Il Coltivatore Pavese - N.3 (anno 2023)

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n.3 2023 | anno 77

Vittoria Coldiretti Il cibo artificiale è fuori legge

La nuova PAC fra condizionalità rafforzata ed eco-schemi

Marcia indietro UE sull’aumento dei limiti di triciclazolo nel riso straniero

Vino, approvato il decreto che salva dal macero 50 milioni di etichette


Per avere servizi qualificati per la tua azienda e la tua famiglia c’è Coldiretti Pavia

Alcuni esempi... Centro Assistenza Agricola Domanda unica, PSR, carburante agricolo…

Centro Assistenza Fiscale

Modelli 730-Unico, calcolo Imu, Red Isee, successioni e buste paga…

Patronato Epaca

Assistenza previdenziale, infortunistica, invalidità civile…

AssiAgriPavia

RC auto, eventi atmosferici, multirischi aziendale e polizze zootecniche…

Vitivinicolo

Registro di cantina e OCM vino, dichiarazioni di settore, promozione in Italia e all’estero…

Campagna Amica e Terranostra

U.O.L. DI PAVIA

Vendita diretta, agriturismi, km zero…

SEDE PROVINCIALE Viale Brambilla 34, Pavia Tel: 0382518001- Fax: 0382518010 e-mail: pavia@coldiretti.it

Viale Brambilla 34, Pavia Tel: 0382 518181 - Fax: 0382 518200

U.O.L. DI CORTEOLONA

U.O.L. DI VARZI

Via Regina Adelaide 2, Corteolona e Genzone Tel: 0382 518121 - Fax: 0382 518140

Via P. Mazza 11, Varzi Tel: 0382 518221 - Fax: 0382 518240

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Via Dalla Giovanna 19, Stradella Tel: 0382 518201 - Fax: 0382 518220

Via Cavour 25, Mede Tel: 0382 518141 - Fax: 0382 518160

Via Bertolini 9/F, Vigevano Tel: 0382 518241 - Fax: 038 2518260

U.O.L. DI CASTEGGIO

U.O.L. DI MORTARA

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Via Emilia 107/b-107/c, Casteggio Tel: 0382 518101 - Fax: 0382 518120

Piazza Trieste 3, Mortara Tel: 0382 518161 - Fax: 0382 518180

Piazza Duomo 38, Voghera Tel: 0382 518261 - Fax: 0382 518280


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Cibo sintetico, la battaglia continua anche dopo l’approvazione della legge

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Strategia e programmazione, insieme a Coldiretti per il futuro dell’agricoltura italiana

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Il cibo artificiale è fuorilegge, ha vinto Coldiretti

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Cibo Artificiale: Coldiretti, stop anche a burger e salsiccia fake

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La nuova PAC fra condizionalità rafforzata ed eco-schemi

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Pnrr: raddoppiano i fondi per gli agricoltori, dai contratti di filiera all’agrisolare

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Ecco le misure agricole del disegno di legge “Made in Italy”

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UE: Coldiretti, storico si a etichetta di origine su succhi e marmellate


Il Coltivatore Pavese Edito dalla Federazione Provinciale COLDIRETTI PAVIA Direttore Antonio Tessari Responsabili di Redazione Gabriele Conta, Claudio Milani Direzione artistica Marino Galli Comitato editoriale: Mario Campari, Sergio Canobbio, Matteo Castellani, Roberto Giaredi,Matteo De Ponti, Giuseppe Fra, Marta Madama, Daniele Moschini, Marco Nicola, Maria Enrica Omodei, Monica Rosina, Annamaria Seves, Rosanna Sora Redazione ed amministrazione: Viale Brambilla, 34 - 27100 Pavia Tel. +39 0382 518001, Fax +39 0382 518010 Registrazione del Tribunale di Pavia n.3 del 17 luglio 1948

Il Coltivatore Pavese online: www.pavia.coldiretti.it twitter.com/coldirettipavia facebook.com/coldiretti.pavia

CONTENUTI

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L’europarlamento accoglie la proposta di Coldiretti e boccia la riduzione dei fitofarmaci

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Con stop a norme imballaggi vince la filiera italiana

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Raccolti oltre 400 chili di “spesa sospesa” durante la Giornata del Ringraziamento Coldiretti

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Riso, nuovi strumenti per tutelare il reddito delle aziende

ilcoltivatorepavese@coldiretti.it fotografie: archivio fotografico Coldiretti

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Marcia indietro della UE sull’aumento dei limiti di triciclazolo nel riso straniero

Il Coltivatore Pavese Federazione Provinciale Coldiretti Pavia

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Vino, bene il decreto che salva dal macero 50 milioni di etichette

iniziativa realizzata con il contributo di

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Il Villoresi rassicura gli agricoltori del Basso Pavese: nessuna variazione dei contributi

Direzione Generale Agricoltura

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Fratelli Giacomel e l'Impegno per un futuro dell'automotive rispettoso dell'ambiente

Progetto grafico e impaginazione Fotocomposizione e stampa Media Servizi, Via Lombarda 72, Carmignano (PO) Pubblicità Riccardo Azzolini 328/6736764 Simone Azzolini 333/6867622 Questo numero è stato chiuso in redazione il 20 dicembre 2023

Il Coltivatore Pavese è stampato su carta di cellulosa certificata FSC con elevato contenuto di fibre di recupero, completamente biodegradabile e riciclabile.


ti aspettiamo al... Mercato di

Campagna amica i mercati sono aperti dalle ore 7.30 alle ore 12.30

Mercoledì: piazza del Carmine | Pavia Giovedì: via Ettore Tibaldi | Pavia Sabato: piazza del Carmine | Pavia Sabato: via Pastrengo (largo Peppino Impastato) | Pavia Domenica: piazza Martiri della Liberazione | Vigevano Domenica: piazza del Duomo | Voghera Vienici a trovare anche al nuovo MERCATO COPERTO

siamo in viale Golgi 84 (dietro la stazione FS)! Venerdì: dalle 15.30 alle 20.00 Sabato: dalle 8.00 alle 13.00

per informazioni: 0382.518001 pavia@coldiretti.it www.campagnamica.it

Pavia


Cibo sintetico

la battaglia continua anche dopo l’approvazione della legge

EDITORIALE

l’editoriale del Presidente

Con la nostra battaglia contro il cibo sintetico sapevamo che ci saremmo esposti a una serie di attacchi a livello globale. Ma non abbiamo avuto paura, e abbiamo fatto in modo di far emergere un argomento di cui non si voleva parlare. Il cibo sintetico non è una soluzione, nonostante quello che ci raccontano. Un centro di ricerca statunitense, infatti, ha rilevato un impatto sull’ambiente dei bioreattori di 24 volte superiore agli allevamenti. E non ci prendiamo in giro sulle prospettive di nuove opportunità di lavoro nel nostro Paese: l’unico rischio per l’Italia è di perdere i valori delle filiere agroalimentari. E non possiamo nemmeno credere che sia la soluzione per sfamare i Paesi più poveri: se l’Africa e gli altri Paesi poveri non sono in grado di acquistare il cibo “normale”, come si potranno permettere il cibo da laboratorio? Sulla lotta alla carne sintetica a scendere in campo non è la Coldiretti, ma i ricercatori e i cittadini italiani: tre persone su quattro li hanno già bocciati, secondo quanto è emerso da un rapporto del Censis. Non possiamo permetterci di lasciare tutto in mano a una dozzina di big che operano nel campo della farmaceutica, dell’hi tech e della comunicazione, che rappresentano l’1% della ricchezza planetaria e che stanno cercando di accaparrarsi anche il cibo. Grazie all’azione di Coldiretti, infatti, in buona parte dell’opinione pubblica europea si sta diffondendo una nuova consapevolezza circa i pericoli legati a una tecnologia dai contorni oscuri, con molte incognite che rischia di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. Un’eventuale richiesta di autorizzazione alla commercializzazione che dovesse pervenire all’Ue, secondo noi, non potrebbe essere valutata con le procedure ordinarie dei novel food: per gli ingredienti utilizzati vanno applicate le stesse procedure previste per i medicinali, che necessitano di approfondite prove sperimentali. Un’esigenza alla luce del fatto che, dalle allergie ai tumori, sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel Rapporto Fao e Oms. La stessa Unione Europea, nel rispetto del principio di precauzione, ha messo al bando da oltre 40 anni l’uso negli alimenti di ormoni che sono invece utilizzati nei proprio processi produttivi della carne a base cellulare. Peraltro la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento si è già espressa sulla carne artificiale coltivata nella risoluzione sulle proteine, respingendo a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall’estero. Il Presidente di Coldiretti Pavia

