if magazine aprile 2011

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S O M M A R I O

marzo2011

6 DAMIANO RUSSO Una giovane carriera nell’arte di Shakespeare FONDATORE ed EDITORE Giuseppe Vincenzo Infusini

Progetto grafico if magazine Redazione Christian Morello Sara Alvaro Florinda D’Agostino Raffaella Rinaldis Advertising Giorgio Verteramo Rosario Iannì Nancy Imperitura Concessionaria di pubblicità Agenzia pubblicitaria PUBBLICAL pubblical@libero.it In copertina Damiano Russo (foto di Michela Marcato)

Hanno collaborato Martina Raschillà - Agostino Gullace Maria Giovanna Mollace Ambra Caserta - Antonella Panetta Giuseppina Laura Dominici Tiziana Romeo - Marco Rinaudo Barbara di Fabio - Chantal Mondè Mario Gullì - Vincenzo Saccà Rita Calogero - Giorgio Ruso

Stampa Grafiche Femia S.r.l. Diffusione S.P. Servizi Registrazione al tribunale di Locri n°691/08 del 15/10/2008 - supplemento cartaceo di www.ilfattoonline.com Contatti ifmagazine@ilfattoonline.com www.ilfattoonline.com tel&fax 0964.381122

11 FORUM Protagonisti e battaglie all’ultimo voto nella Locride 17 AMSTERDAM Una città verde: politica dell’ecosostenibilità

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23 NUCLEARE E’ questo quello che vogliamo? 30 ROMA Caso Alemanno, malcontento o strategia? 40 IN THE MIDDLE Teatro: “Passione e Sangue” 58 ZIA AUSILIA Pescare nella rete o navigare nel mare 2.0? 66 OBESITÀ INFANTILE Un problema da non sottovalutare

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IF ROMA

26 PAPA WOJTYLA Chiamato da un Paese lontano 29 PALAZZO FARNESE Ultimi giorni per visitarlo 33 IL PENSIERO E L’OPINIONE Il signoraggio della moneta

EUROPE DIRECT pag. 48

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la ragazza di aprile

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Le opinioni espresse negli articoli sono da attribuire ai singoli autori dei quali si intende rispettare la libertà di opinione e di pensiero. Le collaborazioni sono da intendersi gratuite. Per motivi organizzativi il materiale inviato in redazione (foto, testi e disegni) non verrà restituito. Il contenuto di IF Magazine è coperto dalle norme sul diritto d’autore. Ne è dunque vietata la riproduzione anche parziale. Si ringraziano gli inserzionisti per il loro sensibile contributo che consente la pubblicazione e la divulgazione del nostro mensile.

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Martina

pag. 74

65 PSYCHO Immigrazione, psicologia del pregiudizio 70 DENTISTA Implantologia, soluzione alla perdita dei denti

54 IF TRA MITO E TRADIZIONI Le origini pagane delle tradizioni della Pasqua 56 IF ARTE Piero Della Francesca: La Resurrezione di Cristo


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L’editoriale

di Raffaella Rinaldis

uando i cassonetti traboccano di spazzatura e il caldo comincia a farsi sentire, quando le casalinghe da avvedute cittadine che separavano in casa, si trovano a dover aspettare “il momento buono” per gettare i rifiuti, allora è il momento di fermarsi e fare un po' il punto della situazione. Questo numero vuole essere un riferimento concreto alla situazione in cui versano diverse aree d'Italia, da Napoli alla Locride in quello che, in un paese civile, dovrebbe essere uno dei migliori servizi al cittadino. E mentre noi ci affanniamo a cercare di risolvere la questione, chiamiamo i sindaci, i rappresentanti istituzionali, la “monnezza” continua a crescere, il fetore diventa sempre più forte, gli imprenditori del turismo si mettono le mani ai capelli e, invece di gioire per il caldo che arriva anzitempo, pregano che si mantenga un po' di fresco per non far scappare i già pochi turisti. Senza colpire chi è più o meno responsabile della situazione, proponiamo invece temi legati alla ecosostenibilità, il punto di vista di altri mondi e di altre situazioni, guardiamo al problema da una prospettiva globale, giusto per farci capire, se non fosse ancora chiaro, di che portata è il problema che stiamo

affrontando. E il discorso, la valutazione, il ragionamento, chiamatelo come volete, non è indirizzato solo a chi si trova nella stanza dei bottoni, ma ad ogni singolo cittadino che deve farsi promotore di una coscienza civile, anche e soprattutto nel settore ambientale. Ormai stufi della campagne di sensibilizzazione al riciclo, al riuso, al risparmio energetico - temi peraltro lodevoli ma che, a loro volta sprecano soldi pubblici, quindi nostri- dobbiamo pensare al “fare”. Nel nostro piccolo, ognuno a modo proprio, si può cominciare a fare la differenza. Primo, protestando animatamente … non ho ancora visto manifestazioni decise di cittadini stanchi …e mi rifiuto di credere allo “spleen calabro”, al fatalismo, i calabresi sono disegnati così, ma non sono così. Secondo, cominciando a fare la differenza nel nostro piccolo, io, da parte mia, ho comperato una pallina di tessuto ecologico, la porto con me quando vado a fare la spesa, entra in una tasca ed è sempre con me. Basta con le buste di plastica, biodegradabili o meno. È sempre e comunque uno spreco.



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Damiano Russo “come un delfino”

INTERVISTAAD UN GIOVANE ATTORE IN CARRIERA

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A cura di Christian Morello

amiano Russo, giovane attore emergente, ha iniziato a recitare a soli 13 anni ed ha già preso parte a numerose fiction. Si è fatto notare dal grande pubblico nel film “Come un delfino”, un lavoro dal cast eccellente, che vede tra gli interpreti anche il grande Raul Bova. Abbiamo intervistato Damiano. Simpatico e cordiale, ha risposto in modo professionale a tutte le nostre domande sulla sua carriera e non solo. Sei giovane ma hai già una carriera costellata di notevoli esperienze. Qual è il percorso formativo di Damiano Russo? Hai frequentato una scuola di recitazione? Quali sono le tue prime esperienze nel mondo del cinema e della fiction? Vuoi raccontarci qualcosa su di te? Per esempio un ricordo d’infanzia? L’avventura in questo mondo comincia per caso. Il mio sogno era quello di fare il pianista concertista. Poi un giorno, mentre giocavo a calcio nel cortile della scuola, vennero dei signori che cercavano un ragazzino per interpretare il protagonista di un film ambientato nel 1200. Dopo vari provini scelsero me. Avevo 13 anni e vissi tutto come un gran bel gioco. Due anni dopo venne il film di Sergio Rubini “Tutto l’amore che c’è”, esperienza a dir poco stupenda che mi ha segnato. Anche allora presi la cosa un po’ come un gioco, ma quando lavori con i Grandi inizi a capire cosa è questo mestiere. A 17 anni mi sono trasferito a Roma per girare “Compagni di scuola”; è stato allora che ho capito che fare l’attore era quello che mi piaceva fare e che mi sarei impegnato affinchè diventasse il mio lavoro. Negli anni successivi ho capito che l’intuito e la spontaneità sono un buon punto di partenza ma devono essere sostenuti dallo studio; ho iniziato quindi a frequentare corsi e stages specialistici. Qunanto è difficile, per un giovane, arrivare al successo? Dipende cosa si intende per “successo”. Se vogliamo 6

Per me il successo è il raggiungimento di un obiettivo, ed il mio è quello di essere il più vero possibile in scena, per riuscire a trasmettere un’emozione al pubblico


aprile2011 16 Ottobre 2010

foto da: facebook.com/damianorussofanpage

ci sono diverse occasioni per raggiungerla abbastanza facilmente. Basterebbe partecipare ad un reality per viversi il proprio momento di gloria. Io personalmente non aspiro a questo. Per me il successo è il raggiungimento di un obiettivo, ed il mio è quello di essere il più vero possibile in scena, per riuscire a trasmettere un’emozione al pubblico; in quest’ottica devo dire che “raggiungere il successo” è molto difficile ma estremamente gratificante. Ci sono sempre molti più giovani che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo, cosa consigli a questi ragazzi? Io suggerisco di non tentare scorciatoie di alcun tipo. Cercando di non dare banali giudizi morali, basandomi su quello che ho visto intorno a me, penso che, se si scende a compromessi prima o poi ci si pente. Le vittorie vanno sudate; oltretutto raggiungere qualcosa con i propri sforzi è di gran lunga più soddisfacente. Suggerisco quindi di studiare e di non arrendersi alle prime porte chiuse. I governi tagliano i fondi per la cultura: le risorse per il cinema si riducono. Cosa ne pensi e quali preoccupazioni porta tutto ciò in un giovane attore? Posso essere sincero? Sono molto arrabbiato al riguardo. Non voglio fare discorsi sull’importanza della cultura all’interno di una società, dato che per alcuni potrebbero sembrare astratti; anche se volessimo ragionare come puri imprenditori, l’investimento nella cultura può avere molti rientri sotto diverse forme. Ad esempio se ci si impegna per far lavorare delle produzioni in un determinato luogo, si può avere un ritorno di immagine che si traduce in turismo, come negli ultimi anni è stato fatto nella mia terra, la Puglia, grazie al grande impegno dell’Apulia Film Commission. Dato che però il momento di recessione non ha risparmiato quello che sembrava un settore “inattaccabile”, le preoccupazioni che questo porta in un giovane attore sono le stesse che in questo momento vive qualsiasi altro ragazzo dai 20 ai 30 anni: una insostenibile sensazione di precarietà. Cosa ci anticipi dei tuoi prossimi lavori? Recentemente ho girato come protagonista la puntata pilota di quella che potrebbe diventare presto una serie televisiva: si intitola “La maggiore età” e la regia è di Francesco Vitiello (Diego di “Un posto al sole”). Inoltre mi sto preparando per girare il seguito di “Come un delfino”, un film tv con Raoul Bova che ha registrato degli ottimi ascolti e che potrebbe trasformarsi in una serie.

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La guerra in Libia e le dispute in Europa

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QUANDO I GRANDI LITIGANO I PICCOLI SI RIMBOCCANO LE MANICHE. L'ESEMPIO

DEI PICCOLI COMUNI ITALIANI

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di Antonella Panetta

iamo stati davvero lasciati soli oppure si cavalca l'ignoranza delle cose europee? È vero, l'UE si è mossa in ritardo rispetto ai problemi sorti nel NordAfrica, ma arrivare a dire che non si stia occupando di aiutare l'Italia non è nemmeno possibile. Dati alla mano: non si possono negare le implicazioni dell'Accordo di Schengen, non si può e non si deve cambiare una norma quando questa pone dei limiti, quando cioè arriva il momento che la stessa venga attuata. Non siamo nemmeno in Italia dove, senza voler dire la nostra, esiste comunque un problema legato proprio alla modifica delle leggi quando queste diventano “limitative”. Esistono degli strumenti già ragionati e pensati per risolvere questioni come queste che devono essere applicati in maniera seria e rigorosa. L'Ue non ha fatto mistero della grande preoccupazione, secondo le ultime fonti ufficiali, intorno a 430.000 persone hanno lasciato la Libia, fuggendo dalla violenza delle ultime settimane. La Commissione Europea è stata in prima linea nella risposta umanitaria internazionale, rispondendo a questo esodo con la mobilizzazione di una gamma completa delle misure. La Commissione ha reagito rapidamente mobilizzando dall'inizio i relativi due strumenti principali di emergenza, vale a dire il meccanismo di protezione civile ed il finanziamento umanitario con la Direzione Generale ECHO. In più, la ECHO ha mobilizzato una squadra di 16 esperti nel campo nell'aiuto umanitario e nella protezione civile, che ora sono schierati in Libia, in Tunisia e nell'Egitto per controllare la situazione e collabora con l'ONU per valutare i bisogni e per facilitare la mobilizzazione coordinata di assistenza dell'UE (finanziaria ed fattiva). L'aiuto di emergenza dell'UE ammonta a € 30 milioni di euro. Questa cifra è stata assegnata, da un lato, per dare un riparo provvisorio, finanziare i bisogni fondamentali e facilitare il rimpatrio rapido ai loro rispettivi paesi d'origine, per migliaia di persone che fuggono il conflitto in Libia e che ricevono l'ospitalità. Da un lato, la parte di questo sussidio è stata stanziata per finanziare la prestazione di assistenza umanitaria in Libia. Mentre Maroni esordisce con un “che senso ha rimanere in Europa”, il popolo italiano trema, Napolitano rintuzza ricordando di non aggredire l'Europa ma allo stesso tempo ricordando che, soprattutto sull'immigrazione, occorre essere “più coesi” 8


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umata nera da Lussemburgo. Nella riunione dell'11 aprile la risposta è stata netta: la linea italiana sugli immigrati non piace alla Ue, che al momento non vede le condizioni per condividere l'appello alla solidarietà del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che si è recato a Lussemburgo per chiedere ai partner europei, davanti al Consiglio Affari interni e di giustizia dell'Ue, di farsi carico di una quota dei migranti sbarcati negli ultimi mesi a Lampedusa dal Nord Africa. La 'bocciatura' europea della linea italiana arriva già all'inizio della riunione: la commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, spiega che "non si può far scattare la procedura della direttiva 55/2001" sulla protezione temporanea degli sfollati da situazioni di conflitto o violazione massiccia dei diritti umani perché "non c'è un flusso abbastanza rilevante di rifugiati (dai paesi in guerra) per poterlo fare".

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Maroni: "E' stato un incontro deludente - ha detto Maroni - è stato approvato un documento con la mia astensione, che non contiene nessuna misura concreta di solidarietà". L'Italia, ha ricordato il ministro, "durante la crisi economica è stata solidale con la Grecia, il Portogallo e l'Irlanda. Di fronte a questa crisi sociale e geo-politica la risposta alla richiesta italiana è che dobbiamo fare da soli". Maroni ha ricordato che l'Italia sta agendo per affrontare l'emergenza: "Oggi ci sono i primi due voli di rimpatrio" e domani il presidente della commissione Barroso sarà a Tunisi.

I comuni italiani - intanto i comuni grandi e piccoli d'Italia non rimangono a guardare, chi si propone e chi non ne vuole sapere. L'Anci, associazione nazionale dei comuni, si è fatta promotrice di accordi con il Governo per la realizzazione di spostamenti e accoglienza nei comuni pronti ad ospitare i profughi. È stato dato avvio a quel patto per la legalità sottoscritto con il Ministro Maroni, a cui è stato chiesto anche di velocizzare le pratiche per i richiedenti asilo. È stata valutata, inoltre, la disponibilità dei Pon per la sicurezza, una disponibilità ampia. Serviranno per attività strutturali, ma anche per attività culturali e per favorire l'integrazione sociale degli immigrati. Sono stati presentati diversi progetti da parte dei sindaci che ora dimostrano meno preoccupazione. Dalla Locride nasce anche la proposta dell'utilizzo dei beni confiscati alla mafia per accogliere i rifugiati, mentre da parte di numerosi comuni sempre della Locride è stata data comunque disponibilità ad accoglierli, nella politica di apertura e sostegno che sta distinguendo la Locride come area di accoglienza e condivisione. Il Comitato direttivo dell'associazione dei 42 comuni della zona Jonica ha dichiarato la Locride terra di accoglienza. A Gerace e Antonimina sono disponibili a che nella loro area sorga una "tendopoli" che accolga gli immigrati. 9



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FORUM POLITICA

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Cusato una nuova figura per rilanciare Gerace

Continua dall’online l’ascolto dei candidati, ospiti Gerace, Siderno,Locri. La redazione è sempre aperta ad ascoltare tutti i candidati... un invito a far sentire la vostra voce

Dottor Cusato, quali motivazioni l’hanno portata a decidere di candidarsi a sindaco? Ho scelto di candidarmi a sindaco perchè ritengo sia molto importante la fiducia della gente, ed in questi anni la popolazione di Gerace mi ha dimostrato sempre il suo affetto, una fiducia che merita di essere ricambiata. …. Come nasce il suo progetto politico? Cosa propone ai suoi concittadini? Ho avuto l’appoggio di Rudy Lizzi, assessore dell’attuale maggioranza. Insieme abbiamo costruito la lista civica “Il bene in Comune”. Abbiamo fissato tre punti cardine. Trasparenza: principio fondamentale per le pubbliche amministrazioni. 1. Vogliamo dare al cittadino elementi di verifica e controllo sul nostro operato. Vogliamo fare del municipio un “palazzo di vetro”, che i cittadini possono sempre ed in ogni momento controllare, anche da casa, attraverso le nuove tecnologie informatiche. 2. Legalità: siamo convinti che bisogna operare nell’assoluto e rigoroso rispetto delle regole. 3. Senso di Responsabilità: tutti dovrebbero avere la consapevolezza delle proprie azioni. … Come intende lavorare Giuseppe Cusato se diventasse sindaco di Gerace? Non sono un uomo legato alla poltrona: sto anzi per lasciare una poltrona, quella del mio lavoro, e non voglio certo attaccarmi a quella da sindaco. ... io sono sempre in trincea, in ascolto, in mezzo alla gente. Su cosa si basa la campagna elettorale della Sua lista? La nostra campagna è improntata ad uno spirito di competizione, democratico e sereno: non presteremo il fianco alle provocazioni. Non è questo il modo di agire

che ci piace e non è di questo che ha bisogno il paese. Il nostro programma non è definitivo: sarà realizzato nel corso della campagna, ascoltando proposte e suggerimenti dei cittadini. Tra i vari problemi di un Comune della Locride e quelli peculiari di Geerace, ai quali si aggiunge una sensibile restrizione dei finanziamenti concessi dallo Stato, qual è il più urgente da risolvere? Anche Gerace paga il prezzo di questo federalismo fiscale che si sta affacciando. Noi mettiamo al primo posto il rilancio della capacità attrattiva turistica che Gerace possiede. Vogliamo dare nuovo impulso a questa capacità. In questo ambito faremo rientrare le attività economiche e produttive, non possiamo tralasciare l’artigianato e l’arte… vogliamo anche recuperare gli immobili in disuso, per poi restituirli alla collettività, ai proprietari, o affidarli a botteghe d’arte. Quali interventi vuole compiere per il territorio? Sicuramente un piano del traffico urbano nel periodo estivo. Poi il recupero della rete stradale e l’illuminazione pubblica, concepita con criteri di risparmio energetico. In materia di approvvigionamento idrico, abbiamo intenzione di migliorare l’intero ciclo dell’acqua, dalla disponibilità di risorse alla depurazione. Quest’ultima rappresenta ormai una grave emergenza ambientale. Nel ciclo dell’acqua facciamo rientrare anche gli allacci d’emergenza per far fronte agli incendi. Provvederemo a connettere Gerace al depuratore… In caso la sua lista dovesse diventare il partito di opposizione, come lavorerebbe in consiglio? La battaglia di chi sta all’opposizione deve essere propositiva. Bisogna unire le forze: non si può andare contro il bene comune di Gerace. ….

