Il reporter-Borgo San Lorenzo-dicembre-2010

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Il Giornale nel tuo Comune 1144452

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Periodico d’informazione locale. Anno IV n.101 del 1 dicembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

oGGI&doMaNI

PRIMO PIANO

DICEMBRE 2010

Caro il mio Babbo Natale Andrea Muzzi*

C UN 2011 PIeNO DI NOvITÀ Dopo un 2010 di grandi partenze, l’anno che arriva porta con sè altri cantieri. Ma non solo PAGG.10-11

bilanci e progetti Il sindaco Bettarini parla dell’anno che si chiude e di quello che verrà: resta il problema dei tagli PAG.3

SPorT

Il Mugello si tinge di Natale Etciascuno A voilà, il Natale il suo capodanno è servito

PAGG.6-7

luoghi

di Wiedenstritt di Puliti- e Nanni Zarrilli - Salusest

Q D

Le veRITÀ DI DIeGO Della Valle è tornato a parlare, e ha detto la sua su tutto. Con una “minaccia” finale... PAG.36

SI SCALDANO I GUANTONI Un rappresentante della Boxe Mugello ai campionati italiani di pugilato. Gli altri non ce l’hanno fatta PAG.38

iciamo ualcunopure lo che aspetta se nona piovesse gloria, saremmo metà dell’opera, visti gli provaregiàa aripiantare. E poi ci sono scherzetti qualcun altro meteo magari dell’ultimo non è proSan Silvestro. questo,Due è tutto pronto. le grandiDetto abbuffate. vip nostraQuest’anno prio dell’umore il capodanno adatto e ne fiorentino farebbe offreni,eventi tuttie Andrea i gusti: pop o rock Katiaper Beni Agresti, ci in volentieri piazza della a meno. Stazione, Ma come jazzsiper mette timpaniraccontano raffinati in ipiazza della Repubblica, loro piatti preferiti. E musica si mette,folk il Natale e popolare è unoindegli Santissima appun- Annunziata. sonodistati seleziomentre laI progetti gran parte Firenze si nati tamenti dal Comune più sentitididell’anno. Firenze attraverso Quello unprepara bando pubblico di idee, sullaunscia di a festeggiare, esiste eserquanto che fa èsìavvenuto che in città per eventi arrivino come circa la Notte Bianca. A questo canovaccio vanno cito di 20mila persone, soprattutto però 200mila aggiunte abeti dritti le sorprese dritti dal dell’ultim’ora, Casen- straniere, che a quanto non mancheranno. chepare ha religioni diverse e E tino, per dove chi invece è nato ha voglia persinodi un bizzarrie, con- eccole: l’Antico del Bigallo orche per questoSpedale non celebra il 25. Anganizza sorzio per unavalorizzarli. cena medievale, Piante mentre ten-spostandosi po’ si incontrano che se, un chiedendo in giro, iniziative si scopre ancora denzialmente più originali, condannate come ila veglione una vita sul treno d’epoca Lecco-Mantova) che alla fine i(tratta doni ce li scambiamo PAG.32 obreve, la festa maanni che ‘50 i volenterosi di Riccione. possono E buon divertimento a tutti. PAGG.14-17 un po’ tutti...

A spasso tra le stranezze fiorentine PAG.12

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aro Babbo Natale, quest’anno come regalo ti chiedo qualcosa di veramente grosso: portami un anno nuovo diverso da questo che sta finendo. Un anno dove i politici non siano più coinvolti in scandali sessuali. Come sono arzilli questi politici? Grazie a loro il sesso è diventato un business, lo fai solo se hai un profitto. La velina lo fa per fare carriera. Il politico per scegliere la candidata. Io, per convincere mia moglie, tutte le volte devo dirle che è per un’opera di beneficenza. Caro Babbo Natale, portaci un anno dove si torni ad investire sulla scuola. Ora c’è questa filosofia che per migliorare la scuola l’unica soluzione è tagliare. Due maestri? Se ne taglia uno! Sei banchi? Se ne tagliano tre! Due custodi invalidi al 50 per cento? Ne basta uno! Caro Babbo Natale, fa’ che nell’anno nuovo si smetta di buttare il petrolio in mare. Oggi c’è più petrolio in mare che in terra. Tempo fa una nave ha finito il carburante ed è affondata. Dopo 5 minuti è ripartita! Ma soprattutto, caro Babbo Natale, fa’ che nell’anno nuovo Moccia non pubblichi nessun libro. Prima l’amore era un sentimento privato. Lui scriveva una lettera “Cara ti amo”. Lei rispondeva “Io no”. Tutto finiva lì. Tra loro. Oggi grazie a Moccia l’amore è scrivere sui muri. Tempo fa un mio amico ha scritto sul muro della vicina di casa “Io e te 3mt sopra il cielo”. Lei gli ha risposto: “Avviati, c’ho le vertigini!”. So di chiederti un grande regalo, ma tutto sommato, caro Babbo Natale, ce lo meritiamo! Auguri! *Comico


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Dicembre 2010

il giornale del tuo Comune

il dato. Le persone che si rivolgono a questo servizio sono in continua crescita

Sempre più richieste al Centro d’ascolto la scadenza

Il motivo? “La povertà si sta espandendo

Comunità montana, cinque lotti all’asta

alla fascia medio-bassa di famiglie”, spiega

Ancora pochi giorni per partecipare alla vendita indetta dalla Comunità montana per cinque complessi appartenenti al patrimonio demaniale della Regione Toscana. Si tratta di cinque lotti in tutto, sparsi sul territorio. Il primo, composto da terreni e fabbricati, si trova nel complesso Giogo-Casaglia presso il comune di Palazzuolo, denominato Pian dell’Aiara, dal valore di 97mila euro. Il secondo fabbricato con terreni aggregati, sempre nel comune di Palazzuolo, si trova in località Albergo per un valore di 18mila euro circa. Andando avanti si trova un fabbricato a Calciaia (Barberino di Mugello) del valore di 75mila euro, un terreno nel complesso forestale di Calvana (sempre Barberino) per il valore di 3mila euro e un fabbricato con terreni stimato 38mila euro circa in località La Rasa (Barberino). Le offerte in busta chiusa dovranno pervenire presso la Comunità Montana entro i termini perentori delle ore 13 del 14 dicembre, mentre la vendita si terrà il giorno successivo. Tutte le informazioni e la modulistica sono reperibili sul sito internet della Comunità montana.

Luigi Andreini, responsabile dell’associazione Progetto Accoglienza Beatrice Penni

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i trova in via Giovanni della Casa a Borgo San Lorenzo uno dei 118 centri d’ascolto che ha fornito i dati per il “Dossier 2010 sulla povertà in Toscana” giunto alla settima edizione, in cui si racconta il disagio crescente di tante persone e famiglie. I dati parlano di un peggioramento: le persone ascoltate l’anno scorso presso i centri sono aumentate del 7,4 per cento rispetto al 2008. Anche il Mugello ed il comune di Borgo seguono questo andamento. Secondo i dati forniti da “Progetto Accoglienza”, che stila il bilancio delle attività del Centro, il numero di contatti è salito dai 1490 del 2008 agli oltre 2100 del 2009. “Progetto Accoglienza” è l’associazione con sede a Villa La Brocchi che in collaborazione con Caritas e Centro Aiuto alla Vita gestisce il servizio. “Il mondo della miseria è complesso anche nella zona sebbene quantitativamente meno presente ed evidente” spiega Luigi Andreini, responsabile dell’associazione. “La povertà si sta estendendo sempre più alla fascia medio bassa di famiglie, anche monoparentali o di anziani, con un solo stipendio o con un coniuge che ha perso il lavoro, con numerosi figli, senza casa di proprietà né appoggio di una rete familiare”. Ma non c’è solo la povertà di beni e cose. C’è anche la mancanza di relazioni, la miseria culturale. Solo per ottenere ascolto l’anno scorso si sono rivolte al Centro 1300 persone. “Questa povertà – specifica Andreini – spesso genera anche quella materiale. Quando una persona con pochi strumenti culturali è imbottita di proposte accecanti di piccoli prestiti non si rende conto del limite a cui fermarsi”. Caritas conferma infatti che i problemi di indebitamento in cinque anni sono arrivati ad incidere dal 3 al 6 per cento. I disagi sono quindi molto differenziati. “Quando entri in relazione con le persone cerchi di fare una diagnosi – continua Andreini – non basta dare risposte ma si devono individuare le cause del problema e fare proposte a chi di dovere. Per questo lavoriamo in rete con altre associazioni e con le istituzioni”. Lisiana, una delle volontarie,

una veduta del centro

racconta: “Chi viene da noi manifesta per prima cosa un bisogno materiale che diventa il punto di partenza della relazione. Gli aiuti che offriamo provengono dalle parrocchie, dal banco alimentare, da donazioni: sono solo cose, non soldi”. Gli aiuti monetari infatti competono alle istituzioni che operano insieme alle associazioni con progetti specifici come Agenzia Casa, promossa dalla Società della Salute in collaborazione con i Comuni per un sostegno concreto al pagamento dei

Il reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie

progetti, di una auspicabile e partecipata visione di futuro”. Combattere il disagio non è impossibile. “Io coltivo fortemente la speranza nel futuro – dice Andreini – perché vedo tanti casi che finiscono bene, però nel nostro settore non sono visibili: non puoi mostrare che hai rimesso in piedi delle persone per non ledere la loro dignità. Dovremmo imparare a monte a scardinare la logica per cui fanno notizia solo le tragedie rispetto ad una famiglia che ha ritrovato serenità”.

politica Classe 1980, a lungo negli “Amici delle Biblioteche”, è co-fondatore del circolo Sg

Sandro Vignolini nuovo segretario del Pd di Borgo

È

Sandro Vignolini il nuovo segretario del Pd di Borgo San Lorenzo. Il 23 ottobre scorso presso la sede borghigiana del Partito Democratico si è svolta la proclamazione, in realtà già avvenuta a giugno scorso con le dimissioni di Silvia Notaro e l’elezione di Vignolini a segretario reggente. Vignolini, classe 1980, dopo un lungo periodo di attività nell’associazione “Amici delle Biblioteche” si è avvicinato alla politica nel 2006 fondando il circolo Sinistra Giovanile insieme al consigliere Lorenzo Quartani e all’assessore provinciale Sonia Spacchini. Oggi è consigliere comunale e vicepresidente della prima commissione consiliare.

Il Reporter di Borgo San Lorenzo raggiunge 7523 famiglie nel Comune di Borgo San Lorenzo

Copia in abbonamento postale

primi affitti rimborsabile a tasso zero. Silvia Giovannini, assessore ai servizi sociali e alle politiche di salute sottolinea l’importanza di questo processo di interazione: “Il Mugello è ricco di attività no-profit, di volontariato, di cittadini che, in varie forme, offrono tempo e lavoro per un disegno di solidarietà e coesione sociale. Contribuiscono allo sviluppo economico, rafforzano il senso di appartenenza e identità ma soprattutto di consapevolezza che la comunità ha di se stessa, dei suoi bisogni e

Editore e Concessionaria Pubblicitaria: Web&Press edizioni s.r.l. Direzione ed amministrazione: via Kassel 17- 50126 Firenze tel. 848.80.88.68 Direttore Responsabile: Matteo Francini Service editoriale e grafico: Tabloid soc.coop., Firenze (FI) scrivimi@ilreporter.it

Ecco gli indirizzi per il suo nuovo incarico. “In questi ultimi anni è stato fatto un lavoro fondamentale di crescita a livello di partito, ora dovremmo passare ad una fase ulteriore – spiega Sandro Vignolini – Incontrare sempre di più la gente nelle assemblee pubbliche, nei circoli, avviando un processo di coinvolgimento di iscritti e non a dei ‘gruppi di lavoro’, che saranno tre sui temi del sociale, ambiente e sviluppo economico, programmatico. Hanno lo scopo di promuovere la partecipazione di tutti i cittadini, che vorranno dare il loro contributo alla costituzione del programma del Pd su materie di interesse vivo e serviranno al partito per rimanere

Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno IV n.101 del 1 dicembre 2010 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

attaccato ai temi di reale interesse”. Un modo per proseguire l’esperienza fiorentina di ‘Prossima fermata Italia’, svoltasi il mese scorso, per il rinnovamento del programma. “La coalizione riuscirà a tornare al governo quando porterà una proposta alternativa semplice, chiara e visibile. Ci viene chiesto qual è la nostra idea di Italia, e l’iniziativa di Renzi è positiva perché raccoglie idee per lanciare una nuova proposta. “Anche a costo – continua – di possibili scossoni interni, che possono aiutare se ricondotti ad una sintesi programmatica sui temi di interesse pubblico. E nel mio lavoro cercherò di andare /B.P. in questo senso”.

Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.


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Borgo San Lorenzo

bilanci/1. Il sindaco Giovanni Bettarini parla dei piani comunali per l’anno che verrà

“Tanti progetti, ma il nodo sta nelle risorse” bilanci/2. Parla Fulvio Boni, capogruppo del Pdl

“Le nostre priorità sono pretura, acqua e rifiuti” D

di

Borgo San Lorenzo

In agenda ci sono la nuova caserma per i vigili del fuoco, un concorso di idee per l’ex ospedale di Luco e un potenziamento della raccolta differenziata. Il tutto facendo i conti con i tagli della Finanziaria Beatrice Penni

T

ra molte incertezze, in particolare sui problemi per il settore locale, si conclude il 2010 della politica. Ne parliamo con il sindaco di Borgo San Lorenzo Giovanni Bettarini, per tracciare un bilancio dell’anno che sta finendo e del prossimo futuro. Come affronteremo il 2011? Il Comune subirà un cambiamento radicale nella propria possibilità di programmazione economica. La manovra finanziaria ci taglierà circa 1 milione di euro, più del 10 per cento della disponibilità di bilancio. Per questo ci stiamo organizzando per aumentare la produttività del Comune sotto tutti i punti di vista, con uno sforzo collettivo della macchina politica e comunale. Tuttavia il Comune non rinuncerà ai propri compiti relativi alla promozione della socialità. Non si può ridurre l’attività del Comune ai soli servizi di base, dobbiamo continuare a fare la stagione teatrale, la scuola di musica, e attività educative come il Pedibus e ReMida. Dobbiamo insomma riuscire a diminuire i costi, contenere le spese e selezionare gli obiettivi senza rinunciare alle funzioni che consentono alla popolazione di crescere. Cosa si intende per contenere le spese? Bisogna capire quali sono le funzioni fondamentali da mantenere qualificando il lavoro e quali servizi andranno eventualmente esternalizzati. Abbiamo razionalizzato, ridotto e contenuto le spese. Una scelta concreta è stata aver affidato la progettazione del regolamento urbanistico direttamente all’ufficio tecnico e non a professionisti esterni, avvalendosi delle consulenze strettamente necessarie. Contenere le spese è possibile anche con il coinvolgimento della cittadinanza. Stiamo lavorando con il circolo di Panicaglia ad esempio, attraverso una convenzione per la manutenzione delle aree verdi, riducendo così gli oneri amministrativi. Bisogna essere più sensibili al fatto che ci sono meno possibilità per interventi diretti e quindi deve esserci da parte di tutti un’attenzione diversa al territorio. Come avverrà questa partecipazione?

Appunto tramite il Ru che consente la progettazione collettiva del territorio in base alle linee individuate nel piano strutturale: riconfermare il ruolo di Borgo come città dei servizi migliorando al tempo stesso la qualità ambientale e la vivibilità. Attraverso quali proposte concrete? Nel 2011 definiremo per esempio il progetto della nuova caserma dei vigili del fuoco. Dopo alcuni incontri con il nuovo comandante provinciale e con la Provincia abbiamo raggiunto l’accordo, l’area sarà individuata attraverso un bando pubblico. E poi ripartiremo sull’ex ospedale di Luco: lanceremo un concorso di idee per nuovi progetti sulla struttura, d’accordo con la Regione Toscana e l’assessore Nencini, dato che l’Università si è tirata indietro e il protocollo stilato in passato perde efficacia. Inoltre agiremo sul fronte della raccolta differenziata, contando di arrivare entro il 2012 al porta a porta visto che la disca-

Ci sono dei principi che possiamo condividere ma l’attuazione è opposta. Sul piano strutturale concordiamo che Borgo debba essere la città dei servizi ma non basta. Deve crescere in termini di qualità, soddisfacendo le esigenze abitative delle varie categorie sociali che gravitano sul territorio, come personale dirigente, medici, insegnanti, e investendo sulla mobilità. Su questo ultimo punto non viene fatto abbastanza. La congestione che si crea all’ingresso e all’uscita degli alunni delle scuole medie sui viali può essere risolta ad esempio con la realizzazione di un sottopasso pedonale, che aiuterebbe a smaltire il traffico e eviterebbe la presenza costante dei vigili che possono essere utilizzati per altri servizi. Non è un investimento oneroso, i fondi si possono trovare. Anche questi sono investimenti “sociali” che permettono di migliorare la vivibilità. Quali sono le altre critiche? Mi sembra che la programmazione politica non dia risposte alla cittadinanza. Sono state realizzate opere, come il ReMida, magari non indispensabili rispetto alle reali necessità. Prendiamo l’ex ospedale di Luco: invece di continuare a cercare improbabili investimenti pubblici perché non coinvolgere i privati attraverso una joint venture? Si tratta di affidare la ristrutturazione e la gestione per un lungo periodo a chi ha un progetto di investimento in cui venga comunque tutelata la pubblica utilità, per esempio realizzando una residenza sanitaria assistita, e creando così anche posti di lavoro. /B.P.

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Per contenere le spese sarà utile la partecipazione attraverso il regolamento urbanistico rica si sta esaurendo. Dovremo farci carico tutti insieme del servizio, il Comune sta lavorando per contenere il più possibile le tariffe anche se non sarà semplice. Dunque per alcuni servizi si presenteranno problemi? Il nodo sta nelle risorse. I settori che soffriranno di più saranno il trasporto pubblico locale ed il sociale. E poi il settore degli investimenti di manutenzione urbana, un problema che stiamo affrontando intercettando altre risorse, come nel caso del finanziamento regionale per l’asfalto fonoassorbente. Di fronte alla crisi economica e ai tagli agli enti locali bisogna reagire con la capacità di progettazione e trovando risorse esterne.

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Il Comune

el passato e futuro di Borgo San Lorenzo parla anche il capogruppo dell’opposizione Fulvio Boni. Il Pdl infatti ha tenuto ad ottobre la prima festa di zona al Foro Boario, riscuotendo un’alta partecipazione, ed ha quindi affrontato recentemente nel dibattito i temi della gestione comunale. Quali sono le proposte del gruppo per il prossimo futuro? Sono molteplici. Innanzitutto sono delle reali alternative all’attuale gestione, che derivano anche dal nostro compito di verifica dell’operato della Giunta che svolgiamo in Consiglio. Quali? Sull’acqua ad esempio proponiamo la liberalizzazione del servizio in alternativa alla privatizzazione. La presenza di più aziende sul mercato aumenterebbe la concorrenza portando un vantaggio reale in termini di costi e garantendo un giusto prezzo per tutti. Sulla raccolta differenziata invece dissentiamo sull’introduzione del porta a porta. Creerà disagi alle famiglie e farà lievitare i costi per i maggiori oneri che spettano al gestore. Sarebbe più semplice rendere efficiente l’attuale sistema. Stiamo poi lavorando su altri fronti: riportare a Borgo un ufficio della pretura, una necessità che riguarda tutto il Mugello e in particolare le zone montane che adesso sono costrette a gravitare su Pontassieve, e infine portare avanti la proposta di candidare il Mugello a patrimonio dell’Unesco, anche con l’appoggio della maggioranza. Dunque ci saranno punti di incontro futuri?


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Dicembre 2010

il giornale del tuo Comune

l’inchiesta. La merce ritirata dagli scaffali ma ancora intatta viene gestita dal progetto “Buon Fine”

Contro gli sprechi, il viaggio a lieto fine del cibo invenduto Beatrice Penni

impedivano l’acquisizione di cibi ancora intatti. Coop da allora ha abbracciato il progetto organizzando un sistema di gestione che Gianfranco Grossi, presidente della sezione soci di Borgo San Lorenzo, illustra: “Il negozio ha siglato delle convenzioni con onlus di volontariato regolarmente iscritte all’albo – a Borgo sono Progetto Accoglienza, Misericordia, Coop. Arca, Coop. Alveare, Sentinelle di Pasqua – che quo-

F

este in arrivo e, crisi permettendo, tempo di spese in più soprattutto nel settore alimentare. Proprio in queste occasioni è inevitabile anche un aumento degli sprechi, in particolare nella grande distribuzione. Destinarli ad altro fine però si può. Ed è proprio “Buon Fine” il nome del servizio svolto dalla sezione soci Coop di Borgo San Lorenzo per il recupero delle eccedenze a scopo di solidarietà. Attivi ormai da tre anni, i soci collaborano con il Comune e con diverse associazioni locali. Punto di partenza sono i volumi di alimentari che ogni giorno vengono ritirati dagli scaffali della grande distribuzione ancora perfettamente integri e commestibili ma non più commercializzabili perché residui di attività promozionali, per la scadenza ravvicinata o la confezione ammaccata. Da qui l’idea del recupero sperimentata nel 1998 presso l’Università di Bologna dal professor Segrè con il Last Minute Market, esperienza di economia solidale descritta nel suo libro “Lo spreco utile”, e diventata realtà nel 2003 con l’emanazione della cosiddetta “legge del buon samaritano” (il decreto che regola la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale), che ha alleggerito le restrizioni igienico-sanitarie che

Nel 2009 sono state sottratte alla discarica 5 tonnellate di alimenti tidianamente, escluso il sabato, prelevano i prodotti e li distribuiscono alle mense degli indigenti o alle famiglie segnalate dai servizi sociali. Le merci recuperate sono scrupolosamente controllate, registrate e consegnate dalla sezione alle onlus secondo calendari stilati dai nostri volontari, per evitare forme di esclusività o accavallamento e perché l’organizzazione sia più flessibile alle eventualità”. Con questa copertura quotidiana nel 2009 il servizio ha sottratto alla discarica oltre 5 tonnellate di cibo, distribuendo solo a Borgo San Lorenzo oltre 5100 articoli, per un valore

un carrello di merce ritirato dalle associazioni

corrado 62 anni

FRANCESCA 42 anni

DANIELA 46 anni

“Bene il recupero su scala locale”

“Avanza sempre molto materiale”

“Lo spreco deve essere evitato”

“Conosco il servizio perché mi occupo del banco alimentare di Calenzano. È giusto che questa attività sia fatta su scala locale perché per i prodotti con scadenza molto vicina i giorni contano. La gente dovrebbe però sapere che spesso la scadenza non è inderogabile. L’indicazione “consumarsi preferibilmente entro” significa che il prodotto può essere un po’ meno fragrante ma non nocivo”

“Avanza sempre molto materiale. Raccogliamo il latte, il pane, i dolci, tutti i confezionati su cui è indicata la scadenza. Sui freschi, che non raccogliamo, molte cose vengono rese indietro e quindi non c’è molto spreco. Ma al di là di questo c’è il rapporto diretto con le associazioni: visto che siamo noi a raccogliere i prodotti consigliamo anche su come e cosa consumare prima”

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“Non conoscevo questo servizio, e sono sicura che viene fatto con professionalità: ci sono molte persone che hanno bisogno e lo spreco deve essere sempre evitato, anche a casa. Della Coop in genere ci si può fidare essendo una cooperativa, e il fatto che il servizio viene fatto dalla sezione soci aggiunge valore all’attività di volontariato”

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Borgo San Lorenzo

Ogni giorno alcune onlus del territorio prelevano i prodotti e li distribuiscono alle mense degli indigenti e alle famiglie segnalate

alessandro 50 anni

CLAUDIO 24 anni

“Sempre più famiglie bisognose”

“Positivo anche per l’ambiente”

dai servizi sociali. A monte sulla qualità e uno smistamento attento a non creare squilibri

“Sono volontario presso una delle associazioni che opera per Buon Fine e ho visto in questi ultimi due anni aumentare il numero di famiglie bisognose anche tra gli italiani. Sempre più persone hanno difficoltà ad arrivare a fine mese a causa, per esempio, della perdita del lavoro e hanno necessità di usufruire del servizio, che facciamo anche a domicilio”

un momento della scelta degli alimenti

di oltre 46mila euro. “Siccome tra associazioni esiste una catena di collegamento - continua Grossi - quando l’una si rende conto che non può gestire in giornata i prodotti è sempre possibile una sostituzione”. Dunque un’attività di coordinamento fondamentale, risultato di un processo più ampio su cui istituzioni e società civile hanno lavorato in questi anni, come spiega l’assessore ai servizi

sociali e alle politiche di salute Silvia Giovannini: “Il progetto Buon Fine rappresenta una delle migliori espressioni della capacità di fare rete, che abbiamo sollecitato e promosso come amministratori e, insieme al territorio, nella Società della salute. È un bene preziosissimo che dobbiamo coltivare e propagare alle nuove generazioni”. Nel futuro di “Buon Fine” c’è l’estensione del servi-

zio al non alimentare. Conclude Grossi: “Per ora la gestione è a capo del magazzino centrale Unicoop a Scandicci, dove gli invenduti di tutti i negozi, anche del nostro, sono stoccati e messi in vendita in mercatini di solidarietà. Realizzarlo anche qui per ora è difficile perché servono ampi locali a disposizione e molto più impegno. Speriamo che ci siano condizioni migliori in futuro”.

“Non conoscevo il progetto, però mi sembra una cosa positiva sia per il sociale ma anche per l’ambiente. Se si pensa a quanto cibo sprecato ogni giorno finisce in discarica questo mi pare un atto anche ecologico. Oggi si può svolgere un doppio servizio pubblico, verso i bisognosi ed il territorio, limitando nel lungo periodo l’onere di smaltimento”

Ecco i lavori al via ed in corso a Borgo e dintorni durante il mese di dicembre VIALE DELLA RESISTENZA In viale della Resistenza dopo i lavori di asfaltatura con manto mangia-rumore, si lavora al ripristino della segnaletica, alle strisce pedonali, alle isole spartitraffico e alla realizzazione di barriere antirumore alla materna Rodari con arredo urbano. A ronta lavori in chiusura In chiusura a Ronta i lavori per la realizzazione della nuova strada comunale d’innesto alla SR 302 Faentina e strada vicinale del Mulinaccio. ex macelli, via allo sbancamento A Borgo sono in corso negli ex macelli, i lavori di sbancamento e realizzazione delle fondamenta per i 20 alloggi erp (case popolari). ex pretura Continuano spediti i lavori di consolidamento sismisco dell’ex pretura.

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Dicembre 2010

il giornale del tuo Comune

NATALE E DINTORNI. Per il mese di dicembre iniziative all’insegna della tradizione

Borgo, tutti i suoni e i colori delle feste Letizia Martino

piziatorio e di passaggio tra il vecchio e il nuovo anno. Simbolo di purificazione che si colloca all’interno della tradizione europea dei fuochi equinoziali e che, ad oggi, resta sopratutto un momento altamente folcloristico. Decisamente più attuale e di mondana suggestione sarà invece l’atmosfera di piazza Garibaldi dove il Comune provvederà a fornire una copertura per le eventuali condizioni metereologiche avverse, e in cui la musica, e il ballo, faranno da padroni. Intanto prosegue per tutto dicembre la lotteria voluta dalla Proloco per raccogliere i fondi, con premi ricchi, tra cui anche un viaggio. Per il periodo delle festività natalizie, il centro naturale commerciale (ossia via Mazzini e zona limitrofa) come ogni anno, sarà animato da decorazioni e musica in filodiffusione. In programma anche per questo anno l’ormai tradizionale giornata a sostegno di Telethon, come confermano dal comitato dei commercianti, con varie iniziative e momenti di intrattenimento. Archiviato il Natale e il Capodanno, sarà la volta della Befana che per i più piccoli farà tappa in piazza Cavour, il 7 gennaio, con giochi e animazioni. Previsto invece per il 6 gennaio un altro classico del Natale mugellano, ossia il viaggio con il treno a vapore, con partenza da Firenze Santa Maria Novella, mentre il 9 di gennaio andrà in scena il corteo in costume “La cavalcata dei Magi”, ispirato al celebre affresco di Benozzo Gozzoli nella Cappella dei Magi in Palazzo Medici Riccardi, e curato a Borgo San Lorenzo dall’associazione culturale “Capriccio Armonico” che con il patrocinio dell’assessorato alla cultura hanno promosso corsi di danze rinascimentali per poi giungere a questa giornata.

