I Grandi Vini - Gennaio/Febbraio 2019, numero 106

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2019

TENUTA TOLLENA UN’AZIENDA DI FAMIGLIA Il carattere autentico della Vernaccia di San Gimignano

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N. 106

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106

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Il nostro Network

Raggiunge 8.000 cantine, 10.000 importatori e distributori di vino italiano all’estero, 600 buyer della grande distribuzione e 2.800 ristoranti, enoteche, vinerie e wine bar.

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TRADUZIONI a cura di Tiziana Di Filippo, Mariavera Speciale HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Stefania Abbattista, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Claudia Cataldo, Marina Ciancaglini, Carlotta Lettieri, Chiara Martinelli, Valentina Merolli, Francesco Monnecchi, Giulia Montemaggi, Tommaso Nutarelli

ACCOUNT Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@igrandivini.com Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Tiziana Di Filippo - t.difilippo@igrandivini.com Francesco Dotto - f.dotto@igrandivini.com Carlotta Lettieri - c.lettieri@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Spolidoro - g.spolidoro@igrandivini.com

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QUINDICI ANNI CON VOI MERITANO UN CAMBIO D’ABITO Una nuova veste, un nuovo formato, un nuovo stile. I Grandi Vini festeggia i suoi 15 anni di vita e cambia completamente pelle, con un nuovo impaginato pensato per esaltare le nuove esigenze della comunicazione di oggi. Più spazio alle immagini, quindi, con una maggiore concentrazione del testo e dei racconti che i nostri autori firmano nelle prossime pagine, descrivendo un mondo del vino italiano che sappiamo essere in salute, ma anche alle prese con numerose e delicate sfide che caratterizzeranno il 2019. SIAMO ORGOGLIOSI DI TAGLIARE IL TRAGUARDO DI UNA TAPPA SIGNIFICATIVA COME QUESTA, con la piena consapevolezza di aver messo in cascina esperienze e risultati importanti, che puntiamo a migliorare ulteriormente. Il nostro obiettivo è quello di crescere sempre e consolidare il nostro ruolo come punto di riferimento nell’informazione periodica, al servizio delle aziende e dei fornitori di un settore affascinante come quello vitivinicolo. SFOGLIANDO LE PROSSIME PAGINE SCOPRIRETE, UNA DOPO L’ALTRA, TUTTE LE NOVITÀ CHE ABBIAMO PENSATO PER RIDISEGNARE IL NOSTRO LOOK. Il numero 106 segna una nuova partenza e, come tutti i cambiamenti importanti, necessita di una fase di assestamento, nella quale andremo eventualmente a ritoccare piccoli dettagli che non risulteranno immediatamente perfetti come desiderato. Lo faremo con voi al nostro fianco, nel volerci consigliare e pungolare su ciò che potremo ulteriormente migliorare. ABBIAMO DECISO DI CAMBIARE PROFONDAMENTE IL NOSTRO ABITO, MA RESTERÀ INALTERATO L’APPROCCIO E LO SVILUPPO DEI CONTENUTI. L’attenzione resterà alta sui temi più importanti della filiera, sulle politiche governative ed economiche che saranno adottate a sostegno del settore nonché sul lavoro in vigna e nelle cantine di voi produttori, partendo ovviamente dai territori che ci circondano. In questo numero celebriamo le donne, con la conferma di Donatella Cinelli Colombini alla guida dell’Associazione Donne del Vino. Cercheremo poi di capire le ripercussioni che rischia di avere la Brexit sul nostro export, specialmente se non sarà raggiunto un accordo per gestire la delicata uscita del Regno Unito dalla UE. Febbraio è il mese delle Anteprime nel Centro Italia: toccherà al Sagrantino di Montefalco e a tutte le Doc e Docg toscane con la Tuscany Wine Week. Le racconteremo e ci incontreremo per condividere la nostra nuova veste. Giovanni Pellicci g.pellicci@igrandivini.com 5


SOMMARIO Gennaio - Febbraio 2019

L’EDITORIALE

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“Quindici anni con voi meritano un cambio d’abito. Siamo orgogliosi di tagliare il traguardo di una tappa significativa come questa” a cura di Giovanni Pellicci

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO

FACCIA@FACCIA

L’INCHIESTA

DONNE E VINO

Usa: Saranno i gusti dei millennial

IL VIGNETO COME INVESTIMENTO

Colombini sul futuro del mondo enoico,

EFFETTO BREXIT?

a fare la differenza.

