il Popolo 20 ottobre 2011

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ATTUALITA’

E’ partito il 15° CENSIMENTO DEGLI ITALIANI È incominciato il conto. O la conta, se preferite. Per vedere quanti siamo e come siamo sistemati, intendendo per “sistemazione” la nostra situazione (di noi italiani) dal punto di vista familiare, abitativo e lavorativo. I più zelanti (sempre ce ne sono) avranno sicuramente atteso con ansia lo scoccare della mezzanotte dell’8 ottobre, dopodiché, entrati nel fatidico giorno del 9 ottobre, armati di penna (attenzione: blu o nera, escluse le rosse) e di santa pazienza, potevano iniziare a rispondere da bravi cittadini alle domande del “15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni”. Censimento che, come sapete, è scattato appunto da domenica 9 ottobre.

Il sottoscritto ha sottomano il questionario ancora intonso (dopo dirò perché) dell’11° censimento, quello del 1971, che allora iniziava domenica 24 ottobre. Quaranta anni non sono pochi, ma neppure molti. È però un periodo significativo per rilevare - attraverso la comparazione delle differenze tra i due questionari, il vecchio e il nuovo, soprattutto per quanto riguarda il tipo di domande - i cambiamenti nel frattempo intervenuti nella nostra società e nel nostro modo di vivere. La prima differenza è data dal fatto che nel 1971 il questionario faceva riferimento al “capo famiglia”. Era lui (o lei), il capo famiglia, che doveva compilare

i moduli, anche per gli altri componenti della famiglia. Ora il termine è scomparso. L’attuale questionario fa riferimento a “l’intestatario del foglio di famiglia”. C’è anche la precisazione, prima non c’era, di “Cosa si intende per famiglia?” (testuale): “Un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune”. L’argomento è certamente prosaico, ma indicativo di come, rispetto a quaranta anni fa, siamo messi un po’ meglio. Il vecchio questionario chiedeva categoricamente al soggetto censito se la sua abitazione disponeva o non disponeva di gabinet-

I MODULI La distribuzione dei moduli per il censimento è curata dalle Poste e verrà ultimata sabato 22 ottobre.

COME VANNO RESTITUITI I questionari compilati possono essere consegnati a mano, in busta chiusa, negli uffici postali o nei centri di raccolta del proprio comune di residenza. In entrambi i casi ai cittadini verrà rilasciata una ricevuta da conservare come attestazione di avvenuta ricezione. I questionari non vanno assolutamente imbucati nelle cassette postali.

QUANDO RESTITUIRLI Se si restituisce spontaneamente il questionario dal 9 ottobre al 20 novembre non si riceverà la visita del rilevatore, che scatterà invece dal 21 novembre al 29 febbraio 2012 per recuperare i questionari non restituiti, rilevare le famiglie non iscritte nelle liste anagrafiche al 31 dicembre 2010, rilevare le abitazioni non occupate. In ogni caso ance durante questa fase sarà possibile restituire spontaneamente il questionario, facendo però attenzione alle scadenze che varia a seconda dell’ampiezza del comune di residenza: entro il 31 dicembre 2011: nei comuni con meno di 20.000 abitanti; entro il 31 gennaio 2012: nei comuni compresi tra 20.000 e 150.000 abitanti; entro il 29 febbraio 2012: nei comuni maggiori di 150.000 abitanti.

E’ OBBLIGATORIO RISPONDERE AL CENSIMENTO? Rispondere al censimento è obbligatorio e violare tale obbligo comporta delle sanzioni con multe che vanno da un minimo di 206 euro ad un massimo di 2065 euro. L’obbligo di fornire risposta e l’applicazione delle sanzioni in caso di violazione dello stesso sono disciplinati dagli artt. 7 e 11 del d.lgs. n. 322/1989, e successive modifiche e integrazioni.

to. Ora la domanda è stata riformulata: “Quanti sono i gabinetti presenti nell’abitazione?”. Sì, d’accordo: c’è sempre la casella “zero”, però in compenso c’è la casella per segnalare se sono più di tre. In tal caso va precisato il numero. È scomparsa la curiosità (che non sapremmo se definire morbosa) del vecchio questionario, il quale, insistendo sull’argomento, voleva sapere se l’eventuale gabinetto fosse fornito di “impianto (cassetta, vaschetta, ecc...) per lo scarico dell’acqua”. E, curiosità per curiosità, è scomparsa la domanda perentoria che quaranta anni fa ci chiedeva di precisare se nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 1971 eravamo presenti o assenti in famiglia e - se assenti perché altrove - di specificare in quale comune o in quale

Giovedì 20 ottobre 2011 IL POPOLO

E’ partito il 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. L’ultimo fu fatto dieci anni fa, nel 2001. Il censimento infatti è un appuntamento che si ripete ogni dieci anni attraverso il quale l’Istat (l’Istituto nazionale di statistica) intende “fotografare” il nostro Paese relativamente alla situazione demografica, abitativa, sociale e occupazionale. Il Censimento generale porta la data del 9 ottobre, giorno dal quale è possibile compilare il questionario. La novità di quest’anno è la possibilità di compilazione via web, collegandosi al sito dell’Istat. Venticinque milioni le famiglie chiamate a rispondere ai quesiti del censimento.

stato estero e per quale motivo. Ora la domanda è stata addolcita, e l’Istat si accontenta di conoscere dove ci trovavamo il 9 ottobre, se in casa o, genericamente, in Italia o all’estero. Che siamo messi meglio si evince da tutta una serie di domande che quaranta anni fa ce le sognavamo (e se le sognavano quelli dell’Istat). Il censimento 2011 ci chiede se abbiamo un impianto a energia rinnovabile (prima chiedeva solo se in casa avevamo l’elettricità), se abbiamo l’aria condizionata, se disponiamo di uno o più posti auto, di uno o più telefoni cellulari, di connessioni Internet. A proposito del quale va detto che la novità di questo censimento 2011 è quella di poter rispondere al questionario per via telematica. Novità che, puntualmente ha fatto cilecca, per intasa-

mento. Almeno in questi primi giorni. Altre differenze, rispetto al questionario 1971, sono costituite da domande specifiche, aggiunte in seguito alla trasformazione della società italiana, divenuta ormai multietnica. Una realtà di cui l’attuale censimento non può non tener conto. Infine una confessione. Per spiegare perché mi ritrovo con il questionario di quaranta anni fa ancora nel cassetto. Perché mai l’ho compilato e mai l’ho spedito. Sono sfuggito, quella volta, alla conta dell’Istat. Una banale dimenticanza. Spero che adesso non mi arresteranno. Giuro, però, che ho risposto a tutte le domande dei successivi censimenti e che, per questo del 2011, sono stato tra gli “zelanti” di cui si parlava all’inizio. Piero Isola


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