzardo, lifestyle moderno e sofisticato, attenzione alla qualità e ai dettagli sono

la linea guida anche per le creazioni della collezione uomo. In essa si sposano materiali crudi, tipici dello stile “barn”, e fibre nobili dal gusto inglese. Il kaki si mescola con l’ottanio. I galles e i pied de poule giocano tra loro. E poi, ancora, tessuti da arredamento prendono forme sartoriali. Le grosse maglie si foderano in seta per diventare i nuovi capispalla. Giochi di tessuti e colori, di forme e stili. All’insegna di uno stile semplicemente … golden che dà forma ad abiti, calzature e accessori. Tra questi, grande evidenza hanno le borse, realizzate per la maggior parte con pelli pregiate (ma ci sono anche materiali in

lana foderati) e caratterizzate da colori che vanno dai tradizionali nero, marrone e blu ai più innovativi mastice, ottanio, verde scuro e bordeaux. Qualche esempio? La Coast bag, in pelle ottanio must per il prossimo inverno. Ancora, la Tulipe Bag, in pelle nera, un classico dello stile Golden, e la Egg Bag, innovativa borsa trasparente con all’interno borsellino in pelle laminata color bronzo. Tante soluzioni per un prodotto di qualità creato abbinando estro, studio, dinamismo e innovazione. All’insegna di uno stile, quello proprio di Golden Goose Deluxe Brand, che non è solo lo stile aziendale ma anche quello di un consumatore che

Golden Goose Deluxe Brand is an Italian reality with an International personality. A way to be, to work, to create. An attitude that Francesca Rinaldo and Alessandro Gallo created and that is characterized by the constant presence of Venice and its uniqueness, a key element of the company history and interpretation of the work that the company offers. The tradition and magic of Venice, which, however, were able to open up to the world and that more and

more they want to do. Golden Goose Deluxe Brand, in fact, is an Italian project with an International vocation that in the near future, besides the reinforcement of the wholesale department (so far 500 are the wholesale stores all over the word ), plans to develop the retail department opening stores in the most important and striking locations with the aim to increase the recognizability of the brand. In this sense it explains the opening, scheduled for the next three years, stores in Milan (during the next fall/winter will open the flagship store in the heart of the city, via Ponte Vetero 1), Venice, Tokyo, Seoul, Paris and New York. New York also represents the inspirational city for the 2013-2014 Autumn/ Winter Collection. Raw tones and tailoring patterns. Raw materials and noble fibers. Red and emerald green. Khaki and ottanio (blue petrol). Golden Goose Deluxe Brand is going to present a collection with a strong personality, celebrating the birth of a new style.

The classic style that characterizes the events in New York during the Christmas holiday is influenced, rather re-shaped by the strong personality of these two young Venetian designers who are continuously experimenting to find beauty, originality, taste. Forms, matters, colors. Strong tones organdies. Japanese polyesters mixed with rich wools with a felted effect. Geometries and shades. This is the 2013-2014 woman’s collection, which mixes the Italian sartorial tradition with the tendency to experiment; for a final product absolutely unique. Originality and hazard; a modern and sophisticated lifestyle; attention to the quality and details. These are the guide lines also for the creation of the man’s collection. Here we find the raw material that are typical of the “barn” stile and British-like tasting noble fibers. The khaki color is mixed with the ottanio. The Galles and the pied de poule play together. And then, again, tailored upholstery fabrics take many forms. The large meshes covered with silk to become the new outerwear.

vuole esprimere i propri gusti distinguendosi, che concentra gli acquisti su prodotti che lo facciano stare bene coinvolgendolo emotivamente.

Games of fabrics and colors, of forms and styles. For a style that is simply… golden, giving form to clothes, shoes and accessories. Of great evidence are the bags, made with precious leathers (but also with wool lined with suede) and characterized by traditional colors such black, brown, blue or more innovative such mastic, ottanio, dark green and bordeaux . Some example? The Coast Bag, in ottanio: a must for the next winter. Or the Tulipe Bag, in black leather, a classic Golden style. And the Egg Bag, an innovative, transparent bag which has inside a pocketbook in bronze laminated leather. Many solutions for a quality product of quality, created by combining creativity, research, dynamism and innovation. For a style , the Golden Goose Deluxe Brand’s style, that is not only the style of the company, but also of a customer who wants to stand out and focus his purchases on something capable to make him feel good and to emotionally captivate him.

DA SINISTRA / FROM THE LEFT: Modelli Francy limited edition: New york California VenICE

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mostre exhibitions

HELIDON

XHIXHA GOES TO USA

di / by Stefania Prandi

H

elidon Xhixha si trasferisce a Miami, a Wynwood, nel celebre Art district. Lo scultore che plasma l’acciaio per trasformarlo in luce ha aperto uno studio nel cuore pulsante dell’arte contemporanea americana. Uno spazio di 500 metri quadri, tra famose gallerie e fiere internazionali, dove prendono for-

ma le grandi installazioni monumentali di Xhixha. Una parte dell’atelier ospita una mostra permanente dell’artista, infaticabile ricercatore e innovatore, prosecutore della grande tradizione del secondo Novecento, da Richard Serra fino ad Anish Kapoor. La domanda delle opere di Xhixha da parte del mercato

americano è cresciuta al punto che il trasferimento a Miami è diventato urgente e necessario. Qui vengono seguiti non solo i progetti commissionati al Maestro dai grandi musei e dalle istituzioni statunitensi ma anche quelli per il resto del mercato mondiale. Il successo di Xhixha è inarrestabile.

Goes to USA

Helidon Xhixha has moved to Miami, in Wynwood, inside the famous Art District. The sculptor who transforms stainless steel into light has open his studio in the beating heart of the American Contemporary Art. It is into this about 5400sqf space, in the middle of famous galleries and international shows, that Xhixha creates

his high relieves, the low relieves, the tridimensional, monumental and of design Masterpieces. In a section of the atelier there is a permanent exhibition by the artist, who is an incredible unceasing experimenter and innovator, the natural continuation of the great tradition of the second half of 20th Century, from Richard Serra to

pag. precedente / previous page destra / right LUCE, cm 400 x 100 x 90 Grimaldi Forum, Montecarlo

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I più importanti galleristi americani sono affascinati dalla sua arte e lo stanno lanciando sul mercato come grande tra i grandi. Ad appassionarli è soprattutto la potenza delle sue opere monumentali che troveranno spazio nelle piazze delle grandi città statunitensi, come già successo in Europa. Tra queste, da ricordare, in particolare: l’omaggio alla Ferrari, il cavallino in acciaio esposto davanti alla sede del celebre marchio di Maranello, il Monumento al Cavalier Arvedi a Cremona, il monumento alle Torri gemelle, “Renaissance

of Towers”. E ancora: le creazioni per gli spazi pubblici come “Riflessi dal cielo” in piazza Regione Lombardia, a Milano, “Suono d’acciaio” per il Museo del violino e dell’arte contemporanea di Cremona, “Riflessi di storia” nel Palazzo presidenziale di Tirana. L’inaugurazione ufficiale dell’atelier di Miami - chiamato “Helidon Xhixha” - è fissata per ottobre. Per l’occasione saranno presenti personaggi internazionali del mondo dell’arte e dello spettacolo e i grandi media americani.

PAGINE SEGUENTE / NEXT PAGE Opera Monumentale cm 400 x 200 x100 Grimaldi Forum, Montecarlo

Anish Kapoor. The growth of Xhixha’s artworks in the American market has rushed him to move to Miami It’s here that He works on all the projects, either those ordered by important American museums and institutions and the ones for the worldwide market. Xhixha’s success is today unstoppable. He grew up in his father’s studio in Durazzo, Albania. He graduated at Accademia di Brera, in Milan and He soon started an incredible career, becoming one of the most demanded artist in

international shows, exhibitions and museums. His hands are able to wisely use rubber hammers adapt to engrave, unleash and tangle the stainless steel. Using them, he created famous sculptures, exhibited at Art Basel - Switzerland, Art Monaco -Monaco, Agora Gallery - New York, Tokyo - Japan. Moreover, we cannot forget his monumental artworks, which have launched him into the international market: the tribute to Ferrari, a stainless steel horse standing in front of the famous cars

factory in Maranello; the monument for Cavalier Arvedi, in Cremona; the memorial “Renaissance of Towers”, for the Twin Towers. The official inauguration of the atelier, named “Helidon Xhixha” is scheduled for October. For the occasion, international celebrities of the world of Art and show business and important American medias will be present.

Opera Monumentale cm 400 x 200 x100 Grimaldi Forum, Montecarlo SOTTO/ BELOW THE WALL cm 400x200x100 BayFront Park a Miami

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THE WALL cm 400x200x100 BayFront Park a Miami


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, le cucine


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LE CLONAZIONI DI VEGAS di / by Alain Chivilò

cloning wItH guitar 118 x 100 CM PAGINA SEGUENTE DA SINISTRA: NEXT PAGE FROM THE LEFT Cloning Anna with panties down cloning Carol eighteen 90 x 125 CM

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ell’attuale società contemporanea tutto sembra costruito, tutto doppiato, tutto apparente. A distanza di chilometri e in culture diverse, spesso il format nel vestirsi è quasi simile. In Facebook si possono avere tanti “mi piace” in proporzione alla fama posseduta, però diversi quesiti vengono posti nel tempo. Quanti “i like” sono reali? Quanta intensità ha il famoso pollice verso: un voto di 5 o 10? Gli amici fanno solo numero? Nel mondo, oltre alla pecora Dolly, ci sono altre

clonazioni genetiche segrete? Come mai in televisione esistono gli stessi format d’intrattenimento? Una serie di analisi e constatazioni si è dunque posta nel fotografo piemontese Paolo Vegas, all’interno del progetto chiamato “clonazioni”. Un disagio avvertito che si propaga da una società contemporanea e che l’artista traduce, ricostruendolo in diverse fasi dall’ideazione alla post produzione. Quindi, a differenza del fotoreporter che coglie l’attimo giusto, Vegas plasma e assorbe a livello

personale elementi che vengono uniti in una vera e propria coreografia dalle modelle, ai vestiti, agli oggetti fino alle scenografia di fondo. Una lunga realizzazione che tecnicamente vede una stessa persona o più, fotografate in differenti piani dimensionali, che digitalmente si pongono all’interno del contesto creato. Un effetto fotografico di sogno, miraggio e clonazione, al quale viene posto sopra un oggetto reale, che porta l’osservatore all’istante in cui sta vivendo perché tutto è esistente e tocca-

bile. Tale inserimento permette a Vegas di creare opere fotografiche a pezzo unico, contrapponendosi alla tiratura non sempre dichiarata. Dunque scene d’interni con tracce umane replicate in continui sdoppiamenti, che mettono in relazione personalità diverse dello stesso soggetto. Un insieme di emozioni che Vegas compone perché possiede, come indicava Helmut Newton, “il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gesto di catturare”, quindi “tre concetti che riassumono l’arte della fotografia”.

Vegas Clonings

The project involving the Italian photographer Paolo Vegas from 2010 is called “cloning”. His idea is to give a documentation about questions of the contemporary life from the easy Facebook “friends” and “i like”, to the same fiction around the globe and to ethical cloning world controversy. The artist translates these topics rebuilding in different stages from concept to post production. Unlike the photojournalist

who seizes the right moment, Vegas creates and absorbs, in a private level, elements that are combined into a genuine choreography searching new representations with models, clothes, objects and scenes background. A long realization that technically is constructed by the same person or more, photographed in different dimensional planes, which are placed digitally in the context created. A photographic effect of

dream, mirage and cloning, in which is placed a real object to testify the reality, because everything is existing and touchable. This inclusion allows Vegas to create a unique piece of photographic works, in opposition to the editions not always declared. Indoor scenes with human traces replicated in continuous doublings, which relate different personalities of the same subject.

Elenco mostre in corso dettaglio / detail

Paolo Vegas Diplomato all’Istituto Europeo di Design nel 1992, inizia la sua attività di fotografo a Milano dove collabora dal 1993 con diversi fotografi e agenzie pubblicitarie. Nel novembre del 1997 a Milano presenta i suoi lavori in una mostra intitolata People and Things. Nel dicembre ‘97 prende parte ad una iniziativa di beneficenza,

collaborando ad una realizzazione fotografica per Emergency. Ha collaborato come assistente per fotografi internazionali come Giac Casale, Joe Oppedisano, Giovanni Gastel alla realizzazione di campagne pubblicitarie per Barbour (con Piero Chiambretti, in Scozia nel ‘96), Peugeot ‘98, Algida ‘99, Pagine Gialle, Ri-

chard Ginori, Irge e al calendario Same. In questi anni continua a collaborare con diverse aziende quali Bosch, Sep, Filatura di Crosa, Diva Cravatte, Inab Dekonab, Maio Group, NextEvent, Rapa Giovanni, Biellawool, Lane Botto, Filùhatas, Samar e altri. Il percorso personale di Paolo Vegas come artista è stato

Prato fino al 24 settembre Cloning in Prato Armanda gori arte Milano fino al 27 luglio Cloning in Milan Lattuada studio - il diaframma Budapest fino al 12 luglio La donna allo specchio Galleria profeta - botto group fortemente influenzato da questo periodo, nel 2010 nasce il “Progetto clonazioni”, ove nella stessa immagine il medesimo soggetto è ritratto almeno due volte creando dei veri e propri cloni. E’ costantemente presente alle più importanti fiere e ha partecipato a diverse mostre.

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SINISTRA: VALERIO TRUBBIANI SASSOFERRATO DEsTRA: AUTORITRATTO AL CHIARO DI LUNA NOALE RIGHT; MOONLIGHT SELF-PORTRAIT

L’IMMEDIATEZZA COLTA DA SAMUELE

GALEOTTI di / by Alain Chivilò

The immediateness captured by Samuele Galeotti

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iane Arbus indicava l’esistenza di “cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate”. I nostri occhi vedono infinite immagini, ma solo un click blocca un istante della realtà che può essere analizzato successivamente. In quest’ottica, se si analizza il percorso artistico del fotografo Samuele Galeotti, marchigiano ma residente nel Veneto a Noale, si nota un sopraffino approccio alla tecnica della fotografia.

La scelta di un luogo, la cattura di un istante nel contesto, l’inserimento o il coinvolgimento di eventi che avvengono in un frangente e la veloce improvvisazione si uniscono a un’abilità nello sviluppo finale, rendendo visibili attimi colti in qualsiasi situazione di luce. Il tempo dell’attesa è fondamentale soprattutto nei paesaggi. Ogni soggetto ha i suoi equilibri e spazi, le architetture si armonizzano in un gioco di rina-

scimentale rispetto nelle proporzioni, perché Galeotti è sempre in sintonia con il luogo stesso, sfruttando il momento ricondotto allo scatto. “Dipingo con la macchina fotografica” afferma con grinta, in quanto il fotografo è un’esteta che anticipa attraverso l’occhio e il vissuto ciò che accadrà. La tecnica si basa nella pellicola in bianco e nero per una verace fonte interpretativa. Il ritratto diventa quindi logica prosecuzione del

Samuele Galeotti is an Italian photographer living in Veneto at Noale city with a superfine approach to the technique of the film. The choice of a place, the capture of a moment in a particular environment, the insert or the

involvement of events that take place in an instant and the quick improvisation are combined with an ability to develop a photo making visible the subject in any lighting situation. The technique is based on the black and white film for a

true source of interpretation. The portrait becomes a logical extension of his artistic production through the attraction of faces, that have a proven path of life and consequently full of new ideas. In him especially men are immortalized


GIULIANO VANGI SASSOFERRATO ARTISTA DEL CIRCO BIDONE MIRANO GIULIANO VANGI SASSOFERRATO AN ARTIST AT THE CIRCO BIDONE MIRANO

suo iter, attraverso l’impressione di volti che hanno un percorso comprovato di vita e di conseguenza ricchi di nuovi spunti. In lui accendono un desiderio di essere immortalati in situazioni spesso

SOTTO DA SINISTRA: BELOW, FROM THE LEFT:

date dall’attimo di un contesto, in piena libertà d’azione. Quindi Massimo Cacciari filosofo non politico, Riccardo Licata inedito, Luciano Pavarotti quasi sfuggente, Mario Monicelli privato,

Getulio Alviani specchiante come una sua superficie e Giovanni Vangi durante una mostra sono alcune creazioni di scatti d’alta classe. In Samuele Galeotti “la fotografia è il riconoscimento simul-

taneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento” come affermò Henry Cartier-Bresson.

in situation created during particular contexts, in a freedom of expression. For example Massimo Cacciari as philosopher and not political, Riccardo

Licata unprecedented, Luciano Pavarotti almost elusive, Mario Monicelli private, Getulio Alviani on an environmental like his mirror surface and Giovanni Vangi

during an exhibition are some creations of high class shots.

ETTORE MO (NOALE) MARIO MONICELLI (NOALE) GETULIO ALVIANI (CORTINA) LUCIANO PAVAROTTI (URBANIA) SERGIO ZAVOLI (TREBASELEGHE) MARIO MONICELLI ED EGIDIO SPUGNINI (NOALE)

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collataterale collateral

SINISTRA: Xlll elemento, 2012 250 x 250 CM TECNICA mista e collage su tavola LEFT: Xlll elemento, 2012 250 x 250 CM TECNICA mista e collage su tavola DESTRA: XXl elemento, 2013 TECNICA mista e collage su polistirolo intelato 250 x 200 CM RIGHT: XXl elemento, 2013 TECNICA mista e collage su polistirolo intelato 250x 200 CM

MICHELE

TOMBOLINI Personal structures

IN MOSTRA A PALAZZO BEMBO PER LA 55ma BIENNALE DI VENEZIA di / by Tobia Donà

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cienza, conoscenza e coscienza non bastano a spiegare la vita, la storia e i suoi drammi. Le opere d’arte, quando tali, possono allora indicare almeno la via da percorrere per giungere alle nostre verità. “E luce fu, XV elemento”, di Michele Tombolini, è un video esposto alla 55ma Biennale d’Arte di Venezia

a Palazzo Bembo, all'Evento collaterlae intitolato "Personal Structures". L’opera mostra un ambiente vuoto. Una stanza della memoria, nella quale una donna con la bocca resa muta da una croce nera (inconfondibile marchio dell’artista), cammina, si volta, guarda e si moltiplica. I fotogrammi in bianco

e nero marcano e sottolineano suggestioni che evocano documenti storici, documentari sovietici di regime o urlanti fotografie rubate nei lager nazisti. Una sorta di evento privato diviene racconto collettivo di una stagione dissennata, dove però, la luce, resiste ed è speranza, sogno di ritorno alla vita. Finzione di

finzione quindi, atmosfere contraffatte di realtà su emulsioni dai contorni nero assoluto, sgranati, come in una vecchia pellicola che improvvisamente si dissolve. Squarci che si riducono a fasci di luce intensa, che vibrano in una maglia che ha la trama dell’acqua e dei suoi bagliori. Luce, Donna, Vita e

Exhibits in Venice at Palazzo Bembo for the 55th Biennale

Science, knowledge and awareness are not enough too explain life, history and its drama. Works of art are capable of showing us the right path that will lead us the the truth. . “E luce fu, XV element is a video being exhibited during the

55th Venice Biennale of Art at Palazzo Bembo (Personal Structures). The work shows a room filled with memories where a woman with her mouth muted with a cross, walks, looks around while the figure multiplies. The black and white

photograms evoke Soviet documentaries from the old regime or photographs stolen from Nazi lagers. A private event becomes a collective narration of foolishness but where light is resistant giving hope and aspirations of new

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XV ELEMENTO IL VIDEO PRESENTATO all'evento collaterale DELLa 55ma biennale di venezia XV ELEMENTO The video showed at the 55th biennale in venice

inevitabilmente Morte, altro non fanno che accentuare i contrasti entro cui l’artista si dibatte e che sono la vita stessa. Egli interferisce nel suo flusso, costituisce il caposaldo di una delle infinite microstorie che si compongono nell’ampio e intricato mosaico delle civiltà. Michele Tombolini rappresenta la contemporaneità, persegue relazioni fra strutture ideologiche, linguistiche, apparentemente lontane, mescolan-

do contenuti espressivi diversi fra loro, come l’estremo realismo e la più completa astrazione. Ne risulta un’inquietante modernità ripescata da abissi collettivi quali l’olocausto, la violenza sulle donne, la privazione delle libertà e la negazione dei diritti da parte di fedi religiose e dittature. Ma è la forza della vita, della rinascita della Re-invegetazione, (termine coniato dall’artista che lega la natura

all’esistere dell’uomo), il leitmotiv che scaturisce in tutta la produzione di Tombolini, che dal 2011 in poi, perde i colori e giunge ad un sintetico cromatismo di bianco e nero penetrante ed intenso, capace di coinvolgere il fruitore nei grandi temi d’attualità internazionale con un messaggio positivo di rinata vitalità. Parlando di quest’ultimo ciclo di lavori Michele mi dice: “Luce fu è per me la speranza”.

life. Light, Woman, Life and inevitably Death accentuate the contrasts debated by the artist and which are life itself; a modern uneasiness taken from a collective abyss: the Holocaust, violence towards women and the negation of human rights. It’s the force of life from the re-birth of Re-investigation (term

coined by Tombini), and the leitmotif of his entire production that since 2011 has achieved synthetic chromaticism that involves the consumer in important themes of reality. Tombolini gives us a positive message of life: “For me, Luce fu means hope”.

