L’aggiustatore nazionalpopolare È tutto vero: per il dopo-Spalletti, la Figc vorrebbe Ranieri. Friedkin, dopo un colloquio con Gravina, ha dato l’ok a parlare del doppio incarico. Intanto Gasperini, portato alla Roma proprio dal Sir, guarda da lontano: «Sta a lui decidere…»
COGITO ERGO SUD C’È SOLO L’AS ROMA
Tonino Cagnucci
Dai, stamattina quando leggerete queste righe saranno invecchiate malissimo – come si dice adesso in una terribile espressione – perché Ranieri avrà detto un No grosso come la coreografia per lui di Roma-Milan alla Figc di Gravina che tutela il brand Juve e della Nazionale senza romanisti. Pag 3
QUO VADIS?
ultime I tifosi dell’Al-Hilal ostacolano la
VERSO IL RITIRO GASP LAVORA SUI GIOVANI MANNINI E ROMANO I TOP
L’allenatore ha chiesto una prima valutazione al club Occhi puntati anche sul rientrante Cherubini e Reale Fidanza Pag 5
L’ITALIA CHIAMÒ RANIERI VERSO COVERCIANO
Il
dopo Spalletti Contatto Gravina-Friedkin, Dan apre al doppio incarico per il Sir, che può firmare già oggi
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
L’aggiustatore, versione nazionalpopolare. Chissà cosa avrà pensato davanti alla tv Claudio Ranieri, guardando l’ultima Italia di Luciano Spalletti battere a fatica la Moldavia. Si sarà forse emozionato all’idea di abbracciare l’ennesima impresa della sua carriera da portare a termine: riportare il Bel Paese ai mondiali 12 anni dopo l’ultima volta. Già, perché è lui l’uomo scelto dalla Figc per il dopo-Spalletti. «Se Ranieri è l’uomo giusto? Ci sta pensando Gravina», ha glissato il capo delegazione Buffon, ma la decisione in Federazione è presa. Il toto-commissario tecnico è durato poco, con il terzo mondiale a rischio hanno tutti virato compatti su Ranieri che, contattato (non
CLAUDIO “SOLO” CONSIGLIERE DEI TEXANI, DA QUI IL CAVILLO CHE PUÒ PERMETTERE I DUE LAVORI
da Gravina), ha aperto alla sua ultima (stavolta davvero?) discesa in campo. Peccato però che un ruolo, il Sir, ce l’avesse già: il senior advisor dei Friedkin, per aiutarli a costruire la Roma del domani. Terminata l’annata sulla panchina giallorossa, infatti, Claudio ha vestito i panni del consulente, individuando e portando a Trigoria il suo successore Gasperini e, di recente, mediando per arrivare all’adeguamento contrattuale di Svilar. Insomma, un dirigente a tutti gli effetti e a tempo pieno, una figura la cui importanza è stata ribadita anche nell’ultima lettera dei Friedkin ai tifosi. Un compito talmente importante che Ranieri non ha intenzione di lasciarlo, almeno per il momento. Nonostante i dubbi (leciti), infatti, l’ipotesi più probabile è il doppio incarico: consigliere da una parte e CT dall’altra. Una soluzione che potrebbe concretizzarsi già oggi,
IL TECNICO ADESSO ATTENDE L’OFFERTA FORMALE, MA HA GIÀ APERTO ALL’IPOTESI AZZURRA
quando dovrebbe avvenire il primo contatto formale tra Gravina e Ranieri, con l’offerta contrattuale e tutti i dettagli. Un passo che è stato preceduto ieri pomeriggio dalla call a distanza tra il presidente Figc e Friedkin (tornato negli Stati Uniti nelle ultime ore). Un atto dovuto, dato che fino al 30 giugno, sulla carta, Sir Claudio è sotto contratto come allenatore della Roma. Dan non ha chiuso le porte all’Italia, permettendo così alla Federazio-
ne di portare avanti la trattativa con quello che sarà il suo senior advisor dal 1° luglio. Suo, già, e non della Roma. Claudio Ranieri, infatti, non figurerà nei piani dirigenziali del club, cavillo che gli permetterà di sedere sulla panchina degli Azzurri (sempre in caso di accordo con la Federcalcio). Una convivenza complicata, ma non impossibile dal punto di vista burocratico, che Ranieri è evidentemente convinto di poter portare avanti.