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“Carbonella” double face, tra Provinciali e Comunali

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FORUM POLITICA

Cosa ha spinto Antonio Ferreri a candidarsi a sindaco di Siderno ed al Consiglio provinciale? Tanti cittadini, miei sostenitori, mi hanno detto di scendere in campo perché c’è la possibilità di prendere almeno un consigliere comunale. Non dico di voler fare il sindaco perché so bene che non è possibile. Ma certamente voglio impegnarmi per un rinnovamento della politica e voglio fare la mia parte per risolvere i numerosi problemi lasciati dalle vecchie amministrazioni. Non accuso nessuno, né Figliomeni né Panetta. Non mi esprimo sule vicende giudiziarie, attendo l’esito dei processi. Dico che, per fortuna, non abbiamo avuto accuse di mafia al Comune (la giunta era già dissolta quando l’ex sindaco è stato arrestato, ndr) come purtroppo hanno avuto altri. Ma la situazione è difficile. Dico che invece alcuni giornalisti dovrebbero vergognarsi. Quelli che mangiavano insieme l sindaco e oggi, finito il pranzo e la cena, sputano nel piatto. Accuso questo giornalismo e le televisioni locali di aver fatto poca informazione. Hanno solo tentato di prendere finanziamenti pubblici, ma a loro no interessa il bene della Calabria. Come si svolgerà la campagna elettorale di Ferreri “Carbonella”? Lo slogan di quest anno è “Dio perdona, Carbonella no!” non perdona chi per anni ha fatto i propri interessi invece di quelli dei cittadini. Non capisco come possano ripresentarsi politici come Bova e Liliana Frasca, che hanno fallito alle scorse elezioni regionali. C’è gente che si è arricchita alle spalle dei cittadini, come chi, da consigliere regionale, ha presentato una nota spese da 70mila euro per la benzina. Politici che no hanno saputo difendere il territorio quando è stato chiuso l’ospedale di Siderno. Noi ci presentiamo sempre con lo stesso simbolo, Fiamma Tricolore. Ma abbiamo un grande progetto: le “Liste Carbonella”, che vorremmo in molti Comuni e anche alla Provincia. Dovranno essere alleate con Fiamma Tricolore e i loro candidati saranno persone dalla certificata moralità, senza precedenti giudiziari. In campagna elettorale Carbonella non perdona le magagne compiute dai poli-

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tici. Perché il nostro dovere è lottare contro questa vecchia politica di corruzione e clientelismo, e di raccomandazioni.Il nostro programma si basa sullo sviluppo economico, perché Siderno non può vivere solo di negozi, deve vivere anche di agricoltura e artigianato. Vogliamo recuperare i terreni abbandonati, sviluppare l’artigianato locale. Alla fiera di Portosalvo non si devono vendere solo prodotti pugliesi e siciliani. La diga è una opportunità e va sfruttata. Per il turismo. Ma abbiamo in mente anche un progetto: una centrale fotovoltaica con pannelli solari nella diga. Poi si deve portare l’acqua direttamente all’acquedotto, renderla potabile: significa meno bottiglie di plastica e quindi meno rifiuti. Noi lotteremo per l’acquedotto, perché non ci sono stati i controlli e il risultato sono i filtri neri, li ho portati in comizio, una sera, per farli vedere agli elettori. Quali battaglie porterete avanti in Consiglio Comunale? La nostra battaglia è per avere consiglieri validi, avere dialogo con Provincia e Regione, per creare occupazione per i nostri diplomati e laureati che sono senza lavoro e vivono con 10€ alla settimana, che gli da il papà. Noi non volgiamo che i nostri giovani diventino delinquenti. La ‘ndrangheta è come la liquirizia, ogni volta che si cerca di sradicarla spuntano fuori nuove radici e nuovi germogli. La nostra battaglia è di una politica per il cittadino, non per amici e parenti. Vogliamo che il nostro lungomare diventi un salotto. Ospiteremo assessori del Nord, gratis, per farci consigliare. Faremo uno scambio culturale, perché purtroppo abbiamo politici troppo ignoranti per trovare soluzioni. E poi vogliamo le navi passeggeri per il porto di Gioia Tauro, non devono arrivare solo container pieni di droga. Possono arrivare anche traghetti in partenza da Genova, così per i turisti sarà più facile raggiungere la Calabria, senza fare l’autostrada. Carbonella farà alleanze? Farà il carabiniere nel Comune, come disse Almirante: i nostri uomini saranno sindaci, assessori o consiglieri, ma faranno sempre i carabinieri.


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Ospiti per Locri, “Leali con la Città”, rappresentata dal candidato a Sindaco Giovanni Calabrese. n redazione alcuni rappresentanti della lista , Alberto Milicia, esperto di pubblica amministrazione, già segretario comunale di enti, tra questi proprio la città di Locri. Anna Maria Mollica, assistente sociale, Elisabetta Congiusta, giovane avvocato alla sua prima esperienza in politica e Giorgio Mariano Albano, altro giovane alla prima esperienza in politica attiva, programmatore informatico. La caratteristica della lista civica “Leali con la Città” emerge subito, fin dalle prime battute con i candidati. “Lavoriamo” pare essere il loro motto. “Abbiamo poca voglia di successo personale quanto piuttosto voglia di lavorare, di dare un contributo”. Adare il via al dibattito è Alberto Milicia, “abbiamo un'idea precisa, quella di metterci subito a lavorare e a fare il punto della situazione su come funzionano le cose e come fare per migliorarle. La situazione di drammaticità in cui si trova non solo Locri ma tutto il comprensorio è legato al cattivo funzionamento dei servizi. Dare una qualità della vita ordinaria al cittadino, con i servizi essenziali funzionanti, è già un compito arduo”. Milicia parte quindi da una valutazione di intendimenti su come gestire le cose una volta alla guida della città. Congiusta invece si sofferma sulla descrizione della sua prima esperienza in politica e su come è nata la lista civica in lizza alle comunali di Locri. “Attratta dalle idee che Giovanni Calabrese aveva per Locri finora non avevo mai pensato di entrare in politica, ma Calabrese mi ha determinata grazie al suo entusiasmo e alla passione per le idee che intende portare avanti per la città. Il programma non è già pronto perché abbiamo puntato al coinvolgimento dei cittadini attraverso gli incontri settimanali che svolgiamo nella nostra sede, un programma in divenire che sarà redatto con il contributo della popolazione.” Continua il giovane avvocato, “la nostra lista punta sui giovani perché pensiamo all'attuale ma anche a quello che aspetta i giovani e i nostri figli. Nella nostra città si sta bene nonostante tutto, vogliamo portare quindi ad un livello di vivibilità Locri,

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tale da non spingere i giovani a andare via.” Anche Albano è alla sua prima esperienza politica e anche lui interviene, affermando “finora avevo snobbato la politica, mi sembrava che per noi non ci fosse posto, invece ho trovato in Calabrese uno stimolo a dire la mia. Mi sono messo in gioco perché ho trovato un elemento positivo in questo modo di fare politica. Soprattutto il sostegno alle idee nuove, c'è voglia di idee propositive, semplici e di effetto. Iniziative come la creazione di un Ufficio Progetti all'interno del comune dove far confluire idee e risorse nuove. Una sorta di Officina delle idee dove coinvolgere giovani di buon talento e profilo professionale valido, da valorizzare ”. Quello che emerge, soprattutto tra i giovani, è il senso di appartenenza al gruppo della lista civica e l'interesse al servizio. Tipica enfasi del neofita che, però, fa leggere anche il sincero intendimento a fare del bene. Alla valutazione del domani si aggiunge la stima dell'oggi. Milicia infatti, dalla sua esperienza nella pubblica amministrazione, risponde alle nostre domande legate agli interventi nella città con la pragmaticità tipica di chi conosce a fondo il problema e le caratteristiche del Pubblico. “I problemi che attanagliano Locri sono uguali a quelli che vessano la Locride. Il primo passo è comprendere questo e capire che la soluzione dei problemi è comprensoriale. Per quanto riguarda invece le criticità tipiche della città, è indispensabile mettere ordine, cominciare a far funzionare bene la macchina comunale. Abbattere i limiti che vivono i cittadini nel gestire la propria vita. Consapevolezza, di contro, del cittadino stesso, che si hanno diritti e doveri e che solo comportandosi da buoni cittadini si spenderà di meno e si avranno servizi migliori. Le idee i candidati le hanno molto chiare, verranno esposte a breve, annunciano, con la divulgazione del programma e invitano i cittadini ai prossimi incontri che si svolgono ogni venerdì nella sede della lista “Leali con la Città”, il prossimo tema: Scavi archeologici e Bagni termali, l'ambiente e la valorizzazione degli attrattori turistici.


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Locride come Napoli...2

Anche questo mese siamo costretti a riproporre immagini poco edificanti ……. La situazione infatti non è mutata … ma qualcuno deve dare risposte concrete …. in un numero che si occupa di sostenibilità ambientale non possiamo bendarci gli occhi davanti ad una simile crisi.

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el cuore della Locride c'è l'Agriturismo “Domolà”. Creato in un luogo incontaminato, in contrada Domolà di Rocella Jonica, l'Agriturismo è immerso nel verde e circondato da ettari di parco. È un posto magico, dove i sapori della buona tavola sono strettamente legati alla natura ed al territorio. Una cucina che si basa sugli elementi genuini della tradizione calabrese, con ingredienti che offre la terra, di mese in mese. Nella cucina dell'Agriturismo Domolà si trovano solo prodotti di stagione. La filosofia di Eros Ameduri, uno dei soci, è quella che il cuoco deve procurare gli ingredienti: la sua giornata inizia nell'orticello, o in cammino per i campi, a raccogliere le verdure, perchè a Domolà i prodotti della Calabria vengono coltivati a due passi dal ristorante. Eros ci ha detto che stanno allevando i maialini neri di Calabria. “Li lasciamo crescere allo stato brado. Tutto il grasso che mettono su è compatto, ci si fa un guanciale ed un

DOMOLÀ, dove è stretto il legame tra buon cibo e territorio

lardo di Colonnata unici al mondo”. E poi c'è la ricotta affumicata di Mammola, il caciocavallo di Canolo e altro ancora. Tutto secondo la filosofia del cibo “a chilometro zero”, che assicura tracciabilità e freschezza. Domolà è anche albergo, con 28 posti letto e area camper. E poi il maneggio, per fare lunghe passeggiate a cavallo. Il parco è grandissimo, ricoperto da uliveti e vigne. È dotato di ampio gazebo e di una piscina semi olimpionica. Domolà offre un menù variabile, a seconda dei prodotti di stagione, ciò che la natura regala! La carta vini contempla specialità locali. È possibile gustare anche birre artigianali. A breve potrebbe essere disponibile la Birra Domolà: anche questa prodotta sul posto. Cosa chiedere di più? Le ricette? Detto e fatto: stanno per partire i corsi di cucina. Chi vuole potrà uscire per campi insieme ad Eros, raccogliere i pregiati doni della natura e portarli in cucina per trasformarli in manicaretti prelibati, e sarà un vero chef ad insegnare l'arte culinaria. La nuova gestione è stata inaugurata il 14 aprile. Domolà si trova oltre il maestoso castello di Roccella. C'è l'insegna, non si può sbagliare!


Città ecosostenibili

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IL CASO DI AMSTERDAM

di Raffaella Rinaldis

Amsterdam è diventata una delle città più sostenibili d’Europa attraverso una serie di iniziative che mirano a far sì che si possa godere della città ancora a lungo. Proprio per questo diverse compagnie di navigazione che organizzano giri in battello sono diventate più ‘verdi’ tramite, ad esempio, l’utilizzo di biodiesel e il numero di quelle che decidono di convertirsi è in continuo aumento. Amsterdam fa parte del gruppo delle prime cinque città più verdi d’Europa. Nell’indice delle Città Verdi D’Europa la città si è posizionata al quinto posto dopo Copenaghen, Stoccolma, Oslo e Wenen. La graduatoria è stata presentata durante il vertice sul clima di Copenaghen dal gigante tedesco della tecnologa Siemens. Amsterdam deve la sua posizione ai punteggi alti ricevuti in ambiti come consumo d’acqua, smaltimento dei rifiuti e all’attenzione prestata alle aree verdi.

La città tra le più verdi d’Europa. Un primato legato alla politica dell’impatto ambientale “zero”. Camminando per le sue strade si incontrano molte delle 50.000 bici tenute solo in città. L’orgoglio del ciclista cittadino si può percepire con mano, e non solo. Sfrecciano da tutte le parti e si incontrano, e scontrano, con i pedoni ai quali è riservato un piccolo spazio nella costruzione urbana. Le strade sono ampie e poco frequentate da auto, le piste ciclabili coprono tutto il territorio urbano, comprese le viuzze e i ponti sospesi tra le migliaia di canali. La popolazione alla guida dei velocipedi varia dai 5 anni ai novanta. Banditi auto e motorini. Per visitare i canali si possono affittare comodi pedalò con la prua coperta, una visita guidata a impatto zero. I numerosi uccelli presenti, cigni, gabbiani e merli, vengono nutriti dai cittadini che riservano loro il pane raffermo. Non esistono cassonetti della spazzatura, ai piedi dei palazzi gli olandesi, all’ora pattuita con gli accordi comunali, poggiano i sacchi davanti casa, prontamente recuperati dagli addetti alla nettezza urbana. Non è impossibile sorprendere gli spazzini occuparsi della nutrizione dei volatili lungo i canali –ven-

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gono infatti lasciate le buste del pane raffermo così il tempo non disponibile del cittadino viene comunque utilizzato dall’addetto comunale-. La città si trova nella Ranstad Holland ed è amministrata non solo dal sindaco e dal consiglio comunale centrale (Centraal [Stads]Bestuur) ma è anche divisa in diverse parti cittadine/circoscrizioni (Stadsdelen), che hanno i loro propri consigli (Stadsdeelraad). Tutte le decisioni locali sono prese da questi consigli circoscrizionali e solo le più importanti decisioni infrastrutturali sono delegate all’amministrazione principale. É ambizioso il progetto della capitale olandese: sviluppare, entro il 2020, una rete di energie rinnovabili a impatto zero al fine di illuminare e rifornire l’intera città, compresi i mezzi pubblici. Amsterdam si era già distinta sul piano delle scelte ecosostenibili per l’efficienza delle sue piste ciclabili che permettono di visitare buona parte del Paese in sella alle due ruote. Città attenta all’ambiente anche per la presenza di alberghi, hotel e ristoranti sostenibili. Tra queste strutture si distinguono i Conscious hotel: qui sostenibili sono i mobili, l’energia impiegata, l’alimentazione biologica. E intanto si moltiplicano anche i locali e gli esercizi che propongono idee innovative per riciclare o per produrre oggetti e cibi con il minimo impatto ambientale

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All’Arcam – sede di mostre e studi architettonici – Farming in the City - l’”Agricoltura in Città”, una serie di progetti ecosostenibili da realizzare laddove potrebbe sembrare impossibile farlo, nel cuore della città. Ad Amsterdam però tutto è possibile, soprattutto quando si tratta di aree verdi. Esposti quindi progetti come quello del giovane olandese di 16 anni che ha ottenuto il finanziamento, da banche più sensibili al sostegno per i giovani, per avviare la sua astuta e semplice attività. La distribuzione dei prodotti a km 0, coltivati dai contadini della stessa Amsterdam, in una bici con annesso contenitore salva prodotti ideato dallo stesso giovane arguto. Ha la sua attività imprenditoriale alla sua giovanissima età. Esposta anche l’idea delle coltivazioni, nei palazzi, aree dismesse e palazzi inutilizzati che diventano serre urbane, grazie ad un lavoro di coltivazione e crescita attraverso luci riprodotte in laboratorio che “leggono” le esigenze delle piante e programmano la risposta al loro fabbisogno –luce, acqua, concime-. Si aggiungono anche le applicazioni per iphone, fotografare un cespuglio e scoprire un percorso lungo il polmone verde di Amsterdam, con storia, ricette, utilizzo delle piante trovate. Una caccia al tesoro per una domenica Verde


Artisti per l’acqua

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ACQUARTE

L'

evento acquArte sarà a Locri, negli

spazi espositivi del nuovo Palazzo della Cultura, contenitore di situazioni artistico-culturali, in cui i cittadini possono vivere momenti di crescita partecipata e dove l'arte e la cultura offrono stimoli per futuri percorsi virtuosi. Il Palazzo della Cultura si trasforma in luogo espositivo per opere pittoriche, fotografiche e video installazioni. Il cuore dell'evento: la grande jam session con interventi musicali e performances, con particolare risalto all'incontro tra poesia, testo letterario e installazioni sonore. In alcune sale le proiezioni video e una grande installazione visiva sulla facciata d'ingresso. Attraverso linguaggi e forme artistiche differenti, facendo seguito a un momento seminariale e a un convegno, organizzati con elemento chiave l'acqua, che è il soggetto protagonista di stupore, emozioni, incontri e riflessioni AcquArte non è finanziato da alcun ente pubblico o privato ma è reso possibile grazie alla collaborazione volontaria e all'impegno delle persone e delle associazioni indicate di seguito e al patrocinio del Comune di Locri che ha messo a disposizione il Palazzo della Cultura. Gli artisti della Locride e anche quelli provenienti da luoghi lontani partecipano, di persona o mettendo a disposizione un proprio contributo poetico, letterario, artistico a titolo assolutamente gratuito e amichevole riguardo chi organizza, con una straordinaria volontà di aderire ad un progetto comune e corale che abbia la Locride come scenario “fluido”, dimostrando una forte sensibilità civica e politica rispetto al tema e ai rischi connessi alla privatizzazione dell'acqua. La direzione artistica e la cura delle produzioni, delle installazioni e dei materiali espositivi sono di Marò D'Agostino

Il cuore dell'evento: la grande jam session con interventi musicali e performances, con particolare risalto all'incontro tra poesia, testo letterario e installazioni sonore.


Nuove fonti di energia rinnovabili aprile2011

Il

mercato per le tecnologie delle NFER è forte e in crescita principalmente in paesi come la Germania, la Spagna, gli Stati Uniti e il Giappone. La sfida è allargare le basi di mercato per una crescita continuativa in tutto il mondo. La diffusione strategica in un paese non solo riduce i costi della tecnologia per gli utenti locali, ma anche per quelli negli altri paesi, contribuendo a una riduzione generale dei costi e al miglioramento delle prestazioni. I sistemi di riscaldamento solare sono tecnologie di seconda generazione ben conosciute e generalmente consistono di collettori termici solari, un sistema fluidodinamico per trasferire il calore dal collettore al punto di utilizzo e un serbatoio o una cisterna per lo stoccaggio del calore per usi successivi. Tali sistemi possono essere usati per riscaldare l'acqua domestica, quella delle piscine o per riscaldare ambienti. Il calore può anche essere usato per applicazioni industriali o come sorgente energetica per altri usi, come i dispositivi di raffreddamento. In molte zone climatiche un sistema di riscaldamento solare può fornire una percentuale molto alta (dal 50 al 75%) dell'energia necessaria a riscaldare l'acqua domestica. Negli anni '80 e nei primi anni '90 la maggior parte dei moduli fotovoltaici fornivano energia elettrica soltanto per le regioni isolate (non raggiungibili dalla rete elettrica), ma circa dal 1995 gli sforzi industriali si sono concentrati in modo considerevole sullo sviluppo di pannelli fotovoltaici integrati negli edifici e centrali allacciate alla rete elettrica. Attualmente la centrale fotovoltaica più grande del mondo si trova in Germania (Waldpolenz) con 30 MW di picco e un progetto di estensione. Alcune delle rinnovabili di seconda generazione, come l'eolico, hanno grossi potenziali di crescita e hanno già raggiunto dei bassi costi di produzione, comparabili con quelli delle altre fonti di energia. Alla fine del 2006 la capacità di produzione mondiale tramite generatori eolici era di 74,223 megawatt e nonostante attualmente fornisca meno dell'1% del fabbisogno mondiale, produce circa il 20% dell'elettricità in Danimarca, il 9% in Spagna e il 7% in Germania.

Tecnologie del futuro

Le tecnologie che sono ancora in corso di sviluppo includono la gassificazione avanzata delle biomasse, le tecnologie di bioraffinazione, le centrali solari termodinamiche, l'energia geotermica da rocce calde e asciutte (Hot-dry-rocks) e lo sfruttamento dell'energia oceanica.Tali tecnologie non sono ancora completamente testate o hanno una commercializzazione limitata. Molte sono all'orizzonte e potrebbero avere un potenziale comparabile alle altre forme energetiche rinnovabili, ma dipendono ancora dal dover attrarre adeguati investimenti in ricerca e sviluppo. 19

Porta la sporta

In questo mese la campagna di sensibilizzazione

Perché usare per pochi minuti un oggetto che può durare anche cento anni ? Stiamo parlando del sacchetto di plastica che spesso ci viene dato “gratuitamente“ ma per cui tutti paghiamo un caro prezzo! - Costituisce un'inutile spreco di risorse energetiche non rinnovabili, deriva dal petrolio - Deturpa e inquina per centinaia di anni ogni luogo del pianeta - Per opera di agenti naturali e attraverso scarichi e corsi d'acqua raggiunge mari e oceani dove diventa un serial killer. I sacchetti uccidono ogni anno oltre centomila esseri viventi: mammiferi marini, tartarughe, uccelli,...anche se la normativa europea ha fatto un passo avanti è sempre bene portare il porpio sacchetto ecosostenibile ..e risparmiare 10 centesimi a busta !!!


