Il Corriere della Città - Agosto 2020

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Anno 12 Numero 8

AGOSTO 2020 ESCLUSIVO

libertà informazione politica cronaca cultura sport

ENNESIMA FA R S A ?

CAMPO ROM Roghi tossici: "Ho perso mia mamma per il cancro e la mia infanzia"

LA STORIA

DUE ANNI DI ZUCCALA' Intervista con il Sindaco

Le opposizioni:

"M5S Pomezia? Insufficiente"

SPECIALE

L'inchiesta RIAPERTURA SCUOLE

Ardea e Pomezia alle prese col protocollo anti Covid-19

RACCOLTA UMIDO Zuccalà: «Nessun aumento della Tari»

UGO TOGNAZZI Torvaianica ricorda l'attore a 30 anni dalla sua morte

CAMPO ROM AI TITOLI DI CODA...O NO?

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er alcuni giorni i riflettori si sono accesi sul campo rom di Castel Romano. Grazie alle telecamere della trasmissione Le Iene tutta Italia si è accorta di quello che da tempo chi percorre la Pontina vede e respira, seppur fugacemente. Noi da anni denunciamo i roghi tossici, le discariche di rifiuti e di auto rubate, senza purtroppo alcun esito. Ora finalmente qualcosa si è mosso: l’8 luglio sono stati posizionati dei new jersey all’entrata del “Villaggio della Solidarietà” per controllare le entrate e soprattutto per impedire nuovi scarichi e conseguenti incendi, mentre il 16 luglio il Reparto Tutela Ambientale ed Urbanistica della Polizia Locale ha dato esecuzione al sequestro preventivo impeditivo, emesso dal Tribunale Ordinario di Roma, che ha interessato non solo l’intero Villaggio, ma anche alcune aree attigue adibite a discarica abusiva, per una superficie complessiva di circa 65.000 mq, tutte all’interno dell’area naturale Protetta di Decima Malafede. (Servizio a partire da pag. 4)



AGOSTO 2020 NUMERO 8

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D a p a g .4 RIENTRO A SCUOLA, MA COME?

Inchiesta C a m p o R o m , è l a vo lt a b uo n a ? POLITICA

Intervista ad Adriano ZuccalĂ .........................pp. 12-13

Le opposizioni bocciano il M5s-Pomezia..pp.14-15 Ardea intervista al neo Ass. Possidoni.............p.16 Caso rifiuti a Pomezia: il punto........................p.18 Via delle Orchidee, chiesti interventi...............p.19 CRONACA Ugo Tognazzi, 30 anni dalla sua morte...........p.25 Intervista allo scrittore Natale Sciara......pp.28-29 Umberto, eroe per un giorno...........................p.32 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 32

Lo s p e ci al e d a pa g. 2 2 P@STA

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INCHIESTA

Il Corriere della Città agosto 2020

Castel Romano, inizia il conto alla rovescia Una parte del campo rom verrà sgomberato a settembre (forse). Ma i rom ora chiedono le case er alcuni giorni i riflettori si sono accesi sul campo rom di Castel Romano. Grazie alle telecamere della trasmissione Le Iene tutta Italia si è accorta di quello che da tempo chi percorre la Pontina vede e respira, seppur fugacemente. Noi da anni denunciamo i roghi tossici, le discariche di rifiuti e di auto rubate, senza purtroppo alcun esito. Ora finalmente qualcosa si è mosso: l’8 luglio sono stati posizionati dei new jersey all’entrata del “Villaggio della Solidarietà” – questo il pomposo nome dato al campo rom – per controllare le entrate e soprattutto per impedire nuovi scarichi e conseguenti incendi, mentre il 16 luglio il Reparto Tutela Ambientale ed Urbanistica della Polizia Locale ha dato esecuzione al sequestro preventivo impeditivo, emesso dal Tribunale Ordinario di Roma, che ha interessato non solo l’intero Villaggio, ma anche alcune aree attigue adibite a discarica abusiva, per una superficie complessiva di circa 65.000 mq, tutte all’interno dell’area naturale Protetta di Decima Malafede. Provvedimenti che, se presi qualche anno fa, avrebbero evitato la distruzione di decine e decine di ettari di verde all’interno della riserva di Decima Malafede, oltre che al risparmio di chissà quanto denaro pubblico per lo spegnimento degli incendi e per le varie bonifiche che si sono succedute nel tempo e per quelle che ancora serviranno per rendere nuovamente l’area sgombera da tutti i rifiuti che la invadono. Ma adesso vogliamo mostrarvi quello che c’è davvero, raccontato da chi ha dovuto subire sulla propria pelle le conseguenze delle nefandezze compiute dai rom che vivono in quel campo. Nella nostra inchiesta, effettuata attraverso diversi “viaggi” all’interno del campo rom e nell’area limitrofa, siamo stati

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accompagnati da Luigi Fazio, detto “Rambo”, Per questo Buzo, il portavoce del campo un ex poliziotto, la persona che più di tutti (non vuole essere chiamato capo), si rivolge vive vicino all’insediamento e che – per que- direttamente alla sindaca Virginia Raggi dasto – conosce bene sia le abitudini dei rom vanti alla nostra telecamera. Lui sostiene di che le conseguenze sull’ambiente degli innu- non sapere nulla dello sgombero, ma poi le merevoli incendi che ci sono stati nel corso sue parole, che si concludono con dei ringradegli anni. ziamenti alla sindaca, fanno capire che forse Sgomberi vicini? un contatto con l’amministrazione capito“Per motivi igienico sanitari e lina c’è stato. “Ci hanno promesso le quindi a tutela della salute del case – ha infatti detto – certo, suo nucleo e della collettività piano piano, ma vorrei dire I NUMERI circostante anche in consialla sindaca Raggi di guarderazione dei recenti indare come siamo ridotti, Nel campo rom di Castel cendi che hanno colpito stiamo in mezzo ai topi, Romano (dati 2019) l’area, l’amministrazione con l’acqua sporca e in quevivono 542 persone, non potrà ulteriormente sto periodo di Coronavirus di cui 282 minorenni permettere la sosta in quelquesto è ancora peggio, l’area che per motivi di sicuquindi chiedo che l’aiuto arrivi rezza dovrà essere liberata da presto”. Poi ripete delle promesse cose e persone. La S.V. dovrà lasciare ricevute riguardo agli appartamenti il modulo abitativo che attualmente occupa e conclude. “Io ringrazio la sindaca che ci libero da cose e persone entro e non oltre il aiuta, perché in queste condizioni stiamo 10 settembre 2020. Questo lo stralcio della davvero male”. Senza una sistemazione alterlettera ricevuta il 3 luglio da 28 famiglie (ri- nativa da qui non se ne andrà nessuno, lo cordiamo che attualmente nel campo vivono, hanno detto e fatto capire chiaramente. La da quanto risulta dall’ultimo censimento, notifica di sgombero, destinata comunque a fatto a giugno del 2019, 542 persone, di cui sole 28 famiglie, rimane un pezzo di carta. 282 minorenni) dal Comune che, in cambio, Da qui, comunque, i rom se ne vogliono anli aiuterà a trovare una casa e un lavoro. dare. In cambio chiedono case e terreni, Compito difficile da attuare in soli due mesi. come spiega una ragazza durante un’altra inMa nel frattempo la Regione, in una sorta di tervista (tutti i video sono visionabili sul no“competizione” con l’amministrazione capi- stro canale YouTube e sul nostro sito internet tolina, lo stesso giorno ha firmato un’ordi- www.ilcorrieredellacitta.com). nanza per chiedere la bonifica e la messa in (continua) sicurezza propedeutica allo sgombero totale.

Da Castel Romano anche i rom vogliono andarsene ma chiedono in cambio le "case come tutti gli italiani". «Ce le hanno promesse, non possiamo vivere così», dice il 'portavoce' del Villaggio della Solidarietà



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INCHIESTA

(segue) La ragazza intervistata racconta come vivono all’interno del campo. “Vedi come viviamo? Qui è tutto rotto, viviamo in mezzo ai topi, ai maiali, ai serpenti e alla sporcizia. I ratti ci entrano anche in camera”. Ti piace stare qui? “No, voglio andarmene via, voglio che il Comune ci dia i terreni e le case belle come quelle degli italiani”. Quando chiedo chi è ad appiccare gli incendi, risponde che sono gli italiani e i rumeni, che vengono qui a “scaricare cose” e poi le bruciano. Verissimo. Ma un video in nostro possesso, girato a maggio, mostra alcune rom che, provenienti dalla fermata Cotral, percorrendo la stradina parallela alla Pontina che conduce al campo, si chinano nella sterpaglia e danno fuoco a più punti, dando origine a un incendio, spento poi da Luigi Fazio. Le origini del campo Tutto questo dura ormai da quasi 15 anni, dal lontano 2005, quando qui – area protetta, visto che ci troviamo nella riserva naturale di Decima Malafede – il 28 luglio 44 famiglie rom xoraxanè assegnatarie di roulotte nei pressi di viale Marconi accettano il trasferimento nel nuovo campo in allestimento (non ancora finito) di via Pontina. Si trasferiscono il 14 settembre e, dopo di loro, arrivano i rom del campo di Tor Pagnotta, seguiti poi da quelli di Tor dè Cenci. Da 400 a 1200 persone Nel giro di 4 anni gli abitanti del campo tri-

plicano abbondantemente, passando da circa quattrocento a milleduecento. Il trasferimento dei rom fu una decisione presa dall’allora sindaco di Roma Walter Veltroni attraverso un’ordinanza, nella quale non vi era indicazione del luogo dove i Rom avrebbero dovuto essere trasferiti. Eppure il sindaco li fece installare a Castel Romano, nonostante «né Roma Natura – che ha competenza sulle aree protette ricadenti nel territorio comunale – né il XII Municipio vennero avvertiti delle intenzioni del Comune», come si legge in un’interrogazione presentata nel 2007 dall’allora Deputato AN Fabio Rampelli. C’è da dire che l’insediamento doveva essere solo provvisorio: ma, dopo 15 anni, è ancora qui. E quante volte, in questi anni, il Comune di Roma e la Regione, hanno autorizzato servizi e installazioni in deroga alle misure di salvaguardia dell’ambiente, se già nel 2007 Rampelli nella sua interrogazione affermava che «La Regione inoltre, avrebbe autorizzato per la terza volta consecutiva l’installazione di prefabbricati per i nomadi nella riserva in deroga alle misure di salvaguardia»? Di pari passo all’aumento della popolazione, aumentano i problemi. Già dopo i primi mesi di convivenza pacifica iniziano i primi accumuli di rifiuti e i primi arrivi di auto sospette, seguiti dai primi incendi. A questo si aggiungono gli episodi legati alla criminalità: nei vari blitz le forze dell’ordine hanno ritrovato refurtiva di

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vario tipo, oltre a sostanze stupefacenti. Per non parlare dei vari “fenomeni” che hanno contraddistinto – in varie fasi – il tratto antistante il campo rom sulla Pontina. Era infatti diventato pericolosissimo transitare con la propria auto, perché poteva arrivare di tutto, dalle uova sul parabrezza ai sassi. Si potevano poi trovare chiodi sull’asfalto, oppure si poteva essere aggrediti se ci si fermava a fare rifornimento – in orario di chiusura – nel distributore di carburate adiacente al campo rom. Tutti problemi segnalati in continuazione dai cittadini e dalla stampa, senza mai una soluzione. E senza mai che qualche politico prendesse seriamente in mano la situazione. Anzi, al contrario, tutto era utile per essere strumentalizzato. (continua)

Ancora scarichi L'ESCAMOTAGE - Ma i provvedimenti presi non fermano gli scarichi selvaggi di rifiuti speciali: trascorse poche ore dal sequestro dell’area, ecco che l'escamotage è stato trovato. Qualcuno nella notte tra il 16 e il 17 luglio ha ricominciato a scaricare divani, poltrone, materassi, passeggini e altri due sacchi dal contenuto indefinito, passando da via Pontina e fermandosi all'angolo con via Vincenzo Diamare, nei pressi della fermata del Cotral, sotto il muretto che costeggia la fermata stessa, proprio dove c'è il nastro che delimita il sequestro dell'area. Un intero carico, lasciato in tutta fretta, per paura di essere visti. Questo fa pensare che chi c'è dietro il business delle discariche abusive non ha alcuna intenzione di fermarsi a causa dei controlli e del sequestro dell'area. Altri scarichi sono stati fatti in via di Trigoria, a poca distanza dallo svincolo di via Pontina e tutto fa pensare che il cumulo di rifiuti dell'area di immissione nella strada possa diventare a breve una montagna altissima. Il "Villaggio della solidarietà" a Castel Romano: adesso l'area, presidiata h24 dalle forze dell'ordine, è stata posta sotto sequestro


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(segue) L'intreccio con "Mafia Capitale" Ma di chi sono i terreni su cui sorge il campo rom? Una parte sono di Deodati, mentre per quanto riguarda un’altra la proprietà è riconducibile a Salvatore Buzzi. Ecco cosa riporta Il Fatto Quotidiano in data 23 dicembre 2014. “Tor de Cenci 2010, la Belviso fa la campagna elettorale sullo sgombero de Tor De Cenci”. Il problema è che i rom “non sanno dove cazzo portarli. Allora fanno quella famosa cena de Alemanno (…) e lì diciamo ‘Caro sindaco, ci allarghiamo noi a Castel Romano perché c’abbiamo lo spazio”. La gestione dei campi nomadi raccontata, come in una telecronaca, dalla viva voce di Salvatore Buzzi. […] “i nomadi vengono portati a Castel Romano dove c’era un accordo tra Veltroni (ai tempi sindaco della Capitale, ndr) e Deodati”, proprietario dei terreni. Una parte degli ospiti del campo, però, “vanno a finire” su un terreno adiacente la cui proprietà è riconducibile a Sal-

La storia del campo rom si intreccia con quella di "Mafia Capitale". Parte dei terreni è riconducibile a Salvatore Buzzi, nelle intercettazioni i rapporti con l'Amministrazione di Roma vatore Buzzi: “Questo avviene il 18 settembre 2005”. Buzzi comincia a percepire dal Comune un affitto per il terreno, un rapporto che continua anche sotto l’amministrazione Alemanno: “Succede che prima pigliavamo 72 mila euro al mese perché prendevamo 40 mila euro sul campo K e 32 sul campo M perché finalmente Alemanno ce paga l’affitto”. I terreni acquistano valore non

solo perché da agricoli – e incolti – vengono affittati al Comune di Roma, ma anche perché vengono effettuati dei lavori da parte delle società che allacciano i servizi primari, come l’acqua e la luce. Al momento in cui – se mai avverrà – il campo verrà sgomberato e bonificato, i proprietari si ritroveranno comunque con una serie di lavori già fatti a costo zero. (continua)

Sgomberi a rischio? LA NORMATIVA ANTI COVID - Gli sgomberi del campo rom di via Pontina, a Castel Romano, non saranno per nulla facili. Alle tante difficoltà finora elencate nei precedenti articoli, se ne aggiunge una, forse la più grossa: la normativa anti-Covid. A farlo presente l’Associazione 21 Luglio attraverso una lettera inviata al Comune di Roma. La Memoria di Giunta Capitolina n.38 del 9 luglio 2020, che prevede lo sgombero dell’area F del “villaggio” di Castel Romano nel prossimo settembre non tiene conto dell’importante novità rilevata all’art.17bis del Decreto Legge 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni in Legge n. 77/2020 e se il Comune di Roma, come comunicato alle famiglie dell’area, «dovesse procedere con le operazioni di sgombero oltre ad agire in violazione di legge, lederebbe gli interessi dei privati dimoranti nell’area sia alla luce dell’assenza di un piano di ricollocazione delle stesse in

altre soluzioni abitative idonee, sia poiché lederebbe i diritti costituzionalmente protetti aumentando la loro fragilità in un periodo particolarmente sensibile quale quello segnato dalla emergenza da Covid-19». È la frase-chiave contenuta in una nota inviata oggi da Associazione 21 luglio al sindaco di Roma Virginia Raggi e all’Ufficio Speciale Rom, Sinti e Caminanti di Roma Capitale. (Articolo completo sul nostro sito)

Case popolari

ROMA SMENTISCE VIE PREFERENZIALI - In riferimento ad un articolo pubblicato da La Repubblica dal titolo “Castel Romano, case popolari ai rom sfrattati” si precisa che per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica sono sempre stati adottati e continueranno a essere adottati i requisiti fissati dalla normativa vigente e validi per tutti i cittadini residenti a Roma Capitale. Non è prevista alcuna corsia preferenziale né alcun trattamento privilegiato né alcuna deroga per alcun tipo di soggetto. Gli alloggi verranno assegnati sulla base della sequenza delle graduatorie, senza alcuna novità. Allo stesso tempo l’erogazione di un eventuale sostegno all’affitto nel mercato privato è vincolata alla sottoscrizione di un accordo tra la persona e Roma Capitale, come previsto da piano per il superamento dei campi rom già in vigore da oltre tre anni. Un accordo che comporta la ricerca di un lavoro, l’accesso a corsi di formazione, la frequenza a scuola dei bambini compresi nel nucleo familiare. Lo riferisce, in una nota, il Campidoglio.


