Puntobresciano Ottobre/Novembre 2017

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SOMMARIO MECCANICA E TERZISTI Export record a Brescia Vendite per 4,1 miliardi 4 Confcommercio Resta la fragilità dei consumi, recupero ancora lento 6 Industria 4.0 - Che cos’è e quanti lavori può creare 10 Lavori che scompaiono - Professionalità che si creano 15 Veneto: altro bando da 6 milioni Per l’efficientamento energetico delle PMI 16 Impresa 4.0 - Come cambia il superammortamento 23 Infortui con prognosi di almeno 1 giorno… Scatta l’obbligo di comunicazione all’Inail 29 L’Italia crede nella Green economy, oltre 3.500 brevetti tricolore registrati in Europa in 10 anni 30 Il Franchising è il sogno nel cassetto per 3 italiani su 10. Commercio e food i settori più ambiti 32 Il Nord-Ovest riduce la sua spinta all’innovazione ma resta leader 33 Con la crisi gli investimenti pubblici sono crollati del 35% 34 La corruzione in Italia - Il punto di vista delle famiglie 41

SPECIALE COPERTURE PUNTOBRESCIANO

n. 6 Ottobre/Novembre 2017 - Anno XV Mensile di informazioni bresciane Aut. del Tribunale di Brescia N° 8/2003 - 24/02/2003 DIRETTORE RESPONSABILE Gianmario Baroni EDITRICE | REDAZIONE AMMINISTRAZIONE | PUBBLICITÀ Editrend - Via Fura, 48 - Brescia Tel. 030 3534392 - Fax 030 5234013 FOTOCOMPOSIZIONE e VIDEOIMPAGINAZIONE Editrend Grafica - Via Fura, 48 - Brescia Tel. 030 3534392 - Fax 030 5234013 STAMPA Pixartprinting L’Editore declina ogni responsabilità in ordine ad eventuali errori di stampa e o disguidi di altro genere relativi agli spazi pubblicati. È vietata la riproduzione totale o parziale di foto, marchi e testi, tutti i diritti sono riservati. Periodico mensile a diffusione gratuita in Brescia e Provincia.

Detrazioni fiscali 2017 - Smaltimento amianto Bonus rimozione amianto 2017 Scopriamo cos’è e come funziona questo incentivo

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SPECIALE LABEL EXPO 2017 25-28 Settembre

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SPECIALE AUTOTRASPORTI Incentivi imprese autotrasporto 2017 Tutte le informazioni sul decreto

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SPECIALE MONDO AGRICOLO Academy Anna Brescia - Torna la formazione per giovani imprenditori agricoli

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SPECIALE VALLECAMONICA La 13° edizione di Del Bene e del Bello - Ottobre 2017

SPECIALE CARROZZERIE DDL Concorrenza - Approvato Azienda "IL LEVABOTTE" di Farina Franco

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SPECIALE AUTOSCUOLE Nuovi QUIZ ADR 2017 - Esame consulente di sicurezza merci

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METALGAMMA 40 MERCATO IMMOBILIARE Andamento dei prezzi in vendita e in affitto

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Export record a Brescia vendite per 4,1 miliardi

Nuovo record per l’export del made in Brescia. Nel secondo trimestre del 2017, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in aumento dell’8,5%; gli acquisti dall’estero sono in crescita del 5,7%. Su base tendenziale (rispetto al secondo trimestre 2016), le esportazioni aumentano del 6,7% e le importazioni del 10,1%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 4.105 e a 2.368 milioni di euro. Il risultato delle esportazioni in termini monetari è il più alto dall’inizio della serie storica (1° trimestre 1991), sforando la soglia dei 4 miliardi in passato mai superata. Le dinamiche dell’import e dell’export hanno tratto vantaggio dalla ripresa economica a livello mondiale e dal contestuale risveglio del commercio mondiale; in particolare, le vendite all’estero hanno anche beneficiato dell’indebolimento dell’euro (durato fino alla fine di giugno) nei confronti delle principali valute emergenti. Nel periodo gennaio-giugno 2017, rispetto al

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primo semestre del 2016, la tendenza positiva delle esportazioni (+7,6 %) è in linea con quella rilevata in Lombardia (+7,4%) e leggermente inferiore a quella dell’Italia (+8,0%); la dinamica delle importazioni (+10,6%) è superiore al dato regionale (+7,4%), ma inferiore a quello nazionale (+11,3%). I 7,9 miliardi di export raggiunti nel primo semestre 2017 rappresentano un nuovo record per i primi sei mesi dell’anno, andando a superare il valore del 2008 (7,6 miliardi), in piena bolla materie prime.


Questi i risultati più significativi che emergono dalle elaborazioni effettuate dal Centro Studi AIB e dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio sui dati Istat del commercio internazionale, recentemente diffusi a livello provinciale. Tra i settori, su base tendenziale, l’aumento delle vendite all’estero di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+66,1%), sostanze e prodotti chimici (+10,8%), metalli di base e prodotti in metallo (+9,8%), articoli in gomma e materie plastiche (+7,9%), apparecchi elettrici (+7,6%), mezzi di trasporto (+6,2%) contribuisce alla crescita dell’export bresciano. Una diminuzione delle esportazioni riguarda solo: computer, apparecchi elettronici e ottici (-1,8%) e prodotti delle altre attività manifatturiere (-0,4%). Tra i mer-

cati di sbocco, crescono sensibilmente le esportazioni verso l’India (+43,4%), la Turchia (+34,5%), il Brasile (+27,2%), la Cina (+19,2%), la Spagna (+14,1%) e la Russia (+12,5%). Diminuiscono le vendite verso l’Algeria (-65,4%) e il Regno Unito (-2,8%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’America centro meridionale (+9,9%), dei Paesi UE28 (+9,8%) e dell’America settentrionale (+8,5%). Decisamente negativa la dinamica dell’Africa (-33,2%). Per quanto riguarda le importazioni, sono in aumento quelle di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+34,2%), metalli di base e prodotti in metallo (+14,5%), sostanze e prodotti chimici (+11,0%), articoli in gomma e materie plastiche (+9,5%) e apparecchi elettrici (+7,4%). Risultano, invece, in calo gli acquisti nei settori: computer, apparecchi elettronici e ottici (-20,1%) e macchinari ed apparecchi (-4,3%). Aumentano le importazioni da: India (+64,6%), Stati Uniti (+49,7%), Belgio (+33,7%), Brasile (+30,7%) e Turchia (+21,7%). Cala, invece, il flusso in entrata di merci provenienti dalla Russia (-6,0%) e dalla Cina (-5,9%). Il saldo commerciale è positivo (+560 milioni di euro), in aumento del 26,4% rispetto a quello del primo semestre del 2016 (+443 milioni di euro).

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Confcommercio

Resta la fragilità dei consumi, recupero ancora lento L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a settembre 2017 un calo dello 0,4% rispetto ad agosto e un aumento dello 0,3% su base annua (tabb. 1 e 2). In termini di media mobile a tre mesi questo andamento ha determinato un contenuto ripiegamento, a segnalare il permanere di difficoltà sul versante dei consumi. Nonostante il graduale recupero in atto dalla seconda metà del 2014, la domanda delle famiglie non ha mai mostrato segnali di deciso miglioramento mantenendosi ancora molto distante dai livelli pre-crisi. La presenza di dinamiche della domanda delle famiglie non particolarmente accentuate conferma la prudenza già espressa nel valutare le prospettive future, malgrado i principali indicatori congiunturali (qualitativi e quantitativi) continuino a mostrare dinamiche più favorevoli rispetto al passato. In particolare sembra che la crescita del clima di fiducia nei mesi estivi stenti, almeno per adesso, a tradursi in più vivaci consumi. Il netto miglioramento è risultato, a settembre,

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anche il sentiment delle imprese tornato sui valori del periodo pre-crisi. A questo andamento hanno fatto eccezione solo gli operatori dei servizi di mercato. Alla fiducia manifestata dagli operatori del manifatturiero si continua ad associare un’evoluzione positiva della produzione industriale che ad agosto ha registrato un incremento del 1,2% rispetto a luglio. La tendenza al miglioramento dovrebbe proseguire, stando all’indagine di Confindustria, anche nei prossimi mesi con un incremento a settembre, in termini congiunturali, dell’1,0% della produzione industriale e dell’1,5% degli ordini. La presenza di un quadro produttivo in consolidamento, pur continuando a produrre effetti positivi sui livelli occupazionali – ad agosto gli occupati sono aumentati di 36mila unità in termini congiunturali e di 375mila unità su base annua – non sembra sufficiente a intaccare in misura significativa la vasta area della disoccupazione. La riduzione registrata ad agosto


sia in termini congiunturali (-42mila unità), che tendenziali (-60mila unità) non ha di fatto modificato una situazione che vede da ormai due anni il numero di persone in cerca di occupazione attestato su valori prossimi ai 3 milioni. A completare il quadro del mercato del lavoro si evidenzia come anche ad agosto le ore di CIG autorizzate abbiano registrato, nel confronto annuo, un calo del 36,6% (-41,4% nel complesso degli otto mesi).