Stime, quotazioni ed esempi di valore

in rosa

Il mercato del vino teme l’impatto di un no-deal

tra i nostri filari

a cura di Carlotta Lettieri

a cura di Giovanni Pellicci

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Umbria: l’Anteprima del Sagrantino celebra i 40 anni della Doc e della Docg Montefalco a cura di Giovanni Pellicci

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Conversazione con Donatella Cinelli

POLITICA NEL VINO

a cura di Claudia Cataldo

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PROFESSIONE VINO

TURISTI DEL VINO NON FAI-DA-TE Fare turismo enologico con una guida amplifica la conoscenza di un territorio e l’esperienza di viaggio a cura di Marina Ciancaglini

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GUSTO E DINTORNI

FOOD DELIVERY, SOCIAL EATING E CHEF A DOMICILIO Le nuove frontiere della ristorazione conducono…a casa a cura di Marina Ciancaglini

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Cover Story La famiglia Giotti e la sua Tenuta Tollena: un’antica dimora storica dell’800, che oggi, dopo una fine ristrutturazione, ospita l’azienda vinicola e un agriturismo

PIEMONTE

CONSORZI: BARBERA, ASTI E BRACHETTO IN SINERGIA L’obiettivo dichiarato è rafforzare l’immagine, insieme a cura di Tommaso Nutarelli

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ABRUZZO

LA SCOMMESSA DELLE BOLLICINE Valentino Di Campli, Presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo, sulla prima edizione di Spumantitalia a cura di Chiara Martinelli

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SOCIAL WINE

COME SI RAFFORZA UN BRAND?

LUXURY STYLE

esperti italiani di tecnologie applicate all’ambito media e comunicazione a cura di Elisa Berti

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COVER STORY

IN TOSCANA ALLA SCOPERTA DI TOLLENA La famiglia Giotti svela il suo gioiello all’ombra delle torri di San Gimignano a cura di Carlotta Lettieri

IL VERDICCHIO GUIDA L’EXPORT E MUOVE VERSO NUOVI TRAGUARDI

di Villa Eden

I NOSTRI PRIMI 15 ANNI

34

I Grandi Vini taglia il traguardo con orgoglio, fra continuità e cambiamento

La parola ad Alberto Mazzoni, Direttore

a cura di Stefania Abbattista

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LAZIO

TUSCIA: SOGNI E PROGETTI

dell’IMT

LOMBARDIA

SILVANO BRESCIANINI È IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONSORZIO FRANCIACORTA Un mandato all’insegna della continuità a cura di Luca Barbagli

a cura di Giulia Montemaggi

42 TOSCANA

È TUSCANY WINE WEEK Con la settimana dedicata alle Anteprime prende il via ufficialmente la nuova stagione del

Chiacchierata con Alberto Frau

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di Coldiretti Viterbo

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MARCHE

A Merano, lo splendido stile liberty

Lo spiega Massimo Fontana, uno dei massimi

a cura di Giulia Montemaggi

vino toscano a cura di Carlotta Lettieri

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TENUTA DI MONTEPÒ Il grande progetto di Jacopo Biondi Santi, ponte tra passato e futuro attraverso un rivoluzionario studio di valorizzazione vitivinicola a cura di Carlotta Lettieri

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Jacopo Biondi Santi e la sua Tenuta di Montepò: un articolato progetto di valorizzazione vitivinicola, nel rispetto delle tipicità autoctone

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WINE EXPERIENCE

LE DEGUSTAZIONI DI VALENTINA MEROLLI In assaggio i vini di: Jacopo Biondi Santi, D’Agostino, I Magredi, Fagnani, Rigoloccio

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SUL WEB EXTRAVERGINE NEWS

TEMPI INCERTI PER L’ORO GIALLO ITALIANO

CONTENUTI ESCLUSIVI SU

Tra poca produzione, malattie e importazioni,

IGRANDIVINI.COM

scopriamo i 10 punti del “piano salvaolio” a cura di Giulia Montemaggi

56 LUPPOLO E DINTORNI

AVETE MAI VISTO UN CAMPO DI LUPPOLO? Realizzare un’intera filiera produttiva di birra artigianale italiana è ancora utopia? Ne parliamo con Katya Carbone del CREA a cura di Stefania Abbattista