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Fotovoltaico Vs Nucleare

Come smaltire i pannelli solari?

Agostino Gullace

A pochi mesi dal disastro nucleare che ha colpito il Giappone, il governo italiano ha deciso di intraprendere una strategia di attesa rimandando la questione “centrali atomiche” all'anno 2012. Questa linea adottata dal governo si è resa necessaria nell'illusione che il popolo italiano dimentichi la catastrofe di Fukushima e tutti i rischi, ma soprattutto i costi, che la produzione di energia nucleare comporta. Il messaggio da Palazzo Chigi è chiaro: bisogna aspettare che le acque siano calme. Il clima politico, sempre più rovente, non gioca a favore del governo anche per l'avvicinarsi delle date, 12 e 13 giugno 2011, nelle quali i cittadini italiani saranno chiamati, con un referendum, ad esprimere il loro parere sull'abrogazione del decretolegge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio. In caso di vittoria dei “SI”, un punto fondamentale del programma di governo sarebbe cancellato e “sull'affare nucleare” si scriverebbe, forse, la parola fine: nel 1987 gli italiani si erano già espressi e l'Italia chiuse le centrali nucleari esistenti abbandonando questo tipo di approvvigionamento energetico. L'alternativa al nucleare è stata individuata da molti nelle energie rinnovabili ed in modo particolare nel fotovoltaico. Ma ne sappiamo abbastanza? Esistono due tipologie di impianto fotovoltaico:

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“autonomi” e “grid connected”. Gli impianti “autonomi”, non connessi alla rete, si caratterizzano per la produzione di energia durante le ore diurne e l'ausilio, nelle ore notturne, di batterie ed accumulatori ovviamente autocaricati di giorno. I “grid connected”, caratterizzati da un “inverter” che trasforma la corrente continua in alternata, sono impianti connessi alla rete elettrica che cedono all'ente erogatore l'energia prodotta in eccesso. L'energia prodotta, consumata ed immessa in rete è monitorata in da appositi contatori. Un altro argomento che interessa chi vorrebbe investire nel fotovoltaico è la durata dell'impianto. La vita dei pannelli è stimata in oltre 50 anni ed in termini di resa si registrano cali di produzione dopo circa 20/25 anni. Molti costruttori garantiscono per 20 anni la piena efficienza dei pannelli. Questa riduzione di prestazioni non significa che l'impianto interrompa la produzione di energia elettrica. Le problematiche della produzione di energia tramite fissione nucleare, in modo particolare smaltimento e stoccaggio delle scorie radioattive, sono in generale note quasi a tutti, ma esistono dei problemi di smaltimento anche per i pannelli che compongono gli impianti fotovoltaici? I moduli fotovoltaici sono costituiti dai seguenti elementi: celle fotovoltaiche in silicio, praticamente

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sabbia, materiale smaltito con lo stesso procedimento che avviene per i processori, le schede dei pc ed i circuiti stampati; uno strato di Tedlar che si presenta come un film-UV resistente di polivinile/fluoruro (PVF), che è utilizzato sulla parte inferiore dei pannelli solari per la laminazione; uno strato di EVA, (Ethylene-Vinyl-Acetate), smaltito come le tovaglie impermeabili; una cornice di alluminio; vetro temperato, elementi di largo uso e totalmente riciclabili. L'unica nota negativa riguarda la produzione di pannelli fotovoltaici contenenti il “Tellurio di Cadmio”, elemento tossico, ormai abbandonato dalle case produttrici in favore del silicio. Inoltre: “Se ancora restano dei dubbi sullo smaltimento dei moduli fotovoltaici si provi a chiamare una ditta di smaltimento. Risponderanno che allo stato attuale delle cose lo smaltimento dei moduli fotovoltaici costa circa 250 € /tonnellata di materiale da smaltire. Per fissare le idee un impianto da 3 kWp è mediamente composto da 15 moduli fotovoltaici dal peso di circa 18 Kg. Il peso complessivo sarà pertanto di 270 Kg = 0,27 Tonnellate. Il costo per lo smaltimento di un impianto da 3kWp costerà pertanto circa 70 €”. (Fonte: fotovoltaicoimpianti.blogspot.com). Fatti due conti, il “rischio” del fotovoltaico è che le regioni italiane del nord Italia dipendano energeticamente dalle regioni del centro-sud.



aprile2011

Nucleare: è questo il futuro che vogliamo? Florinda d’Agostino

Tra meno di due mesi gli italiani saranno chiamati nuovamente a pronunciarsi su un quesito referendario relativo all'introduzione delle centrali nucleari nel nostro paese. Piu' che di "introduzione" sarebbe corretto parlare di "ripristino" in quanto gia' con il referendum del 1987 l'Italia aveva espresso la volonta' di non fare ricorso al nucleare come forma di approvigionamento energetico. Pare che pero' il nostro governo abbia ritenuto opportuno, forse per rilanciare l'economia e lo sviluppo, riaprire il dibattito su questo tema che, all'indomani del disastro che ha colpito la centrale di Fukushima, si prospetta estremamente controverso. Le esplosioni dei reattori della centrale giapponese hanno fatto riaffiorare timori e perplessita' anche in coloro i quali sostenevano il nucleare come vera soluzione alla crisi energetica. E' necessario, per chiarezza e completezza di informazione, esporre vantaggi e svantaggi dell'energia atomica. Il principale argomento che fa propendere a favore e' la resa dell'uranio, che e' la materia prima delle centrali nucleari, una minima quantita' di uranio consente di produrre un'elevata quantita' di energia; il secondo punto da considerare e' che, a differenza del carbone o del petrolio, l'utilizzo di questo elemento avviene senza emissioni di anidride carbonica (principale causa dell'effetto serra). Si potrebbe poi considerare l'aspetto della "dipendenza"

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FRANCESCO, 38 ANNI, COSENZA - NO

Una buona percentuale di energia ci sta bene che provenga da centrali nucleari francesi che fra l'altro sono alle porte, pensiamo ad un disastro in Francia, non sarebbe come se fosse successo in Italia? Sono d'accordo sulla costruzione di centrali di ultima generazione in siti idonei con smaltimenti di rifiuti senza la minima contaminazione ambientale.

ALESSIA, 37 ANNI, TORINO - SI

Voterò contro il ripristino del nucleare in Italia perchè ritengo che il problema della gestione delle centrali e soprattutto dello smaltimento delle scorie la rendano una forma di energia troppo dispendiosa, anche per le generazioni future che si troverebbero a gestirle. Inoltre la trovo una prospettiva di svuluppo anacronistica, visto che le politiche energetiche degli altri paesi europei stanno andando in tutt'altra direzione e noi ci ritroveremmo come al solito ad inseguire, con un ventennio di ritardo, tutti gli altri. Come se non bastasse, sono convinta che sarebbe la disfatta definitiva del meridione. Le centrali nucleari per funzionare hanno bisogno di enormi quantità di acqua, anche di mare, e con la scusa di portare lavoro e sviluppo le costruirebbero tutte ( o quasi) al Sud. Non sono contraria a priori, rispetto alla tecnica scientifica in sè, ma oramai mi sembra chiaro e dimostrato che nessuno, fino ad ora, sia riuscito ad usarla limitando, in maniera accettabile, i possibili danni alle persone e all'ambiente.

economica dell'Italia dai paesi dai quali importa materie prime come il petrolio, paesi che si trovano per lo piu' in Medio Oriente e la cui stabilita' anche politica e' estremamente fragile. Questi concetti vengono pero' confutati da punti di vista altrettanto validi sostenuti da studiosi e ricercatori che supportano l'attivita' delle numerose associazioni e dei gruppi ambientalisti che lottano per la promozione delle energie rinnovabili. Innanzitutto le centrali nucleari non sono affatto "pulite" ma generano scorie radioattive. Le scorie a vita media rimangono radioattive da 200 a 300 anni, le scorie a vita lunga anche fino a 100.000 anni e non esiste ancora un sistema per la gestione e lo smaltimento di questi rifiuti. Il nucleare non e' una scelta utile ai fini climatici, visto che le centrali saranno pronte certamente dopo il 2020 e invece bisogna ridurre oggi le emissioni di gas serra. Il ritorno del nucleare in Italia non ci renderebbe comunque indipendenti perche' continueremmo ad importare petrolio per i trasporti e diventeremmo dipendenti dall'estero per l'uranio. Si eccepisce la disponibilita' limitata di combustibili fossili, che andranno ad esaurirsi entro 60 o 70 anni, ma anche l'uranio e' una risorsa molto limitata destinata ad esaurirsi in poche decine di anni e nel caso venissero costruite nuove centrali l'esaurimento delle risorse di uranio si accelererebbe. Alcuni sostengono che il rischio nucleare c'e' gia', essendo l'Italia circondata da reattori. E' una affermazione non del tutto corretta: il rischio per le conseguenze di un incidente diminuisce maggiore e' la distanza dalla centrale. Seppur in maniera sintetica, ma vista la portata del tema sarebbe stato impossibile approfondire ulteriormente, abbiamo tentato di fornire qualche spunto di riflessione e qualche informazione che consenta a ciascuno di formare una propria coscienza. Senza demonizzare o esaltare nessun aspetto e' pero' fondamentale considerare che la nostra scelta ha il potere di determinare il volto del nostro futuro.

SIMONE, 34 ANNI. ROMA- SI

La questione sul nucleare in Italia non è ideologica, come invece molti dei sostenitori tendono a far apparire. Quello che sta ancora succedendo in Giappone dopo il terremoto dimostra l'insicurezza delle centrali. Inoltre all'inizio del 2010 alcune università americane hanno dimostrato come oramai un kilowatt prodotto da fonti energetiche rinnovabili sia più conveniente di uno prodottto con il nucleare. I costi degli impianti per le rinnovabili stanno scendendo in maniera esponenziale e secondo le proiezioni seguiranno il trend che hanno seguito i componenti dei computer, quindi in pochi anni saranno ancora più convenienti. Inoltre il nucleare produce attualmente neanche 10% del fabbisogno energetico mondiale. La ricerca, quella seria, si sta occupando di una nuova frontiera, il nucleare al torio, che ha molti vantaggi: molto più economico, molto meno inquinante e non adatto allo scopo bellico. Chi sta investendo più di tutti? Cina ed India, mentre l'Europa non se ne cura. Magari è un'opportunità da indagare, ma intanto a mio avviso dobbiamo investire in rinnovabili e soprattutto nell'educazione. La sostenibilità si avrà quando anche i comportamenti cambieranno. 24



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Ricordate Papa Wojtyla

“Mi hanno chiamato da un Paese lontano” Rita Calogero “Come mi accoglieranno i romani, cosa diranno di un Papa venuto da un Paese lontano?”. Un attimo prima che i cerimonieri aprissero le ante della loggia della benedizione, la sera del 16 ottobre 1978, Karol Wojtyla, appena divenuto Giovanni Paolo II, pensava a come Roma avrebbe guardato a 2626

Sono trascorsi già sei anni dalla morte dell'indimenticabile Papa Giovanni Paolo II (263° successore di Pietro) ed è proprio in questo mese che ricorre la data della sua scomparsa (2 aprile). Ripercorrendo attraverso queste poche righe la storia della sua vita e ciò che ha rappresentato - e rappresenta ancora oggi - per tutto il mondo, vogliamo rendere omaggio e ricordare Papa Wojtyla uomo e santo tra gli uomini. “un Pontefice straniero dopo i bellissimi e importanti Pontificati del Novecento”. Questa rivelazione è del cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, per trentanove anni segretario particolare di Wojtyla. (Testimonianza di Don Stanislao - da L'Osservatore Romano 16 ottobre 2008). Tra il Papa polacco e Roma era stato amore a prima vista: Giovanni Paolo II percepì subito la speranza che la folla aveva riposto in lui, accogliendo la sua elezione con gioia. Don Stanislao racconta un altro episodio di quelle prime ore del Pontificato: “Con un sorriso complice e un po' del suo humour volle pure mettermi al corrente del primo strappo al protocollo. Prima di affacciarsi il maestro delle cerimonie, monsignor


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Virgilio Noè, si era raccomandato che il nuovo Papa impartisse la benedizione in latino senza fare discorsi. Giovanni Paolo II però non riuscì a trattenersi e incominciò a parlare in italiano. Un saluto rimasto storico: “Mi hanno chiamato da un Paese lontano... se mi sbaglio mi corrigerete”. Nel raccontarmelo si mostrava certo di aver fatto bene a fare quel breve discorso, ma al tempo stesso sembrava quasi scusarsi con i suoi collaboratori per la prima di mille improvvisazioni”. Dopo la prima benedizione cominciò a pensare

mi folle, ricoprendo una distanza di gran lunga superiore a quella percorsa da tutti gli altri suoi predecessori messi assieme. Con il suo nuovo modo di evangelizzare seppe coniugare annuncio e denuncia. Soprattutto i giovani in lui e nel suo ministero riuscirono a vedere un punto fermo, una guida sicura, un padre amorevole, un amico gioioso, un profeta ispirato, un uomo di Dio sempre proteso alla loro ricerca. A tale proposito è quanto mai significativa l'ultima frase da lui riferita proprio ai giovani che, trepidanti, pregava-

all'omelia della celebrazione per l'inizio del suo ministero. È il discorso rimasto famoso per il motto, linea-guida del Pontificato: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo”. Spiega don Stanislao che “queste parole le aveva maturate negli anni. Erano espressione della sua fede. Le ha vissute, pregate”. Un grande comunicatore Un grande comunicatore che nel lungo pontificato durato 27 anni (il terzo nella storia) è riuscito a vivere e comunicare il suo profondo amore per il Signore e per ogni uomo che incontrava lungo il suo cammino, andando per tutto il mondo compiendo più di cento viaggi pastorali che videro la partecipazione appassionata di enor-

no per la sua salute nelle ultime ore di agonia: “Vi ho cercato, siete venuti da me”. Per andare loro incontro, tra le tante iniziative, istituì le famose Giornate Mondiali della Gioventù.

LA SUA VITA Karol Józef Wojty_a, divenuto Giovanni Paolo II con la sua elezione alla Sede Apostolica il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50 km da Kraków (Polonia), il 18 maggio 1920. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse 27

all'Università Jagellónica di Cracovia. Quando le forze di occupazione naziste chiusero l'Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania. A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall'Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del "Teatro Rapsodico", anch'esso clandestino. Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell'Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1_ novembre 1946. Successivamente fu inviato a Roma, dove conseguì nel 1948 il dottorato in teologia. In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda. Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowi_, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano. Fu anche cappellano degli universitari fino al 1951. Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Ricevette l'ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia). Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo nominò Cardinale nel Concistoro del 26 giugno 1967. Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965). Il Cardinale Wojty_a prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato. I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978. Prese il nome di Giovanni Paolo II e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero Petrino.



Ultimi giorni per visitare palazzo Farnese

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Fino al 27 aprile Palazzo Farnese a Roma sarà aperto al pubblico, su prenotazione, grazie ad una mostra storica intitolata Palazzo Farnese - Dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di Francia. Oltre 150 opere tra dipinti, statue, disegni, sculture, monete, arazzi e ceramiche, faranno rivivere cinque secoli dell'affascinante storia del Palazzo: dai fasti cinquecenteschi della Famiglia Farnese, al periodo moderno, fino a questi ultimi 135 anni del Palazzo come sede dell'Ambasciata di Francia in Italia e dell'Ecole française de Rome. Una significativa scelta di opere della collezione Farnese verrà riportata nel luogo dove essa si formò grazie alla passione di questa famiglia. L'esposizione, nata dalla volontà di Jean-Marc de La Sablière, Ambasciatore di Francia in Italia, è realizzata in collaborazione con il Ministero italiano dei Beni e delle Attività culturali, ed è curata dal prof. Francesco Buranelli, Segretario della Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa, e dall'arch. Roberto Cecchi,

Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Per l'occasione dunque, le porte di Palazzo Farnese si apriranno - esclusivamente su prenotazione - accogliendo il ritorno del Museum Farnesianum: si ricomporranno le storiche sale degli Imperatori e dei Filosofi, i famosi Daci Prigionieri riprenderanno il loro posto ai lati del portone del grande salone, accanto alla statua in porfido di Apollo, all'epoca detta Roma triumphans, e all'Atlante. Il ritorno di queste opere antiche è dovuto ai generosi prestiti della splendida collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nuovamente esposta nel luogo originario dove essa si è formata, anche grazie alle nuove tecnologie che permetteranno di ripopolare il cortile in modo virtuale con le imponenti sagome dell'Ercole Farnese, dell'Ercole latino, nonché del Toro Farnese .

Tra gli arredi più importanti si potrà vedere lo studiolo del Museo di Ecouen, rarissimo mobile rinascimentale appositamente realizzato da maestranze romane per conservare la collezione di monete e di glittica dei Farnese. Arazzi del Quirinale, prestati dal Presidente della Repubblica italiana, e del castello di Chambord, riprenderanno il loro posto nei saloni del piano nobile, con le maioliche rinascimentali. La ricchissima quadreria verrà riallestita nella Galleria nord-est, insieme alla raffinata collezione dei disegni preparatori di Annibale Carracci, provenienti tra l'altro

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dal Musée du Louvre, accompagnati dagli affreschi del Palazzo Fava di Bologna. Così il Ritratto di Papa Paolo III di Tiziano, Cristo e la Cananea che Annibale Carracci dipinse per la cappella privata del cardinale Odoardo, le opere di Sebastiano del Piombo, di Carracci, di El Greco, testimonieranno la qualità della spettacolare collezione Farnese. La maggior parte di queste pitture provengono dal Museo di Capodimonte e dalle gallerie di Parma e di Bologna.


Malcontento cittadino o strategia politica?

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Roma sempre più vive le critiche sull’operato di Alemanno

Sara Alvaro

Si respira un’aria un po’ tesa tra le mura del Campidoglio a causa delle critiche sull’operato del Sindaco Alemanno che non tardano ad arrivare, soprattutto in questo periodo. A fungere da campanello d’allarme è la viva cartellonistica dei partiti d’opposizione che non risparmiano il primo cittadino da taglienti commenti di disapprovazione su azioni e dichiarazioni del sindaco. Un polverone alzatosi con violenza già il 7 dicembre con il tanto acclamato “scandalo parentopoli” dove Gianni Alemanno è stato accusato di aver procurato, dal 2008, lavoro presso due grandi aziende di servizio pubblico, come l’Atac per i trasporti e l’Ama per lo smaltimento dei rifiuti, a persone legate da rapporti familiari o politici ad esponenti del centrodestra locale. Tali fatti sembrano, dunque, rendere più che evidente il sistema di occupazione clientelare che regna nelle società controllate dal Comune, tanto che la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti hanno aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità sotto il profilo penale e del danno erariale. Per correre ai ripari, in tale occasione Alemanno vara un codice delle assunzioni che prevede concorsi pubblici per gli impieghi a tempo indeterminato, incompatibilità fra ruoli dirigenziali delle società e qualsiasi forma di nomina e consulenza, nuovo regolamento sull'accesso agli impieghi e sul conferimento degli incarichi di collaborazione. Il caso Parentopoli ha suscitato soprattutto l’ira dei cittadini, e di coloro che aspiravano a quel posto, che sono fondamentalmente i diretti interessati. A prova del fatto che il caso non è passato in sordina, sono i centinaia di cartello-

ni che ad oggi compaiono tra le strade della capitale rivendicando il diritto paritario di aspirare ad un lavoro, senza essere “amici di Alemmanno”. Il sindaco Alemanno, inoltre, è stato messo a dura prova anche a causa della difficile gestione dei numerosi campi rom presenti a Roma nelle zone limitrofe, dove spesso la situazione si trasforma in tragedia. A riprova del fatto è l’incendio del campo nomadi su Via Appia Nuova lo scorso 6 febbraio, dove sono morti carbonizzati quattro bambini. L’ultimo caso di una lunga serie. In questa occasione il primo cittadino romano ha dato sia prova di grande umanità dando ai famigliari delle vittime degli aiuti concreti, e dichiarando il lutto cittadino, ma ha dimostrato anche un forte polso politico, dichiarando per l’ennesima volta l’incapacità di gestione del forte flusso immigratorio a causa delle strutture inadeguate. La cattiva gestione del flusso degli immigrati è stato ribadito anche in questi giorni, dove Gianni Alemanno durante un’intervista a Sky tg24 ha dichiarato ''Roma ha una condizione particolare con 8 mila rifugiati e una forte presenza di nomadi, quindi ha gia' ampiamente dato. Abbiamo chiesto di non essere investiti per questi motivi da nuovi flussi migratori e di clandestini. C'e' la situazione di Civitavecchia, ma i clandestini sono in una caserma ben custodita per fortuna. La nostra area metropolitana e' già satura e non può permettersi altri clan-

La polemica nasce in seguito al fatto che nella capitale le multe sono lievitate a dismisura grazie alle molteplici restrizioni e provvedimenti presi dal comune. Il sindaco rivendica: "Tutte le ordinanze sono ancora attive".