Il Capodanno lascia il Foro Boario per approdare in piazza del Popolo e in piazza Garibaldi, che quest’anno ospiteranno danze e intrattenimenti

D

ecorazioni, iniziative di solidarietà e musica in piazza. Sono i tipici ingredienti del Natale in strada, e non potevano mancare nemmeno a Borgo San Lorenzo. Le iniziative saranno semplici e reduci dalla stretta di crisi e tagli. E ruoteranno attorno al centro cittadino. Compreso il festeggiamento per il Capodanno, che lascia l’area del Foro Boario per animare piazza del Popolo e piazza Garibaldi. A confermarlo è la Proloco che penserà all’organizzazione e alla gestione della borghigiana notte di San Silvestro. Nella piazza antistante la biblioteca comunale sarà allestito il punto ristoro e un falò, in nome dell’antica tradizione popolare e contadina che considera l’accensione del fuoco e il bruciare di fantocci o semplici sterpaglie come un rito pro-

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Arte e cultura. Un concerto chiude l’anno in bellezza

Il Mugello a suon di musica Sara Casini

Simulazione antisismica, sedici comuni sotto la lente

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uone notizie per la musica in Mugello. Il 2011 promette, infatti, un ricco calendario di concerti, grazie all’impegno di molti appassionati, professionisti e non. Un gruppo di persone, tra musicisti, cantanti, ballerini e musicologi, che si è riunito e ha fondato l’associazione culturale “Note dal Mugello”. “Innanzitutto abbiamo voluto coinvolgere tutti i comuni, tanti di coloro che lavorano nell’ambito musicale, semplici appassionati, adulti e anche i più piccoli” racconta il presidente, Barbara Baldi Conti. I progetti sono tanti, e ambiziosi: concerti e serate in musica per tutto l’anno nuovo, e una collaborazione con le scuole elementari per l’educazione e l’ascolto musicale. La filosofia è quella di riuscire a dare spazio alla passione e alla potenzialità musicale di una terra che conta esperienze e talenti illustri. Tra le adesioni ricevute ci sono quelle della scuola di musica Letizia Tozzi, la scuola di musica Sound, il firenzuolino coro femminile “Mulieris Voces”, il borghigiano ensemble “Capriccio Armonico”, la corale di Santa Cecilia, Marilisa Cantini-Baluganti, le musiciste Roberta e Sabrina Landi-Malavolti, la mezza-soprano Silvia Mazzoni, la soprano Elisa Frandi, il tenore Mattia Nebbiai, il baritono Gianluca Margheri, il pianista e direttore Emanuele Lippi, il pianista e compositore Alessandro Ratoci, il maestro Andrea Sardi, e molti altri. Artisti che, in alcuni casi, sono attivi anche all’estero, e tutti di origine mugellana. “Qualcuno è impegnato in progetti nazionali e internazionali – spiega Baldi Conti – e ci è sembrato davvero importante valorizzare questo patrimonio

La prova. Per testare la reazione alle scosse

un’esibizione della corale di

Santa Cecilia (foto Aldo Giovannini)

culturale che oltre più ha anche una storia importante quanto longeva”. Come non citare dunque Monsignor Domenico Bartolucci, 93 anni, di origine borghigiana, di recente elevato alla porpora cardinalizia, illustre direttore e compositore, specialmente nel campo della musica sacra, e noto per una proficua carriera artistica che è davvero impossibile riassumere in poche righe. Per quanto riguarda le sue attività mugellane, a lui è legata la Schola Cantorum “Santa Cecilia” di Borgo San Lorenzo: una delle più antiche associazioni musicali borghigiane (è nata nel 1909), che ha visto anche la direzione di Silvano Sardi e che, ormai da sette anni, è passata alla direzione del giovane maestro Andrea Sardi. A lui va il

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compito di concludere la stagione del 2010 con una prova alquanto complessa: il bellissimo “Requiem”, per Soli, Coro e Orchestra di W. Amadeus Mozart, che la corale presenterà la sera del 30 dicembre nella chiesa di San Francesco a Borgo San Lorenzo per commemorare le vittime civili del bombardamento aereo del 30 dicembre 1943. Parteciperanno, come solisti, Elisa Frandi, Silvia Mazzoni e Gianluca Margheri, il coro, che è composto da trenta elementi, e l’“Orchestra Instabile”. Per l’occasione sarà allestita, nell’atrio di ingresso del Comune, a cura dello storico Aldo Giovannini, una mostra fotografica con le suggestive e impressionanti immagini di Borgo sotto i bombardamenti, che fecero più di cento morti.

un mese di distanza dalla simulazione antisismica Giotto 2010, che ha coinvolto 16 comuni di Mugello, Valdisieve e Montagna Fiorentina, la protezione civile fa il bilancio. La prova, svoltasi il 22 e 23 ottobre, è stata organizzata da numerosi soggetti con lo scopo di testare la reazione del territorio a due scosse di 3.4 e 4.9 di magnitudo, attraverso una modalità di comunicazione dei danni alle squadre di soccorso tramite buste chiuse, per verificare la capacità di risposta ad eventi non programmati. Girolamo Bartoloni, responsabile del centro intercomunale di protezione civile Mugello con sede a Borgo San Lorenzo, ha gestito la prova dalla sala operativa e de-

Problemi di comunicazione e spazi angusti tra le criticità emerse

scrive le criticità emerse, legate all’organizzazione dei locali del centro e alla gestione delle comunicazioni. “Nel primo caso è un problema logistico relativo alla mole di persone che gravitano sulla sala. Con gli enti coinvolti e i comuni abbiamo già predisposto un potenziamento strutturale e

l’implementazione degli apparati radio per ovviare alla scarsità del segnale Gsm in zona”. In casi di emergenza infatti gli impianti telefonici sono in black out nella prima ora e l’alternativa sono i ponti radio. “Abbiamo una copertura efficiente ma mancano gli apparati, che quindi saranno inseriti nel progetto di potenziamento. In questi casi è possibile fare affidamento sulla maglia stretta delle associazioni perché per la maggior parte sono dotate di una propria frequenza radio”. Una maglia che si è mostrata efficiente anche nella mobilitazione: su 850 operatori oltre la metà erano volontari, attivi in particolare nelle zone di danno ambientale e presso i plessi scolastici. “Per il futuro – aggiunge Bartoloni – sarebbe opportuno allargare la partecipazione ad un numero più consistente di cittadini per raggiungere nuovi risultati, sensibilizzare di più sui rischi sismici e sull’importanza delle esercitazioni per apprendere il corretto comportamento durante e dopo un sisma”. In tema di terremoto i comuni del Mugello sono infatti classificati a livello regionale in fascia 2, la più alta, perché attraversati dalla faglia dorsale appenninica e casi di scosse sono frequenti. L’ultimo più significativo è del settembre 2009, ma anche nel giorno della prova è stata registrata una lieve scossa con epicen/S.C. tro a Predappio.


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Dicembre 2010

il giornale del tuo Comune

mestieri. L’arte della ceramica (e della sua lavorazione) prosegue la sua tradizione

L’antica magia delle fornaci e dei torni Nella vallata mugellana la storia comincia già nel ‘500 e, con la famiglia Chini, ha trovato la sua massima espressione nel territorio. E ancora oggi, giorno dopo giorno, l’alchimia si ripete Sara Casini

T

ra le antiche arti e i mestieri del Mugello, la lavorazione della ceramica occupa senz’altro un posto di eccellenza, da sempre legata al nome di casate e famiglie, che hanno contribuito ad aumentarne il valore artistico. L’ordine tempo-

una ceramica del museo dedicato a

rale impone di ricordare che nella vallata mugellana le fornaci esistono sin dal ‘500, per merito di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici che presso la Villa di Cafaggiolo fece costruire una fabbrica di ceramiche, con annessa una bottega. La produzione di vasellame era di

Chini

alta qualità tecnica e decorativa, grazie anche alle maestranze che erano state fatte venire direttamente da una delle capitali dell’epoca, ossia Montelupo. Erano gli anni d’oro dell’officina di Cafaggiolo che concluse definitivamente la sua attività intorno ai primi del Seicento, consegnando all’oblio la sua preziosa storia, poi ritrovata grazie alle indagini archeologiche. È invece più conosciuta la storia della rinascita dell’arte della ceramica “made in Mugello”. Un percorso artistico importante che ha come protagonista un’altra famiglia, i Chini di Borgo San Lorenzo, che all’inizio del ‘900 fondarono le “Fornaci di San Lorenzo” avviando un’intensa produzione sia di ceramiche che di vetrate. Oggetti che furono resi famosi e conosciuti in tutto il mondo grazie allo stile Liberty italiano che Galileo Chini seppe imprimervi, ottenendo prestigiosi riconoscimenti in manifestazioni nazionali ed internazionali, come le esposizioni di Torino del 1898 e del 1902, e l’Esposizione Universale di Parigi

una delle produzioni

Pecchioli

del 1900, fino a giungere, dopo il successo alla biennale di Venezia nel 1907, a lavorare alla corte del Re di Siam a Bangkok. La produzione, seguita negli aspetti tecnici da Chino Chini al quale sarà reso omaggio nell’intitolazione della nota scuola professionale, fu fin da subito caratterizzata da un marchio che raffigura una grata, ossia il simbolo del martirio di San Lorenzo. Purtroppo il bombardamento di Borgo San Lorenzo nel 1943 rase al suolo gran parte degli edifici tra cui le nascenti imprese e industrie del tempo, compresa la Fabbrica che era stata disegnata da Galileo.

La difficile ricostruzione fu affidata a Augusto Chini e, nel 1956 divenne la Franco Pecchioli Ceramiche, pur rimanendo la direzione artistica interna alla famiglia Chini. “Sembrava di essere nella fucina di un mago, con l’argilla modellata con un gigantesco tornio, gli smalti, il fuoco – ricorda Vieri Chini – ma ancora oggi il procedimento tecnico è sempre identico, artigianale, anche se esaltato dal connubio con la più avanzata tecnologia.” Nel frattempo hanno trovato spazio anche le nuove generazioni con Mattia e Cosimo Chini, e Giovanni, nipote di Leone Pecchioli.

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ADDIO 2010. Viaggio a ritroso tra i fatti e gli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi

Dal tram a Prandelli, un anno di partenze A febbraio il battesimo del Sirio, a maggio l’ultima del tecnico di orzinuovi sulla panchina viola. E ancora: ad agosto l’abbattimento della pensilina della Stazione, a novembre la rivoluzione della sosta. Ecco il bilancio di questi 365 giorni Ivo Gagliardi

L’

anno del tram? Macché, quello dell’addio di Prandelli. Anzi no, l’anno in cui è sparita la pensilina di Toraldo di Francia da piazza Stazione. O ancora quello della rivoluzione della sosta, del piano strutturale a “volumi zero” o di Firenze “capitale” dello sport. Provate a chiedere ai fiorentini il motivo per cui ricorderanno questo 2010 ormai a fine corsa, e otterrete un mix di risposte diverse. Molto diverse. Perché sono stati tanti, e differenti tra loro, i fatti, gli eventi e le novità che il 2010 ha portato in dono a Firenze e ai suoi abitanti. Procedendo in ordine cronologico, il primo (e attesissimo) momento saliente è arrivato sulle rotaie. Era il 14 febbraio, un San Valentino molto particolare per la città: la prima corsa della prima linea del tram. Dopo anni di cantieri e polemiche, attese e discussioni, i fiorentini sono potuti finalmente salire sul Sirio, dando ufficialmente il via all’era tramvia. Un mese e mezzo dopo è iniziata un’altra era, quella di Enrico Rossi alla guida della Regione. Dopo 10 anni targati Claudio Martini, il 28 e 29 marzo l’ex assessore toscano alla sanità è stato eletto governatore, incarico che ricoprirà fino

al 2015. Per due ere che iniziano una che finisce. Era il 16 maggio quando Cesare Prandelli sedeva per l’ultima volta sulla panchina della Fiorentina. Trentottesima giornata di campionato, Bari, viola sconfitti 2-0 e fuori dall’Europa (ma questo già si sapeva): quello che nessuno ancora sapeva, nonostante le voci e le polemiche di un’annata difficile, era che dopo cinque anni il tecnico di Orzinuovi avrebbe lasciato le rive dell’Arno (pur rimanendoci a vivere) per diventare ct della Nazionale. Veste in cui è tornato a sedere sulla panchina del Franchi (7 settembre, Italia-Isole Far Oer 5-0), ma ormai non più da allenatore dei viola. Restando in ambito sportivo, le novità non sono certo mancate per Firenze nel 2010. La più gradita è arrivata a fine settembre direttamente dall’altra parte del mon-

A ottobre è iniziato l’iter del nuovo piano strutturale, che sarà a “volumi zero”

do: è stato a Melbourne che la città del giglio è stata scelta (insieme a Lucca, Montecatini Terme e Pistoia) come sede dei Mondiali di ciclismo del 2013. Un evento prestigioso, che trasformerà Firenze nella “capitale” dello sport mondiale, ma non l’unico che ha visto la città protagonista: a ottobre il capoluogo toscano ha ospitato alcune partite dei Mondiali di volley, a novembre sull’erba del Franchi è scesa per la prima volta la Nazionale italiana di rugby, contro l’Australia. Ha qualcosa a che fare con lo sport anche un’altra delle grandi novità di quest’anno che sta per finire: l’abbattimento della pensilina di Toraldo di Francia in piazza Stazione. La costruzione – per la verità mai troppo amata dai fiorentini – aveva visto la luce grazie ai fondi di Italia ‘90: venti anni dopo, ad agosto 2010, è stata demolita. E ancora: a ottobre è iniziato l’iter del nuovo piano strutturale a “volumi zero”, mentre novembre è stato il mese della rivoluzione della sosta, con la riduzione del numero delle Zcs da 14 a 5, ma non solo. Finito qui? Macché. Perché se il 2010 è ormai ai titoli di coda, dietro l’angolo c’è già il 2011, col suo bel carico di lavori e novità. Leggere la pagina qui a fianco per credere.

FocUS Lo storico mercato prova a stare aperto tutto il giorno, mentre la Firenze by night ritrova un luogo simbolo

Spesa pomeridiana a Sant’Ambrogio. E l’anfiteatro è tornato a vivere

N

on solo tram, non solo parcheggi. Sono stati molti altri – tra quelli che hanno avuto più visibilità e quelli passati sotto silenzio o quasi – i cambiamenti piccoli e grandi vissuti da Firenze in questo 2010. A cominciare da quello che ha interessato Sant’Ambrogio: dalla fine di ottobre (e in via sperimentale fino al prossimo giugno) lo storico mercato di piazza Ghiberti è aperto anche il pomeriggio due volte la settimana, il mercoledì e il venerdì. Ma non solo: da metà novembre anche i banchi esterni, quelli di ortofrutta e generi vari, possono stare aperti fino alle 18, in questo caso tutti i giorni della settimana. Poi c’è

il capitolo Ztl. A novembre, insieme alla rivoluzione delle Zcs, è arrivata anche quella della zona a traffico limitato: i settori sono passati da 5 a 2 (A e B) e, rispetto alla precedente, la nuova Ztl è stata ampliata per comprendere tutta l’area della stazione di Santa Maria Novella e via Tripoli. Il settore A è rimasto sostanzialmente invariato (con l’inglobamento della zona del mercato centrale di San Lorenzo fino a piazza dell’Unità e della piazza di Santa Maria Novella), mentre il B ha riunificato i vecchi settori B, C, D ed E. Nessun cambiamento, invece, per quanto riguarda gli orari di validità: dal lunedì al venerdì dalle 7.30

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COSA CI ASPeTTA. Ricominciano i lavori della tramvia. Ma le linee 2 e 3 saranno pronte in mille giorni

Un 2011 all’insegna dei cantieri e dell’arte Due corsie in meno in viale Strozzi, transenne anche a Novoli e in viale Belfiore. In compenso a giugno aprirà il Palagiustizia. E i fiorentini potranno rifarsi gli occhi a suon di mostre Francesca Puliti

S

i aprirà a suon di cantieri l’anno che verrà. Dopo le feste natalizie, presumibilmente proprio dal 7 gennaio, avrà inizio una delle opere più imponenti per la città: la realizzazione delle linee 2 e 3 della tramvia. Detto con le parole del sindaco Renzi, “tecnicamente parlando, in alcuni tratti sarà un macello”. Ma il primo cittadino lancia la sfida: i lavori si concluderanno in mille giorni, circa 3 anni. Insomma, a fine 2013 dovremmo essere in grado di saltare sulla T2 e sulla T3, che ci porteranno da Peretola a San Marco e da Santa Maria Novella a Careggi. Confermati i tracciati previsti (non ci sarà il tanto contestato passaggio da piazza Duomo), i tre cantieri “monstre” occuperanno tre punti nevralgici per la circolazione cittadina: tra viale Strozzi (dove si mangeranno un paio di corsie) e viale Milton, viale Guidoni e viale Belfiore. A parziale rassicurazione della cittadinanza affetta da crisi da ingorgo, c’è da dire che i tracciati saranno suddivisi in 22 microlotti, ognuno dei quali sarà “affidato” alle cure di un consigliere comunale, sorta di referente per l’andamento dei lavori al quale anche gli stessi fiorentini potranno chieder conto e spiegazioni. Perché non si dica più che sull’operazione tramvia è saltata la cinghia di trasmissione tra Palazzo Vecchio e città. Entro l’estate 2011, inoltre, dovrebbero

entrare in azione le talpe dell’Alta velocità, anche se tuttora non è dato sapere che fine farà la Stazione Foster e i No Tav continuano a dar battaglia a suon di manifestazioni. A partire da febbraio, invece, il Comune dovrebbe adottare in pianta stabile il nuovo Piano strutturale, faticosamente partorito dopo un percorso durato anni e sconvolto nel giro di 365 giorni di mandato renziano. Dunque, niente nuove costruzioni (il mantra è quello dei volumi zero), sì ai recuperi degli edifici dismessi. Da qui comincia la nuova vita di contenitori rimasti a lungo inutilizzati, come l’ex Meccanotessile o il Panificio militare. Un’altra partita si aprirà invece sul fronte degli immobili abbandonati dalle forze armate, in cui Palazzo Vecchio vedrebbe bene alloggi popolari e servizi pubblici. Per numerosi cantieri che si aprono, uno conoscerà il lieto fine: si tratta del Palagiustizia, la mastodontica struttura realizzata a Novoli e conclusa già da 3 anni. Il Tribunale di Firenze dovrebbe traslocare entro giugno. Infine, in attesa di scoprire gli eventi culturali portanti della nuova stagione, i fiorentini potranno continuare a godersi Caravaggio e i caravaggeschi tra gli Uffizi e Pitti (fino al 9 gennaio) e le belve di Ligabue (fino al 16, sempre a Pitti), mentre a febbraio Leonardo da Vinci farà per la prima volta ingresso a casa Buonarroti.

MoBILItÀ Si accorciano le distanze tra Firenze e Pisa, e si preannunciano rivoluzioni anche sul bus

Una Toscana sempre più ad alta velocità. Non solo sui binari ncora più treni superveloci, rivoluzione nella gestione dei trasporti pubblici locali e piede sull’acceleratore per imprimere una svolta alla questione dolente dell’aeroporto. Si preannuncia un anno di grandi cambiamenti in ambito di mobilità a Firenze e dintorni. Mentre sul fronte Castello lo sviluppo dello scalo di Peretola sembra aver ormai preso il sopravvento sulla Cittadella viola, l’Alta velocità si addentra sempre più nella nostra regione. A settembre 2011 sbarcheranno nelle stazioni fiorentine i treni targati Montezemolo-Della Valle, primo esperimento di trasporto privato su rotaia. E che

rotaia. Gli Ntv del gruppo di industriali, infatti, sono destinati a fare concorrenza alla Tav delle Fs, sia in termini di velocità, che di qualità, che – ciò che più interessa all’utenza – di prezzi. Ma non è finita qui. Il presidente della Regione Enrico Rossi ha preannunciato l’avvento di una linea più rapida che colleghi Firenze e Pisa, tragitto percorribile, secondo il governatore, in meno di un’ora. Rendendo così più semplice anche la sinergia tra i due aeroporti toscani. Sempre da Palazzo Panciatichi arriva un’altra importante novità: entro l’anno prossimo le aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale dovranno

confluire sotto un unico tetto, con un taglio netto a spese e poltrone. Nel 2012, infatti, la gara di affidamento del servizio sarà tagliata per un solo gestore, incaricato di coordinare autobus e pullman in tutta la regione, contro le 31 aziende che lo fanno oggi. In un futuro non troppo lontano, inoltre, la stessa azienda dovrà prendersi carico anche dei trasporti su ferro. Tutto ciò nel tentativo di rendere più semplici gli spostamenti ai toscani, in particolar modo ai pendolari. Che però continuano ad augurarsi di non rimanere intrappolati in Fi-Pi-Li, tanto per /F.P. cominciare.

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E AL N IO ESS TE F N RO E P ME N TA TA IO AZ PLE TUI M M RA OR INF CO G


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zoom

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CURIOSITÀ. Bastano pochi passi nelle vie del centro per trovarsi di fronte a “presenze” misteriose

A spasso tra i segreti di Firenze tra le bizzarrie più conosciute ci sono i due ritratti in piazza Signoria: uno alla destra

aperta. Meno soprannaturale, ma più terrena, è la storia del Principe indiano Rajaram Chuttraputti, da cui prende il nome la parte finale delle Cascine e il Viadotto che collega l’Isolotto con Peretola. Al nobile è stato intitolato il monumento collocato al termine del parco: il giovane morì nel 1870 all’età di 21 anni, mentre era di passaggio a Firenze. Le sue ceneri furono disperse, come vuole il rito indù, alla confluenza tra due fiumi: Arno e Mugnone.

dell’ingresso di Palazzo Vecchio, l’altro sulla nuca del Perseo. A Santa Maria del Fiore, invece, si può far la conoscenza della testa di una mucca, che secondo i maliziosi... Gianni Carpini

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E un monumento ricorda il principe indiano Rajaram Chuttraputti

L’ASSocIAZIoNE Per loro un corso ad hoc

Genitori dietro i banchi di scuola

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Il dettaglIo della nuca del

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irenze cela dei segreti dietro le sue strade e i suoi monumenti: ritratti nascosti, prìncipi indiani e leggende di fantasmi. Il nostro viaggio inizia in piazza della Signoria, luogo che custodisce due ritratti. Per scorgerli basta aguzzare la vista. Il primo, più conosciuto, si trova alla destra del portone d’ingresso di Palazzo Vecchio: si tratta di un profilo sommariamente scolpito su una delle pietre della facciata. L’origine è ancora sconosciuta, ma la tradizione lo attribuisce a Michelangelo che – voltato di spalle - avrebbe tracciato una sorta di “ritratto istantaneo”. La caccia ai segreti fiorentini continua poco lontano, sotto la Loggia dei Lanzi, dove si trova un autoritratto di Benvenuto Cellini, occultato dall’artista all’interno del suo capolavoro, il Perseo. Solo arrivando alle spalle della statua e alzando lo sguardo verso la nuca del personaggio mitologico si svela il mistero. Le stesse vie che ospitano il nostro viaggio hanno qualcosa da raccontare. Sul selciato dietro il Duomo, nei pressi di via dell’Oriuolo, è visibile una lastra rotonda di marmo che indica il punto in cui il 17 febbraio del 1600, a causa di un fulmine, cadde la grossa palla di rame dorato collocata sulla lanterna del cupolone. Grossomodo dall’altra parte di Santa Maria del Fiore, la facciata ospita una scultura insolita per una chiesa: la testa di una mucca. Secondo la versione ufficiale, l’opera onora tutti gli animali che hanno “collaborato” alla costruzione della cattedrale, ma le dicerie popolari sono più piccanti. La testa sarebbe stata collocata da un mastro carpentiere impegnato nei lavori per il Duomo, davanti all’abitazione dell’amante. In questo modo il marito, ogni volta che si fosse affacciato, avrebbe avuto dinnanzi l’animale cornuto. Racconti di fantasmi riguardano invece piazza della Santissima Annunziata e una finestra, sempre aperta. Al secondo piano del palazzo Budini-Gattai, sul lato destro della piazza osservando il cupolone, si notano delle persiane che non vengono mai chiuse. Stando alla leggenda da quella finestra si è affacciata per anni una nobildonna, che ha atteso invano il ritorno dell’amato dai campi di battaglia. Alla morte dell’innamorata, la finestra fu chiusa e - secondo il mito – gli eventi che si verificarono furono così spaventosi da convincere i parenti a lasciare almeno una persiana sempre

nsegnare a essere buoni genitori. E’ possibile, secondo l’Associazione Atlante Onlus Famiglia, attiva dal 2008 a Firenze per aiutare le persone nell’educazione e nella crescita dei loro figli, attraverso una “Scuola per genitori”, convegni e punti di ascolto. “I genitori sono sempre più disorientati: spesso vogliono aiutare i figli, ma non sanno come fare – spiega Giovanna Lo Sapio, presidente dell’associazione e psicologa – la nostra missione è quella di dare supporto a tutti i soggetti coinvolti nella crescita del minore, anche agli insegnanti”. Atlante Onlus offre consulenze gratuite di sette professionisti, tutti volontari: dallo psicologo al pediatra, fino al dietologo, al medico sportivo e al veterinario, per scegliere l’animale domestico più adatto. Dopo i primi appuntamenti tra gennaio e maggio, riparte adesso il progetto “Scuola per genitori”, un ciclo di incontri bimestrali in collaborazione con il Quartiere 1, in cui avere consigli e supporto da esperti. “La figura del genitore è messa in crisi dalla vita frenetica di oggi – afferma la professoressa Lo Sapio – si ha meno tempo per i figli e questi ultimi sono sottoposti a potenti stimoli che arrivano da internet e dalla tv. E’ importante quindi capire come e quando dare delle regole, come gestire il tempo libero, come instaurare un dialogo, problematica per la quale spesso ci viene richiesto aiuto”. Alla “Scuola per genitori” si affianca un punto di ascolto, organizzato sempre con il Quartiere 1: si tratta di uno sportello attivo su appuntamento per dubbi, suggerimenti o semplici informazioni. Tra le attività in programma, il convegno “Genitori adottivi: una scelta di vita”, il 3 dicembre alle 15 all’Istituto degli Innocenti. Per informazioni: www.atlantefamiglia.it; e-mail: giovanna.losapio@unifi.it.


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festività

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25 e DINTORNI. Con qualche accorgimento si può provare a ripiantarli, anche se salvarli è difficile

La “doppia vita” degli alberi di Natale Arrivano soprattutto dall’alto casentino (dove esiste da anni

Serena Wiedenstritt

un consorzio ad hoc per tutelarli) ma spesso la loro vita

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è condannata a finire una volta passata l’Epifania. Ecco come gestirli durante e dopo le feste. con un occhio per l’ambiente

a dove viene e dove finisce un albero di Natale? E nel frattempo, mentre lo ospitiamo tutto addobbato nelle nostre case, come conviene trattarlo? La maggior parte degli alberi di Natale nostrani proviene dall’alto Casentino, dove dal 1998 esiste un consorzio per la valorizzazione dell’albero di Natale del Casentino nato, appunto, per “valo-

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a quelli raffinati, e molto fragili, di cristallo lavorato a mano a quelli di legno, magari di Betlemme, da quelli fatti in casa, con le perline o con il filo di lana rossa, fino a quelli da mangiare: cioccolatini o biscotti artigianali di pasta frolla. La via più breve e tradizionale consiste nell’andare nei negozi di articoli per la casa o nei supermercati, che da fine novembre si riempiono di palle, palline, accessori e addobbi di tutti i colori, i materiali e le dimensioni. Ma, per quanto riguarda le palline, quasi tutte le soffitte ne nascondono già una serie completa, quello che manca invece è l’elemento originale. In questo caso spesso la soluzione migliore arriva dal fai da te, che è anche la ricetta per un albero low cost e per intrattenere i più piccoli nei lunghi pomeriggi di pioggia. Nasce così, ad esempio, l’albero decorato con le arance, profumato e naturale. Il procedimento consiste nel tagliare le arance a fette dello spessore di circa mezzo centimetro e disporle su vassoi leggeri di acciaio o alluminio da mettere sui termosifoni. Perché si secchino in tempo è necessario partire due settimane prima e ricordarsi giorno dopo giorno di girarle. Altrimenti si può creare un albero di pasta: bastano spirali e farfalle e una bomboletta spray per spruzzarle delle tonalità più natalizie. Sempre attingendo alla dispensa, si possono produrre delle ghirlande di pop corn. Anche qui la “ricetta” è facile: si prendono dei popcorn del giorno prima - se sono freschi si sbriciolano - e si infilano come fossero delle perle in un filo sottile inserito in un ago. Risultato? Un albero scoppiettante. Altre soluzioni di impatto sono i nastri di raso, spessi e brillanti. Stile ed eleganza dell’albero di Natale, infatti, si basano sulla scelta dei colori: tanti piccoli fiocchetti di raso di un bel colore alla fine dei rami e le palline di un’unica tonalità assicurano un albero di Natale /S.W. minimal e chic.

rizzare e tutelare una produzione spesso oggetto di cattiva informazione”. La zona, infatti, dicono dal consorzio, ospita decine di aziende produttrici che, da oltre un trentennio, svolgono attività vivaistica specializzata nella produzione dell’albero di Natale, e che ogni anno sfornano circa 150-200mila piante, sotto la vigilanza del corpo forestale dello Stato. Le aziende del consorzio utilizzano appezzamenti che un tempo ospitavano colture tradizionali delle zone montane (quali cereali o foraggere) e che dopo un periodo di disuso sono state recuperate proprio grazie alla coltivazione razionale degli alberi di Natale, “in modo da evitare quell’incuria che prelude al verificarsi di problemi idrogeologici in zone dall’equilibrio estremamente delicato come gli Appennini”, rispondono i produttori ai fautori degli alberi finti considerati più “ecologici”. Per permettere alle piante di sopravvivere anche quando diventano alberi di Natale, gli esperti consigliano pochi, semplici accorgimenti: annaffiarle spesso, mantenendo la terra umida, e tenerle in una posizione luminosa lontano da termosifoni e da altre fonti di calore. L’ideale sarebbe addobbarle all’esterno, in terrazza o in giardino, insomma in un habitat più consono, e trasferirle in casa per il minor tempo possibile. Passate le feste, invece, ci sono soluzioni più o meno ecologiche. Si può tentare di ripiantare gli alberi, per quanto sia davvero difficile regalare una seconda vita all’abete. Ad ogni modo, per chi vuole tentare è d’obbligo acquistare piante con le radici, e non tagliate. Altrimenti, l’alternativa più facile, ma comunque eco-responsabile, è il riciclaggio. In quest’ultimo caso a Firenze si impegna Quadrifoglio che, come l’anno scorso, anche quest’anno farà la raccolta degli alberi di Natale. La metodologia non cambia: i punti di raccolta attivi a cui consegnare l’abete aprono da venerdì 7 gennaio 2011 nelle sedi di via Baccio da Montelupo e lungarno Ferrucci, e nelle stazioni ecologiche di San Donnino a Firenze e via Charta 77 a Scandicci. I punti di raccolta resteranno aperti anche le mattine di domenica 9 e 16 gennaio 2011. “Grazie a questa iniziativa, lo scorso anno - dicono da Quadrifoglio - sono stati avviati alle biocelle di compostaggio circa 1.200 abeti raccolti separatamente, oltre a quelli recuperati a mano dagli addetti poiché appoggiati ai cassonetti, che hanno dato origine a 250 kg di compost di ottima qualità”. Infine, da Quadrifoglio ricordano anche che, qualora non sia possibile portare gli abeti verdi ai punti di raccolta, gli alberi possono essere inseriti (dopo averli spezzati) nel cassonetto con coperchio marrone, quello riservato all’organico.

Dal 7 gennaio Quadrifoglio aprirà i punti di raccolta


festività

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RIcEttE/1

RIcEttE/2

La “Iena” Andrea Agresti svela i suoi piatti preferiti

Katia Beni, attrice, rivela il suo cavallo di battaglia

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K

“Con il cognac fegatini più buoni”

ndrea Agresti, volto toscano reso celebre dal programma Tv “Le Iene”, racconta il suo modo di stare a tavola e la sua ricetta natalizia prediletta. Come ti definiresti a tavola? Sono molto critico nella scelta dei cibi, direi quasi fastidioso! Adoro la cucina sportiva, quella semplice e quasi insipida, pochi sughi, niente unti né fritti. Dimenticavo il mio grande amore: il crudo! Tartare, sushi, carpacci, crudité di pesce. Il Natale è ormai alle porte, cosa non manca mai sulla tua tavola imbandita? Il classico paté di crostini toscano, profumatissimo! Anzi, visto che a Natale siamo tutti più buoni, vi svelo un segreto: i fegatini a cottura ultimata vanno sfumati a fiamma viva con almeno mezzo bicchiere di Cognac. Sentirete che meraviglia! Di cosa sei più goloso? Non riesco a fare a meno di bere tè freddo al limone, anche se cerco di trattenermi. Se fossi un dolce, quale saresti? Una fetta di pane con la Nutella, uno strato bello alto per carità! Energetica, nutriente, carica di zuccheri: insomma, una bomba! Vino? Ne bevo pochissimo e rigorosamente rosso, ricco di polifenoli, è il miglior antitumorale naturale in circolazione. Cosa non manca mai nel tuo frigo? Uova per la colazione, vaschette di bresaola, yogurt. Qual è il piatto natalizio che ti piace cucinare di più in assoluto? Il nome del piatto non me lo ricordo! Si taglia la pera a pezzettini, si sbriciolano cinque noci e si mette tutto in una cio-

andrea agreStI

tola con del formaggio cremoso e una bella spolverata di pepe nero. Si mescola energicamente e si adagia un cucchiaio dell’impasto realizzato su una fetta di bresaola. Et voilà i nostri fagottini nutrienti e gustosi sono pronti per esser serviti! E quello che invece ti piace mangiare di più in assoluto? Sono al limite della follia alimentare! Mangio solo quello di cui il mio organismo ha bisogno. Se mi richiede carboidrati mangio 100 grammi di pasta, ma non elaborata con sugo di carne o inondata di panna, se invece devo mangiare 2900 grammi di proteine posso mangiare della carne ai ferri, semplice e rigorosamente senza sale! Vade retro agli intingoli! Quelli li chiede la gola e io prediligo altro. Forse qualcuno di voi dirà: “Che noia!”. Ebbene, belli miei, io preferisco essere lucido dopo un pasto e occuparmi del mio corpo in modo sano invece che tendere all’allargamento addominale e al fatale abbiocco post pranzo. Ecco, ora non vi invito a cena da me, perché adesso /G.N. non ci verrebbe nessuno!

