Il popolo 7 settembre 2013

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CHIESA. La Diocesi in preghiera per la pace in Siria

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La settima Biennale dedicata a Pellizza A pagina 15

NOVESE

Venerdì prende il via il Festival Marenco

OLTREPO’

Dalla Regione aiuti alle aziende di montagna

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NOTA POLITICA

E’ nunzio apostolico in Venezuela, è vicentino di origine, ha 58 anni

La crisi italiana

Mons. Parolin nuovo Segretario di Stato

La crisi non è superata, anche se si intravedono luci in fondo al tunnel. Il contesto internazionale è tutt’altro che roseo, eppure l’Italia ce la può fare. Alcuni recenti provvedimenti del governo Letta vanno, in tal senso, nella giusta direzione. Ne è convinto Alberto Quadrio Curzio, economista dell’Università Cattolica di Milano, esperto di scenari internazionali e di finanza. Le previsioni di uscita dalla crisi non sono ancora sufficientemente affidabili, malgrado si stiano materializzando sintomi i quali lasciano sperare che il peggio sia alle spalle. Ad esempio constatiamo come la disoccupazione non si sta fermando; sappiamo inoltre che in Italia anche nel 2013 avremo un calo del Prodotto interno lordo. Possiamo d’altronde affermare che i ritmi di peggioramento economico vanno attenuandosi e per questo possiamo dedurre che la svolta sia più vicina. Gli indicatori di fiducia delle imprese, che stanno riprogrammando gli investimenti, e dei consumatori segnano un miglioramento. Anche i tassi d’interesse sui titoli di Stato - una zavorra da 70-80 miliardi l’anno, pari a 5 punti di Pil - rimangono orientati al ribasso, nonostante le turbolenze della politica. Questo è un altro elemento favorevole. Ma alle turbolenze politiche sembra accompagnarsi una concreta azione governativa. Qualcuno ritiene che questo governo stia facendo poco o nulla: io non la penso così. Sia nel cosiddetto ‘decreto del fare’, che è ormai legge, sia nei provvedimenti assunti dal Consiglio dei ministri del 28 agosto, troviamo elementi per un rilancio economico. Non si tratta di grandi investimenti finanziari, per i quali occorrerebbero cifre di cui l’Italia non dispone; ma vi sono iniziative a mio avviso ben calibrate, tutt’altro che irrilevanti, foriere di possibili effetti positivi. Qualche esempio. Nel citato ‘decreto del fare’ sono contenuti significativi sgravi per l’edilizia, sia per le ristrutturazioni sia come ecobonus: non sono una novità, perché furono introdotti da Romano Prodi quando era premier tra il 1996 e il ’97; ma essi hanno una valenza significativa, anche per il risparmio energetico. Segnalerei poi il rilancio dei cantieri per le infrastrutture, per un valore di circa 3 miliardi, ripartiti su tutto il territorio nazionale, con interventi da attuarsi anche CONTINUA A PAGINA 4

PRIMO PIANO

La famiglia e la custodia del creato La celebrazione lo scorso 1° settembre. A PAGINA 6

SCOPERTE

Mario Maffi: la cura dell’uva Ultima puntata di “Scoperte dEstate”: siamo andati a Retorbido. LAURO PAOLETTO A PAGINA 10

BRONI/SABATO L’INAUGURAZIONE

FELTRI A PAGINA 11

ARGINE/IL RESTAURO

Riapre il Teatro Carbonetti Una nuova rinascita È lì, da sempre, al limite del paese: sentinella, madre, cuore antico che batte ancora, insieme al tempo e nonostante il tempo. E attende e chiama quella minuscola comunità che si muove sotto la croce del suo campanile, presso le sue finestre dalle vetrate lucenti che osservano, come grandi occhi gentili, il dispiegarsi della vita di paese. Parliamo della chiesa di Santa Maria Nascente di Sabato 7 settembre riaprirà a Broni lo storico teatro Carbonetti (nella foto di Argine di Bressana BottaMauro Negri la facciata restaurata). Era chiuso dal 1985. Grande attesa, rone i cui lavori di restauro quindi, per un evento che coinvolge tutta la città. Appuntamento alle 18.30 e saranno presentati sabato 7 e domenica 8 settembre. primo spettacolo alle 21.30. REZZANI A PAGINA 14

ALLE PAGINE 12 E 13


VITA DELLA DIOCESI

Giovedì 5 settembre 2013

Brusson L’estate 2013 che si è conclusa in Casa Alpina

E’ con la vita che voglio C AN T AR E

Alcuni anni fa i Righeira cantavano che l’estate sta finendo e un anno se ne va… constatiamo anche noi ora che un anno se ne sta andando veloce e l’estate della Casa Alpina, preparata, attesa e vissuta con ritmo intensissimo è finita. Ma anche questa volta Brusson, come ripete spesso il Vescovo, è stato un momento importantissimo della vita della Diocesi, grazie all’impegno dell’Azione Cattolica e di tutti coloro che rendono possibile questo faticoso e meraviglioso momento di Chiesa e di volontariato. I ricordi di chi vi ha partecipato restano certamente bellissimi e così nel presentare ai lettori de Il Popolo un assaggio di quello che abbiamo vissuto lassù, ci muoviamo non sulla nota della

malinconia e nemmeno su quella del lamento o dell’esaltazione; semplicemente su quella del grazie a tutti e a ciascuno, ognuno a modo suo attore e protagonista della bella estate 2013. A Brusson, lo diciamo sempre, s’impara ad essere grandi e responsabili, a vivere insieme nel rispetto verso gli altri e verso gli ambienti; si riesce a gioire delle cose più semplici, ma soprattutto si cerca di accrescere la propria fede, mettendosi a disposizione per ascoltare un qualche messaggio religioso. E con la vita che voglio cantare… così abbiamo gridato durante tutta l’estate e allora proviamo a riascoltare la voce gioiosa di chi è passato da Brusson. È il canto della gioia dei ragazzi per ciò

che hanno vissuto: certamente si sono divertiti, hanno avuto occasioni di amicizia e di svago ma ha anche contribuito alla loro personale crescita cristiana e spirituale. Non sono solo i brevi momenti di preghiera, la celebrazione della Messa o i lavori di gruppo, suggeriti dalle schede che danno l’impronta cristiana a Brusson, ma tutto uno stile educativo condiviso e pensato a misura di ragazzo e di giovane, a cui deve corrispondere una volontà formativa anche da parte della famiglia. Gli effetti della breve settimana in Casa Alpina saranno riusciti se lasceranno, al di là della nostalgia e della magia, qualche segno concreto nella vita dei ragazzi, soprattutto nei più grandi. È il canto dell’impegno di tutti coloro che hanno dato il loro contributo all’organizzazione e alla realizzazione dei turni (sette in tutto ai quali va aggiunto il campo giovanissimi e Adulti di Azione Cattolica). Mi riferisco ai giovani educatori, ai quali è stata affidata la non facile responsabilità dell’accompagnare i fratellini più piccoli. Spero che tutti abbiano partecipato a questa avventura con buona volontà, non solo nel dedicarsi alla cura dei ragaz-

zi, ma anche nel dare degli esempi cristianamente validi. Spero che ciascun animatore al termine del servizio possa scoprirsi migliorato e cristianamente cresciuto, pronto a servire ora nelle proprie comunità parrocchiali e nei propri oratori, con la stessa gioia e lo stesso entusiasmo. È il canto dei responsabili della conduzione della Casa dal punto di vista amministrativo e gestionale, preziose figure adulte poste accanto ai più giovani: essi portano esperienza, disponibilità e ci vogliono bene. È il canto dei sacerdoti, che hanno passato la settimana con i ragazzi al quale vogliamo unire quello del Vescovo Martino che è salito alcune volte per incontrare i ragazzi e gli educatori per incoraggiare e rincuorare. È il canto degli adulti, delle famiglie, del personale, degli ospiti di passaggio e di tutti coloro che hanno incrociato il nostro cammino: spero possano essersi accorti dello stile che ci contraddistingue. Un pensatore ha fatto questa affermazione: “lo stile è l’uomo”: da uno stile cioè, si capisce che tipo di uomo siamo e vogliamo essere. In che senso Brusson è uno stile (si potrebbe anche usare la parola Spirito di Brusson)? Sono essenzialmente tre le cose che fanno lo stile di Brusson e che coloro che sono in esso coinvolti cercano di fare proprio: comunione, servizio e gratuità. Se questi tre ingredienti entrano nel bagaglio e nel cuore di chi sale lassù… allora l’estate è davvero riuscita e la vita diventa davvero un canto… e noi non taceremo mai che lassù c’è davvero di più! Claudio Baldi

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Notizie diocesane

IL POPOLO

VENERDI’ 13 SETTEMBRE/IN CATTEDRALE

L’apertura del nuovo Anno Pastorale

Venerdì 13 settembre, alle ore 21, in Cattedrale il Vescovo Mons. Martino Canessa presiederà la solenne liturgia di apertura del nuovo Anno Pastorale. Sono invitati sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, operatori pastorali, catechisti, associazioni, gruppi e tutti i fedeli laici della Diocesi per un momento di preghiera e riflessione. Il Pastore della Diocesi presenterà il programma che accompagnerà l’attività delle nostre parrocchie e associazioni per l’anno pastorale 2013/2014. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO

Modifica al rito del Battesimo È passato praticamente sotto silenzio, ma l’ultimo provvedimento voluto da Benedetto XVI prima della sua storica rinuncia, ha stabilito una modifica al rito del battesimo. Ritoccando una formula in vigore nel rito battesimale fin dal 1969 (rimasta immutata nella “editio typica” del 1973), Benedetto XVI ha stabilito che anziché dire ai piccoli battezzandi “Con grande gioia la nostra comunità cristiana vi accoglie”, ora si dica “Con grande gioia la Chiesa di Dio vi accoglie”. A tal fine, la Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti ha pubblicato lo scorso 22 febbraio un decreto in cui viene modificata la formula latina (“Magno gaudio communitas christiana vos excipit” diventa “Magno gaudio Ecclesia Dei vos excipit”). Nel decreto, pubblicato sul bollettino del dicastero Notitiae (557-558, 1-2, 2013, pag. 54-56), si precisa che Benedetto XVI “ha benevolmente stabilito” la variazione del rito nel corso di un’udienza al cardinale prefetto Antonio Canizares Llovera il 28 gennaio 2013. Tale variazione è entrata in vigore il 31 Marzo 2013. L’introduzione della variante nelle lingue volgari sarà curata dalle rispettive conferenze episcopali.

Diario del Vescovo Il Vescovo riceve in udienza lunedì 9 settembre, mercoledì 11 e sabato 14 dalle 8.30 alle 12.30. Per eventuali comunicazioni, prendere contatto con la Segreteria Vescovile, al mattino (escluso il lunedì), tramite telefono (0131 816635 - fax 0131 816637), via mail: vescovo@diocesitortona.it. o attraverso il sito www.diocesitortona.it

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IL POPOLO

VITA DELLA CHIESA

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Giovedì 5 settembre 2013

Domenica, Piazza S. Pietro, all’Angelus Un giorno di digiuno e di preghiera per la pace in Siria e nel mondo

Papa Francesco: “Mai più la guerra” L’INVITO DEL VESCOVO MONS. CANESSA ALLA DIOCESI

Papa Francesco durante la recita dell’Angelus in piazza San Pietro a Roma domenica 1° settembre

Ferma condanna della violenza e dell’uso delle armi chimiche, ma un forte appello alla ripresa del dialogo e del negoziato. Poi l’invito a tutti, credenti e non credenti, a costruire, a partire da piazza San Pietro la sera del 7 settembre, una catena umana per la pace Anche la pace ha un costo. Ma ce n’è uno sempre inaccettabile e si chiama guerra. “Mai più la guerra” ha ripetuto domenica scorsa Papa Francesco, sulle orme di due grandi pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI che le guerre le videro da vicino. Due uomini di Chiesa che, testimoni privilegiati del “secolo breve”, subirono gli orrori della Prima e della Seconda guerra mondiale. I due primi conflitti moderni e globali che hanno preceduto la pace nel mondo, pagata col prezzo altissimo di decine di milioni di morti. Caduti sui campi di battaglia, ma anche sotto il fungo atomico di Hiroshima e Nagasaki. Per non parlare dello scandalo disumano della Shoah. E come dimenticare, poi, la guerra come “inutile strage” di Benedetto XV dinanzi al Primo conflitto mondiale? Tutto questo ci fa dire che c’è una

solida coerenza e continuità, nel pontificato di Francesco, nella difesa strenua della pace. L’intervento intenso e tempestivo di Papa Francesco rivela la solida consapevolezza della gravità della crisi siriana come crisi globale. La prima guerra globale – Dio non voglia – del nuovo Millennio. Un rischio di guerra che merita le parole severissime del Papa, forse le più taglienti di questo pontificato: “C’è un giudizio di Dio e anche della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire. Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”. E qui torna la valutazione sul costo della pace. Quel costo che certamente il dittatore di Damasco, espressione della minoranza sciita siriana, non intende assolutamente pagare perché si vedrebbe sfuggire un regno non dinastico, ereditato da un padre violento e sanguinario. Quel costo che i ribelli, musulmani sunniti come la maggioranza dei siriani, non intendono assolutamente versare dopo essersi illusi di poter chiudere i conti, presto e facilmente, con il regime satrapico di Bashar al-Assad. Quel costo che i Grandi del mondo, come le potenze dell’area, non intendono accettare perché negoziare la pace è difficile. E perché le contrapposizioni, come ricorda a tutti il Papa, sono cieche. Incapaci innanzitutto di vedere le sofferenze dei popoli e di percepire sino in fondo l’orrore per l’uso delle armi chimiche. Un salto inaccettabile e orrorifico

“Quest’oggi vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno. Dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente. È il grido della pace. Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza. Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi”

del conflitto. Dinanzi a questo rischio mortale che corre il mondo moderno, cioè di veder scivolare la polveriera mediorientale nel vortice di un conflitto difficilmente contenibile in quell’area, ecco Papa Francesco scegliere, senza incertezza, la strada dell’appello alle coscienze di chi può fermare la corsa verso le armi. E poi la sua decisione di parlare a tutti di pace, perché la pace è di tutti. È un bene incommensurabile per tutti e per i poveri in particolare. Dei cattolici come degli altri cristiani, ma anche di tutti gli uomini che credono. Così come dei non credenti. A tutti chiede di costruire, a partire da piazza San Pietro la sera del 7 settembre, una catena umana perché chi deve decidere sappia da che parte stanno i popoli. E soprattutto chiede ai credenti un atto antico, quello del digiuno che affina la sensibilità, acutizza la consapevolezza, rende più carnale la partecipazione. Ci fa essere, soprattutto noi occidentali più sazi, per un giorno più vicini a quanti manca tutto. A cominciare da quella pace nella quale noi ci siamo adagiati da quasi settant’anni, ma che in un attimo potremmo perdere a causa di una guerra nel cuore del Mediterraneo. Il Papa ci ricorda che quanto accade in Siria è anche affar nostro. E nessuno pensi, con superficialità, che il Papa non conosca bene il peso delle responsabilità e delle colpe che gravano sugli uni e sugli altri protagonisti della crisi siriana. Ma il Papa, uomo di pace, non può stare che dalla parte della pace. Ad ogni costo e con la sola arma di cui dispone: la preghiera. Perché questo è quello che tocca al Papa e ai credenti. Lui ha la forza per chiedere “alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come a un fratello e intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato”. Incontrarsi, dialogare e negoziare è ancora possibile.œ Domenico Delle Foglie

Il nostro Vescovo Mons. Martino Canessa rivolge alle parrocchie di tutta la Diocesi un caldo invito a rispondere con generosità alla richiesta di Papa Francesco a fare di sabato 7 settembre un giorno di digiuno e di preghiera per la pace in Siria e nel mondo. Il Santo Padre presiederà una veglia solenne in San Pietro dalle ore 19 alle ore 24. A Tortona, in Cattedrale, in sintonia con il Papa, a partire dalle ore 21 si terrà un momento di adorazione all’Eucarestia, di riflessione sulle parole che il Papa ha pronunciato durante l’Angelus di domenica 1° settembre e di preghiera personale. In concomitanza con quanto avviene a Roma e in Cattedrale a Tortona, le parrocchie della Diocesi si ritroveranno nelle loro chiese in preghiera.

La crisi italiana PROSEGUE DA PAGINA 1

con partenariati pubblicoprivato. Non un libro dei sogni, dunque. Resta, a questo riguardo, la preoccupazione per un utilizzo ottimale dei fondi europei, sui quali l’Italia ha spesso mostrato tante inadeguatezze. Venendo all’ultimo Consiglio dei ministri, bisognerà attendere il documento ufficiale per approfondimenti adeguati. Tuttavia qui spicca anzitutto l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, per i cui mancati introiti è stata prospettata una copertura credibile. L’Imu era certo diventata una questione politica, come si è visto, ma non solo. Si trattava infatti di un’imposta che andava ripensata e sulla quale quasi tutti nutrivano dubbi. Dal 2014 sarà sostituita dalla ‘service tax’ che non è, come è stato affermato, una gemella dell’Imu. Si tratta, così come concepita, di una tassa sui servizi indivisibili erogati ai cittadini: dunque la nettezza urbana, l’illuminazione pubblica, ipotizzo anche la polizia urbana... Il gettito andrà in buona parte ai Comuni, i quali dovranno però decidere come calibrarla a secondo delle esigenze locali. In sostanza è una forma di federalismo municipale: dunque una buona idea, purché sia ben applicata. Oltre all’Imu, il governo ha provveduto ad accelerare i pagamenti dei crediti alle imprese, per ulteriori 10 miliardi, e ha varato iniziative di social housing per

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realizzare abitazioni per chi non può acquistarle né accedere a un mutuo: si tratta di un intervento che può andare a favore delle giovani coppie, perciò un passo apprezzabile. Fra l’altro segnalo che iniziative analoghe erano già state avviate da Cassa depositi e prestiti e Fondazione Cariplo: un ottimo esempio di ‘solidarietà creativa’ che risponde al principio di sussidiarietà. Non trascurerei infine che, bene o male, sono stati trovati i fondi necessari per cassintegrati ed esodati. Resta il fatto che la pressione fiscale non viene intaccata e rimane elevatissima, gravando sulla competitività del sistema-Paese. Rimane di fondamentale importanza detassare chi produce e chi lavora. Il recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale è una battaglia da portare avanti con convinzione. Segnalo, peraltro, che esiste una delega al governo per la complessiva riforma del sistema fiscale, oggi assai complicato e oneroso. Ebbene, tale riforma va condotta con determinazione. I pericoli da superare sono: l’instabilità politica, il problema del gigantesco debito pubblico e l’incognita dei tassi d’interesse sui titoli di Stato, anch’essi legati alla stabilità e all’azione politica. Personalmente ritengo che all’Esecutivo guidato da Letta si possa dare fiducia, anche se non può essere un’apertura di credito senza valutazioni caso per caso: i governi si misurano sui risultati che sono in grado di produrre.

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IL VANGELO DELLA DOMENICA

Giovedì 5 settembre 2013

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8 Settembre - XXIII Domenica del Tempo Ordinario

IL COMMENTO AL VANGELO

“Chi non viene dietro a me non può essere mio discepolo”

Voler essere discepoli del Cristo significa avere scelto e deciso di seguirlo, significa avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della e nella nostra vita. Lo seguiamo perché lo amiamo e perché abbiamo fondato su di lui, e solo su di lui, il nostro progetto di vita. Vivremo, nonostante tutto, infedeltà ed errori quotidiani, ma non saranno questi a troncare la nostra sequela se sapremo accettarli e viverli come limite e quindi come parte della croce, fatta di grandi e piccole sofferenze, che ogni giorno ci è chiesto di portare.

Giusto dè Menabuoi (1374-1378), “I miracoli di Gesù”, Cupola del Battistero del Duomo di Padova

Lc 14,25-33 In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere

mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il

lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

IL SANTO DELLA SETTIMANA - a cura di Daniela Catalano

Santa Notburga di Eben Tra i santi che la Chiesa commemora c’è anche una santa “domestica” invocata come patrona dei contadini, delle domestiche e del riposo dal lavoro. Si tratta di Santa Notburga, vissuta nel XIV sec., che si venera il 14 settembre. Il suo culto si diffuse notevolmente in Austria, Istria, Baviera e Tirolo, dove nacque e visse. Su di lei sono state scritte numerose “Vitae” e libri di devozione ed è stata raffigurata in tante opere d’arte. Fu canonizzata da Pio IX nel 1862. Non si sono però con-

Nata in un piccolo villaggio del Tirolo, lavorò nei campi e come domestica, vivendo sempre la carità evangelica e diventando un autentico modello di vita cristiana servate fonti contemporanee sulla sua vita. Il testo più antico relativo ad essa è un pannello votivo in legno utilizzato come elemento decorativo posto sul suo luogo di sepoltura. Esso scomparve nel 1862, ma il testo che vi era contenuto fu copiato prima della sparizione. Questo testo fu trascritto in latino ed è conservato nel Museo Ferdinandeum di Innsbruck. Riporta il racconto di numerosi miracoli e prodigi verificatesi dopo la sua morte. Secondo la tradizione nacque nel 1265 a Rottenburg nel Tirolo del Nord, era una donna non sposata e nata da una famiglia di poveri contadini. All’età di diciotto anni entrò al servizio del Conte del castello di Rottenburg in qualità di cuoca ed

era solita distribuire ai poveri tutto ciò che avanzava dalla tavola dei padroni. Un giorno andò a servizio presso un contadino ad Eben, con il quale stabilì che dai vespri del sabato fino al lunedì mattina, non avrebbe lavorato per santificare degnamente la domenica. L’uomo prima accettò, poi cominciò a lamentarsi, perché riteneva questa interruzione troppo dannosa al suo lavoro agricolo. Notburga si arrabbiò e, secondo una leggenda, prese una falce, chiamò Dio a testimone del patto e lanciò l’attrezzo in aria. Questo rimase immobile nel vuoto, lasciando l’uomo allibito. Proprio questo episodio è la ragione del fatto che nell’iconografia il suo simbolo è la falce. Notburga però dopo questo fatto abbandonò il contadino e tornò a fare la cuoca al castello di Rottenburg, continuando nella sua opera caritatevole, fino alla morte, avvenuta il 14 settembre 1313.

Quando morì, i compaesani che già la ritenevano santa per la vita irreprensibile, affidarono ai buoi la sua salma. Si narra che gli animali dopo aver attraversato miracolosamente il fiume Inn, si fermarono nel paese di Eben am Achensee e il suo corpo fu sepolto nella piccola chiesa del paese che fu poi, più volte, ingrandita e abbellita, anche per diretto interessamento dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo. Nel 1718 le reliquie furono ricomposte secondo l’uso dell’epoca, rivestite con seta, oro e argento e furono esposte sull’altare maggiore in posizione verticale e lì sono tuttora. Nel Seicento, si racconta che i pellegrini erano soliti asportare un poco di terra dal cimitero di Eben, per usarla contro le malattie che colpivano uomini e animali e che avvennero molti miracoli. Nel comune di Eben am Achensee è stato aperto anche un museo dedicata a Santa Notburga, che è l’unico museo dell’Austria dedicato ad una santa. Inaugurato nel 2004, il museo mostra oggetti e testi relativi alla vita di Santa Notburga. Nel 2006 la struttura ottenne anche il premio museale “Tiroler Museumspreis”, perché è un ottimo esempio di museo moderno. La devozione si è irradiata dal Tirolo, seguendo il percorso delle Alpi, l’area slovena, in Istria, in Croazia e nel Goriziano. Piccole immagini di Notburga si inghiottivano a scopo terapeutico, secondo un uso frequente nella tradizione trentina. Addirittura pare che la sovrapposizione della Madonna al culto di S. Notburga avrebbe dato origine, non solo a livello iconografico, all’effige della “Madonna de sesule di Porzûs”, raffigurata con un falcetto in mano.