Sarebbe interessante, poi, capire il pensiero di Gasperini, convinto proprio da Ranieri una settimana fa nel pranzo di Firenze (e in tutti i loro colloqui dei mesi precedenti) ad accettare la Roma, quell’esaltante sfida triennale cominciata soltanto prima dell’inizio del weekend. «Ranieri in Nazionale? Vediamo… Deve decidere lui, giustamente, quello che vuole fare», ha risposto ieri il nuovo allenatore romanista a Sky Sport, a margine di una serata
IL SENIOR ADVISOR
GASPERINI LO VUOLE AL SUO FIANCO: HA SCELTO LA ROMA GRAZIE AI COLLOQUI CON RANIERI
di beneficenza a Bergamo, dove è tornato a trascorrere qualche giorno di relax, dopo il primo approccio al Fulvio Bernardini. Certo è che un inizio così Gasp non poteva prevederlo. Per lui avere o non avere Ranieri al suo fianco fa tutta la differenza del mondo e condividerlo con l’Italia non era nei piani originali. Inoltre, andrebbe poi sciolto il nodo relativo allo staff di Gasperini, fatto per metà da collaboratori ereditati proprio da Ranieri. ■
CI SARÀ DA SCIOGLIERE ANCHE IL NODO DELLO STAFF, PER METÀ EREDITATO DA CLAUDIO
Sarebbe la seconda volta da selezionatore
Sul lavoro di ct diceva: «Non è semplice»
« Se un domani poi dovesse arrivare una nazionale che mi fa scattare un qualcosa, potrei dire di sì». Parola di Claudio Ranieri a Sky nel maggio del 2014, poco dopo aver centrato la salvezza col Cagliari e dato il suo primo addio alla panchina (di club). Poi è arrivata la chiamata della Roma, l’unica che avrebbe riportato in campo l’ormai ex tecnico romanista, a sistemare una situazione disastrosa e poi a compiere l’impresa valsa un posto in Europa League e l’inizio del percorso da dirigente e Senior Advisor dei Friedkin. Lo scossone causato dall’esonero da ct della Nazionale per Spalletti è arrivato proprio nelle primissime battute del nuovo progetto tecnico con Gasperini alla guida, ma in effetti Sir Claudio non ha mai definitivamente chiuso la porta a un’avventura da selezionatore. Lo scorso gennaio poi, aveva svelato a la Gazzetta dello Sport che: «C’è stato in passato un momento in cui sono stato vicino alla Nazionale. Albertini mi ha detto spesso “Sei stato l’unico che mi ha detto di no”. E
sapete perché? Perché di mezzo c’era sempre la Roma. Che per me è una cosa speciale». Ora si attende l’offerta formale di Gravina e Ranieri ha aperto alla possibilità di fare il commissario tecnico degli Azzurri tentando di portarli al
SIR CLAUDIO A GENNAIO 2025: «UNA VOLTA ALL’AZZURRO HO DETTO DI NO PERCHÉ C’ERA LA ROMA». NEL 2014 GUIDÒ LA GRECIA PER 5 MESI
Nella foto grande, Ranieri stringe la mano di Spalletti durante un confronto tra Inter e Roma nel 2019. Qui accanto l’abbraccio tra Gravina e Spalletti nel giorno della presentazione del nuovo ct. Sotto Gasperini sorridente con Ranieri e Ghisolfi lo scorso 6 giugno GETTY IMAGES
COGITO ERGO SUD di Tonino Cagnucci
SENZA DEROGHE LA ROMA È PER SEMPRE
DMondiale del 2026 sostituendo Spalletti. Se la nomina dovesse avvenire, darebbe il via alla seconda avventura da selezionatore per Ranieri, dopo il flop con la Grecia del 2014. L’allenatore è arrivato dopo l’esperienza al Monaco (e prima di quella storica col Leicester) in un momento di rifondazione per i greci, ha firmato a luglio e guidato la squadra in quattro gare tra settembre e novembre per le qualificazioni agli Europei; ha subito un ko casalingo con la Romania, poi un pari in Finlandia prima di perdere nuovamente contro Irlanda del Nord e Isole Far Oer. Nel corso degli anni Ranieri ha già avuto modo di commentare il ruolo di selezionatore: «Hai pochi allenamenti, poi si gioca e la volta dopo ci si rivede dopo mesi - ha ammesso - le mie difficoltà erano queste. Conoscere bene il proprio calcio aiuta, ma comunque non è semplice. Devi inculcare le tue idee in pochissimo tempo quindi servono anche giocatori disponibili e grande chiarezza» ■ LF