La flessione più significativa si è registrata per i beni e servizi per la casa (-1,9%), risultato sui cui ha influito in misura significativa la minore domanda di energia da parte delle famiglie. In riduzione è risultata anche la domanda di beni e di servizi per la mobilità (-0,8%), evoluzione a cui ha contribuito il rallentamento delle vendite di auto e moto ai privati. Un calo contenuto ha interessato la domanda per beni e i servizi per le comunicazioni (-0,1%) e la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,1%).

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI Il calo dello 0,4% dell’ICC registrato a settembre è derivato da una riduzione della spesa di beni (-0,6%) e da una stabilità della domanda relativa ai servizi. Per quanto riguarda le singole macro-funzioni di spesa gli unici rialzi, seppur di modesta entità, hanno riguardato la spesa per i beni e i servizi ricreativi (+0,3%), per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%) e la spesa relativa all’abbigliamento e alle calzature (+0,1). La domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa è risultata stabile.

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SPECIALE COPERTURE

Detrazioni fiscali 2017 Smaltimento amianto RISTRUTTURAZIONI Con l’approvazione in via definitiva della Legge di Stabilità 2017 (D.Lgs 232, 11/12/2016), viene di fatto prorogato per tutto il 2017 (fino al 31 Dicembre 2017) il Bonus del 50% per i lavori di Ristrutturazione Edilizia.

Tra le voci di spesa ammesse in detrazione, rimangono presenti gli interventi di Rimozione e Bonifica dell’Amianto, pertanto sarà possibile Detrarre il 50% (dall’Irpef del soggetto beneficiario) delle spese sostenute in 10 quote annuali fino ad un tetto massimo di 96.000€ totali di spesa. Gli aventi diritto alla Detrazione sono: xx Proprietari o nudi proprietari xx Titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie) xx Locatari o comodatari xx Soci di cooperative divise e indivise xx Imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce

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xx Soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che produco-

no redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

DETRAZIONI FISCALI PER IL RISPARMIO ENERGETICO (ECOBONUS) Con l’approvazione in via definitiva della Legge di Stabilità 2017 (D.Lgs 232, 11/12/2016), viene di fatto prorogato per tutto il 2017 (fino al 31 Dicembre 2017) il Bonus del 65% per gli interventi di efficienza energetica negli edifici. Tra le voci di spesa ammesse in detrazione, anche gli interventi sugli involucri degli edifici, come la copertura (il tetto). Qualora l’installazione della nuova copertura, contribuisse in misura sufficiente (rispetto ai valori soglia indicati nel testo della norma) a migliorare le prestazioni termiche dell’edificio, sarà quindi possibile Detrarre il 65% (dall’Irpef o dall’Ires) delle spese sostenute in 10 quote annuali fino ad un tetto massimo di 60.000€ totali di spesa. Il cosi detto ECOBONUS, è di grande interesse sia per l’elevata quota detraibile (65%) che per la possibilità di accedere all’agevolazione concessa anche alle Imprese. Gli aventi diritto alla Detrazione sono infatti: xx Le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni xx I contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali) xx Le associazioni tra professionisti xx Gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.


SPECIALE COPERTURE

Bonus rimozione amianto 2017 Scopriamo cos'è e come funziona questo incentivo Per tutelare la salute di tutti è stato creato il cosiddetto bonus rimozione amianto 2017. A disciplinare l’incentivo è il Decreto Ministeriale del 15 giugno 2016. Vediamo nel dettaglio quali sono le procedure da seguire per poter ottenere il beneficio. Bonus rimozione amianto 2017 per le imprese In questo articolo, quando parliamo di bonus rimozione amianto 2017 ci riferiamo al cosiddetto credito d’imposta riservato ai titolari di reddito d’impresa. Lo Stato ha stanziato 17 milioni di euro per le imprese che eseguono interventi di bonifica amianto. Cos’è e come funziona il bonus rimozione amianto 2017 Il Ministro dell’Economia e delle Finanze in collaborazione con il MATTM (Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) ha messo a disposizione un incentivo destinato alle aziende che investono il proprio denaro per rimuovere l’amianto dalle proprie infrastrutture. Il bonus viene concesso sotto forma di credito d’imposta ed necessario rispettare determinati requisiti per ottenerlo. Bonus rimozione amianto con credito d’impresa: a chi spetta Possono beneficiare del bonus rimozione amianto 2017 i soggetti che, ai sensi dell’articolo 2195 del Codice Civile, sono considerati titolari di reddito d’impresa. Hanno diritto all’ incentivo tutte le imprese, indipendentemente dalla natura giuridica dell’azienda o dalla sua dimensione. Incentivi rimozione amianto 2017, condizioni Per poter sfruttare il bonus rimozione amianto 2017 basta semplicemente aver effettuato interventi di bonifica, quindi

rimozione e smaltimento dell’amianto. Le operazioni devono essere effettuate su beni e strutture produttive ubicate nel territorio nazionale. Inoltre, gli interventi per i quali è possibile richiedere lo sconto fiscale devono essere effettuati entro un preciso lasso di tempo, che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016. Tutti i lavori svolti in date che vanno al di la di questo periodo non sono considerati utili per poter accedere al beneficio. Bonus rimozione amianto 2017, requisiti In primis, per richiedere l’incentivo, ogni spesa deve essere documentata con la relativa fattura sottoscritta da chi ha prestato servizio. Non tutte le spese rientrano tra quelle ammissibili per ottenere il bonus. Anche se a sostenere i costi è un soggetto titolare di reddito d’impresa ed anche se l’investimento è stato effettuato per interventi di rimozione amianto, è necessario rispettare determinati limiti stabiliti dalla legge. È stata stabilita infatti una soglia di spesa minima (al di sotto della quale non è possibile richiedere l’incentivo) e una soglia di spesa massima. Il bonus rimozione amianto 2017 può essere richiesto se la spesa sostenuta per gli interventi di bonifica risulta superiore a 20.000 euro ma inferiore a 400.000 euro. Bonus rimozione amianto, per quali spese? Rientrano tra le spese per le quali è possibile richiedere il bonus rimozione amianto 2017 tutti gli interventi svolti per la bonifica dell’amianto presente in coperture e/o manufatti (comprese lastre, tubi, contenitori per trasporto e stoccaggio dei materiali etc.) i cui costi sono stati sostenuti direttamente dall’impresa. Anche il denaro speso in attività di consulenza e perizie tecniche rientra tra le spese utili per ottenere l’incentivo.

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Industria 4.0

Che cos'è e quanti lavori può creare Industria  (o impresa) 4.0, «quarta rivoluzione industriale», internet of things. Le definizioni sono entrate nel linguaggio comune, attirando investimenti milionari e piani governativi con la regia dell’Unione europea. Spesso, però, è rimasto sullo sfondo un dettaglio: cosa significa, industria 4.0, calco italiano di industry 4.0? E come si applica alla realtà produttiva, giustificando pacchetti fiscali e strategie congiunte per spingere sulla «digitalizzazione» della manifattura? Il presupposto è che si parla di un segmento con un valore di mercato notevole, almeno secondo le analisi pubblicate. Una ricerca di Markets&Markets, una società di ricerca B2B statunitense, si spinge a stimare un valore complessivo di 152,31 miliardi di dollari entro il 2022, con un tasso di crescita annuo composto (crescita percentuale anno per anno) del 14.72%. In Italia, secondo dati di una ricerca di The European House Ambrosetti, il giro d’affari si ferma a 1,8 miliardi di euro nel 2016.