“Chi vuol essere mio discepolo, deve amarmi più di quanto ami il padre, la madre, la moglie, i figli e persino se stesso; chi vuol essere mio discepolo, porti la sua croce dietro di me”. Così disse un giorno Gesù alla folla che lo seguiva: parole drastiche, si direbbe fatte apposta per scoraggiare quanti gli andavano appresso. A differenza di tanti demagoghi in cerca di facili consensi, pronti a promettere anche la luna pur di trovare chi gli consenta di realizzare i propri piani, egli non nasconde le difficoltà che comporta l’essere suoi amici. Chi pensasse che vivere da cristiani sia una passeggiata tra prati in fiore, è avvertito: in realtà significa mettere sempre Lui al primo posto. Quando si trovasse di fronte a facili occasioni di vantaggi e soddisfazioni personali che lui non approva, quando anche gli affetti più cari risultassero incompatibili con lui, per un cristiano non c’è dubbio possibile su quale deve essere la scelta, costi quel che costi. In proposito, la storia trabocca di casi esemplari. Duemila anni costellati di martiri attestano che tanti uomini e donne hanno preferito rinunciare alla propria vita, pur di non tradirlo; tanti altri santi (per parlare di casi conosciuti; chissà quanti, poi, sono noti solo a Dio) hanno accantonato onori e ricchezze e ogni altro vantaggio offerto da questo mondo pur di restare suoi amici, talora lottando anche contro tutto e tutti. Nella normalità dei casi, ovviamente, non occorre arrivare a tanto; ma la regola resta la stessa: niente e nessuno è più importante di Gesù, e se metterlo al primo posto comporta rinunce, ecco: questa è la croce da portare. Del resto, essere cristiani è una scelta, non un obbligo, e come tutte le scelte va compiuta dopo averci ragionato, valutando i pro e i contro. Lo stesso Gesù invita a farlo, con un paio di esempi riportati anch’essi nel vangelo di questa domenica: “Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolarne la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?” Così, sottintende, chi vuole dirsi cristiano deve essere consapevole di che cosa comporta, deve valutare come si configura la sua vita, presente e futura, con o senza di lui. Senza di lui, tutto appare più facile e comodo: vivo come mi pare, spremendo da ogni giornata tutto il succo di vantaggi e piaceri che ne posso trarre, avvalendomi di quanto dispongo e servendomi degli altri per realizzare i miei intendimenti; se poi gli altri ne patiscono, che importa a me? La realtà però è spesso diversa: la mia presunta libertà mi lascia spesso insoddisfatto; le cose non vanno sempre come vorrei, e quand’anche riescono mi lasciano sempre un retrogusto amaro, talora tanto forte da portarmi alla disperazione. Con lui, invece, devo rinunciare a tante cose, devo farmi carico di chi mi sta intorno per dargli attenzione e aiuto; ma alla sera non fatico a prender sonno, perché non ho nulla di cui vergognarmi, so di avere speso la mia giornata al meglio delle mie possibilità, so che sto dando alla mia vita un senso e uno scopo, di cui un giorno raccoglierò pienamente i frutti. Senza di lui adesso, il pensiero di quel giorno semplicemente mi atterrisce; con lui sin da ora, quel giorno, il giorno senza tramonto, posso confidare di trascorrerlo sempre con lui. C’è di meglio? LE LETTURE DELLA DOMENICA

Prima Lettura Sap 9,13-18 Salmo Responsoriale Sal 89 Seconda Lettura Fm 9.b-10.12-17


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PRIMO PIANO

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Giovedì 5 settembre 2013

L’ottava Giornata per la custodia del Creato Celebrata lo scorso 1° settembre in tutta Italia È stata celebrata in tutta Italia lo scorso primo settembre l’annuale “Giornata per la custodia del Creato”. “La famiglia educa alla custodia del creato”. Questo il tema dell’edizione 2013, l’ottava, della Giornata, scelto dai componenti delle Commissioni episcopali per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e per l’ecumenismo e il dialogo. Due i riferimenti di fondo scelti dai vescovi: la 47ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che si svolgerà a Torino dal 12 al 15 settembre sul tema “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”, e la “Gaudium et Spes”, ancora attualissima a cinquant’ an-

ni dal Concilio, che al n. 52 definisce la famiglia come “una scuola di umanità più completa e più ricca”. Come guida, Papa Francesco, che ha esortato più volte, fin dall’inizio del suo pontificato, a “coltivare e custodire il creato”. La famiglia, scuola di sapienza e di custodia “La donna saggia costruisce la sua casa, quella stolta la demolisce con le proprie mani” (Pr 14,1). Questa antica massima della Scrittura vale per la casa come per il creato, che possiamo custodire e purtroppo anche demolire. Dipende da noi, dalla nostra sapienza scegliere la strada giusta. Dove imparare tutto

La famiglia educa alla custodia del creato ciò? La prima scuola di custodia e di sapienza è la famiglia. Così ha fatto Maria di Nazaret che, con mani d’amore, sapeva impastare “tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata”. Così pure Giuseppe, nella sua bottega, insegnava a Gesù ad essere realmente “il figlio del falegname”. Da Maria e Giuseppe, Gesù imparò a guardare con stupore ai gigli del campo e agli uccelli del cielo, ad ammirare quel sole che il Padre fa sorgere sui buoni e sui cattivi o la pioggia che scende sui giusti e sugli ingiusti. No alla “cultura dello scarto” Il “coltivare e custodire” non comprende solo il rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani, ha detto Papa Francesco nell’udienza generale del 5 giugno, stigmatizzando quella “cultura dello scarto” che “contagia tutti” e per la quale “la vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora - come il nascituro -, o non serve più - come l’anziano”. “Come la famiglia può diventare una scuola per la custodia del creato e la pratica di questo valore?”,

chiede il Documento preparatorio per la 47ª Settimana Sociale. Tre, nel messaggio della Cei, le “prospettive da sviluppare nelle nostre comunità: gratuità, reciprocità, riparazione del male. Lo sguardo sulle cose La gratuità è “una prospettiva che fa cambiare lo sguardo sulle cose”, e così “tutto diventa intessuto di stupore”. La famiglia, per la Chiesa italiana, “è maestra della gratuità del dono”. Si vive nella logica del dono solo se si parte dalla gratitudine verso Dio, che poi si esprime nei semplici gesti quotidiani, appresi proprio in famiglia: la preghiera a tavola prima dei pasti, la gioia della condivisione fraterna, la cura per la casa, la parsimonia nell’uso dell’acqua, la lotta contro lo spreco, l’impegno a favore del territorio. “Viviamo in un giardino, affidato alle nostre mani”, si legge nel messaggio, in cui si cita il n. 34 della “Caritas in Veritate”, in cui Benedetto XVI ricorda che la gratuità è presente nella nostra vita “in molteplici forme, spesso non riconosciute a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell’esistenza”. Scuola di reciprocità La famiglia ha una importanza decisiva nella costruzione di relazioni buone con le persone, per-

SOCIETAʼ CATTOLICA DI ASSICURAZIONE DAL 1896

ché in essa si impara il rispetto della diversità. Ogni fratello, infatti, è una persona diversa dall’altra. È in famiglia che la diversità, invece che fonte di invidia e di gelosia, può essere vista fin da piccoli come ricchezza. Già nella differenza sessuale della coppia sponsale che genera la famiglia c’è lo spazio per costruire la comunione nella reciprocità. La purificazione delle competizioni fra il maschile e il femminile fonda la vera ecologia umana. Non l’invidia allora, ma la reciprocità, l’unità nella differenza, il riconoscersi l’uno dono per l’altro. È la logica della reciprocità che costruisce il tessuto di relazioni positive. Non più avversari, ma collaboratori. In questa visione nasce quello spirito di cooperazione che si fa tessuto vitale per la custodia del creato, in quella logica preziosa che sa intrecciare sussidiarietà e solidarietà, per la costruzione del bene comune. Riparare le ferite In famiglia si impara anche a riparare il male compiuto da noi stessi e dagli altri, attraverso il perdono, la conversione, il dono di sé. Si apprende l’amore per la verità, il rispetto della legge naturale, la custodia dell’ecologia sociale e umana insieme a quella ambientale.

Si impara a condividere l’impegno a “riparare le ferite” che il nostro egoismo dominatore ha inferto alla natura e alla convivenza fraterna. Da qui, dunque, può venire un serio e tenace impegno a riparare i danni provocati dalle catastrofi naturali e a compiere scelte di pace e di rifiuto della violenza e delle sue logiche. È un impegno da condurre avanti insieme, come comunità, famiglia di famiglie. Perché i problemi di una famiglia siano condivisi dalle altre famiglie, attenti a ogni fratello in difficoltà e ogni territorio violato. Con la fantasia della carità. La sacralità della domenica Un segno forte di questa cultura, appresa in famiglia, sarà infine operare affinché venga custodita la sacralità della domenica. Anche “il profumo della domenica”, infatti, si impara in famiglia. È soprattutto nel giorno del Signore che la famiglia si fa scuola per custodire il creato. Si tratta di una frontiera decisiva, su cui siamo attesi, come famiglie che vivono scelte alternative. La preghiera fatta insieme, la lettura in famiglia della Parola di Dio, l’offerta dei sacrifici fatti con amore rendano profumate di gratuità e di fraternità vera le nostre case.

PAOLO SIMONE CALDIROLA Agenzia Generale di Tortona Largo Carabinieri d’Italia 15057 TORTONA (AL) - Tel. 0131861175

Trasformiamo il futuro in un orizzonte di obiettivi e sicurezze


Giovedì 5 settembre 2013

Concessionaria

VOGHERA V.le Martiri della Libertà, 41 Tel. 0383/41110 Fax 0383/368705

O

IL POPOLO dell’ VOGHERA - CASTEGGIO - BRONI

SS. MESSE FESTIVE: SS. MESSE FESTIVE Duomo di Voghera (tel. 43532): ore 8,30-10-11,15-21 (sabato 17.30); S. Rocco (tel. 41206): ore 8-10,30-12-18 (sabato 18); Pombio (tel. 43688): ore 8,45 (Centro Madonna di Fatima) 11-18 (sabato 18); S. Maria della Salute (tel. 41315): ore 8-10,30-18 (sabato 18); S. Pietro (tel. 41856): ore 8-10-11,15 (sabato 18); Resurrezione (tel. 44674): ore 10 (sabato 17); S. Vittore (tel. 41677): ore 10,30-18 (sabato 18); Medassino (tel. 640395): ore 811-18 (sabato 18); Santa Maria delle Grazie (tel. 47889): ore 7,30-9,30-11,30-18 (sabato 18); Oriolo (tel. 379578): ore 11; Torremenapace (tel. 646108): ore 11; Campoferro ore 11;

Ospedale (tel. 6951): ore 17; Gerlina: ore 9.

Farmacie di turno aperte dal 5 all’11 settembre 2013 Giovedì 5: Comunale 3, Via Emilia, 251 - (tel. 0383 62063) Venerdì 6: Comunale 1, Viale del Lavoro 1 - (tel. 0383 642135) Sabato 7: Gandini, Via Emilia, 41 - (tel. 0383 41425) Domenica 8: Gregotti, Piazza Duomo, 16 - (tel. 0383 41427) Lunedì 9: Gazzaniga, P.tta Garibaldi, 17 - (tel. 0383 43104) Martedì 10: Comunale 2, V.le Repubblica, 51 - (tel. 0383 40436) Mercoledì 11: Callegari, Via Grattoni, 6 - (tel. 0383 43573)

LTREPO’

STRADELLA - VALLE STAFFORA Edicole aperte domenica 8 settembre 2013 (Turno B): Bettaglio, via C. Emanuele; Bertora, via Verdi; Dematteis, via Emilia 23; Ferlini; via Rosselli; Rota viale Repubblica; Mingrone corso XXVII Marzo; Salvagnin, via Lomellina; Ravaglia, piazza san Bovo; La Notizia di Sala, via Don Minzoni; Tres via Grattoni; Zolla via Cavour; Mossolani, via Cattaneo; Cartolandia strada Valle. Distributori aperti domenica 8 settembre 2013 (Turno B): ERG, via Tortona 66; SHELL, p.le Quarleri 5; SHELL, via Zanardi 106.

Stradella Sarà inaugurato dal sindaco domani alle ore 18.30

CODEVILLA/FESTE PATRONALI

In città nasce il primo infopoint

Le due comunità parrocchiali nel segno di tradizione e fede

STRADELLA - Un luogo che fornisce informazioni, ma diffonde anche cultura del territorio: questa l’identità dell’InfoPoint di Stradella, che sarà inaugurato venerdì 6 settembre alle ore 18.30 alla presenza del sindaco Pierangelo Lombardi. La sua sede è la Stazione Ferroviaria, per l’esattezza l’ex biglietteria e le sale adiacenti. Le novità dell’InfoPoint di Stradella: la strumentazione tecnologica e l’impostazione dei contenuti, mirati all’approfondimento e alla diffusione della conoscenza del “brand - Oltrepò”. La strumentazione comprende quattro totem touchscreen multimediali, dotati di campane sonore per un ascolto protetto e differenziato. I totem, predisposti alla connessione con molteplici periferiche, sono facilmente trasportabili anche in altre sedi quali fiere, esposizioni ed eventi. Il si-

stema strumentale è completato da attrezzature per videoriprese, anch’esse mobili. I contenuti: il materiale inserito nella comunicazione InfoPoint (sito Internet dedicato www.infopoint-stradella.it e approfondimenti e mostre virtuali consultabili in sede) è il risultato di ricerche e apporti di esperti di vari settori, che hanno messo a disposizione esperienze, testimonianze e saperi attraverso

testi scritti, videointerviste, immagini. Caratteristica di tali contributi è la sua dinamicità: l’InfoPoint è stato pensato come luogo e occasione aperta, implementabile e pronta a captare e divulgare nuove tematiche di carattere o ricaduta territoriale. Punto di partenza per “navigare” il sito InfoPoint è la mappa interattiva del territorio che attualmente ha come focus 17 Comuni (Stradella, Ruino, Canevino, Volpara, Golferenzo, Montecalvo Versiggia, Santa Maria della Versa, Montescano, Canneto Pavese, Castana, Montù Beccaria, Arena Po, Portalbera, Zenevredo, Bosnasco, San Damiano al Colle, Rovescala), un focus però già ampliato per alcuni contenuti di contesto a tutto l’Oltrepò Pavese. Attraverso vari tags e sezioni, si dipanano percorsi tematici che comprendono enogastronomia, monumenti, ambiente, ecologie, beni immateriali, tradizioni, Musei e mostre. L’InfoPoint di Stradella è inserito nel progetto “Stazioni in comune”, destinato alla riqualificazione delle stazioni ferroviarie. Il progetto coinvolge Rete Ferroviaria Italiana, Regione Lombardia, Anci Lombardia e, nello specifico, il Comune di Stradella. Le risorse per la sua realizzazione derivano dal “Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali. PSR 2007 - 2013 Direzione Generale Agricoltura” Asse 4 Leader - PSL Gal Alto Oltrepò Misura 313 “Incentivazione delle attività turistiche” con il cofinanziamento del Comune di Stradella. m.t.

SALICE TERME - Alle Terme President

Triplicate le presenze SALICE TERME - Triplicate rispetto al 2012 le presenze nello stabilimento delle Terme President di Salice Terme. La stagione estiva per la struttura guidata dall’amministratore unico Sandro Moro ha visto una maggiore presenza di termalisti che sono arrivati dalle province di Pavia, Alessandria e Milano per affrontare cicli di inalazioni, fanghi e idromassaggi. Grazie all’acquisto di un pulmino, che la struttura mette a disposizione dei comuni con-

venzionati, sono incrementati i servizi di trasporto verso lo stabilimento termale. Durante tutta la stagione estiva sono stati numerosi i clienti arrivati tramite l’Inps. Inoltre, nel periodo che va da settembre a ottobre arriveranno anche pullman di termalisti da Pavia, Garlasco, Siziano, Ferrera Erbognone, Mortara, Casteggio. Tra ottobre e novembre saranno invece organizzati alcuni cicli di cure termali con i residenti della Comunità Montana l’Oltrepò Pavese.

Celebrazione della S. Messa alla Madonna di Montù

CODEVILLA - Un agosto di festeggiamenti, come ogni anno, quello appena trascorso nelle parrocchie di Codevilla e Mondondone. Le comunità hanno infatti ricordato i loro santi patroni: San Bernardo, a Codevilla il 20 agosto, e San Bartolomeo, a Mondondone il giorno 24. Il parroco, don Michele Chiapuzzi, ha proposto ad entrambe le comunità un triduo di preparazione nei giorni precedenti le liete ricorrenze; il Vescovo, mons. Martino Canessa, ha preso parte alle celebrazioni officiando la Santa Messa di venerdì 23 agosto, vigilia di San Bartolomeo. Sua Eccellenza ormai da diversi anni partecipa alla gioia della comunità di Mondondone in questa occasione, che vede tornare nella chiesa del paese natale anche molti nativi del luogo emigrati altrove nel corso degli anni, e che mantengono vivo il legame con le tradizioni apprese dai propri genitori. Presente alla funzione del

24 agosto il Vicario Generale mons. Pier Giorgio Pruzzi, originario proprio della parrocchia di Mondondone, il quale aveva già celebrato per i suoi concittadini pochi giorni prima, presso l’oratorio campestre della Madonna di Montù, dove si svolge la tradizionale festa il 15 di agosto. Una cappella particolarmente cara non solo ai mondondonesi, ma anche ai parrocchiani di Retorbido, Codevilla, Sant’Antonino e Murisasco, che quest’anno sono accorsi in numero davvero notevole, portando con sé come ha sottolineato monsignor Pruzzi - un discreto numero di bambini e ragazzi, dimostrando così il desiderio di trasmettere ai più giovani il culto di Maria. Anche i più anziani hanno potuto raggiungere senza difficoltà il luogo della celebrazione, grazie alla vettura messa a disposizione dal gruppo volontari della Protezione Civile di Codevilla.


IL POPOLO

VOGHERA E OLTREPO’

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Voghera La domanda deve essere inoltrata entro il 30 settembre

I voucher per le famiglie bisognose

VOGHERA - Il Piano di Zona del Distretto di Voghera ha approvato l’avvio degli interventi finanziati dal Fondo per la Politiche della famiglia: il voucher per le famiglie con bambini da o a 3 anni frequentanti unità d’offerta per la prima infanzia accreditate e il voucher a sostegno delle famiglie con figli da 0 a 13 anni. Il voucher alle famiglie con bambini da 0 a 3 anni iscritti presso le strutture pubbliche o private accreditate è finalizzato all’acquisto-fruizione di prestazioni socio educative. L’assegnazione del voucher è determinata dalla posizione occupata in graduatoria e dalla disponibi-

lità del budget, la durata del voucher è stabilita in massimo 10 mensilità in relazione alla effettiva frequenza mentre l’entità del voucher è pari al 30% della retta mensile e comunque non superiore a 160 euro mensili. Il voucher a sostegno delle famiglie con figli da 0 a 13 anni è finalizzato a sostenere le pari opportunità di accesso ai servizi integrativi per bambini, per attività sportive, ricreative, culturali e del tempo libero, servizi di trasporto ed accompagnamento, servizi per l’assistenza con particolare attenzione al minore disabile. L’assegnazione del voucher è deter-

minata dalla posizione occupata in graduatoria e dalla disponibilità del budget, l’entità del voucher è stabilita fino a un massimo di 500 euro annui. Possono beneficiare dei voucher le famiglie in possesso di attestazione Isee inferiore a 20 mila euroresidenti nei Comuni di Bagnaria, Bastida de’ Dossi, Brallo di Pregola, Casei Gerola, Cecima, Codevilla, Corana, Cornale, Godiasco, Menconico, Montesegale, Ponte Nizza, Retorbido, Rivanazzano Terme, Rocca Susella, Romagnese, Santa Margherita Staffora, Silvano Pietra, Torrazza Coste, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Voghera e Zavattarello. La domande possono essere presentate dal 2 al 30 Settembre 2013 presso l’Ufficio di Piano del Distretto, Comune di Voghera, Settore Servizi Sociali e Istruzione o presso il Comune di residenza. Alla domanda deve essere allegata l’attestazione Isee e la certificazione dell’invalidità, se presente. Per maggiori informazioni: Comune di Voghera Ufficio di Piano (tel. 0383/336478; fax 0383/336482 pianidizona@comune.voghera.pv.it). Giovanna Cavanna

BRONI - Presenti i sacerdoti che nel 2013 hanno celebrato il 50esimo di ordinazione

Molti fedeli per la patronale di San Contardo

BRONI - Feste all’insegna del bel tempo e di una larga partecipazione di fedeli. Stiamo parlando delle celebrazioni che Broni ha dedicato anche quest’anno al suo patrono San Contardo d’Este. Da lunedì 26 agosto si è tenuto il tradizionale “settenario” di preparazione con la partecipazione dei sacerdoti diocesani che nel 2013 hanno celebrato il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale: don Tonino Moroni, don Gianni

Rovelli e don Luigi Massari. Si è trattato di un bel momento di festa e di preghiera comunitaria. Il settenario ha pure visto la presenza del sacerdote novello don Emanuele Tizzoni. Nella giornata di sabato 31 agosto, festa liturgica del Santo, il momento più significativo è stata la celebrazione serale della Santa Messa seguita dalla processione al Monte di San Contardo. L’Eucaristia, in una basilica gremita, è stata presieduta

dal Vescovo Mons. Martino Canessa che anche quest’anno non ha voluto mancare alle feste patronali di Broni. Nell’omelia il Pastore diocesano ha rivolto ai presenti un’intensa riflessione sull’umiltà, commentando il Vangelo e ispirandosi ad alcuni “esempi” di atteggiamento umile, di ascolto del Signore e di servizio ai fratelli, prima su tutti la Vergine Maria, per finire proprio con San Contardo che, scegliendo di lasciare gli agi della sua casata, si è fatto pellegrino umile e docile alla chiamata del Signore. Dopo la Messa la fiaccolata: in tantissimi si sono messi in cammino e hanno pregato lungo la ripida strada che conduce alla cappelletta in cima al Monte di San Contardo. Qui, in una serata limpida e fresca, è giunto anche il Vescovo che di nuovo ha rivolto la sua parola chiara e profonda ai pellegrini, in particolare sul significato del

camminare pregando. Mons. Canessa, affiancato dall’Arciprete di Broni don Mario Bonati, ha infine benedetto il nuovo impianto di illuminazione e di video sorveglianza del Monte. Si tratta di un impianto a basso impatto ambientale e ridotti consumi con lampade a led e con quindici telecamere ad alta risoluzione poste lungo tutto il percorso e attive 24 ore su 24. La nuova illuminazione è molto suggestiva e rende ben visibile il Monte anche da molto lontano. Le feste patronali si sono concluse lunedì 2 settembre con la celebrazione per tutti i defunti della parrocchia cui hanno partecipato i sacerdoti del vicariato e che è stata presieduta da padre Mario Maffioletti, parroco di Bassano di Rivergaro, piccolo borgo nel piacentino che come Broni venera San Contardo come patrono. m.r.

LUNGAVILLA - Con la collaborazione di Chitarrorchestra e il Corpo Musicale Città di Voghera

Nuovi corsi di musica organizzati in parrocchia LUNGAVILLA - Con l’avvio del nuovo anno scolastico per tanti giovani è il momento di scegliere anche le attività dedicate al tempo libero: la Parrocchia di Lungavilla, guidata da Don Cesare De Paoli, in collaborazione con Chitarrorchestra Città di Voghera, diretta dal mae-

stro Giancarlo Boffelli, e il Corpo Musicale Città di Voghera diretto dal maestro Franco Garbarini, organizza corsi musicali per chi intende avvicinarsi al mondo delle sette note. Fra le tante proposte ci sono lezioni per imparare a suonare la chitarra elettrica, a plettro ed elettrica,

ma anche il basso elettrico, la batteria e gli strumenti a fiato, con possibilità di avere anche uno strumento in dotazione. I corsi, aperti a tutti, svolgono i programmi didattici stabiliti dal “Centro Accademico Musicale Italiano”. Le lezioni si terranno da fine settembre presso

l’Auditorium Casa del Giovane di Lungavilla. Alla fine di ogni anno scolastico, poi, si terranno una sessione di esame ed una serata musicale in cui i partecipanti ai corsi potranno esibirsi di fronte al pubblico, in una sorta di saggio. a.b.

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Giovedì 5 settembre 2013 CANNETO/A MONTEVENEROSO

E’ stato ricollocato il crocifisso

CANNETO PAVESE Domenica 1° settembre, sul far della sera, la piccola comunità di Monteveneroso, frazione di Canneto, in occasione della festa patronale ha avuto il piacere di avere la presenza del Vescovo. Numerosa la partecipazione dei fedeli, provenienti in parte anche dai paesi vicini, tanto che la chiesetta non è stata in grado di accoglierli tutti al suo interno. La gente vi è stata richiamata, oltre che dalla visita del pastore della diocesi, anche dalla singolare iniziativa dei montevenerosini, che hanno voluto riposizionare una croce di legno laddove era esistita sino a circa settanta anni fa. Erano presenti pure i tre sindaci dell’unione dei comuni di Prima Collina, Canneto Pavese, Castana, Montescano e due cavalieri dell’ordine del Santo Sepolcro. Mons. Canessa ha concelebrato la messa solenne con il parroco di Canneto, don Fabrizio Pessina, e con quelli di Castana e Montescano. All’omelia il Vescovo, nel chiarire il significato del Vangelo del giorno, si è particolarmente soffermato sul concetto di umiltà, che deve guidare la nostra vita di cristiani, facendoci comprendere i nostri limiti umani, anche nella

conoscenza in campo religioso, facendoci accettare la volontà di Dio e aiutandoci a ringraziare il Signore dei doni che ci ha dato, compresa la fede. Al termine della Messa è stata recitata una preghiera in comune di invocazione al patrono, S. Siro, e infine il coro parrocchiale ha voluto omaggiare il Vescovo con un canto appositamente preparato. È poi seguito in salita il lungo, silenzioso corteo, a piedi, fra canti e preghiere, sino alla località Croce, luogo di collocazione dell’artistico crocifisso ligneo, realizzato dallo scultore locale Marco Piovani. Qui ha avuto luogo la benedizione dell’opera e il ringraziamento a tutti quelli che l’hanno resa possibile, la popolazione di Monteveneroso in primo luogo, che Mons. Canessa ha elogiato per aver voluto questo simbolo della nostra fede accanto a un crocevia di strade, punto di passaggio e dove si intrecciano i confini territoriali di parrocchie e dei tre comuni che compongono l’unione di Prima Collina. Un successivo momento di convivialità ha concluso la serata che sicuramente resterà nel ricordo di tanti.

