Il Periodico News - MARZO 2016 N°102

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A Voghera si torna al voto dopo la sentenza del Tar

Anno 10 - N° 102 Marzo 2016

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di Serena Simula

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Alpeggiani: "Perdere la Provincia è un fatto grave" di Giacomo Braghieri

Oltre 60 mila voti per il nostro concorso delle Pro Loco e delle associazioni

Terme di Salice, è notte fonda I dipendenti attendono di essere pagati Rivanazzano Terme: Pregi e difetti della località visti da chi ci abita

Nasce l'ippovia che da Salice Terme porta verso l'Appennino pavese

Godiasco, parla il sindaco "Ho vinto anche se in tanti non mi hanno considerato Godiaschese doc"

Il maltempo sferza l'Oltrepò: da Bagnaria a Zavattarello, si fa la conta dei danni


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Commento di Antonio La Trippa Le Terme di Salice S.r.l. trasferiscono la propria sede legale da Godiasco – Salice Terme a Roma, in Via Sistina 48. Dopo la vendita del 99% delle azioni della “Oltrepò Terme Resort S.r.l”, società che è proprietaria del 100% delle Terme di Salice ceduta alla Dionisi & Partner Broker S.r.l., i nuovi soci di maggioranza hanno deciso di affiancare un nuovo amministratore ad Elio Rosada, che tramite la sua società la “Dimora S.r.l.” è proprietario dell’1% della Oltrepò Terme Resort S.r.l e quindi dell’1% delle Terme. Ora le Terme di Salice hanno 2 amministratori, Elio Rosada che ha ricoperto la carica in questo ultimo anno e Antonio Accroglianò nato a Rossano in provincia di Cosenza nel 1947. E come diceva la famosa pubblicità del gelato Maxibon “Two is mei che uan”. Di Antonio Accroglianò, pubblichiamo integralmente e ben volentieri, in questa pagina la richiesta di rettifica giunta dal suo Avvocato, Giacomo Tranfo, in merito al nostro articolo “Le Terme di Salice hanno una nuova proprietà”, apparso su questa pagina de il Periodico News, lo scorso mese di Febbraio. La pubblichiamo volentieri perché l’Avvocato Tranfo, ci conferma e ci fa sapere, che: “per quanto riguarda lo scandalo legato all’ex deputato Antonio Matacena di Reggio Calabria citato nell’articolo, la vicenda giudiziaria connessa si è conclusa con il pieno riconoscimento della estraneità del sig. Antonio Accroglianò ai fatti riportati”, e questo ci fa piacere, anche perché noi avevamo scritto che era coinvolto, mica che era colpevole, ma tant’è, ci è stato tolto il dubbio da noi chiaramente espresso nell’articolo dello scorso mese, che l’Antonio Accroglianò, nuovo amministratore delle Terme di Salice, potesse essere un omonimo. Il suo Avvocato invece ci conferma che è proprio lui. L’avvocato Tranfo nella sua missiva conferma, perché noi lo avevamo scritto in forma dubitativa, che “il sig. Antonio Accroglianò, pur essendo effettivamente parente della nota “Dama Nera”, Antonella Accroglianò, è del tutto estraneo alle vicende giudiziarie che l’hanno resa nota alle cronache”. Anche noi avevamo scritto che era parente, non avevamo scritto che era indagato o condannato per le vicende legate ad Antonella Accroglianò, che come scrive tra gli altri il Corriere della Sera in data 22 Ottobre 2015 a firma Fulvio Fiano: “A capo dell’associazione c’era la 54enne siciliana Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del Coordinamento tecnico amministrativo di Anas Spa, appunto la «dama nera», deus ex machina del sodalizio che, come ha detto Pignatone in conferenza stampa: «ha la borsa sempre aperta, arriva qualcuno e ci mette una busta». La «dama nera» è la nipote di Peppino Accroglianò, Cavaliere di Gran Croce e consigliere della Regione Calabria per tre legislature consecutive, oggi presidente di C3, centro culturale calabrese che organizza convegni nazionali e internazionali". Del C3, centro culturale calabrese e di Peppino e Antonio Accroglianò, a meno che questo Antonio Accroglianò sia un omonimo del nuovo amministratore delle Terme di Salice, ne parla anche La Voce delle Voci, l’edizione nazionale dello storico periodico La Voce della Campania, che in data 23 ottobre 2015 autore Andrea Cinquegrani, pubblicava un articolo dal titolo: “DENTRO IL PENTOLONE ANAS, TRA APPALTI, VOTI & TANGENTI / LA SUPERDINA-

STY DEGLI ACCROGLIANO’”. L’articolo scrive: “Giuseppe Accroglianò per celebrare “i calabresi diventati famosi nel mondo. Gettonatissimi e affollati di star accademiche e professionali, nonché di starlette dello spettacolo, i sontuosi parties organizzati dal mitico “Peppino”, grand commis della Dc calabrese di un tempo.” “Proprio per Peppino Accroglianò fu il caso, vent’anni fa, di un piccolo incidente di percorso che ritroviamo negli archivi di Repubblica, un articolo di Pantaleone Sergi del 4 luglio 1995, a proposito di indagini sulla allora “zarina” della ‘ndrangheta ionica, “Donna Gina” e un “elenco dei coinvolti eccellenti: con gli ‘avvisati’ Amedeo Matacena junior, deputato di Forza Italia, Attilio Bastianini e Salvatore Frasca, ex sottosegretario, c’è anche, indagato, l’ex consigliere Giuseppe Accroglianò, del Ppi, mentre suo fratello Antonio è stato arrestato a Roma”. “Abbiamo fatto cenno al fratello Antonio, il cui nome è rimbalzato tra le cronache di fine anni ’80, a proposito di un giallo mai risolto, quello dei documenti contenuti nella esplosiva borsa di Roberto Calvi, poi ucciso sotto il ponte dei Frati neri a Londra”. Ecco cosa scriveva Repubblica il 25 ottobre 1989: “Che fine hanno fatto i documenti che Calvi aveva con sé a Londra? Il mistero è al centro dell’inchiesta che il giudice istruttore Mario Almerighi sta seguendo da alcune settimane. Negli ambienti giudiziari è circolata la notizia che i documenti del banchiere milanese sarebbero stati consegnati a monsignor Hnlinca dietro il pagamento di oltre un miliardo di lire. La notizia tuttavia non è stata confermata dal magistrato inquirente che ieri ha interrogato un altro dei 4 imputati di truffa. Si tratta dell’ex direttore dell’agenzia di Latina della Banca Nazionale del Lavoro, Antonio Accroglianò, accusato di aver posto all’incasso uno degli assegni scoperti di 600 milioni rilasciati da monsignor Hnlinca. E’ stato incriminato a piede libero, a differenza di Flavio Carboni e di Giulio Lena, colpiti da mandato di cattura per ricettazione e truffa”. Come dicevamo all’inizio ora Elio Rosada è affiancato da Antonio Accroglianò al quale pensiamo non difetti l’esperienza manageriale per gestire, per quanto gli compete, le Terme di Salice S.r.l. e soprattutto portarle fuori da una situazione obiettivamente molto difficile, come del resto avrebbe confermato l’Amministratore della Dionisi & Partner Broker S.r.l., Davide Dionisi, società proprietaria del 99% delle azioni della Oltrepò Terme Resort S.r.l e di conseguenza del 99% delle Terme di Salice S.r.l., il quale avrebbe affermato che per ora di soldi, non ce ne sono, ma che presto arriveranno dall'estero e che il progetto è quello di aprire a breve il Nuovo Hotel Terme, e poi di ristrutturare il Grand Hotel. Progetti importanti, che i due attuali amministratori, Elio Rosada ed Antonio Accroglianò, dovranno gestire con tutti i requisiti morali e professionali che li hanno portati a ricoprire la carica di manager e amministratori delle Terme di Salice. Il primo impegno è però molto più semplice ed è quello di pagare gli stipendi ai dipendenti, che sembrerebbe non lo percepiscano da due mesi, a cui si sommano alcune mensilità dello scorso anno. Risolto questo piccolo problema, tutta Salice Terme, tutto l’Oltrepò Pavese e tutta la Provincia di Pavia, saranno lieti di vedere e valutare positivamente i futuri successi delle Terme di Salice, una volta S.p.A. ed ora Società a responsabilità limi-

Richiesta di rettifica - Riceviamo e pubblichiamo

TERZA PAGINA

TERME DI SALICE S.R.L.: TRASFERITA LA SEDE A ROMA! ARRIVA UN ALTRO AMMINISTRATORE CHE AFFIANCA ROSADA

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente richiesta di rettifica, giunta dall’Avvocato Giacomo Tranfo, legale del Sig. Antonio Accroglianò, in merito all’articolo “Le Terme di Salice hanno una nuova proprietà”. Articolo apparso sul numero 101 del Febbraio 2016 Oggetto: richiesta di rettifica ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948 “Roma 26 Febbraio 2016 In nome e per conto del Sig. Antonio Accroglianò, Le scrivo nella sua qualità di direttore responsabile del mensile “Il Periodico News”, con riferimento all’articolo “Le Terme di Salice hanno una nuova proprietà …” a firma di Antonio La Trippa, pubblicato sul numero di Febbraio 2016, nella versione cartacea e on line del giornale, alla luce della sua risposta inviatami a mezzo mail lo scorso 24 Febbraio - che Le allego per completezza unitamente alla mia mail iniziale – per invitarla formalmente, ai sensi del vigente art. 8 della legge sulla stampa n. 47/1948, a pubblicare il seguente articolo di rettifica, nonché a modificare nello stesso senso e senza ritardo l’articolo on line ancora presente sulla rete: Con riferimento all’articolo “Le Terme di Salice hanno una nuova proprietà …” a firma di Antonio La Trippa, pubblicato a pag. 3 del numero di Febbraio 2016 del nostro giornale, ci teniamo a specificare che: 1) il sig. Antonio Accroglianò, pur essendo effettivamente parente della nota “Dama Nera”, Antonella Accroglianò, è del tutto estraneo alle vicende giudiziarie che l’hanno resa nota alle cronache; 2) per quanto riguarda “lo scandalo legato all’ex deputato Antonio Matacena di Reggio Calabria” citato nell’articolo, la vicenda giudiziaria connessa si è conclusa con il pieno riconoscimento della estraneità del sig. Antonio Accroglianò ai fatti riportati; 3) pertanto, il sig. Antonio Accroglianò ha tutti i requisiti morali e professionali per ricoprire la carica di manager o amministratore della società che gestisce le Terme di Salice. Con avviso che, ove non proceda alla pubblicazione del testo di rettifica soprariportato, provvedendo altresì alla immediata correzione dell’articolo presente on line, il sig. Accroglianò si vedrà costretto a tutelare i suoi interessi, la sua reputazione e la sua onorabilità in sede giudiziaria, anche attraverso la richiesta di provvedimenti cautelari. Distinti saluti Avv. Giacomo Tranfo”

tata, affinché le Terme ritornino ad essere il motore turistico di Salice, ruolo che fino a 10 anni orsono hanno ricoperto, ma che purtroppo da 10 anni, grazie a scelte politiche e imprenditoriali alla luce dei fatti, completamente sbagliate, hanno smesso di ricoprire. Faccio i miei migliori auguri al Signor Antonio Accroglianò; riportare le Terme ad essere il volano del socio economico di Salice Terme, non sarà facile, ma sono certo che il Signor Antonio Accroglianò ne ha le capacità. Io tifo per Lui.


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ATTUALITA’

ALLARME MALTEMPO: DA BAGNARIA A ZAVATTARELLO

"E' cambiato il clima ma contro le frane e le piene manca la prevenzione" di Alessandro

Disperati

E' bastata una notte di pioggia intensa per creare allerta in tutto l'Oltrepò pavese. Da Zavattarello a Santa Maria della Versa, da Godiasco/Salice Terme a Bagnaria. Vediamo nel dettaglio cos'è successo. Partiamo da Zavattarello dove incontriamo Matteo Marchesi, coordinatore del gruppo comunale di Protezione Civile di Zavattarello. Facciamo il punto della situazione: cos’è successo concretamente? "Come accade da tempo ed ormai è abitudine, abbiamo dovuto abituarci ad ospitare diversi millimetri di acqua caduti in veramente poco tempo. Convivendo quindi con frane, cunette strabordati e fango che creano disagi alla circolazione e talvolta anche alle abitazioni". Come avete arginato il problema nell’immediatezza? "E' veramente difficile prevedere tali calamità, pur conoscendo e vivendo quotidianamente il territorio. Serve solo buona volontà da parte dei volontari impegnati nelle attività di monitoraggio dei punti "critici" e come spesso accade si procede con immediata segnalazione del problema a provincia e comune; dopo di che tocca a noi! Segnalare la zona interessata in modo da renderla ben visibile e se ci è possibile sgomberarla per lo meno da fango e detriti". Siamo alle solite nel senso che i problemi vengono arginati al momento ma non risolti: non è cambiato niente quindi per quanto riguarda la prevenzione? "Diciamo di no. Anzi a livello di organizzazione Provinciale ho notato molto più interesse e disponibilità oltre che reale presenza fisica del coordinamento al quale facciamo riferimento, nel momento del bisogno rispetto a qualche tempo fa. Per quanto riguarda invece il risolvimento dei veri problemi quali frane, e degradi portati dal mal tempo, pur capendo le situazioni e le difficoltà a cui si incorre, trovo tempi molto lunghi creando oltre che disagi alla viabilità una cattiva immagine del "nostro" Oltrepò. Non voglio incolpare solamente la pioggia, il terreno che naturalmente si muove o la mancanza di prevenzione quanto una scarsa gestione del territorio come la scarsa pulizia dei corsi d'acqua e anche la semplice regimazione delle acque provenienti da terreni agricoli e spesso dirottate consapevolmente in reticoli troppo poco capienti o per la peggio direttamente su strade con elevata percorrenza come spesso accade". Da Zavattarello ci spostiamo a Bagnaria dove lo Staffora ha fatto numerosi danni. Ne parliamo con il sindaco, Mattia Franza che ha seguito minuto dopo minuto l'evolversi della situazione. Sindaco, quali danni ha causato il maltempo a Bagnaria? "Le ultime piogge hanno provocato ancora smottamenti alle difese spondali nel Torrente Staffora, appartenente al Reticolo Idrico Principale, negli stessi punti in cui era fuoriuscito la scorsa volta (novembre 2014) e precisamente in località Lazzuola, Ponte Crenna, Casa Arcano, Casa Massone e Spizzirò, mettendo a serio rischio tra l'altro la fornitura di alcuni servizi pubblici essenziali, in particolare, la fornitura di gas, a servizio di tutta la Valle Staffora (la linea principale arriva fino a Brallo di Pregola...), il col-

Mattia Franza

Matteo Marchesi

lettore fognario, la rete elettrica ubicati al di sotto del tracciato dell’ex sede ferrovia Voghera-Varzi di proprietà della Provincia di Pavia ed inoltre a pochi metri di distanza si trova il tracciato della Strada Provinciale del Penice". Ora, passata l'emergenza, che cosa avete chiesto alla Regione Lombardia? "A Regione Lombardia, competente appunto sul reticolo idrico principale, quindi sul torrente Staffora, abbiamo chiesto impegno urgente e tempestivo per la risoluzione definitiva del problema mettendo a disposizione una progettazione definitiva/esecutiva che avevamo realizzato a nostre spese lo scorso anno per questi interventi". Come arginare il problema del dissesto in Oltrepò pavese? "Il problema del dissesto è un tema che riguarda tutto il territorio oltrepadano e da anni ne sentiamo parlare; a mio parere per risolvere questo problema, nonostante il clima sia mutato negli ultimi anni, innanzitutto, si deve lavorare molto sulla prevenzione e la manutenzione ordinaria dei fossi e dei torrenti, infatti, a tal proposito, nella segnalazione abbiamo evidenziato, che in molti tratti del Torrente si nota una forte presenza di materiale litoide (ghiaia) in eccesso nell’alveo che impedisce il normale deflusso delle acque alterando la sezione dello stesso e provocando la tracimazione ogniqualvolta, in caso di piena, si ve-

Piera Mercatali

rificano questi fatti. Fortunatamente lo scorso anno una ditta privata e opportunamente autorizzata aveva eseguito lavori di pulizia della vegetazione e taglio delle piante e arbusti in eccesso all’interno dell’alveo del torrente Staffora, nel territorio comunale di Bagnaria; questo intervento manutentivo però andrebbe fatto quasi tutti gli anni". Come comune cosa state facendo? "Come Comune per esempio, lo scorso anno abbiamo stanziato risorse di bilancio per la manutenzione ordinaria eseguendo attraverso la pulizia delle cunette per lo scolo delle acque piovane lungo i tratti di viabilità di nostra competenza; ecco questo può essere un piccolo esempio di tutela del territorio facendo risparmiare fondi nel lungo periodo quando ci si trova a dover intervenire urgentemente". Da Bagnaria a Godiasco Salice Terme. Ne parliamo con Piera Mercatali, coordinatrice del gruppo della Protezione Civile. Avete avuto segnalazioni a seguito del maltempo di una settimana fa? "Eravamo in stato di allerta ma per fortuna non è successo nulla di particolare. Abbiamo provveduto a segnalare al Comune lo stato in cui versano il ponte sullo Staffora a Salice e quello dell'Ardivestra a Godiasco dove, con le piene dell'ultima settimana si sono accatastati tronchi e alberi sotto le arcate, divenendo un pericolo in caso di nuove piene".

Il ponte dello Staffora a Salice Terme, dopo l'ultima piena


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Alessandro Cattaneo e l’Oltrepo Pavese

MARZO 2016

di Alessandro

Marchesi

E’ partito da Pavia ed ora ricopre un ruolo dirigenziale all’interno dell’ufficio di presidenza di Forza Italia nonostante abbia solamente 37 anni. Il suo desiderio è quello di vedere il prima possibile una Destra moderata che rema nella stessa direzione per poter governare in ambito sia locale che nazionale. L’abbiamo incontrato questo mese per fare il punto della situazione sulle elezioni di Broni e Voghera e sullo stato di abbandono in cui giace l’Oltrepo Pavese. All’età di 37 anni è uno dei politici più giovani del panorama nazionale. Cosa l’ha spinta ad entrare in politica così giovane? "Quello che mi ha spinto principalmente è stato il desiderio di poter fare qualcosa di concreto per il mio paese. Purtroppo al giorno d’oggi ci sono politici che criticano e partecipano da spettatori alle vicende quotidiane, invece io ritengo sia nostro compito attivarci concretamente per rappresentare i bisogni dei nostri cittadini. Occorre una classe dirigente nuova e che porti idee innovative per il benessere della collettività. A fronte di questi ideali ho ritenuto opportuno intraprendere questo percorso nel campo della politica". Vede qualche politico in Oltrepò che possa ricalcare quello che ha fatto lei? "Premetto che mi sento solo all’inizio della mia carriera politica e di conseguenza non ho nulla da insegnare a nessuno, anzi penso di poter imparare ancora molto per crescere dal punto di vista umano e professionale. So per certo che l’Oltrepo è ricco di figure politiche giovani che possono fare qualcosa di importante per il proprio territorio. Spero che continuino su questa strada e che il sentimento di fare del bene ai propri elettori non li abbandoni mai. Il consiglio che mi sento di dare loro è quello di non avere mai paura decidere. La mia esperienza mi dice che questo è il rischio più grosso in cui un politico giovane può inciampare. Se si decide di intraprendere una strada occorre portar avanti il proprio credo a qualsiasi costo". E’ stato da poco nominato a Voghera il commissario prefettizio che sostituirà il Sindaco Barbieri. Cosa pensa di quanto è successo? Vede questo fatto come una sconfitta del centro-destra? "E’ un assurdo quello che sta succedendo a Voghera perché in qualsiasi altro paese civile per ricontare i voti di due sezioni ci sarebbero volute quattro o cinque ore al massimo, invece ci stanno mettendo mesi. Sono sicuro che alla fine nessuno pagherà per quello che è successo se non i cittadini vogheresi che vedono interrotte le attività comunali. Auspico per il bene, non solo di Forza Italia, ma anche per i nostri elettori che le cose si sistemino nel più breve tempo possibile per poter rimettere in moto la macchina comunale. Anche Voghera sarà rimessa in mano alle persone giuste e che la sanno governare correttamente". Per quanto riguarda Broni, il centro-destra sta scegliendo il suo candidato. Campagnoli o Ercole secondo lei? "Seguo le vicende di Forza Italia a Broni come le seguo per tutti i paesi della mia Provincia e non solo, tuttavia ritengo opportuno lasciare ai militanti bronesi e ai consiglieri uscenti l’onere di scegliere il proprio candidato. Questo è un principio che dovrebbe essere valido non solo per il caso specifico di Broni, bensì per tutte le situazioni di questo tipo. Un problema di fondo che sta caratterizzando il nostro

schieramento politico è proprio quello di non riuscire a trovare nell’immediato punti di contatto fra le varie correnti. In questo modo si creano delle spaccature che portano a conseguenze poco costruttive. Sogno un centro-destra compatto che lavora per garantire un futuro migliore all’elettorato poiché lo ritengo un indice di credibilità". In che rapporti è con Giovanni Alpeggiani? "Direi che il nostro rapporto è buono perché lo sento periodicamente e non abbiamo mai avuto modo di scontrarci. Lo considero una figura di spicco per l’attività politica locale in quanto sia stato di fondamentale importanza per l’Oltrepo montano. Di quello che ha fatto gliene si può solo dare merito. L’Oltrepo, specialmente quello montano, è storicamente la roccaforte della destra moderata". Qual è il segreto per mantenere questa tradizione vincente? "I due principi fondamentali che stanno alla base del nostro operato sono: la trasparenza e la coerenza. Lavorando su questo binomio si creano i presupposti per intercettare i voti di quella porzione di popolazione che ha determinate esigenze. E’ sempre stata nostra priorità soddisfare il bisogno della popolazione perché solo così si fa buongoverno. Il mio caro amico Giancarlo Abelli mi ricordava sempre che Politica è sinonimo di “rapporto umano”. Questa uguaglianza la si riscontra maggiormente in Oltrepo dove i politici instaurano un rapporto diretto con i votanti. Credo siano questi i fattori che ci contraddistinguono dal centro-sinistra". Si sta parlando tanto riguardo al neonato Movimento per l’Oltrepo. Potrebbe essere un’alternativa valida ad una politica “vecchia” come quella attuale? "Personalmente mi sono sempre piaciute le iniziative che partono dal basso e cercano di cambiare in meglio la situazione politica, di conseguenza la ritengo una buona idea. Bisogna precisare che quello che stanno promettendo deve poi essere trasformato in iniziative concrete perché altrimenti finirebbe per accodarsi all’infinita schiera dei partiti che non fanno nulla di costruttivo. In questo panorama politico abbiamo bisogno di persone e energie nuove che favoriscano lo sviluppo economico e si facciano portavoce delle problematiche attuali". Potrebbe essere “d’ingombro” al suo schieramento un’iniziativa come questa? "Francamente mi auguro che lo sia più per il centrosinistra. Potrebbe essere un’idea quella di aprire le porte ad iniziative politiche di stampo civico per dar maggior rilevanza alle richieste di quella porzione di cittadini che non si collocano in nessun partito tradizionale. Unendo le forze potremmo espandere il nostro raggio d’azione in modo tale da poter essere competitivi su più fronti. In questo modo la Sinistra potrebbe contare solamente sull’elettorato storico che gli concede la propria fiducia a priori, guardando solamente il simbolo di partito. Ribadisco però che è di fondamentale importanza assicurarsi che queste liste civiche intraprendano un percorso di coerenza che ha alla base la realizzazione di progetti concreti che vanno al di là delle promesse pre-elettorali". Lo sforamento dalla Legge di Stabilità da parte della Provincia di Pavia potrebbe essere il colpo di grazia ad un territorio come quello montano già lacerato da innumerevoli problematiche? "Più che il colpo di grazia lo definirei l’ennesimo duro colpo messo a segno da un’Amministrazione

ATTUALITA’

“Il Movimento per l’Oltrepò lo ritengo una buona idea, ma servono i fatti"

Alessandro Cattaneo

Provinciale che fa acqua da tutte le parti. Ci sono problemi da risolvere che non possono essere posticipati ulteriormente e di questi fanno parte il dissesto idro-geologico, una viabilità da incubo e infrastrutture mal tenute e dimenticate da anni. Questo è il risultato di anni di completo disinteresse da parte dell’Ente, che non si è mai attivato per garantire servizi efficienti e adeguati alla tassazione in atto. A fare da contraltare a questa situazione imbarazzante, dobbiamo dare merito ai sindaci che quotidianamente cercano di porre rimedio, con i mezzi a loro disposizione, alle mancanze della Provincia. Mi sento in dovere di rivolgere loro i miei più grossi complimenti per quello che stanno facendo poiché, se non fosse per la loro dedizione, staremmo assistendo ad un tracollo completo di un territorio che non si merita per niente di essere dimenticato e maltrattato". Cosa farebbe se fosse lei a guidare l’Amministrazione Provinciale per ridurre (metaforicamente parlando) le distanze fra Pavia e la zona collinare? "Come prima cosa darei priorità assoluta alle infrastrutture, in modo particolare alla realizzazione della messa in sicurezza del Ponte della Becca. Secondariamente ritengo che un altro aspetto che ha bisogno di essere trattato seriamente è quello della viabilità perché le strade, specialmente quelle dell’Oltrepo montano, sono in uno stato di completo abbandono. Il primo passo per avvicinarci alla collina deve essere quello di garantire ai suoi abitanti i servizi necessari per vivere dignitosamente. Inoltre, penso che l’Ente provinciale abbia cambiato pelle negli ultimi anni a causa di una Legge sbagliata che ha progressivamente allontanato la politica dal territorio. A mio avviso si dovrebbe cambiare radicalmente i connotati delle provincie in modo tale che vengano intese come assemblee di sindaci. Sarà compito di ogni primo cittadino portare al tavolo dell’assemblea le proprie iniziative. In quest’ottica sono sicuro che anche in Oltrepo ci siano persone valide che ambiscano a fare il Presidente. Infine si sa che lei è particolarmente legato a questo territorio". Quali sono i due elementi che le fanno venire in mente l’Oltrepo? "Quando parlo di questa fantastica terra mi vengono subito in mente le gite primaverili che faccio con la mia Vespa. Nelle miti giornate di aprile e maggio amo lasciare la città per recarmi tra la natura a respirare un po’ di aria buona. In secondo luogo amo sentire parlare gli oltrepadani perché, tra una parola di italiano e un’espressione del dialetto locale, danno segno di una cultura rurale ancora molto radicata. Questo è un fattore che non deve essere sottovalutato perché se si perde la propria cultura si rischia di perdere la propria identità".


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ATTUALITA’

DOPO IL CASO SOLLEVATO DALL'ASSOCIAZIONE MICOLOGICA VOGHERESE

Sentieri fantasma in Oltrepò, 500 mila euro forse buttati, sarebbe il caso di porvi rimedio e di capire cosa non va... di

Nilo Combi

Da alcune settimane è esploso in Oltrepò Pavese o meglio nella Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese il problema dei sentieri “fantasma”. Il progetto per rendere fruibili con appositi cartelli e segnali indicatori 700 km di sentieri, il tutto o il niente è costato 500mila euro, un miliardo di vecchie lire…. Un miliardo! Soldi al momento buttati, perché i sentieri se non all’inizio, non sono segnati, alcuni non sono fruibili, perché chiusi da cancelli o da reti metalliche, quelli nei quali è possibile avventurarsi dopo poche centinaia di metri diventano trappole utili per perdersi, perché di paline che indicano la via da seguire non ce ne sono più. Non ci sono bolli colorati o altri segnali che indicano il percorso, se una persona non conosce perfettamente il territorio rischia quasi certamente di perdersi. Alla luce dei fatti, un lavoro concepito male, realizzato o meglio non realizzato, peggio, il tutto alla modica cifra di Euro 500 mila, circa 715 euro per ogni kilometro di sentiero, questo per mappare i sentieri, segnalati dai 19 comuni facente parti della Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese, per ripristinare alcuni sentieri resi impraticabili da frane, cedimenti, arbusti ed erbacce, per mettere le paline e i bolli con la vernice sulla corteccia degli alberi o sui sassi, per creare una quindicina di aree di sosta, composte cadauna da un tavolo in legno con due panche e per realizzare le pagine web all’interno del sito della Comunità Montana che illustrano la rete sentieristica. Un progetto concepito male, perché 700 km, per un territorio come quello della Comunità montana sono un’enormità, 167 sentieri, staticamente quasi 9 per ogni comune, neanche fossimo in Trentino Alto Adige o in Valle d’Aosta. Un progetto realizzato peggio, perché “buttato lì alla carlona”, raffazzonato, incompleto, inutile, realizzato male e senza nessun controllo sui lavori eseguiti, e se li hanno effettuati meglio non dirlo… perché doppia brutta figura. Il progetto è iniziato nel 2009 e dopo… soli … 6 anni, nel 2015 è stato appaltato, con termine di consegna nel dicembre 2015. Sei anni per avviare un progetto, studiarlo, rifletterci, fare riunioni, etc. etc. Non sono pochi, ma detto questo se nel 2015, la realizzazione fosse avvenuta secondo tutti crismi, beh… nessuno avrebbe avuto molto da ridire, al contrario il lavoro effettuato è stato eseguito solo in parte e o male. Una persona normale, se a casa sua c’è un’impresa che esegue dei lavori, controlla con diligenza se gli stessi vengono eseguiti bene ed al termine dei lavori controlla se il lavoro è stato realizzato come da accordi o come da capitolato. Non so se questo è stato fatto, forse sì, forse no, ma un dato è certo, chi ha portato alla luce il problema dei “sentieri fantasma” non i politici o i tecnici incaricati, ma alcuni componenti del Gruppo Micologico Vogherese, quando percorrendo i “sentieri fantasma” hanno segnalato il problema… costato 500mila euro. Peccato perché la nascita di un nuovo modo di fare turismo, nel corso degli ultimi anni, ha riscoperto l’uso dei sentieri, dapprima per vivere la natura, in seguito per conoscere la storia di una determinata zona,

Le paline dei sentieri in Oltrepò

di chi ci vive, le sue tradizioni, la sua cultura, i suoi prodotti, la sua cucina. Camminare lungo i sentieri alla ricerca di antiche borgate, in mezzo al verde, nei boschi con profumi e colori naturali, a molti fa dimenticare per un giorno l’assillo dei ritmi frenetici che oggi giorno caratterizzano il nostro modo di vivere. Per l’Oltrepò Pavese, alle porte di Milano ed al centro del triangolo industriale del nord, questa offerta turistica era una grande opportunità, per ora realizzata male, quindi improponibile e di conseguenza non redditizia. Forse sarebbe stato meglio, certamente più logico, soprattutto alla luce dei fatti, realizzare solo 200 Km di sentieri invece che 700 km, forse sarebbe stato meglio realizzare solo 30 sentieri invece che 167, forse sarebbe stato meglio privilegiare i sentieri più interessanti e non tutti quelli segnalati dai vari comuni, forse sarebbe stato meglio cntrollare che i sentieri fossero fruibili e non chiusi da cancelli o da reti metalliche, forse per quei sentieri che passano da proprietà private, sarebbe stato meglio chiedere ed ottenere i permessi scritti per il libero passaggio, forse sarebbe stato meglio controllare ogni lavoro durante la realizzazione degli stessi, forse sarebbe stato meglio che alla consegna dei sentieri nel dicembre 2015 qualcuno avesse controllato cioò che veniva consegnato, se era stato realizzato con diligenza e secondo gli accordi... E già forse sarebbe stato meglio…. ma non è andata così. Dopo che il Gruppo Micologico Vogherese ha portato alla luce il problema, c’è stato un susseguirsi raffaz-

zonato, come la realizzazione dei sentieri fantasma, di scuse di politici e di addetti ai lavori: “Faremo mettere a posto, “Faremo realizzare il tutto come da programma e capitolato”, “Non è colpa nostra, è di chi ha studiato il progetto, di chi c’era prima di noi”, “Non è colpa nostra che abbiamo studiato il progetto, la colpa è di chi è venuto dopo di noi che lo ha realizzato male, che non ha controllato”. E via dicendo… Insomma storie di ordinaria umanità politica alla quale l’Oltrepò è abituato… da anni… purtroppo. Ora che fare? Forse riconsiderare il progetto, forse ridurre i Km di sentieri e portarlo a circa 200 km, forse ridurre il numero dei sentieri e sceglierne una trentina, forse scegliere i sentieri non in base ad una spartizione geopolitica, ma previlegiare i sentieri più interessanti e più fruibili e che hanno un senso logicoturistico, forse sarebbe opportuno scegliere sentieri già in buono stato per non spendere soldi in ripristini a causa di frane, smottamenti, arbusti ed erbacce. Sarebbe opportuno che nella scelta di questi 30 sentieri considerare di fondamentale importanza e definire il punto di partenza e di arrivo dell’itinerario, identificandolo in un luogo di facile accesso e di sicura individuazione, nei pressi di fermate dei mezzi pubblici o nelle aree di sosta di ristoranti o agriturismo o nei parcheggi urbani. Occorrerebbe una particolare cura nel collocare la segnaletica che, dal punto di partenza dell’itinerario attraverso le vie dell’abitato, conduce all’imbocco del sentiero ed occorre altresì che, alla fine del sentiero sia posta l’identica cura per permettere di attraversare l’abitato e raggiungere i parcheggi, i punti di fermata pubblici, allo scopo di facilitare il rientro dei fruitori. Occorrerebbe periodicamente, all’inizio di ogni stagione, che l’Ente responsabile provveda alle manutenzioni ordinarie e straordinarie che si rendono necessarie per garantire la percorribilità in condizioni di sicurezza e di piena informazione di ogni sentiero, come ad esempio il mantenimento del piano di calpestio, l’asportazione di sassi e pietre e l’eventuale ripristino di tratti franati, il controllo dello scolo delle acque, la ridipintura dei segnavia non ben leggibili, la sostituzione di tabelle della segnaletica verticale rotte, non leggibili, mancanti, il decespugliamento di tratti in cui la vegetazione impedisce o rende difficoltoso il passaggio o la lettura della segnaletica, etc etc. Perché è inutile realizzare un’opera se poi non si riesce a mantenerla, è come buttare i soldi dalla finestra. Occorrerebbe ridimensionare il sito, che ad onor del vero è ben fatto, descrivendo solo i circa 30 sentieri realizzati come il buon Dio comanda, e quindi occorrerebbe promuoverli, con efficacia e con un preciso progetto di marketing, che porti a conoscenza della gente e quindi dei possibili clienti che abitano il triangolo industriale del nord Italia, che in Oltrepò Pavese sono stati realizzati dei sentieri ben fatti e quindi gente venite… venite…. Occorrerebbe altresì capire come e perché sono stati spesi 500mila euro per un progetto fatto male, occorrerebbe capire perché nessuno dei politici o dei tecnici incaricati o competenti non ha immediatamente denunciato e portato a conoscenza dell’opinione pubblica il mal lavoro fatto, ma forse questo è chiedere troppo, e certamente non è il lavoro che deve fare un giornale.


