I Grandi Vini Maggio/Giugno

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Puglia

Puglia in rosè, nessuno come te

DI STEFANIA ABBATTISTA

L

eonardo Palumbo ha sempre lavorato, da enologo e tecnico, per la sua Puglia. L’esperienza lo ha portato anche ad essere prima presidente regionale di Assoenologi e, oggi, consigliere nazionale. Immaginate un interprete più adatto per parlare di vino rosato? Palumbo, divertiamoci pensando a una cena in rosè: qual è il menù pugliese ideale? “Senz’altro comincerei con un crudo di mare, seguito da una ‘tiella’ di patate riso e cozze, poi frittura di paranza e, dulcis in fundo, ‘sporca muss’ (dolcetti tipici pugliesi, n.d.r.) e torta di ricotta”. In un’intervista sul rosato lei ha parlato di “vuoto informativo e oscurantismo”, imperanti fino a qualche anno fa. E oggi? “Attorno al rosato gravitavano errate convinzioni e un tempo le produzioni non erano sempre eccellenti. Questo ha cau-

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Qual è lo stato dell’arte dei vini rosati? Lo abbiamo chiesto a Leonardo Palumbo sato un calo dell’interesse dei consumatori e una contrazione dell’offerta dei produttori. Poi, anche grazie ad eventi promozionali, il trend di consumo è aumentato. Oggi il rosato si sta riscattando, ma

alcuni pregiudizi sono duri da scardinare e c’è un percorso in parte ancora da compiere”. Al ristorante ci sono abbastanza “quote rosa” nelle carte dei vini? “Purtroppo la proposta è ancora esigua. Talvolta i ristoratori non osano proporre tipologie di vino che non siano consolidate nei gusti dei consumatori. Spero che i vini rosati trovino quanto prima il riconoscimento che meritano”. Quali sono le strategie per dare la visibilità che ancora manca a questi vini? “Bisogna incoraggiarne ogni occasione di consumo, perché il consumatore sceglie ciò che conosce. Il Concorso dei Vini Rosati, per esempio, è uno strumento preziosissimo per catalizzare l’attenzione del pubblico. Ma sono importanti anche le tante sagre e celebrazioni popolari che costellano la mia Puglia, specie d’estate. Il visitatore così conserva un’esperienza emozionale nel proprio bagaglio”.

Bombino e Negroamaro. Quale si esprime meglio in rosato? “Il Bombino Nero, nel territorio del Castel del Monte, ha una stupefacente e genuina vocazione al rosato. L’acidità sostenuta e la bassa concentrazione zuccherina danno un sapore fruttato e un colore ineguagliabile; non si esprime efficacemente nella vinificazione dei vini rossi come invece succede per il Negroamaro”. Qual è l’altra regione che può davvero competere col tacco d’Italia in fatto di rosati? “Il confronto è impari: la Puglia detiene una superiorità qualitativa grazie anche alle caratteristiche ampelografiche. Se parliamo di confronto, la confronterei l’Abruzzo, dove il rosato ha un’antichissima tradizione e il Montepulciano d’Abruzzo in purezza dà origine al Cerasuolo: eccezionale col suo colore intenso, la sua personalità e il sapore di ciliegia”. •


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