Silvia Garavaglia


Strategia e programmazione

INTERVENTO

insieme a Coldiretti per il futuro dell’agricoltura italiana Strategia e programmazione. Sono le parole chiave dell’azione della Coldiretti, che si muove nel quadro di un disegno e di una visione ben definiti: sostenere gli agricoltori, difendere le produzioni nazionali, implementare l’attività agricola e rendere sempre di più “connessa” la maggiore rappresentanza agricola italiana ed europea al contesto nazionale e internazionale. E’ questa la chiave per comprendere l’impegno su più fronti portato avanti dalla nostra Organizzazione. Grazie al lavoro dei nostri agricoltori, infatti, la filiera agroalimentare ha raggiunto il record di 600 miliardi. Ma Coldiretti vuole fare di più: per esempio cogliere l’occasione dell’italian sounding, un fenomeno da stroncare ma che dà la misura della fame nel mondo del Made in Italy e dunque delle opportunità che si aprono sui mercati mondiali, visto che vale ancora 120 miliardi. Internazionalizzazione dunque ad ampio raggio, centrata molto anche sull’Unione europea dove grazie al confronto con le istituzioni la Coldiretti con Filiera Italia ha dato un contributo decisivo per fermare due direttive, quella sui fitofarmaci e sugli imballaggi, che avrebbero provocato danni economici al sistema agroalimentare I risultati del dialogo di Coldiretti con la politica e il mondo produttivo sono sotto gli occhi di tutti, da quelli ottenuti nel passato a quelli che stanno arrivando negli ultimi tempi, come le maggiori risorse per l’agricoltura in arrivo dal PNRR rivisto secondo quanto indicato dalla nostra Organizzazione. Il confronto su questi e molti altri temi è quanto mai necessario, perché Coldiretti affronta le questioni in modo pluralista: siamo usciti dagli steccati dove si parla solo di agricoltura, siamo un’associazione che guarda alla società e che dialoga con soggetti che anche se sembrano lontani sono invece vicinissimi al nostro settore. È da qui che viene la capacità di Coldiretti di essere sui mercato e anche di rivendicare diritti come quello alla reciprocità, per dire no alla concorrenza sleale di prodotti che arrivano da Paesi dove non viene garantita la sicurezza per l’uso di sostanze vietate in Europa e dove si sfrutta la manodopera minorile. Insomma, le parole d’ordine per un’azione a medio-lungo termine restano coraggio, identità e lungimiranza. Il Direttore di Coldiretti Pavia

Antonio Tessari


Il Coltivatore Pavese | n. 3 | 2023

Il cibo artificiale è fuorilegge

ha vinto Coldiretti Ha vinto Coldiretti: carne, latte e pesce artificiali sono fuorilegge. E’ stata approvata dalla Camera dei Deputati a larga maggioranza con 159 sì, 53 no e 34 astenuti la legge che introduce il divieto in Italia di produrre, commercializzare e importare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali. Un grande successo della nostra organizzazione che giusto un anno fa, nel novembre 2022 aveva lanciato la petizione per chiedere di fermare una deriva pericolosa per l’agricoltura italiane per la salute dei cittadini. Sulla spinta degli oltre due milioni di firme raccolte, con più di 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci, il 28 marzo scorso il Consiglio dei Ministri aveva presentato un ddl su iniziativa del Ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e della premier Giorgia Meloni. In appena otto mesi, un tempo record rispetto alla media, la legge ha quindi visto la luce, festeggiata in

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piazza dagli agricoltori assieme al presidente Ettore Prandini e al segretario generale Vincenzo Gesmundo. La battaglia si sposta ora in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini. Quasi 3 italiani su 4 (74%) dicono no al cibo sintetico prodotto in laboratorio, dalla carne al latte fino al pesce che gruppi di potere finanziario e multinazionali stanno cercando di imporre sui mercati mondiali nonostante le perplessità sugli effetti a lungo termine sulla salute umana. E’ quanto emerge dall’Indagine Coldiretti/Notosondaggi in occasione della manifestazione di agricoltori e allevatori che hanno lasciato campagne e stalle per scendere in piazza nel giorno del voto finale della Camera sul disegno di legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali. Una battaglia iniziata il 10 novembre del 2022 con l’avvio della grande mobilitazione


della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci. Senza dimenticare l’inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico di cui fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Altritalia Ambiente, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Confartigianato, Consiglio Nazionale Giovani, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Fare Ambiente, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Isvumi, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Per - Patto Ecologista Riformista, Pris, Salesiani per il sociale, Slow food

Italia, Unpli, Vas - Verdi Ambiente e Società, Wilderness. Sulla scorta della mobilitazione Coldiretti, il 28 marzo scorso il Consiglio dei Ministri presenta il disegno di legge che vieta il commercio e la produzione in Italia di carne e altri alimenti ottenuti in laboratorio, proposto dal Ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dalla premier Giorgia Meloni. Un provvedimento sostenuto e approvato anche dalla Conferenza delle Regioni il 19 aprile 2023 prima dell’ingresso in Senato il 19 luglio, dove il ddl passa in Aula con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti. La battaglia contro il cibo sintetico o artificiale si è estesa a livello internazionale con l’intesa sottoscritta nello storico farmer market Grown Nyc di Union Square a New York il 28 giugno dal presidente della World Farmers Markets Coalition, Richard McCarthy Una realtà che coinvolge 250 mila agricoltori e famiglie nei diversi continenti, dagli Usa all’Australia, dal Giappone al Ghana fino a numerosi Paesi dell’Europa.

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Cibo artificiale: Coldiretti,

stop anche a burger e salsiccia fake L'Italia segue l’esempio francese contro inganni a tavola Dalla legge approvata definitivamente dal Parlamento arriva anche lo stop all’uso distorto di denominazioni tradizionalmente riferiti a prodotti a base di carne ma composti su base vegetale come prosciutto, burger e salsiccia veg che rappresentano pratiche commerciali sleali i nei confronti dei consumatori. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ad uno degli articoli della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali, seguendo l’esempio francese. Viene infatti previsto – precisa la Coldiretti - che un apposito decreto del Ministero

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dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare definisca una lista di denominazioni che, richiamando prodotti vegetali, possano indurre in errore il consumatore. Una esigenza – sottolinea la Coldiretti – per contrastare gli inganni che sempre più spesso inducono a modificare scelte di acquisto verso prodotti che risultano anche arricchiti con additivi, coadiuvanti e sostanze di sintesi per edulcorare sapori e modificare colori. Vengono in ogni caso fatte salve – precisa la Coldiretti – l’aggiunta di proteine vegetali ai prodotti di origine animale e alle eventuali combinazioni di prodotti che non sono sostitutivi di quelli di origine animale. La violazione del divieto –


riferisce la Coldiretti - risulta sanzionata sul piano amministrativo anche con la confisca del prodotto e il divieto di accesso a contributi pubblici fino a prevedere la chiusura dello stabilimento. La norma è in linea con l’intervento della Corte di Giustizia Europea, che in materia di false attestazioni di denominazioni vegetali, ha dichiarato illegittimo il riferimento al latte per presentare sul mercato prodotti a base di soia. Secondo la Corte di giustizia europea “i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come ‘latte’, ‘crema di latte’ o ‘panna’, ‘burro’, ‘formaggio’ e ‘yogurt’, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale” anche se “tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione”. Con la sola eccezione del tradizionale latte di mandorla italia-