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il sindaco destituito dalla sentenza del Tar

MARZO 2016

di

Serena Simula

Deluso, incredulo e sinceramente amareggiato: è apparso così, all'arrivo del commissario prefettizio a Palazzo Gounela, l'ex sindaco di Voghera Carlo Barbieri, destituito dalla sentenza del Tar che il mese scorso lo ha dichiarato decaduto insieme a tutta l'amministrazione, giunta e consiglieri compresi. Non se l'aspettava proprio una decisione simile il primo cittadino, che in pochi giorni si è ritrovato sbattuto fuori dal suo ufficio con l'unica possibilità di presentare ricorso al Consiglio di Stato, richiedendo così la sospensiva della delibera del Tar. Cominciamo parlando un attimo di lei: che effetto le hanno fatto gli avvenimenti di questi giorni? «Non posso negare che mi abbiano lasciato molto deluso. Deluso e amareggiato, perché la mia è l'unica squadra che alle scorse elezioni ha vinto ben due volte con un risultato incontenstabile, eppure è l'unica squadra ad essere stata penalizzata da tutta questa vicenda. Una vicenda che, ripeto, non ha mai messo in discussione i miei voti. Davanti a questa evidenza, non capisco davvero perchè io non debba continuare a governare la città. E come non lo capisco io, non lo capiscono nemmeno tanti vogheresi». Vi sembra un'ingiustizia? «Se non è un'ingiustizia, è comunque qualcosa che va al di fuori di ogni regola democratica. Abbiamo un sindaco eletto due volte che è illegittimo e un presidente del consiglio che (al di là delle regole costituzionali che glielo consentono) non ha mai preso un

Carlo Barbieri

voto legittimo: mi sembra che questo Paese sia un po' strano». Ghezzi l'ha accusata più volte di aver allungato i tempi per rimanere attaccato il più a lungo possibile all'ormai proverbiale poltrona. Il fatto che lei non abbia accettato la sentenza del Tar e che abbia presentato ricorso al Consiglio di Stato sembra quasi dargli ragione... «Assolutamente no, chiariamo bene questo punto. All'indomani della sentenza io ho dichiarato che se il ballottaggio si fosse svolto immediatamente io sarei andato subito alle urne contro Ghezzi, senza ulteriori indugi. Subito dopo (e quindi prima di attivare il ricorso) ho parlato con la Prefettura, che ha escluso che si potesse tornare al voto durante la tornata elettorale di giugno. Questo innanzitutto per il ricorso pendente

VOGHERA

Barbieri: «Il commissariamento non farà sicuramente bene alla città»

di Torriani, che verrà discusso il 27 aprile. Stando così le cose il ricorso che ho fatto io al Consiglio di Stato è l'ultimo dei problemi, e non è certo ciò che impedisce di tornare al voto. E aggiungo un'altra cosa: io ho fatto ricorso perchè i tempi per andare al voto non c'erano, se dovessero esserci sono pronto a ritirarlo». Lei ha definito la richiesta del commissariamento del comune da parte di Ghezzi come «una scelta politicamente irresponsabile»: perchè? «Perchè malgrado l'impegno e la buona volontà che il commissario metterà nell'amministrare la città, non credo che privare Voghera del suo governo possa farle bene. Al di là del suo diritto ad andare al ballottaggio, infatti, credo che il risultato elettorale alla fine della fiera fosse chiaro. So che è facile dirlo a posteriori ma io non avrei agito così: avrei messo la politica e il bene comune davanti a tutto, davanti anche al mio interesse». Insomma, sta dicendo che si è comportato da egoista? «Sì, credo che nel suo desiderio di rivincita abbia fatto una scelta egoistica. Ci sta che lui voglia rivendicare un suo diritto, ci sta che voglia giocarsi la possibilità che gli è stata tolta. Quello che mi domando però è: che prezzo ha questo suo diritto? Mi sembra che dal suo punto di vista stia diventando una questione sempre più personale e sempre meno politica».


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VOGHERA

l’UDC continua a rimanere a fianco di Barbieri

MARZO 2016

Affronti: “Se Torriani avesse corso con noi, tutto questo non sarebbe successo” di

Serena Simula

Da sempre è l'alleato più fedele di Carlo Barbieri, colui che più di ogni altro lo ha sostenuto nella scorsa legislatura e durante la campagna elettorale, apportando da solo una cospicua percentuale ai voti dell'ex sindaco durante le scorse elezioni: l'Udc non ha mai fatto un passo indietro nei confronti di Barbieri, e anche in questa complessa fase di transizione, il partito di centro non mostra risentimenti o incertezze, e continua a rimanere al fianco del suo candidato. Sereno anche in questo clima agitato è Nicola Affronti, ex presidente del consiglio comunale e figlio di quel Paolo finito sotto l’attacco di Torriani, la cui presenza in coalizione è uno dei motivi per cui il medico vogherese non ha voluto sostenere Barbieri nel 2015. Voi siete da sempre gli alleati numero uno di Barbieri. Come avete vissuto gli eventi delle ultime settimane? «Francamente con un po' di stupore, ma tutto sommato con serenità. La legge è legge, le sentenze si rispettano e se arriva un commissario prefettizio non rimane che svuotare l'ufficio e andarsene. Ciò che mi ha sorpreso di più in tutta la vicenda è stato l'esito del riconteggio (che credevo confermasse i numeri messi a verbale), ma dopo quello c'era da aspettarsi tutto il resto. Comunque non è ancora finita, la partita rimane aperta». Allude alla richiesta di sospensiva che Barbieri ha presentato al Consiglio di Stato? Sembra quasi un pro forma... «Non lo è assolutamente. Nelle sentenze, la parte importante sta nel cosiddetto "PQR", vale a dire la parte del testo che comincia con "Per Questi

Nicola Affronti

Motivi" e in cui si leggono le decisioni prese dal tribunale. Nel caso della sentenza del Tar, nel "PQR" non c'è la parola "Commissariamento": c'è nella parte precedente, ma nemmeno quella è

così cristallina come vogliono far credere, tanto che in un primo momento anche la prefettura era indecisa su come agire». Cosa c'è di poco chiaro? «Un punto in particolare, il punto 7 della sentenza, che recita esattamente così: "L’annullamento della competizione elettorale, seppure in parte, determina l’automatica cessazione dalle funzioni del Sindaco attualmente in carica, spettando all’Autorità prefettizia le determinazioni in ordine al governo dell’ente nella fase precedente la conclusione della procedura di ripetizione del turno di ballottaggio tra i candidati Ghezzi e Barbieri". Ciò che non è chiaro è quale sia la "fase precedente la conclusione della procedura di ripetizione del turno di ballottaggio": secondo noi sono semplicemente le due settimane che in condizioni normali trascorrono tra il primo turno e il ballottaggio, o al più il periodo che separa l'indizione delle elezioni dalla data elettorale, vale a dire un periodo di cinquanta giorni». E quindi cosa chiedete? «Di sospendere la sentenza e di essere reintegrati esercitando le nostre funzioni limitatamente all'ordinaria amministrazione e agli atti urgenti. Quello che chiediamo, in pratica, è di governare fino a quando sarà indetto ufficialmente il ballottaggio esattamente nel modo in cui si governa di solito prima delle elezioni, quando non si può approvare altro che gli atti urgenti (tra cui, per esempio, il bilancio)». Torriani ha dichiarato che non appoggerà Barbieri fino a che sarà alleato con Affronti. Vuol dire qualcosa a riguardo? «No. L'unica cosa che mi sento di dire è che se Torriani l'anno scorso avesse corso con noi, tutta questa faccenda non sarebbe mai successa. Non credo sia il caso di aggiungere altro».


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Pier Ezio Ghezzi SCENDE IN CAMPO dopo la decisione del Tar

di

Serena Simula

Un Pier Ezio Ghezzi così sereno non lo vedevamo dai mesi della scorsa campagna elettorale, quando insieme a tutto il centro sinistra sognava di arrivare così a ricoprire la carica di sindaco di Voghera. All'arrivo del commissario Pomponio, sindaco, giunta e consiglio hanno dovuto abbandonare palazzo Gounela fino a data da destinarsi, e tutto questo proprio per opera di Ghezzi e di quel ricorso al Tar con cui volle subito verificare i conteggi (rivelatisi sbagliati) di due seggi elettorali, confermando così il suo diritto a partecipare al ballottaggio al posto di Aurelio Torriani. Alla fine, siamo arrivati dove voleva lei. «Un momento, innanzitutto non siamo ancora arrivati da nessuna parte perchè c'è ancora di mezzo il ricorso di Barbieri al Consiglio di Stato. In secondo luogo, poi, non siamo affatto arrivati dove volevo io. Non ho mai voluto il commissariamento, non era questo a cui puntavo. Quello che volevo ottenere erano chiarezza e giustizia, le ho volute fin dal giorno stesso delle elezioni e se fosse stato per me si sarebbe ricontato subito, non otto mesi dopo. Il ballottaggio con Barbieri lo avrebbe affrontato il candidato legittimo e sarebbero stati gli elettori a decidere chi eleggere sindaco». Eppure ha un'aria soddisfatta. «In parte lo sono, certo, perchè la chiarezza e la giustizia di cui parlavo prima sono venute alla luce. Questa, però, non è una mia vittoria personale, non è nemmeno la vittoria di un partito o di una fazione politica. Questa è una vittoria della legalità». Barbieri dice esattamente il contrario. «Barbieri può dire quello che vuole. Quello che so io è che chiedendo il riconteggio non intendevo difendere il mio interesse personale ma l’interesse degli elettori vogheresi. Il Tar, che agisce in nome dello Stato italiano, ha parlato di “diritto collettivo” e non di “diritto personale”, così come è stata la rappresentanza territoriale dello Stato italiano (la Prefettura) ad esercitare il riconteggio delle schede e a riscontrare un'anomalia. Per Barbieri dovrei pentirmi di aver operato nelle regole per difendere la trasparenza e il diritto al voto dei cittadini vogheresi. Un motivo in più, personalmente parlando, per contrastare lui e la sua compagine politica». Il centro destra dice anche che la sentenza del Tar non è così chiara come invece dice lei. «La sentenza è chiarissima, il fatto che la parola "commissariamento" compaia solo nella premessa e non nel "Per Questi Motivi" non vuol dire che non sia scritta da nessuna parte». Quindi non teme il Consiglio di Stato? «Il Consiglio di Stato potrà decidere qualunque cosa: che ho totalmente ragione io o che ha totalmente ragione lui, che il comune continuerà a rimanere commissariato o che debba tornare nelle mani di Barbieri. Tutto può ancora succe-

VOGHERA

“Non credo che il commissariamento possa nuocere troppo a questa città"

MARZO 2016

Pier Ezio Ghezzi

dere e qualunque sarà la decisione noi la accetteremo. Quindi no, non lo temo». Come sta reagendo il centrosinistra davanti a questi eventi? «Ci stanno credendo, ci stanno credendo come ci hanno creduto un anno fa, quando hanno deciso di sostenermi. Anche in quest'ottica il Partito Democratico ha scelto come nuovo segretario qualcuno che non arrivava direttamente dalle sue fila ma da quelle della Lista Civica, dimostrando fiducia e apertura verso una società civile vogherese che ha dimostrato la sua forza alle scorse elezioni. Alessandra mi piace, è combattiva e ha già portato aria di novità dalle parti di via Depretis». Se le dicessero che si vota a giugno, sarebbe contento di avere con sé la stessa squadra? «Assolutamente sì. Non cambierei nessuno e riconfermerei esattamente tutti ai loro posti. Al di là del risultato, quello che ho messo insieme nel 2015 era un gruppo straordinario e sarei orgoglioso se mi sostenessero di nuovo. Detto questo, però, non credo proprio che si potrà tornare alle urne entro giugno». Cosa prevede? «Francamente spero in ottobre e lavorerò con i miei legali perchè si riesca a non rimandare troppo. Come dicevo prima il mio obbiettivo primario non era certo il commissariamento e spero che gli elettori potranno pronunciarsi nuovamente il prima possibile».

Anche lei crede che il commissariamento farà male alla città? «Credo che il commissario si limiterà a fare ciò che gli compete, non penso che avvierà i progetti a lungo termine che servirebbero alla città. Ma d'altronde nemmeno Barbieri lo ha fatto, quindi direi che non cambia molto». Lo ha già incontrato il commissario? Che impressione le ha fatto? «L'ho incontrato all'inizio del mese, qualche giorno dopo il suo arrivo. La mia percezione dopo il primo colloquio è che abbia molta voglia di lavorare e che ci tenga ad essere aperto con la città, a comunicare ogni sua mossa come dovrebbe fare un'istituzione trasparente. Credo che sarà un commissario attivo e soprattutto celere». Di cosa avete parlato? «Innanzitutto del bilancio, che intende approvare entro la fine del mese per poter lavorare con maggiore libertà. Poi di Asm (sulla quale non interverrà fino a che il Consiglio non si sarà pronunciato sulla sospensiva) e in generale di Voghera e delle sue esigenze. Pomponio ha certamente molta esperienza in realtà anche più complesse, sa come muoversi e a quanto mi è parso di capire non esiterà a prendere delle decisioni se sarà necessario farlo. Dopo averlo conosciuto sono ancora più positivo, non credo che il commissariamento possa nuocere troppo a questa città».


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VOGHERA

INCHIESTA TRA I VOGHERESI DOPO IL COMMISSARIAMENTO DEL COMUNE

MARZO 2016

"Troppa burocrazia e come sempre a pagarne le spese è il cittadino" di

Stefania Bertonazzi

Voghera commissariata, sembrerebbe un titolo di una puntata di 'Montalbano', invece è la reale situazione in cui si è venuta a trovare la città di Voghera. Abbiamo fermato alcuni cittadini ponendo a tutti la stessa domanda: "cosa ne pensate di questa situazione che si è venuta a creare?". Paolo Pastore Dottore Commercialista

"Il commissariamento di una pubblica amministrazione, ancorché talvolta necessario, si concretizza con lo stop, almeno temporaneo, delle scelte deputate al Consiglio ed alla Giunta Comunale e di conseguenza dei progetti e delle iniziative che erano stati avviati o che stavano per esserlo, alcuni, probabilmente, come la programmazione degli eventi estivi, non strettamente necessari, ma altri di carattere sociale, urbanistico o commerciale, che esulano dall’attività ordinaria e che dovranno necessariamente essere rimandati a quando s’insedierà il nuovo Consiglio. Nella quotidianità, per quanto mi riguarda non ho avvertito alcun disservizio, pressoché ogni giorno mi devo interfacciare per questioni lavorative con gli uffici comunali ed i funzionari o gli operatori preposti forniscono al cittadino sempre un servizio

Palazzo Giunekla, commissariato

ottimale. In ambito personale ciò che mi preoccupa maggiormente è la vicenda legata all’impianto di pirolisi che vuole essere costruito nella campagna tra Retorbido e Voghera, tutti i candidati sindaci dell’ultima tornata elettorale hanno manifestato la loro assoluta contrarietà alla realizzazione del progetto, che proprio in questi giorni sta attraversando una fase cruciale, infatti la società proponente IET deve entro il 29 marzo integrare i 108 punti richiesti da Regione Lombardia al progetto iniziale, il Commissario apolitico per definizione, non potrà manifestare la propria

contrarietà e quella dei cittadini vogheresi con altrettanta determinazione". Valeria Percivalle commerciante "E' un momento di transizione in cui prevale nei vogheresi quel senso di incertezza... ci poniamo diverse domande alle quali al momento non si riesce a dare risposte. Per quanto riguarda il mio mondo, il commercio, di sicuro io e i miei colleghi cercheremo di


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MARZO 2016

VOGHERA

Paolo Pastore

Valeria Percivalle

Marcello Lugano

Michele Calabrò

Alberto Maccarini

Simone Sgorbini

Simone Setti

Natale Lupetti

Valentina Ferro

Federico Coscia

essere sempre professionali e, nel nostro piccolo, di creare eventi autogestiti per ravvivare, come abbiamo sempre fatto, il centro storico". Marcello Lugano, Libero Professionista, Avvocato "Come cittadino comprendo che la necessità di commissariamento sia la conseguenza della decisione del Tar di procedere a ripetere il ballottaggio mossa da esigenze di trasparenza e legalità che non paiono superabili. Sempre da cittadino tuttavia, esprimo quella che mi pare sia la preoccupazione che si “respira” in città, ovvero che una amministrazione commissariata non possa che rallentare quell’insieme di progetti e di sviluppi che la giunta del Dott. Barbieri aveva avviato, a mio avviso, con grande abbrivio. L’auspicio di tutti è dunque di uscire quanto prima dall’"impasse", avere nuove consultazioni ed un governo espressione del consenso popolare". Michele Calabrò, Medico Dentista "Non è corretta una situazione di questo tipo perché ci sono parametri economici sui quali la stessa Amministrazione comunale può porre modifiche. Voghera ha bisogno di questo. Non è mio compito giudicare l’operato dei primi mesi dell’amministrazione rieletta, ma non è giusto essere arrivati a questo punto quando sarebbe bastato intervenire davanti alle prime palesi irregolarità di voto. In ogni caso se davvero non se ne può fare a meno e se davvero bisogna “ingoiare” questo boccone amaro, lo faremo e i cittadini lo stanno accettando, pagando le conseguenze di una situazione non dipesa da loro. E’ fondamentale però che questo periodo di incertezze non diventi troppo lungo, mesi o addirittura anni, perché la città non può sostenere a lungo una situazione di questo tipo. Che sia nell’intelligenza delle persone coinvolte la volontà di risolvere al più presto la questione facendo davvero chiarezza, perché il cittadino ora vuole per poter tornare ad avere fiducia in chi indosserà nuovamente la fascia da primo cittadino".

Alberto Maccarini presidente Associazione Artigiani "Come mi sento da cittadino? Onestamente non bene, non tutelato e molto confuso. Ho il sentore che tutto questo servirà a rallentare ulteriormente una burocrazia già lenta. L’Italia è nota per rendere complicate le cose semplici e temo fortemente che questo momento possa diventare un’occasione d’oro per bloccare e congelare pratiche su pratiche. La città si sente in gabbia e di fronte ad una cosa del genere, la città si fa delle domande sull’efficienza delle procedure. Non bisogna quindi portare avanti per mesi questo clima. La nostra categoria non ha subito direttamente dei danni, perché l’artigiano si inventa ogni giorno senza aspettare la politica, ma così si perde un valore fondamentale la fiducia. La fiducia anche in un diritto ed un impegno storico del cittadino: il voto". Simone Sgorbini Dottore in Scienze Motorie "Considero questa situazione una delle tante diatribe italiane. Un commissariamento per tre voti? Credo che forse bisognava essere più corretti nelle procedure di controllo in fase di voto. Ora invece la leggerezza di altri è a carico del cittadino. Inoltre trovo molto triste e non corretto che ora il cittadino si trovi nelle mani ed in balia di una terza persona, esterna ed “estranea” alla nostra città". Simone Setti Istruttore Fitness "Personalmente penso sia cambiato poco e niente sino ad oggi . E’ una situazione mai successa quindi molto particolare e può portare insicurezza. Credo però sia presto per avere e potersi fare delle idee al riguardo". Natale Lupetti Medico odontoiatra "Personalmente credo sia giusto intervenga chi sia più adatto ad una situazione così anomala purché si

faccia chiarezza ad una questione che tutto sa, tranne che di trasparenza. E’ indispensabile, oltre che politicamente ed eticamente corretto, che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Chi è nel giusto non deve temere confronti. E’ doveroso e necessario dare un senso al voto, abbiamo già un Premier non votato, almeno puntiamo su un Sindaco voluto. Diamo un minimo di legalità e trasparenza. Se in seguito anche un terzo Torriani dovesse tornare nuovamente in gioco, io proporrei di annullare ogni ballottaggio, azzerare ogni conteggio e di tornare nuovamente al voto". Valentina Ferro Ingegnere "Onestamente per quel che mi riguarda, ho saputo di questa situazione per vie indirette e traverse, tramite colleghi, amici e “voci” di città. Tanti gli articoli al riguardo, note a tutti le varie “corse ai ricorsi”, ma poche le comunicazioni ufficiali. Il mio timore, ma credo sia più che altro una certezza, è che tutto questo vada a gravare ulteriormente sul cittadino, sulle famiglie, sugli imprenditori, già pesantemente schiacciati da tasse e debiti pubblici. Nuove elezioni e quindi nuovi costi, denaro che si andrà ad investire per una “cosa” già fatta quando invece poteva essere utilizzato per la città, per migliorarla e per aiutare le singole categorie, abbattendo, ad esempio, oneri e livello di tassazione. Conoscendo l’Italia, mi sono fin stupita che si sia arrivati a questo risultato, mi riferisco al commissariamento, in qualche mese, perché il nostro paese è tristemente conosciuto per fascicoli di indagini aperte e per “rinvii”". Federico Coscia Assicuratore "Commissario? Chi è? C’è o non c’è? A mio avviso c’è veramente tanta confusione, ricorsi su ricorsi, prima Barbieri, ora anche Torriani. Io credo che le persone si sentano perse, smarrite e deluse. Ora bisogna attendere la decisione del consiglio di stato, ma tutto è legato alla burocrazia ed il cittadino si sente impotente".


RIVANAZZANO TERME

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Rivanazzano: pareri discordanti per chi la vive quotidianamente

MARZO 2016

Paese in decadenza per alcuni, viva e vivibile per altri di

Stefania Bertonazzi

Rivanazzano Terme, diventata nell’ultimo decennio un fiore all’occhiello del nostro Oltrepo, sembra davvero funzionare tutto bene, immune, forse da tutti quei problemi che sembrano attanagliare altre piccole realtà locali. Abbiamo intervistato alcuni cittadini rivolgendo loro qualche domanda altre piccole realtà. A tutti gli stessi quesiti: 1) Diverse attività commerciali hanno chiuso i battenti. Cosa ne pensate? 2) Viabilità: si apprendono dai social network lamentele per parcheggi selvaggi e viabilità pericolosa in alcune zone periferiche del paese. Ne siete a conoscenza? 3) Problema sicurezza: diverse zone del paese sono state prese d’assalto dai ladri. Avete paura? 4) In breve 3 aspetti positivi e 3 aspetti negativi per Rivanazzano Terme. Elena Beltrami 1) Di problemi ce ne sono eccome. E' un peccato vedere come tanti giovani che provano ad aprire attività, anche utili, debbano poi chiudere i battenti perché intanto gli affitti sono troppo alti. Non c'è abbastanza visibilità perché non sono sponsorizzati

adeguatamente, vedi il teatro che propone bellissimi eventi ma lo sanno in tre gatti grazie a facebook, nè si creano sufficienti momenti di festa e di incontro che attiri gente per le vie del paese tranne sempre le solite invariate quattro cose. 2) La viabilità pericolosa? Certo, non ci sono marciapiedi decenti , così come la manutenzione strade è inesistente… due su un carretto che sbattono giù dei sassi e cemento nelle buche al volo dall'ape mentre va. Quest'anno non hanno neppure la scusa di neve e ghiaccio! Sono molto delusa su questo punto. 3) Sul tema sicurezza abbiamo avuto un episodio di un ladro italianissimo entrato a casa dei miei vicini anche con i cani presenti, in effetti non vedo mai in giro vigili o carabinieri, tranne il lunedì mattina se devono racimolare due soldi con le multe visto che c'è mercato e la gente non sa dove parcheggiare e così ti fan passare pure la voglia di passarci. 4) Rivanazzano è in una posizione geografica, immersa nella natura, ricca di potenzialità, ma non sufficientemente valorizzata, trascurata sia esteticamente che commercialmente, totalmente morta “socio-culturalmente” parlando, tranne piccole realtà private. Paese in decadenza perché chiusa al nuovo vive del passato o di quello che il territorio di per sè senza nulla aggiungere offre. Io sono qui da 12 anni e dai racconti esilaranti di chi ci vive da 50 e passa mi sembra di essermi persa il meglio. Che dire... peccato

Mara Dedomenici

1) Per quanto riguarda le attività commerciali bisognerebbe capire il perché chiudono. Le ragioni possono essere tante e diverse tra loro. A volte non sono convenienti e concorrenziali, per i prezzi ad esempio, o per la scarsa qualità, a volte invece perché in troppi per le proporzioni di un paese. 2) Dove abitiamo noi, abbiamo fatto da anni la richiesta, negli uffici comunali di competenza, di strisce pedonali ed ad oggi ci è impossibile attraversare la strada: le macchine sfrecciano ad alta velocità ed ultimamente con frequenti episodi di incidenti. Tutti abbiamo bambini, quindi la nostra preoccupazione è tanta, ma anche per chi non ne ha quel tratto di strada, fronte stante il distributore Tamoil, risulta essere un pericolo oggettivo e concreto. Tra l’altro, dettaglio fondamentale, stiamo parlando di una strada statale principale, della Strada Statale del Penice, ed il tratto dal lato di quel complesso abitativo, è totalmente privo di marciapiedi. 3) Per i ladri? Cosa dire? Si avvisa tramite i social network, ma le forze dell'ordine cosa fanno?... 4) Aggettivi positivi: ordinata e festosa (direi che di feste e manifestazioni ne fanno fin troppe) nel complesso pulita. Aggettivi negativi: non saprei, probabilmente il parco giochi che per un paese come Rivanazzano di circa 5000 abitanti, molto frequentato e vissuto, sorge in un area davvero troppo limitata e ristretta. In questo parco, soprattutto nella stagione


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Mara Dedomenici

Andrea Lucchese

MARZO 2016

Cristian Albertini

dell'Ordine. Occorre precisare che anche in questo caso il problema riguarda tutto il nostro paese purtroppo. Se posso esprimere il mio pensiero è quello di non farsi troppo prendere dal panico, visto che le tv nazionali pubbliche e private alimentano le fobie verso gli extracomunitari. Sia chiaro: il problema c'è, ma riguarda tutti indistintamente. Italiani e non. Credo che sul fatto di pene più severe nei confronti di chi delinque siamo poi tutti d'accordo. 4) Aggettivi Positivi: ridente, sarà un luogo comune ma è ancora così, appassionante e festaiola. Negativi: non riesco a trovare aggettivi da classificare, però certamente vanno ricercati all'interno delle domande riguardo i problemi che Lei mi ha sopracitato. Un maggior dialogo costruttivo da parte dell'Amministrazione nei confronti di chi civilmente in passato ha posto critiche fondate e documentabili è lecito aspettarselo.

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Elena Beltrami

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Franco Baiardi Elena Croce

Claudio Boldrini

estiva, arrivano molte famiglie anche da fuori, da Voghera e non solo. L’elevata affluenza la ritengo una cosa molto positiva ed una ragione molto valida per ampliare l’area. Si tratta di un luogo rivolto ai bambini, ma anche agli anziani e a chi ha animali, quindi credo valga veramente la pena investire in questo senso. Lucchese Baldassarre Andrea 1) Rivanazzano come tutte le realtà paesane paga pegno della globalizzazione. I grandi centri commerciali oscurano la vecchia realtà. Niente di più. 2) Per la viabilità penso che gli amministratori abbiano fatto tutto ciò che occorreva, urbanisticamente Rivanazzano non è stata progettata perché si possa cambiare così facilmente... 3) Per quanto riguarda la sicurezza penso che la colpa e i tagli siano da attribuire al governo e non all’amministrazione comunale. 4) Aggettivi che la definiscano? Solare tranquilla vivibile. Non ho aggettivi negativi per descriverla: Io sono rivanazzanese e la amo. Cristian Albertini 1) Congiuntura economica molto sfavorevole e sicuramente carico tributario eccessivo fanno sì che sia difficile affermarsi in un mercato già saturo. Occorre forse distinguersi con un'offerta originale, ma ancora più difficile proporsi in una realtà tutto sommato piccola. 2) Non sono a conoscenza di parcheggi selvaggi in periferia. Esiste sicuramente un problema di rispetto dei limiti di velocità sulle arterie di accesso al paese. So che amministrazione ha previsto l'introduzione di un dosso artificiale in viale Colombo, all’altezza raccordo Greenway, attendo interessato la realizzazione, lo ritengo un deterrente utile. Anche i semafori all'accesso del paese lo sarebbero, ma non sono più utilizzati da tempo. 3) L'amministrazione credo possa solo mettere in atto misure preventive (videosorveglianza ad esempio) o sollecitare le forze dell'ordine preposte. Una sensibilizzazione dei cittadini ad una vigilanza attiva potreb-

Franco Baiardi

Davide Pasotti

be essere di grande aiuto. 4) Rivanazzano è viva, verde, accogliente, nello stesso tempo la percepisco in decadenza, insicura e arretrata Elena Croce 1) Abito a Rivanazzano da sempre, adoro il mio paese e per qualche negozio che chiude, ne vedo altri che aprono o che riaprono riprendendo attività che erano gestite dai nonni. 2) Non vedo il problema viabilità, ci sono molti parcheggi in paese, ampi e ben tenuti. 3) Il problema sicurezza quello purtroppo è un dato di fatto, ma lo è a livello nazionale. Per quello che possiamo noi paesani cerchiamo di collaborare con le forze dell'ordine segnalando possibili sospetti e stranezze. Sono nati diversi gruppi di cittadini da Facebook a Wathsapp proprio per scambiarsi queste informazioni. 4) Per gli aggettivi? I miei bambini mi suggeriscono: accogliente, festoso e colorato. Di negativo riesco solo a rilevare il fatto che non abbiamo ancora perfezionato la raccolta differenziata dei rifiuti. Claudio Boldrini 1) Purtroppo il problema è reale ed evidente, ma riguarda tutto il nostro paese. Anche Rivanazzano Terme, come altre località, non ha potuto esentarsi da questo ma la soluzione, che deve essere presa a livello Nazionale, è in primis il rilancio della piccola e media impresa. Ad oggi purtroppo però mi pare un'utopia. 2 Non mi trovo in sintonia con chi critica i Vigili, per fare un esempio. Il mio rapporto con costoro è sempre stato più che buono e corretto da parte loro. In validissima sostanza, leggo spesso commenti che riguardano altre realtà della zona, dove si dice che le multe vengono 'invogliate' dalle amministrazioni stesse per procacciarsi danaro. Questo a Rivanazzano Terme non accade. In passato, quando io ho sbagliato, sono stato sanzionato con multe indiscutibilmente giuste. 3) Credo che poco possa fare. Quando c'è reato la prima cosa da fare è quella di rivolgersi alle Forze

1) Rivanazzano secondo me, è solo centro. Se esci dalla “piazza” non si hanno possibilità di poter avere un’attività commerciale. 2) Problema viabilità esiste, soprattutto in una parte di paese dove in prossimità di un’attività commerciale senza parcheggio, i parcheggi vengono fatti selvaggiamente, dove capita, con mezzi che sporgono di molto sulla carreggiata. Ci sono poi tratti di strada che vengono percorsi a velocità molto sostenute, vedi Viale Colombo e strisce pedonali che finiscono direttamente dentro alla fermata dei bus. Personalmente mi è capitato di "far attraversare" una signora e sentirmi dire “no aspetto il pullman” . 3) Quello dei furti, invece, è un problema un po’ di tutti i paesi limitrofi. 4) Essendo un rivanazzanese doc, penso che il paese tutto sommato sia sempre bello e di veramente negativo a parte quello che ho detto ed aggiungerei la mancanza di un Parroco, non vedo altro. E’ un paese vivo con molte manifestazioni. Davide Pasotti 1) E’ vero che i piccoli commercianti non possono competere con le grandi catene di centri commerciali, questo lo si era capito già nel decennio passato, ma è anche vero che soprattutto tra le nuove generazioni sta tornando in auge il concetto di "scelta consapevole”, ossia ci si sta orientando sempre più verso prodotti locali, almeno a livello alimentare, cercando un rapporto diretto con il produttore ed evitando inutili e onerosi ricarichi economici di intermediari e grossisti. 2) Purtroppo la velocità è un problema grave, soprattutto per chi come me vive in "periferia". In via Tortona, ma anche in viale Colombo come in altre zone, servirebbero più controlli perché la situazione a volte è veramente pericolosa. In questi casi piazzare un "velox" non sarebbe un modo per far cassa ma prevenzione. 3) il problema furti è una piaga che si sta radicato sempre più sul territorio. Le forze di polizia fanno quello che possono con i pochi mezzi che hanno a disposizione. Noi cittadini abbiamo da poco creato un gruppo di messaggistica sulla sicurezza che attraverso "whatsapp” segnala non solo personaggi sospetti ma anche finti ispettori. 4) Aggettivi? Vivibile, tranquilla e viva.


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"La minoranza deve fare il suo lavoro Se non lo fa non deve accusare noi..."

Romano Ferrari di Alessandro

Disperati

In merito alle critiche mosse dai consiglieri di minoranza Graziella Zelaschi e Marco Bertelegni, il sindaco di Rivanazzano Terme, Romano Ferrari, il Vicesindaco Marco Largaiolli e il consigliere comunale Giampaolo Monastero scendono in campo e contrattaccano. Sindaco Ferrari, cosa non le è piacuto delle dichiarazioni rilasciate dall'opposizione sullo scorso numero del nostro giornale? "La minoranza continua a lamentarsi di essere messa davanti al fatto compiuto senza aver informative e coinvolgimento. Ricordo loro che due consiglieri comunali, quali loro sono, dovrebbero conoscere tutte le modalità che hanno a disposizione per informarsi su quanto accade in municipio. Hanno tutti i diritti di prendere visione di tutto quello che avviene e che è di loro competenza. Hanno tutti gli strumenti per farlo. Se non lo fanno non devono accusare altri". Eppure l'opposizione continua a criticarvi anche sui lavori: sindaco che cosa risponde? "Il criticare i lavori fatti da un’amministrazione, farà anche parte del ruolo della minoranza, ma un limite deve esserci. Mi pare di capire che per loro non andrebbe neanche bene la greenway. Cosa possiamo farci. La mia impressione è che i due della minoranza non stiano rappresentando proprio nessuno, neppure gran parte della gente che li ha votati, gente che crediamo essere assolutamente in grado di apprezzare e di capire se vengono fatte le cose bene o male. D’altronde la Zelaschi non è di Rivanazzano Terme. Bertelegni però ci abita e dovrebbe capire l'umore del paese". Dal sindaco di Rivanazzano Terme a Giampaolo Monastero, consigliere delegato al commercio nel comune di Rivanazzano. Monastero che cosa non le è piaciuto dell'uscita dei due consiglieri di minoranza? "Credo che l’impegno della nostra amministrazione possa essere confermato ed apprezzato da tutti. Come delegato al commercio posso confermare che vengono messe in campo tutte le iniziative atte a vivacizzare il paese ed a tenere vive le attività. La stessa greenway, che tanti ci invidiano, è un importante volano di crescita per il paese. Abbiamo, tra attività commerciali, pubblici esercizi e attività artigianali localizzate in paese, più di 120 attività. Sono numeri difficilmente riscontrabili in altre località. Questo dimostra che Rivanazzano Terme, nonostante la crisi,

Marco Largaiolli

che sta colpendo un pò tutti, è una cittadina vivace e ben anministrata". Cosa vuol dire ai due consiglieri di opposizione che invece continuano ad attaccare la giunta e l'amministrzione comunale? "Bisognerebbe viverlo Rivanazzano per poterlo apprezzare. In questi mesi ho avuto diversi amici che sono venuti a vivere nella nostra località termale, dicendomi proprio che hanno scelto il nostro paese per la qualità dei servizi e perchè si trova proprio tutto senza spostarsi nei centro commerciali". Dopo il sindaco Romano Ferrari e il consigliere Giampaolo Monastero è la volta del vice sindaco di Rivanazzano Terme, Marco Largaiolli. Al Vicesindaco Largaiolli proprio non vanno le critiche sul sociale: per quale motivo? "Le fasce deboli della nostra popolazione non vengono da noi trascurate. La nostra amministrazione da quasi nove anni offre alla comunità un servizio di segretariato sociale che pochi comuni possono vantare. Questo ci accompagna nell’individuare e soddisfare le vere necessità. Presso il nostro comune sono attive diverse iniziative come ad esempio il servizio gratuito di trasporto disabili ad una struttura di Medassino, di cui usufruiscono alcuni nostri concittadini, il servizio di assistenza domiciliare a favore di anziani, disabili e minori nonché il servizio di assistenza scolastica ad personam per gli alunni delle scuole materne, elementari, medie e superiori. Alle persone bisognose vengono erogati anche contributi economici qualora ne emerga la necessità. Si mettono in campo iniziative per aiutare il volontariato che si impegna nel sociale, in collaborazione con le principali associazioni del terri-

RIVANAZZANO TERME

SCENDONO IN CAMPO FERRARI, LARGAIOLLI E MONASTERO

Giampaolo Monastero

torio (AUSER, Croce San Francesco). A tal proposito anticipo che il prossimo 7 maggio presso il nostro bel teatro l’amministrazione organizzerà un concerto, con ingresso ad offerta. Tutto quanto verrà versato sarà devoluto ad una importante associazione di volontariato che opera anche sul nostro territorio, tutte le spese invece saranno a nostro carico. E’ un modo come un altro per finanziare gli aiuti ai bisognosi e che ci permetterà di far conoscere al paese i volontari che si impegnano tutti i giorni anche per alcuni nostri concittadini". All'opposizione vuole dire qualcosa? "Segnalo a Bertelegni che quelli che definisce pacchi regalo non sono altro che semplici pensieri natalizi, che da sempre fanno parte della tradizione del nostro comune, donati alle persone anziane che vivono nelle case di proprietà comunale derivanti dal lascito Brugnatelli e destinate a persone anziane e bisognose. Pensieri natalizi (in realtà pacchi di generi alimentari) a cui teniamo e verso i quali abbiamo sicuramente intenzione di continuare a mantenere viva la tradizione".