RICeTTe/3. Cappone e antipasti restano superstar

La tradizione non passa mai

atia Beni, attrice comica, svela i suoi gusti a tavola. In attesa di imbandirla per le feste. Come ti definiresti a tavola? Sono una buongustaia! Mi piace tutto e do grande soddisfazione a chi cucina per me. Considero lo stare a tavola uno dei momenti più belli della giornata, è un bel modo per ritrovarsi con le persone a cui si vuole bene. Il Natale è ormai alle porte, cosa non manca mai sulla tua tavola imbandita? La grigliata di carne con la “spennellata Doc”. Eccovi la ricetta: olio toscano, sale, pepe, peperoncino e rosmarino. Dopo aver emulsionato ben bene tutti gli ingredienti con l’uso di un pennello si distribuisce l’intingolo sulla carne. Il segreto? La spennellatura va fatta rigorosamente a cottura ultimata. Di cosa sei più golosa? Mi piacciono gli alimenti molto saporiti come i salumi, la cioccolata e i dolci. Insomma, tutte cose che fanno bene! Se fossi un dolce, quale saresti? Da comica quale sono non posso essere altro che una torta di riso. Prediligo quella tipica carrarina col primo strato fatto di latte alla portoghese e il secondo tutto di riso. Vino? Sì, un bel rosso che è il mio colore preferito! Non tanto forte, mi piacciono i vini dolci e leggermente frizzanti. Non sono una donna da calici robusti e grandi riserve, anche perché mi gira subito la testa! Il Fragolino resta uno dei miei preferiti. Cosa non manca mai nel tuo frigo? È sempre pieno e mi sembra sempre che manchi qualcosa! Non mancano mai burro, cioccolata, affettati d’ogni genere e poi, appena mi sembra che manchi qualche delizia, mi precipito al supermercato. In fatto

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KatIa BenI

di cibo non bado a spese, preferisco rinunciare al parrucchiere. Qual è il piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? C’è una gustosa salsa per crostini che ci siamo tramandate tra comiche, io l’ho assaggiata a casa di Anna Meacci. Si prende del formaggio morbido e si mescola con un cucchiaio di pasta d’acciughe. Una volta ottenuto il composto omogeneo lo si ripone in una ciotola, si livella ben bene la superficie e vi si versa sopra una bella cascata d’olio e del peperoncino macinato fino a coprire interamente il paté. E quello che ti piace mangiare di più? Il roast beef con il melino: un taglio di carne che si trova solo da noi in Toscana. Dopo aver avviluppato la carne nel macinato di sale e aromi, la si fa rosolare per venti minuti, dopodiché potete mandarla al suo destino! Fate attenzione, però, gli amici che lo assaggeranno a casa vostra, se non sono toscani, si danneranno per tutti i giorni a venire non riuscendo a trovare il tanto agognato taglio melino, e dovranno accontentarsi della classica rosetta o dell’intra/G.N. montabile bicchiere.

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n tempo il Natale era davvero una grande festa. Non erano poi tanti i giorni e le occasioni in cui si poteva mangiare a sazietà. Le donne la sera della vigilia, con tanto amore e gioia, preparavano il pranzo di Natale con i semplici prodotti della terra. I piatti tipici? Si iniziava con crostini di fegatini di pollo, milza, capperi e acciughe tritati, cappelletti ripieni di cervello, salsiccia. E poi brodo di cappone, lesso di manzo con aggiunta di zampa e lo stesso cappone con cui si era fatto il brodo. A volte c’erano anche i maccheroni con il sugo di carne, a seguire l’arrosto girato, cacio pecorino accompagnato dalle pere tritate, riposte sopra gli armadi dove erano state messe a metà novembre. I dolci erano quelli di Siena: panforte, ricciarelli, cavallucci e copate e, sulle tavole delle campagne vicino a Firenze, i “mangia e bei”. Per i vini si faceva alla “bona”. Molte volte il vino migliore veniva servito con i primi piatti poiché, anche alle mense dei più ricchi, si mangiava e si beveva al punto che il palato non era più in grado di poter apprezzare: così via via venivano bevuti vini di sempre più scarsa qualità. Il tutto terminava sempre con il verace vin santo. E oggi? Non sempre è facile

“Una salsa per crostini da comiche”

I tIPIcI croStInI toScanI

poter godere di queste antiche pietanze, molte delle quali richiedono lunghe ore di preparazione e molta dedizione, proprio perché fatte con pochi e semplici prodotti che hanno bisogno di una accurata lavorazione. Scomparsa l’attesa di pregustare un pranzo speciale, i piatti sulla tavola fiorentina rimangono all’insegna della tradizione: crostini di fegato, brodo di cappone in tazza o cappelletti in brodo, arrosto di faraona, anatra, fegatelli e tordi con insalata, oppure cappone ripieno e sformato di gobbi. E i dolci? Anche quelli sono ancora legati alla antiche abitudini del territorio fiorentino: non sarà un caso che Firenze sia stata il primo luogo al mondo dove è stata /V.G. usata la forchetta a tavola.

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usanze

Dicembre 2010

DOSSIeR/1. Per una larga parte della comunità straniera questa data non ha alcun valore religioso

In città oltre 20mila persone non festeggiano il Natale Angelo Lenosi

M

a è proprio vero che il Natale quando arriva, arriva? Secondo Renato Pozzetto, protagonista una decina d’anni fa dello spot di una nota marca di panettoni, la risposta è affermativa: il Natale quando arriva, arriva. Ma la domanda, se posta in maniera più problematica, non genera risposte poi così scontate: il Natale è la festa di tutti? Se decliniamo la festività in senso “civico” (scuole, uffici e gran parte degli esercizi commerciali chiusi) si può affermare che il Natale è festa condivisa da quasi tutti i fiorentini. Ma se lo pensiamo come festa religiosa il discorso cambia, eccome. Perché il crescente numero di stranieri residenti a Firenze ha come diretta conseguenza l’allargamento della fascia di popolazione non cristiana, cui si aggiungono i fiorentini che seguono confessioni diverse da quelle cristiane in generale e cattoliche nello specifico, e gli atei

dichiarati. Difficile quantificare con esattezza, ma sommando i vari gruppi si arriva a oltre ventimila persone per le quali la parola Natale non ha nessun significato: dai quasi settemila cinesi (tendenzialmente atei, in parte confuciani, buddisti o taoisti) agli oltre cinquemila arabi, perlopiù marocchini (musulmani), dai 1400 cingalesi (in gran parte buddisti) al migliaio di persone provenienti dall’Africa centrale (in gran parte senegalesi e quindi anch’essi di religione islamica), solo per citare le comunità più rappresentate. Cui si aggiungono, sempre per citarne le maggiori, i circa duemila componenti della comunità ebraica fiorentina, i cristiano-evangelici, i testimoni di Geova e i buddisti. Per queste persone, italiane o straniere che siano, la parola “natale” è solo un aggettivo, e non un sostantivo da scrivere con la lettera maiuscola, ricco di significati legati e alla tradizione e, soprattutto, alla religione. Perché il Natale, inteso come nascita di Gesù, è festa condivisa, seppur in modi e tempi differenti, da gran parte delle Chiese cristiane, dalla cattolica

alla valdese, dalla protestante alla ortodossa. Per le altre confessioni non c’è nessuna nascita da festeggiare. Ma come passano le festività natalizie gli uomini e le donne residenti in un Paese (almeno per tradizione) cattolico? Quali ritualità non religiose condividono con i cattolici? Come passano i due giorni di festa? La risposta, come ovvio, varia da persona a persona, da confessione a confessione, da cittadinanza a cittadinanza, da grado di integrazione a grado di integrazione. E, per finire, varia al variare della composizione del nucleo familiare: perché provate a dire a un bambino che vede i suoi amichetti sommersi dai regali che lui non ne riceverà perché, per la sua famiglia, quel giorno è un giorno qualsiasi. Magari non sotto l’albero, per certo senza presepe e canti religiosi, ma un piccolo dono ci scappa per tutti o quasi. Così come un pranzo o una cena tra parenti e amici: un’occasione per stare insieme e dimostrarsi affetto. E allora lo si chiami pure in un modo diverso da Natale, ma il senso è lo stesso: quando arriva, arriva.

Sono cinesi, arabi, cingalesi, africani oppure semplicemente fedeli appartenenti a confessioni diverse da quelle cristiane. Per loro il 25 è un giorno come un altro, anche se, quando in casa c’è un bambino, spesso un regalino ci scappa lo stesso PaoLa 50 anni, buddista

JYoTY 37 anni, sikh

aNdrEa 27 anni, valdese

“Un’occasione per stare insieme”

“Addobbi no, ma regali ai figli sì”

“Noi lo celebriamo con sobrietà”

“Un’occasione per stare insieme, per festeggiare e celebrare gli affetti, non ricorrenze religiose. Questo lo spirito con cui vivo il 25 dicembre. Cena della vigilia in famiglia, del resto siamo di origine meridionale (dice scherzando, ndr) e il giorno dopo scambio di doni sotto l’albero. Come vuole la tradizione”

“Nel mio paese, l’India, non è raro vedere persone di diverse religioni abitare vicine. Anche per questo sono cresciuto nel rispetto di ogni credo, e nel rispetto di ogni festività, anche se spesso le trascorro lavorando nel mio ristorante indiano. Non facciamo addobbi tipici, ma i regali ai due figli, quelli sì, li facciamo”

“I valdesi non hanno particolari riti o consuetudini per il Natale e lo festeggiano con sobrietà, senza sprechi, in semplicità d’animo, come momento di preghiera della famiglia intera. Con consapevolezza di fede, cerchiamo nei momenti conviviali e con la gioia di ritrovarsi in famiglia di festeggiare non noi stessi ma Gesù che è venuto a cercarci”

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usanze

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DOSSIeR/2. Capita sempre più spesso che famiglie arrivate da lontano adottino il “costume” italiano

Ma qualcuno invece finisce per adeguarsi Lorenzo Salusest

C’

è chi lo celebra il 25 dicembre (la maggior parte delle Chiese cristiane), c’è chi lo festeggia il 7 gennaio, come la chiesa russo-ortodossa (russi e serbi), c’è chi non lo celebra proprio (tutte le religioni non cristiane), ma magari – è il caso della religione ebraica – celebra un’altra festività nel mese di dicembre. E c’è chi – la maggior parte dei fiorentini non cristiani, atei compresi – non lo celebra, ma lo festeggia, al di là dell’aspetto religioso. O meglio, per scelta o per opportunità, condivide il clima da giorno di festa. Andrea ad esempio si definisce ateo, ma per rispetto della tradizione familiare non manca al rito del pranzo in famiglia, né a quello dei regali. “Almeno non sono ipocrita come chi si scopre credente e va a Messa solo in quel giorno”, commenta con schiettezza. E a proposito di adattamenti al costume dominante, curioso il caso di un bar in zona Careggi gestito da una famiglia di cinesi: a inizio dicembre addobbano il locale per adeguarsi alla clientela italiana, pur non essendo cristiani. E il giorno di Natale – per rispetto o per scelta commerciale - tengono le saracinesche abbassate. Nonostante i cinesi – a detta di molti - compongano la comunità meno predisposta all’integrazione dal punto di vista culturale e religioso. Non celebrano il

Natale neanche i musulmani, ma gran parte di essi, soprattutto se di seconda generazione, o integrati dal punto di vista familiare o sentimentale, si sono adeguati agli usi natalizi più profani, a partire dai regali: Youssef è marocchino e vive a Firenze da diciannove anni. Ha sposato un’italiana e insieme hanno avuto un figlio: in casa l’albero non manca, così come i doni da scartare: “È lo spirito del Natale e il suo messaggio di fratellanza che festeggiamo, a prescindere dalla religione”. Per chi viene dall’India la questione è allo stesso tempo articolata ma semplice: il Paese è un piccolo mondo, multiculturale e multireligioso, e quindi i cittadini indiani sono tendenzialemente abituati a convivere con riti e festività legate a religioni diverse dalla propria. Un atteggiamento molto diffuso tra i non cristiani fiorentini: si acquisisce il lato civico (e talvolta un po’ consumistico) della festività, mantenendo distanza e rispetto nei confronti del lato religioso. Diverso ancora il caso dei fedeli della chiesa russo-ortodossa (alcune centinaia): il loro Natale cade non il 25 dicembre, ma il 7 gennaio, poiché non hanno accettato la riforma del calendario gregoriano. Il risultato? Lo spiega Elena: “La celebrazione è la mattina del 7 gennaio (presso la chiesa in zona viale Milton), poi i canti dei bambini, il pranzo in famiglia e l’apertura dei regali. Ma niente albero né presepe”. Molti punti in comune, con alcune differenze: il Natale è la festa di tutti. O quasi.

DOSSIeR/3. Dura 8 giorni ed è una celebrazione presente nel calendario ebraico, che ricorda il trionfo della luce sull’oscurità

Bomboloni fritti, trottole e candele: ecco la Chanukkà C’

è chi festeggia il Natale il 25 dicembre, c’è chi lo festeggia il 7 gennaio, c’è chi, anche a Firenze, non festeggia affatto. E c’è chi a dicembre festeggia, ma non il Natale: si chiama Chanukkà, dura 8 giorni, ed è una festività presente nel calendario religioso degli ebrei. Traducibile come “festa delle luci”, la Chanukkà celebra il trionfo della luce sull’oscurità - in ricordo della riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme al termine di un’occupa-

zione straniera – e prevede l’accensione di un lume ogni giorno, una candela in un candelabro a otto braccia, chiamato appunto Chanukkia. Diversamente dal Natale cristiano non cade il 25 dicembre, ma al tramonto del 24 di Kislev, terzo mese del calendario ebraico (che parte intorno all’inizio di settembre): quest’anno dalla sera del 1° al 9 dicembre. Non ha ovviamente niente a che vedere con le radici del Natale cristiano, ma in comune con esso ha la

tradizione dello scambio dei regali, la propensione allo stare insieme, sia nei momenti di solennità che in quelli di divertimento: dapprima l’accensione dei lumi nei locali della comunità ebraica di via Farini e l’intonazione di canti sacri, poi la festa con canti tradizionali e moderni, rappresentazioni teatrali (lo scorso anno fu la volta di “Gnora Luna”, una sorta di “Acqua cheta” con influenze yiddish), e un buffet con, tra le altre pietanze, lasagne di pane azzimo

e pappa al pomodoro. Sino all’alimento tipico della Chanukkà: i Sufagniot, grossi bomboloni fritti. Tra molte diversità, quindi, alcune affinità, come lo scambio dei regali, talvolta un piccolo dono per ogni sera di festa: tra questi, vuole la tradizione, il Sevivon, piccole trottole a quattro facce con cui giocare durante le feste. Anch’esse non semplice gioco, ma memoria della storia del popolo ebraico /L.S e dei suoi travagli.


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consumi

Dicembre 2010

ACQUA. I controlli garantiscono la qualità di quella di casa, bevuta dal 40% dei cittadini

Quelli che... del rubinetto è meglio Emiliano Benedetti

L’

acqua di Firenze com’è? I fiorentini bevono quella del rubinetto? È un’acqua buona, sicura e conveniente, garantita da migliaia di controlli all’anno. Così assicurano i tecnici di Publiacqua, che gestisce l’acquedotto fiorentino dell’Anconella e rifornisce le province di Firenze, Prato, Pisto-

L’ALtERNAtIVA Sono molto gettonati

E poi c’è anche chi sceglie il fontanello

I

l fontanello installato da Publiacqua davanti all’Ipercoop di Gavinana sta riscuotendo un grande successo. Dalla mattina alla sera, chi approfittando dell’esser andato a far spesa, chi di passaggio, chi venuto di proposito perché abita nelle vicinanze, è un via vai continuo di gente che arriva con bottiglie vuote e se ne va con le stesse piene, d’acqua liscia o gassata, a seconda delle preferenze. Ma quanto ha modificato, la recente installazione, le abitudini di consumo? E come si rapporta, chi fa scorta al fontanello, con l’acqua del rubinetto, cioè acqua certificata proprio Publiacqua, l’azienda che, installatrice dell’impianto, garantisce della bontà dell’oro blu che scorre dai nostri lavabo? Siamo andati a chiederlo ai diretti interessati. “Ogni volta che vengo a fare compere faccio rifornimento d’acqua gassata – dice Sandra, 45 anni, dell’Antella – per quella naturale vado al fontanello di Ponte a Niccheri. Prima, invece, la compravo sempre”. Paolo, impiegato 48enne, va di fretta. “Non ci avevo fatto caso, dell’acqua si occupa mia moglie – spiega senza fermarsi - comunque, noi la compriamo, di quella del rubinetto non ci fidiamo”. Da dove viene tale sfiducia? “Un po’ puzza, e il sapore non mi piace”, racconta Arianna, 40 anni, commessa. “Con le tubature vecchie – aggiunge Lucrezia – chissà cosa beviamo. Quest’idea del fontanello però è ottima: anch’io prima l’acqua la compravo sempre”. Franco si dice sensibile al tema ambientale: “Per questo riempio le bottiglie qui o all’Anconella”. Ma di prenderla dalla cannella non ne vuol sapere neanche lui. A quanto pare, convincere i fiorentini a fidarsi dell’acqua di casa non sarà dunque così facile. Certamente, chi non si pone il problema è Tosca. “Ho sempre bevuto quella del rubinetto – ridacchia l’arzilla 80enne - e continuerò a farlo: sono in piena forma”.

ia e parte di quella di Arezzo, per un totale di 370mila utenze, corrispondenti a un milione e 260mila abitanti. Le analisi danno loro ragione: i valori delle varie sostanze presenti nell’acqua di rubinetto sono tutti ampiamente inferiori ai limiti di legge. Solo il 40 per cento dei residenti, però, beve regolarmente l’acqua di rubinetto. Sono molte le iniziative promozionali di Publiacqua a favore dell’acqua di casa, attraverso media, giornali e progetti vari. Tra queste, diversi concorsi a tema, tutti con l’obiettivo di promuovere l’acqua “a km zero”, come recita lo slogan della campagna Coop, impegnata a livello nazionale a sensibilizzare la cittadinanza sul tema. Del rimanente 60 per cento, il 40 beve sempre acqua minerale in bottiglia, il restante 20 si divide tra le due opzioni. Proprio su questi ultimi Publiacqua gioca la sua partita, puntando a convertirli all’acqua del rubinetto entro i prossimi tre anni. Del resto, capita che anche le analisi dell’acqua di marchi di minerali riscontrino sostanze

La stessa percentuale preferisce quella in bottiglia, il 20 per cento rimanente si divide tra le due opzioni. Qualcuno resta invece irremovibile a causa del sapore di cloro, che però si può eliminare lasciandola a “decantare” in una brocca per circa mezz’ora

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nocive per la salute, mentre l’acqua del rubinetto, a volte, ha il solo difetto di avere il gusto del cloro, non nocivo e facilmente eliminabile con semplici accorgimenti (come quello di versare l’acqua in una caraffa aperta almeno una mezz’ora prima dell’uso, così che il cloro evapori). A livello locale, la cooperazione tra Publiacqua e Coop è sfociata nel fontanello di Gavinana, in fondo a viale Giannotti, davanti al supermercato. Negli ultimi tempi i fontanelli stanno spuntando come “funghi”: in via di Villamagna, alle Piagge, in via dell’Agnolo, a villa Vogel, al Galluzzo, in via Aretina. Per non parlare di quelli nei comuni limitrofi: a Prato, Pistoia e in svariate località del Chianti, del Mugello e del Valdarno. Ai fontanelli si può fare rifornimento, gratuitamente, di acqua liscia e gassata: ormai è diventata una vera e propria moda. Per il futuro, si parla di realizzarne uno anche nella centralissima piazza Signoria. E poi bere l’acqua del rubinetto consente di raggiungere molteplici obiettivi. Non solo è vantaggioso a livello economico (mille litri dell’acqua che sgorga dai nostri lavandini costano circa 2 euro) ma anche a livello ambientale, sia per il risparmio delle enormi quantità di plastica utilizzate per l’imbottigliamento, sia per l’impatto sul trasporto che i tir effettuano da una parte all’altra d’Italia. E allora, non resta che attaccarci alla cannella: buona bevuta a tutti.



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politica

Dicembre 2010

PALAzzO veCChIO. Nella partita sulle partecipate Renzi porta a casa un primo risultato. Anzi due

Ataf e Fipark finiscono in pari Per la seconda volta (e dopo 48 anni)

mento del costo del carburante, per dirne una), soldi che non erano mai stati trasferiti da Palazzo Medici agli uffici di viale dei Mille. Alla fine Bonaccorsi si è dovuto accontentare di un pagamento una tantum, sufficiente a far quadrare il bilancio 2009. Altri 800mila euro sono arrivati dalle multe fatte a bordo dei bus da gennaio a questa parte (92mila solo nei primi nove mesi dell’anno). Stessa cifra deriva dall’aumento dei ricavi, somma della maggior quantità di biglietti venduti e dell’incremento di passeggeri. Qualche altro centinaio di migliaia di euro è stato risparmiato infine contenendo il più possibile le spese dell’azienda. Ed ecco dunque ripianato il buco da quasi 4 milioni e mezzo con il quale si era presentata alla fine dell’anno scorso. Quasi un miracolo per chi ha sempre sentito parlare di Ataf come una società costantemente in rosso. Stesso risultato, pare, sarà raggiunto anche da Firenze Parcheggi, meglio nota, almeno nella scorsa era legislativa, come uno dei “carrozzoni mangiasoldi” di Palazzo Vecchio. Risultato ancor più incoraggiante nel momento in cui si parla di fusione sotto un unico tetto delle partecipate fiorentine. Operazione che potrebbe essere dunque qualcosa di ben diverso rispetto alla somma di una serie di debiti.

l’azienda di viale dei Mille non ha i conti in rosso. Stessa cosa dovrebbe accadere per i parcheggi. E ora si va verso la fusione delle 4 municipalizzate Paola Ferri

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artecipate parte I: Ataf va in pari dopo 48 anni, per la seconda volta nella storia della sua vita. Partecipate parte II: neanche il tempo di festeggiare che Ataf dovrà praticamente essere smontata, metter via l’insegna e passare sotto un altro nome. No, non si tratta ancora una volta della disperata ipotesi di vendita, idea che il sindaco Renzi aveva ventilato questa estate. Stiamo parlando invece dell’annunciata semplificazione delle aziende municipalizzate, obiettivo taglio dei Cda e dunque gran risparmio per le casse comunali, sempre bisognose di cure. Lo aveva promesso in campagna elettorale, adesso dovremmo essere a un passo dall’attesa rivoluzione delle partecipate. Sas, Firenze Parcheggi, Silfi e Ataf potrebbero a breve confluire sotto un’unica società e un unico consiglio di amministrazione. L’azienda dei trasporti pubblici fiorentini, infatti, è socia anche delle altre tre, e qualche compito in comune i “quattro moschettieri” ce l’hanno. Dunque via con la fusione, in nome della riduzione dei costi e della cancellazione dei doppioni. Il sindaco ha incontrato lo scorso mese i presidenti delle quattro società, primo passo verso la stesura di un accordo. Quel che è certo è che all’ora x Ataf e Fipark ci arriveranno con i conti in regola, e non è una cosa da poco. Per l’azienda di viale dei Mille sono stati fondamentali i soldi arrivati dall’arbitrato con la Provincia, circa 2 milioni e mezzo di euro a fronte dei 17 che Filippo Bonaccorsi aveva inizialmente chiesto all’ente. Si tratta di una sorta di rimborso per alcuni costi che il presidente Ataf aveva addebitato appunto alla Provincia (l’adegua-

GIOvANI/1. Sono una trentina i gruppi toscani ispirati al governatore pugliese

In Fabbrica sì, ma per volontariato. E per Nichi Vendola U

n gruppo di giovani, in maggioranza studenti, che si mette insieme non tanto per fare politica, ma per esportare un modello di partecipazione diverso, lontano dai soliti schemi e dalle solite barricate. È nata così la Fabbrica di Nichi Vendola di Firenze, uno dei nodi di una rete che si estende in tutta Italia e oltre. Solo in Toscana ce ne sono una trentina, soprattutto lungo l’Arno e sulla costa settentrionale. Ma ne è spuntata una anche a

Castiglion della Pescaia, feudo di Monica Faenzi, l’ex candidata Pdl alla presidenza della Regione. “Non siamo mai stati un comitato elettorale – precisa Ilaria Papa, responsabile del gruppo fiorentino – la nostra attività è cominciata con l’organizzazione dei pullman per i numerosi fuorisede che volevano scendere in Puglia per votare Nichi, ma la Fabbrica vera e propria è nata dopo l’elezione, ad aprile scorso”. Il gruppo fa base alla Casa del

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popolo “Il Progresso” di via Vittorio Emanuele, “ma cerchiamo di tenere le riunioni in vari luoghi della città, per mantenere vivo il contatto con i cittadini”. Quasi ogni lunedì il ritrovo è fissato alla Casa della Creatività, in pieno centro. Una quarantina le persone che partecipano alle riunioni, per la maggior parte giovani, tutti di provenienza lavorativa, sociale e territoriale diversa. “Non si tratta solo di una cosa formale – continua Ilaria –

né solo politica. Ci incontriamo per mettere insieme le nostre idee, confrontare le nostre esperienze. E’ un impegno del tutto volontario e facciamo in modo che sia anche costruttivo”. Dando vita a iniziative centrate sulle buone pratiche e sull’ambiente, per esempio. “E’ un modo per metterci alla prova – conclude – e per sperimentare un modo di partecipazione alla vita pubblica fuori dai soliti /F.P. schemi stantii della politica”.


politica

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GIOvANI/PD. Patrizio Mecacci, 26 anni, eletto segretario metropolitano GIOvANI/PDL. Non è un partito per vecchi

E la “banda di ragazzini” diventò “Partiamo dalla scuola grande. Nel giro di un congresso per prenderci il futuro” L

Francesca Puliti

argo ai giovani. Secondo Tommaso Villa, coordinatore regionale del movimento giovanile del Pdl Giovane Italia e consigliere regionale dallo scorso marzo, non è solo un motto. “Gli spazi per i giovani in questo partito ci sono – spiega – basti vedere le ultime liste dei candidati alla Regione”. Oltre a Villa, fiorentino classe 1976, sono entrati a Palazzo Panciatichi Giovanni Donzelli, 35 anni e un mandato più qualche spicciolo a Palazzo Vecchio alle spalle, e Salvadore Bartolomei, 37 anni, da Capannori (Lucca). “Dobbiamo ringraziare la legge elettorale – continua Villa – se ci fossero state le preferenze sarebbe stato molto più difficile essere eletti per chi non poteva contare su un lungo passato politico”. Anche se i tre non erano esattamente “mister nessuno”, essendo già discre-

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ccade un giorno che “la banda di ragazzini” diventa grande e prende in mano il Pd. E il partito e i cittadini tutti ci devono fare i conti volenti o nolenti, perché proprio uno di quei ragazzini conquista il congresso e diventa segretario metropolitano. E’ successo lo scorso ottobre: protagonista dell’ascesa Patrizio Mecacci, 26 anni, che ha strappato la carica al segretario uscente Simone Naldoni, 20 anni più di lui. Dietro, anzi intorno, all’astro nascente Mecacci gran parte dei ragazzi cresciuti nella Sinistra Giovanile fiorentina, che l’hanno sostenuto durante l’intero percorso. “Con Patrizio e gli altri amici e compagni - dice Cecilia Pezza, 24 anni, consigliera comunale - siamo cresciuti insieme, politicamente e umanamente, fin dai tempi della Sinistra Giovanile. Poi, con la nascita del Pd, il gruppo si è ulteriormente allargato. Negli ultimi tempi, man mano che il congresso si avvicinava, siamo diventati sempre più consapevoli che era venuto il momento di fare un passo in più. E abbiamo deciso di mettere la faccia per il rinnovamento del Pd”. E certo non si tratta dell’ultimo arrivato: ancora si narra del primo approccio al mondo della politica del nuovo segretario metropolitano, a 14 anni, come volontario alla Festa dell’Unità di San Casciano. In seguito, poi, l’impegno a fianco di Cesare Damiano, prima che diventasse ministro, e la carica di segretario dei Giovani Democratici, nel 2008. Fino alla segreteria metropolitana, con un disegno preciso per il Pd. “Dobbiamo stare nei luoghi che le persone vivono tutti i giorni. Questo significa occuparci dei temi concreti – spiega Mecacci

Dobbiamo stare nei luoghi che le persone vivono tutti i giorni e occuparci di temi concreti - per esempio del trasporto pubblico, lo strumento più potente che abbiamo per garantire la libertà di muoversi e la libertà di vivere in città sostenibili. Il Pd deve proporre idee e soluzioni da portare nel confronto con e nelle istituzioni, anche quelle governate da noi”. Insomma, dalle parole ai fatti, senza paura di scontrarsi, neanche con i padri. Anche se “una premessa va fatta – precisa Pezza – non abbiamo mai vissuto la candidatura di Patrizio come un modo per ‘uccidere i padri’. I punti di riferimento rimangono, ma c’è una classe diri-

PatrIzIo mecaccI

con alcunI gIovanI democratIcI

gente nuova che sta crescendo dentro il partito”. Anzi, si direbbe che è già cresciuta. Tanti dei nuovi eletti a capo delle segreterie comunali, ad esempio, abbassano di gran lunga la media di età, così come molti di coloro che sono entrati a Palazzo Vecchio con l’ultima tornata elettorale. E ci sono anche tante donne: ad esempio, nella Piana di Sesto, Campi&Co, tre segreterie su quattro sono in rosa. “Il problema del Pd non è generazionale – continua la consigliera comunale – si tratta di uno scontro, o meglio di un confronto, tra idee e punti di vista differenti”. E in effetti a sostegno di Mecacci si sono schierati anche personalità arcinote come Michele Ventura, Riccardo Conti e Matteo Renzi. “Ma ci vogliono giovani per parlare ai giovani – afferma Pezza – e per affrontare i temi che ci riguardano da vicino”. Prima di tutto quello del lavoro. Attraverso proposte concrete, però, anche in questo caso. Ne è un esempio quella avanzata dal segretario dei Giovani Democratici Andrea Giorgio, a proposito di stage: detto in parole povere, ci sono 24mila ragazzi in Toscana che lavorano gratis attraverso questa formula. È ora di istituire regole certe sulla durata, sugli orari e sui diritti dei tirocinanti. E di organizzare un sistema di retribuzione. L’idea è piaciuta subito al governatore toscano Enrico Rossi. E a moltissimi “stagisti seriali” che ne hanno sentito parlare. Indipendentemente dalle bandiere politiche.