BRALLO/L’EVENTO

Maschere e carri sfilano in paese BRALLO DI PREGOLA - La sesta edizione di “B(r)allo in maschera”, festa organizzata al Passo del Brallo, è stata un grande successo, che ha reso orgogliosi gli organizzatori: il Circolo Anspi “La pineta” e il gruppo Alpini del Brallo. C’erano un centinaio di maschere, due carri, uno rappresentante “Le meraviglie del prato” costituito dal gruppo di Cortevezzo, e l’altro “Il fantabosco” preparato dal gruppo di Someglio. “Tra le maschere e gruppi ricordiamo anchela presenza del “Gnam Gnam style” dei bimbi del Grest di Brallo, le ballerine, i con-

Restauri, antichità, perizie e catalogazioni. Concessionari di zona per la ditta Puccini, costruttori e restauratori di organi a trasmissione meccanica. Preventivi gratuiti.

tadini di Feligara e la nonna con le sue nipotine. spiegano gli organizzatori del circolo Anspi - Non potevano mancare Lady Gaga, il Pirata dei Caraibi, la statua, l’infortunata, la strega, la sposa, le farfalline, il pagliaccio e il terrorista”. L’affluenza è stata numerosa. Le maschere si sono ritrovate nella piazza del municipio e, dopo una sfilata per le vie del paese, si sono riunite e hanno ballato sulle note di dj Doc della storica discoteca “Il Giardinetto” sotto lo sguardo divertito di tantissimi villeggianti. Mattia Tanzi


Giovedì 5 settembre 2013

VOGHERA E OLTREPO’

Varzi Dalla Regione sono stati stanziati contributi a fondo perduto

Aiuti alle aziende di montagna

VARZI - Quella dell’Oltrepò Pavese è stata in graduatoria la seconda comunità Montana di Lombardia a beneficiare del finanziamento più alto sulle misure a sostegno dell’agricoltura in montagna. Davanti all’ente diretto dal presidente Bruno Tagliani che ha ottenuto 183 mila euro c’è solamente la Val Camonica che ha ricevuto dalla Regione contributi per 255 mila euro. Questo stanziamento consentirà a 79 aziende (alcune dirette da giovani), che con sacrificio ed impegno hanno

deciso di rimanere sul territorio, di poter fare dei piccoli ma fondamentali investimenti. Il contributo a fondo perduto, che è stato stanziato su investimenti o acquisti il cui importo massimo non deve superare i 30 mila euro, consiste nel 45% per i giovani agricoltori e nel 35% per tutti gli altri. Il contributo servirà alle piccole e medie aziende delle valli Staffora, Tidone, Ardivestra, Coppa e Nizza a realizzare o adeguare fabbricati produttivi (stalle, portici, ricovero attrezzi ecc…), acquistare impianti e at-

trezzature per le attività di trasformazione, conservazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, acquistare attrezzature per la modernizzazione delle stalle, adeguare e modernizzare il parco macchine (esclusi i trattori) e a realizzare opere di miglioramento fondiario. “Siamo orgogliosi di aver ottenuto il secondo contributo più alto della Regione Lombardia che ringraziamo per la sensibilità dimostrata verso le nostre piccole aziende agricole. Parliamo di realtà che rappresentano un tessuto imprenditoriale fondamentale che da una parte valorizza i prodotti e dall’altra assume un ruolo primario nella conservazione del valore ambientale. – spiega il presidente Bruno Tagliani – Sommando le economie realizzate negli anni precedenti alla quota di finanziamento regionale spettante al nostro ente si potranno finanziare la stragrande maggioranza degli aventi diritto”. Entro il mese di settembre gli uffici preposti della Comunità Montana provvederanno ad emettere i decreti di finanziamento a favore delle aziende agricole beneficiarie che hanno presentato istanza di contributo nel 2012. Mattia Tanzi

TENDENZE - Da Varzi al Brallo, da Val di Nizza a Fortunago un agosto da incorniciare

Stagione turistica positiva per gli agriturismi VARZI - Tasse che spun- va e paragonabile a quella continui così fino a settano come funghi, stipendi del 2012 – spiega Debora tembre”. Anche nel comusempre più magri e ora la Draghi dell’Agriturismo la ne di Fortunago, inserito paura dell’annunciato e or- Sorgente di Varzi. – Sia- nei circuito dei Borghi più mai operativo redditome- mo stati solo penalizzati Belli d’Italia gli agrituritro hanno costretto tante dal maltempo all’inizio smi hanno tenuto nonofamiglie a ridurre, se non dell’estate. Da noi sono stante la crisi. “Abbiamo addirittura rinunciare, alle aumentate le presenza in avuto qualche presenza in vacanze estive. Secondo i occasione di pranza e cena meno per quanto riguarda dati ufficiali divulgati in mentre si è registrata una la ristorazione ma sono auquesti giorni quasi la metà diminuzione per quanto ri- mentati rispetto all’anno scorso i soggiorni. – dice degli italiani è rimasta a guarda il pernottamento. casa lasciando in cantina Negli anni scorsi i turisti il titolare dell’agriturismo asciugamani, costumi e che provengono da Monza, Il Melo Rosso di Fortunapinne nella speranza di po- Erba, Milano, Como e go Paolo Spina – C’è stata ter vedere il mare magari a Bergamo soggiornavano una buona affluenza di settembre, quando i costi per quindici giorni. Ora al clienti stranieri provenienmassimo si fermano una ti dall’Olanda, Germania e saranno più accessibili. Questa crisi non ha però settimana”. Ha tenuto ri- Francia”. La necessità deldanneggiato tutti gli ope- spetto all’anno scorso an- le famiglie di ottimizzare ratori turistici. Infatti, gli che l’agriturismo Ca’ de il rapporto qualità-prezzo agriturismi situati non Monte di Cecima frequen- anche in vacanza ha pertroppo distante dalle gran- tato da turisti tortonesi, messo agli agriturismi di di città hanno tenuto e la- alessandrini, milanesi e soffrire di meno il crollo vorato a pieno regime nel pavese. “Le presenze sono della stagione turistica. mese di luglio e nella pri- simili a quelle dell’estate Nelle strutture ricettive 2012. – spiega il titolare agricole i listini sono stati ma quindicina di agosto. Nelle valli Staffora, Tido- Giorgio Bodratti – I nostri infatti sostanzialmente inne, Ardivestra, Coppa e clienti hanno preferito variati sull’anno scorso ed Nizza i titolari dei centri soggiornare nei week end è aumentata l’offerta di agrituristici non si possono e a Ferragosto abbiamo pacchetti personalizzati. “Il buon rapporto qualitàavuto il tutto esaurito. di certo lamentare. “La stagione è stata positi- Speriamo che la stagione prezzo fa la differenza soVOLONTARIATO - Domenica 8 settembre festa con la banda

prattutto in questi anni di crisi. – dice Andrea Gerboni, titolare dell’agriturismo Sulla Via del Sal” situato ai Piani del Lesima nel comune del Brallo – La stagione è stata condizionata all’inizio da maltempo ma nel mese di agosto abbiamo lavorato. Quest’anno abbiamo avuto un aumento dei soggiorni nei fine settimana e in occasione del pranzo di Ferragosto avevamo i tavoli pieni”. Nell’agriturismo Cascina Serzego di Val di Nizza il mese di luglio è stato inferiore dal punto di vista degli incassi rispetto alla scorsa stagione ma in agosto la struttura ricettiva ha vissuto il miglio periodo di sempre. “Negli agriturismi si riesce ancora a mangiare bene a prezzi contenuti. – spiega il titolare Christian Romagnese – Nei quindi giorni di agosto abbiamo avuto tantissimi turisti da Pavia, Voghera e Milano”.

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In Breve

IL POPOLO

S. MARIA DELLA VERSA/EVENTI

Omaggio ai Nomadi Domenica 8 settembre (orario 10/19) presso l’Azienda Agrituristica “Cà Versa” situata nelle splendide colline di Santa Maria della Versa ospiterà una serie di eventi dedicati al longevo gruppo musicale dei Nomadi che quest’anno festeggia i 50 anni di attività. Per l’occasione sono stati contattati due tortonesi esperti in materia: Alessio Marino, direttore della Beat Boutique 67, che allestirà un’ampia mostra di memorabilia anni 60/70 (dischi, manifesti, spartiti, foto, riviste, documenti ed altro materiale d’epoca) e a far da colonna sonora ci sarà l’esibizione di Camillo Campora, voce della cover band tortonese “Il paese delle favole” che allieterà la giornata con le hit musicali di Augusto Daolio e soci. Ma il vero ospite speciale sarà Bila Copellini, lo storico prima batterista dei Nomadi (dal ’64 al ’69) che interverrà per presentare il suo nuovo libro “Bila Nomade” dedicato alla sua esperienza con il gruppo, firmerà autografi e si intratterrà a parlare con i fan del gruppo che interverranno.

BRALLO/CULTURA

Premiati i racconti di montagna Sabato 7 settembre si terranno alle ore 15 nel Park Hotel Olimpia di Pregola frazione del Brallo le premiazioni del “2° Concorso Letterario Ponti Arte 2013” sul tema “Racconto breve di montagna”. L’evento culturale è stato promosso dalla Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, dal Circolo Ponti Arte di Brallo, dalla Provincia di Pavia, dalla Pro Loco del Brallo in collaborazione con l’associazione culturale Spino Fiorito. La partecipazione al concorso è stata gratuita e la competizione letteraria è stata suddivisa in due categorie. Nella prima hanno partecipato ragazzi tra i 14 e 18 anni mentre nella seconda persone oltre i 19 anni. I testi inediti massimo di 10 cartelle sono stati inviati entro il 30 giugno alla sede dell’associazione culturale Varzi Viva. Le opere verranno esaminate da una giuria di esperti. Il programma della giornata prevede il saluto delle autorità seguito dalla premiazione dei vincitori (tre premi per categoria). Successivamente Sara Sacchi leggerà i brani che si sono aggiudicati il podio accompagnata dalla fisarmonica. L’evento terminerà con un brindisi finale allietato dalle musiche eseguite con la fisarmonica da Flavio Rossi. S. MARGHERITA DI STAFF./INAUGURAZIONI

Nasce il Museo del Salumiere Sarà inaugurato sabato 7 settembre a Casanova Destra frazione di Santa Margherita di Staffora il primo museo del salumiere della Provincia di Pavia. La cerimonia dei nuovi spazi museali intitolati “Davide Dedomenici 1909” si terrà alle ore 14.30 alla presenza del presidente della Comunità Montana Bruno Tagliani, del sindaco di Santa Mrgherita di Staffora Piero Brignoli e di numerosi sindaci e amministratori dei comuni limitrofi. L’iniziativa privata è stata voluta dallo storico salumiere Angelo Dedomenici che ha ottenuto il patrocinio di Comune ed del’ente montano. Il museo sorgerà a fianco del salumificio e sarà suddiviso in 3 locali. “Nel primo – spiega Angelo Dedomenici – saranno esposti vecchi documenti, foto e manifesti mentre il secondo ospiterà la ricostruzione di un negozio del salumiere anni ’30”. Infine. nel terzo spazio si potranno ammirare la cantina con salumi ed attrezzi e macchinari utilizzati dai salumieri. Il museo sarà aperto alle scuole, ai turisti e a collaborazioni con tutte le associazioni presenti sul territorio montano. La giornata, che terminerà con una degustazione di salumi, sarà allietata dalla presenza del Coro della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese diretto dal maestro Eraldo Pedemonte.

40 anni per la Cri di Casteggio

ACAOP S.p.A.

CASTEGGIO - Festeggiare 40 anni di vita per un Comitato Locale di Croce Rossa è un grande traguardo: per questo a Casteggio i volontari hanno pensato di dare vita ad una giornata di festa, domenica 8 settembre, alla quale invitare tutta la popolazione, oltre ai colleghi del territorio, alle autorità locali. Il programma prevede il ritrovo presso la sede di via Pisani 1 alle ore 10. A seguire la partenza del corteo, accompagnato dalla banda Cetra d’Oro di Casteggio, per raggiungere la chiesa di S. Pietro Martire al Pistornile: qui alle 11.15 sarà celebrata la S. Messa con i canti del Coro “Amici della Montagna”, altro gruppo storico per la cittadina oltrepadana. Sul sagrato, alle 12.15, sono previsti il saluto del presidente, la benedizione della nuova ambulanza e a seguire il rinfresco presso l’oratorio S. Pietro. Nel pomeriggio, dalle

Via Nazionale, 53 - STRADELLA GESTORE DEL SERVIZIO D’ACQUEDOTTO IN 49 COMUNI DELLA PROVINCIA DI PAVIA Tel.0385.249311/Fax 0385.43978 E-mail: acaop.spa@acaop.it 15.30, la parata dalla sede fino a piazza Cavour, dove si esibirà il “Gruppo Sbandieratori e Musici del Rione Cattedrale di Asti”. Va ricordato anche che i festeggiamenti per il 40esimo della C.R.I. di Casteggio sono iniziati martedì 27 agosto a Casatisma, con una serata organizzata in collaborazione con la locale Pro Loco, che ha visto come protagonista l’orchestra di Franco Bagutti.

Segnalazione guasti: tel. 0385.49993 (orario d’ufficio) n°verde 800.413238 (fuori orario d’ufficio e giorni festivi) Sportello Telefonico ACAOP al n° 0385.49290 dalle ore 14.30 alle ore 16.30 dal lunedì al venerdì l’utente può effettuare le normali pratiche contrattuali senza recarsi presso gli uffici


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Vita della Chiesa E’ nunzio apostolico in Venezuela, vicentino di origine, ha 58 anni

Mons. Pietro Parolin nuovo Segretario di Stato È il nunzio apostolico in Venezuela l’arcivescovo Pietro Parolin, 58 anni, vicentino di origine, il nuovo segretario di Stato scelto da Papa Francesco e di cui è stato dato l’annuncio ufficiale sabato 31 agosto. Sostituisce nell’impegnativo compito il cardinale Tarcisio Bertone che ha ricoperto l’incarico dal 2006. La lunga esperienza di Parolin nella carriera diplomatica (è nel servizio diplomatico della Santa Sede da quasi 30 anni) garantisce al nuovo segretario di Stato una conoscenza diretta di molte delle situazioni più delicate che stanno a cuore alla Chiesa e a Papa Francesco. Nel suo servizio si è occupato, tra l’altro, di Cina e di altri Paesi orientali, di Nigeria e di Messico, di rapporti con Israele fino al Venezuela di Chávez dimostrando sempre una grande capacità umana e pastorale, oltre che una grande preparazione. In questi anni ha avuto modo di conoscere bene Papa Bergoglio, tanto che questi lo ha chiamato accanto a sé per questo importantissimo

compito. Quando è stato dato l’annuncio della notizia nella diocesi di Vicenza, Chiesa natale di monsignor Parolin, molte campane hanno suonato a festa. La diocesi berica ha salutato con grande gioia la notizia della nomina di un sacerdote vicentino a segretario di Stato, soprattutto per la stima e l’affetto di

cui monsignor Pietro Parolin ha sempre goduto da parte del clero e dei fedeli. Il vescovo di Vicenza monsignor Beniamino Pizziol ha subito inviato una lettera gratulatoria a monsignor Parolin (che ha sempre mantenuto il legame con la propria comunità parrocchiale di origine di Longa di

Schiavon e con la diocesi berica) manifestando la gioia della Chiesa vicentina per questa nomina che ritiene un “onore” per tutta la diocesi. Il vescovo ha assicurato al confratello la vicinanza e la preghiera per il delicatissimo incarico che gli è stato affidato. Monsignor Pizziol ha ricordato i molti incontri con monsignor Parolin e come di lui abbia sempre apprezzato l’affabilità, la semplicità e la competenza per cui è sempre stato conosciuto e stimato e che tanto lo avvicinano allo stile pastorale di Papa Francesco. Monsignor Pietro Parolin, il più giovane segretario di Stato dai tempi di Eugenio Pacelli che lo divenne nel 1930 quando non aveva ancora 54 anni, assume questa responsabilità in un momento particolarmente delicato per la Chiesa, per l’Italia e per il mondo. E sono significative, a tale proposito, le parole con cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha salutato la nomina di Parolin. “Sono certo che grazie alla Sua

presenza al vertice della Segreteria di Stato, le nostre relazioni continueranno ad arricchirsi di nuovi contenuti e la nostra collaborazione a difesa della pace e della giustizia nei diversi scenari internazionali potrà ulteriormente consolidarsi”. La dimensione dell’universalità della Chiesa che l’elezione di Papa Francesco ha, se possibile, accentuato, andrà curata e accompagnata in modo semplice ma al contempo autorevole. La Chiesa ha oggi, forse più di ieri, una grande responsabilità nel contribuire a sviluppare rapporti positivi tra gli Stati e a dire parole e a porre segni di pace in molte zone del pianeta lacerate da conflitti e guerre a cominciare dall’area del Mediterraneo. In questa prospettiva la grande preparazione diplomatica coniugata con la sensibilità pastorale che ha sempre mantenuto saranno utilissime a monsignor Parolin. Lauro Paoletto, direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)

Città della Pieve Nativa di Codevilla, è entrata nel monastero delle Sorelle Povere di Santa Chiara

La professione solenne di Suor Barbara Agnese

A Città della Pieve, festa grande nel monastero delle Clarisse di S. Lucia, dove il 9 agosto si è svolto il rito della Professione solenne nell’ordine delle Sorelle Povere di S. Chiara di Suor Barbara Agnese Moroni. A rappresentare il Vescovo di Tortona c’era il Vicario Monsignor Pier Giorgio Pruzzi, compaesano di Suor Barbara, e dalla nostra Diocesi e in particolare da Codevilla, paese dove Barbara è nata, un pullman pieno di amici e parenti si è recato là per festeggiarla. La Celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, Mons. Gualtiero Bassetti, che ha apprezzato la presenza dell’autorità civile nella persona del sin-

daco di Codevilla Paolo Marchesotti. Particolarmente commosso appariva don Michele Chiapuzzi, parroco di Codevilla, che ha seguito il cammino di Barbara e concelebrava insieme a quindici sacerdoti. Quando il Signore chiama alla vita consacrata, come quando nasce un bambino, è sempre una grande gioia, un grande dono per tutti, segno che il Signore, buono e misericordioso, non si è ancora stancato dei peccati degli uomini e vuole accrescere la santità della Chiesa. In quel giorno anche la liturgia della Parola (nella prima lettura tratta dal libro del profeta Osea 2,14, nel salmo 62, nella lettera di san Pietro apostolo 1,3 -9 e nel Vangelo secondo Matteo 25,1-13) sembrava voler benedire l’evento, vincendo le perplessità di quanti ancora si fossero mostrati titubanti di fronte a una scelta così generosa e de-

LE NOSTRE SEDI:

finitiva, perché si avvertiva la presenza dello Spirito Santo che dona la perseveranza e la capacità di realizzare quanto chiede. Suor Barbara ha risposto con coraggio, facendo sue le parole del salmo 18: “Ti amo, Signore, mia forza…”. Il Vescovo ha iniziato l’omelia augurandole di poter vivere in pienezza la gioia della sua vita trasfigurata dal dono della sua vocazione di sposa di Cristo, nella fedeltà e nella contemplazione del Suo Volto, ma anche ben presente nelle periferie di cui parla Papa Francesco, per aiutare con la preghiera coloro che non conoscono l’amore di Dio. Ha invitato ad una scelta corale, di tutti i presenti che sono Corpo di Cristo nella vocazione in cui sono costituiti : “O si cresce insieme, come fratelli, o non cresce nessuno…”. Ha poi esortato a vivere la vigilanza, perché la fedeltà non si

Servizi CISL

improvvisa, bisogna tenere accesa la lampada della fede e la fiamma dell’amore; l’olio deve essere il nostro, quello della coerenza nell’adempiere ai nostri impegni per dare testimonianza di una vita veramente

cristiana, anche se afflitta da varie prove. Dopo la Messa, abbiamo avuto modo di salutare suor Barbara, mentre un lauto rinfresco ha consentito di stemperare le emozioni. Ci siamo rimessi in cammino per il ritorno a casa, nel tardo pomeriggio, consapevoli di aver partecipato ad un grande avvenimento di Chiesa che ci ha toccato il cuore rivelandoci la pienezza di un incontro che realizza una vocazione vera, non una fuga da un mondo pieno di guai né un rifugio per gente senza coraggio, ma “segno della presenza di Dio in mezzo agli uomini e dilatazione della vita”. A nome di tutta la diocesi di Tortona un grazie al Signore e a suor Barbara Agnese alla quale vanno le nostre felicitazioni e i nostri auguri. Gina Ghelfi

AGEVOLAZIONI PER I NOSTRI SOCI


IL POPOLO Giovedì 5 settembre 2013

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scoperte

dEstate

ITINERARIO 9

paesaggi chiese castelli specialità gastronomiche a due passi da casa nostra

La cura dell’uva VENDEMMIA AL VIA

di PIERLUIGI FELTRI

L’importanza di una luna in più Tradizioni Una “storia” che ha più di 100 anni, raccontata dall’enologo Mario Maffi Approfittiamo della chiacchierata con Mario Maffi per sentire il polso degli addetti ai lavori circa le attese per questa vendemmia ormai in corso. “Per chi ha la mia età - questa sarà la vendemmia numero quarantaquattro - è presto per fare bilanci. Ho visto almeno quattro annate bellissime abbattute dalle precipitazioni il 12 e il 13 settembre. Come nel 1992, quando dopo una settimana di pioggia molti rinunciarono addirittura a raccogliere l’uva nera”. Nonostante la prudenza dettata dalle esperienze passate, le sensazioni sono comunque positive. “Siamo tornati a vendemmiare al momento giusto, sul finire di agosto. Il periodo dal 2000 al 2012 ha visto anni di ordinaria follia, dove si è arrivati a vendemmiare anche il 10 di agosto. Parlando di quantità, considerando anche la vastità dell’Oltrepò, abbiamo quest’anno zone dove l’incremento è notevole, in particolare per quanto riguarda la barbera. Rimanendo sui vitigni tradizionali, la croatina, invece, si presenta giusta o anche leggermente scarsa”. Salvo inattesi scherzi meteorologici possiamo dunque sperare in un’annata di vini eccezionali. Mario Maffi offre un assist alle più rosee previsioni osservando come i movimenti lunari siano favorevoli ad un buon raccolto. “La saggezza popolare insegna che L’è no la lôna dal mes prima däl ses. La luna nuova di agosto si è presentata proprio il giorno sei, e la successiva il cinque settembre. Questo fenomeno rappresenta un buon presagio per la vendemmia”. Il calendario solare formato da dodici mesi non è perfettamente calibrato con le fasi lunari: un mese dura infatti mediamente 30,5 giorni, mentre l’intervallo medio fra due noviluni è 29,5 giorni. La vitivinicoltura tradizionale ha sempre prestato un’attenzione quasi religiosa ai movimenti della luna, per quanto riguarda sia le operazioni di campagna, sia quelle di cantina. Anche in questo caso non si tratta di magia, ma di consolidata esperienza tramandata di padre in figlio.

Da Galeno a... Retorbido Si dice che cent’anni fa o forse più la fama dell’Oltrepò fosse preceduta da quella di una miracolosa panacea, in grado da attirare in questa remota Lombardia i più ricchi e “malandati” cittadini (milanesi e non solo) bisognosi di una rigenerazione in vista dell’inverno. Stiamo parlando della “cura dell’uva”. Questa pratica consisteva nel cibarsi unicamente di dolcissimi grappoli per tutto il periodo della vendemmia, e pare che la cartella clinica ne ottenesse miglioramenti notevoli a tutti i livelli. Con un po’ di scetticismo circa le reali capacità curative, abbiamo chiesto a Mario Maffi, enologo di fama notoria e depositario dei più squisiti ricordi della gente d’Oltrepò, se avesse mai sentito parlare di questa storia. La sua risposta è stata affermativa. “Per parlare di questo argomento, occorre tornare indietro di oltre un secolo e spostarci a Retorbido. Qui già dall’Ottocento arrivavano turisti da Milano e da altre città non solo lombarde per curarsi con le acque delle locali fonti, e in paese erano sorti un albergo e una pensione. Questo accadeva ben prima che prendessero piede le terme di Salice, quando l’unico stabilimento termale della zona era quello di Rivanazzano”.