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(segue) Dentro e fuori al campo rom. Una distesa di rifiuti ma non solo Nella vallata dietro al campo ci sono ancora decine e decine di auto, nonostante le varie – e costosissime – bonifiche effettuate nel tempo. Tutto intorno al perimetro del villaggio, così come all’interno in una sorta di linea divisoria, un muro di confine tra etnie diverse, tonnellate di rifiuti formano montagne e cascate. C’è di tutto, dagli elettrodomestici ai materassi, dalle automobili ai tetti di eternit, passando da centinaia di pneumatici e mobili vecchi. Non ci sono parole sufficienti per descrivere quello che c’è lì: topi enormi spiaccicati a terra, mentre altri – vivi e vegeti – corrono veloci da una parte all’altra. Un cane è legato stretto a una catena, sotto al sole, nonostante il caldo torrido. Una signora anziana dorme su un materasso lurido, alcuni bambini giocano rincorrendosi tra i rifiuti. Giro l’angolo, sulla sinistra ci sono una piscina da giardino, un divanetto e altri accessori abbastanza lussuosi, riparati da una tenda. Ma basta guardare verso destra per vedere una montagna di immondizia. Intorno quelli che una volta erano dei nuclei abitativi, che adesso sono solo scheletri dati alle fiamme. Ne hanno bruciati tantissimi. Guerre intestine, qui le cose non si chiariscono a parole. Ecco perché da 1200 sono diventati meno della metà, negli ultimi tre anni. C’è chi ha preferito andarsene, perché qui l’aria era sempre più irrespirabile e non solo in senso lato. Nei vari blitz delle forze dell’ordine in questo campo rom – come in tanti altri – è sempre stato trovato di tutto: dalla refurtiva ai ricercati. Ci sono persone con almeno quattro o cinque identità diverse,

donne che per non finire in carcere sfornano un figlio l’anno. Bambini che non andranno mai a scuola, che ripercorreranno gli stessi “tragitti” dei genitori. Il traffico delle auto nasconde qualcosa di più: droga, furti. “Faccio un lavoro che non posso parlare”, dice in modo sgrammaticato e criptico uno dei rom. Non vuole essere ripreso, né vuole che si registrino le sue parole. Controlla attentamente che la telecamera sia spenta. Ma solo qualche giorno prima era stato ammesso – a telecamere accese – che a portare i rifiuti erano degli “svuotacantine” che, per 50 euro, buttavano il contenuto dei loro furgoni (pieni di mobili vecchi, reti, materassi, frigoriferi, lavatrici e tanto altro) sia a ridosso del campo rom. Quando i cumuli di rifiuti diventavano insostenibili, bastava accendere un fiammifero e dare fuoco per fare nuovo spazio. Il via vai era continuo. Un affare per i rom, ancor di più per chi scaricava senza rispettare le regole. Ma gli “affari” non sono solo questi: c’è anche quello delle auto che vengono – anzi venivano, visto che da quando sono stati po-

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sizionati i new jersey ed è stato installato il posto di controllo della polizia locale non è più possibile entrare ed uscire indisturbati dal campo rom - portate qui, smontate dei pezzi pregiati e poi date alle fiamme. Si tratta di vetture perlopiù rubate e utilizzate per fare colpi: rapine, furti o chissà cos’altro, poi, per non lasciare alcuna traccia, una bella dose di benzina e si fa il falò che cancella tutto. E non solo: giri di droga, a partire dalla cocaina, come dimostra il rom intervistato da Filippo Roma, che ammette di “essere completamente fatto di cocaina” e di non poter parlare riguardo a quello che accade veramente nel campo, perché chi parla viene ammazzato. Maria Corrao Quando i cumuli di rifiuti diventavano insostenibili, bastava accendere un fiammifero e dare fuoco per fare spazio. Il via vai era continuo. Un affare per i rom, ancor di più per chi scaricava senza rispettare le regole, E poi giri di droga e omertà: chi parla viene ammazzato

Quell'inquietante silenzio della politica... NESSUN PARLI - È sempre più una bomba ad orologeria pronta a esplodere, la situazione che aleggia intorno al campo rom di via Pontina, a Castel Romano. Dopo che il Comune di Roma ha posto sotto sequestro l'intera area, la situazione all'interno del "Villaggio della Solidarietà" si è fatta pesante: i rom non vogliono andarsene senza avere un'alternativa, ovvero una casa. Sarà un caso, ma proprio da quando l'area è stata sequestrata e l'attenzione a chi entra e chi esce dal campo raddoppiata, sono ricominciati gli incendi: prima solo di notte, con anche scarichi di rifiuti lasciati nella parte laterale, poi anche di giorno. Incendi e sgomberi, due delle molte facce del campo rom di via Pontina, a Castel Romano. Un villaggio da sempre problematico, ma per il quale - nonostante le richieste di intervento da parte di cittadini e associazioni - nessuno in 15 anni ha mai fatto nulla. Nulla quando si era trasformato in un ricettacolo di refurtiva, nulla quando sono iniziati gli "arrivi" delle migliaia di auto rubate, probabilmente utilizzate per compiere ulteriori crimini,

nulla quando quelle stesse auto venivano date alle fiamme per cancellare le tracce, dopo la cannibalizzazione che portava alla vendita dei pezzi più pregiati. E niente è stato fatto in tutte le altre occasioni in cui ci si è resi conto della pericolosità del passaggio sulla Pontina davanti al "Villaggio della solidarietà": impossibile non sapere, i fatti di cronaca erano su tutti i giornali. Niente ancora, da parte della politica, quando sono iniziati gli scarichi incontrollati di rifiuti, dagli pneumatici ai mobili, dai materassi agli elettrodomestici, e al loro incenerimento attraverso roghi tossici. E adesso nessuno dice nulla riguardo gli sgomberi, che stanno seguendo una modalità non attuabile, che porterà quasi sicuramente a problemi ulteriori. "Perché la sinistra romana non dice nulla sul prossimo sgombero di Castel Romano che metterà per strada numerose famiglie? - tuona Carlo Stasolla, presidente della cooperativa 21 Luglio - Forse perché nel 2005 a promuovere la trattativa per lo sgombero di 750 rom da Vicolo Savini al nuovo insediamento furono

Massimiliano Smeriglio e Walter Veltroni? Forse. Forse perché per "facilitare" lo sgombero da Vicolo Savini il Comune amministrato da Veltroni elargì ai rappresentanti delle comunità 15.000 euro al mese ciascuno per alcuni anni? Forse. Forse perché il "villaggio", che doveva essere provvisorio, diventò stabile grazie al "Patto per Roma Sicura" del 2007 che porta anche la firma di Nicola Zingaretti e che stabilì la costruzione di 4 mega campi rom? Forse". Ma non è finita. "Forse perché sono tutte 'rosse' le cooperative che per anni hanno gestito il 'villaggio' e i servizi presenti al suo interno? Forse - prosegue Stasolla - Forse perché fu il vicesindaco Luigi Nieri a gestire la comunità dell'area D che nel 2013 scappò da Castel Romano chiedendo percorsi di inclusione e la sua risposta fu 'ritornate a Castel Romano o vi sgomberiamo'? Forse". L'ultima domanda che Stasolla fa è: "Perché la destra romana non dice nulla su Castel Romano?". Già, perché nessuno parla, in una sorta di tacito accordo? Forse perché parlare non fa comodo a nessuno...



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La storia:«La mia vita accanto al campo rom» Luigi voleva regalare a sua figlia una vita nel verde: ma dopo due anni sono arrivati i nomadi hi conosce meglio il “Villaggio della Solidarietà” di tutti è Luigi Fazio, ex poliziotto, “vicino di casa” dei rom, ovviamente non per scelta, visto che è venuto a vivere qui due anni prima, quando l’area era ancora incontaminata in tutti i sensi. Ed è lui che ci racconta il “dietro le quinte”, quello che accade veramente quando nessuno (o quasi) guarda. Ma partiamo dalla fine, da uno degli ultimi episodi che hanno costellato gli ultimi 15 anni della vita di quest’uomo e della sua famiglia. Lui, una figlia che adesso ha 16 anni, una compagna morta a 56 anni di tumore a marzo dello scorso anno, in soli due mesi, dopo aver respirato i fumi tossici degli incendi provocati dai rom in tutti questi anni. È la quarta persona che muore nel giro di poco tempo – e parliamo di un gruppo ristretto di circa 35/40 persone – tra le famiglie che vivono accanto al campo rom. Una percentuale altissima: in pratica il 10% di chi vive lì si è ammalato di cancro ed è morto. Una coincidenza? O i continui avvelenamenti dell’aria e delle falde acquifere hanno contribuito a rovinare la salute di questa gente? Ma non solo: ecco l’ultimo episodio che ha fatto saltare i nervi a Luigi. “Rambo” – così è soprannominato l’ex poliziotto – racconta l’accaduto: sua figlia è a passeggio con i cani, due giovani rom appena scesi dal bus Cotral la vedono e iniziano a masturbarsi. Luigi, che stava seguendo la figlia con la telecamera per stare più tranquillo, riprende la scena. Nelle foto che pubblichiamo si vede uno dei due ragazzi che, incurante di trovarsi all’aperto, si sbottona i pantaloni e procede con le sue “pratiche solitarie”. “Devo stare sempre attento a quello che succede”, racconta Luigi, “non posso mai abbassare la guardia. Ormai, dopo tanti anni, sanno che con me non si scherza”. Di motivi per essere furioso ne ha tanti. Ha comprato questo terreno pensando di poter far crescere la bambina, all’epoca neonata, in mezzo al verde e all’aria pulita, invece si è ritrovato – dopo meno di due anni dall’acquisto del terreno e della casa – con una proprietà che non valeva più nulla, perché confinante con il campo rom più grande d’Italia. “Gli incendi sono iniziati nel 2006, un anno dopo l’arrivo dei rom nel campo, più o meno nello stesso periodo in cui hanno iniziato a portare qui le

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auto rubate. Poi sono iniziati anche gli scarichi dei rifiuti, che negli ultimi anni sono diventati incontrollati”. In tutto questo tempo Luigi ha documentato sia gli scarichi, fotografando e filmando l’arrivo dei furgoni e delle persone che gettavano i rifiuti, sia i continui incendi: centinaia di immagini che costituiscono un archivio utilissimo per qualsiasi magistrato voglia davvero fare luce sui retroscena del campo rom. Ovviamente sono stati presentati esposti agli organi comIn tutto questo tempo Luigi ha documentato sia gli scarichi, fotografando e filmando l’arrivo dei furgoni e delle persone che gettavano i rifiuti, sia i continui incendi. Ma nessuno ha mai risposto petenti: alla Polizia Locale di Roma Capitale e direttamente al comandante dei vigili urbani, al Prefetto di Roma, al presidente dell’allora XII Municipio, ai comitati di quartiere, all’Ente regionale Roma Natura, al Corpo Forestale dello Stato. Ma nessuna risposta è mai arrivata. Perché? Senza contare che ci sono analisi dell’aria e del terreno di cui non si sa quali siano i risultati. Come mai? Cosa c’è dietro? C’è qualcuno o qualcosa che si vuole nascondere? E come mai prima tutti in silenzio, mentre adesso i politici fanno quasi a gara a voler apparire, quando si parla del “Villaggio della Solidarietà”, litigando tra Comune di Roma e Regione sui provvedimenti da prendere per smantellare il campo rom? Dove erano le istituzioni fino al 2 luglio? Che fine hanno fatto tutte le segnalazioni dei cittadini, dei comitati di quartiere, dei pochi politici che – anche in maniera strumentale – hanno nel tempo fatto presente quanto accadeva a Castel Ro-

mano? Perché nessuno ricorda più delle vite che sono state messe in pericolo quando venivano tirati i sassi contro le automobili o quando venivano posizionati i massi sulla strada, proprio davanti al “Villaggio della Solidarietà”? Perché nessuno per anni ha mai fatto niente e adesso, in odore di elezioni, ci si mette la fascia e si vogliono i meriti di qualcosa che nemmeno è stato fatto? Già, perché il problema – ricordiamolo – non è stato risolto. Dove andranno queste persone? Già Veltroni aveva pensato bene di relegarle a 20 chilometri da Roma, il più lontano possibile dalla Capitale, molto più vicino a Pomezia che al Campidoglio. Non è che la Raggi sta pensando di “affibbiare” al collega 5Stelle pometino il problema, chiedendogli una mano per trovare una sistemazione – magari in palazzine private rimaste invendute a causa della crisi – per i rom che devono andare via? Certo, si tratta solo di un’ipotesi per il momento remota, ma visto quello che è successo in passato, dai sindaci di Roma ci si aspetta di tutto, specie dopo che riescono ad affermare che “non sapevano dell’esistenza della mega discarica” di Castel Romano. “La sindaca Raggi non poteva non sapere”, replica Luigi, “perché ogni volta che la polizia locale veniva qui per le bonifiche, per i controlli o durante i grossi incendi doveva relazionare l’accaduto al Comandante, che a sua volta informava il sindaco della situazione ‘scottante’, in tutti i sensi, che si era creata qui: quindi è impossibile che non sapesse. Se così fosse, allora si tratterebbe di una negligenza da parte dei suoi sottoposti che non hanno comunicato quanto di dovere. In ogni caso, parliamo di gravi mancanze imputabili al Campidoglio”. (continua)

Luigi ha comprato questo terreno pensando di poter far crescere la bambina, all’epoca neonata, in mezzo all’aria pulita, invece si è ritrovato, dopo meno di due anni, con una proprietà confinante con il campo rom più grande d’Italia


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agosto 2020 (segue) Parla la figlia di Luigi “Per la prima volta, da quando sono nata, il 12 luglio mi sono goduta un tramonto dal giardino della mia casa. È stato bellissimo”. Questa volta a è parlare un’adolescente che, per colpa dei fumi tossici che hanno sempre inquinato l’aria e per la paura di ulteriori incendi, prima dell’8 luglio – data in cui sono stati installati i new jersey che hanno regolamentato le entrate al “Villaggio della Solidarietà” – non era mai riuscita a vedere il sole tramontare dietro la sua casa, a Castel Romano, a 300 metri dall’ormai famigerato campo rom di via Pontina. “Mi chiamo Federica, ho 16 anni – racconta – Nel 2003 i miei genitori hanno comprato un terreno a Castel Romano, alle porte di Roma, sulla Pontina. Trattandosi di un terreno agricolo, mi dicevano sempre che ‘la terra dà vita’. Dal 2005 in poi questo insegnamento è andato via via scemando, tutto questo è venuto meno perché alcuni soggetti inclini al non rispetto degli altri esseri umani (che per loro natura devono respirare aria pulita) con il loro comportamento hanno causato un enorme inquinamento ambientale all’interno della Riserva naturale di Decima Malafede. Tutte le strutture e istituzioni preposte a far sì che questo non dovesse accadere hanno avuto un comportamento indifferente, inerte e quindi complice di tale degrado. Infatti, dal 2005 la zona è stata abbandonata anche dalle forze dell’ordine: i cittadini hanno dovuto segnalare costantemente, giornalmente, il problema per avere un minimo interessamento. È mio preciso dovere informare gli amministratori che dal 2005 a oggi sono state bruciate più di 1000 macchine: di fatto, quindi, questa più che una riserva naturale nel tempo è diventata una discarica/inceneritore a cielo aperto. Quegli stessi amministratori comunali, provinciali e regionali si riempiono la bocca parlando di ambiente, ma che nei fatti se ne sono sempre fregati di quello che succede qui, come della salute della sottoscritta, della mia famiglia e delle persone che vivono in questa zona. Nella riserva naturale si è respirato diossina quasi tutti i giorni, per 15 anni di fila”. 4 morti di tumore su 40 persone E Federica questo lo sa molto bene, perché gli effetti più drammatici li ha vissuti sulla sua pelle. “Mia mamma, pur vivendo in campagna e nutrendosi di prodotti della terra – forse inquinata dai fumi tossici? – è morta all’età di 56 anni per un cancro. Come lei sono decedute, nel giro di poco tempo, altre 3 persone, qui nel vicinato. E siamo poche famiglie, neanche quaranta persone in tutto. La speranza è che non tocchi a nessun altro. Ogni volta che vedevo i fumi tossici L'infanzia e l'adolescenza negata dai roghi tossici: «Non è che mia madre è morta a causa di questo?»