XXll elemento, 2013 assemblaggio su manichino ceramiche e smalti h 184 CM

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XXll elemento, 2013 CERAMIC AND VARNISH ON mannequin h 184 CM



moda fashion

BORBONESE

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di / by Armin R. Mengs

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melia Eahrart è la donna a cui è dedicata la collezione autunno/ inverno di Borbonese. Pioniera del volo in solitaria, Lady Lindy, come venne soprannominata, fu la prima donna a trasvolare sull’Atlantico dopo Lindbergh e la prima persona ad attraversare il Pacifico, nel 1932. Il suo carattere rivoluzionario ed indipendente, incredibilmente contemporaneo, è fonte di ispirazione per un mondo di borse costruite intorno all’idea del viaggio, dello spostarsi

con facilità e versatilità, dei voli che ognuno può fare dentro se stesso. Trait d’union di tutte le proposte è, ancora una volta, la pulizia delle linee, questa volta più accentuata: la freschezza non cede il passo al rigore ma permette di esaltare i look urbani, dal più misurato al più originale e personale. L’estetica delle divise d’aviatore con un tocco di sapore militare è stata graficamente tradotta con il segno della “V” o Chevron, che è ricorrente nella costruzione delle

Collezione autunno/inverno 2013 The new Autumn/Winter Collection by Borbonese is dedicated to Amelia Eahrart. Pioneer of the solo flight, Lady Lindy, that was her nickname, was the first woman to flight over the Atlantic Sea after Lindbergh and the first human being to cross the Pacific, in 1932. Her revolutionary and independent nature, very contemporary, is of inspiration for a Collection of bags built around the idea of travelling, of moving over with ease and versatility, of the flights everybody can do

borse, nella loro forma, nei dettagli a punta delle maniglie, nel disegno dei metalli e nello schema compositivo delle patchwork e dei ricami che riconducono al volo, questa volta, della farfalla, già codice di Borbonese, dagli anni ’80, quando la maison tradusse in essere i disegni di Giacomo Balla. Ad accentuare lo spirito selvaggio e puro dell’avventura la stampa floccata riprende il disegno della pelle di coccodrillo e trasforma il tradizionale O.P., diventa prezioso in

uno jacquard in seta e gioiello delle metallerie. Il coccodrillo, vero, invece, si presenta in una nuova veste lucido/ opaco, sorprendente e seducente. I materiali sono morbidi e sensuali come nella tradizione Borbonese e, a volte, sostenuti, ma con mano rotonda. I nuovi colori, rubati a una palette da trucco come il Grigio Perla, il Blush e il Lampone, si fanno complici del guardaroba femminile con gli immancabili Cuoio e Nero.

Collection Autumn/Winter 2013

inside themselves. Trait d’union of all the proposed collections is, once more, the neatness of the design, this time more accentuated then ever: the originality is not sacrificed to strictness, but it contributes to enhance the urban look, from the most moderate to the most original and personal. The design of the uniforms for aviators maintains its military taste and it has been graphically modified adding the “V” or chevron. This is

a recurring symbol for the bags, their form, the details of the sharp handles, the design of the metals, the patchwork and the embroidery referring to the flight. Symbol of the maison is also the flight of a butterfly, which Borbonese is using since the 80’s, when it started to translate the drawings by Giacomo Balla. The design of the crocodile leather accentuates the savage spirit for adventure, transforming the traditional O.P. and becoming a

precious detail for a silk jacquard. The real crocodile leather, on the other hand, shows up with a new shiny and opaque guise, amazing and sexy. The materials are smooth and seductive, as usual for the Borbonese’s tradition. The new colors, offering a fresh make-up palette such Pearl Grey, Blush and Raspberry, become the perfect accessory for the feminine collection of clothes with the classic Leather and Black.

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artisti artists

MAGMATICA 215 x 220 CM alluminio e plastica su tavola

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MAGMATICHE

MAGMATICA 215 x 220 CM ALUMINUM AND PLASTIC ON WOOD PLATE


PROSSIMA PERSONALE: Ottobre 2013 / PALERMO PALAZZO DEI NORMANNI (Sala Duchi di Montalto)

SOTTO: VERSUS DIAM. 115 cm alluminio, plastica e vetro su tavola BELOW: VERSUS DIAM. 115 cm ALUMINUM AND PLASTIC ON WOOD PLATE

curatore: Francesco Gallo Mazzeo per maggiori informazioni: www.fiammazagara.it FIAMMA ZAGARA NEL SUO STUDIO FIAMMA ZAGARA AT HER STUDIO SOTTO: Tensione Materica 150x100 CM plastica e vetro su tavola BELOW: Tensione Materica 150x100 CM PLASTIC AND GLASS ON WOOD PLATE

FIAMMA ZAGARA di | by Francesco Gallo Mazzeo

Si tratta di intrighi di materiali plastici, pittorici, sinonimi di una grande visceralità, frutto di colori dominanti, fondamentali il rosso, il nero, che riferiscono una disseminata sensazione di benessere, all’interno di un corpo panico indefinito, di cui si avvertono i gradi di una temperatura rivelatrice, di una identità metamorfica, che trova nella simulazione del movimento, la propria essenza, la propria rivelazione. Si tratta di una serie di architetture caotiche, di quelle di Trungpa Rinpoche, avrebbe potuto definire “ scarabocchi divini “ di una danza orgitastica per la liberazione dei limiti materiali, di ogni fisica impellente, verso una manifesta vita poetica, che secondo Rig Vida, si attenaglia a “ quel principio vitale che

Magmas Plots of plastic pictorial material, synonymous of a great impulsiveness, the fruit of dominant colors ( red and black are fundamental) that refer to a dispersed sensation of well-being; one feels the degrees detected by thermometer, a metamorphic identity where one’s own essence and revelation is found in the simulation of movement. A series of chaotic architecture, like those of Trungpa Rinpoche that could be defined as the “divine scribbling” of an orgiastical dance that liberates every physical urge, leading us towards a manifest poetic life; this according to Rig Vida, gnaws at “ that vital principle which is closed in a void, and regenerates itself as one unity through the power

serrato nel vuoto, genera se stesso come unità, mediante la potenza del proprio calore “. Si tratta di una metafora del grande corpo di cui tutti noi facciamo parte, in un quid che è più del labirinto, quasi un rizoma, pieno di ostacoli e vicoli ciechi, che possono essere vinti, solo dalla tenacia, con un delicato filo, che dia una mappa al caos. Non esiste una via per tutti, una regola delle regole, ma solo una erratica deriva del desiderio, che ha il primo seme nella mente, poi nel cuore e poi nell’infinito trasferirsi del non essere nell’essere, attraverso il gioco delle mani, in una logica di Jung, di trasformazione della povertà in ricchezza, che chiede un lavoro materiale, un fluire del tempo nello spazio, senza principio, nè fine.

of one’s own warmth”. We are dealing with a grand metaphor which we are all a part of, a quid that is more than just a labyrinth; it’s a rhizome full of obstacles and blind alleys that can be overcome only by tenacity and delicacy that give structure to chaos. There is not one exit for all, no rule of rules, but only an erratic one derived from desire - the first seed is planted in the mind, then in the heart ending with the infinite transfer of non-being into being through a hand game; a Jungian theory of transformation of poverty into wealth. Time flows into space without principles or finality.

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vini wines

CASTELVECCHIO VINI

TRA TERRA E TRADIZIONE di / by Francesco Spinaglia

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toria e paesaggi. Lavoro e sapori. Il Carso è terra aspra e affascinante. Terra anche generosa, dove grazie all’alleanza tra l’uomo e la natura nascono vini di altissimo livello. Come quelli dell’azienda agricola Castelvecchio, tenuta di proprietà della famiglia Terraneo che, con i suoi 120 ettari, è la più vasta del Carso Goriziano ed occupa ben due terzi della zona Doc. Vini, quelli di Castelvecchio, il cui successo trae origine, oltre che dal lavoro costante e appassionato, anche dalle particolari

condizioni ambientali e colturali: la roccia del sottosuolo, la poca terra rossa di superficie ricca di ferro e calcare e povera di componenti organici, la particolare ventosità e la vendemmia tardiva, sono infatti i presupposti per una produzione limitata, ma dalle caratteristiche assolutamente uniche. La produzione della Tenuta, composta per il 70 per cento da vini rossi, dispone poi di una moderna cantina, con i vasi vinari in acciaio e i fusti in rovere dove i Rossi più importanti maturano e si

Castelvecchio wines Terra e tradizione Very high level wines. So they are the wines by the Tenuta Castelvecchio (Castelvecchio Farm) that, with its 300 acres, is the largest of the Gorizia karst. The production is, for the 70%, of red wines. And talking about red wines, 2013 is an important date. In fact, this year comes the all-new 2008 vintage Sagrado Rosso, a red wine of absolute value. A cuvée originated from the noblest grapes of karst lands, a quality that comes thanks to an almost maniacal care of all stages: from the first selection of grapes on the grapevines to the ageing for three years, after which only the best barrels are chosen and thus made

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the cuvée of Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon and Terrano. But if the red wines represent the best of tradition, there is a white wine in the production of the Tenuta Castelvecchio that is achieving more and more important spaces . It is the Malvasia Dileo: result of a careful selection of the best bunches of Istrian Malvasia, stepping forward as a new wine with a wider aromatic range than the traditional, with floral notes that mingle with the fruity ones. Sagrado Rosso and Malvasia Dileo: wines of absolute excellence whose aromas, as for the whole production of Tenuta Castelvecchio, refer to past

una vista della tenuta property'overview


la cantina / the cellar

il TEMPIETTO The small temple SOPRA / ON THE TOP il parco ungaretti LA statua di giuseppe ungaretti di Paolo Annibali ungaretti park the giuseppe ungaretti statue by Paolo Annibali

ages. The autochthonous Terrano sinks in fact its roots in these lands since 2,000 years. The whole property is tied and wrapped with the history, remote and recent: the antique Villa Castelnuovo and the whole Castelvecchio’s estate are located in the places where the first battles on the

affinano dai due ai tre anni prima della loro commercializzazione. A proposito di Rossi, non si può tacere di come il 2013 sia una data importante. Quest'anno, infatti, esce la nuovissima annata 2008 del Sagrado Rosso. Una proposta che Castelvecchio fa per le occasioni importanti, per i momenti da ricordare o anche solo per coccolarsi un po’. Si tratta di un vino di pregio assoluto, dedicato agli intenditori. Una cuvée originata dalle uve più nobili delle terre carsiche, realizzata soltanto nelle annate migliori per offrire ai palati più esigenti la vera eccellenza. Una qualità che nasce grazie a una cura quasi maniacale di tutte le fasi: dalla prima selezione delle uve sulla pianta a quella in cantina, sul prodotto ottenuto. Si continua poi con l’affinamento in barriques e tonneaus per tre anni, successivamente ai quali vengono scelte soltanto le botti migliori e così costituita la cuvée di Cabernet

Franc, Cabernet Sauvignon e Terrano, in percentuali variabili a seconda dell’annata. Il risultato è un vino rosso di grande personalità e struttura, caratterizzato da un gusto assolutamente internazionale. Al naso presenta profumi secondari e terziari in evoluzione, ampi ed eterei, con un bouquet composito e armonioso. Al palato mantiene lunghe note speziate e pepate, tipiche di tutti i rossi di Castelvecchio. Ma se i Rossi rappresentano l’eccellenza della tradizione, c’è un bianco che nella produzione della tenuta Castelvecchio sta conquistando spazi di gradimento sempre più importanti. E’ la Malvasia Dileo: nasce da un’attenta selezione dei migliori grappoli di Malvasia Istriana, proponendosi come un nuovo vino dal ventaglio aromatico più ampio del tradizionale, con sentori floreali che si mescolano a quelli fruttati. Spiccano fra tutti i sentori quello di erbe aromatiche, salvia, mela e albicocca. In bocca sapi-

do e minerale con un bel finale fruttato. Sagrado Rosso e Malvasia Dileo: vini di eccellenza assoluta i cui aromi, come per tutta la produzione della Tenuta Castelvecchio, rimandano a epoche lontane. Il vitigno autoctono Terrano affonda infatti le sue radici in queste terre da 2 mila anni. Ma tutta la tenuta è legata a doppio filo con la storia, remota e recente: l’ antica Villa di Castelnuovo e l'intera tenuta di Castelvecchio in Sagrado, ad esempio, sono collocate proprio nei luoghi dove furono combattute le prime battaglie sull'Isonzo e il territorio che circonda la storica villa conserva ancora vive le tracce e i segni delle aspre battaglie della Grande Guerra. Qui è nato il Parco Ungaretti de "Il Porto Sepolto", dal nome della raccolta di liriche composta dal poeta – soldato. Gusto e storia, paesaggi e arte, natura e gusto: Castelnuovo continua a incantare.

una veduta del vigneto / a view of the vineyard

Isonzo river were fought in the Great War. Here was born the Parco Ungaretti of "Il Porto Sepolto" ( the buried harbor) from the name of the collection of poems composed by the poet - soldier. Taste and history, landscapes and art, nature and taste: Castelnuovo continues to enchant.

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GRANOCCHIA ART GALLERY Cortina - Milano - Londra

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Gioielli e Antichità Antiquities & Jewelry


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Figura in avorio raff. ”Pescatore Giapponese” epoca 800

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VARENNA 102

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QUANDO LA CUCINA PARLA AL CUORE DELLA CASA


home spaces

A SINISTRA: LEFT: Poliform Varenna My PlaneT

A DESTRA RIGHT: Poliform Varenna ARTEX POLIFORM VARENNA MINIMAL POLIFORM VARENNA ARTEX DETTAGLIO / DETAIL

Made in Italy. Design ed alta qualità per dare vita e personalità agli ambienti domestici.

di / by Andrea Ciccarelli La cucina è il luogo primogenio attorno cui abitare, l’area che a prescindere resta il nucleo centrale di ogni abitazione. Dal fuoco, al focolare, alla sofisticata domotica che oggi può governare la cucina, questo spazio è e rimane il centro rituale della casa. L’anima di una dimora, dove stile e sostanza nella forma, cioè il design, segnano l’anima di questo luogo. Ed è

seguendo questa filosofia del bello e funzionale, che Varenna, divisione aziendale della Poliform - oggi una realtà industriale tra le più significative del settore dell’arredamento internazionale - è riuscita a conquistare un ruolo di primo piano in questo settore. Una leadership conquistata con la qualità dei suoi prodotti, e mantenuta facendo della continua ricerca

la propria missione, rinnovando le proprie proposte per interpretare nello spazio cucina gli stili di vita e i trend più contemporanei. E Varenna da’ questo; non cucine semplicemente assemblate e belle senz’anima, ma vere e proprie lezioni di stile che ad un design ricercato e curato legano il know-how del fare. Amalgamando in armonia nelle varie linee proposte materiali

Made in Italy. Design and high-class quality to give life and personality to domestic enviroments What Varenna promises is not a kitchen simply assembled, a beautiful soulless one, but authentic lessons of style offering a refined and neat design and showing the knowhow of the good manufacturing.The Varenna collection, fully respecting the spirit of Poliform, was born thanks to the collaboration with the best Italian and International designers and architects, according to the purest Made in Italy which includes tradition, imagination and innovation. 8 the collections (Alea, Artex, Kyton, Twelve, Matrix, Minimal e Minimal Due, My Planet), each one representing the synthesis of a different philosophy to intend the very same central space of the house: the kitchen. Technically advanced solutions and components with an aesthetical and functional design, offer the possibility to choose out of a variety of different solutions, giving the client the chance to achieve very unique and original results. As unique and original as any house, starting from its heart: the kitchen. 103


Poliform Varenna MINIMAL

diversissimi tra loro: dal legno all’acciaio, al marmo, all’alluminio fino ai più moderni e funzionali composti sintetici. Insomma non un luogo ma un’identità ad uno spazio, il valore aggiunto che può dare Varenna ad una già bella dimora. Quasi fosse un abito fatto su misura. La collezione Varenna, nello spirito Poliform, è infatti frutto della collaborazione con alcuni dei più prestigiosi designer e architetti italiani e internazionali. E come tutte le opere fatte con arte, alla qualità dei materiali, si lega la solidità a 360° di un prodotto che è fiore all’occhiello del Made In Italy. Quel Made in Italy che lega tradizione, fantasia ed innovazione, e che è risorsa che nessuno al mondo può riuscire a copiare. Il tutto nell’assortimento di 8 diverse gamme, ognuna delle quali sintesi di una diversa filosofia d’intendere lo stesso spazio. La Linea Alea, realizzata dalla collaborazione tra Paolo Piva e CR&S Varenna è ispirata alla forma primaria. Design rigoroso per una connotazione formale “minimal” della cucina, dove ogni unità funzionale è anche puro disegno, forma essenziale, dove la concezione estetica non lascia il passo all’altissima fruibilità operativa dando forma ad una nuova idea

di cucina. Artex invece è una Linea firmata CR&S Varenna che propone un’estetica legata alla naturalezza ma attraverso una concezione contemporanea della cucina. Ampie superfici e volumi ridotti all’essenziale i tratti salienti, che legandosi alla tradizione organicistica del design e dell’architettura, rendono protagonisti i materiali. Nella linea Kyton invece la cucina è leggera, è luce. Qui il lavoro progettuale di CR&S e Varenna ha fatto sintesi tra semplicità, praticità e leggerezza, creando una cucina di carattere che s’adegua al carattere di chi la vive, legando soluzioni tecnicamente evolute all’informalità, creando così uno spazio personale che può essere adeguato all’estro del momento. La linea Twelve nasce invece dalla collaborazione con Carlo Colombo che nella sua grammatica progettuale ha esaltato nel design l’essenzialità dei minimi spessori orizzontali, marcati dalla massima ampiezza delle superfici disponibili. Il tutto tra un’eccezionale varietà di finiture e materiali e la caratteristica pulizia di linea che non prevede maniglie. Con Matrix Varenna offre risposte alle esigenze abitative degli open space, con una cucina realizzata in collaborazione con CR&S dove

uno stile contemporaneo-minimalista e nello stesso tempo “importante” riesce a riempire e caratterizzare i grandi spazi, senza soffocarli. Le linee Minimal e Minimal Due, invece, sono improntate sul rigore estetico e l’eccezionale versatilità compositiva. Qui, ad esempio, il dettaglio “marginale” della maniglia integrata diventa caratteristica; un elemento distintivo che si articola sulle ampie superfici verticali, segnandole e dando ritmo visivo ai volumi stessi della cucina. My Planet chiude la gamma di proposte che nella loro versatilità diventano infinite e uniche, interpretando il desiderio diffuso di praticità e leggerezza. Una sensazione suggerita da nuovi componenti come le maniglie e i top di vari spessori, esaltati dall’uso della luce sui pannelli attrezzati, dalle finiture white e dark pine. Soluzioni tecnicamente evolute e componenti dal design essenziale che garantiscono, anche in cucine di dimensioni contenute, risultati compositivi originali ed unici. Come unica ed originale è ogni abitazione, a partire dal cuore della casa, la cucina.