Mario Maffi

Quella delle fonti di Retorbido è una storia antica, finita purtroppo nel nulla. Il “Dizionario delle scienze naturali”, del 1830, le descrive così. “La loro temperatura si mantiene da 10° a 13°, essendo quella dell’atmosfera 23°. Offrono all’occhio un leggero colore ceruleo iridato, esalando odore epatico e bituminoso (…); il loro sapore è pure solforoso e bituminoso. (…) Il sig. Degiorgi, avendole analizzate nel 1822, ebbe (individuato) i seguenti prodotti: gas acido idrosolforico, idroclorato di calce, idroclorato di soda, solfato di allumina, carbonato di soda, zolfo”. Ciò che non mancava a Re-

torbido, oltre alle acque sorgive, erano le vigne. Qualcuno pensò dunque di unire le due bandiere locali sotto le insegne del benessere, e di affiancare ai trattamenti fangosi un’alimentazione esclusivamente a base di uva. “Ho raccolto questo racconto - prosegue Maffi dalla mia maestra, la signora Angela Marchese, nata nel 1900 e scomparsa all’età di novantasette anni. Suo padre, retorbidese, è stato il primo direttore della locale cantina sociale. Un uomo d’altri tempi: fece in modo di crescere quattro figlie astemie, così che nessuno potesse accusarlo di eventuali ammanchi nelle botti societarie. Questo curioso particolare non ha impedito alla mia maestra di prendere parte alla cura dell’uva. Ricordava di questa pratica in relazione agli anni della sua adolescenza: si mangiava uva per venti giorni consecutivi, ma qualcuno arrivava anche a trenta. La quantità per pasto era dosata in base al peso corporeo. Veniva mangiato tutto il grappolo ad eccezione del raspo, compresi quindi semi e vinaccioli. A margine di questo, solo acqua e poca verdura. Lungo questi venti, trenta giorni giungevano a maturazione varietà di uva diverse, dunque era possibile assimi-

50 anni dall’ultima brenta Un settembre piovoso come quello del 1963 si ricorda ancora a distanza di molti anni, così come certe faticose operazioni che lasciano segni indelebili sul fisico e sul morale. Esattamente cinquant’anni fa comparve per l’ultima volta nei filari la brenta, strumento di cantina che spesso (non certo per la gioia dei contadini) ha prestato la sua funzione anche all’interno del vigneto. Si trattava di un recipiente in legno dotato di spallacci, capace di contenere sessanta litri di liquido (anche se le dimensioni variavano da zona a zona). Veniva utilizzata in cantina per i travasi, ma anche per trasportare il prodotto destinato alla vendita. La brenta era una vera e propria unità di misura: era rinforzata da una serie di anelli di metallo, ognuno dei quali marcava dieci litri. Veniva utilizzata anche come strumento di soccorso, in caso di incendi: consentiva di trasportare molta più acqua che in semplici secchi, velocizzando così l’annientamento delle fiamme. Durante la vendemmia si era soliti riporre i grappoli tagliati in cesti di vimini di diverse dimensioni: cavagne (cestini) e sporte (recipienti di più grande misura). Ma se il raccolto veniva martoriato da piogge prolungate, diventava impossibile portare l’uva in cantina con questi contenitori, che non erano certo a tenuta stagna. Così gli uomini mettevano in spalla le loro brente, e passavano la giornata a fare la spola tra la vigna ed il carro che avrebbe portato a casa il frutto del loro lavoro. Non doveva essere un’operazione alquanto simpatica: sulle nostre colline il carro veniva lasciato sulla più vicina mulattiera, solitamente in posizione pianeggiante, per evitare ai buoi di trasportare un peso eccessivo lungo le più ripide salite. Il bue, infatti, spinto dalla frusta, poteva tirare fino anche a morire, e con il suo inutile sacrificio causare grave danno al contadino e a tutta la sua famiglia. Così era l’uomo a dover sudare lungo i pendii con oltre mezzo quintale di uva sulla schiena, per di più su strade maledettamente fangose. Non finivano qui le sue fatiche: la sera, una volta tornato a casa, giù in cantina lo attendeva il torchio, da tirare fino all’ultima goccia di amaro nettare.

lare frutti più o meno ricchi di tannino, proteine, zuccheri; comunque si trattava principalmente di uve da tavola”. Per quanto riguarda l’effetto sulla salute dell’organismo, pare assodato che ci fossero diversi benefici. “Oggi sappiamo che l’uva, e di conseguenza il vino, contiene oltre seicento sostanze diverse, molte importantissime per l’organismo. Chi lo definisce “il latte degli anziani” dice qualcosa che ha un fondo di verità. L’uva è povera solo di vitamine. Forse per questo la nostra “cura” ammetteva l’utilizzo parallelo di altri vegetali: possiamo immaginare che fossero proposti, per esempio, frullati di carota per garantire l’apporto necessario di vitamina A”. La vitamina A fu scoperta chimicamente solo nel 1913, ma la nostra gente aveva imparato da secoli a supportare l’inadeguata cultura scientifica con un’impareggiabile conoscenza empirica. L’esperienza diretta aveva fatto nascere e sviluppare la medicina popolare; e la stessa scaltrezza aveva codificato la trasformazione dell’uva in vino, un paio di millenni prima che i chimici analizzassero il fenomeno della fermentazione. Riguardo la cura dell’uva, è celebre un saggio pubblicato nel 1927 da Johanna Brandt, attivista e scrittrice sudafricana, che per prima trattò delle proprietà curative della dieta a base di uva, e che suscitò un controverso dibattito in quanto sostenne di aver vinto la propria battaglia con il cancro allo stomaco proprio con questo metodo. Quel saggio diffuse in tutto l’Occidente l’ampeloterapia (dal greco àmpelos, vite - la nostra cura era praticata già dalla cultura ellenistica e fu consigliata anche da Galeno). Oggi i principali responsabili degli effetti benefici dell’uva vengono identificati nei polifenoli e, in particolare, nel resveratrolo. È assodato che i polifenoli combattano efficacemente i radicali liberi, molecole responsabili del deterioramento dei tessuti e di danni al DNA. Minerali come il potassio, invece, hanno effetti benefici sulla pressione sanguigna e regolarizzano il battito cardiaco.


IL POPOLO

SPECIALE

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ARGINE DI BRESSANA BOTTARONE/Chiesa di Santa Maria Nascente

Una nuova “rinascita” Sabato 7 e domenica 8 settembre saranno inaugurati i lavori di restauro alla presenza del Vescovo Mons. Martino Canessa

SABATO 7 SETTEMBRE 2013 Ore 16: Visita guidata alla chiesa condotta dal dott. Enrico Maggi ex dirigente scolastico del Circolo Didattico di Bressana Bottarone, esperto in storia dell’arte ed appassionato estimatore della chiesa di Argine. Ore 17: Santa Messa celebrata dal Vescovo Sua Eccellenza Monsignor Martino Canessa. Ore 18: Concerto della Banda “La Cetra d’Oro 1881” di Casteggio diretta dal M° Paolo Nascimbene.

Storia di un grande restauro

L

’arch. Alberto Morini e l’ing Alessandro Bottazzi hanno redatto i progetti esecutivi del restauro della chiesa di Santa Maria Nascente in Argine e hanno curato la Direzione dei Lavori.

di diligente stuccatore…”, il campanile “…dovrà essere rizzato” e “…tutto… di suddetta Chiesa vi dovrà essere tinta bassa né fondi lasciando li risalti bianchi…”.

La Chiesa Parrocchiale di Argine intitolata a Santa Maria Nascente è ubicata nel comune di Bressana Bottarone nella frazione di Argine.

L’edificio è uno dei monumenti più prestigiosi del Barocco Lombardo, tanto da essere stato menzionato nella mostra del “Settecento Lombardo” (vedi catalogo della mostra, pag. 381, Edizioni Electa), che si è tenuta a Milano presso il Palazzo Reale dal 1 febbraio al 28 aprile 1991. Caratteristica fondamentale e particolare è la sua forma ellittica che si sviluppa nella pianta conferendo all’interno una notevole unità all’impianto planimetrico, regalando un consistente senso di raccoglimento a chi vi entra. Gli spazi interni evidenziano l’articolazione dell’unica navata sull’asse maggiore dell’ellisse, preceduta dal rettangolo d’ingresso, seguita dal presbiterio quadrato e sopraelevato di tre gradini e conclusa dal coro semicircolare. L’immagine globale che si percepisce è quella di un ambiente organico, unitario, dinamico, luminoso. L’organicità gli deriva dalla corretta interdipendenza e giustapposizione degli spazi che interpretano in modo adeguato le funzioni per cui sono stati concepiti. In contrasto con le linee movimentate della pianta barocca, la facciata è piana: alla base presenta uno zoccolo da cui si innalzano sei lesene: le

L’origine e la storia Il 10 settembre 1754 l’architetto Andreazzi firma i progetti di costruzione della chiesa che è stata eretta su quella precedente, piccola e rovinata. Lo stesso architetto, insieme ad altri due capimastri, ne sovrintende la realizzazione. L’opera segue la linea di orientamento Ovest (facciata) - Est (presbiterio). Questa direzione non è casuale, ma rispecchia fedelmente i canoni tradizionali della disposizione del luogo di culto cristiano, che volevano l’altare rivolto a levante, il punto da cui sorge il sole. Questa immagine infatti simboleggia Cristo, il Sole di Giustizia (Zac. 3,4): il fedele, entrando in chiesa, va verso la luce, orienta la sua vita verso il Signore, Sorgente della Luce, rivolgendo a Lui la preghiera, nell’attesa del Suo ritorno. La costruzione dell’edificio si protrasse per lungo tempo; ventidue anni dopo, nel 1776, solo i due terzi della Chiesa erano completati; la spesa era stata di 4.450 lire imperiali e restavano ancora da versare lire 2.100. Sono i fabbricieri a dover fornire i materiali e gli attrezzi necessari per eseguire i lavori. Essi raccomandano, per prima cosa, nella stesura del capitolato, di conservare i materiali e i legnami recuperati nella demolizione della vecchia chiesa. Nel secondo punto indicano le modalità della costruzione dell’edificio: le fondamenta dovranno essere collocate “sul sodo…”, i muri, avranno “…l’andamento a cintinatura dal registro a perpendicolo…”, gli stucchi e le decorazioni, affidati a “…mano

La Chiesa

due estreme si concludono con un pinnacolo sopra la prima trabeazione, le altre proseguono fino ad una seconda trabeazione, in sommità. L’edificio è concluso da un arco a sesto ribassato, ai lati del quale trovano posto altri due pinnacoli. I motivi barocchi ricorrono sia nei fregi del portale che salgono fino alla prima trabeazione descrivendo uno spazio ellittico destinato forse ad accogliere un affresco, sia nella finestra centrale che ospita la vetrata raffigurante Maria Bambina, e vengono ripresi nella decorazione alla sommità. La vista laterale, pur non presentando alcuna decorazione, denuncia la ricca struttura interna attraverso la convessità della muratura perimetrale, solcata verticalmente da lesene che delimitano vasti campi in cui si aprono grosse finestre ellittiche. La chiesa è sempre stata aperta al culto, curata e rispettata senza interventi che ne alterassero l’armonia originale; i lavori di manutenzione ordinaria hanno sempre coerentemente rispettato l’esistente.

Il progetto di Restauro e Risanamento Conservativo Nella primavera del 2010 si sono evidenziate problematiche da risolvere mediante un intervento di manutenzione straordinaria e conseguentemente, il parroco Padre Sebastian ed il Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia, hanno deciso di

intervenire per porvi rimedio. Essendo l’edificio vincolato dal Decreto Legislativo 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), è stato redatto un progetto architettonico esecutivo che è stato sottoposto all’approvazione della Soprintendenza dei Beni Architettonici di Milano e della Commissione Edilizia del Comune di Bressana Bottarone. Ottenute le autorizzazioni necessarie, le opere sono iniziate il 10 aprile 2012. Dopo una gara di appalto alla quale sono state invitate ditte specializzate nel restauro di monumenti storici, i lavori sono stati affidati all’impresa GDL Restauri di Barbianello. Il progetto di manutenzione si è reso necessario per eliminare le infiltrazioni di acqua piovana presenti sulle facciate dovute al deterioramento dei canali di gronda, delle coperture presenti sopra le trabeazioni e dei cornicioni della facciata, tali infiltrazioni hanno ammalorato porzioni di intonaco. Inoltre, si è ravvisata la necessità di restaurare e mettere in sicurezza i quattro pinnacoli che sono stati fissati con uno staffaggio di sicurezza per garantire la loro stabilità. Nei mesi di aprile e maggio 2012 si è avuto occasione, utilizzando i ponteggi installati, di constatare da distanza ravvicinata che gli elementi decorativi risultavano alquanto usurati. Le indagini stratigrafiche eseguite per avere informazioni sul colore originale, hanno rivelato che la facciata, i cornicioni delle trabeazioni e l’arco di coronamento presentavano un cromatismo abbastanza

tenue color giallo ocra, mentre le cornici centrali, le lesene, i pilastri e i capitelli erano color avorio. Di conseguenza, con il parroco Don Giuseppe Bruniera, si è deciso di proseguire ulteriormente i lavori di restauro per restituire alla facciata l’antica bellezza cromatica. Nel mese di maggio 2012 è stato redatto un nuovo progetto che è stato sottoposto al parere degli organi competenti ottenendo una nuova autorizzazione. Questa nuova fase progettuale, da considerarsi come un’integrazione e un’evoluzione del primo progetto approvato, è stata caratterizzata da un Restauro e Risanamento Conservativo delle facciate della Chiesa con valenza di Conservazione Filologica. Nell’intervento si è proceduto con un restauro murario con riprese in intonaco a base di calce avente granulometria degli inerti simili all’originale, ripristinando le parti mancanti e danneggiate. Successivamente si è intervenuto con la ripresa cromatica della facciata principale tramite velatura in color avorio per le parti decorative aggettanti, e una velatura tenue color giallo ocra per la facciata e i cornicioni come dalle indicazioni storiche reperite nel contratto di appalto (2° punto) dove si cita: e “…tutto… di suddetta Chiesa vi dovrà essere tinta bassa né fondi lasciando li risalti bianchi…”, rispettando così le indicazioni originarie di progetto dell’architetto Giuseppe Andreazzi. La ripresa cromatica in velatura è stata prevista e realizzata in pittura a calce. arch. Alberto Morini e ing Alessandro Bottazzi

DOMENICA 8 SETTEMBRE 2013 NELLA SOLENNITA’ DELLA FESTA DELLA NATIVITA’ DI MARIA Ore 9.30: Santa Messa celebrata dal Parroco don Giuseppe Bruniera. Ore 16: Visita guidata alla chiesa condotta dal dott. Enrico Maggi ex dirigente scolastico del Circolo Didattico di Bressana Bottarone, esperto in storia dell’arte ed appassionato estimatore della chiesa di Argine.

Poche case - Argine una chiesa Poche case, Argine, una chiesa, tetti smarriti di polvere e di sole e fiori selvatici lungo un torrente invecchiato su magri proverbi di robinie e di pioppi… poi – quando il giorno esala l’ultimo fremito d’oro – è una danza d’antico delirio su per i muri accesi di rondini fosche. Il tuo canto segreto io sola conosco e mi torna nell’estasi remota di un sogno acerbo che ho racchiuso in argilla di tenere cave, quando – ricordi? – i mattini erano di piuma e le sere accasciate come nere gatte dalle fusa arcane. Amo – da sempre e per sempre – gli orti sereni della tua memoria, dove trattieni con dolci dita i lievi passi di chiare lontananze. Amo il tuo volto e ogni ruga che l’autunno imbelletta di muschio le tue ginocchia imbiancate e silenti nel tardo Avvento il tuo strascico d’incenso che si sgrana – l’ultima notte di maggio – quando i fossi profumano nell’ombra. E la mano dolente ed il nascosto pianto delle tue plumbee campane – badesse d’altri tempi, cupe monache – le tue, le mie campane, pietre nel mio cuore, miele, tempo che è solo mio e tuo, Argine, per quelle braccia e per quegli occhi – tanti – che amarono le tue assorte finestre e i quieti fianchi della tua chiesa.

Cuore e memoria di un paese È

lì, da sempre, al limite del paese: sentinella, madre, cuore antico che batte ancora e ancora, insieme al tempo e nonostante il tempo. Ancora batte e attende e chiama quella minuscola comunità che si muove sotto la croce del suo campanile, presso le sue finestre dalle vetrate lucenti che osservano, come grandi occhi gentili, il dispiegarsi della vita di paese. La nostra Chiesa: segreta, intrattenibile nostalgia d’assoluto. C’è stato un tempo in cui la nostra vita era indissolubilmente legata al suo respiro, ritmata con diuturna sollecitudine da una liturgia che ci avviava ad una coralità di incontri e di riti, nel cui grembo sbocciava una rassicurante e condivisa percezione del sacro. Oggi la consuetudine liturgica accompagna il nostro vissuto con una presenza che è divenuta forse meno pregnante ed assidua; tuttavia ha ancora la forza di irrompere periodicamente nella trama di una realtà a volte distratta e spesso smarrita, e di illuminarne i contorni col riverbero di un mistero tuttora vitale e potente, dove l’intero cosmo sembra aver nascosto la sua culla remota. Ma chi si è lasciato alle spalle le luci e le ombre di un cammino che s’è fatto ormai lungo, può certo ricordare il tempo in cui la porta della nostra Chiesa era sempre aperta sull’erba selvatica del vecchio sagrato e accompagnava il passo del giorno, dalle fresche rugiade del mattino al lento dissolversi dei tramonti color di fiamma. Quante volte allora (ricordate?) le ragazze che andavano nei campi, o alla fornace, prima di tornare al lavoro entravano di sfuggita nella calura del primo meriggiare, e trovavano la carezzevole frescura di serene penombre e lasciavano davanti all’altare della Madonna, accanto ad un’Ave Maria sussurrata a fior di labbra, qualche fiordaliso rubato ai fossi o qualche dalia accesa di sole, colta nell’orto dietro casa. La nostra Chiesa: sorgente inesausta di simboli e di spe-

ranza; arca sacra e paziente di affetti e di memorie che ci parlano di comune, profondissima appartenenza. E noi, che abbiamo respirato l’aroma dell’incenso per innumerevoli anni, la domenica e le feste comandate, abbiamo fissato nelle contrade dell’anima i chiari fondali di una fanciullezza dove gli incantamenti, gli stupori e i colori della vita ci venivano incontro con i riti, i canti, le litanie, i lumini e le processioni lungo le strade vestite a festa; e ancora oggi, quando la danza delle stagioni ci rapisce con improvvisi abbandoni al fuoco vivo della rimembranza e del cuore, noi siamo sempre lì, storditi di tenerezza, all’ombra della nostra Chiesa. Così, la primavera ha per noi lo stesso profumo acerbo e gli stessi tenui colori di una Pasqua che da sempre ci vive dentro e ci racconta con struggimento di quando, sui perduti altari della nostra infanzia, i gigli e le viole si scioglievano quietamente nella mite trasparenza dell’aria odorosa. Così, la pigra dolcezza di un pomeriggio d’aprile ci conduce a rivisitare lontananze mai dimenticate, sulle panche dove imparavamo il catechismo, fra ritagli di sole che frugavano nella polvere di vecchi candelabri e di grandi ali d’angelo di cartapesta dorata; e talora, nelle sere di maggio sospese nel velluto del buio, ci sorprendiamo d’un tratto ancora adolescenti, sulla soglia della Chiesa dopo la benedizione, sbigottiti nel fiato intenso del

fieno tagliato e delle rose rampicanti, a rincorrerci tra i paracarri del sagrato. Ma anche l’inverno si ammanta per noi di ineffabili magie, risorgenti ogni volta che un tocco di campana, vicino a Natale, si diffonde sui tetti che cominciano a nereggiare: allora ci ricordiamo di remote novene d’Avvento, perse tra le ombre lunghe che si adagiavano nella navata e un pigolar di orazioni che esalava dalle donne genuflesse sotto gli scialli scuri, sino al canto che accoglieva chi “scende dalle stelle” e metteva l’immenso nel cuore. In questa Chiesa, nel chiarore che filtra dalle vetrate e favoleggia tra le panche si-

lenziose, scavando sortilegi entro le nicchie assorte; sotto gli stucchi dei capitelli fra i cui intrecci, da bambini, indovinavamo draghi paurosi e facce bizzarre; in questa Chiesa, sotto il manto barocco, soavemente danzante nella carezza del vento, dell’Assunta affrescata sulla volta; nel buio inquietante e severo in cui si raccolgono i neri confessionali; in questa Chiesa, dunque, noi abbiamo innalzato, le prime volte e tutte le volte, i nostri pensieri al di sopra dell’umano; abbiamo avvertito, accanto al battito leggero del nostro cuore, il palpito infinito e arcano della divinità. Per questo, allorché, lungo la

strada in cui si dipanano i giorni, uno scorcio di cielo porta i nostri occhi a volare oltre il finito, noi sentiamo il tocco delle “nostre” campane, e odoriamo i fumi dolcemente acri del “nostro” incenso, e siamo ancora inginocchiati dentro la “nostra” Chiesa. E, lì accanto, sentiamo le immote presenze di coloro che pregarono e cantarono insieme a noi, nei momenti in cui la fede distillava in un fervido omaggio corale le espressioni più alte del nostro essere uomini; e anche se molti di essi riposano da tempo nel cimitero, lì presso, e anche se alcuni si sono allontanati per i sentieri del mondo, lasciando dietro di sé gli anni del catechismo e la tonaca bianca da chierichetto, noi li accogliamo tutti in un largo abbraccio ideale, con il medesimo trasporto fraterno con cui ci scambiamo il segno della pace durante la Messa. È forse qui, all’ombra di questa Chiesa di campagna, così bella e così amata, dove le nostre madri bisbigliavano rosari sotto il velo scuro e i nostri padri si toglievano il cappello facendosi il segno della croce; è forse qui soltanto, presso il suo seno di perpetua accoglienza, dove si sgrana la favola antica della vita e della morte, sotto lo sguardo cangiante delle stagioni che passano, che riusciremo a trovare il senso recondito delle cose e del mondo, la risposta serenatrice al dramma eterno e struggente delle fatiche umane. prof.ssa Giovanna Tacconi


IL POPOLO

SPECIALE

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SPECIALE

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ARGINE DI BRESSANA BOTTARONE/Chiesa di Santa Maria Nascente

Una nuova “rinascita” Sabato 7 e domenica 8 settembre saranno inaugurati i lavori di restauro alla presenza del Vescovo Mons. Martino Canessa

SABATO 7 SETTEMBRE 2013 Ore 16: Visita guidata alla chiesa condotta dal dott. Enrico Maggi ex dirigente scolastico del Circolo Didattico di Bressana Bottarone, esperto in storia dell’arte ed appassionato estimatore della chiesa di Argine. Ore 17: Santa Messa celebrata dal Vescovo Sua Eccellenza Monsignor Martino Canessa. Ore 18: Concerto della Banda “La Cetra d’Oro 1881” di Casteggio diretta dal M° Paolo Nascimbene.

Storia di un grande restauro

L

’arch. Alberto Morini e l’ing Alessandro Bottazzi hanno redatto i progetti esecutivi del restauro della chiesa di Santa Maria Nascente in Argine e hanno curato la Direzione dei Lavori.

di diligente stuccatore…”, il campanile “…dovrà essere rizzato” e “…tutto… di suddetta Chiesa vi dovrà essere tinta bassa né fondi lasciando li risalti bianchi…”.

La Chiesa Parrocchiale di Argine intitolata a Santa Maria Nascente è ubicata nel comune di Bressana Bottarone nella frazione di Argine.

L’edificio è uno dei monumenti più prestigiosi del Barocco Lombardo, tanto da essere stato menzionato nella mostra del “Settecento Lombardo” (vedi catalogo della mostra, pag. 381, Edizioni Electa), che si è tenuta a Milano presso il Palazzo Reale dal 1 febbraio al 28 aprile 1991. Caratteristica fondamentale e particolare è la sua forma ellittica che si sviluppa nella pianta conferendo all’interno una notevole unità all’impianto planimetrico, regalando un consistente senso di raccoglimento a chi vi entra. Gli spazi interni evidenziano l’articolazione dell’unica navata sull’asse maggiore dell’ellisse, preceduta dal rettangolo d’ingresso, seguita dal presbiterio quadrato e sopraelevato di tre gradini e conclusa dal coro semicircolare. L’immagine globale che si percepisce è quella di un ambiente organico, unitario, dinamico, luminoso. L’organicità gli deriva dalla corretta interdipendenza e giustapposizione degli spazi che interpretano in modo adeguato le funzioni per cui sono stati concepiti. In contrasto con le linee movimentate della pianta barocca, la facciata è piana: alla base presenta uno zoccolo da cui si innalzano sei lesene: le

L’origine e la storia Il 10 settembre 1754 l’architetto Andreazzi firma i progetti di costruzione della chiesa che è stata eretta su quella precedente, piccola e rovinata. Lo stesso architetto, insieme ad altri due capimastri, ne sovrintende la realizzazione. L’opera segue la linea di orientamento Ovest (facciata) - Est (presbiterio). Questa direzione non è casuale, ma rispecchia fedelmente i canoni tradizionali della disposizione del luogo di culto cristiano, che volevano l’altare rivolto a levante, il punto da cui sorge il sole. Questa immagine infatti simboleggia Cristo, il Sole di Giustizia (Zac. 3,4): il fedele, entrando in chiesa, va verso la luce, orienta la sua vita verso il Signore, Sorgente della Luce, rivolgendo a Lui la preghiera, nell’attesa del Suo ritorno. La costruzione dell’edificio si protrasse per lungo tempo; ventidue anni dopo, nel 1776, solo i due terzi della Chiesa erano completati; la spesa era stata di 4.450 lire imperiali e restavano ancora da versare lire 2.100. Sono i fabbricieri a dover fornire i materiali e gli attrezzi necessari per eseguire i lavori. Essi raccomandano, per prima cosa, nella stesura del capitolato, di conservare i materiali e i legnami recuperati nella demolizione della vecchia chiesa. Nel secondo punto indicano le modalità della costruzione dell’edificio: le fondamenta dovranno essere collocate “sul sodo…”, i muri, avranno “…l’andamento a cintinatura dal registro a perpendicolo…”, gli stucchi e le decorazioni, affidati a “…mano

La Chiesa

due estreme si concludono con un pinnacolo sopra la prima trabeazione, le altre proseguono fino ad una seconda trabeazione, in sommità. L’edificio è concluso da un arco a sesto ribassato, ai lati del quale trovano posto altri due pinnacoli. I motivi barocchi ricorrono sia nei fregi del portale che salgono fino alla prima trabeazione descrivendo uno spazio ellittico destinato forse ad accogliere un affresco, sia nella finestra centrale che ospita la vetrata raffigurante Maria Bambina, e vengono ripresi nella decorazione alla sommità. La vista laterale, pur non presentando alcuna decorazione, denuncia la ricca struttura interna attraverso la convessità della muratura perimetrale, solcata verticalmente da lesene che delimitano vasti campi in cui si aprono grosse finestre ellittiche. La chiesa è sempre stata aperta al culto, curata e rispettata senza interventi che ne alterassero l’armonia originale; i lavori di manutenzione ordinaria hanno sempre coerentemente rispettato l’esistente.

