Il Periodico News - LUGLIO 2016

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LUGLIO 2016

ZAVATTARELLO

Ci sono sempre più sacerdoti di altre nazionalità

"Nei nostri paesini il parroco è ancora visto come un punto di riferimento" di Alessandro

Marchesi

Benessere sfrenato e culto dei beni materiali sono alla base della crisi di vocazioni che sta mettendo in ginocchio la Chiesa occidentale. Abbiamo sentito alcuni parrocchiani di Zavattarello che ci hanno spiegato la situazione della loro comunità e di quelle dell’alta valle. La situazione non è delle migliori ma, nonostante le difficoltà, si sta andando avanti.

1) Quanto è importante avere una parrocchia attiva e attenta ai bisogni dei fedeli per una comunità come quella di Zavattarello? 2) E’ indispensabile che il parroco viva in parrocchia e si dedichi interamente ad essa senza doverne gestire più di una? 3) Per quale motivo, secondo lei, in questa zona ci sono alcune parrocchie condotte da sacerdoti stranieri? Sara Rossi, 30 anni direttore Museo locale 1) "Per le piccolissime comunità cristiane come la nostra è di fondamentale importanza. Sono cresciuta in un ambiente parrocchiale molto attivo e coeso in cui ci si sentiva a casa e questo a segnato, in modo positivo, la mia infanzia. Se la parrocchia e le sue attività offrono spazi sani, non solo ai più giovani ma a tutta la collettività, la convivenza risulta migliore. C’è ancora tanto bisogno di spazi ricreativi che offrano l’opportunità di stare insieme seguendo i precetti cristiani ed educando i giovani al rispetto delle regole". 2) "A mio avviso è molto meglio se il sacerdote risiede nella parrocchia in cui opera. In questo modo è più facile che venga a conoscenza delle dinamiche della società, delle sue problematiche e delle quotidiane abitudini dei fedeli. Il parroco dovrebbe essere parte integrante della comunità e non spettatore, per cui è necessario che stia in mezzo alla gente tutti i giorni. Il primo passo da fare è proprio quello di stare in mezzo alla propria gente altrimenti anche il lavoro di Pastore diventa più complicato". 3) "Potrebbe esserci una duplice motivazione probabilmente. Da un lato potrebbe essere colpa della mancanza di vocazioni che sta colpendo la Chiesa Cattolica negli ultimi anni, mentre potrebbe essere plausibile che una causa possa coincidere con l’orientamento multietnico che sta prendendo la nostra società. Trovo normale che in ogni ambito, lavorativo o spirituale che sia, il numero di stranieri sia in crescita visto che siamo in un mondo in cui spostarsi è molto più facile rispetto a qualche anno addietro e l’integrazione risulta molto più rapida e “indolore”. Sta di fatto che, ora come ora, i sacerdoti stranieri stanno dando una mano al Vescovo a condurre le nostre parrocchie". Letizia Vernetti, 20 anni studentessa 1) "Secondo me è molto importante. Zavattarello come tutti i piccoli comuni della zona ha per lo più abitanti di età abbastanza avanzata quindi, rispetto alle nuove generazioni, sono ancora molto legati alle tradizioni, alla partecipazione alle funzioni religiose e a tutti i precetti legati alla sfera cattolica. Di conseguenza, per una comunità in prevalenza cattolica è indispensabile che il parroco venga visto