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VIGNA & CANTINA

IN ETICHETTA, BUROCRAZIA È GARANZIA PER IL CONSUMATORE

C’è attesa per il salone milanese dedicato

Come deve essere fatta un’etichetta a norma

al packaging di lusso. A maggio 2019

di legge? L’abbiamo analizzata a fondo per dirvi tutto ciò che c’è da sapere. E abbiamo intervistato alcune aziende per voi

EVENTI

PACKAGING PREMIERE

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a cura di Elisa Berti

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ULTIME DAL MONDO DEL VINO a cura di Giovanni Pellicci

AGENDA VINO/1

I 40 ANNI DI MONTEFALCO

TREND CHE CAMBIANO

OCCHIO AI GUSTI DEI MILLENNIAL, FARANNO LA DIFFERENZA Sono numerose le incertezze che agitano il mercato del vino in questo 2019. Come approfondiremo nelle prossime pagine sono soprattutto fattori di geopolitica a tenere banco nell’influenzare l’export. Un aspetto che è però di natura generazionale e meriterà un approfondimento è quello relativo ai consumi dei Millennial negli Stati Uniti, dove nel 2018 abbiamo chiuso esportazioni in crescita di oltre il 9% in valore e del 2,2% in quantità. I risultati della ricerca realizzata da Wine Intellingence “Us Landscape 2019” mettono sul tavolo aspetti da approfondire nelle tendenze di consumo in atto. Infatti, i consumi medi tra il 2013 ed il 2017 sono rimasti stabili, intorno ai 12 litri pro capite. Cifre molto lontane rispetto a quelle che si registrano da noi, oppure in Francia e Spagna. L’aspetto significativo è che a bere meno sono gli under 35. Sta quindi cambiando l’approccio al vino, che nel complesso mostra un certo calo di interesse all’approfondimento ed alla conoscenza. Lo studio non crea allarmismi perché altrettanto afferma che i Millennial muovono la fetta più ampia del mercato enoico, spaziando ancora tra un gran numero di etichette e tipologie, oltre ad essere molto tendenti alle novità, quali ad esempio i vini biologici, le etichette a bassa gradazione, oppure i packaging più moderni, come le lattine. Sicuramente però tra le esigenze delle nostre aziende ci sarà quella di trovare una forma di dialogo sempre in linea con i gusti degli under 35. Tra le tante variabili dell’export 2019, sono da approfondire anche i gusti e le tendenze degli under 35 Usa W WINEINTELLIGENCE.COM

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La nuova annata di Montefalco Sagrantino Docg si presenta dal 18 al 20 febbraio 2019 con “Anteprima Sagrantino 2015” di scena a Montefalco (Perugia). L’evento, promosso dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, prevede tasting, visite in cantina, approfondimenti, iniziative e masterclass per un focus completo su Montefalco, le sue aziende ed i suoi produttori. “L’edizione di quest’anno di Anteprima Sagrantino – spiega Filippo Antonelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – da un lato conferma la sua mission, quella di far conoscere la nuova annata, in questo caso la 2015, ad una platea qualificatissima di giornalisti di stampa specializzata, di addetti ai lavori, di operatori; dall’altro lato presenta delle importanti novità nella formula e negli aspetti di ordine tecnico, con l’obiettivo di favorire una conoscenza sempre più consapevole delle nostre produzioni vitivinicole. Il Consorzio si mette così al servizio delle aziende partecipanti, che sono e restano le vere protagoniste dell’evento. Anteprima Sagrantino è uno strumento dedicato alle nostre realtà produttive, una importante occasione di promozione e di valorizzazione del territorio nella sua interezza, attraverso un’attività di incoming di stampa nazionale ed internazionale per coltivare con sempre maggiore assiduità il binomio vino – territorio, perché Montefalco e l’Umbria in generale non sarebbero le stesse senza i nostri vini, e viceversa. Inoltre quest’anno celebriamo i 40 anni dal riconoscimento delle denominazioni Montefalco DOC e Montefalco Sagrantino DOCG, istituite nel 1979, testimonianza di un lungo ed importante processo di osmosi tra vitivinicoltura e territorio da valorizzare e tutelare sempre di più, da rafforzare evento dopo evento, iniziativa dopo iniziativa”. Anteprima dell’annata 2015: appuntamento dal 18 al 20 febbraio in Umbria con eventi e tasting con le aziende protagoniste W CONSORZIOMONTEFALCO.IT