ai, stamattina quando leggerete queste righe saranno invecchiate malissimo – come si dice adesso in una terribile espressione – perché Ranieri avrà detto un No grosso come la coreografia per lui di Roma-Milan alla Figc di Gravina che tutela il brand Juve e della Nazionale senza romanisti. Come Ranieri, oggi e domani. Non credo ci possa essere altro epilogo. Non ci dovrebbe essere proprio una storia diversa da quella della Roma. Doppio incarico? Che vuol dire? La Roma non è part time, la Roma non è nemmeno un’esclusiva che ti obbliga a qualcosa, la Roma è un privilegio. Totalizzante. Soprattutto se tu da qualche mese sei stato trattato tipo Giulio Cesare dalla tua gente. Sia chiaro: per sempre grazie per quello che hai fatto (a me bastano i 22 punti presi alla Lazio) però tu sei stato scelto da questa società, nella prima mossa giusta che ha fatto dopo Budapest, per costruirla. Non in una sola notte, come dici te, e nemmeno in un solo giorno, come dicono veramente gli inglesi, ma, sì, in una manciata di mesi. Hai portato Gasperini, che è una scelta forte, coraggiosa, e solo con te si sarebbe potuto fare un “azzardo ambientale” simile, proporzionale al valore indiscutibile del miglior tecnico in A degli ultimi 10 anni. Hai impostato il mercato. Hai detto che te ne saresti andato se non avessi avuto voce in capitolo, hai parlato di tutto, sei andato a Firenze, ti hanno fotografato a Termini, stai su tutte le foto del tuo primo atto da dirigente quando firma Gasperini. Sei la pietra angolare della rifondazione romanista che non solo non può essere tolta, ma nemmeno spostata: sennò chissà che ci esce da sotto. E poi se chiami qualcuno al telefono come lo chiami, come CT o come consulente? Come fai ad escludere uno dei tuoi senza toccargli l’autostima o, viceversa, convocarlo senza rischiare l’accusa di favoritismo? Chi ci va in tv da Marelli, o chi per lui, a dire che è rigore quello che raccontano non esserlo? Chi si arrabbierà con Rocchi? Chi con la Federazione? Come fai a fare mercato senza che qualcuno non possa pensare che sul piatto, per qualche italiano, magari non ci sia stata la convocazione? Come fai andare a vedere gli allenamenti dell’Inter, del Napoli e della Juve e poi tornare a Trigoria? E se ci danno un rigore che non c’è? E viceversa? E Gasperini adesso che l’hai portato tu? E lo staff? E la Roma? Ovvio come scelta professionale la Nazionale è quasi irrinunciabile, scelta da serio professionista, ma quello non è mai stato in discussione, qui il parametro è il romanista. Il Romanismo non conosce deroghe. E tu lo sai. Perché hai pianto nel 2019 e solo qualche giorno fa di fronte a quella maestosità fatta di cartoncini che sembravano oro!? Sicuramente fa parte dello “scherzetto” con tanto di risatina tua. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono (cit. Gaber) e considero la breccia di Porta Pia il primo Roma-Juve perso; sbaglierò però sicuramente sono e mi sento romanista. E chi è romanista capisce. Lì su quella coreografia la tua gente ha scelto e messo la tua firma, si è fatta firmare da te. E questa cosa vale più di qualsiasi altro contratto, Claudio: Forza Roma. E, come sai, si risponde: sempre. ■