Il progetto di Restauro e Risanamento Conservativo Nella primavera del 2010 si sono evidenziate problematiche da risolvere mediante un intervento di manutenzione straordinaria e conseguentemente, il parroco Padre Sebastian ed il Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia, hanno deciso di

intervenire per porvi rimedio. Essendo l’edificio vincolato dal Decreto Legislativo 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), è stato redatto un progetto architettonico esecutivo che è stato sottoposto all’approvazione della Soprintendenza dei Beni Architettonici di Milano e della Commissione Edilizia del Comune di Bressana Bottarone. Ottenute le autorizzazioni necessarie, le opere sono iniziate il 10 aprile 2012. Dopo una gara di appalto alla quale sono state invitate ditte specializzate nel restauro di monumenti storici, i lavori sono stati affidati all’impresa GDL Restauri di Barbianello. Il progetto di manutenzione si è reso necessario per eliminare le infiltrazioni di acqua piovana presenti sulle facciate dovute al deterioramento dei canali di gronda, delle coperture presenti sopra le trabeazioni e dei cornicioni della facciata, tali infiltrazioni hanno ammalorato porzioni di intonaco. Inoltre, si è ravvisata la necessità di restaurare e mettere in sicurezza i quattro pinnacoli che sono stati fissati con uno staffaggio di sicurezza per garantire la loro stabilità. Nei mesi di aprile e maggio 2012 si è avuto occasione, utilizzando i ponteggi installati, di constatare da distanza ravvicinata che gli elementi decorativi risultavano alquanto usurati. Le indagini stratigrafiche eseguite per avere informazioni sul colore originale, hanno rivelato che la facciata, i cornicioni delle trabeazioni e l’arco di coronamento presentavano un cromatismo abbastanza

tenue color giallo ocra, mentre le cornici centrali, le lesene, i pilastri e i capitelli erano color avorio. Di conseguenza, con il parroco Don Giuseppe Bruniera, si è deciso di proseguire ulteriormente i lavori di restauro per restituire alla facciata l’antica bellezza cromatica. Nel mese di maggio 2012 è stato redatto un nuovo progetto che è stato sottoposto al parere degli organi competenti ottenendo una nuova autorizzazione. Questa nuova fase progettuale, da considerarsi come un’integrazione e un’evoluzione del primo progetto approvato, è stata caratterizzata da un Restauro e Risanamento Conservativo delle facciate della Chiesa con valenza di Conservazione Filologica. Nell’intervento si è proceduto con un restauro murario con riprese in intonaco a base di calce avente granulometria degli inerti simili all’originale, ripristinando le parti mancanti e danneggiate. Successivamente si è intervenuto con la ripresa cromatica della facciata principale tramite velatura in color avorio per le parti decorative aggettanti, e una velatura tenue color giallo ocra per la facciata e i cornicioni come dalle indicazioni storiche reperite nel contratto di appalto (2° punto) dove si cita: e “…tutto… di suddetta Chiesa vi dovrà essere tinta bassa né fondi lasciando li risalti bianchi…”, rispettando così le indicazioni originarie di progetto dell’architetto Giuseppe Andreazzi. La ripresa cromatica in velatura è stata prevista e realizzata in pittura a calce. arch. Alberto Morini e ing Alessandro Bottazzi

DOMENICA 8 SETTEMBRE 2013 NELLA SOLENNITA’ DELLA FESTA DELLA NATIVITA’ DI MARIA Ore 9.30: Santa Messa celebrata dal Parroco don Giuseppe Bruniera. Ore 16: Visita guidata alla chiesa condotta dal dott. Enrico Maggi ex dirigente scolastico del Circolo Didattico di Bressana Bottarone, esperto in storia dell’arte ed appassionato estimatore della chiesa di Argine.

Poche case - Argine una chiesa Poche case, Argine, una chiesa, tetti smarriti di polvere e di sole e fiori selvatici lungo un torrente invecchiato su magri proverbi di robinie e di pioppi… poi – quando il giorno esala l’ultimo fremito d’oro – è una danza d’antico delirio su per i muri accesi di rondini fosche. Il tuo canto segreto io sola conosco e mi torna nell’estasi remota di un sogno acerbo che ho racchiuso in argilla di tenere cave, quando – ricordi? – i mattini erano di piuma e le sere accasciate come nere gatte dalle fusa arcane. Amo – da sempre e per sempre – gli orti sereni della tua memoria, dove trattieni con dolci dita i lievi passi di chiare lontananze. Amo il tuo volto e ogni ruga che l’autunno imbelletta di muschio le tue ginocchia imbiancate e silenti nel tardo Avvento il tuo strascico d’incenso che si sgrana – l’ultima notte di maggio – quando i fossi profumano nell’ombra. E la mano dolente ed il nascosto pianto delle tue plumbee campane – badesse d’altri tempi, cupe monache – le tue, le mie campane, pietre nel mio cuore, miele, tempo che è solo mio e tuo, Argine, per quelle braccia e per quegli occhi – tanti – che amarono le tue assorte finestre e i quieti fianchi della tua chiesa.

Cuore e memoria di un paese È

lì, da sempre, al limite del paese: sentinella, madre, cuore antico che batte ancora e ancora, insieme al tempo e nonostante il tempo. Ancora batte e attende e chiama quella minuscola comunità che si muove sotto la croce del suo campanile, presso le sue finestre dalle vetrate lucenti che osservano, come grandi occhi gentili, il dispiegarsi della vita di paese. La nostra Chiesa: segreta, intrattenibile nostalgia d’assoluto. C’è stato un tempo in cui la nostra vita era indissolubilmente legata al suo respiro, ritmata con diuturna sollecitudine da una liturgia che ci avviava ad una coralità di incontri e di riti, nel cui grembo sbocciava una rassicurante e condivisa percezione del sacro. Oggi la consuetudine liturgica accompagna il nostro vissuto con una presenza che è divenuta forse meno pregnante ed assidua; tuttavia ha ancora la forza di irrompere periodicamente nella trama di una realtà a volte distratta e spesso smarrita, e di illuminarne i contorni col riverbero di un mistero tuttora vitale e potente, dove l’intero cosmo sembra aver nascosto la sua culla remota. Ma chi si è lasciato alle spalle le luci e le ombre di un cammino che s’è fatto ormai lungo, può certo ricordare il tempo in cui la porta della nostra Chiesa era sempre aperta sull’erba selvatica del vecchio sagrato e accompagnava il passo del giorno, dalle fresche rugiade del mattino al lento dissolversi dei tramonti color di fiamma. Quante volte allora (ricordate?) le ragazze che andavano nei campi, o alla fornace, prima di tornare al lavoro entravano di sfuggita nella calura del primo meriggiare, e trovavano la carezzevole frescura di serene penombre e lasciavano davanti all’altare della Madonna, accanto ad un’Ave Maria sussurrata a fior di labbra, qualche fiordaliso rubato ai fossi o qualche dalia accesa di sole, colta nell’orto dietro casa. La nostra Chiesa: sorgente inesausta di simboli e di spe-

ranza; arca sacra e paziente di affetti e di memorie che ci parlano di comune, profondissima appartenenza. E noi, che abbiamo respirato l’aroma dell’incenso per innumerevoli anni, la domenica e le feste comandate, abbiamo fissato nelle contrade dell’anima i chiari fondali di una fanciullezza dove gli incantamenti, gli stupori e i colori della vita ci venivano incontro con i riti, i canti, le litanie, i lumini e le processioni lungo le strade vestite a festa; e ancora oggi, quando la danza delle stagioni ci rapisce con improvvisi abbandoni al fuoco vivo della rimembranza e del cuore, noi siamo sempre lì, storditi di tenerezza, all’ombra della nostra Chiesa. Così, la primavera ha per noi lo stesso profumo acerbo e gli stessi tenui colori di una Pasqua che da sempre ci vive dentro e ci racconta con struggimento di quando, sui perduti altari della nostra infanzia, i gigli e le viole si scioglievano quietamente nella mite trasparenza dell’aria odorosa. Così, la pigra dolcezza di un pomeriggio d’aprile ci conduce a rivisitare lontananze mai dimenticate, sulle panche dove imparavamo il catechismo, fra ritagli di sole che frugavano nella polvere di vecchi candelabri e di grandi ali d’angelo di cartapesta dorata; e talora, nelle sere di maggio sospese nel velluto del buio, ci sorprendiamo d’un tratto ancora adolescenti, sulla soglia della Chiesa dopo la benedizione, sbigottiti nel fiato intenso del

fieno tagliato e delle rose rampicanti, a rincorrerci tra i paracarri del sagrato. Ma anche l’inverno si ammanta per noi di ineffabili magie, risorgenti ogni volta che un tocco di campana, vicino a Natale, si diffonde sui tetti che cominciano a nereggiare: allora ci ricordiamo di remote novene d’Avvento, perse tra le ombre lunghe che si adagiavano nella navata e un pigolar di orazioni che esalava dalle donne genuflesse sotto gli scialli scuri, sino al canto che accoglieva chi “scende dalle stelle” e metteva l’immenso nel cuore. In questa Chiesa, nel chiarore che filtra dalle vetrate e favoleggia tra le panche si-

lenziose, scavando sortilegi entro le nicchie assorte; sotto gli stucchi dei capitelli fra i cui intrecci, da bambini, indovinavamo draghi paurosi e facce bizzarre; in questa Chiesa, sotto il manto barocco, soavemente danzante nella carezza del vento, dell’Assunta affrescata sulla volta; nel buio inquietante e severo in cui si raccolgono i neri confessionali; in questa Chiesa, dunque, noi abbiamo innalzato, le prime volte e tutte le volte, i nostri pensieri al di sopra dell’umano; abbiamo avvertito, accanto al battito leggero del nostro cuore, il palpito infinito e arcano della divinità. Per questo, allorché, lungo la

strada in cui si dipanano i giorni, uno scorcio di cielo porta i nostri occhi a volare oltre il finito, noi sentiamo il tocco delle “nostre” campane, e odoriamo i fumi dolcemente acri del “nostro” incenso, e siamo ancora inginocchiati dentro la “nostra” Chiesa. E, lì accanto, sentiamo le immote presenze di coloro che pregarono e cantarono insieme a noi, nei momenti in cui la fede distillava in un fervido omaggio corale le espressioni più alte del nostro essere uomini; e anche se molti di essi riposano da tempo nel cimitero, lì presso, e anche se alcuni si sono allontanati per i sentieri del mondo, lasciando dietro di sé gli anni del catechismo e la tonaca bianca da chierichetto, noi li accogliamo tutti in un largo abbraccio ideale, con il medesimo trasporto fraterno con cui ci scambiamo il segno della pace durante la Messa. È forse qui, all’ombra di questa Chiesa di campagna, così bella e così amata, dove le nostre madri bisbigliavano rosari sotto il velo scuro e i nostri padri si toglievano il cappello facendosi il segno della croce; è forse qui soltanto, presso il suo seno di perpetua accoglienza, dove si sgrana la favola antica della vita e della morte, sotto lo sguardo cangiante delle stagioni che passano, che riusciremo a trovare il senso recondito delle cose e del mondo, la risposta serenatrice al dramma eterno e struggente delle fatiche umane. prof.ssa Giovanna Tacconi


EVENTI E CULTURA

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IL POPOLO Giovedì 5 settembre 2013

Inaugurazione Taglio del nastro sabato 7 settembre

Broni ritrova il suo teatro. Su il sipario sul CARBONETTI BRONI - Era il 1985 e al teatro Carbonetti calava il sipario. Non su un singolo spettacolo o su una stagione, ma “sul” teatro che chiudeva i battenti. Se ne andava un pezzo della storia di Broni, della sua cultura, un teatro in cui erano passati i più grandi nomi della tradizione teatrale italiana (uno su tutti Giorgio Gaber), della prosa e della danza, una sala dove i bronesi avevano gustato i successi cinematografici dall’inizio del Novecento, quando il cinema era ancora muto ed un pianista locale accompagnava le scene in bianco e nero con i sottotitoli. Un teatro che aveva visto i fasti della rivista dialettale bronese con l’insuperabile Lasarat. Un luogo che era stato uno dei simboli di quella “regalità” di Broni, non a caso chiamato il “re dei paesi”, proprio per una vitalità culturale e sociale che aveva nel Carbonetti un potente propulsore. Vale la pena ripercorrere la storia di questo teatro, per capire come sia mutato in base al cambiamento delle diverse situazioni socio-culturali che di epoca in epoca si avvicendavano. Lo facciamo guidati dall’assessore alla cultura Ernesto Bongiorni. Il Carbonetti nasce nel 1881. È un teatro all’italiana, con la platea e intorno vari ordini di palchi. È figlio del suo tempo e inizia la sua lunga storia nel solco del successo della grande opera lirica italiana che è segno del crescente desiderio di una comunità che non vuole rimanere ai margini della vita culturale che appassiona strati sempre più ampi della popolazione. All’inizio del Novecento, con l’arrivo del cinematografo, gli spettacoli teatrali si alternano a quelli cinematografici. Intorno

al 1913 si affaccia il cinema sonoro. Nel dopoguerra, anche a Broni si assiste all’esplosione di quella “voglia di cinema” che segna gli anni cinquanta e che spinge la gente ad uscire di casa per divertirsi al cinema dopo cinque interminabili anni di guerra. In questo periodo il teatro subisce la sua prima trasformazione: da teatro all’italiana diventa un’anonima sala cinematografica, con grandi sedie di legno, senza più palchi e loggione. È l’epoca aurea del cinema: solo a Broni ne esistono quattro. Un altro restyling il Carbonetti lo subisce nel 1963 quando assume le sembianze dell’enorme sala con platea e galleria che i bronesi non più giovanissimi ricordano bene. Sono gli anni dei grandi spettacoli, delle operette, delle riviste, dei concerti delle più prestigiose orchestre, delle proiezione di grandi capolavori del cinema italiano ed internazionale. È più facile dire quale artista in quegli anni non è passato a Broni che elencare tutti coloro che hanno fatto tappa al Carbonetti. Fino alla chiusura nel 1985, dopo alcuni anni in cui l’attività del teatro era andata sempre più diminuendo. Ventotto anni. Un lungo periodo di silenzio. Ventotto anni in cui – lo scrivo da bronese appassionato del suo paese – era triste percorrere la via Leonardo da Vinci e vedere quell’enorme edificio che per oltre un secolo era stato il cuore culturale e sociale della città, muto e in uno stato di degrado crescente. Sembrava che tutto fosse davvero finito e che del Carbonetti non rimanessero che ricordi. Sensazioni cupe che ora lasciano spazio a colori del tutto diversi, opposti, luminosi che richiamano alla gioia. In quella

Achille Savoia (1839-1886), Sipario con scena di festa all’aperto, tempera su tela, cm 695 x 641, 1884-1885 IL SIPARIO STORICO, TESORO DEL TEATRO Si deve al pittore pavese Achille Savoia il sipario dell’exteatro Carbonetti di Broni: nel 1884-85 egli dipinse a tempera sulla grande tela la scena di una festa all’aperto, illustrando in uno spazio definito da riuscite quinte architettoniche e arboree il soggetto popolare del pranzo e del ballo, allietati dall’orchestrina. L’episodio è reso secondo il gusto neo-rococò in voga all’epoca e di cui l’artista era maestro. Grazie al restauro eseguito dallo studio Eandi di Torino tra l’autunno del 2011 e la primavera del 2012, il sipario è tornato ad essere in buone condizioni conservative e, pur avendo irrimediabilmente perso diverse porzioni della raffigurazione, ora la scena ha riacquistato una buona leggibilità. Ridotto leggermente di dimensioni, il sipario ora funge da fondale del nuovo teatro. Dott. Ssa Paola Strada Soprintendenza Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici, Milano

via, infatti, ora non si trova più un edificio cadente, ma un nuovo teatro, il nuovo Teatro Carbonetti che sarà inaugurato ufficialmente sabato 7 settembre. Sarà una giornata di festa – e di festa grande – per Broni e per i suoi cittadini. Di festa, certo, perché non si può che rallegrarsi quando apre un nuovo teatro, quando esce un nuovo libro, quando nasce un nuovo giornale, quando insomma si affaccia all’orizzonte un’opportunità in più per fare esperienza di incontro e di cultura. L’idea – o meglio il sogno – di ridare vita al Carbonetti era balenata nella testa e nel cuore del sindaco Luigi Paroni già dal 2006. E quel sogno è diventato realtà grazie ad un’opera di recupero cui hanno lavorato i maggiori esperti del settore guidati dall’architetto Domenico Catrambone. “Il teatro Carbonetti – spiega il professionista – era un edificio che aveva perso molto dell’antico splendore, per questo motivo lavorare per la sua rinascita è stato molto emozionante. È stato come lavorare sulla storia della città di Broni. Nell’opera di recupero del Carbonetti ho cercato di trasferire la grande emozione che ho provato nel camminare dentro ed intorno a questo monumento. Ho voluto esprimere ciò che questo teatro è stato: un pezzo di storia della città, con i suoi momenti di gloria, i suoi slanci, ma anche con le sue contraddizioni ed i suoi errori, perché possa tornare ai fasti di un tempo”. Un recupero che non ha comportato “la spesa di neppure un euro di soldi pubblici, in quanto l’intero importo è stato finanziato da privati”, fa notare il sindaco Paroni. Il nuovo Carbonetti si presenta

ora come un vero e proprio centro polifunzionale con una sala principale che può ospitare circa 280 persone in platea e 110 in galleria. Il ridotto, situato al piano soprastante il foyer, oltre ad assolvere alle normali funzioni di spazio di disimpegno negli intervalli degli spettacoli, potrà essere utilizzato come spazio per mostre d’arte, piccoli concerti, rappresentazioni ridotte. La galleria potrà essere separata con una pannellatura rimuovibile ed essere anch’essa utilizzata come sala convegni o per la proiezione di cinema d’essay. Nei mesi che hanno preceduto l’inaugurazione è stata realizzata una serie di iniziative preliminari “verso un teatro nuovo”, curate da Paolo Zenoni e volte a preparare i cittadini all’incontro con il loro nuovo teatro. Nello stesso tempo è nata l’Associazione Amici del Teatro Carbonetti, presieduta da Emilio Piccinini, con lo scopo di contribuire a riavvicinare al Carbonetti i bronesi e non solo, coinvolgendo cittadini, associazioni e società civile e con il proposito di attivarsi come figura di vero e proprio ‘fund riaiser’ incaricato di raccogliere risorse da destinare alle attività del teatro. Sabato 7 settembre l’inaugurazione ufficiale alle ore 18.30 e alle ore 21.30 il concerto inaugurale eseguito dal maestro Giuseppe Mariotti, bronese, pianista di fama internazionale, attualmente professore di Pianoforte principale presso la Facoltà di Musica della Tokushima Bunri University in Giappone. Tiene corsi di perfezionamento a Tokyo e in altre città nipponiche ed esegue concerti in ogni parte del mondo. A partire da domenica 8 settem-

bre, poi, i cittadini potranno “familiarizzare” con il teatro grazie ad un ricco programma di eventi inaugurali che si dipaneranno fino al 5 ottobre. Il primo sarà curato dall’Associazione Oltredanza di Broni. Il sindaco Paroni non nasconde tutta la sua emozione e la sua soddisfazione: “Il Teatro Carbonetti è tornato ad essere nostro! Un patrimonio della nostra città e di tutto l’Oltrepò viene restituito a Broni e a tutti i suoi cittadini. Quando nel 2006 ho iniziato a coltivare il sogno di ridare vita al Carbonetti ‘dormiente’, mi sono chiesto più volte cosa potesse rappresentare un teatro per una comunità come la nostra; sono convinto che una comunità migliori la qualità della propria vita quando ha l’occasione di riconoscersi come tale, e un teatro serve esattamente a questo: autoriconoscersi. Il 7 settembre non deve rappresentare un traguardo, bensì il punto di partenza di un percorso per gli anni a venire affascinante e coinvolgente, pur – dati i tempi difficili che stiamo vivendo – graduale e responsabile”. Broni ha di nuovo il “suo” teatro. Un teatro bellissimo, moderno, adeguato ai tempi. Ma soprattutto la sua gente ha di nuovo un luogo dove incontrasi, un luogo dove riflettere – talvolta con il sorriso e talvolta con più serietà – sulla vita, sul proprio presente e sul proprio futuro. Un luogo dove realtà ed immaginazione si incontrano. Un luogo dove sognare. Perché a questo serve il teatro. E Broni, memore del suo passato glorioso, non poteva più farne a meno. Marco Rezzani


Giovedì 5 settembre 2013

IL POPOLO

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ERTONINO

CASTELNUOVO - VAL GRUE -

SS. MESSE FESTIVE Cattedrale (tel. 861360): ore 8-910.30-12-18 (prefestiva ore 18); S. Maria Canale (tel. 863570): ore 11.00-18,30 (prefestiva ore 18); S. Matteo (tel. 861392): ore 8.30-10.30-11.30-17.30 (prefestiva ore 17.30); S. Giacomo (tel. 861025): ore 8-10-11 (prefestiva ore 17.30); S. Michele (tel. 861373): ore 8-9-10.30-18 (prefestiva ore 18); Sacro Cuore (tel. 820495): ore 8.30-11.00-18.00 (prefestiva ore 18.00); Madonna della Guardia (tel. 862187): ore 8-9-10-11-17-18 (prefestiva ore 17); Cappuccini (tel. 861166): ore 18 (prefestiva ore 18);

VAL CURONE - VALLE OSSONA

Oratorio S. Carlo (tel. 861392): ore 8.30 (sabato); Oratorio S. Rocco (tel. 863164): ore 17 (prefestiva); Ospedale (tel. 865563) ore 18; Rinarolo (tel. 861392) ore 9. Farmacie di turno aperte dal 5 all’11 settembre 2013 Giovedì 5 settembre: Destefanis, Via Emilia, 39 - (tel. 0131 862008) Venerdì 6: Bidone, Via Emilia 130 - (tel. 0131 861067) Sabato 7: Destefanis, Via Emilia, 39 - (tel. 0131 862008); Comunale 2, Centro Commerciale Oasi - (tel. 0131 861264)

Volpedo Inaugurata il 1° settembre la mostra “Suggestioni fiorentine”

VII Biennale dedicata a Pellizza VOLPEDO - Dal 1° settembre e fino al 13 ottobre si svolge la settima edizione della biennale d’arte, cultura e spettacolo dedicata a Giuseppe Pellizza che quest’anno si snoda attorno a due temi portanti. Il primo tema ruota intorno a Firenze dove Pellizza soggiornò a lungo, in particolare nel 1888 e nel 1893-94. La città sull’Arno chiude quest’anno l’elenco dei luoghi significativi nella formazione artisticadel pittore, celebrati nelle precedenti biennali, attraverso il filo con-

Fino ad ottobre, nel paese natale del pittore, saranno presentati eventi di arte, cultura e spettacolo duttore del Premio riservato ai giovani delle rispettive accademie. L’esposizione nella Società Operaia di Volpedo delle opere degli artisti facenti capo all’Accademia di Belle Arti di Firenze si collega idealmente alla mostra “Suggestioni fiorentine”, allestita nello Studio di via Rosano e inaugurata il 1° settembre: una selezione di oli, disegni, lettere, documenti e fotografie, che illustrano un periodo della vita del pittore particolarmente intenso e fertile, lo stesso che Aurora Scotti ha indagato in un saggio dal titolo Pellizza e le “amicizie fiorentine” negli anni del primo “Marzocco”, pubblicato nella collana “Quaderni del Divisionismo” (2012). La mostra allo Studio, che rimarrà aperta

Giuseppe Pellizza, Il pennello del ponte del Curone (bozzetto, 1892)

fino al 13 ottobre (sabato, ore 15-19 e domenica, ore 10-12 e 15-19), appare non come un episodio di divulgazione fine a se stesso, ma segna un traguardo di studi e di indagini che aggiungono contributi importanti alla conoscenza della vicenda artistica del pittore di Volpedo. Il secondo tema apre differenti e nuovi orizzonti di studio e di ricerca sulla vita, le tradizioni, le colture del mondo contadino di Volpedo tra Otto e Novecento. Italo Cammarata racconta “331 anni della storia di Volpedo (1426-1757)” in un volume frutto di ampie ricerche d’archivio. Il libro di Cammarata, “Un’isola milanese in val Curone”, sarà presentato venerdì 6 settembre, alle ore 21, in piazza Rosselli (sotto le mura spagnole) e sarà seguito dal concerto “Archi in battaglia”, ensemble “Le Muse” diretto da Andrea Albertini, con la voce recitante di Maria Paola Bidone. Domenica 8 settembre, alle ore 11, presso i portici del Municipio, si terrà la pre-

sentazione del nuovo gonfalone del Comune di Volpedo, con annullo filatelico. Lo stemma di Volpedo è stato consacrato quale simbolo della comunità volpedese nello statuto approvato dal Consiglio comunale nella seduta del 10 luglio 1991. La definitiva concessione dello Stemma e del Gonfalone al Comune si è avuta con Decreto del Presidente della Repubblica in data 15 luglio 2011. Nel pomeriggio, alle ore 16.30, presso la Pieve di San Pietro, ci sarà Verdiadi 2013, una maratona musicale in occasione del 200° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, dirette dal maestro Carlo Capra. Sempre domenica, alle ore 17, sarà inaugurata la mostra fotografica “...la roggia che passa proprio radente il muro di casa mia” dedicata alla roggia Ligozzo, a cura dell’associazione “Amici dell’arte” di Serravalle che resterà aperta fino a domenica 22 settembre, presso la Società Operaia.