INCHIESTA chiedevo a mio padre: ‘Non è che mamma è morta a causa di questo?’. È una domanda a cui non so darmi risposta”. L'infanzia rubata Che infanzia è stata, quella di Federica? Quella di una ragazzina che non ha mai potuto festeggiare un compleanno facendo una festicciola in casa con gli amichetti di scuola, perché non appena le mamme scoprivano dove abitava, si rifiutavano di mandarci i propri figli. Quella di una bambina cresciuta con la mascherina – la stessa che adesso si porta a causa del Coronavirus, ma che una volta indossavano solo alcune categorie professionali e soltanto per il tempo necessario allo svolgimento del loro lavoro – per difendersi dal fumo dei roghi tossi tossici. “Ci sono delle foto che testimoniano tutto questo. Una in particolare ritrae me, con un cartello in mano con cui c’era scritto dello schifo che succedeva a Castel Romano, mentre sono con mio padre a Trigoria a protestare per i cumuli di rifiuti che erano stati riversati a ridosso del campo rom. Avevo 3 anni e indossavo la mascherina. La gente ha iniziato a inveire contro mio padre, dicendo ‘lei si deve vergognare, fa portare alla bambina questo cartello in mano’. Adesso Greta unberg, che non solo porta il cartello, ma nemmeno va a scuola, è – giustamente – diventata un’eroina e tutti, politici compresi, che almeno a parole dicono di condividerne le battaglie. Possibile che in Italia ci si occupi della salute dei cittadini e di salvare il pianeta solo quando lo dice qualcuno che viene dall’estero, mentre se le battaglie partono da qui vengono ignorate? Dov’erano questi paladini dell’ambiente quando io, piccolissima, insieme a mio padre giravo per le strade a segnalare un problema concreto a due passi dalla Capitale? Dove erano le istituzioni mentre i miei genitori (e rimarco che mia madre è morta di tumore: un caso?) e gli altri abitanti della zona segnalavano a tutte le autorità – magistratura compresa – gli stessi problemi? Di chi sono le responsabilità dei silenzi in tutti questi anni?”. Domande che esigono risposte. Perché sì, i new jersey messi l’8 luglio davanti al campo rom per controllare gli ingressi e impedire nuovi incendi

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Lo schifo: la figlia di Luigi scende dal bus, il rom la vede e si masturba sono sicuramente una buona soluzione (temporanea), almeno per iniziare, ma non cancellano quello che è stato, a partire dalla ferita inferta all’ambiente. Ce la mostrano le immagini girate con il drone, ce la racconta Luigi, il papà di Federica, che punta il dito contro il Campidoglio, la sindaca Virginia Raggi e contro tutte le istituzioni a cui negli anni ha presentato le denunce – corredate da foto e video – in cui si dimostrava chiaramente quello che stava accadendo nel campo rom e nell’area limitrofa. Eternit, migliaia di pneumatici, elettrodomestici usati: tutti rifiuti pericolosi e tossici. Bonificare l’area sarà un’impresa titanica, oltre che costosissima. Ma smantellare il “Villaggio della Serenità” non sarà così semplice come qualcuno vorrebbe far sembrare. I rom non se ne andranno se non avranno un’altra sistemazione: dove verranno alloggiate le 544 persone che vi abitano attualmente? Maria Corrao La moglie di Luigi è morta di tumore, come lei altre tre persone. La figlia: «Sono cresciuta con la mascherina, nessun genitore ha mai voluto mandare i suoi figli a giocare a casa mia ». A tre anni protestava con il padre per denunciare lo scempio di Castel Romano: le persone inveivano contro di loro anziché aiutarli


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Il Corriere della Città agosto 2020

Due anni del governo M5S targato Zuccalà Il Sindaco di Pomezia stila il bilancio sul lavoro svolto sin qui dall'Amministrazione ome riassumerebbe questo periodo in tre provvedimenti-chiave adottati sin qui dalla sua Amministrazione? «I primi 2 anni sono sempre considerati di rodaggio e “costruzione” per le amministrazioni ma, nonostante questo, abbiamo già portato a termine diversi progetti. Se devo citarne tre inizio dal più recente: il 23 luglio scorso abbiamo presentato il progetto del nuovo teatro comunale, l’ex consorzio agrario di via Virgilio, abbandonato da oltre 10 anni e che ora potrà finalmente vedere la luce grazie al finanziamento di 3.383.229,12 euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2014-2020 nell’ambito del piano “Turismo e cultura” del Ministero dei Beni e delle Attività culturali. Entro il 2023 Pomezia avrà il suo primo teatro: realizzeremo il foyer, la sala e il palcoscenico, restituendo alla Città e ai cittadini uno spazio che gli è stato sottratto troppo a lungo. Voglio inoltre ricordare l’apertura della nuova delegazione di Torvaianica con la prima sperimentazione di sportello unico per il cittadino e la manovra del welfare, che ci ha permesso di ridurre in maniera consistente le tariffe dei servizi di assistenza domiciliare, refezione scolastica e asilo nido. Cultura, servizi e sociale sono certamente i nostri punti di forza». Quali sono gli interventi in cantiere che vedranno la luce entro la fine dell'anno e quali, invece, verranno completati entro la fine del mandato? «Come dicevo entro fine mandato Pomezia inaugurerà il primo teatro della sua storia, ma sono diversi i progetti che abbiamo in cantiere e che, a causa dell’emergenza Coronavirus, hanno subito una battuta di arresto. Entro la fine del mandato contiamo inoltre di portare acqua potabile nelle case di tutti i cittadini grazie all’attivazione dei serbatoi idrici di via dei Castelli Romani e di Torvaianica Alta. Questo consentirà di risolvere i problemi diffusi di pressione idrica in alcune zone del territorio e, traguardo importante per la Città, di coprire l’intera area cittadina con la rete idrica. Si concluderanno inoltre i lavori in via Campobello: una strada di 1800 metri completamente riasfaltata, marciapiedi su ambo i lati della carreggiata, adeguamento e messa in sicurezza degli incroci, manutenzione, messa in sicurezza e riqualificazione della rete di raccolta delle acque meteoriche. La pista ciclabile di via Carlo Alberto Dalla Chiesta a Torvaianica, e altri lavori che partiranno a brevissimo. In questo momento però la priorità dell’intera Amministrazione è far ripartire in assoluta sicurezza l’anno scolastico: settembre è alle porte e stiamo lavo-

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«Nel 2013 Pomezia era sull'orlo del dissesto. Grazie alla capacità di "fare rete" abbiamo raggiunto tantissimi risultati» rando in stretta collaborazione con i dirigenti scolastici per adeguare tutte le scuole al rientro in classe degli studenti. Pomezia nel 2023: se la sua Amministrazione arriverà alla scadenza naturale saranno 10 anni di Governo del Movimento 5 Stelle. Guardando indietro, cos'era Pomezia nel 2013 e che città sarà fra tre anni? In sintesi: che tipo di territorio ha costruito il M5S? «Pomezia era una città sull’orlo del dissesto. Le Amministrazioni che ci hanno preceduto hanno lasciato in eredità, a noi ma soprattutto alla cittadinanza, un debito importante, che ha condizionato la nostra azione di governo dal principio. Nonostante questo il Movimento 5 Stelle ha lavorato per ripagare i debiti senza tagliare i servizi: quello che abbiamo fatto in tutti questi anni è stato rimettere ordine negli appalti pubblici, garantendo una città più pulita, curata e vivibile; abbiamo costruito un rapporto di fiducia con la cittadinanza e i soggetti del territorio attraverso un’amministrazione trasparente e una comunicazione diretta; abbiamo investito sui servizi sociali e educativi, con nuovi asili, sportelli di ascolto, progetti distrettuali per minori, disabili e soggetti fragili, farmacie comunali come presidio socio-sanitario; abbiamo valorizzato le risorse culturali del territorio, mettendo Pomezia e Torvaianica al centro di una cultura diffusa, dai musei agli eventi. Se volessimo racchiudere tutto in una parola, potremmo dire Network: la capacità di “fare rete” di questa amministrazione ha permesso di realizzare obiettivi che da soli non saremmo riusciti a raggiungere».

Sgombero del campo rom di Castel Romano: Pomezia rientra tra le 'destinazioni' possibili per ricollocare le persone che vivono nell'area o è un'ipotesi che sente di poter scartare? «Come al solito si cerca di creare allarmismo e caos, infatti parliamo di un’ipotesi che non trova conferma in nessun atto ufficiale. Ho anche sentito personalmente la sindaca di Roma Raggi che ha smentito questa notizia» Estate pometina: possiamo fare un primo bilancio? «L’Estate sta andando molto bene, le arene attrezzate di Pomezia e Torvaianica, grande novità di quest’anno dettata dall’emergenza COVID, sono sempre piene, sintomo che i cittadini hanno voglia di divertimento, svago e cultura dopo tanti mesi di sacrifici, ma in piena sicurezza. L’emergenza ci ha costretti a ridimensionare i progetti estivi a cui stavamo lavorando, primo fra tutti la seconda edizione dell’Eneadi festival, ma siamo riusciti ugualmente a proporre un calendario di qualità, con cinema, spettacoli come la rassegna Pomezia in Musical, musica e sagre, i nostri Musei aperti fino a tarda sera, il tutto nel rispetto delle regole e delle misure anti Covid. Altra novità di quest’anno, l’estensione gratuita su suolo pubblico per le attività di somministrazione che stanno dando un senso di vitalità in città: a tal proposito vorrei complimentarmi con i tanti imprenditori che hanno accolto favorevolmente l’opportunità, andando a investire in un periodo sicuramente difficile e, in alcuni casi, innalzando decisamente il livello del contesto urbano e del servizio». (continua)

Due anni fa l'elezione di Adriano Zuccalà (M5S)


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agosto 2020 (segue) Borgo di Pratica di Mare: alla luce della recente sentenza del Tar quali sono le tempistiche per la rimozione del cancello posto all'ingresso del Borgo? Perché ancora non è stato tolto? «C’è chi gioca con la legge e chi si preoccupa di farla rispettare nei tempi e modi previsti. Il Tar Lazio, con Ordinanza n. 4874/2020 del 20 luglio 2020, ha parzialmente respinto le richieste avanzate dalla Nova Lavinium srl, la quale aveva impugnato anche le ultime due ordinanze dall’Amministrazione comunale di rimozione del cancello di cantiere e ripristino dei luoghi. Durante la discussione dell’udienza, tenutasi il 17 luglio 2020, il Comune, rappresentato dall’Avvocato Luigi Leoncilli, ha insistito per l’accoglimento delle richieste già formulate dall’Ente nei propri atti, nonché illustrato la posizione del Comune anche nell’ambito del giudizio civile pendente presso il Tribunale di Velletri, insistendo per la rimozione del cancello qualificato “da cantiere”, essendo i lavori in discussione ormai terminati. Il Comune si è mosso quindi in maniera corretta e ha prodotto tutti gli atti necessari per ottenere la conferma che il cancello all’ingresso del borgo va rimosso come da ordinanza, in quanto il cantiere risulta completo. Proprio in esito a quanto detto, con una nota del 21 luglio, il Comune ha chiesto alla proprietà come volesse procedere alla rimozione del cancello entro la data del 24 luglio. Passato infruttuosamente questo termine, in data 27 luglio è stata disposta la rimozione del cancello entro 3 giorni. Sarebbe auspicabile che la proprietà ottemperi all’ordinanza, altrimenti procederemo in danno». Campetti polivalenti: abbiamo letto che è stato predisposto un piano di interventi per la loro sistemazione. Quando inizieranno i lavori? «Sono stati stanziati i fondi per iniziare il recupero dei diversi campi polivalenti. I lavori, fermati prima dall’emergenza sanitaria e poi dalle urgenze sulle scuole, inizieranno a breve. Approvazione bilancio consuntivo: perchè l'Ente è in ritardo? «L'emergenza Covid ha allungato i tempi tecnici per la redazione del rendiconto di gestione, ma non c'è alcun allarme. La procedura della diffida della Prefettura è un atto ordinario quando i Comuni non approvano il rendiconto entro la data stabilita. Il rendiconto è stato già approvato in giunta e posso assicurare che il Comune di Pomezia rispetterà i tempi per l'arrivo in consiglio». Servizio 'Amico bus'. Sarà possibile, come chiesto dalle Associazioni, informatizzare la richiesta di accesso al servizio senza dover recarsi necessariamente alla Selva dei Pini? I cittadini chiedono poi una rimodulazione degli orari, anticipando l'orario d'inizio del

POLITICA servizio rispetto a quanto previsto ora (le 7.30): è un aspetto sul quale intendete intervenire? L'ultima criticità riguarda il numero dei mezzi, ancora troppo esiguo per rispondere alle esigenze di una città come Pomezia: ora che si sono liberate risorse grazie alla collaborazione di partners commerciali, l'Amministrazione potrà implementare il servizio? «Il progetto prevede la circolazione di due veicoli da 5 posti, attrezzati per il trasporto disabili, in comodato d’uso gratuito al Comune, finanziati grazie a spazi pubblicitari di imprese e attività commerciali del territorio, che consentono ai cittadini, dai bambini agli adulti, di effettuare spostamenti in completa autonomia per raggiungere strutture sanitarie, socio-assistenziali e riabilitative. Il nostro obiettivo è fare in modo che nessuno resti indietro, andando incontro ai cittadini più fragili, a chi in città si deve muovere in maniera diversa. Siamo tutti coscienti del fatto che abbiamo molto da recuperare sotto l’aspetto della mobilità sostenibile e la città deve essere a misura di qualsiasi cittadino. Questo servizio ci permetterà di traghettarci verso quella che sarà l’infrastruttura ideale di Pomezia. Da quest’anno avremo addirittura nuovi contributi per estendere ulteriormente il servizio che abbiamo dato fino ad oggi, proprio per questo stiamo elaborando un nuovo regolamento che possa estendere ed ottimizzare Amico Bus nelle sue funzioni». Un bilancio sull'emergenza Covid-19? «Abbiamo, tra gli altri, rafforzato i canali comunicativi dell’Ente e attivato il Numero di Unico di Emergenza 06 60300. Le Farmacie comunali hanno distribuito gratuitamente un quantitativo di soluzione idroalcolica. In collaborazione con la Protezione Civile, la Croce Rossa e la Misericordia, abbiamo attivato il servizio di consegna a domicilio di farmaci e generi alimentari, rivolto alle persone affette da disabilità, con gravi patologie, o anziane con più di 65 anni, prive di una rete familiare e di vicinato a supporto. Grazie alla geNella foto: nerosità di tanti cittadini e il Sindaco di alla disponibilità delle Pomezia aziende del territorio abAdriano biamo distribuito pacchi Zuccalà alimentari ai nuclei familiari in difficoltà seguiti dai Servizi Sociali. Sono state distribuite circa 2.500 mascherine a medici di base e pediatri. Oltre 8.500 mascherine sono state distribuite a domicilio alle persone over 65. E’ stato aperto un conto

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corrente bancario (IT28 E 05034 22000 000000004160) che ci ha permesso di raccogliere oltre 100.000€ per le spese legate all’emergenza. In questo conto corrente, vengono anche riversate le donazioni che la Giunta e la maggioranza in consiglio comunale effettuano dal taglio delle indennità. Il nostro Comune ha erogato oltre 850mila euro in buoni spesa a sostegno dei nuclei familiari più esposti e ha stanziato oltre 700mila euro per garantire i primi interventi di contrasto all’emergenza. Abbiamo sospeso gli adempimenti tributari legati al versamento di tributi e servizi locali, differendo la scadenza di Tari, imposta di soggiorno, piani di rateizzazione (anche Icp e Tosap), mensa scolastica, scuolabus e nidi comunali, strisce blu. Abbiamo deliberato l’occupazione di suolo pubblico gratuita fino al 31 ottobre 2020 a sostegno delle attività commerciali duramente colpite dall’emergenza Coronavirus e deliberato la riduzione del 100% della quota variabile della tariffa Tari 2020 per le utenze non domestiche rimaste chiuse durante il lockdown. Il Comune di Pomezia, in qualità di Capofila del Distretto Sociosanitario RM 6.4, ha firmato due convenzioni con la confraternita Misericordia di Pomezia per l’avvio dei servizi di teleassistenza a persone anziane o fragili e di trasporto sociale d’emergenza per persone sole e non autonome che necessitano di raggiungere strutture specialistiche per effettuare terapie salvavita. In questi mesi sono state effettuate verifiche a tappeto sul territorio. Sono stati installati paletti di riferimento per le postazioni e cartelli informativi per ogni passaggio a mare. Abbiamo approvato la concessione di contributi economici per le rette dei centri estivi per minori 0-17 anni; e per la prima volta nella storia del nostro Comune abbiamo avviato il servizio sperimentale di centri estivi comunali, nelle sedi della scuola dell’Infanzia comunale Maria Immacolata e della scuola dell’Infanzia Via Vinci dell’Istituto comprensivo Enea per la fascia 3-6 anni, e nei nidi comunali Piccole Orme e Isola che non c’è per la fascia 0-3 anni. Abbiamo approvato un pacchetto di misure a sostegno del mondo dello sport stanziando risorse destinate a contribuire al pagamento dei canoni dovuti dai concessionari di impianti e palestre comunali e approvando gli indirizzi per la ripresa delle attività sportive presso le palestre annesse agli istituti scolastici. Infine stiamo lavorando per la riapertura dei centri anziani e per la ripresa in sicurezza delle scuole a settembre.