no. Un orientamento fatto proprio in Europa dalla Francia che – sottolinea la Coldiretti - ha già notificato all’Unione Europea il progetto di decreto nazionale senza che ad oggi ci sono state opposizioni degli Stati Membri che hanno tempo fino al 24 novembre. Il decreto francese anticipa quello italiano e prevede – precisa la Coldiretti - di vietare l’utilizzo di alcune denominazioni utilizzate per la carne, per prodotti a base di proteine vegetali, come filetto, controfiletto, costata, lombata, bistecca, scaloppina, grigliata, costolette, prosciutto e altro. “Permettere a dei mix, non solo vegetali, di utilizzare la denominazione di carne significa infatti spesso di favorire prodotti ultratrasformati con ingredienti frutto di procedimenti produttivi molto spinti dei quali, oltretutto, non si conosce nemmeno la provenienza della materia prima” conclude il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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La nuova PAC

fra condizionalità rafforzata ed eco-schemi A qualche mese dall'avvio della nuova PAC ed in prospettiva di organizzare la nuova campagna colturale riteniamo opportuno proporre un ripasso generale delle novità che hanno caratterizzato la recente programmazione ed in particolare degli impegni che le aziende sono tenute a rispettare per percepire i pagamenti previsti. Il focus riguarderà nello specifico la condizionalità rafforzata che ha assorbito al suo interno parte del vecchio Greening, e gli eco-schemi che propongono agli agricoltori pagamenti aggiuntivi a fronte di impegni ambientali volontari che vanno oltre la condizionalità rafforzata. LA CONDIZIONALITÀ RAFFORZATA Le aziende che percepiscono pagamenti diretti (domanda unica, eco-schemi, premi accoppiati) e/o pagamenti per misure Agro Climatico Ambientali, devono rispettare la cosiddetta Condizionalità Rafforzata, in quanto integrata e potenziata rispetto alla precedente condizionalità, per vedere riconosciuti integralmente i premi spettanti. Gli impegni di condizionalità sono suddivisi in: • criteri di gestione obbligatori (CGD), che consistono in atti derivanti dall'applicazione di disposizioni comunitarie in materia di ambiente, di sicurezza alimentare, di salute animale e vegetale e di benessere degli animali; • buone condizioni agronomiche ed ambientali (BCAA) che consistono in una serie di "vincoli" (norme e standard) finalizzati al raggiungimento di obiettivi comunitari in materia ambientale e in particolare per: • evitare l'erosione del suolo, mantenere i livelli di sostanza organica del suolo, proteggere la struttura del suolo;

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• assicurare un livello minimo di mantenimento del terreno e dell'ecosistema ed evitare il loro deterioramento; • proteggere e gestire le risorse idriche; • mantenere gli elementi caratteristici del paesaggio. Di seguito i principali impegni di condizionalità con evidenza delle novità rispetto alla precedente PAC. BCAA 1 - Mantenimento dei prati permanenti sulla base di una percentuale di prati permanenti sulla superficie agricola a livello nazionale (anno di riferimento 2018). È prevista una diminuzione massima del 5% rispetto all'anno di riferimento. Applicazione a livello nazionale, come rapporto tra superficie investita a prati permanenti e superficie agricola totale da mantenere entro la soglia del 5%. BCAA 4 - Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d'acqua. Per tutte le superfici agricole è prevista l'introduzione (realizzazione/mantenimento) di fasce tampone lungo i corsi d'acqua. Prevede due impegni: Impegno A) Divieto di distribuzione di prodotti fitosanitari, oltre che fertilizzanti sulla fascia tampone. Si applica a tutti i corsi d'acqua dove si rileva la presenza continua di acqua durante tutto l'anno, privi di argini rialzati. Sono sempre escluse le scoline e i fossi collettori, nonché gli adduttori di acqua irrigua. È stata definita una larghezza unica di 5 metri per fascia di rispetto (tampone) e fascia inerbita (impegno aggiuntivo nazionale); nel caso in cui nell'etichetta dei prodotti fitosanitari utilizzati sia presente una ampiezza della fascia di rispetto superiore a 5 metri, quest'ultima prevale sulla distanza dei 5 metri. Impegno B) Costituzione/mantenimento di una


fascia inerbita lungo i corpi idrici. L'impegno vale solo per corpi idrici monitorati da ARPAV e prevede una ampiezza di 5 metri. Ove lo stato ecologico del corpo idrico sia «Ottimo/Elevato» e il chimico «Buono», l'impegno è assolto. L’impegno è inoltre rispettato se su tutte le superfici aziendali adiacenti ai corsi d'acqua/ corpi idrici vengono effettuati trattamenti con prodotti fitosanitari mediante dispositivi per l'irrorazione in grado di limitare la deriva e/o tutte le superfici sono interessate da colture permanenti inerbite di produzione integrata o biologica. BCAA 6 - Copertura minima del suolo per evitare di lasciare nudo il suolo nei periodi più sensibili. Prevede la copertura vegetale dei terreni agricoli a seminativo per 60 giorni consecutivi nell'intervallo di tempo compreso tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo (si controlla l'assenza di lavorazioni), adottando una delle seguenti pratiche: 1. mantenere la copertura vegetale, naturale (inerbimento spontaneo) o seminata (almeno 60 gg consecutivi tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo); 2. lasciare in campo i residui della coltura precedente, fatte salve l'esecuzione delle fasce tagliafuoco. Alcuni esempi di impegno rispettato: 1. La semina di una coltura autunno vernina assolve automaticamente l'impegno dato che copre il suolo nel periodo di interesse; 2. L’assenza di lavorazioni del terreno per alme-

no 60 giorni (in un periodo a scelta dell'imprenditore compreso fra il 15 settembre al 15 maggio) assolve l'impegno; 3. una coltura di copertura (cover crop) di almeno 60 giorni durante il periodo 15 settembre — 15 maggio assolve l'impegno; 4. il mantenimento dei residui della coltura precedente per,60 giorni, dal 15 settembre al14 novembre assolve l'impegno; 5. il rinvio dell'aratura al 15 novembre, assolve l'impegno 6. la semina di una coltura primaverile entro il 15 marzo assolve l'impegno. Per assenza di lavorazioni si intendono quelle che compromettano la copertura vegetale del terreno agricolo per il periodo definito. Il grado di copertura vegetale può presentarsi quindi anche non continuo e non omogeneo. Sono ammesse le lavorazioni che non alterino la copertura vegetale del terreno o che mantengano sul terreno i residui della coltura precedente (per esempio discissura, rippatura, iniezione o distribuzione degli effluenti non palabili con tecniche basso emissive). BCAA 7 (ex greening) - Rotazione delle colture nei seminativi, ad eccezione delle colture sommerse Sui seminativi aziendali (eccetto le colture protette) si deve prevedere un cambio di coltura, inteso come cambio di genere botanico, almeno una volta all'anno a livello di parcella. Le esenzioni, sono per le aziende: • i cui seminativi sono utilizzati per più del 75 % per la produzione di erba o altre piante er-

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bacee da foraggio, costituiti da terreni lasciati a riposo, investiti a colture di leguminose (combinazione di tali tipi di impieghi); • la cui superficie agricola ammissibile è costituita per più del 75 % da prato permanente o investita a colture sommerse (combinazione di tali tipi di impieghi); • con una superficie di seminativi fino a 10 ettari; • certificate in conformità al Reg. (UE) n. 848/2018, relativo alla produzione biologica, e le colture condotte secondo la Produzione Integrata, certificate SQNPI. La norma è stata applicata dal 2023 solo per le aziende con eco-schema 4, per le altre aziende la norma si applica a partire dal 2024, intendendo il 2024 come anno «zero». Nello schema di rotazione possono rientrare anche le colture secondarie purché permangano nel terreno per almeno 90 giorni e completino il proprio ciclo produttivo con la raccolta del prodotto. Per il rispetto della norma, le cover crops non sono considerabili ai fini della rotazione in quanto di durata troppo breve per conseguire i benefici ambientali che sono obiettivo della norma. BCAA 8 (ex greening) La norma prevede i seguenti tre impegni: A.Percentuale minima del 4% della superficie agricola a seminativo destinata a superfici o elementi non produttivi. B. Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio; C. Divieto di potare le siepi e gli alberi nella stagione della riproduzione o della nidificazione