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Giovanni Alemanno (Bari, 3 marzo 1958) è un politico italiano, sindaco di Roma dal maggio 2008. È stato ministro delle politiche agricole dal 2001 al 2006 per il Governo Berlusconi II e III.

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destini'. Ha poi ricordato che ''il permesso di soggiorno dura tre mesi e in questo lasso di tempo bisogna trovare una soluzione: chi trova un lavoro, chi si inserisce può rimanere in Italia, gli altri se ne devono andare''. Dichiarazione investita da forti critiche mediatiche, dove addirittura il sindaco romano è stato accusato di razzismo. Un’affermazione, questa, un po’ forte, che meriterebbe di essere rivista pesando le parole e contestualizzandole ai fatti. In questi giorni, inoltre, a interessare il Campidoglio è la bufera relativa alle ordinanze cittadine. Una “lotta a tre” che vede come protagonisti il Codacons da un lato e Gianni Alemanno dall’altro, con in mezzo la Corte Costituzionale. La polemica nasce in seguito al fatto che nella capitale le multe sono lievitate a dismisura grazie alle molteplici restrizioni e provvedimenti presi dal comune. Dunque da una parte il sindaco rivendica: "Tutte le ordinanze sono ancora attive". Dall'altra il Codacons, che annuncia: "Tutte le persone multate in base a questa ordinanza hanno diritto a vedere annullate le sanzioni comminate". In mezzo la Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima quella parte del pacchetto sicurezza che assegna ai sindaci "ampi poteri" bocciando di fatto tutte le ordinanze che i primi cittadini in giro per l'Italia hanno emanato. A tal proposito bisogna dire che Alemanno aveva fatto abbondantemente uso di questi “poteri” apportando delle sanzioni pesanti contro lavavetri, ambulanti, accattonaggio, alcol, prostituzione e schiamazzi. La politica restrittiva con cui Alemanno puntava al decoro ha portato anche 20.000 multe in tre anni. Nonostante il no del Codacons e la bocciatura della Corte Costituzionale, Alemanno non tira indietro le sue sanzioni, e afferma che rimarranno in vigore sino alla prossima settimana. Solo l’ ultimo provvedimento preso dal Sindaco di Roma, ha fino ad ora messo d’accordo tutti, ed è l’ordinanza antialcool entrata in vigore la settimana scorsa. Tale ordinanza è frutto della presa di coscienza dello scempio cittadino che caratterizza la capitale a causa dei fiumi d’alcool che scorrono tra le vene di sempre più giovani, come l’ultima vicenda che ha caratterizzato Campo dei fiori alcune settimane fa. Il provvedimento prevede "il divieto di somministrare o vendere bevande alcol che per l'asporto o il consumo al di fuori del locale di vendita e/o somministrazione e al di fuori delle relative superfici attrezzate, pubbliche o private, di pertinenza del locale medesimo, dalle ore 23 fino alla chiusura degli esercizi". Nella stessa ordinanza e' "vietato, dalle ore 23 alle ore 6, il consumo di bevande alcoliche nelle strade pubbliche o aperte al pubblico transito, ricadenti negli specifici ambiti territoriali indicati". Provvedimento questo che ha dato dei risultati positivi immediati. Infatti è molto più bello e sicuro aggirarsi per le strade romane e non vedere lo scempio di bottiglie vuote gettate per strada, di persone ubriache che barcollano. Si ha la sensazione di camminare in una città molto più pulita e forse più sicura. Per quanto possano essere accese, le critiche fanno sempre bene ad esistere, soprattutto se vengono fatte ad un uomo che ha il potere e la capacità di gestire una città complessa e problematica come Roma. Città eterogenea e multietnica, ma che offre tantissime opportunità soprattutto ai giovani. Città che deve essere curata e salvaguardata sotto tutti i punti di vista, dove le critiche fanno bene, basta che non ci siano solo quelle.



aprile2011

Il signoraggio della moneta

IL PENSIERO E L’OPINIONE

Marco Rinaudo

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l signoraggio della moneta ha visto i suoi primi albori addirittura nel "MILIONE" libro attribuito a Marco Polo, ma in realtà scritto da: Rustichello da Pisa a cui Polo dettò le sue memorie. Marco Polo prendeva ad esempio "IL SIGNORAGGIO" applicato dal grande imperatore " Kane", il " Gran Kan", nei confronti dei suoi sudditi. Racconta Marco Polo, che il Kan poteva acquistare da un gioielliere 100 grammi d'oro pagandolo con una moneta da 100 che in realtà era già stata depurata di 20 grammi del prezioso metallo, quindi pagando con solo reali 80 grammi. Oro che accantonava nelle sue casse private. Il "signoraggio” si sviluppò poi nei secoli. Imperatori, Regnati e liberi Stati cominciarono a coniare prima, è stampare poi monete con il 20% in meno del valore reale instaurando di fatto il

"signoraggio" ovvero : il Furto di danaro nei confronti dei Popoli. Questa malattia è insita in tutti gli stati del mondo ad opera delle banche centrali. Thomas Jefferson il fu Presidente degli Stati Uniti in un intervista concessa ad un giornalista della sua epoca ebbe a dire: Se gli americani pretendessero dalle banche di controllare l'emissione della moneta da essi usata, sia con l'inflazione, che con la deflazione, le Banche e le Corporations che, prosperano intorno alle monete esproprierebbero la gente al punto che i nostri figli si sveglierebbero nullatenenti e pieni di debiti. Il potere di emettere moneta dovrebbe essere tolto alle banche e restituito alla gente, a cui appartiene. Continuava: sinceramente credo che le istituzioni bancarie che hanno il potere di battere moneta siano pericolose per la libertà dei popoli più degli eserciti.

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RIVOLTE DAL NORD AFRICA AL MEDIO ORIENTE

Il conto salato della globalizzazione Maria Giovanna Mollace 'Liberté, Égalité, Fraternité'. Questo fu il motto rivoluzionario che fomentò una delle più importanti rivolte della storia del mondo occidentale. Sulla base di questi tre principi, nella Francia rivoluzionaria del 1795, venne concepita la 'Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino', ponendo le basi alle moderne democrazie europee e occidentali. Venne soppresso il dispotismo di una classe monarchica e nobiliare corrotta e sfruttatrice, facendo spazio ai diritti delle classi popolari e della borghesia rivoluzionaria. Leggendo vari editoriali e le notizie sui telegiornali in relazione alle rivolte in Nord Africa in questo periodo, si ha come l'impressione che si voglia forzatamente trasmettere l'idea di un mondo arabo affamato di democrazia e diritti civili sulla base del modello delle moderne democrazie occidentali. Così sullo sfondo delle manifestazioni di piazza Tahair, o delle strade rivoltose del Maghreb e del Medio Oriente, si sono alimentate romantiche interpretazioni di spinta rivoluzionaria e di autonoma importazione della democrazia di stampo occidentale. Premettendo che non è per niente facile racchiudere in un unico calderone esperienze politiche di paesi fortemente diversi, sia per questioni politiche che sociali, si può certamente affermare che la fame di democrazia non è venuta dal nulla grazie ad una specie di improvviso 'risveglio democratico' della popolazione. Il contagio democratico che molti osservatori hanno auspicato, non è il frutto di una rinascita delle coscienze arabe che guardano all'occidente come ad un modello virtuoso, ma è anzi il prodotto delle politiche occidentali nelle zone interessate, che da tempo si servono

dell'opportunismo più becero dei governanti locali impoverendo e sfruttando sempre di più la popolazione. Non si tratta quindi di fame di democrazia ma di fame reale, quella che l'occidente di oggi non conosce, quella degli stomaci vuoti e dei forni assaltati. Questa è l'unica analogia che lega le rivoluzioni arabe a quella che fomentò le folle negli ormai lontani anni della Rivoluzione Francese. Anche in quel caso, le carestie ed il clima avverso portarono ad una forte inflazione, ed il prezzo del pane aumentò a dismisura, costringendo la gente comune alla miseria. E si sa che ormai ogni rivoluzione nasce da una crisi economica, ma in questa circostanza le cause sono amplificate dalla portata del fenomeno della crisi globale, che per certi versi ha toccato queste popolazioni molto più di quelle europee e statunitensi. Sono gli effetti della parte marcia della globalizzazione che vengono allo scoperto oggi, delle speculazioni sul petrolio e sul pane, e non più solo di quelle immobiliari negli Stati Uniti. La speculazione finanziaria sui beni di prima necessità, come avvenuto già nel 2008 con la bolla immobiliare, ha innescato un aumento esponenziale di tutte le materie prime, specie quelle cerealicole, che hanno il loro centro di scambio mondiale proprio al Chicago Mercantile Exchange, che è la roccaforte della finanza Usa. Tra gennaio 2010 e gennaio 2011, le materie prime energetiche sono aumentate del 20,4%, e le materie prime alimentari del 32%. I maggiori aumenti sono stati registrati dal grano (62%) e dal frumento (58,7%). Il mercato del grano, inoltre, è stato influenzato dalle pessime condizioni atmosferiche e dai cattivi raccolti di alcuni paesi esportatori, come Russia e 34


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Australia, nonché dall'aumento della domanda della Cina, e dell'India, che sconta una cronica scarsa produttività agricola. L'aumento delle materie prime alimentari ha avuto un impatto maggiore nei paesi più poveri, dove una parte molto maggiore del reddito viene spesa in alimenti. Mentre in Italia la spesa alimentare ammonta al 17,5% dei consumi, in Egitto raggiunge il 48,1%. La ragione per la quale gli effetti della speculazione si sono sentiti di più proprio nel Nord Africa e in Medio Oriente risiede nel fatto che tali aree sono quelle maggiormente dipendenti dai mercati internazionali per l'approvvigionamento alimentare. Infatti, il Nord Africa è il principale importatore mondiale di grano (21,4 milioni dl tonnellate), seguito dal Medio Oriente (18,72 tonnellate). Sebbene secondo l' Ocse proprio i peasi del Nord Africa e del Medioriente, hanno registrato negli ultimi anni uno dei tassi di crescita maggiori del mondo bisogna chiedersi perché in queste zone migliaia di cittadini affamati sono scesi nelle piazze a protestare. Ad esempio l'Egitto, è cresciuto nel 2010 del 5,4%, ma in questo caso come in Tunisia, in Algeria e in molti paesi medio orientali, i benefici economici sono andati solo alle imprese, alle banche straniere e alle ristrettissime élite locali, la cui funzione è stata quella di mediare e gestire i capitali occidentali, in prima fila francesi, italiani e statunitensi. E' così che la fame della popolazione si è fusa alla rabbia nei confronti di governi corrotti e complici degli interessi esclusivamente occidentali, di oligarchie egoiste e avide che hanno lasciato gran parte della popolazione nella fame e nella disoccupazione. Oltre all' Egitto e alla Tunisia, dove le guerre civili sembrano essersi placate in vista delle future elezioni, In Siria si stanno svolgendo altre proteste, e in Giordania ogni venerdì si svolgono manifestazioni

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per chiedere nuove riforme di governo. Situazione simile in Yemen, con il governo che sta reprimendo nel sangue le manifestazioni e dove un cittadino su tre soffre la fame. Anche in Bahrein continuano le proteste contro la dinastia sunnita che da 200 anni domina la scena. In Libia la situazione è del tutto diversa e per certi versi paradossale, poiché regna la confusione tra le notizie riportate dai quotidiani di tutto il mondo. Fin dall' inizio delle rivolte la tv Al Jazeera (di proprietà del governo dell'Emiro del Qatar ), ha diffuso notizie false, seguita da tutti le altre emittenti mondiali. Non sono certi i numeri dei rivoltosi e dei morti, non è certa l'identità dei vari rivoltosi, e non è chiaro se quella che ha spinto le potenze occidentali a colpire sia stata il frutto di una reale crisi umanitaria. L'intervento militare iniziato da Usa, Francia, Inghilterra e seguito per inerzia dall' Italia, non ha fatto altro che peggiorare la situazione contribuendo ad alimentare un enorme pasticcio di cui ancora non si conosce la portata. Ultimamente anche in Costa d'Avorio si stanno svolgendo varie offensive militari nei confronti del presidente in carica Laurent Gbagbo, che non ha mai accettato la sconfitta elettorale. Ma dalla Costa d'Avorio non è escluso che dilaghino le proteste in molti altri stati del continente africano, nei quali i meccanismi politici non sono dissimili da quelli nord africani e anzi amplificati da una maggiore porvertà e sfruttamento. Vista la situazione, le ondate migratorie verso l'Europa sono una conseguenza logica di una situazione alla quale l'Europa stessa, a suo malgrado, ha contribuito nel tempo. A nulla servono le retoriche dei nostri politici per il contenimento del fenomeno, poiché prima o poi il conto si deve sempre pagare, specialmente dopo una grande abbuffata.


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GIAPPONE: TERREMOTO E INCUBO RADIAZIONI

Testimonianza di una sidernese a Tokyo Lo scorso 3 aprile, a poche settimane dallo spaventoso terremoto che ha colpito il Giappone l’11 marzo, siamo riusciti a metterci in contatto con Maria Rita Certomà, una ragazza di Siderno che abita a Tokyo da cinque anni, dove studia all’Università e sta per laurearsi. Ci ha raccontato come si vive dopo il sisma e lo tsunami e come percepiscono i giapponesi il pericolo delle radiazioni della centrale di Fukushima. Pubblichiamo in esclusiva l’intervista rilasciata da Maria Rita a Ilfattoonline.com.

Christian Morello

Come state vivendo in Giappone dopo il terremoto? Io vivo a Tokyo, sono a più di 100 km da Fukushima. È abbastanza lontano per non aver paura delle radiazioni. Purtroppo anche qui ci sono alcuni disagi. Per esempio nei supermercati è impossibile trovare lo yogurt e l’acqua minerale, o altri prodotti che provengono dalla zona di Fukushima. Ancora oggi i mezzi di trasporto non sono tornati in piena efficienza, è difficile spostarsi anche all‘interno delle città: i treni sono ancora fermi. A Tokyo non ci sono stati danni, a parte piatti rotti. Ancora avvertiamo scosse di terremoto ogni 2-3 giorni, ieri ne abbiamo sentita una del 5° grado. Qui la gente è abituata ai movimenti sismici, ma i miei amici dicono che non c’è stato mai niente di simile. Come è stato quel tremendo 11 marzo? Avete avuto paura? Certo. Molta paura. Nella zona più vicina all’epicentro la scossa è stata del 9° grado, qui a Tokyo è stata avvertita con la forza del 6° grado (ci ha spiegato che ciascun grado della scala Richter implica una forza sismica 25 volte più alta di quella del livello inferiore). Io mi sento miracolata: ero in ascensore, la scossa è iniziata proprio quando si sono aperte le porte. Se fosse avvenuta pochi secondi prima sarei rimasta bloccata li dentro. Mi sono tenuta alle pareti della scala. È stato terribile, sbatteva tutto, non si riusciva a stare in piedi. Le scosse sono durate circa 45 minuti,

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con brevi intervalli di 5-10 minuti tra una scossa e l’altra. Ci sono stati sia moti ondulatori che sussultori, davvero spaventoso. Ma le strutture hanno retto? Si, si. Gli edifici di Tokyo sono tutti in cemento armato e costruiti con criteri antisismici, non c’è stata neppure una crepa. Purtroppo, però, le casette in legno dei paesi più piccoli sono state quasi tutte danneggiate. Anche quelle sono antisismiche ma molto meno resistenti del cemento armato. Quando sono tornata a casa ho trovato i cassetti aperti, tutti i piatti in terra, ma nessun danno alla struttura. La popolazione come ha reagito? Ci sono stati momenti di panico, naturalmente. Ma dopo pochi minuti ci siamo ripresi. Anche gli uffici hanno ricominciato a lavorare. La cultura giapponese impone di non abbandonare il lavoro: il cliente è la cosa più importante. Nemmeno 5 minuti dopo la scossa sono stata in un’agenzia ed ho regolarmente sbrigato alcune pratiche. Nessuno ha abbandonato gli uffici, anche perché non si poteva spostarsi a causa dei mezzi pubblici in tilt. Tutti sapevano che i treni erano fermi, per questo hanno scelto di restare al lavoro piuttosto che correre a casa. A sera ho dovuto camminare per tre ore per raggiungere il mio appartamento. C’è chi ha fatto anche 9 ore a piedi, in molti hanno preferito dormire in ufficio. I supermercati sono stati


presi d’assalto. Poi sono venuti a mancare i generi alimentari, perché le strade erano tutte bloccate e non si poteva transitare con i camion per trasportare nulla, nemmeno il cibo. Questo fino a pochi giorni fa. Per quanto riguarda Fukushima e la radioattività, la gente cosa ne pensa? Ci sono polemiche? C’è una certa indignazione: la centrale di Fukushima è stata gestita con incompetenza. CertamenteI giapponesi sono convinti chi il loro Paese non può rinunciare all’energia nucleare, perché non dispone di altre fonti. Ma le centrali andrebbero concepite con una certa accortezza. Stiamo parlando di luoghi con forte rischio sismico, in riva dell’oceano, dove lo tsunami è sempre in agguato. Non si sarebbe dovuta costruire una centrale sulla costa, o almeno si sarebbero dovuti usare altri criteri di sicurezza. Ormai il governo ha capito che il Giappone da solo non può affrontare questa emergenza, e sta chiedendo aiuto agli Stati Uniti, alla Russia ed alla Francia. In particolare la Russia potrebbe fornire aiuto concreto, avendo già affrontato Cernobyl. Anche se la centrale di Fukushima è molto diversa. Qui non c’è stata fusione del nocciolo ma solo danni alla protezione esterna, mentre la protezione interna ha resistito. Il vero problema è l’acqua radioattiva, che andrebbe estratta e depositata in luogo sicuro. Questa operazione è molto rischiosa e non si è ancora capito come concluderla. L’acqua radioattiva sta uscendo, e contamina l’ambiente. È una corsa contro il tempo. Cosa pensi del nucleare in Italia? Non sapevo neppure che volessero costruire le centrali atomiche, l’ho saputo qualche giorno fa. Francamente penso che sarebbero da evitare. L’Italia è un Paese ad alto rischio sismico, come il Giappone. Credo sia davvero poco opportuno esporre la popolazione a pericoli così alti. Quello che è successo qui in Giappone potrebbe ripetersi anche in Italia. Se davvero si vogliono realizzare bisogna valutare attentamente il rischio sismico.