LA STAGIONE GIALLOROSSO
LUCI E OMBRE PER TOMMY
Baldanzi
La partenza col 1º gol in giallorosso, il momento di stallo, la risalita da jolly dalla panchina
Un’encomiabile tenacia caratterizza la difficile stagione del numero 35. Sommariamente positiva
Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu
Prezioso a modo suo, a volte in ombra, mai rinunciatario. Tommaso Baldanzi è stato spesso il jolly della Roma nel corso della stagione 2024-25. L’undicesimo uomo, verrebbe da dire. A evidenziarlo, per prima cosa, c’è il dato sui subentri in Serie A: ben ventisei, che fanno di lui il calciatore con più ingressi a gara in corso del campionato appena trascorso. Dato simbolico, in parte incarnazione dell’anno del 35. Non prima scelta. Neanche ultima. Una via di mezzo. Condizione che, malgrado i pochissimi contributi di fronte alla porta avversaria (due gol e due assist), gli ha permesso di mettersi in mostra. Certo, forse non con la continuità auspicata inizialmente: in A ha dato prova delle sue qualità sfruttando solo il 24% dei minuti a disposizione. E i 1.366 minuti (suddivisi in 41 presenze tra le tre competizioni), vale a dire circa 33’ per gara, rincarano la dose. Negativamente. Eppure, le prestazioni non scendono di qualità col passare delle giornate. O meglio, in alcuni casi accade, ma senza abbassare troppo l’asticella. Un caso isolato, quello di Firenze (4,5); per il resto, la stagione si apre alla grande. C’è subito l’assist per Shomurodov nel ko della seconda giornata e alla quinta, in un Olimpico tutto giallorosso, il primo gol con la Roma. Quello del 3-0 all’Udinese e della prima vittoria stagionale. Il che gli vale un 7, stesso voto raccattato nell’1-1 con l’Athletic, dopo tre 6 e un 6,5. Il tocco c’è e si vede: tanta comunicazione a centrocampo e a trequarti, repentinità nelle decisioni. Autoritarietà. Un elemento fondamentale in un periodo dalle mille difficoltà. Due 5,5, con Elfsborg e Inter, abbassano la media, così come la debacle con la Viola. Ma torna a far bene subito. Con DDR e Juric è quasi centrale, Baldanzi. Sembra essere destinato a una stagione da simil-protagonista. Magari non davanti alla porta: uno di quei personaggi spesso laterali e imprescindibili. Che fanno del lavoro sporco e al contempo prezioso. Poi, con Ranieri, calano le apparizioni. Dal Tottenham al Milan, colleziona sette panchine e una buona performance (condita dalla sua seconda rete) con la Samp. Nel derby, vinto 2-0, si prende un 7 e torna a mostrarsi “autonomo”. Tant’è che mostra ancora fame e tenacia collezionando altre presenze e guadagnandosi la fiducia di Sir Claudio. Gioca alla grande
LA CURIOSITÀ Presenza importante dalla panchina
Con ben 26 ingressi dalla panchina, Tommaso Baldanzi è il calciatore con più subentri dell’intera stagione 2024-25 della Serie A
col Venezia, fa benissimo nelle due gare col Porto e si ripropone successivamente, tra Athletic (andata e ritorno) ed Empoli. Il tutto, anticipa un finale di stagione ancora da seconda linea nelle scelte, in prima quando c’è da combattere. E non è un caso che, insieme a Soulé, sia tra i giallorossi con più dribbling riusciti (1,9) nei novanta minuti e tra quelli con più palloni recuperati (1,1) a trequarti di campo. Dalla gara del Castellani, gioca sempre. Titolare (due volte) e dalla panchina, in dodici sfide. Fa discretamente col Lecce e si ripropone con Lazio, Verona e Inter, fino al 7 dato da Il Romanista con la Fiorentina. Una gara sofferta