Sara Rossi

Letizia Vernetti

come una figura di riferimento, un puto saldo e una fonte di aiuto. Ogni fedele ha bisogno di essere a stretto contatto con le istituzioni religiose più vicine a noi". 2) "Se avessi dovuto rispondere qualche anno fa non avrei esitato a dire di sì. Stiamo parlando di un paese come Zavattarello che, pur non essendo di grandi dimensioni, ha sempre richiesto molte attenzioni: c’erano più bambini che frequentavano il catechismo, l’oratorio era un punto di ritrovo per molti, c’erano più abitanti che partecipavano alle funzioni. Per come stanno le cose oggi non saprei, la popolazione è diminuita, o per meglio dire i cristiani sono diminuiti, visto che ci sono meno nascite e di conseguenza meno bambini da crescere ed educare alla nostra religione. Per queste ragioni le attenzioni che richiede sono diminuite e conseguentemente anche gli impegni del pastore. E’ pur vero che siamo stati abituati ad avere a portata di mano il parroco e quindi mi viene difficile immaginare la mia comunità senza, però non possiamo nemmeno sperare che si dedichi solo alla nostra parrocchia perché anche le altre hanno il nostro stesso diritto ad avere una figura così importante per noi cristiani".. 3) "Fatico a trovare un vero motivo. Ci sono sempre più sacerdoti di altre nazionalità che esercitano la loro vocazione nel nostro paese per cui non penso sia stato intenzionale mandare da noi e in altri comuni sacerdoti stranieri, tuttavia non vedo assolutamente niente di male anche perché la religione non ha nazionalità. E’ interessante vedere che un sacerdote possa esercitare la sua vocazione in tutto il mondo poiché il Cattolicesimo permette di incrociare tradizioni e modi di pregare diversi. Il parroco è visto sempre come una persona molto importante nella comunità cristiana da qualunque parte del mondo arrivi".

quella porzione non cattolica ma che comunque si amalgamata alle nostre abitudini nel corso degli anni. Essere cattolici non vuol dire solo partecipare alla Santa Messa la domenica ma desiderare di vivere la Chiesa ogni giorno attraverso le molteplici iniziative che la stessa propone. Quindi mi sento certamente d’accordo all’importanza di avere una parrocchia attiva in paese". 2) "Penso proprio di si, il parroco è fondamentale che viva tra la gente e si dedichi interamente alla sua parrocchia. Non riesco ad immaginare una parrocchia dove il parroco arriva solo la domenica per la Santa Messa e finito se ne torna a casa sua. Forse siamo stati abituati troppo bene e con l’avanzare dei tempi non sarà più così però questa rimane la mia opinione. Pertanto ritengo indispensabile la sua presenza anche fisica, vederlo, comunicare, confrontarsi e vivere con lui. Senza parlare poi dell’ampia gestione amministrativa che la parrocchia comporta che si va ad aggiungere alla visita ai malati, a chi ha bisogno e agli anziani della RSA comunale". 3) "Da anni ormai l’Europa vive un calo sensibile nelle vocazioni in ambito sacerdotale tant’è che in molte diocesi, compreso la nostra di Tortona, si sta optando per l’accorpamento delle parrocchie per permettere che un solo sacerdote riesca a gestire più comunità contemporaneamente. A questo si aggiunge l’età media molto avanzata del clero. Questo fenomeno viene quindi bilanciato da una crescita delle nuove ordinazioni nel Sud del mondo con la conseguenza appunto che ci sono preti nati in Africa o in Asia che prestano il proprio ministero in parrocchie Italiane come una sorta di ricambio dei missionari italiani in terre Africane o Asiatiche".

Luciano Perelli, 66 anni pensionato 1) "E’ indispensabile avere una parrocchia attiva. Qualora venissero a mancare le molteplici attività di tipo religioso, culturale o ricreativo di cui l’oratorio è l’asse portante tutto il paese ne sarebbe inevitabilmente impoverito. La parrocchia è un momento di aggregazione per tutta la popolazione, giovane e meno giovane e addirittura anche per

Jacopo Palavezzati,29 anni architetto 1) "Fondamentale direi. Capisco che la gente che abita i nostri paesini è sempre meno e quindi è difficile per una parrocchia portare avanti iniziative troppo dispendiose senza che poi vengano ricambiate con il giusto interesse. Detto questo, la nostra comunità ha troppo bisogno della fede cristiana e delle attività legate ad essa perché fanno parte della nostra cultura e, a maggior ragione, servono a dare vita ad un paese di mille abitanti come Zavattarello".


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