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DA MESI I DIPENDENTI ATTENDONO DI ESSERE PAGATI

Terme di Salice: gli stipendi non arrivano

di

Nilo Combi

Doccia fredda per i dipendenti delle Terme di Salice, nelle settimane scorse avrebbero avuto un incontro con Davide Dionisi, amministratore unico della Dionisi & Partner Broker s.r.l., la società di Roma che ha acquistato alcuni mesi orsono il 99% delle Terme di Salice. Pare che i lavoratori della società salicese, stiano ancora attendendo dalle tre alle cinque mensilità relative ai primi mesi dell’anno 2015 e oltre a questi stipendi non pagati, pare che non siano neppure arrivati i pagamenti degli stipendi di Gennaio e Febbraio 2016. Possibilità che arrivino a breve non sembra ce ne siano. La motivazione andrebbe ricercata nel fatto che i conti delle Terme di Salice risulterebbero bloccati per i vari decreti ingiuntivi inerenti a debiti pregressi accumulati in questi ultimi anni dalla società salicese, pertanto i soldi che vengono accreditati su questi conti, per esempio dal Servizio Sanitario Nazionale per terapie termali erogate a carico dello Stato, sarebbero utilizzati in base alla decisione del tribunale, per pagare esclusivamente i debiti sopracitati. Davide Dionisi avrebbe comunicato che prima della metà di marzo nessun stipendio verrà pagato, per mancanza di liquidità, avrebbe inoltre comunicato che i soldi necessari potrebbero arrivare da entità finanziarie estere e avrebbe espresso l’intenzione di utilizzare gli incassi di queste settimane, derivanti dalla vendita delle terapie a pagamento e quindi non a carico del Servizio Sanitario Nazionale, per pagare o dare acconti sugli stipendi. Purtroppo di questi soldi che dovrebbero arrivare dall’estero e che prima o dopo arriveranno, o dei soldi che si dovrebbero incassare, i dipendenti delle Terme non sembrano siano molto convinti, ed infatti hanno inviato una richiesta scritta a Dionisi, firmata da tutti, chiedendo date certe per il pagamento degli stipendi futuri e date certe

per il pagamento degli stipendi pregressi. Al momento pur essendo passate due settimane dall’invio della lettera, pare che nessuna risposta sia arrivata. Chiaramente la situazione di molti dipendenti è critica, perché con gli stipendi devono garantire la sopravvivenza delle loro famiglie, pagare i mutui delle case, la scuola ai figli, insomma tutte quelle spese quotidiane che non sono procrastinabili in attesa di nuova liquidità. Dionisi pare abbia confermato l’intenzione di riaprire in breve tempo il Nuovo Hotel Terme, che dopo il furto denunciato a Gennaio, con camion che transitavano per il paese indisturbati per portare via materiale, senza che nessuno se ne accorgesse, si presuma abbia bisogno di un’importante opera di manutenzione e rifacimento, per poter essere riaperto secondo le norme di legge. Avrebbe inoltre comunicato l’intenzione di ristrutturare il Grand Hotel Terme e di destinare ad altra attività la discoteca Club House, non ritenendo compatibile l’attività della discoteca con l’attività termale. Le promesse e i rassicuranti programmi per il futuro non sono mancati, ma purtroppo, ad una precisa richiesta scritta di ricevere risposte certe per il pagamento degli stipendi, nulla sembrerebbe ancora arrivato, nè una risposta, né il pagamento degli stipendi. In questi ultimi 10 anni, i dipendenti delle Terme hanno ricevuto numerose promesse ed hanno ascoltato molti piani industriali, presentati ed enunciati dai vari manager e amministratori che si sono succeduti in nu-

mero curiosamente numeroso alla “guida” della società salicese, progetti e promesse a volte fantasiose, come quella di costruire un laghetto di acqua termale nel parco, a volte difficilmente praticabili come quella di ristrutturare il Grand Hotel Terme. Nessuna per ora è andata in porto, i manager e gli amministratori che le avevano fatte, sono stati dimissionati o hanno dato le dimissioni e se ne sono andati. Gli amministratori pubblici del Comune di Godiasco, ex proprietario delle Terme, dopo aver venduto o svenduto secondo alcuni, il patrimonio termale salicese, ora sono più cauti nel rilasciare dichiarazioni, dopo che negli ultimi 10 anni hanno accolto ogni nuovo proprietario e ogni nuovo manager, con belle parole di benvenuto, con dichiarazioni pubbliche rassicuranti e credendo a progetti industriali molti dei quali inverosimili a chiunque avesse un minimo di “sale in zucca”. Una delle più esilaranti affermazioni, alla luce dei fatti di questi anni, di questi mesi e di questi giorni, è di un sindaco godiaschese che pochi, pochissimi anni fa, dopo l’arrivo della società “Dimora s.r.l.” di Elio Rosada, che sembrava avesse acquisito la maggioranza delle Terme dalla “Asfin” della famiglia Fabiani, dichiarava: “Il fatto che il controllo delle Terme passi da un gruppo milanese a un imprenditore locale, mi conforta e mi rende ottimista su sostanziali passi avanti rispetto alla precedente gestione. Se Rosada ha acquistato, vuol dire che crede nell’operazione”. Non è l’unica, sempre alla incontestabile luce dei fatti, affermazione esilarante, quasi tutti i politici godiaschesi, sia maggioranza che di minoranza, si sono dilettati in questi ultimi anni in affermazioni che allora declamavano con tono serioso e compito, affermazioni che erano per qualcuno, molto pochi, troppo pochi, senza senso e che solo ora, visto lo scempio termale combinato, appaiono a molta più gente, almeno a chi ha l’onestà intellettuale di volerle ricordare, come affermazioni fuori luogo… al limite del ridicolo. Che dire… forse è meglio tacere e sorridere ed essere solidali con i dipendenti termali, in attesa che arrivino i soldi promessi dall'estero


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Anche una band musicale partecipa al concorso Flavia Reale Orkestra - Sandro Vandoni Attraverso l’azienda da Lei rappresentata, ha appoggiato l’iniziativa “I° EDIZIONE CONCORSO MIGLIOR ASSOCIAZIONE E PRO LOCO DELL'OLTREPO”. Cosa ne pensa del ruolo che hanno le proloco e le associazioni di promozione del territorio per lo sviluppo turistico dell’Oltrepo? "Noi pensiamo che l'operato delle Pro Loco sia sicuramente un aggregante per la popolazione locale. All'interno di queste realtà, per piccole o grandi che siano, si celano aspetti interessanti che dimostrano quanto siano funzionali tali realtà per il mantenimento delle tradizioni. Soprattutto nella sfera gastronomica e sociale". Le proloco e le associazioni di promozione del territorio non hanno scopo di lucro, sono fatte da volontari

che con impegno e dedizione organizzano numerose manifestazioni. Punti di forza e debolezze delle manifestazioni organizzate? "Effetto famiglia". Ci piace chiamarlo così l'aspetto più positivo che si prova nel partecipare a queste manifestazioni. E' il momento da condividere con amici e parenti che non devono, per forza di cose, essere del luogo. Anzi più il momento è condiviso ed allargato meglio è". La sua attività è un’importante realtà oltrepadana. Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta ad associare la Sua azienda alla “ I° EDIZIONE CONCORSO MIGLIOR ASSOCIAZIONE E PRO LOCO DELL'OLTREPO”? "Sovente abbiamo notato che in queste manifestazioni la giornata di festa termina con la serata in musica. La partecipazione nell'Oltrepo è straordinariamente alta e qual-

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che volta risulta essere l'attrazione più importante. Noi crediamo che una delle cose più interessanti, per mantenere vivo questo interesse, sia quello di avere delle proposte alternative da sottoporre al proprio pubblico. Poter essere vicini a questa iniziativa di concorso è sicuramente per noi un ponte di dialogo verso la realtà Proloco. Portiamo in dote progetti musicali per ogni età. Abbiamo pensato di offrire la cosa che meglio sappiamo fare: la musica. Esigenze pratiche portano molti organizzatori a trascurare o a mettere in secondo piano l'aspetto musicale: ecco noi vorremmo inserirci lì e offrire, alla Pro Loco aggiudicataria del premio, il supporto di una serata di musica della durata di 4 ore circa del valore indicativo di 1200 euro a scelta tra uno dei nostri progetti musicali e da spendersi nell'anno solare 2016. Il pacchetto è comprensivo di tutto il necessario (luci e service) per eventi di piazze fino a 300/400 persone.


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IL CONSIGLIERE DI OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO DEL SINDACO BARBIERI

Giacobone: "Con questa giunta si punta ad un ritorno della vecchia guardia" di Alessandro

Disperati

Severino Giacobone, consigliere comunale di opposizione del Comune di Godiasco, sferra un duro attacco alla giunta guidata dal sindaco Gabriele Barbieri. A due anni dalle elezioni, un suo giudizio sull’operato della giunta? "Non chiedetelo a me. Provate a chiederlo agli abitanti del nostro Comune, a Godiasco, a Salice Terme, nelle altre località, provate a domandarlo a loro… mi raccomando, verificate prima che non siano parenti degli amministratori!". Come sono i rapporti maggioranza/minoranza? "Non esistono rapporti e non sono mai esistiti. Per avere informazioni ed esprimere i nostri punti di vista sulle varie questioni abbiamo dovuto fare ricorso alle interpellanze presentandone ben 16, quasi una al mese, e ricevendo risposte per larga parte generiche, evasive, non soddisfacenti. Le interpellanze non sono state apprezzate; ci è stato fatto notare, infatti, che “rompevamo i c…”. Voi avete cercato un’intesa con la maggioranza? "Avremmo voluto perché le elezioni hanno decretato che il paese era esattamente diviso in due e sarebbe stato logico amministrare collaborando per il bene della cittadinanza portando entrambi il proprio apporto ed i suggerimenti degli elettori. Questa amministrazione, pur facendo credere di non avere legami con l’ex gruppo di minoranza, è stata nei nostri confronti ostile fin dalla campagna elettorale, scorretta. E’ evidente che ci sono persone del passato che portano rancore nei nostri confronti e che li spingono a comportarsi in tal modo, altrimenti che motivi avrebbero di comportarsi così? Nessuno di noi conosce personalmente né il Sindaco e né la maggior parte degli amministratori". Godiasco e Salice: a due anni di distanza dal voto che lavori sono stati fatti? Chi non fa nulla non sbaglia mai! Credo sia questa la strategia che l’amministrazione ha adottato. Per ora si sono solo limitati a distruggere quanto avevamo fatto noi. Potrei fare un elenco molto lungo ma mi limito a riportare l’esempio più eclatante, quello dell’asilo nido di Godiasco, per la cui realizzazione la nostra amministrazione si è prodigata al fine di ottenere un contributo a fondo perduto di circa 160.000 euro". Voi cosa avete fatto con l'asilo? "Abbiamo con questi soldi innanzitutto recuperato una struttura di proprietà comunale, che da anni era ormai lasciata al suo abbandono e probabilmente, se non fossimo intervenuti con questo progetto, sarebbe stata abbandonata ancora per anni. Abbiamo poi realizzato un asilo nido, un progetto rivolto al futuro, un servizio importante per i godiaschesi ed anche per gli abitanti dei comuni limitrofi. L’attuale amministrazione, senza vergogna, ha sparato a zero, inserendolo addirittura nella campagna elettorale sostenendo che era una cosa inutile e che non ci sarebbero mai stati sufficienti utenti per garantirne la normale funzionalità, che era un fallimento e che avremmo dovuto restituire i soldi perché avrebbe chiuso... Tante parole gettate al vento". E poi cos'è successo? "Appena insediati hanno fatto di tutto per farlo chiu-

Severino Giacobone

dere ed addossare, in tal modo, la colpa del fallimento alla nostra amministrazione. Addirittura, per dimostrare il suo fallimento, hanno liquidato chi aveva vinto il bando di gestione: prima gli hanno scritto di volere “pervenire ad una risoluzione anticipata consensuale del contratto senza nessun addebito alla cooperativa stessa trattandosi di forza maggiore e in particolare assenza di iscritti malgrado le attività promozionali effettuate”; poi, hanno fatto la risoluzione anticipata consensuale del contratto per forza maggiore, per la “oggettiva carenza di iscritti che porta all’impossibilità di attivazione del servizio”, rinunciando anche alla fideiussione del gestore". Ma l'asilo è appena stato inaugurato... "Infatti, adesso lo hanno riaperto dopo un nuovo bando, un nuovo aggiudicatario, e l’aggiunta della scuola materna (3-6 anni) al nido (0-3) negli stessi locali e, speriamo, con il rispetto delle diverse complicate normative che disciplinano spazi e ambienti per i due diversi tipi di scuola. Vale la pena di ricordare che mentre il nido manca, la scuola materna comunale non era una necessità dal momento che funziona ottimamente la scuola materna pubblica statale del complesso Diviani a Salice Terme. Eppure oggi si vantano di avere aperto l’asilo comunale “da 0 a 6 anni”. Improvvisamente è diventato “un concreto bisogno delle famiglie dell’alta collina dove il servizio è pressoché assente”?". Cosa ne pensa del fatto che la giunta vuole eliminare un pezzo di ciclabile a Salice? "Faccio presente che la pavimentazione di Viale delle Terme a Salice è stata realizzata grazie ad un contributo regionale stanziato e finalizzato esclusivamente per quel lavoro. Il contributo è stato concesso proprio perché nel progetto presentato in fase di richiesta era presente la pista ciclabile che ha contribuito ad aumentare il punteggio e quindi ad ottenere il finanziamento. Temo che se dovesse essere eliminata la pista ciclabile, il Comune potrebbe essere obbligato a restituire il contributo ottenuto in quanto non più conforme al progetto presentato". E del fatto che vorrebbero eliminare il pavè in centro a Salice? "Vale lo stesso discorso appena fatto. Il contributo è stato ottenuto perché il progetto era coerente con quanto chiedeva il bando (pista ciclabile, determinati materiali, ecc). Se dovesse venire rimosso temo che, anche in questo caso, il Comune dovrebbe restituire tutto il contributo. E poi per quale motivo dovrebbe essere rimosso? Perché l’attuale amministrazione in

due anni non ha mai fatto la regolare manutenzione? Oppure perché vuol far credere che sia rumoroso? Certo che se non si preoccupano di regolare il traffico e la velocità delle auto è evidente che diventa rumoroso. Se si transita rispettando i limiti non è per niente rumoroso. Provare per credere". Salice alla deriva: ma il comune potrebbe fare qualcosa per rilanciarlo? "Purtroppo non solo Salice Terme ma anche Godiasco è alla deriva e l’amministrazione non fa nulla per migliorare la situazione. Certamente Salice Terme che è sempre stato il fiore all’occhiello del nostro Comune, la località turistica di maggior richiamo di tutta la provincia, è in seria difficoltà. La colpa è dovuta alla crisi nazionale ma soprattutto ad alcuni fattori, come la chiusura del ponte per 9 lunghi mesi che non ha di certo dato una bella immagine della nostra località e mentre l’amministrazione si preoccupava solo di dire a chi toccava provvedere e mancava anche ad appuntamenti importanti la gente si disaffezionava e cominciava a disertare la località. Un aiuto potrebbe essere quello di incentivare l’associazionismo e non ostacolarlo in tutti i modi come sta facendo l’attuale amministrazione. Basta guardare la vicina Rivanazzano Terme per imparare e vedere che uno dei punti di forza è costituito dalle associazioni che lavorano, supportate dall’amministrazione, per il bene del paese". Si sente di dire qualcosa al sindaco di Godiasco? "Personalmente no. Sarebbe tempo sprecato. Nelle risposte alle interpellanze come nei Consigli Comunali frequentemente usa toni arroganti e talora offensivi come: “non accetto lezioni di diritto amministrativo da lei” rivolto alla Corbi o la “rottura di c… ”. Causata dalle interpellanze. Non mi rappresenta come non rappresenta la maggior parte dei nostri concittadini". Sarebbe favorevole al passaggio di Salice sotto il comune di Rivanazzano Terme? "Nonostante l’enorme differenza tra Salice Terme e Godiasco, noi abbiamo cercato, seppur con le difficoltà e le divisioni create in passato, di unire le due realtà sfruttando le potenzialità dell’una e dell’altra, valorizzando l’intero paese con le sue diverse peculiarità. Certamente se l’attuale amministrazione dovesse continuare a non prestare attenzione alla località di Salice Terme, l’unica possibilità che le resta è quella di unirsi alla vicinissima Rivanazzano Terme con cui , onestamente, ha più punti in comune rispetto a Godiasco". Rivanazzano Terme, una marcia in più rispetto a Godiasco? "La posizione strategica ha portato Rivanazzano Terme a diventare un centro sempre più importante, uno dei pochi, nella Valle Staffora, che invece di subire lo spopolamento ha visto un incremento della popolazione, tutto questo grazie anche alle amministrazioni che si sono succedute e che hanno lavorato per il bene del paese, diffondendo un clima di armonia e collaborazione favorevole allo sviluppo della località e alla qualità della vita per i suoi abitanti. Godiasco non ha avuto amministrazioni lungimiranti; sono sempre state fatte scelte che guardavano al passato non facendo crescere minimamente la località. Interrotta la nostra breve esperienza che aveva avviato un cambiamento culturale della gestione pubblica (e perciò era tanto avversata dalla vecchia guardia), si sta tentando di cancellare il cambiamento e di tornare alla solita gestione".


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"Don Cristiano, Giampiero Barbieri, Andreotti... ricordi di 60 anni di chiesa..."

di

Stefania Bertonazzi

Carenza di parroci in Oltrepò, da Rivanazzano a Godiasco Salice Terme e a tanti altri piccoli paesi e frazioni sprovvisti di sacerdoti. Incontriamo Monsignor Rino Mariani, parroco di Godiasco Salice Terme, che ha recentemente raggiunto i sessant’anni di mandato. Don Rino, quando andrà in pensione? “Chi sposa Dio non va in pensione. Il nostro non è solo un “mestiere”, in questo caso il più bello del mondo, ma è soprattutto una missione da cui non ci allontaniamo mai e che continueremo a compiere fin che la salute ci assiste”. Può ripercorrere brevemente la sua carriera? “Sono nato nel 1931, originario di Montalto Pavese, sono entrato in seminario nel 1943, all’età di 12 anni ed ho ricevuto l’ordinazione il 16 giugno 1955, sono entrato in seminario a Stazzano frequentando le medie ed il liceo classico. Il mio primo incarico è stato come vice parroco presso la Parrocchia di Medassino, successivamente a Godiasco, poi Broni e, dal 1980, nuovamente a Godiasco. Nel 2012 il Vescovo, monsignor Martino Canessa mi ha ufficialmente consegnato l’atto di nomina a monsignore e lo scorso 2015 Godiasco ha festeggiato con me i miei sessant’anni da parroco”. Qual è stato il momento più bello del suo mandato? “Difficile sceglierne solo uno in tanti anni di operato, ma dovendolo fare penso al giorno in cui sono andato in Diocesi a Tortona a far visita a Monsignor Luigi Bongianino, Vescovo sino al marzo del 1996. Quella non è stata una visita come tante, ma una visita speciale perché mi sono rivolto a Monsignore dicendo: “Le presento una persona e le offro uno dei fiori più belli della mia Parrocchia”. Stavo parlando di Cristiano Orezzi, allora ragazzino, divenuto oggi Don Cristiano presso la parrocchia di Stradella. Ricordo questo ragazzo speciale con tanto affetto. Ogni anno portavo i miei chierichetti a Lourdes, in gita, e durante uno di questi pellegrinaggi ho intuito la vocazione di Cristiano”. Ed il momento più brutto? “Qui il ricordo è purtroppo chiaro. Il mio momento più brutto è quando ho perso uno dei “miei figli” della chiesa, Giampiero Barbieri, uno dei chierichetti più amati non solo da me, ma da tutti gli altri ragazzi e da tutta la parrocchia. Occhi azzurro cielo e con una voce da far venire la pelle d’oca, cantava nel coro, venivano da fuori per ascoltarlo cantare ed ai matrimoni mi veniva chiesto di fargli cantare l’Ave Maria di Schubert. A distanza di tanti anni, la piccola comunità non si è mai veramente ripresa da quel terribile incidente che lo ha portato via cosi giovane”. Cos’è cambiato negli anni da quando ha iniziato il suo percorso ad oggi? “E’ cambiato tutto, è cambiato il mondo. Negli anni ‘80, ‘90 era più facile comunicare con i giovani, l’oratorio era il luogo di divertimento ed era la “ricompensa” pomeridiana dopo aver finito tutti i compiti. Oggi è tutto più freddo, i giovani sono attratti da tante altre distrazioni ed i genitori stessi non sono più quelli di una volta. Ricordo quando tenevo catechismo e ho l’immagine dei ragazzi se-

GODIASCO SALICE T.

Don Rino Mariani ripercorre i suoi sessant’anni da parroco

MARZO 2016

Monsignor Rino Mariani

duti sull’erba per ascoltare la lezione. Oggi è impensabile una situazione così. Nonostante tutto mi ritengo fortunato, Godiasco è una bella Parrocchia e rispetto a tanti altri luoghi, noi abbiamo mantenuto uno stile di vita che amo e rapporti umani tra noi cittadini”. Cosa pensa degli immigrati che sono arrivati a Godiasco ? “A Godiasco ce ne sono, credo, poco più di venti. Mi sembrano persone tranquille e ad oggi non hanno creato alcun problema né fastidio. Alcuni di loro vengono alla Santa Messa, due soprattutto, e sarebbe positivo integrarli attraverso lavori socialmente utili”. Sa già chi verrà dopo di lei? “No, come dicevo spero di poter proseguire con il mio mandato perché significherebbe che la salute non mi ha totalmente abbandonato e che posso quindi continuare ad essere al servizio del miei parrocchiani. Siamo già talmente in pochi. Io copro Godiasco, la Pieve di San Zaccaria e San Giovanni e mi hanno affiancato un Diacono che, non potendo dire la Santa Messa, divulga la Parola del Signore quando non posso essere presente io”. Rivanazzano Terme, Salice Terme e Godiasco: tre parrocchie in cerca di parroci, dove è finita la vocazione? “Oggi manca la vocazione nei seminari. Ai miei tempi si andava in seminario dopo le elementari, c’era il seminario minore, che era a Stazzano, ed il seminario maggiore a Tortona. Oggi c’è un seminario interdiocesano a Tortona”. Lei è anche Presidente dell’Anspi di Godiasco: sono tanti i bambini che aderiscono a questa associazione? “E’ un’associazione sportiva, con una squadra di calcio e sono tutti giovani molto affiatati e uniti dal-

la passione per il calcio. Sono circa una quarantina di ragazzi. Lo sport unisce e credo sia molto utile questa associazione, riporta i giovani a momenti di aggregazione fatti di sport e di divertimento e li allontana dal mondo virtuale e mediatico di cui oggi sono schiavi”. Un progetto importante di cui si sente padre? “Il ricordo, malinconico va alla Vedova Agnetti, la Signora Concaro Varni Maria Maddalena quando mi ha convocato al suo capezzale chiedendomi consiglio sul destino dei suoi averi materiali. Ricordo volesse lasciare tutto in Don Orione, ma le dissi: “lascia qui a Godiasco, il paese ti ama e ne faremo una Fondazione”. Da quel lascito ne è nata la Fondazione Varni Agnetti, oggi un fiore all’occhiello per la nostra comunità, che offre un servizio impeccabile e posti di lavoro, diretta con grandi capacità dal Dott. Carlo Ferrari. Mi risulta ci sia una lista di oltre cento nominativi di anziani e persone in attesa di essere ospitati qui, nonostante molti di questi siano già attualmente ospiti in altre strutture”. Nella sua attività, tra le tante persone illustri che ha avuto modo di conoscere, chi si sente di citare? “Si tratta della visita dell’onorevole Andreotti, spesso qui da noi a Godiasco ed in Oltrepò perché intimo amico di un altro nome illustre che ha fatto tanto per il nostro territorio, il Dott. Lavezzari. Entrato nella nostra chiesa, l’onorevole Andreotti, gli piacque al punto di dire “E’ un piccolo Duomo” e rivolgendosi poi al Dottor Lavezzari continuò: “mi raccomando aiutalo”, ma non fu necessario dirlo perché, come tutti sappiamo, il Dottor Carlo Lavezzari ha offerto, creato e supportato posti di lavoro ed opere pubbliche ovunque dalle nostre parti, di cui ancora oggi ne possiamo beneficiare”.


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Com’eravamo e com’erano le attività commerciali dell'Oltrepo

Godiasco Salice Terme: la Signora Bruna, la storica merciaia del paese

La Signora Bruna

di

Stefania Bertonazzi

Attraversando tanti paesi locali, spesso presi dalla fretta quotidiana, ci dimentichiamo di com’erano le nostre vie, le nostre piazze, i vecchi negozi ora dalla saracinesca arrugginita ed abbassata, ma che nascondo al loro interno malinconici e splendidi ricordi. Parlando di Godiasco ricordiamo “Rampinen”, l’omino minuto che riparava le biciclette dei bambini ed i motorini dei ragazzi più grandi di quegli anni, scendendo in quello che veniva definito “centro del paese”, come non ricordare l’indimenticabile Renato, con il suo storico negozio di alimentari, sempre aperto, anche al lunedì pomeriggio che seppur fosse la mezza giornata di chiusura lasciava la saracinesca semi alzata per far capire che lui era lì a lavorare, anche a negozio chiuso e pronto a servire chiunque fosse rimasto senza pane o chiunque avesse bisogno di qualcosa. Ma non finisce qui, la carrellata di ricordi prosegue con la Signora Bruna, la merciaia. Incontriamo Antonella Meisina, la figlia. Chi era Bruna, in paese chiamata la 'nostra Bruna'? “Bruna Picco, da nubile, è nata a Godiasco il 1 dicembre 1920, ha iniziato a lavorare nel negozio, allora di proprietà della Signora Adele Brambilla, all' età di 14 anni. Inizialmente andava solo il giovedì perché era giorno di mercato. Successivamente ha iniziato a lavorare a tempo pieno fino al 1952 anno in cui ha rilevato l' attività. Si è sposata con mio padre Giacomo il 30 aprile del 52 e nel 61 sono arrivata io". Che nome aveva il negozio e cosa si vendeva in quegli anni? “Il negozio non aveva un nome, si diceva "da Bru-

na". Era un esercizio di merceria e chincaglieria, come stava scritto nelle prime insegne; si trattava tuttavia di una licenza con un consistente numero di tabelle merceologiche: merceria, chincaglieria, giocattoli, profumeria e cartoleria. Come si può ben capire allora si vendeva di tutto e soprattutto a tutte le ore. Quando ha iniziato mia mamma erano anni in cui non si avevano orari predefiniti di apertura, le persone venivano a tutte le ore, a volte anche dopo le 20 quando, ricordo si "mettevano su le ante", perché, abitando nel retro mia mamma era sempre disponibile”. Per quanti anni ha gestito questa attività? "L’anno cruciale di mia mamma è stato il 1952 sia sotto un profilo personale, anno in cui si è sposata, sia professionale, anno in cui da commessa a tempo pieno del negozio è diventata proprietaria rilevando l’attività che ha gestito con passione, impegno e dedizione sino al 1995 anno in cui, Sara Meisina, nipote, dopo un periodo da dipendente, ha rilevato l’attività in cui ha lavorato per qualche anno sino a intraprendere una strada diversa e di altrettanto successo, tuttora in corso ed in espansione". Ha sempre fatto tutto da sola? “Mia mamma come quasi tutte le donne di quegli anni, era un vulcano, non era mai ferma, non solo gestiva il negozio, ma faceva la moglie, quella moglie sempre presente, sempre ai fornelli appena chiudeva il negozio e faceva la mamma con il grande sogno di vedere i propri figli con un diploma in mano, meglio se da maestra. In tanti anni di attività si sono avvicendate alcune collaboratrici, da Teresa Moscatelli, a cui mia mamma si è temporaneamente appoggiata nel 1961 quando diventò mamma e nacqui io a Luisa Bertelegni, sua collaboratrice, anch’essa temporanea, nei primi anni 70, se non ricordo male".

Com’era il lavoro ? "La giornata 'tipo' di mia mamma era molto impegnativa. Apriva alle 7,30 del mattino per gli studenti che prima di andare a scuola potevano acquistare il materiale che serviva loro. Si chiudeva alle 12,30 fino alle 15 e poi si riapriva fino alle 19,30/20,00. Dopo cena, ricordo, mia mamma tornava in negozio per mettere in ordine, ricoprire i bottoni per le sarte (allora si faceva) e fare i conti dell'incasso. Non c'erano per lei giornate di riposo e anche quando, parliamo degli anni 80, il lunedì pomeriggio il negozio era chiuso, mia mamma,, accompagnata da mio padre, andava dai fornitori per acquistare ciò che mancava. La sua vita, insomma, è stata il suo negozio e la sua famiglia che nonostante l'impegno gravoso del lavoro, non ha mai trascurato". Che ricordo ha di sua mamma? “Il mio ricordo è di una madre presente, una roccia, un'imprenditrice che ha saputo condurre la sua attività con disponibilità, riservatezza e amore per il prossimo. So per certo che ha saputo farsi voler bene e farsi apprezzare dai suoi clienti, che erano veramente tanti, che la ricordano con affetto e riconoscenza. Sempre sorridente e disponibile ha cercato di venire incontro ai sui clienti in ogni modo possibile. Un'immagine particolare? La sua ricerca dei bottoni in quelle scatole piene in cui solo lei poteva trovare il bottone giusto. Il suo intercalare? "Non so se c'è.... però guardiamo". E immancabilmente c'era”. E oggi come vede quel negozio? “A differenza di altre realtà, io mi ritengo “fortunata”. Nonostante la crisi ed i brutti momenti che stiamo vivendo, il mio vecchio negozio non fa parte di quelli dalla 'saracinesca' abbassata, e, continua in parte a trattare parte della stessa merceologia di mia mamma".


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Barbieri: “Io candidato, erroneamente non considerato godiaschese Doc” di

Stefania Bertonazzi

Attacchi e risposte tra maggioranza e minoranza nella piccola ma importante comunità di Godiasco Salice Terme. Incontriamo Gabriele Barbieri, sindaco di Godiasco Salice Terme dal 2014. Cosa pensa dei continui attacchi della minoranza? “Sono convinto che i continui attacchi della minoranza siano principalmente ispirati dalla delusione per aver perso le elezioni del maggio 2014 contro un candidato erroneamente non considerato “godiaschese Doc” ma invece ben conosciuto da tutti per le radicate tradizioni familiari e non facilmente influenzabile, nelle sue scelte, da agenti esterni”. Quali sono i rapporti con l’opposizione? “Li definirei inesistenti! Data la mia carriera lavorativa di Segretario Comunale non ho impiegato molto tempo a prendere atto delle numerose carenze gestionali ereditate dalla precedente amministrazione. Per fare un elenco, non esaustivo: i debiti fuori bilancio accumulati negli anni, non tempestivamente riconosciuti e tramandati con disinvoltura a questa amministrazione, le consulenze esterne di dubbia legittimità, una trascuratezza nella gestione del patrimonio pubblico che ha portato tra l’altro a vendere i garages in Godiasco privando così gli operai comunali di spogliatoi e docce, obbligatori per legge, infine la noncuranza nella gestione dei tributi comunali, essenziale per assicurare i servizi indispensabili”. Cosa ne pensa del cambio di società che sta avvenendo alle Terme di Salice? “Mi auguro per il futuro di Salice, che chi subentrerà nella gestione del complesso termale possa essere all’altezza della situazione organizzando ed offrendo servizi di eccellenza ai potenziali utenti, non sarà impresa facile perché è risaputo che il termalismo versa in forte crisi ovunque e le prospettive non sono propriamente quelle dei tempi andati. Per le sue caratteristiche Salice potrà riprendersi soltanto con il rilancio delle Terme e con maggiori iniziative da parte degli operatori ovviamente con il sostegno dell’amministrazione comunale. Intanto siamo riusciti a ripristinare il Rally 4 Regioni, abbandonato da anni, in sinergia con l’ACI di Pavia e a garantire manifestazioni molto apprezzate dalla cittadinanza”. Il parco delle Terme di Salice, spesso al centro di numerose polemiche, sul chi e come deve provvedere allo stesso. Cosa ha da dirci al riguardo? “Colgo l’occasione in questa sede per chiarire ancora una volta, a costo di ripetermi, una problematica sulla quale i cittadini hanno avuto, e stanno ancora avendo, informazioni distorte ed errate. Mi riferisco alla manutenzione dell’area parco in Salice. In data 27 giugno 2013, con atto notarile regolarmente registrato, la Società Terme di Salice, proprietaria del parco, ha costituito a favore del comune di Godiasco Salice Terme. Premesso che l’obbligo e gli oneri di mantenere ed assicurare l’uso pubblico fa capo alla Società proprietaria, nel medesimo atto notarile veniva testualmente sottoscritto dalle parti quanto segue: “la società "Terme di Salice S.P.A." provvederà alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria esclusivamente per le aree a parco di cui ai mappali 1505 sub 1 e 90 foglio 1 del Comune di Godiasco Salice Terme e di cui al mappale 549 foglio 30 del Comune di Rivanazzano Terme; resta invece a carico del Comune di Godiasco Salice Terme la manutenzione ordinaria e straordinaria dei marciapiedi in lato

GODIASCO SALICE T.

minoranza, Terme e parco di Salice, immigrati: parla il Sindaco

Gabriele Barbieri

ovest e sud del mappale 1505/2 foglio 1 del Comune di Godiasco Salice Terme, confinanti con viale Diviani (lato ovest) e via delle Terme (lato sud) rappresentati con tratteggio rosso nell'allegato elaborato, nonché dell'area di cui al foglio 1 mappale 1506 (marciapiede) del Comune di Godiasco Salice Terme. Il Comune di Godiasco Salice Terme collaborerà per la pulizia e la raccolta del fogliame e quant'altro nei punti asfaltati pavimentati del Parco, laddove i mezzi per la raccolta possano accedere e operare. Ogni diversa interpretazione sui rispettivi obblighi è falsa e tendenziosa”. Iniziative e problematiche comuni a Godiasco e Salice Terme ? “Stiamo predisponendo due importanti progetti finanziabili per la riqualificazione degli impianti sportivi di Salice e di Godiasco da tempo bisognosi di adeguamento. A breve verranno eseguiti interventi di miglioramento dell’arredo urbano sia a Salice sia a Godiasco, con particolare attenzione alla riqualificazione della Piazza della Fiera. Entro il prossimo giugno verranno portati a termine i lavori di sistemazione delle varie frane sul territorio finalmente finanziati dalla Regione”. Immigrati: come stanno le cose a Godiasco e a Salice Terme? Sono previsti altri arrivi? “Almeno per il momento la situazione è tranquilla, a Salice essendo stata rinnovata la convenzione con la Caritas diocesana, i migranti verranno ancora utilizzati per piccoli lavori di pulizia, soprattutto nel parco, mentre a Godiasco verrà stipulata una convenzione con la cooperativa Finis Terrae di Pavia per un analogo impiego. Credo e spero non ci siano altri imminenti arrivi, a meno che non vi siano altri albergatori in difficoltà tali da partecipare ai Bandi della Prefettura. In tal caso il comune non si potrebbe opporre, come ho già più volte precisato”. Lo IAT di Salice Terme, comunemente conosciuto

come ufficio del turismo, ha chiuso i battenti. Cosa è davvero successo e cosa succederà? “La chiusura dell'ufficio turistico di Salice Terme gestito dalla Provincia di Pavia con proprio personale, che è stato destinato ad altri incarichi, è un fatto grave ed estremamente dannoso per Salice Terme, per la nostra vallata ed in generale per tutto I'Oltrepò. La decisione di porre fine, da parte di Piazza Italia, ai servizi resi dallo IAT di Salice Terme non è altro che la conseguenza della riforma delle province e della ridefinizione delle competenze di questo ente. A questo si è poi sovrapposta una legge della Regione Lombardia, dell'ottobre 2015, di riforma del settore turistico e che assegna alle province nuove competenze in questo campo. Va detto, per completezza d'informazione, che la legge regionale non prevede assolutamente la chiusura degli IAT (gli uffici di informazione e accoglienza turistica) anzi, riconosce quelli esistenti”. Eppure la Provincia ha disposto la chiusura di questa struttura... “La scelta fatta dalla Provincia di Pavia ovviamente non può trovarci d'accordo e confido pertanto che si riesca presto a trovare una soluzione che consenta la riapertura di questo importante ufficio che eroga un servizio fondamentale per il turista, per le strutture ricettive, per gli stabilimenti termali ed in generale per il territorio. L'Amministrazione Comunale di Godiasco Salice Terme è impegnata in questi giorni a mettere in atto tutta una serie di sinergie che coinvolgono sia enti pubblici quali la Comunità Montana, la Provincia, Il Gal ed i Comuni sia realtà private. Insieme a loro cercheremo di garantire la continuità del servizio ai turisti almeno nei mesi cruciali. Anche con Regione Lombardia siamo in contatto in quanto non sono ancora state rese note alcune disposizioni in materia di uffici IAT, diretta conseguenza della legge regionale di riforma del comparto turistico”.


