(Mt 13,32) "è il più piccolo di tutti i semi, ma, una volta cresciuto, è il più grande dei legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e fanno i nidi fra i suoi rami”
il granello di senape
176 n.3/ 2017
Notiziario di comunità e gruppi – giugno 2017
Obbedire o disobbedire? L’obbedienza è ambigua, come idea e come comportamento. E’ un valore e un disvalore, una virtù e un vizio. Come virtù la conosciamo bene. Il bambino buono è quello che obbedisce. Così ci è stato insegnato fin da piccoli, anche giustamente. Cambiano le pedagogie, in bene in male, ma è sempre imitando chi ci precede nella vita, quindi anche obbedendo, che ci formiamo, cresciamo, impariamo, diventiamo ciò che saremo. Si diventa liberi cominciando naturalmente col non esserlo, e venendo guidati a fare prima per obbedienza, poi liberamente, ciò che impariamo a considerare necessario, utile, buono. Il bambino senza modelli chiari, che poi potrà criticare, resta come un mollusco senza scheletro interno che lo sostenga. Quel che ci viene comandato, anche dolcemente e con amore come fanno i buoni genitori, non ci riduce, ma ci dà la base solida, necessaria, sulla quale possiamo poi camminare, anche eventualmente in altre direzioni, con la nostra libertà e responsabilità. Anche per noi adulti che ci riteniamo capaci, liberi e responsabili, l’obbedienza sarà sempre una virtù, semplicemente perché ci sono gli altri, e l’obbedienza non è anzitutto eseguire di peso la volontà altrui, ma è essenzialmente dare ascolto e fare spazio agli altri, rispondere alle loro attese e bisogni, anche se a volte rispondere bene è dover dire il contrario. Ma l’obbedienza è pure un vizio. Ovvio il riferimento famoso (più che compreso) a don Milani. Chi anzitutto e preliminarmente obbedisce eseguendo rinuncia a pensare, ad ascoltare la propria coscienza, e manca anche di contribuire alla funzione di chi, in qualsiasi società, ha un compito direttivo, indicativo. […] Una obbedienza senza libertà, opposta alla libertà, non sarebbe umana, non rispetterebbe l’umanità di chi obbedisce, e questa violazione avverrebbe proprio da parte dell’obbediente, non soltanto da parte del comandante che volesse imporsi. Si tratta sempre di obbedire liberi. La prima obbedienza è il rispetto di questo valore inviolabile, negli altri come in noi stessi. Io posso dedicare la mia libertà, rinunciare alla mia decisione, per agire come un altro mi chiede, o per servire il suo valore, la sua vita, o una causa degna. Ma è sempre con la libertà che dedico e spendo la mia libertà; è con la libertà che decido di cedere il mio diritto di decidere: se cedo la mia libertà, pecco contro l’umanità mia e di tutti. Questo non ho il diritto di farlo, perché questa umanità non è solo mia: svilita in me è offesa in tutti. Non ho la libertà di cedere la libertà: la spenderò per ciò che è giusto, la userò secondo la misura, e anche il limite, che la giustizia le pone, perché è la giustizia [prosegue a p. 4] REDAZIONE: COMUNITÀ DI MAMBRE – Str. S. Martino, 144 – 12022 BUSCA (CN) – tel. 0171 943407 – e-mail: mambrebusca@alice.it - c.c.p. n. 17678129 intestato a IL GRANELLO DI SENAPE - Registrazione del Tribunale di Cuneo n. 433 del 30/1/1990 Spedizione in abbonamento postale comma 20/C art. 2 Legge 662/’96 art. n. 819/DC/DCI/CN del 6/4/2001 Filiale di Cuneo – Editore: Associazione La Cascina – Direttore Responsabile: Gianluigi Martini – Ciclostilato in proprio: Associazione La Cascina, via S. Maurizio 72, S. Rocco Castagnaretta (CN).