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degli uccelli (dal 15 marzo al 15 agosto). Impegno A). Prevede una percentuale minima al 4% dei seminativi da destinare a superfici ed elementi non produttivi, raggiungibile con terreni a riposo, fasce tampone/fasce inerbite, e superfici con elementi non produttivi permanenti di cui all'impegno B. Impegno B). Elenco degli elementi del paesaggio, naturali o semi-naturali, identificati territorialmente, da mantenere e considerabili nel computo del 4%: stagni, boschetti, fasce alberate e alberi isolati, siepi e filari, muretti a secco, terrazzamenti, sistemazioni idraulico-agrarie caratteristiche, margini dei campi e alberi monumentali. Le colture azotofissatrici non rientrano nelle aree ed elementi non produttivi. Per terreno a riposo si intende un seminativo incluso nel sistema di rotazione aziendale, ritirato dalla produzione agricola per un periodo minimo continuativo di sei mesi dal 01/01 al 30/06 dell'anno di domanda. Sono previste esenzioni analoghe a quelle della BCAA 7 senza escludere però dall'obbligo le aziende biologiche e in regime di produzione integrata SQNPI. CGO1 - Requisiti obbligatori per controllare le fonti diffuse di inquinamento da fosfati Impegno A). Per assicurare un minimo livello di protezione delle acque è previsto il rispetto delle procedure di autorizzazione (concessione, licenza di attingimento, ecc.) quando l'utilizzo delle acque a fini di irrigazione è soggetto ad autorizzazione a titolo gratuito od oneroso. Il beneficiario dovrà quindi dimostrare il possesso della relativa autorizzazione all'uso di acqua. La verifica della


presenza della documentazione di autorizzazione viene effettuata in tutti i casi in cui risulti l'utilizzo di acque irrigue, compresi gli orti familiari con attingimento da pozzo o falda con obbligo di autorizzazione da parte del Genio Civile Impegno B). Per la protezione delle acque da fosfati e fonti diffuse di fosfati, è stato introdotto l'obbligo per tutte le aziende agricole di registrare su apposito Registro i dati sull'utilizzo dei concimi minerali/inorganici, organominerali ed organici con titolo di fosforo. Le informazioni minime da registrare sono: parceile/appezzamento, per coltura praticata, e relativa superficie; coltura; data di distribuzione (giorno/mese/anno); tipo di fertilizzante e denominazione; il contenuto percentuale in fosforo; la quantità totale. CGO8 - Si applica in ossequio alla Direttiva 2009/128/ CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi (vedi PAN). Gli impegni, che si aggiungono a quelli della C007 (obbligo quaderno di campagna e fatture di acquisto di tutti i PF relativi agli ultimi 3 anni, rispetto delle modalità d'uso indicate in etichetta e presenza ed uso dei dispositivi di protezione individuale), riguardano: A.Possesso del patentino in corso di validità da parte dei soggetti che acquistano e/o utilizzano tutti i prodotti fitosanitari ad uso professionale; B. Controllo funzionale periodico delle attrezzature per l'applicazione dei prodotti fitosanitari effettuati presso i centri prova autorizzati. C. Regolazione strumentale delle attrezzature eseguite dagli utilizzatori professionali. La regolazione o taratura deve essere eseguita periodicamente dall'utilizzatore professionale per adattare l'attrezzatura alle specifiche realtà colturali aziendali e definire il corretto volume di miscela da distribuire, tenuto conto delle indicazioni riportate nelle etichette dei prodotti fitosanitari. La data di esecuzio-

ne della regolazione e i volumi di irrorazione utilizzati per le principali tipologie colturali vanno registrati annualmente su apposita scheda da allegare al registro dei trattamenti sul registro stesso. L'eventuale regolazione o taratura strumentale effettuata presso Centri Prova (volontaria e non oggetto della presente norma) è da considerarsi sostitutiva della regolazione eseguita direttamente dall'utilizzatore professionale, e della relativa registrazione che si sarebbe dovuta effettuare sul proprio registro, per l'intera durata del certificato. Gli utilizzatori di PF devono altresì provvedere annualmente al recupero o smaltimento delle rimanenze di prodotti fitosanitari e dei relativi imballaggi (devono essere quindi conservati i formulari o le bollette di consegna dei rifiuti avviati al circuito organizzato di raccolta). GLI ECO-SCHEMI Gli Eco-schemi rappresentano una novità della PAC 2023/2027, probabilmente la più importante, e ad essi è riservato il 25% delle risorse degli aiuti diretti: raffigurano il secondo livello della sostenibilità e si aggiungono agli impegni della condizionalità rafforzata, con l'assunzione di impegni ambientali píù stringenti. Agli eco-schemi possono accedere tutte le aziende agricole anche senza titoli, escluso l'eco-schema 5 che prevede l'attivazione di almeno un titolo, Di seguito un promemoria degli impegni da ricordare e rispettare affinché ogni eco-schema venga correttamente pagato. ECO SCHEMA 1 Riduzione degli antibiotici e benessere degli animali Gli allevatori richiedenti devono essere registrati a Classyfarm entro il 31 dicembre dell'anno di domanda. L’eco schema 1 prevede due livelli di impegno: nel primo l'allevatore si impegna a ridurre l'uso degli antibiotici in riferimento alla mediana regionale nel periodo di osservazione va dal 01/01 al 31/12 di ciascun anno di domanda.

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Nel secondo livello l'allevatore si impegna ad aderire al Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale con ricorso a pascolamento sulle superfici dichiarate dal richiedente e determinate nell'anno di domanda unica. Tutti gli allevatori che rispettano volontariamente queste misure devono comunque rispettare anche le norme in materia di benessere animale come quelle che vietano di utilizzare alcune sostanze ad azione ormonale, le norme minime per la protezione dei vitelli, sei suini e la protezione degli animali negli allevamenti. ECO SCHEMA 2 - Inerbimento delle superfici occupate da impianti arborei quali vigneti, frutteti o altre specie arboree permanenti a rotazione rapida Impegni richiesti: • Mantenere la copertura vegetale erbacea, spontanea o seminata, su almeno il 70% della superficie oggetto di impegno, fra il 15 settembre e il 15 maggio dell'anno successivo. • Non eseguire trattamenti di diserbo chimico. • Non eseguire lavorazioni del terreno durante tutto l'anno • Gestire la copertura vegetale erbacea, durante tutto l'anno, solo con operazioni meccaniche di sfalcio e/o trinciatura-sfibratura ECO SCHEMA 3 - Salvaguardia degli oliveti di particolare valore paesaggistico e storico L’intervento è biennale si applica agli oliveti che hanno una densità minima di 60 piante ad ettaro e fino ad un massimo di 300 piante per ettaro. Impegni richiesti - Assicurare la potatura biennale delle chiome (periodo di potatura compreso fra 01/11 ed il 30/04). Entro il biennio quindi il 100% delle piante deve essere potato. - Non bruciare i residui di potatura in loco mantenere l'oliveto nel suo status quo per almeno un anno successivo a quello di adesione all'eco-schema

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ECO SCHEMA 4 Introduzione in avvicendamento di colture leguminose e foraggere, nonché da rinnovo L’eco schema si applica a tutte le superfici a seminativo in avvicendamento, almeno biennale, sia alle colture principali che di secondo raccolto. Rientrano nell'avvicendamento anche i terreni a riposo (per massimo 4 anni consecutivi) le colture pluriennali, le erbe e le altre piante erbacee da foraggio (sono escluse le cover crop). Impegni richiesti - Assicurare nell'avvicendamento almeno biennale sulla stessa superficie la presenza di colture leguminose e foraggere, o di colture da rinnovo, inserendo nel ciclo di rotazione almeno una coltura miglioratrice proteica o oleoginosa, o almeno una coltura da rinnovo. - Non utilizzare diserbanti chimici o altri prodotti fitosanitari sulle colture leguminose e foraggere. Sulle colture da rinnovo è consentito solo l'uso della tecnica difesa integrata o biologica (non certificata). - Interrare i residui di tutte le colture in avvicendamento (ad eccezione delle aziende zootecniche). Le aziende che praticano tecniche di agricoltura conservativa (Semina su sodo; minima lavorazione; lavorazione a bande) raggiungono automaticamente gli obiettivi di interrare i residui. In sostanza: - Le colture depauperanti (frumento, orzo ecc.) possono rientrare nell'avvicendamento per non più di un anno e non possono succedere a sé stesse; - Le colture miglioratrici (leguminose o da rinnovo) sono indispensabili nell'avvicendamento biennale e possono succedere a sé stesse. - Nel caso di colture pluriennali (compreso medica, carciofo e asparago), erbe e altre piante erbacee da foraggio e terreni a riposo, l'impegno è assolto automaticamente (ipso facto) se mantenute per due anni consecutivi.