e portatrice di altri tre punti in bacheca. L’ultimo 6, col Milan, chiude una stagione sufficiente e a sprazzi anche esaltante. Condita dalla speranza. Quella di Baldanzi, di poter ergersi tra i beniamini dei tifosi. E, appunto, quella dei tifosi. Speranzosi di poter abbracciare un nuovo idolo. La chance è rimandata. Il tempo, comunque sia, è tutto dalla sua parte. Ventidue anni compiuti, carne al fuoco da servire in tavola e un’identità non ancora chiara. La sinergia con la Roma e Gasperini, da poco sbarcato al comando della Lupa, sarà fondamentale. In attesa di scoprire che cosa riserverà il futuro. ■ (4/Continua. Precedenti uscite: Svilar: 4 giugno 2025; Celik: 5 giugno 2025; Hummels: 9 giugno 2025)
LA MEDIA VOTO DE
CAMPIONATO EUROPA LEAGUE COPPA ITALIA SENZA VOTO O ASSENTE = VOTO 0
IL MERCATO
STALLO ANGELIÑO-AL HILAL
Gli
scenari I sauditi avevano trovato l’accordo con la Roma sulla base di 23 milioni più bonus
Lo spagnolo era pronto a firmare ma i tifosi arabi hanno ostacolato la chiusura della trattativa
Iacopo Mirabella nome.cognome@ilromanista.eu
Ha dell’incredibile quanto successo nelle ultime 24 ore in casa Roma. Il mercato a volte può sorprendere con gli scenari e le trattative che possono cambiare direzione in qualsiasi momento, ma difficilmente capita di vedere che un club, dopo aver deciso di chiudere per un calciatore, cambi idea e abbandoni la pista per volontà dei tifosi...ed è esattamente quello che è successo tra l’Al-Hilal di Simone Inzaghi e Angeliño.
Le ultime 24 ore
L’Al-Hilal ha intenzione di fare le cose in grande e dopo aver portato in Arabia Inzaghi, i sauditi vogliono costruire una squadra di altissimo livello. Il primo obiettivo per la corsia sinistra è Theo Hernandez, ma viste le difficoltà per arrivare al francese nella giornata di ieri il club ha scelto di ripiegare su Angeliño che ha avuto il via libera per lasciare la Capitale in questa sessione di mercato.
L’Al-Hilal aveva trovato l’accordo con la Roma per un trasferimento a titolo definitivo sulla base di 23 milioni più bonus, offerta accettata dai giallorossi e dopodiché il club saudita ha iniziato a trattare con l’esterno spagnolo che ha aperto subito le porte al trasferimento in Arabia Saudita accettando la proposta di 10 milioni a stagione (il triplo di quanto percepisce attualmente in giallorosso). Tutto sembrava indirizzato verso la fumata bianca, con gli arabi che volevano chiudere in poche ore per averlo a disposizione per il Mondiale per Club. Il calciatore non è mai andato a Parigi per svolgere le visite mediche con il club saudita, ma si trovava in Spagna mentre era in corso la risoluzione degli ultimi dettagli per chiudere la trattativa e passare alle formalità, ma sul più bello un ostacolo ha impedito la buona riuscita dell’operazione.
AL LAVORO
IN CASO DI PARTENZA DEL TERZINO, GASPERINI AVREBBE INDICATO GOSENS COME SOSTITUTO
Qui sopra: Angelino, terzino spagnolo, durante l’ingresso sui campi di Trigoria per una seduta di allenamento; a sinistra: Robin Gosens con la maglia della Fiorentina GETTY IMAGES
I tifosi dell’Al-Hilal hanno altri piani e si aspettano qualcosa di più dal loro presidente e per questo motivo i sostenitori si sono opposti al passaggio di Angeliño all’Al-Hilal. La società ha scelto di ascoltare i tifosi e per questo ha deciso di interrompere la trattativa e ci sarà un nuovo tentativo per Theo Hernandez, con Renan Lodi come alternativa. Non è escluso che nella giornata di oggi però la trattativa potrebbe riaprirsi.