Gli iscritti che hanno tra i 16 e i 35 anni superano il migliaio tamente noti in città e in regione. Villa, per esempio, era stato eletto in consiglio provinciale appena l’anno prima. Donzelli aveva invece già collezionato oltre 400 atti come consigliere comunale, tra interrogazioni, mozioni e ordini del giorno. Al posto suo, in Comune, adesso siedono altre giovani leve. Emanuele Roselli, per esempio, classe 1978, e Francesco Torselli, nato nel ’76 e in politica dal ’95, ovvero da quando aveva 19 anni. Insomma, pare che il segreto sia cominciare a darsi da fare presto. Lezione fatta propria dal giovane consigliere di quartiere Guido Castelnuovo Tedesco, 22 anni di cui 5 passati da presidente del “Comitato cittadino

tommaSo vIlla

per la Vivibilità di Firenze”, attivo soprattutto nel quartiere 5, di cui è consigliere, ma non solo. L’inizio di tutto, invece, è stata l’elezione all’interno della Consulta provinciale degli Studenti di Firenze. Ma è proprio nel mondo della scuola e dell’università che si annida uno dei principali ostacoli alla partecipazione giovanile, secondo Villa. “Molti hanno paura di uscire allo scoperto ed essere etichettati dai professori”. I giovani attivi, però, sono comunque moltissimi, assicura il consigliere regionale. “Gli iscritti tra i 16 e i 35 anni a Firenze superano il migliaio”. E le priorità del mondo giovanile quali sono? “Innanzitutto la riforma della scuola e dell’università – dice Villa – tema a noi molto vicino, ma anche la cultura in linea più generale. Abbiamo la fortuna di avere un ministro toscano, Bondi, sfruttiamola per ottenere la legge speciale per Firenze”. Una proposta che già Matteo Renzi ha avanzato plurime volte. “In realtà l’idea è nata dalle fila del Pdl qualche anno fa – conclude Villa – ma il sindaco è stato abbastanza intelligente da capire che si tratta di qualcosa di utile per la città e l’ha fatta propria. Su questo non possiamo che essere /F.P. d’accordo”.

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INFLUENZA L'INFLUENZA è una malattia respiratoria causata da virus che annidano nelle vie aeree di naso, gola e polmoni. Il nome deriva dalla vecchia credenza secondo cui la malattia era causata dall'influenza degli astri. I virus dell'influenza sono molto resistenti all'ambiente esterno e trovano terreno fertile con le basse temperature e l'umidità (il picco influenzale avviene infatti durante l'inverno). Questi virus sono soggetti a frequenti mutazioni: le difese immunitarie prodotte contro i vecchi virus diventano quindi poco efficaci e per questo, contrariamente a quanto accade per altre malattie infettive, è possibile ammalarsi di influenza ogni anno. I bambini, avendo "incontrato" pochi virus influenzali, sono meno capaci di difendersi e si ammalano più facilmente degli adulti. Il contagio si trasmette principalmente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva espulse con tosse e starnuti. Gli ambienti chiusi, sovraffollati e con uno scarso ricambio d'aria (aule scolastiche, autobus, negozi, cinema) sono quelli in cui più facilmente si entra in contatto con i virus. La prevenzione richiede l'osservazione delle norme igieniche di base, specialmente lavarsi le mani prima di mangiare e prima di portarle alla bocca o agli occhi. I sintomi dell'influenza sono comuni a molte altre malattie: febbre, mal di testa, malessere generale, tosse, raffreddore, dolori muscolari ed articolari. L'influenza può manifestarsi anche con disturbi dell'apparato gastro-intestinale (nausea, vomito, diarrea), con lievi sindromi respiratorie senza febbre e con generici stati di malessere. In caso di influenza, è necessario riposare a letto, in un ambiente caldo e ben areato, bere molto per favorire l'espettorazione e reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione. Non esiste una vera e propria cura in grado di contrastare in maniera efficace la moltiplicazione del virus una volta che l'infezione sia avvenuta. Si possono usare farmaci mirati ad alleviare il malessere e i sintomi: antipiretici per abbassare la febbre, analgesici per alleviare il mal di testa e i dolori articolari e muscolari, antinfiammatori, sedativi della tosse, decongestionanti, mucolitici ed espettorandi. L'influenza dura in media una settimana e di regola guarisce completamente. La gravità della malattia dipende dal tipo di virus in circolazione e dalla sua diversità, più o meno marcata, rispetto a quelli circolati negli anni precedenti.

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tempi moderni

Dicembre 2010

Web. Tanti i singoli cittadini, i condomini dello stesso palazzo o i comitati che ne curano uno

Quartiere che vai, blog che trovi tELEcoMANDo

Gianni Carpini

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Questa modernissima forma di comunicazione elettronica è sempre più gettonata per segnalare i problemi, ma anche le iniziative, legati al proprio rione. Da via Gioberti a Sorgane e a San Jacopino, passando per l’ormai famoso sito di via del Pesciolino, su internet la voce dei fiorentini ha trovato un nuovo megafono

e chiacchiere di quartiere si spostano dalla piazza reale a quella virtuale. Se fino a pochi anni fa lo scambio di idee tra gli abitanti dei rioni avveniva nelle strade e nei parchi pubblici, adesso il confronto si trasferisce su internet. Firenze vanta un gran numero di “blog di rione”, diari online dedicati a un angolo particolare della città. Da via Gioberti a Sorgane, dalle Piagge a San Jacopino, sono una decina i “siti fai da te” dedicati alla vita del quartiere. Esistono anche quelli di condominio. Alcuni fanno capo a comitati di cittadini, altri sono iniziative personali. Gli argomenti sono molteplici: vanno dalla segnalazione di inefficienze e disagi al racconto della storia del rione, fino ai temi di ogni giorno. Uno degli ultimi arrivati è il blog creato lo scorso luglio dal Comitato degli abitanti di via Gioberti, per denunciare le problematiche della zona. “Dopo una nottata insonne, passata ad ascoltare la dolce sinfonia degli allarmi dei negozi, mi convinco che sia giunta l’ora di fare qualcosa! Bisogna rompere questo muro di silenzio”, recita blogviagioberti.blogspot.com nel suo primo post (così vengono chiamati in gergo gli “articoli” di un blog). Analoga avventura è quella iniziata nel 2008 dal comitato dei cittadini di via Palazzuolo, che ha realizzato il sito viapalazzuolo.blogspot. com per avviare un dibattito pubblico sul degrado dell’area. Altre organizzazioni usano la rete per la loro attività: il laboratorio politico nato dalla comunità fiorentina delle Piagge diffonde la sua voce online, tra-

mite cantierisolidali.blogspot. com. Molto attivo è il comitato di San Salvi, che da anni affida a firenzecomitatosansalvi. blogspot.com riflessioni e proposte sull’ex ospedale psichiatrico. Non ci sono solo blog di rione, ma esistono addirittura quelli che fanno riferimento a un isolato. Uno dei più conosciuti è pesciolino.wordpress. com, curato dal condominio di via del Pesciolino: 11 palazzi contigui, 122 famiglie, per un sito che è diventato un punto di riferimento per l’intero quartiere delle Piagge. Dall’altra parte dell’Arno gli inquilini delle abitazioni ad affitto calmierato di San Lorenzo a Greve, vicino al centro commerciale di viale Nenni, attraverso il web (sanlorenzoagreve.wordpress.com) raccontano le condizioni in cui versa l’edificio, lamentando muffa, infiltrazioni d’acqua piovana e impianti non montati a regola d’arte. Accanto ai diari online legati ai comitati, ci sono quelli realizzati da semplici cittadini. Sorgane.blogspot.com esiste da 6 anni ed è un’iniziativa personale, come ci tiene a far sapere il blogger che si cela dietro lo pseudonimo di Sorganiano. Stesso discorso vale per nonsolosanjacopino.blogspot.com, una sorta di giornalino elettronico del rione, che riporta notizie, eventi e problematiche sulla vivibilità della zona. La lista è comunque destinata ad allungarsi. Per fare un blog non sono necessarie grandi risorse, bastano solo un po’ di tempo e spirito di iniziativa. Sono sufficienti delle conoscenze informatiche di base, mentre molti siti offrono spazi gratuiti.

Spopolano le trasmissioni on-line

Quelli che la tv se la fanno dentro casa

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a moda del momento è la televisione on-line: mentre le emittenti convenzionali iniziano a trasmettere in diretta su internet, fioriscono le web tv, canali visibili soltanto sulla rete. A Firenze associazioni, istituzioni e imprenditori si sono lanciati in questa nuova avventura. Dopo varie traversie in radio e nella televisione in chiaro, il seguitissimo “G”, al secolo Gianni Greco, ha inaugurato videofirenze.tv. Al grido di “Firenze rizzati!”, la storica voce del Sondazzo conduce ogni sera alle 21.30, dal lunedì al venerdì, “Tele G”. I mezzi sono pochi, lo studio è improvvisato e la regia è amatoriale, ma il pezzo forte della trasmissione è lo stesso “G”, che non risparmia proprio nessuno nei suoi lunghi monologhi. Dalla trasmissione, in diretta da un locale del centro, passano ospiti probabili e meno probabili: chiunque può partecipare personalmente al programma. Per chi non digerisse l’ironia fuori regola del “G”, ci sono invece televisioni più convenzionali. Un esempio è florence.tv, finanziata dalla Provincia e fondata ai tempi in cui l’istituzione gigliata era guidata da Matteo Renzi. La web tv propone approfondimenti su turismo, ambiente, istruzione, economia e viabilità. Sempre da Firenze va in onda la prima televisione online in Europa gestita da ragazzi con disabilità intellettive e sensoriali. Si chiama Sipario tv ed è un progetto finanziato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Il palinsesto è composto da un tg sui generis, meteo, ricette e interviste a vip cittadini, come l’arcivescovo Giuseppe Betori e il presidente della Provincia Andrea Barducci. Uscendo infine dal territorio comunale, da un circolo Arci di Sesto Fiorentino trasmette sesto.tv, emittente curata da un’associazione, che racconta la piana fiorentina tra attualità, economia, /G.C. cultura e sport.

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FARE E COMUNICARE

Ma i cittadini sanno cosa fa il loro Comune? Spesso è difficile comunicare bene quello che si fa. E, talvolta, si rischia che il battibecco politico sovrasti la notizia vera e propria. E così, sulle case popolari siamo in ritardo, sul Remida abbiamo sbagliato tutto, il Pedibus veniva dipinta come un’esperienza destinata a sicuro fallimento. Ossia: il dibattito politico è necessario alla democrazia, ma non si corre il rischio che, alla fine, nella polemica continua, non si capisca più cosa è stato davvero fatto? Allora, ci siamo posti il problema di come migliorare la nostra comunicazione con i cittadini. Perché sapere quello che facciamo è fondamentale per giudicare, bene o male, il nostro lavoro, e per sapere come spendiamo le risorse di tutti. Per prima cosa abbiamo lavorato sul sito Internet: una veste grafica rinnovata e più semplice alla lettura, e soprattutto la possibilità di accedere e stampare tutti, ma proprio tutti gli atti amministrativi del Comune (delibere, piani, regolamenti). Poi, abbiamo deciso di migliorare il Comune Notizie: grazie ad una convenzione con il mensile Reporter, lo abbiamo rinnovato completamente, riportando le uscite da 4 a 11. Insomma, il Comune Notizie è ritornato ad essere tutti i mesi nelle case delle famiglie, senza spendere un euro in più rispetto a prima. Circa 17 mila euro (comprese stampa e distribuzione) per 11 numeri. Prima i numeri erano 4 allo stesso costo. Infine, abbiamo deciso di raccontare quello che facciamo anche attraverso la televisione con una convenzione stipulata con Tele Iride, l’emittente del nostro territorio, dove lavorano tanti giovani capaci che crescono sviluppando una professionalità importante. E’ stato così realizzato un programma mensile, “In Borgo”, che consente anche di raccogliere segnalazioni e critiche da parte dei cittadini. Il costo complessivo annuo è di 9.600 euro. Dunque, con 9.600 euro in più rispetto agli anni passati, cerchiamo di far capire come vengono impiegati gli 11 milioni di euro (prima dei tagli…) che formano il nostro bilancio. Così, possiamo spiegare che in effetti sugli alloggi popolari o in affitto concordato siamo riusciti ad ottenere finanziamenti per più di due milioni e mezzo di euro, che il Remida è molto apprezzato dalle famiglie ed è il primo centro di questo genere in Toscana, che il Pedibus di Borgo ha il numero di iscritti più alto di tutta la provincia di Firenze, città compresa. Perché amministrare bene vuol dire anche far sapere ai cittadini quello che si fa con i loro soldi. il Sindaco Giovanni Bettarini

COMUNE IN ONDA Va in onda su Tele Iride, ogni lunedì alle 20,10, con repliche il martedì alle 13,30, il sabato alle 16,30 e la domenica alle 11, “In borgo”, è il mensile di informazione istituzionale e approfondimento del comune: un programma di 15 minuti sull’attività amministrativa con notizie, servizi, interviste e lo spazio domande dei cittadini. per rivolgere domande al sindaco la mail è: sindaco@comune.borgo-san-lorenzo.fi.it

ASILI NIDO, È TEMPO DI CAMBIARE

obIETTIVo: mANTENERE ALTA LA quALITà DEI SERVIZI ALL’INfANZIA oTTImIZZANDo I coSTI prima di tutto i bambini. per gli asili nido è tempo di cambiare, e a spiegare cosa cambierà ci pensa l’assessore alle politiche di Salute con delega ai servizi educativi per la prima infanzia, Silvia giovannini: “L’obiettivo di mandato è l’attivazione di tre nuove moderne sezioni, nel capoluogo, il “grillo parlante” nell’ex pretura, e due al nido ‘verde’ in via Curiel, che aumenteranno l’offerta dei servizi educativi alla prima infanzia, anche con la previsione della chiusura della struttura di Sagginale che non è più funziona-

le. Questo lo faremo insieme a una approfondita e partecipata verifica del nostro progetto educativo, anche con l’ausilio di esperti che da sempre sostengono la formazione del nostro personale. In definitiva, posti e qualità del servizio in equilibrio con l’esigenza di ottimizzare i costi, senza pesare ulteriormente sulle famiglie”. ogni famiglia ha esigenze, stili di vita, progetti diversi. E “i servizi alla prima infanzia - spiega l’assessore giovannini - vogliono rispec- SEGUE a pag 2

Con REMIDA QuEL CHE toCCHI SI tRASFoRMA INAuguRATo IL cENTRo DI RIuSo cREATIVo, comINcIANo LE ATTIVITà e propositivo di vivere l’ambiente e di costruire il cambiamento, mentre il luogo è l’ambiente ricavato in piazza Dante 34 accanto al Centro d’Incontro. uno spazio dove si intende promuovere il riuso creativo utilizzando materiale di scarto, rimanenze, sottoprodotti e sfridi dell’attività aziendale e delle diverse attività agricole: e così gli scarti diventano pretesti per esplorare, ideare, costruire, incontrare, promuovere scambi e nuovi SEGUE a pag 3

Riuso e creatività. In queste due parole è racchiuso il senso di “Remida”. Cos’è? E’ un centro di riuso creativo e di esplorazione ambientale. E’ il primo del genere in toscana ed è stato inaugurato sabato 23 ottobre dopo la presentazione al Festival della Creatività a Firenze. “Remida” è un luogo, ma soprattutto un’idea. E l’idea è quella che sta alla base di un progetto culturale che tende ad un modo nuovo, ottimistico

LE RIVISTE STORICHE MUGELLANE IN UN CLICK

Le riviste storiche mugellane ora sono consultabili on line: dal “Messaggero del Mugello” a “Il pananti”, da “giotto” a “la Fischiata”, passando per “Il Mugello” e il “Corriere mugellano”, fino a tutta la collezione del settimanale “Il galletto”. La digitalizzazione del materiale storico è stato promosso dal Comune, che già l’aveva messo a disposizione di storici, studiosi e studenti raccogliendolo in 24 cd. tutto questo imponente materiale lo si può cercare, leggere e scaricare in modo facile e semplice, anche a casa propria con un computer nell’Emeroteca virtuale della Regione toscana. nella grande biblioteca digitale regionale si possono finalmente consultare i periodici pubblicati nel Mugello dalla fine dell’ottocento ai giorni nostri. Con un semplice clic sul computer si

ha a disposizione una miniera di informazioni che finora gli studiosi potevano trovare (ma solo in parte) presso la biblioteca comunale di Borgo San Lorenzo oppure (con una certa difficoltà) nella in Biblioteca nazionale o in quella Marucelliana. Dal 2004 il contenuto dei microfilm contenenti le maggiori testate storiche era già stato riversato in cd-rom, rendendo così leggibili per tutti non solo le pagine del più famoso foglio locale (il “Messaggero del Mugello”, di orientamento conservatore, uscito dall’agosto 1883 al dicembre 1933) e quelle di altri autorevoli giornali locali (come “Il Corriere Mugellano”, di orientamento democratico, uscito dal 1908 al 1921, o il settimanale cattolico “Il vero operaio”, uscito dal giugno 1906 al marzo 1908 e l’organo della Lega Cattolica

<comune utile> ATTIVAZIoNE cARTA SANITARIA ELETTRoNIcA: ci si può recare al poliambulatorio in viale della Resistenza, nei giorni: martedì ore 8-15, mercoledì 8-16,30, giovedì 12-19, venerdì 8-15, sabato 8-13. cENSImENTo AgRIcoLTuRA: La data per il censimento è stata fissata al 24 ottobre: le aziende agricole e gli altri soggetti coinvolti, hanno ricevuto dall’IStAt una password per poter compilare on-line il modulo del censimento, collegandosi al sito dell’IStAt. Chi non inserirà i dati on line, sarà contattato dai rilevatori del Comune (tommaso BRuSCoLI ed Elena nutI dotati di apposita tessera di riconoscimento) per un’intervista personale. L’ufficio che segue i lavori del censimento è l’ufficio Statistica (dr. Marco FERRARo 05584966221). Si precisa che il censimento è obbligatorio e che le risposte sono tutelata oltre che dalla Legge sulla privacy anche dal segreto statistico. commEmoRAZIoNE bombARDAmENTo 30 DIcEmbRE 1943: ricorre quest’anno il 67° anniversario del bombardamento che nel 1943 distrusse in gran parte Borgo San Lorenzo provocando la morte di oltre 100 persone. La cerimonia di commemorazione delle vittime si svolgerà mercoledì 30 dicembre. Il Comune parteciperà con il gonfalone alla Messa nella pieve di S. Lorenzo alle ore 18.00. prima della Messa saranno deposte corone al monumento ai caduti civili di tutte le guerre in piazza del poggio. bANDA LARgA: si riparte con Infracom. tecnici sono a disposizione il martedì mattina presso Cosmosat in piazza del Mercato. Sono previsti anche incontri nelle frazioni di Luco e Sagginale. per ulteriori inofrmazioni: urp.

Mugellana “Il Mugello”, uscito per dal 1911 al 1913) ma anche godibilissime pubblicazioni satiriche come “La fischiata” (19 luglio 1914 - 29 novembre 1914), il quindicinale “Il girino”(4 febbraio 1912 - 31 marzo 1912) e il settimanale umoristico “Il pananti”, durato solo pochi mesi nel 1912. Altrettanto breve (ma non meno importante come testimonianza storica) fu l’uscita dell’organo dei fascisti mugellani “Il Mugello” (28 ottobre 1942 - 15 febbraio 1943), anch’esso compreso nell’elenco. Adesso chiunque può virtualmente sfogliare dal computer queste pagine senza muoversi da casa collegandosi con il sito della Regione toscana. E nell’emeroteca virtuale si trovano anche testate recenti come il settimanale “Il galletto”, con l’intera collezione dal 1985 al 2009 che è stata di-

gitalizzata, e le annate di periodici, da tempo cessati, che rappresentano lo specchio della vita sociale e politica mugellana di fine secolo: il mensile “Il Mugello” (19891992) e un giornale-simbolo della sinistra antagonista come “Al contrario” (19781981). E presto verranno inserite altre importanti riviste, tra cui “L’Appennino toscano”(19231928), il “Bollettino della Società Mugellana di Studi Storici” (1925-1930) e due fondamentali testate dirette da giuseppe Baccini: il “Bollettino storico-letterario del Mugello” (1892-1893) e il mensile “giotto” (1902-1904). I periodici sono consultabili alla pagina: http://tecatoscana.siav.it/tecaRicerca/ home.jsp

<A Borgo c’è> LIbERNAuTA ANchE A boRgo: Anche i giovani lettori di Borgo e del Mugello possono partecipare a “Libernauta”, il concorso di promozione della lettura e critica letteraria, rivolto a ragazzi tra i 14 e i 19 anni che sono chiamati a giudicare, commentare, bocciare, premiare i 15 volumi di vari generi letterari. promosso da Scandicci Cultura, il concorso è esteso a scuole e biblioteche della provincia, comprese quelle del Mugello. per parteciparvi basta recarsi in una biblioteca leggere e recensire almeno 4 dei 15 libri selezionati. premi per i testi più creativi, accurati, interessanti. per saperne di più basta fare un salto alla biblioteca comunale (tel. 055 8457197). TANTISSImE SToRIE IN bIbLIoTEcA: continuano alla biblioteca comunale il sabato pomeriggio gli appuntamenti per i bambini dai 3 ai 6 anni con narrazioni, laboratori, fiabe musicali. La partecipazione è gratuita ma occorre iscriversi. IL TEATRo DEI pIccoLI: va avanti la stagione di teatro per i più piccoli organizzata da Catalyst in collaborazione con i pupi di Stac nei teatri di Barberino, Borgo e Vicchio. I prossimi appuntamenti a Borgo: sabato 12 febbraio teatro giotto ore 16,30 “I viaggi di gulliver”; sabato 26 marzo Centro d’Inocntro ore 16,30 “Lino il topolino coraggioso”. ARTE pER LA RIcERcA: è la mostra che organizza la fondazione onlus “Fiorgen” al Museo Archeologico nazionale di Firenze (piazza S.S. Annunziata 9b) fino al 15 gennaio: 250 le opere esposte. All’iniziativa aderisce col patrocinio anche il Comune di Borgo San Lorenzo. orario apertura: martedì / venerdì 8,30-19; sabato / domenica 8,30-14. Info: www.fiorgen.net. coRSo DI DANZE RINAScImENTALI: un corso di “danza, maniere e costumanze del ‘400 e del ‘500”, lo organizza l’associazione “Capriccio Armonico” e si tiene ogni lunedì dalle 20,30 alle 22,30 nei locali di piazza del popolo 7. per informazioni: 339 2296684, tel. 0550500980, capriccioarmonico@ libero.it. STAgIoNE TEATRALE: al teatro giotto venerdì 7 gennaio ore 21,15 Lucrezia Lante della Rovere in “Malamore”; martedì 25 gennaio ore 21,15 Elio germano in “thom pain”; mercoledì 9 febbraio ore 21,15 Roberto Herlitzka e Lello Arena in “Don Chisciotte”. per informazioni e biglietti, biblioteca comunale.


IN VIA CURIEL SORGERÀ UN NUOVO ASILO NIDO. E SARÀ “VERDE” LA STRuTTuRA, 380 mq, SARà REALIZZATA coN cRITERI DI bIoEDILIZIA uN INVESTImENTo DI 600.000 EuRo DA pag 1 chiare questa pluralità di esigenze offrendo ai genitori un ampio ventaglio di scelta”. tra: orari e tempi del nido (lungo o corto, per tutte le mattine o solo alcune); modalità di gestione (comunale o privato convenzionato); tipologie di servizio, dal nido al giocanido; voucher (fondi regionali per abbattere spese sostenuti per nidi privati-accreditati). Su un’utenza potenziale di 433 bambini 0-2 anni i posti disponibili ai nidi d’infanzia a Borgo sono complessivamente 172 (160 con contributo pubblico), tra strutture comunali e accreditate e convenzionate,107; giocanido, servizio di socializzazione e occasioni di gioco tra bambini e genitori e famiglie, 39; voucher regionali che servono alle famiglie in lista d’attesa per l’abbattimento del 50% del costo di frequenza ai nidi privati-accreditati, 14; e la struttura privata (non convenzionata) “Happy Children”, 12. Dei 107 posti nei nidi comunali o convenzionati, ce ne sono 28 a tempo lungo a Sagginale; 56 in via Curiel con 28 a tempo lungo e altrettanti a tempo corto, oltre ai 39 del giocanido; 20 al “pesciolino rosso”, 12 a tempo corto per 5 giorni e 8 per 2-3 giorni; ed infine 3 a tempo corto nel “nido dei nonni”. In pratica, il 40% dei bambini in età 0-2 anni frequenta un servizio educativo per l’infanzia: “A Borgo San Lorenzo il 40% dei bambini 0-2 anni può usufruire di un servizio educativo per la prima infanzia, ed è questo un dato alto, ben superiore allo standard regionale ma soprattutto nazionale. E questo ambito è da ritenersi di fondamentale importanza, sia come primo passo nell’educazione dei più piccoli, sia come sostegno alle famiglie.” un’ampia offerta e quindi liste d’attesa piuttosto basse. “Quelle che si registrano a Borgo sono liste d’attesa assolutamente fisiologiche - afferma l’as-

sessore Silvia giovannini -, riusciamo ad intercettare e soddisfare una buona parte delle domande che ci pervengono, e anche le famiglie che rinunciano al posto non vengono cancellate dalle graduatorie. La logica è di non perdere bambini, nemmeno uno, perché siamo fermamente convinti che i servizi alla prima infanzia debbano essere parte integrante del percorso educativo di ciascun bambino”. “nelle strutture pubbliche - spiega - la formazione degli educatori è costante, e anche le strutture private devono rispondere agli standard del pubblico. Il nostro sistema dei servizi all’infanzia risponde a pieno ai requisiti di qualità che abbiamo sviluppato in un’ottica di “rete” di zona, coinvolgendo ad esempio l’Asl con il servizio di supporto psicologico a bimbi e genitori, per asili e giocanido”. E per continuare ad assicurare dei servizi in grado di rispondere alle esigenze delle famiglie, si pensa a una riorganizzazione dei posti e delle attività. Anche con la costruzione ex novo di un edificio “verde”, cioè ecocompatibile, di 380 mq, che amplierà l’asilo nido di via Curiel: 2 nuove sezioni di 111 e 115 mq (con aule, refettorio e dormitorio) che compenserà la dismissione del nido di Sagginale che è ormai diventato vetusto e meno funzionale. un investimento complessivo di 600.000 euro che la Regione toscana ha finanziato con un contributo di circa 430.000 euro. Se i lavori per la costruzione del nuovo nido in via Curiel andranno a gara a gennaio, già in corso è l’intervento di ristrutturazione e consolidamento dell’ex pretura di via Aldo Moro, dove al piano terreno saranno ricavate due nuove sezioni, una primavera “Il grillo parlante”, e un’ulteriore di materna che si affiancherà alle due che erano già state attivate in precedenza.

UN FIOCCO GIALLO PER PROTEGGERE I BAMBINI Stimolare la diffusione di pratiche virtuose di prevenzione contro tutte le forme di violenza e abuso sui bambini. È l’obiettivo della campagna “Io proteggo i Bambini”, promossa da Terre des Hommes e patrocinata da Anci nazionale, a cui ha aderito anche il Comune di Borgo San Lorenzo. Un’iniziativa per chiedere a tutti i Comuni d’Italia, in occasione della settimana mondiale per la prevenzione dell’abuso e della violenza sull’infanzia (13-19 novembre), simboleggiata da un fiocco giallo, di adottare un manifesto con 5 punti d’impegno a favore dei bambini. Tra cui, quello a mantenere capitoli di bilancio destinati alla tutela e allo sviluppo dell’infanzia. Il Comune di Borgo spende per la gestione dei nido il 10% della spesa corrente del bilancio: nel 2009 oltre 1 milione di euro. E le rette delle famiglie contribuiscono alla spesa per il 20% circa.

MODIFICHE AL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

LAVORI ALL’EX PRETURA: qui verranno ricavate due sezioni, una primavera e un’altra di materna che andrà ad aggiungersi alle due già attivate in precedenza

Scattate dal 15 novembre modifiche alle corse del servizio di trasporto pubblico comunale. Soppresse le corse Borgo San Lorenzo-Salaiole delle ore 10 il martedì e delle ore 12,30 il giovedì e il sabato (immutate quelle dei giorni lunedì, martedì, mercoledì e venerdì alle 12,30). Soppressa anche la corsa Borgo San Lorenzo-Sagginale delle ore 12,30 il martedì, giovedì e sabato (si effettua lunedì, mercoledì e venerdì) e la corsa delle ore 17,10 urbano-Stazione FFSS. Ridotto il percorso delle corse ore 11,35 e 14,10 dell’urbano-Stazione FFSS, mentre è stato previsto un collegamento da via p. Caiani (piscine comunali) per Stazione FS alle ore 14,10 dal lunedì al venerdì. “Abbiamo effettuato una verifica sulle corse individuando quelle meno e più utilizzate - sottolinea l’assessore alla Mobilità del Comune di Borgo Carlo Casati - e apportando modifiche che consentono una razionalizzazione del servizio che così sarà più adeguato alle esigenze dei cittadini che se ne servono quotidianamente. Abbiamo anche previsto un collegamento tra le scuole superiori e la stazione ferroviaria rivolto in particolare agli studenti”.

pEDIBuS, A SCuoLA A pIEDI È MEgLIo Erano 34 quando il “pedibus” è partito, quest’anno i bambini sono arrivati a 116. A raggiungere la scuola elementare seguendo le quattro linee blu, rossa, gialla e verde - indicate da segnaletica verticale e orizzontale (dei piedini colorati) sono 66 bambini mentre 50 sono quelli che il martedì e il giovedì raggiungono il catechismo a piedi. tutte le mattine indossano una pettorina gialla e accompagnati da volontari (dell’Anteas), genitori e nonni, raggiungono la scuola per poi dopo, all’uscita, tornare a casa. Il “pedibus” è un servizio gratuito promosso dal Comune ed è stato attivato a partire dall’anno scolastico 2007-2008 per le classi 3°, 4° e 5° delle scuole elementari fino a estendersi a tutte le classi delle elementari del capoluogo, e dall’anno scorso anche alle lezioni di catechismo presso la pieve di San Lorenzo per le terze e quarte classi. un servizio che resta gratuito. In un primo momento era stata decisa l’introduzione di una quota annuale di 10 euro per adesione, ma la decisione è stata poi annullata ripristinando “la piena gratuità della partecipazione al progetto pedibus riconoscendo il valore della partecipazione e l’impegno che i bambini e le famiglie esprimono”, e stabilendo che il numero minimo di adesioni per l’attivazione di ciascun percorso pedibus scenda da 8 a 5. Anche perché “le famiglie richiedenti si sono rese disponibili a collaborare allo sviluppo di tale progetto assicurando la presenza di uno o due genitori a turno a supporto dei volontari incaricati dall’associazione nel caso aumenti la consistenza dei gruppi di bambini partecipanti”. “La partecipazione attiva al progetto - riconosce l’Amministrazione comunale -, lo rende connotabile non tanto come un servizio scolastico, quanto un’iniziativa partecipata volta a promuovere stili di vita più salutari e attenti all’ambiente, sostenere i bambini nella graduale conquista dell’autonomia negli spostamenti in paese e nella sperimentazione pratica dei fondamenti dell’educazione stradale”. un’iniziativa che proprio per questa sua valenza educativa deve mantenere la piena gratuità.