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Il significato (e le origini del termine) Con “industria 4.0” si intende un modello di produzione e gestione aziendale. Secondo una definizione che ne dà il Mise, gli elementi che caratterizzano il fenomeno sono «connessione tra sistemi fisici e digitali , analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time». In altre parole: utilizzo di macchinari connessi al Web, analisi delle informazioni ricavate della Rete e possibilità di una gestione più flessibile del ciclo produttivo. Le tecnologie abilitanti, citate sempre dal Mise, spaziano dalle stampanti 3D ai robot programmati per determinate funzioni, passando per la gestione di dati in cloud e l’analisi dei dati per rilevare debolezze e punti di forza della produzione. Il termine industrie 4.0 (scritto così, in tedesco) sarebbe stato utilizzato per la prima volta all’Hannover Messe, una fiera sulle tecnologie industriali, per poi essere sdoganato negli anni successivi da gruppi di lavoro del governo federale. Oggi la Germania è, non a caso, consi-


derata uno dei paesi di avanguardia in un processo che vede coinvolti grossi gruppi industriali, poli universitari e startup tecnologiche agevolate a livello fiscale. Quanto si investirà in Italia? In Europa sono scattati una serie di progetti a regia governativa per trasferire la«quarta rivoluzione industriale» sul tessuto imprenditoriale, con obiettivi (e nomi) abbastanza simili: Industrie 4.0 in Germania, Industrie du Futur in Francia, Smart Industry nei Paesi Bassi e Catapult – High Value Manufacturing nel Regno Unito. Con le differenze tecniche del caso, si parla principalmente di incentivi fiscali e finanziamenti per le im-

prese che si aggiornano secondo i modelli di connessione e integrazione digitale. Tra gli obiettivi fissati dal Mise nel suo Piano nazionale industria 4.0 si punta a mobilitare fino a 10 miliardi di euro in investimenti privati in più (da 80 a 90 miliardi circa) entro il 2020, oltre a un aumento di 11,3 miliardi di euro in spesa privata in ricerca&sviluppo e mobilitazione di 2,6 miliardi in volumi di investimenti early stage (obiettivo ambizioso se si considera che i finanziamenti a startup in fase di avviamento si sono fermati nel 2016 a 202 milioni di euro, secondo i dati dell’Osservatorio Venture capital monitor dell'Università Cattaneo di Castellanza). Il ritardo da colmare, comunque, non è tanto sulle infrastrutture quanto sul capitale umano: mancano manager e professionisti con le qualifiche adatte. È ancora il piano nazionale Industria 4.0 a porsi come traguardo 200mila laureati «nel settore» e 3mila manager «specializzati nei temi della industria 4.0». Come spiega Marco Taisch, docente alla School of management del Politecnico di Milano, «non basta investire sulle macchine connesse - dice - Bisogna avere “persone connesse”, nel senso di professionisti e lavoratori capaci di muoversi all’interno dei nuovi sistemi».

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Speciale Label Expo 2017 25-28 settembre

Mentre le etichette rimasero al centro dell'esperienza complessiva di Labelexpo, il pavimento di spettacolo riflette la continua diversificazione nella stampa a pacchetti flessibili con un più ampio appello per i proprietari di marchi e per i grandi convertitori web. Con il 25% di più macchinari di lavoro dimostrati durante la manifestazione, l'evento del 2017 è stato utilizzato per un gran numero di lanci di prodotti significativi con nuove macchine svelate da molti dei principali produttori di stampa. Inoltre, la tecnologia a getto d'inchiostro ha fatto un vero passo avanti allo spettacolo di quest'anno.

Labelexpo Europe 2017, la più grande manifestazione internazionale dedicata al settore della etichetta e del pacchetto, ha culminato nella sua più grande edizione con espositori e personaggi di spettacolo e mostrano un quartiere che ospita nove sale espositive, il 12% più grande del 2015. Organizzata a Expo di Bruxelles il 25-28 settembre, Labelexpo Europe ospitava 679 espositori, di cui 198 nuove espositrici. Anche i visitatori e gli espositori godono di un'esperienza massiccia grazie alla recente ristrutturazione di Brussels Expo. Attirando grandi delegazioni dal Brasile, dalla Cina, dall'India e dal Giappone, lo spettacolo ha riferito 37.724 visitatori; con un incremento del 5,6% su 35.739 visitatori nel 2015. 14 - REDAZIONALE




Lavori che scompaiono Professionalità che si creano

Un altro grosso quesito che pende sull’industria 4.0 riguarda l’occupazione. I timori sulla «robotizzazione» dei lavori hanno dato vita a indagini con risultati diversi, dall’ormai celebre stima del World economic forum sui «5 milioni di posti cancellati» dalla digitalizzazione a proiezioni più positive, ad esempio sulle carriere che possono essere generate dal cosiddetto internet of things : la connessione e interconessione di dispositivi e macchinari. Il rapporto appena pubblicato sul tema dalla Commissione lavoro del Senato («Impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale») evidenzia una quota del 10% di lavoratori che rischiano di essere sostituiti da robot, mentre il 44% dovrà modificare le sue competenze. Taisch, però, invita a non confondere la cosiddetta «automatizzazione» con l’industria 4.0 in blocco, soprattutto quando si tocca un tasto delicato come il lavoro. «Lavorare nell’industria 4.0 non equivale a essere sostituiti. Quello succede con la robotica, e solo in parte

- dice - Si tratta di aggiornare le competenze: domani ci sarà bisogno di interagire con la macchina, ad esempio con la capacità di leggere i dati raccolti». L’impatto sul lavoro Il problema è capire quanti e quali lavori saranno generati. Cisco, multinazionale americana degli apparati di networking, fa notare che la domanda di lavoro sarà in parte commisurata all’esplosione di dispositivi connessi alla Rete e capaci di raccogliere dati (circa 5o miliardi di unità entro il 2020). Un’indagine di The European House-Ambrosetti per Adp Italia, costola nazionale dell’omonimo gruppo Usa delle risorse umane, prevede 135mila posti vacanti nell’Ict entro il 2020 (oltre il 300% in più rispetto ai 33mila del 2015, anche se non è detto che rientrino tutti nel perimetro della impresa 4.0). Quanto alle professionalità in sé, sono già emersi alcuni lavori creati o rinnovati radicalmente dall’industria tecnologica. Solo per restare sui profili più manageriali, un’analisi del portale

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Usa TechCrunch cita figure come Chief internet of things officer (un manager con supervisione sull’impiego dell’Iot in azienda) e Iot Business designer (responsabili dello sviluppo di strategie che includono i dispositivi connessi). La domanda attuale, però, si concentra su ruoli già codificati e con una richiesta in ascesa su scala internazionale: analisti del busieness digitale, esperti di cybersicurezza, hardware engineer e soprattutto sviluppatori, capitale prezioso quando si tratta di riconvertire aziende

esistenti secondo i canoni del digitale e dell’industria connessa.

Veneto: altro bando da 6 milioni per l'efficientamento energetico delle PMI Con l’avvio di una nuova linea di finanziamento, alimentata da fondi POR FESR 2014-2020, è stato approvato dalla giunta veneta un bando con una dotazione di 6 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese affinché possano contenere la spesa energetica, l’inquinamento e le emissioni in atmosfera, utilizzare in maniera efficiente le risorse e valorizzare le fonti rinnovabili. Ne dà notizia l’assessore regionale allo sviluppo economico e all’energia precisando che il provvedimento fa riferimento all’azione 4.2.1

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del POR FESR 2014-2020 che prevede “Incentivi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti delle imprese e delle aree produttive compresa l’installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l’autoconsumo, dando priorità alle tecnologie ad alta efficienza”. Il bando ne segue uno analogo già chiuso e sarà seguito da un altro che porterà complessivamente a 24 milioni le risorse rese disponibili. Con questo nuovo bando – commenta l’assescontinua a pagina 20


SPECIALE AUTOTRASPORTI

Incentivi imprese autotrasporto 2017 tutte le informazioni sul decreto In cosa consiste il decreto sugli incentivi alle imprese di autotrasporto? Grazie al provvedimento vengono stanziati 35,9 milioni di euro, finanziabili entro il 15 aprile 2018 e così ripartiti: xx 10,5 milioni di euro vengono destinati all’acquisizione di autoveicoli nuovi con massa totale a terra (mtt) uguale o superiore a 3,5t a trazione alternativacon alimentazione a CNG, LNG, ibrida o elettrica. Fino a 7t di mtt il contributo per ogni autoveicolo è individuato in € 4.000 per alimentazioni a CNG e a trazione ibrida, in 10.000 per autoveicoli ad alimentazione elettrica. Per autoveicoli con mtt superiore alle 7t il contributo è determinato in € 8.000 per ciascuna unità alimentata con CNG ed euro 20.000 per quelle alimentate a LNG o a trazione ibrida. xx 10 milioni di euro sono destinati per radiazione per rottamazione di veicoli pesanti di mtt uguale o superiore a 11,5t e contestuale acquisizione di autoveicoli nuovi, conformi alla normativa Euro VI. Il contributo individuale è

determinato in € 5.000 per veicoli fino a 16t di mtt ed € 10.000 per autoveicoli con mtt pari o superiore a 16t. xx 14,4 milioni di euro sono destinati all’acquisizione di rimorchi e semirimorchi nuovi per il trasporto combinato (secondo norme UIC e IMO) dotati di dispositivi per maggior sicurezza ed efficienza energetica, o equipaggiamenti avanzati destinati al trasporto in regime di ATP, ai sensi di quanto disposto in merito dal Regolamento (CE) n.651/2014, per autoveicoli con mtt superiore a 7t. xx 1.050.177 euro vanno infine all’acquisizione di casse mobili e rimorchi o semirimorchi porta casse. L’importo massimo ammissibile per singola impresa non potrà superare i 700.000,00 euro ed è esclusa la cumulabilità con altre agevolazioni pubbliche. I beni acquisiti ai sensi del decreto in oggetto devono rimanere nella disponibilità del beneficiario del contributo fino a tutto il 31 dicembre 2019.