Gli obiettivi
Ora il futuro di Angeliño è tutto da scoprire, ma in caso di partenza la Roma potrebbe piombare su Gosens (già allenato da Gasperini) che è stato riscattato dalla Fiorentina per 7 milioni di euro. Il rapporto tra il tedesco e Gasp è solido e anche per caratteristiche tecniche potrebbe essere il giocatore adatto per il tecnico. ■
Sguardo al futuro: Gasp chiede una valutazione dei Primavera per il ritiro
Davide Fidanza
L’ufficialità è arrivata solamente da qualche giorno, ma Gian Piero Gasperini ha già cominciato a lavorare come tecnico della Roma a 360 gradi. Il nuovo allenatore romanista infatti, in previsione del ritiro estivo, ha già richiesto una valutazione dei giovani della Primavera giallorossa, per cominciare a ragionare su chi portare a lavorare in prima squadra. Nell’Under 20 guidata da Gianluca Falsini, Mannini e Romano sono tra i giovani che godono di una maggiore considerazione tra gli addetti ai lavori all’interno di Trigoria, anche se Gasperini ad oggi
ha richiesto una valutazione di tutti quanti gli elementi in rosa. Nella Capitale farà rientro anche l’ex capitano Cherubini - quest’anno in prestito alla Carrarese - con un contratto in giallorosso in scadenza solamente nel 2027. Anche lui potrebbe rientrare nelle valutazioni di Gasp ed è uno dei candidati ad essere convocato nel ritiro dei grandi. Lo stesso Cherubini, la settimana scorsa, ha dichiarato che partecipare al lavoro estivo con i giallorossi sarebbe per lui un grande trauguardo. Occhi puntati anche su Reale, reduce da una grande stagione e adattabile a 360 gradi al gioco del nuovo tecnico giallorosso, ma non è il solo.
MANNINI E ROMANO I PIÙ POPOLARI. CHERUBINI TORNA E RIENTRERÀ NELLE VALUTAZIONI
Capitan Graziani è stato tra i protagonisti assoluti dell’annata dell’Under 20 giallorossa - sul quale c’è anche l’interesse dell’Avellino - ed ha ufficialmente concluso la sua espeirenza nei settori giovanili essendo un classe 2005. In tal senso sarà da capire se la Roma avrà intenzione di puntare da subito sul ragazzo oppure se mandarlo in prestito per una stagione. Nulla è ancora deciso ma Gasperini intanto ha già iniziato la sua fase di studio. Il vivaio romanista è da sempre tra i più floridi dell’intero sistema calcio italiano e Gasperini, abilissimo nel valorizzare giovani talenti, ha già iniziato con largo anticipo il suo lavoro ■
Gian Piero Gasperini, nuovo tecnico della Roma dalla stagione 2025-26 GETTY IMAGES
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3 PUNTI NELL’ULTIMA DELL’ERA SPALLETTI
Con la Moldavia 2-0 al Mapei, in gol Raspadori e Cambiaso
Lieto fine è forse dire troppo. Ma il 2-0 con la Moldavia non fa altro che lasciare un sorriso a mezza bocca all’ultima Italia di Luciano Spalletti, di scena al Mapei Stadium. Se ne va così, il tecnico di Certaldo: il brivido, la calma, il raddoppio. E i tre punti. I primi nel Gruppo I delle qualificazioni ai Mondiali, con gli azzurri terzi.