REPORTAGE

ARTE E VINO: WINE&SIENA CONTINUA A CRESCERE Il 2019 del vino si è aperto a Siena, in Toscana. Il 26 e 27 gennaio siamo stati anche noi alla quarta edizione di “Wine&Siena”, organizzato con gli enti cittadini (Confcommercio, Comune, Banca Monte dei Paschi, Fondazione Mps, Università degli Studi nonché Hotel Continental) dagli organizzatori del Merano Wine Festival. La due giorni di degustazioni, assaggi e masterclass ha raccolto una buona partecipazione di pubblico (oltre tre mila accessi giornalieri, massima capienza possibile), oltre 300 operatori specializzati del settore e 100 i giornalisti accreditati. Per l’edizione 2019 sono cresciute le location storiche che hanno ospitato l’evento, con il coinvolgimento di Palazzo Squarcialupi, nel complesso del Santa Maria della Scala dove si è svolta la serata di apertura, e di Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. La formula è vincente proprio per saper fondere arte e vino, offrendo ai winelover la rara opportunità di degustare grandi etichette in scorci storico e artistici incredibili. Tra i produttori presenti anche delle new entry rispetto alle precedenti edizioni, con gli addetti ai lavori a loro volta affascinanti dalla possibilità di lavorare in spazi d’eccezione. Per il 2020 gli organizzatori puntano a far crescere ulteriormente i numeri di un evento che si sta, pian piano, consolidando e che ha le potenzialità per un ulteriore sviluppo di pubblico e di operatori presenti. La quarta edizione dell’evento ha registrato un crescendo di presenze e di interesse da parte del pubblico W WINEANDSIENA.COM AGENDA VINO/2

PROWEIN APRE IL 2019 GUARDANDO ALL’INDIA Il 2019 delle fiere internazionali del vino si apre, come da tradizione, con la ProWein di Düsseldorf in programma dal 17 al 19 marzo con la 25esima edizione. Una fiera sempre più grande, importante ed affollata: nell’edizione 2018 la fiera ha superato quota 6.800 espositori provenienti da 64 Paesi, con l’Italia cresciuta di quasi 60 volte (da 29 produttori nel 1994 a 1.736 nel 2018) e saldamente al primo posto per rappresentatività, davanti alla Francia. Quest’anno il nostro Paese avrà, all’interno dei padiglioni 15 e 16, oltre 1700 espositori, provenienti da tutti i principali territori del vino. Frontiere sempre più orientali per il format tedesco in cui l’Italia conferma la sua leadership in termini di presenze: dal 17 al 19 marzo saranno oltre 1700 gli espositori presenti W WWW.PROWEIN.DE

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L’INCHIESTA

IL VIGNETO ITALIA A PESO D’ORO NON TUTTO È BAROLO O BRUNELLO, MA IL COMPARTO SEMBRA GODERE DI BUONA SALUTE E LA VIGNA DIVENTA SEMPRE PIÙ UN INVESTIMENTO PATRIMONIALE E FINANZIARIO A CURA DI CLAUDIA CATALDO