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VARZI

IL PROGETTO RACCONTATO DA ALBERTO BRIGNOLI, CONSIGLIERE COMUNALE

"In arrivo l'ippovia che collegherà Salice Terme a Capannette di Pey"

Alberto Brignoli

di

Giacomo Braghieri

È in fase di apertura la prima ippovia della valle Staffora. Da Salice Terme alle Capannette di Pey passando fra i più bei borghi del pavese montano. Intervistiamo Alberto Brignoli, classe '56, consigliere comunale a Varzi, ideatore e progettatore dell'ippovia in questione. Alberto Brignoli torna dal Festival di Sanremo dove il team di parrucchieri pavesi di cui fa parte si è occupato del make up degli artisti. È in consiglio comunale da più di 20 anni ed è uno dei casi di politico che ha saputo ideare, progettare e realizzare una struttura per la comunità, unendo la passione di una vita con l'esperienza amministrativa. È anche uno dei rari commercianti che vedono nella politica un servizio per la comunità. Visto che abbiamo giovani lettori, come si diventa un professionista come lei? "Bisogna avere passione per quello che si fa, non adagiarsi sui risultati ottenuti, continuare ad aggiornarsi e nei primi anni di formazione girare per imparare dai migliori. La fortuna ha un suo ruolo, ma senza coltivare le proprie capacità con anni di praticantato difficilmente si riesce". Da quanto va a cavallo? "Da più di 40 anni". Cos'è un'ippovia? "È un sentiero praticabile a cavallo in sicurezza ed è attrezzato per il ristoro degli animali e dei cavalieri. Nel nostro caso è un percorso sterrato che si snoda per 86 chilometri fra zone e borghi di grande valore storico e naturalistico. Rocca Susella, Fortunago, Montesegale, S. Alberto, Oramala, Varzi, Brallo, i piani del Lesima sono alcune località sul percorso. È un tracciato che si può fare anche in bike e a piedi. Nel nord Italia siamo fra i primi a portare a termine un progetto del genere". Quando è iniziato questo progetto? "Nel 2010 ho creato il progetto con il supporto di

E.N.G.E.A. (Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali) e l'ho presentato alla Comunità Montana, allora presieduta da Bruno Tagliani, che lo ha accolto e finanziato. Successivamente c'è stato il coinvolgimento del G.A.L. per reperire le risorse mancanti e per definire i piani di attuazione. Ho progettato il percorso e l'ho collaudato di persona per creare tappe a misura di cavallo e cavaliere. L'ippovia fa parte di una rete sentieristica (600km) che raggiunge tutti i comuni della Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese e li collega alle vie storiche che portano al mare. I sentieri sono stati attrezzati e tracciati con il GPS e si snodano lungo le antiche vie del sale, la via di San Colombano e la via degli abati. È stato creato un sito internet ad hoc per fornire informazioni ai turisti (www.cmop.movimentolento.it)".

Quale è il bacino d'utenza di questa via? "Nel triangolo industriale Genova Milano Torino ci sono parecchi appassionati e questo territorio è vocato al trekking a cavallo. Pensi che vengono dalle zone delle Dolomiti per far equitazione da noi. L'appennino offre natura incontaminata ed è molto più accessibile dell'alta montagna". Quanto tempo ci si impiega per fare il percorso a cavallo da Salice alle Capannette di Pey? "Tre giorni con cavalli allenati e cavalieri esperti, quattro per godersi a pieno i luoghi e i borghi lungo la via". Cosa si trova in termini di ricettività? "Maneggi affiliati all'ENGEA dove trovare dimora per gli animali, agriturismi e ristoranti per i cavalieri. Il tracciato prende in considerazione tutte le problematiche relative alle gite a cavallo di più giorni, dalla custodia dei mezzi di trasporto alla cura per gli animali. Inoltre sono a disposizione guide del posto per chi voglia viaggiare a cavallo sui nostri monti in tutta sicurezza". Quanto può costare al giorno un percorso del genere per un turista? "Tenuto conto del ricovero per gli animali, dei pernottamenti nei bed&breakfast, della cena e della guida, per un gruppo di 5-6 cavalieri siamo intorno ai €100". Per chi è meno esperto ci sono strutture per imparare? "Si, certo, in zona ci sono diversi maneggi affiliati ENGEA. Nel maneggio dell' associazione di cui faccio parte, "Gruppo ippico La Fontanella", mettiamo in sella su cavalli adulti, bambini e bambine dagli 8 anni fino ai cinquantenni che vogliono scoprire questo mondo". Se sono già un cavaliere esperto e voglio farmi una giornata a cavallo? "In valle Staffora si trovano maneggi che offrono animali ed attrezzature a chi lo desidera. Solo nella zona di Varzi ce ne sono due che possono servire il principiante come il cavaliere esperto". Chi sono gli amanti degli sport equestri? "Sono persone che amano i cavalli, imparano a prendersene cura e a conoscerli a fondo. Sono sportivi amanti della natura e dell'avventura".

Varzi e i cavalli: nasce il progetto dell'ippovia


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Ponte Nizza: “La Cena di Pitagora” e l’alimentazione vegana

di

Giacomo Braghieri

In quel piccolo gioiello di restauro e ristrutturazione edilizia che è San Ponzo, frazione di Ponte Nizza, è nata "La cena di Pitagora", associazione vegeterariana, ristorante vegano, bed&breakfast, circolo culturale, fondata da Maria Tarditi, Davide Ranzini e Ornella Poloni. Come direbbe il poeta nel regno del salame, della cacciagione e dei bolliti solo a pensare alla cucina vegana ci vuole "tanto, troppo coraggio" eppure a uno sguardo più attento si scopre che la cucina tradizionale quotidiana dei nostri avi, come delle persone che oggi hanno più di ottanta anni era per lo più vegetariana. La bistecca e gli affettati sono comparsi regolarmente sulle nostre tavole solo dopo gli anni '60. Incontriamo Maria e Davide. Quando è nata questa associazione? "Nel 2013 abbiamo deciso di creare l’associazione, il cui scopo è promuovere la diffusione dell’alimentazione vegana nel rispetto degli animali e dell’ambiente. Le nostre attività comprendono: una piccola ristorazione nel fine settimana e attività culturali. All'interno della cascina ospitiamo anche un bed&breakfast e una sala di circa 40 metri quadrati per i piccoli e medi gruppi che svolgono attività in linea con lo spirito dell’associazione, uno spazio ideale per ritiri di meditazione, seminari e convegni". Perchè avete scelto di chiamarvi "La cena di Pitagora"? "È il titolo di un libro della storica Erica Joy Mannucci (La cena di Pitagora. Storia del vegetarianesimo dall’antica Grecia a internet. 2008 Ed. Carocci). Pitagora è considerato l'iniziatore, nella storia culturale occidentale, del vegetarianismo". Come vi posizionate nella diatriba fra carnivori e vegani? "Per noi non esiste diatriba. L’offerta culinaria che proponiamo è aperta a tutti. Le nostre convinzioni sullo sfruttamento degli animali e sull'eccesso di proteine animali nella dieta di tutti i giorni sono supportate dalla scienza e dall'ecologia. Non facciamo “proselitsmo”, la nostra scelta la viviamo quotidianamente, con la convinzione che il rispetto verso un altro essere senziente sia dovuto". Avete molti associati? "Siamo a circa quota 1500 associati, tenendo conto che per accedere alle attività dell’associazione bisogna associarsi". Siete molti in Oltrepò? "Numeri non ne abbiamo, ma è sotto gli occhi di tutti che in Italia e nel mondo c'è un crescente interesse verso questo tipo di stile di vita. I nostri clienti vengono da tutta la zona ma anche da Pavia e da Milano". Dal punto di vista culturale oltre al cibo cosa offrite? "Organizziamo conferenze e laboratori di autoproduzione. Oltre al sito web (www.lacendipitagora.it) siamo presenti su Facebook (https://www. facebook.com/La-cena-di-Pitagora-Associazione-135091513332649/) e informiamo regolarmente chi ci visita sulle nostre attività e sui nostri menù settimanali. Per quest’anno abbiamo in programma una serie di incontri con: il dr. Vasco Merciadri che parlerà di alimentazione vegana, il professor Maurizio Pallante che parlerà di decrescita e il filosofo Serge Latouche che presenterà il suo ultimo libro. Per quanto riguarda i laboratori impareremo a fare il sapone di Marsiglia utilizzando l’olio di frittura e a

VALLE STAFFORA

"Non facciamo 'proselitismo', la nostra scelta la viviamo con convinzione"

MARZO 2016

Maria e Davide

giugno raccoglieremo i fiori di iperico per realizzare l’oleolito, che ha proprietà lenitive per la pelle". Parliamo di cucina, quanto si discosta la cucina vegana da quella tradizionale? "In menù, abbiamo avuto le lasagne al forno farcite con una crema di porri e scarola. Cuciniamo anche la polenta, la pasta, il riso, le minestre vegetali, i legumi, le verdure. Gli ingredienti che usiamo sono prevalentemente bio e a km zero. Per il pane, che facciamo in casa, usiamo farine di cerali di varietà antiche, macinati a pietra. Un piatto della cucina tradizionale locale che amiamo molto è la “schitta”, che facciamo con la farina semi integrale e che serviamo cosparsa di semi di sesamo nero. Come vede ci sono molti ingredienti in comune". Quali sono i segreti per rendere appetibile la cucina vegana nel regno dei salumi e dei bolliti? "Innanzi tutto la cucina vegana è una cucina giovane ed è frutto di una continua ricerca di sapori e profumi. Sperimentiamo nuovi piatti utilizzando anche spezie ed erbe aromatiche che in parte coltiviamo nel nostro cortile come: l’erba cipollina, il timo, la

santoreggia, la menta, il rosmarino, la salvia, la salvia ananas, la maggiorana, l’issopo. Usiamo anche spezie come il curry, lo zenzero, la curcuma. Diamo consigli culianari a chi ce li chiede e offriamo una piccola biblioteca da consultare in loco". Proteine di soia, curcuma, zenzero, fibre vegetali, riduzione delle proteine animali, frutta, verdura, fanno parte di un'alimentazione che aiuta a vivere meglio... "Noi non parliamo di riduzione di proteine animali ma della loro completa eliminazione. Sicuramente c’è più sensibilità verso questo stile di vita da parte dell’universo femminile che coinvolge e talvolta “trascina” la famiglia e gli amici alla scoperta di questa dieta. La nostra è una cucina gustosa, leggera e assolutamente salutare per il corpo e per lo spirito". I vini dell'Oltrepò si combinano con la vostra cucina? "Sono perfetti, bianchi, rosati e rossi come la bonarda si accompagnano bene con la nostra cucina leggera. La nostra offerta comprende anche vini piemontesi essendo zona di confine".

Un piatto freddo vegano


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VALLE STAFFORA

PARLA IL VICE SINDACO DI VAL DI NIZZA, EX ASSESSORE DELL'ENTE MONTANO

Culacciati: "Il Movimento dell'Oltrepò? Solo protesta, ma non hanno chance..." di Alessandro

Disperati

Vice sindaco di Val di Nizza. Per anni assessore della Comunità montana dell’Oltrepò pavese. Incontriamo Paolo Culacciati per un’intervista a 360 gradi. Come vede la politica italiana in questo momento? "Stiamo vivendo un momento di cambiamento e, in Italia, come in tutta Europa, c'è un po' di confusione... in ogni caso se Renzi vuole governare ha bisogno dell'anima centrista, altrimenti la corrente minoritaria del P.D. lo manda a casa. Dall'altra parte oltre a scoprire i vari complotti nati dall'esterno per liberarsi di Berlusconi, cosa non da poco e che a mio parere ne rivaluta il personaggio, è bene che il centrodestra si attivi per creare un nuovo leader da contrapporre a Renzi nella prossima campagna elettorale e per fare questo occorre ripartire dalla base elettorale dei partiti che lo compongono. Altrimenti il centrodestra è perdente. Sul Movimento Cinque Stelle penso che dove governa (nei pochi comuni italiani) non ha finora dato segnali di vero cambiamento, anzi più passa il tempo e più scaturiscono problematiche in queste amministrazioni. Un conto è amministrare e un conto è essere sempre contro per partito preso...". E in Oltrepo? "Voghera sarà il banco di prova per tastare la forza politica centrodestra che, personalmente, mi auguro corra unito per sostenere Barbieri al ballottaggio... Al nord se il centrodestra è unito vince dappertutto". Cosa ne pensa del Movimento per l’Oltrepo pavese fondato da Lorenzo Fossati? "Leggendo le dichiarazioni di Fossati ho constatato che se la prende con tutti i partiti e, deduco, che avendoli bocciati non potrà in futuro apparentarsi con nessuno dei partiti oggi esistenti in Italia altrimenti il movimento perderebbe, appena nato, credibilità. Il neonato movimento punta alle elezioni regionali e, nella nostra Regione c'è una legge elettorale che pone limiti alle percentuali. Se non si prende una certa percentuale non si viene eletti. Per me, allo stato attuale, può solo essere considerato un movimento di protesta senza alcuna possibilità di riuscita se si presenta in una competizione elettorale. Ma perché il movimento non si fa carico di esporre ai politici di tutti i colori le problematiche locali? Zone con caratteristiche simili all'Oltrepò in Italia ne esistono più di una. Le valli confinanti alla nostra attraversano momenti difficili e, meglio sarebbe, se il movimento dialogasse con tutte le zone simili alla nostra. Credo anchesì che la crisi attualmente sia al massimo del proprio culmine e per combattere questo momento di grave difficoltà servono, da parte del Governo Nazionale, politiche diverse rispetto a quelle attuali, insomma dovrebbe osare di più e permettere a chi fa impresa di poter lavorare senza i vincoli e la tassazione attuale. Si tasta giornalmente la disaffezione dalla politica e in un momento del genere ogni nuovo sussurro crea attenzione ma alla fine la "Politica" inesorabilmente farà il suo 'corso'". Quest’anno si andrà il voto a Val di Nizza: lei è vice sindaco, si ricandiderà? "Insieme al Sindaco di Val di Nizza, Franco Campetti, alcuni anni fa abbiamo creato un gruppo di persone valide e capaci ed insieme amministriamo. La

Paolo Culacciati

cosa più importante è tenere unito il nostro gruppo ed inserire giovani che, possano essere i punti di riferimento dei nostri concittadini. Il Comune oggi è l'unico ente che risponde direttamente al cittadino, noi dobbiamo fare in modo che questo avvenga anche in futuro. In ogni caso il gruppo si deve ancora riunire per definire le candidature e per quanto mi riguarda la ricandidatura di Franco come Sindaco mi trova d'accordo". Ospedale di Varzi: che fare? "La Regione deve, prima o poi, fare delle scelte. La priorità alle zone disagiate è un obbligo e la Regione non può permettersi di mandare all'aria una marea di investimenti fatti nel corso degli anni. Il nosocomio andrebbe potenziato e migliorato dove è carente a livello di primo soccorso. Ma basta parlare di chiusure! Prima si chiudano gli ospedali distanti tra di loro pochi chilometri e poi si arrivi a discutere di Varzi che a livello professionale e umano è uno degli esempi positivi da portare all'attenzione di Politici e media a tutti i livelli". Frane e smottamenti: annoso problema per l’Oltrepò pavese: come arginare questo fenomeno? "Il nostro territorio di per se è predisposto ad essere martoriato dagli smottamenti franosi. Manca una sana e duratura politica si salvaguardia e cura del territorio. Mi riferisco alla mancanza di manutenzione esistente a tutti i livelli, sono cambiati centinaia di amministratori a tutti i livelli ma il risultato non è cambiato. Serve una legge a livello Nazionale che permetta a chi può disporre di mezzi idonei di mantenere il territorio facendo quella manutenzione necessaria per evitare frane o quant'altro. E non mi riferisco solo a lavori che possono essere svolti da grandi ditte edili, anche gli agricoltori, se incentivati, possono contribuire a migliorare questa problematica. Ma senza il giusto incentivo e la giusta programmazione sono parole al vento. Attualmente possiamo solo aspettarci altre frane. E non è mica con qualche milione di euro che si risolve il problema, è con la programmazione e la giusta prevenzione".

A Voghera si tornerà al ballottaggio: il sistema politico è allo sbando? "L'Italia è un paese la cui costituzione è stata scritta da personalità che venivano dalla guerra e pertanto è stata scritta prevedendo la massima libertà per il proprio cittadino. In questi anni l'italiano ci ha marciato dentro... In un altro Stato il primo ballottaggio Barbieri contro Torriani non si sarebbe svolto. Allo sbando sono i parlamentari che perdono il contatto con la gente che vive il territorio e che spesso pensano alle prebende (che non si sono ridotti ) e ai vari giochetti per fare cassa e non si accorgono delle problematiche esistenti nel mondo giudiziario". Cosa ne pensa della proposta di realizzare un inceneritore a Retorbido? "E' una vicenda di quelle che non ti fanno dormire la notte! Ad oggi non mi sembra ci siano politici che veramente contano in Regione Lombardia schierati apertamente per il no. Il no chiaro e limpido all'impianto non l'ho sentito proferire se non a migliaia di persone che vivono quotidianamente o anche da turisti l'Oltrepò. Per mio conto qualcuno lo vorrebbe attuato e credo sia un qualcuno messo più che bene anche politicamente, ma è solo una considerazione personalissima e spero di sbagliare". Cosa manca per il rilancio dell’Oltrepò pavese a suo modo di vedere? "Per il rilancio di zone simili all'Oltrepò che, ripeto, in Italia sono molte, manca una strategia del governo volta a salvaguardare le realtà emarginate e a cascata. Questa strategia deve essere seguita dalle Regioni, dalle Provincie e dai Comuni. Senza strategie e nuove disposizioni che "distinguano" le realtà in sofferenza è inutile continuare a parlarne, proprio inutile". E quindi cosa fare? Non ripongo, in questo momento, molta fiducia nei politici: manca quel trascinamento che c'era negli anni novanta quando c'è stato un movimento di pensiero impetuoso portato avanti anche dai mass media e dalla maggior parte della gente comune che voleva eleggere direttamente il proprio candidato anche per poterne giudicare l'operato. Negli ultimi anni abbiamo visto la creazione di "nuovi mostri" come le Province con il Presidente non più eletto dal popolo ma dai Sindaci... Abbiamo visto leggi che impongono la nascita delle unioni dei comuni, municipalità obbligate a unire i servizi, tutti anche quelli che non serve unire... e non mi si parli di risparmio". I comuni: come sono messi in questo momento? "I Comuni del nostro territorio, anche i più piccoli, sono a livello di servizi offerti al cittadino, tra i più virtuosi in Italia ma, se ad ogni finanziaria il governo toglie trasferimenti o, peggio, impone nuove tasse, esiste una chiara volontà di diminuire il rendimento del comune oggi l'unico interlocutore del cittadino. Ma in Parlamento o nelle varie Regioni o nelle decine di enti davvero inutili, dove veramente esistono sprechi tutti i giorni segnalati dai media, non viene in mente a qualcuno di diminuirsi lo stipendio e le varie prebende, questo per dare l'esempio, per tornare sulla terra perché da noi (in Italia) sta andando avanti una crisi così grave che coinvolge ogni giorno sempre più persone, con casi di cittadini sempre più disperati. Sarebbe bello se iniziassero a tagliare dall'alto comprese le super pensioni ed i super vitalizzi che, oggi, possono solo creare un forte malcontento nella gente comune".


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CONSIDERAZIONI SULLA POLITICA OLTREPADANA PER I NUOVI AMMINISTRATORI

di

Giacomo Braghieri

Incontriamo Giovanni Alpeggiani, convalescente ma lucido e reattivo come sempre. Qual è la sua opinione sui recenti scandali nella sanità lombarda? "In Lombardia il marcio nella sanità come in altri settori, viene sempre scoperto, forse è per questo che rimaniamo una regione con i conti nella sanità in equilibrio e con un'offerta terapeutica che non ha eguali in Italia. Pensi a tutto quello che accade nelle regioni con deficit gravi nei bilanci sanitari e non viene mai a galla. Siamo giustamente criticati da un partito che ha come dirigenti nazionali uomini e donne provenienti dal sistema di potere toscano. Un sistema che dura da più di 60 anni reggendosi sul connubbio banche coop che solo in parte è stato scoperchiato negli ultimi mesi. I Lombardi sono tendenzialmente liberali ed esprimono una capacità di crititica e rinnovamento unici in Italia. L'autocritica è doverosa e necessaria al cambiamento. Prima di esprimersi contro la Lombardia molti politici locali e nazionali abbiano l'onestà intellettuale di leggere la realtà del loro partito con lo stesso metro con cui criticano gli avversari". Il metodo Maroni per il Policlinico S. Matteo sembra quello di Marchionne per le imprese private che gestisce, prima si fa pulizia ai piani alti poi si arriva ai piani bassi, nel caso del policlinico fino alle cucine. È una buona operazione o è un rigurgito di antipolitica? "L'operazione in se è ottima anche se non ho ancora visto manager far benissimo in questo settore, spero sia la volta buona, stiamo a vedere e incrociamo le dita, il Policlinico S. Matteo è un centro di cura d'eccellenza a cui tutti noi pavesi teniamo molto". Lei è medico, come Panigazzi, Callegari, Bosone, Gramigna, Ferrari e come lo fu Azzaretti. Affronti viene dall'amministrazione della sanità come Tevini e come a suo tempo Abelli, chi controlla il controllore visto che fate parte o avete fatto parte tutti della stessa amministrazione pubblica? "È vero, il problema esiste e andrebbe affrontato in fretta, con una riflessione seria. Posso aggiugere solo che il medico di base svolge la sua professione sul territorio lontano dai centri decisionali aziendali e in più ha una visione a 360° sui problemi sanitari perché conosce i suoi pazienti non solo dal punto di vista clinico ma anche da quello socioeconomico. Non penso che un avvocato o un economista potrebbero avere sensibilità e visione maggiore". Cosa ne pensa della situazione venutasi a creare a Voghera? "A Voghera è semplicemente successo che si sono contati male i voti. C'è stata dell'imperizia da parte degli scrutatori, noi ci atteniamo alle decisioni del Tar sui voti di Ghezzi e Torriani, i voti di Barbieri non sono in discussione". La Lega Nord con chi si schiererà al ballottaggio bis? "Barbieri è il coordinatore provinciale di Forza Italia che come partito ha stretto un accordo su scala nazionale e regionale con la Lega. Ci attendiamo che questo accordo venga onorato anche a Voghera". Affronti è un grande elettore di Barbieri: ultimamente però ha detto a Barbieri di non decidere da solo ma di coinvolgerlo, viceversa rischia di non appoggiarlo: cosa ne pensa di questa situazione? "Affronti è un abile politico, si è sempre speso per la

Giovanni Alpegiani

città, e ha avuto un ruolo importante nell'elezione di Barbieri, mi risulta che vadano d'accordo. Sembrano esagerazioni giornalistiche". Elezioni al Brallo: quale sarà il suo ruolo? "Sono stato da poco al Brallo dopo la mia indisposizione, da quello che mi risulta, vista l'esiguità della popolazione, si profila un'unica lista. Spero si ricandidi il Dottor Chlapanidas che è una brava persona, e ancora adesso non mi è chiaro perchè è stato fatto cadere". Romano Ferrari, sindaco di Rivanazzano, davanti a più di 4000 persone, dal palco della manifestazione "No Pirolisi" a Retorbido ha ribadito con forza che in Oltrepò siamo più di 60.000 elettori. Ci sono i numeri per contare in Regione con almeno due consiglieri dei nostri posti? "Conosco Romano e penso abbia detto questo sopratutto per far prendere coscienza ai manifestanti e ai politici in Regione che in Oltrepò contiamo anche dal punto di vista numerico. Io come lui e come chiunque mastichi di politica sappiamo che i seggi regionali si conquistano su base provinciale, i soli elettori oltrepadani non bastano per arrivare a Milano". Sopra e sotto il palco c'era tutto il centrodestra, una bella novità, cosa ne pensa? "Se un progetto è sbagliato se ne accorgono tutti. Mettere un impianto del genere in una zona ad alto valore agroindustriale è un errore ma mi permetta una riflessione. Se un gruppo finanziario ha deciso d'investire in questa zona è perché ha trovato appoggi nella politica locale. Il silenzio di oggi sulla vicenda è più temibile del rumore, non penso che il progetto sia stato abbandonato. Quando la politica si affida ai tecnici per decisioni del genere significa che mente o non ha il coraggio di dire un no chiaro". Fino a pochi anni fa il cursus honorum di un politico era sindaco, consigliere provinciale, consigliere regionale e/o parlamentare. Fino al 92 in valle Staffora, Azzaretti, Panigazzi, lei ed altri avete seguito questa strada. Ora la provincia non è più elettiva e il salto va da comune a regione che nel frattempo è diventata uno staterello dal punto di vista dell'autonomia. Dal comune allo scranno re-

VALLE STAFFORA

Alpeggiani: l'ultimo dei mohicani "Perdere la Provincia è un fatto grave"

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gionale il salto è lungo... "La perdita della Provincia come corpo rappresentativo intermedio per noi è un fatto grave, era il luogo dove un giovane politico poteva mettere in mostra le sue qualità ed ottenere una visibilità al di fuori dell'Oltrepò. Se a questo si aggiunge lo sfascio dei partiti per un sindaco dei nostri posti diventa un salto proibitivo a meno che non sia un outsider". Non avete lasciato eredi, non avete tradito il vostro dna di socialisti e democristiani? In fondo siete stati espressione di partiti costituenti. "Dopo il '92 i partiti si sono sciolti e in genere gli eredi li trovavi fra i più talentuosi dei giovani militanti. La mia stessa elezione in Regione fu decisa dal partito che stava rinnovando la classe dirigente. Presa la decisione tutta l'organizzazione fatta di sezioni e segretari si è mossa per darmi una mano. Provi ad immaginare oggi la stessa cosa...". Lei non ha mai fatto mancare il suo bagaglio d'esperienza ai sindaci della valle, le è mai capitato di parlare con loro di questo nuovo scenario: fare bene il sindaco per poi tentare al consiglio regionale? "No, fino ad oggi non ho avuto occasione di fare queste riflessioni, ma è vero che dopo due mandati come sindaco in centri di riferimento della valle Staffora, se hai fatto bene e hai saputo creare un network di conoscenze, l'idea di fare il salto in Regione è una possibilità da non escludere." Lei trentenne sindaco del Brallo, come si muoverebbe? "Io lo ero a 28 anni; per prima cosa cercherei di far bene il sindaco, poi frequenterei un partito che abbia seguito fra gli abitanti della valle e nelle cui idee politiche credo fermamente. A quel punto cercherei, attraverso il partito ed il mio operato di amministratore, di allacciare alleanze su base provinciale in modo da garantirmi i numeri minimi per tentare l'elezione in consiglio regionale. Non è un lavoro da poco, ci vogliono forza, passione e talento non comuni". Fortuna e abilità quanto contano in politica? "Come ha detto Macchiavelli, 50 e 50". Politica e sanità, parafrasando il compagno Rino Formica, sarà sempre "sangue e merda"? "Senza una riflessione seria su controllati e controllori e fino a quando nei partiti ci saranno troppi nominati o affaristi, temo di si. Detto questo, come medico e come paziente posso dire che la nostra provincia esprime un'eccellenza sanitaria internazionale, i tre IRCCS di Pavia non sono nati per caso". Stessa cosa per lo smaltimento dei rifiuti? "L'ASM di Voghera è ben amministrata, ritengo che abbia margini per iniziare a rimodulare le tariffe considerando anche l'effettiva produzione di rifiuti degli utenti. Per quanto riguarda ASM Pavia, stando alle notizie, più che male amministrata sembra essere stata depredata". Sembra chiaro che in Oltrepò si punti su cultura, enogastronomia e natura, pensare a un parco naturale da Voghera all'Antola è utopia? "Non ci ho mai riflettuto ma considerando i gradi di flessibilità che si hanno nella gestione dei parchi, allo spopolamento di queste valli, al loro valore naturalistico e alla continuità culturale, il progetto potrebbe essere un'opportunità da considerare in modo serio".


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ALLA frazione MOLINE SONO OSPITATI 49 PROFUGHI

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Massimo Accoliti di Alessandro

Disperati

Quella contraddizione chiamata centro profughi di Moline. L'assessore Massimo Accoliti, assessore sicurezza del Comune di Zavattarello, esponente della Lega Nord, scende in campo. Cosa non condivide in merito al centro profughi? "E' stato un cammino, pieno di contraddizioni. Quando lo scorso mese di aprile arrivò la notizia, del tutto casuale dell’apertura di un Centro profughi nella frazione Moline, siamo rimasti senza parole. La notizia è arrivata senza preavviso al sindaco, che rammento essere un Pubblico Ufficiale. La Prefettura di Pavia autorizzava l’apertura del Centro di Accoglienza sul nostro territorio, accordando il tutto alla Società Sociale LIA s.r.l.. La stessa Prefettura di Pavia, non si è neanche degnata di rispondere a una lettera di protesta inoltrata da questa Amministrazione a fine aprile, per l’iter assai bizzarro e poco serio. Ma questo è il baraccone Italia… tutti vogliono e niente danno". Il centro di accoglienza dove è stato realizzato? "Il Centro, è stato aperto in una residenza privata composta da sei appartamenti, e in avvio subito occupato da 28 ospiti". Gli ospiti come si stanno comportando? "Sottolineando, che fino ad ora, il comportamento degli ospiti è da ritenersi buono verso i residenti e viceversa, non si sono riscontrati problemi di una certa entità. Certamente la convivenza con i residenti di una piccola frazione di 27 abitanti non è sempre così semplice anche per il continuo flusso di arrivi". E il comune che cosa sta facendo? "L’Amministrazione Comunale, recependo l’or-

mai apertura del Centro, ha deciso nei mesi estivi di coinvolgere questi ragazzi, bisogna dargli l’opportunità (naturalmente chi vuole) di svolgere lavori di pubblica utilità, interpellando la stessa Società LIA. Il 16 settembre, veniva firmato a Pavia, un Protocollo di Intesa tra lo stesso Comune, la Prefettura di Pavia e la società LIA s.r.l.. Il 28 settembre presso la Sala Consigliare del Municipio di Zavattarello, si è tenuta un’Assemblea Pubblica a cui hanno partecipato oltre al gruppo di maggioranza (assente la minoranza, come se il problema non riguardasse anche loro), i rappresentanti della Società LIA nella figura del direttore della struttura e dal Responsabile di tutte le strutture LIA". E che cosa si è detto durante questo incontro? "Dopo una serie di interventi da parte della popolazione inerenti alla preoccupazione di convivenza con i profughi, e intervenuti a favore e contro il Centro, i rappresentanti stessi invitavano la popolazione di Zavattarello a capire e cercare di fare integrare questi ragazzi che secondo loro si avvalgono della facoltà di rifugiato politico (anche se da fonti del Ministero dell’Interno le domande accettate fino ad ora riguardo lo status di rifugiato politico si aggira sul 10%), coinvolgendo gli stessi ragazzi in attività pubbliche". Durante quell'incontro lei aveva sollevato un problema, quale? "Durante la serata veniva da me stesso chiesto, al direttore della struttura, di relazionarci almeno sul numero di ospiti presenti nella struttura, e la risposta è stata che non potevano comunicarcelo senza l’autorizzazione della Prefettura. Ma il bello di tutto questo, è che la stessa Prefettura affermava che la comunicazione del numero degli ospiti presenti nella struttura può essere concordata con

VAL TIDONE

Zavattarello: "Il problema non sono gli immigrati ma la società che li gestisce"

l’ente gestore!!! A inizio novembre, ricevemmo da LIA una bozza di convenzione di lavori di pubblica utilità, alla quale rispondemmo in data 25 novembre indicando le specifiche tecniche da inserire, quali: Associazione per gli aderenti al progetto, a carico del Comune; visita medica di buona salute a carico dell’ente; acquisto di tutto il materiale da lavoro necessario a carico dell’ente; acquisto dei PDI personali (dispositivi di sicurezza) a carico dell’ente. A riguardo, non abbiamo ricevuto più nessuna risposta da allora, e il Sindaco in data 15 gennaio ha inoltrato una lettera di sollecito". Hanno risposto? "Si, il 25 gennaio. Dopo quella risposta la telenovela della convenzione sembra avere avuto finalmente termine, in quanto l’atto conclusivo è ritornato firmato il 15 febbraio. Vediamo quale scusa troveranno ora per ritardare l’inizio di questa convenzione di pubblica utilità... Perché vede, la LIA dovrebbe sborsare qualche soldino extra, per attuare le specifiche tecniche indicate prima, come le attrezzature, i dispositivi di sicurezza individuale e i certificati medici. Penso che non abbiano problemi, visto la diaria giornaliera che percepiscono dal Governo per ogni ospite, e visto che i presenti sono 49…". Come 49? "Ha capito bene, 49 ospiti per 35 euro l’uno, ecco il “business” dell’accoglienza, e poi avrebbero dei problemi per investire su un progetto di integrazione dei ragazzi ospiti della comunità? Più sono, e più si guadagna….!!! All’inizio 28 ora 49, da comunicazione alla Prefettura di Pavia, sulla non possibilità da parte di altre entità presenti sul territorio del Comune di Zavattarello, di accedere al nuovo bando per l’apertura di nuovi Centri di accoglienza vista la presenza di 49 unità attualmente nel Comune". Ma la struttura che li ospita è idonea? "Il sito dove è presente il Centro di Accoglienza, è una struttura privata composta da 6 unità abitative più le zone in comune per un totale di 489 mq.!! Ma 49 persone in un metraggio così secondo lei, possono viverci? Secondo me no!". Cosa fare? "Se come Amministrazione vorremmo effettuare un controllo e visto l’alto numero di presenza nello stabile, con questi metraggi e volumetrie, ordinassimo la riduzione degli ospiti presenti nella struttura per evidenti ragioni igienico-sanitarie (e la legge dovrebbe ripeto dovrebbe essere uguale per tutti), la Prefettura farebbe una eccezione di deroga come già avvenuto in altri Comuni. Ora si spera che non ci siano più intralci per poter partire con i Lavori di Pubblica Utilità, e far rendere partecipi i ragazzi che vorranno aderire, e così ad essere un po’ più integrati nella realtà della vita della nostra comunità. Vedremo… E comunque vorrei ribadire che almeno a Zavattarello il problema non sono ne gli ospiti ne gli educatori tra cui vorrei menzionare il Sig. Walid ottimo professionista, ma chi amministra la Società LIA s.r.l.. Chissà magari, quando tutto ciò sarà pubblicato, sarà già iniziato a muoversi qualcosa, meglio tardi che mai".