2023

2024

2025

Esito impegno/Note

Riposo Leguminosa

OK per avvicendamento

Riposo

Rinnovo

OK per avvicendamento

Leguminosa

Riposo

OK per avvicendamento

Riposo fino a giugno Rinnovo (es. mais) soia coltura 2° da giugno 2023

OK per avvicendamento

Riposo fino a giugno rinnovo (es. colza da settembre fino a giugno 2024)

Leguminosa da giugno per almeno 90 gg (es fagiolino

OK avvicendamento

Riposo - grano da ottobre Leguminosa o rinnovo 2023 fino a giugno 2024 come coltura 2° (per almeno 90 gg) da luglio

OK avvicendamento

Riposo

Grano

Grano duro

Riposo di mellifere

NO perché nel biennio 2023/2024 non è presente né rinnovo né leguminosa

Grano duro

Riposo di mellifere esclusivamente leguminose

OK avvicendamento

2023

Mais da aprile

NO perché nel biennio 2023/2024 non è presente né rinnovo né leguminosa

2024

2025

Esito impegno/Note

Rinnovo

Depauperante

Depauperante

OK per avvicendamento 2023/2024, non si paga il 2025

Depauperante· cover crops

Depauperante· cover crops

NO perché le colture di copertura non consentono di assolvere all'impegno dell'avvicendamento, quindi né per l’ECO 4 né per la BCAA7

Coltura

Kg seme/ettaro di superficie

Frumento duro

180

Girasole

3 (corrispondente a 55.000 semi per ettaro)

Colza

2 (corrispondente a 450.000 semi per ettaro)

Riso • ibridi • varietà Clearfield® • varietà Clearfield® HP • Provisia® • tutte le altre varietà diverse dalle precedenti

30 160 40 100 160

Barbabietola da zucchero • seme nudo • seme confettato

1,6 (corrispondente a 100.000 semi per ettaro) 4 (corrispondente a 100.000 semi per ettaro)

Soia • primo raccolto • secondo raccolto

70 100

Pomodoro da trasformazione

n° piantine/ettaro di superficie: 25.000

Canapa

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Il Coltivatore Pavese | n. 3 | 2023

PNRR:

raddoppiano i fondi per gli agricoltori, dai contratti di filiera all’agrisolare

Con il via libera della Commissione europea alla rimodulazione del Pnrr l’agricoltura ha incassato il raddoppio dei fondi. Un ennesimo risultato ottenuto dalla Coldiretti che in quest’ultimo anno ha fatto pressing sul governo per ottenere un aumento dei fondi in considerazione della significativa adesione ai bandi su alcune misure come i contratti di filiera che per la più importante organizzazione agricola italiana ed europea costituiscono un passaggio strategico per il rilancio del settore agroalimentare. Coldiretti ha anche chiesto più risorse per le agroenergie per sostenere la svolta green e consentire alle imprese agricole di ridurre i costi energetici che le conseguenze della guerra in Ucraina hanno reso particolarmente onerosi e rafforzare il reddito con la cessione dell’energia prodotta. Il piano rivisto dal Governo Meloni e “promos-

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so” da Bruxelles prevede infatti il passaggio della dotazione da 3,68 a 6,53 miliardi. Dai fondi del Piano nazionale complementare arrivano altri 1,2 miliardi e dunque il “tesoretto” per il settore arriva a quota 8 miliardi. Una vera e propria finanziaria. I contratti di filiera in particolare ottengono un aumento di 2 miliardi, 850 milioni in più vanno alla misura “parco agrisolare” che sale a 2,3 miliardi dagli iniziali 1,5 miliardi con l’obiettivo di arrivare a 1,3 gigawatt. Sia i contratti di filiere che l’agrisole hanno registrato domande che hanno abbondantemente superato le risorse disponibili. Si presenta dunque per il settore agroalimentare, ma per l’intero sistema economico una occasione unica. Le misure introdotte e fortemente richieste da Coldiretti mirano infatti a rafforzare la sovranità alimentare ed energetica, attraverso il coinvolgimento delle imprese


agricole e delle filiere del cibo nazionali. Nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato quest’ultimo anno per l’impatto della guerra in Ucraina le imprese hanno dimostrato una grande resilienza e capacità di investimento con una massiccia partecipazione ai bandi. Ora dunque occorre mettere a terra i nuovi fondi implementando i progetti. La Coldiretti ha presentato un pacchetto di interventi strategici per il settore. Si parte dal piano invasi indispensabile per aiutare il settore ad affrontare la siccità, ma anche i guasti delle piogge violente che potrebbero essere raccolte. Per la realizzazione di nuovi invasi che potrebbero aumentare la raccolta dell’acqua piovana, attualmente ferma all’11% , secondo Coldiretti, occorrerebbe un primo stanziamento di almeno 1 miliardo anche attraverso le risorse del Fondo sviluppo e coesione in corso di programmazione che si affiancherebbe così al Pnrr. La dote rafforzata per i contratti di filiera consente un importante scorrimento della graduatoria del quinto bando. Coldiretti insieme a Filiera Italia ha presentato infatti progetti operativi per un ammontare di investimenti che supera 1,4 miliardi. In totale sono state presentate oltre 300 domande e circa 6500

aziende che hanno chiesto di poter effettuare investimenti per 11 miliardi. Con il primo stanziamento sono stati compresi solo i primi 39 progetti. Anche per l’agrisolare con i fondi aggiuntivi si potranno scorrere le domande del secondo bando comprendendo così tutte le richiesti ammissibili che sono state tantissime e hanno superato lo stanziamento iniziale. Con il secondo bando il contributo per la realizzazione di impianti sui tetti delle imprese agricole e alimentari è salito all’80%. Coldiretti ritiene rilevante anche il processo di semplificazione e di potenziamento delle strutture amministrative con l’obiettivo prioritario di dare risposte in tempi certi alle imprese e consentire così di cogliere appieno le opportunità del Pnrr. “Un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore – è il commento del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini -. In tale ottica i contratti di filiera sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani per dare opportunità di lavoro e far crescere l’agroalimentare Made in Italy, in un contesto di grande instabilità internazionale”

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Il Coltivatore Pavese | n. 3 | 2023

Ecco le misure agricole del disegno di legge

“Made in Italy”

Un pacchetto corposo di misure per l’agroalimentare è contenuto nel disegno di legge Made in Italy all’esame della Camera. Si tratta di un provvedimento complesso che coinvolge tutta la compagine governativa con un obiettivo preciso: valorizzare, promuovere e tutelare il Made in Italy. Sono interessati i principali settori produttivi dall’agroalimentare alla nautica e fino all’artigianato. Il budget è di 1 miliardo, 700 milioni per il 2023 e 300 milioni per il 2024. Analizzando gli articoli che hanno un impatto sul settore agricoli partiamo dai 15 milioni per sostenere l’imprenditorialità femminile. Si interviene poi su una corretta informazione del consumatore sulle fasi produttive della pasta e del pane fresco. Sarà costituita una commissione (ministeri delle Imprese e del made in Italy, Agricoltura e Sovranità alimentare. Ambiente e sicurezza energetica e Salute) con il compito di redigere le linee guida per identificare le lavorazioni di particolare qualità. Dovrebbe diventare uno scudo all’italian sounding la certificazione di qualità della ristorazione italiana all’estero per verificare che l’offerta gastronomica sia conforme alle vere tradizioni italiane. E per promuovere all’estero la cucina italiana (che sta compiendo l’iter per l’ammissione nell’Unesco) è stato costituito un Fondo da un milione per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Risorse per 2 milioni per il 2024 e per il 2025 sono destinate alla protezione delle indicazioni geografiche registrate e dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo. Tra le azioni