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Le quotazioni dei vigneti in Italia non hanno ancora messo a segno le cifre vertiginose che vantano alcuni territori nelle più blasonate aree vitivinicole francesi – questo è vero – ma al contempo ci sono zone anche nel Belpaese che raggiungono vette da capogiro. Basti pensare all’area di produzione del Barolo ma anche a quella toscana del Brunello di Montalcino, tanto per fare due esempi, anche se la lista potrebbe essere ben più lunga e annoverare denominazioni come il Chianti Classico e l’Amarone, il Barbaresco e il Prosecco Docg. Se ancora il gap esiste – anche e soprattutto nei prezzi dei prodotti – questo potrebbe essere comunque un segnale positivo per tutto il comparto. Complice delle quotazioni da capogiro è senza dubbio anche il blocco degli impianti: le superfici vitate non possono aumentare a dismisura o in base alle semplici richieste del mercato. I vigneti in Italia sono contingentati prima dal sistema dei diritti di impianto (le licenze produttive che bisogna detenere insieme alla titolarità dei terreni per produrre vino) che da tre anni a questa parte sono stati trasformati da Bruxelles in autorizzazioni all’impianto. Tali autorizzazioni vengono messe a bando da tutti i paesi membri Ue, nella misura dell’1% del potenziale produttivo nazionale (che è di circa 650mila ettari). Nel 2019 saranno 6.602 gli ettari nel plafond per i nuovi impianti vitivinicoli a disposizione. Fra gli altri fattori alla base di questo trend di crescita troviamo anche il successo dei vini sui mercati del mondo, investimenti di impresa e, talvolta, capitali della finanza mondiale che si muovono e cercano “beni rifugio” relativamente sicuri sui cui immobilizzarsi, e dall’altra parte anche la passione per un prodotto che fa del legame con il territorio il suo punto di forza, e la forza di un settore che, nonostante tante criticità, cresce ancora. Guardando ai dati pubblicati sul Corriere Vinicolo, su elaborazione del Crea, emerge che l’area italiana dove la terra si paga letteralmente a peso d’oro è quella di Barolo, in Piemonte, dove le quotazioni del 2015 parlavano di minime di 200mila euro ad ettaro e massime anche di 1 milione, per arrivare al 2016 a punte di 1,5 milioni di euro, fino al dato pubblicato da Wine News in una recente indagine di 2,5 milioni di euro per ettaro, e addirittura in una vendita di non molto tempo fa di un vigneto nell’area più vocata di Langa, patrimonio Unesco, si è parlato addirittura di 4 milioni. “La zona del Barolo ha quotazioni molto alte, - spiega il Presidente del Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba e Langhe Matteo Ascheri -, questo anche perché negli ultimi anni si sono interessati a queste terre anche investitori stranieri, spesso provenienti da settori alternativi al vino. Questo fenomeno, se da una parte ci fa piacere, dall’altra ci preoccupa anche un po’. L’altro fattore da considerare è che si tratta di una zona limitata e contenuta, con circa 2.100 ettari, con alcune zone più vocate e quindi anche maggiormente valorizzate in termini economici. Oggi l’acquisto di un vigneto non è più un investimento produttivo, ma patrimoniale o finanziario. Chi acquista a certe cifre sa che può avere un ritorno economico solo tra 70 anni, quindi i ragionamenti

VETTE DA CAPOGIRO PER BAROLO, BRUNELLO DI MONTALCINO, CHIANTI CLASSICO, AMARONE, BARBARESCO E PROSECCO DOCG

Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba e Langhe

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Andrea Povellato, Dirigente di Ricerca per Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria

« NON C’È MAI STATO UN VERO MOMENTO DI STALLO IN QUESTO CAMPO, IL VINO È UN PRODOTTO CHE COMMERCIALMENTE HA UNA SUA SPECIFICA FORZA »

sono di altro tipo e superano le dinamiche familiari a cui siamo abituati”. Il grande rosso piemontese è seguito a non grande distanza da un altro rosso, stavolta toscano, il Brunello di Montalcino per il quale i valori sono tra i 750mila e i 900mila euro a ettaro con punte sulla collina di Montalcino che sfiorano il milione di euro. Nel caso di Montalcino l’elemento da sottolineare è che in poco più di 50 anni della Doc, riconosciuta nel 1966, la rivalutazione dei terreni è stata di oltre il 4.500%. A leggere i dati riportati dal Corriere Vinicolo (14 gennaio 2019) e le stime di Wine News si può notare che a dominare le prime posizioni della classifica sono sempre i rossi con il piemontese Barbaresco, che vede prezzi di circa 600mila euro a ettaro, e poi la zona classica della Valpolicella, patria dell’Amarone, con quotazioni comprese in media tra i 450mila e i 550mila euro con punte anche di 600mila. Anche l’Alto Adige ha le sue soddisfazioni, con compravendite di rilievo attorno ai 500mila euro a ettaro. Prezzi che però nelle microzone più importanti, come ad esempio i vigneti nei pressi del Lago di Caldaro, dove è forte la presenza di terrazzamenti e dove soprattutto sono pochissimi i fazzoletti di terra, possono toccare anche la cifra di un milione. “Non abbiamo ancora a disposizione i dati del 2018 – spiega Andrea Povellato, Dirigente di Ricerca per Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – dovremo accontentarci per il momento delle stime del 2017. Il trend è in aumento per numero di compravendite e credito, dal 2014 si sta registrando un segno positivo, mentre negli anni precedenti, ovvero quelli dal 2008 al 2014, il trend era stato negativo. I fattori che possono spiegare questo andamento delle compravendite sono molti: ad esempio i prezzi più bassi ma anche i Psr (Piani di Sviluppo Rurale) che hanno portato più liquidità a disposizione delle aziende. Il discorso in generale sui terreni si fa ancora più importante quando parliamo del comparto vigneto: non c’è mai stato un vero momento di stallo in questo campo, il vino è un prodotto che commercialmente ha una sua specifica forza. Un altro trend che mi sento di segnalare – in quanto sempre più importante – è il fenomeno degli affitti: oggi il 50% della superficie agricola viene condotta da non proprietari. Questo perché le aziende così facendo possono crescere e quindi adottare delle economie di scala, evitando però di investire soprattutto per le incertezze collegate all’instabilità dei redditi aziendali”. E il fenomeno degli investitori stranieri? “A mio avviso non è quello che impatta sui trend. Si tratta di episodi sporadici, così come mi sento di dire che è un po’ superato il momento in cui ad investire sui terreni