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Maria Rita è una ragazza di Siderno che ha lasciato l'Italia per andare a vivere, studiare e lavorare in Giappone. Abita a Tokyo da quasi sei anni, studia Economia gestionale, turismo e marketing alla Rikkyo University. Ha già maturato tutti i crediti e si laureerà l'anno prossimo. Intanto ha già lavorato per alcune multinazionali giapponesi, occupandosi del marketing e del commerciale, e presso agenzie di traduzioni. Come tanti giovani calabresi, Maria Rita è andata a vivere lontano. Fa parte di quei tanti “cervelli in fuga” che devono fare le valige. Un po' per studiare nelle migliori accademie - che non sempre possiamo pretendere di avere sotto casa - un po' per entrare a far parte di una realtà eccellente, un po' perché, per rimanere in Calabria, dovrebbero rinunciare a diventare qualcuno. Maria Rita è tra quei ragazzi che hanno dovuto lasciare casa loro per realizzarsi, per dare spazio alla propria intelligenza e crearsi un futuro. Dopo il diploma, all'Istituto Tecnico Turistico Zanotti Bianco di Marina di Gioiosa, si è trasferita a Roma, dove ha frequentato la Scuola Europea per il Turismo. Nel 2006 ha deciso di imparare a parlare giapponese, ed è andata nel Paese del Sol Levante. E da li non è più tornata, a parte qualche vacanza. Prima di potersi iscrivere all'università, Maria Rita ha dovuto frequentare L'Accademy Japanese Language Scool per conseguire il secondo livello di abilità della lingua. Diciamo che era già abituata a simili esperienze, dopo ben tre vacanze studio a Dublino, Berlino ed al Cambridge di Toronto, forse le mancava solo Tokyo. Chissà se aveva minimamente immaginato che sarebbe rimasta ad abitare li? Dopo la laurea, se dovesse tornare in Italia, sarebbe certamente una delle migliori manager sul mercato. Ma chi va così lontano torna solo in vacanza. Anche se porta nel cuore Siderno e non perde occasione per tornare, e trascorrere qualche settimana con i genitori, a Tokyo ha molti amici, il fidanzato, tutta la sua vita



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L'intervista a Bruno Tommaso contrabbassista direttore d'orchestra compositore arrangiatore

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di Chantal Mondè

minuti di jazz sei momenti 6 domande per parlare di un musicista e del suo vivere jazz.. Parlami un po della tua vita artistica e delle tappe importanti del tuo percorso Dopo aver passato i primi 20 anni da musicista in bilico tra jazz e musica classica e/o contemporanea, ho preso la decisine di dedicarmi al jazz , ma con una visione attenta a tutte le espressioni musicali che colpiscono la mia sensibilità. Da circa un anno,a causa di un problema fisico, ho rinunciato a suonare in pubblico il contrabbasso e mi sono concentrato sulla composizione, la direzione e l’insegnamento. Soprattutto quest ultimo mi ha consentito di vivere costantemente con la dura realtà della vita musicale, e in particolare con le problematiche inerenti il mondo giovanile. Vuoi parlare di un recente tuo lavoro discografico e relativi compagni di viaggio “L’Eccezione e la Regola” , una suite di danze per 5 solisti e orchestra jazz, commissionatomi da Paolo Fresu e alcune associazioni musicali sarde ( Ente Musicale di Nuoro, ABNO , Time in Jazz) per valorizzare le potenzialità creative di giovani musicisti di quella terra . E’ stata una piccola sfida perchè gli strumenti scelti non erano semplicissimi da amalgamare,trattandosi fisarmonica(Graziano Solinas) arpa(Marcella Carboni) pianoforte(Silvia Corda) e due trombe(Giovanni Sanna Passino e Antonio Meloni). Abbiamo fatto diverse registrazioni “live”

e forse ne nascerà un disco Dove pensi si stia direzionando il jazz italianoI musicisti di jazz in italia stanno crescendo in quantità e qualità. Giustamente le tendenze sono variegate, e si va dalle fotocopie patinate al radicalismo selvaggio. Io sono ottimista . Anche se non è tutto oro quello che luccica, dal confronto di idee non può non nascere il progresso. Ci sarebbe il problema della Poesia, ma quella non si trova facilmente neanche negli altri settori dell’arte e dello spettacolo. Se dovessi associare il jazz ad un film a quale film lo assoceresti “ I Soliti Ignoti” , sia per plot e i caratteri dei personaggi che per il fatto di essere uno dei primi film italiani in cui il jazz viene trattato in maniera significativa.....ovviamente questa è una scelta simbolica, non pretende di sentenziare valori assoluti Se dovessi associare il jazz ad un pittore o corrente pittorica a quale lo assoceresti A questa è impossibile rispondere, poichè il jazz, come la pittura, ha attraversato e attraversa una miriade di stili e correnti, dall’impressionismo al dadaismo, dall’espressionismo al neoclassicismo, etc. Ma se fossi costretto ad individare almeno un simbolo, citerei Ligabue, per la coesistenza di carnalità e spiritualità, improvvisazione e immaginazione, ingenuità e originale tecnica ell’uso della materia.


BODAS DE SANGRE

in the middle

Passione e fatalità in scena

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di Raffaella Rinaldis

l Palazzo della Cultura di Locri un esperimento di laboratorio con un gruppo eterogeneo di esperti e neofiti dell’arte della rappresentazione. Il teatro del quale Locri si sta imponendo da tempo come riferimento, si arricchisce di nuove esperienze. Tra queste un lavoro di Federico García Lorca che porterà in scena passione, dolore, fatalità degli eventi e scelte dettate dal sangue. La rappresentazione di eventi di una terra non troppo lontana da noi e non troppo dissimile. La Spagna degli anni trenta che, in alcune scene, ricorda la Calabria di pochi giorni fa. La lotta tra Federico García Lorca, autore di opere teatrali, poesia e ogni forma di espressione dell’umano sentire, fondò un gruppo teatrale universitario, «La Barraca» che, portando i classici nei piccoli centri, doveva contribuire a rinnovare la cultura del paese. Dopo un viaggio in Argentina e Uruguay, nel febbraio 1936 contribuì con Alberti e Bergamín a fondare l’Associazione degli intellettuali antifascisti: Lorca redige e firma, assieme a Rafael Alberti ed altri 300 intellettuali spagnoli, un manifesto d’appoggio al Frente Popular, che appare sul giornale comunista Mundo Obrero il 15 febbraio, un giorno prima delle elezioni che la sinistra vince di poco. In luglio ricevette un invito dagli Stati Uniti. Il 17 luglio 1936 scoppia l’insurrezione militare contro il governo della Repubblica: inizia la guerra civile spagnola. Il 19 agosto Federico García Lorca, che si era nascosto a Granada presso alcuni amici, viene trovato, rapito e portato a Viznar, dove, a pochi passi da una fontana conosciuta come la Fontana delle Lacrime, viene assassinato. Aveva 38 anni.

il dovere e la tensione dell’animo, tra il dovere e la fatalistica scelta di appartenere ad una comunità condannata. La lotta interna tra quello che si deve e quel che si vuole, la consapevolezza dell’irreparabile. A rendere palpabile la difficile congerie di elementi Bernardo Migliaccio Spina, poliedrico artista della rappresentazione, sia essa tecnica come le produzioni del suo Asimmetrici, dove come videomaker ha già prodotto lavori apprezzabili ed esperimenti finora mai azzardati, sia nella costruzione di lavori teatrali, dove l’insieme di elementi sensoriali viene arricchita fino a far comprendere fino in fondo le emozioni vissute dai protagonisti di un lavoro non facile. Altrettanto impegnativo per i protagonisti in scena, persone di varia età e di differente preparazione tecnica. Una varietà che, sbirciando dietro le quinte dei lavori, si percepisce nella valorizzazione dei differenti personaggi che acquistano la freschezza anche della interpretazione, “pulita” da qualsiasi precedente esperienza teatrale. Spunta anche la nota di arte danzante, della quale non sveliamo il ruolo, che però verrà attribuito alla preparazione della coreografa Maria Roberta Franco. Ad essere mossi dal regista e dalla coreografa sul palco, il nutrito gruppo di artisti. Seguiti dalla nostra redazione dietro le quinte, nel corso delle prove, è emersa la forte passione, anche se per alcuni non a livello professionale, per un’arte descritta quasi come maieutica. La profonda comprensione del personaggio che si rappresenta risulta essere per ognuno degli attori il momento di comprensione anche di se stessi, di quello che corrisponde o meno alla propria costruzione mentale e sensoriale. Un lavoro, quindi, che non solo viene affrontato dagli artisti in termini di produzione ma anche di crescita personale. Differenti elementi sono nati infatti nel corso del laboratorio, la loro profonda convinzione della validità del rappresentare i sentimenti e la storia, della comunanza con i risvolti sociali del nostro territorio, la difficoltà di rendere fino in fondo le sensazioni e i sentimenti dei protagonisti. Per questo motivo il gruppo non si è risparmiato e metterà in scena un lavoro che coinvolgerà molto il pubblico al quale consiglio di approcciarsi alla rappresentazione con lo spirito aperto di chi anela a ricevere forti sensazioni. Questo secondo il mio modesto parere. 40


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Nozze di sangue (Bodas de sangre, 1933).

“Nozze di sangue” è un dramma in tre atti. Mentre si preparano le nozze tra la Sposa e lo Sposo, il dialogo tra la Madre dello Sposo e una Vicina: si viene a sapere che Leonardo, ex fidanzato della Sposa e già sposato, appartiene alla famiglia dei Félix, uccisori del marito e dell’altro figlio della Madre. E’ il primo cupo presagio della tragedia che incombe………… ………il dialogo conclusivo tra due protagoniste femminili conferma i presagi luttuosi accumulati nel corso della vicenda e sancisce la dura sorte delle due donne, condannate al sacrificio e alla solitudine. García Lorca appartiene al filone sperimentale della generazione ’27. In Spagna il 1927 è l’anno decisivo per la nascita di una nuova poesia. Già il clima era fortemente vivificato dalle correnti moderniste e concettiste; mentre Juan Ramón Jiménez da iniziali posizioni moderniste si spostava su una poesia essenziale, leggiadra e aerea, segnata da emozioni metafisiche.


in magazine

Antichi mestieri

Il mestiere del cuoco di Christian Morello

Bisogna avere la passione per fare questo lavoro, altrimenti non puoi farlo” è la prima cosa che ci ha detto Carmine Cataldo, cuoco e socio del ristorante “Il lupo cattivo”, al quale abbiamo chiesto qualcosa sulla sua attività, che è l'antico mestiere di questo mese. “È un lavoro che dà una marea di soddisfazioni, ma richiede molto tempo da passare in cucina. La cosa più bella è la soddisfazione dei clienti a tavola. Il sacrificio maggiore è dover spendere molto tempo tra i fornelli e dover rinunciare a tante cose perché rimane poco tempo. Ma se ti piace questo lavoro non ti pesa”. Secondo Carmine non ci sono trucchi per fare il cuoco, conta solo l'esperienza. È un lavoro dove non si finisce mai di imparare. Fa il cuoco dal 1987. Fin da piccolo ha avuto la passione per questo genere di mestieri, ed ha scelto di studiare per diventare uno chef. Ha iniziato a lavorare come pasticcere, subito dopo il diploma all'Istituto alberghiero. Poi, in società col suo amico Domenico, ha aperto il ristorante. Non in un posto qualunque: è un antico frantoio del 1700, immerso nelle campagne del borgo di Gerace. “Era abbandonato, il tetto era crollato da vent'anni…” ci ha raccontato “apparteneva a una famiglia nobile. Poi mio papà l'ha comprato e ne ha fatto un deposito. Ma io fin da piccolo sognavo di ristrutturarlo e farne qualcosa di bello”. Il locale di Carmine si chiama “Il lupo cattivo” perchè, ci ha detto, è il soprannome di famiglia. È orgoglioso di dirci che il 70% dei prodotti che utilizza sono di produzione propria,

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come i salumi, l'olio e molti altri. La carne proviene da un allevamento di fiducia, con 21 giorni di frollatura. Gli chiediamo quali aromi aggiunge alle pietanze. “Noi usiamo la mentuccia, il finocchietto selvatico ed altri aromi tipici della nostra terra. Io sono amante della cucina tradizionale e non della nouvelle cuisine. Ricette semplici, senza salsine così elaborate che il cliente non capisce cosa sta mangiando”. Ai buoni piatti si abbina un buon vino. Dice di offrire etichette che provengono da tutta Italia, poche dall'estero. Offre prevalentemente vini calabresi, tra i quali le donne preferiscono il “Belfresco”, un rosso amabile di Cirò. Gli chiediamo se è più importante il sapore o la presentazione, non ha dubbi: un buon piatto deve averle entrambe, il suo successo si divide a metà tra bellezza e sapore. Il cuoco è un mestiere molto antico. Carmine ha detto che “Da quando c'erano i nobili esistono i cuochi: li chiamavano servi. Oggi si chiamano chef!”. Come tutti i mestieri antichi, anche questo rischia l'estinzione. Molti giovani scelgono di farlo, ma in tanti non ci mettono la passione, utilizzano prodotti surgelati. Anche i clienti stanno perdendo il gusto di mangiar bene, abituati ai piatti pronti dei supermercati. Ma non mancano quelli che sanno riconoscere la buna cucina, a loro Carmine offre le sue specialità: le tagliatelle ai ceci e finocchietto selvatico, la carne alla brace, la “stringozza alla jeracisi” (una crema di pomodori secchi, acciughe e capperi saltata in padella e coperta di pan grattato). Aproposito di clienti, da Carmine vanno a mangiare persone da tutta la Calabria e molti turisti, specialmente stranieri.



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Il modello 730/2011

di Vincenzo Sacca*

a stagione 2011 delle dichiarazione dei redditi è al suo via e, come di consueto, sarà il Modello 730 a dare inizio agli adempimenti ufficiali per i redditi conseguiti nell'anno d'imposta 2010. Vediamo innanzitutto i soggetti che possono presentare tale modello “per così dire semplificato”. Possono, presentare il modello 730 quei contribuenti che risultano essere nel 2011 lavoratori dipendenti, pensionati o percettori di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Il 730/2011 può essere pure presentato dai lavoratori con contratto a tempo determinato, di durata inferiore all'anno, a condizione che il rapporto sussista tra il mese di aprile e quello di luglio 2011 ( se ci si avvale del sostituto) oppure da giugno a luglio 2011 se ci si avvale di un CAF A chi rivolersi per la presentazione. Per la presentazione è possibile rivolgersi al proprio Sostituto d'imposta (qualora sia disponibile a prestare assistenza fiscale), ad un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o presso un professionista abilitato all'invio telematico. Documenti da esibire dai contribuenti che si avvalgono del modello 730/2011. Di seguito elenchiamo una serie (non completa, ma puramente indicativa), dei documenti utili alla compilazione del modello 730 e che in ogni caso vanno esibiti al CAF o al professionista abilitato alla trasmissione sia che il contribuente decida di presentarlo pre-compilato sia nel caso in cui venga elaborato dallo stesso soggetto che curerà poi la trasmissione all'amministrazione finanziaria. In particolare i contribuenti dovranno esibire i seguenti documenti anche in copia fotostatica: o codice fiscale del contribuente, del coniuge e dei familiari a carico; o dichiarazione dei redditi Mod. 730/2010 o Unico 2010 e delle certificazioni relative ai redditi di lavoro dipendente e/o assimilati ( CUD 2011);

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o documentazione relativa a redditi assimilabili a quelli di lavoro dipendente; o documentazione idonea a rilevare i redditi di terreni o fabbricati; o fatture o scontrini parlanti relativi alle prestazioni mediche e sanitarie; o copia delle quietanze relative agli interessi passivi versati per i mutui ipotecari per gli immobili e per i mutui agrari per i terreni; o premi versati per l'assicurazione sulla vita o sugli infortuni; o quietanze relative al versamento delle tasse di iscrizione a scuole medie superiori, università e a scuole di specializzazione post-universitarie; o quietanze relative alle erogazioni liberali effettuate a favore dei partiti politici e delle ONLUS; o quietanze di versamento del premio Rc auto per la deduzione del contributo SSN; o documentazione relativa al pagamento nel corso del 2010 di eventuali spese funebri; o certificazione relative all'erogazione mensile degli importi per l'assegno di mantenimento del coniuge, (ed eventualmente per i figli) con la sentenza di separazione o di divorzio; o copie delle deleghe dei versamenti effettuati nel corso del 2010 per saldo ed acconti IRPEF e addizionale regionale. Infine, ricordiamo che il contribuente può documentare con apposita autocertificazione il sostenimento delle spese sanitarie per i familiari, non fiscalmente a carico, affetti da patologie che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria pubblica quando la ricevuta di pagamento è rilasciata allo stesso familiare. Termini di presentazione. Entro il 30 aprile 2011 se il modello è presentato al proprio sostituto d'imposta; entro il 31 maggio 2011 se il modello è presentato a un CAF o a un professionista abilitato. *Dottore Commercialista




Il gusto amaro delle caramelle

aprile2011

DALLA PEDOFILIA AL BULLISMO

È

Storia di un'infanzia tutt'altro che felice

stato presentato per la prima volta a Catanzaro domenica 10 aprile, alle ore 19.00 al Caffè delle Arti in via Fontana Vecchia, nell'ambito della XIII Settimana della Cultura, il libro “Il gusto amaro delle caremelle”, scritto da Antonio Bianchi - avvocato e professore di diritto alle scuole superiori, attualmente responsabile della Camera Minorile di Castrovillari - e pubblicato per i tipi della casa editrice “Edizioni la rondine” di Catanzaro. Il volume racconta la storia di un'infanzia e di un'adolescenza tutt'altro che felici. Protagonisti una mamma che muore quando lui è ancora troppo piccolo, due nonni che cercano, in qualche modo, di riempire quel vuoto ma senza riuscirci realmente, uno zio che lo vede come oggetto delle sue mostruose pulsioni e un padre interessato più alla sua carriera e alle sue avventure che a cercare di capire cosa si nasconde dietro i silenzi del figlio. È un uomo che cerca, consapevolmente e per quanto possibile, di resistere al demone che si sta facendo strada dentro la sua anima, ma che non riuscirà mai a scacciare. La strana amicizia che lo “legherà” a Luca, Federico e Don Mariano e gli incontri che farà lo catapulteranno in un mondo in cui non esistono leggi e regole o, forse, la cui

unica legge e regola esistente è il soddisfacimento di aberranti desideri, che lo porteranno a sperare in un provvidenziale annullamento di sé, del suo corpo e della sua anima. «Una prosa chiara e scorrevole che porta ad affrontare temi di grande attualità, dalla pedofilia, che rappresenta il filo conduttore, al bullismo, alla prostituzione, all'omosessualità; temi "scomodi" che spesso si evita di trattare - scrive Francesca Parise in una delle prime recensioni sul volume -. Un libro-denuncia, ricco di riferimenti mitologici, storici, filosofici, biblici che rendono la lettura piacevole, per niente noioso, con un linguaggio comprensibile e all'interno del quale non mancano colpi di scena che mantengono desta l'attenzione del lettore». Il volume sarà presentato al pubblico alla presenza dell'autore, del titolare della libreria “Don Chischiotte” di Catanzaro Lido, Nunzio Belcaro, e del direttore editoriale di Edizioni La Rondine, Gianluca Lucia. «Con il mio libro - ha detto Antonio Bianchi in un recente incontro pubblico - non voglio parlare ai legali, ai magistrati. Ma il mio scritto è rivolto alla gente, per portare nelle case un problema che non deve suscitare in noi condanna soltanto a fatto avvenuto, ma deve saper essere prevenuto con l'educazione familiare e con l'impegno delle istituzioni».

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europe direct

Commissario UE per l'energia Günther Oettinger ha dichiarato: "Riguardo a temi quali la produzione e il consumo di energia, oggi più che mai l'Europa deve indirizzarsi sul cammino della sostenibilità. È giunto infatti il momento di investire in una maggiore efficienza energetica e ricorrere più ampiamente alle fonti rinnovabili: si tratta del modo migliore e più futuribile per garantire l'approvvigionamento di energia sicura e concorrenziale ai nostri figli. Le reti intelligenti e l'uso di contatori intelligenti sono tra i metodi chiave per migliorare l'uso dell'energia." Per l'edizione 2011 della Settimana UE dell'energia sostenibile sono stati celebrati quasi 150 eventi a Bruxelles, mentre in 43 paesi dell'Europa e dell'area mediterranea si sono svolte più di 450 "Giornate dell'energia", con oltre 30.000 partecipanti: in programma presentazioni di nuovi progetti, dibattiti e conferenze. Martedì 12 aprile il Commissario Oettinger ha dato il via alla cerimonia di apertura con un discorso dedicato al futuro energetico dell'Europa ed ha presentato alla stampa la Comunicazione sulle reti intelligenti. Il nuovo documento strategico è imperniato sulle comunicazioni digitali bidirezionali volte a migliorare l'efficienza e aiutare i consumatori a gestire meglio i dispositivi di cui dispongono a casa, come ad esempio i contatori intelligenti. Grazie a tali dispositivi è possibile risparmiare in media fino al 10 % dell'energia. In serata presso il Theatre de Vaudeville di Bruxelles sono stati annunciati i sei vincitori del Premio europeo per l'energia sostenibile, un riconoscimento dedicato a progetti di eccellenza nel campo dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Si è svolto anche lo spettacolo simbolico e visuale denominato "Efficienza energetica: la corsia vincente" , che ha visto sette frigoriferi contendersi la palma dell'efficienza energetica, dimostrando così l'importanza dell' l'etichettatura indicante il consumo di energia per i cittadini UE. La Settimana UE dell'energia sostenibile, organizzata dall' Agenzia esecutiva per la competitività e l'innovazione per conto della Direzione generale "Energia" della Commissione europea, rappresenta l'evento-clou annuale nel quadro della Campagna europea per l'energia sostenibile .