A DESTRA: RIGHT: Poliform Varenna ALEA A SINISTRA LEFT: Poliform Varenna ALEA POLIFORM VARENNA MINIMAL

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Antiques and Contemporary Design carpets

Indiano 295 x 202 cm, 100 linee, vello in lana e viscosa, trama ed ordito in cotone Indian 9,6 x 6,6 ft, 100 lines. pile in wool and viscose, warp and weft in cotton

www.dsvcarpets.com e-mail: s.disarno@dsvcarpets.com


Indiano 303 x 260 cm, 100 linee, vello in lana e viscosa, trama ed ordito in cotone Indian 9,9 x 8,5 ft, 100 lines, pile in wool and viscose, warp and weft in cotton

CORTINA D’AMPEZZO (BL) Via Largo delle Poste, 23 Tel. e Fax +39 0436.862338

CASERTA Prolungamento Via Ruggiero Palazzo Prisma Tel. +39 0823.353263 Fax +39 0823.214993

VERCELLI Piazza Cavour, 37 Tel. e Fax +39 0161.253158


iron

ALCUNI ESEMPI DELLE REALIZZAZIONI firmate CANDEAGO SOME OF THE CANDEAGO'S WORKS

IL FUOCO ARREDA

di / by Eros Rampone

Fire decorates

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I

l fuoco. Per dare calore. Per creare bellezza. Per fare casa. Il fuoco inteso come caminetto, elemento che riscalda, che abbellisce, che arreda. Il fuoco e il caminetto di Giancarlo Candeago, fabbro e artista del ferro. Un “signore del fuoco” le cui realizzazioni sono fondamentali punti di forza dell’arredamento di abitazioni private e alberghi. Realizzazioni, ad esempio, come i

caminetti che vi presentiamo in questi pagine, opere che non solo rappresentano elementi dell’arredo di una casa ma che “fanno” la casa stessa, rendendola calda, accogliente, affascinante. Insomma, un luogo dove si sta bene. Al mare come in montagna, ispirandosi ad antiche consuetudini architettoniche oppure rifacendosi a uno stile moderno. Un’arte versatile, quella di Giancarlo

Fire. To heat. To create beauty. To make “house”. Fire as a fireplace, a heating, embellishing, decorative element. The fire and the fireplace by Giancarlo Candeago, blacksmith and artist of the iron. A “lord of the fire” who’s works are fundamental point of strength for the decoration of private houses and hotels. Some of his works, for example, are the fireplaces we present on these pages, that not only represent decorative

elements of a house, but that “make” the house itself, making it warm, comfortable, seductive. A space, in other words, that is pleasant to stay in. By the sea or in the middle of the mountains, getting inspired either by old architectural traditions, or by a more modern style. The art of Giancarlo Candeago, blacksmith working in Cortina since more than 40 years, is very versatile. He started very young to learn


Candeago, fabbro in Cortina da oltre quarant’anni. Da quando, cioè, ancora ragazzo imparò l’arte della forgiatura per poi mettersi in proprio. E costruire giorno per giorno un’azienda che ora conta su di una ventina di collaboratori e che, per ognuno dei proprio clienti, studia e propone soluzioni personalizzate. Dai caminetti alle lampade, dalle porte ai tavoli. E poi interventi strutturali come tetti e ringhiere, cancelli e inferriate, passando per specchiere e vassoi, sedie e librerie, letti e cornici, serrature e candelabri, oggettistica multiforme.

Se il ferro e il metallo costituiscono il “cuore” dell’attività, tanti altri materiali sono parte integrante del lavoro di Fabbro Candeago perché la trasformazione della materia, qualunque essa sia, è parte integrante della filosofia di vita del fondatore e, dunque, anche dell’azienda. Natura e cultura, ricerca e ispirazione, studio e passione, senso critico e incanto. Dialogo con architetti e designer, con artigiani e grandi aziende. Manualità e cura del dettaglio. Design e forgiatura. Disegni e macchine del fuoco. Tutto questo è Fabbro Candeago.

«Cerco per ogni committente soluzioni diverse, inventando continuamente nuove forme e soluzioni – spiega Giancarlo Candeago -. Per trasformare la materia traggo ispirazione dalla natura, avendo sempre come obiettivo l’unione di utile e bello. La bellezza, il piacere estetico, non possono prescindere dalla funzionalità. E viceversa. Il confronto e lo studio sono parte essenziale del mio essere e del mio lavoro. Voglio conoscere acciai e plastiche, legni e fiori, libri e vecchi oggetti. Incontrare, conoscere, capire, verificare. E, solo dopo, creare,

the art of forging and then he started his own business. He built, day in, day out, a company that nowadays has about 20 collaborators and that works to give each client a custom-made solution. From fireplaces to lamps, from doors to tables. And even structural interventions such roofs and railings, gates and gratings but also mirrors and trays, chairs and bookcases, beds and frames, locks, candlesticks and many other objects. If iron and metal are the “heart” of his activity, many other materials are involved in his job, because the transformation of the matter, whatever it would be, is a fundamental aspect of his philosophy and, so, of the Company he has founded. Nature and culture, research and inspiration, studying and

passion, critical sense and magic. Moreover: a dialogue with architects and designers. Manual skills and attention to the details. Design and forging. Design and machines for the fire. All this is Fabbro Candeago (Candeago the Blacksmith). “I look for different solutions for different clients, continuously inventing new forms and solutions - Giancarlo Candiago explains – I get inspired by nature to transform the matter and I’m always focused on fusing usefulness and beauty. Beauty and aesthetic pleasure cannot be separated from functionality. And vice versa. Confronting and studying are essential parts of my work and of myself. I want to deeply know steels and plastics, woods and flowers, books and antique objects. Experiencing,

understanding, verifying. Then, and only after all this, I want to create, to shape, to give form. And I also want to give substance.” The Giancarlo Candeago work has a value that is recognized by specialized magazines from all over the world: from Switzerland to the United States, from Germany to Australia. “But the greatest satisfaction is the surprise” Candeago explains. “ The surprise to discover that it has been possible to do something beautiful and useful, to have been able to transform a project first into a sketch and then into reality”.

dare forma. Ma anche sostanza». Un lavoro, quello di Giancarlo Candeago, il cui valore è riconosciuto da riviste specializzate di tutto il mondo: dalla Svizzera agli Stati Uniti, dalla Germania all’Australia. «Ma la soddisfazione più grande è la sorpresa – spiega Candeago – La sorpresa di scoprire che si è riusciti a fare una cosa bella e utile, di essere riusciti a trasformare in disegno e poi in realtà un’idea».

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urban arts

FRANCESCO DE MOLFETTA L’IRONIA CHE ALIMENTA LO SPIRITO CRITICO di / by Andrea Ferrazzi

S

econdo Søren Kierkegaard «l’ironia è l’occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l’assurdo, il vano dell’esistenza». E’ per questo che Francesco De Molfetta, giovane e promettente artista milanese, ricorre proprio all’ironia per smascherare le icone popolari che affollano le nostre vite, simboli riconosciuti e riconoscibili del nostro presente e del nostro recente passato. Dalle Barbie al brand di Mc Donald e Louis Vuitton, da Batman a Biancaneve e i Sette Nani,

dalla Porsche alla mucca della Milka, da ET all’omino della Michelin, dai Teletubbies a Guerre Stellari: le sue opere sono un continuo rimando alla cultura di massa, prevalentemente televisiva. Sono la trasposizione, provocatoria e intelligente, di alcune delle sue espressioni più popolari. Ci troviamo così di fronte ad opere assolutamente singolari, che nascono dalla voglia dell’autore di stupire e stimolare. Troviamo così l’ultima cena in versione fast food, con

Gesù che taglia la pizza, tra hamburger e patatine fritte. Oppure il volto di Barbie su un corpo obeso, e non perfetto come vorrebbe il cliché. E ancora: una madonna con un abito di Louis Vuitton, in un mix irriverente tra sacro e profano. Le opere di Francesco De Molfetta sono, dunque, una specie di destrutturazione delle icone della cultura di massa, attraverso una loro interpretazione in chiave ironica e provocatoria. Nato alla vigilia dei mitici anni Ottanta,

IRONY THAT FEEDS THE CRITICAL SPIRIT According to Søren Kierkegaard “irony is the experienced eye able to catch the wrong, the absurd, the vane of the existence.”That’s the reason why Francesco De Molfetta, young and talented artist from Milan, uses the irony to get rid of the popular icons crowding our lives, recognized and recognizable 110

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symbols of our present and our recent past. From Barbie to the Mc Donald’s and Louis Vuitton’s brand, from Batman to Snow White and the seven dwarfs, from the Porsche to the Milka’s cow, from E.T. to the Michelin Man, from the Teletubbies to Star Wars: his artworks

continuously refer to the mass culture, especially from TV. They are the provocative and claver transposition of some of his most popular expressions. So, we stand in front at very unique artworks which the artist created to stimulate and amaze. Examples are the last dinner in a fast food version, with

A SINISTRA: UNICONO SOPRA: CEMENTO ARMATO A DESTRA: LUX / IL LUCE


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A DESTRA / RIGHT ALIENIN SOTTO / below: FAT-MAN

periodo d’oro dell’individualismo, della ricerca del successo economico, del consumismo e dell’ottimismo, l’artista milanese svela le contraddizioni e le ambiguità di quei miti, probabilmente condizionato da un clima sociale profondamente diverso. Non a caso, dice di essere fortemente affascinato dal concetto della decadenza. Sbeffeggiando i simboli del potere e del successo mediatico ed economico, vuole così invitare i cittadini (termine, questo, scelto non a caso ma in riferimento alla cittadinanza, ovvero alla condizione di appartenenza di un individuo a una comunità, con i diritti e i doveri che tale relazione comporta; tra i primi, vanno annoverati in particolare i diritti politici) ad andare oltre l’immagine, l’apparenza, la superficialità. Quelle icone diventano il linguaggio visivo che serve per farsi comprendere non da una ristretta élite culturale, ma da chiunque accetti di guardare le sue creazioni. Si comprende, allora, anche il senso del titolo della sua ultima monografia:

Jesus cutting the pizza, surrounded by hamburgers and French fries. Or a Barbie face on a obese body, definitely not as perfect as usual. Furthermore, a Holy Mary wearing a Luius Vuitton dress, irreverent mix of sacred and profane. Francesco De Molfetta’s artworks are then a sort of distortion of the mass culture icons which are interpreted in a new ironic and provocative way.The artist was born right before the legendary 80’s, era of the individualism, of the research for the economic success, of the consumerism and optimism. He explains the contradictions of those myths, probably because conditioned by a social spirit which has changed a lot.It’s not accidentally that he admits to be very

LOURDES VUITTON

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DEMOcracy. Dove ad essere in risalto è, ancora, il demos, ovvero il popolo. «Voglio parlare alla gente – spiega Francesco De Molfetta - utilizzando un linguaggio comprensibile per dire: attenzione, non fidatevi di quello che vedi, bisogna andare oltre, comprendere le distorsioni e valutare la realtà, che è più complessa di come appare». Il suo è dunque un invito a mantenere uno spirito critico che è elemento fondamentale di ogni sistema democratico, antidoto ad ogni deriva populista o autoritaria. In un’epoca contraddistinta dall’eccessiva semplifica-

zione imposta dai nuovi mezzi di comunicazione, il valore delle opere di Francesco De Molfetta è dunque ancora più rilevante, perché riguarda un tema cruciale come la convivenza civile. Come scrisse Fernando Pessoa, «l’ironia è il primo indizio del fatto che la coscienza è diventata cosciente. E l’ironia attraversa due stadi: lo stadio stabilito da Socrate, quando ha affermato “so soltanto di non sapere”, e lo stadio stabilito da Sanches, quando ha affermato “non so se non so niente”».

fascinated by the concept of decadence. He makes fun of the symbols of power and of media and politic success, in order to invite the citizens to go beyond the appearance, the image, the superficiality. (He uses the word “citizen” to underline the concept of citizenship, which means an individual who is part of a community, with rights and duties, first of all the politic ones). These icons become the visual language he uses to be understood by whoever decide to look at his creations, not only by a close cultural elite. Here the title of his last monograph: DEMOcracy. With it, he underlines the demos, translated from Greek, the people. “I want talk to the people” - he explains - “using an understandable language to say: watch out! Don’t trust what you see! We have to go beyond the appearance, we have to understand

distortions and judge the reality, which is more complex than what it looks like”. Therefore, he invites everybody to keep a critical spirit which is a fundamental element for any democratic system, the cure for any deviation, either populist or despotic. In this era, marked by an exaggerated simplification brought by the new communication media, the artworks by Francesco De Molfetta have a even more relevant value, because they are about the civil coexistence. Fernando Pessoa wrote: “ irony is the first evidence that conscience became conscious. And irony go through two different steps: the one set by Socrates, when he said: I only know that I don’t know and the one set by Sanches: I don’t know if I know nothing”



art in progress

GRUPPO EUROMOBIL E L’ARTE GRUPPO EUROMOBIL AND THE ART di / by A. C. DA OLTRE TRENT’ANNI GRUPPO EUROMOBIL E ARTE SONO UN BINOMIO INDISSOLUBILE FOR OVER THIRTY YEARS THE GRUPPO EUROMOBIL AND THE ARTARE AN INSEPARABLE BINOMIAL

Dall’alto: Riccardo Licata - Museo Nazionale Ravenna Virgilio Guidi - Villa Contarini Piazzola sul Brenta - Padova ZOTTI – Museo Santa Caterina Treviso Raffaello verso Picasso Storie di sguardi, volti e figure Basilica Palladiana - Vicenza

From above: Riccardo Licata - National Museum Ravenna Virgilio Guidi - Villa Contarini Piazzola sul Brenta - Padova ZOTTI – Santa Caterina Museum in Treviso Raffaello to Picasso Stories of looks, faces and figures Basilica Palladiana - Vicenza

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è

particolarmente in tempi, in cui le risorse economiche vengono sottratte alla cultura, che il mondo dell’impresa, può diventare un punto di riferimento. Da molti anni Gruppo Euromobil sostiene iniziative di carattere culturale, promuovendo esposizioni di grande richiamo, come quelle realizzate da Marco Goldin, ma anche altre mostre ed eventi ospitati in musei di assoluto prestigio come il Correr di Venezia, le Scuderie del Quirinale a Roma, il Guggenheim di Bilbao, il museo d’arte moderna di Mosca, l’Ermitage di San Pietroburgo, il museo d’Orsay e il Louvre di Parigi, dove nel 2003 ha contribuito a realizzare la mostra sui disegni e i manoscritti di Leonardo Da Vinci . Dal 1983 ad oggi Gruppo Euromobil ha legato il proprio marchio ad oltre 400 mostre, in Italia e all’estero.

I

t is especially in times in which economic resources are taken away from the culture, that the business world can become a point of reference. For many years we support cultural initiatives, promoting exhibitions of great interest, such as those made by Marco Goldin, but also in exhibitions and events hosted in prestigious museums such as the Correr in Venice, the Scuderie del Quirinale in Rome, the Guggenheim in Bilbao, the museum of modern art in Moscow, the Hermitage in St. Petersburg, the d’Orsay Museum and the Louvre in Paris, where in 2003 we helped to make the exhibition on the drawings and manuscripts of Leonardo Da Vinci. Since 1983 we tied our brand to more than 400 exhibitions in Italy and abroad.


ALESSANDRO VERDI: QUANDO L’ARTE ARRICCHISCE IL DESIGN

ALESSANDRO VERDI: when the art enriches the design OPERE ED INSTALLAZIONI INSIEME AL SALONE. A completare e arricchire gli ambienti tre grandi opere dell’artista Alessandro Verdi. WORKS AND INSTALLATIONS AT THE SALONE. In order to complete and enrich the spaces we had three big works of the artist Alessandro Verdi.

A

lessandro Verdi nasce nel 1960 a Bergamo, città dove effettua gli studi presso l’Accademia di Belle Arti. Inizia la sua attività espositiva nel 1983, due anni dopo conosce Giovanni Testori con il quale instaura un intenso e costante rapporto di lavoro che culmina nel 1987, con la prima mostra personale presso la Galleria Compagnia Del Disegno di Milano. Nel 2009 espone all’evento collaterale della 53° Biennale di Venezia curato da Achille Bonito Oliva.

A

lessandro Verdi was born in 1960 in Bergamo, a city where he made his studies at the Accademia di Belle Arti. He began exhibiting his work in 1983, two years after he met Giovanni Testori creating an intense and constant working relationship that culminates in 1987 , with his first solo exhibition at the Galleria Compagnia Del Disegno in Milan. In 2009 exposes at the event of the 53rd Biennale di Venezia curated by Achille Bonito Oliva.

Da navigare l’incertezza, 2009 tecnica mista su tela, 300 x 540 cm Da navigare l’incertezza, 2009 Mixed technique on canvas, 300 x 540 cm

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ARTE FIERA BOLOGNA 2013 VII EDIZIONE DEL PREMIO GRUPPO EUROMOBIL UNDER 30 ARTE FIERA BOLOGNA 2013 - VII EDITION OF THE UNDER 30 GRUPPO EUROMOBIL AWARD Margherita Cesaretti e Valentina Miorandi vincono la VII edizione del premio Gruppo Euromobil under 30 Margherita Cesaretti and Valentina Miorandi win the VII edition of the under 30 Gruppo Euromobil award.

Last 2013 VALENTINA MIORANDI lightbox e lastra radiografica a raggi x, 115 x 60 x 8 cm lightbox and x-ray plate 115 x 60 x 8 cm

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è

la prima volta che il riconoscimento, istituito nel 2007 per volere dei fratelli Lucchetta, titolari del Gruppo Euromobil, allo scopo di promuovere la giovane arte, viene attribuito ex aequo. La Giuria ha visionato 33 opere candidate da 20 Gallerie individuando come vincitrici due giovani protagoniste del panorama contemporaneo italiano, MARGHERITA CESARETTI e VALENTINA MIORANDI. La giuria, (composta da Gaspare, Antonio, Fiorenzo e Giancarlo Lucchetta, titolari del Gruppo Euromobil e collezionisti d’arte, Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni, direzione Artistica di Artefiera, Beatrice Buscaroli critico d’arte, Aldo Colonetti direttore scientifico IED, Cleto Munari designer. Segretario della Giuria l’architetto Roberto Gobbo) ha preso questa risoluzione “per premiare due artiste che esibiscono un notevole impegno tecnico e una capacità di esprimere al contempo valori estremamente contemporanei”. Le opere premiate sono entrate a far parte della collezione del Gruppo Euromobil.


ERBARIO 2009 Margherita Cesaretti 6 stampe Fine Art giclée su carta cotone edizione 1 a.p.19x14

I

t is the first time that the award, established in 2006 by the brothers Lucchetta Euromobil owners of the Gruppo Euromobil with the aim of promoting young art, is awarded ex aequo. The jury has seen 33 works from 20 Galleries identifying candidates as winners two young protagonists of the contemporary Italian scene, MARGHERITA CESARETTI and VALENTINA MIORANDI. The jury (composed by Gaspare, Antonio, Fiorenzo and Giancarlo Lucchetta, owners of the Gruppo Euromobil and art collectors, Giorgio Verzotti and Claudio Spadoni, artistic direction of Artefiera, Beatrice Buscaroli art critic, Aldo Colonetti Scientific Director IED, Cleto Munari designer. Secretary of the Jury, the architect Roberto Gobbo) has taken this resolution “to reward two artists who exhibit a considerable technical effort and an ability to express at the same time very contemporary values.” The winning works have become part of the collection of Gruppo Euromobil.

6 prints Fine Art giclée on cotton paper edition 1 a.p.19x14

MARGHERITA CESARETTI, Nata ad Assisi nel 1982, vince con l’opera “Erbario”, prodotto dell’ibridazione tra tecniche fotografiche e pittoriche, reinterpretando la natura con la maestria della sperimentazione. É presentata dalla galleria Montrasio Arte. Born in Assisi in 1982, she won with the work “Erbario”, a product of hybridization between photography and painting techniques, reinterpreting the nature with the mastery of the experimentation. It is presented at the Gallery Montrasio Arte.

VALENTINA MIORANDI, Nata a Trento nello stesso 1982, vince con l’opera “Last”, lavoro che ben rappresenta la sua acuta intelligenza nel rileggere e modificare una scena storica di secolare suggestione esibendo la sua padronanza all’interno del contesto multimediale contemporaneo. É presentata dalla Galleria Arte Boccanera Contemporanea di Trento. Born in Trento in 1982 she won with the work “Last”, work that well represents his keen mind for rereading and editing a historical scene of secular suggestion exhibiting his mastery within the context of contemporary media. It is presented at the Art Gallery Boccanera Contemporanea in Trento.