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Ruino: il Sindaco parla del Suo comune, ma anche di Oltrepo

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“L’Oltrepò è abbandonato, non c’è più un politico che riesca a fare qualcosa" di Alessandro

Marchesi

In questo periodo di crisi globale il sindaco del Comune di Ruino, Sergio Lodigiani fa il punto della situazione soffermandosi sul programma amministrativo intrapreso dal suo gruppo fa inoltre anche una breve considerazione riguardo la situazione politica attuale in Oltrepo ed infine traccia un bilancio dell’Unione dei Comuni, di cui Ruino fa parte, aprendo le porte a Zavattarello per poter avviare insieme a Valverde e Canevino una rete di Amministrazioni che possano condividere i medesimi obbiettivi. Sindaco, è al secondo mandato consecutivo cosa la spinge ogni volta a metterci la faccia? "Credo che qualsiasi persona che decide di mettersi in gioco politicamente in paesini come il mio, sia spinta unicamente dal desiderio di fare del bene alla popolazione. Per quanto mi riguarda, da quando sono in pensione ho tanto tempo libero e quindi ritengo sia giusto metterlo a disposizione dei miei concittadini. A maggior ragione mi sento in dovere di farlo perché percepisco la loro fiducia nei miei confronti". Non è facile fare il sindaco con i tempi che corrono, vero? "No, per niente. Rispetto a qualche anno fa, lavorare per il territorio è diventato un lavoro molto difficile. Questo è dovuto in primis ai tagli che i governi hanno operato nei confronti dei trasferimenti agli enti locali, conseguentemente a questo, noi amministratori siamo costretti a dover garantire gli stessi servizi che, in passato, garantivamo con il doppio delle risorse finanziarie a disposizione. A questo si aggiunge il fatto che il nostro territorio è lasciato solo e nessuno in Oltrepo riesce ad imporsi e far sentire la propria voce". A questo proposito, cosa ne pensa del neonato Movimento per l’Oltrepo di Lorenzo Fossati? "La mia idea riguardo a ciò che il nostro territorio deve fare è semplice: rimanere unito e cercare di cooperare creando una rete di amministratori uniti dagli stessi obiettivi. Solo in questo modo potremmo riuscire ad ottenere risposte concrete in ambito politico sia regionale che nazionale. Per questa ragione ritengo che un movimento che si muove da solo e cerca di farsi spazio autonomamente senza l’appoggio dei sindaci della zona e senza programmi condivisi, non sia sulla strada giusta. Questo non lo dico perché non ho fiducia nelle capacità politiche di Fossati, anzi credo che anche un personaggio che fa politica da anni farebbe fatica ad emergere in questo tipo di panorama politico. Tuttavia condivido in pieno le sue idee perché oggi l’Oltrepo giace in completo stato di abbandono e non solo non ha peso politico ma è anche lasciato ai margini dalle istituzioni. Non c’è più un solo politico che riesca a prendere in mano la situazione e a tutelarci davanti a chi di dovere". Per quanto riguarda il suo comune, di recente avete vinto il ricorso al TAR contro Poste Italiane. Di cosa si tratta? "Poco tempo fa, Poste Italiane aveva disposto l’apertura dello sportello solamente per tre giorni a settimana. Chiaramente questo fatto avrebbe penalizzato enormemente la cittadinanza costringendola a recarsi nei comuni vicini qualora avesse avuto bisogno dell’ufficio nei giorni di chiusura. E’ stata nostra premura ricorrere al Tribunale Regionale perché ci siamo sentiti in dover di garantire il bene per i no-

Il gruppo di maggioranza del Comune di Ruino

stri concittadini. Come avrebbero fatto gli anziani, che spesso non hanno nemmeno la patente, a farsi 10\12 km di strada? Come auspicavamo, il TAR ha ritenuto il provvedimento illegittimo e quindi Poste Italiane è stata costretta a ripristinare il servizio non solo per i cinque giorni settimanali ma anche per il sabato mattina. Una vittoria molto importante non solo per l’Amministrazione Comunale ma anche per tutta l’utenza". Avete portato avanti altre iniziative a tutela della cittadinanza specialmente in ambito socio-sanitario. E’ stato un grosso sforzo? "E’ sempre stata mia e di tutto il gruppo amministrativo di Ruino priorità assoluta mettere nelle giuste condizioni la nostra gente, garantendo servizi adeguati alle tasse che pagano. Siamo un comune svantaggiato perché siamo lontani dalle città e dalla maggior parte dei servizi utili al cittadino e per questi motivi dobbiamo darci da fare per colmare il gap con i paesi di pianura. Inoltre, va ricordato che siamo una popolazione composta per lo più da anziani, che hanno bisogno, in modo particolare, di assistenza socio-sanitaria. A questo proposito, proprio quest’anno abbiamo fatto un grosso sforzo economico mettendo a norma i locali dell’ ambulatorio medico dove il laboratorio Esami Chimico Clinici di Broni effettua settimanalmente i prelievi ematici. Per andare incontro alle esigenze dei più anziani abbiamo disposto anche il servizio a domicilio, in modo tale da evitare ai pazienti di dover venire fino a Pometo. Un'altra iniziativa sociale riguarda “Il tuo Sportello Mobile”, ovvero un centro di assistenza fiscale, burocratica e previdenziale attivo una volta a settimana". Anche in ambito culturale e turistico siete molto attivi. In cosa vi state impegnando? "Di recente abbiamo investito sulla redazione di due volumi. Il primo è interamente dedicato ai luoghi e ai personaggi che hanno fatto la storia del nostro Comune l’altro volume, affidato a Paola Chiesa, esperta di Storia e già autrice di libri inerenti le due guerre mondiali, tratterà dei giovani di Ruino che presero parte ai conflitti. Per quanto riguarda l’area turistica, siamo in attesa che si costituisca una nuova Pro Loco ma ugualmente abbiamo già stilato un calendario ricco di eventi. Infine abbiamo dato spazio anche alla Croce Azzurra e alla Protezione Civile che faranno le loro feste rispettivamente il 23 luglio e il 6 agosto. Mi auguro che il 2016 sia l’anno giusto per

rivedere qualche turista in più nella nostra valle". Un’altra rilevante iniziativa è quella del Cammino di San Colombano, un modo in più per dare rilancio turistico al comune e a tutta la valle, è così? "Già da qualche anno un gruppo di volontari si sta impegnando per riportare alla luce quella che era stata la via percorsa dagli abati per portare le spoglie di San Colombano a Bobbio. Questo percorso prevede l’ attraversamento del nostro comune nel tratto fra Montelungo e Pometo. Per queste ragioni siamo disposti a sostenere il progetto poichè riteniamo possa essere un incentivo di attrazione turistica per la zona. In modo particolare nel giorno della “Fiera degli antichi giochi e antichi lavori” sarà possibile fare una camminata proprio nel tratto di nostra competenza. Spero che questo progetto vada avanti perché ha margini di riuscita elevatissimi". Avete anche in programma spese economiche consistenti o, visto il periodo, meglio rimanere con i piedi per terra? "Sicuramente la situazione economica non è delle migliori ma noi vogliamo continuare a erogare servizi dignitosi ai nostri cittadini. Infatti abbiamo in programma un progetto di videosorveglianza molto oneroso. Regione Lombardia ha istituito un bando nel mese di novembre 2015 in cui stanziava 8,6 milioni per la sicurezza, dei quali, 5 milioni adibiti agli impianti di videosorveglianza e 3,6 milioni per l’ ammodernamento del parco mezzi della Polizia Locale. Qualora riuscissimo ad accedervi, vogliamo garantire la sorveglianza non solo di tutti gli accessi al nostro comune ma anche quelli degli altri due comuni facenti parte dell’Unione dei Comuni Lombardi del Tidone Pavese". Proprio per quanto riguarda l’Unione, è notizia recente che Zavattarello entrerà a farvi parte. Ritiene possa essere un vantaggio o uno svantaggio? "So che il sindaco di Zavattarello, Simone Tiglio ha chiesto di poter far parte dell’Unione dei Comuni e quindi presto ci metteremo a un tavolo per discutere dei dettagli. Sarebbe deleterio se negassi che avere un comune vasto e importante come Zavattarello sia un vantaggio. Sono sicuro che troveremo l’ accordo giusto per estendere anche al comune di Tiglio l’opportunità di far parte dell’Unione, d’altro canto, come dicevo prima, l’unica soluzione per andare avanti è cercare di intraprendere una politica di cooperazioni e collaborazione fra comuni limitrofi".


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Verretto e Lungavilla: Dopo 15 anni chiude il sodalizio tra i Comuni

di Alessio Alfretti

A fine febbraio è stato sancito ufficialmente lo scioglimento dell’Unione dei Comuni “Agorà” tra Verretto e Lungavilla. Nata nello stesso periodo del 2001 questa unione era tra le più longeve e a detta di molti una delle meglio funzionanti che ci fosse in Oltrepò Pavese. Eppure il passare del tempo ne ha in parte minato i presupposti di solidità, portando a un divorzio “quasi” consensuale tra le parti. La riserva è d’obbligo perché la volontà di metter fine all’unione è partita dal sindaco di Lungavilla, Andrea Daprati; da Verretto la condivisione è arrivata giocoforza, perché essendo l’unione tra due soggetti, il venir meno di uno soltanto l’avrebbe comunque compromessa. Tra coloro che non sono convinti della fine di Agorà troviamo il primo cittadino di Verretto, Luigino Polin. Sindaco, perché lei è contrario a questa scelta? «Non condivido il punto di vista del collega di Lungavilla, secondo il quale una unione tra due soli Comuni finisce con il non essere più vantaggiosa dal punto di vista economico. Secondo Daprati in pratica si possono portare a casa pochi aiuti economici, non sufficienti a giustificare il rimanere in vita del sodalizio». Lei non la pensa così? «No, perché comunque si portava a casa una cifra discreta e poi dobbiamo considerare tutti i servizi condivisi. Peraltro la nostra era una unione molto longeva, di circa 15 anni di durata. E pensi che nel tempo

eravamo stati da più parti presi ad esempio per la nostra efficienza. Più d’una volta mi era capitato di sentire citare Agorà come modello da seguire. Non ho potuto fare altro che prendere atto della volontà di Lungavilla di uscire: siamo solo in due, quindi alternative non ce n’erano». Pensa che si sarebbe potuto evitare questo epilogo? «Credo che avremmo potuto riparlarne. Se dei problemi c’erano, e non dico che non potesse esserci qualcosa che non andava, avremmo anche potuto confrontarci. Magari si poteva cambiare qualcosa e aggiustare il corso d’opera. Invece così abbiamo perso tutto». Dubbi simili arrivano anche dalle rappresentanti dell’opposizione consigliare di Lungavilla, Paola Orlandi, Maria Cristina NaiOleari e Piera Quaglini. Secondo loro la decisione del sindaco Daprati è stata sbagliata. Cosa non vi convince? «Prima di tutto non condividiamo la tesi del primo cittadino, secondo cui l’unione non era più conveniente. Certo a questo punto i presupposti per continuare non c’erano più, perché i rapporti tra i due Comuni si erano indeboliti: crediamo non ci fosse più la voglia di continuare da entrambe le parti. Comunque a noi non sembrava opportuno azzerarla, andando anche incontro a nuovi costi». Quali costi? «Abbiamo cercato di informarci su quanto oneroso

LUNGO IL PO

La parola fine sull’unione Agorà... tra dubbi e polemiche

MARZO 2016

Luigino Polin

sarà sciogliere l’unione e abbiamo appurato che non costerà poco. Direttamente il sindaco ci ha rassicurati, sostenendo che nel rapporto costi/benefici conviene di più chiudere Agorà che non tenerla in vita. Noi però temiamo non sia così». Qualche esempio? «Ci risulta che la procedura di scioglimento, che durerà mesi, preveda anche un liquidatore. Si tratta di una figura estranea ai due comuni, quindi di un professionista che dovrà essere pagato. Abbiamo cercato di appurare quanto, ma non abbiamo avuti dati sicuri. Quindi c’è ad esempio anche questa incognita».


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SCENDONO IN CAMPO DROSCHI, CIARDIELLO E GAURDAMAGNA

di Alessandro

Disperati

Intervista aperta dei consiglieri di minoranza del Comune di Bressana Bottarone, Filippo Droschi, Daniela Guardamagna e Felice Ciardiello. Nel mirino dei tre consiglieri di opposizione finisce la raccolta differenziata dei rifiuti, una novità che è stata istituita poco tempo fa dall'amministrazione comunale di Bressana guidata dalla sindaca Maria Teresa Torretta. Li abbiamo incontrati per farci spiegare quali sono, a loro avviso le cose che non vanno in merito appunto alla raccolta dei rifiuti A Bressana la questione rifiuti continua ad essere tra i temi più sentiti dalla minoranza? "Si esatto. La minoranza si interroga sulla questione della raccolta dei rifiuti che, lo ricordiamo, nel comune di Bressana Bottarone è divenuta differenziata a partire dal 1 ottobre 2015, non senza disservizi per i cittadini. Da quella data, infatti, i rifiuti cosiddetti umidi e indifferenziati, vengono raccolti porta a porta, ad eccezione di carta, plastica e vetro, che vengono ancora gestiti attraverso gli appositi contenitori". Filippo Droschi, Daniela Guardamagna e Felice Ciardiello, continuano però ad essere scettici sulla modalità di tale raccolta. Quali sono i motivi? "L’amministrazione comunale lo scorso anno ha valutato e deciso la necessità di introdurre la raccolta differenziata, pur sapendo che a giugno 2015 era scaduto il contratto di gestione con la società Broni Stradella s.p.a.. A quel punto è stata fatta una proroga fino alla fine dell’anno, successivamente alla quale ne è stata fatta un’ulteriore a gennaio, con ordinanza urgente del sindaco Maria Teresa Torretta, con scadenza al 29 febbraio 2016. La minoranza aveva più volte manifestato contrarietà ad un cambiamento così repentino del servi-

Filippo Droschi

zio, ma ancora oggi non ritiene che lo stesso sia effettuato a favore dei residenti, portando solo un aumento di spesa per i residenti". Cosa intendete fare? "Vogliamo capire cosa il sindaco Torretta intenda fare: tergiversare oppure dare risposte. Intanto il futuro della Broni Stradella s.p.a. è quello di partecipare agli affidamenti diretti, cosiddetti «in house», dei servizi. Come minoranza ci chiediamo se il sindaco pensa ancora di tergiversare utilizzando lo strumento dell’ordinanza in attesa che la Broni Stradella s.p.a. concluda l’iter burocratico che la porterà ad essere a totale maggioranza pubblica, quindi essere affidataria del servizio, senza ricorrere alle gare d’appalto, trattando direttamente con i comuni. S­iamo fiduciosi nella totale trasparenza dell’amministrazione. In caso contrario chiederemo risposte chiare".

LUNGO IL PO

"La raccolta dei rifiuti non funziona: siamo scettici sul progetto"

Felice Ciardiello

Il Comune di Bressana Bottarone


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CASTEGGIO

La variante urbanistica prevede un futuro più verde per la città

Mussi: "Casteggio è pronto a partire con le modifiche al Pgt" di Alessio Alfretti

Casteggio punta su una variante urbanistica per un futuro più verde. Si tratta di un adeguamento alla normativa regionale, che porterà con sé una linea di condotta più improntata a preservare l’ambiente. La procedura per introdurre alcune modifiche significative al Piano di Governo del Territorio è giusto in fase di avvio, come spiega l’assessore competente

Andrea Mussi. Assessore, in cosa consistono queste modifiche? «Diciamo che ci stiamo adeguando a quanto previsto dalla Regione. Sostanzialmente la linea di indirizzo è di non prevedere alcun incremento delle zone edificabili, ma una riduzione del consumo del suolo. La tendenza è di creare meno aree cementificate e avere più verde. In termini più tecnici intendiamo procedere seguendo le normative dettate dalla Legge Regionale compatibilmente con le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale». Una procedura complessa? «Il procedimento è in fase di avvio per la redazione di Variante al PGT vigente congiuntamente all’avvio del procedimento della relativa Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Stra-

Andrea Mussi

tegica. Naturalmente siamo aperti ad accogliere le varie istanze dei cittadini per poterle valutare».

Quali saranno le modifiche possibili? «La variante potrà interessare gli atti del PGT attraverso adeguamenti puntuali sia dell’assetto insediativo consolidato che della normativa di attuazione, nei limiti previsti dalla legge regionale sulle norme delegate al contenimento del consumo di suolo”. Quale sarà il vostro ruolo? «Sarà mia premura, congiuntamente al Responsabile dell’Ufficio Urbanistica del Comune, garantire la massima partecipazione e il miglior grado di coinvolgimento dei cittadini, utilizzando i mezzi di comunicazione ritenuti più idonei, quali ad esempio il sito web del Comune, l’Albo Pretorio, incontri pubblici e riunioni con liberi professionisti». E chi vorrà richiedere delle modifiche come potrà fare? «I proprietari di aree già inserite in ambiti di trasformazione saranno contattati direttamente dal Comune per essere informati delle modifiche normative introdotte da Regione Lombardia, al fine di condividere un percorso garantendo massima trasparenza e fornendo le informazioni necessarie per la salvaguardia delle potenzialità edificatorie attualmente previste nel PGT vigente. Gli atti relativi alla Variante del PGT saranno comunque consultabili all’Albo Pretorio comunale, sul sito Web comunale e sull’applicativo web regionale SIVAS».


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Francesco Arnese, ex carabiniere ora consigliere d’opposizione

di Alessio Alfretti

"Mi diranno che sono un giustizialista ma io voglio essere dalla parte della gente ed è doveroso che faccia così". Non ha dubbi Francesco Arnese, circa il suo ruolo di consigliere d’opposizione a Casteggio. Per lui si tratta di un impegno serio, da portare avanti al servizio della cittadinanza. Arnese, da candidato sindaco a consigliere al servizio dei cittadini: il salto è notevole? «Io sono sempre al servizio dei cittadini. Non ho velleità per fare il sindaco e questa esperienza all’opposizione mi tiene impegnato per la gente. Ma fare carriera non è una mia ambizione, non voglio diventare primo cittadino. Ho concorso per farlo, però ora la mia età non mi permetterebbe di affrontare un impegno così grave, perché per farlo bene bisogna avere la determinazione, le forze e la lucidità. Ma nel frattempo continuerò a vigilare su cosa accade a Casteggio e a dare ascolto ai miei concittadini». Il Suo impegno per Casteggio, perchè? «Il mio impegno è anche subordinato al fatto che sono stato per 20 anni il comandante dei carabinieri per questo paese e ho fatto di tutto perché la gente avesse giustizia e diritti; ancora oggi sono volontario nella Federconsumatori; ciò dimostra che il mio impegno è profuso per i casteggiani e più in generale la gente». Allora ci dica cosa pensa lei della situazione casteggiana? «Io credo che ci sia un governo che non risponde alle esigenze della gente. Lo vedo ogni giorno e lo dimostrano i fatti concreti. Da parte mia non mi tirerò indietro e farò tutto quanto la legge prevede nel caso in cui ravvisi delle situazioni che non ritengo opportune. E’ un dovere di ogni amministratore il denunciare alle Autorità ciò che si ritiene possa essere non corretto. O quantomeno intervenire. Il non farlo sarebbe una grave omissione». Ci fa qualche esempio di situazioni che lei critica? «L’ultimo è quello delle utenze pagate dal Comune per alcuni ospiti che hanno in affitto le sue strutture. Un caso per me astruso, perché non si capisce per quale motivo il Comune non intesti le utenze a chi utilizza i locali pubblici suoi. E poi mi chiedo, come si può scorporare queste cifre delle spese dalla denuncia dei redditi se non si hanno le fatture, che sono intestate al comune? Davvero non ho parole. E aggiungo che questi atteggiamenti sono un brutto segno, perché in tempi in cui la povera gente non riesce a pagare le bollette, sapere che il Comune le paga per chi occupa i suoi locali e solo in un secondo tempo si fa risarcire il dovuto, non è un bel messaggio. In generale non vedo una grande attenzione per le esigenze dei cittadini». Ha altre lagnanze? «Posso citare il caso delle vele di Largo Colombo. Non solo è stata fatta una scelta opinabile, ma dal punto di vista della forma ritengo ci siano delle lacune. In parole povere non esiste una delibera che abbia autorizzato a modificare così la piazza. E il sindaco ha un bel pari a dire che le cifre in gioco erano sotto la soglia che imponeva una procedura più tecnica, perché i costi sono stati esuberanti e secondo me hanno superato quella soglia. In più è un’opera che richiede continuamente spese enormi per la manutenzione delle vele. La popolazione non ha avuto modo di esprimersi né attraverso i suoi eletti, né attraverso

CASTDEGGIO

«Non do giudizi, passo tutto alla magistratura: sto lavorando su questioni molto pesanti»

Francesco Arnese

un altro tipo di consultazione: l’opinione della gente non è stata ascoltata. Questi per me sono segnali che il governo di questo Comune non è attento alle esigenze della gente». Lei oltre a esprimere la sua opinione, spesso è passato alle vie di fatto con denunce: continuerà su questa linea?

«Chi è nell’amministrazione di un Comune ha il dovere di segnalare comportamenti che ritiene possano non essere conformi alla legge. Io non esprimo giudizi, ma passo tutto alla magistratura, che poi valuterà se è il caso di procedere. Posso dire che ora mi sto occupando di questioni pesanti».

a Casteggio serpeggia il timore per la sicurezza

Baracche abusive, grazie al Comune tutto sembra risolto

di Alessio Alfretti

Il Comune se n’è occupato per settimane. E presto la famiglia Rom che occupava un’abitazione abusiva lungo la ferrovia lascerà Casteggio. Una vicenda complicata che in un primo tempo ha visto il Comune chiedere invano l’intervento della Provincia di Pavia e delle Ferrovie, i due enti proprietari dell’area. Intanto Juri Ion e Utuci Stana Marioara, i due rom che abitavano la baracca abusiva costruita vicino al cavalcavia della ferrovia sarebbero pronti ad andarsene da Casteggio. Sfrattati lo scorso 11 febbraio dalla casa improvvisata che si erano realizzati dopo essere stati cacciati dall’ex consorzio, i due si sono trasferiti a vivere dentro a una vecchia vettura monovolume. Così riferisce l’assessore Milena Guerci che ha seguito la vicenda. Assessore, si può mettere la parola fine a questa storia, con un lieto fine? «Ci risulta che i due giovani abbiano trovato casa a Borgo Priolo, in una abitazione privata e che vi si trasferiranno attorno alla seconda settimana di marzo. Noi abbiamo insistito molto con le autorità competenti e alla fine la situazione delle baracche è stata sanata». Come siete riusciti ad arrivare a una soluzione? «Dopo aver contattato Provincia e Ferrovie, abbiamo parlato con il Prefetto al quale abbiamo inviato la nostra ordinanza di sgombero. Il Prefetto ci ha indicato di procedere, precisando che la competenza fosse della Provincia, che finalmente ha mandato le sue ruspe. Abbiamo dato alla coppia il tempo di racimolare i propri effetti personali e i due, collaborando, hanno lasciato la baracca senza opporsi». Tutto concluso dunque? «Con l’abbattimento abbiamo evitato che qualcun altro potesse trovare dimora in quelle abitazioni improvvisate, anche se qualche cittadino ha reclamato per la presenza della famiglia nei parcheggi cittadini».


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PARLA ERCOLE, PER 10 ANNI SINDACO DI BRONI

di Alessandro

Disperati

Cesare Ercole, 64 età, sindaco per due legislature di fila a Broni, dal 1993 al 2001. Era il nome più papabile per il centro destra alle prossime elezioni amministrative di Broni. Ma Ercole non ci sarà: problemi legati al lavoro lo costringono a disertare questa tornata elettorale. Tutti vedevano in lei il candidato sindaco ideale per il centro destra invece? “A breve uscirà un comunicato attraverso il quale chiariremo chi sarà il candidato per il centro destra a Broni. Io purtroppo per motivi di lavoro non posso candidarmi”. E’ spiaciuto per questo? “Si, davvero tanto. Anche perché avevo ricevuto diverse richieste in tal senso. Mi spiace di cuore per la mia città. Quindi lasciamo spazio ai giovani”. Cosa ne pensa del candidato di centro sinistra, Antonio Riviezzi? “Riviezzi, per quello che lo conosco, è una persona che ha sicuramente la mia stima, che ha lavorato bene in questi anni anche se è stato un po’ oscurato dalla presenza del sindaco Paroni. Posso dire con tranquillità ed onestà che l’attuale vice sindaco ha svolto il suo lavoro egregiamente”. Quindi un buon candidato per il centrosinistra? “Tra fare l’assessore e fare il sindaco la distanza

Cesare Ercole

direi che è abissale. Sinceramente credo che Riviezzi per fare il sindaco debba studiare ancora un po’”. Un suo giudizio sull’operato del sindaco Luigi

BRONI

"Io candidato ideale per Broni? Purtroppo non posso scendere in campo"

Paroni? “Nella prima legislatura di Paroni io ricoprivo la carica di consigliere comunale di opposizione. E devo dire che l’arroganza di questo sindaco nei confronti della minoranza non conosceva confini. Basta pensare che, anche nel giornalino edito dal comune, non ha mai dato parola all’opposizione. Questa la dice lunga. In qualsiasi altro comune invece la minoranza ha sempre voce, tranne che a Broni. A livello istituzionale non è assolutamente giusto che non si dia voce alla minoranza”. Giudizio negativo quindi? “Assolutamente si. La mia esperienza con il sindaco Paroni è stata molto negativa, basta pensare che anche durante i consigli comunali non ci ascoltava neppure. Ma voglio dire di più. Tutto quello che è stato fatto in questi anni dalla giunta Paroni è stato possibile grazie agli avanzi e ai contributi che aveva ottenuto il sottoscritto”. Ci può fare un esempio? “Certamente. La messa in sicurezza di via Eseguiti, della statale e la realizzazione delle rotonde di via Marconi ed Emilia sono state fatte con l’ausilio di fondi che io ho ottenuto a Roma. Ma Paroni si guarda bene dal dire queste cose…”.

FORZA ITALIA PUNTA SU MAURIZIO CAMPAGNOLI PER LE COMUNALI

"Cercheremo un'alleanza con Lega Nord e Fratelli d'Italia per il nostro candidato" di

Oliviero Maggi

Se nel centrosinistra i giochi, in vista delle comunali di giugno, sembrano ormai fatti con la candidatura dell’attuale vicesindaco Antonio Riviezzi, nel centrodestra non c'è ancora nulla di definito. In corsa, per ora, ci sono due ex amministratori, l’ex sindaco Cesare Ercole, sostenuto dalla Lega Nord, e l’ex vicesindaco Maurizio Campagnoli, sostenuto dall’area moderata di Forza Italia. Quest’ultimo ha ricevuto nelle scorse settimane il via libera del coordinatore provinciale del partito, Carlo Barbieri, che sta studiando, insieme agli referenti del territorio, le strategie da tenere nei Comuni oltrepadani che vanno al voto. Ora il candidato forzista dovrà cercare una convergenza sul suo nome da parte degli alleati, in un Comune come Broni dove la Lega Nord ha ancora un certo peso elettorale. Il referente del partito di Berlusconi in Oltrepò orientale, Dino Di Michele, illustra le strategie in campo per presentare una lista unitaria per strappare al centrosinistra la poltrona di Palazzo Arienti. Come si sta preparando il suo partito alle elezioni della prossima primavera? “Forza Italia ha il suo candidato sindaco da proporre alla città, il dottor Maurizio Campagnoli, stimato medico, già vice sindaco e amministratore della città, amato e benvoluto capace e disponibile sarà la miglior proposta di cambiamento e capacità di svolta per Broni se vi sarà l'unitarietà del centro destra. Campagnoli è stato presentato al coordinatore pro-

Dino Di Michele

vinciale Carlo Barbieri in una visione provinciale di scelta dei diversi candidati per i comuni che andranno al voto, così che in un tavolo politico provinciale i responsabili dei diversi partiti possano avvallare le strategie e i candidati migliori per il nostro territorio”. Come farete a conciliare le due anime del centro-

destra, visto che la Lega appoggia la candidatura di Cesare Ercole? “Forza Italia Broni lavoro per l'unitarietà del centrodestra, cercando di creare le condizioni migliori per un candidato comune e condiviso, al fine che possa attrarre le forze migliori della società civile bronese per un reale rinnovamento e miglioramento delle condizioni di vita, lavorative ed economiche. Tutti dobbiamo fare la nostra parte perché Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia siano uniti in ogni realtà locale, fondamento imprescindibile per stimolare il mondo dei moderati liberali - cattolici a tornare alle urne per esprimere un voto di cambiamento”. Campagnoli sarà il vostro candidato fino alla fine, senza possibilità di compromesso? “Lo stesso Campagnoli si metterà a disposizione con entusiasmo solo se ci saranno le condizioni di unità di tutti, con spirito comune”. Quali sono i temi più importanti della città che intendete sollevare in campagna elettorale? “Il coordinamento FI di Broni unitamente al gruppo consiliare è da tempo impegnato alla creazione di un progetto politico serio per le prossime elezioni amministrative, così da poter ricreare un forte e serio legame con la gente e le diverse realtà sociali ed economiche presenti sul territorio, con particolare attenzione al commercio che da anni è abbandonato a se stesso, senza dimenticare l'annoso problema dell'amianto che affligge il nostro territorio”.


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ANTONIO RIVIEZZI E' IL CANDIDATO UFFICIALE DELLA LISTA “UNIONE CIVICA”

BRONI

“Ho stilato una lista di priorità che ho chiamato le “Sette Esse” di

Oliviero Maggi

Antonio Riviezzi è il primo candidato ufficiale per le elezioni comunali del prossimo 12 giugno. Classe 1980, Riviezzi ha alle spalle dieci anni di esperienza amministrativa come vicesindaco di Luigi Paroni e la sua è stata una candidatura quasi naturale dopo i due mandati dell'attuale sindaco. In entrambe le legislature, oltre al ruolo di vicesindaco, Riviezzi ha ricoperto assessorati di peso, come l'Urbanistica, con l'approvazione del Pgt e la riqualificazione del quartiere “La Fracia”, il Commercio, con la riqualificazione del mercato rionale, lo Sport e il Volontariato, con la creazione delle due consulte e l'organizzazione di molte iniziative. Tra gli impegni più recenti, Riviezzi è stato tra i promotori della raccolta firme per la riqualificazione dell’ospedale Arnaboldi. Vicesindaco Riviezzi, come sta la città di Broni? “Broni, grazie alle giunte guidate da Paroni, è ripartita. Oggi è una città diversa da quella ripiegata ed immobile del 2006; adesso è una città vitale ed accogliente. Rispetto al progetto amministrativo di Unione Civica portato avanti in questi anni, ci sono ancora alcuni interventi da portare a termine; per una serie di ragioni, dal contesto economico difficile ai continui tagli al bilancio comunale, non tutto è stato possibile portare a compimento nei tempi stabiliti. Il mio primo compito sarà dunque di impegnarmi e di

lavorare sodo per completare l’opera di rilancio della città. Oltre a ciò, visto che nel frattempo la città ha cambiato volto e stanno emergendo nuove esigenze e nuove richieste, occorre ascoltare le indicazioni dei cittadini in materia ed elaborare risposte concrete ed efficaci”. Come mai un giovane come lei ha deciso di candidarsi in un momento così difficile per gli enti locali? “Le responsabilità non mi spaventano, anzi, dal 2006 ad oggi sono cresciuto, ho imparato molto dal sindaco, soprattutto la capacità di fare sintesi e, una volta ascoltate tutte le parti in causa, decidere con la mia testa la soluzione migliore ed impegnarmi a fondo per portare a termine per realizzarla, non fermandomi fino a quando non è stato raggiunto il risultato previsto. Soprattutto, in questi 10 anni ho imparato a non starmene con le mani in mano e a rimandare a domani quello che si può fare oggi”. Per lanciare la sua campagna elettorale ha scelto il mercato settimanale e non le sedi di partito. Che messaggio vuole lanciare ai suoi concittadini? “Ho voluto presentare la mia candidatura al mercato, in mezzo alla gente, perché è il contesto che rappresenta bene la persona che sono: uno che sta in mezzo alle persone, che sa ascoltare e dialogare per cercare di risolvere i problemi della gente; per dirla in breve, sono uno che non ha paura di rimboccarsi le maniche per la propria città e soprattutto uno che porta sempre a termine quello che promette”. Parliamo ora un po' di programmi. Quali saranno le sue priorità se arriverà sulla poltrona di palazzo

Arienti? “Non si tratta di un progetto calato dall’alto, ma condiviso con i cittadini, con proposte, idee e richieste. Ho stilato una lista di priorità che ho chiamato quella delle “Sette Esse”. La “prima Esse” è quella di Sicurezza, perché è fondamentale che famiglie e anziani si sentano al sicuro, in giro per la città e nelle proprie abitazioni; la “seconda Esse” è quella dello Sviluppo, creare nuovi posti di lavoro e rilanciare il tessuto economico; dall’alto. Occorre lavorare sodo per sostenere le attività commerciali, artigianali ed agricole perché la crisi, anche se sembra che stia dando qualche segnale di cedimento, è purtroppo ancora ben presente”. Le altre “esse” invece che cosa riguardano? “La terza Esse” è quella della Salute, questione molto delicata perché è legata alla questione amianto. La “quarta Esse” è quella della Serenità, per dare una mano ai nostri anziani in difficoltà, alle famiglie con figli e la “quinta Esse” sta per Strade: ho voluto condensare in una singola voce tutti quegli interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria, di cui necessita la nostra città: dalle strade ai marciapiedi, dalle aree verdi alla cura dell’arredo urbano. Senza dimenticarci ancora la “sesta Esse”, esse di Sport e di Svago, perché occorre che i giovani trovino a Broni occasioni di ritrovo e che sia un piacere stare insieme in una città sicura e divertente”. Vicesindaco Riviezzi, come proseguirà la campagna elettorale? “Visto che al centro del mio operato ci sono i cittadini, sto progettando una campagna di ascolto dei cittadini e delle categorie produttive, sociali e sindacali per capire le loro priorità, le loro esigenze e farmi carico delle loro richieste, in modo che il programma di Unione Civica per i prossimi 10 anni sia frutto della sintesi di tutti gli input che riceverò”.