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continua da pagina 16 sore – si conferma l’attenzione della Regione del Veneto per le piccole e medie imprese. Si tratta infatti di un bando molto atteso dalle aziende. Le iniziative adottate dalla Regione sul fronte dell’efficientamento energetico sono il risultato del costante dialogo con il mondo dell’impresa. Gli incontri con tutte le categorie economiche sono diventato ormai un appuntamento periodico e consolidato”. Il primo bando per l’efficientamento energetico, a maggio, si è già chiuso ed è attualmente in corso di istruttoria per assegnare 12 ml euro, a cui si aggiungono ora i 6 milioni del secondo bando appena approvato. Una terza edizione, con uno stanziamento di ulteriori 6 milioni di euro, è prevista per il primo trimestre dell’anno 2019. Con il bando in fase di apertura saranno considerati ammissibili i progetti coerenti con il Piano Energetico Regionale finalizzati al contenimento della spesa energetica, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e alla valorizzazione delle fonti rinnovabili secondo le op-

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portunità di risparmio energetico individuate e quantificate da una diagnosi energetica ante e post-intervento. L’agevolazione concessa avrà un tetto massimo di 150.000 euro a fronte di una spesa rendicontata e ammessa a contributo pari o superiore a euro 500.000 euro; un limite minimo di 24.000 euro per una spesa rendicontata e ammessa a contributo pari a 80.000 euro. Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 10.00 del giorno 2 novembre 2017, fino alle ore 18.00.00 del 9 gennaio 2018. I progetti finanziati dovranno essere conclusi e operativi entro il termine perentorio del 14 dicembre 2018.xxxx


SPECIALE MONDO AGRICOLO

Academy Anga Brescia

torna la formazione per giovani imprenditori agricoli Imprenditori agricoli non si nasce, si diventa, anche grazie ai percorsi formativi dell'Academy Anga Brescia, pensati dal gruppo di giovani agricoltori di Confagricoltura Brescia per supportare gli associati, e non solo, nello sviluppo di competenze trasversali utili al proprio business e alla gestione della moderna azienda agricola. Tra le tematiche affrontate nei sei moduli proposti, una “new entry” dedicata ai rapporti con banche e finanza, in risposta alle esigenze emerse nella prima edizione del ciclo di incontri. Tutto è pronto per dare inizio alla seconda edizione dell'Academy Anga, innovativo progetto nato in sinergia con Confagricoltura Brescia per offrire ai giovani agricoltori opportunità di crescita personale e professionale. Forti del successo registrato lo scorso anno, si è voluto confermare il taglio pratico dei corsi, dedicando particolare attenzione agli strumenti trasversali utili alla gestione di aziende agricole dal carattere sempre più multi-settoriale. I corsi si svolgeranno tra il 18 ottobre 2017 e il 9 marzo 2018 nella sede di Confagricoltura Brescia

La Pac post 2020 dovrà sostenere la vera agricoltura che produce Nelle scorse settimane è stata raggiunta l’intesa tra Commissione, Parlamento Ue e Consiglio dei ministri su una modifica della Pac attualmente in vigore. Ma è normale che si guardi già a cosa accadrà nel 2020 e negli anni successivi, considerando che alla fine del 2019 si insedierà la nuova Commissione. Da un lato si tratta di difendere il budget a disposizione del mondo agricolo, attaccato da più parti. Dall’altro, è certamente necessario orientare nel modo migliore queste risorse. La Pac è

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attaccata da più parti da un’ondata di populismo e di demagogia: inoltre, viene data un’immagine dell’agricoltura che non corrisponde alla realtà: anche nel recente G7 agricolo di Bergamo è accaduto questo. L’agricoltura del futuro deve guardare alla sostenibilità economica oltre che a quella ambientale, con l’obiettivo di sfamare il pianeta”. E quindi l’unica soluzione è produrre di più: una parte di società è affetta da sbornie di ambientalismo e animalismo, ma il mondo politico non deve farsi influenzare. PROPOSTA INCENTIVI PER LE AZIENDE AGRICOLE FINALITA' La Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Brescia, allo scopo di incentivare e promuovere la diffusione delle tecnologie digitali, i temi ambientali e la sicurezza stanzia un fondo di EURO 35.000 per l'erogazione di contributi a favore delle micro PMI bresciane appartenenti al settore agricoltura. BENEFICIARI Possono beneficiare dei contributi le piccole e medie imprese agricole che abbiano sede legale e/o unità locale operativa nella provincia di Brescia e siano iscritte al Registro delle Imprese ed in regola con la denuncia al Rea (Repertorio economico amministrativo) dell’Ente camerale bresciano.

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INVESTIMENTI FINANZIABILI Gli investimenti finanziabili dovranno essere effettuati, acquistati, completamente pagati e installati, nel periodo 01.01.2017 – 31.12.2017. - Acquisto e installazione di strumenti informatici -Progettazione e realizzazione di portali internet per la vendita e-commerce - Tecnologie per la prevenzione di atti criminosi - Riduzione consumi energetici ed impatto ambientale e rifiuti PERIODO DI VALIDITA' E TERMINE PRESENTAZIONE DOMANDE I termini di presentazione delle istanze di contributo decorrono da: giovedì 25 gennaio 2018 a giovedì 1° febbraio 2018 dalle ore 9 e fino alle 16. MODALITÀ DI RICHIESTA DELLA DOMANDA Le domande di contributo devono essere presentate esclusivamente con invio TELEMATICO. Tutte le info su http://www.bs.camcom.it/index.phtml?Id_VMenu=359


Impresa 4.0

Come cambia il superammortamento Proprio il disegno di legge conterrà gli interventi relativi al piano Impresa 4.0. Si punta molto sul nuovo credito di imposta per la formazione la cui dote, inizialmente fissata in 400 milioni su tre anni, potrebbe essere irrobustita. Inevitabilmente bisognerà invece delimitare il perimetro delle proroghe relative al superammortamento e all’iperammortamento fiscale, quantomeno rispetto alle ambizioni iniziali dello Sviluppo economico. Il superammortamento, l’incentivo fiscale che agevola l’acquisto di beni strumentali tradizionali, sarà utilizzabile anche nel 2018 (terzo anno di applicazione) ma con un’aliquota inferiore: dal 140% si passerà al 130% salvo ritocchi dell’ultim’ora legati alla quadratura dei conti. Anche il perimetro dei beni agevolabili si restringerà. L’esclusione dei veicoli - dalla quale lo scorso anno erano stati salvati quelli «esclusivamente utilizzati come beni strumentali nell’attività di impresa» - diventerebbe totale. Un’eccezione dovrebbe essere rappresenta-

ta dai software, destinati invece a mantenere l’aliquota del 140%. Meno restrizioni sul fronte dell’iperammortamento, l’incentivo con beneficio maggiorato che sostiene l’acquisto di macchinari e apparati funzionali alla digitalizzazione dei processi produttivi. In questo caso si va verso la conferma dell’attuale aliquota del 250 per cento. La proroga riguarderà gli acquisti effettuati fino al 31 dicembre 2018, con una coda fino al 30 settembre 2019 per la successiva consegna (a patto di aver versato almeno il 20% di acconto). Questo allungamento fino a settembre 2019 dovrebbe essere limitato all’iperammortamen-

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to, considerato che nel caso dei beni ad alto contenuto digitale i tempi di produzione dei fornitori possono essere notevolmente più lunghi rispetto a macchine utensili di base. Nel capitolo crescita potrebbero entrare ulteriori misure. Oltre al Fondo di garanzia, si punta a rifinanziare anche la Nuova Sabatini “tecnologica” che agevola i finanziamenti in macchinari (con riserva del 30% agli investimenti “industry 4.0”): la proposta dello Sviluppo è di 55 milioni per il 2018, 110 milioni annui fino al 2022 e di nuovo 55 milioni per il 2023. Al piano straordinario per il Made in Italy dovrebbero invece andare 150 milioni. Si continua a lavorare infine a un riordino dei fondi per il venture capital, vero punto debole delle politiche governative per le startup e industria 4.0. Circa 100 milioni, assorbendo risorse della misura Smart & Start di Invitalia, potrebbero andare a prestiti agevolati per chi investe capitale privato nelle imprese innovative. Dai bonus di Industria 4.0 il traino per i robot (e non solo): commesse +68% dieci miliardi aggiuntivi ipotizzati dal Governo per il 2017 non arriveranno tutti da qui. Ma è chiaro che il settore delle macchine utensili darà senza dubbio un discreto contributo. I dati delle commesse registrate da Ucimu-Sistemi per produrre nel trimestre luglio-settembre

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superano di slancio le già brillanti performance precedenti, spingendo le commesse a crescere del 68,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Da molti mesi ormai è il mercato interno a trainare il comparto, invertendo un trend decennale che vedeva invece quasi sempre nell’export il principale motore, per aziende che mediamente realizzavano con l’export oltre il 70% dei propri ricavi. Un dato oggi rivisto al ribasso, grazie alla roboante crescita della domanda interna, rilanciata in particolare dall’apparato di incentivazione previsto dal Governo. continua a pagina 28