VIA SAN MARTINO, DERATTIZZAZIONE NEI FONDI PRIVATI I residenti di via San Martino hanno segnalato più volte la presenza di topi. E sopralluoghi hanno riscontrato che in gran parte provengono dai fondi privati situati nella stessa via, che sono inutilizzati o abbandonati o con infissi sconnessi o malandati, piuttosto che da qualche varco nelle fogne pubbliche. Il Comune esegue periodicamente con una ditta specializzata interventi di derattizzazione ma non bastano perché i ratti trovano facilmente ricovero e riparo nei fondi e proliferano. una situazione con disagi e possibili problemi igienico-sanitari, soprattutto negli ultimi tempi quando ne sono stati rinvenuti alcuni morti. per questo è stata emessa un’ordinanza che impone ai proprietari di effettuare la derattizzazione all’interno dei singoli fondi oltre che quegli “interventi necessari al fine di garantire la completa chiusura dei fondi stessi a mezzo di idonei infissi, in modo da impedire in futuro l’accesso ai roditori”.

pRotEzIonE CIVILE: MAxI ESERCItAzIonE pER SCoVARE gLI ERRoRI

SImuLATI DuE TERREmoTI E IL cRoLLo DELL’Ex oSpEDALE DI Luco, mobILITATI cENTINAIA DI opERAToRI E’ stata un’esercitazione di protezione civile imponente “giotto 2010”. Si è svolta nell’arco di due giorni, il 22 e il 23 ottobre, in tutto Mugello, con la simulazione di due eventi sismici, il primo di magnitudo 3.8 e l’altro di 4.9: nel primo giorno sono stati evacuati oltre 9.700 studenti da 52 plessi scolastici dei territori del Mugello e della Valdisieve con l’attivazione delle procedure di emergenza e soccorso mentre il giorno seguente è stato simulato il crollo parziale dell’ex ospedale di Luco con 34 feriti e 2 vittime, con l’attivazione degli interventi di soccorso (recupero e assistenza

delle persone, allestimento posto medico avanzato e trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo San Lorenzo). Sono stati simulati anche altri micro-scenari di emergenza. una prova a larga scala “giotto 2010” che ha mobilitato e impegnato oltre 800 operatori, per testare i piani di emergenza e i tempi di reazione e intervento dell’intera struttura di protezione civile, la funzionalità delle sale operative e delle aree d’attesa, i collegamenti radio e quelli fisici, le comunicazioni ai cittadini, nonché le verifiche di valutazione e il moni-

toraggio del territorio. nella gestione delle operazioni sono emersi punti di forza e debolezza. Le maggiori criticità hanno riguardato le comunicazioni radio, la logistica del centro operativo, la gestione delle squadre d’intervento: “Era proprio quello che si voleva succedesse perché - hanno sottolineato i responsabili della protezione civile - è solo analizzando problemi ed errori che il sistema può assicurare di funzionare correttamente nelle situazioni reali”.

Direttore: Giovanni Bettarini • Direttore responsabile: Johnny Tagliaferri • Redazione: Ufficio Stampa - Piazza Dante, 2 - 50032 Borgo San Lorenzo uffstampa@comune.borgo-san-lorenzo.fi.it • urp@comune.borgo-san-lorenzo.fi.it Registrazione al tribunale di Firenze n. 3093 del 7/1/1983


REMIDA: IMpARARE, FACEnDo

LAboRAToRI E ATTIVITà pER RIuSARE mATERIALI coN cREATIVITà

DA pag 1 saperi. “Remida è un approccio mentale, culturale, e allo stesso tempo una scommessa ecologica, etica, educativa - sottolinea il sindaco giovanni Bettarini -. Ed è con questo spirito che, primi in toscana, abbiamo dato il via a questa nuova esperienza che si rivolge a bambini e ragazzi che possono dare prova della loro creatività, alle scuole e alle realtà associative locali, trasmettendo un messaggio ecologico rispettoso degli individui, dell’ambiente che ci circonda e degli oggetti stessi, contro un atteggiamento consumistico portato all’eccesso”. “Remida” si fa in quattro: ‘l’esploratorio’, per la sperimentazione attiva e l’attività manuale, ideativa e creativa, con attività di conoscenza per le scuole materne, elementari e medie; ‘l’emporio’,dove sono esposti i materiali per le diverse attività e per il prelievo; lo ‘studio’, per l’incontro e la progettazione di percorsi didattici, creativi, animativi; ‘l’orto-giardino’, area all’aperto, piccola ma accogliente, per trovare una connessione tra uomo e ambiente, tra materiali di scarto e persone, tra saperi dell’uomo e saggezza della natura. “Con questa esperienza innovativa ci si può rendere conto che gli oggetti possono avere una vita anche dopo il loro uso - sottolinea l’assessore all’Ambiente Stefano Squilloni -. Bastano fantasia e creatività per trasformare in qualcosa di nuovo, e perché no anche divertente, oggetti che hanno esaurito la loro funzione ma che possono essere reinterpretati con attività ludico-formative che stimolano le capacità creative”.

COS’È REMIDA Il progetto: ReMida di Borgo San Lorenzo è un Centro di riuso creativo e di esplorazione ambientale. Aperto a tutta la cittadinanza, è un luogo fisico e culturale, uno spazio ma anche un approccio mentale, che sostiene e promuove l’idea che gli scarti della produzione aziendale siano risorse. Uno sguardo sulla materia nell’ottica della rinascita, della creatività, del rispetto per l’ambiente. Situato in Mugello, in provincia di Firenze, è il primo Remida della Toscana. gli spazi: E’ adiacente al Centro d’Incontro di Piazza Dante che è un luogo di ritrovo e di formazione per molti giovani e famiglie. ReMida di Borgo San Lorenzo si sviluppa in più spazi allestiti in un’ottica di continua trasformazione per offrire percorsi trasversali a più aree tematiche. quattro gli spazi che sono in relazione tra loro e che sviluppano differenti attività: l’Esploratorio, l’orto giardino, l’Emporio e lo Studio. Le attività: Aperto a tutta la cittadinanza, ai bambini, ai ragazzi, e alle famiglie, ReMida di Borgo San Lorenzo offre esploratòri per tutte le fasce d’età. ReMida è sede di formazione a quanti intendono mettere in atto processi di apprendimento privilegiando momenti di osservazione, esplorazione, trasformazione, creazione e progettazione in contatto con la materia. Remida è anche luogo di libera aggregazione e scambio esperienziale tra famiglie che partecipano ai laboratori creativi. Il metodo: Imparare, facendo: è questa la metodologia del progetto educativo. La conoscenza è infatti il frutto di percorsi sperimentali, sia personali che supportati dalle conoscenze di altri. Usare i materiali che provengono dalle aziende del territorio significa, ad esempio, conoscere ciò che si produce nella nostra zona e quindi quali sono le potenzialità delle aziende. L’esploratorio è il cuore di Remida, attrezzato con semplici strumenti di lavoro e con una costante presenza educativa, per rafforzare la naturale curiosità nel costruire, montare e smontare del bambino. I materiali: Al suo interno si possono trovare elementi della nostra terra, in particolare, materiale di scarto della produzione industriale, artigianale e agricola di zona, messi a disposizione degli utenti per trovare nuovi utilizzi e funzioni ma anche nuove forme estetiche e artistiche. I materiali provengono da piccole e medie aziende del Mugello. I partner: Remida borgo San Lorenzo è promosso dal Comune, ha ricevuto il patrocinio dall’Istituto degl’Innocenti di firenze ed è stato realizzato con il contributo di Regione Toscana, provincia di firenze, comunità montana mugello e Ass. progetto Accoglienza, è sostenuto da c.N.A. firenze, Ass.industriali di firenze, confartigianato, confesercenti, c.I.A., coldiretti e unione Agricoltori. centro REmIDA, piazza Dante 34 tel. 0558453414 martedì, mercoledì, giovedì (9-13) mail: info@remidabsl.it.

SOCIETÀ SPORTIVE A LEZIONE DI COMUNICAZIONE Società sportive borghigiane a lezione di comunicazione e tecnologia multimediale. Sono stati ben 26 i dirigenti che hanno partecipato al corso di formazione “tecnologie e comunicazione sportiva”, organizzato a Borgo dal 4 al 6 novembre dal Coni di Firenze in collaborazione col Comune. tra le “materie” di studio figuravano: il piano di comunicazione, le nuove tecnologie e i nuovi sistemi di comunicazione, e ancora, internet, siti web e scritture, i blog. “Lo sport - sottolinea il Coni - è considerato un contenuto privilegiato dai nuovi media e anche un efficace veicolo di promozione per le imprese industriali e di servizi”, e il corso, tenuto da esperti, è servito a “offrire competenze tecnico-professionali nell’ambito della comunicazione sportiva finalizzate all’utilizzazione delle nuove tecnologie digitali e delle relative potenzialità”. “Abbiamo dato immediatamente disponibilità e collaborazione al Coni per organizzare questo corso - sottolinea l’assessore allo Sport Stefano Marucelli - perché si tratta di una iniziativa di formazione a vantaggio delle associazioni e società sportive locali che così potranno conoscere più chiaramente, imparare e padroneggiare le tecniche di comunicazione più efficaci per diffondere meglio le rispettive attività”. Al termine del corso, dall’assessore Stefano Marucelli e dal fiduciario Coni Mugello Luigi Mercatali insieme al prof. Emilio Brogi, coordinatore staff tecnico del Coni provinciale, sono stati consegnati ai dirigenti sportivi gli attestati di frequenza.

I CENTO ANNI DI CATERINA POLI

Una lunga e intensa vita quella di Caterina Poli che vive da 100 anni a Casaglia. Li ha compiuti il 3 ottobre e a farle festa c’era tutta la frazione. La signora Caterina ha ancora una memoria lucida e vivi sono i ricordi degli anni passati, anche di quelli più lontani e drammatici. E’ sempre stata molto legata alla sua frazione e si è adoperata per tenere in buono stato il monumento ai caduti, restaurandolo a sue spese. E’ andato a incontrarla e a portarle un omaggio floreale anche il sindaco Bettarini.

NORME PIÙ SEMPLICI PER LA RACCOLTA FUNGHI

L’ARTE DI VISANI A VILLA PECORI

Semplificare e rendere più omogenee su tutto il territorio regionale le norme per la raccolta dei funghi. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità alcune modifiche alla legge in materia del 1999. In base alle modifiche approvate, non saranno più i Comuni a rilasciare l’autorizzazione personale o turistica alla raccolta, ma la stessa Regione. I residenti in toscana dovranno versare 13 euro per sei mesi, 25 euro per dodici mesi. tali importi sono ridotti della metà per chi risiede nei territori montani. I non residenti dovranno invece pagare 15 euro per un giorno, 40 euro per sette giorni consecutivi. I Comuni, sulla base di specifiche convenzioni con la giunta regionale, potranno attivare ulteriori modalità di riscossione degli importi per i non residenti. In questo caso sarà loro riconosciuta una parte (massimo 25%) degli introiti. Il limite di raccolta giornaliero per persona è di tre chilogrammi, che salgono a dieci per i residenti nei territori classificati montani che fanno la raccolta nel proprio comune di residenza. non ci sono limiti, invece, per gli imprenditori agricoli ed i soci di cooperative agroforestali che svolgono la raccolta per integrare il proprio reddito nella provincia di residenza. province e Comunità montane possono prevedere divieti di raccolta per un massimo di due giorni a settimana per motivi di tutela ambientale o per armonizzare attività diverse, divieti che non si applicano ai residenti nelle aree soggette a contingentamento. Le nuove norme entreranno in vigore dal primo gennaio 2011.

L’artista Enrico Visani ha donato 4 opere al Comune di Borgo, dopo la fortunata mostra tenutasi lo scorso anno. una è stata collocata nella sala della reception della biblioteca comunale, mentre le altre tre abbelliscono adesso un salone di Villa pecori giraldi. Visani è nato a Marradi nel 1938, e il suo è un cammino artistico significativo che lo ha portato dalla frequentazione di grandi maestri,

come De Chirico, Minguzzi e Saetti, ad una pittura del tutto personale dotata di forza, di energia e di grande respiro, testimoniata, in modo esemplare dalle numerose e importanti mostre realizzate. Ha esposto quasi in tutta Europa, da parigi a Londra, da Anversa a Salonicco e nelle Americhe (Argentina, perù, Cile e Venezuela), fino ad arrivare a new York.

MONS. BARTOLUCCI NOMINATO CARDINALE C’è anche il borghigiano Domenico Bartolucci, ex maestro direttore della Cappella Sistina, tra i 24 nuovi cardinali nominati da papa Benedetto xVI. Le congratulazioni per la nomina sono giunte anche dal sindaco giovanni Bettarini: “un grande riconoscimento a un illustre rappresentante della nostra terra, terra che monsignor Bartolucci ha celebrato anche in sue opere e composizioni musicali”.


<cosa dicono i gruppi> Interventi a cura dei gruppi consiliari

LIbERo mugELLo

pER boRgo

popoLo DELLA LIbERTà

pRogRESSISTI DEmocRATIcI E SINISTRA pER boRgo

RIfoNDAZIoNE comuNISTA

chE fARE coN LE LoTTIZZAZIo- INfoRmAZIoNE ISTITuZIoNALE 1ª fESTA DEL pDL NEL mugELLo NI INcompIuTE E LE coSTRu- o pRopAgANDA? La 1ª Festa del PDL nel Mugello al Foro Bo- LA DIffIcILE SITuAZIoNE DEI Accendi la TV, e se ti sintonizzi su Tele Iri- ario di Borgo San Lorenzo è stata un sucZIoNI INVENDuTE TRASpoRTI pubbLIcI LocALI

EmERgENZA RIfIuTI NuoVI AumENTI DI pubLIAcquA ,fERmIAmo I guADAgNI DEI pRIVATI !!!! Confedilizia sostiene che ci siano in Italia de ti può capitare di vedere la faccia del cesso oltre ogni aspettativa. L’anno 2011 per chi si sposta con i mezzi L’AcquA DEVE RImANERE circa 40 mila case invendute. Noi pensia- nostro sindaco. Queste apparizioni sono Sabato sera il tendone del Foro Boario era pubblici non sarà un anno facile. Le drastiche pubbLIcA mo che il numero sia molto più alto. Una a pagamento, perché il Comune ha deciso gremito fino dalle ore 18, ora prevista per il misure governative su questo settore deter- Si torna a parlare di emergenza rifiuti,il parte di queste sono anche nel Mugello e a Borgo San Lorenzo. Ci sono appartamenti ma anche tanti edifici ad uso commerciale e industriale costruiti negli ultimi anni e rimasti vuoti. Ma ci sono anche aree residenziali non terminate: alcune con opere di urbanizzazione in parte realizzate (vedi Grezzano dove è stato costruito il muro del pianto senza poi procedere alla realizzazione degli edifici), altre con presenza di edifici non completati e con scheletri in cemento armato fermi da anni (vedi Panicaglia), altre incompiute che sono rimaste ferme per mesi (quella accanto alla CONAD), altre in parte completate (e qualcuna venduta) e in parte ancora da finire come quella contestatissima di Lama su cui abbiamo chiesto al Comune verifiche che ancora attendiamo di esaminare. Confedilizia dice che bisognerebbe mettere sul mercato degli affitti le case invendute presenti in Italia. Con questa mossa “si raggiungerebbero due obiettivi in uno: rendere subito disponibili unità abitative dove ce n’è bisogno, e non sprecare ulteriori risorse e ulteriore terreno libero per costruire immobili che saranno pronti nel giro di anni”. Anche se dubitiamo dell’amore per l’ambiente di Confedilizia, siamo d’accordo sulla proposta: anche a Borgo San Lorenzo riteniamo che il Comune debba incentivare l’offerta di case da affittare chiamando a discuterne Confedilizia, Uppi, Confindustria. La realizzazione di nuovi alloggi con l’intervento pubblico è sempre più problematica a causa dei costi di edificazione e di reperimento delle aree, e non risolve la domanda di affitti agevolati. Per questo pensiamo che una parte delle somme attualmente destinate dalla Regione per la costruzione di “case popolari” potrebbe essere utilizzata per abbassare gli affitti di abitazioni già esistenti e per tutelare i proprietari dai rischi di morosità. Riteniamo opportuno in questa fase suggerire quattro azioni concrete a chi governa il nostro comune: Verificare nel territorio comunale il numero degli edifici finiti e rimasti invenduti e le lottizzazioni iniziate e non terminate (questo servirà anche a discutere con dati alla mano i numeri del regolamento urbanistico) Convocare le associazioni dei proprietari e degli inquilini affrontando il tema degli affitti; Convocare i costruttori delle aree rimaste incompiute per ricercare modalità che portino i lavori a conclusione; Individuare le soluzioni affrontabili direttamente con il supporto del comune e nel contempo impegnarsi direttamente a promuovere una legge regionale sulla casa che permetta di recuperare al mercato degli affitti le case invendute.

Piera Ballabio Capogruppo lista civica Libero Mugello

di far effettuare a Teleiride 8 trasmissioni televisive della durata di 15 minuti, al costo di 1.200 euro ciascuna, per un totale di 9.600 euro. Non solo. Arriva a casa un giornale, “Reporter” che nelle sue prime pagine, ogni mese, ti racconta le meraviglie compiute dall’amministrazione comunale: recuperi urbanistici meravigliosi, una raccolta differenziata che va benissimo (e invece rispetto ai parametri fissati dalla legge siamo decisamente sotto), lavori pubblici senza problemi (lasciamo perdere…). E’ bene ricordare che “Reporter” gode non soltanto di un contributo annuo da parte del comune, per l’inserimento di 4 pagine del notiziario comunale, di 17.160 euro (+ altri 2.000 euro derivanti dal trasferimento della quota di pubblicità della Cassa di Risparmio, prima sul notiziario comunale), ma anche di vantaggi sostanziali nei confronti della concorrenza, essendogli consentito (il comune fornisce l’indirizzo di tutti i capofamiglia residenti) di arrivare nelle case di tutte le famiglie borghigiane, a cominciare dalla raccolta pubblicitaria (potendo vantare di essere l’unico strumento che arriva in tutte le case, gratuitamente). Un conto è la comunicazione istituzionale –e per questo il Comune (che per tale voce, ci dice il bilancio comunale, spende ogni anno circa 56.920 euro) ha un bravo addetto stampa-; un conto è la propaganda, che non dovrebbe essere addebitata ai cittadini. Far entrare nelle case un giornale –a spese del Comune- che racconta solo le “verità” del sindaco e della sua parte (sarà un caso ma tra i redattori di Reporter figurano ex collaboratori del sindaco Bettarini) è scorretto e rischia di essere mistificante. La stampa è libera, ed è libero il cittadino di acquistare i giornali che preferisce. Ma se il Comune invia nelle case di tutti un foglio, il principio istituzionale, di equilibrio e di imparzialità deve essere salvaguardato. Invece alle opposizioni si concede un trafiletto illeggibile, mentre per le “imprese” del sindaco e della giunta sono a disposizione pagine e pagine. Con le sembianze di articoli “neutri”, dove però mai si riportano le posizioni, le proposte, le critiche delle opposizioni. Il vizio della comunicazione partigiana, purtroppo, è un vizio di tutti, non solo di una parte politica e tutti, nel piccolo o nel grande, si danno in questo senso un gran daffare. Un’ultima osservazione: in tempi di crisi come questi, nei quali ci viene sempre ricordato che dobbiamo fare sacrifici a causa dei tagli del Governo, che non ci sono i fondi nemmeno per le cose più necessarie, francamente 10.000 euro di trasmissioni televisive, che costano alle casse pubbliche 80 euro al minuto, potevano anche essere spesi meglio!

Per Borgo - Lista Civica

dibattito politico, segno dell’interesse che mineranno notevoli disagi per chi viaggia. ancora la politica fatta tra la gente riesce a La manovra finanziaria infatti prevede per la toscana un taglio di 220 milioni di euro con suscitare nei cittadini. una riduzione complessiva delle corse che vaGli interventi di Bartolozzi (Europarlamen- rierà dal 30 al 35% sui 120 milioni di chilometri tare), Magnolfi (capogruppo in Regione), percorsi all’anno. Nascosti Tirelli e Fuscagni (consiglieri re- Questo determinerà una riduzione di circa gionali), assieme a quelli dei capigruppo 100.000 chilometri di percorrenza al giorno del PDL dei comuni del Mugello, sono stati sulle strade urbane ed extraurbane . Ma i tagli ascoltati con interesse da una platea dove purtroppo non si ripercuoteranno soltanto sul trasporto su gomma ma riguarderanno siedevano accanto giovani e meno giovaanche i servizi ferroviari per cui si ipotizza in ni, una platea trasversale alle generazioni. tutta la Regione una riduzione delle corse per il 7/8 % delle corse effettuate ogni giorno. Durante la cena (ottima e abbondante e a E’ evidente che questi tagli preoccupano prezzo contenuto!) hanno preso la parola fortemente anche il comune di Borgo San inoltre l’On. Bianconi (vicepresidente del Lorenzo che rischia di essere pesantemente gruppo PDL alla Camera), l’on Parisi (copenalizzato. I cittadini infatti già messi duord. Regionale), l’on Toccafondi (di origini ramente alla prova da un servizio che non è rontesi!). al massimo della sua efficienza risulteranno Neppure il vecchio PCI era mai riuscito a ancor più penalizzati sia in termini di qualità portare a Borgo San Lorenzo tanti del viaggio che di possibilità di raggiungere i Deputati e Consiglieri regionali in una sola luoghi di studio o di lavoro. volta, a testimonianza della attenzione al I tagli costringeranno molte persone a ricorreterritorio e della volontà del PDL di diven- re al mezzo privato con conseguenti ricadute tare forza di governo anche in altre città negative per l’ambiente: strade intasate dalle Toscana (come già accade a Prato, Firen- auto, più inquinamento. zuola, Marradi). gli Enti interessati Regione, province ed enti Locali dovranno fronteggiare una difficile Gli organizzatori ringraziano tutti coloro situazione cercando di guidare con criterio che hanno partecipato, perché non solo la rivoluzione che investirà il settore dei tracon la presenza, ma anche con il coinvol- sporti. In Mugello si dovranno ricercare inegimento e l’entusiasmo dimostrati, hanno vitabilmente delle sinergie, con il trasporto provato che il Popolo della Libertà c’è, esi- su gomma a fare da supporto per il servizio ste ed è attivo. Il rosso Mugello si è tinto un ferroviario, che è il mezzo su cui puntare per favorire e sviluppare la mobilità nei collegapo’ più d’azzurro! menti da e per Firenze. Sullo sfondo dello scenario regionale si muoRICEVIMENTO CITTADINI Il popolo della libertà sta costruendo tut- vono sia sul fronte politico che sindacale varie te le basi per poter crescere e ampliare i proposte che mirano ad una ottimizzazione propri consensi con politiche democrati- rispetto alle attuali 31 Aziende sia pubbliche che e a contatto con i cittadini, partendo che private misto pubblico-private e coopedall’idea originale del PDL e cioè quella del rative che gestiscono oggi il servizio tramite la creazione di società regionali. Questo conribaltamento della piramide del potere. A tal scopo, si comunica a tutti i cittadini sentirebbe una razionalizzazione complessiva con risposte sia ai cittadini che si spostano che desiderano incontrare personalmente che ai 6100 addetti impegnati ogni giorno. i consiglieri del PDL, che i consiglieri comuL’impegno delle istituzioni locali è rivolto quinnali Fulvio Boni, Pieri Simona e Gianni Mardi al potenziamento della linea Faentina con chisio sono a disposizione dei cittadini tutti nuovi mezzi che potrebbero essere acquistati i giovedi dalle ore 17.30 alle ore 18.30 nella con i fondi a suo tempo destinati all’elettrificasaletta comunale di via Giotto, per parlazione della linea, previsti da accordi nazionali re con i cittadini dei problemi, dell’idee e e alla creazione di una forte integrazione con dell’iniziative politiche del nostro comune i mezzi su gomma. e del nostro territorio. In ultimo è doverosa una considerazione su questo governo nazionale troppo impegnaNUOVO COORDINATORE CITTADINO to a risolvere vicende private e poco incline (si Il gruppo consiliare infine ringrazia Luca fa per dire) ad adempiere alla funzione istituFerruzzi per il lavoro svolto in qualità di zionale di provvedere al bene Comune. Abcoordinatore, e fa a Gianni Marchisio, nuo- biamo la speranza che ormai chi ci governa vo coordinatore comunale, e a Fabio Boni è al fine della sua “corsa” e forse soltanto così si Vicecoordinatore, i migliori auguri per un potranno riaumentare ............le corse per i cittaottimo lavoro. dini che si spostano.

Fulvio Boni Alberto De Paola Capogruppo Pdl Gruppo “Progressisti Democratici e Sinistra per Borgo

problema che nei comuni campani era svanito nel nulla è tornato improvvisamente alla luce,tutto questo porta a conseguenze negative non solo sul territorio in generale ,sull’aria sulle acque ma ancor più grave con ripercussioni sulla salute del cittadino,è vero che nel nostro territorio non siamo ai livelli di alcuni comuni campani, ma non possiamo dare niente per scontato, tutto può avvenire.Se pensiamo che nel 2013 la nostra discarica di Vigiano sarà sicuramente chiusa, possiamo già immaginare i problemi che dovremo affrontare sia a livello di smaltimento che di costi. La cosa che ci preoccupa maggiormente è, a nostro avviso, il disinteresse del problema da parte dell’amministrazione e del gestore “ Publiambiente “ . Il comune in primo luogo,essendo l’ istituzione più vicina ai cittadini, si deve far carico di un progetto efficace per bloccare l’aumento costante della produzione di rifiuti da mandare in discarica, in questo modo potremo prolungare i tempi di chiusura della nostra discarica a beneficio di tutti . La Toscana , regione più “ reciclona “ del centro Italia con la raccolta differenziata si attesta al 37% circa e fanno spicco all’interno della nostra regione molti comuni che si attestano con percentuali molto alte fra il 72% e il 90% e queste percentuali dimostrano che con una gestione mirata ed efficace si possono raggiungere risultati ottimali a beneficio dell’ambiente,del territorio e del cittadino , che per primo inizia il ciclo di selezione dei rifiuti viene premiato con sconti del 10% al 30% ed è senz’altro un grosso stimolo. Il nostro comune ahimè si trova molto basso nella classifica di questi progetti e non vediamo per ora nessuna prospettiva in questo senso.Comunque tutto questo si potrebbe realizzare se si uscisse dalla logica del profitto a favore dei grossi carrozzoni, ma si iniziasse a pensare ai benefici e ai servizi per il cittadino. Le amministrazioni devono smetterla di essere sottomesse ai voleri delle partecipate se vogliono veramente il meglio per i propri cittadini.Basti pensare all’imposizione da parte di publiacqua, che gestisce un servizio importante anzi essenziale perché sostentamento di vita, riguardo al pagamento di una cauzione aggiuntiva sul pagamento della bolletta se questo non avviene attraverso un istituto di credito.Si tratta di un nuovo ingiustificato e inaccettabile aumento del costo del servizio per i cittadini conseguenza del fatto che un bene comune come l’acqua viene considerato da sfruttare per aumentare i profitti .La responsabilità è di publiacqua ma anche e soprattutto dei sindaci facenti parte dell’ATO (L’Ambito Territoriale Ottimale ) che, anziché tutelare i diritti dei cittadini assecondano gli interessi di quella azienda . Con questo abbiamo un’ulteriore prova che l’interessamento maggiore dei sindaci è riservato ai grossi carrozzoni, che si spartiscono gli utili, e che noi poveri vassali paghiamo bollette sempre più salate,diventate ormai per molte famiglie insostenibili, e subiamo inermi i voleri dei politicanti e delle SPA pubbliche-private. DOMANDA: Il nostro territorio è gestito dalla destra o dal centro sinistra ?????

Gruppo Rifondazione Comunista


focus

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CURIOSITÀ. Su Facebook sono nate pagine a sostegno di vip, parole e usanze di casa nostra

Vita da fan, dal “bischero” ai Litfiba Giuditta Boeti

numero di supporter non può che essere quello della Fiorentina calcio, con oltre 60mila fan che incitano la squadra, si confrontano sulle partite e sognano insieme lo scudetto. Ma c’è anche un’altra fiorentina osannata dal pubblico ed è la bistecca, che raccoglie oltre 80mila fan, amanti della “ciccia” famosa in tutto il mondo. Come da tradizione ci sono anche fan sfegatati che sostengono i cantanti o i gruppi musicali preferiti. Sommando tutti i fan club dei Litfiba, storica band fiorentina, si contano oltre 100mila sostenitori. Quasi 50 mila adesioni, invece, a sostegno e incoraggiamento della fiorentinissima Irene Grandi, con video, foto e interventi della cantautrice. Altra stella della musica ad essersi guadagnata un vivissimo fan club è Diana Winter. Nome apparentemente inglese, lei è italianissima, anzi fiorentina doc. Classe ‘85, ha già all’attivo diverse collaborazioni straniere del calibro di Toots Thielemans e italiane, con il duetto con Giorgia nella tournée dello scorso anno. Passando dalla rete alle ruote, come non citare il “Vespa Club Firenze”, che raccoglie tutti gli appassionati della mitica due ruote Piaggio. Proprio il fan club fiorentino ha organizzato, sotto l’egida del Vespa Club Italia, il raduno nazionale “Cimento invernale del Vespista”. E ancora Firenze è la capitale del “Mini club”, che comunque conta distaccamenti e soci in molte regioni italiane. Dal 2004 organizza raduni e incontri per gli appassionati del gioiellino Bmw. Non a caso, il più grande raduno italiano di auto Mini (in due giorni) si svolge ogni anno a Firenze, con giro del centro storico, gare e gimkane di abilità.