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LA PRESA DI POSIZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO SULL’ACCOGLIENZA

di

Oliviero Maggi

Una ripartizione di migranti più equa sul territorio comunale. E’ quanto chiede il circolo del Partito democratico di Stradella-Valle Versa, dopo che la cittadina oltrepadana è tornata probabile meta di nuovi arrivi di migranti, dopo i 126 alloggiati in due diverse strutture dallo scorso mese di agosto. Ora, dopo un incontro con la Prefettura, sembra che gli arrivi siano congelati, ma se ci sarà una nuova ondata di assegnazioni, oltre la quota di 1500 migranti assegnata per ora alla Provincia di Pavia, saranno prese in considerazione le disponibilità di alloggi anche dei Comuni che hanno già profughi sul loro territorio. Per questo il Pd stradellino, pienamente solidale con l’impegno del sindaco Piergiorgio Maggi, della Croce rossa, delle forze dell’ordine e delle associazioni di volontariato, chiede che anche i Comuni più grandi della provincia vengano presi in considerazione. Il segretario del circolo, Alessandro Vercesi, spiega la posizione del suo partito su questo tema così delicato. Segretario Vercesi, la vostra presa di posizione è stata netta: anche altri Comuni più grossi di Stradella dovrebbero accogliere i migranti. E’ cambiata la vostra idea sull’accoglienza? “Assolutamente no. Quello che noi contestiamo è che le assegnazioni non sono state ripartire in modo equo. Da entrambi i bandi emessi dalla Prefettura, ad esempio, sono stati esclusi Comuni grandi come Voghera e Vigevano, che hanno molte più capacità ricettive di Stradella. Questo, ovviamente, non cambia la nostra posizione sui migranti e sull’accoglienza: questa situazione di emergenza va distinta dai valori di inclusione e tolleranza che contraddistinguono il nostro partito”. Come giudica la gestione dell’emergenza messa in campo a Stradella? “Insieme alla federazione provinciale del Pd di Pavia abbiamo espresso piena solidarietà al sindaco di Stradella, Piergiorgio Maggi, e alla sua giunta per quanto riguarda la gestione dell’accoglienza dei migranti. Il Comune di Stradella ha ricevuto l'assegna-

Alessandro Vercesi

zione dalla Prefettura di 126 migranti, in strutture private, li ha accolti e li ospita già dall’agosto scorso in modo impeccabile, con tanto impegno e tanta fatica, grazie all'aiuto delle forze dell'ordine, della Cri e di tutte le associazioni cittadine”. Nelle scorse settimane sembrava che altri 20 migranti dovessero arrivare in alcuni appartamenti privati in frazione Torresacchetti. “La Prefettura dopo queste prime assegnazioni, favorite dalle disponibilità di privati, ha più volte rassicurato il sindaco che nessuna altra assegnazione sarebbe stata disposta per il Comune di Stradella, che in cifra assoluta ha il più alto numero di ospiti di tutti i Comuni della provincia. Poi, però, sembrava che la Prefettura avesse individuato un altro alloggio presso una frazione di Stradella, messo a di-

STRADELLA

“Stradella ha già dato molto in questo senso: ora tocca ad altri Comuni”

sposizione da privati, per accogliere altre 6 persone; inoltre sono arrivate segnalazioni circa la disponibilità di altri soggetti residenti a Stradella per mettere a disposizione ulteriori appartamenti per l’accoglienza di altri nuovi migranti. La cosa strana è che l’amministrazione comunale ha appreso di queste ipotesi di nuove assegnazioni dai cittadini e non dalla Prefettura”. Qual è stata la vostra posizione riguardo a possibili nuovi arrivi? “La Federazione provinciale del Pd e il circolo di Stradella e Val Versa hanno subito considerato sbagliate e ingiuste tali nuove assegnazioni presso il Comune di Stradella, considerando che sono soltanto 22 i Comuni coinvolti nella gestione dei migranti, sui 188 Comuni della Provincia, con vistose eccezioni anche per i Comuni più popolosi che non hanno avuto alcuna assegnazione. Peraltro questa ipotesi contraddiceva palesemente le rassicurazioni date dalla Prefettura al Sindaco, oltre a quanto scritto dalla Prefettura stessa in una circolare emessa a gennaio dove si parla di una equa distribuzione dei migranti su tutto il territorio provinciale”. Segretario Vercesi, per il futuro che cosa chiedete alla Prefettura? “Chiediamo una ripartizione più equa tra i comuni della Provincia di Pavia per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti. Stradella ha già dato abbondantemente e continua ad impegnarsi nella gestione dell’emergenza. Nelle scorse settimane abbiamo promosso un incontro con Silvia Grossi, responsabile del Forum “Diritti” del Pd regionale, e Giancarlo Gatti, presidente della cooperativa sociale “Finis Terrae”, che hanno parlato del tema immigrazione al di fuori dei luoghi comuni. Al termine ci sono stati momenti di commozione quando è intervenuto un ragazzo del Benin che ha ringraziato la città di Stradella e il suo sindaco per l'accoglienza e la solidarietà. Penso che questa sia la strada giusta da seguire”.


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LAVORI PER 600 MILA EURO ALLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE DI STRADELLA

di

Oliviero Maggi

Seicentomila euro per i lavori di edilizia scolastica. Il Comune di Stradella, sia con fondi propri che con risorse messe a disposizione dal governo, ha messo in campo, in questi ultimi mesi, una serie di interventi di manutenzione straordinaria e consolidamento strutturale di alcune strutture scolastiche di sua competenza, ovvero la scuola media di via Repubblica e le scuole elementari di via Bottini, un edificio abbastanza datato che aveva bisogno di interventi radicali di sistemazione. Altri interventi sono ancora in programma, ma alla fine dell'anno scolastico, quando le scuole sono chiuse, per evitare i disagi dello scorso anno, visto che i primi lavori sono iniziati a lezioni in corso. La somma complessiva, tra l'altro, non ha inciso sul Patto di stabilità, permettendo al Comune di agire più liberamente. L'assessore ai Lavori Pubblici, Agostino Mazzocchi, illustra i lavori fatti finora e gli interventi in cantiere nei prossimi mesi. Assessore Mazzocchi, quali sono gli interventi nell'ambito dell'edilizia scolastica che avete realizzato in questi ultimi mesi? “Abbiamo iniziato con il progetto “Scuole sicure” grazie ai 400 milioni di euro stanziati dal governo per il piano di edilizia scolastica, intervenendo alle scuole medie con lavori di manutenzione straordinaria, riordino della copertura, danneggiata dalla grandinata del luglio 2012, e la realizzazione di uno scivolo a norma per disabili all'ingresso principale. Gli interventi alle scuole elementari, invece, hanno riguardato il rifacimento dell'intonaco sulla facciata prospiciente via Carini, la sistemazione di alcuni servizi ed altri lavori di manutenzione straordinaria”. Poi siete passati alle scuole elementari, visto che il fabbricato di via Bottini inizia a sentire i segni del tempo. Qui su cosa vi siete concentrati? “Archiviati i lavori di “scuole sicure” sono iniziati, alle elementari, altri lavori riguardanti adattamenti strutturali dei solai del primo piano dell'ala prospiciente via Comolli. Si tratta del posizionamento di poutrelles in ferro atte ad irrigidire la struttura esistente, a sua volta costruita in poutrelles e tavelloni, oltre alla demolizione e rifacimento dei controsoffitti del secondo piano (perret non calpestabile) con altrettante solette in poutrelles e lamiera grecata, perfettamente calpestabili. L'intervento ha riguardato, inoltre, la sistemazione della pavimentazione di parte della zona cucine e mensa, oltre alla compartimentazione di tutta la cucina con pannelli a resistenza incendio”. Questi lavori sono stati realizzati quando la scuola era già iniziata e quindi con i bambini nelle classi, creando non pochi disagi. “Purtroppo quando si ha a che fare con i contributi statali bisogna rispettare determinate tempistiche che non sempre coincidono con le esigenze degli utenti. Si è cercato di arrecare il minor disagio possibile, grazie alla collaborazione di tutti e, comunque, ne è valsa la pena, vista l'importanza dell'opera”. Ci sono altri interventi in programma prossimamente alle elementari e alle media? “Sì, grazie al finanziamento di un mutuo è previsto il rifacimento della controsoffittatura delle aule prospicienti il cortile di via De Amicis, nonché la coibentazione termica del sottotetto delle aule in via De Amicis e in via Carini. Sarà inoltre recuperato l'alloggio dell'ex custode e trasformato in una nuova

STRADELLA

“Altri interventi di manutenzione sono previsti alla fine dell'anno scolastico”

Agostino Mazzocchi Sotto la scuola di Strdaella oggeto dei lavori

aula scolastica. Per questi lavori, essendo il progetto già stato approvato dalla giunta e perfezionata la richiesta di mutuo, si prevede l'inizio alla prossima chiusura dell'anno scolastico. Per quanto riguarda le scuole medie, invece, è in previsione con il programma triennale delle opere pubbliche, un finanziamento di 200 mila euro per ulteriori lavori di manutenzione, riguardanti principalmente il rifacimento dei servizi igienici, dell'impianto antivolatili e un'ulteriore sistemazione del tetto e delle lattonerie”. Assessore Mazzocchi, diamo qualche numero. Quanto vi sono costate queste opere?

“Tirando la somma degli interventi conclusi e di quelli in corso si raggiunge la ragguardevole cifra di 400 mila euro, oltre ai 180 mila euro per le elementari già approvati dalla giunta e in previsione per i prossimi mesi. Una cifra di tutto rispetto che ha beneficiato, almeno per quanto riguarda il pacchetto “Scuole sicure”, dell'esclusione dal Patto di stabilità. Una condizione, questa dell'allentamento del Patto, che ci auguriamo venga estesa per ridare maggiore respiro ai Comuni, gli enti più vicini ai cittadini, in modo da poter rispondere con immediatezza agli effettivi bisogni e necessità”.


L'INTERVISTA X

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La Versa fuori dal consorzio: ininfluente... Lanzanova ci sta provando! di

Nilo Combi

Il vino per l’Oltrepò Pavese è una componente essenziale dal punto di vista economico, lavorativo, occupazionale e sociale. Una grossa fetta dell’economia oltrepadana dipende dal vino. In questi mesi si sono susseguiti tanti fatti ed avvenimenti che in alcuni casi hanno penalizzato il movimento vitivinicolo oltrepadano, ma ci sono stati anche altri fatti che dimostrano come i viticoltori dell’Oltrepò vogliano uscire da questa crisi. Molte persone, alcune anche illustri, sono accorse al capezzale del vino oltrepadano, si sono sentite molte opinioni e molti pareri, anche molto diversi tra di loro. Le idee sono molte e la strada da seguire non è chiara o perlomeno non è condivisa da tutti. Il “Mister X” di questo mese è uno dei più importanti imprenditori nel mondo del vino italiano, è veneto, è proprietario di alcune aziende agricole, sia in Italia che all’estero, è anche proprietario di alcune cantine, una delle quali all’estero. La sua famiglia produce vino da 5 generazioni e tra i vini prodotti e commercializzati dalle sue aziende ci sono alcuni marchi molto conosciuti a livello nazionale ed internazionale. Conosce l’Oltrepò, pur non abitando in questa zona e conosce molti imprenditori vitivinicoli oltrepadani. A lui come osservatore esterno ed imparziale abbiamo rivolto alcune domande su una delle attività strategiche, sotto tutti i punti di vista dell’Oltrepò Pavese. Lei ha aziende agricole e cantine, i vostri fatturati sono in crescita costante, così come i vostri utili aziendali, in Oltrepò invece il mondo del vino è in crisi. Perchè? “Non tutte le realtà vinicole dell’Oltrepò sono in crisi, ci sono cantine che hanno fatturati in crescita e che producono ottimi vini. Chiaramente quando è andata in crisi La Versa e poi la Cantina di Broni, seppur per motivi diversi, essendo queste due realtà molto importanti in termini di fatturato ed immagine, è chiaro che una buona fetta dell’economia oltrepadana legata al vino è andata in crisi. A mio personale giudizio e per quanto ne so, molte aziende sono in piena forma. Non entro nel merito delle vicende giudiziarie della Cantina di Broni, sto invece osservando le vicende di La Versa, ma a mio modesto parere il mondo del vino oltrepadano, o almeno una sua parte, è entrato in crisi, per mancanza di dirigenti di spessore”. In che senso mancanza si dirigenti di spessore? “Ci sono aziende in Oltrepò che hanno titolari e dirigenti di alto livello, che si stanno imponendo sul mercato, che lanciano prodotti, alcuni hanno anche ottime intuizioni a livello commerciale e di marketing, ma è indubbio che La Versa negli anni scorsi è stata gestita male, molto male. Un’azienda che accumula circa 20 milioni di euro di passivo, è stata gestita male. La Cantina di Broni, era una realtà importante ed imponente, l’errore non è stato vendere vino in cisterna, l’errore è stato vendere “quel vino”. Le mie aziende producono e vendono vino in cisterna, vino sfuso, vino di fascia media e vini e spumanti nella fascia premium, abbiamo un marchio della nostra cantina situata all’estero che è nella fascia luxury, ma noi produciamo vino, qualsiasi essa sia la tipologia secondo tutti i crismi, soprattutto quelli di legge. Quando si cercano scorciatoie, prima o dopo si inciampa. Un dirigente di spessore certe scorciatoie non le segue”. Il dibattito in Oltrepò verte sul tema basta vino venduto in cisterna, vendiamo vino in bottiglia. Cosa ne pensa? “Belle parole, poi c’è il mercato, poi ci sono i fatti, l’Oltrepò ha una produzione vinicola superiore alle sue capacità di commercializzazione. Mi spiego meglio, ci

sono tantissimi ettari di vigne, ma non ci sono abbastanza venditori e commerciali per venderlo. Quindi la parte che non si riesce a vendere in bottiglia, deve essere venduta in cisterna, perché questa è l’unica soluzione percorribile al momento”. Cosa fare per uscire da questa situazione? “Ognuno ha la sua ricetta, in ogni parte del mondo, anche qui da noi in Veneto quando c’è crisi, tutti dicono la loro. Anche nelle mie aziende quando ci sono stati momenti di crisi, nei consigli d’amministrazione, abbiamo avuto discussioni anche accese, ma sempre ne siamo usciti rafforzando l’ufficio commerciale e continuando a produrre buoni vini senza mai abbassare la qualità. Chi ci ha permesso di uscire dalle cicliche crisi, che ogni azienda passa, e chi ci ha permesso di vendere e guadagnare di più nei momenti buoni, è sempre stato l’ufficio commerciale ed il marketing. Le aziende oltrepadane devono investire più risorse in marketing finalizzato alla vendita, ed avere uffici commerciali più forti, sia in termini di numero di venditori, sia come esperti del settore. Le cantine oltrepadane dovrebbero incominciare ad assumere qualche responsabile commerciale che arriva da altre zone d’Italia, porterebbero idee e conoscenze nuove, invece vedo che in molte delle vostre aziende, il responsabile commerciale è molto spesso il titolare o è comunque un oltrepadano. Molti sono bravi, anzi molto bravi, ma per forza di cose, la formazione che hanno ricevuto è locale, le idee che hanno assorbito sono oltrepadane, per cui si muovono con le positività e negatività della scuola oltrepadana. Immettere responsabili commerciali e marketing che arrivano da altre parti d’Italia, sarebbe utile, perché porterebbero qualche negatività, ma anche molte positività ed idee che si sono formate al di fuori della scuola oltrepadana. Personalmente nelle mie aziende a livello commerciale e marketing ho molti collaboratori che arrivano da altre regioni d’Italia e qualcuno anche dall’estero. Da alcuni anni stiamo assumendo commerciali che arrivano da settori merceologici completamente diversi dal vino, molti sono arrivati che addirittura non avevano mai venduto prodotti alimentari. Ebbene questi che non avevano mai venduto prodotti alimentari quindi neanche vino, dopo un periodo di rodaggio di circa 7-8 mesi, risultano i migliori in termini di fatturato”. Su quale marchio puntare per rilanciare l’Oltrepò? “Sul marchio La Versa, è il più conosciuto, era il più rispettato, faceva e fa ancora ottimi prodotti, era un marchio leader a livello commerciale in Italia. È palese che negli ultimi anni è stato gestito male, ma da alcuni mesi lo si sente e lo si vede. Non conosco il nuovo amministratore delegato, Lanzanova, ma mi sembra che si stia muovendo bene, almeno a livello commerciale. Certamente ha riacceso i riflettori del mercato su La Versa e vedo che sta puntando molto nel volersi imporre a livello vendite in Oltrepò, in provincia di Pavia e nelle aree limitrofe, è la strada giusta, prima essere forti in casa propria, poi si va alla ricerca di nuovi mercati”. Lanzanova è da molti oltrepadani criticato per il suo modo di agire, perché non sempre riesce a mantenere tutte le promesse... “Ripeto non conosco Lanzanova, ma ha preso in mano un’azienda decotta e fallita, c’erano una montagna di debiti. La Versa commercialmente era stata spazzata via dal mercato, praticamente non esisteva più. Anche sul mio tavolo è arrivato il dossier La Versa, dopo averlo analizzato ho deciso che i rischi erano troppo grandi vista la grave situazione debitoria, produttiva e commerciale. In molti hanno ricevuto il dossier La Versa, tutti hanno detto no, è stata tentata e perseguita la carta della Cantina di Broni, alla luce degli eventi successi, scampato pericolo, perché se il marchio La Versa fosse stato accumunato al nome Cantina di Broni, sarebbe stata un’ulteriore mazzata, forse definitiva. Questo nuovo amministratore delegato è arrivato, ci ha messo dei

soldi, tanti o pochi non so, ma comunque ce li ha messi, pagare ha iniziato a pagare, uve quest’anno ne hanno pigiate molte di più, le vendite sono aumentate, venditori in giro adesso ce ne sono, non moltissimi, meno di quanto sarebbe necessario, ma ce ne sono. Vedo tante critiche, soprattutto di gente che forse ha partecipato e osservato lo scempio della gestione di La Versa, senza dire nulla e senza forse metterci soldi. Non so se Lanzanova riuscirà a rimettere in sesto La Versa ed in quali tempi, non so neanche se ha la necessaria solidità finanziaria per questa titanica impresa di salvare La Versa che a quasi tutti è apparsa impossibile, però lui ci sta tentando. Se ci riuscirà sarà stato bravissimo, se non ci riuscirà, ci ha provato. Almeno lui ci ha provato. Devo fargli i complimenti per il coraggio che sta dimostrando. L’alternativa, mi è sembrato di capire, era una sola per La Versa, il fallimento”. La Versa è uscita dal Consorzio ed è entrata nel Distretto scelta giusta o sbagliata? “Ininfluente, al momento attuale ininfluente, perdendo La Versa ci ha perso il Consorzio, che mi sembra abbia già perso diverse cantine, ci ha guadagnato certamente il Distretto, soprattutto a livello di prestigio, perché La Versa è comunque ed ancora un marchio sufficientemente prestigioso. Ripeto, non conosco l’Amministrare di La Versa, ma ho letto alcune sue interviste, parla in modo molto diretto e rude. Nei consorzi, negli enti in genere c’è l’abitudine di parlare più in politichese, si cerca il consenso di tutti, si fa molta politica, si fanno convegni, simposi, presentazioni, tutte cose forse utili, per carità, ma personalmente agli Enti ai quali volenti o nolenti aderiamo, non ci vado mai, ci va un altro membro della mia famiglia, più portato e paziente di me nel relazionarsi in quel tipo di ambiente. D’istinto capisco Lanzanova, poi se ha fatto bene ad uscire dal Consorzio questo non lo posso dire. Con i dovuti distinguo e senza voler fare paragoni anche Marchionne e la Fiat sono usciti da Confindustria, mandando tutti a quel paese. Ed i risultati mi sembra non siano male. Il problema di fondo è che mettere d’accordo tutti non è facile, e poi bisogna vendere vino per portare a casa la pagnotta, invece in molti enti si parla solo di promozione, strategie e di politica vinicola, a volte fatta da gente senza arte ne parte, voglio precisare che non parlo del Consorzio dell’Oltrepò, ma in termini generali. Dove sta scritto che affinchè un’azienda prosperi deve far parte del consorzio o di qualche associazione? Da nessuna parte”. LA RUBRICA “MISTER X” È UN’INIZIATIVA EDITORIALE DI ALCUNI DEI PRINCIPALI GIORNALI ANGLOSASSONI, IN PARTICOLARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, ED È STATA CONCEPITA DA QUESTI GIORNALI COME SPAZIO SUI PIÙ DIVERSI TEMI DELLA VITA SOCIO-ECONOMICO E POLITICA, INTERVISTANDO PERSONAGGI DI PRIMO PIANO DELLA VITA DEI RISPETTIVI PAESI O DELLE RISPETTIVE ZONE DI DIFFUSIONE DEI GIORNALI CHE LA PROPONGONO. L’INIZIATIVA EDITORIALE INTENDE DAR SPAZIO ALL’IDEA CHE I CONCETTI ESPRESSI SIANO PREPONDERANTI RISPETTO ALLA PERSONA CHE LI ESPRIME, CHIUNQUE ESSA SIA. IL PERIODICO NEWS HA RITENUTO DI RIPROPORRE ANCHE IN OLTREPÒ PAVESE QUESTA INIZIATIVA. LE PERSONE INTERVISTATE DAL NOSTRO GIORNALE VIVONO O SONO LEGATE ALL’OLTREPÒ PAVESE E RISPONDONO A DOMANDE SUI TEMI CHE LA NOSTRA REDAZIONE RITIENE D’ATTUALITÀ PER L’OLTREPÒ. LE PERSONE INTERVISTATE HANNO DATO L’ASSENSO ALLA COMUNICAZIONE DEL LORO NOME E COGNOME ALLE AUTORITÀ COMPETENTI IN CASO DI DENUNCE PER FRASI O CONCETTI ESPRESSI IN FORMA DIFFAMATORIA NELL'AMBITO DELL'INTERVISTA, ASSUMENDOSI QUINDI LA PATERNITA' DELLE PAROLE E DEI CONCETTI DA LORO ESPRESSI E DA NOI PUBBLICATI.


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La versa spa e il nuovo Ad Lanzanova fanno parlare di se’

di Alessio Alfretti

Come sta l’Oltrepò del vino? Una domanda difficile che pone a sua volta molti interrogativi e dà poche risposte. Di certo ci sono soggetti come la cantina La Versa, che stanno facendo parlare molto di sé, per il ruolo che hanno avuto nel mondo del vino locale e per le potenzialità che ancora potrebbero esprimere. E quando si parla di La Versa la mente corre subito al nome di Abele Lanzanova. Il manager e imprenditore bresciano è arrivato in un momento in cui La Versa versava in cattive acque e si è proposto come salvatore dell’importante e storica cantina, incontrando subito la fiducia di tanti. A distanza di circa un anno dal suo arrivo salvifico, però, Lanzanova si è fatto anche un po’ di detrattori. Forse ci si aspettava troppo e in troppo poco tempo? Di certo chi critica il percorso di Lanzanova, ribadisce sempre che vorrebbe vedere concretizzate le sue promesse. Ma intanto le sue prese di posizione forti, le sue scelte certo non improntate alla mediazione, hanno finito per generare qualche critica. Una fra tutte, la scelta di abbandonare il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, dopo averlo accusato di non saper rispondere alle mutate esigenze dell’Oltrepò Pavese del vino. Il tutto in un momento in cui il Consorzio si sta muovendo per cambiare, per rinnovarsi e far fronte con rinnovata lena al futuro del vino oltrepadano. Michele Rossetti Chiediamo quindi al presidente del Consorzio, Michele Rossetti, cosa pensa delle scelte di Lanzanova. «Non mi addentro in questioni societarie che ovviamente non conosco, non abbastanza per poter giudicare. Mi limito a dire però che registro delle tensioni e delle preoccupazioni da parte dei soci viticoltori». Lanzanova è stato critico nei vostri confronti e alla fine è uscito dal Consorzio: cosa pensa delle sue scelte? «Io come Consorzio posso dire che noi abbiamo immediatamente cercato un contatto con la società La Versa con la quale abbiamo aperto un confronto sul finire del 2015 e in particolare nell’ottobre di quell’anno avevamo sottoscritto un impegno per far rientrare la società delle quote non pagate. Avevamo ricevuto un impegno per un piano di rientro che non si è mai concretizzato. Poco dopo, Lanzanova ha deciso di lasciare il Consorzio». Siete rimasti sorpresi? «Chiaramente sì. Noi abbiamo aperto a loro per sanare la loro posizione, ma anziché approfittare della nostra disponibilità lui ha deciso di abbandonare il Consorzio in polemica. Per di più c’era un impegno scritto: noi ci saremmo aspettati più che una lettera di “dimissioni” una lettera di giustificazioni. E invece Lanzanova continua a fare polemiche: io credo che in questa fase l’Oltrepò avrebbe bisogno di meno spaccature e di una maggiore coesione volta a raggiungere assieme risultati concreti». Lanzanova ha anche minacciato di fare un nuovo consorzio, cosa ne pensa? «Occorre chiarire subito e Lanzanova dovrebbe saperlo, che un nuovo consorzio, cioè un altro ente con le nostre funzioni, non è previsto dalla Legge. Non è possibile farlo e basta. Forse intendeva un’altra cosa, un altro tipo di ente? E poi accusa il Consorzio di una serie di inadempienze che non ci sono state e in parte nemmeno sono di nostra competenza. Ad esempio ci

Michele Rossetti

Lorenzo Callegari

Fabiano Giorgi

ha criticati per i prezzi delle uve e del vino, ritenuti inadeguati, ma ovviamente nessun Consorzio può deciderli e imporli al mercato». Per lei la rottura è irrimediabile? «A me spiace che di fronte a un percorso di riforma profonda e con provvedimenti moderni che il consorzio sta approntando, la reazione di La Versa sia quella di uscire, di fare confusione e mandare messaggi incoerenti con il nostro percorso. Se uno sta riformando perché uscire? Sarebbe stato più logico e più opportuno che lui contribuisse da dentro al percorso di riforma, ne avrebbe avuto la possibilità. Invece se ne va e poi ci critica. Detto ciò, noi abbiamo immediatamente cercato un contatto con il nuovo presidente e cercato di illustrare le nostre proposte e il nostro percorso: mi auguro che si possa ancora recuperare un percorso assieme». Insomma non li volete “perdere”? «Indipendentemente dalle vicende giudiziarie della società, questa è una realtà troppo importante per l’Oltrepò perché faccia una strategia singola. Noi dialoghiamo con tutti e a maggior ragione con loro, ma per dialogare bisogna essere in due». Lanzanova dice di aver aderito al Distretto del Vino, cosa ne pensa? «Sostanzialmente non mi interessa. Anzi, vorrei spendere qualche parola sul dualismo Consorzio/Distretto, alla cui base sta un errore concettuale. Non sono due realtà alternative l’una all’altra, ma due cose diverse. Quindi non possono essere in contrasto, ma dovrebbero essere complementari, dovrebbero agire in modo coordinato; invece il messaggio che passa è che chi esce dal Consorzio va nel Distretto, come alternativa. Ma è sbagliato: non c’è antagonismo, perché sono proprio due enti diversi con finalità differenti. E’ come – mi permetta l’esempio - se una persona uscisse dalla Croce Rossa come volontario e si iscrivesse alla Pro Loco: scelta legittima, ma non sarebbe la stessa cosa, passerebbe da un certo tipo di associazione a un’altra, con finalità diverse». Lorenzo Callegari Tra chi è impegnato nel rilancio dell’Oltrepò, non solo del vino, troviamo il sindaco di Casteggio, Lorenzo Callegari. A lui chiediamo cosa pensa di questo momento e delle scelte del manager bresciano. «Abbiamo accolto Lanzanova pensando che potesse dare molto all’Oltrepò, ma a distanza di tempo mi sembra che per ora ad essere abbondanti siano state le polemiche. Per il resto ho visto pochissimi fatti». E’ deluso? «Io mi auguro che Lanzanova faccia ancora in tempo a mantenere le promesse fatte e che non si trasformi solo in una occasione perduta, l’ennesima. Sicuramente la nostra zona ha tanti problemi, tra cui la litigiosità, e certo non avevamo bisogno di qualcuno da fuori che alimentasse ulteriormente la tendenza a

VAL VERSA

"Lanzanova ha tante idee: ora però bisogna passare dalle parole ai fatti"

Abele Lanzanova

dividersi. Mi auguro che tutto ciò non vada a discapito dei produttori, che avrebbero bisogno di certezze e serenità e non di spaccature continue. L’Oltrepò avrebbe bisogno non di parole ma di fatti e di unire e non di dividere. L’unione da sempre fa la forza, già abbiamo i nostri che tentano di dividere. Oltretutto con un atteggiamento che non capisco: non so se di insipienza o strategia politica di piccoli gruppi. E poi mi lasci dire che in Oltrepò siamo già bravi per conto nostro a litigare, senza l’apporto di chi viene da fuori». Del rapporto fra Distretto e la Versa, cosa pensa? «Temo che il Distretto si stia un po’ facendo strumentalizzare dalle polemiche in cui è stato coinvolto suo malgrado. E mi dispiace perché il Distretto potrebbe avere un suo ruolo, importante. Da una parte il Consorzio dovrebbe occuparsi dei compiti di sorveglianza e il Distretto di quelli di promozione. Invece anche in questo caso si enfatizza sempre la spaccatura». Fabiano Giorgi Ma non tutti hanno perso fiducia in Lanzanova. Anzi, in tanti condividono le sue idee innovatrici e la sua strategia per smuovere l’Oltrepò del vino. E’ il caso di Fabiano Giorgi, titolare di una grande azienda in Valle Versa e presidente del Distretto. «Con Lanzanova si è subito instaurato un ottimo rapporto, da quando è arrivato a La Versa, con una stima che credo sia reciproca. Mi fa piacere che lui sia arrivato a cercare di recuperare le sorti di La Versa, proponendosi come il salvatore di una realtà importantissima che non dobbiamo perdere. La Versa deve tornare ai vecchi fasti, deve ritornare a splendere: sarebbe un bene per tutta la nostra zona, in primis per la Valle Versa». Quindi la sua entrata nel Distretto è stata accolta con soddisfazione? «E’ il segno che Lanzanova condivide la nostra idea, che come noi vuole valorizzare il lavoro di filiera, puntare sulla qualità e sull’immagine, tornare a prezzi più equi e, in sostanza, rilanciare l’Oltrepò». Dino Scarabelli L’ex presidente di La Versa Dino Scarabelli rimane con i piedi per terra e si limita a una considerazione oggettiva. «Ora come ora la situazione è problematica perché c’è un progetto molto bello sulla carta, ma che sta andando molto a rilento. I passaggi previsti non si sono concretizzati e in questo momento sviluppi particolari non mi sembra se ne vedano. So, ad esempio, che i pagamenti ai soci, che avrebbero dovuto essere fatti già a gennaio, sono stati fatti in minima parte. Non mi sembra un buon segno. Certo, l’augurio è che il progetto La Versa vada in porto, per l’azienda e per tutto l’Oltrepò del vino».


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ANAI: Associazione Nazionale Autieri d’ Italia, sezione Oltrepo Pavese

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Oliviero Maggi

La sezione Oltrepò Pavese degli autieri continua a crescere, ed a giugno un'importante raduno interregionale, a cui sono invitati tutti i rappresentanti delle Forze armate del territorio ricorderà in modo significativo la figura spesso dimenticata dell'Autiere, ovvero quel soldato la cui mansione è la guida degli autoveicoli per il trasporto di uomini e di materiali. Il presidente dell'associazione oltrepadana, Claudio Pastore, ci racconta come è nata questa avventura, i compiti del gruppo, il ricordo degli autieri scomparsi e il volontariato verso i più deboli Presidente Pastore, come si è arrivati alla costituzione di una sezione di Autieri in Oltrepò Pavese? “Mi trovavo in un negozio di articoli militari quando seppi dell’esistenza di un’associazione di autieri. Da lì è iniziata la nostra avventura. Insieme ad alcuni giovani autieri iscritti alla sezione di Milano che svolgevano funzioni di rappresentanza per la provincia di Pavia, abbiamo iniziato a gettare le basi di quello che sarebbe diventato il Gruppo Autieri Oltrepò Pavese. Era il marzo dell’anno 2003. Cinque anni dopo, il primo gennaio 2008, nasce ufficialmente la sezione Autieri “Oltrepò Pavese”, dedicata al Sergente Maggiore Tiziano Pinardi, ultima arrivata delle sezioni ANAI della Lombardia. Attualmente la nostra associazione è composta da 65 membri, di cui 55 autieri e 10 con qualifica di “Amico degli Autieri”, ovvero coloro che non hanno prestato servizio nel corpo, ma che sostengono le nostre iniziative”. In questi anni l'associazione ha aperto altre sedi sul territorio. Quali sono stati gli eventi più significativi della vostra attività? “Il 19 marzo 2006 a Barbianello, alla presenza di numerose autorità civili e militari e con la partecipazione di numerose sezioni di Autieri e di altre associazioni d’Arma provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, viene inaugurata “Piazzetta Autieri d’Italia” e benedetto il “Monumento agli Autieri d’Italia”. Il 12 settembre dello scorso anno, poi, un'altra im-

STRADELLA

"Vogliamo tener vive le tradizioni del Corpo Automobilistico dell’Esercito”

Claudio Pastore

portante inaugurazione, ovvero quella della sede di Santa Maria della Versa, in via Moravia, in un'area concessa in comodato d'uso dalla parrocchia. La presenza degli Autieri in valle Versa è significativa e già diverse volte siamo intervenuti con il nostro nucleo di Protezione civile per interventi di risanamento idrogeologico”.