Torneo di calcetto all’Oratorio di Sale

SALE - Le 8 squadre di ragazzi di età tra gli 8 e i 13 anni hanno disputato la terza edizione del torneo “Fiesta” per l’anno 2013. Squadre variamente assortite con esponenti femminili tra i giocatori e addirittura una agguerrita squadra tutta rosa. Il torneo si è svolto dal 31 lu-

glio al 9 agosto, richiamando numerosi spettatori tra fan e genitori. E’ stato una grande attrazione nel periodo di agosto, quando altre attività sportive sono ferme per il prevaricare delle vacanze. Per tutto il mese di agosto l’Oratorio ha

continuato il suo servizio di ritrovo e di divertimento, con la presenza di educatori del CISA e di organizzatori volontari. Le squadre che hanno disputato la finale per il 3° e 4° posto sono state i Champions e i Lemon mentre la finalissima per il 1° e 2° posto è stata tra i Nino & Co. e i Powerade, e questi ultimi, i Powerade, hanno ottenuto una combattuta vittoria finale. Enrico, Matteo, Simone, Manuel e Kevin (nella foto) elevano il meritato trofeo della vittoria. Il capocannoniere del torneo è stato Andrea della squadra dei Lemon (quarta classificata) e il miglior portiere è stato Mattia della squadra dei Champions (terza classificata). Arbitro del Torneo è stato Gian Luigi, che ha pure trasmesso il senso della disciplina e del rigore sportivo. Don Piero Fugazza, parroco della comunità e sponsor dell’iniziativa ha premiato tutti i partecipanti e confermato la IV edizione del torneo nel 2014. Gianfranco Vistarini

Domenica 8: Destefanis, Via Emilia, 39 - (tel. 0131 862008) Lunedì 9: Centrale, Via Emilia 163 - (tel. 0131 861403) Martedì 10: Bidone, Via Emilia 130 - (tel. 0131 861067) Mercoledì 11: Bidone, Via Emilia 130 - (tel. 0131 861067) Edicole aperte domenica 8 settembre 2013 Tanzi, via Emilia; Filippini, via Emilia; Garbarino, c.so Alessandria; Corti, c.so Don Orione; Barbieri, p.zza Milano; Topmar, Corso Pilotti. 15^ GIORNATA “FRANCA CASSOLA PASQUALI”

Riccardo Fogli in concerto a Castelnuovo per la senologia CASTELNUOVO SCRIVIA - Un altro big della canzone italiana ha scelto la piazza di Castelnuovo Scrivia per sostenere la lotta al tumore al seno: si tratta di Riccardo Fogli che, il 6 settembre alle 21.15, sarà in concerto con la sua band in occasione della “15^ Giornata Franca Cassola Pasquali”. “Il suo è un nome che piace tanto e che ha fatto la storia della musica - ha affermato Giannino Pasquali, presidente dell’associazione Franca Cassola Pasquali - era da molto tempo che cercavamo di avere un artista di questo calibro sul nostro palcoscenico. E la gioia è ancora più grande, perché Riccardo Fogli, profondamente colpito dalla storia di mia moglie Franca, che con coraggio ha combattuto il cancro ma non ce l’ha fatta, festeggerà i suoi 40 anni di carriera in concomitanza con un altro importante traguardo, i 15 anni del nostro sodalizio, impegnato sul territorio a fianco dell’Unità di senologia dell’ospedale di Tortona, coordinata dalla dottoressa Maria Grazia Pacquola”. Riccardo Fogli ha voluto inserire la data del 6 settembre nella sua tournée estiva, che in questi giorni è “volata” in Russia e che, all’indomani dell’esibizione castelnovese, proseguirà in Sicilia. Uno strappo alla regola per lui, che solitamente non mette mai due serate di fila, ma che non ha voluto perdere l’occasione di portare un concerto unico a Castelnuovo, rigorosamente dal vivo, “senza schemi” e soprattutto a contatto con il pubblico. “Questo appuntamento - ha spiegato il cantautore toscano - rappresenta per me un motivo di grande soddisfazione professionale e umana, perchè, dopo aver parlato con Giannino Pasquali, presidente dell’associazione e il figlio Helenio, ho potuto apprezzare in prima persona il valore di questa realtà e lo spirito di solidarietà che si muove attorno ad una manifestazione così prestigiosa. Sono convinto che oggi più che mai la musica debba essere uno strumento per coinvolgere l’opinione pubblica nel

mondo della solidarietà”. E così, in uno show no-stop in piazza Vittorio Emanuele l’affascinante cantante che ha vinto Sanremo nel 1982, racconterà la sua intensa vita professionale. La serata, ad ingresso libero e presentata da Alessandra Dellacà, gode del patrocinio del Ministero della Salute, della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria e del Comune di Castelnuovo. Quest’anno, inoltre, l’iniziativa, che già si fregia della collaborazione straordinaria dell’emittente nazionale Radio Italia, vedrà anche la presenza di Rai1. L’assessore provinciale al Turismo e allo Sport Raffaele Breglia ha espresso soddisfazione per il lavoro di sensibilizzazione nella lotta al cancro svolto dalla famiglia Pasquali in tutti questi anni. Domani sera l’ospite d’onore sarà Valeria Straneo, argento mondiale alla recente maratona di atletica leggera di Mosca, che nel 2010 si era operata per una grave malattia ereditaria, subendo l’asportazione della milza, e non si è mai arresa. Durante la serata saranno presentati i risultati della nuova scommessa dell’Unità di Senologia dell’ospedale di Tortona, legata al progetto della prevenzione oncologica attraverso uno stile di vita sano e una corretta alimentazione. Una sfida che è già valsa al dipartimento di Tortona di essere annoverato tra i primi dieci centri in Italia per la diagnosi e la cura del cancro al seno. Gli organizzatori si augurano di superare ogni aspettativa in questa raccolta fondi che, come ricorda il sito www.associazionefcp.info deve “colpire la malattia e tagliarle i viveri”.

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IL POPOLO

Tortona Il Card. Coccopalmerio in Santuario per la festa della Madonna

In preghiera alla Guardia

L’ingresso in Santuario del card. Francesco Coccopalmerio

TORTONA - Giovedì 29 agosto presso il Santuario Madonna della Guardia numerosi religiosi e religiosi, laici e fedeli devoti si sono recati ai piedi della Madonna, “Madre e Guardiana” per implorare da Lei la sua materna intercessione e per ringraziarLa dei benefici concessi. La festa è stata preceduta dalla Novena di preparazione che ha avuto come predicatore il vescovo di Alessandria mons. Guido Gallese ed è stata animata da alcune corali della Diocesi tortonese. Numerose Sante Messe sono state celebrate e partecipate dai tanti fedeli, fin dal mattino alle ore 6.30. “Gesù, Maria e Don Orione” non sono mai stati soli, ma attorniati da tanta gente. Le celebrazioni principali sono state alle ore 8.30, la Santa Messa dei “giubilei religiosi”, alle ore 10.30 il Solenne Pontificale e alle ore 18 la solenne processione. Alle ore 8.30 nella Santa Messa dei Giubilei, il superiore generale don Flavio Peloso, ha ricordato che “i cristiani sono i portatori di Cristo” al termine della riflessione ha voluto unire nel ricordo dei giubilei anche tanti altri religiosi che lo festeggiano in Cielo e tra questi, don Michele Zaccaro morto due settimane fa all’età di 59 anni, 37 di professione religiosa e 30 di sacerdozio. La celebrazione centrale della giornata è stata presieduta dal Card. Francesco Coccopalmerio alle ore 10.30, con il Solenne Pontificale animato dalla Corale “San Luigi Orione” del Santuario. E’ la Messa in cui il Santuario si presenta nel massimo del suo splendore, con luci, fiori, il canto solenne della corale, numerosi colebranti e, soprattutto tanta e tanta gente. Il Cardinale ha celebrato la mis-

sione di Maria nella vita del cristiano e della Chiesa: introdurlo e accompagnarlo a Gesù, a entrare nel nuovo Regno che è iniziato quaggiù e si compie in Cielo. Parlando della Gerusalemme celeste, come luogo di abitazione del Dio-con-noi, ha osservato come è bello che Dio ha voluto prendere il nome da questo luogo che vuole costruire per gli uomini, come luogo della sua dimora, e farsi chiamare il Dio-con-noi. Ha sottolineato il ruolo di Maria, la madre di Gesù che è stata colei che intermediato in questo processo dell’abita di Dio in mezzo agli uomini. Finita la celebrazione, il Cardinale si è recato al Centro Mater Dei, dove in presenza del superiore generale Don Flavio Peloso, di Mons. Guido Gallese, mons. Martino Cannessa, del sindaco di Tortona Massimo Berutti, il sindaco di Pontecurone Ernesto Nobile e del consigliere provincia-

le di Alessandria Claudio Scaglia ha benedetto un nuovo reparto residenziale per gli anziani dedicato alla memoria di Carlo ed Emma Rinaldi. Don Flavio nel suo discorso ha detto che è bello celebrare la Festa della Madonna della Guardia e inaugurare una nuova attività caritativa. Dopo la Messa delle 17, presieduta dal vescovo Mons. Martin Canessa, ha preso avvio la Processione dal Santuaro della Madonna fino alla Cattedrale dove, accolti da Vescovo, è stato recitato solennemente il Credo, che Don Orione volle come segno di unità di fede e di Chiesa nel nome di Maria. Al ritorno in Santuario della Statua della Madonna, c’è stato ancora un tripudio di festa, canti e commozione. Tutto si è poi composto in ginocchio, nell’adorazione eucaristica e nella benedizione del Signore. Nelle sue parole finali di congedo, don Flavio ha detto: “La Madonna ci ha condotto fuori del Santuario, per le strade e negli ambienti della vita quotidiana, e con lei abbiamo avuto il coraggio di manifestare la nostra fede. Dobbiamo avere sempre il coraggio di manifestare fuori della Chiesa e della sacrestia la nostra fede e la nostra visione della vita. Il mondo oggi, tanto confuso, ha bisogno del contributo di buon senso umano e sociale che viene da chi crede nel Signore creatore e rivelatore della vita buona e bella”. Anche la Messa delle 21, presieduta da Mons. Andrea Gemma, ha visto il Santuario ricolmo di gente. Dopo la Messa, i fuochi d’artificio hanno fatto guardare in su, ad un orizzonte che riservava sorprese belle e imprevedibili. Quasi un simbolo di quanto vissuto durante la bella giornata della Festa della Madonna della Guardia. Alle ore 22.30 la Santa Messa presieduta dal Rettore don Francesco Maragno ha concluso la solenne giornata. f.m.

Giovedì 5 settembre 2013

In Breve

TORTONA/TEATRO

Nuova stagione al Civico

Sabato 7 settembre, alle ore 17, nel Ridotto del Teatro Civico, sarà presentata la nuova stagione teatrale 2013/14. Saranno illustrati ai presenti gli spettacoli e gli eventi del nuovo cartellone, curato da FamaFantasma, diretta da Marco Vaccari. SAN SEBASTIANO CURONE/EVENTI

Merenda in piazza per i bambini A San Sebastiano Curone, venerdì 30 agosto, si è svolta la “Merenda con i bambini in piazza”. Un pomeriggio di divertimento e allegria che hanno potuto vivere i bambini di San Sebastiano in piazza Roma, durante una festa a loro dedicata a chiusura delle vacanze estive, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. TORTONA/SCUOLA

Contributi on line Le domande per gli assegni di studio, per iscrizione, frequenza, trasporti e libri di testo nonchè per il contributo libri di testo 2013-2014 sono solo online. Il Comune di Tortona ha predisposto, fino al 12 settembre, presso l’Ufficio servizi educativi, un servizio per supportare i cittadini che hanno difficoltà ad effettuare da soli l’accreditamento on line. Per informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio Servizi Educativi (serviziallapersona@comune.tortona.al.it), dal lunedì al venerdì (8.30 12.30 e giovedì pomeriggio (14.30 - 17.30). VIGUZZOLO/ASSOCIAZIONI

L’ACV e la Resistenza alla Pieve La Resistenza, la guerra di Liberazione, i partigiani in montagna e le battaglie hanno ispirato, negli anni, una grandiosa epopea che ha coinvolto la letteratura, il romanzo, la poesia, la pittura, il cinema, la musica colta e quella popolare. L’Associazione Culturale Viguzzolese (ACV) ha deciso di dedicare l’ultima apertura estiva della Pieve di Viguzzolo al 70° anniversario dell’8 settembre 1943 con una mostra e con un momento di letture e canti. L’associazione Amici dell’Arte di Serravalle collabora per l’allestimento della mostra pittorica sempre a tema, che sarà possibile visitare sabato 7 settembre dalle 16 alle 18 e domenica 8 dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30. Domenica pomeriggio alle 17.30 si terrà la lettura di poesie d’autore, canzoni e ricordi partigiani. Sia sabato sia domenica sarà possibile effettuare visite guidate della Pieve. TORTONA/NUOVA RADIO PIEVE

La fisarmonica a Caleidoscopio La musica per fisarmonica sarà la protagonista dell’appuntamento settimanale sulla frequenza 96,400 e in diretta su Live Streaming sul sito www.radiopnr.it. Nel Caleidoscopio che andrà in onda alle ore 20,30 di domenica 8 settembre, il conduttore Andrea Bobbio proporrà una serie di brani musicali eseguiti dai fisarmonicisti Gianluca Campi (campione mondiale nel 2000 di fisarmonica) e Carlo Fortunato (Promoter della fisarmonica). I brani fanno parte di una registrazione dal vivo effettuata a Fresonara il 9 ottobre 2009. L’appuntamento è fissato per domenica sera oppure, in alternativa, per martedì 10 settembre, sempre alle ore 20,30.

Giornata dedicata agli amici a quattro zampe TORTONA - L’associazione di Volontariato Animal Angel’s di Novi, domenica 8 settembre organizza un evento pensato e voluto per tutti gli amanti degli animali. È, infatti, in programma la Festa del Canile comunale (strada Castelnuovo, 31) con un programma di eventi davvero ricco e tutto mirato a raccogliere fondi per gli ospiti della struttura e per dare la giusta e dovuta visibilità al grandissimo lavoro svolto dai volontari. L’evento è organizzato in collaborazione con il gestore ADIGEST, il patrocinio del Comune di Tortona e il supporto del CSVA (Centro Servizi per il Volontariato di Alessandria). Collaborano anche CaninaMente di Chiavari e CaneMatto di Tortona. Si potrà assistere a gare, esibizioni, dimo-

TORTONA E TORTONESE

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strazioni, giochi e tanto divertimento per le famiglie e i loro amici a quattro zampe. Non ultimo ci sarà un’esposizione canina: le iscrizioni si aprono alle ore 8.30. Il programma prevede: alle ore 10 esposizione di cani di razza (anche categoria cuccioli); alle 12.30 apertura del servizio ristorante; alle 15 esposizione dei cani meticci e, alle 17, best in show finale con, a seguire, premiazione, grazie a numerose aziende “amiche” che hanno contribuito per mettere in palio ricchi premi. E’ disponibile, nella giornata, anche un servizio di Baby Parking. L’ingresso alla “Festa del Cane” è gratuito mentre, per far partecipare i propri cani all’esposizione, è richiesta una quota di partecipazione. Per info si può visitare il sito: www.animalsangelsnovi.org.

ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE

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LA SICUREZZA DEL SANGUE COMINCIA DA ME

SANGUE DONATO VITE SALVATE

Fossati dal 1906

Puoi donare tutti i giorni presso il CENTRO TRASFUSIONALE OSPEDALE TORTONA

Via Emilia, 35 - Tortona

dalle ore 8 alle 10 - Tel. 0131-865327

Tel. (0131) 861063


Giovedì 5 settembre 2013 di Ferraresi RESTAURI Daniele e C. snc Piazzale Trieste, 23/24 27049 STRADELLA (PV) Tel. e Fax 0385 57067 Cell. 339 8715731 www.paginegialle.it/stilnovorestauri

N

IL POPOLO di SERRAVALLE S. - ARQUATA S.

SS. MESSE FESTIVE: Collegiata (tel. 2112) : ore 11 – 12 – 17 (prefestiva ore 17) S. Andrea: ore 10 - S. Nicolò (tel. 78270): ore 8.30 – 10.30 – 11.30 – 18 (prefestiva ore 18); S. Pietro (tel. 2526): ore 10 – 11.30 – 18.15 (prefestiva ore 18.15); Centro S. Rita (tel. 71592): ore 9; Barbellotta ore 10.45; Cristo Risorto (Quartiere G3): ore 9.30; Sacro Cuore (tel. 78685): ore 8 - 11 - 17 (prefestiva 17; inv. 16.30); Parrocchia della Pieve (tel. 2261): ore 9 – 11 – 17 (prefestiva ore 17); S. Antonio (tel. 2774): ore 8 – 10 – 11 – 17.30 (prefestiva ore 17.30); Chiesa del Cimitero: ore 8,45; Viale Cichero:

VAL

ore 9.30; Merella: prefestiva ore 16 (tel. 329966); Ospedale (tel. 33211): prefestiva ore 18; La Maddalena: prefestiva ore 17; Chiesa di San Rocco: prefestiva ore 17; Chiesa di Don Bosco (tel. 01432892): ore 9. Farmacie di turno aperte dal 5 all’11 settembre 2013 Giovedì 5 settembre: Comunale, Via Verdi, 113 - (tel. 0143 76255) Venerdì 6: Nuova, Viale Saffi, 50 - (tel. 0143 2994) Sabato 7: Bajardi, Via Girardengo, 50 - (tel. 0143 2216) Domenica 8: Comunale, Via Verdi, 113

OVI

BORBERA - OLTREGIOGO

Lunedì 9: Valletta, Via Garibaldi, 1 - (tel. 0143 2331) Martedì 10: Giara, Via Girardengo, 13 - (tel. 0143 2017) Mercoledì 11: Moderna, Via Papa Giovanni XXIII, 3-5 (tel. 0143 2166) Edicole aperte domenica 8 settembre 2013 Bava, corso Marenco; Tabaccheria Rebora Via Castel Dragone; Scarsi, Viale Chichero; Ponte, Piazza Repubblica; Pallavicini, Piazzale Partigiani; Campi, Via Verdi; Semino, Via Pavese.

Novi Ligure Il 6 settembre il concerto del Corpo musicale cittadino

NOVI LIGURE/AMMINISTRAZIONE

Al via il Festival “Marenco”

Il Comune smentisce i mancati pagamenti dell’IMU

NOVI LIGURE - Inizierà domani, venerdì 6 settembre, alle ore 21 presso l’Auditorium Dolci Terre con un concerto del Corpo Musicale Romualdo Marenco di Novi il Festival musicale dedicato al grande compositore novese Romualdo Marenco. Il concerto sarà un omaggio alla musica per orchestra di fiati e percussioni e farà da introduzione all’appuntamento di giovedì 12 settembre presso l’Auditorium Dolci Terre di Novi con la Banda dell’Esercito Italiano, diretta dal Maestro Antonella Bona. Fondata nel 1964, la Banda del-

Il secondo appuntamento della rassegna, dedicata al compositore novese, sarà il 12 settembre con la Banda dell’Esercito l’Esercito è attiva sia in servizi istituzionali sia in un’intensa attività concertistica, svolta in Italia e all’Estero. Recentemente è stata ospite delle Celebrazioni Nazionali Verdiane, delle “Feste Musicali” di Bologna, del Festival Internazionale delle Bande Militari di Modena, del “Festival dei due mondi” di Spoleto e della stagione sinfonica della GOG di Genova. Il suo repertorio spazia da quello celebrativo a quello lirico sinfonico fino a quello originale per Banda. Ha al suo attivo un’ intensa produzione discografica e la presenza a numerose trasmissioni radio-televisive. Il Maestro Antonella Bona, nata ad Augusta (SR) nel 1967, ha studiato pianoforte a Napoli e successivamente Strumentazione per Banda col M° Fulvio Creux e della Musica corale e Direzione di coro, conseguendo i rispettivi diplomi presso i Conservatori de L’Aquila e di Bari. Ha seguito corsi di Direzione di Banda con rinomati maestri. Nel 2002 ha conseguito presso la Scuola Superiore di Musica “Accademia Musicale Pescarese” il diplo-

La Banda dell’Esercito Italiano con il M° Antonella Bona

ma del Corso di Perfezionamento in “Direzione di Banda”. E’ autore di composizioni e trascrizioni per complessi di fiati e per banda. La sua esperienza in campo direttoriale l’ha vista, come direttore ospite, sul podio di numerosi complessi. L’evento sarà strutturato in due momenti: al mattino si terrà un concerto lezione per le scuole e alle ore 21, il concerto di premiazione durante il quale sarà eseguita in prima assoluta la composizione vincitrice della scorsa edizione del Concorso Marenco e verrà premiato il compositore spagnolo Zacarés Fort. Nel corso della serata saranno annunciati i vincitori dell’edizione 2013, le cui composizioni pervenute nelle due sezioni, banda e percussioni, sono state esaminate dalla giuria, presieduta dal direttore artistico Maestro Maurizio Billi. I due concerti sono a ingresso libero e per quello del 12 settembre è necessaria la prenotazione, che può essere effettuata presso la Biblioteca Civica. Sabato 21 settembre alle 21 prenderà il via sempre al Dolci terre la rassegna dedicata a Romualdo Marenco, con “Vox in fabula da Verdi a Mascagni - L’incantesimo della parola in musica”. Protagonista della serata sarà l’Orchestra dell’Opera di Par-

ma, con la partecipazione del tenore Francesco Grollo e il Maestro Maurizio Billi che dirigerà la compagine. Si prosegue venerdì 4 ottobre con l’Orchestra del San Carlo di Genova, sempre diretta dal Maestro Billi, mentre domenica 20 ottobre si terrà al Teatro Giacometti lo spettacolo di Sevilla Flamenca e di Juan Lorenzo alla chitarra flamenca. Domenica 3 novembre al Dolci Terre si terrà il concerto del Coro Panatero di Alessandria, diretto dal M° Gian Marco Bosio. Infine, sabato 28 dicembre l’Orchestra Classica di Alessandria, diretta dal Maestro Billi, saluterà il 2013 con il consueto concerto di fine anno. Gli abbonamenti per la rassegna Marenco saranno in vendita dal 10 settembre alle 16 al 13 settembre presso la Biblioteca civica. Il Festival e la Rassegna Marenco si svolgono con il sostegno dalla Novi Elah Dufour, Ansaldo Sistemi Industriali, Campari, Fondazione CRTorino e oltre 40 aziende del territorio, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, dell’Ambasciata di Spagna e del Comune di Novi. Entrambe le manifestazioni hanno ottenuto l’adesione del Presidente della Repubblica. Michela Ferrando

Spettacolo dialettale per l’AIDO NOVI LIGURE - Domenica 8 settembre, alle ore 21, al Teatro Comunale Paolo Giacometti, andrà in scena lo spettacolo teatrale “Gäli e Galèini” della Compagnia dialettale Adolfo Botazzi di Basaluzzo. L’evento è stato pensato ed organizzato nell’ambito delle celebrazioni del trentennale di costituzione del locale Gruppo AIDO. I volontari del Gruppo Frederick di Novi colgono l’occasione per sottolineare come questa iniziativa rientri tra le attività che da trent’anni l’associazione sta portando avanti in questa città, allo scopo continuare in quel lavoro informativo e divulgati-

vo legato all’atto libero e gratuito della donazione e implementare il dibattito attorno alle attività dei trapianti. Anche attraverso questo spettacolo i volontari avranno la possibilità di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto l’attività dell’AIDO. Se l’associazione riuscita a scalare le vette d’Europa (seconda solo alla Spagna) è anche grazie all’impegno quotidiano di tutti coloro che con passione raccolgono le adesioni alla donazione. Trent’anni di lavoro che ha trasformato l’alessandrino nella provincia più generosa d’Italia, con una percentuale del 40% di do-

nazioni per milione di popolazione, contro il 22% che è il dato nazionale. Nello scorso anno in provincia di Alessandria i donatori sono stati 21 di cui due a Novi. Gli iscritti in provincia, sono un totale di 10.857 di cui 1.592 novesi. Il Gruppo AIDO cittadino rivolge a tutti l’invito a cogliere l’opportunità di assistere a questo spassoso spettacolo teatrale, anche quale opportunità per conoscere i temi della solidarietà rispetto all’atto libero e gratuito della donazione allo scopo di partecipare e vincere la quotidiana corsa per la vita di tanti malati in attesa del dono più bello.