«Sgombero campo rom? Nessun 'arrivo' a Pomezia. Pratica di Mare: se la Proprietà non interverrà agiremo in danno. Bilancio consuntivo? Rispetteremo i tempi»


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Il Corriere della Città agosto 2020

Pomezia, le opposizioni bocciano il M5S Critiche all'operato dell'Amministrazione Zuccalà arrivano da tutti gli schieramenti politici due anni dall'insediamento della Giunta Zuccalà abbiamo chiesto ai consiglieri di minoranza un commento sull'operato dell'Amministrazione. Tutti i partiti politici hanno criticato il lavoro portato avanti sin qui dal M5S-bis giudicandolo insufficiente. Paolo Zanin, Capogruppo Pd “A distanza di due anni e poco più dall’insediamento del Sindaco Zuccalà, posso tranquillamente affermare che parlare di amministrazione fallimentare potrebbe essere un complimento per chi governa la nostra città. Una città ferma, senza un minimo di progettualità per il futuro. L’unica cosa di cui è capace questo Sindaco e la sua amministrazione è quella di adottare provvedimenti sempre contro qualcuno e mai a favore. Basti ricordare la vicenda delle revoche delle concessioni demaniali o la chiusura della delegazione a Torvaianica per futili motivi... Non parliamo poi del rapporto con la minoranza del consiglio comunale, completamente esclusa dalle decisioni e dal confronto democratico. Il fatto che una parte della volontà popolare (poco più del 25%) li abbia designati quali amministratori del nostro paese non significa che abbia assegnato loro potere decisionale indiscutibile o di veto assoluto, perché un’altra parte del paese ha assegnato anche alla minoranza compiti di rappresentanza e tutela. Poco male se ciò riguardasse solo il consiglio comunale, ma quando i cittadini non riconoscono il Sindaco nemmeno se lo incontrano per le strade della città, in quanto molto restio al confronto con il popolo, di cosa vogliamo parlare? La lista delle inadempienze sarebbe molto lunga: lascio ai cittadini di Pomezia il giudizio su questa amministrazione che, a mio avviso, un’idea se la sono già, ampiamente, fatta”. Stefano Mengozzi (Centrosinistra) "La discontinuità sperata, rispetto alle scelte scellerate dell'amministrazione Fucci, non si è mai veramente realizzata. Il piano regolatore che regala centinaia di metri cubi è ancora in piedi, Acea - voluta da Fucci e Zuccalá, continua a generare disservizi, il cancello di Pratica di Mare sta ancora lì, nonostante le nostre vittorie sull'uso pubblico delle strade. E poi il livello dei servizi continua ad essere

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scadente, così come i rapporti tra le forze politiche. Noi continuiamo a pensare che serva maggiore dialogo e collaborazione per ridare futuro e sviluppo sostenibile alla città, ci auguriamo che l'Amministrazione Zuccalà capisca l'importante di uscire dalla torre di avorio in cui si è chiusa per toccare con mano le decine di problemi che chiedono soluzione. Non si governa per il destino di un singolo o di una forza politica ma per il bene dei cittadini". Mario Pinna, FDI “Ritengo che la giunta Zuccalà abbia letteralmente deluso: le promesse fatte in campagna elettorale per la rinascita di Pomezia e del litorale sono rimaste solo vani sogni nel cassetto. Non è stato fatto nulla per migliorare “lo status quo ante” anzi, la situazione è peggiorata. Il governo cinque stelle ha semplicemente svolto il proprio compitino previsto dalle norme vigenti ma ha avuto paura di osare a promuovere progetti per il futuro, forse per incapacità o per non rischiare di sbagliare. In compenso, però, nel frattempo, ha fatto in modo di far aumentare di molto il divario di natura sociale ed economica tra Pomezia centro e i quartieri limitrofi, a cominciare da Torvaianica. Infatti, gli altri quartieri del Comune sono diventati, ancor di più, le classiche zone di periferia urbane abbandonate a sé stesse. Soprattutto Torvaianica, pur rappresentando circa un terzo della popolazione totale del territorio comunale, è tuttora priva di servizi ritenuti essenziali per la cittadinanza locale, come un cinema, una biblioteca, campi sportivi, oppure un punto di ritrovo per i giovani. È doveroso ammettere che la viabilità e la manutenzione delle strade cittadine del territorio si è svolta principalmente nel centro di Pomezia senza valutare e senza pianificare un progetto complessivo teso a risolvere le varie esigenze e le necessità presenti su tutto il territorio. Nel frattempo a Torvaianica, dove nel periodo estivo si avvicendano sul territorio migliaia di persone, al contrario di ciò che il buon senso consiglierebbe, il Comune fa effettuare i lavori in piena estate, creando notevoli disservizi alla viabilità cittadina. Senza parlare poi dell'obbrobrio che si sta realizzando in via Carlo Alberto dalla Chiesa con il restringimento della unica strada a doppia corsia presente in Torvaianica, per cosa poi? Per realizzare una pseudo pista ciclopedonale (vera cattedrale nel deserto in quanto fine a sé stessa perché chiusa tra via Siviglia e via Danimarca), pratica-

mente bloccata e senza ulteriori sbocchi reali. A ciò si aggiunge anche il mancato impegno della Giunta Comunale in ordine alla mia mozione sull'incremento del trasporto pubblico tra Ostia e Torvaianica. Inoltre, si pone in evidenza che non vengono praticamente mai curate le aiuole o i marciapiedi, non si potano gli alberi che coprono l'illuminazione stradale, non si fa un censimento e un controllo generale della segnaletica stradale (sono presenti ancora delle indicazioni per riferimenti non più presenti da oltre 10 anni). Per questo, se proprio dovessi dare un voto a Zuccalà e alla sua Giunta, non potrei dare un voto superiore al sei meno meno”. (continua)

Consiglio POMEZIA - Si è svolto giovedì 30 luglio a partire dalle 09.30 il Consiglio Comunale in videoconferenza per la trattazione dei seguenti argomenti all’ordine del giorno: Mozione atto di indirizzo per il completamento dei lavori “zona 30” nel quartiere Roma 2 - Santa Palomba; Proposta di adesione del museo civico archeologico Lavinium al sistema museale territoriale dei Castelli Romani e Prenestini - approvazione della convenzione e della bozza di atto aggiuntivo ed integrativo; Atto di riordino e localizzazione delle fiere, dei mercati e dei posteggi fuori mercato “piano comunale per l’esercizio del commercio su aree pubbliche”.

Bando verde

ARDEA - E' stato riaperto il bando per la ricerca di sponsorizzazioni, concessioni, adozioni finalizzati ad interventi di manutenzione e riqualificazione delle aree verdi pubbliche. Le aree verdi che sono state incluse in questo bando sono: 1. GIARDINO PUBBLICO (Ex Albarelli) – Via Savona (fg. 45 part. 1284-1285) 2. BOSCHETTO Via Lecce – Via Gorizia (fg. 45 part. 14) 3. PARCO DELLA VITTORIA Via dei Rutuli – Via Niso (fg. 50 part. 70) Per i dettagli è possibile consultare la determinazione dirigenziale 2020/989 del 2707-2020 sull’albo pretorio del comune di Ardea.


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agosto 2020 (segue) Pietro Matarese, centrodestra “Il mio giudizio sull'attività del governo Zuccalà è stato espresso a fine anno 2019, sintetizzandolo nella frase “fa quanto deve”. Attualizzandolo a distanza di qualche mese, non posso non rilevare che la guida della città di Pomezia in un momento particolare e delicato a causa del Covid19 è stata decisamente deficitaria. In sostanza, la Giunta ha continuato ad amministrare senza tener conto dell'eccezionalità e, quindi, non supportando i cittadini con provvedimenti idonei a favorire l'economia locale. Al riguardo, così come rappresentato nelle riunioni della cabina di regia tenutesi in videoconferenza, la paralisi economica oltre a causare grandi problemi economici e psicologici ai cittadini, sicuramente favorisce le mafie che trovano terreno fertile e si impadroniscono di attività commerciali e industriali in crisi di liquidità. In tal senso si è espressa anche la Direzione Investigativa Antimafia nella relazione semestrale inviata al Parlamento. È proprio nei momenti di crisi

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che il cittadino deve sentirsi protetto da chi amministra la cosa pubblica, invece le lamentele dei pometini testimoniano la mancanza del buon governo. Fatto significativo è l'ordinanza del Sindaco, che per motivi sanitari ha chiuso l'attività di nove concessionari di stabilimenti balneari. Senza entrare in una disquisizione giuridica che dovrà essere affrontata in sedi competenti, reputo il provvedimento inopportuno, perché colpisce una economia già in ginocchio per la pandemia, danneggiando i concessionari e chi lavora nel settore, ma anche chi vuole usufruire della spiaggia, senza contare il danno a tutto l’indotto. Sono infatti tantissime le persone che, non trovando posto negli stabilimenti di Torvaianica, hanno scelto di andare al mare altrove – da Ostia ad Anzio e Nettuno – arrecando così un danno economico a tutti i

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nostri commercianti: si tratta infatti di persone che avrebbero speso denaro negli esercizi pubblici del posto (e magari anche nei parcheggi) e che invece porteranno il loro denaro da altre parti”. Saverio Pagliuso, Lega “Siamo a metà del mandato di questa amministrazione ma le premesse per completare la legislatura non sono per nulla ottimistiche per il futuro di Pomezia.Una città con potenzialità molto più importanti di quelle espresse in questi anni ma che viene fortemente limitata dai personalismi della maggioranza che tendono a bocciare puntualmente ogni proposta avanzata da chi invece vorrebbe solamente aiutare nell’offerta di servizi migliori per la cittadinanza e aiutare la ripresa delle attività commerciali che oggi, a causa dell’emergenza sanitaria, rischiano di chiudere per non riaprire mai più.” Così in una nota Saverio Pagliuso, capogruppo Lega al comune di Pomezia”


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Il Corriere della Città agosto 2020

Intervista all'Assessore Alessandro Possidoni Dopo un mese dal suo ingresso in Giunta Possidoni stila un primo bilancio sul lavoro svolto ual è il bilancio sin qui della sua esperienza? «Sono alla mia prima esperienza politica e mi sono ritrovato in una realtà non proprio semplice come è quella di Ardea. Il problema più grande che mi sono ritrovato ad affrontare è stato senza dubbio quello della carenza di personale dipendente. Il Comune in molti Uffici è largamente sottodimensionato in termini di risorse umane. Al momento disponiamo di appena 100 unità quando ne servirebbero almeno il doppio in base alla popolazione. E questo causa inevitabilmente molti problemi. Non solo. A causa dell’esiguo numero di dipendenti comunali chi lavora lo fa in condizioni di Nella foto: assoluto stress e questo in- l'Ass. ai cide pesantemente anche servizi al su motivazioni e perfor- personale, stato mance. Per questo sin dai civile, anagrafe, primi giorni dal mio inse- emergenza diamento ho voluto incon- Covid-19 trare tutti i lavoratori per Alessandro conoscere da vicino le Possidoni varie situazioni» Lei ha impostato la sua attività sulla comunicazione, anche sui social... «Credo che un bravo Amministratore debba saper parlare con i cittadini e al tempo stesso saper ascoltare; e far tesoro dei feedback ricevuti, comprese le critiche. E' solo in questo modo che si può far comprendere al cittadino il lavoro che si sta portando avanti. Per questo mi prendo il tempo per aggiornare spesso i miei canali di comunicazione e leggo tutti i commenti che vengono postati anche se, chiaramente, non posso rispondere a tutti». Ad Ardea, a proposito di questo, sembra essersi spezzato il legame con i cittadini soprattutto per i tanti problemi rimasti irrisolti. Mancano due anni alle elezioni e il tempo passa in fretta: riuscirete a colmare il gap? «Capisco le perplessità dei cittadini. Il discorso è quello che ho fatto poc’anzi: sono convinto che serva potenziare la comunicazione istituzionale verso i cittadini per far comprendere che l’Amministrazione non è insensibile ai problemi della città, penso alle buche o al problema della raccolta dei rifiuti. Cito questi perché sono quelli sotto gli occhi di tutti. Non dobbiamo nasconderci: i cittadini vogliono delle risposte e noi siamo qui per darle. E' soltanto in questo modo che potremo colmare il gap a cui lei fa riferimento. E’ indubbio poi che tra due anni il Movimento 5 Stelle dovrà riconfrontarsi con l’elettorato: al momento, però, le elezioni non sono la nostra priorità perché l’obiettivo è la-

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«Le priorità sono il completamento della nuova casa comunale, la sistemazione delle strade e la raccolta dei rifiuti» vorare a testa bassa. Le priorità sono il completamento della casa comunale per renderla operativa al 100%, la sistemazione delle strade e la raccolta dei rifiuti». Lei è stato presentato anche come figura a supporto dell'emergenza Covid-19: qual è la situazione ad Ardea? «Ad Ardea la fase dell’emergenza più acuta è superata. Dall’inizio dell’epidemia, ad Ardea si sono registrati 43 casi totali, di cui 37 pazienti guariti, 2 pazienti attualmente positivi (ricoverati o in isolamento domiciliare), 4 pazienti deceduti. Globalmente sono dati che confermano come le misure di prevenzione e distanziamento sociale stiano funzionando, ma che non bisogna abbassare il livello di attenzione». Il Sindaco ha ricevuto molte critiche su come è stata gestita l'emergenza soprattutto per i famosi varchi di accesso in città. Lei che in quei mesi era ancora esterno alla Giunta avrebbe agito nello stesso modo ? «Assolutamente sì. Ci siamo trovati in una situazione senza precedenti, che nessuno di noi aveva mai vissuto. Pertanto, anche le misure devono avere un carattere di eccezionalità, anche quando risultano impopolari, perché l’obiettivo principe è il mantenimento della salute dei cittadini E’ anche grazie a questo se Ardea ha contenuto la diffusione del Coronavirus». Trasferimento uffici comunali: è stata vista da molti come un tradimento lo spostamento fuori dalla Rocca della sede comunale. È stata la mossa giusta? «Che la Rocca possa rappresentare uno dei luoghi simbolo di Ardea posso essere d’accordo. Ma io pongo un’altra questione: gli Uffici, penso al caso emblematico dell’Anagrafe ma anche della stessa casa comunale, erano luoghi adatti in cui lavorare? Gli Uffici, peraltro articolati in modo davvero disomogeneo sul territorio, erano luoghi idonei per ricevere i cittadini? Ebbene la risposta a queste domande fa capire che l’operazione fatta era assolutamente indispensabile. La priorità è quella di avere una logistica più efficiente: all’Anagrafe non vi era nemmeno una sala d’attesa e la gente era costretta a sostare in strada, una cosa inconcepibile; adesso invece avremo locali più adeguati. Ciò che mi rincuora è vedere che gli stessi dipendenti hanno risposto al trasloco con grande spirito collaborazione e per questo li ringrazio». A che punto siamo con il trasferimento? «Oltre all’Ufficio Anagrafe anche altri uffici stanno completando il trasloco in questi

giorni, come per esempio l’ufficio tributi ed il SUAP. Entro la fine del mese i vecchi locali - non di proprietà comunale- verranno completamente svuotati. Volevo inoltre confermare ai cittadini che stiamo lavorando per la riapertura della nuova delegazione di Tor San Lorenzo: i lavori di ristrutturazione sono terminati alcuni mesi fa e farò di tutto per arrivare all’apertura anche di quegli Uffici in tempi rapidi». Quali vantaggi ci saranno per la cittadinanza? «Più sportelli per i cittadini, maggior velocità nelle pratiche, meno attese allo sportello. Stiamo per introdurre anche il sistema dei numeretti elimina code automatici che sembra una banalità ma non erano stati mai predisposti; sarà, così possibile prenotare da casa un appuntamento in completa autonomia con l’uso di un nuovo applicativo; pensate che erano i cittadini a doversi organizzare con i bigliettini fai-da-te e questo fornisce un’altra idea del perché era così urgente intervenire sulla questione Uffici». Ad Ardea si torna ad assumere personale comunale: quali figure andrete ad inserire e a quali benefici porterà alla popolazione ? «Avremmo in tutto 15-16 nuove risorse che andranno a fornire il loro contributo al personale dipendente soprattutto negli uffici più carenti e, nuovamente, l’Anagrafe sarà uno di questi: tra le figure ricercate ci saranno istruttori contabili e amministrativi ed istruttori direttivi. Inoltre stiamo attendendo l’autorizzazione del Ministero degli Interni per poter assumere altre quattro persone per la Polizia Locale e a breve continueremo il concorso per il comandante della Polizia Locale. Vorrei, inoltre, menzionare anche un ulteriore aspetto per ciò che concerne i dipendenti comunali...» Prego... «Diverse volte ho chiesto ai dipendenti se in questi anni fossero stati definiti dei percorsi di formazione. Ho capito che quello delle formazione non era un aspetto tenuto molto in considerazione. Per questo vorrei trovare delle partnership anche con comuni limitrofi che permettano al dipendente che ha interesse, di approfondire alcune tematiche legate al ruolo che sta svolgendo. E' una cosa che porterò sicuramente avanti». Quali obiettivi si è prefissato al livello personale da qui alla fine del mandato ? «Ho accettato questa sfida non perché voglia far carriera politica ma per dare un contributo, nel mio piccolo, a questa città che mi ha accolto negli ultimi cinque anni. Sono sicuro che quest’incarico mi farà crescere a livello personale e mi darà la possibilità di conoscere meglio i problemi dei cittadini». Luca Mugnaioli



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Raccolta organico: «Nessuna ricaduta sulla Tari» Così Zuccalà sul caso del conferimento dell'umido: «Compostaggio di comunità? Non è la soluzione» egna ancora l’incertezza a Pomezia sul servizio di raccolta della frazione umida dei rifiuti. Nei giorni scorsi il Comune di Pomezia aveva reso noto l’esito infruttuoso della seconda procedura di gara indetta con determina dirigenziale n. 1740 lo scorso 06 dicembre: l’appalto, della durata triennale, riguarda il servizio di conferimento e trattamento della “frazione organica umida proveniente da raccolta differenziata ed identificata con il C.E.R. 20.01.08” per il quale l’Ente aveva fissato un importo a base di gara pari a Euro 150,00 a tonnellata. Gare deserte Tuttavia, per la seconda volta, la procedura ha dato esito infruttuoso e il Comune è stato costretto a correre ai ripari. A maggio scorso, con determina dirigenziale n. 565 del 21/05/2020, è stato stabilito di indire quindi una procedura negoziata invitando a partecipare 5 operatori economici, selezionati a seguito delle informazioni assunte sul sito istituzionale regionale, ma anche quest'ultima si è conclusa con un nulla di fatto. Da un lato allora il Comune, nelle more della procedura di gara negoziata, al fine di non interrompere il servizio, ha affidato alla Eco Consul di Ancarano (addirittura in Abruzzo) che, pur risultando ad una distanza superiore ai 250 km stabiliti, è risultano l’unico impianto disponibile; dall’altro, il 9 luglio, l’Ente ha ricevuto da un’azienda di Cisterna (la Refecta srl, ndr) la comunicazione della dispo-

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Il Consigliere d'opposizione Mengozzi ha inviato un'interrogazione per chiedere spiegazioni sulla "evidente sospensione del progetto" di “Introduzione del compostaggio di comunità in Località Querceto” nibilità al conferimento della frazione umida presso il proprio impianto di Cisterna di Latina, al costo di Euro 195,00 a tonnellata Iva esclusa. Costi più alti ma “necessari per scongiurare l'emergenza” Al di là della maggior spesa per le casse pubbliche (peraltro a quei Nelle foto: 195euro/t vanno sommati (sopra) tutta una serie di ulteriori Stefano Menoneri aggiuntivi), di gran gozzi, (csx),; lunga superiori rispetto a (in alto) quanto previsto inizialil Sindaco di mente dal Comune, il proPomezia blema è anche di natura Adriano “temporale” di questo serZuccalà