Brivido perché al 9’ di gioco è la bandierina a salvare i padroni quando Nicolaescu, in offside, spedisce la palla in rete con un colpo di testa. Calma perché subito la Nazionale torna ad amministrare: la traversa avversaria trema al 17’ sul tentativo in zuccata di Luca Ranieri e lo fanno anche le mani di Avram, portiere moldavo, sulle due conclusioni di Raspadori e Retegui al 32’. Serve poco, poi, per sbloccarla. Un pallone vagante e la prontezza
PANCHINE BOLLENTI
dell’attaccante del Napoli, per l’esattezza: al 40’ è 1-0 e non potrebbe esserci notizia migliore, per l’Italia, in vista dell’intervallo. Dopodiché è tutta in discesa. Nella praticità. Al 50’, di fatto, Cambiaso raddoppia sfruttando l’ottima iniziativa di Orsolini. Ma gli uomini di Spalletti faticano un po’ troppo a impensierire: c’è Frattesi, in un paio di occasioni, a fare da pioniere. Poi poco altro. Poco importa. Il successo è servito, anche l’addio del Ct. Che se ne va con più di qualche rimpianto. «L’allenatore della Nazionale non può avere alibi, dato che i giocatori li sceglie lui. Non lasciamo un grande entusiasmo a chi verrà dopo, ma i giocatori e l’allenatore dovranno fare la differenza». Parola di Spalletti. Seguiranno ore, forse giorni, di attesa, per scoprire il prossimo. Con Ranieri sullo sfondo. ■
Dea, Juric: «A Roma sono cresciuto»
Juric ha cominciato la sua nuova avventura alla guida dell’Atalanta. In conferenza stampa ha commentato così una stagione disastrosa: «Sono stati momenti difficili, ma fondamentali per la mia crescita personale e professionale. Alla Roma ho avuto modo di lavorare con campioni di alto livello, approfondendo aspetti tecnici e umani». Poi su Gasperini: «L’ho incontrato è stato molto cortese e ha preferito non influenzarmi troppo. Credo sia un gesto che dimostra rispetto e fiducia».
Ufficiale, Chivu all’Inter. Stallo Juve e Viola
Martina Stella martina.stella@ilromanista.eu
Cristian Chivu è il nuovo allenatore dell’Inter. Questo il comunicato del club. Contratto di due anni a due milioni e mezzo: «Sono onorato per l’incarico che mi è stato affidato, ho la stessa passione e ambizione di prima e la trasmetterò alla nostra squadra - ha detto Chivu ai canali ufficiali del club -. Dobbiamo fare quello che una squadra come l’Inter deve fare, arrivare fino in fondo e lottare per i trofei, siamo pronti a fare tutto. E finire questa stagione, che non è ancora chiusa. Servirà ambizione e passione
per ottenere i risultati, bisogna essere efficienti ed efficaci. Il primo passo? Il Mondiale per Club, bisogna recuperare un po’ di energie mentali e fare quello che l’Inter deve fare, vincere».
Juventus e Fiorentina
Totalmente in stallo invece le panchine di Juventus e Fiorentina. In pole per raccogliere il testimone di Palladino c’è Stefano Pioli, ma con la panchina della Nazionale ancora vacante il tecnico dell’Al-Nassr potrebbe rientrare anche nell’orbita di Coverciano. La suggestione Viola, l’outsider, si chiama invece Thiago Motta. Alla Continassa ieri nuovo faccia a faccia tra Tudor e Damien Comolli. L’allenatore ed il nuovo dg della Juve torneranno a sedersi al tavolo per approfondire strategie, visioni e soprattutto le mosse imminenti del mercato. Sullo sfondo c’è Spalletti ■
Luciano Spalletti, Commissario tecnico dal 2023, nel corso della sfida delle qualificazioni ai Mondiali tra Italia e Moldavia GETTY IMAGES
Chivu, nuovo tecnico dell’Inter GETTY IMAGES
Tempo di nazionali anche per la Roma Femminile: ecco una foto pubblicata da Pilgrim sui social, dal ritiro con la Svizzera
La foto condivisa sul proprio profilo Instagram da Celik dopo l’impegno amichevole con la nazionale turca
Buba Sangaré si gode un po’ di vacanze dopo la stagione