NOVI LIGURE - L’amministrazione comunale di Novi Ligure smentisce la notizia secondo la quale ci sarebbero mancati pagamenti Imu relativi al 2012, per 1,5 milioni di Euro. Di questo argomento la Giunta Comunale non ha mai discusso, semplicemente perché la notizia è infondata. Le riscossioni per l’anno 2012 sono risultate di circa euro 50.000 superiori alle nostre previsioni. Semmai - e su questo, così come su altri ben più gravi elementi critici, sta discutendo la Giunta da alcuni mesi – un aumento dei ritardati pagamenti si è registrato per quanto riguarda la Tassa Rifiuti. Per la Tarsu, nel 2012, la cifra non pagata alle dovute scadenze è cresciuta, da una media annuale intorno al mezzo milione, a circa un milione di Euro. Le difficoltà finanziarie di famiglie e imprese sono alla base di questi ritardi e sono da tempo all’attenzione dell’amministrazione, che è intervenuta più volte concedendo dilazioni di pagamento e rateizzazioni. Come già sottolineato, l’introduzione della nuova Tares ha aggravato il problema, sia perché aumenta l’importo complessivo da pagare (senza che questo vada a vantaggio dei Comuni), sia per le minori possibilità di rateizzazione. Su quest’ultimo punto, come già annunciato, sono allo studio ulteriori iniziative che, con il minimo impatto possibile sulle casse comunali, mitighino gli effetti sui bi-

lanci di famiglie ed imprese di qui a fine anno. L’Amministrazione è impegnata in uno sforzo, non facile, per raggiungere il pareggio di Bilancio 2013, pur in presenza di sempre più crescenti tagli ai trasferimenti statali che appaiono insostenibili. Rispetto al 2012, la riduzione dei trasferimenti statali decisa a fronte del maggiore gettito IMU “lasciato” ai Comuni, porta ad una riduzione delle risorse disponibili di circa 2 milioni di Euro. Il primo obiettivo dell’amministrazione resta quello di confermare – se e per quanto possibile – gli importanti sgravi fiscali introdotti lo scorso anno, sia per l’Imu prima casa che per l’addizionale Irpef. “Non sarà facile mantenere le agevolazioni decise lo scorso anno - ha spiegato l’assessore al Bilancio Germano Marubbi - ma stiamo facendo ogni sforzo per riuscirci, almeno in parte. Purtroppo, proprio quando si è compiuto un lungo e complesso lavoro di sistemazione dei nostri conti, scelte calate dall’alto ci hanno messo in una situazione di grave difficoltà, contraddicendo le timide aperture federaliste introdotte con la creazione dell’Imu: una tela di Penelope, che noi tessiamo di giorno e lo Stato disfa di notte”. “Va da sé - ha aggiunto Marubbi - che in una situazione tanto complicata, persino a Ferragosto, chi propone invece di ridurre le tasse locali, dovrebbe anche dire dove prendere i soldi”.


IL POPOLO

NOVI E NOVESE

Giovedì 5 settembre 2013

Cuquello Il Vescovo ha presieduto la funzione nella chiesa parrocchiale

La festa patronale di San Bernardo

Don Amedeo Grosso, il Vescovo mons. Martino Canessa e don Massimo Bianchi

CUQUELLO - Domenica 18 agosto alle ore 20,30 nella chiesa parrocchiale di San Secondo a Cuquello, frazione di Sardigliano, si è celebrata la festa del Patrono San Bernardo Abate. La solennità presieduta da Mons. Martino Canessa, Vescovo di Tortona, dai sacerdoti don Amedeo Grosso precedente parroco di questa comunità e don Massimo Bianchi parroco attuale, ha visto la partecipazione di molti fedeli ai canti sacri, accompagnati dalla musica d’organo, in una chiesa ornata da colorate composizioni floreali. Per l’occasione si è tenuta anche la cerimonia di inaugurazione dei recenti lavori di restauro pittorici e architettonici del pregevole com-

plesso parrocchiale dedicato a San Secondo. Nell’Omelia il Vescovo, dopo il saluto alle autorità presenti, ha avuto parole di elogio per una comunità parrocchiale viva, dove i laici con i impegno e partecipazione, hanno anche saputo dare un segno di attaccamento alla propria chiesa parrocchiale “rendendo bella la casa del Signore”. Le celebrazioni sono proseguite con la suggestiva processione con i ceri per le strade del paese nella brezza serale, con l’antica statua lignea di San Bernardo illuminata a festa e la partecipazione delle Confraternite di Vargo e di Cassano. Alla conclusione della cerimonia,

dopo la benedizione solenne impartita da Mons. Vescovo, il parroco don Bianchi ha ringraziato tutte le persone che a vario titolo hanno partecipato ai lavori e in particolare la Ditta Francesca Regoli che ha donato in memoria del papà Vincenzo, il restauro del settecentesco crocefisso ligneo, posto sull’altare maggiore della chiesa. L’architetto Giulio Ottria, direttore dei restauri del complesso parrocchiale, è stato invitato a esporre una breve relazione. Documenti storici riferiscono che nel 1523 la parrocchiale di Cuquello dedicata a San Secondo già esisteva e dipendeva dalla Pieve di Cassano; più tardi, dalla Parrocchia madre di Cuquello, sono state generate le equivalenti di Sardigliano e di Vargo. La chiesa attuale, con una navata principale e solo una laterale, è senza dubbio frutto di trasformazioni del 1600 su un precedente impianto di origine monastica e le pregevoli decorazioni architettoniche, che oggi vediamo, con lesene, capitelli e ricche pitture, denunciano l’importanza che il complesso parrocchiale di San Secondo, sempre ha avuto in questo territorio. I festeggiamenti sono poi proseguiti all’aperto con un simpatico rinfresco al quale hanno partecipato numerosi invitati, i quali hanno avuto anche modo di gustare le torte preparate dalle parrocchiane. Una bella festa in una sera d’estate, alla quale hanno preso parte tante persone in un clima sereno e gioioso. g.o.

In Breve

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NOVI LIGURE/FORMAZIONE PROFESSIONALE

Due progetti per i giovani Due importanti aziende hanno preso parte ad altrettanti progetti di formazione per i giovani: per la bottega “Mani Intelligenti”, le ditte Acosì, Di Pasquale Rocco, Bianchi costruzioni, Rael elettromeccanica, T.I. & A.t., Giacobbe Valter Impianti, Lolaico Impianti, Colori e Decori; per la bottega “Thor” le ditte Elektrolimpianti, C&S, Carino Impianti, EPS, I.C.E.P., Garaventa Marco, I.C. Impianti, Igetech, Lai Impianti, Ventura Alessandro & C. Al termine dei corsi, presso la Sala del Consiglio Comune di Novi Ligure, si è svolta, nei giorni scorsi, la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione ai tirocinanti che hanno partecipato ai due progetti, “Mani Intelligenti” e “Thor”, finanziati all’interno dell’iniziativa promossa da “Italia Lavoro”, ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sono stati sperimentati due modelli di “Bottega di mestiere” volti alla formazione di altrettanti profili professionali: installatore e riparatore di apparati elettrici ed elettromeccanici, elettricista nelle costruzioni civili e professioni assimilate. Tale scelta valorizza le esperienze di eccellenza artigiana espresse dalle Botteghe, e risponde ai bisogni e alle aspettative dei giovani e delle aziende interessate a formare nuove generazioni di artigiani. L’iniziativa ha previsto l’inserimento, tramite tirocinio, di venti giovani dai 18 ai 28 anni per sei mesi nelle aziende aderenti, con una borsa lavoro mensile di 500 euro. Per alcuni di questi ragazzi il tirocinio si è concluso con l’assunzione mediante un contratto di apprendistato. Davide Daghino

ARQUATA SCRIVIA/SPORT

Ripresi i corsi dell’Usam Karate

“La Bisarca” presenta i nuovi laboratori teatrali NOVI LIGURE - La compagnia teatrale “La Bisarca” di Novi Ligure, dopo il successo dello scorso anno, ottenuto dal laboratorio di musical “La Bisarca Musical LAB” nelle stagioni 2011-2012 e 2012-2013 e grazie al contributo del Comune di Novi Ligure, è in procinto di riattivare i laboratori per il nuovo anno scolastico 2013 - 2014. I corsi sono aperti a tutti i ragazzi delle scuole superiori di Novi, di età compresa dai 15 ai 18 anni. Le finalità che tale progetto si propone di compiere si inseriscono nella realizzazione di un corso “culturale teatrale”, ma allo stesso tempo creativo e divertente, con lo scopo di avvicinare i ragazzi al mondo del teatro amatoriale, e in particolare al mondo del musical; fornire pertanto concetti di base, ossia elementi di recitazione, impostazione vocale e dizione, canto (corale e solista) e danza. Non ultimo scopo, quello di dare il

Una scena di Grease interpretato dalla Compagnia “La Bisarca”

via ad una attività giovanile costruttiva, favorendo la formazione di gruppi di ragazzi che possano sfruttare le ore passate insieme per fare amicizia, socializzare e imparare le convivenze all’interno della società, e vincere la

C.I.A.T.

timidezza l’insicurezza in un ambito del tutto particolare come quello del teatro. Il corso terminerà anche quest’anno con la realizzazione di un vero e proprio saggio finale in cui saranno coinvolti tutti i partecipanti. La durata prevista del corso “La Bisarca - Musical LAB” è di otto mesi (ottobre 2013/maggio 2014) e le attività programmate prevedono una serie di incontri a cadenza settimanale di 2/3 ore circa ciascuno, al giovedì dalle ore 19 alle ore 21. L’inizio del laboratorio è previsto per giovedì 19 settembre alle ore 19 presso lo Spazio Giovani (ex Caserma Giorgi) di Novi Ligure, il costo per la partecipazione è di euro 25 per l’iscrizione alla associazione e un piccolo contributo mensile di euro 10. Il numero dei partecipanti è limitato. Per info, contatti ed iscrizioni: labisarca@hotmail.it.

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Martedì 3 Settembre sono ripresi, profondamente rinnovati, i corsi dell’USAM Karate. Gli allenamenti per bambini dai 9 anni, ragazzi e adulti si svolgeranno il martedì e il venerdì dalle 18.45 alle 19.45 presso la palestra delle scuole medie di Arquata. Per le Cinture Nere e gli allievi esperti ci sarà inoltre la possibilità di preparazioni di specializzazione su: Karate Sportivo finalizzato all’agonismo (Kata/Kumitè); Karate Tradizionale - Collaborazione con il Maestro Gianlivio Rodolfi; Karate Classico/Antico - Collaborazione con il Maestro Flavio Daniele. Questi allenamenti supplementari si svolgeranno il lunedì dalle 18.30 alle 21.30, il martedì dalle 19.45 alle 20.45 e il venerdì dalle 19.45 alle 20.45. Per gli “instancabili” ci sarà occasione di approfondire discipline affini (Sport da ring, Nei Gong, Ju jitsu, preparazione atletica mirata, Krav maga) grazie alle collaborazioni di livello medio/alto di cui dispone l’associazione arquatese. Saranno, infine, presenti anche corsi di Nei Gong per il benessere psicofisico, questi ultimi si terranno il martedì e il venerdì dalle 20. (Informazioni 328.8273032).

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IL POPOLO

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Giovedì 5 settembre 2013

TRADIZIONI

Antola al Po

SAPORI

COSTUME

SOCIETA’

TERRITORIO

Dall’

Torriglia Concluso il primo lotto di lavori grazie all’importante contributo della Fondazione Carige di Genova

I restauri della chiesa parrocchiale di Laccio LACCIO - La costruzione della chiesa di S. Giacomo in Laccio è dovuta al Principe Doria che, nella metà del ’500, la fece costruire a proprie spese, a vantaggio delle diverse frazioni, (Tercesi, Olcesi, Castagnola, Frevada, Siginella, Costalunga, Scoffera, Vi) di cui gli abitanti, per la distanza, specie in inverno, non potevano accedere alla chiesa di Torriglia. Dai documenti giacenti nell’archivio parrocchiale di Torriglia, precisamente nel volume 234,

Dopo anni di abbandono sono iniziati gli interventi per la messa in sicurezza della struttura che sarà riaperta al culto plico “Carte Cappellania di Laccio” si evince che nel 1597 la Chiesa di Laccio venne affidata al Rettore di Torriglia, Francesco Avancino, affinché, con il provento della cantarezza e con il sussidio annuo del Principe, la servisse per mezzo di un prete cappellano. A conferma di ciò il cappellano doveva celebrare la S. Messa nei giorni festivi e in determinati giorni infrasettimanali secondo le intenzioni del Principe. Nel 1576 la Chiesa di Laccio era già certamente provvista di una abitazione perché il vescovo di Tortona concedeva il permesso di avere un cappellano residente, salvi i diritti spettanti al Parroco di Torriglia. Nel 1845, dietro istanza della popolazione, con Decreto Vescovile, la Chiesa venne elevata a parrocchia. L’antica Chiesa consisteva in una costruzione rettangolare di metri 9 di larghezza per 18 di lunghezza. La prerogativa più significante, al suo interno, consisteva nella presenza di due archi con sopra due loggette, ancora esistenti, a ciascun lato del pre-

In alto i lavori di rifacimento del tetto della chiesa; in basso il tetto visto dall’esterno

sbiterio, dove il feudatario e la sua famiglia assistevano alle funzioni religiose separatamente dal resto dei fedeli. Inizialmente vi era un solo altare, dedicato a S. Giacomo Apostolo; solo dopo il colera nell’anno 1836, eressero a destra e a sinistra, le Cappelle laterali con gli altari di S. Rocco e della Madonna Addolorata. Un fervore di opere di ampliamento e di abbellimento della Chiesa ci fu al tempo del Rettore Guglielmo Varni. In quegli anni, infatti, (1882-1883) con le prestazioni gratuite dei fedeli, la Chiesa venne prolungata in avanti ed edificata a tre navate, con tre archi per parte. Il lavoro si fece su disegno dell’Ing. G. Ciceri. Nel 1886 si pose mano alla costruzione del nuovo campanile presso la navata destra e alla decorazione della Chiesa. L’Altare Maggiore fu rifatto in marmo nel 1878. Di marmo sono pure i quattro altari minori, i citati Altari di S. Rocco e dell’Addolorata e quelli dedicati a San Giuseppe e alla Madonna della Guardia. Di marmo tutto il pavimento, come pure la statua del santo titolare (S. Giacomo) del 1899. Di fattura pregevole è il

pulpito di marmo realizzato nel 1893 dello scultore Montarsolo, per lire 700. Queste sono le sommarie notizie

Serata di letteratura castelnovese CASTELNUOVO SCRIVIA - Sabato 24 agosto, nell’ambito dei festeggiamenti di San Desiderio, si è svolta nella Sala consigliare di Palazzo Centurione a Castelnuovo Scrivia, la manifestazione culturale “Autori in terrazza” (prevista appunto nella panoramica terrazza del Palazzo comunale, purtroppo inagibile per il violento temporale). Si è trattato - come ha ricordato l’ideatore della serata, il presidente della Biblioteca Roberto Carlo Delconte (che era anche uno degli autori presentati) - di una sorta di ideale “Consiglio comunale della letteratura”, con i vari scrittori presentati seduti ai banchi del Consiglio. L’“Antologia castelnovese” riguardava ben 18 scrittori che rappresentano il meglio della letteratura castelnovese di tutti i tempi. Dopo i saluti di rito, tra cui quello di Marina Gavio, presidente del

Lions Club “Castelnuovo Scrivia Matteo Bandello”, in ordine alfabetico degli autori è stato letto un singolo brano per ciascuno, previa introduzione critica di sintesi di Luisa Bellone della curatrice della serata. Si sono alternati nella lettura: Gino Bartalena, Sante Orpianesi, Cristina Pelletta, Ludmilla Pradi e Cecilia Sacco. Come ha efficacemente spiegato il presidente Delconte al folto pub-

blico intervenuto si è trattato di offrire un suggestivo “affresco pittorico”, dato dalla somma e dal perfetto incastro dei vari colori caratteristici di ciascun autore. La presentazione è risultata ancor più piacevole per la sua scorrevolezza, garantita dal rispetto dei tempi precisi assegnati ad ognuno. Come ultimi brani della rassegna, infine, sono stati letti due pensieri di Matteo Bandello e Pier Angelo Soldini, i due più eminenti scrittori castelnovesi. La serata è stata anche impreziosita da alcune raffinate e piacevolissime esecuzioni alla chitarra del maestro Eros Zanella; al temine del bellissimo incontro è stato, poi, consegnato ai presenti uno storico segnalibro con gli autografi di tutti gli scrittori presentati, mentre è stato offerto dal Lions Club di Castelnuovo un simpatico rinfresco con i “vini del Bandello”.

della “vecchia” Chiesa di Laccio, o meglio, di quella che fu. L’abbandono e l’incuria totale protrattisi per molti anni hanno

TORTONA

Maria Bambina alla Guardia TORTONA - Domenica 8 settembre, presso il Santuario Madonna della Guardia, alle ore 17, sarà celebrata la memoria di Maria Bambina. Al termine della S. Messa, la statua di Maria Bambina sarà portata per le strade del Rione di San Bernardino. La cerimonia si concluderà con la benedizione e la distribuzione dei biscotti benedetti presso il cortile del Piccolo Cottolengo Don Orione. Sono invitati in particolare i bambini accompagnati dai loro genitori e nonni. Nella serata di sabato 7 settembre, presso la Cappellina di San Bernardino (dietro il Santuario), dalle ore 19 alle ore 24, ci sarà l’adorazione eucaristica per invocare da Dio il dono della pace per la Siria e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo.

causato il crollo completo del tetto e delle volte delle navate laterali, danni consistenti alla volta della navata centrale e a tutte le decorazioni e pitture. Anche l’interno, ricco di marmi (5 altari, balaustre, pulpito) è stato “devastato” da mani inesperte, sia con lo smontaggio di alcune parti per farne altro uso, sia perché in balia di chiunque. L’intenzione, ora, è quella di arrivare, gradualmente, all’apertura della chiesa con tutte le garanzie di sicurezza, anche se essa non potrà più ritornare all’antico splendore. Il primo lotto di lavori, appena ultimato, è stato il più complesso e impegnativo e ha riguardato la statica dell’intera struttura rispettando le norme vigenti. Quattro le imprese edili che finora hanno operato per recuperare la vecchia struttura. La ditta Maida ha realizzato i ponteggi esterni e interni (€ 38.500); l’Uretek ha provveduto al consolidamento delle fondamenta(€ 107.760); la ditta Taglio 200 ha provveduto al consolidamento della volta centrale della Chiesa con malte speciali e fibre di carbonio (€ 50.446) e infine, l’impresa Fregara ha realizzato un cordolo di cemento armato di collegamento e ha edificato il nuovo tetto (€ 87.000 e altri interventi ancora da quantificare). Da ultimo le spese tecniche. I lavori sono stati eseguiti sotto la direzione degli ingegneri Luciano Garbarino e Rava e dell’arch. G. Varese. Un grazie particolare all’Ing. Garbarino per la sua costante disponibilità. La spesa è imponente e i ringraziamenti vanno alla Fondazione Cassa di Risparmio di Genova (Carige) per il contributo stanziato di € 120.000, alla Curia di Tortona (€ 95.000) e al Comune di Torriglia che ha contribuito con la pulizia intorno alla Chiesa e lo smaltimento dei materiali inerti. Un grazie, infine, a tutti coloro che hanno già dato o daranno il loro contributo.

“Un sabato a Libarna”

SERRAVALLE SCRIVIA - Sabato 7 settembre sarà una giornata dedicata al sito archeologico di Libarna. “Un sabato a Libarna” sarà una manifestazione che si svolgerà in tre momenti e in tre luoghi diversi. Si inizierà alle ore 11 ad Arquata, presso la ditta “La Suissa” in via Serravalle 99, dove verrà presentato il pannello illustrativo dedicato a “Città romana di Libarna - La porta meridionale di Libarna” in collaborazione con “La Suissa s.r.l.” Alle ore 16, a Serravalle, presso l’area archeologica di Libama ci sarà la presentazione di due vini denominati “Terre di Libar-

na” Timorasso e “Terre di Libarna” Timorasso spumante a cura dell’Azienda Vinicola Poggio. Seguirà la degustazione con abbinamento a prodotti tipici locali. Alle ore 17,30, infine, saranno illustrati i restauri dei reperti architettonici in pietra di età romana donati allo Stato da Licio Claudio Lombardini (Giustiniana s.r.l.) e del nuovo allestimento del giardino realizzato a cura di Forest, sempre presso l’area archeologica di Libarna. Inoltre ci sarà la possibilità di una visita guidata del sito, con ingresso libero, alle ore 15, 16.30 e 18.


IL POPOLO Giovedì 5 settembre 2013

Opinioni a confronto Soddisfazione per l’abolizione dell’Imu agricola Egr. Direttore, finalmente sono state ascoltate le richieste della nostra Confederazione, la CIA, che per prima chiese l’eliminazione dell’Imu sui terreni e fabbricati agricoli e sulla prima casa, più di un anno fa con una grande manifestazione degli agricoltori a Nizza Monferrato Questo è ciò che la Cia, prima di ogni altro, chiedeva da più di un anno e finalmente, a prescindere dalle contrastate vicende politiche delle ultime settimane, si è deciso di ascoltare le giuste richieste che venivano dal mondo dell’agricoltura per una tassazione equa e non vessatoria sugli “strumenti” che gli agricoltori italiani utilizzano ogni giorno per il loro lavoro. La battaglia condotta dalla Confederazione italiana agricoltori contro la cosiddetta Imu agricola era ufficialmente iniziata con l’affollatissima manifestazione di Nizza Monferrato del febbraio dello scorso anno quando oltre cinquecento agricoltori delle province di Asti e Alessandria erano convenuti all’ex Foro Boario di piazza Garibaldi per sostenere la linea della Confederazione rappresentata, per l’occasione dal presidente nazionale Giuseppe Politi, dal vicepresidente nazionale Scanavino e dal presidente regionale Roberto Ercole. L’azione di contrasto era poi proseguita ininterrottamente nei mesi successivi fino alla già citata decisione del Governo. Dopo la cancellazione dell’Imu viene ora annunciata l’istituzione della Service Tax, ma su questa nuova tassa avremo modo di pronunciarci non appena ne conosceremo i termini di applicazione. Carlo Ricagni Presidente provinciale della Cia - Alessandria

Cosa si aspettano i genitori alla riapertura della scuola? Egr. Direttore, stanno per riaprire le scuole. Si tratta di un momento atteso da milioni di famiglie che indubbiamente condiziona la vita stessa degli a-lunni e dei loro genitori. Per me è un tempo passato già da qualche tempo, i miei figli sono ormai grandi. Alcuni giorni fa, al bar, mi sono imbattuto in un capannello di mamme che discutevano di scuola e dei loro figli, penso che fossero tutte madri di bambini che a settembre vivranno la loro prima esperienza scolastica. Parlavano piuttosto ad alta voce ed era impossibile non sentire i loro ragionamenti. Si discuteva dei seguenti argomenti: con quali compagni sarà tuo figlio, quale maestra avrà, che zainetto ha voluto, come lo vesti il primo giorno, è con questo o quel compagno, speriamo che non ci sia quello, speriamo che non sia con quell’altro… Tutte questioni lecite, per carità, il primo giorno di scuola è sa sempre un momento importante. Però non ho sentito nei discorsi di quelle gentili signore nulla su quanto si aspettavano dalla scuola, che so una scuola che sappia davvero preparare i loro figli alla vita, che sappia crescerli non solo da un punto di vista nozionistico e culturale. Speriamo che il quarto d’ora di chiacchiere cui ho assistito non sia la regola! Angelo Franchini - via mail

Cresce il commercio del vino Egr. Direttore, il commercio mondiale di vino chiuderà con valori in crescita. Secondo le stime elaborate dal Corriere Vinicolo, basate sull’andamento del primo semestre dei principali Paesi importatori ed esportatori, il totale 2013 si attesterà attorno a 35 miliardi di dollari, equivalente a una crescita del 5% rispetto al 2012. Il tasso più alto (+10%) rimane appannaggio del vino sfuso, questo per via della salita vertiginosa dei prezzi dei prodotti della vendemmia 2012, che verrà diluito solo in parte dall’effetto calmieratore del raccolto 2013 previsto regolare un po’ in tutto il mondo. Sono molto soddisfatto di questa situazione che si avvia a essere positiva per il nostro settore, nonostante la difficile congiuntura economica. Pare che il comparto abbia tratto i più ampi benefici dalla riduzione dell’offerta avutasi in questi anni, generata in parte dall’effetto delle estirpazioni con premio in Europa e in parte da due annate scarse per via del meteo, trovando proprio nella difficile reperibilità del prodotto uno dei più validi alleati per ammortizzare gli effetti della crisi mondiale. Sarà interessante vedere come si riassesterà il mercato nel momento in cui i segni di recessione dovessero incominciare a essere meno pesanti e le vendemmie regolari. Quest’anno con i primi timidi segni di ripresa economica e un raccolto abbondante un po’ in tutto il mondo, potrebbe fornire una stimolante preview del nuovo scenario. Domenico Zonin presidente di Unione Italiana Vini La Redazione si riserva la facoltà di ridurre i testi troppo lunghi che devono recare in calce firma leggibile e indirizzo del mittente. Indirizzate la vostra posta a: Il Popolo (Opinioni a confronto), P.tta De Amicis 1 - 15057 Tortona (AL) fax: 0131/821427, mail: ilpopolo@libero.it

Bacheca

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Da leggere

a cura della Redazione

Aurelio Fusi

Fabio Scarsato

Anima e byte

I beati martiri orionini R. G. Barcelòn e A. A. Peirò

Francesco d’Assisi e Etty Hillesum

Paoline

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Il libro vuole far emergere, in maniera serena ma seria, i possibili effetti negativi dei media sulla concezione della vita dei giovani (consumismo, banalizzazione dei sentimenti, paura, indifferenza e diffidenza sociale, impoverimento linguistico e nei processi di apprendimento, intolleranza, aggressività, concezione oggettificata della donna e così via). Tali effetti sono individuati non sulla base di valutazioni personali dell’autrice, ma in base ai risultati dello straordinario patrimonio scientifico internazionale sul tema, che l’autrice ha monitorato nel corso di tre decadi (il primo libro dedicato al tema è dell’82; l’ultimo impegno istituzionale è stato il Libro Bianco media e minori, realizzato per l’Agcom. Non è un manuale, è un libro che, in forma leggera, ma non superficiale, intende proporre una critica costruttiva al modello culturale veicolato dai media. Elisa Manna è responsabile per la Fondazione Censis del Settore Politiche Culturali. Vicepresidente del Comitato istituzionale Media e Minori e membro del Consiglio Nazionale degli Utenti (Agcom) e membro del Consiglio pastorale della diocesi di Roma, ha diretto molte ricerche nel campo dei media.