SPECIALE VALLECAMONICA

La 13a edizione di Del Bene e del Bello Ottobre 2017

La tredicesima edizione di “Del Bene e del Bello. Giornate del patrimonio culturale della Valle Camonica, la Valle dei Segni”promette un mese ricco d’appuntamenti. Come il nastro che si avvolge attorno alla copertina dell’opuscolo, così il “bene” ed il “bello” – binomio nel quale la valle ha imparato a riconoscersi – del nostro territorio si svolgeranno lungo tutto ottobre 2017, addobbandolo a festa. Ben 43 i Comuni aderentiquest’anno, da Ponte di Legno a Costa Volpino. Le offerte culturali spazieranno a 360 gradi, dalla scoperta dei siti archeologici alla visita ai complessi industriali, dalle neo-restaurate santelle votive agli eventi intrisi di religiosità, passando per il “saper fare” artigiano, la musica, la storia, le bellezze naturalistiche, lo sviluppo sostenibile e la voglia di fare storytelling. Oltre alle iniziative dei Comuni saranno presenti anche quest’anno gli eventi proposti dal Distretto Culturale e da enti terzi, realtà e appuntamenti che troverete suddivisi in cinque grandi aree tematiche: 1. Maraèa che festa! 2. Valle Camonica per tutti 3. Cibo e territorio 4. La valle contemporanea 5. Confronti ed esperienze sul territorio per permettere al cittadino di seguire con agio la rassegna e per facilitare l’avvicinamento delle generazioni più giovani a “Del Bene e del Bello”, durante tutto il mese di ottobre gli eventi verranno raccontati non solo sul sito (www. delbeneedelbello.it) Settimane della Gastronomia Camuna 2017 2 settembre | 29 ottobre E’ scattata l’edizione 2017 delle “Settimane della gastronomia camuna”, organizzata dal Gruppo ristoratori di Vallecamonica, affiancato come sempre da Confesercenti e Fiepet, e sostenuto Camera di commercio, Regione e Provincia, 28 - SPECIALE VALLECAMONICA

Comunità montana e Bim di Vallecamonica, in programma fino al 29 ottobre. Sono 19 i ristoranti che hanno aderito all’iniziativa da Ponte di Legno a Pisogne e che prevede menù a prezzo fisso, oltre a numerosi eventi collaterali. La novità è rappresentata dal “Contest tre calici”, promosso dal Consorzio tutela vini Vallecamonica, per vincere una visita per due persone a una cantina del Consorzio vini Igt con degustazione. Basterà visitare uno dei ristoranti aderenti, scattare tre foto con una bottiglia di vino Igt Vallecamonica e pubblicarle su Facebook. sono confermate le “Cene a quattro mani” e la “Festa della polenta” e quella del casoncello camuno, così come la cena di gala, in programma il 30 ottobre al ristorante Milano di Boario, il cui ricavato andrà alla fondazione Santa Maria della Neve di Pisogne. Poi ci sono le passeggiate: il 9 settembre per conoscere l’agriturismo Le Frise di Artogne, il 16 tra i vigneti della Concarena, il 23 settembre all’impianto di coltivazione delle lumache di Cividate e il 21 ottobre all’azienda agricola Prestello. Momenti culturali e serate informative sulle spezie, birra, mais nero spinoso, ma anche sull’artigianato camuno del legno e sull’acqua di Boario. Un evento unico nel panorama camuno. Trovi tutte le info e i ristoranti aderenti sul sito ufficiale: http://gastronomiacamuna.com/



continua da pagina 24 Il «bazooka» dell’iperammortamento Da un lato il superammortamento al 140% continua a sostenere l’innovazione”standard”, promuovendo in generale l’investimento in beni strumentali. Ma a questa misura si è aggiunto il “bazooka” dell’iperammortamento, con la possibilità di calcolare le rate sul 250% del bene acquistato. Misure previste in modo specifico per i macchinari e gli oggetti “connessi”, quelli in cui è la digitalizzazione la caratteristica portante, schema sintetizzato nella filosofia di Industria 4.0. Il rilancio degli investimenti Bonus che è stato in grado di rilanciare gli investimenti, come confermano i dati Istat del secondo trimestre con riguardo alle componenti del Pil, e che quasi certamente troveranno ulteriori conferme nei mesi a venire, alla luce della domandi in arrivo dal mercato. Per numerosi costruttori di macchinari la produzione è ormai saturata per oltre sei mesi, in più di un caso per un anno, con situazioni “limite” in cui il cliente intanto prenota spazi produttivi, in attesa di confermare poi nel dettaglio il tipo di macchinario richiesto. Nel comparto dei laser il trend è analogo, con le principali aziende del comparto a segnalare uno scatto della domanda interna del 70% già nel primo semestre, trend che prosegue anche nei mesi successivi. Quasi certamente, alla luce del trend (+29,4% gli ordini di robot nei nove mesi), le stime di consumo interno dovranno essere nuovamente riviste verso l’alto, tornando a ridosso o addirittura superando il precedente record del 2007. Appello alla proroga degli incentivi Domanda interna in aumento anche per altre categorie dell’area Federmacchine, che sfruttano l’apparato di incentivazione per vendere impianti”connessi” nell’area delle lavorazione del legno della gommaplastica, del tessile. Gli incentivi, ha comuni30 - MECCANICA & TERZISTI

cato il Mise elaborando i dati Istat, hanno spinto in media gli ordini interni in macchinari del 9% nei primi sei mesi del 2017. Un successo che spinge le aziende a chiedere a gran voce una proroga dei meccanismi, con la possibilità di rendere strutturale il superammortamento e di prolungare almeno di un anno i benefici dell’iperammortamento (attualmente utilizzabile per ordini piazzati entro fine anno e consegne entro settembre 2018). Richieste che il Governo in buona misura dovrebbe assecondare, anche se resta per alcuni capitoli (come sempre) il nodo delle risorse. L’effetto concreto delle misure, e questo è uno dei motivi che dovrebbe spingere il Governo a “perseverare”, va in effetti ben oltre il comparto dei costruttori di beni strumentali, aziende che alimentano a loro volta un vastissimo indotto di componentistica e lavorazioni meccaniche e non. Sub-fornitori che a loro volta sperimentano un robusto aumento delle richieste, con effetti benefici non solo sulla loro produzione ma anche sull’occupazione.


Infortuni con prognosi di almeno 1 giorno... scatta l'obbligo di comunicazione all'Inail Per tutti i datori di lavoro, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, e per i loro intermediari, a partire da oggi, giovedì 12 ottobre, scatta l’obbligo di comunicare in via telematica all’Inail, e per il suo tramite al Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (Sinp), i dati relativi agli infortuni dei lavoratori – subordinati, autonomi o a essi equiparati – che comportano l’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. La segnalazione entro 48 ore dalla ricezione dei dati del certificato medico. Come precisato nella circolare Inail n. 42 del 12 ottobre, la segnalazione all’Istituto – a fini statistici e informativi – deve essere effettuata entro 48 ore dalla ricezione dei riferimenti del certificato medico, utilizzando esclusivamente il nuovo servizio online “Comunicazione di infortunio”. Il mancato rispetto dei termini previsti determina l’applicazione di una sanzione amministrativa. Se la prognosi riportata sul primo certificato medico è superiore a tre giorni, per il datore di lavoro assicurato all’Inail resta invece l’obbligo di presentare la denuncia di infor-

tunio. In questo caso l’obbligo della comunicazione dell’infortunio all’Istituto è assolto per mezzo della denuncia. L’utilizzo della Pec consentito solo in casi eccezionali. Nel caso in cui, a causa di eccezionali e comprovati problemi tecnici, non fosse possibile l’inserimento online, le comunicazioni di infortunio dovranno essere inviate esclusivamente tramite posta elettronica certificata (Pec), utilizzando il modello scaricabile sul portale Inail, all’indirizzo Pec della Direzione dell’Istituto competente per territorio, individuata rispetto al domicilio dell’infortunato, allegando anche l’immagine della schermata di errore restituita dal sistema. Semplificata la procedura di aggiornamento dei registri di esposizione. Da oggi sul portale dell’Istituto è disponibile anche il nuovo servizio online per la trasmissione delle informazioni per l’istituzione e l’aggiornamento del registro di esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni e del registro di esposizione ad agenti biologici. La circolare n. 43 del 12 ottobre illustra le modalità di invio telematico, che rappresenta una semplificazione importante in quanto consente di rispettare, con

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un’unica operazione online, l’obbligo previsto dalla normativa vigente nei confronti sia dell’Inail sia dell’organo di vigilanza. I funzionari dei servizi di prevenzione delle Aziende sanitarie locali, infatti, potranno accedere al registro attraverso il portale dell’Istituto. Il servizio nella prima fase disponibile per i titolari di una Pat. Nella prima fase il nuovo servizio online per l’istituzione e l’aggiornamento dei registri di esposizione sarà disponibile per i datori di lavoro, o loro delegati, titolari di posizione assicurativa territoriale (Pat). I datori di lavoro, pubblici e privati, non titolari di una Pat dovranno invece inviare i dati relativi ai lavoratori esposti ad agenti biologici, cancerogeni e mutageni utilizzando la posta elettronica certificata. Anche in questo caso

sarà possibile procedere a un unico invio contestuale tramite Pec all’Inail e alla sede della Asl territorialmente competente. Assistenza telefonica e online. Per informazioni generali e assistenza sulla procedura di acquisizione delle credenziali per l’accesso ai servizi online o sull’utilizzo degli applicativi è possibile contattare il Contact Center Inail al numero 803164, gratuito da rete fissa, oppure al numero 06-164164, a pagamento da rete mobile in base al piano tariffario del proprio gestore telefonico. Nella sezione “Contatti” del portale dell’Istituto è inoltre disponibile il servizio “Inail Risponde”, che permette di inviare una mail strutturata con eventuali allegati.