Calabria & Europa

La settimana europea dell'Energia sostenibile Durante la Settimana UE dell'energia sostenibile 2011, in programma dall'11 al 15 aprile, oltre 30 000 partecipanti sparsi in 43 paesi hanno dibattuto di efficienza energetica ed energie rinnovabili. La Commissione ha organizzato l'evento centrale della manifestazione, che si è svolto a Bruxelles incentrato sulle discussioni relative ai migliori impieghi dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili in Europa nonché alla dimostrazione di esempi concreti su come migliorarli. Durante la manifestazione sono stati inoltre annunciati i prossimi passi intrapresi per diffondere su vasta scala le reti energetiche intelligenti e per offrire ai consumatori maggiori possibilità per controllare il proprio consumo e risparmiare energia. Nell'annunciare la Settimana europea, il

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|if etica e politica

La coscienza sociale

Il

di Raffaella Rinaldis

degrado dei sistemi sociali e di quelli ambientali a causa del modello di sviluppo dominante nelle nostre società che privilegia la dimensione economica e la “quantità” della produzione e del consumo rispetto a qualsiasi altro fattore sociale, culturale, ambientale, sta arrivando ad una tale degenerazione che ormai il cittadino, in modo autonomo e spontaneo, ha dato vita ad un comportamento ecosostenibile. In questa accezione di sostenibilità ambientale, però, rientrano pochi soggetti rispetto all’intera popolazione mondiale e l’impatto di una tale sensibilità non può produrre effetti se lo stesso comportamento non si allarga ad una scala di gran lunga maggiore. Occorre quindi che la nascita di una posizione di “etica della Terra”, venga promossa attraverso approcci innovativi per un diverso impatto delle società umane sugli equilibri sociali e ambientali del pianeta, anche e soprattutto da una interforze istituzionale di livello mondiale. Da un lato, è già stata avviata una strada, come la riflessione elaborata in ambito internazionale dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite nel 1987 sullo sviluppo sostenibile che viene definito come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compro-

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mettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Due sono i concetti chiave che si rilevano da questa definizione: il fine dello sviluppo sostenibile è la persona umana, per cui lo sviluppo per essere sostenibile deve essere indirizzato a promuovere i bisogni essenziali/diritti umani delle persone in una prospettiva intragenerazionale (tutte le persone che vivono oggi sul pianeta) e intergenerazionale (le future generazioni); il secondo principio, insito nelle preoccupazione per le generazioni di domani, afferma e riconosce i limiti della natura, cioè che il pianeta terra è un sistema chiuso e limitato. L’approccio della sostenibilità non si propone di bloccare il progresso delle società umane, ma di guidarlo nel rispetto dei vincoli dati dalla capacità di rigenerazione delle risorse e di assorbimento dei rifiuti e dell’inquinamento da parte dell’ambiente naturale”. Lo sviluppo umano sostenibile è l’approccio attorno a cui si sono venute costruendo le risposte delle organizzazioni internazionali, degli stati e della società civile alla questione ambientale e alle disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo. Risposte che devono saper integrare e valorizzare almeno tre dimensioni fondamentali delle nostre società: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità eco-


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diventa ambientale nomica, la sostenibilità sociale. In sintesi non si può stare al mondo senza ottenere un impatto sull’evoluzione della natura, si può vivere però tenendo conto del proprio impatto e mantenendo comportamenti atti a compensare o non aggravare il peso su un sistema naturale destinato al collasso. I comportamenti umani quindi, devono tener conto di questo. Così come la programmazione economica mondiale deve poter prevedere sistemi economici che valorizzino le scelte ecosostenibili e sostenere contemporaneamente la crescita sociale in aiuto di fasce di popolazione cui garantire diritti e sistemi in grado di assicurare la fruizione di necessità umane. L’impatto poi, se si considera l’evoluzione industriale ed economica, viene reso maggiore nei paesi maggiormente industrializzati e nei paesi di nuova industrializzazione, dove ancora non vengono affermati e garantiti i limiti di impatto ambientale. Di contro i paesi meno sviluppati offrono al garanzia di sostenibilità a discapito di una economia al collasso. La programmazione di strutture economiche basate sulle coltivazioni e sull’arricchimento delle scorte di acqua consentirebbe di elaborare una nuova economia sostenibile e di sviluppo delle aree povere. Aree che di per sé sono nate con la cultura del rispetto della natura, come la cultura africana animista, dove ogni

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pianta, animale, oggetto ha una propria anima, è dotata di una sua essenza e per ciò stesso da rispettare. Si instaura infatti, secondo la cultura animista, madre atavica di come tutte le religioni, il rapporto con ogni cosa, si guarda ad ogni cosa come ad un essere simile a sé, quindi verso il quale occorre manifestare e prestare rispetto, attenzione. Ne consegue il grande rispetto verso le piante, gli animali e la natura in genere dove il danno non deve essere perpetrato per il solo egoistico fine della “comodità umana”. L’etica della sostenibilità, affermata di recente, sostiene che il divenire umano nell’essenza individuale, non può prescindere dall’evoluzione quasi didattica, educativa che si forma attraverso esperienze individuali dove il soggetto, il cittadino, trova conferma del suo assunto, quello cioè del rispetto della natura e del relativo risultato del comportamento ecosostenibile. L’atto di volontà proprio, evolutosi fino a diffondersi nel resto della società, può portare ad un ampliamento dei comportamenti etici e sostenibili fino ad una formazione di responsabilità collettiva. Se dovessimo tracciare una mappa delle concentrazioni di comportamenti etici sostenibili nel mondo troveremmo una miriade di punti anche molto lontani tra loro. L’intenzione dovrebbe essere quella di rendere il globo un uniforme variazione di uno stesso colore, il verde.


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ucinare è un'arte. E l'Italia è famosa sia per le sue opere d'arte che per la buona tavola. Ma anche mangiar bene è un'arte, quella del buongustaio. Cibi raffinati, tramandati da molte generazioni per conservare una lunga tradizione di saperi e di sapori, che nel tempo restano immutati, per offrire al palato le stesse sensazioni. Altri piatti provengono invece dalla gustosa innovazione dei migliori chef mondiali, che sanno sempre come far sposare i sapori di mille e mille ingredienti. La scelta degli aromi giusti, la freschezza, i piccoli segreti nella preparazione.

Questi sono i trucchi dei cuochi italiani. Nei ristoranti italiani il gusto si sposa con l'estetica. La raffinatezza dei piatti viene letteralmente incorniciata dalla bellezza dei luoghi. Da quelli rustici ed antichi, figli di una storia ricca d'arte e suggestione, a quelli moderni, concepiti con il massimo della classe e della raffinatezza. In Italia mangiare non è solo un bisogno: è soprattutto un piacere. E se tutto questo diventa l'occasione per pranzare o cenare in buona compagnia, non abbiamo altro da suggerire: andate al ristorante.



|if tra mito leggenda e tradizione

Tradizione di primavera e le origini pagane della Pasqua

Il

di Tiziana Romeo

freddo e il buio prolungato delle giornate invernali, hanno da tempo immemorabile suggerito a tutti i popoli l’idea della morte: la stessa sospensione della vita vegetale era considerata come presagio funesto. L’ansia che derivava da questo cambiamento, si traduceva in forme rituali, le quali avevano la funzione di esorcizzare l’evento e di favorire la rinascita: il periodo che precede o segue l’equinozio di primavera è stato da sempre uno dei più ricchi di feste, cerimonie, credenze e miti. Tutte le società, in particolare quelle agricole, celebravano la primavera come una rinascita, attraverso simbologie radicate nelle più profonde paure.. Ad esempio, i mesi di marzo e aprile erano caratterizzati da riti di espulsione della morte e da cerimonie magiche con lo scopo di risvegliare le dormienti energie della natura, come tra gli aborigeni dell’Australia centrale e presso molte popolazioni del Mediterraneo. Secondo gli antichi Egizi, con l’arrivo della primavera, l’Uovo cosmico plasmato da Ptah, da lui deposto sulle rive del Nilo e qui covato dall’oca sacra, si apriva e ne usciva Ra, il Sole. Al ritorno della bella stagione anche i Celti festeggiavano Beltaine, festa dedicata a Bel (o Belenos), il dio della luce. Etimologicamente il termine Beltaine significa “fuoco luminoso”: i riti di questa festa si svolgevano alla luce di grandi falò. Il fuoco era quello dell’ispirazione, della forza che induce al movimento, che chiama all’aperto e risveglia i sensi.

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L’Equinozio di Primavera, posto ad Oriente, rappresenta dunque il momento della ricezione della saggezza e dell’illuminazione, perchè è ad Oriente che sorge il Sole. Anticamente sempre tra le popolazioni celtiche, si usava far passare il bestiame attraverso due fuochi “purificatori”. I giovani saltavano sopra il fuoco per propiziarsi la fortuna nella ricerca della sposa o dello sposo; i viaggiatori saltavano il fuoco per assicurarsi un viaggio sicuro e le donne incinte per assicurarsi un parto facile. Era una festa allegra, in cui si celebravano i matrimoni “a scadenza”, che sarebbero durati per un anno, cioè sino al successivo Beltaine. Il rituale tipico di Beltaine prevedeva si danzasse intorno a un palo ben piantato a terra che si innalzava verso il cielo; tale simbolismo rappresenta l’immagine della fecondità che contrassegna molti aspetti della festa: i druidi eseguivano infatti complessi rituali per benedire la terra affinché desse i suoi frutti. Sempre in primavera si celebravano in Grecia i Piccoli Misteri Eleusini ad Eleusi, una piccola città dell’Attica. Il nome significa appunto “arrivo”, perché si narra che proprio qui arrivò Demetra cercando la figlia Persefone rapita dal dio dei morti, Ade. La sparizione ed il ritorno di Persefone venivano ricordati con cerimonie suggestive che simulavano la morte mistica della natura, la rinascita, la fecondità e la


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rigenerazione. Coloro che venivano iniziati ai Piccoli Misteri, avrebbero ricevuto abbondanza materiale da parte della dea del grano, ma anche la liberazione dall’angoscia e dal dolore ed un trattamento privilegiato dopo la morte. Omero, parlando dei Misteri, disse: “Coloro che non conoscono queste sacre cerimonie e coloro che vi hanno partecipato non avranno uguale destino dopo la morte, nel regno delle ombre”.?Sempre in Grecia, i primi dieci giorni di aprile erano dedicati alle “Feste Megalesi” (dal greco megale, la grande) in onore di Cibele, la Grande Madre, divinità primigenia, madre degli dei e degli uomini. I Romani a loro volta continuarono questa usanza, arricchendola con i Ludi Megalenses, giochi pubblici che seguivano l’aspersione pubblica rituale, fatta con acqua consacrata, della statua della Grande Madre. Nella religione cristiana invece, grande importanza ha la festività di Pasqua, la Resurrezione di Cristo che con il suo sacrificio cancella le ataviche colpe umane. ?Tra le pieghe di questa festa religiosa, però, sono ben nascosti molti simboli e tradizioni di origine pagana, ricordi di altre e ben più antiche festività poi cancellate dal Cristianesimo con una vera e propria opera di sincretismo. Lo stesso termine Pasqua deriverebbe etimologicamente dall’inglese Easter, che ci riporterebbe ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e in particolare ad una antica divinità pagana, la Dea Eostre, portatrice di fertilità. Essa era collegata alla luce dell’Est e in particolare all’equinozio di Primavera che veniva chiamato dai popoli celti “Eostur-Monath” e successivamente “Ostara”. A tal proposito mi piace ricordare che grande è il collegamento e la similitudine fra le usanze pagane ed i culti celebrati in onore

di questa dea e la nostra tradizione pasquale cristiana. Ad esempio il gesto di donare uova di cioccolato, ha le sue antiche radici in una celebrazione pagana nordica, in cui si celebrava il ritorno della Dea, andando a scambiarsi uova sacre sotto l’albero ritenuto magico del villaggio; usanza che collega dunque Eostre alle divinità arboree della fertilità. L’uovo tuttavia non è scelto a caso, ma è da sempre simbolo di rinascita. Per l’antico raccoglitore e cacciatore la Primavera portava gli uccelli a deporre le proprie uova e dunque ad avere un nuovo sostentamento dopo l’austerità dell’inverno. La stessa deposizione di uova differenti da parte delle diverse specie di uccelli potrebbe portare all’idea delle uova variamente dipinte che si sono poi tramandate fino ai giorni nostri. Un’altra tradizione interessante è quella dei così detti Giardini di Adone: in particolare nell’area orientale, ma anche in Grecia e nella stessa Locri arcaica, si venerava sotto i nomi di Tammuz e Adone, la decadenza e la rinascita annuale della vita e anche se le fonti intorno a queste divinità sono frammentarie, da esse deduciamo che morissero ogni anno per poi risorgere. Ad esse era dedicato una specie di giardino che altro non era che un simbolo basato sul principio della Magia Imitativa, cioè che il simile produce il simile: realizzare questi giardini fioriti all’interno di vasi in terracotta, era un modo per incoraggiare la crescita delle messi. Dunque ancora una volta,dobbiamo prendere coscienza che le nostre usanze attuali,i nostri usi e costumi,abbiano profonde radici in un mistico intreccio di culture e credenze che si fondono in antichi rituali e simbologie che si perdono e sfumano nella notte dei tempi …

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|if arte

Piero della Francesca: Resurrezione

IL PRIMO GIORNO DOPO IL SABATO L'opera che in questo numero vogliamo evidenziare, in occasione della festa cristiana che in questo mese si festeggia, ha una sua importanza storica molto forte. Conosciuto per la sua bellezza e preziosità artistica, l'affresco de La Resurrezione di Cristo ( affresco, 225x200, 1463-1465),

di Giuseppina Laura Dominici “Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal Sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: < Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno>. Ed esse si ricordarono delle sue parole, e, tornate dal Sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanni e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli Apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al Sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto. Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Èmmaus, e 56

conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: < Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?>. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: < Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?>. Domandò: < Che cosa? >. Gli risposero: < Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al Sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che Egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al Sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma Lui non l'hanno visto>. Ed Egli disse


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loro: < Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? >. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, Egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: < Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino >. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma Lui sparì dalla loro vista. ed essi si dissero l'un l'altro: < Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture? >. E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: < Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone >. Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane” ( Luca 20).

Pasqua, un periodo particolare per noi cristiani. Parliamo di Resurrezione, concepita come massimo apice della vita di Cristo. Nel corso dei secoli, molti dei più grandi artisti, raffigurarono nelle arti, i fatti e le scene tratte dalle Sacre Scritture che leggevano. Infatti, le riproduzioni sacre sono tantissime in questa sfera, appartenenti a correnti diverse, periodi storici differenti, dallo stile classico al moderno. L'opera che in questo numero vogliamo evidenziare, in occasione della festa cristiana che in questo mese si festeggia, ha una sua importanza storica molto forte. Conosciuto per la sua bellezza e preziosità artistica, l'affresco de La Resurrezione di Cristo ( affresco, 225x200, 14631465), conservato alla Pinacoteca Comunale di San Sepolcro, offre allo spettatore che lo osserva, l'immagine trionfale di Cristo Risorto. Grande fu la mano che lo dipinse, appartenente ad uno dei pittori più rilevanti del quattrocento, vale a dire quella di Piero della Francesca (Borgo San Sepolcro, 1415 ca - 12 ottobre 1492), figura importante e tassello prezioso, nella costruzione della storia dell'arte della nostra bellissima Italia, ricca di meraviglie, sempre più spesso, purtroppo, dimenticate. 57


|if magazine

Pescare nella

rete o navigare nel mare 2.0? E non parliamo poi, del classico caso del compagno di scuola dimenticato negli antri della memoria che ti

tira fuori la foto in cui sei un vero “cesso” e ti TAGGA cosi' al “pubblico ludibrio”...

Ho da tempo acquistato un pc, pero' ancora non sono riuscita ad entrare nei meandri dell'”internet”. Per correre ai ripari vado a trovare la figlia di mia cugina, una splendida ragazza 2.0 - come si dice adesso - che si chiama Elettra. Appena iniziamo a prender confidenza col mezzo lei mi fa: “ Ausilia fai doppio click” ed io “cos'è un doppio click?”, “un click fatto due volte”, ed io : “cos'è un click?”. “Quello che fai col mouse”, ed io: “Mouse?”. Insomma dopo l'inizio catastrofico, sono di prepotenza entrata in questo favoloso mondo virtuale. Ho aperto un account su facebook, twitter, myspace, mi sono fatta skype ed ho aperto un blog per coltivare la mia passione per la scrittura. Posso dire anch'io di essere finalmente nella rete, “the net”, come si dice oggi. Sapete, 58


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ripeto cosi' un po' a casaccio perché, vi confesso, ai miei tempi si faceva francese, ma tant'é… Fondamentalmente ho notato che tutto gira come sempre, per esempio nei social network esiste una mistificazione dell'esistenza, cioè voglio dire, non vi è mai capitato di litigare con la vicina di casa/amico/fidanzato per un messaggio scritto su facebook? Io, addirittura, l'altro giorno ho chiesto un limone alla mia dirimpettaia di pianerottolo via chat. Facile, no? Stiamo vagliando, in condominio, visto che l'amministratore è uccel di bosco, di fare le riunioni in video conferenza su skype, proposta questa dal Signor Pardemanzio del 4° piano ed accolta con gaudio. Siamo tutti “over”…bé l'età non si puo' dire e gli acciacchi nostri li sappiamo noi. E non parliamo poi, del classico caso del compagno di scuola dimenticato negli antri della memoria che ti tira fuori la foto in cui sei un vero “cesso” e ti TAGGA cosi' al “pubblico ludibrio”. Io, che me la lego al dito, per un fatto del genere non sono andata alla prima comunione della nipote della mia amica Nellina. E quando ce vo' ce vo'. Poi su FB siamo arrivati al parossismo, esiste un servizio (cloudgirlfriend.com) che in quattro passi fornisce la ragazza perfetta da associare al nostro profilo facebook. Primo, definisci la tua ragazza ideale. Secondo, viene creata su server. Tre, connettiti ed interagisci pubblicamente con lei sui social network che preferisci. Quattro, goditi la tua relazione a distanza con la tua donna perfetta. Che non esiste. Ora, so che forse é troppo 2.0, ma io l'ho proposto a mio nipote Felice, che felice non era, appunto, causa incapacità a relazionarsi col sesso femminile. O, forse, visto che è brutto ed ha la forfora è il sesso femminile che prova forte repulsione nel vederlo. Ora lui sfoggia la sua “fantomatica” fidanzata, quella che una volta si chiamava “per procura”. Altro problema: lo “stato civile” è spesso fonte di incomprensioni all'interno della coppia. Ad esempio, dopo quanto tempo è opportuno cambiare il proprio status da single a impegnato? Se cambi lo status troppo presto sembri appiccicoso; ma se aspetti troppo dai l'idea di non volerti impegnare. Quest'ultima opzione veramente mi sembra lo status mentale automaticamente programmato in tutti gli uomini. Bé io parlo del mio quartiere 2.0, poi non so se fuori è cosi'…

Fondamentalme nte ho notato che tutto gira come sempre, per esempio nei social network esiste una mistificazione dell'esistenza, cioè voglio dire, non vi è mai capitato di litigare con la vicina di casa/amico/fida nzato per un messaggio scritto su facebook? Io, addirittura, l'altro giorno ho chiesto un limone alla mia dirimpettaia di pianerottolo via chat. Facile, no? Stiamo vagliando, in condominio, visto che l'amministratore è uccel di bosco, di fare le riunioni in video conferenza su skype, proposta questa dal Signor Pardemanzio del 4° piano ed accolta con gaudio. 59

