Il Periodico News - GIUGNO 2016 N°106

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il Periodico

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GIUGNO 2016

ATTUALITA’

Oggi non mi sembra un successo fare 1.000 clienti con 50 dipendenti

Lallo Rosa: "La Foresta è stata davvero il mio Purosangue"

Giancarlo Rosa, alias "il Lallo" di

Vittoria Pacc i

Giancarlo Rosa, universalmente conosciuto come "Lallo" ed anche "Lallo della Foresta", classe 1950 come Renato Zero, Loredana Bertè ed Adriano Panatta, e come loro, un fuoriclasse nel proprio settore professionale, che da sempre è il Mondo del Divertimento.Lo abbiamo incontrato nel contesto della sua attuale attività: la Trattoria “Da Lina” in San Gaudenzio, Cervesina (PV). Partiamo dagli inizi? "Certamente. Nei primi anni '70 avevo una Ditta a Milano che produceva Bigiotteria ed Articoli Regalo. Una sera due cari amici di Pavia mi propongono di entrare in società con loro ed aprire un locale in centro-città. Io sono titubante: ho tante conoscenze, ma non avevo mai pensato di convogliarle tutte in un locale notturno, anche se la passione per la vita notturna la avvertivo forte fin dall'adolescenza... La frase che mi convinse definitivamente fu molto... come dire, semplicistica... ma vera! (ride): Lallo, sai quante ragazze si conoscono? E' fatta, mi butto anima e corpo in quest'avventura. Nel 1973 nasce il Tannhauser, che si rivela da subito un successo! Ma ahimè non dura molto: disaccordi con alcuni personaggi della notte pavese mi spingono a lasciare, evitando grane certe". E quindi si spinge verso la nativa Voghera? "Esatto. Comincio la ricerca di una location, e mi imbatto in quella che per tanti anni sarà la più bella Discoteca della zona: La Foresta! Trovo, girando in automobile, questa collinetta in Pozzol Groppo, provincia di Alessandria, ma strategicamente di confine con l'Oltrepo' Pavese, e me ne innamoro. E lei di me! Ti dirò dopo il perchè...(ride ancora). Nell'estate 1974 nasce il primo, non posso definirlo altro, capanno: legno, cannette e cellofan come tetto! Con l'aiuto di tanti amici, dato gli scarsi mezzi personali, inizio l'attività. Un lunedì sera di inizio estate stavamo facendo le pulizie finali, e cominciò ad entrare gente... In un'ora avevo 600 persone nel locale! Corsi a casa a prendere dei dischi a caso, e così fecero altri cari collaboratori! Facemmo il tutto-esaurito, dal lunedì al sabato, per tutto il mese di Luglio ed Agosto!". Partenza col botto, come si dice in gergo "Inaspettata ed esaltante, con piccole modifiche ed ampliamenti, La Foresta continua a dare straordinari risultati fino al 1979, quando, dalle autorità Alessandrine (Pozzol Groppo è in Provincia di Alessandria), vengo bloccato ed irretito all'apertura del Locale da un Regio Decreto, sino ad allora mai considerato, che obbligava i Pubblici Esercizi ad avere almeno una struttura portante in cemento armato".

E allora? "Allora, non volendo fermarmi per le insistenti richieste dei miei clienti, affitto dal compianto Bruno Gazzaniga la taverna del suo locale, lo Sporting di Rivanazzano: costruisco una tettoia esterna ed inauguro". Grande successo? "Mamma mia! Mi invento dal nulla un locale che per 12 anni farà il tutto esaurito ogni venerdì e sabato sera invernali". Come invernali? Non era estate quando ha inaugurato? "Si, quel 1979 feci l'estate allo Sporting, avendo la Foresta bloccata e chiusa. Ma, alla fine della stagione, vennero a bussare alla mia porta diversi imprenditori che volevano entrare nel business e diventare miei soci". Una vera storia imprenditoriale, insomma... "Assolutamente. Il successo popolare era veramente enorme ! Dopo diversi incontri, la mia scelta cadde sui fratelli Santinoli, già da anni conosciuti ed esperti professionisti dello stesso settore (Ariston a Voghera, Club House a Salice Terme, etc. etc. n.d.r.). Unimmo le forze, riprendemmo in mano l'amata Foresta e nell'estate 1980 fummo pronti a ripartire. L'idea dell'arredo e dell'immagine generale mi fu fornita da uno splendido locale di Nizza, La Siesta". Da qui, la storia parla da sé, vero? "Certo! Tutti gli inverni lo Sporting Club ci regalava i suoi “tutto esaurito”, e tutte le estati La Foresta si riempiva da scoppiare. Da Giugno a Settembre contavamo, nei week-end, non meno di 5.000 clienti a sera !!! Ma eravamo aperti anche il martedì, il giovedì e la domenica, con mai meno di 2.000 paganti. Insomma, una Super Azienda". E' per questo che cita La Foresta come suo maggior successo? "Non solo... La Foresta è stata davvero il mio Purosangue: quando me ne andai, come dire... anche lei si allontanò dai clienti e dal successo. Molti imprenditori si susseguirono al suo comando, ma nessuno, neanche lontanamente, riuscì a ripetere i miei successi. Un vero Purosangue si lascia condurre solo dal suo Fantino di fiducia. Ancora oggi, talvolta, passo davanti al rudere che è rimasto; senza nostalgia, senza rimpianti. Certo del fatto che non sarà più, mai più, il purosangue che è stata!". Se le venisse proposto di "rimetterla in pista", per usare il suo stesso linguaggio, accetterebbe? "Beh... così, su due piedi... (guarda serio il cielo...) Si, ti dico si. Perchè credo fortemente che se ripartissimo insieme, io e La Foresta, forse qualche soddisfazione ce la potremmo ancora togliere... (sorride di nuovo) Sai, come l'ultimo galoppo del vecchio Fuoriclasse, l'ultimo Grand Prix. Devo anche dirti, al di là del romanticismo, che certamente oggi le cose sono molto cambiate. Pensa che tra gli anni 70, 80 e 90, la scuola era al primo posto della classifica della socializzazione giovanile, e la discoteca era al secondo posto: oggi temo stia finendo negli ultimi posti. I social networks, la crisi economica, reale o per timore del domani, la cultura proprio individualista che è stata ai giovani inculcata renderebbero certo le cose più complicate... ma io spero sempre nel talento ed in una buona dose di fortuna". Perchè parla di talento? In riferimento al modo di lavorare, di gestire? "Esatto. L'unica dote che mi riconosco è stata proprio quella di essere riuscito ad azzeccare sempre la