L'Italia crede nella green economy Oltre 3.500 brevetti tricolore registrati in Europa in 10 anni Il “genio” italiano si colora sempre più di verde: in 10 anni, il numero dei brevetti green made in Italy, pubblicati in Europa, è aumentato complessivamente del 22%, andando così a rappresentare il 10% delle 3.645 domande di brevettoregistrate nel 2015. Si tratta in sostanza di oltre 3.500 invenzioni registrate tra il 2006 e il 2015, che introducono innovazioni a basso impatto ambientale nei processi o nei prodotti realizzati. Come mostra l’analisi effettuata da Unioncamere-Dintec sulla base dei brevetti pubblicati dall’European Patent Office (EPO), il medicale e gli imballaggi restano i settori in cui si esercita maggiormente la capacità innovativa di imprese, enti e singoli inventori del nostro Paese. Essi continuano infatti ad occupare i primi posti della graduatoria per classi tecnologiche delle invenzioni italiane in Europa. In crescita nel periodo di riferimento gli elettrodomestici/casalinghi e arredo, cherecuperano ben tre posizioni rispetto al 2006, rubando il podio ai veicoli stradali.In calo del 60%, invece, i brevetti legati a una parte delle tecnologie che compongono la Digital economy e communication, che passano dal sesto posto occupato nel 2006 al diciottesimo del 2015. Sebbene con forti oscillazioni nel corso del decennio, si mantiene infine pressoché costante e sull’ordine dei mille brevetti l’anno, il trend delle 32 - MECCANICA & TERZISTI

innovazioni legate alle cosiddette KET (Key Enabling Technology), le tecnologie abilitanti a più alta intensità di conoscenza associate alla ricerca applicata e allo sviluppo sperimentale, che richiedono investimenti elevati e lavori altamente specializzati. Le KET (che contemplano biotech, fotonica, manifattura avanzata, materiali avanzati, nano/micro-elettronica e nanotech) rappresentano il 29% circa del totaledei brevetti italiani pubblicati dall’EPO nel 2015. La “svolta” green delle imprese nazionali è tanto più interessante se si considera che nel decennio la capacità brevettuale del nostro Paese ha subito un calo del 10%. Un trend – peraltro in deciso miglioramento nel 2016 – che comunque non modifica la posizione nella graduatoria europea dell’Italia, quarta dopo la Germania (che brevetta 5 volte di più), la Francia (il doppio), e l’Olanda. Alle nostre spalle, ma sempre più vicine, la Svezia e la Spagna che nello stesso periodo hanno registrato performance davvero positive. Le differenze tra i sei paesi si esaltano però prendendo in considerazione il dato relativo alla produzione di brevetti per milioni di abitanti. In questo caso emerge l’alto tasso di innovazione dell’Olanda con 418 brevetti per milione di abitanti nel 2015, seguita dalla Svezia con 391, dalla Germania con 307, dalla Francia con 162, dall’Italia con 64 e infine dalla Spagna con 32.



Il Franchising è il sogno nel cassetto per 3 italiani su 10. Commercio e food i settori più ambiti. La voglia di fare impresa resiste: tre italiani su dieci coltivano il sogno di aprire un’attività in franchising, per essere finalmente “padroni di sé stessi” e per provare una esperienza lavorativa ‘diversa’. Ma il desiderio di imprenditorialità si infrange, fin troppo spesso, con la scarsa informazione che ancora circonda il mondo dell’affiliazione commerciale. È quanto emerge da un sondaggio SWG commissionato da Federfranchising Confesercenti in occasione di “Tutto quello che vorresti sapere sul franchising ma non osi chiedere”, il Workshop organizzato dall’Associazione per la seconda giornata del Salone Franchising Milano, giunto quest’anno alla sua Trentaduesima Edizione.

Tra gli italiani che vorrebbero aprire un’impresa in franchising, il 25% vorrebbe farlo investendo direttamente i suoi risparmi, mentre il 68% tramite la richiesta di un finanziamento. Tra le diverse tipologie, l’attività commerciale è ancora quella più gettonata: l’apertura di un negozio di vicinato è il progetto di più di un aspirante franchisee su due (53%). Il 28% degli intervistati, invece, si orienta su attività legate al food, come ristoranti, birrerie, bar, paninoteche ed altro, mentre il 19% vorrebbe invece fare impresa nel mondo dei servizi. A spingere in nostri concittadini verso il franchising è soprattutto la voglia di lavorare da autonomi, senza dipendere da nessuno, motivazione scelta dal 42% degli intervistati. Ma 34 - MECCANICA & TERZISTI

è forte pure il desiderio di fare un nuovo tipo di esperienza di lavoro, come indica il 39% del campione. E c’è anche un 13% che dice di aver valutato di entrare nel franchising perché è alla ricerca di un’occupazione: una conferma indiretta dell’accessibilità della formula, che facilita la creazione di un’attività anche per chi parte da zero. Solo il 25% di chi vorrebbe reinventarsi nel ruolo di franchisee, infatti, ha già avuto un’esperienza imprenditoriale in passato. Una situazione che ha come contrappeso una scarsa conoscenza dei meccanismi e delle modalità dell’affiliazione: il 50% di chi sogna di aprirsi un’attività in franchising ammette infatti di sapere poco o nulla di questo mondo. “Il franchising piace agli italiani – spiega Alessandro Ravecca, Presidente di Federfranchising Confesercenti – perché è una formula che aiuta lo sviluppo dell’imprenditorialità. I nostri concittadini tentati dall’avventura imprenditoriale lo scelgono perché offre più strumenti per raggiungere il successo anche a chi è alla prima esperienza, riducendo l’investimento iniziale ed i rischi di impresa. Ma questo non vuol dire che si possa improvvisare: è necessario un percorso di formazione e affiancamento costante, senza il quale le possibilità di successo diminuiscono”. “Se informarsi su modalità di affiliazione e sulle caratteristiche del marchio scelto è una responsabilità che ogni aspirante franchisee deve fare sua – conclude il Presidente – è però vero che serve anche un impegno forte da parte dei franchisor. Che devono porsi con serietà, senza approfittare delle asimmetrie comunicative, con la convinzione che il rapporto di collaborazione tra franchisor e franchisee sia un valore aggiunto. Il franchisor che svolge il proprio lavoro con competenza, infatti, garantisce ai propri affiliati un supporto completo, occupandosi di formazione dei dipendenti, di comunicazione e di ricerche di mercato, permettendo al franchisee di gestire al meglio gli altri aspetti vitali della propria impresa”.


Il Nord-Ovest riduce la sua spinta

all'innovazione ma resta leader

Il motore dell’innovazione italiana, rappresentato dai territori del triangolo industriale tra Milano, Torino e Genova, pur confermando la sua leadership rispetto alle altre aree del paese, ha avuto però anche un ruolo chiave nel calo generalizzato della brevettazione italiana in Europa, con un caduta che nei 10 anni ha raggiunto i 23 punti percentuali complessivi. Ciò malgrado, alle regioni del Nord-Ovest si devono 26.000 brevetti europei registrati nel decennio, contro i 19.000 circa del Nord Est, i 9.000 del Centro e

i poco più di 2.000 del Mezzogiorno. A livello provinciale, confrontando il numero dei brevetti pubblicati nel 2006 con quelli del 2015, in vetta alla classifica delle province più innovative si posiziona Treviso (41 brevetti in più del 2006), seguita da Firenze (+37) e Parma (+30). Sul fronte opposto, a risentire di più della congiuntura negativa del decennio mostrano di esser state Monza Brianza (i cui brevetti pubblicati all’EPO nel 2015 sono stati 53, contro i 247 del 2006), Milano (-126) e Torino (-88).