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desideri wishes

evento di presentazione della collezione Patek Philippe launch party for the patek philippe collection SOTTO: prezioso segnatempo Patek Phlippe below: A Precious watch BY PATEK PHILIPPE

LA PASSIONE PER L’ECCELLENZA di / by Ilario Tancon

The passion for the excellence

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L

’eleganza dell’alta gioielleria e il fascino misterioso di orologi di alta gamma. L’emozione che regala una parure cesellata da abili artigiani e lo stupore provato davanti a meccanismi segnatempo unici. Le proposte delle Gioiellerie Bartorelli per i propri clienti sono, costantemente, all’insegna dell’esclusività, della qualità e di una cura dei dettagli come pochi al mondo sanno garantire.

Presente sul territorio nazionale con i punti vendita di Riccione, Pesaro, Milano Marittima e Cortina d’Ampezzo, Bartorelli è garanzia di lusso assoluto, in linea con una storia che dura da 130 anni, un patrimonio di esperienza, questo secolo e oltre di attività, che si fonde con uno sguardo continuo e attento all’oggi e al futuro, avendo come punto di riferimento i grandi marchi internazionali. Lo testimoniano,

A name synonymous with the elegance of high fashion jewelry and the mysterious fascination of fine watches. The excitement of seeing a chiseled parure created by able artisans and amazement in observing the mechanism of unique timepieces are instinctive reactions. Bartorelli is present

nationally with retail stores in Riccione, Pesaro, Milan Marittima, and Cortina d' Ampezzo. With the Rattrapante chronograph, the legendary perpetual calendar, the lunar phases and the indicator of the reserve battery, a series of complicated mechanisms are united in a harmoniously designed quadrant that

carlo bartorelli con la moglie EMANUELA (A SINISTRA) e laura gervasoni (direttrice patek philippe italia). carlo bartorelli with his wife (left) and laura gervasoni (executive chieF patek philippe italy)


Carlo Bartorelli e Luca Dondi di A.Lange & Sohne ammirano il lavoro del Maestro Finitore della manifattura sassone Carlo Bartorelli AND Luca Dondi FROM A.Lange & Sohne APPRECIATE THE JOB OF THE MASTER FINISHER FROM THe SAXON MANUFACTURE

l'arte dell'orologeria A.Lange & Sohne ART OF clock making alange & sohne

ad esempio, le nuove collezioni che, a fine giugno, la Maison Ginevrina Patek Philippe ha presentato presso la Gioielleria Bartorelli di viale Gramsci a Milano Marittima. Esclusività, precisione assoluta e savoir-faire artigianale, ecco tre delle principali caratteristiche che ben definiscono le creazioni della realtà elvetica e che sono state “sposate” da Bartorelli: orologi simbolo di arte orologiera nella sua massima espressione, meccanismi perfetti e unici che da sempre portano gli appassionati e collezionisti di tutto il mondo a considerare Patek Philippe il marchio n. 1 al mondo

nell'alta orologeria e che hanno saputo regalare emozioni agli ospiti intervenuti. Ma in questa estate 2013 Gioiellerie Bartorelli, con A. Lange & Söhne, ha avuto anche il piacere di presentare in anteprima a livello nazionale il 1815 Rattrappante Calendario Perpetuo in oro rosa. L’ottavo movimento cronografico di A.Lange&Söhne dimostra ancora una volta la straordinaria competenza della marca in questa disciplina dell’orologeria di precisione. Con il cronografo rattrappante, il calendario perpetuo, la fase lunare e l’indicazione della riserva di carica esso riunisce infatti un numero

di complicazioni orologiere superiore rispetto a quanto lasci intravedere al primo sguardo il suo quadrante dal design armonioso. Dei complessivi 636 componenti del nuovo calibro di Manifattura L101.1, più di cento sono dedicati al meccanismo del calendario perpetuo. Il disco della luna ridisegnato in oro massiccio indica la durata della rivoluzione sinodica del satellite della terra in modo così preciso, che l’indicazione andrà corretta di un giorno soltanto tra 122 anni. «Sono orgoglioso di aver presentato ai miei clienti il nuovo segnatempo di

A. Lange & Söhne, manifattura che da sempre si distingue per innovazione, precisione di marcia ed eccellenza nei dettagli e nelle finiture – afferma Carlo Bartorelli, amministratore delegato di Bartorelli Gioiellerie 1882 - «La manifattura Sassone esprime ai massimi livelli la passione nell’arte dell’orologeria. La stessa passione che cerchiamo di trasmettere noi quotidianamente con il nostro lavoro».

is far superior to what it may seem to be at first glance. Of the total 636 components of the new Manifattura L101.1, more than 100 are being utilized for the mechanism of the perpetual calendar. The lunar encasement has been redesigned in heavy gold and indicates the duration of the synodic rotation of the earth's satellite with such precision that it would need to be adjusted only by

one day in 122 years. "I am proud that I can offer my clients the new timepiece made by A. Lange & Söhne, distinguished craftsmen in the art of innovation, recognized for their precision for details and excellence in the finishing touches", affirms Carlo Bartorelli, the CEO of Bartorelli Jewelers 1882. "I'm pleased to once again celebrate the longtime collaboration and mutual esteem that I

have with Manifattura Sassone whose passion for the art of watchmaking is at the highest level; we share that same passion in our own business and work to instill it every day".

parure di alta gioielleria Bartorelli Maison HIGH JEwelry set by Bartorelli Maison

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gallerie galleries

FARSETTIARTE CORTINA D’AMPEZZO

DIVISIONISMO E FUTURISMO L’ARTE ITALIANA CONSEGNATA ALLA MODERNITÀ di / by Andrea Ferrazzi

A

perta. nelle sale di Farsettiarte a Cortina d’Ampezzo, un’importante esposizione che ricorda, ad un secolo di distanza, il passaggio dal Divisionismo al Futurismo, dalla sintesi estrema delle correnti artistiche dell’Ottocento all’esplosiva e rivoluzionaria manifestazione del nuovo stile e delle nuove concezioni estetiche dell’arte moderna. Sono esposte oltre trenta opere di celebri artisti,

Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Ottone Rosai, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici e Lorenzo Viani.

Farsettiarte Gallery Cortina d’Ampezzo

DIVISIONISM AND FUTURISM, THE CONSIGNMENT OF ITALIAN ART TO MODERNITY

Giacomo Balla Nel prato, 1908 ca. olio su tela, cm 55 x 145

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"Dal Divisionismo al Futurismo". Come è noto, la partecipazione di Giovanni Segantini, Gaetano Previati e Angelo Morbelli alla Triennale di Brera a Milano, nel 1891, segnò la data d’inizio ufficiale del movimento divisionista in

Italia. I suoi esponenti si ispirarono, in misura maggiore o minore, al pointillisme francese di Georges Seurat e Paul Signac, ma lo rielaborarono in maniera personale e originale, smussandone il rigore e gli eccessi razionalisti. Giacomo Balla (nato nel 1871) costituì il punto d’incontro e di passaggio tra due generazioni di artisti e precisamente tra Segantini e Previati (nati rispettivamente nel 1858 e 1852) e Umberto Boccioni,

Thursday, August 8, 2013 in the halls of Farsettiarte in Cortina d’Ampezzo, an important exhibition opens that bringing back memories from over a century ago, of the passing from Divisionism to Futurism, from the extreme synthesis of current artistic tendencies from the 19th Century to the explosive and revolutionary manifestation of new styles and aesthetic

Carlo Carrà e Gino Severini (nati rispettivamente nel 1882, 1881 e 1883). Dopo aver eseguito quadri con tematiche sociali, come La giornata dell’operaio, del 1904 e La pazza, del 1905, Balla mutò radicalmente stile e impostazione, dipingendo Lampada ad arco, nel 1909, lo stesso anno in cui, a Parigi, Filippo Tommaso Marinetti dava inizio al movimento Futurista. Poco dopo, nel febbraio del 1910, venne pubblicato il Manifesto

concepts of Modern Art. Nearly 30 works or more by famous artists will be exhibited Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Ottone Rosai, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici and Lorenzo Viani. The itinerary has been conceived to show visitors the complex and radical stylistic


dei pittori futuristi, firmato da Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Gino Severini, Luigi Russolo e dallo stesso Balla. La mostra - Il percorso espositivo è stato ideato per mostrare ai visitatori le complesse e radicali trasformazioni stilistiche ed estetiche che tra il 1910 ed il 1920 hanno permesso il rinnovamento dell’arte italiana, parallelamente allo sviluppo delle principali avanguardie internazionali. Come scrive Marco Fagioli, «la mostra documenta in modo esatto tale passaggio, dal Balla divisionista, con Campagna romana, 1902 ca., lo splendido Germogli primaverili (Paesaggio di Villa Borghese), 1906, Ritratto di signora, 1907, Nel prato, 1908 ca., tutti dipinti che avvisano l’imminente arrivo della rivoluzione formale futurista». Di Boccioni le tre opere presenti, tutti momenti elevati del suo lavoro, rendono giustizia piena:

il Pagliaio al sole, 1908, un tripudio di luce e di colore che attesta un legame non solo tematico con la serie famosa dei Meules, 1891, di Claude Monet (il vero iniziatore del plein-air, “l’impressionista all’avanguardia” più di ogni altro), il paesaggio con le ciminiere di Crepuscolo, 1909, e il Nudo disteso, femminile, vero e proprio manifesto di quel linguaggio “simultaneo” cubofuturista che solo in Boccioni trovò i suoi esiti perfetti. Il Futurismo, nella sua pienezza di rivoluzione spaziale nella concezione della forma, appare anche nel Paesaggio toscano, 1912, di Severini, in Ritmi e linee, 1912, di Carlo Carrà, ne La ballerina del San Martino, 1915, e nel collage L’Arlecchino, 1915, di Mario Sironi; vengono in mente allora alcuni punti del Manifesto del 1909: “La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno.

Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno […] Non v’è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro […] Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie […] Il Tempo e lo Spazio morirono ieri […] È dall’Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo […]”. Di Ottone Rosai, più giovane di quindici anni degli altri futuristi, che è stato alla fine il vero “frutto puro” della pittura fiorentina, la mostra rende tre piccoli capolavori: il magico Follie estive, 1918-19, in cui una visione di assoluto candore del teatrino sull’Arno diviene elegia scompositiva di linee, volumi e colori, come

transformations that between the years 1910 and 1920 permitted a renewal of Italian art, parallel to the development of the main concept of international Avant-gard. Marco Fagioli writes, “the exhibition documents the passage of a divisionist Balla in a precise way, with Campagna romana (1902), the splendid Germogli primaverili (1906), Ritratto di signora (1907) and Nel prato (1908), all of which announce the eminent arrival of formal Futurism”. Three works by Boccioni are present, all masterpieces of his talent that give him full justice: Pagliaio al sole (1908), a jubilation of light and color that strikes

a bond, though not so thematic, with the famous series of Meules (1891) by Claude Monet (the true inventor of plein-air painting and the most avant-garde of all the Impressionists); the landscape with the smokestacks in Crepuscolo (1909) and Nudo disteso, a feminine and obvious manifest of that simultaneous expression of CubistFuturism, a perfection that can only be found in Boccioni’s works. Futurism in the height of its spacial revolution of concept of form, is evident is Paesaggio toscano (1912) by Severini, in Ritmi e linee (1912) by Carlo Carrà, in La ballerina del San Martino (1915) and in

the collage, L’Arlecchino (1915) by Mario Sironi which brings to mind several issues of the newspaper Manifesto in 1909. Three masterpieces by Ottone Rosai, the youngest of the other Futurists by fifteen years, and known as being the “ripe fruit” of Florentine painting - the magical Follie estive (1918-19) in which an absolute candid vision of a theatrical scene on the Arno praises the decomposition of lines, volume and colors, as seen in Braque’s work and Serenata (1919-20), where powerful and primitive working class figures of Florence in his era, evidence a lyrical enchantment typical of 14th century painting.

in un Braque, e Serenata, 1919-20, in cui le potenti e primitive figure della sua Firenze popolana assumono l’incanto lirico della pittura del Trecento. Rimarrebbe ancora da parlare di quella singolare Composizione futurista, 192930, di Lorenzo Viani, pittore e scrittore apuano ribelle, un dipinto a tempera e collage che sembra anticipare profeticamente certi esiti della successiva arte surrealista. E ancora di Fortunato Depero, nativo della Val di Non, autodidatta che si fece futurista a Roma nel 1914, partecipando al gruppo che esponeva presso la Galleria Sprovieri: il suo dipinto è un esempio canonico di “simultaneità” visiva”.

SOPRA , A DESTRA / TOP RIGHT Lorenzo Viani Composizione futurista, 1929 - 30, tempera e collage su cartone cm 100 x 71,5 Gino Severini, Paesaggio toscano (Equivalente plastico di un paesaggio),1912 olio su tela, cm 65 x 50

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movimenti movements

DADAARIKALIMBA NUDO E NON SOLO SECONDO MAURIZIO GALIMBERTI di / by Alain Chivilò

“DADA ... Libertà: DADA, DADA, DADA, urlio di colori increspati, incontro di tutti i contrari e di tutte le contraddizioni, di ogni motivo grottesco, di ogni incoerenza: LA VITA”, scrisse nel 1918 Tristan Tzara. Un riferimento non causale perché senza alcun dubbio il Dadaismo è un movimento culturale assieme ai vari attori, primi su tutti Man Ray e Marcel Duchamp, che affascina il fotografo Maurizio Galimberti, tanto che la parola Dada compare spesso nel suo percorso artistico come in DadaEast Gallery, tra

le sue di riferimento, fino a giungere all’ultimo progetto “DadaAriKalimba”. Proprio un omaggio alle avanguardie francesi, unito alla presenza di una musa ispiratrice, traccia la via per una serie di scatti che introducono il Maestro nato a Lario, per la prima volta, nel mondo del nudo d’autore. Tutte le diverse esplorazioni artistiche realizzate sfociano in scatti che ritraggono la fotomodella italiana Arianna Grimoldi. Una figura femminile, d’indubbia bellezza e contenuti, che instaura in Galimberti

quell’ispirazione artistica fondamentale per opere e cicli caratterizzanti l’intera storia dell’arte. La sintesi è indicata nel titolo composto di tre singole parole caratterizzanti in Ari, il nome della modella Arianna, Dada, il diminutivo dell’amato movimento Dadaista e Kalimba, il simpatico appellativo di Galimba ossia Galimberti. Scatti avvenuti in luoghi dove l’anima risiede come Parigi, Città del Messico, Puglia e Costa Azzurra che nel loro insieme tracciano lampi di clicks creativi. Il medium che

Nude and not only according to Maurizio Galimberti

The Dadaism cultural movement, with the main actors as Man Ray and Marcel Duchamp, fascinates the photographer Maurizio Galimberti so much that the word Dada often appears in his artistic career as in DadaEast Gallery and the last project “DadaAriKalimba.” A tribute to the French avant-garde with the presence of a muse leading the

way for a series of shots introducing the Master, for the first time, in the world of nude. All the different artistic explorations, carried out until now, are impressed now by the figure of the Italian model Arianna Grimoldi. A female figure, of unquestionable beauty and cleverness, that Galimberti established as inspiration. The summary, shown in

sopra / TOP: aridada 3, 2013 A destra / RIGHT: arisegnikalimba. 2013

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aridada 05, 2013

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ha permesso a Galimberti di arrivare a essere punto di riferimento nella fotografia è il sistema Polaroid. Una tecnica veloce fatta d’immediatezza e pronto riscontro, perché come afferma l’artista “vivi il tuo progetto in diretta, avendo azzerato i tempi d’attesa. Sei più concentrato e nell’istante. Inoltre mantieni più direttamente lo sguardo e l’azione di cattura dell’immagine”. Le opere del progetto rappresentano una

delle chiavi di lettura sempre presente in Galimberti: la cineticità. Infatti nelle storiche opere a mosaico, una serie di scatti vengono assemblati creando un soggetto sempre dinamico che spazia dal paesaggio alla persona umana. L’occhio è portato a un movimento longitudinale che, dall’alto verso il basso, vede il passaggio in diverse realtà pur presenti nello stesso luogo. Ecco che in DadaAriKalimba tutto ruota attorno alla

modella Arianna Grimoldi, che come un sogno appare, scompare, si sdoppia ed evapora all’interno di una piena esaltazione della sua essenza di poesia data dal viso e dallo sguardo. Come la musa immortalata afferma: “ogni luogo del progetto è legato alla magia dell’Arte di Maurizio Galimberti. E’ stata una continua evoluzione dal primo viaggio in Puglia all’ultimo in Francia. Giorno dopo giorno, viaggio dopo viaggio”.

MEXICO CITY 01, 2013 SOTTO/BELOW: BAUHAUSKALIMBAIMPOSSIBLEARIANNA, 2013

BAUHAUSKALIMBAIMPOSSIBLEARIANNA, 2013

ARIANNA SING, 2013

the title, consists of 3 individual words classified in Ari, the name of the model Arianna, Dada, the diminutive of the Dadaism movement and Kalimba, the friendly name of Galimba ie Galimberti. Shots from places where the soul resides, as in Paris, Mexico City, Puglia and Côte d’Azur which all together trace flashes of creative clicks. The medium that allowed the artist to be

famous is the Polaroid system. A fast technique made of immediacy and prompt response. A common element characterizes the Galimberti works: kinetics. In fact in his historical mosaic works, a series of shots are assembled to create a more dynamic subject that covers from the landscape to the portrait. The eye is brought to a longitudinal movement, which, from top to

bottom, sees the passage in different realities still present in the same place. So DadaAriKalimba focuses on the model Arianna where, like a dream, she appears, disappears, splits and evaporates within a full exaltation of the essence of poetry given by her face and look.

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itinerari artisti routes

MARCO DA MEL (1496-1583) di / by Dario dall’Olio

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Artista del paesaggio dalla Valbelluna alle colline asolane

T

entare di delineare compiutamente la figura di un artista del `500 qual'è quella di Marco da Mel, è senza dubbio un compito non semplice ma certamente stimolante. A distanza di un quarantennio dal corposo lavoro di Daniele De Paoli (tesi università di Venezia A.A. 1973-74) stanno emergendo continue e nuove valutazioni ed attribuzioni che contribuiscono a tracciare un percorso pittorico sempre più completo. Figlio di Antonio Rosso (1450-1510), noto artista sceso dal Cadore con un messaggio artistico di stampo tolmezzino, mitigato successivamente nei modelli veneziani del bellunese (con uno

spiccato carattere quattrocentesco), si scosta dall’espressione del padre alla ricerca di una nuova personale espressione legata alla natura e alla architettura: uomo e natura, poli su cui graviterà tutta la sua produzione. Lavorò, scambiando esperienze, assieme al fratello Giovanni (1480-1549) nei numerosi piccoli oratori anche di grande impegno, come nel ciclo di Sant'Antonio di Bardies. Già nel 1518 era talmente noto da fregiarsi del titolo di “magister”. Nell’inedita recente scoperta da parte dello scrivente dell’affresco nella chiesa sconsacrata di San Giovita e Faustino di Bolago, datata 8

di giugno 1524, si ribadisce la presenza dell’artista nell’area del bellunese. Si trasferisce a Feltre nel 1527 dove affina la sua vena artistica a contatto con Lorenzo Luzzo che vi aveva portato il moderno linguaggio giorgionesco veneziano. Si dimostra aperto alla contemplazione della natura che sa riportare attraverso l’accorto digradare dei toni in gustosi brani paesaggistici di indubbia eleganza grafica e cromatica come è dato a vedere, ad esempio nella “scena di caccia” di palazzo Villabruna, oggi Museo Civico feltrino. La pala di Umin (1531), esprime il senso del paesaggio libero da inqua-

drature architettoniche, diviso nel primo piano dal consueto drappo verde scuro, sorretto da putti e messo di sfondo alla Vergine sul trono (De Paoli) e in cui si crea un’aria di vita per il dialogo che si instaura tra le figure. Altre opere le realizza per la chiesa di Servo (11 battesimo di Cristo, 1554) e per San Giorgio di Sorriva di Dovrarnonte (Madonna tra San Giorgio e Vittore,1538). Si estrinseca nel paesaggio e fra gli elementi architettonici nelle pareti della Chiesa di San Bartolomeo di Villapiana di Lentiai (1540). Ma la maturità artistica la esprime con quella che si può considerare l`opera pittorica

Landscape artist from Valbelluna to the Hills of Asolo

Born the son of Antonio Rosso (14501510), a well-known artist who came down from the hills of Cadore with an artistic message in a Tolmezzan way but mitigated in the Venetian style of Belluno (a strong 15th century character); he breaks away from his father’s style in search of a new personal expression linked to nature and architecture. Man and nature are the poles on which his entire production will gravitate. Exchanging experiences with his brother Giovanni (1480-1518) in the many small oratories, some of which

were great commitments such as in the cycle of Saint Anthony of Bardies. Even in 1518, he could have cared less about the title “Magister”. In 1527 he moved to Feltre where he refined his artistic vein with Lorenzo Luzzo who introduced the modern expression of the Venetian painter, Giorgione. He was open towards the contemplation of nature by the observance of the degrading of tones in wonderful landscapes of an undeniable graphic and chromatic elegance that can be seen for example in the hunting scene of Palazzo Villabruna, today the

Civic Museum of Feltre. Other works were realized for the Church of Servo (“The Baptism of Christ” in 1554), and for the Church of Saint George in Sorriva (“The Madonna between Saints George and Victor” in 1538). He expresses himself in landscapes with architectonic elements on the walls of the Church of Saint Bartholomew in Villapiana di Lentiai (1540). His artistic maturity however is expressed with what is considered the most complete pictorial work realized for the Major Hall of the Municipality of Mel.