Per non parlare poi dello status “relazione aperta”, secondo me consentita solo a chi era presente al primo Woodstock, ha l'autografo di Janis Joplin ed ha vissuto almeno due mesi in una comune hippie. Intanto io ieri ho bruciato la frittata mentre cercavo “Sellerio Editore” su Twitter. Questa vita 2.0 sta rovinando anche me. Eccoci a Twitter. Se lo dovessi definire, per carità non in 140 caratteri, potrei dire che è la versione virtuale delle scuole medie. Se su FB ritrovi i compagni, su Twitter ritrovi le dinamiche. Questa classe è popolata da: il carismatico, l'egocentrico, la bellona, quelli come mio nipote Felice (sfigati, dice Elettra), il cretino (e per questo non servono spiegazioni), il nuovo arrivato, i vip, l'eremita, il fantasma e via dicendo. Insomma in questa classe ci sono i gruppetti che isolano lo sfigato, ci sono le festine private, i bigliettini sotto il banco, i finti sorrisi e le risatine alle spalle, le ripicche. E che cosa c'è di più reale di queste cose, altro che virtuale?? Ma c'è di più. Quest'anno “gugol”, io lo scrivo come lo dico, addirittura il motore di ricerca più famoso della rete ha messo online ben 4 scherzi per il primo d'Aprile. Uno in cui si introduce la G-Mail motion, un sistema per controllare la posta con il corpo. A me sembra un po' da Neanderthal affidare la gestione messaggi ai gesti di qualcuno, che so del mio condominio: chi l'artrite reumatoide, chi un po' di tremolio alle mani, e poi chi ha la badante polacca? I gesti potrebbero non corrispondere… E qui una parentesi sulla mail, che ovviamente Elettra mi ha aiutato ad aprire. Che meraviglia! Non devo neanche scendere giù a guardare la cassetta per tutte quelle graditissime offerte pubblicitarie…si sa nei lunghi pomeriggi invernali noi pensionati “sfogliamo” volentieri anche quelle. La rete si diverte alle nostre spalle : compare, sempre il 1° Aprile, sul blog di youtube un post dedicato al primo secolo di attività del servizio…e per la gioia dei creduloni pubblica un video con la top 5 dei video più cliccati del 1911! Detto tutto questo, in un articolo online letto nel mio “navigare” ho condiviso di lanciare l'iniziativa di spegnere tutti i nostri apparecchi in versione 2.0 in un'ora di un giorno ben preciso. Cioè Facebook, Twitter, Youtube e quant'altro. E assaporare com'è la nostra vita senza. Perché cosi' è la realtà, se vi pare. Vostra zia ausilia


|if magazine

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ossella Scherl, prolifica autrice di novelle si è cimentata con una storia di difficile produzione. È sempre difficile, infatti, mettere su carta il sentimento. Soprattutto quando il sentimento è complesso e portato avanti per una vita, quella della protagonista che, con Nora, vive l'intricato sentimento di amore-odio, il perché lo si scopre leggendo la storia che, all'inizio può sembrare prevedibile e che invece riserva sorprese narrative. Il sentimento che porta la protagonista a vivere in modo differente le emozioni e la sua stessa vita. Niente di più si può dire della storia che va letta, tutta d'un fiato, a far sì che le emozioni della protagonista entrino del cuore del lettore e ne facciano comprendere il perché delle azioni. Azioni ed emozioni si legano in questo libro con lo strumento del pensiero. La protagonista pensa, ragiona con se stessa, ricorda e analizza. Pone l'assunto di un pensiero, del quale era convinta da tutta una vita e poi, con un piccolo ricordo che emerge al momento o con un nuovo elemento che spunta fuori quasi per caso, deve stravolgere le sue convinzioni, le sue posizioni finora tenute quasi metodicamente. Dal libro emerge un altro assunto, questa volta ragionato e considerato nella sua realtà. Il mondo non è fatto di bianco e nero, ma di gradazioni di grigio. Dove la ragione o la verità non si tro-

Le Ragioni di Nora La recensione

quando l’emozione segna una vita

L'

autrice è figlia di un istriano e di una napoletana. Dopo aver vissuto a Napoli si è trasferita in Calabria. Già prodotti numerosi racconti su Inchiostro e nella raccolta Rosa napoletano III della provincia di Napoli, è già apparsa sulle nostre pagine con il racconto “A tu per Tu”. Assidua frequentatrice de Lalineascritta.

vano mai da una sola parte. Questa è la verità cui arriva la protagonista, attanagliata dalla mancanza dei ricordi dei propri sogni, ogni mattina in piedi a tentare di ricordare quelle strane storie nate nel buio della mente . Il libro, scandito dai nomi dei giorni, quasi si tendesse ad arrivare al giorno fatidico, è composto di frasi nette, pulite; profondamente descrittivo delle emozioni umane è imperniato di bei ricordi d'infanzia, raccontati con la semplicità e nitidezza dei ricordi di bambino, quando si ricorda l'essenziale, il sentimento provato nel momento che costituisce il ricordo. Un bel libro da leggere, insomma, anche per poter aiutare i ricordi del passato di ognuno di noi.



Coming soon...

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COMMEDIE drammatiche all’italiana di Ambra Caserta

Dopo il grande successo di “Nessuno mi può giudicare”, “Il colore del vento”, l' ”Habemus papam” di Nanni Moretti o la frizzante commedia “Se sei così ti dico sì” con la diva Belen, spazio ancora alle pellicole nostrane per questa fiorente stagione cinematografica. Ricche sorprese filmiche tipicamente italiane senza nulla togliere ai grandi thriller e film di fantascienza stranieri - per cinque uscite di stampo drammatico, in sala dal 29 aprile. Per la regia di Elisabetta Rocchetti “Diciottanni- il mondo ai miei piedi” (cast: Marco Rulli, Elisabetta Rocchetti, G-Max, Marco Iannitello, Nina Torresi, Alessia Barela, Rosa Pianeta, Monica Cervini) è la storia di Ludovico, un giovane dai trascorsi poco piacevoli che cerca di surrogare i suoi vuoti affettivi attraverso il contatto con donne più grandi; solo quando si innamorerà di quella sbagliata riuscirà a guardarsi dentro per cercare di armonizzarsi con la sua età. Una giovane protagonista anche per “I baci mai dati”, per la regia di Roberta Torre (cast: Donatella Finocchiaro, Pino Micol, Giuseppe Fiorello, Carla Marchese, Martina Galletta, Alessio Vassallo, Tony Palazzo, Valentina Giordanella, Gabriella Saitta, Lucia Sardo, Piera Degli Esposti), una commedia aspra ambientata in un degradato quartiere catanese; è qui che Manuela ini-

zia a “praticare” la sua arte prodigiosa, incappando nei desideri e nelle speranze dei suoi concittadini, fino a quando, in lotta con le “aspirazioni” della madre, non si ritrova davanti a un vero e proprio miracolo. E da eventi straordinari alla cupa esistenza di Alan, tossicodipendente in balia di un'esistenza “sbagliata”, in preda a una dipendenza corrosiva; è il protagonista de “Il sesso aggiunto”, di Francesco Antonio Castaldo (cast: Giuseppe Zeno, Myriam Catania, Valentina D'Agostino, Lino Guanciale, Cloris Brosca, Gioia Spaziani), un film che ripercorre con intensità le inconsce paure di un uomo che sa di aver perso se stesso e che cerca una luce per ripararsi dal buio. Sono le vibranti note di un grandissimo Nicola Piovani a scandire il percorso di autoanalisi che Alan percorre fino ad un contatto rigeneratore con l'amore di Dio. E l'importanza dell'amore, in questo caso non sacro, sarà determinante anche in “Notizie degli scavi”, tratto dall'omonimo racconto di Franco Lucentini, per la regia di Emidio Greco (cast: Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Giorgia Salari, Annapaola Vellaccio, Francesca Fava, Iaia Forte). Il “professore”, un quarantenne che sguazza nella mediocrità, si diletta come tuttofare in una casa equivoca romana. Una vita piatta e scialba la sua fino 62


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a quando non conosce la Marchesa, un ex prostituta della casa che ha tentato il suicidio per una delusione d'amore; saranno i vari appuntamenti in ospedale, i reciproci favori e carinerie, a risvegliare l'animo del “professore”, insieme a un'importante visita agli scavi della Villa di Adriano a Tivoli, ai reperti archeologici e alle meraviglie architettoniche del luogo. Ma se i ritratti di tutte queste pellicole non fanno che analizzare i conflitti e lo squallore della quotidianità, di certo anche le grandi storie passate possono comunque lasciare l'amaro in bocca, così un classico come “I Malavoglia”, rivisitato da Pasquale Scimeca in chiave moderna (cast: Antonio Curcia, Giuseppe Firullo, Omar Noto, Doriana La Fauci, Greta Tomasello, Giovanni Calcagno, Vincenzo Albanese, Salvatore Ragusa), riporta agli albori del terzo millennio un'attualissima epopea dei vinti. Commedie drammatiche dunque, come anche “Il richiamo” di Stefano Pasetto, “Il primo incarico” di Giorgia Cenere, e “Hai paura del buio” di Massimo Coppola (questi ultimi tre in uscita il 6 maggio) che, oltre a emozionare, si pongono come spunti di riflessione di una scottante realtà. Ma, specie in tempo di crisi, è bene anche accomodarsi in sala per svagarsi: largo dunque a thriller come “Fast and Furious 5”, o all'attesissimo “Machete” di Ethan Maniquis e Robert Rodriguez, senza dimenticare i più piccini e l'amato “Winnie the pooh”. 63

Ricche sorprese filmiche tipicamente italiane - senza nulla togliere ai grandi thriller e film di fantascienza stranieri - per cinque uscite di stampo drammatico, in sala dal 29 aprile. Per la regia di Elisabetta Rocchetti “Diciottanni- il mondo ai miei piedi” (cast: Marco Rulli, Elisabetta Rocchetti, G-Max, Marco Iannitello, Nina Torresi, Alessia Barela, Rosa Pianeta, Monica Cervini) è la storia di Ludovico, un giovane dai trascorsi poco piacevoli che cerca di surrogare i suoi vuoti affettivi attraverso il contatto con donne più grandi; solo quando si innamorerà di quella sbagliata riuscirà a guardarsi dentro per cercare di armonizzarsi con la sua età.



Psicologia dei pregiudizi

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EMERGENZAIMMIGRAZIONE

di Mario Gullì*

Negli ultimi mesi l'Italia è stata investita, suo malgrado, da una emergenza legata all'immigrazione. Senza entrare in discorsi politici credo che sia utile riflettere su ciò che ci succede in questi casi, quando dobbiamo fare i conti con l'Altro. È abbastanza frequente che a parole siamo tutti accoglienti ed esprimiamo solidarietà verso queste persone che scappano e cercano rifugio, ma non so quanti di noi permetterebbero a questi immigrati di abitare nelle nostre case al mare; del resto l'Italia è piena di case o palazzi disabitati, o utilizzati per brevi periodi, appartenenti alla Chiesa ma nessuno li ha mai offerti per questa causa, come nessun centro sociale si è offerto di ospitarli. Ufficialmente siamo tutti per il politically correct, per l'accoglienza e l'assistenza, ma in fondo tutti ci chiediamo perché arrivano quasi esclusivamente ragazzi, e non donne vecchi e bambini, se scappano dalla guerra dovrebbero scappare tutti, si tende a fare discorsi demagogici, del tipo “Anche noi eravamo immigrati e ci hanno accolto” senza ricordare che in America gli italiani venivano messi in quarantena al loro arrivo! Di fatto, finché sono lontani sono rifugiati politici, quando li incontriamo ai semafori o per strada sono immigrati illegali! Capita spesso che quando si vedono in televisione “sono poverini”, quando ci passano vicini controlliamo se abbiamo ancora il portafogli! È quasi spontaneo considerare il diverso come inferiore, noi siamo bravi gli altri sono cattivi; abbiamo moltissimi pregiu-

dizi. Una breve riflessione proprio su questo termine pre-giudizio, ovvero un giudizio formulato a priori senza avere i dati, tra l'altro si tende a generalizzare, se si conosce un tunisino che spaccia tutti i tunisini sono spacciatori, inoltre si attivano dei fenomeni cognitivi che oltre a creare il pregiudizio lo rinforzano, ad esempio la “dissonanza cognitiva” ovvero non prendere in considerazione gli avvenimenti che sono in disaccordo con la nostra teoria, nell'esempio fatto sopra se conosciamo 5 tunisini che non spacciano è un caso, l'eccezione che conferma la regola, se conosciamo un tunisino che spaccia è rappresentativo di tutta la categoria. Un altro fenomeno legato al pregiudizio è la profezia che si auto adempie, ovvero si è convinti che un tale avvenimento si debba avverare e si mettono in atto comportamenti che lo facilitano o lo rendono inevitabile, si è convinti che tutti i marocchini vendono fazzolettini ai semafori, non gli si offre nessun lavoro diverso, sono costretti a vendere fazzolettini ai semafori, la nostra teoria è confermata. Quindi se noi abbiamo un pregiudizio, e ne abbiamo molti, faremo di tutto per confermarlo e convincerci che sia un giudizio basato su dati incontrovertibili. In conclusione, forse dovremmo sforzarci di essere obiettivi e non avere un atteggiamento ambiguo, una opinione buonista di facciata essendo poi razzisti dentro. fine prima parte *psicologo

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UN PROBLEMADA NON SOTTOVALUTARE

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OBESITÀ INFANTILE

di Martina Raschillà

Il nostro paese si colloca ai primi posti in Europa per il numero di bambini in sovrappeso. Complessivamente si stima che oltre un milione di bambini tra i sei e gli undici anni siano affetti da gravi problemi di obesità e sovrappeso ed il trend è destinato a peggiorare: 400.000 casi in più ogni anno. Circa la metà dei bambini che oggi hanno problemi di peso presenteranno in età adulta problemi metabolici, psico-fisici e avranno un maggior rischio di mortalità rispetto alla media. A causare l’obesità infantile sono fattori genetici, ambientali e culturali ma soprattutto una cattiva alimentazione e la crescente sedentarietà. Il problema, diffuso in percentuale maggiore al sud Italia, “non è solo una questione sanitaria”, afferma il Sottosegretario alla Salute Francesca Marini, “ma soprattutto di informazione, educativa e sociale alla quale si deve porre rimedio con un approccio intersettoriale che possa coinvolgere tutti gli attori che collaborano alla formazione del bambino”.

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La “rivoluzione alimentare” dovrebbe coinvolgere la scuola e le istituzioni ma soprattutto avvenire nelle abitudini alimentari delle famiglie. Analizzando la giornata alimentare tipo di un bambino di sette anni si possono evidenziare le cattive abitudini da eliminare: L’11% dei genitori non fa consumare ai propri figli la colazione e il 28% lo fa in maniera non adeguata, percentuali che fanno riflettere se pensiamo che il pasto più importante della giornata deve apportare il 15-20% del fabbisogno calorico giornaliero; gli snack consumati come spuntino o merenda sono solitamente prodotti preconfezionati ricchi di zuccheri semplici e grassi che apportano al fabbisogno energetico del bambino una quantità di calorie superiore a quella necessaria; i pasti in famiglia sono composti in prevalenza da carboidrati(pane, pasta, pizza) e un bambino su 4 non consuma né frutta né ortaggi e coloro che dicono di mangiare verdura molte volte intendono patate…fritte; inoltre, la velocità è nemica di una corretta alimentazione: gran parte degli italia-


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La “rivoluzione alimentare” dovrebbe coinvolgere la scuola e le istituzioni ma soprattutto avvenire nelle abitudini alimentari delle famiglie.

ni acquista anche i prodotti più semplici già preconfezionati se non precotti. Questa tendenza accompagnata da una non adeguata educazione alimentare può creare confusione nel bambino che riconosce il prodotto nella sua forma lavorata/derivata e non pura come in natura. La conseguenza è sconcertante: circa il 20% dei bambini in età scolare non riesce a riconoscere un carciofo o un cespo di insalata. Da evitare il “junk food”, cosidetto cibo spazzatura ad alto contenuto calorico e scarso valore nutrizionale servito soprattutto nei fast food, un’alternativa rapida ed economica alle cene in casa ma altamente sconsigliata per i suoi effetti negativi sulla salute del corpo scientificamente provati nel docu-film “Supersize me”, e sulla mente del vostro bambino, come appurato da una ricerca dell’Università di Bristol: consumare più di una volta a settimana il cibo dei fast-food può arrecare danni permanenti al cervello dei più piccoli che avranno maggiori diffi-

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coltà in ambito scolastico ed avranno un quoziente di intelligenza inferiore di circa 5 punti rispetto alla media dei coetanei. Per giungere a questa conclusione i ricercatori inglesi hanno preso in esame un ampio campione di scolari e hanno analizzato i risultati dei loro test del QI in relazione al loro modo di rapportarsi al cibo. Pauline Emmett, a capo della ricerca britannica, ha parlato di effetti “cronici” e “irreversibili”. “I bambini che mangiano troppi cibi zuccherati o confezionati – ha precisato il ricercatore - non hanno abbastanza vitamine: il loro cervello non può formarsi come dovrebbe. Una sana alimentazione nei primi anni di vita è essenziale perché è il periodo in cui il cervello cresce più rapidamente”. I bimbi più piccoli dovrebbero quindi mangiare sempre alimenti leggeri e sani, che favoriscano la crescita del corpo e della mente ed essere educati all’attività fisica ed all’amore verso il cibo come atto di rispetto verso se stessi e non come mero atto di sopravvivenza. “Mens sana in corpore sano”.



Alla ricerca della dietaperfetta

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Il sole inaspettato ha accelerato l’esibizione del bikini al mare. Tormentone di ogni donna e, ormai, pensiero fisso di ogni uomo che lotta da sempre con la sua pancetta. Per non dover fare come il celebre Checco Zalone che, nell’ultimo film, inspira ed espira ad ogni voltar della sua bella, un po’ di aiuto non può mancare nella ricerca della dieta perfetta. Nota bene: la supervisione di un nutrizionista o dietologo è d’obbligo, per non perdere oltre il peso, la faccia, dopo aver rotolato in seguito a svenimento lungo la battigia davanti all’oggetto del nostro interesse.

aprile2011

Consigli per dimagrire insieme all’intera famiglia

Mettersi a dieta non piace a nessuno, soprattutto se a seguirla si è soli. La dieta diventa più efficace , se il menu viene condiviso, salvo eccezioni, con altre persone della famiglia. Condividere la dieta significa avere meno tentazioni a tavola e più solidarietà e supporto. Ecco alcuni consigli per dimagrire insieme la famiglia.