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Con la crisi gli investimenti pubblici sono crollati del 35% Nel nostro Paese sono crollati gli investimenti pubblici. Dal 2005 al 2017, fa sapere l’Ufficio studi della CGIA, la contrazione è stata del 20 per cento; ma rispetto al 2009, punta massima di crescita registrata prima della crisi, la riduzione è stata pesantissima: -35 per cento. Nessun altro indicatore economico ha registrato una caduta percentuale così rovinosa. In termini nominali in questi ultimi 8 anni abbiamo “bruciato” 18,6 miliardi di euro di investimenti. Se rispetto al 2016 abbiamo leggermente invertito la tendenza, nella Nota di aggiornamento del Def presentata nelle settimane scorse si evince che nel 2017 l’ammontare complessivo della spesa per investimenti del settore pubblico si dovrebbe attestare a quota 35,5 miliardi di euro.

“Gli investimenti pubblici – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – sono una componente del Pil poco rilevante in termini assoluti, ma fondamentale per la creazione di ricchezza. Se non miglioriamo la qualità e la quantità delle nostre infrastrutture materiali, immateriali e dei servizi pubblici, questo Paese è destinato al declino. Senza investimenti non si creano posti di lavoro stabili e duraturi in grado di migliorare la produttività del sistema e, conseguentemente, di far crescere il livello delle retribuzioni medie. Ricordo, altresì, che il crollo avvenuto in questi ultimi anni è stato dovuto alla crisi, ma 36 - MECCANICA & TERZISTI

anche ai vincoli sull’indebitamento netto che ci sono stati imposti da Bruxelles che, comunque, possiamo superare, se, come prevedono i trattati europei, ricorriamo alla golden rule. Ovvero alla possibilità che gli investimenti pubblici in conto capitale siano scorporati dal computo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilità fra gli stati membri”. A livello territoriale, invece, gli ultimi dati disponibili sono aggiornati al 2015 e, a differenza di quelli riportati nel Graf. 1, includono anche quelli realizzati dal Settore pubblico allargato (Spa), ovvero dalle imprese pubbliche nazionali (Posteitaliane, Gruppo Ferrovie dello Stato, Terna, Aci, Gestore servizi elettrici, etc.) e da quelle locali (Municipalizzate, Consorzi di Enti locali, etc.). Se tra il 2005 e il 2015 gli investimenti del Settore pubblico allargato in conto capitale sono diminuiti a livello nazionale del 23 per cento (pari a -13,3 miliardi di euro), la ripartizione territoriale che ha registrato la contrazione più importante è stata il Nordest che ha subito un “taglio” pari a 5,3 miliardi di euro (-37,4 per cento). Friuli Venezia Giulia (-51,1 per cento), Piemonte (-44,9 per cento) ed Emilia Romagna (-41,9 per cento) sono state le regioni più “colpite” da questa “sforbiciata”. Se anche il Nordovest (-32,2 per cento) e il Centro (-27,6 per cento) segnano riduzioni molto consistenti, l’unica macro area che ha registrato un risultato positivo è stata il Mezzogiorno (+ 419 milioni di euro pari al +2,7 per cento). Tra le regioni del Sud spicca il risultato positivo ottenuto dalla Puglia (+20,3 per cento), dalla Basilicata (+24,3 per cento), dalla Calabria (+38,1 per cento) e dall’Abruzzo (+57 per cento) che ha potuto beneficiare degli interventi pubblici riconducibili alla ricostruzione post terremoto. Sempre sul tema degli investimenti, anche se di natura privata, il segretario della CGIA, Renato Mason afferma: “Pur essendo uno strumento intelligente, il piano impresa 4.0 rimane tarato sulle esigenze delle medie e delle grandi aziende. Non è un caso, infatti, che fino a ora la stragrande maggioranza degli incentivi sia stata utilizzata da queste ultime. E’


necessario, inoltre, che nella rivoluzione digitale che dovremo affrontare nei prossimi anni non siano coinvolte solo le aziende, ma anche la Pubblica amministrazione, la scuola e le maestranze. Questa sfida si vince se, tutti assieme, saremo in grado di fare squadra, giocando questa partita con la consapevolezza che chi rimarrà indietro avrà poche possibilità di stare al passo con le principali potenze economiche del mondo”. Ritornando ai numeri di questa elaborazione, se alla spesa per investimenti aggiungiamo anche la spesa per trasferimenti in conto capitale, osserviamo che in questi ultimi 10 anni i primi, come segnavamo più sopra, sono diminuiti del 23 per cento, i secondi, invece, sono aumentati del 15,7 per cento. Complessivamente, comunque, il totale della spesa in conto capitale (investimenti + trasferimenti) è in calo del 12,7 per cento, attestandosi nel 2015 su un valore nominale pari a 69,1 miliardi di euro. Grazie alla disponibilità di queste 2 fonti, è stato possibile mettere in linea gli interventi pubblici in conto capitale che sono stati effettuati tra il 2005 e il 2015 sia dalla Pa sia dalla Spa per ciascun livello di governo. Il risultato che emerge è molto significativo. Se la Pa nel suo complesso ha tagliato decisamente gli investimenti del 30,6 per cento (pari a -15,2 miliardi di euro), le aziende del Settore pubblico allargato, invece, hanno aumentato l’impegno del 17,5 per cento (+5,1 miliardi di euro) (vedi Tab. 3). In buona sostanza

lo Stato e gli enti locali hanno ridotto il loro impegno di spesa e a investire ci hanno pensato le grandi aziende pubbliche. Sempre tra il 2005 e il 2015, i settori maggiormente interessati da questa stretta sugli investimenti sono stati in termini nominali la mobilità (-5,2 miliardi pari a -24,9 per cento), la cultura e la ricerca (-4,1 miliardi pari a -47,6 per cento), l’amministrazione generale (-2,3 miliardi di euro pari a -41,8 per cento), le attività produttive e le opere pubbliche (-2,2 miliardi pari a -13,3 per cento). In controtendenza, invece, solo le reti infrastrutturali che hanno visto aumentare gli investimenti in conto capitale (grazie soprattutto alla realizzazione della rete ferroviaria alta velocità/alta capacità) sia della Pa sia della Spa di 9 miliardi di euro (+76,5 per cento).

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SPECIALE CARROZZERIE

DDL Concorrenza - Approvato

I Carrozzieri di Confartigianato esprimono soddisfazione per l’approvazione del DDL concorrenza che contiene la riforma RC Auto. Grazie agli emendamenti approvati, sono stati eliminati gli articoli che vietavano all’automobilista danneggiato il diritto alla cessione del credito che consente la riparazione in tempi ragionevoli. In questo modo, il danneggiato, cedendo il credito all’autoriparatore di fiducia, ha la possibilità di riparare il veicolo rapidamente e senza anticipare le spese”.

"No riparazione in forma specifica" E' stato eliminato anche l’articolo che prevedeva la riparazione in forma specifica. “Per la quarta volta, è stato bocciato un sistema proposto dalle compagnie di assicurazione che, a fronte di un esiguo sconto sul premio, avrebbe obbligato i cittadini a far riparare l’auto presso una carrozzeria convenzionata con la compagnia di assicurazione, rinunciando così al diritto di scegliere il proprio autoriparatore di fiducia. Ci auguriamo che si metta la parola fine ai tentativi di limitare la libertà di scelta dei consumatori e il libero mercato delle aziende di autoriparazione”.

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TEL. 335 6815560 38 - SPECIALE CARROZZERIE


AZIENDA " IL LEVABOTTE " di Farina Franco L'azienda vanta esperienza più che decennale nel riparare autovetture grandinate di qualsiasi tipo e marca - con laminerati sia in ferro che in alluminio e leghe di alluminio. Ripariamo anche piccoli colpi da parcheggio - portierate e ondulazioni varie, purchè la vernice sia integra e senza scalfiture pronunciate. Ripariamo furgoni di piccola taglia. Ripariamo ammaccature su serbatoi moto purchè la vernice sia integra, tenendo presente che la percentuale di riuscita è più bassa. Siamo in grado di valutare l'ammaccatura in questione e dire se vale la pena provaci con il nostro metodo oppure usare metodi tradizionali. Il LEVABOTTE di Farina Franco, tramite adeguata attrezzatura si riesce ad effettuare la raddrizzatura della lamiera e la battitura della lamiera, purchè la vernice sia integra. Ripariamo danni ad auto, moto e furgoni per ammaccature da parcheggio, botte e portierate, senza dover stuccare nè riverniciare la parte danneggiata. I SERVIZI DELLA CARROZZERIA FARINA FRANCO Valutazione dell'ammaccatura: prima dell'intervento viene valutato ogni caso specifico. •Ripararazione autovetture grandinate di qualsiasi tipo e marca - con laminerati sia in ferro che in alluminio e leghe di alluminio.