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che saranno messe in campo attività di registrazione delle indicazioni in paesi terzi, volte ad accrescere la riconoscibilità e la comunicazione. Un milione rispettivamente per il 2024 e il 2025 è finalizzato alla valorizzazione delle pratiche tradizionali e del paesaggio rurale con investimenti nelle infrastrutture utilizzate per lo spostamento degli animali. Una dotazione di 2 milioni è assegnata per la costituzione dei distretti del prodotto tipico italiano con un contributo a fondo perduto di 20mila euro per lo studio di fattibilità finalizzato alla proposta di riconoscimento del distretto. Arriva anche il contrassegno che attesta l’origine italiana del prodotto. Sono però escluse, e anche su questo è stato forte il pressing di Coldiretti, le indicazioni geografiche protette dei prodotti agricoli e agroalimentari alle quali si continuerà ad applicare la nuova normativa recentemente varata da Bruxelles. Il settore agricolo potrà anche accedere agli interventi per l’applicazione della blockchain per la tracciabilità delle filiere: per sostenere la ricerca e l’utilizzo delle tecnologie la spesa è di 4 milioni per il 2023 e 26 milioni per il 2024. Ricordiamo che la nuova tecnologia offre opportunità anche al settore agroalimentare per valorizzare le caratteristiche del prodotto e soprattutto per garantire la trasparenza. E infine l’istituzione del liceo del made in Italy che dovrebbe fornire agli studenti competenze idonee allo sviluppo di settori specifici e che può contribuire a valorizzare il settore.


UE: Coldiretti, storico si a etichetta di origine su

succhi e marmellate

Prandini, salva frutta italiana dopo addio a 100 milioni di piante Via libera del Parlamento Europeo all’obbligo di indicare la provenienza della frutta utilizzata in succhi e marmellate, oltre che per il miele per il quale vengono rese ancora più trasparenti le etichette con l’indicazione delle percentuali dei mieli provenienti dai diversi Paesi nelle miscele. Lo rende noto con soddisfazione la Coldiretti. “E’ il risultato della nostra lunga battaglia per la trasparenza dell’informazione ai consumatori – sottolinea Ettore Prandini, Presidente Nazionale di Coldiretti – e una risposta all’86% degli italiani che reputa importante conoscere la provenienza dei prodotti alimentari che acquista al punto di pagarli qualcosa in più secondo l’indagine Coldiretti/Censis”. Si tratta infatti di un obiettivo importante sul piano della salute, dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente

soprattutto per l’Italia, che è il secondo produttore europeo di frutta ma ha detto addio a causa delle importazioni negli ultimi quindici anni a oltre 100 milioni di piante di frutta fresca con la scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat. Un trend pericoloso favorito anche – precisa la Coldiretti – dalle importazioni di prodotti low cost di frutta da destinare alla trasformazione industriale in suchi e marmellate dall’estero, dove spesso non vengono rispettati gli stessi criteri in termini di rispetto dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza alimentare, secondo il principio di reciprocità.

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Il Coltivatore Pavese | n. 3 | 2023

L’europarlamento accoglie la proposta di Coldiretti e

boccia la riduzione dei fitofarmaci Il mancato accordo dell’Europarlamento sulla proposta di uso sostenibile dei fitofarmaci salva le produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al riso, messe a rischio dalla irrealistica proposta di dimezzare l’uso di fitofarmaci. E’ quanto affermano Coldiretti e Filiera Italia nel commentare positivamente il voto da parte del Parlamento europeo del progetto della Commissione. Un provvedimento che avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra UE, che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. “Serve un approccio realistico per sostenere l’impegno dell’agricoltura verso la sostenibilità – sottolinea Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – jche ha già portato l’Italia a classificarsi come la più green d’Europa, con il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei fitofarmaci che restano essenziali per garantire la salute delle coltivazioni”. Secondo lo studio della Commissione Europea peraltro “i maggiori impatti sulla resa si verificano in colture che hanno una rilevanza limitata, come l’uva, il luppolo e i pomodori”. Una vera assurdità se si pensa che il pomodoro è l’ortaggio più consumato in Europa,

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tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi…), e l’uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati…) è una produzione di cui l’Europa detiene il primato mondiale. Senza dimenticare che l’Italia, che si contende con la Francia il ruolo di principale produttore mondiale di vino ed il primo produttore di riso in Europa, sarebbe il Paese più danneggiato da una politica europea folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori. “Il mancato accordo e soprattutto la mancata convergenza su posizioni molto più di buon senso e graduali – aggiunge Antonio Tessari, Direttore di Coldiretti Pavia – consente ora, come abbiamo più volte richiesto, di fermare le macchine e avviare una riflessione molto più approfondita e basata su reali conoscenze scientifiche, studi di impatto e alternative concrete, in linea con quanto da sempre sostenuto da Coldiretti e Filiera Italia a tutela dell’agroalimentare nazionale ed europeo”. Ora fondamentale sarà la sospensione dei lavori anche in Consiglio, affinché siano i nuovi eurodeputati a farsi carico del proseguimento dei lavori sulla proposta di uso sostenibile dei fitofarmaci e a chiedere alla Commissione europea di migliorare una proposta di regolamento da cui dipende il futuro del settore agroalimentare italiano ed europeo.


Con stop a norme imballaggi

vince la filiera italiana Coldiretti e Filiera Italia ottengono lo stop alle restrizioni sulla normativa sugli imballaggi, garantendo così la tutela del settore agroalimentare e di asset strategici per il Paese. In particolare, il voto prevede l’esenzione dagli obblighi previsti dal regolamento per i prodotti soggetti ad un alto tasso riciclo, valorizzando così le alte performance italiane. Ottenuta, inoltre, la tutela delle bioplastiche totalmente compostabili e biodegradabili. Un risultato che valorizza il primato dell’Italia in tale settore e conferma come tali materiali possano costituire un elemento di forza anche con Paesi schierati su posizioni diverse rappresentando soluzioni incontestabilmente sostenibili. L’Italia, infatti, è diventata negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile ed ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia ha raggiunto quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite. A trarre vantaggio da questa vittoria, non sono solo le sole aziende degli imballaggi ma a ritroso filiere fondamentali per il nostro Paese quali l’intero settore agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione, con decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Le modifiche alla norma consentiranno, inoltre, la prosecuzione di ingenti investimenti fatti in innovazione e in bioraffinerie prime al mondo oggi in funzione, di cui l’Italia è

leader attraverso società quali Eni Versalis Novamont che, insieme ad altre partecipate pubbliche e campioni nazionali, aderiscono a Filiera Italia. Parliamo di bioplastiche e di bioprodotti da fonti rinnovabili concepiti per la tutela del suolo e delle acque, attraverso la riconversione di siti industriali non più competitivi, nel rispetto delle specificità locali e in partnership con tutti gli attori della filiera. La leadership che il nostro Paese detiene in tali prodotti innovativi è ulteriormente confermata dal fatto che Cina e Stati Uniti stanno cercando di imitare tali prodotti e processi innovativi nella loro corsa agli sviluppi industriali del biomanufacturing. Per l’agroalimentare in particolare, la nuova proposta salva il settore vitivinicolo, dall’obbligo del riuso delle bottiglie, a tutela del consumatore garantendo il mantenimento degli alti standard sanitari e di qualità delle produzioni made in Italy. Inoltre, salvo anche il settore dell’ortofrutta e, in particolare la IV gamma, dal divieto di confezionamento sotto a 1,5 kg: un risultato che tutela la qualità e la shelf life delle produzioni e, indirettamente, riduce lo spreco alimentare che altrimenti sarebbe aumentato vertiginosamente in pieno contrasto con gli attuali obiettivi europei. Altro risultato positivo riguarda il settore del florovivaismo dove finalmente i vasi da fiori e da piante sono inquadrati come fattore della produzione. Tali modifiche rappresentano un importante risultato soprattutto a tutela della competitività delle imprese dell’agroalimentare italiano e del potere di acquisto dei consumatori in un momento di grande difficoltà economica.