Il gruppo Auteri dell'Oltrepo pavese

La vostra opera di volontariato vi ha portato ad intervenire in aiuto delle popolazioni colpite dal sisma. Ci racconta come è andata? “Nel maggio 2012 un tremendo sisma scuote le popolazioni della pianura lombardo emiliana. La nostra sezione ha allestito in pochi giorni tre centri per la raccolta di viveri e generi di prima necessità (Barbianello, Pinarolo Po e Santa Maria della Versa) a supporto del campo di San Giacomo delle Segnate, nel mantovano, in cui operano gli Autieri di San Bassano. Abbiamo organizzato, inoltre, una raccolta di fondi che sono stati destinati alle esigenze della popolazione del Comune di San Giovanni del Dosso, in provincia di Mantova. Questa positiva esperienza di “supporto logistico” ha creato maggiore coesione tra i nostri Autieri e quelli di San Bassano, che lavorano per la creazione di un Gruppo Interprovinciale di Protezione Civile ANAI, pronto a rappresentare l’associazione nelle emergenze e nelle calamità nazionali”. Come si possono riassumere le finalità della vostra associazione? “Le finalità dell’ANAI si possono riassumere nell’esigenza di tener vive, nell’amore e fedeltà alla Patria, le tradizioni del Corpo Automobilistico dell’Esercito, di custodire ed onorare il ricordo degli Autieri caduti nell’adempimento del proprio dovere, di partecipare attivamente alle manifestazioni della vita nazionale e di riunire in un unico organismo gli Autieri in congedo e in servizio, cementandone i vincoli di solidarietà. Vi è poi l’ambito locale con le attività di volontariato e protezione civile, l’addestramento motoristico e l’educazione alla sicurezza stradale”.


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OLTREPO

TORRICELLA VERZATE, INTERVISTA AL SINDACO USCENTE

Sensale: "Mi ricandido, se qualcuno non concorda con noi, scenda in campo..." di Alessandro

Disperati

Marco Sensale, sindaco di Torricella Verzate, ha le idee molto chiare e, dopo aver governato per cinque anni il comune di Torricella Verzate intende ripresentarsi alla prossime elezioni. Lo abbiamo incontrato. Sindaco Sensale, ha intenzione di ricandidarsi alle prossime elezioni amministrative? "Certamente. Dopo cinque anni è chiaro che se uno ha lavorato bene punta a farsi rieleggere dalla popolazione". Scenderà in campo con la stessa squadra che l'ha sostenuta in questa legislatura? "Sinceramente non ho ancora parlato con il gruppo, non abbiamo ancora preso in considerazione questa opportunità. Credo comunque se non tutta, che buona parte della squadra che ha corso con me nella passata tornata amministrativa si schiererà al mio fianco". Quali obiettivi avete o intende realizzare nel prossimo mandato in caso foste rieletti? "L'obiettivo primario sarà sicuramente quello di proseguire quello che abbiamo avviato in questi cinque anni di amministrazione. Come le dicevo non abbiamo ancora pensato alla nuova lista ne tanto meno al programma elettorale che, essendo noi un'amministrazione uscente, verterà per forza di cose sul completamento delle opere pubbliche che abbiamo

Marco Sensale

avviato in questi anni, oltre ovviamente ad una serie di nuove iniziative che intendiamo avviare nel prossimo futuro". Sindaco, c’è un progetto che le sta particolarmente

a cuore e che vorrebbe realizzare nella prossima tornata amministrativa? "Di progetti ce ne sono davvero tanti. Ma non voglio per il momento svelare nulla. Lo faremo in campagna elettorale. Comunque vi assicuro che c'è davvero tanta carne al fuoco". A chi vi critica cosa risponde? "Che si candidino loro io non ho problemi a farmi da parte...". E invece c'è qualcosa che avete fatto recentemente che vuole sottolineare? "Abbiamo puntato sul risparmio energetico. E mi spiego: i 27 punti luce dell'area del centro commericiale di Torricella venivano a costare troppo. Così abbiamo ragionato con il nostro tecnico e con una società che si occupa di illuminazione e impianti energetici, arrivando a definire un progetto per diminuire i costi". Grazie alla tecnologia led e ad altri accorgimenti, il contenimento delle spese promette di essere apprezzabile. E come? "Siamo partiti ufficialmente il 1° febbraio, per cui è presto per tirare le somme; tuttavia secondo i nostri calcoli dovremmo dimezzare i costi rispetto al precedente impianto tradizionale con lampade ai vapori di sodio. L'intervento è finanziato direttamente dalla ditta, ma di fatto è autofinanziato dal risparmio ottenuto. Una volta pagato l'impianto, allora si vedrà il qual è il risparmio definitivo. Oltre ai led abbiamo una gestione intelligente dei punti luce".


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SCENDE IN CAMPO LUIGI BARDONI, PRONTO A FARE UNA LISTA CIVICA

di Alessandro

Disperati

Tra pochi mesi Torricella Verzate andrà al voto. Il sindaco Marco Sensale con ogni probabilità si ricandiderà alla carica di primo cittadino. Ma c'è chi, non soddisfatto dell'operato di questa giunta, sta pensando di formare una lista civica per cercare di contrastare la rielezione di Sensale. E' Luigi Bardoni a farsi portavoce del malcontento di alcuni abitanti del piccolo paese posto lungo la Via Emilia. "A Torricella non si può più tacere. Tante sono le problematiche irrisolte da questa amministrazione comunale". Ci può fare un esempio? "Tanto per farne uno la strada vicinale di uso pubblico che da Bosco Madio scende nella vallata di Torricella e che fu asfaltata a suo tempo dal comune, oggi è conciata da buttare via: l'asfalto è sconnesso i fossi non sono più stati sistemati e la situazione che si è venuta a creare è davvero pericolosa". Ci sono altre situazioni da segnalare? "Tantissime. Segnalo, tanto per fare un esempio, che sul territorio comunale ci sono fognature abusive, fossi con nessuna manutenzione e le rive delle strade lasciate a se stesse". E lei cosa chiede? " Per prima cosa chiedo se il Sindaco e i suoi collaboratori le vedono queste cose oppure se sono sempre seduti in poltrona. A mio avviso siamo in presenza di una delle peggiori amministrazioni che Torricella abbia mai avuto". Ma lei con chi ce l'ha? "Io punto il dito contro il sindaco, il peggiore della storia di Torricella, un uomo a mio avviso ambizioso e incapace". Ma gli altri cittadini cosa dicono? "La maggior parte dei cittadini è scontenta, ma nessuno ha il coraggio di scendere in campo e di

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"Diciamo stop a questa amministrazione Troppi i problemi irrisolti a Torricella"

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Due immagini delle strade a Torricella Verzate

parlare, c'è omertà. Sembra di essere nel più profondo meridione d'Italia e rimpiangiamo i precedenti sindaci che erano sempre pronti ad ascoltare ed aiutare i propri concittadini". Ma lei si candiderà alle prossime elezioni comunali?

"Sto lavorando per formare una lista, in tanti mi fermano per strada e mi chiedono di candidarmi a sindaco e proprio per questo motivo insieme ai miei altri collaboratori stiamo valutando di formare un gruppo e una lista in modo di contrastare definitivamente questa amministrazione".


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PARLA IL SINDACO DI SANTA MARIA DELLA VERSA, MAURIZIO ORDALI

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Oliviero Maggi

Il maltempo delle scorse settimane ha colpito duramente la Val Versa. I disagi maggiori si sono verificati a Santa Maria della Versa, dove il cedimento di un terreno ha provocato un'ostruzione del fosso Moglialunga, con conseguente esondazione di acqua e fango in mezzo al paese. Comune e Protezione civile sono intervenuti immediatamente e in tre giorni l'emergenza è stata risolta. Ora, però, il sindaco Maurizio Ordali vuole programmare alcuni interventi di consolidamento delle sponde del fosso per evitare altri disagi in caso di forti precipitazioni. Per il primo cittadino, infatti, le colline della vallata non devono essere accostate solamente al dissesto idrogeologico, ma anche alla qualità dei vini, in particolare delle basi spumante. Da qui l'idea, condivisa con i Comuni della zona, con il Consorzio e i produttori, di un marchio “Alta Valle Versa” per valorizzare ancora di più questi prodotti. Un progetto che faccia da traino anche al rilancio della realtà economica più importante della zona, ovvero la cantina “La Versa”, alle prese con un'operazione di rilancio che, forse, sta facendo vedere ora i primi frutti. Sindaco Ordali, che cosa è successo nelle scorse settimane a causa del maltempo? “A causa della forte precipitazione, la tubazione che si trova nel fosso Moglialunga ha cominciato a non ricevere più acqua, pertanto il fosso è fuoriuscito tra le case del paese. Siamo intervenuti per mettere in sicurezza il paese e subito dopo si è attivato per cercare l’intoppo. Durante il primo giorno l’intervento è stato finalizzato alla ricerca del punto ostruito nei primi metri di tubo, senza risultati. Il secondo giorno abbiamo optato per il massimo dispiego di mezzi e uomini cominciando a disinterrare completamente i tubi partendo dall’inizio del tratto interessato e proseguendo fino al punto di intoppo. Fortunatamente, questo drastico intervento ha dato il risultato sperato”. Una volta individuata l'ostruzione come avete agito? “A questo punto si è proceduto alla sostituzione di tutta la tubazione chiusa (diversi metri con diametro di circa 1 metro) e posa di idonei pozzetti di ispezione. E’ stato effettuato anche un primo intervento provvisorio sulle sponde del fosso, a monte dello stesso, in attesa di un prossimo intervento si spera definitivo da effettuare in futuro con idoneo progetto e finanziamento da chiedere alla regione Lombardia. Penso sia doveroso ringraziare tutti quelli che nei primi tre giorni di emergenza hanno lavorato in condizioni disagiate, al limite della sicurezza. Un ringraziamento particolare è rivolto a tutti i volontari del Gruppo di Protezione Civile di Santa Maria della Versa, di Stradella, dell’Unione dell’Alta Val Versa, di Corteolona, di Cigognola, ed alle imprese ed in special modo ai cantonieri comunali”. Il problema del dissesto idrogeologico è sicuramente uno dei problemi più gravi per l'Oltrepò collinare. Come si può intervenire per cercare di limitare i danni? “Tutti i fossi che scendono dalla collina sono da salvaguardare, da rispettare e tenere sotto controllo, ma questo, cosiddetto di Moglialunga, è il più importante essendo, nel suo ultimo tratto, tutto intubato sotto il paese per circa 300 metri. Abbiamo fatto un sopralluogo con il funzionario dello Ster di Pavia (ex

Maurizio Ordali

Genio Civile) per concordare il tipo di intervento da programmare sui versanti subito a monte. Anche i privati cittadini, proprietari dei terreni confinanti, dovrebbero far la loro parte, rispettando i loro fossi ed evitando di aumentare i problemi, per esempio con il riporto di materiali di risulta sulle sponde per allargare i cortili o le carreggiate, oppure lavorando e coltivando i terreni fino a ridosso dei fossi attigui, salvo poi lamentarsi degli smottamenti”.

OLTREPO

“Non c'è solo il dissesto: dobbiamo valorizzare i prodotti delle nostre colline”

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Le colline della Val Versa, però, sono famose “in positivo” per i vini che producono. Il Comune sta portando avanti un progetto per la realizzazione di un marchio “Alta Val Versa” per gli spumanti. Di che cosa si tratta? “E' un po' di tempo che lavoriamo a questo progetto e ora, grazie al coinvolgimento del Consorzio, che ringrazio anche a nome dei miei colleghi sindaci di Montecalvo Versiggia, Volpara, Golferenzo e Canevino, stiamo definendo la procedura e le strade da percorrere. Abbiamo la fortuna di avere colline che per la loro esposizione, l'altezza e il terreno non hanno eguali per la coltivazione del Pinot nero e non solo. I prossimi passi saranno la stesura di un regolamento e la creazione di un'associazione volontaria, aperta a tutte le aziende produttrici di uva e vino, con territori vitati nei territori dei cinque Comuni coinvolti. Già a partire dal prossimo incontro abbiamo intenzione di coinvolgere i produttori vitivinicoli della zona, in primis la cantina “La Versa”, indispensabili per il buon esito del progetto”. Sindaco Ordali, a proposito di “La Versa”. Cosa ne pensa del nuovo presidente e del percorso che sta affrontando la cantina? “Io credo che una cantina sociale debba svolgere pochi compiti, ma importanti, ovvero pigiare l'uva, fare e vendere vino buono prodotto dalle nostre parti e pagare i soci che conferiscono. Solo in questo modo si recupera la fiducia della gente. Il resto sono parole o, peggio ancora, polemiche diversive. All'amico presidente Giancarlo Baruffi, che conosco da anni, avendolo avuto come collega in consiglio comunale, di certo non responsabile della precaria situazione in cui si trova la cantina, consiglio di stare molto attento alle persone di cui si circonda. Solo così riuscirà a tirare fuori la cantina dalla situazione in cui si trova ora. A lui ribadisco la massima disponibilità che il Comune può dare”.

Santa Maria della Versa dopo l'ultimo violento acquazzone


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OLTREPO

Il Sindaco Canneto Pavese illustra i tre progetti ambiziosi

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“Abbiamo ottenuto un finanziamento di un milione di euro dai “6000 campanili” di

Oliviero Maggi

Sono partiti nelle scorse settimane i lavori di asfaltature delle strade nei Comuni di Canneto Pavese, Castana e Montescano, realizzati grazie al finanziamento del programma “6000 campanili”. Il progetto prevede la sistemazione di tutte le strade, oltre alla pulizia dei fossi, per evitare smottamenti o allagamenti in caso di maltempo. Il Comune di Canneto Pavese sta portando avanti altri importanti progetti di recupero delle tradizioni contadine, come la riqualificazione del “Cantinone” e la realizzazione dell'Ecomuseo della vite del vino. L'attenzione dell'amministrazione comunale, però, è anche sulla sicurezza dei cittadini, per cercare di fermare i piccoli episodi di microcriminalità che interessano le colline e contro cui le telecamere possono fare ben poco. Il sindaco Francesca Panizzari ci racconta i particolari di questi progetti in corso. Sindaco Panizzari, quali sono i progetti che sta-

Francesca Panizzari

te portando avanti in questi mesi? “Come Unione dei Comuni, insieme a Castana e Montescano, abbiamo ottenuto un finanziamento di un milione di euro dal programma ministeriale dei “6000 campanili”, a cui avevamo aderito insieme ad altri Comuni della zona. Questo importante finanziamento ci servirà per asfaltare gran parte delle strade presenti sul territorio dei tre Comuni. Per ora abbiamo iniziato con l'asfaltatura delle cosiddette “strade bianche”, ovvero quelle che non erano mai state asfaltate prima, ma che sono molto importanti perché mettono in comunicazione il capoluogo con le frazioni del paese. Poi, gradualmente, passeremo alle altre. Sono già stati siste-

mati tutti i fossi, proprio in vista dell'asfaltatura delle strade. E' una grande opportunità che siamo riusciti ad ottenere e che ora porteremo a termine nel più breve tempo possibile”. Il suo Comune è molto attento al ricordo e alla valorizzazione della tradizione agricola dell'Oltrepò Pavese. Che cosa state facendo in questo settore? “Venendo al Comune di Canneto Pavese abbiamo ottenuto un altro finanziamento dal ministero per la riqualificazione del cosiddetto “Cantinone”, che si trova sotto il centro sociale “Cesare Chiesa”, nella piazza principale del paese. All'inizio del Novecento questi locali hanno ospitato la cantina sociale di Canneto Pavese e al suo interno ci sono ancora quattro enormi vasche di cemento del tempo e alcuni oggetti utilizzati per proiettare le prime pellicole, visto che il salone era utilizzato anche come cinematografo. Il progetto prevede una riqualificazione completa degli spazi, con la creazione di una sala polifunzionale, dove saranno esposti anche i vini dei produttori del territorio e sarà allestita anche un'ala di museo contadino, con i vecchi attrezzi dell'agricoltura, proprio per ricordare materialmente le nostre tradizioni e le nostre origini”. C'è un altro progetto ambizioso che state portando avanti a Canneto. Ce lo vuole raccontare? “Il terzo progetto che stiamo portando avanti come capofila, insieme a Broni e Cigognola, è quello dell'Ecomuseo della vite e del vino. Ora stiamo espletando le formalità burocratiche, ma la conclusione è prevista per la fine dell'anno. Si tratta del nostro museo del territorio e abbiamo voluto pensarlo in partenariato con l'Ecomuseo della Valle Staffora, a Santa Margherita Staffora, quello dedicato ai mulini e alla lavorazione e produzione del pane. Attualmente stiamo realizzando le interviste alle persone anziane del paese, che ricordano le metodologie di lavorazione della vite e produzione del vino, come si faceva una volta”. Sindaco, il territorio deve fare i conti, però, con un aumento della microcriminalità e delle truffe. A Canneto Pavese, oltre ai falsi tecnici, sono frequenti anche i casi di furti nelle automobili parcheggiate accanto alle scuole. Cosa si può fare per arginare il problema? “Sono piccoli episodi, ma certamente spiacevoli, anche perché coinvolgono quasi sempre persone di una certa età, deboli e indifese. Abbiamo delle telecamere all’ingresso del paese e anche in centro, ma questi soggetti sono difficilmente controllabili. Abbiamo informato i carabinieri, che hanno aumentato i loro pattugliamenti. L'importante è la collaborazione dei cittadini, che devono segnalare movimenti o persone sospette direttamente in municipio o al 112. Ho fatto appendere avvisi in tutto il paese mettendo in guardia da questi truffatori”.


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"La buona scuola serve per lanciare nuovi progetti con protagonisti i ragazzi" di Alessandro

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Graziella Zelaschi, per anni dirigente scolastico prima a Voghera, poi a Rivanazzano Terme. E' una persona che di scuola ne 'mastica' parecchio e oggi, seppure in pensione, si interessa ancora di scuola a 360 gradi. Zelaschi, che cosa pensa della Buona Scuola? "La Buona Scuola non è solo un documento del Ministero dell’Istruzione. Da tempo è una realtà viva, soprattutto nelle scuole dove si realizzano progetti, sperimentazioni e percorsi educativi sui temi più vari, dove si promuovono eventi con protagonisti, i ragazzi, che possono manifestare la loro creatività, le loro potenzialità, come è avvenuto a Varzi, in occasione della presentazione della mostra di disegni sulla pace". Il progetto sui disegni della pace che cosa prevedeva in sostanza? “Condividi la Pace” era il tema del concorso proposto dal Lions Club Voghera Castello Visconteo ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Varzi, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. Quaranta ragazzi delle scuole secondarie di 1° grado di Varzi, Zavattarello e Ponte Nizza, guidati con passione e competenza dalla professoressa di educazione artistica Debora di Lorenzo hanno dato vita ad una bella mostra dei loro disegni presso la struttura dei servizi nella piazza della fiera di Varzi. La manifestazione è stata accolta con favore dai genitori e dai numerosi cittadini che hanno apprezzato i lavori dei ragazzi, le letture e le molteplici interpretazioni del sentimento di pace di cui sono stati protagonisti i ragazzi. Presenti alla premiazione del concorso il Sindaco di Varzi, Gianfranco Alberti e il dirigente dell’Istituto Comprensivo, Umberto Dallocchio; a tutti i ragazzi è stato consegnato un attestato di partecipazione, mentre i tre classificati hanno ricevuto in premio le targhe dei Lions, del sindaco e del dirigente scolastico: 1° Russo Zoe, 2° A; 2° Karlechuk Dorina, 3°A; 3° Bertella Giacomo 3°A appartenenti alla scuola Media di Varzi".

IL PERIODICO A SCUOLA

PROTAGONISTI I RAGAZZI DELLE SCUOLE DI VARZI

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Un poster per la pace Protagonisti i ragazzi delle scuole di Varzi

Sembra di capire che la Buona Scuola è quella che entra in rapporto con il territorio? "Si, anche questo, ma non solo naturalmente. Gli Istituti che sanno interpretare con coraggio l’autonomia didattica e organizzativa, sanno anche promuovere innovazioni, migliorare il rapporto educativo con i ragazzi. Ma tornado al concorso “un poster per la pace”, la manifestazione è stata arricchita da un concerto in cui si sono esibiti con bravura e intensità emotiva tutti i ragazzi delle tre scuole, accompagnati dalla professoressa di educazione musicale, Silvia Nencioni". Il Lions di Voghera da anni promuove iniziative rivolte ai ragazzi: hanno partecipato in tanti? “Il concorso artistico che i Lions Club promuovono da venticinque anni, incoraggia i ragazzi ad esprimere la loro visione di pace; ad oggi hanno partecipato oltre quattro milioni di ragazzi, appartenenti ad oltre cento Paesi. I partecipanti possono utilizzare tecniche diverse, dal carboncino al pennarello, matite, pittura per esprimere le loro sensazioni, i loro desideri.

Il desiderio di pace che esprimono i ragazzi è genuino, sincero; nei loro lavori traspare cultura e i loro pensieri sono profondi e concreti. 'Vogliamo vivere il futuro senza paura' è l’appello lanciato dai ragazzi di Varzi, e dai milioni di ragazzi di tutto il mondo non deve rimanere inascoltato. La Buona Scuola serve anche a questo". La legge di riforma ha avuto diversi momenti di contestazione. Come mai? "Sì, ci sono state proteste, ma dobbiamo capire che nessuna legge è perfetta. Questa richiama la Scuola ad agire tenendo conto della realtà, dal punto di vista etico, culturale, ambientale, ma stimola anche ad entrare in contatto con il mondo del lavoro, con il territorio. E poi ci sono i problemi legati al precariato e alla valutazione dei docenti. La macchina si è messa in moto; si vedrà nei prossimi mesi, anni, se la direzione di marcia è giusta. Io penso positivo; ci sono tantissimi docenti e dirigenti che sanno muoversi con passione e competenza. La Buona Scuola è nelle loro mani".


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INTERVISTA ALLA PRESIDENTESSA GRAZIELLA MONFASANI

di Alessandro

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Naso a Naso, un associazione di volontariato che ha l'obiettivo di portare un sorriso ai bambini ricoverati bnegli ospedali delle Provincia di Pavia. L'associazione è presieduta da Graziella Monfasani, che abbiamo incontrato proprio in questi giorni. Graziella. quando è nata l’associazione? "L'Associazione Naso a Naso è stata costituita il 2 aprile 2013 in concomitanza allla mia pensione". Perché avete deciso di fondare l'associazione? "E' nata perchè mia sorella Lorenza e altre persone facevano già parte di un'associasione analoga ma volevano fondare qualcosa in questa zona per poter dar modo anche ai nostri Ospedali (Voghera e Varzi) di usufruire dei servizi offerti dai nostri clown dottori. Quindi sono andata in pensione e mi hanno 'bloccata' e chiesto di aiutarli in qusta impresa che ad oggi ha dato già buoni risultati. Siamo partite in 14 e lo scoro anno abbiamo fatto il nostro primo corso per clown di corsia e abbiamo raggiunto 24 iscritti. Siamo pochi ma molto uniti". Perché ‘Naso a naso?, da dove arriva il nome? "Il nome lo abbiamo scelto nella prima seduta di assemblea a maggioranza: ci è piaciuto perchè richichiama il naso 'rosso' tipico dei clown". Da chi è composta l'associazione? "Oltre che dalla sottoscritta che ricopre la carica di presidente, da Laura Zanetti come segretaria e Cristina Mingon come vice presidente".

EVENTI

Naso a naso: "Vogliamo portare un sorriso a chi sta peggio di noi..."

Il gruppo di Naso a Naso'

Quali sono gli obiettivi? "Ci dedichiamo in primis ad alleviare dolore negli Ospedali siamo presenti al 4^ piano del Policlino San Matteo di Pavia dove ci sono i bambini con leucemia poi in pediatria e lunga degenza a Voghera e a Varzi in medicina e chirurgia. Siamo molto soddisfatti perchè abbiamo dei riscontri bellissimi sia con i degenti che con i Professori. A Pavia una volta al mese facciamo anche laboratorio per i bambini. Alla festa della mamma portiamo estetiste parrucchiere per far belle le mamme e facciamo musica e prepariamo regali che i bimbi fanno alle loro mamme e bisogne esserci per vedere il sorriso dei

bimbi nel vedere le loro mamme belle e felici per un giorno. Quando usciamo dal laboratorio pensiamo veramente di essere fortunati". Qual è il vostro impegno? "Il nostro impegno è donare almeno un giorno al mese all'Associazione. Facciamo inoltre le Feste per i bambini a Carnevale, Natale, Pasqua e quando ci richiedono in qualche posto per donare un sorriso. Siamo inoltre anche nelle Case di Riposo nelle feste natalizie, facciamo qualche mercatino per raccimolare qualche soldo per le nostre spese che sono palloncini, magliette e regali per i bimbi negli Ospedale. Se ti serve quacosa in più fammelo sapere".


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MOTORI

Perelli-Roveda quinti al Coppa Bettega Intanto Nicelli scalda i motori di

Piero Ventura

Al termine di 460 impegnativi chilometri attraverso 5 provincie e 28 prove cronometrate, l’equipaggio di Zavattarello composto da Natalino Perelli e Giuseppe Roveda in gara con la Lancia Fulvia HF nei colori del Veteran Car Club Carducci di Casteggio, ha chiuso al quinto posto nel raggruppamento 6 la classica d’inverno. Ciò che ci si attendeva al Montecarlo Historic lo si è invece trovato nel Nord-est. Mai vista tanta neve sul percorso della Coppa Attilio Bettega, gara Marathon di regolarità sui più bei passi alpini veneti e trentini, molto tirata, stile primi anni ’60, quando la specialità era regina, andata in scena il 12 e 13 febbraio con l’organizzazione della Rally Club 70 di San Zenone degli Ezzelini (TV). Neanche alla Coppa Mario Dalla Favera, alla quale è subentrata nel calendario, s'era mai visto così tanto bianco. Innevate tutte le prove, compresa quella di Valstagna, la più "bassa" tanto che nel cuore della notte sono dovuti intervenire i mezzi di soccorso per garantire il passaggio delle vetture. La Coppa Bettega, onorata dalla presenza come apripista di Alessandro, figlio del grande campione trentino per l'occasione coadiuvato dal primo navigatore di Attilio, Maurizio Detofoli, s'è dipanata tra massiccio del Grappa, altopiano di Asiago, Feltrino e Trentino lungo le stradine rese famose dal S. Martino di Castrozza degli anni Settanta. Una cinquantina gli equipaggi presentatisi al nastro di partenza di Cittadella (Pd) per una gara d'altri tempi, che ha stregato piloti e navigatori e richiamato, nonostante freddo e neve, spettatori e appassionati nel cuore della notte. Partito coi favori del pronostico, Giordano Mozzi (vincitore nella regolarità sport al Rally 4 Regioni del 2015) al volante della Fulvia HF, la stessa vettura con la quale ha dominato il Montecarlo Storico sino alla penultima speciale, è riuscito a vincere la Coppa ma ha dovuto soffrire più del previsto per tenere testa alla Beta Coupè di Enzo Scapin, coadiuvato al radar da Ivan Morandi, e alla Fulvia HF contrassegnata dal numero 14 di Marco e Riccardo Leva, padre e figlio, che ha richiamato alla memoria l'epica cavalcata di Sandro Munari e Mario Mannucci al Monte del 1972. Subito fuori il vincitore del Tre Regioni, il lodigiano Maurizio Senna, piantato in asso dalla cinghia dell'alternatore appena entrato nella speciale d'apertura, il comando della gara è stato preso dai sorprendenti fratelli Marcello e Mauro Balloni, su Fiat Ritmo 130 TC Abarth, incalzati da Enio Biasci e Paolo Balestra su Fiat 124 ST e poi da Pollini-Barelli su Beta coupè. Più indietro i big, tra i quali si destreggiano onorevolmente i pavesi Perelli-Roveda, in cui Marco Leva ha avuto il suo bel daffare per tenere a bada uno scatenato Gianmarco Rossi su Fiat 124 Special T particolarmente a suo agio sul fondo viscido e traditore. Al termine della prima frazione, i due Balloni erano ancora sorprendentemente al comando con appena 49 penalità, seguiti da Biasci, Pollini e Scapin. Leva, settimo, sognava il grande risultato ma Mozzi, in coppia con la moglie Stefania Biacca, ha sfoderato tutti i numeri del mestiere, attaccando l'avversario con una serie di prestazioni cronometriche che lo hanno catapultato al primo posto, favorito anche dalla debacle tecnologica dei Balloni, piantati in asso dalla strumentazione quando erano vicini al grande sogno, mentre più indietro Perelli-Roveda lottavano per entrare nella top five di classe. Alla fine il successo ha ripagato così

Perelli-Roveda con la Lancia Fulvia HF

Mozzi della delusione patita al Montecarlo quando, ad un passo dal traguardo, è stato penalizzato oltremisura dalla nebbia e dalle gomme degradate che gli hanno fatto perdere tutto il vantaggio accumulato. Bravissimo è stato il bassanese Scapin a rimanergli incollato a pochi punti di distacco, mentre Leva si è assicurato il bronzo. Bene Perelli-Roveda entrati nella top five della Raggruppamento 6/6 che è valso loro il 24° posto assoluto davanti ai compagni di colori Uderzo-Corti con l’Opel Manta SR (26esimi) Le condizioni meteo hanno messo alla frusta piloti e macchine, costringendoli ad affrontare difficoltà di tutti i generi. Ne è uscita una gara per grandi interpreti, spettacolare, incerta ed emozionante che resterà per sempre tra i ricordi più belli di quanti l'hanno affrontata con coraggio e spirito d'avventura. Non s'è tirata indietro Alexia Giugni: oltre ad assicurarsi la Coppa delle dame, ha vinto in coppia con Lorena Capoccia anche la speciale classifica dedicata a Mario Dalla Favera, riservata agli equipaggi delle Porsche 356. A consegnargliela è stata Mario De Pasquale, cugino del pilota padovano perito tragicamente nel corso delle prove della Parma-Poggio di Berceto del 1955 al volante di una Ferrari. Per quanto riguarda i Raggruppamenti, nel Settimo il successo è andato a Scapin-Morandi (Lancia Beta coupè) davanti a Biasci-Balestra, Giacoppo-Grillone, IacovelliBertoletti e a Nolli-Defendi, tutti su A 112 Abarth. Nel Sesto, primo posto per Mozzi-Biacca, davanti a Cristiano-Colpani (Porsche 911 St), De Marin-Ruzzier (Fulvia coupè 1.3) e Galavotti-Vezzelli (Beta coupè). Successo di Marco e Riccardo Leva nel Quinto Raggruppamento. Alle loro spalle Rossi-Faedi (Fiat 124 ST) e Concari-Stradiotto (Opel Manta Sr 1500). Ad Alexia Giugni e Lorena Capoccia (Porsche 356) oltre al successo nella coppa delle dame si sono classificate prime nel terzo Raggruppamento.La classifica per scuderie ha visto il successo della Padova Autostoriche davanti alla Squadra Corse Isola Vicentina e al Cmae di Milano.Volti tirati ma soddisfatti alla fine della cavalcata durata più di quattordici ore e grande festa per tutti gli equipaggi al traguardo. Battuta finale a Ivo Strappazzon, a capo del Rally Club 70 organizzatore della manifestazione: "Mai successo prima d'ora di avere tutte le prove innevate. È stato fantastico. L'alba ci ha sorpreso dalle parti del Col Perer con una luce straordinaria e un paesaggio da favola. Pareva di essere in Finlandia".

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Nicelli, occasionalmente prestato ai rally dalla Formula 2, navigato sulla Clio Super 1600 dall’esperto Cristiano Maggi, ha saputo mettere in pista tutto il suo potenziale e nonostante qualche piccolo errore in cui è incappato nella ricerca del massimo feeling con la vettura, ben diversa dall’abituale monoposto portata negli autodromi nazionali, è riuscito nell’impresa di portare la 2 ruote motrici francese nella top five assoluta e ad aggiudicarsi la vittoria di classe nella gara vinta dal novarese Uzzeni, navigato da Fappani, che dopo una cattiva partenza in PS1 del Rally Cremona Circuit disputatosi, non ha più sbagliato nulla e frustando a dovere la sua Subaru Impreza WRC sull’asfalto umido ha chiuso al comando sia la prima tappa, fatta da due impegni cronometrici, che la gara stessa basata su 8 prove cronometrate. Gara invece da dimenticare per Davide Nicelli impegnato nel successivo Franciacorta Rally Show, in cui termina in fondo alla classifica una gara densa di contrattempi. Per il portacolori della Essei Rally Team, penalizzato dalla rottura del cambio, c’è stato un terzo posto di classe per nulla entusiasmante. Questo ai fini della gara in se stessa, ma positivo, come temperamento mostrato in prospettiva del campionato a ruote scoperte che sta per avviarsi.

Nicelli-Maggi in azione con la Clio Super 1600 (Diessephoto)

La Peugeot con la 208 CIR e Junior

a caccia del tricolore

Svelato presso la filiale Peugeot del Portello a Milano il programma sportivo di Peugeot Sport Italia per il 2016, annata che potrebbe di fatto regalare il decimo titolo all'equipaggio di punta del Leone Rampante nel Campionato Italiano Rally formato da Paolo Andreucci e Anna Andreussi, che per il terzo anno di fila porteranno in gara la 208 T16. Dopo l'equipaggio di punta ecco quello che dovrà puntare alla vittoria nel CIR Junior ed é formato da Giuseppe Testa, primo molisano a correre nel CIR, e dal co-driver oltrepadano Daniele Mangiarotti (figlio d’arte, infatti negli anni ’70, il papà Mino figurava tra i più noti navigatori pavesi). I due, a bordo della Peugeot 208 R2, tenteranno di ripetere la bella annata 2015 di Michele Tassone e Daniele Michi, i quali sono giunti al titolo e sono attualmente i detentori.