•Ripararazione piccoli colpi da parcheggio - portierate e ondulazioni varie, purchè la vernice sia integra e senza scalfiture pronunciate. •Ripararazione furgoni di piccola taglia. •Ripararazione ammaccature su serbatoi moto purchè la vernice sia integra, tenendo presente che la percentuale di riuscita è più bassa. •Valutazione dell'ammaccatura in questione per dire se vale la pena provarci con il nostro metodo oppure usare metodi tradizionali. •Servizio a domicilio per carrozzieri e concessionari, si interviene sul posto. •Si fanno preventivi gratuiti. DOVE OPERIAMO Operiamo in tutto il Nord Italia per le riparazioni dovute alla grandine e per lavori di una certa entità. BS e provincia per le piccole ammaccature. Si effettuano lavori eseguiti direttamente dul posto, presso concessionarie, carrozzerie e officine operanti nel settore. Riparazione di autovetture grandinate di qualsiasi tipo e marca senza riverniciare nè stuccare la Vostra auto. Ammaccature da parcheggio, portierate e ondulazioni varie, purchè la vernice sia integra e senza scalfiture pronunciate, ammaccature moto e furgoni.

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SPECIALE AUTOSCUOLE

Nuovi QUIZ ADR 2017 Esame Consulente di Sicurezza Merci! La Direzione Generale per la Motorizzazione su indicazione del Ministero per le Infrastrutture e dei Trasporti ha finalmente predisposto e pubblicato l'aggiornamento dei QUIZ ARDRID per il 2017, destinati a tutti i candidati che si accingono a sostenere l'esame per il conseguimento o il rinnovo del Certificato di Formazione Professionale di Consulente per la Sicurezza Trasporto Merci Pericolose. I suddetti QUIZ rappresentano materiale di studio e selezione in sede di esame per il conseguimento e il rinnovo del suddetto certificato. STUDI DEI CASI ADR 2017 Fino al 30 OTTOBRE 2017 lo studio del caso potrà essere svolto secondo l'ADR 2015o l'ADR 2017 a scelta del candidato. Per le sedute programmate dal 1 NOVEMBRE 2017 sia i Quiz che gli "Studi dei Casi" dovranno essere svolti secondo l'aggiornamento 2017. Ogni dispositivo di controllo velocità in auto va segnalato! Tutti i controlli delle forze dell'ordine effettuati con apparecchi installati a bordo di auto di pattuglia in movimento devono essere obbligatoriamente segnalati come già avviene per gli altri “autovelox” a lato della carreggiata. Ilpronunciamento dei giudici apre ad innumerevoli possibili ricorsi contro le sanzioni comminate utilizzando "sistemi dinamici di rilevamento della velocità" celati nell'auto di servizio. Da oggi saranno nulle e invalidate tutte le multe e le infrazioni accertate in un tratto stradale da una pattuglia “in movimento” senza adeguata segnaletica di controllo elettronico in atto. Il presupposto giuridico di tale pronunciamento deriva dall'accertato contrasto tra normative di classe differente: quella che esenta i dispositivi di rilevamento della velocità posizionati a bordo degli autoveicoli delle forze dell'ordine della preventiva segnalazione obbligatoria è, infatti, contenuta nel DM n.282 del 2017. Codesta è in evidente contrasto con l'Art.142, comma 6-bis del nuovo Codice della

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Strada che chiaramente: ''Obbliga alla preventiva segnalazione tutte le postazioni di controllo”. Secondo la sentenza una fonte subordinata non può derogare alle previsioni del Codice della Strada. Per effettuare correttamente le operazioni di controllo possono essere facilmente impiegate delle modalità di avvertimento come segnali stradali luminosi a messaggio variabile, installabili sui veicoli preposti. Differente è il caso di utilizzo dello Scout Speed da parte di una pattuglia che poi procede al fermo dell'auto-trasgressore. Come osservato correttamente dai giudici, poiché per principio è richiesta l'immediata contestazione al conducente del veicolo che procede oltre i limiti di velocità, è consentito rilevare in movimento la velocità di un veicolo, per poi fermarlo e contestare immediatamente la violazione. Laddove ciò non avvenga diviene necessario preavvertire i conducenti, mediante segnalazione preventiva e ben visibile, dell'utilizzo della postazione mobile di controllo. Senza la contestazione immediata il verbale per eccesso di velocità accertato a bordo di un veicolo in movimento non vale, senza una preventiva informativa agli automobilisti, come per gli altri controlli stradali di velocità. Nella stessa sentenza, i Giudici hanno chiarito come gli stessi apparecchi possono invece essere lecitamente impiegati a bordo dei veicoli, senza avvisare, per effettuare altre operazioni di "routine" o di verifica: come il controllo delle assicurazioni o della revisione veicoli.



METALGAMMA dal 1989 che, ci consente di rispondere prontamente alle diverse esigenze del cliente, effettuando singole campionature e produzioni in serie.

Fondata nel 1989, la nostra azienda opera da oltre 25 anni a Montichiari (Località Fascia d'Oro) in provincia di Brescia, nel settore metalmeccanico conto terzi, realizzando prodotti di carpenteria metallica, ossitaglio, taglio palsma, presso piegatura, taglio laser su disegno e specifiche fornite dal cliente. Lo stabilimento industriale, a seguito di diversi investimenti, vanta oggi un parco macchine all’avanguardia e un back-office informatizzato per lo sviluppo e la gestione della produzione. La varietà di macchinari e attrezzature, unitamente a flessibilità e competenze tecni-

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La collaborazione con partner presenti sul territorio ci permette inoltre di ampliare la gamma delle lavorazioni fornite. Grazie all’esperienza maturata in decenni di attività collaboriamo con importanti e prestigiose realtà industriali italiane presenti in vari settori: Ossitaglio, Presso Piegatura, Taglio Laser, Taglio Plasma, Carpenteria, Officine Meccaniche.


La corruzione in Italia Il punto di vista delle famiglie

Per la prima volta l’Istat ha introdotto una serie di quesiti nell’indagine sulla sicurezza dei cittadini 2015-2016 per studiare il fenomeno della corruzione. Si stima che il 7,9% delle famiglie nel corso della vita sia stato coinvolto direttamente in eventi corruttivi quali richieste di denaro, favori, regali o altro in cambio di servizi o agevolazioni (2,7% negli ultimi 3 anni, 1,2% negli ultimi 12 mesi). L’indicatore complessivo (7,9%) raggiunge il massimo nel Lazio (17,9%) e il minimo nella Provincia autonoma di Trento (2%), ma la situazione sul territorio è molto diversificata a seconda degli ambiti della corruzione. La corruzione ha riguardato in primo luogo il settore lavorativo (3,2% delle famiglie), soprattutto nel momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell’avvio di un’attività lavorativa (2,7%). Tra le famiglie coinvolte in cause giudiziarie, si stima che il 2,9% abbia avuto nel corso della propria vita una richiesta di denaro, regali o favori da parte, ad esempio, di un giudice, un pubblico ministero, un cancelliere, un avvocato, un testimone o altri.

Il 2,7% delle famiglie che hanno fatto domanda di benefici assistenziali (contributi, sussidi, alloggi sociali o popolari, pensioni di invalidità o altri benefici) si stima abbia ricevuto una richiesta di denaro o scambi di favori. In ambito sanitario episodi di corruzione hanno coinvolto il 2,4% delle famiglie necessitanti di visite mediche specialistiche o accertamenti diagnostici, ricoveri o interventi. Le famiglie che si sono rivolte agli uffici pubblici nel 2,1% dei casi hanno avuto richieste di denaro, regali o favori Richieste di denaro o favori in cambio di facilitazioni da parte di forze dell’ordine o forze armate e nel settore dell’istruzione hanno riguardato rispettivamente l’1% e lo 0,6% delle famiglie.

MECCANICA & TERZISTI - 43


MERCATO IMMOBILIARE

Andamento dei prezzi in vendita e in affitto

Andamento prezzo medio richiesto per immobili in vendita (€/m²) Nel corso del mese di Settembre 2017 gli immobili residenziali in vendita nella provincia di Brescia registrano un prezzo per metro quadro richiesto pari a € 1.830, a fronte dei € 1.862 richiesti nel mese di Settembre 2016 (con una diminuzione del 1,75% nell'ultimo anno). Negli ultimi 24 mesi, il prezzo richiesto degli immobili localizzati all'interno dei confini della provincia di Brescia ha toccato il valore massimo nel mese di Ottobre 2015, con € 1.930 per metro quadro. Andamento prezzo medio richiesto al mese per immobili in affitto (€/m²) Nel corso del mese di Settembre 2017 per gli immobili residenziali in affitto in provincia di Brescia si rileva una richie-

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sta pari a € 7,69 per metro quadro al mese, a fronte di € 7,62 mensili per metro quadro richiesti nel mese di Settembre 2016 (con un aumento del 0,94% su base annuale). Negli ultimi 2 anni, per gli immobili localizzati in provincia di Brescia il mese in cui il prezzo richiesto è stato più alto è Giugno 2017, con € 7,76 per metro quadrato al mese. Il prezzo richiesto è stato inferiore nel mese di Ottobre 2015: per un immobile residenziale in affitto sono stati richiesti € 7,50 mensili a metro quadrato.




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