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irenze, terra di quartieri, fazioni e forti passioni, non perde occasione per riunirsi e palpitare intorno a un culto condiviso. In città fioriscono club, mentre su internet nascono di continuo gruppi di sostegno a favore dei soggetti più disparati. Come dire: ognuno scelga un beniamino e ne diventi fan-atico sostenitore. Perché nell’era di Facebook anche il mestiere del sostenitore è diventato meno impegnativo. E così la rete è diventata un proliferare di pagine dedicate a cantanti, attori, campioni sportivi, serie televisive, cibo, locali, film e quanto più di originale possa passare per la mente. Si sono guadagnati un fan club con oltre 40mila sostenitori gli intramontabili “Amici miei”. Vale dire il Mascetti, il Perozzi, il Sassaroli, il Necchi e il Melandri, le loro zingarate e le supercazzole pronunciate persino in punto di morte. Ma la fiorentinità la fa da padrona su tantissime pagine internet. C’è chi ha creato il fanclub “Firenze l’è piccina, e l’è anche casa mia” dove i 20mila fan celebrano ed esaltano le bellezze della città del giglio, crogiolandosi anche nel pronunciare le parole “tutt’attaccahe e capissi lo stesso”. E poi ci sono i quasi 23mila fan del gruppo “Icchè?”, la cui missione è l’introduzione di questo termine dialettale “n’i vochabolario italiano per poi esportallo in tutto il mondo”. Ci sono anche i supporter fiorentini dell’acqua del rubinetto che aderiscono al fan club “dell’acqua del sindaco”, lasciando foto e messaggi contro lo spreco idrico. E ancora ci sono 25mila fan del gruppo “Oh bischero”, dove si spiega che “l’origine di questo termine non è chiara, anche se l’ambiente è chiaramente quello toscano, da Firenze fino alla Maremma”. Il fan club che raccoglie il maggior

Hanno tantissimi supporter la Fiorentina (la squadra, ma anche la bistecca), il gigliatissimo termine “Icchè?” e la stessa città, che “l’è piccina e l’è anche casa mia”, recita il nome di un gruppo. E poi ci sono i cantanti, come la storica band di Pelù e Renzulli o Irene Grandi

Il fisiatra risponde LA DISTORSIONE DI CAVIGLIA Un trauma non così banale

Una storta, valà, che vuoi che sia?! Tutti ce l'hanno avuta.. non è nulla. D'accordo, è meno grave di un infarto, ma non è proprio una banalità e può dare esiti fastidiosi se trascurata o gestita male. Le nostre caviglie fanno il lavoro abbastanza impressionante di tenerci verticali ed attaccati a terra sopportando un grandissimo stress meccanico in tutte le direzioni. Questi stress sono massimi nella corsa, giocando una partita di calcio o scendendo di lato lungo il fianco della montagna la mattina presto quando vado a funghi. La caviglia si deve muovere ed adattarsi alle superfici più varie, però al momento giusto deve farsi forte per controbilanciare un'inerzia che ci manda fuori baricentro e può farci cadere. Il corpo umano è molto intelligente: quando siamo in equilibrio la caviglia sta abbastanza morbida e si adatta alla superficie del suolo, quando però comincia ad inclinarsi troppo da una parte, la sua sensibilità se ne accorge e fa contrarre i muscoli attorno alla caviglia per farla forte. Le informazioni che la caviglia si sta inclinando troppo da una parte partono dai legamenti. Questi sono pieni zeppi di terminazioni nervose che sentono la tensione quando si va verso il fondo corsa del movimento articolare e fanno attivare i muscoli. Capita però

a volte che questo meccanismo non funzioni. Ad esempio metto il piede a terra, trovo il suolo diverso da come avevo previsto: una buca, uno scalino mi forzano la caviglia in una posizione estrema, i legamenti si mettono in tensione ma i muscoli non fanno a tempo a contrarsi e fortificare la caviglia, che va oltre il suo fondo corsa, mi strappo i legamenti. Questa è la distorsione di caviglia, detta comunemente Storta. La lesione dei legamenti può essere più o meno grave, da parziale a completa. La prima distorsione è la più importante ma spesso è quella gestita peggio, perché tanto, una storta, che vuoi che sia? È fondamentale invece dare l'opportunità ai legamenti rotti di guarire bene, cioè con i due capi che si ritrovano e si riattaccano fra loro, cosa che è possibile solo se tengo ferma la caviglia per un po' di tempo. Se si trascura la questione o si ha troppa fretta di tornare attivi (lo dico ai giovani calciatori soprattutto) i legamenti non guariscono e si ha un altissimo rischio di rifare altre distorsioni dallo stesso lato, sempre più frequenti e sempre più gravi. Perché? Perché con la rottura dei legamenti si perde anche la capacità che aveva il legamento con i suoi nervi dentro di avvertire quando ci si avvicina al fondo corsa ed attivare i muscoli per fortificare la caviglia. Cosicché ci si accorge sempre più in ritardo che la caviglia è messa male ed è sempre più probabile non riuscire a ripigliarci in tempo e fare un'altra distorsione. Una distorsione sciupa i

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legamenti ma offende e danneggia anche tutte le altre parti della caviglia, come la cartilagine per esempio. Poi dopo la rottura dei legamenti la meccanica articolare non è così pulita come prima e predispone ad usura. È per questo che una storia di distorsioni recidivanti portano dritto all'artrosi della caviglia. Se non ci credete lo potete chiedere a quel 10-15% di calciatori professionisti a fine carriera che hanno già una artrosi di caviglia per le ragioni suddette. Quindi il succo del discorso qual'è? Sapere che se si fa una distorsione di caviglia, soprattutto se è la prima e soprattutto se si è attivi fisicamente per motivi di lavoro o sport, va gestita bene e riabilitata bene, con un po' di calma, per non rischiare di innescare la triste sequenza di recidive che potrebbe portare fino all'artrosi. Purtroppo non è una battuta di cattivo gusto.

DOTT. LORENZO CHITI Medico Chirurgo, specialista in Fisiatria Direttore Sanitario del Centro di Fisioterapia e Riabilitazione del Mugello

Viale F.lli Kennedy, 8-10-12 Borgo San Lorenzo (FI)

tel. 055 8455114 - 055 8494685


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sociale

Dicembre 2010

L’INChIeSTA/1. Il Comune proverà a chiedere a Grandi Stazioni di lasciare aperta Smn anche di notte

Freddo, torna l’emergenza per i senzatetto FocUS

Verranno messi a disposizione circa

Crescono gli “insospettabili”

Banco Alimentare, richieste in aumento

200 posti letto oltre a quelli “ordinari”. con una

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novità: chi si trattiene per più di 15 giorni dovrà pagare un euro per ogni notte ulteriore Giuditta Boeti

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n letto su cui dormire, un tetto sulla testa per ripararsi dalle intemperie e del cibo caldo per fronteggiare il gelo o più semplicemente per non morire assiderati dal freddo. Per molti è la più ovvia normalità, ma per 530 persone a Firenze è solo una speranza. Ed è proprio per far fronte alle situazioni difficili che ogni anno scatta il piano di accoglienza durante la cosiddetta “emergenza freddo”, per chi una casa non ce l’ha e cerca riparo e calore in strutture di assistenza. Con una novità: quest’anno chi si tratterà più di 15 giorni dovrà pagare un contributo simbolico di un euro per ogni notte in più. “I posti a disposizione per l’emergenza freddo sono maggiori rispetto allo scorso anno - spiega l’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi - contiamo un totale di circa 200 posti letto che vanno ad aggiungersi a quelli che offriamo normalmente. Il Comune – aggiunge – offre ai senza fissa dimora, oltre che un tetto contro le intemperie, anche colazione e cena calde. Il contributo vuole essere una forma di responsabilizzazione nei confronti degli ospiti, e i fondi raccolti verranno investiti in progetti di reinserimento”. I pasti del mattino e della sera si aggiungono al pranzo che la Caritas offre già quotidianamente alle persone bisognose. In totale, ogni giorno, vengono erogati oltre 2.500 pasti. A Firenze è forte la rete di solidarietà, fatta di cooperative, associazioni, fondazioni che si occupano dei senza fissa dimora e che gestiscono l’accoglienza per conto del Comune che ha appaltato loro il servizio. Uomini, donne (a volte con bambini) senza una casa e spes-

so senza neanche più la speranza. Le loro storie si somigliano tutte: normalità precarie distrutte da un lavoro perduto, una rottura familiare, la morte di una persona cara, un tradimento, una malattia, che si intersecano tra loro in modo infinitamente diverso ma infinitamente affine. E così non è strano vedere che ad aver bisogno di aiuti essenziali per la sopravvivenza non sono solo “storici clochard” o scontrosi senzatetto, ma persone comuni che, per una ragione o per l’altra, a un certo punto della propria vita si sono ritrovati senza più una fonte di reddito. I posti letto spesso non sono sufficienti a soddisfare le richieste, e allora gli “esclusi” dalle liste si mettono in coda con la speranza che si liberi un posto all’interno dei dormitori. Anche se “c’è

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una parte di senza fissa dimora – dice l’assessore Saccardi – che preferisce non rivolgersi alle strutture dell’emergenza freddo perché restii a entrare nel circuito dei servizi sociali”. L’anno scorso Ornella De Zordo, capogruppo di “perUnaltracittà”, aveva proposto all’amministrazione comunale di tenere aperte le stazioni ferroviarie nei giorni con temperature particolarmente rigide, per evitare che i senzatetto dormissero al freddo e in mezzo alla strada, in sudici sacchi a pelo o tra gelidi cartoni. “Già lo scorso inverno – spiega l’assessore Saccardi – avevo scritto a Grandi Stazioni per l’apertura di Santa Maria Novella durante la notte, ma mi aveva risposto che questa operazione non era possibile”. E quest’anno? “Ci riproverò”, conclude.

a povertà è dietro l’angolo. Proprio accanto a noi, solo nel comune di Firenze, oltre 24mila persone sono costrette a chiedere un aiuto alimentare. Di queste, almeno la metà è costituita da cittadini italiani, e il dato cresce di anno in anno in modo sconcertante. Lo ripetono quasi all’unanimità le associazioni che si impegnano quotidianamente nella distribuzione di beni alimentari alle persone in difficoltà. Sul territorio fiorentino ce ne sono 124 tra parrocchie, enti caritativi e associazioni laiche. Un esercito di volontari che periodicamente fa la spola tra Firenze e Calenzano per fare scorta di cibo al Banco Alimentare della Toscana – uno dei 17 nodi della rete nazionale della Fondazione Banco Alimentare - dove vengono raccolte le eccedenze del mercato e le donazioni della giornata nazionale della colletta alimentare. I nuovi poveri sono tra noi: magari i vicini di casa o gli amici di una vita. Spesso si vergognano di farlo sapere. “Cresce il numero degli insospettabili - dicono dalla Misericordia di Firenze – e fanno fatica ad accettare questa situazione.” Vanno alla Caritas di via Faentina piuttosto che chiedere aiuto alla propria parrocchia, oppure chiedono di non ricevere il pacco alimentare a casa per non farsi vedere dai vicini. Solo alla parrocchia Regina della Pace di Ponte di Mezzo, dove c’è la più alta concentrazione di case popolari, sono cento le famiglie in difficoltà, il 70 per cento italiani. All’associazione laica Ancoraggio, invece, gli assistiti sono per lo più immigrati, 25 famiglie con bambini, anche piccoli, che vivono in condizioni disperate, spesso senza un reddito. Talvolta ci si scontra con l’ostacolo delle diverse abitudini alimentari, che devono essere rispettate: anche un omogeneizzato alla carne può rappresentare un problema. In generale, sono molte le associazioni costrette a rimpolpare il pacco con alimenti acquistati di proprio pugno, per fronteggiare una domanda che cresce di giorno in giorno, a un /I.T. ritmo che sembra inarrestabile.


sociale

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L’INChIeSTA/2. Nell’ultimo anno c’è stato un incremento del 70 per cento degli accessi

E all’Albergo Popolare sempre più italiani A lanciare l’allarme è il direttore della struttura, che spiega come l’utenza stia cambiando e sia sempre più composta da connazionali, over 50 e con storie pesanti alle spalle Giulia Righi

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ome stanno le cose, qui, lo racconta un muro. Lo dice una frase pennellata nella “stanza dei bottoni”. “Questa casa è, e ha da essere, tetto sicuro per chi non ne ha”. Questo è, l’Albergo Popolare di Firenze. Con il suo passato da convento e un secolo di storia, l’ultimo, al servizio dell’accoglienza. Ci entri e te lo aspetti tutto rotto, segnato dalle rughe del disagio, malconcio. E invece ha piuttosto il che dell’ospedale di tanto tempo fa, con i suoi corridoi lunghi attraversati da cent’anni di persone e le stanzette sobrie tutte letti e comodini. E questa è la casa di un sacco di italiani, il numero civico di tante persone che hanno perso la rotta. Italiani, sì. Di solito sopra la cinquantina. Persone che arrivano qui portandosi addosso i cocci di una vita distrutta, appannata dall’alcol, sbranata da storie familiari senza lieto fine, sfinita da soldi che non c’erano e se c’erano erano spesi male. “Nell’ultimo anno c’è stato un incremento del 70 per cento di accessi: tutte facce nuove”. Lo spiega il direttore di questi 8mila metri quadrati, Luca Angelini. Che non ha neppure lui l’aria ingrigita dei grandi capi ma piutttosto il piglio di chi sa che per mandare avanti la baracca è bene starci dentro ai problemi. Viverseli. Dev’essere l’unico modo per gestire i grandi numeri del disagio che vorticano intorno alla struttura, che solo nell’anno in corso ha avuto poco meno di mille accessi. Gente che va, gente che viene. Il servizio di pronta accoglienza funziona a rotazione: si sta qui 15 giorni, poi occorre uno stop di dieci e via così. C’è anche chi ci vive fisso, però: 25 residenti. Poi ci sono i mini-alloggi per altre 22 persone, e altri 21 posti per l’accoglienza lunga. Più venti posti per l’emergenza

freddo. Tutti per uomini, dell’accoglienza al femminile si occupano altre strutture. Ah, tra gli ospiti ci sono anche due trans. Problemi di convivenza, con loro? “No, forse all’inizio, ora direi che è tutto sotto controllo”. C’è anche colore, là dentro. Quello dei laboratori manuali, di quelli di teatro, di quelli artistici. E odore di candele, quelle che un gruppetto di ospiti sta preparando come strenne natalizie. Poi ancora, via dai numeri, fai due passi per i corridoi della struttura e incontri un popolo intero che saluta il suo direttore. Pacchetto completo, pregi e difetti. Ad esempio c’è Dario (nome di fantasia) che ha la fissa per le biciclette e fosse per lui ne allucchetterebbe a decine nelle rastrelliere di fronte all’ingresso. Ma così non si fa e si becca la sua strigliata. Per inciso: un tempo Dario era un professo-

Il servizio di “pronta accoglienza” è a rotazione, dopo 2 settimane gli ospiti devono fare uno stop re, poi la vita ha fatto crac e ora la sua casa è questa. Di storie fotocopia alla sua purtroppo ce ne sono a bizzeffe, là dentro. Italiani, stranieri, è lo stesso. Non sarà un caso che sulla scrivania di Angelini convivano in tutta quiete una Bibbia e un Corano. Sorride mentre li guarda: “Ecco, questo me lo sto studiando, è utile. Quando qualche ospite musulmano mi rientra ubriaco la sera almeno gli cito subito la sura in cui gli si prescrive di non farlo”.


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società

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DONNe CON I PANTALONI. Sono sempre di più a scegliere di fare “cose da maschi”

Il lavoro duro? Un gioco da ragazze Alla guida del camion o dell’autobus, non temono né il traffico né la lontananza da casa. E c’è chi si arruola o parte volontaria con l’Esercito. Senza per questo dimenticare la famiglia Francesca Puliti

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uando ha mandato all’aria una convivenza ed è salita sul camion, suo padre, anche lui camionista, le ha detto che era pazza. Ma Alessia, 32 anni, ha tenuto duro e quel camion lo guida da 5 anni in lungo e in largo per l’Italia e la Francia. “Le mie amiche mi invidiano – racconta Alessia, che abita a Piombino – perché sono sempre a giro, mentre loro sono inchiodate a una scrivania per la maggior parte del tempo”. Mai che le sia venuto in mente che come mestiere potrebbe essere pericoloso. “Basta sapersi fare i fatti propri”. Ma di notte cerca di non guidare mai. “Si guadagna benino, anche se questa vita te la puoi permettere finché vivi da sola con due pesci rossi come me – aggiunge Alessia – quando metterò la testa a posto e avrò una famiglia scenderò a terra. Ma tanto ho già deciso che sposerò un camionista”. E di scelta ce n’è parecchia, perché a fare questo mestiere in Italia ci sono pochissime donne. “L’anno scorso al pranzo che avevamo organizzato come ritrovo eravamo una cinquantina”. Più o meno la stessa cifra (55) delle autiste alla guida dei mezzi Ataf a Firenze, piccolissima percentuale a fronte di un totale di 960 conducenti. Le vedi districarsi nel traffico, piercing al naso e borsa con i teschi appesa al seggiolino, come e meglio dei colleghi maschi. Dall’altra parte della “barricata”, ovvero al distributore di benzina, c’è Tatiana, 34 anni, di Firenze. “Fare la benzinaia non è il massimo – racconta – ma meglio che lavorare al nero da qualche parte…D’inverno è dura, prima o poi vorrei tornare a servire caffè e cappuccino al bar, ma nel mentre ci si accontenta”. Le fa eco Patrizia, che fa il pieno alle auto da 26 anni. “Non era il sogno della mia vita, ma mi trovo bene”. E mentre racconta, tempo 10 minuti, serve più

di dieci clienti. A fare un mestiere tradizionalmente considerato da uomo non sono in molte, ma neanche più un piccolo manipolo di pioniere come un tempo. Le più intraprendenti sono proprio le più giovani. Come Martina, 20 anni, studentessa di filosofia, che però nel mentre ha seguito il corso per “addetti alla sorveglianza nei luoghi pubblici in occasione di manifestazioni sportive o di spettacolo”: in altre parole, quelli che un tempo si chiamavano “buttafuori”. “E’ un’ottima opportunità di lavoro”, dice, e di questi tempi meglio lasciarsi aperte tutte le porte. “Anche se in realtà ‘da grande’ mi piacerebbe lavorare con i bambini”, aggiunge. Chi invece ha a che fare da anni con un mondo prettamente maschile è

C’è anche una studentessa di 20 anni tra gli allievi del corso per buttafuori Francesca Arru, o meglio Sorella Arru, volontaria dal 1987 per la Croce Rossa. Dalla Bosnia al Kosovo fino a Nassyria, il Capitano Arru è sempre stata al fianco dell’Esercito, ma in un corpo ausiliario, quello della Cri, in cui le gonne hanno fatto il loro ingresso quasi un secolo prima rispetto alle Forze Armate. Qui sono arrivate solo 10 anni fa e rappresentano adesso il 7% circa dell’Esercito. “Conciliare i tempi di vita con un impegno del genere non è semplice – spiega Sorella Arru – devi esser pronta a partire entro 6, 12, 24 o 48 ore”. Ma la determinazione e la passione aiutano.

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Quando il rugby porta la gonna

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na ventina di donne con i parastinchi e le imbottiture sulle spalle. Ecco cosa succede quando la passione per lo sport contagia le compagne dei giocatori di rugby. E’ così che sono nate le Rhinogirls di Sesto Fiorentino, una delle due sole squadre di rugby al femminile della Toscana (l’altra è a Livorno). “Tutto è cominciato 10 anni fa – racconta il capitano Claudia Materassi, in squadra da 4 stagioni – quando i ragazzi hanno cominciato ad allenare le fidanzate. Poi, attraverso il passaparola, si è costituita una vera e propria squadra”. E’ successo appunto 4 anni fa, quando è arrivato anche un vero allenatore, Lorenzo Cirri, che veniva dall’esperienza dei Cavalieri di Prato, attualmente in Eccellenza. Ma come si avvicina una giovane donzella a uno sport pieno di contrasti e botte? “Per quanto mi riguarda, una volta sono andata a vedere una partita di rugby e mi è piaciuto così tanto che ho deciso di provare”. E poi “le botte sì, si prendono, ma non sono necessariamente così forti”. Sfatiamo il pregiudizio di un gruppo di maschiacci, trasandate e irruente. “Ci dovreste vedere quando arriviamo da lavoro – continua Claudia – tutte truccate e vestite a modino”. Oppure basterebbe vederle nel calendario che

le

rhInogIrlS

In azIone

hanno confezionato per il 2011 per finanziare le attività della squadra. Una ventina le tesserate, dai 16 ai 40 anni, tutte residenti nell’area compresa tra Firenze, Sesto e Prato. L’anno scorso hanno disputato la Serie A2, “con l’obiettivo di arrivare tutte integre a fine stagione”. Target centrato, anche se con una sola vittoria in tasca “che però ci ha dato tanta soddisfazione”. Quest’anno le Rhinogirls sono tornate alla Coppa Italia ed è stato come ricominciare da capo. “Sì, perché si sono avvicinate tantissime ragazze nuove”. Ma insomma, il rugby è uno sport da donne? “Certo che lo è”, risponde soddisfatta Claudia. E non possiamo /F.P. che crederle.


società

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UOMINI CON LA GRANATA. In principio fu un 50enne di Pietrasanta, oggi in Italia sono 5mila

Mollo tutto e faccio il casalingo Dai 25 ai 55 anni, sono tanti i “lui” che preferiscono le faccende di casa alle attività professionali. Sempre più richiesti anche i colf e i baby sitter Paola Ferri

C

i è voluta una mattinata di intense discussioni con l’impiegata dell’Ufficio anagrafe, con il di lei superiore e qualche sorrisetto di sufficienza. Ma alla fine Fiorenzo Bresciani è uscito dall’ufficio con su scritto sulla propria carta d’identità “professione: casalingo”. E pensare che bastava cambiare una vocale per abbattere un muro. Da allora – correva l’anno 2003 – Bresciani ha messo su anche un’associazione per cercare di sensibilizzare il mondo maschile a collaborare maggiormente con la propria partner e ad essere più presente in famiglia. L’Associazione Uomini Casalinghi ha sede legale a Pietrasanta, dove abita il fondatore, ma conta oltre 5.300 iscritti in tutta Italia e qualche centinaio in giro per il mondo. Galeotto fu il sito internet (www.uominicasalinghi.it) che attirò fin da subito l’attenzione dei media. “Sono stato intervistato più volte dalla Bbc, dalla Cnn, da qualche canale russo e perfino da una tv messicana”, racconta Bresciani, reduce dal primo congresso nazionale dei casalinghi, che si è tenuto lo scorso ottobre a Sanremo. “Abbiamo anche eletto il primo mister casalingo – aggiunge il presidente dell’associa-

zione – è un ragazzo di Altopascio”. Già, perché gli iscritti vanno dai 25 ai 55 anni e hanno svolto (o magari svolgono ancora) ogni tipo di professione. Prima di diventare casalingo a tempo pieno, Bresciani aveva un’attività commerciale, ma si annoiava. Ora, invece, è tutt’altro che un casalingo disperato. “Teniamo corsi di economia domestica in tutto il Paese”, racconta. E proprio di economia si tratta, perché non ci sono solo le lezioni pratiche su come fare il bucato e stirare le camicie, ma anche i consigli su come fare i mestieri di casa in modo “naturale” spendendo meno. “Ad esempio – spiega il primo casalingo d’Italia - con aceto e bicarbonato si può pulire quasi tutto”. Che l’altra metà del cielo sia eccellente nei lavoretti domestici lo dimostrano anche le ricerche scientifiche (l’ultima è datata Londra, ottobre 2010). Purché si applichi. E non è un caso se anche a Firenze i colf, al maschile, sono sempre più richiesti. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di origine straniera, prevalentemente giovani, moderni Mrs Doubtfire che non si spaventano di fronte a una montagna di panni da lavare o una decina di piatti selvaggiamente impilati nell’acquaio. Aumentano

fIorenzo BreScIanI

e altrI caSalInghI

anche coloro che, soprattutto tra gli extracomunitari, si propongono come badanti. Ma ci sono anche i baby sitter. Gli iscritti all’apposito albo del Comune di Firenze non sono numerosi (nel corso degli anni ne sono transitati 4) ma sono professio-

nalmente accreditati: hanno seguito tutti il corso di formazione e spesso vantano già delle discrete credenziali. Tra cui quella di non innescare nessun meccanismo di gelosia nelle mamme che devono abbandonarli a casa da soli con i propri mariti.

LA NoVItÀ Nasce a Prato un palazzo per ex mariti in difficoltà, mentre a Firenze parte il servizio di assistenza

Sedotti ma non abbandonati, un condominio solidale per divorziati

S

enza una donna e magari anche senza un lavoro. Oppure con lo stipendio dimezzato da alimenti e spese per il divorzio. Nasce a Prato il condominio solidale riservato ai mariti, o meglio agli ex mariti, che dopo la separazione si trovano in serie difficoltà economiche. Per la Toscana si tratta della prima esperienza del genere, ma strutture simili sono già state realizzate in diverse città del Nord Italia, come Milano e Torino. Il progetto, lanciato dal Comune di Prato, è stato presentato lo scorso novembre, ma pare che la strut-

tura adibita ai “mariti single” sia già stata individuata. A Firenze, invece, è attivo già da alcuni mesi in via sperimentale il Servizio post-divorzio. Dalla consulenza legale alla psicoterapia individuale e di coppia per cercare di rimettere insieme i cocci, dalla mediazione familiare al supporto in fase di affidamento dei figli, quando non c’è più niente da salvare. Il servizio è organizzato dall’associazione Co.Me.Te. con il sostegno della Regione e, una volta superato il test fiorentino, si appresta a essere esportato in altre aree della Toscana.

Nel giro di dieci anni, infatti, il numero dei divorzi nella nostra regione è praticamente raddoppiato, arrivando a quota 35 su 100 matrimoni. Gli ultimi dati Istat disponibili si riferiscono al 2008, anno in cui sono state registrate 5.889 separazioni, circa 250 in più rispetto al 2005, mentre i divorzi sono passati da 3.311 a 4.164, sempre nel giro degli stessi tre anni. Per accedere al Servizio post-divorzio basta mandare una mail a servizipostdivorzio@yahoo.it, oppure rivolgersi ai servizi /P.F. pubblici del Comune di Firenze.

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festeggiamenti

Dicembre 2010

SAN SILveSTRO/1. Il centro di Firenze offre soluzioni per tutti i gusti. Lanciato un bando

Piazze in festa per il capodanno in città Rock e pop alla Stazione, folk in Santissima Annunziata, musica jazz in piazza della Repubblica. Sperando solo che il tempo sia clemente Ludovica V. Zarrilli

P

er il prossimo Capodanno, dopo il diluvio del 31 dicembre 2009, quello che importa è che il meteo sia più clemente. Il tormentone su cosa fare per la notte di San Silvestro è già partito e, dopo lo sfortunato esordio dell’anno passato, il Comune ha messo a punto un nuovo piano per la notte più attesa. Pop o rock in piazza della Stazione, jazz di qualità in piazza della Repubblica, musica folk e popolare in Santissima Annunziata. Questo il canovaccio del Capodanno 2010 che il Comune sta organizzando e che costituisce il tema di un bando pubblico per la selezione dei soggetti organizzatori, sulla scia di quanto avvenuto per l’Estate fiorentina o la Notte Bianca. Entro pochi giorni, quindi, saranno selezionati i vincitori e saranno svelati tutti i particolari e gli artisti coinvolti. “Abbiamo privilegiato - ha spiegato l’assessore alla cultura Giuliano da Empoli - la formula del bando pubblico, così da dare la massima trasparenza e ‘tracciabilità’ all’evento, una formula già sperimentata nei mesi scorsi per gli spettacoli dell’Estate e per quelli della Notte Bianca del 30 aprile, che hanno riscosso una partecipazione inaspettata”. Il Comune, si legge nel bando, “mette a disposizione tre luoghi fortemente evocativi della storia e del carattere della città ove realizzare le manifestazioni. Queste dovranno essere gratuite e non dovranno comportare alcun costo per l’amministrazione”. Nel 2009, come madrina d’eccezione per l’evento fu scelta la fiorentinissima Irene Grandi, mentre la band d’onore, sulla scia dei primi viaggi in 37 minuti tra Firenze e Bologna, furono i Negrita. Sorprese per questa edizione? L’assessore da Empoli e il sindaco Renzi ci stanno lavorando, e non sono esclusi colpi di scena. “Firenze - ha continuato da Empoli - è un gioiello e come tale deve essere

‘offerta’ a chi vuole fare spettacoli o cultura in città. Non credo che gli organizzatori che hanno intenzione di partecipare al bando avranno difficoltà a trovare sponsor capaci di credere e investire nel progetto. Anche lo scorso anno, del resto, gli sponsor furono molti. E la ricaduta d’immagine sarà inestimabile”. E proprio l’apporto di sponsor privati, come per la scorsa edizione, sarà fondamentale: l’amministrazione deve infatti già fare i conti con la crisi globale e il drastico taglio dei fondi da parte del governo.

SAN SILveSTRO/2. Dalla cena medievale alla mezzanotte sul treno d’epoca

Veglione alternativo? Non c’è che da scegliere C

appa, spada e botti di capodanno. Per chi è stanco delle solite feste, o troppo freddoloso per passare una nottata intera in piazza passando di concerto in concerto, le alternative non mancano, basta solo cercare un po’. Anzi, attenzione a non perdersi nella rete, tra offerte last minute per festeggiare sotto la Tour Eiffel o al riparo di un igloo, con una cioccolata calda tra le mani al posto della classica flute di spumante. Rimanendo con i piedi per terra, e in terra toscana, si può optare per un cenone in salsa medievale, con tanto di menu d’epoca, spettacoli e musica in tema, all’Antico Spedale del Bigallo a Bagno a Ripoli. Oppure optare per una delle cene con delitto che, sotto le feste, nascono come funghi in ogni angolo o casolare della Toscana. Funziona così: tra una portata e l’altra una compagnia teatrale mette in scena un giallo a episodi, coinvolgendo camerieri e personale vario e, a fine pasto, ogni tavolo, trasformato in squadra, dovrà cercare di risolvere l’enigma di chi è l’assassino. E in genere si può anche pernottare “sul luogo del delitto”. Per i nostalgici di Happy

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Days, invece, c’è il capodanno anni ’50 di Riccione: basta munirsi di gonna a ruota e cerchietto per i capelli o giubbottino di pelle su maglietta bianca ed essere disposti a spendere qualcosa in più per la trasferta. Un altro tipo di nostalgici potrebbe altresì apprezzare il veglione on the road, anzi no, sui binari, a bordo di un treno d’epoca. Ne parte uno da Lecco la sera del 31 dicembre, direzione Mantova, ma non è il solo. Gli stressati all’eterna ricerca di pace, invece, potrebbero sostituire al veglione un po’ di sana meditazione: yoga, massaggi e riposo per corpo e spirito al seguito di maestri di discipline orientali. Umbria e Marche sono in questo caso le regioni più gettonate. Ma anche in casa propria si può organizzare qualcosa di originale. Un esempio? La cena cinematografica. Niente a che vedere con dvd e gelato davanti alla tv, bensì con piatti e portate ispirate alle più note pellicole: dalle lumachine che sfuggivano a Pretty Woman-Julia Roberts alla torta Sacher alla Moretti, tutto dipende da chi avete a cena, se un cast hollywoodiano o in stile /F.P. Boldi-De Sica.


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LIbRI SOTTO L’ALbeRO. Qualche suggerimento su cosa scegliere nel mare magnum degli scaffali

Cosa regalare? Istruzioni per l’uso I più desiderati sono i primi in classifica, come l’ultima fatica di Umberto Eco,

LA GUIDA

o gli evergreen Andrea camilleri e Niccolò Ammaniti. Ma se si cerca qualcosa

Centouno consigli utili per fiorentini curiosi

di più vicino alla città del giglio si scopre il romanzo di Michele Giuttari, ambientato a Firenze, o “Rock and gol”, raccolta di pensieri dedicati ai tifosi della squadra viola Ludovica V. Zarrilli

I

nutile cercare a tutti i costi il regalo più originale, la strenna inaspettata, l’idea per fare colpo su chi scarta il pacchetto. Non c’è niente da fare, mettendo un libro sotto l’albero non si sbaglia quasi mai; e se il romanzo non è proprio quello che si voleva leggere, o il catalogo è quello di una mostra già visitata, poco importa, perchè in libreria un volume in più non guasta mai (e poi si fa sempre in tempo a riciclarlo). Se non si ha la più pallida idea dei gusti di chi riceverà il cadeaux, conviene sempre dare un’occhiata alle classifiche dei libri più venduti, quelli di cui si parla di più e di cui il destinatario conoscerà sicuramente almeno il titolo. I libri in pole position sono diversi e trattano gli argomenti più disparati. Tra i più apprezzati c’è “Il cimitero di Praga” (Bompiani) che vede il semiologo e scrittore Umberto Eco (già autore di best seller come Il nome della rosa o Il pendolo di Focault) tornare sulla strada della narrativa dopo aver dedicato gli ultimi anni alla saggistica. Segue a ruota un cult del libro da regalare: “Il sorriso di Angelica” (Sellerio), ultima fatica del prolifico Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano, che nonostante gli anni continua a sfornare nuove avventure e ad appassionare migliaia di lettori. Fresco di stampa anche “Le rose nere di Firenze” di Michele Giuttari, nome noto alla cronaca perchè dal 1995 al 2003, periodo in cui erano in corso le indagini sul mostro di Firenze era il comandante della squadra mobile. Dal 1999 si dedicata alla scrittura di storie noir dando alle stampe diversi libri dove traspare sempre l’ombra del mostro. E’ già in cima all’elenco dei volumi più venduti “Io e te”, l’ultima (breve) fatica di Niccolò Ammaniti, che dopo aver pubblicato, meno di un anno fa “Che la festa cominci”, adesso propone un romanzo breve che ha già le carte

in regola per diventare un successo editoriale. “Xy” di Sandro Veronesi è un altro frammento di narrativa contemporanea adatto ad essere depositato, con tanto di fiocco multicolor, sotto l’albero di Natale. La storia non è di quelle allegre e leggere, per intendersi, ma se si vuole far dono di un buon libro senza andare a scomodare nomi troppo grossi della narrativa internazionale, potrebbe essere un’ottima soluzione. I tifosi della Fiorentina (anche chi di solito non ama leggere) riceveranno volentieri “Rock and gol” di Benedetto Ferrara: il giornalista della redazione

fiorentina de La Repubblica concentra in questo libretto il meglio del suo blog con delle pillole farcite di rock and roll da veri intenditori. Per chi invece vuole sorridere dell’attualità italiana anche dopo il pranzo natalizio è perfetto “La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri” di Beppe Severgnini, un viaggio nelle spiritose e intelligenti elucubrazioni di un giornalista che ha analizzato il dominio ventennale del presidente del consiglio. E poi, dulcis in fundo, per chi davvero non vuole sbagliare, il consiglio è scegliere un classico. Con quello non si fa mai brutta figura.