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Stampare su carta significa realizzare un’idea. Costruire un libro, una brochure, un catalogo è concretizzare un progetto e portarlo a conoscenza del mondo, dargli vita. Tutto questo, è la nostra arte.

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Print to life


più completa realizzata per la sala maggiore del Municipio di Mel. “Date a M.o Marco depentor per depenzar la sala del palazzo del 1545 lire 5O” cita uno scritto dell`archivio municipale. Nella parte centrale delle due pareti maggiori sono rappresentati due episodi dell'Orlando Furioso (Nino Sartori). Realizza con l`aiuto della sua avviata bottega parecchi importanti affreschi sulle facciate di palazzi feltrini, quali palazzo Muffoni, palazzo Cantoni, palazzo Pasole, voluti da famiglie che, con i Villabruna, alla metà del Cinquecento, erano legate da vincoli di consorteria e parentela, in un momento in cui la città poteva finalmente godere di pace e di prosperità (A Paola Zugni -Tauro). In una fase avanzata della sua attività realizza nel 1568 per la chiesetta di San Martino, sulla collina asolana di Castelcies di Cavaso, con un linguaggio ormai semplice e di immediata rispondenza devozionale, una numerosa rappresentazione di Santi. In particolare alle spalle del grande San Gerolamo si stende un paesaggio di colline,borghi, castelli, di delicata intensità, dove nello sfondo a seguito dei recenti ed accurati restauri è apparsa anche una cortina di alti monti, che da

questi luoghi non si vedrebbero, quasi a inneggiare gli amati scenari delle vette dell’attuale Parco delle Dolomiti Bellunesi. Inoltre in un palazzo in via Paradiso a Feltre, a pochi passi dal Museo Rizzarda, vi è una piccola cucina ricavata evidentemente in un più ampio salone: qui si sono conservati miracolosamente alcuni frammenti di scene di paesaggio la cui quieta armonia, il dolce cromatismo, l'essenzialità di elementi architettonici di una cittadella turrita, le rive sinuose di un corso d’acqua non possono che far pensare alla mano di Marco da Mel e all'affresco eseguito nel Palazzo Municipale di Mel nel 1545. Non è possibile dimenticare in questo frammento di pittura rimasto in casa Dal Pont, l'esile figurina che spinge il suo modesto carico su un somarello e che trova singolare contatto con quella presente nella chiesetta di Castelcies. Il valore dell`opera feltrina risiede quindi in questo collegarsi, anche temporaneamente “come ponte” tra il pregevole ciclo di Mel e l’opera più tarda delle colline asolane. Di recente il patrimonio artistico di Marco Da Mel si è arricchito di ulteriori preziose scoperte da parte

della scrivente. Si tratta del restauro del palazzo Pasqualigo , famiglia di podestà-capitani in Feltre dal 1428 in via Mezzaterra 45 in pieno centro storico , condotto con moderno mecenatismo dalla società immobiliare A.Z. Service diretta da Luciano De Riz . Nel salone del secondo piano è apparsa infatti una rappresentazione ad affresco , una sorta di Tromp-l’Oeil dell’intera Valbelluna realizzato in pieno rinascimento. Le colline , i castelli , l’epos di quel tempo sono una rappresentazione mirabile della poesia di un territorio che ancora oggi conserva in larga parte le stesse pecularietà. Basta andare su antichi sentieri che portano fra ricordi di torri e castelli , luoghi dove è passata la storia e gli eventi e ancor oggi può riaccendersi il miracolo dell’apparizione di figure che animano fontane, angoli architettonici. Nel recentissimo volume dedicato all’artista da Gian Maria Ferretto sono emerse tutta una serie di inedite considerazioni sul valore delle opere e su territori apparentemente marginali, ma di basilare valenza storica. Immagini e commenti sono inoltre visibili nel sito www.dolomitiarte.it

An ancient manuscript from the archives of the municipality reads, “Date a M.o Marco depentor per depenzar la sala del palazzo del 1545 lire 50”. (Paid 50 lire to M or Marco, painter, to paint the halls of the Palace in 1545). In the central part of the two main walls two episodes of Orlando Furioso or The Frenzy of Orlando (ref. Nino Sartori) are represented. De Mel with the help of his thriving bottega, realized many

important frescoes on the facade of palazzo in Feltre: Palazzo Muffoni, Palazzo Cantoni, Palazzo Pasole, by request of the families who together with the Villabruna family were bound by factions of kinship and intermarriage at a time when the city could finally enjoy peace and prosperity. (ref. Paola ZugniTauro). In an advanced stage of his activity, in the year 1568, he completed a numerous representation of Saints for

CON DANTE SULLE TRACCE DI MARCO DA MEL

(già pubblicato nel 2011) ; il secondo sull’opera di Marco da Mel fra Belluno, Mel e Feltre ; il terzo sul motivo pittorico dei gamberi rossi nelle Cene Eucaristiche del territorio bellunese ( di prossima pubblicazione). L’Opera è il risultato di uno sforzo considerevole operato dai ricercatori dello “I.E.R.T.O.” , volto al recupero della Tradizione sapienzale del patrimonio artistico bellunese , la cui essenza è rimasta fino ad oggi totalmente avvolta nell’oscurità. -> www.ierto.org

Il Genio dell’esoterismo grottesco nell’ Arte Bellunese di Gian Maria Ferretto Trattasi del secondo volume di una trilogia chiamata “ Trilogia prealpina” che considera l’esegesi di fenomeni artistici del basso medioevo ( intorno al 1500) in provincia di Belluno. Il primo volume è incentrato sull’Alpago

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the Church of Saint Martin in the hills of Asolo - Castelcies di Cavaso - with the use of simple devotional expressions. In the latest volume dedicate to the artist by Gian Maria Ferretto, a series of inedited considerations emerge on the virtue of his works and on apparently marginal grounds, however fundamentally of historic value. Additional images and comments are viewable on the web-site www.dolomitiarte.it.



inaugurazione vernissage

MAURIZIO

SAVINI di | by Stefania Prandi

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H

anno il colore e l’odore della favola le opere di Maurizio Savini, rivestite come sono di gomma rosa da masticare, che sa di fragola. Una livrea di chewing gum, rassicurante come un morbido mantello di plastica scolpita, traveste figure di uomini, bambini, animali, armi, bandiere, in un gioco di illusoria innocenza. Dietro la materia duttile, che respirata troppo a lungo diventa acre, si cela la realtà inguardabile dei nostri tempi, grottesca, violenta, abitata da un’umanità regredita. Visioni da un Medioevo contemporaneo privo di spiritualità e speranza che saranno in mostra al Complesso del Vittoriano

di Roma, dal 4 al 15 settembre 2013. “Potenza della delusione” il titolo della personale curata da Giulia Abate, organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando in collaborazione con la Galleria Mucciaccia di Roma. A comporre l’universo dell’artista nato nel 1962, appassionato di cinema e teatro (ha scritto la sua tesi di laurea su Francis Bacon e David Lynch) e instancabile sperimentatore, il gorilla con le fauci spalancate, pronto per attaccare, con la bandiera dell’Unione Europea sul dorso, l’uomo ben vestito, in giacca, cravatta e scarpe d’ordinanza, che fa il bucato, la coppia di fratelli della fiaba

The works of Maurizio Savini have the color and odor of fairytales dressed up in pink chewing gum that smells like strawberries. With a livery of chewing gum as reassuring as a soft cape of molded plastic, he dresses figures of men, children, animals, weapons

and flags in an illusionary innocence. Behind the pliability a visually appalling reality of our times is hidden, grotesque and violent. These “Contemporary” Middle Age visions will be exhibited at the Victorian Complex in Rome from September 4th to 15th, 2013.

sopra / TOP SAfety jacket, 2000 PAG. Successiva: fact enemy of truth 2013 fotografia: bruno bruchi next page: fact enemy of truth 2013 picture by bruno bruchi


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off-man 2004

dissent for a man 2011

ho stretto troppe mani sudate 2013 foto eligio paoni ho stretto troppe mani sudate 2013 picture by eligio paoni

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di Hänsel e Gretel. A un primo sguardo così innocentemente bambini. Eppure, a ben guardare, Gretel ha il visetto malandrino e tende la mano per offrire una ricca manciata di pillole colorate, promessa di felicità da Terzo millennio. Dietro di lei, al posto delle briciole di

pane della favola, una scia di pasticche. Come scrive Riccardo Palmisciano, “attraverso una micidiale fabbrica di ben assestate immagini ossimoriche (la figura retorica preferita da questo artista), Savini esprime la sua ferma protesta di individuo che non vuole es-

sere complice, e che non ha da opporre alla violenza del potere null’altro che la propria consapevolezza, la bellezza delle sue opere, l’adesione e la complicità di quanti apprezzano la sua arte”.

“Potenza della delusion” (The Power of Delusion”) is the title of the one man exhibition curated by Giulia Abate and organized by Comunicare Organizzando in collaboration with the Mucciaccia

Gallery of Rome. Riccardo Palmisciano writes, “Savini strongly expresses the protest of an individual who is not an accomplice, and opposes no objection towards violence created by power;

he recognizes it through the beauty of his works, and with the adhesion and complicity of those who are appreciative of his artwork.


La Vetreria Bisanzio Gallery collabora con i più grandi maestri vetrai. All’interno della fornace si possono trovare ancora i forni di fusione fatti nel 1960 dal Maestro Ermanno Nason. La possibilità di differenziare le produzioni garantisce la creazione di oggetti d’arte sia contemporanea che classica, ovvero, eseguiti con criteri antichi quanto la storia dell’isola di Murano. La professionalità è il requisito principe con il quale qualsiasi ospite viene ricevuto e consigliato

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scultura sculpture

MITORAJ a Castelvecchio

di / by Alessandro Zangrando

U

n dialogo che si rivela una sintonia, quello fra uno dei maggiori scultori internazionali e le maestose strutture dell’antico monumento militare veronese. Igor Mitoraj ha portato le sue opere nel cortile di Castelvecchio e nelle sale del Museo Civico. L’occasione è stata il 13 luglio, giorno della prima del Requiem di Verdi eseguito dalle orchestre dell’Arena e della Fenice sotto la direzione dal coreano Myung-Whun Chung (primo esempio storico di collaborazione concreta tra le due ensemble venete); le scenografie dell’occasione sono state firmate dall’artista polacco. Lo spazio scaligero è uno scrigno prezioso dove si è stratificata la storia, dalle prime fondazioni del Trecento all’intervento di Carlo Scarpa. Le sculture di Mitoraj si sono appostate sul prato, a ridosso delle mura, silenziose e potenti, ma allo stesso tempo discrete. Dominano

la scena senza invaderla, osservandola dai confini. Il ferro e il bronzo delle sculture si mimetizzano sorprendentemente con l’ambiente. Le figure sembrano essere di casa da sempre tra queste pietre. E’ il risultato della poetica di Mitoraj, un artista ispirato certo dalla classicità che ha però rivisitato con raffinatezza, distillandola, eliminando stratificazioni. Ci consegna opere che sembrano preesistere al tempo o provenire da una civiltà ignota. Così il grande busto vicino le mura, le due grandi figure alate, maschile e femminile, su alti piedistalli, e ancora la grande testa reclinata all’ingresso del museo raccontano una storia di bellezza senza riferimenti accademici o pedanti. Nelle sale del museo troviamo i famosi gruppi di teste bendate, enigmatici e compatti. Una grande testa incompleta spicca alla fine del percorso: una richiesta

Mitoraj exhibits in Castelvecchio A syntonic dialogue between one of the most important international sculptors and the majestic structures of the ancient military monument in Verona, has been revealed. Igor Mitoraj has brought his works into the courtyard of Castelvecchio and to the halls of the Civic Museum. July 13th, the day of the premiere performance of the Requiem (Verdi) by the Arena and Fenice orchestras - under the direction of Korean-born Myung-Whun Chung - marked a first time collaboration between the two ensembles; the scenery for this event was designed by the Polish artist, Mitoraj History was built on this precious Veronese space, beginning with the first 14th C foundations to later interven-

tions by Carlo Scarpa. Mitoraj’s sculptures are placed on the lawn, in the shelter of the wall, silent and powerful, yet discreet. They dominate the scene without being over bearing. The iron and bronze material of the sculptures is surprisingly camouflaged with the ambience. The figures seem to have always been there amongst these rocks, a result of the poetics of Mitoraj, whose inspiration stems from classicism, now reborn and purified with refinement. He consigns works to us that seem to have pre-existed or that originate from an unknown civilization. The large bust near the wall, the two large winged figures, male and female on high pedestals and the large reclining head near the entrance to the Musuem tell a tale of beauty without academic reference points or pedanticalness. In the museum halls we find the familiar PAGINA SEGUENTE / NEXT PAGE Torso Alato Grande, 2000 Bronzo / BRONZE H:296 L:180 P:90 cm., kg 800

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DIDASCALIA

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Testa Addormentata, 1983 Bronzo / BRONZE H:140 L:118 P:125 cm., kg 275

Sulla Riva Grande Screpolata, 2010 Bronzo / BRONZE H:140 L:118 P:125 cm., Kg 215

Corazza, 1980 Bronzo / BRONZE H:273 L:230 P:100 cm., kg 530

STEFANO E RICCARDA CONTINI CON ALCUNI OSPITI.

STEFANO E RICCARDA CONTINI WITH HOSTS

di salvezza dall’imperfezione, certo. Ma è anche la scelta di realizzare un particolare di una struttura così fulgida da non poter essere rappresentata nella sua interezza, almeno non ora. Insomma la bellezza ci può salvare. Forse è il senso dell’imponente torso attraversato da una croce che ha sovrastato il palco durante il Requiem areniano.

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group of wrapped heads, enigmatic and solid. A large incomplete head stands out at the end of the course as if requesting to be saved from imperfection. It is by choice that this brilliant sculpture cannot be represented in its entirety, at least not for now. Hence, beauty can be saved. This is perhaps best signified by the majestic torso pierced by a cross that dominated the Arena stage during the Requiem.


Ph Diego Gaspari Bandion

Grand HotEl SAVoiA CortinA d’AMpEzzo Cultura del vivere, vivere nella Cultura.

É bello quando si torna a casa! E tornare al Grand Hotel Savoia Vi darà la stessa sensazione di esclusiva familiarità, di lussuoso calore, in una struttura completamente rinnovata. Sul comfort non siamo scesi a nessun compromesso, abbiamo pensato solo a quello che poteva farvi stare bene, con camere e suite di grande pregio, il ristorante Savoy, il bar Giardino d’inverno, il Cigar Bar, spazi per mostre d’arte ed eventi musicali, il centro benessere Messeguè e il centro congressi, storico punto di incontri della cultura, donato nuovamente a Cortina d’Ampezzo. Grand Hotel Savoia, il nuovo hotel a 5 stelle di Cortina d’Ampezzo: è qualcosa di meglio, ed è bello poterlo scegliere!

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PERCHÉ INVESTIRE IN ARTE OGGI? ... E COME? di / by Ilario Tancon

A

bbiamo fatto queste domande a Gabriele Orler, uno dei massimi esperti internazionali di icone, patron di Arte Network - il canale dell’arte per eccellenza - e amministratore di Collezione Orler che con oltre 5000 mq. di esposizioni e strutture dedicate all’arte e all’antiquariato rappresenta una delle più importanti

realtà italiane del settore. Le statistiche dicono che il Mercato dell’ Arte ha registrato incrementi di valore anche in un momento di crisi come questo. Può spiegare ai nostri lettori cosa significa? In questa situazione generale, in cui le borse non danno segni di ripresa ma

anzi, colpiscono gli investitori con forti perdite, i piccoli risparmiatori cercano di individuare beni “rifugio” diversi su cui far maturare i propri soldi e l’arte è sicuramente il migliore.

Why investing in the art? And how?

We ask these questions to Gabriele Orler, one of the best International experts about icons, patron of Arte Network – the art channel for excellence – and manager of Collezione Orler that, with more than 53,000 sq ft exhibitions and locations dedicated to Art and Antiques, represents one of the most important Italian enterprises of the field.

investment, allows the owner to enjoy what he/she have bought. The pleasure to hung a painting to the wall and being able to admire it, is definitely bigger than owning stocks or bonds or a second or third property where, maybe, the tenant doesn’t pay the rent…

Why is it convenient to invest in Art? There are several reasons. Art, compared to any other form of traditional

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Ma ci sono anche altri modi a cui destinare i risparmi… perché proprio l’arte?

Sure, this is not a pin point, but what about the value over time? Orler: We should think to Art and Antiques such a medium term investment, about 5 or 7 years. This is the way we can achieve


incontri encounters

Si è vero, gli immobili si comprano decisamente bene in questo periodo, però bisogna avere subito disponibili somme di una certa consistenza, senza parlare di tasse e altri oneri fiscali! Si può decidere di mettere i propri risparmi in titoli, ma i casi sono due: scegliendo titoli di Stato o analoghi per rischiare il meno possibile, si ha un tornaconto molto basso, oppure bisogna andare su titoli più rischiosi che però possono determinare nel breve periodo rendimenti non adeguati o addirittura negativi. Poi si può anche decidere di spendere per cambiare auto o i mobili di casa ma certamente quel capitale non si rivaluta. Sintetizzando, perché conviene investire in arte? I motivi sono molteplici. L'arte rispetto ad ogni altra forma di investimento tradi-

zionale permette al possessore di potersi godere ciò che ha acquistato. Il piacere di appendere un quadro alle pareti di casa e di poterlo contemplare è sicuramente superiore rispetto a possedere il certificato di un titolo azionario o di un fondo d'investimento o di una seconda o terza casa dove magari l’inquilino non ti paga l’affitto… Certo, non è cosa da poco, ma per quanto riguarda il valore nel tempo? Bisogna innanzitutto pensare all’arte e all’antiquariato come un investimento a medio termine, quindi circa 5-7 anni. E’ in questo modo che si possono ottenere nel tempo rendimenti generalmente elevati, a patto ovviamente di acquistare le opere giuste e di pagarle un prezzo ragionevole. Questo non è certo facile… non tutti siamo esperti. No, non è facile, infatti è importante

usually high profits, provided that we are buying the right artworks and to pay a fair price for them. What would you suggest to our readers to invest in? Icons are definitely very interesting. But don’t forget antique paintings and Contemporary Art Some other tips not to make a mistake? Choose an art piece using your heart, because you like it, but whatever the amount you decide to invest, small or large, trust well-known experts who have a consolidated expertise.