Giorno 1 colazione: Latte parzialmente scremato(2dl) pane integrale con 1 cucchiaio di marmellata, un frutto spuntino : 2 kiwi pranzo: ravioli ricotta e spinaci (circa 100gr), insalata verde (80gr), grana (30gr), spuntino: macedonia di frutta di stagione cena: insalata di finocchi (crudi o cotti) polipo (100gr) con sedano(50gr) e 3-4olive, pane toscano (50 gr) Giorno 2 colazione 1 fetta di plumcake, 1 kiwi, 1 tazza di the spuntino 1yogurt magro pranzo carciofi ripieni con macinato di pollo. Zucchine carote e broccoletti al vapore (150gr) pane toscano (40 gr) spuntino: 2 mandarini e 2 biscotti cena: verdure in pinzimonio vitello tonnato (per la salsa frullare yogurt, tonno al naturale ? bicchiere di brodo), patate al forno con rosmarino Giorno 3 colazione 1 yogurt greco magro, con 2 albicocche secche a dadini, 1 cucchiaio di miele o sciroppo d’acero e cannella. 1 caffè o un thè spuntino: 1 cachi pranzo: formaggio magro con ceci cotti e verdure. Pane toscano (30 gr) spuntino: 1 fetta di crostata o una fetta di plumcake (meglio fatte in casa) cena: merluzzo al forno, carote grattugiate, pane ai 5 cereali, 1 pera Giorno 4 colazione budino al cioccolato, un frutto, thè o caffè spuntino 1 banana pranzo pasta con carciofi e ricotta. Un insalata di fagiolini spuntino macedonia di frutta cena: 1 petto di pollo, verdure grigliate, pane toscano (40gr) Giorno 5 colazione 1 yogurt con muesli (30 gr), 2 prugne secche 1 caffè o thè spuntino 2 kiwi pranzo agnolotti al sugo di pomodoro, insalata verde con carote e sedano. Spuntino1 panino con gocce di cioccolato cena: filetto di pesce (sogliola o altro) spinaci ripassati, pane toscano (40gr) Giorno 6 colazione 1 crepe con marmellata, un frutto, caffè latte ; spuntino 1 banana pranzo: insalata di lenticchie e patate, finocchi con dadini di emmental spuntino 1 frutto o un succo cena: 2 uova strapazzate, cavolfiore gratinato, pane toscano (50gr) 1 mela Giorno 7 scegliere a piacere uno dei menu proposti nella settimana. Sfizi concessi: 1 pizza alla settimana (meglio margherita con poca mozzarella o alle verdure), 20gr di olio al giorno. Una volta raggiunto il peso desiderato è possibile introdurre nella dieta 1 bicchiere di vino o di birra 2 volte a settimana. 69


L'IMPLANTOLOGIA

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febbraio 2011

LASOLUZIONE ALLAPERDITADEI DENTI:

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COS'È E CHI PUÒ SOTTOPORSI AQUESTAMETODICA

di Giorgio Ruso* onostante la medicina odontoiatrica abbia fatto passi in avanti grandiosi persiste il rischio di perdere qualche dente…. Per non dover ricorrere all'uso di scomode ed inestetiche protesi, c'è un'alternativa: l'implantologia, una tecnica che permette di non ricorrere ai vecchi e dolorosi metodi per riavere i denti come nuovi! I primi esperimenti di implantologia risalgono agli inizi degli anni '40, anche se nella storia dell'odontoiatria abbiamo dei riscontri simil-implantologici risalenti a secoli anche precedenti. Gli antichi Maya ricorrevano all'impianto, all'interno dei mascellari, di pezzi di conchiglia, gli etruschi univano, con sottili fili d'oro, i denti perduti a quelli artificiali. Nel medio evo si ricorreva a tecniche di trapianto da un individuo all'altro, naturalmente con nessun successo, viste le conoscenze dell'epoca riguardo la compatibilità tra tessuti. L'era moderna ha visto affermarsi dapprima i ponti in resina o ceramica, adesso l' implantologia ha, in parte, soppiantato anche queste metodiche. Gli impianti possono sostituire il singolo elemento, ma anche tutti gli elementi di un'arcata. Questa consiste nell'inserire nell'osso mascellare, o mandibolare, dei manufatti generalmente in titanio che sostituiscono la radice del dente; si possono inserire più impianti nella stessa arcata, ciò dipende dal numero di denti che il paziente ha perso. Questa branca dell'odontoiatria ci permette di sostituire una protesi mobile con una fissa, oppure di applicare un ponte senza limare i denti contigui. . L'implantologia, generalmente, non crea grossi problemi al paziente ed il rigetto può sussistere soltanto in una percentuale di casi molto bassa. L'intervento si effettua in anestesia locale e consiste nella preparazione del sito attraverso delle apparecchiature specifiche. La durata di questa fase è di circa 15-20 minuti nei quali il paziente non avverte alcun tipo di sintomatologia algica. Segue un processo di guarigione accompagnato da adeguato suppor70

to farmacologico per 3-4 giorni. Nella maggior parte dei casi, già dopo 24 ore si può tornare alle normali occupazioni. In circa 3 mesi l' impianto si lega intimamente all'osso (osteointegrazione) e a questo punto si può procedere con la fase protesica per rimettere gli elementi mancanti. Inoltre esistono dei protocolli per la riabilitazione implantare a carico immediato ovvero nel giro di 48-72 ore. Quindi Contrariamente ad una credenza tuttora comune tra i pazienti odontoiatrici in Italia, nella maggioranza dei casi l'intervento di implantologia dentale non è difficile né doloroso e presenta una percentuale di successo molto elevata. Viceversa in alcuni casi l'intervento sarà più complesso e per questo meritevole di una attenta considerazione per evitare rischi d'insuccesso. Infatti esistono delle controindicazioni all'intervento d''implantologia dentale: 1) Non devono sottoporsi a implantologia dentale pazienti con scarsa igiene orale;2) pazienti affetti da malattie sistemiche, diabete non compensabile con terapia appropriata, disturbi della coagulazione o sottoposti a radioterapia. L'osteoporosi generalizzata non è una controindicazione assoluta perché in realtà la mandibola è per lo più risparmiata da questa patologia. Per concludere voglio ricordare che l'implantologia dentale ha superato negli ultimi anni anche la prova clinica con dei controlli longitudinali sui pazienti sottopostivi che ne hanno assicurato l'affidabilità. Tutto questo è realizzabile purchè gli impianti dentali vengano utilizzati da personale qualificato e competente, che vengano prodotti e confezionati a norma di legge europea utilizzando materiali di massima qualità (quasi sempre titanio puro), massima sterilità e che vengano pertanto accompagnati da un certificato che possa essere visionato e conservato dal paziente. * Dentista



L’OROSCOPO

di Stella Divinatoria

ARIETE Buoni, buonini fino al 21 aprile cari amici! statevene buoni e non esternate impulsività e troppa sicurezza in amore, lei potrebbe reagire male con un colpo di mestolo o lui potrebbe non comprarvi il bel brillocco del negozio, dove avete lasciato l'impronta del naso sulla vetrina! Il 21 Venere entra nel segno, determinando finalmente una schiarita sentimentale o l'inizio di un rapporto importante…se fate i bravi lei sarà una micetta e lui un dispensatore di carbonio …. taglio e carati dipendono dal vostro ascendente!!

TORO Basta con le paure! Troppo intimiditi da qualcosa, i legami sentimentali saranno leggermente velati da qualche polemica o fraintendimento affettivo o comunicativo. Ahi Ahi amici …. Cosa ne pensate di mandare a quel paese le stelle e fare del vostro meglio? Scioglierete comunque qualche riserva riguardo una persona che vi interessa molto. Le notizie stanno arrivando e il cielo è sgombro di nubi importanti. Non assumete un atteggiamento troppo critico in amore questo mese … e basta che i calzini sono spaiati, le mutande scolorite,...e voi donnine basta con “non ti piaccio più.

GEMELLI Nettuno entra in Pesci e segnala insieme a Venere un pericolo innamoramento illusorio…. Bhè!!???!! E che adesso è un peccato? Certo, se siete già accompagnati ..guardatevi le spalle la vostra bella/bello potrebbe leggere il vostro oroscopo! Il vostro bisogno di libertà non verrà risolto dal cadere innamorati nei confronti di una terza persona che non conoscete e si trova a passare per strada. E' molto meglio usare maggior fantasia nel lavoro o in qualche passione personale, magari all'interno di amicizie o gruppi.

CANCRO Venere e Nettuno dai Pesci sostengono i vostri desideri più profondi, dandovi un attimo di tregua nelle difficoltà quotidiane... era ora, non ce la facevate più con le pulizie di primavera della vostra bella o con le manie da campeggio del vostro lui!!! Sono previsti nuovi innamoramenti e soddisfazioni anche nella raggiunta libertà, magari dopo una separazione…. e fatevi belle, smettete di cucinare, fatevi venerare!!!!! Godetevi questo mese senza pensarci troppo e allacciate nuovi contatti con le persone che vi interessano.

LEONE Aprile dolce dormire?? Mai fu più azzeccato per voi!!! Fatevi ristoratori sonnellini … tanto il mese passa senza infamia e senza lode fino all'entrata di Venere in trigono dal giorno 21 con tripudio di gaudio amoroso. Non tentennate con chi saprà darvi stimoli, passione e sesso a volontà. Con cinque pianeti nel Fuoco c'è da aspettarsi qualche colpo di testa e troppa carica nell'affrontare le questioni sentimentali. Usate tutta questa energia anche in altri ambiti della vostra vita, che è e sentirete speciale.

VERGINE Nettuno, l'amico col tridente e il pianeta dei sogni e delle illusioni, vi arriva in opposizione, scatenando una tempesta sentimentale, che non avete ancora sperimentato nella vostra vita. Anche Venere si trova opposta, aumentando il rischio chimere, volgarmente dette "sole". “Ma se lo sapevo non mi alzavo dal letto” …. Allora trovate compagni di letto tra i Leone che si appisolano come voi e … non si sai mai ..potrebbe andare anche meglio !!!!


BILANCIA dal giorno 21 Venere in opposizione potrebbe segnalare qualche incontro importante per i single e qualche diatriba in più in coppia. Il cielo prevede qualche sfida personale nell'ambito sentimentale, uno sdoganamento di rapporto, qualche impegno e qualche promessa in più. Ricordatevi che gli impegni seri non sono mai troppi e accadono sempre al momento giusto, basta sentirlo. Saturno vi aiuta a tenere fede a quello che è stato stabilito nel rapporto. SCORPIONE ' un mese grandioso per i sentimenti e le emozioni in amore, grazie all'entrata di Nettuno nel segno dei Pesci insieme a Venere. E' il periodo giusto per dar vita a qualche creazione feconda: figli, opere, espressioni artistiche, innamoramenti felici, divertimenti gratificanti.

Il cielo promette faville in questa primavera dei sentimenti e vi sentirete un po' poeti e un po' pirati. C'è finalmente un grande fascino personale, rischiarato negli incontri nuovi e nel comportamento simpatico. SAGITTARIO ettuno e Venere in quadratura potrebbero segnalare problemi nuovi all'interno della famiglia o della casa. Concentratevi sulla dimensione reale dei vostri sentimenti, senza correre dietro a passioni illusorie e poco sincere. Sarà comunque difficile tenervi per il guinzaglio, perché questo mese partirete anche voi per la tangente, dirottando il percorso sentimentale fino ad ora seguito diritto.

CAPRICORNO Dal giorno 21 Venere, in quadratura dall'Ariete, potrebbe aumentare i disturbi emotivi legati alle relazioni e ai rapporti con i figli; molto meglio sono, quindi, gli amici e i compagni di avventure. Molto ricettivi nelle questioni passionali, ma anche troppo presuntuosi nell'arte dell'imporre la propria volontà, non saprete poi come cavarvela; lasciate perdere.

ACQUARIO Nettuno vi lascia temporaneamente dopo molti anni di permanenza nel segno e questo significa che è il mese giusto per concretizzare amori folli e vederci finalmente chiaro in altri. Aspettate la seconda parte del mese per avere un bel sestile da Venere ed essere pronti a riagguantare un persona fuggita. Il cielo affettivo è molto stimolante e vi consente di osare e di vivere sentimenti e passioni in piena libertà e autonomia. Saturno protegge il cuore a lungo raggio.

PESCI Che dire di questo mese che segna l'entrata di Nettuno nel vostro segno? Sarete felici di sapere che inizia un ciclo di sentimenti irresistibili, che vi legheranno di nuovo ad un sogno romantico, mai vissuto prima. Venere permane nel segno, garantendo ancor maggior fortuna in amore e protezione delle coppie già consolidate. Cercate solo di non partire troppo per la tangente, innamorandovi della prima persona che vi capita.


if

a n i t r a M la ragazza di aprile

Martina Schiavo è una ragazza dolcissima, un po' timida ma simpatica e giocherellona. È una a cui piace scherzare e ridere, basta rompere il ghiaccio e non si stanca più di parlare. È nata e vive nella capitale, una “romana de Roma”. Martina è giovanissima: compirà 18 anni a luglio. Frequenta il 4° anno del Liceo Socio Pedagogico, va abbastanza bene a scuola e vuole fare l'università, le piacerebbe laurearsi in Scienze della comunicazione o in Scienze infermieristiche. Ma ha anche un

sogno nel cassetto: diventare una modella, magari fare delle comparse nei film e recitare nel mondo della pubblicità. Ha già fatto un servizio fotografico e spera di andare avanti in questo affascinante ambiente. La sua passione è viaggiare, è già stata a Parigi e tra poco andrà in Spagna, vuole girare tutta l'Europa e vedere l'America. Martina ama ballare e fare shopping. Vorrebbe fare sport ma non ha molto tempo libero. Leggere non le piace proprio, anche se divora i libri di scuola, non è una cosa che fa volentieri. I film preferiti di Martina sono quelli di avventura ed i comici, naturalmente adora le storie d'amore. Le piacciono gli horror, ma le mettono paura e perciò non li guarda! Martina è alta 1,67, bionda e magra. Ha il visino dolce che vedete nelle foto. Non vuole dirci quanto porta di scarpe ma riusciamo a farle ammettere che le sue misure sono da modella!

Un po di

me

Dolcissima, un po' timida ma simpatica e giocherellona. È una a cui piace scherzare e ridere


Mi piace

semplicemente io

Viaggiare molto, vedere tutta l'Europa e vorrei vedere l'America. Amo fare shopping e ballare. Leggere non mi piace proprio, solo i libri di scuola”

80 50 75

cm.167

Sogno Mi piacerebbe laurearmi in Scienze della Comunicazione o infermieristica”. Ma “riuscire a fare la modella è il mio sogno



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aprile2011

I biscotti di Giuly di Barbara di Fabio

Questa volta l'aveva preso proprio al volo quel benedetto treno. Di nuovo verso sud. Ogni volta ci lasciava un pezzo di cuore a Milano. Li' ci aveva studiato, aveva iniziato a prendere confidenza con la vita, quella vera. Una laurea in scienze politiche. Esperienze all'estero, in organizzazioni non governative. Poi Parigi. E li' il suo grande amore. No, non un uomo: la cucina. Aveva lasciato ogni velleità di carriera e si era infilata negli antri delle cucine francesi, nei segreti dei cuochi più vezzeggiati e viziati del mondo. Era una ragazza in gamba Giuly, imparava tutto e subito. E poi si appropriava di cio' che di nuovo imparava, accogliendolo senza mai perdere il suo punto di vista, le sue origini. Lei ricordava le dolci mani operose di sua madre, di sua nonna, della bisnonna e dei loro racconti di cucina. Sapeva a memoria, sin da bambina tutte le ricette di famiglia per averle viste eseguire mille e una volta, sporgendo la testa dal tavolo di marmo nella cucina di casa della nonna. E cosi' i ricordi. La pasta fatta in casa, con quel piccolo rituale : la farina “a fontanella”, questo era un suo compito, il sale, no quello lo metteva la nonna, e poi romperci le uova dentro. E la sensazione fresca e bagnata delle mani che cominciano ad impastare una massa che è informe e, per magia, per amore, si trasforma in una cosa buona, che raccoglie la famiglia, che coccola il nonno, i fratelli, papà. E fu facile cosi' innamorarsi di un'arte. Ogni ricetta era una sequenza fotografica di mani che cucinano con amore e per amore. Aveva deciso di trasferire l'amore per la cucina e per chi si cucina in un negozio. Al diavolo carriera diplomatica e via dicendo, ormai aveva la sua avviata attività: la pasticceria “Fragranze” specializzata in dolci e biscotti d'ogni tipo, dove si sperimentavano di continuo connubi di sapori, mescolanze

di odori. Tornava da Milano, infatti, per avere frequentato un corso di alta pasticceria. Giuly amava le spezie. E infatti aveva portato con sé sul treno i suoi biscotti preferiti, che poi erano quelli che i suoi clienti amavano di più: raggi di sole ai fiocchi d'avena e uvetta di Corinto, addolciti con miele e zucchero di canna , cosparsi di semi di sesamo. Aveva sempre pensato che, paradossalmente, ci volesse più tempo ad assaporare tutti gli ingredienti che a prendere la scatola dallo scaffale. Il tizio seduto davanti a lei guardava insistentemente la scatola di biscotti e, a dir la verità, guardava anche lei ed i suoi occhi scuri come le olive di Grecia, eredità della nonna. Giuly continuava a mangiare biscotti e lui le guardava le mani piccole, affusolate con le unghie dipinte di rosso scurissimo come quelle amarene grandi che si usano da far candite. Ogni morso uno sguardo. Ai lunghi capelli castani, alle spalle scoperte, piccole, definite, alla pelle olivastra, alle gambe accavallate dai muscoli ben definiti. Lei assaporava i biscotti e lui assaporava Giuly. Con gli occhi. Lui era un bel ragazzo chiaro di pelle, alto, molto alto, con i capelli scuri ed i lineamenti regolari, e sfacciato. Eh si, se era sfacciato! Aveva, negli occhi castani, l'impudenza di chi è sempre pronto a prendersele, le cose, quando le vuole. E quegli occhi strafottenti continuavano ad indagarla su e giù per il corpo fino ai piccoli piedi ben curati con le unghie laccate ed infilati nei sandali alla schiava che esaltavano le sue caviglie strette. Lei non gli offri' i suoi biscotti e non era imbarazzata dai suoi sguardi impertinenti. Ormai partecipava, sbocconcellando, allo scambio di sguardi, alcuni sfuggenti, altri intriganti e più prolunga-

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ti.Forse con tacito accordo, quasi per tutto il viaggio non si scambiarono una parola. Perché rovinare con le parole l'atmosfera che il silenzio aveva cosi' abilmente costruito? Lei si fece persuasa che il tizio doveva essere uno che con lei non c'entrava proprio niente. Aveva con sé un pc a cui, ogni tanto, distrattamente, dava un'occhiata. Del materiale che tiro' fuori dalla borsa. Tutto scritto in inglese. “Ah, benedette lezioni dell'università…a questo servivano”, penso Giuly. E tra un 'occhiata e l'altra, sbirciando, conobbe chi aveva tanta curiosità per lei. Era un professore all'Università di Montreal. Materie Economiche. Scriveva un articolo, forse, prima di accorgersi di lei. E pensare che i suoi professori all'università avevano tutti in media settant'anni. Ascoltava in cuffia una struggente milonga, ad alto volume. Ecco forse questo li avvicinava. Anche Giuly amava il tango, ma non aveva mai avuto il tempo di impararlo o suo padre di insegnarglielo. Le note della milonga e il desiderio di un uomo diverso e lontanissimo la sedussero. Si, proprio cosi'. Non c'è perché né per come. Lei adesso fremeva più di lui. Il pensiero che avrebbero passato poche ore ancora su quel treno e poi , probabilmente, non si sarebbero più rivisti che avrebbero preso strade opposte, lontanissime, la metteva in subbuglio, la sfidava, la rendeva eccitata. Le loro vite, sfioratesi per un attimo su di un treno, non si sarebbero mai più intrecciate, i loro occhi non si sarebbero più incrociati. E nulla più avrebbero saputo l'uno dell'altra.

“Come è strana la vita. Si sta vicini, ci si dice qualcosa con gli occhi, con i capelli, con una musica e poi non gli puoi neanche preparare qualcosa di buono” pensava Giuly. “E lui? Che pensava?” Giuly decise che quell'incontro avrebbe dovuto essere un “intreccio” brevissimo di due vite su di un treno. Quando lei poggio' la scatola di biscotti, i suoi occhi neri si conficcarono negli occhi di lui, invitandolo, blandendolo, come il richiamo delle sirene di Ulisse. L'uomo, per un attimo senti' di aver perso il controllo del gioco, di essere sopraffatto dalla vittima predestinata. Giuly si alzo' muovendosi lentamente e lascio' il suo posto dirigendosi verso la deserta cabina di pilotaggio. Apri' la porta ed entro', aspettando che lui arrivasse. Il tizio era spiazzato. Tanta iniziativa…si vede che era abituato a condurlo lui il gioco. Il canadese arrivo' dopo due minuti e si chiuse la porta alle spalle. Non parlarono. Erano estranei, liberi ed estranei, che condividevano sguardi, una musica e profumo di biscotti. Lui la bacio' con un bacio che sembrava dovesse durare dieci anni come il viaggio di Ulisse per tornare a casa. Assaporo' la fragranza che emanava dal petto e dai capelli di Giuly. I rassicuranti fiocchi d'avena della colazione e l'uvetta di Corinto che lui aveva scorto nei suoi occhi, il miele che profumava di tutti i fiori del mondo, lo zucchero di canna dolce ed alcoolico, il sesamo di mondi lontani. Di tutto questo sapeva Giuly. Effettivamente aveva ragione lei: ci voleva più tempo ad assaporare tutti gli ingredienti che a prendere la scatola dallo scaffale. 78




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