Nicelli scalda i motori Positivo l’esordio stagionale per l’Essi Rally Team, presieduto dal reporter di Godiasco Lorenzo Delucchi, al debutto con l’equipaggio pavese composto dai driver di Santa Maria, Davide Nicelli e Cristiano Maggi, all’Autodromo di San Martino al Lago impegnati nel 2° Rally Cremona Circuit. Il giovane Davide

L'equipaggio Testa Mangiarotti


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INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL'ATLETICA IRIENSE, LORENZO SOMENZINI

di Alessandro

Disperati

L'Atletica Iriense è una società consolidata a Voghera. Una società che punta tutto sul Campo Giovani, vero trampolino di lancio per chi vuole avvicinarsi al meraviglioso mondo dell'altletica. Ne parliamo con il presidente Lorenzo Somenzini. Somenzini: da quanti anni è presidente dell'Atletica Iriense? "Da più di 25 anni". Quando è stata fondata la Società? "La prima affiliazione alla Federazione di Atletica Leggere (FIDAL) è avvenuta nel 1955, ma l’atletica leggera a Voghera fonda le sue radici fin dall’inizio del secolo scorso come sezione della Società Ginnastica Iriense, fondata nel 1895. Tra gli anni trenta e quaranta ha avuto un grande risalto con Arnaldi e Dallera nelle corse ad ostacoli, Discalzo nel giavellotto, Crosignani nel mezzofondo e Silvani nella velocità. Successivamente si affermano anche a livello nazionale Alessandro Bettaglio (campione italiano di salto triplo e convocato in nazionale) e Armando Prassoli (Campione italiano nel lancio del martello)". Dove si trova il quartier generale della società? "La sede organizzativa e per gli allenamenti è al Campo Giovani in Via Barbieri a Voghera, che è l’unico impianto di atletica dell’Oltrepò". Che attività propone? "Tutte le discipline dell’atletica leggera: corse, salti e lanci, sia a livello amatoriale, sia a livello Agonistico. Per i giovanissimi, l’Atletica Iriense organizza dei corsi di avviamento alla disciplina, attraverso una forma di giocatletica, per insegnare ai ragazzi i primi rudimenti della disciplina". Quanti sono gli iscritti ad oggi? "L’Atletica Iriense conta oltre 200 tesserati, dai 5 agli 80 anni, suddivisi nelle diverse categorie d’età". Avete avuto atleti che si sono particolarmente distinti negli anni? "In questi 60 anni di attività federale abbiamo avuto numerosi “campioncini” anche di valore Nazionale. Romano Tarditi negli anni 50 (è stato anche tedoforo per le Olimpiadi di Torino), poi negli anni 60 Risi, Lucchelli nelle corse, Magnani e Milanesi nei lanci. Negli anni settanta, con la nuova pista del Campo Giovani e sotto la direzione del prof. Franco Bissa l’ostacolista Luigi Scevola (terzo ai campionati italiani di Verona), il velocista Italo Chiesa (secondo ai nazionali a Roma dei Giochi della Gioventù nei m 80), il discobolo Carlo Prassoli (figlio di Armando), l’astista Raimondo Marcialis e la staffetta 4x100 (Colla, Cangialosi, Quarleri e Chiesa) lanciano l’Iriense ai vertici nazionali. Nel 1972 nasce la sezione femminile, denominata Iriense Zonca e presieduta da Maffeo Zonca. Anni 80-90: si mettono in evidenza il velocista Massimiliano Pertusi (finalista ai Giochi della Gioventù), Alberto Domenichella (finalista ai Giochi della Gioventù), la saltatrice in alto Laura Legora e il lanciatore Alessandro Bonetti (terzo ai campionati Italiani allievi). Negli ultimi anni, l’Associazione ha dato vita al “Progetto Giovani” con la direzione del Prof. Italo Chiesa e con la conduzione tecnica dei Proff. Barbara Volpini, Federico Bertone e Federica Strada. Questi corsi hanno preparato e portato alle piste anche a livello nazionale atleti del calibro di Emilian Skipor (salto con l’asta), Andrea Baschiera (mezzofondo), Micael Rinella (Lancio del

martello), Lorenzo Risetti (marcia). Molto attivo anche il settore master/veterani con numerose partecipazioni ai campionati nazionali". Atletica, un’attività sportiva salutare? "L’Atletica Leggera è definita la regina degli sport olimpici e bastano un paio di scarpe e una tuta per correre. L’atletica è adatta a tutti, specialmente a livello giovanile per educare il proprio corpo a un’attività formativa e di sviluppo armonico dell’organismo. I nostri giovani arrivano all’agonismo a piccoli passi e quando hanno appreso le basi della psico-motricità. Per gli adulti, in genere, si tratta di un’attività a livello amatoriale per mantenersi in salute". Il calcio in Oltrepò come in Italia la fa da padrona: perché non scegliere l’atletica? "L’atletica è uno sport individuale, ma è il confronto con altri atleti o con il cronometro che stimola a cimentarsi in pista o in pedana. Qualcuno afferma che i record sono limiti da battere e da migliorare. Ogni atleta ha sempre un proprio record personale (personal best in inglese) da superare. Per farlo è necessario impegnarsi con assidui allenamenti. Nel settore giovanile ogni anno premiamo il ragazzo che si impegna al massimo, anche se alle gare si classifica nelle “retrovie”. Altro fattore, l’Atletica Iriense e i suoi tecnici, incentivano e stimolano a fare “gruppo” per partecipare anche ai campionati riservati alle Società". A chi vuole avvicinarsi a questo sport cosa consiglia? "Spesso vengono al Campo i giovani che intendono emulare un campione. L’atletica non è una disciplina facile anche se è semplice correre, saltare o lanciare. Per farlo senza incorrere in infortuni, si deve imparare la tecnica del gesto atletico. Di conseguenza servono allenamenti specifici. Il consiglio è quindi di iniziare gradualmente, sia per i più giovani, sia

SPORT

"Dal 1895 l'atletica leggera è una realtà consolidata per Voghera e l'Oltrepò"

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per i senior. Una visita medica di idoneità è comunque richiesta per poter svolgere anche un’attività non agonistica". Durante l’anno organizzate eventi particolari? "L’Atletica Iriense ha sempre organizzato manifestazioni di importanza nazionale. Alcuni esempi: negli anni 70 al Campo Giovani hanno gareggiato i migliori lanciatori italiani per il Trofeo Prassoli. Sulle strade del centro cittadino abbiamo organizzato per anni gare nazionali e internazionali: il Criterium Mondiale di Marcia (con diversi olimpionici, tra cui Maurizio Damilano), poi dal 2000 sei edizioni del Vivicittà (con le squadre del Kenia, del Brasile, della Grecia) e 6 del Voghera corri e cammina. Da 4 anni organizziamo il Run for Parkinson (10 km agonistica e Family Run per le scuole a favore delle ricerca sulla patologia) e la Voghera in Rosa (il ricavato a favore della LILT – lega italiana lotta tumori – e ADOS – Ass. Donne Operate al Seno). Negli ultimi 2 anni, abbiamo organizzato la Mezza Maratona della Green Way (Rivanazzano Terme – Voghera – Rivanazzano Terme) in abbinamento alla Family Run (Rivanazzano Terme – Godiasco Salice Terme – Rivanazzano Terme)".

I portacolori del Moto Club Varzi... eroi... nel fango della prima prova del Campionato Italiano La prima prova del Campionato Italiano Under23/ Senior, che si è disputata a Chieve, in provincia di Cremona, è stata una gara da segnare in rosso sul calendario, le condizioni erano estremamente impegnative, pioggia e fango come non si ricordava da tempo. Chieve nei giorni precedenti la gara era stata colpita da violenti ed abbondanti piogge che hanno reso il percorso della prima prova del campionato, estremamente impegnativo al limite dell’impraticabilità, al punto che la direzione gara è stata costretta ad annullare l’ultimo giro proprio per impraticabilità del percorso. Sono state sei le prove speciali disputate dai 285 piloti al via, tra questi gli 8 piloti del Moto Club Varzi, che con encomiabile spirito sportivo e tanta grinta hanno difeso con onore i colori del moto club varzese. Da sottolineare i risultati ottenuti da Roberto Rota 2° nella classe E2 senior e 11° assoluto e di Riccardo Buscone che con la sua Yamaha 125, ha ottenuto il 4° posto nella classe E1 2T senior classificandosi al 65° assoluto. Eccellente è stata la gara di Marco Pietranera, di Walter Bossi e di Paolo Buscone, quest’ultimo per la prima volta gareggiava in sella ad una nuovissima TM 250, ed ha ha pagato difficoltà di adatta-

mento e di feeling con la nuova motocicletta, per lui, che normalmente si classificava a ridosso del podio, un comunque lusinghiero 12° posto di classe. Da sottolineare la prova del giovanissimo diciottenne oltrepadano Tagliavini, che al debutto nel Campionato Italiano ed alle prime esperienze con l’enduro ha condotto una gara giudiziosa e grintosa ottenendo un piazzamento che fa ben sperare per il futuro. Il prossimo impegno per il Moto Club Varzi sarà in terrà siciliana, a Trapani, dove dovrebbe essere schierata la squadra al completo, rientrando Micael Charlo, già campione italiano motocross, nuovo nella specialità enduro, ma visto il suo palmares sportivo, anche nella nuova per lui specialità, i risultati non dovrebbero tardare ad arrivare.


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PARLA L'ALLENATORE DEL CASTEGGIO DOPO IL BEL SUCCESSO A VOGHERA

Albertini: "Puntiamo dritti alla vittoria del Campionato di Prima categoria" di Alessandro

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Omar Albertini, allenatore del Casteggio Calcio ha le idee molto chiare. La sua squadra punta dritta verso la vittoria del campionato di Prima Categoria che le consentirebbe la salita in Promozione. Lo abbiamo incontrato. Mister Albertini, la sua, è l’unica squadra oltrepadana a dominare il proprio campionato. Pensa che l’Oltrepo calcisticamente parlando stia vivendo un momento difficile? Prima di rispondere ride… Poi fa un gesto scaramantico e quindi spiega: “Questo è un discorso molto ampio legato principalmente al campanilismo che esiste in Oltrepò. Bisogna fare i conti con le ristrettezze che arrivano dalle forze economiche che indubbiamente hanno segnato non poco la situazione per questo c’è stata una flessione. Oltrepò dal punto di vista calcistico in questi ultimi anni ha perso davvero tanto e oltre alla mancanza di risultati ha influito negativamente anche la mancanza di infrastrutture”. A questo punto del campionato si “gioca a carte scoperte”, quali sono i vostri obbiettivi? “Non ci siamo mai nascosti: fin dall’inizio del campionato abbiamo detto che volevamo fare bene. E a questo punto vogliamo continuare su questa strada; l’obiettivo è di arrivare davanti a tutti e speriamo di farcela”. Il Voghera era data ad inizio campionato come squadra favorita. Le aspettative sono state disattese, secondo lei perchè? “Prima di tutto perchè è difficile in un anno costruire una squadra competitiva e che sia subito pronta per vincere il campionato. Ci vogliono prima di tutto delle garanzie economiche e poi neanche queste sono sufficienti per poter disputare un torneo ad altro livello. La società è partita con un progetto innovativo mettendo insieme due squadre. Ma lo ripeto, non era

facile. Nonostante questo la squadra sta disputando un ottimo campionato e credo possa lottare senza problemi per i play off”. Voghera 0 Casteggio 2. Vincere al 'Parisi' sul campo del Voghera cosa ha significato per lei e per i suoi ragazzi? “Quello è stato un derby con una corncie di pubblico davvero spettacolare e sicuramente difficile da vedere in prima categoria. E sicuramente era da anni che non si vedeva una cornice così calorosa sia di vogheresi sia di nostri tifosi che hanno dato ancora più importanza al match. Siamo molto contenti di aver portato a casa tre punti fondamentali. E' una gioia per tutta la squadra e per i nostri numerosi tifosi che ci sostengono da diversi anni a questa parte”. Parliamo del nostro concorso miglior panchina blu.. La sua posizione non rispecchia i successi da lei ottenuti in campo. Pensa che la posizione occupata da altri allenatori che stanno facendo meno bene di Lei in campionato sia meritata? “Senza nulla togliere alla vostra bella inizitiva vi dico sinceramente che preferisco essere indietro nella vostra classifica ed essere invece davanti in quella di Prima Categoria. Adesso il mio sogno è quello di poter festeggiare a fine anno insieme alla mia squadra il successo in campionato. Quella è la mia priorità, direi che è davvero fondamentale far bene sul campo...”. Tondo allenatore della Portalberese primo in classifica ha sbaragliato “la concorrenza”. Secondo lei perchè? “Semplicemente perchè è un bravissimo allenatore. Tra l'altro in passato ha allenato anche il sottoscritto. E' una persona che ha una grandissima passione per il calcio e riesce a trasmettere questo suo entusiasmo ai suoi giocatori attuali, agli ex e persino agli avversari. Questa è una sua grandissima dote e per questo merita di essere in vetta alla classifica”. Mister, per concludere, due battute sulla posizione di Piras che sta lottando per vincere il pallone blu. Crede possa riuscire nell’impresa, sbaragliando

veterani come Pellegrini e come Bruno Ferrari? “Il risultato che ha conseguito finora e la posizione che ricopre al momento è davvero un fatto eccezionale direi anche in considerazione che è un giocatore molto giovane. Cristian ha davvero tante possibilità per arrivare in alto e anche nella vostra classifica se non vincerà questa volta avrà sicuramente tante altre occasioni. Oggi gioca in prima squadra. L'ho voluto fortemente io: giocava alla Torrevillese ma l'ho voluto qui a Casteggio e il fatto che sia in testa alla graduatoria testimonia che questo è un ottimo giocatore. Cristian ha davanti a se una buona carriera se continuerà ad essere umile e a lavorare sodo: ha i mezzi per fare bene e anche per puntare a categorie superiori”.


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DAI LETTORI

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"Sono con il sindaco di Ponte Nizza: serve un gesto eclatante contro i ladri" Gentile Direttore mi complimento per il vostro giornale sempre molto interessante e veritiero. Proprio di verità vorrei parlare se lei me lo concederà. Bene io vorrei dire, anzi urlare, alla maggior parte dei signori Sindaci della nostra bellissima Valle Staffora di non fare gli ipocriti. Mi riferisco alle parole del Sindaco di Ponte Nizza che ho avuto il piacere di leggere in un vostro articolo del mese scorso dove dice, cito

testualmente “bisogna mettere qualcuno ‘a terra’ in modo che poi chi viene a rubare ci pensa due volte”. Mi chiedo perché quando finalmente qualcuno dice davvero quello che pensa e sono sicura che sia anche il pensiero di centinaia di persone, bisogna subito correre ai ripari e gridare che ‘ovviamente’ era solo una provocazione! Cari sindaci dei comuni limitrofi non fate gli ipocriti e ammettete che poi forse tutti i torti non li ha il sindaco il Ponte Nizza. Affermate che state immettendo sul territorio alcune videocamere che fungeranno da deterrente, certo ammetto che questa è un’iniziativa lodevole ma per favore non prende-

"Salice piange: e non hanno neanche potato le piante" Tutti quando parlano di Salice Terme elogiano la nota località termale quale simbolo del benessere, delle sue terme, le sue acque, il suo parco secolare ecc. ecc. Poi dicono: bè una volta le cose stavano davvero così, negli ultimi anni è peggiorata come non la si è mai vista. Negozi chiusi, ovviamente poca gente in giro rispetto al passato, alberghi che hanno fatto la storia di Salice chiusi dai proprietari ecc.ecc. La "colonia" di Godiasco capoluogo ha finito di produrre reddito per il comune, non si costruisce più, ma non si vendono neppure più (o quasi) gli immobili, insomma sono venute a mancare le fonti di reddito che mantenevano da sempre l'amministrazione comunale ed i servizi ad essa connessi. A tutto ciò si aggiunga che mai si è vista una così profonda trascuratezza del verde pubblico come in questi ultimi due anni. Piante ammalate, potature delle stesse fatte da incompetenti, (per risparmiare immagino) sporcizia e rami caduti a terra dopo ogni folata di vento o temporale. Il parco di Salice agonizzante in quanto allo stato di abbandono in cui si trova, ma che nonostante ciò, crea un reddito di oltre 50.000 € alle casse comunali derivanti dagli oneri d'affitto che il comune di Godiasco introita dalla Buca, dalla Piscina, dal Mini Golf e dal Parco Avventura nella pineta. Il parco, in uno studio botanico e fitosanitario del Giugno 2006, aveva censito 1835 tra piante ed arbusti. In tutto il territorio comunale (Salice-Godiasco) vi sono altre 3.000 piante nei viali e in aree di competenza comunale, per un totale di 4835 piante. Come si può facilmente capire, se si vuole mantenere in ordine un patrimonio verde del genere il comune e nel caso del Parco, il privato, devono pianificare assolutamente una manutenzione adeguata. Nulla di questo si sta facendo. E' dall'autunno scorso che a Voghera si potano viali e alberature pubbliche, nel Comune di Rivanazzano, Retorbido, Codevilla ecc. ecc. sono in corso potature di Tigli, Celtis, Platani, Aceri, a Salice Terme no, non ci sono i soldi... A Voghera, Rivanazzano Terme, Retorbido si è fatta una convenzione con l'ASM che provvede con suoi mezzi e suo personale qualificato, a Godiasco Salice Terme bisogna fare lo slalom camminando sui marciapiedi per non schiacciare le deiezioni dei cani. Non ci sono scuse, non è nevicato, non è piovuto, c'era tutto il tempo per fare ciò, aspettiamo forse che la primavera anticipata di quest'anno faccia germogliare le piante così qualcuno dirà: ormai è troppo tardi vedremo di fari i lavori il prossimo anno! Saluti a Voi tutti Luciano Benedini Rivanazzano Terme

teci in giro dicendo che questo basterà per tenere lontani i ladri. Questi delinquenti se ne fregano delle videocamere! Il più delle volte tanto per effettuare i furti usano auto rubate e anche se per caso venissero identificati, quando questo accadrà dove andranno a cercali le forze dell’ordine visto che come minimo saranno già in un’altra regione se non addirittura già fuori dall’Italia? Quindi Direttore scusi lo sfogo ma mi viene proprio da dire: “spari chi può!” se non per ‘mettere a terra’ almeno per spaventare! Ah dimenticavo… ovviamente la mia è solo una provocazione! Daniela Giacobone

Menconico: "Un plauso al comune per il grest estivo!"

Caro Direttore, ho letto, nell'ultimo numero della Sua testata, la lettera del Sig. Callegari su "le cose che non vanno a Menconico" tra le quali i commenti sul Grest (centro estivo per ragazzi) organizzato la scorsa estate: su questo punto vorrei spendere due parole.Vivo a Milano, non sono dunque un residente, ma da 40 anni posseggo una casa a Menconico. Ho un figlio di 7 anni che la scorsa estate ha frequentato il centro per due settimane assieme a tanti altri bambini della zona e non, in tanti casi figli di persone originarie del comune che a Menconico hanno nonni e zii. Mi sento in dovere di dire che l'attività organizzata alla Pernice Rossa non può che essere un vanto per il Comune; la cura e l'attenzione con cui è stata gestita l'iniziativa non è seconda a nessuno. "Magari ci fossero cose così anche da noi" è il commento che più ho sentito da altri genitori ai quali ho raccontato dell'esperienza di mio figlio. Un'ini-

ziativa lungimirante non solo per i bimbi residenti ma anche per quelli che frequentano Menconico nelle vacanze. Lungimirante perché dà un motivo alle famiglie di riavvicinarsi al territorio creando interesse ed indotto. Inutile dire che queste famiglie rendono vivo il paese, partecipano alle sagre, vanno al ristorante, fanno la spesa, comprano il salame. Quando ero piccolo Menconico era un paese vivo, con tanti "villeggianti" poi lentamente si è svuotato come tante altre zone dell'Oltrepo e quando qualcuno con impegno e passione crea qualche cosa per riavvicinare le persone è proprio necessario polemizzare? Spero veramente che coloro che tanto si sono impegnati per i ragazzi - oltre al centro estivo è stato anche organizzato un Centro di Aggregazione Giovanile - continuino nell'organizzare attività ricreative e continuino a dare ragioni per andare in villeggiatura a Menconico. RingraziandoLa per l'attenzione La saluto cordialmente. Riccardo de Rinaldini

"Cinghiali, un problema grave in Oltrepò, ma nessuno fa niente"

"Scrivo per riportare l’attenzione (se mai ce ne fosse ulteriore necessità) sul problema delle invasioni da cinghiali e relativi danneggiamenti. In tanti si sono lamentati, in tanti si continua a subire e sopportare danni anche di ingenti somme, ma nessuno fa nulla (come è successo finora), si continua come sempre, con palliativi momentanei e inutili senza risolvere il problema alla radice. Il cittadino, oltremodo costretto a subire vessazioni, deve arrangiarsi, deve rassegnarsi a vedere le sue proprietà irrimediabilmente danneggiate senza poter, per contro, pretendere nulla, anzi, sentendosi magari dire che, se avesse recintato il tale appezzamento di terreno, ora sarebbe integro. Credo che si stia rasentando la pura follia. Gli ambientalisti, attenti solo quando gli pare, dicono poco o nulla perché forse il problema per loro non esiste, non è creato dall'uomo, quindi non esiste. Penso che l’unico che, se vorrà, potrà fare qualcosa sia il Signor Prefetto ed è a Lui che mi rivolgo, perché come rappresentante di uno Stato che pretende sempre di più ma dà sempre di meno, si attivi, perché questa situazione è insostenibile. Non si può uscire di casa la mattina e trovare fuori dalla porta una devastazione totale, buche nel terreno, piante divelte, vigneti e alberi da frutta con radici scoperte e circondati da crateri di almeno un metro di diametro. Questo non è verde da tutelare? Questo no, perché è una proprietà

privata e chissenefrega. Quando vengono distrutti completamente i terreni, non è un danno ambientale? Se viene fatta una strada abusiva di un metro e tolta la vegetazione è una scandalo (giustamente), se si distruggono interi sottobosco e intere colline non è forse peggio o uguale? Evidentemente no. E poi la cosa assurda è che nessuno debba pagare questi danni. Il privato si deve arrangiare. Chi ha permesso l'incremento smisurato e insensato di queste bestie in Oltrepò Pavese? Chi le ha a suo tempo introdotte e allevate, ora paghi. Ma è inutile dilungarsi, tanto non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. La Polizia, i Carabinieri, la Forestale, non hanno mezzi (né personale sufficiente, né risorse economiche). Le Istituzioni sono immobili, ingessate, lontane dai cittadini e dal territorio, potrebbero intervenire in qualche modo, oltre che imponendo divieti? Forse non ce ne siamo accorti, ma qualcosa potrebbe essere stato fatto. È inutile accennare agli abbattimenti selettivi è come prosciugare il mare con un bicchiere. Continuiamo con la burocrazia elevata all’ennesima potenza, per tutto c’è bisogno di tonnellate di fogli per allungare ogni autorizzazione, ogni permesso anche stupido e intanto si assiste ad un Oltrepò che frana, sotto tutti i punti di vista, sotto tonnellate di carta e di discorsi. I cinghiali ne sono l’esempio più lampante. Distinti saluti. Mauro Berruti - Voghera


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DALLA PASQUA RELIGIOSA ALLA PASQUA IN TAVOLA

Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi Colomba e agnello sono le tradizioni

La Pasqua si avvicina e con essa la primavera. Il clima si fa più mite, la natura si risveglia e con essa la nostra voglia di uscire di casa, di concederci le tanto sospirate gite fuori porta e, perché no, approfittando delle festività pasquali ed assecondando il famoso detto "Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi" , di optare per una vacanza un po' più lunga. Come per il Natale, la Pasqua porta con sè una serie di usi e consuetudini che poco hanno a che fare con il suo significato religioso e che riguardano per lo più la nostra tradizione culinaria, tutte le regioni italiane si preparano, infatti, ai festeggiamenti con piatti tipici. Ci sono però alcune tradizioni legate alla nostra tavola che travalicano i confini regionali e addirittura nazionali: un classico esempio è rappresentato dall'immancabile uovo di cioccolata, che in tutte le sue molteplici varianti è il simbolo della Pasqua per eccellenza. La sua origine è a dir poco antichissima: gli antichi contadini romani sotterravano nei campi un uovo colorato di rosso, come simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Un altro dolce che non può mancare sulle nostre tavole è certamente la Colomba: nasce a Milano all'inizio del '900, e deve la sua particolare forma al fatto che la Pasqua coincide con l'arrivo della primavera di cui

27 marzo Pasqua "bassa"

27 Marzo: Pasqua Bassa La festa della Pasqua è una festa mobile, poiché cade la domenica successiva al primo plenilunio o luna piena dopo l'equinozio di primavera, giorno in cui la durata del giorno e della notte sono uguali. Per la Chiesa cade sempre convenzionalmente il 21 marzo, sebbene l'equinozio astronomico oscilli tra il 19 e il 21 Questo sistema venne fissato definitivamente nel IV secolo dal Concilio di Nicea I. La data della Pasqua è sempre compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. È Pasqua bassa dal 22 marzo al 2 aprile, media dal 3 al 13 aprile, alta dal 14 al 25 aprile. La tradizione della Chiesa cattolica vuole che la data della Pasqua sia annunciata ai fedeli dal sacerdote celebrante durante i riti della festività dell'Epifania. Agnello ripieno con le uova

le colombe sono il simbolo. Tradizione vuole che il piatto forte del pranzo pasquale sia l’agnello, preparato in modi diversi a seconda della regione, anche questa è un'usanza che affonda le sue radici nel tempo ed ha un forte valore simbolico. La Pasqua

comunque si decida di celebrarla, in viaggio verso qualche metà esotica o in compagnia di familiari e amici, resta un'occasione per uscire dal torpore e dal grigiore invernale e concederci alcuni momenti di gioia e spensieratezza. Buona Pasqua a tutti i lettori!


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COME VIENE FESTEGGIATA LA PASQUA IN ALTO OLTREPO'

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di Alessandro

Marchesi

L’Alta Val Tidone è storicamente considerata tempio della cultura rurale. Questo è un insieme di aspetti religiosi e culturali che si manifestano nelle numerose iniziative che prendono forma durante le festività. Abbiamo incontrato don Cesare Marenzi, parroco di Romagnese. La Pasqua si sta avvicinando e come ogni anno la sua comunità partecipa numerosa alle iniziative parrocchiali. In cosa consistono le liturgie pasquali? "Per quanto riguarda le liturgie della settimana di Pasqua sono quelle previste dal Messale tradizionale. Il Giovedì Santo iniziamo il triduo pasquale con la Santa Messa dedicata alla Lavanda dei Piedi e alla deposizione dell’Eucarestia nel Santo Sepolcro. Il giorno seguente è il turno della liturgia dedicata alla Via Crucis durante la quale avviene la lettura della Passione di Cristo secondo Giovanni. Infine i Tre giorni si concludono il Sabato con la benedizione dell’acqua e del fuoco per ricordare la Risurrezione di Cristo". La Lavanda dei Piedi è il gesto che Gesù ha fatto durante l'Ultima Cena. Il fatto narrato Vangelo secondo Giovanni, come viene reinterpretato nella sua comunità? "In questa occasione dodici uomini di tutte le età si rendono disponibili per farsi lavare i piedi dal parroco. Questa pratica ricorda il gesto compiuto dal Signore durante l’Ultima Cena nella quale si fece servo dell’umanità intera. Allo stesso modo i fedeli della nostra parrocchia fanno questo in segno di purificazione e devozione: un modo per prepararsi al meglio alla Festa di Gesù". Sempre il sabato si pratica la “Slegatura delle Campane”. Cosa si intende con questa espressione? "Questo è un fatto strettamente legato alla pratica liturgica poiché avviene durante la messa della notte di Pasqua. Al momento del Gloria, il sacerdote rimet-

don Cesare Marenzi

te in funzione le campane che erano rimaste in silenzio dalla sera di Giovedì. Da questo momento in poi si entra definitivamente nel giorno della Risurrezione e le campane possono suonare a festa". A proposito dell’aspetto popolare, il giovedì prima della Messa avviene una processione per le vie del paese che nessuna parrocchia del circondario pratica. Di cosa si tratta? "Parallelamente alle funzioni religiose si svolgono da tempo immemore numerose iniziative popolari che ormai fanno parte della nostra cultura. Stiamo parlando di una tradizione antichissima di cui nessuno conosce le origini ma che probabilmente prese piede nel lontano Medioevo. Appena prima della Messa, un giovane (che può essere sia di sesso maschile che femminile) incappucciato e completamente irriconoscibile imbraccia la Croce di Cristo per intraprendere un percorso che parte dal sagrato della chiesa parrocchiale di San Lorenzo e si conclude nella vicina frazione di Casa Picchi. Insieme a colui che rappresenta il Redentore ci sono altri ragazzi che accompagnano il viaggio della Santa Croce muniti di fiaccole".

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Funzioni religiose e numerose iniziative popolari in alta Val Tidone

Cosa spinge queste persone ogni anno a calarsi nella parte di Cristo? "Preciso che il sottoscritto è l’unico a conoscere l’identità del portatore della Croce che ogni anno passa il testimone ad un fedele diverso. Le motivazioni più frequenti che mi sono state date in questi 50 anni di permanenza a Romagnese sono legate al fatto che l’incappucciato intraprenda questo percorso per espiare le proprie colpe o per voto. Per questi motivi è curioso vedere come un’iniziativa di stampo popolare che per qualcuno potrebbe rappresentare una banalità, invece per la mia comunità rappresenta qualcosa di importantissimo a livello spirituale. Sono contento che, ormai da qualche anno, un bel gruppo di giovani si è inserito in pianta stabile per dare continuità a questa iniziativa. Sarebbe molto bello se non si perdessero mai queste abitudini culturali". Anche al Venerdì la tradizione è ben radicata poiché in quest’occasione i fedeli sono soliti accendere numerosi falò. Che significato assume questo fatto? "Terminata la funzione del Venerdì Santo nella chiesa parrocchiale, ha inizio la processione. In questo frangente i presenti portano in giro per le vie del capoluogo le statue del Redentore e della Madonna Addolorata. Appena i fedeli, muniti a loro volta di candele accese, stanno uscendo dalla Chiesa si iniziano ad intravedere i primi focolari. In poco tempo su tutto il territorio della parrocchia si può notare uno spettacolo indescrivibile, dato appunto dalla presenza dei falò che ogni famiglia decide di appiccare. In questa iniziativa si è soliti bruciare sterpaglie, foraggi di scarsa qualità della stagione precedente. Il significato di questa iniziativa risiede nel fatto che il fuoco rappresenta la presenza di Cristo che ha appena compiuto la Via per il Golgota. Anche in questo caso, il fuoco assume un ruolo rilevante per la cultura Cristiana".


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PASQUA E LE TRADIZIONI CHE SI SONO PERSE

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"Mangiare di magro, tavolate con i parenti e la comunione: ecco la Pasqua" di Alessandro

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Teresio Nardi, Fiduciario della Condotta "Oltrepò Pavese" Slow Food si occupa in particolare dell’alimentazione. Da anni è attento a quello che ci viene servito in tavola. A lui abbiamo rivolto alcune domande legate alla Pasqua. Nardi, quali sono i piatti tipici che verranno serviti in occcasione della Pasqua in Oltrepò? “Non esistono tipicità particolari legati all’Oltrepò. I piatti tipici comunque sono il risotto, i ravioli, il capretto, le uova ripiene e l’agnello. Questo è quello che mi cucinava mia nonna quando ero piccolo. Piatti poveri che oggi sono diventati peculiarità per la cucina non solo oltrepadana. Per quanto riguarda i dolci ovviamente la colomba”. Dalla tradizione ad oggi, com'è cambiata la Pasqua negli anni? “Un tempo era il modo per le grandi famiglie di riunirsi attorno al tavolo per trascorrere la giornata insieme; oggi si tende a viaggiare più che ai riti famigliari. In pochi rispettano quella che era una tradizione. Infatti, anche se il detto popolare dice 'Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi' nella reatà dei fatti le cose non erano così. Quando ero giovane infatti si era soliti invitare tutti i parenti e a volte si superavano i 30 o 40 coperti e si passava la Pasqua tutti insieme attorno ad un grande tavolo”. Quali sono le tradizioni religiose legate alla Pasqua e ai giorni precedenti? “Le tradizioni religiose non mi sembrano mutate, nel tempo, rispetto al passato: il venerdì Santo è prevista la vista ai sepolcri, alle chiese. Quindi è d'obbligo il digiuno, il mangiare di magro; la veglia di Pasqua la si vive attraverso i riti tradizionali (acqua e fuoco) e la confessione. La confessione negli anni passati ricopriva un significato molto

Tre elementi che non possono mancare in tavola Sulla tavola pasquale si ritrovano cibi caratteristici della tradizione agreste: • le spighe del grano tramutate in pane le erbe, quasi sempre in forma di torte rustiche (la più celebre la torta pasqualina, che proviene da Genova); • le uova pasquali, sia vere che di cioccolato, come simbolo di rinascita e di prosperosa fecondità:ù • L’agnello, per esempio, rappresenta per i cristiani il corpo innocente di Gesù crocifisso.

Teresio Nardi

particolare. Almeno a Pasqua tutti i bambini si confessavano. E lo si faceva a digiuno. I miei mi svegliano presto per fare colazione in modo che alla messa delle 11 si arrivava senza aver mangiato nulla. Poi c’era la benedizione della gola. La Domenica la si viveva regolarmente in chiesa con la messa grande e la comunione. Ieri come oggi fuori dalle chiese viene distribuito il ramo d'ulivo alla domenica delle Palme. Le chiese sono sempre molto frequentate e almeno queste tradizioni si mantengono. E' proprio in occasione della Pasqua che l'acqua viene benedetta”. Cosa è vietato mangiare a Pasqua? “Nei giorni in cui bisognerebbe fare digiuno sicu-

ramente non vanno mangiati i grassi per cui non la carne per fare spazio invece a pesce e formaggio. Questa, che negli anni passati era una tradizione, oggi è andata via via perdendosi. Qualcuno comunque segue ancora queste teorie”. E a Pasquetta? “La tradizione vuole che la Pasquetta coincida con una gita fuori porta, magari per un pic nic all’aria aperta. Da noi si era soliti, tempo permettendo, recarsi sulle nostre colline, nei prati sopra Varzi, per dire il Penice, il Brallo per un bel pic nic all'aria aperta. Oggi magari invece si predilige recarsi nei ristoranti d'Oltrepo che per Pasqua e Pasquetta studiano appositi menù".


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LA PASQUA DALL'EBRAISMO AL CRISTIANESIMO

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Nel mondo cristiano, la Pasqua la passione e la risurrezione di Gesù Cristo avvenuta, secondo le Scritture, tre giorni dopo la sua morte in croce. Il termine Pasqua, indica proprio la rinascita di Gesù Cristo e il passaggio ad una nuova vita per i suoi fedeli. Questi ultimi, infatti, grazie al sacrificio compiuto da Gesù Cristo sulla croce, sono stati resi liberi dalla schiavitù del peccato e chiamati a risorgere ad una vita di virtù. La Pasqua racchiude in sè numerosi significati simbolici, divenuti pilastri della tradizione cristiana: in ricordo del sacrificio di Gesù, durante il pranzo pasquale, si usa consumare carne di agnello, animale assunto a simbolo della mitezza e dell’innocenza di Cristo. Un profondo significato simbolico si nasconde anche dietro la scelta della data in cui si celebra la Pasqua cristiana. Questa infatti non è fissa, ma coincide sempre con la prima domenica successiva al plenilunio dell’equinozio di primavera: tra il 22 marzo e il 25 aprile. Come Gesù Cristo è passato dalle tenebre della morte alla luce della nuova vita, allo stesso modo la Pasqua viene commemorata in un giorno di luce ininterrotta in cui dalla luce delle ore diurne si passa alla luce della luna piena e viceversa. In occasione della Pasqua cristiana, inoltre, è usanza offrire e consumare uova, simbolo ancora una volta della rinascita di Gesù Cristo e dell’uomo: secondo la simbologia cristiana, infatti, il guscio rappresenta la tomba da cui Gesù uscì risorto. La Pasqua è particolarmente sentita anche in altre culture religiose. La Pasqua ebraica, chiamata Pesach celebra la liberazione degli Ebrei dall'Egitto grazie a Mosè e riunisce due riti: l'immolazione dell'agnello e il pane azzimo. La parola ebraica Pesach significa "passare oltre" e deriva dal racconto della decima piaga, nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone. La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l'inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Durante la festa un ebreo ortodosso deve astenersi dal

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Simboli trasversali che percorrono le diverse religioni

L'ascesa di Cristo nel dipinto di Giotto

consumare pane lievitato e sostituirlo con il pane azzimo, come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga dall'Egitto; per questo motivo la Pasqua ebraica è detta anche 'festa degli azzimi'. Nel mondo islamico, una festività simile alla Pasqua è rappresentata dalla “Id al-adha” o “Festa del Sacrificio”, in ricordo della fedeltà dimostrata ad Allah dal profeta Abramo, disposto a sacrificare persino il proprio figlio Ismaele. Fermato poco prima dell’esecuzione, ricevette in cambio un montone da offrire. Questa tradizione, prevede che l’animale, una volta sacrificato secondo un rituale particolare, venga diviso in tre parti uguali. In

Narrazione biblica dell'esodo ebraico

arabo vuol dire festa del sacrificio e si festeggia in un differente periodo dell’anno e si basa su altri eventi rispetto alla nostra pasqua, pertanto secondo alcuni il paragone tra le due celebrazioni sarebbe una forzatura, una tendenza a voler “leggere” i vari precetti islamici alla luce di quelli cristiani.


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