Pomezia, la raccolta dell'umido ora è un caso. Dopo due gare deserte il Comune è stato costretto a correre ai ripari con soluzioni (per ora) temporanee: e i costi schizzano alle stelle vizio. Il Comune di Pomezia infatti ha un fabbisogno di raccolta, comunicato sempre dall’Ente, di circa 170 tonnellate di organico a settimana: ebbene nella Determina si legge che il Comune ha affidato il servizio di smaltimento “per un importo di euro 195,00 a tonnellata e fino alla concorrenza di Euro 48.678,00”. Con un semplice calcolo è possibile stabilire che, a conti fatti, la soluzione è durata circa una decina di giorni. Non a caso, il 20 luglio, ecco arrivare una nuova Determina (la n.896): “appare opportuno – leggiamo - affidare in via d’urgenza, per il periodo 20/ 25 luglio 2020, e fino alla concorrenza di Euro 39.900,00 il servizio di conferimento e recupero dei rifiuti urbani biodegradabili CER 20.01.08 alla Refecta Srl con sede in Cisterna di Latina [...] per un importo di Euro 195,00 a tonnellata”. Insomma un'altra proroga – ai medesimi costi – per scongiurare “l’interruzione del servizio” che “potrebbe comportare grave nocumento per la salute e l’igiene pubblica”. Risponde il Comune di Pomezia Sindaco qual è il suo commento sulla vicenda? L'incremento di questi costi avrà ricadute sulla Tari? Una possibile soluzione, come sottolineato anche dal Consigliere Mengozzi in un'interrogazione, potrebbe essere rappresentata dal compostaggio di comunità: oltre al progetto-pilota del Querceto – di cui sembrano essersi perse le tracce - si era paventata in passato l'ipotesi di estenderla in altre zone della città. L'Amministrazione ha abbandonato questa strada o vuole ancora puntarci? «Se esiste un problema oggi, è quello dell’assenza di impianti per l’umido adeguati nel Lazio. Il costo per lo smaltimento dell’umido ha, attualmente, un prezzo di mercato di 150 euro a tonnellata. La gara per l’affidamento del servizio, essendo scaduto il precedente contratto, è andata deserta per ben tre volte e l’ufficio ha gestito egregiamente fino ad oggi la situazione indeterminata in cui ci troviamo. La priorità è chiaramente quella di evitare il blocco della raccolta dell’umido o dell’indifferenziato

come accaduto di recente nei Comuni vicini di Ardea e Aprilia. Il costo di 195 euro è stato il prezzo richiesto da uno degli impianti per un affidamento temporaneo, di breve periodo, in attesa della conclusione della procedura negoziata. Trattandosi di una situazione temporanea e transitoria, non avrà un impatto significativo sulla bolletta TARI del prossimo anno. Il terrorismo mediatico è quindi facilmente smentito. Per quanto riguarda il compostaggio di comunità, è un progetto pilota che stiamo portando avanti con non poche difficoltà, vista la scarsa fornitura delle compostiere sul mercato a prezzi ragionevoli. Chi vede oggi il compostaggio di comunità come soluzione definitiva alla gestione dell’umido di una città di oltre 65.000 abitanti, con raddoppio dell’utenza nel periodo estivo, semplicemente ha fatto male i calcoli o non sa di cosa sta parlando. Il comune di Pomezia, nel 2019 ha smaltito circa 8.000 tonnellate di umido. Le compostiere previste per il progetto pilota del “Querceto” possono smaltire 120 tonnellate l’anno, per un costo, esclusivamente considerando l’acquisto, di 160.000€. Questo vuol dire che il comune di Pomezia dovrebbe investire subito oltre 10,6 milioni di euro solo per acquistare le compostiere necessarie al fabbisogno cittadino, senza contare tutti gli altri oneri diretti e indiretti che comporterebbe la gestione di oltre 130 punti di conferimento. In conclusione, un bel progetto pilota, ma sicuramente non la soluzione all’umido prodotto da Pomezia». Luca Mugnaioli Il Sindaco di Pomezia: «Il problema è la mancanza di impianti per l'umido nel Lazio. Aumenti Tari? Solo terrorismo mediatico. Chi vede oggi il compostaggio di comunità come soluzione definitiva alla gestione dell’umido semplicemente ha fatto male i calcoli oppure non sa di cosa sta parlando»

Una compostiera di comunità


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Via delle Orchidee, il CdQ non molla la presa Lettera alle Istituzioni per chiedere interventi urgenti ma per il momento non ci sono fondi orniamo a parlare dell’argomento della messa in sicurezza di Via delle Orchidee, strada molto trafficata che attraversa il quartiere Campo Jemini a Pomezia. Da tempo il Comitato di Quartiere si sta battendo per la sua messa in sicurezza considerando soprattutto, tra gli altri, i gravi problemi di sicurezza per i pedoni considerando la totale assenza di marciapiedi. Investito e ucciso un cagnolino Lo scorso 20 giugno, non a caso, un cane è purtroppo morto, investito da una macchina in transito. «E se invece di un cane, fosse stato un bambino un po' vivace che lasciando la mano del genitore fosse finito sotto l'auto? Perchè arrivare alla situazione estrema quando con un po' di buona volontà si potrebbe rimediare?», si interroga a tal proposito il Presidente del CdQ Alex Gaspari. Negli ultimi tempi ha sollecitato spesso il Comune di Pomezia chiedendo interventi data l’assenza, oltre che dei marciapiedi, anche di strisce pedonali, di segnaletica orizzontale e verticale, piuttosto che di dissuasori di velocità. Adesso si è rivolto anche alla Città metropolitana Roma, alla Prefettura, ai Carabinieri, e, nuovamente, al Sindaco Adriano Zuccalà. La lettera «Desidero evidenziare - leggiamo - il grave problema per la sicurezza pubblica in località Campo Jemini Pomezia, nello specifico in via delle Orchidee». «La mancanza di un marciapiede mette a repentaglio quotidianamente la vita dei pedoni, non ultimo in data 20 Giugno 2020, alle ore 19,15 è stato investito un cane, non per scarsa attenzione del suo conduttore o per imperizia dell'automobilista ma solo ed esclusivamente perché la strada non consente ai pedoni di procedere in sicurezza. Il povero animale impaurito non si è avveduto dell'auto, a questo punto è doverosa la seguente considerazione: Per i motivi sopra esposti, con la presente chiedo a codeste Autorità di adoperarsi ognuno per la parte di competenza a risolvere l'angusto

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Il CdQ: «E se invece di un cane, fosse stato un bambino un po' vivace che lasciando la mano del genitore fosse finito sotto l'auto?»

problema nel più breve Nelle foto: tempo possibile, al fine di (sopra) scongiurare eventuali epiVia delle sodi anche più cruenti di Orchidee a quello della morte di un poCampo vero cane», conclude il testo. Jemini; Risponde il Comune di (sotto) Alex Pomezia Gaspari, Una prima risposta Presidente del intanto è arrivata. CdQ Ad inviarla è l’Amministrazione di Piazza Indipendenza che scrive: «L'intervento da Lei richiesto, di ingente valore economico, esula dagli interventi di ordinaria e/o straordinaria manutenzione Il Comune: «Per ora non ci sono i fondi». Sarà fatto comunque un sopralluogo per prendere visione della situazione e deve pertanto essere progettato e programmato con appositi fondi di bilancio. Nella volontà di dar seguito alla Sua richiesta, in qualità di rappresentante del comitato di quartiere “Campo Jemini” si specifica che la realizzazione dell'opera dovrà necessariamente essere preceduta dall'analisi della situazione di fatto. Per quanto premesso, si procederà in prima istanza alla verifica di regolarità edilizia di tutte le edificazioni e confini che si affacciano su via delle Orchidee, successivamente potranno essere effettuati gli espropri per pubblica utilità delle aree, oggi private, necessarie alla realizzazione del progetto. Il Comitato di Quartiere Campo Jemini verrà informato sull'andamento delle attività».

Lavori a metà

INTERVENTI INCOMPIUTI - A Febbraio e Marzo di quest’anno la zona di Campo Jemini è stata sottoposta ad alcuni lavori per migliorare l’illuminazione pubblica. Il manto stradale però, dopo gli scavi, non è stato ripristinato a regola d’arte (come si suol dire) e i cittadini ne devono scontare le conseguenze. «Tutto ciò contemporaneamente al paradosso che molti dei nuovi lampioni non sono ancora in funzione», si legge nella missiva inviata alla nostra redazione da una residente. Oltre a quanto citato si segnala inoltre in Via delle mimose all’altezza del civico 10A un lampione che sembra non essere ben saldo e si è inclinato oscillando nella propria sede presente a terra. Stesso discorso per un palo situato stavolta in Via delle Rose che sembra essere anch’esso pericolante. Il tutto, come appreso dalla nostra Redazione, è stato già segnalato al Comune di Pomezia da parte del Comitato di Quartiere presieduto da Alex Gaspari.




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Rebus scuole, come sarà il ritorno in aula I Comuni di Ardea e Pomezia al lavoro per cercare soluzioni e ridurre al minimo i disagi l momento di andare in stampa mancheranno esattamente 43 giorni al primo suono della campanella di quella che si annuncia uno tra gli anni scolastici più complicati di sempre. La Ministra Lucia Azzolina ha firmato infatti l’ordinanza che stabilisce l’avvio delle lezioni per l’anno scolastico 2020/21 dal giorno 14 settembre 2020. Dal primo settembre invece via alle attività di integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020. Ma come sarà la ripresa delle lezioni in presenza con le linee guida anti Covid-19? Le linee guida A preoccupare maggiormente Istituzioni e scuole è la parte del protocollo di sicurezza riguardante le distanze tra gli alunni, ovvero il famoso metro fra le “rime buccali degli alunni”, linguaggio burocratese atto a indicare non più la distanza tra i banchi ma, banalmente, tra “bocca e bocca”; dopodiché le scuole dovranno essere pulite costantemente e ci saranno prodotti igienizzanti, saponi e tutto quanto servirà per assicurare la sicurezza di alunne e alunni e del personale. Per questo scopo, fanno sapere dal Miur, «sono già stati erogati alle istituzioni scoNella foto: lastiche 331 miil Ministro dell'Istruzione lioni che potranno essere utilizzati Lucia anche per piccoli Azzolina interventi di manutenzione e arredi innovativi» . AAA cercasi spazi disperatamente E' questo, proseguendo, il vero nodo da sciogliere per far ripartire le lezioni. «Il Ministero – si legge in una nota - ha messo a punto in queste settimane un sistema informatico per individuare, Comune per Comune, scuola per scuola, le priorità di intervento e gli alunni a cui sarà necessario trovare nuovi spazi in collaborazione con gli Enti locali. Secondo i dati dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica ci sono poi circa 3mila edifici scolastici dismessi che possono essere recuperati. Si useranno anche spazi esterni, attraverso patti con il territorio, per una didattica che possa svolgersi anche nei musei, negli archivi storici, nei teatri, nei parchi». Per la questione mascherine il CTS si è già riservato la possibilità di rivalutare a ridosso della ripresa scolastica la necessità dell’obbligo di mascherina, sulla base dei dati del contagio che via via emergeranno. Il “caso” banchi E' questo, indubbiamente, il tema sul quale più si dibatte. E se ne sono sentite davvero di

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tutti i colori: monoposto, con le ruote, senza La situazione ad Ardea ruote, 300 euro a pezzo e così via. La Mini- «Le parole chiave sono: idee e coinvolgistra, attaccata da più fronti, si è così difesa mento», ribadisce Sonia Modica, ricercatrice cercando di smontare le notizie diffusesi un e docente di liceo, Assessore alle Politiche po' ovunque: «Basta allarmismo e fake news. giovanili del Comune di Ardea, nonché, da qualche giorno, “ufficializzata” nelle deDicono che io voglia pagare i banchi sinleghe a Turismo, Trasporto Pubgoli 300 euro. È una notizia assoblico, URP, Beni Culturali, lutamente falsa. Anche perché I BANCHI Servizi educativi e scolastici, il prezzo non lo stabiliscono (richieste dei Presidi/ Previsioni bando)* musei e biblioteche. Per il Ministro di turno o i soLotto A: cial, ma la gara europea in Banchi trad. 2.000.991 (1.500.000) questo da giorni proseguono fitti i contatti con i corso. Come Ministero non Sedie trad. 1.374.425 (700.000) Presidi del territorio al fine abbiamo imposto nessuna Lotto B di stilare un piano organiztipologia di banco. Ma abSedute "innovative" 440.245 zativo che permetta di riparbiamo dato alle scuole la (1.500.000) *Fonte: Il fatto quotidiano tire in sicurezza a Settembre; possibilità di richiedere i bansenza tralasciare, ovviamente, chi monoposto che preferivano, l'aspetto della manutenzione ordinadi tipo più innovativo o anche tradizionale. Il fatto che sia arrivata una richiesta ria, con la priorità che verrà data ad alcuni per un totale di 2,4 milioni di banchi mette lavori strutturali necessari alla riapertura: in evidenza la grande esigenza che c’era di porte da riparare, mattonelle da integrare, sinuovi arredi scolastici». Il problema però, al stemazioni elettriche e infiltrazioni - non di là di tutto, saranno i tempi tecnici per pro- solo d’acqua dato che la vicinanza alla vegedurre quanto richiesto e le stesse aziende tazione che contraddistingue la ‘verde Ardea’ hanno già messo le mani avanti dicendo che ha prodotto l’avvento di qualche ‘ospite’ ro“sarà complicato” se non “del tutto impossi- ditore non troppo gradito, per cui si deve atbile” rispettare il bando di gara che, non a tività di bonifica, come periodicamente caso, è stato fatto slittare di qualche giorno. verificato – con impellenze non certo procraIl risultato, allora, potrebbe essere che la stinabili. gara stessa vada deserta: secondo i (continua) produttori di arredi scolastici infatti, produrre i tre milioni di banchi richiesti dalla gara nei tempi previsti sarebbe una “missione impossibile” come visto, dato che significherebbe concentrare dal 12 all'8 CASO BANCHI - La gara ha per oggetto settembre (data entro la quale si dovrà asla fornitura e posa in opera di tre milioni sicurare imballaggio, trasporto, consegna e di banchi monoposto, nei seguenti lotti: montaggio dei prodotti offerti, e conseguente (Lotto A) fino a 1.500.000 banchi monoporeportistica della fornitura) la produzione di sto di tipo tradizionale (sedute escluse), per 5 anni. Dai numeri ufficiali ad ogni modo, scolari della scuola primaria e studenti ovvero dalle effettive esigenze comunicate della scuola secondaria di primo e di sedai Dirigenti al Miur, è emerso che servicondo grado, […] nonché fino a 700.000 ranno meno banchi (2 milioni e mezzo tra sedute per banchi della tipologia standard; tradizionali e “innovativi” contro i 3 del (Lotto B) fino a 1.500.000 sedute scolastibando) ma più sedie, quasi il dovvio rispetto che attrezzate di tipo innovativo, ad elevata a quelle del bando. Ergo: in sede di contratflessibilità di impiego, per gli istituti della tazione di gara si dovrà aggiustare il tiro. scuola secondaria.