ALESSANDRO GEA: Uno dei presentatori di punta della scuderia Orler

affidarsi a commercianti esperti, che garantiscano provenienza e valore del pezzo che si acquista. Le faccio degli esempi: nella nostra trasmissione del giovedì sera dedicata ai dipinti antichi, proponiamo anche opere il cui valore è garantito dai Lloyds di Londra, e le stesse icone russe, poiché sono sempre più difficili da reperire sul mercato, aumentano di anno in anno il loro pregio. E vale ovviamente la regola che più è rara e bella un’opera d’arte, più alta sarà la sua rivalutazione nel tempo. Ci sono anche altri benefici che riguardano le tasse, mi sembra. Certamente! L’investimento in arte, in Italia, dal punto di vista fiscale, è uno dei più vantaggiosi perchè qualunque sia il guadagno ottenuto dalla compravendita di un'opera d'arte, lo Stato italiano non applica nessuna tassazione. Inoltre il possesso di opere d'arte, anche di valore molto elevato, al contrario degli immobili, non comporta il pagamento di nessuna

FATHY HASSAN- ARTISTA DI ORLER FACTORY

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Vincenzo Colleoni, I saltimbanchi 1877, olio su tela, 109 x 160 cm

tassa, nè alcuna denuncia nella dichiarazione dei redditi. É certamente un modo molto produttivo di impegnare il denaro: lo dicono le statistiche… si può tenere in casa e goderselo… non ci si pagano tasse… Quindi ai nostri lettori, lei che è un esperto in materia, in cosa suggerirebbe di investire? Le icone sono sicuramente molto interessanti come investimento, ma anche il dipinto antico e l’arte contemporanea… questo è un momento ottimo per investire in arte, prima che l’economia mondiale riprenda vigore e faccia lievitare i prezzi. Qualche altro consiglio per non sbagliare? Posso ripetere ciò che consiglio ai miei affezionati clienti: scegliete un’opera o un oggetto con il cuore, perché vi piace, ma qualunque sia l’importo che intendiate investire, piccolo o grande che sia, affidatevi a degli esperti conosciuti che abbiano una competenza SOTTO: Scuola ferrarese (ambito di Benvenuto Tisi detto “il Garofalo”), Madonna con Bambino, San Giovannino, San Nicola e Santa Caterina d’Alessandria 1520 ca., olio su tela, 171 x 149 cm

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Axo.com


consolidata e siano sul mercato da molti anni, meglio evitare antiquari o galleristi improvvisati che nascono e muoiono nel giro di qualche stagione: la conoscenza dell’arte e dell’antiquariato non sono cose che ci si inventa da un giorno con l’altro. E questo è sufficiente? L’altro aspetto che è meglio non sottovalutare è sempre legato alla serietà del venditore: se dopo l’acquisto dovessero sorgere problemi sull’opera acquistata, o anche solo ripensamenti, il commerciante deve assumersi ogni responsabilità anche dopo che l’opera è uscita dalla galleria e soddisfare nel miglior modo possibile il cliente. E’ un aspetto che raramente viene tenuto in considerazione, invece se si desidera investire è molto importante: quando si acquista un’opera d’arte o di antiquariato è bene essere certi che chi ce

l’ha venduta è in grado di risponderne in ogni momento ed eventualmente sostituirla con altro se non piace più o se la si vuole cambiare con un pezzo più importante, perché si decide di investire più denaro. Questo il più delle volte non è possibile, soprattutto se si acquista dalle case d’asta con la rigida formula del “visto e piaciuto” o da commercianti interessati alla nuda vendita. Mi ha convinto. Se volessi avere un suo parere per investire qualche piccolo risparmio come devo fare? Niente di più facile. Segua le nostre trasmissioni di punta, su Canale 78, oppure venga a trovarmi a Marcon: sarà un piacere per me e per la mia squadra di professionisti guidarla alla scoperta delle cose belle che possono anche far guadagnare denaro. Sono sicuro che se ne innamorerà.

LE TRASMISSIONI DI COLLEZIONE ORLER ICONE Trasmissioni storiche, con le icone russe più rare e preziose. Lunedì: dalle 21 alle 24 Martedì: dalle 17 alle 20,30 Venerdì: dalle 12 alle 15 Domenica: dalle 13,30 alle 17 ALTO ANTIQUARIATO Il meglio dell’antiquariato europeo. Domenica: dalle 17 alle 20,30 ANTICHE PASSIONI Lo speciale appuntamento con i dipinti antichi Giovedì: dalle 21 alle 24 ANTIQUARIATO Lunedì: dalle 17 alle 20,30 Martedì: dalle 21 alle 24 Mercoledì: dalle 17 alle 24 ARTETIVÚ Due imperdibili appuntamenti con i maestri dell’arte contemporanea Sabato: dalle 13.30 alle 17 Domenica: dalle 10 alle 13 PROGETTO LAB Gli artisti emergenti selezionati dagli esperti. Tutte le mattine: dalle 9 alle 10 Tutte le sere: da mezzanotte alla 1 Lunedì: dalle 14 alle 17 Venerdì: dalle 21 alle 22

DIGITALE TERRESTRE: Nordi Italia canale 78 Toscana 210 Marche 113 Lazio 219 Campania 290 Basilicata 115 Puglia 213 Calabria 217 Sicilia 640 SATELLITE: SKY 875 STREAMING: www.artenetwork.it info 041 8771000

Spazio Eventi Via Porta Est, 9 – Marcon (VE) Tel. 041 8771000 Ascensione Mosca, fine del XV sec., 63 x 46 cm

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Luxury Villas with pool laying in the hills of Conegliano

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performance

HIKARI

KESHO

a destra / RIGHT Observing the stilLness of Brenta river, 2009, stampa lambda montata su pvc / LAMBDA PRINT MOUNTED ON PVC es.1/6, cm.100 x 150

di / by A. V.

D

alle silfidi eteree delle passerelle ai corpi dalle pose forzate, Hikari Kesho, fotografo padovano autore di numerosissime campagne pubblicitarie di successo, racconta il suo graduale passaggio dalla moda alle arti performative attraverso la pratica dello shibari, un’antica forma artistica di legatura del paese del Sol Levante. Gli esordi, la prima macchina fotografica, come nasce la passione per la fotografia e come è giunto alla moda? La mia prima macchina fotografica è stata una Kodak avuta in regalo all’età di 10 anni (conservo ancora alcune foto in bianco e nero scattate ai miei parenti) e da allora non ho più smesso di fotografare. Una grande passione alimentata dal nonno paterno, che mi ha dato le basi, regalato i primi manuali di fotografia e con cui condividevo intere giornate in camera oscura a sviluppare e stampare le lastre di vetro della sua Voigtlander a soffietto che tutt’oggi custodisco gelosamente nella mia

collezione. Il passaggio alla moda nasce dal desiderio di comunicare attraverso il corpo. Nel corso degli anni ho avuto approcci col reportage e con la fotografia sportiva ma sentivo dentro la necessità di creare e non di essere solamente un testimone passivo, qualcosa molto più simile al cinema, al rapporto registaattore in modo da esprimere le mie fantasie, le mie emozioni. In quel momento la fotografia di moda era quella che più rispondeva alle mie esigenze. Nonostante le numerose affermazioni ha scelto di percorrere un cammino arduo e insidioso deviando verso progetti artistici: quando e come avviene il passaggio tra questi due mondi? In realtà, la mia figura di fotografo amatoriale precede di molti anni quella del fotografo professionista, a cui sono approdato per “giustificare” l’ingente impegno sia di tempo, sia economico, che richiedeva dedicarmi a questa passione. Ovviamente, una volta passato al professionismo, tutte le mie energie e

le mie ricerche erano indirizzate al miglioramento e allo sviluppo del settore su cui avevo deciso di cimentarmi: la moda. Non ho, però, mai tralasciato definitivamente le mie ricerche personali, dove ero comunque libero di esprimermi al di là dell’esigenze della committenza, le vivevo come uno sfogo personale, attimi di libertà spirituale cui dedicavo tempi molto marginali rispetto al lavoro commerciale che diventava sempre più entusiasmante e stimolante, anche dal punto di vista della creatività, e nel quale ero proiettato anima e corpo a tempo pieno. Cosa ha portato con sé dall’esperienza nella moda in questo nuovo viaggio? In primis la tecnica fotografica: l’uso delle luci, la gestione dei colori, il gusto per l’inquadratura, la capacità di gestire un set anche in condizioni difficili o avverse, sono il frutto di trent’anni di esperienza nella fotografia di moda, dove, a differenza di altri settori,

dev’essere per forza “buona la prima”. Quando coinvolgi diversi soggetti, i relativi costi di produzione sono enormi e devi fotografare campionari pronti solo pochi minuti prima dello shooting e in partenza subito dopo. Così capisci che non puoi sbagliare, che non esiste una seconda opportunità e senti sulle tue spalle il peso dell’investimento fatto dal cliente e della fiducia che in te ha riposto . Nelle mie “incursioni fotografiche” di shibari tutto questo è di fondamentale importanza. Cosa è lo shibari e come nasce il suo interesse per questa pratica? In origine lo Shibari (atto di legare qualcuno) è nato in Giappone come una forma di incarcerazione usata dalla polizia e dai Samurai tra il 1400 e il 1700. Questa pratica è all’origine dello Hojo-justu e di alcune altre arti marziali. Successivamente, adottato dal teatro Kabuki, assume una connotazione di forma espressiva e di arte erotica, in tempi moderni assume anche una

An interview with Hikari Kesho

From the ethereal sylphs on the runway to the bodies on a forced pose, Hikari Kesho, photographer from Padova and creator of several successful advertising campaigns, tells about his transition from fashion to performing art through the shibari, an antique artistic way of binding original from Japan. The beginning, the first camera; how did it started your passion for photography and how did you get to fashion? My first camera was a Kodak that was given to me when I was 10 years old (I still have some pictures in black and white of my relatives) and since then I didn’t stop photographing. A great passion that was nourished by my paternal grandfather who taught

me the basics, who gave me the first photography manuals and who was spending with me whole days in the darkroom, developing and printing the glass sheets for his accordion Voigtlander, a camera I still jealously treasure in my collection. The transition to the fashion started with the desire to communicate through the body. During the years, I tried with the photo feature and sport photography, but I was feeling inside the need to create instead of being a mere witness. I was looking for something more similar to the movie industry, with a director/actor relation, so to be able to express my creativity, my emotions. At that time the fashion photography was the closest to my needs.

Among Ginkgo Biloba leaves 2012, stampa lambda montata su pvc / LAMBDA PRINT MOUNTED ON PVC es.1/6, cm.150 x 100

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valenza di rituale, con una grande componente estetica e forti coinvolgimenti emotivi tra colui che lega, nawashi, e la persona legata. Quale è il suo approccio con la modella e con il suo corpo nella veicolazione della sua estetica? Ho sempre visto il corpo femminile, in tutte le sue forme, come un’opera d’arte, una scultura vivente e ho sempre cercato di rappresentarlo come tale, associando però a un’estetica di forma

classica elementi di provocazione o trasgressione. Non cerco un canone estetico ben preciso ma, al contrario, sono le diverse caratteristiche caratteriali, espressive, estetiche delle modelle che incontro ad influenzare la mia emotività. Ovviamente le modelle devono in qualche modo condividere questa visione del loro corpo, altrimenti verrebbe a mancare l’empatia necessaria. Nel progetto fotografico Boundless rovescia l’ideale femminino contemporaneo,

abbandona i corpi esili della moda e lega donne dalle linee rinascimentali E’ come se non esistesse un canone estetico dominante tendente alle forme esili ed affusolate o l'identificazione della bellezza con la magrezza, ma una dimensione femminile assoluta e primordiale, un archetipo di donna feconda che affonda nel patrimonio genetico dell'umanità sin dai tempi più antichi, testimoniato dalle Veneri del Paleolitico, con il massimo esempio

dell’espressione delle forme nella Venere di Willendorf. Quali sono i suoi modelli di riferimento e a quali canoni si ispira nella realizzazione delle sue foto? Gli autori a cui più mi sono ispirato nella mia carriera di fotografo, sia in campo commerciale che artistico, sono Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Albert Watson. Ho sempre seguito molto anche la produzione di Araki, che amo molto come artista, ma devo dire

Despite the numerous successes, you choose to walk a difficult and dangerous path facing artistic challenges: how and when did it happen the transition between these two worlds? Actually, my role of amateur photographer is much older than the professional one which I decided to start to “justify” the huge efforts, either for time, than economic, that this profession requires. Obviously, once I become a professional photographer, I put all my energies and my researches to improve and develop the field I decided to prove myself with: fashion.

However, I have never truly abandoned my personal researches which allowed me to stay free to express myself despite the needs of clients. I lived them as a personal surge, moments of spiritual freedom, which I devoted a very marginal compared to commercial work that became more and more exciting and challenging, even from the point of view of creativity, which I had projected full time body and soul. What did you bring out of this experience on fashion? First, the technique of photographing: the use of lights, the management of the colors, the taste for framing,

the ability to manage a set even with difficult and unfavorable conditions. All these things come from 30 years of experience into the fashion photography, that pretends, unlike other fields, a good first take. When you are involving several subjects, the costs of production are enormous and you have to shoot collections that were set up just a few minutes before the shooting and that are leaving soon. So, you understand that you cannot miss a shot, that you don’t have a second chance and you can feel on your shoulders the responsibility for the client’s investment and for the fact that

he/she trusted you. During my “photographing raids” into the shibari all this is of fundamental importance. What shibari is and how did you get fascinated by such a practice? Originally, the Shibari (the act of binding somebody) was born between the 15th and 18th century in Japan as an imprisoning form used by the police and the samurai. This practice developed the Hojo-jutsu and other martial arts. Then, adopted by the Kabuki drama, it became a form of expression and of erotic art. Nowadays, a ritual meaning with a strong aesthetic value and

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Un momento della performance presso vecchiato art gallerIES A PERFORMANCE MOMENT AT THE VECCHIATO ART GALLERIES

SOTTO / BOTTOM: “BOUNDLESS” An autumn eve - There is joy too In loneliness , 2005, stampa lambda montata su alluminio Dbond / LAMBDA PRINT MOUNTED ON DBOND es.1/6, cm.150 x 100

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che a dispetto di quello che potrebbe sembrare da una lettura superficiale delle mie foto, non è mai stato fonte di ispirazione per me, dato l’approccio totalmente diverso dal mio che ha sia nella tipologia delle immagini che nel rapporto coi soggetti fotografati. Nel 2013 presso la Vecchiato Art Gallery esegue una performance di shibari, registrata in presa diretta, esaltando la parte performativa rispetto all’opera compiuta: cosa rivela il video e come cambia il suo approccio a questo differente mezzo

di espressione? Il video rivela solo la parte superficiale dell’Universo di emozioni e sensazioni che si cela dietro una sessione di shibari e rende all’osservatore un aspetto estetico legato al fluire dei movimenti, alla coreografia, ai suoni e alle luci che li accompagnano. L’approccio quindi è totalmente diverso, è una situazione meno intima che impone ritmi, tempi e tecniche completamente differenti da ciò che succede quando il gesto è finalizzato alla ricerca dell’immagine giusta, quella che in un solo frame rie-

sce a comunicare, quella che fa sentire la modella come protagonista assoluta di un’opera d’arte, quella che appaga il mio senso estetico e, spero, anche quello dei miei interlocutori. Quali sono i suoi prossimi progetti? Ultimamente ho appeso una modella ad un lampione in Piazza San Marco, un progetto a cui stavo dietro da un paio d’anni e che in questi giorni ha trovato vita, grazie ad una modella che ha avuto fiducia in me e ad uno staff di validi collaboratori. Ora mi prendo un attimo di pausa e poi vedremo: per ora intendo

rimanere nel “filone” dello shibari, che mi sta dando grandi soddisfazioni e nel quale credo di avere ancora molto da dire.

strong emotive involvements between the binder (nawashi) and who is bound. What is your approach with the model and her body in the spreading of her aesthetic? I always intended the woman body, in all its forms, as a piece of art, a living sculpture and I always tried to represent it as such. But I decided to associate a classic aesthetic to provocative and transgressive elements. I am not looking for a certain specific aesthetic standard, but, in the other hand, are the different temperamental, expressive, aesthetic traits of the models I work with to influence my emotional needs. Obviously the models in one way or in another, have to share this vision with their bodies, otherwise would be lacking the necessary empathy. In the photographic project Boundless you reverse the contemporary feminine ideal and you abandon the slender bodies of the fashion, binding women with forms of the Renaissance. It doesn’t exist a dominant aesthetic

standard preferring slender and tapered forms or the identification of beauty with leanness, but an absolute and primordial feminine dimension, an archetype of a fertile woman that come from genetic heritage of humanity since ancient time, witnessed Paleolithic Venuses, with the best example of the expression of the forms in the Venus of Willendorf. What are you role models and what are the standard you get inspired in the realization of your photos? The artists I got inspired during my photographic career, both in the commercial and the artistic field, are Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Albert Watson. I also followed very much the production of Araki, who I love as an artist, but I would have to say that, despite what it could seem like with a superficial interpretation of my photographs, he has never been a source of inspiration for me. In fact, he has a completely different approach both for the type of the images and for the relation with the subjects photographed.

In 2013, at the Vecchiato Art Gallery, you had a shibari performance, recorded live, highlighting the performative part instead of the artwork itself: what does the video reveal and how it changes your approach with this different way of expression? The video only shows the superficial part of the universe of emotions and sensations that is behind a shibari session and give the spectator an aesthetic aspect linked to the flowing of movements, the choreography, the sounds and the lights that accompany them. The approach is totally different. It is a less intimate situation that requires rhythms, timing and techniques completely different from what happens when the gesture is aimed at finding the perfect image, the one able to communicate with a single frame, to make the model feel the absolute protagonist of an artwork, to satisfy my aesthetic sense and, I hope, the one of my interlocutors.

What are your next projects? Lately, I hanged a model to a street light in San Marco square, a project I worked on for a couple of years and that in this days I realized, thanks to a model who trusted me and to an efficient staff. Now I take a break and then we’ll see: for now I want to stay in the field of the shibari that is giving me a lot of satisfaction and in which I believe I still have a lot to say.

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BILL BECKLEY

LA BELLEZZA TRASCENDENTE di / by Wendy M. Blazier Curatore esperto, Museo d’Arte di Boca Raton / Senior Curator, Boca Raton Museum of Art

“Ho deciso di diventare un artista all’età di cinque anni, dopo aver trovato una coppia di disegni a pastello di mio padre, uno del suo cane e un altro di un pappagallo, messi via in un mobiletto. Capii già allora che alcuni

oggetti della vita quotidiana sono più importanti di altri… Da quando ragazzo ho trovato quei disegni di mio padre, ho sempre saputo che l’arte trascende…”1

“I decided to become an artist when I was five, after I found a couple of my father’s pastel drawings, one of his dog and another of a parrot, stored away in a cabinet. I understood even then that some everyday objects of life

were more important than others…From the time I was a boy and found those drawings by my father, I have always known that art transcends…”

D

opo quasi mezzo secolo, la bellezza trascendente sta facendo un controverso ritorno sia nell’arte contemporanea sia come concetto nella teoria dell’arte contemporanea e nella critica. In modi diversi, la bellezza può essere vista nel lavoro di artisti eterogenei come Nicolas Poussin, Mark Rothko, Robert Mapplethorpe e Bill Beckley. E’ evidente nella forza vigorosa degli ultimi lavori di Beckley. Forse l’idea di bellezza è sempre stata al centro dell’estetica di Beckley. Mentre i suoi fotomontaggi “story” degli anni ’70 e ’80 comunicavano l’ironia che immagini

apparentemente benigne potessero rappresentare in realtà qualcosa di sinistro, e che la “verità” non può essere affidata a testo e immagine, la bellezza nei lavori di Beckley è sempre stata presente. Per quasi quarant’anni, Beckley ha sfidato il nostro giudizio sull’arte, su noi stessi e sul mondo. Accanto ai pionieri sperimentali degli anni ’70 quali Sol LeWitt e Bruce Nauman, il lavoro di Beckley si allontanò fin da subito dal perseguimento degli obiettivi più tradizionali dell’arte: bellezza visiva, abilità tecnica e l’espressione dell’io interiore

dell’artista. Beckley utilizzò una grande varietà di tecniche – fotografie, installazioni e performance – per attaccare le tradizioni nella produzione d’arte e la sterilità del minimalismo. Attratto dalla frugalità intellettuale delle astrazioni di Brice Marden e dal lavoro concettuale di Sol LeWitt, Beckley si lasciò profondamente ispirare anche dal lavoro di Mark Rothko e Barnett Newman. La sua opera Roses Are, Violets Are, Sugar Are (1974) raffigura l’uso iniziale da parte dell’artista degli steli dei fiori, riprodotti su campi di colore rosso, giallo e blu, ispirati alle

serie Who’s Afraid of Red, Yellow and Blue di Newman (1966-70). Gli steli dei fiori di Beckley appaiono come sottili linee verticali o “zip” come li chiamava Newman, su campiture solide di colori primari che definiscono la struttura spaziale delle fotografie, dividendo e unendo simultaneamente la composizione. Inoltre, le fotografie di Beckley intitolate Stations dal 2001 vengono identificate come un omaggio alle serie elegiache di dipinti in bianco e nero The Stations of the Cross (1958-66) di Newman.