IL DIARIO. Intervista a Paolo Cocchi in occasione dell’uscita della sua ultima opera

Il Novecento di un partigiano. Spiegato ai figli I

l diario del padre partigiano e funzionario del Pci è lo spunto per un viaggio tra la memoria del Novecento e la sua percezione. Paolo Cocchi, ex sindaco di Barberino del Mugello, già assessore toscano alla cultura, ha svuotato la valigia dei ricordi di famiglia per raccontare ai giovani figli, attraverso le vicende del padre Siro, le vicende del secolo trascorso. “Diario di un diario” (Sarnus, Firenze) è una breve ma intensa testimonianza. “Il Novecento non è stato solo un inferno, almeno non per come l’ho vissuto io. – spiega Paolo Cocchi - Dietro speranze e utopie si sono celati anche drammi ed errori. Nel libro c’è un po’ l’idea che i conti col passato debbano ancora essere fatti”. Lei ha sempre fatto politica, non pensa che i valori che vuole affermare nel suo libro siano parecchio distanti dal modo di fare politica oggi, anche nella sinistra? Ho fatto molta politica certo, ma non sono mai stato “funzionario”. Mio padre invece lo era e questo mi ha dato una forte vicinanza al mondo dei comunisti. La mia adesione alla politica non è mai stata però “totale”, la militanza, anche nei momenti più coinvolgenti, ha sempre lasciato un “resto”. Penso che molte delle cose per cui

ci siamo impegnati fossero semplicemente sbagliate, ma la storia di una vita, anche della più semplice, racchiude sempre una “lezione”. Il libro è anche un contributo al dibattito sul conflitto generazionale e sui rottamatori? Viviamo in una “gerontocrazia giovanilistica” che stravolge il senso del rapporto tra generazioni e lo rende schizofrenico. I “rottamatori” pongono l’accento sull’anomalia di una classe dirigente che non vuole morire mai. Ma dovrebbero prospettare anche un impiego dei vecchi, una loro utilizzazione. Negli altri paesi i leader sono giovani ma, in quelle nazioni, si è anche produttivi per un periodo molto più lungo. In Italia la politica è interpretata e percepita come “comando”, “potenza” e non come servizio utile per fare cose. Per questo, in genere, si rimane abbarbicati alla poltrona, talvolta a sprezzo del ridicolo, è ciò produce la “rottamazione”. Il passato e il presente di Firenze? Firenze dovrebbe ammettere di essere una “piccola” città con un grande passato. E comportarsi di conseguenza dismettendo i panni della retorica e indossando quelli /C.B. delle competenze, del merito e della concretezza.

N

on si sa mai abbastanza di una città, nemmeno se ci si nasce o ci si passa quel tanto di tempo che basta per sentirsi ormai “d’adozione”. E, questo, Valentina Rossi sembra averlo capito benissimo. Il suo libro “101 cose da fare a Firenze almeno una volta nella vita” (Newton Compton Editori, 288 pagg, 14,90 euro) non è esattamente una guida per turisti; piuttosto, un “vademecum” che pare fatto a posta per quei fiorentini “che danno un po’ per scontata la città, nonostante ne conoscano a menadito la storia” ma anche per chi, come lei – 38 anni, venti dei quali trascorsi a Firenze – è ancora capace di lasciarsi stupire dalla propria città, dai sui angoli più autentici. Alcuni dei 101 luoghi che l’autrice consiglia, infatti, anche per lei sono stati una sorpresa; “come il numero 60, la Sartoria Teatrale Fiorentina di Piazza del Duomo che, da centocinquant’anni, custodisce i costumi di scena delle più grandi opere teatrali e dei film che hanno fatto la storia del cinema”, spiega Valentina. Altri, invece, sono delle sue autentiche passioni. E, infatti, leggendo il suo libro, pare quasi di vederla gironzolare tra i banchi del mercato di Santo Spirito durante la Fierucolina o sporgersi dalla Torre della Castagna, in Piazza San Martino. 288 pagine di informazioni e dritte condite da interessanti note storiche – scovate navigando su internet e “uscendo di casa e facendo due chiacchiere con la gente” – che l’autrice è riuscita a trasformare in una guida agile e divertente, da tenere sempre a portata di mano. E dire che è iniziato tutto per caso. “Mi sono accorta che, tra le tante guide turistiche della collana Newton & Compton 101, ne mancava una: quella dedicata a Firenze. Così, ho contattato la casa editrice e ho proposto di scriverla, ma non pensavo minimamente che la mia richiesta sarebbe stata accettata”, commenta. Valentina, infatti, non è una scrittrice di professione. Eppure è forse la persona più adatta a descrivere la città in maniera non banale. Perché la conosce a fondo – ci vive stabilmente da quando ha lasciato Trento per studiare architettura – ma, soprattutto, perché per lei è una continua fonte di ispirazione, oltre che di studio (attualmente svolge un dottorato presso l’Università di Firenze). “101 cose” è il suo primo libro ma, potete scommetterci, /S.C. certamente non sarà l’ultimo.


cultura

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IL PeRSONAGGIO. Poggipollini, storico chitarrista di Liga, sbarca a Prato per presentare il suo album

Capitan Fede: la vita tra palco e realtà Francesca Puliti

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uarantadue anni, fisico da ragazzino e mille e uno progetti in ponte. Il pubblico degli stadi lo conosce come Capitan Fede, storica chitarra del Liga, ma per i fan più fedeli è semplicemente Federico Poggipollini e non è solo chitarra, ma anche voce, autore dei testi e – da poco – attore, nel film Bar Sport, tratto dall’omonimo libro di Stefano Benni. Oltreché neopapà. Il 14 gennaio Poggipollini sarà al Keller Platz di Prato per promuovere il nuovo disco, Caos Cosmico Extra. Un periodo di grandi novità. Sì, è un periodo pieno di emozioni, non mi annoio di certo. Spero di tener botta, di andare avanti con lucidità, sono pieno di energia. Che personaggio sei in Bar Sport? Sono lo zingaro che guida l’autobus, colui che si accolla l’impresa di portare un intero bar in trasferta da Bologna a Firenze e perde la strada finendo in Svizzera. E’ un personaggio folle e ironico, mi è piaciuto molto interpretarlo. Per farlo ho dovuto anche imparare a suonare un po’ di violino. Avevi già recitato nel film di Ligabue Da zero a dieci, è un’esperienza che vuoi ripetere? Mi piacerebbe molto, fare l’attore non è solo una questione di immagine, c’è tanto lavoro dietro. Ma mi sono trovato bene con il regista Massimo Martelli e non mi imbarazzo dietro le telecamere.

E sul palco sì? No, a dir la verità neanche sul palco, ma sono gli unici due contesti della mia vita in cui non mi succede. Meglio sul palco con il Liga o da solo? Sono due esperienze completamente diverse, con Ligabue sono solo una chitarra, nell’altro caso esprimo un mio progetto. Ma non rinuncerei a nessuna delle due, insieme mi danno la totalità della

Dai Litfiba di El Diablo al suo disco, passando per i sold out di Ligabue

musica e lo stimolo a fare sempre cose diverse. Perché altrimenti cadere nella routine è un attimo. Invece in questo modo tra un tour e l’altro non sto mai fermo, porto avanti studi differenti e i miei dischi. Oppure scrivo canzoni per altri cantanti, ne ho scritta una anche per Bar Sport, ma finché il film non è montato non dico una parola di più. Hai iniziato con i Litfiba, com’è andata a finire? Ero giovanissimo, proprio all’inizio della mia carriera. Ho suonato con loro per tre anni, durante i

federIco PoggIPollInI

quali abitavo a Firenze, in via Corridoni. E’ stata un’esperienza molto importante per me, anche perché sono arrivato nel momento in cui i Litfiba erano all’apice del successo, con El Diablo e Terremoto. Abbiamo fatto delle tournée incredibili.

Ma alla fine i Litfiba sono sempre stati solo Piero e Ghigo. Li sento ancora. E presto vorrei tornare a suonare a Firenze, magari riempire il Pala Mandela con il mio gruppo. E’ un sogno, ma potrebbe anche succedere.

DvD SOTTO L’ALbeRO. Gli sketch di Andrea Muzzi per l’iniziativa di Unicoop

Battute e gag per fare del bene C

on una risata spesso si può fare del bene, non solo perché una battuta scanzonata può far dimenticare per un po’ i problemi di tutti i giorni. E’ il caso di Andrea Muzzi, celebre comico toscano e testimonial dell’inizitiva di Unicoop Firenze “Il cuore si scioglie”, che si adopera per aiutare i bambini in difficoltà disseminati per il mondo. Muzzi, che di mestiere fa il comito e l’intrattenitore, ha messo a disposizione alcune delle registrazioni del suo show televisivo Telebidone (in onda su Rete 37), per realizzare un simpatico dvd da mettere sotto l’albero tra i regali di Natale. L’obiettivo? Contibuire ad aiutare i bambini che vivono in

condizioni drammatiche, perchè parte del ricavato dalla vendita del dvd andrà ad incrementare il cospicuo gruzzolo che puntualmente Il cuore si scioglie va a donare a chi ne ha più necessità. “Sono orgoglioso di entrare a far parte di questo progetto, ero già testimonial dell’inizitiva e adesso, con il dvd, la collaborazione si amplia”, ha spiegato il comico. “Spesso mi capita di essere giù di morale perchè uno spettacolo non è riuscito come volevo o perchè il lavoro non è proprio come mi aspetterei, beh, sembrerà banale, ma ascoltando le storie di alcuni di questi bambini viene voglia di cambiare atteggiamento nei confronti della

vita. Quante volte è più grande di me un bambino che a soli sette anni va a lavorare per far sopravvivere i suoi fratellini?”. All’interno del dvd (che verrà distribuito a partire dai primi giorni di dicembre in tutti i centri Coop), chi lo comprerà potrà trovare alcune pillole tratte dagli ultimi due anni di messa in onda. “Da Le ultime notizie - spiega il comico - che è un tg satirico nel quale vengono interrotte tutte le trasmissioni per dare un finto scoop, fino a un’interpretazione del capolavoro del cinema ‘Indovina chi viene a cena’ dove l’intruso non è un ragazzo di colore ma io, juventino ad una /L.V.Z. tavolata di ultras fiorentini”.

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FIOReNTINA. Diego Della Valle è tornato a parlare. E lo ha fatto su tutto, in un lungo monologo

“Dovrete sopportarci ancora a lungo” Cristina Guerri

Quasi due ore per fare la cronistoria della sua avventura viola. “Quando siamo arrivati non c’era niente, abbiamo investito tra i 150 e i 170 milioni”. Poi sulla cittadella: “Mio fratello ha detto che il discorso è chiuso e io lo ribadisco”

A

ttorno al suo ritorno si era creata un’attesa spasmodica. Poi, quando l’ex patron della Fiorentina Diego Della Valle ha fatto il suo ritorno a Firenze, quell’attesa si è trasformata in un grande sospiro di sollievo. Quasi due ore di monologo per fare la cronistoria della sua Fiorentina, acquistata nell’anno 2002. “Era un pomeriggio piovoso, io e mio fratello rimanemmo meravigliati nel constatare che nessun imprenditore fiorentino avesse presentato un’offerta per quella Fiorentina”, racconta. Otto anni, quelli dei Della Valle, ricchi di investimenti. “Quando l’abbiamo acquistata non c’era niente. Ci siamo messi alla ricerca dei trofei e del nome che non ci volevano restituire. Abbiamo giocato in stadi che non erano da Fiorentina, con il Franchi sempre pieno, con un tifo incredibile. Roba da film, da applausi. E siamo arrivati all’oggi. A una società su cui abbiamo investito tra i 150 e i 170 milioni di euro. Con il bilancio che è tra i migliori d’Europa. Con un settore giovanile che ha solo 8 anni e che compete e vince contro altri che hanno 40 anni di lavoro”. Impossibile, per l’ex patron, non toccare l’argomento Cittadella. “Era un’idea per costruire qualcosa che potesse permettere alla Fiorentina di avere entrate aggiuntive e puntare allo scudetto, visto che al momento gli introiti, soprattutto quelli televisivi, sono immensamente diversi tra i club. Per essere trasparenti avremmo fatto una Fondazione con un nostro investimento iniziale di un miliardo di euro. In futuro avremmo ripreso solo quanto investito, il resto

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sarebbe andato alla Fiorentina e quello che sarebbe arrivato in più lo avremmo destinato alle opere sociali per la città. Solo che parlare con il mondo della politica non è facile. Noi in realtà avevamo chiesto solo se a Firenze c’era un posto dove farla. Poi è cominciata la bagarre, siamo finiti in mezzo a un tritacarne e ci siamo sentiti quasi in imbarazzo. Siamo stati anche utilizzati come testa d’ariete da chi voleva portare la Fiorentina fuori città. Noi non porteremo mai via questa società da Firenze. Mio fratello ha detto che il discorso è chiuso e io lo ribadisco. Siamo noi che facciamo un passo indietro anche perché capisco che ci siano cose più importanti da fare in quell’area, come l’aeroporto, che è una grande occasione per rilanciare il turismo di questa città che non è più quella di trent’anni fa. Vedremo se avremo altre idee per la Fiorentina”. Della Valle ha poi parlato del momento non positivo che la squadra ha attraversato in questa prima parte di stagione. “A Natale faremo le nostre valutazioni per quanto riguarda il mercato. Ho visto che Corvino è stato messo un po’ sotto pressione. Non scordiamoci però che è la stessa persona che ha costruito la squadra che lo scorso anno ha fatto così bene in Champions”. Per poi chiudere con un concetto chiave: “Se c’è qualcuno di Firenze, una cordata di 4-5 imprenditori, all’altezza della Fiorentina, noi siamo anche disposti a farci da parte. Anche se non ci piacerebbe. Magari potremmo chiedere che una percentuale sia data ai tifosi. Comunque ho l’impressione che dovrete sopportarci ancora a lungo”.

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IL bILANCIO. Si chiude un anno non facile per la squadra gigliata e i suoi tifosi

Da Ovrebo agli infortuni, addio 2010 Cristina Guerri

S

ta per chiudersi l’anno 2010 targato Fiorentina. Un vero e proprio “annus horribilis”, forse il più negativo da quando i Della Valle sono al vertice della società. Risultati in chiaroscu-

ro, squalifiche, infortuni, ma anche ingiustizie (leggi Ovrebo). Andiamo con ordine. Era il 28 gennaio, al termine di Fiorentina-Bari, quando Adrian Mutu viene trovato positivo al controllo antidoping. Il rumeno, sospeso subito in via cautelativa, in seguito viene trovato positivo alla stessa sostanza (subutramina) anche

La squalifica di Mutu, l’esclusione dall’Europa, l’addio di Prandelli e l’arrivo di Mihajlovic tra i momenti cruciali

nelle analisi effettuate dopo la partita del 20 gennaio contro la Lazio in Coppa Italia. Una squalifica, quella di nove mesi inflittagli dal comitato Nazionale antidoping, che taglierà le gambe alla Fiorentina. Capitolo Ovrebo. Si giocava l’andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Ad arbitrare la partita, quella sera del 17 febbraio, c’era un tale Tom Henning Ovrebo. Quell’arbitro, i tifosi viola non se lo dimenticheranno tanto facilmente. Perché fu lui, di fatto, a eliminare la Fiorentina dalla competizione, non vedendo (con la complicità del guardalinee Dag-Roger Nebben) un fuorigioco di due metri di Klose, attaccante del Bayern. Che segnò la rete della vittoria. Nella gara di ritorno la Fiorentina disputò un’ottima prestazione, ma non servì a niente: ai quarti di finale ci andò la squadra tedesca (che arrivò in finale, persa poi contro l’Inter). L’eliminazione dalla Champions coincide con l’inizio della fase calante della Fiorentina in campionato. I viola chiuderanno la stagione di Serie A con 17 sconfitte, classificandosi solo all’undicesimo posto in classifica. Niente Champions, niente Europa League. Intanto, il 30 marzo, Diego Della Valle di dimette dalla carica di patron a causa del clima di disapprovazione nei confronti della società. Il 3 giugno Cesare Prandelli lascia (dopo cinque anni) la guida della panchina viola per quella della Nazionale italiana. Corvino al suo posto

sceglie Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo non sarà però tanto fortunato. Il 3 agosto perde infatti Stevan Jovetic dopo uno scontro di gioco con il compagno di squadra Bolatti. Per il giovane attaccante montenegrino la stagione finisce ancor prima di

iniziare. Quello di Jo-Jo sarà solo il primo di una lunga lista di infortunati (tra i più importanti quelli di D’Agostino, Montolivo, Felipe, Frey e Mutu). Infortuni che condizioneranno questa prima parte di stagione. A livello di risultati e prestazioni.

FocUS Da agosto in poi non sono mancati i guai

Jovetic & co, quanti ko

C

hissà se Sinisa Mihajlovic, durante le vacanze di Natale, porterà tutta la squadra a Medjugorje, a far visita alla Madonna. Lo aveva proposto a inizio stagione, quando la lista degli indisponibili in casa viola cominciava a farsi pesante. “Ogni settimana perdiamo qualche pezzo”, diceva il tecnico viola a proposito dei tanti infortunati. Da Jovetic a Mutu, passando per Vargas, Babacar, Ljajic, Natali, D’Agostino, Pasqual, ancora Vargas, Gulan, Gilardino, De Silvestri, Bolatti, Zanetti, Vargas per la terza volta, Felipe, Avramov e Boruc, Montolivo e Frey. Quello del montenegrino è sicuramente il ko più pesante: lesione al legamento crociato anteriore e al legamento collaterale esterno del ginocchio. Stagione nemmeno iniziata la sua. Sale sul podio dei “top infortunati” anche Frey. Che per colpa di una rovesciata in allenamento

ha riportato una distorsione del ginocchio con sollecitazione del legamento crociato anteriore. Per il francese, come per Jo-Jo, la stagione è praticamente finita. C’è poi Riccardo Montolivo e l’operazione alla caviglia per rimuovere un frammento osseo, causa di tutti i suoi dolori. Per non parlare poi di Juan Vargas e dei continui risentimenti all’adduttore, che l’hanno costretto a lavorare a ritmo ridotto per quasi tutta la prima parte di stagione. O di Felipe, che il 20 ottobre, durante un’amichevole col Fiesole Caldine, si procura una brutta distorsione al ginocchio con sollecitazione del legamento collaterale mediale. Chiude il discorso Adrian Mutu. Costretto a uscire anzitempo prima della fine del primo tempo in occasione di Fiorentina-Cesena, il Fenomeno riporta una lesione di primo grado della /C.G. giunzione miotendinea.

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sport nel comune

Dicembre 2010

SUL RING. La Boxe Mugello avrà un rappresentante ai campionati italiani nella città campana

Da Borgo a Napoli a colpi di pugilato Carlo Marrone

Si tratta di Gaetano Ardito, che ha passato le selezioni regionali. Peggio

L

è andata agli altri atleti della società, che non ce l’hanno fatta: “Non abbiamo

a Boxe Mugello lucida i guantoni. Dopo l’appuntamento a Colle Val d’Elsa per i campionati regionali assoluti, l’obiettivo della società resta il campionato italiano di prima serie. La fase regionale ha portato sette atleti della società mugellana alle selezioni per accedere alla massima competizione. Le speranze della Boxe Mugello sono affidate a Filippo Ardito, che dopo un’annata di successi (cinque vittorie su sei incontri disputati) deve confermare quello che di buono ha ottenuto fino ad ora, e Fabio Selvaggio, che ha come jolly la sua lunga esperienza: 86 incontri disputati dal 2004 in poi. Entrambi i pugili fanno parte della categoria 69 Kg. Altro atleta che torna sul quadrato e che fa parte del team mugellano è Claudio Fenu, che dopo un anno d’inattività indossa di nuovo i guantoni. Il suo score fino ad oggi è di 38 incontri: 20 vinti e sette pareggiati. Il sogno di tutti è riportarlo a competere a grandi livelli. Nella categoria 81 Kg gli occhi sono puntati su Alessio Vestrini, che nonostante qualche incontro no è sempre stato un pugile di grande qualità. A completare i colori della squadra mugellana sono Gaetano Ardito, una bandiera di questa società, e Patrizio Vallo, passato alla categoria 69 Kg, che ha la possibilità di fare il salto di qualità mettendosi in mostra in una competizione così importante. La società crede in questi ragazzi, senza dimenticare che le risorse sono sempre minori e che la Boxe Mugello è una di quelle società che si autofinanziano. Come? Organizzando incontri: ogni anno sono almeno 12/13 le manifestazioni che ha in attivo la struttura

condiviso alcune decisioni ai punti”, spiega il direttore tecnico Gabriele Sarti

allenamento in palestra

(foto

studio

mugellana. Il direttore tecnico Gabriele Sarti svela gli obiettivi di questa stagione. Come sono andate le selezioni regionali per accedere ai campionati italiani? Potevano andare meglio, non abbiamo condiviso alcune decisioni ai punti, Gaetano Ardito ha conquistato la finale vincendola, sarà lui che rappresenterà la Boxe Mugello ai campionati italiani che si svolgeranno a Napoli a dicembre. Di quale categoria fa parte? Fa parte della categoria peso welter kg 64, è un ottimo atleta di Firenze di 27 anni. Gli altri pugili come si sono comportati? Siamo amareggiati, abbiamo da recriminare sul verdetto degli incontri di Alessio Stabile e Fabio Selvaggio: entrambi hanno perso ai punti. Mentre Claudio Fenu ha vinto il primo incontro ma poi è stato sconfitto in semifinale. Manca qualche atleta all’appello? Ha perfettamente ragione, Filippo Ardito è stato sconfitto al primo incontro, Patrizio Vallo non ha potuto sostenere le fasi regionali per problemi relativi al peso e Alessio Vestrini, a causa di un infortunio, ha saltato la gara. Quali sono i progetti della Boxe Mugello in questa stagione sportiva? Gli obiettivi sono quelli di diffondere meglio questo sport, di valorizzare alcuni pugili come Patrizio Vallo, Claudio Fenu e Matteo Ortolani. Gli ultimi due sono rimasti fuori dal ring per più di un anno.

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TIRO A SeGNO. Momento magico per il fiorentino Niccolò Campriani

Il “wonder boy” è diventato grande Lorenzo Mossani

DUe RUOTe. Ha visto la luce nel capoluogo toscano

Ciclismo, non solo Mondiale Nata la prima web tv dedicata

È

D

a quel maledetto penultimo colpo Niccolò Campriani si è trasformato da uno dei più forti tiratori di carabina al mondo al più grande di sempre. Senza quello, Niccolò Campriani avrebbe potuto regalare una medaglia all’Italia, a Firenze e, soprattutto, a se stesso. Ma senza l’errore negli ultimi giochi Olimpici di Pechino, forse, non sarebbe così maturato. “Dopo aver condotto una gara con tutti 10 domando l’emozione due anni fa, quell’errore è stato duro da buttare giù: ma dopo alcuni giorni ho capito che dovevo maturare come atleta e come uomo”. Poi la maturazione è arrivata velocemente. Il giovanissimo ventitreenne fiorentino ha trionfato recentemente a Monaco di Baviera, vincendo l’oro nella gara con la carabina da 10 metri nei campionati mondiali di tiro a segno. E, come se non bastasse, ha consegnato all’Italia l’accesso alle olimpiadi di Londra 2012 e un bronzo nella prova a squadre. Il nostro Wonder Boy è il primo italiano nella storia del tiro a segno, dal 1897 ad oggi, a vincere un titolo mondiale individuale. “Tutti credevano che ci volesse più maturazione – commenta Niccolò - io più impegno, e l’oro è arrivato, bello quasi come una medaglia olimpica”. Con quella gara hai dato il primo pass per Londra 2012 all’Italia... Il sogno di lottare per una medaglia a Londra non me lo toglierà nessuno, e

sport

Dicembre 2010

nata a Firenze all’inizio di ottobre la prima web tv italiana dedicata esclusivamente al mondo della bici, proprio nei giorni in cui veniva assegnata alla città gigliata l’organizzazione del campionato mondiale di ciclismo del 2013. Una coincidenza, o forse no. Sta di fatto che il territorio fiorentino sta riscoprendo in queste settimane la sua antica vocazione per la bicicletta. Un amore storico verso i pedali, che gli ideatori della tv dei ciclisti hanno riassunto nel nome che hanno voluto dare alla loro iniziativa editoriale: www.amolabici.tv. La televisione dei “tre cuori” (il simbolo dell’emittente racchiude in un grande cuore rosso altri due cuori neri, che fungono da ruote di una nIccolÒ camPrIanI

ho anche contribuito ad aiutare la mia Nazione, ora che vivo all’estero... Niccolò è un talento riconosciuto in tutto il mondo: studente d’ingegneria, gli è stata offerta una borsa di studio dalla West Virginia, dove c’è una squadra di tiro. Ora vive là da più di un anno... Ripeto, mi sento come un “Ammericano a Roma” (come direbbe il grande Alberto Sordi), ma gli ammericani mangiano i maccheroni e bevono il vino?! Mah, del tutto non mi abituerò mai. Qui, almeno, posso studiare e coltivare la mia passione come se fosse un lavoro... Mi sento fortunato,

il problema sono i maccheroni della mamma! A Monaco di Baviera, poche settimane fa, durante la Coppa del Mondo, il fiorentino dell’esercito ha centrato un’altra medaglia, chiudendo la finale di carabina a 10 metri in seconda posizione, e il giorno è arrivato anche il bronzo... È un momento magico, non svegliatemi, anche se potevo arrivare all’oro o almeno centrare l’argento nella seconda finale nella carabina libera tre posizioni, ho sbagliato il penultimo colpo... Sfortuna o emozione? No, sono stato asino!

Già migliaia i visitatori, collegati da 28 Paesi diversi bici) in poche settimane ha ottenuto un grande successo tra gli appassionati di ciclismo: migliaia e migliaia di visitatori che si sono collegati da 28 paesi (oltre che dall’Italia, il maggior numero di collegamenti arriva dalla Germania e dagli Stati Uniti, ma non mancano appassionati di ciclismo che si connettono anche dalla Nigeria...). “Per quanto

riguarda il nostro Paese, il maggior numero di contatti arriva da Firenze – ammette Enrico Geri, responsabile tecnico di Amolabici.tv – e dopo Roma e Milano il numero più alto di appassionati che seguono la nostra tv si trova a Verona, la città che ha ospitato il Mondiale di ciclismo 6 anni fa”. Amolabici.tv è una vera e propria testata giornalistica online che affronta tutti i temi legati all’uso e alla promozione della bici: dalle novità tecniche all’agonismo, dal mondo amatoriale ai grandi viaggi, dagli aspetti medici alle novità del mercato. L’iniziativa è frutto della passione per questo sport di un gruppo di giornalisti e operatori dell’informazione. La direzione responsabile della testata giornalistica è stata affidata a Francesco Fondelli, e in un certo senso si tratta di un figlio d’arte legato alla tradizione ciclistica fiorentina: suo padre, Ugo, negli anni Cinquanta fu il gregario di fiducia di Alfredo /G.B. Martini.

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sport

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PALLA OvALe. Grande successo per l’esordio della Nazionale di uno sport in continua crescita

Il rugby fa meta nella patria del calcio Lorenzo Mossani

c’è un progetto sulla ristrutturazione del Padovani, che permetterebbe al Firenze 1931 di partecipare all’Heineken Cup con un impianto da 8mila persone”. Ma non è l’assessore l’unico a dirsi soddisfatto. Un giocatore della Nazionale, toscano anche se di padre inglese, è entusiasta dalla nuova aria che si respira in Toscana: “Come sta crescendo il rugby nella mia regione! – commenta Paul Edward Derbyshire - dopo aver militato nel Cecina, nel Piombino e nel Prato, non avrei mai pensato a questo incremento di interesse così repentino...”. Derbyshire, classe 1986, sembra non stupito dalla bella risposta di Firenze ad Italia-Australia. “Me lo aspettavo – spiega - Firenze ha una squadra nell’Under 20 che si gioca il titolo di Campione d’Italia, Prato che lotta per lo scudetto, inoltre è una città con un settore giovanile straordinario”. Una speranza? “Riuscire a vincere un Sei Nazioni. Siamo migliorati ma non abbastanza. Ora abbiamo anche un vivaio che ci permette di essere fiduciosi”. Un desiderio per la tua regione? “Mi piacerebbe una maggiore sinergia tra Firenze e Prato – conclude Derbyshire - con due società così preparate, l’hinterland fiorentino potrebbe diventare una delle realtà più importanti non solo a livello italiano, ma anche europeo”.