Il bando

NUMERI DA RIVEDERE - Dai dati reali, ovvero le richieste effettive dei 8.808 Dirigenti Scolastici in tutta Italia, sono emerse tuttavia delle discrepanze: per il lotto A la richiesta di banchi tradizionali è stata maggiore (+500.000 pezzi) rispetto a quanto previsto, così come per le sedie (+600.000 unità); diverso il discorso del Lotto B, le sedute “innovative”: in questo caso le richieste sono state intorno alle 440mila unità, ovvero un milione in meno rispetto a quanto ipotizzato. Esempio di banco "innovativo"


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agosto 2020 (segue) Ne parliamo con l'Assessore Sonia Modica Assessore (nella foto), i tempi stringono. Si rischia il collasso del sistema? «Questo mi sento di escluderlo nel modo più assoluto. Stiamo lavorando di concerto con i Dirigenti Scolastici mettendo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione. E' un complesso di elementi che dovrà essere assemblato per riprendere l’attività didattica in classe e fare di tutto per allontanare la modalità della didattica a distanza. Aule ridimensionate, banchi singoli, distanza di un metro tra gli studenti, ingressi ed uscite scaglionate, orario ridotto, riorganizzazione degli spazi e dei ambienti». Nessuno vuole il doppio turno Le Scuole, intanto, si sono attivate, nella generalità, per Richiedere all’Ufficio Scolastico Regionale ulteriore personale docente e personale Ata, volto a rendere possibile l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza: parliamo di una media di 10 docenti in più e di circa 5 unità di personale Ata a scuola, per quanto riguarda gli Istituti del comprensorio romano. E qui sta il punto: qualora non venisse accordato l’organico, si è prospettata la possibilità che le scuole possano valutare una riduzione del tempo scuola per un periodo almeno di avvio dell’anno scolastico (l'extrema ratio di cui sopra), il più possibile uniforme sul territorio, tenendo presente che, sulle decisioni in merito all'orario, sono i Dirigenti Scolastici a dover decidere e non il Comune. «È possibile, ad opera delle Istituzioni scolastiche, studiare l’orario in funzione di una possibile flessibilità, ma stiamo lavorando per evitare tale evenienza, avendo raccolto le proposte di adeguamento/rifunzionalizzazione degli spazi esistenti, suggerite dai Dirigenti; pertanto si sta organizzando una gestione il più possibile diretta delle risorse del Ministero per gli interventi sugli spazi», commenta in proposito l'Assessore Sonia Modica. Distanziamento e spazi Quali sono le ipotesi in campo per Ardea Assessore? «È stato proposto, tra l’altro, l'uso dei cortili per ampliare gli spazi a disposizione. Crediamo sia la strada giusta e stiamo cercando di estenderla a tutti gli Istituti del territorio. La nostra volontà è quella di investire in strutture riutilizzabili anche in futuro e che vada a rappresentare un valore aggiunto, anche in termini estetici, per la scuola». Al vaglio, da quanto si apprende, ci sarebbero diverse soluzioni: scartate, nei tempi brevi, le strutture modulari prefabbricate in quanto hanno costi e tempi di installazione non Ad Ardea si punta sulle aree esterne per ampliare gli spazi a dispozione realizzando qualcosa che resterà anche dopo l'emergenza

POLITICA compatibili con il periodo di emergenza in corso, si valutano allora, ad esempio, quelle “geodetiche” (simil-cupole che garantiscono tempi rapidi di posizionamento, ndr) come ulteriori spazi esterni da attivare per distribuire la popolazione studentesca. Si tratta cioè di investire non in edilizia “fissa” ma in strutture mobili che si possano montare in pochissimo tempo. Lo scopo, concordano le scuole, è quello di sviluppare tutte le misure possibili per tenere i bambini nelle strutture scolastiche o, attraverso le citate strutture, in prossimità degli Istituti. Già, ma con quali risorse? Il nodo risorse I fondi PON assegnati al Comune, circa 160.000, 00, sembra infatti che non possano essere utilizzati per l'acquisto di strutture esterne anche se mobili. Sembrerebbe infatti che i fondi, leggendo il bando, siano destinati alla riorganizzazione dell'esistente, piuttosto che consentire l'investimento in qualcosa di nuovo tanto più che nelle carte viene specificato che non sono ammissibili “spese per la locazione di spazi, locali, immobili aggiuntivi o spese per l’installazione di tensostrutture o strutture mobili e comunque rimovibili”. Ad ogni modo l'arrivo dei fondi per Ardea rappresenta comunque una notizia importante. E’ così Assessore?«Senza dubbio. L’Amministrazione di Ardea ha aderito subito, accreditandosi, al bando del Miur (prot 19161 del 06/07/2020 – FESR, ndr) relativo ai fondi per “l'adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche in conseguenza dell’emergenza Sanitaria” ottenendo, in virtù della popolazione scolastica presente sul territorio, una somma complessiva di € 160.000,00 che, unitamente ai fondi della manutenzione ordinaria, sono utili a far fronte alle necessità di intervento richieste dalle scuole che riguardano: messa in sicurezza accessi e apertura di nuovi ingressi per il contingentamento, abbattimento e ricostruzione tramezzi, adeguamento di alcuni spazi, manutenzione ordinaria, richiesta di smaltimento e facchinaggio. Per ciò che concerne i 160mila euro stiamo lavorando senza sosta con gli Uffici per capire il raggio d'azione entro cui muoverci per l'utilizzo dei fondi PON al fine di impiegarli nel modo più funzionale possibile». In pratica se si aprirà uno spiraglio “burocratico” per usarli anche per intervenire nelle aree esterne ben venga, altrimenti bisognerà percorrere altre strade quali ad esempio protocolli d’intesa, sia per l’uso degli spazi che per le installazioni. Per il resto si attendono ora soltanto i tempi tecnici del Miur, precisando che la gestione dei fondi verrà assegnata ad un Istituto Comprensivo che curerà e coordinerà lo stanziamento assegnato. Gli acquisti dovranno poi essere rendicontati

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al Ministero entro la fine dell'anno. Banchi e mensa Per quando riguarda, concludendo, i banchi monoposto, stando a quanto emerso dagli incontri Ente-Dirigenti scolastici, ad Ardea si preferirebbero studiare comunque nuove disposizioni del banco biposto per evitare sprechi ed inutili smaltimenti; la scelta del banco singolo sarà comunque appannaggio delle singole scuole che hanno già trasmesso al Miur l’impegno a provvedere alle necessità. Comunque, prima di procedere agli acquisti, si attenderanno maggiori delucidazioni dalle amministrazioni centrali in modo tale da evitare sovrapposizioni; per la mensa invece, la soluzione sembra essere stata individuata nei doppi turni al fine di mantenere il distanziamento tra gli studenti. La situazione a Pomezia «L’Amministrazione - fa sapere il Comune sta lavorando in maniera serrata insieme ai dirigenti scolastici per valutare le necessità di ogni singolo plesso in relazione alle nuove regole anti-Covid previste dal Piano Scuola, per garantire un rientro sui banchi in piena sicurezza. L’obiettivo, condiviso tra le parti, è arrivare pronti a settembre garantendo massima sicurezza nelle scuole e, dove necessario, nuovi spazi per le attività didattiche. Gli uffici comunali, di concerto con il personale scolastico, stanno pianificando gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da avviare per rendere i plessi scolastici adeguati alle nuove norme, in tema di accessi contingentati, distanziamento sociale e divieto di assembramento. Da parte nostra, ci siamo già resi disponibili ad ospitare, se necessario, gli studenti in spazi comunali» Quali sono le ipotesi in campo per intervenire? «Abbiamo iniziato a lavorare sugli interventi da mettere in campo per la riapertura fin dai primi momenti in cui sono uscite le linee guida. Nonostante la collaborazione con tutti gli istituti scolastici, non nascondo che le carte in tavola sono state spesso rimescolate. Abbiamo però raggiunto gli obiettivi che ci eravamo dati: per gli adeguamenti strutturali e arredi verranno investiti oltre 500.000€ di fondi ministeriali, e questo ci permetterà di coprire le diverse necessità». Luca Mugnaioli

Da Pomezia: «Per gli adeguamenti strutturali e arredi verranno investiti oltre 500.000€ di fondi ministeriali. Pianificati gli interventi per rendere i plessi scolastici adeguati alle nuove norme, in tema di accessi contingentati, distanziamento sociale e divieto di assembramento», così il Sindaco Adriano Zuccalà (nella foto)


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IC Ardea I: «Non ci saranno doppi turni» Il Dirigente Eufemi scongiura l’ipotesi: «Chiesti lavori, banchi e personale agli enti competenti» ul caso scuole e sulla ripresa delle lezioni in preseza secondo il protocollo anti Covid-19 si è espresso il Dirigente dell’Istituto Comprensivo Ardea I Carlo Eufemi. “Circolano ipotesi, non formulate dall' ICARDEA I, per ridurre l'unità didattica a 45 minuti con contestuale previsione di doppi turni. Per quanto riguarda la nostra istituzione scolastica precisiamo che il Consiglio d'Istituto e la Dirigenza non hanno ad oggi previsto alcuna riorganizzazione in tal senso (di competenza esclusivamente della scuola)”, ha dichiarato il Dirigente Scolastico. Una precisazione importante perché, come leggerete nel prossimo servizio, quella dei doppi turni era stata paventata come possibilità - anche se come soluzione “estrema” in assenza di qualsiasi altra alternativa- nel corso degli incontri fra le scuole e l'Amministrazione Comunale. Chiesti lavori, banchi e personale “Proprio per scongiurare soluzioni arrangiate - prosegue Eufemi - fin dai primi di Giugno sono stati richiesti al Comune, cui competono, i necessari lavori di manutenzione ordinaria, la fornitura dei banchi e le sistemazioni interne ed esterne per aumentare gli spazi disponibili. All'Ufficio Scolastico Regionale è stato richiesto il personale aggiuntivo. Se Comune e Ministero saranno conseguenti, come confidiamo, non ci sarà bisogno di doppi turni né di riduzione del tempo scuola in presenza e sarà garantito il servizio scolastico organico e completo, in totale sicurezza e senza creare difficoltà alle famiglie. Sul sito della scuola saranno puntualmente fornite tutte le notizie ufficiali relative al prossimo anno scolastico”. Al Preside abbiamo anche chiesto quale sarà la riorganizzazione degli spazi qualora i banchi monoposto non dovessero arrivare per tempo. Un piano "B" insomma. In questo caso, fa sapere il Preside, «saranno sacrificati gli spazi comuni, come ad esempio ai laboratori, per trasformarli in aule didattiche».

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Il progetto scuola accogliente Intanto proprio da Ardea I, oltre a quanto letto, è arrivata, tra le altre, la proposta delle cosiddette cupole Geodetiche da installare nelle aree esterne che si può visionare sempre sul sito della scuola. «L’idea è quella di arredare in maniera "organica" le aree verdi di pertinenza, con la realizzazione di cupole geodetiche, adibite a vere e proprie aule multidisciplinari, in ottemperanza alle indicazioni ministeriali di sicurezza COVID -19 sul rispetto delle distanze sociali" si legge nel progetto pubblicato sul sito della scuola. Ma in cosa consistono tali strutture (nelle foto)? «Le cupole, sono costruite su una piattaforma in cemento, possono avere uno o più ingressi, la loro copertura può essere realizzata con diversi materiali: pvc, plexiglass, possono avere sistemi di apertura elettrica o idraulica, possono accogliere pannelli solari per una autosufficenza energetica, all’interno possono Nelle foto: esempio di cupola "geodetica"; (sotto) il Preside dell'IC Ardea I Carlo Eufemi

essere previsti termoconvettori inverter sia per l’aria fredda che calda», prosegue il testo. Cinque le linee guida del progetto per la ripartenza: una scuola che deve essere accogliente, bella, inclusiva, creativa, sicura. E sopratutto sui banchi, non sui tasti.

Eufemi: «Se Comune e Ministero saranno conseguenti, come confidiamo, non ci sarà bisogno di doppi turni né di riduzione del tempo scuola in presenza e sarà garantito il servizio scolastico organico e completo, in totale sicurezza e senza creare difficoltà alle famiglie»

Il progetto scuola accogliente redatto dall'IC Ardea I



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INCHIESTA

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Torvaianica omaggia Ugo Tognazzi A 30 anni dalla sua morte il festival "firmato" dai figli. Sarà dal 21 al 23 agosto a segnato le estati della Torvaianica degli anni d’oro: il suo nome faceva da richiamo per i vip e per la gente comune e il torneo di tennis da lui istituito, diventato un appuntamento irrinunciabile per tantissimi personaggi dello spettacolo e dello sport, era l’evento clou della stagione balneare pometina. Ancora adesso, a trent'anni dalla sua scomparsa, il ricordo di Ugo Tognazzi è più vivo che mai nella cittadina, che si accinge a una grande festa in onore di uno dei più grandi "mattatori" della commedia all'italiana. Era il 27 ottobre 1990 quando l'attore, regista, comico e sceneggiatore Ugo Tognazzi ci lasciò nel sonno. Di lui non rimane solo un fervido ricordo, ma anche una eredità cinematografica che conta 153 film da attore e 6 da regista. Il territorio di Torvaianica - Comune di Pomezia, a cui Ugo era tanto legato, lo omaggia con un evento speciale, intitolato "Ugo Pari 30". L'appuntamento, che si terrà dal 21 al 23 agosto 2020, presso piazza Ungheria, con il contributo di Comune di Pomezia, avrà la direzione artistica a cura dei quattro figli di Ugo: Gianmarco, Ricky, Maria Sole e omas Robsahm. Tra gli ospiti anche tanti attori e artisti che hanno lavorato con lui. In programma una mini rassegna cinematografica, con alcuni film che esaltano i suoi due grandi interessi: il cinema e il cibo. Ad aprire la rassegna il documentario "Ritratto di mio padre" di Maria Sole Tognazzi; durante le serate saranno proiettati i film "Amici miei",

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Ricky Tognazzi: «Il Torneo è stato un qualcosa di davvero bello c’erano persone che prendevano le ferie apposta per venire tutti gli anni a vederlo. E attori che rifiutavano di andare a Venezia pur di venire a giocare una partita di tennis a casa nostra»

L'appuntamento, che si terrà dal 21 al 23 agosto 2020, presso piazza Ungheria, con il contributo di Comune di Pomezia, avrà la direzione artistica a cura dei quattro figli di Ugo: Gianmarco, Ricky, Maria Sole e omas Robsahm "Anatra all'arancia" e "La grande abbuffata". Focus anche sull'arte, con la mostra fotografica "diffusa", con totem sparsi per le vie della città, da sabato 1 a domenica 23 agosto: l'esposizione documenta la sua attività sui set, con gli scatti di alcuni grandi fotografi di scena. Nella mostra fotografica sarà ricordata anche l'altra grande passione di Ugo Tognazzi: lo sport, con le foto relative allo storico torneo di tennis che per oltre 25 anni ha visto Torvaianica protagonista dello Scolapasta d'oro. Il famoso trofeo prodotto dalla mano del gioielliere Ettore Costa sarà l'omaggio del territorio al grande artista. Nel cartellone anche una interessante proposta culinaria che, da sabato 1 a domenica 23 agosto, coinvolgerà alcuni ristoranti del territorio: questi riproporranno le ricette ideate da Ugo, dal risotto al melone allo stinco di santo, tratte dai volumi "La mia cucina" e

"L'abbuffone". A partire da sabato 1° agosto sarà possibile visitare una speciale mostra fotografica, allestita dal gioielliere Ettore Costa, dedicata al Torneo di Tennis Tognazzi: fino al 30 agosto nella galleria in viale Spagna 5 si potranno ammirare gli scatti delle 26 edizioni. Durante il torneo si giocava, ma si mangiava anche, grazie alla cucina di Ugo che intratteneva i suoi ospiti preparando piatti deliziosi. E poi tante risate, aneddoti, scherzi, con Ugo Tognazzi sempre nel ruolo di mattatore. L’atmosfera conviviale e amichevole del dopopartita stemperava la tensione che invece c’era in campo, perché sulla terra battuta ognuno dava il massimo per vincere. “Il Torneo è stato un qualcosa di davvero bello – racconta il figlio Ricky Tognazzi – c’erano persone che prendevano le ferie apposta per venire tutti gli anni a vederlo. E attori che rifiutavano di andare a Venezia pur di venire a giocare una partita di tennis a casa nostra. Questo ricordo, a trent’anni dalla sua scomparsa, ci voleva”.



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«Tor San Lorenzo la mia ispirazione» Natale Sciara, intellettuale contemporaneo, da 40 anni sceglie Ardea per realizzare i suoi scritti ercare di riassumere in poche righe un autore eclettico come Natale Sciara non è impresa da poco. Per ogni taglio che ho pensato di dare a questo articolo in ogni caso qualcosa sarebbe rimasta inevitabilmente fuori dal racconto. E sarebbe stato un peccato. Per questo abbiamo cercato di fornire uno spaccato trasversale di ciò che l'autore ha rappresentato e rappresenta oggi come punto di riferimento culturale, specialmente nell'area dei Castelli dove vive. Lo abbiamo conosciuto nel mese di luglio nella sua abitazione a Tor San Lorenzo dove, ormai da 40 anni, ha deciso di trascorrere l'estate insieme alla moglie, compagna praticamente da tutta una vita. Natale Sciara, classe 1941, riassume con noi parte della sua Molti lo hanno definito uno vita divisa tra eventi culturali - di cui, per al- Nella foto: scrittore “castellano” - Sciara cuni, è anche organizzatore - diari, scritti in lo scrittore prosa e poesie. Vasta la sua produzione, tra Natale Sciara è molto noto negli ambienti letterari dei Castelli Romani gli altri 17 libri, di cui 4 in corso pubblica- (79) – titolo che lo scrittore apzione: un saggetto di poesia, una raccolta di prezza ovviamente, anche se le sue radici afvari critici - Professori Universitari che hanno avuto modo negli anni di commen- fondano un po' in tutta Italia essendosi tare le sue opere - un libro in prosa dal titolo spostato, tra gli altri, tra Riccione, Caserta, “A zonzo per il Lazio” e una raccolta antolo- Roma e quindi Ciampino, dove abita dal 1971. «Mi sento una persona fortunata, ma gica che abbraccia otto volumi di poesia. senza falsa modestia posso dire che me la Una lunga carriera e quel legame con i sono meritata, nel senso che mi sono dato Castelli sempre tantissimo da fare», ci dice mostranConosciuto principalmente come poeta Nadoci (e omaggiandoci con dedica di tale Sciara è ben di più: «Nasco in cui ringraziamo di cuore) di alrealtà come diarista», ci raccuni dei suoi lavori. Antonio conta infatti nel terrazzo da Ramini, Professore e uomo cui si scorge una grande L'AUTORE simbolo di cultura della sua porzione di natura, tra Natale Sciara è un diarista, mare ma non solo. Tanti poeta e scrittore. E' nato a Jesi città Natale da poco scomgli scritti prodotti in tal nel 1941. Ha realizzato 17 opere parso, di lui ha detto: «Nei versi di Natale Sciara trema senso di cui una buona di cui 4 in corso di un anelito al divino e che coparte depositati presso la pubblicazione glie comunque la religiosa difondazione “Pieve di Santo gnità dell'uomo. La sua autentica Stefano”. Oggi Natale Sciara, ispirazione, è, infatti, di natura monato a Jesi, divide la sua esistenza rale, un'ansia di infinito, di purezza, di astra Ciampino, dove abita, e Ardea per l'appunto, dove trascorre in tranquillità in mesi soluto che trascende ogni materialità estivi. Da 25 anni porta avanti i “Colloqui terrena». Tra i lavori di Natale Sciara mensulla contemporaneità” a Ciampino, rassegna zioniamo: sette raccolte di poesie “Squarci di culturale dalla quale da ottobre a marzo tran- sereno” (1986), “A volerti chiarire” (1991), sitano scrittori, critici, autori e intellettuali. “...e sembra un momento” (1992), “Ricerca”