Transcendent Beauty

Rothko, Robert Mapplethorpe and Bill Beckley. It is evident in full force in the latest works by Beckley. Perhaps the idea of beauty has always been at the center of Beckley’s aesthetics. While his photographic “story” montages of the 1970s and 80s communicated the irony that seemingly benign images may actually represent something sinister, and “truth” in text and image cannot be trusted, beauty in Beckley’s work was

always present.For nearly forty years, Beckley has challenged our understanding of art, ourselves, and the world. Alongside experimental pioneers in the 1970s such as Sol LeWitt and Bruce Nauman, Beckley’s works at first shifted away from the pursuit of art’s more traditional goals: visual beauty, technical facility, and the expression of the artist’s “inner self.” Beckley used a wide range of media – photographs, installations,

and performance – to assault artmaking traditions and the sterility of minimalism. Drawn to the intellectual spareness of Brice Marden’s abstractions and the work of conceptualist Sol LeWitt, Beckley also was deeply inspired by the work of Mark Rothko and Barnett Newman. Beckley’s Roses Are, Violets Are, Sugar Are (1974) depicts the artist’s first use of flower stems, here seen against fields of red, yellow, and

After almost a half century, transcendent beauty is making a controversial “return” both in contemporary art and as a concept in contemporary art theory and criticism. In very different ways, beauty can be seen in the work of artists as diverse as Nicolas Poussin, Mark 1

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Dervish 2 Qadiriyyah, 2007 Cibachrome photograph 77 x 48 inches

BILL BECKLEY in David Carrie, “The Child In The House”, in Pathways to a Self (Düsseldorf, Germany: Galerie Hans Mayer), 2008

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Dervish 4 Bayrami, 2008 Color photograph 16 3/8 x 10 1/4 inches

Gli ultimi anni ’70 e gli anni ’80 furono un periodo di transizione per Beckley. Il suo lavoro interrogava e al tempo stesso abbracciava l’intenso dialogo teoretico proprio del linguaggio postmoderno che univa installazioni, giochi concettuali, testi e appropriazioni dell’immaginario culturale generale. Negli anni ’80 e ’90 la fotografia concettuale di Beckley diventò sempre più diversificata e il suo linguaggio figurato si focalizzò sul modo in cui le immagini si fanno portatrici di significato. I lavori narrativi di Beckley integravano immagini e testo per enfatizzarne la molteplicità di significati e l’ambiguità così come la consapevolezza della loro natura costruita, molto simile al lavoro di altri colleghi artisti come Jeff Koons e Cindy Sherman.

Tuttavia, anche queste produzioni di carattere intellettuale avevano un equilibrio finito e un’eleganza formale. Sono stati quest’equilibrio ed eleganza a rendere l’arte di Beckley dell’ultimo decennio così convincente. Le sue fotografie di papaveri e calle perpetuano un’attenzione rigorosa alla linea, alla simmetria e al disegno, mentre la dimensione, la ripetizione seriale e il colore sono in continua sperimentazione. Il suo rigoglioso utilizzo del Cibachrome porta in primo piano immagini raffiguranti vasi di vetro e posacenere, indagando su colore e forma come puro stimolo visivo. Fotografate come campi di dettagli, le immagini smentiscono le loro umili origini e, invece, incoraggiano lo spettatore a riflettere sul concetto di bellezza, sul ruolo della bellezza

nella cultura e nella società e sulla sua presenza nell’arte contemporanea. Piuttosto che mere “belle immagini”, il grande formato delle fotografie su Cibachrome di Beckley raffiguranti fiori e recipienti di vetro sono il culmine di quattro decenni trascorsi nel fare arte sulle idee. Esse sono parte della storia dell’arte di Beckley – passi lungo una traiettoria che va da progetti concettuali e oggetti-testo a fotografie di oggetti che risuonano come segni di una grande ricchezza culturale, formando parte della storia dell’arte occidentale. La verticalità lineare degli steli e dei fiori di Beckley istituisce una tensione fra oggetto e vuoto e la loro ripetizione quando esposti in gruppi, deve molto all’influenza delle prime pitture nere di Frank Stella, con la loro applicazione

metodica di fasce e strisce dipinte. I fiori di Beckley nella serie del 2003 Whirling Dervish si offuscano come in una rotazione a rallentatore carica di ebbrezza, evocando lo stesso luccichio retinico dei riverberi visivi provocati dai vuoti e dalle strisce di Stella. Inoltre, nelle opere di Beckley, troviamo un riferimento anche ai dipinti di Barnett Newman e alle immense catmpiture di colore tagliate verticalmente con strisce vuote di tela grezza o con le sue “zip”. In questo viaggio di quarant’anni l’arte di Beckley ha esplorato la sintesi degli opposti: verità e finzione, razionalità ed intuizione, controllo e spontaneità, rappresentazione e realtà, permanente ed effimero. Le ultime fotografie combinano la purezza dell’esperienza visiva astratta con la primordiale esuberanza dei

blue, inspired by Newman’s Who’s Afraid of Red, Yellow and Blue series (1966–70). Beckley’s flower stems appear as thin vertical lines or “zips” as Newman called them, against solid fields of primary color defining the spatial structure of the photographs, while simultaneously dividing and uniting the composition. Furthermore, Beckley’s photographs titled Stations from 2001 are named in recognition of Newman’s elegiac series of black and white paintings The Stations of the Cross (1958–66). The late 1970s through the 1980s was a period of transition for Beckley. His work both questioned and embraced the intense theoretical dialogue of postmodernist

works which combined installation, conceptual games, self-conscious texts and appropriated imagery from the culture at large. In the 1980s and 90s, Beckley’s conceptual photography became increasingly diverse as his imagery called attention to the way images carry meaning. Beckley’s narrative works integrated images and text to emphasize their multiple meanings and ambiguity as well as an awareness of their constructed nature, much like the work of artist colleagues Jeff Koons and Cindy Sherman. But even these cerebral works had a finished balance and a formalist elegance. It is that balance and elegance that makes Beckley’s images from the last decade so compelling. His

photographs of poppies and calla lilies continue a rigorous attention to line, symmetry, and pattern, while they experiment with scale, serial repetition, and color. His lush Cibachrome close up images of glass vases and ashtrays investigate color and form as pure visual stimulation. Photographed as fields of detail, the images belie their humble sources, and instead, encourage the viewer to reflect on the concept of beauty, the roles of beauty in culture and society, and its presence in contemporary art. Rather than mere “pretty pictures,” Beckley’s large-format Cibachrome photographs of flowers and glass vessels are the culmination of four decades of making art about ideas. They are part

of Beckley’s art history – steps along a trajectory from conceptual projects and text-object works to photographs of objects which resonate as culturally- loaded signs. And they are part of Western art history. The linear verticality of Beckley’s stems and flowers set up a tension between object and void, and their repetition when hung in groups owes much to the influence of Frank Stella’s early Black Paintings with their methodical application of painted bands and stripes. Beckley’s flowers in the 2003 seriesWhirling Dervish blur as they spin in intoxicated slow motion evoking the same retinal shimmer as the visual reverberations of Stella’s stripes and voids. Furthermore, Barnett Newman’s

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colori saturi. Per tutta la loro bellezza sensuale – sia che si tratti di fragili fiori sia di potenti turbinii di vetro ribollente – queste opere offrono allo spettatore molto più che soddisfazione visiva. Spetta all’osservatore trovarne i riferimenti ed avviare tali connessioni. I papaveri di Beckley, squisiti ed attenuati nel loro sollevare baccelli di oppio sono immagini belle, ma

anche di decadenza, accattivanti e dolci, inebrianti e pericolose. Sono i papaveri da oppio dell’Afghanistan, fonte di finanziamento per i Talebani e Al-Quaeda, i papaveri da eroina che alimentano la grande jihad contro l’Occidente e gli Stati Uniti. Le ultime immagini di Beckley – fotografie luminose e su larga scala di oggetti di vetro come vasi e posacenere –

trascinano lo spettatore in un vorticoso ed allucinatorio turbine di colori saturi, uno stato di romanticismo, decadenza ed indulgenza. La pericolosa bellezza delle calle e dei papaveri da oppio si è guastata, sparsa in pozzanghere di esperienza sensuale. Con il loro uso ricco di colori che sembrano gioielli, movimento e incantevoli disegni, questi lavori comunicano la

sostanza ed il potere associativo del colore. Catturano la nostra immaginazione con la loro complessità visiva e il loro contenuto enigmatico, con titoli come “Baby Bear”, “Empty Spot” e “The Adorable Blue Bottle Behind”. Sia per lo spettatore sia per l’artista essi rappresentano una modalità visiva nuova.

paintings of immense color fields cut vertically through with voided stripes of unprimed canvas or his “zips” are also referenced in Beckley’s works. Throughout this forty-year journey, Beckley’s art has explored the synthesis of opposites: truth and fiction, rational and intuitive, controlled and spontaneous, represented and real, permanent and ephemeral. The latest photographs combine the purity of abstract visual experience with the primal exuberance of

saturated color. For all their sultry beauty – whether fragile flowers or powerful swirls of bubbly glass – these artworks offer the viewer more than meets the eye. It is up to the viewer to find those references and make those connections. Beckley’s exquisite, attenuated poppies, lifting their seedpods of opium, are beautiful images, but they are also images of decadence, captivatingly sweet, heady and dangerous. These are the opium poppies of Afghanistan which

fund the Taliban and Al-Qaeda. And these are the heroin poppies that fuel the great jihad against the Western world and the United States. Beckley’s latest images – luminous, large-scale, photographs of glass objects like vases and ashtrays – take the viewer into a hallucinatory, swirlingmaelstromof saturated color, a state of romanticism, decadence and indulgence. The dangerous beauty of Beckley’s calla lilies and opium poppies has gone to

seed, scattered into pools of sensual experience. With their rich use of jewellike color, movement and ravishing patterns, these works communicate the substance and associative power of color. They capture our imagination with their visual complexity, as well as their enigmatic content, with titles such as “Baby Bear,” “Empty Spots,” and “The Adorable Blue Bottle Behind.” For both the viewer and artist, they are a new way of seeing.

Bill Beckley was born in 1946, and went to graduate school at the Tyler School of Art, Temple University, Philadelphia. Two professors were particularly influential to him – Stephen Greene and Italo Scanga. Color field painter Stephen Greene introduced him to Frank Stella and the dominant influence of minimalism in the late 1960s and 70s. As a graduate student, his professor Italo Scanga (teacher of Bruce Nauman) was a great influence on Beckley’s thinking, and through Scanga, Beckley became friends with Bruce Nauman and Sol LeWitt. Beckley has exhibited extensively in America

and Europe since 1970. His works are in the collections of the Museum of Modern Art, the Whitney Museum, and the Guggenheim Museum in New York; the Museum of Fine Arts in Boston; and the Sammlung Hoffmann Museum in Berlin. He teaches semiotics, literature, and film at the School of Visual Arts in New York and is the editor for the Aesthetics Today series, a series of books on contemporary issues in aesthetics, published by Allworth Press and The School of Visual Arts, New York City.

Oscar, 2010 Cibachrome photograph 77 x 48 inches

Noyvous 6, 2013 Cibachrome photograph 77 x 100 inches

B

ill Beckley nasce nel 1946 e frequenta l’accademia d’arte alla Tyler School of Art, Università di Temple, Philadelphia. Due professori esercitano una particolare influenza su di lui – Stephen Greene e Italo Scanga. Pittore del color field Stephen Greene lo presentò a Frank Stella, inserendolo nell’influenza dominante del minimalismo degli ultimi anni Sessanta e Settanta. Durante la sua carriera accademica, il suo professore Italo Scanga (docente anche di Bruce Nauman) esercitò una grande influenza sul pensiero di Beckley e attraverso Scanga, Beckley fece la conoscenza

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di Bruce Nauman e Sol LeWitt. Beckley ha esposto ampiamete in America e in Europa dal 1970. Le sue opere si trovano nelle collezioni del Museum of Modern Art, il Whitney Museum e il Guggenheim Museum di New York, il Museo di Belle Arti di Boston, e il Museo Hoffmann Sammlung di Berlino. E’ docente di semiotica, di letteratura e di cinema presso la School of Visual Arts di New York ed è editore della la serie Aesthetics Today, una serie di libri su tematiche contemporanee dell’estetica, pubblicata da Allworth Press e The School of Visual Arts di New York.


G L A S S T R E S S LONDON a selection from Glasstress White Light | White Heat

open project by Adriano Berengo curated by Adriano Berengo & James Putnam 26 / 11. 2013 − 28 / 02. 2014 LCF-London College of Fashion 20 John Prince's Street London 2 / 12. 2013 − 28 / 02. 2014 The Wallace Collection Hertford House, Manchester Square London Jaume Plensa Rui Rui's Frozen Dream 2013 (white glass)


Punto sul punto

Punto sul Punto di / by Milena Milani

RENATO MISSAGLIA, CUOCHI E CANI “Ma quanti ne hai avuti?” chiedo all’amico pittore Renato Missaglia. Intendo dire di cani. Lui fa, con le dita, una specie di conto, uno, due, tre, quattro, forse di più, forse di meno, insomma sono sei o sette, oppure dieci? Un allevamento, una squadra, tipo quella del famoso film con gli animali che ne combinavano di tutti i colori, sono bianchi e neri con macchie regolari ovunque, e odio per la cattiva strega padrona. Il pittore Missaglia di Carpi, in provincia di Brescia, conosciuto in Italia e all’estero, per la sua arte che unisce il Web allo schermo colorato e dipinto, soprattutto nei ritratti quasi figurativi, non fa che viaggiare. “Come ti comporti con i cani? Tiri a sorte i loro nomi oppure con uno a turno?”. gli chiedo. “Mia figlia Gaia mi aiuta negli spostamenti. Lei più di due o tre non può seguirne, così facciamo viaggi di lavoro brevi e gli animali si accontentano. “Raccontami di quando lavori, chi ti tiene compagnia?”. “Il più parlante, una femmina 154

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razza setter, chiamata Diva perché si da arie, è smorfiosa ma mi adora”. “Chi è il più geloso?”. “Certamente Bruto, uno schnauzer incrocio con una bastardina. “Hanno avuto una cucciolata?”. “Cinque piccoli”. “Dati in adozione?”. “Meno uno, maschio, che sta con noi e si chiama Hitler”. “Come mai?”. “Perché è cattivo, perseguita tutti, morde, ulula”. “Non l’hai educato?”. “Figurati, gli suonavo pure il violino”. “E allora?”. “Hitler è peggio del dittatore dal quale ha preso il nome!”. Eccolo che arriva a salti ma imbronciato, diamine, sembra un demonio, soffia contro di me, non mi vuole assolutamente. Con prudenza mi defilo dalla sua vista, dietro il pianoforte, ma Hitler mi scova subito e mi mostra i denti aguzzi. Rido ma ho paura, domando: ”il tuo Hitler teme per i suoi privilegi?”. “Forse” risponde l’artista. Andiamo nel suo studio dove Serafina, anziana, incrocio con un cane delle nevi, sta raggomitolata nella sua cuccia. Muove la coda, sbadiglia, si lascia accarezzare. È un enorme batuffolo grigiastro, con una zampa più scura. “Perché” chiedo a Missaglia, “tu che vai sempre a Monte-Carlo, non fai una mostra dedicata ai cinofili del Principato?”. “Bell’idea” dice, “la proporrò a Royal Monaco, diretto da Mattera, con Ljuba Rizzoli, codirettore, dove scrivi anche tu”. Detto fatto il pittore prende il suo computer, schiaccia tasti qua e là, mi informa: “Vedi questo bottone? Prova a toccarlo delicatamente e vedrai!”. Ci provo e per miracolo ecco Hitler tra i colori sfocati, con il suo muso di belvetta. “Schiaccia ancora” comanda Missaglia. Gli obbedisco, intimorita. Vengono fuori tutti i cani, uno qui, uno là, gli occhi spalancati, le lingue penzoloni, con la saliva che gocciola. “Hanno fame” grida Missaglia. “Adesso ti faccio vedere i cuochi dei cani, le mie bestie sentono il cibo in arrivo, vedrai tra poco una bella scena, il pasto collettivo con Hitler che comanda e Bruto che gli morde la coda!”.


ALBA GONZALES

Lungo il Tevere... Roma Giugno / Agosto 2013

Alba Gonzales vive e lavora a Pietrasante e Roma, Nel 1975 inaugura la sua prima mostra personale. Sino al 1985 ha privilegiato la dialettica della scultura con figurazioni antropomorfiche che sondano in maniera originale il senso del mito arcaico e del meccanicismo moderno. Dal 1986 è il tema “Amori e Miti” che, tuttora in devenire, si arricchisce di nuove, importanti opere. Contemporanemente un altro tema sollecita la risposta scultorea di Alba Gonzales alla condizione esistenziale, “Sfingi e Chimere” ovvero la bestia che è dentro di noi, in una drammatizzazione e teatralizzazione della forma di figurazione con forti componenti erotico-oniriche. Ha esposto in numerosissime occasioni sia in Italia sia all’estero, in personali all’aperto a Roma (Via Veneto, Piazza di San Lorenzo in Lucina, via del Babuino), Fregene, Pietrasanta, Cortina d’Ampezzo, San Quirico D’Orcia, Iesolo Lido, Vittorio Veneto, Marina di Pietrasanta (Piazza del Duomo e Pianeta Azzurro Versilia), Carrara (Palazzo dell’Autorità Portuale). Nel 2011 è invitata da Vittorio Sgarbi al Padiglione Italia della 54. Biennale di Venezia (a Roma Palazzo Venezia). Nel 2012 l’Associazione “Amici di via Giulia”, la invitano ad esporre lungo la storica via in occasione del “Premio Via Giulia” e presso l’Oratorio del Gonfalone. 2013: a Pietrasanta, presso il Chiostro di S.Agostino, per “Scultura Donna”; a Forte dei Marmi, presso il Museo Guidi e l’Hotel Logos con “Indagine su Emozioni al femminile” di E. Frediani; a Roma, presso la sede della Banca d’Italia, tra “15 artisti di due generazioni” a cura della galleria d’arte Tartaglia e del Prof. G. Di Genova; alla biennale di Spoleto International Art Fair la personale “Psycomiti” a cura del Prof G. Puntelli. A Roma, “Lungo il Tevere - Le mitiche Creature di Alba Gonzales (dal Ponte Garibaldi). Pietrasanta (LU) Galleria Pianeta Azzurro Versilia con Italian Art Collection. Gubbio Biennale “Festival Art” a cura di Gilberto Madioni “Scultori in Città”. Alba Gonzales e Andrea Roggi. Milano “8 Maestri a confronto”, Museo d’Arte e Scienza. Nella sala conferenze dell’Autorità Portuale a Marina di Carrara il primo di Settembre 2013 le sarà assegnato il prestigioso premio “La Lizza d’Oro”. www.albagonzales.it - albagonzales@albagonzales.it


it's liquid international contest

IT’S LIQUID

INTERNATIONAL CONTEST

di / by Marco Rossi Lo studio di architettura Luca Curci architects ha concepito ed elaborato “Organic City”: un progetto che, basandosi sulle peculiarità delle città “organiche”, mira ad ergersi come punto focale dello skyline degli Emirati Arabi. Questi nuovi “aggregati organici” si configurano come veri e propri complessi urbani costituiti da zone residenziali, distretti economici, negozi, aree benessere e siti culturali. Lo scopo del progetto è quello di creare aggregazioni di edifici-città dove sarà possibile lavorare, incontrarsi, creare cultura e vivere. Il progetto si è sviluppato partendo dallo studio concettuale dei simboli e dei significati attribuiti agli elementi naturali. Il complesso costruttivo si ar-

ticola in due gruppi: i “palazzi organici” sulla terra ferma e le “lune” sul mare. Entrambi i gruppi sono connessi ed uniti fra loro attraverso strade, parchi, piste ciclabili e pedonali. I “palazzi organici” hanno una forma concepita per integrarsi perfettamente al paesaggio e alle condizioni ambientali del deserto, e sono state ideate prendendo spunto dalle forme che in natura abitano e sono in grado di sopravvivere in quelle determinate condizioni ambientali. I “palazzi organici” saranno l’evoluzione delle metropoli contemporanee. Consentiranno nuovamente di sviluppare le connessioni ed i rapporti tra gli esseri umani attraverso migliaia di luoghi comuni e di aggregazione che abbatte-

ORG ANIC CITY Luca Curci architects studio has designed a landmark for the United Arab Emirates skyline with an innovative project based on the concept of “Organic City”. The organic buildings become part of the new megalopolis, merging and mixing residential elements with business divisions, shopping life with wellness areas, cultural places with social life. The aim is to create a common place where people can live, meet, learn, work, socialize and create new mixing cultures. The project has been developed starting from a conceptual point, studying the symbols and meanings of each element. The moons

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on the sea represents the Arab world. The total floor area will host more than 150.000 habitants, with 50% of the lot area dedicated to green and connections, open areas, common grounds, places. More than 800.000 square meters dedicated to hotels, spa, wellness areas, 6.300.000 square meters to shopping malls, galleries, museums, 4.500.000 square meters to offices and other social services. The tallest building will reach 470 meters while the second and third of the first group on the ground will successively descend in height. The tallest “moon” on the sea will reach 190 meters while the second

ranno il potere alienante delle metropoli del XX e XXI secolo. Le lune nel mare si dividono in 3 tipologie: le più piccole sono concepite come residenze con accesso alle spiagge e zona di atterraggio privati, le strutture a luna di media dimensione ospitano hotel raggiungibili via terra, mare e aria, mentre le lune più grandi sono costituite da hotel, residence e abitazioni private. L’intera area calpestabile dei palazzi potrà ospitare più di 150.000 abitanti, con il 50% degli spazi dedicato alle aree verdi e di incontro. Più di 800.000 metri quadrati adibiti a spa, hotel e aree benessere; 6.300.000 metri quadrati di aree shopping, gallerie, musei; 4.500.000 metri quadrati adibiti

ad uffici e servizi. Il palazzo più alto raggiungerà i 470 metri, mentre il secondo e terzo agglomerato saranno proporzionalmente più bassi. La luna nel mare più alta raggiungerà i 190 metri, mentre la seconda sarà di 115 metri e la terza di 90 metri.