L

a Nazionale di Nick Mallett ha fatto un bellissimo drop a Firenze nel test match contro l’Australia, o forse è meglio dire che è andata a meta. Il 20 novembre gli Azzurri dell’ovale hanno spazzato via i dubbi sul grande sviluppo che questo sport sta avendo in Italia, e lo hanno fatto in una città calciofila come Firenze. Il Franchi è stato stracolmo, a dimostrazione che il rugby è ormai una realtà. Lo ha fatto capire di prepotenza ma senza urli, senza troppa polemica ma sul campo. È ormai in scia al basket e alla pallavolo, e presto potrebbe mettere la definitiva freccia. La tribuna coperta del Franchi (ma a dire la verità tutto lo stadio) è impazzita a ogni azione alla mano della Nazionale, applaudendo anche i canguri australiani, una delle squadre candidate a diventare Campione del Mondo. Un fair play difficile da trovare in molte altre discipline. Tanti cori, tante sciarpe, ma tutto in assoluto rispetto dei gladiatori in campo. “È stato entusiasmante, un appuntamento storico senza precedenti. Nel giorno della fondazione di Firenze, del mio compleanno – sorride l’assessore comunale allo sport Dario Nardella commentando l’avvenimento – siamo arrivati a un successo storico per lo sport a Firenze. Vedere la prima partita di rugby nella nostra città è stato bellissimo. Ormai, vedendo tanto entusiasmo che circonda questa disciplina, si potrebbe parlare di fenomeno-rugby”. Ma Firenze si sta preparando ad accogliere questa nuova realtà? “Abbiamo fatto già molti progressi – risponde il vicesindaco - si sono resi disponibili nuovi centri per il rugby giovanile in quasi tutti i quartieri. E

vOLLeY. Tanti (e inaspettati) successi anche in serie B per la San Michele

Cattolica Virtus, il grande sogno continua

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Firenze, chi non conosce la Cattolica Virtus? Una delle società più importanti in città. Sia nel calcio che nella pallavolo, la San Michele ha rappresentato più di un punto di riferimento nel panorama sportivo fiorentino. Nel calcio indimenticabili i titoli italiani conquistati con le giovanili, per non parlare dei tanti calciatori professionisti passati da quelle maglie a strisce giallorosse, solo per citarne uno il campione del mondo Paolo Rossi. La società, fondata nel 1959 da don Mario Lupori, è ora una delle realtà più belle anche del volley fiorentino. Un campionato di serie B conquistato con “fatica” vincendo la fina-

CANOTTAGGIO. L’atleta, infortunata, pensa alle Olimpiadi

Camilla Espana, obiettivo Londra

le contro la Nottolini per 3 a 2 nella passata stagione, e ora il “paradiso”. Nelle prime giornate di campionato, infatti, con pochi soldi e tanta passione, per la squadra di volley femminile sono arrivati tanti successi, inaspettati a inizio torneo. Pochi cambiamenti rispetto allo scorso campionato: forse quelli giusti. Giovani motivate che hanno un allenatore bravo come coach Luca Alderani, e una palleggiatrice di classe indiscutibile come “miss” Stolfi. Insomma, c’è tutto per far bene, in una squadra a cui non manca niente per mantenersi nei primi posti della classifica. Nemmeno la /L.M. storia. E allora Forza Cattolica.

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È

una delle più forti atlete “made in Florence”. Camilla Espana ha già collezionato più medaglie del famoso “Dastardly e Muttley”, serie animata della Hanna & Barbera, dove i protagonisti erano sempre in cerca di un successo. Lei ha già un palmares ricco di titoli provinciali, regionali, italiani, nazionali e mondiali. La campionessa fiorentina, classe ‘88, ora ha smesso di vincere, almeno per qualche mese. L’ex Canottieri Firenze, ora all’Aniene dopo la parentesi americana, vuole stupire ancora il mondo del canottaggio: due ori e due argenti nel quattro senza Junior e Under 23 sono un bottino non sufficiente. Per lei ci sarà ancora un lungo periodo di riabilitazione dopo l’operazione avvenuta a settembre. Purtroppo l’infortunio al polso destro, avvenuto in occasione del Memorial D’Aloja, si è rivelato più grave del previsto: lesione ai legamenti e tanta terapia ancora da fare. Ma sicuramente, com’è nel suo carattere, Camilla non si arrenderà. “No, non mi arrendo e proverò ad arrivare ai Giochi Olimpici di Londra 2012: quello era il mio obiettivo prima dell’infortunio e quello rimane”. Senti ancora Londra “vicina”? Se devo dire la verità, in questo mo-

camIlla eSPana

e

anna BoncIanI

mento vedo l’obiettivo abbastanza distante. Nel canottaggio non è facile recuperare tanti mesi di stop. Facendo un passo indietro: cos’è che non è andato all’Università di Miami nel canottaggio? Purtroppo il livello agonistico era molto basso. Per le mie compagne era un divertimento, per me è una passione, una meta. Nel mondo del canottaggio gira una voce: Camilla Espana potrebbe smettere dopo Londra... È una possibilità, un’Olimpiade sarebbe la conclusione di un percorso, ma mai dire mai. Comunque, per una volta, voce fondata: ci sto /L.M. riflettendo.

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tobus, in sosta alla fermata, o aspettare che riparta, con relativo aumento del traffico nella strada; inoltre la fermata copre la visuale alle auto che uscendo dai passi carrabili si trovano in difficoltà aumentando il rischio nell’immissione nella strada. Questo breve tratto di strada già sopportava un consistente passaggio di autobus che dal viale ojetti, girando in via di Belgioioso, incrociano delle strisce pedonali ed invadono la corsia di marcia proveniente in senso opposto, con rischio per le auto che sopraggiungono. Molte volte infatti chi percorre la via per immettersi in viale ojetti deve fermarsi e lasciare che l’autobus completi l’immissione in via di Belgioioso, altrimenti lo scontro frontale è inevitabile. Adesso, con ulteriori linee che transitano, il rischio di incidenti è ancora maggiore. Si deve anche considerare, che la fermata di un autobus, ed il relativo passaggio di linee, situata in una strada breve come la via Belgioioso, comporta che al momento dell’immissione nella via, l’autobus acceleri e subito dopo alcuni secondi compia una frenata decisa (con relativo stridio di freni) alla fermata; alla ripartenza una rumorosa accelerazione e di nuovo, trascorsi un paio di secondi, una nuova frenata (con ancora stridio di freni) per lo stop all’immissione in piazza Fardella; tutto ciò provoca un notevole disagio di rumore per gli abitanti ed un incremento di inquinamento atmosferico. non ultimo si deve riflettere sul fatto che la linea 17b adesso transita da via Lungo l’Affrico e gira in una stradina di collegamento con il viale ojetti, per immettersi subito dopo nella via Belgioioso, anche tale percorso è a parere degli scriventi causa di pericolosità, per la manovra che l’autobus compie nell’immissione nello stesso viale ojetti. Vorremmo anche far presente il fatto che via Belgioioso è una strada secondaria, poco conosciuta, e scomoda da raggiungere per le persone. Sarebbe preferibile una fermata in piazza Fardella nella parte destra dove si trova una zona rettilinea che potrebbe andar bene per una fermata, certamente più comoda e un riferimento più conosciuto da raggiungere sia dalla scuola che dai cittadini della zona ed anche dai turisti dell’ostello della gioventù. Chiediamo inoltre di poter prendere in considerazione il passaggio di almeno una linea da via D. g. Verità, dove i problemi di rumore ed inquinamento sarebbero molto meno avvertiti dalle abitazioni, essendo interne alla strada e dalla parte opposta essendoci il giardino della scuola. Inoltre potrebbe essere utile una fermata vicino al distributore. I sottoscritti con la presente intendono richiedere: - la soppressione della fermata in via C. di Belgioioso; - la revisione delle linee che attualmente transitano in via Belgioioso. grazie per l’attenzione e porgo distinti saluti. Giacomo Giannelli ed i residenti in via Belgioioso

ELogIo DELLA TRAmVIA... Ho letto la lettera, firmata senza nome, riportata nella rubrica “Dico la mia” del mese di novembre “tramvia e traffico in San Jacopino” e credo si commenti da sola, ciò in quanto il lettore afferma che il traffico nella sua zona, dopo l’entrata in funzione della tramvia, non risulterebbe ridotto. Infatti mi domando come un mezzo che collega una zona del tutto diversa e distante da quella indicata dal lettore possa contribuire ad alleggerire il traffico in San Jacopino. per quanto attiene infine l’utilità del mezzo, invito il citato lettore a domandare un parere a coloro che abitano nelle zone servite dalla tramvia e circa l’affluenza, escluso l’orario di minor intensità del flusso dei viaggiatori, quando peraltro le corse permangono molto frequenti, le vetture risultano ben utilizzate. per quanto mi riguarda, io utilizzo regolarmente la tramvia che, contrariamente a quanto accadeva con il bus, mi consente di raggiungere il centro in tempi brevi e certi. Cordialmente, G. Degl’Innocenti ...ED ELogIo DEI moToRINI gentile redazione del Reporter, scrivo dopo aver letto l’interessante articolo intitolato “I motorini? Hanno pure un sindacato” di Annalisa Cecionesi sul Reporter di novembre. Io, che ormai ho quasi sessanta primavere sulle spalle, sono uno delle migliaia di fiorentini che si sposta solo con il motorino. Lo uso tutti i giorni per andare e tornare da lavorare (attraversando quasi tutta la città, perché abito a gavinana e lavoro a novoli) e per fare tutti gli altri spostamenti che devo fare, per lavoro e per piacere. Qui devo spezzare una lancia a favore di chi si muove in motorino: pensate a come sarebbero intasate le strade se tutti quelli che usano lo scooter prendessero invece l’auto. Sarebbero impercorribili, con il traffico insostenibile. Anche perché, andando a lavorare, mi capita di vedere che nella stragrande maggioranza delle macchine c’è una persona sola a bordo. penso che così non si può andare avanti, ci vuole un cambio di mentalità: perché queste persone, a parte ovviamente gli anziani e quelle che hanno problemi, non usano l’autobus o la tramvia? perché non provano anche loro ad andare in motorino, o se devono fare poca strada, in bicicletta? Mi fa rabbia, tutte le mattine, vedere le strade e i viali intasati da macchine che hanno una sola persona a bordo, che magari usano l’auto per fare pochi metri. Io penso che i politici devono rendersi conto di quanto i motorini sono importanti per non bloccare tutta Firenze, anche perché molti fiorentini lo hanno già capito, sanno che questo ormai è l’unico mezzo privato con cui è possibile spostarsi in città (se andate in altre città d’Italia e d’Europa vi renderete conto che non ci sono altre città che hanno lo stesso numero di motorini di Firenze, chissà perché). Insomma, i po-

litici devono capire che a Firenze i motorini sono importanti e vanno protetti. Le cose scritte nell’articolo di Annalisa Cecionesi sono giuste, io che mi muovo tutti i giorni in motorino sono d’accordo, servono asfalto nuovo e parcheggi, anche perché spesso i parcheggi per motorini sono occupati dalle macchine senza che si veda mai una multa, mentre magari un motorino che non trova spazio nel parcheggio perché c’erano le macchine e viene messo un po’ più avanti la multa se la prende. Infine sono d’accordo col signore che vi aveva scritto una lettera un po’ di tempo fa, che diceva che secondo lui le corsie preferenziali dovrebbero essere aperte anche ai motorini; anche io la penso così, sarebbe un sistema per liberare ancora di più le strade dal traffico, e senza intralciare gli autobus, perché i motorini non fanno code e non intralciano le strade. Volevo dire solo questo: più attenzione dei politici per i motorini!! Vorrei vedere che confusione ci sarebbe a Firenze senza di loro!! grazie per l’attenzione e continuate così, il vostro è davvero un giornale ben fatto! Michele muLTE DAL buS SuLLE pREfERENZIALI, “comE VEDERE IL pERmESSo INVALIDI?” gentilissimo Direttore, leggendo con attenzione l’articolo a firma Francesca puliti, ho preso visione delle dichiarazioni del sig. Filippo Bonaccorsi il quale indicando che l’autista, una volta vista la presenza di un auto nella corsia preferenziale davanti a lor schiacciando un bottone farà di fatto scattare la multa di euro 80 e, trascrivo testualmente, aggiunge “Saremo al sicuro da eventuali ricorsi”. Si è mai posto “qualcuno” il problema che il permesso invalidi si trova normalmente sul cruscotto anteriore posizionato in modo da essere visto dagli agenti di polizia municipale e in quella posizione si trova anche il legittimo telepass? non crede che una sanzione pecuniaria possa essere sicuramente contestata visto che l’autista sicuramente vede un “intralcio” davanti, ma un intralcio con autorizzazione? Le richiedo, gentilmente, sperando di non rubarLe del tempo, una risposta, anche perché purtroppo io mi potrei trovare in quelle condizioni avendo in famiglia un portatore di handicap al 100% e vivo nel centro storico di Firenze. Cordialmente la saluto ringraziandola per la Sua eventuale disponibilità a fornirmi una risposta. Maurizio Fornari Gentile signor Maurizio, la questione che lei pone nella sua lettera è senz’altro giusta. Penso – anzi sono sicuro - che questa, come altre possibili eccezioni, sia stata presa in considerazione da Ataf, ma pubblico volentieri la sua lettera in modo che chi di dovere possa prendere atto della preoccupa-


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43 zione sua e di chi si trova nella sua stessa condizione. M.F.

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VIALE DEI bAmbINI, IL puNTo DI VISTA DI chI hA uN cANE

Spettabile Redazione, leggendo l’articolo sul Viale dei Bambini pubblicato ne “Il Reporter Q4 n.88 del 2 novembre 2010”: “Viale dei Bambini, proteste dei “grandi”” a pag. 3, chiedo che per una volta venga affrontato il problema non solo dal punto di vista degli anziani, non solo delle mamme che portano i bambini a giocare, ma anche da quello di coloro che hanno la fortuna di avere un amico a quattro zampe in casa, punto di vista spesso non affrontato e, soprattutto, non richiesto, come si evince dall’articolo pubblicato, poiché troppo “scomodo” per il quartiere. nell’articolo mamma Letizia afferma che vi è un’enorme area per cani, e Renzo pampaloni, presidente della commissione Assetto del territorio del Quartiere, asserisce che l’area è aperta da agosto dalle 8.00 alle 22.00. partendo dal presupposto che il concetto di “enorme” è un concetto puramente relativo, vorrei ricordare che l’area cani sorge su una superficie di non più di 150 mq dove, neanche un anno fa, non vi era assolutamente niente: era uno spazio totalmente inutilizzato poiché sotto il sole d’estate, vicino alla strada e lontano dai giochi per bambini. Inoltre, nonostante i cani, come tutti gli esseri viventi, abbiano necessità di effettuare i loro bisogni anche la sera dopo cena, e che noi padroni, dovendo andare a lavorare, dobbiamo uscire di casa anche prima delle 8.00 del mattino, vorrei ricordare al presidente che l’orario di apertura è dalle ore 8.00 alle ore 20.00. La signora giuseppina afferma invece che avrebbe preferito un’area riservata ad anziani e bambini: sicuramente non sbaglio affermando che all’inizio del Viale dei Bambini, venendo da piazza dell’Isolotto, passato il campino della parrocchia, sulla destra, vi sono le vecchie “baracche verdi” che ospitano tutto il giorno gli anziani e permettono loro di ballare, di giocare a carte sui tavoli disponibili, forniscono un bagno in caso di necessità ed un caffè da gustare in compagnia. proprio lì davanti, da poco ristrutturato, il parco per i bambini. nonostante questo, un parco per bambini non andrebbe bene alle persone che abitano nei palazzi accanto all’area cani: i bambini urlano, piangono, ridono, parlano a tutte le ore, un po’ come i cani!!! per non parlare delle chiacchiere delle mamme!!! Sono poi puramente d’accordo per il problema della pavimentazione, dei troppi bisogni dei cani lasciati ovunque, della necessità di evitare l’ingresso dei motorini e delle auto all’interno del Viale, ma cerchiamo di concentrare l’attenzione sulle vere necessità invece di accusare senza conoscere. grazie per l’attenzione, cordiali saluti, Emanuela Marini

Cara Emanuela, la zona cui lei si riferisce, quella intorno a viale dei Bambini, nel quartiere 4, non è l’unica dove, nel corso del tempo, si sono registrate frizioni e incomprensioni tra chi ha un cane e chi non lo ha. Spesso, semplicemente, perché gli stessi spazi vengono guardati e considerati da due punti di vista differenti, senza lo sforzo necessario di mettersi, seppur per un attimo, nei panni di chi ha necessità diverse dalle proprie. Il nostro giornale, anche in passato, si è spesso (e molto volentieri) occupato della vita degli amici a quattro zampe e dei loro padroni, dando frequentemente voce – come in questo caso – alle richieste di chi parla anche a nome del proprio animale. Che ha esigenze, bisogni e anche diritti spesso sconosciuti a chi invece non possiede un cane. È giusto, e doveroso, che in città, in ogni zona della città, senza dover spostarsi per chilometri, vi siano spazi dedicati ai cani, e che questi spazi tengano conto delle esigenze degli animali. Ed è giusto, da parte dei loro proprietari, richiederli laddove ancora non sono presenti, o far sentire la propria voce quando queste aree non sono pensate in modo corretto e funzionale: solo chi ha un cane, chi lo porta fuori tutti i giorni, può conoscere quello che serve, quello che non va e quello che deve essere migliorato, e ha tutto il diritto di chiederlo a chi di dovere. Spazi, orari, dislocazione e sistemazione delle aree per cani: sono questi, e altri, gli elementi da tenere in considerazione quando si predispone uno spazio per questa funzione, da rivedere e correggere qualora ve ne sia la necessità. C’è poi un altro discorso da fare, completamente differente, che è quello dello sporco per strada. Discorso legato esclusivamente all’educazione e al senso civico dei padroni (o meglio alla loro mancanza): spesso – e sbagliando – i cani vengono visti da qualcuno di cattivo occhio proprio da chi si trova, ogni giorno, a dover fare continui “slalom” sul marciapiede per non pestare i bisogni lasciati qua e là, ma è evidente che i colpevoli in questo caso sono soltanto i proprietari, e non certo gli animali. E anche questo, l’educazione dei padroni, è un elemento fondamentale per la convivenza in città tra persone e animali. Così come lo è un ultimo aspetto: il rispetto. Senza cui (e non solo in questo caso) tutto diventa molto, molto più complicato. Rispetto delle strade e di tutti gli abitanti da parte di chi ha un cane, ma anche rispetto da parte di tutti gli abitanti per gli animali e le loro esigenze: così, e soltanto così, questa questione smetterà di essere ciò che non è, ovvero un problema. Perché la città è grande abbastanza per tutti. Matteo Francini

VIA I cASSoNETTI DELLA cARTA IN cENTRo: “bENE, mA...” Vi scrivo perché ho un problema. Abito in via palazzuolo ormai da molti anni, e a parte tutte cose e i problemi che tutti conoscono già di questa strada (i negozi e gli internet point gestiti da stranieri, la confusione soprattutto la notte) da un po’ di tempo c’è una novità. Il Quadrifoglio ha tolto in tutte le vie vicine i cassonetti della carta, e un po’ di tempo fa a casa ci era arrivato un foglio dove si annunciava questo cambiamento e si diceva che la carta e il cartone vanno messi fuori dal portone una volta alla settimana e che passano loro a prenderli. Sono stato molto contento di questo cambiamento, mi sembra molto meglio, non bisogna più arrivare fino ai cassonetti a portare tutta la carta, che quando è tanta è pesante, e ci sono meno cassonetti in giro, che oltre a essere brutti fanno anche sporco, perché la gente va dietro a farci i loro bisogni. Insomma, così è molto più comodo, e devo dire che funziona, perché quando si mettono i sacchetti con la carta fuori dalla porta all’ora giusta poi vengono subito a prenderli. L’altro giorno, però, camminando in via Il prato ho visto che accanto ai cassonetti rimasti, quelli normali, c’erano un mucchio di scatole di cartone. Allora ci ho fatto caso, e ho visto che questo succede spesso; la carta, soprattutto scatole di cartone, vengono lasciate accanto ai cassonetti normali forse da chi non sa che c’è un giorno apposta per la raccolta della carta. o forse sono i ristoranti e i bar della zona che lasciano le scatole vuote accanto ai cassonetti, visto che quasi tutte le scatole sono di confezioni di bottiglie? Ma la raccolta porta a porta funziona anche per i ristoranti o loro possono mettere i loro rifiuti di carta accanto ai cassonetti? Sennò sarebbe inutile che li hanno tolti, perché così il paesaggio è più brutto di prima. Il Quadrifoglio non potrebbe controllare? Un abitante di via Palazzuolo LA “ScompARSA” DELLA TARgA DI LARgo buRZIo Sono un abitante di Via S. Biagio a petriolo e quotidianamente passando in Via piemonte angolo Via del Camposanto vedo tutta l’area compresa fra Via piemonte e Via della Stazione delle Cascine coperta di erbacce. nella zona era stato realizzato da parte dell’autorità comunale un vialetto-circuito, delle recinzioni per orti e recentemente due vasche dove l’acqua defluisce in continuazione da una all’altra sostenendo delle spese non indifferenti. Il largo che è stato creato era stato intitolato al compaesano “giorgio Burzio”, la targa è scomparsa!!! Ma il nuovo piano regolatore che prevedeva l’inizio di una nuova strada di scorrimento verso il centro cittadino che fine ha fatto? Alfredo Manetti

LA “LuNgA ATTESA” DI pIAZZA DELLE cuRE Buongiorno, visto che siete l’unico giornale che parla dei problemi veri che ci sono nel quartiere, e visto che molte persone vi scrivono per dirvi i problemi delle loro strade, ho deciso di scrivervi anche io, anche se ormai ho perso le speranze che un giorno si possa risolvere il problema che sto per dirvi. tutte le mattina, per andare a lavoro, faccio in macchina via Faentina, e tutte le mattine è sempre la solita musica. Ci sono code lunghissime che a volte partono anche dal Lapo, e uno deve partire di casa un’ora prima per arrivare a lavoro in tempo. Il problema c’è da tanto tempo, ma ancora nessuno l’ha risolto. È piazza delle Cure, che messa così ormai non va più bene. tante volte ho letto, anche sul Reporter, di nuovi progetti, ma poi non se ne parla più e piazza delle Cure resta sempre uguale. per me, ma anche per molte altre persone che conosco e che la pensano come me, i problemi principali sono due: le strisce subito prima della piazza e le macchine parcheggiate in doppia fila. La prima cosa sono le strisce: le persone che attraversano bloccano tutto il traffico, e si creano rallentamenti e code in tutta via Faentina. per carità, io non dico che le persone non devono attraversare, però le strisce andrebbero messe da un’altra parte, non proprio in fondo a via Faentina, che già è rallentata dai semafori e da tutte le macchine che ci passano. Dovrebbero essere spostate da un’altra parte, o sennò andrebbe fatto o un sottopassaggio o una passerella per fare attraversare la gente. Sarebbe anche più sicuro, perché a volte le macchine e i motorini superano l’autobus fermo alla fermata proprio prima delle strisce, ed è pericoloso. Io non so se il sottopassaggio (che c’è già, magari si potrebbe allungarlo) o la passerella si possano fare, ma sicuramente ci si dovrebbe pensare. E poi ci sono le macchine parcheggiate in doppia e tripla fila in piazza delle Cure: lo so che la mattina c’è il mercato e che la gente si ferma due minuti per comprare la frutta, però così non si può andare avanti. A volte ci sono anche i vigili, ma la situazione non cambia molto. A me piace molto il mercato di piazza delle Cure, ci vado anche io a comprare la frutta e la verdura, ma andrebbe sistemato tutto in modo diverso, e soprattutto andrebbe fato un parcheggio per i clienti. Il mercato avrebbe più clienti, e le macchine non parcheggerebbero in doppia fila facendo tutte quelle code. perché non viene fatto nulla? Altre piazze hanno avuto i cambiamenti che servivano, ora si dovrebbe fare qualcosa per piazza delle Cure, che aspetta da molto tempo. grazie per pubblicare le lettere dei cittadini, è importante perché così c’è la possibilità di parlare dei problemi delle persone. Cordiali saluti, Renato R.


segnalazioni a redazione@ilreporter.it

Spettacoli ben 10 live 4 e 5 dicembre Mandela Forum Ecco arrivare Ben10 sui palcoscenici europei in un entusiasmante live show ispirato alle serie televisive di Cartoon Network su “Ben 10”, personaggio di culto e eroe che ha scatenato tra i giovanissimi di tutto il mondo la Ben 10 mania! Il pubblico sarà catapultato e coinvolto in uno spettacolo adrenalinico, ricco di emozioni, effetti speciali, acrobazie mozzafiato, battaglie e musiche avvincenti, e potrà incontrare dal vivo proprio Ben 10 che regalerà un’avventura elettrizzante. Concerti Fabri Fibra 11 dicembre Saschall Fabri Fibra torna al suo pubblico a 2 anni di distanza dall’ultimo “Bugiardo Tour”: la tournée, arrivata dopo il successo degli album “Tradimento” e “Bugiardo” (entrambi schizzati ai vertici delle classifiche), con quasi 70 concerti in tutta la penisola, ha registrato ovunque il sold-out. Un vero e proprio trionfo per questo artista, che ha così coronato un percorso che l’ha imposto come il rapper italiano più amato (e al tempo stesso “odiato”) dal pubblico. voca People 15 dicembre Saschall I Voca People arrivano dal pianeta Voca con un incredibile spettacolo teatrale che combina suoni vocali, cantato a cappella e la moderna arte del beat-box, che

imita i suoni di una intera orchestra. Lo spettacolo è un’esperienza indimenticabile che miscela una maestria musicale superiore ad una buona e sana dose di umorismo. La navicella spaziale dei Voca People é recentemente atterrata sullo sconosciuto Pianeta Terra, e solo allora i componenti dell’equipaggio si sono tristemente accorti che il prezioso carico, costituito interamente da energia musicale, si è completamente esaurito. Lentamente, i Voca People stanno imparando a conoscere gli strani abitanti, le bizzarre abitudini e la bella musica del Pianeta Terra. Solo con l’aiuto del pubblico potranno infatti ricaricare musicalmente la loro navicella, e quindi ripartire. Malika Ayane 21 dicembre Teatro verdi “Grovigli Special Tour Edition”, anticipato dal nuovo singolo “Thoughts and clouds” (in radio dall’8 ottobre scorso), coinvolge e appassiona. Otto i brani in versione live, tra cui “Sospesa”, “Come Foglie”, “Feeling Better” e “Ricomincio da qui” a cui si aggiungono i contenuti speciali ed inediti del backstage dello spettacolo tenuto a Roma. Ad affiancare Malika Ayane nel tour una band con la quale la cantante ha ormai raggiunto una grande alchimia: Giulia Monti al violoncello, Stefano Brandoni alla chitarra, Marco Mariniello al basso, Carlo Gaudiello alle tastiere, Phil Mer alla batteria, Chris Costa e Marco Guerzoni ai cori. Randy Crawford e Joe Sample trio 22 dicembre Teatro verdi Torna la coppia romantica del

Soul Jazz. La voce di Randy e il piano di Joe si fondono in un nuovo capitolo di un sodalizio quanto mai azzeccato e dal risultato coinvolgente. Randy Crawford iniziò la sua carriera cantando nei club, da Cincinnati a Saint-Tropez, ma diventò famosa nella metà degli anni settanta a New York, dove ebbe occasione di cantare con jazzisti del calibro di George Benson e Cannonball Adderley e di frequentare artisti come Bootsy Collins, Johnny Bristol, Quincy Jones, Al Jarreau. Teatro bus ant the city 15 dicembre Glue - alternative concept space Un luogo-non luogo, dove ci si può aspettare che accada l’ordinario così come... l’altamente improbabile: il mezzo pubblico, l’autobus di città La tempesta Dal 14 al 19 dicembre Teatro della Pergola La tempesta somiglia a un labirinto. Come in una casa di specchi, ogni volta che intravedi una via d’uscita, questa uscita si rivela essere dalla parte opposta a quella che avevi immaginato. Come in un miraggio o in un sogno, quando provi ad afferrare qualcosa, l’oggetto su cui credi di aver messo le mani si dilegua. Finché capisci che ciò che conta non è l’uscita e che non c’è nulla da afferrare. Stare ad ascoltare le domande che il testo ti pone e restarci dentro (restare dentro alle domande, al labirinto) è l’unica via (Andrea de Rosa, regista de La tempesta).

IL ReGALO ALTeRNATIvO

“Tree-shirt”, la maglietta che fa respirare il pianeta R

egala una maglietta e fai in modo che il pianeta tiri un sospiro di sollievo. E’ questa la filosofia che anima il brand fiorentino Colorised, che per Natale propone ai navigatori della rete e ai fedeli dell’e-commerce, un’idea regalo molto originale: a chi acquista una tshirt dal sito www.colorised.com dall’1 dicembre al 6 gennaio, verrà regalato un albero Flamboyant (che alla lettera significa “albero fiammeggiante” per via del colore rosso intenso di cui si tinge nel periodo della fioritura) che sarà piantato in Camerun rilasciando un certificato CO2 Neutral. L’inizitiva, realizzata grazie alla partnership con l’azienda fiorentina Treedom, che genera crediti di carbonio piantando alberi in aree defore-

state del pianeta, ha come obiettivo quello di accendere una lampadina su uno dei problemi più gravi che affliggono il pianeta, la deforestazione e l’avanzamento del deserto. Il cliente potrà partecipare attivamente al bilanciamento della propria impronta ecologica e monitorare l’esistenza e la crescita del proprio albero grazie ai sistemi di geolocalizzazione messi a disposizione da Treedom sulla piattaforma CO Neutral (www.co2neutral.it). Il cliente potrà inoltre condividere sui social network la propria buona azione esportando il badge CO Neutral regalare a sua volta alberi agli amici annullando le emissioni di carbonio generate dal proprio stile di vita (utilizzo auto, elettricità ecc.).

I casi sono due Dal 28 dicembre al 4 gennaio Teatro della Pergola Carlo Giuffrè è per la terza volta interprete e regista di I casi sono due di Armando Curcio, messo in scena per la prima volta nel 1982 e ripreso dieci anni dopo. In occasione del primo allestimento un entusiasta Federico Fellini ebbe a dire: “Ecco il teatro, quello vero, che funziona da sempre, come una bella festa tra vecchi amici”. Lo schiaccianoci 28 dicembre Teatro verdi Un classico della danza riproposto come di consueto nel periodo natalizio. La storia deliziosa e la bellissima musica di Ciaikovskij lo rendono un evergreen per grandi e piccini. Coppelia Dal 22 al 24 dicembre Teatro Comunale Un altro must del balletto classico, da godersi nei giorni immediatamente prima delle feste. La coreografia di Evgheni Polyakov e le mirabolanti scenografie di Sigfrido Martin Beguè ne fatto un appuntamento da non lasciarsi scappare. Poche idee e basta 31 dicembre Teatro Puccini La realtà non è mai stata così spettacolare. Qualunque banalità viene trasformata in un grande evento. Nessuno si accontenta più di niente. Nessuno si accontenta della realtà così come è. E forse abbiamo ragione. Ma la realtà è troppo difficile da cambiare, quindi facciamo prima a migliorarla con effetti speciali. Con tutti gli effetti

speciali la realtà, in realtà, rimane misera come prima, ma a noi, ubriachi di bugie, ogni volta che la guardiamo… ci sembra di vedere Sanremo. E’ così che nascono i reality! E’ così che nasce il telefonino esibizionista… che ha la custodia a forma di perizoma perché quando squilla si alza per ballare il samba e c’ha tutto il culo di fuori. Cinzia Leone in un mirabolante e divertente spettacolo d’auore. Mostre Ruggito. Antonio Ligabue Fino al 16 gennaio Galleria d’arte moderna Palazzo Pitti Una mostra incentrata sulla tematica degli animali, in particolare belve colte in scene di lotta e aggressioni - la Vedova nera, il Leopardo, Gatto selvatico con nibbio, Tigre assalita dal serpente – e numerosi autoritratti in cui Ligabue mostra il proprio volto in tutti gli aspetti del dolore fi sico e psichico: 80 opere esposte, veri capolavori di intensa forza espressiva e di prorompente energia cromatica. Giulia Napoleone Fino al 9 gennaio Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi La luce, i suoi effetti ottici, la traccia lasciata da alcune foglie sulla lastra, moduli geometrici reiterati, microstrutture molecolari, i peli del manto del proprio cavallo che diventano spirali, o l’infinitamente grande della sfera celeste. Sono questi i motivi dell’arte di Giulia Napoleone (Pescara 1936), che ha donato al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi un nucleo significativo di proprie opere, realizzate in un arco temporale trentennale, compreso tra il 1963 e il 2003.


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