formula giusta, sia nella comunicazione, nella pubblicità, ma anche, e forse soprattutto, nella formazione e gestione del personale". Lei non hai mai curato il lato economico delle sue Aziende? "No, però adesso seriamente, le devo dire che è l'unico peccato veniale che mi riconosco. Avrei dovuto essere più addentrato anche nei meandri amministrativi. Non mi fraintenda: non sto parlando di onestà, chiariamo bene, massima fiducia nei miei soci l'ho sempre avuta e sempre mi rimarrà un ricordo positivo, in questo senso e mi spiego meglio: la disattenzione amministrativa è stato, il mio peccato veniale, purtroppo però legato a doppio filo al mio peccato capitale, che è quello che più mi rimprovero e cioè la mancanza di perseveranza e decisione nell'affrontare discussioni al fine di migliorie ed investimenti. Quello che ad un certo punto io ritenevo assolutamente necessario, non riuscivo ad imporlo per scarsa conoscenza delle varie situazioni amministrative. Se fossi stato più preparato...". E' quindi un consiglio che possiamo dare ad eventuali giovani che vogliano avvicinarsi al settore? "Assolutamente! Mai come oggi la formazione imprenditoriale, anche nei soggetti preposti alla gestione artistica, chiamiamola così, dev'essere globale. Bisogna aver tutto sotto mano, sotto controllo. Mi piacerebbe molto fare da allenatore ad un giovane talentuoso che volesse iniziare una carriera! Ho 66 anni, ma mi interesso ancora tantissimo alle discoteche: seguo e conosco molto bene la Movida di Ibiza, ad esempio, senza andarci (ride), trovando sul web ed in alcuni programmi televisivi, ad esempio sulla piattaforma Sky, spunti davvero geniali, che tradotti per la vita di provincia, si potrebbero mettere in opera". Cosa trova di differente tra la sua formula gestionale e le attuali che vede? "Non voglio dare giudizi. Posso solo dirle che alla Foresta facevo tutti quei clienti suddetti con 64 dipendenti, il massimo raggiunto mi pare nel 1987. Oggi vedo diversi locali che aprono e chiudono, forse per mancanza di abilità nella visione globale, come dicevamo prima, ed alcuni che lavorano ad un regime non esattamente esaltante, utilizzando comunque decine di unità come personale. Non mi sembra un gran successo fare 1.000 clienti con 40 o 50 dipendenti. La cosa che vedo maggiormente succedere oggi è che il cliente non è al centro del locale: tutti si parlano molto addosso senza curare il vero proprietario della tua azienda del divertimento, che è proprio l'utilizzatore finale". Concludendo, tiriamo il bilancio ad ora ottenuto? "Beh, quello passato, di cui abbiamo detto a lungo, forse troppo? E' certamente un bilancio positivo, straordinariamente positivo! La vita, soprattutto, mi ha regalato sempre la possibilità di correre su terreni professionali a me preferiti, e non è cosa da poco. Nel presente c'è il lavoro del nostro ristorante, che adoro e mi dà grandi soddisfazioni, insieme a mia moglie Simona, il 50% del successo per le sue meravigliose doti culinarie, ed un altro 50% va ovviamente ai miei clienti/amici di una vita e nuovi che ci scelgono assiduamente. Non posso che ringraziarli ed augurarmi restino affezionati a noi. Uso il noi perchè se per La Foresta devo dire grazie a tanti amici, per la Trattoria da Lina sono profondamente grato, oltre a mia moglie ed allo staff, anche ad una parte dei miei familiari, che mi hanno dato l'opportunità di cimentarmi in una nuova avventura".


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