Tra i 500 martiri della guerra civile spagnola (1936-1939), che saranno beatificati il prossimo 13 ottobre in Spagna a Tarragona, ci saranno anche Padre Ricardo Gil Barcelón e l’aspirante Antonio Arrué Peiró. Su questi due martiri spagnoli orionini è stata recentemente pubblicata una breve biografia. Nel libro, scritto dal postulatore generale Don Aurelio Fusi, si racconta della vita di Padre Gil, dell’incontro con Don Orione (1910) che lo introdusse nella sua Fondazione, dell’invio a Valencia in Spagna (1930) dove conobbe il giovane Antonio Arrué Peiró con cui condivise la povertà e la generosità verso i più bisognosi, fino a quando nel 1936, a seguito della terribile Guerra civile scoppiata nel Paese, furono entrambi arrestati ed assassinati in odio alla fede. Don Orione comprese subito il valore religioso e civile dei moltissimi “Vescovi, sacerdoti, religiosi e cattolici, messi a morte in odio alla fede”, tanto che propose nel 1939 la loro glorificazione da parte della Chiesa e l’istituzione di una festa per valorizzarne la memoria, “come impulso alla fede del popolo spagnolo e come ricostituente di unità sociale e civile”.

Salute oggi Le vacanze nel mese di settembre sono ormai già un ricordo per la maggior parte degli studenti italiani che, fra pochi giorni, ricominceranno a riempire le aule e frequentare le prime lezioni del nuovo anno scolastico, ma il ritorno al lavoro o a scuola, sia per i più grandi che per i più piccoli, costituisce da sempre, chi più, chi meno, un ostacolo psicologico da superare. Si tratta dello “stress da rientro” che, per gli adulti è più facile da risolvere, in quanto hanno più capacità di adattamento alle nuove (o vecchie, visto che si tratta di quotidianità) situazioni, e che per gli studenti diviene invece un motivo di stress, specie se si avvicinano gli esami di stato, e a pesare è soprattutto il pensiero dell’impegno ad affrontare materie sempre più gravose che prepareranno, ognuno per la sua età, alla promozione o alla fatica finale dell’esame.

Le affinità tra due figure così diverse e distanti per tempo, luogo e cultura: due spiriti forti, autentici e liberi, l’idea di Dio e dell’uomo che emerge dalle vite del Poverello e della giovane ebrea olandese morta ad Auschwitz. Considerando alcuni temi significativi - il rapporto col creato, con Dio che dimora in ciascuno, con i mali e le sofferenze del proprio tempo - e guidandoci tra gli scritti dei due personaggi, l’autore ci mostra il fascino immutato di ciò che della loro esperienza umana e spirituale è giunto fino a noi. Fabio Scarsato, francescano conventuale, è docente di teologia spirituale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Per anni è stato direttore del periodico “Messaggero dei Ragazzi” ed educatore in una comunità per minori. Attualmente è impegnato, con una piccola fraternità in una realtà santuariale e parrocchiale, a Sanzeno e a S. Romedio, nella Val di Non. Tra le sue ultime pubblicazioni “Laudato sie per sora bellezza!” - L’esperienza estetica di Francesco d’Assisi e “Scrivi, frate Leone… - Una comunità francescana in ascolto della parola di Dio”.

a cura di Laura Notti

Il ritorno a scuola

Per i più piccoli, magari al primo anno di scuola, questa forma di stress è dipendente dall’eccitazione per questa nuova esperienza, con i suoi meccanismi, i suoi volti, le nuove conoscenze e i suoi nuovi problemi: infatti, per un bimbo al primo anno di elementari, la scuola rappresenta la prima uscita dal guscio della famiglia, il primo incontro e “scontro” con una nuova realtà sociale, fatta di relazione con estranei, cioè con persone non consuete, organizzazione del tempo, con momenti da condividere e dividere fra studio, gioco e socializzazione. Anche se i bambini di oggi sono molto più sicuri e spavaldi di quelli di alcune generazioni fa, il primo “allontanamento” da casa e le prime relazioni con altri adulti o bambini della stessa età, anche se per poche ore, può scatenare reazioni inconsce o palesi di vero disagio.

Allora possono manifestarsi irritabilità, insonnia o iperattività oppure, anche a seconda del carattere del bambino, a volte si fanno strada leggeri episodi di depressione che costringono spesso i genitori a chiedere aiuto al pediatra. Un valido aiuto a superare questi periodi di nervosismo, più che dal ricorso a farmaci specifici, viene proprio dal genitore; più sono piccoli, più è bene sdrammatizzare l’impegno della scuola (che impareranno man mano); certamente la scuola è luogo di responsabilità e impegno, ove si impara e si studia, ma anche luogo in cui imparando si gioca, e si incontrano altri bambini con i quali dividere giochi e tempo. E, da parte di un genitore, per evitare lo stress di queste nuove situazioni, quale terapia migliore della presenza: è importante soprattutto in queste prime fasi di socializzazione, non fare mai mancare al piccolo il proprio sostegno psi-

cologico e la propria partecipazione; seguirlo nei compiti e nelle sue attività, per quanto possibile, gli assicura più sicurezza e fiducia in se stesso, contribuendo ad allacciare un rapporto più stretto di confidenza e complicità. Per quanto riguarda i più grandi, ormai avvezzi all’impegno scolastico, il dialogo con i genitori e la condivisione dei problemi della scuola, anche dal punto di vista dello studio, rappresenta da sempre un valido aiuto per affrontare e superare le prove che, prima scuola e poi vita, ci riservano. Il compito del genitore è quello di seguire e responsabilizzare i figli, ma senza coercizioni o senza aspettarsi più di quanto il figlio possa dare, poiché proprio questi errori aggiungerebbero ulteriore stress, sensi di umiliazione e ansie da prestazione, riflettendosi non solo sui risultati ma sul comportamento futuro.


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IL POPOLO

Bacheca

CISL

Giovedì 5 settembre 2013

Film da vedere

INFORMA Settembre 2013

a cura di Matteo Coggiola

L’impegno della società civile per la tutela delle persone si realizza anche attraverso il nostro settimanale, dando spazio alla consulenza gratuita e alle novità socio-previdenziali fruibili nel territorio presso le competenti sedi locali della CISL. ULTIME NEWS SALVAGUARDATI Dopo il monitoraggio del contingente dei 65.000, l’INPS sta affrontando quello del secondo gruppo dei 55.000 e del terzo gruppo dei 10.130, che potranno andare in pensione con le precedenti regole, vale a dire quelle in vigore fino al 2011. CONTINGENTE DEI 55.000 Tipologia dei soggetti: - Destinatari di programmi di gestione delle eccedenze occupazionali con utilizzo degli ammortizzatori sociali - Interessati a fondi di solidarietà di settore - Autorizzati ai versamenti volontari - Lavoratori “esodati” (accordi individuali e collettivi) I soggetti appartenenti all’ultima categoria indicata - cioè i lavoratori cosiddetti “esodati” - per rientrare nel monitoraggio devono aver presentato la richiesta di riconoscimento del beneficio alla Direzione territoriale del lavoro (Dtl) entro il 21 maggio scorso - a pena di decadenza - insieme alla documentazione prevista per questo tipo di domanda. CONTINGENTE DEI 10.130 Per quanto riguarda il gruppo degli ultimi potenziali salvaguardati il relativo decreto interministeriale definirà esattamente i criteri e le condizioni previste per l’accesso alla salvaguardia,nonchè il termine per la presentazione della domanda di accesso. L’ultimo contingente di 10.130 persone interesserà le seguenti categorie di lavoratori: - Lavoratori cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e collocati in mobilità ordinaria o in deroga a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011 - Lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione entro il 4 dicembre 2011, con almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011 ancorcè abbiano svolto, successivamente al 4 dicembre 2011, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato dopo l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria

Una canzone per Marion Nella periferia londinese, Marion fa parte di un coro amatoriale insieme ad anziani del quartiere. Arthur, il marito, l’accompagna ad ogni prova e aspetta fuori per riportarla a casa. Marion, infatti, si muove con la sedia a rotelle con frequenza. La malattia che la sta consumando la obbliga a una assistenza continua. Scontroso di carattere, Arthur si dedica completamente alla moglie. Serio, riservato e comunque innamorato. Quando Marion muore, l’uomo cade in un profondo dolore. Si risolleva solo in seguito alla decisione di avvicinarsi all’attività del coro e a sostituirsi all’amata. A sostenerlo c’è Elizabeth, la direttrice, ragazza piena di entusiasmo, che lo convince a partecipare a una competizione con altri cori

della regione. Nel frattempo, Arthur riesce con grande fatica a riavvicinarsi al figlio James, con cui i rapporti sono da sempre difficili e ostili, e alla nipotina Brenda. Dice il regista Williams: “Il film fa riferimento al

rapporto tra mio nonno e mia nonna, all’amore e al senso del dovere che la loro generazione esprimeva. Quando mia nonna si è ammalata di cancro, lui l’ha curata, le è stato accanto, l’ha sostenuta in tutti i modi possibili”.

Proprio lungo questa linea si muove “Una canzone per Marion”, che entra subito nell’argomento (la malattia terminale) e vi si muove con tipico spirito anglosassone: atteggiamento fatto di dolore contenuto, capacità di reazione di fronte alla bellezza delle cose da fare, amicizia, spinta a reagire, e a creare ancora futuro. Assistiamo alla dolce/amara commistione tra felicità e tristezza, tra pieno e vuoto, tra slanci di vita e brividi di morte. Sempre con una misura e una verità se non autentici di certo commoventi. Le tematiche sono: anziani, famiglia, rapporto genitori-figli, malattia, matrimonio, musica, solidarietà, amore. La pellicola, nelle sale dal 29 agosto, è valida, densa di sensazioni pulsanti, emozionanti, ed è valutabile come consigliabile, problematica e adatta per dibattiti.

volti di amicizia “Volti di amicizia” è uno spazio in cui i lettori possono vedere pubblicata una loro foto che ha per soggetto dei momenti di vita quotidiana: un compleanno, una lieta ricorrenza, una festa in famiglia... La Redazione si riserverà di scegliere le foto più belle e di “appenderle” in BachecA. I lettori che vogliono farci pervenire le loro fotografie devono scrivere a “Volti di amicizia” c/o “Il Popolo”, P.tta De Amicis 1, 15057 - Tortona (AL) oppure inviare la loro foto in formato jpg all’indirizzo: ilpopolo@libero.it

- Lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2012, in ragione di accordi individuali ovvero di accordi collettivi di incentivo all’esodo, stipulati entro il 31 dicembre 2011, ancorchè abbiano svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato - Lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione entro il 4 dicembre 2011 e collocati in mobilità ordinaria alla predetta data, i quali, in quanto fruitori della relativa indennità, devono attendere il termine della fruizione della stessa per poter effettuare il versamento volontario. Le comunicazioni dell’INPS costituiscono certificazione del diritto alla salvaguardia. Gli interessati possono rivolgersi presso gli Uffici dell’INAS-CISL per tutte le informazioni relative alle graduatorie dei salvaguardati,per controllare in tempi utili la posizione assicurativa ai fini della pensione. Abbonamenti annuale EURO 45,00; sostenitore EURO 80,00; estero a seconda della destinazione

Settimanale di informazione della Diocesi di Tortona fondato nel 1896 Registrazione nel Registro Periodici presso il Tribunale di Tortona n. 1/98 del 11.12.1998 Editore O.D.P.F. - Il Popolo Piazza Duomo, 12 - Tortona (AL) Direttore responsabile PIER GIORGIO PRUZZI Direzione e Redazione 15057 Tortona, P.tta De Amicis 1 tel. 0131.811322; fax 0131.821427 e-mail: ilpopolo@libero.it Videocomposizione e impaginazione in proprio Stampa Edizioni Tipografia Commerciale 27024 Cilavegna (Pv), Corso Roma, 200 tel. 0381.96138; fax 0381.660054 e-mail: info@editico.it www.editico.it Amministrazione, Abbonamenti e Pubblicità 15057 Tortona, P.tta E. De Amicis 1 tel. 0131.811322 fax 0131.821427

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FIPEG

Associato FISC

USPI

Testata che fruisce di contributi di cui all’art. 3 comma 3 della Legge 250 del 7/8/1990.

Giuseppina Achilli e Mario Ozzola della frazione Vallazza di Broni hanno festeggiato i loro 51 anni di matrimonio insieme ai figli Ernesto e Mara, ai nipoti, ai famigliari e a tutti gli amici.

La Ricetta

a cura di Chiara Parente da “A tavola con le nonne”

Il minestrone o Mustürà E’ l’antico nome con cui a Tortona si indicava il minestrone di verdure. Ha origine dall’accrescitivo di mustùsà, che nel gergo tortonese d’un tempo significava minestra. Una parola derivata a sua volta dal termine minestrare e collegata al verbo latino ministrare = servire a tavola (da minister = servitore). Il minestrone, profondamente connesso alle radici stesse dell'alimentazione contadina, in quanto cibo vegetariano per antonomasia, generalmente si distingue dalla minestra perché più denso. Come si deduce anche dal suffisso -rà, alterazione di mustùsà, la caratteristica principale del tradizionale minestrone tortonese sta proprio nella sua maggiore consistenza, tale che un cucchiaio posto verticalmente in questo piano di pietanza non cade, ma resta “ritto in piedi”. Nella sua formulazione possono entrare tutte le verdure che l'orto produce a seconda della stagione, ma patate, fagioli, cipolle, carote e, naturalmente, la pasta, ne costituiscono il minimo comune denominatore. Gli esagerati tempi della lentissima cottura sul camino, impensabili per i ritmi di vita moderni, sono notevolmente ridotti grazie all’uso della pentola a pressione, che dà il medesimo risultato.

Ingredienti per 4 porzioni 300 gr di pasta 100 gr di fagioli 200 gr. di fagiolini 1 pezzetto di lardo 1 patata 1 carota ½ cipolla Esecuzione Tagliate finemente le verdure, a tocchetti le patate, tritate grossolanamente la cipolla. Mettete in una pentola con i fagioli e ricoprite con 2,5 litri di acqua. Salate con 2 cucchiaini da tè di sale grosso e portate a ebollizione. Fate cuocere a fuoco vivo per 30 minuti o fino a che i fagioli siano morbidi. Servite la minestra nelle fondine, sia calda sia tiepida, cospargendo di prezzemolo e basilico. Generalmente era servita con crostini di pane secco, oppure con fette di pane casereccio, sfregato con aglio.


IL POPOLO

SPORT E TEMPO LIBERO

Giovedì 5 settembre 2013

ECCELLENZA Girone A - 1^ giornata

BASKET A2 DONNE

Esordio vincente per l’OltreVoghera

L’OltrepoVoghera in campo contro il Verbano

VERBANO 0 OLTREPOVOGHERA 2 (primo tempo 0-2) MARCATORI: 5’ pt Balacchi (rig., OV), 6’ Farina (OV). VERBANO (4-4-2): Bianchi, Turconi (28’ st Bettinelli), Napoli, Rota, Loew (1’ st De Filippis), Sasso, Verde, Cersosimo, Bertocchi (1’ st Amelotti), Espinal, Pizzini. All. Villa.

OLTREPOVOGHERA (43-3): Gaione, Mauri (1’ st Cigagna), Celori (23’ st Hajrullai), Vercesi, Balestra, Di Placido, Coccu, Balacchi, Farina, D’Aniello (36’ st Moltini), Bruscaglia. All. Visca (in panchina Valerio Cirelli in quanto Visca è squalificato sino all’11 settembre 2013). ARBITRO: Tremolada di Monza. ESPULSO: 25’ pt Cersosi-

SERIE D Girone A - 1^ giornata

Derthona sconfitto ALBESE DERTHONA

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RETI: 33’ st Sese ALBESE: Gallino, Picone, Berardo, Roveta, Nebbia, Antonelli (26’ st Bosco), Cornero, Gallesio, Romei (15’ st Di Stefano), Garrone, Sese (34’ st Poli). All. Rosso. DERTHONA: Lamantia, Zefi, Mazzocca (10’ st Serlini), Montingelli, Tignonsini, Camussi, Esanu (10’ st Dell’Aera), Carru (42’ st De Ruggiero), Mussi, Chirico, Gilio. All. Guida ARBITRO: Ledda di Cagliari ASSISTENTI: Trinchieri di Milano e Maccà di Monza ALBA - Al termine di una stagione estiva ricca di prestazioni poco convincenti, che hanno convinto la dirigenza bianconera a sostituire Guidoni con Cisco Guida in panchina, il Derthona ha iniziato il campionato con una sconfitta.Ad Alba però si sono viste più luci che ombre: la squadra tortonese, priva di Temperino e la Caria ha giocato una partita propositiva sfiorando la rete in diverse circostanze. La partita è stata decisa a 12 minuti dal termine nell’unica conclusione a rete dei padroni di casa che hanno vinto la gara grazie ad un eurogoal di Sese che ha trafitto

Laman-tia con un tiro sotto il sette. Il primo tempo ha visto le due squadre fronteggiarsi a centrocampo su ritmi bassi ma al 10’ Mussi ben servito da Carrù ha impegnato Gallino, ex di turno, con un diagonale insidioso. Al 38’ ci ha provato Gilio ma la sua conclusione è terminata alta sopra la traversa. Al termine dei primi 45 minuti Gallino si è superato nuovamente impedendo a Mussi la rete. Al 17’ della ripresa Mussi ha impegnato nuovamente il giovane portiere di casa con un colpo di testa preciso. Al 33’ la rete dell’Albese già descritta in precedenza. I giovani leoncelli hanno avuto la forza di reagire: a 6 minuti dal termine ancora Mussi, ben servito da Carru ha sfiorato il palo con una deviazione aerea. Al 90’ la squadra tortonese ha chiuso l’incontro con tanto rammarico per il risultato ma ha evidenziato importanti segnali di miglioramento che fanno ben sperare per il proseguimento del campionato. Domenica prossima i ragazzi di “Cisco Guida” dovranno affrontare il derby contro la Novese, una delle favorite per la vittoria del torneo. Purtroppo la gara si dovrà disputare a Valenza a causa dell’indisponibilità del “Fausto Coppi” ancora “malconcio” dopo la gestione “poco appropriata” della scorsa stagione. Domenico Cremonte

mo (V) per fallo di reazione. BESOZZO - L’OltrepoVoghera debutta con un successo sul campo del Verbano. La formazione di Visca (in tribuna per squalifica) ha dimostrato di esserci, mettendo in campo testa e gambe. Un micidiale uno - due in apertura ha risolto l’incontro contro uno degli avversari più ostici del girone. L’OltrepoVoghera parte di slancio e al 5’ usufruisce di un calcio di rigore per fallo SERIE D Girone A

Pareggio finale per la Novese NOVESE ASTI

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NOVI LIGURE - La Novese debutta con un pareggio acciuffato in pieno recupero. I padroni di casa iniziano bene. Al 7’ un diagonale di Zirilli si spegne di poco a lato. Al 12’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, colpo di testa a botta sicura di Ponsat ma Corradino fa rimanere in gola l’urlo ai tifosi del Girardengo, respingendo la conclusione con un prodigioso colpo di reni. Al 29’ arriva il vantaggio degli ospiti: Di Pierri rinvia sui piedi di Nannini che non ha difficoltà a segnare. In chiusura di primo tempo viene annullato per fuorigioco un gol di Bortolotto. Nel corso della ripresa l’Asti bada soprattutto a difendersi, mentre i biancocelesti cercano il pareggio. Al 75’ Di Pierri respinge una conclusione di Drago. Poi è solo Novese. Quello della formazione di casa è un assedio che viene premiato in pieno recupero dal gran tiro di Nanci che non lascia scampo a Corradino. Bugatti potrebbe addirittura firmare la rete del sorpasso ma l’estremo difensore astigiano si salva in angolo. E domenica prossima derby contro il Derthona. CLASSIFICA: Chieri, Caronnese, Borgosesia, Albese, RapalloBogliasco, Sestri Levante e Santhià 3; Novese, Asti, Folgore Caratese e Giana E. 1; Vado, Caperana, Lavagnese, Derthona, Dronero, Valle d’Aosta e Verbania 0. f.s.

di Turconi ai danni di Farina. Dagli undici metri Balacchi non sbaglia: palla da una parte, portiere dall’altra. Passano appena 60 secondi e gli ospiti raddoppiano. Farina fugge in contropiede, si presenta a tu per tu con Bianchi e lo fulmina con un destro rasoterra che si infila nell’angolino. Il doppio k.o. stordisce i padroni di casa, che a metà tempo si ritrovano in dieci: Cersosimo reagisce malamente dopo un fallo di Balestra e l’arbitro gli mostra il rosso diretto. Nel finale del primo tempo gli oltrepadani sfiorano la terza rete con D’Aniello e Coccu. Nel corso della ripresa l’OltrepoVoghera bada soprattutto a non correre rischi, ma non disdegna qualche sortita d’attacco. Il gol del 3-0 non arriva ma il debutto della formazione di Visca è decisamente buono. CLASSIFICA: OltrepoVoghera, Trezzano Calcio, Sestese Calcio, Pro Vigevano Suardese, Legnano e Magenta 3; Vergiatese, Vigevano Calcio, Union Villa Cassano e Bustese 1; Atletico S.Giuliano*, Arconatese, Fenegrò, Solbiasommese, Sant’Angelo, Verbano e Villanterio 0. (* una partita in meno, ha riposato). f.s.

Broni inizia la stagione

BRONI - Grande entusiasmo al palaBrera per la presentazione della Omc Cignoli Broni, che, per il secondo anno consecutivo, partecipa al campionato di serie A2. “Dire che sono contento di questo roster è un eufemismo - sottolinea coach Giroldi. - Per il momento abbiamo fatto tutto alla perfezione: nei prossimi giorni dovremo assemblare tutto il “materiale” che abbiamo messo insieme. Con le ragazze parte il lavoro tecnico ed atletico per cercare di essere pronti in vista del 13 ottobre, quando è in programma la prima partita di campionato”. All’esordio, Broni si troverà di fronte Vigarano: “una squadra neopromossa, ma con un gruppo di giocatrici di grande qualità spiega il coach - l’obiettivo è essere più pronti possibili perché, in base alla formula del campionato, i punti non conteranno solamente per la prima fase ma anche per quella successiva. La nostra forza dovrà essere il gruppo: abbiamo dieci giocatrici e cercheremo di farle scen-

dere in campo al meglio”. Qualche giorno prima del raduno, la play Luana Nesca ha rinunciato per motivi di lavoro, c’è già una sostituta? “E’ una decisione importante perché si tratta di un ruolo delicato - risponde Giroldi - abbiamo già alcune idee, adesso vediamo di inquadrarle in modo preciso”. Roster della Omc Cignoli Broni per la stagione 2013-2014: Silvia Carù (ruolo: guardia, anno di nascita 1983); Eugenia Zamelli (guardia, 1983); Licia Corradini (playmaker, 1985); Maria Laterza (pivot, 1989); Elisa Borghi (play guardia, 1989); Arianna Zampieri (ala, 1988); DyanaAccini (ala/guardia, 1989); Veronica Besagni (pivot, 1986); Giulia Bona (ala, 1994). Staff tecnico: Giancarlo Giroldi (allenatore); Roberto Sacchi (assistente allenatore); Roberta Malchiodi (preparatrice atletica); Andrea Campagnoli (massofisioterapista). Franco Scabrosetti


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