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(2001), “E ti libera la mente” (2004), “Eros” (2006), “Certi di niente” (2009); tra le raccolte in prosa menzioniamo “Vivere altrove” (1999), “Esserci” (2004), “Alla deriva di un sogno” (2009). Quest'ultimo lavoro ci dà lo spunto per citare il suo grande legame con la città di Ciampino e le amministrazioni che si sono succedute in questi anni. Sciara è stato presente infatti in occasione degli anniversari della Costituzione del Comune, compreso il 40esimo nel 2014 sancito con un libro in prosa con la presentazione del Sindaco si allora, a testimonianza del suo forte legame con il territorio. Ma è molto attivo anche nella zona di Frascati, dove ha presenziato a molti eventi, tra cui taluni organizzati presso la Biblioteca Comunale, ed è venuto a contatto con molti autori castellani. Pasolini, Manzù, la poesia L'autore ci racconta il suo legame con Pasolini che in un'altra intervista ha definito come, seppur tra tutte le sue contraddizioni, «il più grande intellettuale del '900». Sei, non a caso, i saggi a lui dedicati. In terra rutula ha però ha scoperto e apprezzato da vicino anche l'immensa figura di Giacomo Manzù di cui peraltro Sciara è testimone di alcuni legami diretti nuovamente con Ciampino, dove lavorava il fonditore (Pietro Vetro) con cui Manzù ha collaborato per dieci anni, e uno degli amici (Felice Romolo) dello stesso artista bergamasco a cui Natale Sciara ha dedicato un saggetto. Il libro pubblicato in occasione dei 70 anni di Sciara è stato presentato giustappunto al Museo Manzù. Per quanto riguarda la poesia l'autore invece ci racconta: «La mia è una poesia “matura” alla quale sono arrivato tardi nella mia vita, alla soglia dei 40 anni. Ad un certo punto, dopo tante letture e studi, ho sentito il bisogno di mettere delle puntualizzazioni, fermarmi e scrivere ciò che provavo. L'opera alla quale sono più legato? Ogni libro è come un figlio, non si può scegliere. Le mie poesie le considero come pietruzze di un mosaico più grande, poi certo ci sono quelle più riuscite di altre». (continua)

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Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009


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(segue) La scoperta di Tor San Lorenzo Di Natale Sciara si evidenzia spesso il suo legame con i Castelli. In questa sede abbiamo allora voluto approfondire il suo legame col territorio rutulo, spesso bistrattato a causa del degrado e del senso di abbandono che talvolta avvolge in una morsa queste terre, che rappresenta un passaggio comunque fondamentale della sua vita. «Ho comprato questa casa nel 1980 quando non c'era praticamente nulla attorno e mi sono subito innamorato di questa zona». Natale Sciara ci rivela che ogni posto in cui ha vissuto, il suo contesto abitativo, sono stati il là per la com- inevitabilmente la natura». Sono questi luoposizione delle sue opere. E a maggior raghi che, confessa, hanno ispirato la sua gione lo è stato Tor San Lorenzo: poesia e la prosa. Si fa abbastanza «Mi ha sempre affascinato que"T'illudi di essere nel per valorizzarli dal punto di sto senso di 'natura selvaggia' giusto fino ad usare la vista culturale? Gli chienon ancora del tutto antro- forza; un privilegio che tu posdiamo. «Purtroppo no. pizzata», racconta. Questa siedi. Non sai che ognuno ha la sua Questo territorio ha tante parte di Ardea è lo spunto parte di ragione che va compresa e potenzialità che non ventollerata? In nome di che cosa ti per una riflessione più gono sfruttate: c'è un ampia sul senso della nostra arroghi il diritto di essere nel vero?" enorme patrimonio che poesistenza in questi tempi così trebbe essere valorizzato, la “La forza”, Tratta da “ frenetici: «Viviamo una specie chiave è la ricostruzione di A volerti chiarire” di paradosso. Da un lato siamo quel legame che è venuto meno alla costante ricerca di servizi ad con i Castelli, provocando la scollatura ogni costo, della civiltà, dall'altro poi però il di un rapporto andato avanti per secoli. E 'troppo' ci infastidisce». «Tor San Lorenzo – questo è un peccato». Lo scomodiamo infine prosegue – è piena di testimonianze stori- anche per una riflessione politica sulla zona che, archeologiche e legate al cinema e poi c'è considerando il suo lungo trascorso sul ter-

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ritorio, sebbene “part-time”: «Come è cambiata in questi 40 anni Tor San Lorenzo? Sicuramente molte cose sono migliorate, altre invece, ma credo sia un problema che interessi tutta l'Italia, sono peggiorate. Noi abbiamo la tendenza a responsabilizzare sempre le Amministrazioni ma a volte siamo noi a metterci del nostro». Un rimpianto? «Guardando indietro credo di non aver dedicato il giusto tempo a valorizzare e a far conoscere fino in fondo le mie opere proprio per questa mia voglia di scrivere e raccontare ciò che provavo». Luca Mugnaioli


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Bambina 'va a fuoco', il gesto eroico la salva Umberto Pagoni eroe per un giorno. Ha visto una scena choc dalla finestra ed è corso in strada roe per un giorno. Umberto Pagoni, lo scorso 11 luglio, si è ritrovato improvvisamente dinanzi ad una scena che mai si sarebbe immaginato di vedere: un papà e sua figlia avvolti improvvisamente dalle fiamme. Ma è probabilmente grazie al suo intervento, benché, purtroppo, le conseguenze siano state comunque serie per entrambi, che il peggio è stato evitato. Ma ecco com’è andata. I fatti L’episodio è successo a Roma, in zona Ottavia, in via Ernesto Ovidi, al civico 13. L’uomo, il papà della bimba, aveva deciso di bruciare un cumulo di rifiuti accatastato nel suo giardino, ma, dopo aver spruzzato del liquido infiammabile sull’immondizia e aver acceso il fuoco, un ritorno di fiamma ha colpito lui e la sua bimba, ferendoli in modo serio. Lo stesso flacone con il liquido infiammabile è poi esploso. L’intervento di Umberto ortunatamente ha assistito alla scena un Istruttore di arti marziali del gruppo sportivo Fiamme Oro che abita lì vicino e che li ha immediatamente soccorsi. Il signor Umberto (nella foto) per l'appunto. Le fiamme avevano già avvolto le braccia del papà, mentre la bambina, nonostante si trovasse a distanza, è stata investita quasi completamente dalle fiamme. I due sono stati portati entrambi inizialmente al San Filippo Neri, dove sono state riscontrate importanti ustioni. Il genitore è stato trattenuto in quel nosocomio, mentre la bambina, in condizioni più serie ma non in pericolo di vita, è stata trasportata al policlinico Gemelli di Roma. Al momento di andare in stampa la piccola è ancora in te-

presso in merito all’accaduto? “Sì, l’indifferenza delle persone. La via dove abitiamo certo non è popolatissima ma comunque ci sono diverse abitazioni. Nessuno è però sceso in strada, nessuno si è mosso. Questo mi ha fatto un po’ riflettere”

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«La via dove abitiamo certo non è popolatissima ma comunque ci sono diverse abitazioni. Nessuno è però sceso in strada, nessuno si è mosso. Questo mi ha fatto un po’ riflettere»

rapia intensiva. L’intervista Umberto, che si spende sempre per il prossimo (tra gli altri è organizzatore e promotore di molti eventi benefici, non ultimo la giornata organizzata per le vittime del terremoto ad Amatrice nella foto al lato), dice “di non aver pensato a nulla ma di aver agito e basta”. Oltre ad essere stato Istruttore di discipline sportive è anche artigiano. Lo abbiamo contattato telefonicamente. Cosa ti è passato per la testa in quel momento? “Io personalmente non ricordo di aver pensato a qualcosa in particolare. Ho visto la scena da casa e mi sono subito precipitato in strada. Con un grosso telo abbiamo cercato di smorzare le fiamme che erano divampate. Sembrava un film: in cinque minuti è successo l’inferno, la bambina in particolare sembrava una torcia umana, è stata una scena agghiacciante.” Poi cosa ha fatto? “Immediatamente siamo corsi in ospedale, al San Filippo Neri. Ho cercato soltanto di arrivare il prima possibile al Pronto Soccorso”. C’è qualcos’altro che le è rimasto im-



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Aiuto, il problema della...cacca! na volta tornati a casa con il fagottino coccoloso sono molte le cose che devono cambiare… bisogna ricostituire un nuovo equilibrio, delle nuove abitudini e delle nuove routine. Occorre barcamenarsi tra allattamento, pannolini, notti insonni, parenti, amici, consigli, stanchezza e la sensazione di avere un tornado nella testa. E tra le tante preoccupazioni che affliggono le neo mamme c’è anche il problema cacca: ne fa troppa, troppo poca, di colore strano e di consistenza strana, quando è normale e quando mi devo preoccupare? L’errore più frequente è quello di parlare di stitichezza troppo presto e soprattutto troppo precoce è il tentativo di trovare una soluzione spesso inopportuna e inadeguata, ma andiamo con calma. Intanto partiamo con il dire che quello che vale per gli adulti in fatto di stipsi non vale anche per il neonato. Il fatto per esempio di doversi sforzare un po’ più del normale, fino a diventare rosso e piangere durante il tentativo non è segno di stitichezza. Di fatto nei neonati non ci sono dei riferimenti assoluti in fatto di cacca, anche la stessa frequenza delle evacuazioni non basta a definirli stitici a patto che le feci conservino la loro consistenza morbida dimostrando di essere ancora ricche di acqua. I bimbi allattati al seno potrebbero evacuare ogni volta che mangiano oppure una volta a settimana ed entrambi i casi sono assolutamente normali.Se parliamo invece di neonati allattati artificialmente è considerato normale che evacuino tre volte al giorno così come tre volte a settimana. Quindi quand’è che dobbiamo davvero preoccuparci? Sicuramente un bimbo costipato è un bimbo nervoso e irritabile per gran parte del tempo che spesso si lascia andare ad un pianto di frustrazione e che durante i tentativi di evacuazione inarca la schiena, contrare tutti i muscoli, diventa rosso e alterna sforzi a pianto. Il suo appetito è diminuito proprio perché sarà più facile saziarsi avendo l’intestino pieno di feci e la sua pancia è gonfia e dura. Le feci in questo caso saranno dure, secche e poco voluminose e potrebbero addirittura causare piccole lesioni dello sfintere anale. Quindi in caso di stitichezza potrebbe capitare di trovare del sangue rosso vivo nel pan-

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nolino. Le vere cause di questa condizione non sono del tutto note, tuttavia ci sono delle situazioni particolari che possono trasformare l’evacuazione in un “appuntamento difficile” per un neonato come per esempio l’assunzione di latte artificiale. Questo latte è più difficile da digerire rispetto al latte materno e rende le feci più solide e voluminose, se a questo poi si aggiunge un non corretto rispetto delle indicazioni di preparazione, aggiungendo per esempio poco acqua rispetto alla dose consigliata nel ricostituire la polvere, questo potrebbe peggiorare la situazione. Non dimentichiamoci infatti che i neonati si disidratano molto più facilmente degli adulti, perché non assumono abbastanza latte, perché hanno febbre o vomito, o perché non bevono abbastanza (quelli più grandicelli) e questo si traduce in effetti anche sulle feci con conseguente stitichezza. Quando un bambino cambia alimentazione passando dal latte materno a quello artificiale è comune che per alcuni giorni possa soffrire di stitichezza, diciamo per il tempo necessario che serve al suo organismo per riabituarsi al nuovo cibo. Stessa cosa accade con l’inizio dello svezzamento e l’introduzione di cibi solidi. Un altro passaggio importante è costituito dallo spannolinamento! Il bambino potrebbe infatti sentirsi a disagio nell’usare il vasino e quindi essere portato a trattenere le feci, ciò innesca un meccanismo circolare per cui l’evacuazione diventa dolorosa ed il bambino tende a rimandarla il più possibile con conseguente peggioramento della stitichezza e la formazione di feci sempre più dure e secche. Cosa possiamo fare quindi per ridurre il problema? Se parliamo di un neonato allattato artificialmente possiamo chiedere consiglio al pediatra e scegliere un tipo di latte che con-

tenga più probiotici, cioè zuccheri indigeribili che hanno effetto fibra, oppure ricco di particolari formulazioni lipidiche che si trovano normalmente nel latte materno e che hanno lo scopo di rendere le feci meno compatte e più facili da espellere. Nei bambini allattati al seno è sicuramente meno frequente, ma in entrambi i casi è utile massaggiare il pancino del bambino in senso circolare dalla sua destra alla sua sinistra disegnando dei cerchi intorno all’ombelico. Utile è anche fargli eseguire dei movimenti con le gambine come fosse in bicicletta dopo averlo steso sulla schiena. Nei bambini che si avviano allo svezzamento bisogna integrare l’alimentazione con cibi ricchi di fibre e nei casi più “resistenti”, già dal terzo mese, si può decidere di somministrare i “rammollitori fecali”, privi di effetti collaterali e con la capacità di inglobare acqua e aumentare il volume fecale. Per quanto riguarda i bimbi più grandi pensa invece sempre all’importanza di fargli assumere sufficiente acqua, proponendola più volte nella giornata, se ti sembra che abbia difficoltà con il vasino torna indietro e aspetta ancora un po’ prima del grande passo e soprattutto non lasciarlo seduto per ore sul water, aspetta una decina di minuti e se non si scarica riprova più tardi abituandolo ad andare in bagno ad orari precisi. Insomma per tranquillizzare le neo mamme vorrei aggiungere che solo meno del 5% dei neonati soffre di una stitichezza causata da un problema medico che richieda un trattamento specifico. I neonati sono abituati a fare pipì per tutto il tempo della gestazione, ma imparano a gestire il proprio intestino solo dopo la nascita e con l’inizio dell’alimentazione, serve un’attenta osservazione e un po’ di pazienza e soprattutto serve capire e seguire il ritmo del bimbo e non quello che vorremmo avesse. Guardate sempre nel pannolino e controllate la consistenza e l’aspetto delle feci (ricordando che i bimbi che vengono svezzati hanno feci che cambiano in funzione di quello che mangiano), osservate il comportamento dei vostri figli e in caso di dubbio … chiedete consiglio al pediatra! Sarà forse un caso che non ho menzionato clisterini per lattanti??? Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it

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La sindrome di Penelope: il procrastinatore rocrastinare vuol dire rinviare al domani, impenitente vuol dire che di rinvio in rinvio domani diventa un tempo indeterminato e vuol dire anche una delle principali cause di insuccessi e fallimenti. Il procrastinatore impenitente è presto anche un gran bugiardo, dice sempre di sì, accetta qualsiasi incarico rimandando in buona fede, tale agire si nutre di menzogne, verso gli altri ai quali prima o poi si dovrà pur dare una spiegazione ma principalmente verso sé stessi. Tutti vorremmo più tempo da dedicare ad altro che non sia il lavoro ma la realtà è che in ogni giorno ci sono già troppi impegni prescritti e inderogabili perché possa avanzare del tempo libero, non c’è mai il posto per quelli di ieri procrastinati, è come rinviare i piatti sporchi della cena al giorno seguente, già pieno del suo carico di stoviglie. Ciò sottende la sopravvalutazione delle proprie forze (non la gestione delle stesse), la credenza in un Superman - o superwoman che spunti dal cassetto a comando. Ciò aumenta lo stress, Mary Poppins è solo una fiaba di Walt Disney, bella ma solo una favola, gli impegni si accumulano mettendo a dura prova le forze dell’individuo, normalmente appena adeguate a gestire la normalità. Ogni lavoro, progetto appare sempre semplice ma non esiste una cosa facile, spuntano sempre imprevisti, difficoltà inimmaginabili, il pezzo che manca, l’ufficio chiuso, il traffico, etc. , che richiedono un tempo supplementare, una cosa che funziona secondo le aspettative è rara, quando accade è come una gioia rubata, un dono, oltre che con gran sollievo. Il paradosso del tempo trascorso ad accumulare cose che non annovereremo tra quelle che ci hanno reso felici, o in attività che non aggiungono valore alla nostra vita, o essere perfezionisti a tutti i costi, è uno dei modi di procrastinare. Aspettare, se fa parte di una valutazione obiettiva che le cose maturino per agire più efficacemente, è saggio, evita sforzi inutili alla Don Chisciotte,