115 meters and the third 90 meters.The project is organized in 2 groups: organic buildings on the earth, and “moons” on the sea. All of them are connected and linked each other with roads, parks, and running streets. The aggregations on the ground are futuristic and have organic shapes. The waves on the sea are divided into 3 kinds: the smaller are private residences with a private approach from the sea and from the air. The middle “moons” are hotels that can be reached by the sea, the road and the air. The biggest “moons” are residences, hotels and private apartments. The aggregations of buildings near the sea have shapes conceived to live on desert ground, because they can be realized on

it. They exist to be the future and evolution of contemporary metropolis. This kind of structures will develop again the connections between humans, during everyday life, with thousand of common places that will aggregate crowds, to win the alienation of XX and XXI century cities.

Team Studio: Luca Curci architects Architetto: Arch. Luca Curci Collaboratori: Designer Wafa Chawachi, Arch. Andrea Colangiuli Coordinatore progetto: Trabelsi Abdelouahab Maggiori info: lucacurci@lucacurci.com www.lucacurci.com/architecture

Team Studio: Luca Curci architects Architect: Arch. Luca Curci Collaborators: Designer Wafa Chawachi, Arch. Andrea Colangiuli Project Coordinator: Trabelsi Abdelouahab More info: lucacurci@lucacurci.com www.lucacurci.com/architecture


CONTINI G A L L E R I A D ’ A RT E

MIKHAIL BARYSHNIKOV

DANCE THIS WAY

UNTITLED #30, 2012, STAMPA A PIGMENTI ARCHIVAL, ED 1/3, CM 106,5X115,5X5,08

27 MAGGIO - 30 OTTOBRE 2013 San Marco 2288 - Calle Larga XXII Marzo - Venezia

aperto tutti i giorni/open daily: 10:30 a.m. - 7:30 p.m. tel. +39 041 5230357 - www.continiarte.com - galleriavenezia2@continiarte.com

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appuntamenti appointments

CORTINA: APERITIVI CON L’AUTORE di / by Ferruccio Gard

Santino Galbiati (a destra) con il giornalista e scrittore Paolo Guzzanti Santino Galbiati (right) with the journalist and writer Paolo Guzzanti

Cortina: cocktails with the author

A DESTRA / RIGHT Grand Hotel Savoia, Hall LEFT: Grand Hotel Savoia, Hall

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N

on siamo troppo materialisti e non lasciamoci fuorviare. Si possono sì centellinare un prosecchino e gustare un delizioso tramezzino, ma il successo degli “Aperitivi con l’autore” è dato dal fatto che è possibile conoscere e scambiare qualche opinione direttamente con personaggi solitamente inavvicinabili. E quanto i protagonisti sono famosi giornalisti e scrittori gli argomenti, fra cultura e politica, sicuramente non mancano. La presentazione di libri nell’ambito dell’”Aperitivo con l’autore” è tornata anche quest’anno al Grand Hotel Savoia (GHS) di Cortina, con un programma ancora più ricco e qualificato dei precedenti. I risultati di mesi di lavoro sono stati più che soddisfacenti, ha commentato il patron del Savoia Santino Galbiati, e siamo quindi “particolarmente lieti di ospitare anche quest’anno i tradizionali incontri con la cultura a Cortina, come l’ormai immancabile “Aperitivo con l’autore” a cura di Luciano Lucarini, che questa estate vedrà tra i suoi protagonisti il famoso

giornalista Antonio Caprarica, o gli appuntamenti pomeridiani curati da Ennio Rossignoli e Renato Barilli, collaboratori storici del GHS così come Massimo Deyla, con le sue pièce teatrali”. L’appuntamento con autori ed aperitivi è alle 11. Il turno di Caprarica sarà il 20 agosto con la presentazione del suo ultimo libro “Ci vorrebbe una Thatcher”. Il programma pomeridiano prevede altre presentazioni di libri (romanzi, poesie e saggi), con letture di brani da parte di noti attori, da Milena Vukotic a Silvana Strocchi. Il 17 agosto ci sarà addirittura una rappresentazione teatrale, “Gioie e tormenti di Monna Lisa”, a cura di Massimo Deyla. E visto che siamo nell’ambito dell’arte, il 22 agosto sarà di scena Tiziano, con Giovanna Coletti e Augusto Gentili che parleranno del “Crudele arbitrio degli dei: le poesie mitologiche di Tiziano”. Ma non è tutto, anzi, ci annunzia un sorridente Santino Galbiati. Perché, sottolinea, “accanto alla tradizione, l’estate 2013 porta con sè anche tan-

The presentation of books during the events “Aperitivi con l’Autore” (Cocktails with the author) is back this year at the GrandHotel Savoia (GHS) in Cortina. A even more generous program will be held: mr. Santino Galbiati, patron of GHS has commented: “we are very proud of several months of hard work and very happy to host, also this year, the traditional appointments with culture here in Cortina such Aperitivi con l’Autore, by Luciano Lucarini. This summer, just to name a few protagonists, we will have the famous journalist Antonio Caprarica, Ennio Rossignoli and Renato Barilli, historic collaborator of GHS, who will entertain us during their afternoon appointments and Massimo Deyla, with his theatrical pieces”. The appointment time with authors and aperitifs is at 11. Caprarica will present his last book “Ci vorrebbe una Tatcher” (wishing a Tatcher) on

August 20th. About the afternoon, more presentations of books ( novels, poems, essays) are scheduled and famous actors and actress such Milena Vukotic and Silvana Strocchi will read some excerpts of the works. On August 17th a theatrical exhibition will take place: “Gioie e tormenti di Monna Lisa” (Monna Lisa’s joys and afflictions), director Massimo Deyla. Talking about arts, on august 22nd Giovanna Coletti and Augusto Gentili will discuss about Tiziano with their “Il crudele arbitrio degli dei: le poesie mitologiche di Tiziano” (The cruel arbitrariness of gods: Tiziano’s mythological poems). “But that’s not all!” says with a beatiful smily face Mr. Santino Galbiati. “Together with the tradition, summer 2013 brings a lot of new things I’m very proud of: on August 19th our Chef will participate at ColorTaste - La cucina si fa Arte- (kitchen becomes Art) and on August 18th and

te novità, di cui vado particolarmente fiero: la partecipazione del nostro chef a ColorTaste “La cucina si fa arte”, il 19 agosto e due appuntamenti della rassegna You Cortina che il GHS ospiterà nelle sue sale, il 18 e il 23 agosto, per affrontare i temi Design e Cultura e una bellissima collaborazione con Campomarzio70, grazie a cui il GHS ospiterà una interessante esposizione dell’artista Jordi Mollà, dal 24 agosto”. Fra gli ospiti degli appuntamenti del 18 e 23 agosto il presidente della Fondazione Altagamma, Andrea Illy, il filosofo Massimo Donà, il direttore del Teatro Stabile del Veneto Alessandro Gassman e il curatore di grandi mostre d’arte Marco Goldin.

23rd the GHS will host two days of the symposium You Cortina to discuss about Design and Culture. Furthermore, starting August 24rd, GHS, in collaboration with Campomarzio70, will host a interesting exhibition of artworks by Jordi Mollà”. On August 18th and 23rd, Andrea Illy, president of the Fondazione Altagamma, Massimo Donà, philosopher, Alessandro Gassman, Director of Teatro Stabile del Veneto and Marco Goldin, curator of important art exhibition will be present.


LINEA MURANO ART Group Linea Murano Art was first established in 1980. Since inception,

the company was managed by Foccardi Luigi; this continued up until 2005 when his son, Nicola, assumed control. .

In the last 6 years, the company has been transformed from what was effectively just a commercial store into one of the most important Glass Galleries in Italy. In 2006, the gallery expanded to create a new area to give guests the ability to appreciate best pieces of the most important Murano Glass Artists. . For more than 30 years , Linea Murano Art has searched out the finest quality of Murano Glass products to offer their clients.

In 2008, the company became the exclusive importer f o r A m m o l i t e J e w e l s, a n e w G e m S t o n e obtained from 75 million-year-old fossils. At the same time, the company decided to produce a collection of Art Pieces inspired by the multicolored Gem Stones. All pieces were designed and made by the famous glass artist, Afro Celotto.

info@lineamuranoart.com Fondamenta Manin 1 Murano - Venice

Telephone: +39 041 736845


mostre ed eventi exhibitions and events

AGENDARTS

a cura della redazione / by the editorial staff Porgere l'altra guancia serve solo a prenderle meglio. Cristian Contini

bre. L’artista milanese propone, su tele di grandi dimensioni, una ricerca visionaria sulle città abbandonate, “città morte per l’uomo, eppure sopravvissute, come rovine popolate da vita nuova, vegetale e animale”.

Al ritmo di quasi un appuntamento al giorno, anche in questa estate appare in ulteriore crescendo a Cortina “Una montagna di libri”: dal 17 luglio al 18 settembre in cartellone ben 45 eventi, con l’intervento di 80 ospiti. L’iniziativa, giunta all’VIII edizione, si svolge in varie sedi, dal Palazzo delle Poste all’Alexander Girardi Hall. Il programma prevede la presentazioni di libri e dibattiti, con l’intervento di alcune delle figure di maggior rilievo della cultura, della letteratura e del giornalismo italiano, ma non solo, da Paolo Mieli e Marc Augé a Mauro Corona e Bruno Vespa.

Quanti pittori sono stati ispirati dalle Dolomiti? Sicuramente parecchie centinaia, forse migliaia. Una bella selezione di quadri sul tema “Le Dolomiti nella pittura del Novecento” è allestita, sino al 29 settembre, all’Alexander Hall di Cortina d’Ampezzo e alle Scuole Elementari di San Vito di Cadore. L’iniziativa è degli Assessorati alla cultura dei due Comuni cadorini e di quello di Belluno.

Volete una versione estiva del Dolomiti Superki, il carosello sciistico più esteso al mondo con un solo skipass? 160

estate • summer 2013

Eccovi il Dolomiti Supersummer, una card che consente l’accesso a 90 impianti di risalita in undici aree dolomitiche delle province di Bolzano, Trento e Belluno. Un paradiso per amanti di arrampicate, escursioni a piedi o in bicicletta, trekking sulle alte vie, ma anche facili passeggiate fra panorami stupendi. L’iniziativa sarà valida sino a settembre.

Sono esposte sino al 25 agosto, 58 opere fotografiche di grande formato e 23 fra quadri, sculture ed opere di design. Una ventina gli artisti, alcuni dei quali fra i più noti del panorama nazionale. La mostra è organizzata dagli Assessorati comunali alla cultura di Ferrara e Sovramonte, in collaborazione con la galleria De Faveri di Feltre. Curatori Roberto Roda ed Emiliano Rinaldi.

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DC sta per Dolomiti Contemporanee ed organizza tutta una serie di mostre a Casso, vicino a Longarone. La scuola elementare, chiusa dopo la tragedia del Vajont (1963), è stata trasformata in Nuovo Spazio di Casso, centro di arte contemporanea dotato anche di residenze per artisti. Numerosi gli appuntamenti, a incominciare dalla mostra La Cura dello Sguardo, al Museo Paleontologico Rinaldo Zardini, a Cortina, in collaborazione con il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi e la partecipazione di giovani artisti, alcuni dei quali segnalati dalla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Altri progetti artistici al Castello di Andraz e al Rifugio Brigata Alpina Cadore, all’Alpe del Nevegal.

“Ai margini della realtà”, esercizi di arte contemporanea liberamente ispirati al film Blow Up di Michelangelo Antonioni. Si tratta di una mostra singolare e di ottimo livello che, dopo il successo alla Casa dell’Ariosto, a Ferrara, è ora aperta al Lab 610CL, spazio per l’arte contemporanea a Servo di Sovramonte (BL).

comizio di quartiere, 1975

Renato Guttuso è considerato il maggiore esponente del realismo in pittura e fra i massimi protagonisti dell’arte italiana del secondo dopoguerra. Ed è selezionatissima la mostra che l’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta gli dedica nel Museo Archeologico regionale di Aosta. Il curatore Flaminio Gualdoni ha scelto, con l’aiuto di Franco Calarota, una cinquantina di opere primarie del Maestro, come il drammatico quadro del 1954 Partigiana assassinata e l’epico Comizio di quartiere del 1975. “Renato Guttuso. Il realismo e l’attualità dell’immagine” sarà visitabile sino al 22 settembre. Dopo 10 anni dedicati alla sperimentazione di nuove tecniche e materiali tra scultura e installazione, Velasco Vitali è tornato alla pittura con la mostra “Foresta rossa". 416 città fantasma nel mondo”, aperta alla Triennale di Milano sino al 1 settem-

Due grandi mostre sul paesaggio nel Canton Ticino: nel Museo d’arte di Mendrisio il 22 settembre verrà inaugurata un’ampia retrospettiva dedicata ai paesaggi di Carlo Carrà. Molti i capolavori in arrivo, a incominciare dal fondamentale Pino sul mare del 1921. La mostra, curata da Elena Pontiggia e Simone Soldini, rimarrà aperta sino al 19 gennaio 2014. La seconda mostra, “Un mondo in trasformazione. "L’Ottocento tra poesia rurale e realtà urbana” è in programma alla Pinacoteca cantonale Giovanni Zust di Rancate (Mendrisio). Dal 13 ottobre al 12 gennaio 2014 saranno esposti una novantina di quadri realizzati dai più noti pittori lombardi e ticinesi dal 1830 al 1915. pino sul mare, 1921

Due gli obiettivi della mostra: Immagine e persuasione. "Capolavori del Seicento dalle Chiese di Ferrara colpite dal terremoto”. Da un lato si vuole rivalutare il Seicento ferrarese, a torto considerato “minore”, ma si vuole anche riproporre il problema del restauro delle chiese


MASSIMO CAMPIGLI "Donna sul balcone" 1931 - Olio su tela cm 92x73

CAMPIGLI

Catalogo ragionato dell’opera di Massimo Campigli disponibile da ottobre 2013 presso la Galleria Tega forthcoming October 2013 available at Galleria Tega

Via Senato 20 - Milano 20121 Italia Tel. +39 02 76006473 Fax +39 02 799707 Cel. +39 3487421417 www.galleriatega.it info@galleriatega.it


mostre ed eventi exhibitions and events

danneggiate dal sisma del 2012. Molti dei quadri in mostra a Palazzo Trotti-Costabili (dal 14 settembre al 6 gennaio 2014) provengono da chiese tuttora inagibili. Oltre a vari pittori ferraresi, da Carlo Bonomi a Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, ci saranno quadri di artisti illustri che operarono anche nella città estense quali Ludovico Carracci e il Guercino.

a cura della redazione / by the editorial staff

un' opera di Leonardo da vinci

Carlo Bononi, Pietà, 1622-24, dettaglio

In contemporanea il Seicento anche a Palazzo dei Diamanti, dove ci sarà una grande mostra dedicata a Francisco de Zurbaràn che fu, insieme a Velàsquez e Murillo, tra i protagonisti del Siglo de oro della pittura spagnola. La mostra, curata da Ignacio Cano, è organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con il Centre Fine Arts di Bruxelles. De Zurbaràn è considerato uno dei massimi interpreti dell’arte barocca e della religiosità controriformista.

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estate • summer 2013

Leonardo da Vinci. L'uomo universale. Gallerie dell'Accademia 28 agosto-1 dicembre 2013 Una mostra che si può ammirare una sola volta in una generazione; si sviluppa attorno all'eccezionale nucleo di venticinque fogli autografi del Maestro di Vinci, conservato nella raccolta veneziana dal 1822. Tra essi il celeberrimo studio di proporzioni umane, noto come Uomo Vitruviano, superba compenetrazione tra arte e scienza. A loro integrazione ed approfondimento, vengono affiancati altri ventisette preziosi fogli, prestati da musei italiani quali la Biblioteca Reale di Torino, gli Uffizi di Firenze, la Pinacoteca di Brera, la Galleria Nazionale di Parma, ed internazionali, come il Musée du Louvre, l’Ashmolean Museum, il British Museum, nonché dalle maggiori collezioni straniere

come la Royal Collection Trust di Windsor Castle. L’ampia rassegna di straordinarie prove grafiche di Leonardo è ampliata, inoltre, da una decina di volumi originali a stampa, a documentazione delle fonti storiche del sapere leonardiano e da una sezione dedicata agli allievi che tanto hanno contribuito al diffondersi della sua opera e alla conoscenza del suo pensiero, apportando un contributo fondamentale alla creazione, fin dal XVI secolo, del mito di Leonardo

CIAO MILENA, CON TANTO AFFETTO Cristian Contini e Ferruccio Gard

S

e ne è andata per sempre, ma rimarrà per sempre nel nostri cuori e nei nostri ricordi Milena Milani. Con commozione, l’editore Cristian Contini ed io la ricordiamo come il più brillante, competente ed arguto fra i collaboratori di ArtStyle, i suoi articoli sui grandi artisti del passato erano unici, deliziosi, simpaticissimi ed anche incredibilmente spiritosi e divertenti. Ed erano anche un modo per non dimenticarla a Cortina, cosa che forse hanno fatto in troppi e troppo presto, quella Cortina che tanto amava e della cui vita artistica e culturale era stata, sino a dieci anni fa, una delle assolute protagoniste. La sua fama è legata al romanzo “Scandalo” per quei tempi "Una ragazzo di nome Giulio" (1964), ma Milena è stata anche una bravissima pittrice e fu fra i primi artisti ad aderire allo spaziali-

alla cui diffusione hanno contribuito anche le incisioni, fondamentale strumento grafico di documentazione e divulgazione, esposte in una mirata selezione.

Segnaliamo la mostra personale "Visioni" di Amanda Lear, nel cuore di Milano fino al 24 agosto, presso la storica "Milano Art Gallery" in via Alessi 11.

smo, su invito dello stesso Lucio Fontana. Fu anche mecenate. Alcuni anni fa ha donato importanti opere della sua collezione alla Pinacoteca della natia Savona. Ha inoltre contribuito alla nascita di una Fondazione per studiare Maestri quali Picasso, Fontana e Capogrossi. La sua vita era gioia di vivere e tanta voglia di fare. Quando aveva già ampiamente superato gli ottant’anni, non era raro vederla scatenarsi in un ballo con agilità da ventenne, su un prato, in occasione di una festa in un rifugio a Cortina. Mai arrendersi, andare sempre avanti, diceva. Questa era la cara, adorabile, grande Milena Milani. Le tue ceneri ora riposano ad Albissola, in Liguria, dove hai trascorso gli ultimi anni. Di te saranno apprezzati, per sempre, i libri, gli articoli, i quadri, ma rimarranno indimenticabili anche la tua generosità, la tua simpatia, il tuo sorriso, la tua verve, la tua sottile ironia. Ciao, Milena, con tanta stima ed affetto.




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