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Il Coltivatore Pavese | n. 3 | 2023

Raccolti oltre 400 chili di “spesa sospesa” durante la

Giornata del Ringraziamento Coldiretti Andranno alla Mensa del Fratello che da 40 anni aiuta i più bisognosi Per la festa degli agricoltori pavesi anche benedizione dei trattori e buffet a km zero

Oltre 400 chili di generi alimentari a km zero, dal riso alla frutta, dalla verdura ai formaggi, dai salumi al miele. E’ stata un successo la “spesa sospesa” organizzata da Coldiretti in occasione della 73esima edizione della Giornata del Ringraziamento che si è svolta nella parrocchia di Santa Maria di Caravaggio a Pavia. «Tutti i generi alimentari raccolti – spiega Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – sono stati consegnati alla Mensa del Fratello, un’istituzione che da quarant’anni dà da mangiare a centinaia di persone bisognose». La Giornata Provinciale del Ringraziamento – sottolinea Coldiretti Pavia – oltre a essere uno

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dei momenti più sentiti dal mondo agricolo è anche un’occasione per fare del bene. Dopo la celebrazione della Santa Messa nella chiesa parrocchiale con la tradizionale offerta dei frutti della terra provenienti da tutte le zone del territorio pavese, gli agricoltori presenti si sono spostati insieme a centinaia di cittadini nel vicino Mercato Coperto di Campagna Amica, inaugurato poche settimane fa in viale Golgi 84 a Pavia e che per la Giornata del Ringraziamento è rimasto straordinariamente aperto. Qui il parroco di Santa Maria di Caravaggio don Alberto Manelli ha benedetto i mezzi agricoli, e in seguito sono stati offerti oltre


300 piatti di risotto a tutti i partecipanti. «La Giornata del Ringraziamento è un momento importante per riflettere sul ruolo fondamentale che l’agricoltura ricopre a livello sociale, ambientale e produttivo nella nostra provincia – dice ancora il Presidente di Coldiretti Pavia – E noi agricoltori lo viviamo direttamente ogni giorno, perché col nostro lavoro consentiamo a tutti di poter portare in tavola cibo buono, giusto e sostenibile». Durante la Giornata del Ringraziamento Coldiretti diffonde anche un bilancio sull’annata agraria appena conclusa. «Quest’anno il territorio pavese è stato risparmiato dalla siccità che aveva devastato le nostre campagne

nel 2022 – spiega Antonio Tessari, Direttore di Coldiretti Pavia – ma ha comunque dovuto affrontare altre sfide, a partire dai prezzi riconosciuti agli agricoltori che in diversi settori sono ancora al di sotto dei costi di produzione». Riso, vino, cereali e zootecnia rimangono le grandi eccellenze dell’agricoltura pavese. «Nel 2023 abbiamo avuto una produzione tornata nella media in quasi tutti i settori, ottima in particolare per il vino – dice ancora il Direttore di Coldiretti Pavia – E abbiamo riportato anche una prima, importante vittoria contro il cibo sintetico». Pochi giorni fa, infatti, è stata approvata dalla Camera dei Deputati a larghissima maggio-

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ranza la legge che introduce il divieto in Italia di produrre, commercializzare e importare cibo a base cellulare. «Un grande successo della nostra Organizzazione – sottolinea Silvia Garavaglia – che esattamente un anno fa aveva lanciato la petizione per chiedere di fermare una deriva pericolosa per l’agricoltura italiana e per la salute dei cittadini. Questa raccolta

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firme è stata firmata anche da 4 mila cittadini pavesi e sottoscritta da tantissimi Comuni del nostro territorio – dice ancora il Presidente di Coldiretti Pavia – che sono scesi in campo insieme a noi per tutelare anche le produzioni agricole d’eccellenza della provincia di Pavia». Non è la prima volta che il nostro Paese fa da pioniere in Europa. «Proprio grazie alla


raccolta di firme di Coldiretti, l’Italia è stata il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti – conclude Silvia Garavaglia – Una tendenza verso cui si sta progressivamente allineando tutta l’Unione Europea, con il superamento di dubbi e contestazioni che fanno ormai parte del passato». Alla 73esima edizio-

ne della Giornata Provinciale del Ringraziamento organizzata da Coldiretti Pavia sono intervenuti anche il Sottosegretario di Regione Lombardia Ruggero Invernizzi insieme al Consigliere regionale Claudio Mangiarotti, al Presidente della Provincia di Pavia Giovanni Palli e all’Assessore al commercio del Comune di Pavia Roberta Marcone.

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Riso, nuovi strumenti

per tutelare il reddito delle aziende Nascono nuovi strumenti per tutelare il reddito delle aziende agricole. Grazie alla collaborazione tra Coldiretti Pavia e Coprovi-Condifesa Pavia, infatti, è stato messo a punto un fondo mutualistico agevolato riservato al settore risicolo, l’unico attivo in questo comparto in Lombardia. «Tra i cambiamenti climatici e l’instabilità dei prezzi, tutelare il reddito aziendale è imprescindibile per un’azienda agricola moderna – sottolinea Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – Questo fondo mutualistico, avviato grazie alle adesioni dei Soci di Coldiretti e all’attività del Coprovi, si affianca alle tradizionali polizze assicurative che le aziende possono sottoscrivere, fornendo garanzie aggiuntive contro le perdite economiche». Il fondo mutualistico – spiega Coldiretti Pavia – nasce da un’associazione di aziende agricole che accantonano risorse comuni per ricevere un sostegno quando il reddito viene

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a calare, ad esempio a causa delle fluttuazioni di un mercato sempre più in balia di ondate speculative, oppure quando le devastazioni del clima si abbattono sui raccolti. All’iniziativa hanno partecipato anche la Federazione provinciale di Milano, Lodi, Monza e Brianza e quella di Mantova. Gli imprenditori associati – spiega ancora Coldiretti Pavia – contribuiscono alla creazione di una riserva finanziaria comune e condividono un determinato rischio: in caso di danno il fondo interviene con un risarcimento. «Il fondo agisce in sostegno degli imprenditori risicoli quando il loro reddito viene a calare – spiega Edoardo Andrea Negri, Presidente del Coprovi Condifesa Pavia – È uno strumento innovativo, che garantisce le perdite di reddito delle aziende agricole causate da motivi diversi come cambiamenti climatici e instabilità dei prezzi, sia di vendita che di produzione».


Marcia indietro della UE

Marcia indietro della UE sull’aumento dei limiti di triciclazolo nel riso straniero Con le importazioni di riso da India, Pakistan, Vietnam, Myanmar e Cambogia che hanno superato in Italia i 141 milioni di chili nei primi otto mesi del 2023 è importante la decisione della Commissione ambiente del Parlamento europeo che a larghissima maggioranza ha chiesto alla Commissione Ue di ritirare la proposta su aumento limiti triciclazolo, potente pesticida vietato nell’Unione Europea ma utilizzato dai principali Paesi produttori dell’Asia ma anche dall’America del Sud. E’ quanto afferma la Coldiretti impegnata nella campagna di sensibilizzazione a livello europeo che ha portato a questo voto contrario. Un pronunciamento che segue il mancato supporto nel Consiglio Europeo del maggio scorso che deve ora portare – sottolinea la Coldiretti - la Commissione UE a ritirare subito la proposta di aumentare il limite per i residui di triciclazolo nel riso da 0,01 a 0,09 mg/kg. La Commissione ambiente del Parlamento – spiega Coldiretti - ritiene che la proposta di regolamento non rispetti gli impegni assunti per preservare la competitività nel mercato dell'Unione e l'elevata sicurezza dei consumatori e potrebbe creare barriere o potenziali interruzioni degli scambi, causando impatti significativi su consumatori, agricoltori e sul settore alimentare in Europa e altrove. L’ammissione di una certa quantità di tale principio chimico nel prodotto importato – evidenzia Coldiretti – oltre a danneggiare le imprese italiane ed europee del settore, rappresenterebbe un potenziale rischio sanitario per i consumatori con un chiaro passo indietro sul principio di precauzione. A partire dal 2016 l’uso di tale sostanza attiva è

stat o vietato in Ue. Per Coldiretti il voto contrario sul triciclazolo nel riso è un primo passo per il rispetto in Europa del principio di reciprocità in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. L’Italia – evidenzia la Coldiretti – garantisce il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo con 9 risaie su 10 sono concentrate fra la Lombardia, Veneto e Piemonte. Sono 200 infatti – conclude la Coldiretti – le varietà iscritte nel registro nazionale, dal vero Carnaroli, con elevati contenuto di amido e consistenza, spesso chiamato “re dei risi”, all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana

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Vino, bene il decreto

che salva dal macero 50 milioni di etichette Sono salve cinquanta milioni di etichette per il vino Made in Italy messe a rischio dalle nuove norme Ue. Ad affermarlo è Coldiretti Pavia in riferimento all’annuncio del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida della firma del decreto che posticipa l'introduzione e l'applicazione della normativa europea sul cambio di etichettatura del vino, permettendo così l'utilizzo e l'esaurimento delle etichette già in magazzino. La norma, che entra in vigore dall’8 dicembre, impone – spiega Coldiretti Pavia - l’inserimen-

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to delle informazioni relative a ingredienti e valori nutrizionali e inizialmente prevedeva che per gli ingredienti fosse utilizzato un codice QR accompagnato dalla lettera "I". A poche settimane dall’entrata in vigore, la Commissione ha deciso di inserire il termine completo “ingredienti”, condannando di fatto al macero tutte le etichette già stampate dai produttori che si erano organizzati per tempo. Un problema subito denunciato dalla Coldiretti a tutela di un settore già colpito dall’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie


che hanno fatto segnare un aumento che ha raggiunto il 58% nell’arco di 18 mesi mette a rischio la competitività del vino italiano sul mercato nazionale ed estero dove per la prima volta dopo oltre un decennio sono calate le vendite in valore (-1%). Non a caso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro. Non si tratta peraltro della prima “grana” – ricorda Coldiretti – causata al Vigneto Italia dalle politiche adottate dall’Unione Europea. Si va dalla scelta della Commissione di dare il via libera all’introduzione di etichette allarmistiche sul vino decisa dall’Irlanda alla decisione della Ue di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o

parziale dell’alcol anche nei vini a denominazione di origine, dalla pratica dello zuccheraggio fino al vino senza uva con l’autorizzazione alla produzione e commercializzazioni di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes molto diffusi nei Paesi dell’Est. “Il vino rappresenta un patrimonio del Made in Italy anche dal punto di vista occupazionale, che va difeso dai tentativi di colpevolizzarlo sulla base di un approccio ideologico che non tiene contro di una storia millenaria che ha contribuito non solo a far grande il nostro agroalimentare, ma si inserisce appieno nella Dieta Mediterranea che in questi anni ha visto gli italiani primeggiare per longevità a livello europeo e mondiale” dichiara il Presidente di Coldiretti Pavia Silvia Garavaglia.

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Il Coltivatore Pavese | n. 3 | 2023

Il Villoresi rassicura

gli agricoltori del Basso Pavese nessuna variazione dei contributi

In relazione alle notizie, del tutto infondate, circolate negli ultimi tempi e riprese, nel Pavese, anche dalla stampa locale, il Consorzio Est Ticino Villoresi intende precisare che i contributi applicati ai consorziati sono determinati annualmente secondo le modalità previste dal vigente piano di classifica in base alla ripartizione dei costi per il funzionamento dell'Ente e per l'esercizio e la manutenzione della rete e degli impianti consortili. Nonostante l'inflazione in crescita e l'aumento dei costi energetici e delle materie prime, le tariffe approvate per l'esercizio 2023 non hanno subito aumenti di sorta rispetto all'annualità precedente. Tale scelta è stata espressione della precisa volontà del Consorzio di andare incontro alla difficile situazione delle aziende agricole dopo la crisi dello scorso anno, verificatasi a seguito della grave siccità occorsa. Recentemente è stata diffusa da alcuni agricoltori del Pavese - e precisamente della zona ricompresa tra Pieve Porto Morone, Zerbo e Costa de' Nobili - una versione dei fatti del tutto distorta, secondo la quale lo scorso giugno sarebbe stato approvato, da Regione Lom-

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bardia, il nuovo piano di classifica consortile, riportante tariffe aggiornate all'insegna di significativi aumenti. Alla luce di queste considerazioni, è naturalmente doveroso, per ETVilloresi, rettificare quanto divulgato nel Basso Pavese e purtroppo ripreso in zona da alcuni organi di stampa senza contattare preventivamente l'Ente per le verifiche del caso: il documento che è stato aggiornato e approvato da Regione Lombardia il 19 giugno 2023, con delibera di Giunta n.478, è il piano comprensoriale di bonifica. Questo presenta i| programma di interventi previsti nel prossimo decennio sui canali consortili per un potenziamento complessivo del reticolo idraulico ETVilloresi anche ai fini della valorizzazione ambientale e turistica del territorio. Il piano in oggetto non riguarda assolutamente la determinazione degli importi dei contributi. Attraverso tale precisazione il Consorzio vuole rassicurare tutti gli utenti del Basso Pavese, fugando ogni minima preoccupazione possa essersi diffusa circa un eventuale aumento tariffario, che non vi sarà.


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Il Coltivatore Pavese | n. 3 | 2023

Fratelli Giacomel e l'Impegno per un futuro dell'automotive rispettoso dell'ambiente La crescente consapevolezza ambientale sta spingendo l'industria automobilistica verso una trasformazione epocale, con un'attenzione sempre maggiore alla sostenibilità. Questa rivoluzione si traduce principalmente nella transizione verso la mobilità elettrica, che mira a ridurre le emissioni, mitigare l'impatto ambientale e promuovere un futuro ecosostenibile. Uno dei principali obiettivi è diminuire quanto più possibile la dipendenza dai combustibili fossili: in questa sfida l'elettrificazione dei trasporti gioca un ruolo chiave, insieme allo sviluppo di infrastrutture e tecnologie innovative, e ci guida verso un futuro dell’automotive eco-compatibile. Fratelli Giacomel vuole essere protagonista in questo processo: da sempre l’azienda si pone come obiettivo di creare valore e operatività sostenibile. «Ogni contributo è fondamentale per determinare un cambiamento che sia decisivo – afferma Alberto Giacomel, Direttore Generale di Fratelli Giacomel S.p.A. – È ora di viaggiare insieme verso nuovi obiettivi ed esplorare una nuova era, nella quale è impossibile pensare di poter avere grandi performance e di raggiungere traguardi sempre più importanti senza impegnarsi al massimo nel rispetto per l’ambiente». È con questa filosofia che l’azienda ha deciso di

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partecipare alla Settimana dell’Energia tenutasi tra il 23 e il 27 ottobre, nel corso della quale sono stati organizzati eventi e seminari col fine di informare le aziende e i privati e per sfatare definitivamente i falsi miti che ancora aleggiano sull’auto elettrica. Per l’occasione Fratelli Giacomel ha organizzato un incontro che ha rappresentato una preziosissima occasione di dialogo sulla visione di un futuro sostenibile. La volontà dell’azienda è di lavorare sempre più a stretto contatto col territorio, soprattutto dopo l’apertura delle filiali di San Martino Siccomario, Cava Manara e Vigevano. In quest’ottica rientra la proficua collaborazione con Coldiretti, da sempre in prima linea nell’assistenza alle aziende associate, sia sotto il profilo economico sia sotto quello sociale e previdenziale: ne è un esempio il Mercato Coperto di Campagna Amica da poco inaugurato in viale Golgi 84 a Pavia, attraverso il quale l’Organizzazione vuole avvicinare il consumatore ai prodotti a km zero, fornendogli garanzie di qualità e di genuinità sugli alimenti per mezzo di un patto che impegni gli agricoltori nella coltivazione secondo principi di salubrità e sostenibilità. In uno scenario che cambia costantemente, la sostenibilità diventa imprescindibile per l’ambiente, l’innovazione e la competitività. Nel contesto degli obiettivi europei è cruciale per il futuro delle imprese abbracciarla e comunicarla, contribuendo in prima persona a ridurre al minimo gli impatti ambientali. La capacità di educare e di comunicare efficacemente contribuisce a costruire fiducia, attrarre investimenti, rispettare le normative e raggiungere un vantaggio competitivo. Partecipare al processo di transizione è quindi necessario e Fratelli Giacomel ha scelto di farlo con determinazione.


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