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ma se è un’attitudine a rimandare, salvo quando le cose diventano urgenti, , spesso porta a raccogliere le briciole, o niente, o, peggio, a richiedere altro tempo per rimediare ai danni, come quando si rimanda una dieta al lunedì, di chissà quale universo, e intanto si continua a mangiare in vista del fatidico giorno che non cade mai nel calendario. “Tutto ciò che abbiamo da decidere è cosa fare col tempo che ci viene dato”, dice Gandalf ne Il Signore degli anelli, il tempo è la più preziosa e la più deperibile delle nostre risorse, è il regalo più importante che possiamo fare agli altri, molto più del denaro. La gestione delle forze comporta la conoscenza di sé stessi e il rispetto delle proprie capacità, anche la valutazione del proprio cronotipo è importante, c’è chi è più efficiente al mattino (i mattutini), chi la sera (i serotini) a seconda di un orologio interno dettato dal corredo genetico, che garantisce uno stato di salute sano ed è fondamentale nella regolazione della produzione di ormoni. Gufi o allodole, la maggior parte della popolazione è distribuita in una fascia intermedia, quelli molto estremi sono rari, è una propensione che durante la vita cambia, pur mantenendo sempre una tendenza della predisposizione originaria. La relazione

individuale col tempo è condizionata su più piani, esiste una variabilità dovuta alla capacità di arousal, ovvero attivazione, presenza, reattività fisica e mentale, ai ritmi biologici piuttosto stabili legati al rilascio e al passaggio di ormoni che influenzano l’energia, e una variabilità dovuta alle emozioni, lo stato d’animo. La percezione del tempo cambia a seconda se si è felici o si è tristi, un minuto seduti su una stufa bollente è eterno, un minuto con la persona amata è un attimo sfuggente. Anche il tempo libero, al quale si rinvia ogni cosa, va rispettato come una cosa sacra, esso è un toccasana per la mente, nascono nuove soluzioni, idee, bisogna ritagliarselo ogni giorno per essere più efficienti, si può anche approfittare delle vacanze alle porte per conoscere meglio il nostro orologio interno e provare a regolare su di esso i futuri impegni. Forzare un serotonino ad andare a correre all’alba o un mattutino a fare le ore piccole ogni sera è una chimera, come spiegare a un dipendente dal lavoro, dalla pulizia, etc. (Work Addiction) che deve rimandare qualcosa in favore di un tempo di qualità per non diventare maniaci. Il tempo percepito non equivale a quello marcato dagli orologi, è il dono di cui più si ha bisogno, può donare la serenità. Francesca Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Ass.ne “Amici di Singen”, Via Cincinnato, 4 I Corsi di Psicologia riprendono il 9 settembre: Mercoledi h.16,00 17,30 (Princ.) h.17,30 -19,00 (Avanz.) Per inf. e iscr. Cell. +39 3271363539 (tel h. 8/9; 13/14)


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La coerenza e il rimpianto i viene normale criticare l’ipocrisia di chi alle parole non fa seguire una corrispondente azione e giudichiamo negativamente i comportamenti che contraddicono le cose dette. Ma nella società di oggi siamo in grado di essere coerenti in primo luogo con noi stessi e di conseguenza con chi ci sta intorno? Per definizione la coerenza è quella qualità che rende efficace e in sintonia l’intento iniziale con l’espressione finale. Una persona che mantiene ciò che promette si guadagna sicuramente la stima ed il rispetto degli altri mentre quando ci comportiamo in modo incoerente ci sentiamo costretti a trovare una giustificazione logica per rendere sensate le nostre azioni ed i pensieri. Questo è quanto avviene, molto spesso, da quanti si illudono di riuscire a convincere gli altri di cose a cui loro stessi, per primi, non danno nessuna credibilità. Immaginiamo quanto è piacevole ascoltare una persona che reputiamo coerente, soprattutto di questi tempi, infatti la capacità di essere coerenti con ciò in cui si crede è un presupposto fondamentale su cui si basa la fiducia in noi stessi e negli altri. In particolar modo in questa fase di pandemia siamo in un tempo in cui cresce l’incertezza, le prospettive future sembrano essere sempre più labili, con il rischio che si assiste anche ad una rinuncia della verità con conseguente caduta di ogni obbligo di coerenza interiore. E’ che noi dovremmo essere tenuti a dire una cosa e poi quasi obbligati a non cadere in contraddizione con quanto detto prima. Dovrebbe essere così! Ma questo, ahinoi, è sempre meno vero. E perché? Non solo e sempre per ipocrisia, non solo per dimenticanza, ma perché nella società di oggi gli stimoli, i messaggi che ci capitano sono talmente tanti e vari che è difficile organizzarli in maniera logica e coerente..Stranamente, invece, nel momento in cui noi crediamo di essere arricchiti da tutti questi messaggi, dobbiamo riconoscere che siamo sotterrati da un eccesso di informazioni che creano solo una gran confusione, soprattutto nei giovani, che spesso sono additati come apatici, fannulloni, indifferenti, quasi loro stessi responsabili delle loro precarietà. Mentre invece i giovani di oggi vorrebbero qualche garanzia in più sul loro futuro, avere un progetto e la possibilità che questo si realizzi. Ma questa possibilità presuppone una scelta che spesso è complicato fare, proprio perché non vi sono delle oggettive opportunità. Ma ci si può educare alla coerenza? Sicuramente è un esercizio che si acquisisce con l’esperienza in quanto, spesso, all’origine dell’incoerenza c’è una contraddizione di fondo ossia il fatto di credere

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che il non essere in contraddizione con sé stessi non ha più un grande valore, soprattutto, per i giovani. La coerenza, dunque, è rara poiché presuppone simultaneamente tre requisiti poco comuni: una rara personalità, idee e valori umani. Coerenza è anche il coraggio dell’onestà e della trasparenza con noi stessi e dunque con gli altri. Oggi si pensa inoltre che il valore vero non sia più la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, ma al contrario “la spontaneità” che si pensa apra la porta del successo, ovvero ci si comporta per quello che ci si sente di essere, ovvero si crede che basta essere spontanei ed autentici per essere coerenti. Ora tutto questo è profondamente sbagliato, perché la spontaneità è importante però è una condizione che non necessariamente ci porta all’autenticità della persona. Coerenza è dire ciò che si pensa secondo i propri ideali, è un debito che abbiamo con noi stessi, l’incoerente, il facilone, il menzognero tradisce gli altri ma in primo luogo tradisce se stesso. E quando una persona prende coscienza di questa situazione scatta un forte senso di frustrazione, un groviglio di emozioni lo fanno sentire inutile e solo ed i rimpianti prendono il sopravvento. A nessuno piace avere rimpianti, anche se a volte ci lasciamo torturare dalle cose che avremmo potuto fare. Ripensare alle occasioni perdute ci rende tristi, è vero, ma il rimpianto può rivelarsi utile per la crescita personale. Nella maggior parte dei casi tendiamo ad avere più rimpianti nei rapporti interpersonali che non in aspetti riconducibili al contesto professionale. Probabilmente ciò dipende dal fatto che quest’ultimo coinvolge maggiormente la nostra appartenenza sociale. Tra le situazioni tipiche ci sono, per

esempio, i conflitti con il partner, con i genitori o con i figli. Elementi percepiti come più gravi rispetto, per esempio, alle scelte sbagliate sul lavoro. Spesso, con il passare del tempo, le occasioni perse ci fanno soffrire più degli errori commessi. Noi non abbiamo emozioni inutili, tutte sono importanti per la nostra vita, per il nostro crescere, per il nostro sentirci ed essere uomini. L’ importante è l’uso che ne facciamo, se usiamo i rimpianti come leva positiva per vivere meglio il presente e crearci un buon futuro, altrimenti diventa una catena che tende a soffocare sul nascere qualsiasi nostra scelta. Ricordarsi sempre che la vita è fatta di piccole sfumature e il rimpianto è una di quelle, che considereremo anche tenera, poiché rispetto al rimorso che può farci star male emotivamente, il rimpianto addolcisce spesso i ricordi più belli della nostra vita. L’importante è rimanere ancorati alla realtà, al presente che viviamo senza chiudersi in noi stessi, mentre bisogna imparare a condividere con gli altri ed anche il rimpianto, perché no, può essere un grande momento di crescita. Mentre invece se vissuto continuamente come un tormento interiore anche la nostra salute potrebbe risentirne. Se avessi fatto, se potessi avere…fanno nascere questo sentimento di frustrazione che ci porta a star male perché noi alimentiamo tutte queste emozioni negative che ci porta inevitabilmente ad una condizione di stress che condiziona tutto il resto della vita anche sotto l’aspetto della nostra salute. Ricordiamoci che non è mai troppo tardi per dare una svolta importante alla nostra vita, soprattutto nelle piccole cose, accettando anche gli errori che si commettono, essere più indulgenti con noi stessi, volersi più bene, essere più affettuosi, considerando la nostra fragilità e la possibilità anche di sbagliare. Tutto può farci crescere, anche il più grande sbaglio a qualunque età, perché ogni giorno va vissuto come un nuovo inizio e quindi ogni momento della nostra vita ha in se stesso il seme del cambiamento e questo è vero a vent’anni come può essere vero a ottanta. Quindi ricordarsi che volersi bene vuol dire accettare i propri limiti riconoscendo anche la propria infallibilità e vivere più intensamente il nostro presente e progettare più allegramente il nostro futuro. “Coerente è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Incoerente è colui che cambia la verità per accordarlo al proprio pensiero”. Antonio Guido


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Il Corriere della Città agosto 2020

Comunicare con l'impulso creativo uomo evoluto e civilizzato riesce attraverso il linguaggio ed i ragionamenti ad esprimere se stesso mentre chi soffre di difficoltà cognitive e relazionali lo riesce a fare solo attraverso suoni, movimento e disegni. Il paziente complesso tramite il simbolo disegnato e quindi seguendo il suo impulso creativo, attua quella sua personale strategia di comunicazione riuscendo così a rappresentare quello che ha dentro, estrapolando ciò che prova e che non riesce a dire a parole. Il terapeuta, medico dell'anima, coinvolto in un viaggio di transfert e controtransfert, destrutturerà l'armatura nevrotica del soggetto sofferente per poi ricostruirla, strecciando tutte le emozioni implose ed i conflitti esistenziali, fino a portare il problema vissuto dal paziente nella sfera della sua consapevolezza e ristabilire il giusto equilibrio emozionale. La psicanalisi dell'arte ha un carattere interdisciplinare, proprio perché fare arte vuol dire organizzare un vuoto esplorando lo spazio potenziale. Un approccio psicodinamico che partendo dalla creatività personale sfocia nella produzione artistica a sfondo terapeutico. L'arteterapia è considerata riabilitativa in quanto aiuta ad esaminare per poi risolvere i conflitti interiori, migliora le ca-

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pacità relazionali e di socializzazione, in un certo senso si può ritenere un arte riparatrice. Arte come appagamento di desiderio e sublimazione, intesa quindi come appagamento della pulsione, come ritorno di ciò che è stato rimosso: la creazione artistica diventa il sintomo che emerge perché proiettato dal proprio Io. Arte quindi che va a traslare i meccanismi mentali inconsci e che attraverso il linguaggio artistico permette di portare alla

luce quel qualcosa di ancora non ben definito. L'opera d'arte permette all'artista di dare forma a tutti quegli impulsi e a quei profondi conflitti interni proprio grazie alla sua particolare forma di linguaggio estetico e che di pari passo l'osservatore vivrebbe una sorta di ri-creazione dell'opera con il processo di identificazione in ciò che osserva. Ecco perché si ritiene che un pittore che dipinge un paesaggio non lo imita ma lo crea di nuovo, reinventando la realtà in base a quello che percepisce il suo sistema visivo e che viene elaborato dalla sua immaginazione. Laura Piacentini


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Caldo e mascherine: ricordiamoci di idratarci oi siamo fatti essenzialmente di acqua, il principale componente del corpo umano, indispensabile per lo svolgimento di quasi tutte le reazioni biochimiche, nonché’ per la regolazione della temperatura corporea. L’acqua inoltre svolge un ruolo essenziale nella digestione, nel cervello, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’utilizzazione dei nutrienti, agisce come lubrificante nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte cute e mucose, ecc. A causa di queste sue importanti funzioni basta che perdiamo anche solo una piccola parte della nostra acqua corporea per mandare in crisi tutto il nostro organismo, quindi massima attenzione, soprattutto in questo periodo in cui in luoghi chiusi ed affollati, dobbiamo affrontare il grande caldo indossando le indispensabili mascherine, per proteggerci dall’ancora attivo ed insidioso COVID19. Con le mascherine infatti tendiamo a traspirare di più e quindi a disidratarci più rapidamente, ma sarebbe una follia toglierle, quindi teniamo le mascherine ma ricordiamoci di assumere il giusto quantitativo di liquidi, soprattutto se siamo anziani. La cultura mediterranea con la relativa dieta pone l’acqua pura al centro della nostra vita, ma negli ultimi decenni ci stiamo abituando ad una alimentazione poco salutare e più industriale, in cui apporti consistenti di liquidi sono dovuti a bevande gasate, bevande energetiche, succhi di frutta, ecc. Bevande non solo non salutari, se consumate in modo eccessivo, ma anche straordinariamente ingrassanti in quanto spesso ricche di zuccheri semplici. Stesso discorso vale per le bevande a basso contenuto alcolico, consumate soprattutto dai ragazzi, ingrassanti ed a lungo andare nocive per il fegato e per la salute in generale. Ma attenzione anche agli integratori salini, compensano i composti che perdiamo con la traspirazione, ma non possono

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sostituire l’acqua che ci manca ed in alcuni casi possono favorire la calcolosi. Il contenuto di acqua, in alcuni alimenti alla base della nostra dieta mediterranea, come verdura e frutta fresca, può arrivare a fino ad oltre l’85%, ma sono sempre più diffusi regimi alimentari ricchi di prodotti secchi (gallette, fette biscottate, grissini, biscotti, frutta secca oleosa, ecc.), in cui il contenuto di acqua può scendere anche sotto il 10%. Quindi salvo diverse indicazioni mediche (per specifiche e rare patologie) in generale, bisogna impegnarsi a bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Ma attenzione anche alle acque minerali che in alcuni casi possono avere un contenuto non idoneo (in eccesso o in difetto) di sali minerali. In presenza di patologie fatevi quindi sempre consigliare da un medico, anche se un nutrizionista può poi aiutarvi a verificare, tra le centinaia di tipi di acque in commercio (minerali o oligominerali) quelle più idonee rispetto alle raccomandazioni che avete ricevuto. Insieme all’acqua, frutta e verdura rimangono comunque i nostri migliori alleati, perché ci riforniscono, in modo sano ed economico, oltre che di liquidi, anche di sali minerali e sono ricche di preziosi fitonutrienti.

In tutti i media in questi giorni di gran caldo troviamo consigli per prevenire ed evitare la disidratazione acuta, ma non dobbiamo sottovalutare la disidratazione cronica i cui effetti sono molto meno conosciuti ma altrettanto dannosi. Se beviamo abitualmente troppo poco possiamo andare incontro non solo a problemi estetici come invecchiamento precoce della pelle rughe, ecc., ma anche favorire l’insorgere di disturbi come stipsi ostinata, dolori muscolari, secchezza delle mucose, fino a vere patologie come calcolosi urinaria, disturbi della vista (distacco delle retina e problemi al corpo vitreo ed al cristallino), malattie respiratorie, ecc. Chiedete i dettagli al Vostro medico o al Vostro specialista al prossimo controllo. Infine, ricordiamo che l’acqua è indispensabile anche per tutti i processi cognitivi. Le reazioni chimiche che producono i neurotrasmettitori e neuromodulatori nonché tutti i processi metabolici che eliminano le tossine dal nostro cervello e dal nostro corpo hanno bisogno di acqua. Stressati studenti sotto esame nelle sessioni estive, persone che svolgono una intensa attività intellettuale, ma anche tutti gli anziani, hanno bisogno di bere in modo adeguato al pari di chi fa pesanti lavori manuali sotto il sole. Negli anziani la disidratazione, soprattutto se cronica porta ad un calo di concentrazione e di memoria, ma riduce anche le capacità di esplorare l’ambiente, con il rischio di trovarsi disorientati e confusi. Insomma, a tutte le età bisogna bere un adeguato quantitativo di acqua, possibilmente acqua potabile dei nostri rubinetti, magari microfiltrata. Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 monicagrosso1@tiscali.it

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Il Corriere della Città agosto 2020

«Vorrei le scuse del Sindaco di Pomezia» E' da un po' di anni che faccio presente il disinteresse verso piazza Bellini a Pomezia da parte dell'amministrazione comunale, ovvero l'assenza di verde pubblico fruibile da parte dei più piccoli, panchine per gli anziani, maggior presenza da parte dei Vigili urbani per la sosta selvaggia, assenza di parcheggi per i residenti e per i commercianti, adesso chiedo direttamente le scuse da parte del Sindaco Zuccala', che tanto so che non arriveranno mai. Perché? Perché, oltre al disinteresse di cui sopra, negli ultimi giorni si è aggiunto il cantiere di via Lamarmora. Sempre più posti auto sottratti ai residenti, polvere fino al quarto piano e disagi a non finire, senza pensare poi al disagio arrecato alla Guardia di Finanza, che proprio nella parte finale di suddetta strada aveva dei posti riservati, adesso spariti. Caro Sindaco, dopo che lei ed i Cinque Stelle avete pensato per anni solo alla Pomezia "nuova" (o 167 o quartiere Primavera) e se ne frega della zona "vecchia" di Pomezia, dalla quale evidentemente vengono pochi voti, almeno ci chieda scusa... Fabrizio E.

Sindaco Zuccalà, questa è la pista ciclabile dei colli di enea, un degrado. Erba alta, giochi dei bimbi coperti dall’erba, buca da molto tempo e pista chiusa. E vergognoso sono state fatte piste ciclabili sulla strada con luci e questa lasciata senza intervento. Usi quei soldi del comune per intervenire su questa pista meravigliosa.

SOS semafori ad Ardea Sono oltre due mesi che il semaforo all’incrocio di Largo Genova, Via Pratica di Mare e Viale Forlì non è funzionante. «Visto l’alta pericolosità e i tanti incidenti gravi avvenuti nel corso degli anni – dichiara Michele Di Stefano – l’Associazione Rivalutiamo Marina di Ardea, a nome dei cittadini, chiede al Comune, il ripristino e lo sfalcio dell’erba alta che toglie la visibilità a chi deve attraversare l’incrocio». Problemi anche con un altro semaforo, stavolta in Via Ponitina Vecchia (bivio Caronti) anch'esso non funzionante.




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