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erano operatori extra agricoli, come avveniva invece negli anni ‘90 e 2000”. In effetti la sensazione è che spesso le vendite eccezionali facciano più notizia che altro: tutti si focalizzano su queste operazioni e sognano valori eccezionalmente elevati delle loro vigne. In realtà, in Italia ci sono 625mila ettari di vigneto e il loro valore non è certamente paragonabile, in media, a quello di quelle notizie. Secondo Crea il valore medio di queste vigne è 51mila euro per ettaro. Questo ci fornisce una dimensione del valore fondiario della vigna italiana: 32 miliardi di euro (ben più altro di un qualsiasi altro terreno agricolo). Proseguendo però con le zone più blasonate, troviamo nell’elenco anche la toscana Bolgheri - dove la quotazione media è tra i 450mila e i 500mila euro a ettaro – e risalendo più a nord non poteva mancare il Prosecco che nella Docg del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene registra una quotazione media compresa tra i 400mila e i 450mila euro a ettaro ma che sulla collina del cru Cartizze possono raggiungere quota un milione. Wine News nella sua inchiesta cita anche il Chianti Classico (170-200mila euro), il Nobile di Montepulciano (120150mila euro, il Franciacorta, dove un ettaro vitato viaggia tra i 250mila e i 300mila euro, e new entry come il Lugana, che in questi ultimi anni ha visto le quotazioni dei propri vigneti raggiungere quota 250mila euro. O ancora l’Etna Doc, denominazione in grande crescita anche grazie agli importanti investimenti in zona effettuati da imprenditori del calibro di Angelo Gaja o Oscar Farinetti, dove si arriva a 100mila euro a ettaro. Ad ogni modo al di là delle tante blasonate denominazioni il vigneto Italia sembra godere di buona salute e sicuramente non mancheranno nei prossimi mesi notizie di altre affascinanti vendite da record e la crescita di territori del vino alternativi ai grandi “classici”.

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SUL WEB

Nella sezione “Contenuti speciali” de igrandivini.com è disponibile la tabella relativa alle quotazioni dei terreni del 2017


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Faccia@Faccia

DONATELLA CINELLI COLOMBINI PRESIDENTE NAZIONALE DELLE DONNE DEL VINO

DONNE E VINO IL FUTURO DEL MONDO ENOICO È SEMPRE PIÙ ROSA. CONVERSAZIONE CON DONATELLA CINELLI COLOMBINI SUL PRESENTE E FUTURO DEL MONDO DEL VINO ITALIANO AL FEMMINILE

A CURA DI CARLOTTA LETTIERI

Le donne oggi rappresentano una realtà più che consolidata nella produzione e nelle promozione del vino in Italia. Ne è un esempio l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino di cui è presidente, al secondo mandato, Donatella Cinelli Colombini. Con lei abbiamo affrontato i temi del presente e del futuro del mondo enoico italiano e approfondito il rapporto tra vino e donna. @ Tanti anni ai vertici del mondo del vino nel nostro Paese come fondatrice del Movimento del turismo del vino e di Cantine aperte e come presidente nazionale dell’associazione Donne del Vino. Come vede lo stato attuale del turismo enogastronomico in Italia e quale futuro per questo fondamentale settore dell’economia italiana? Qual è il suo parere sul nuovo Ministero delle Politiche Agricole e Turismo? “Il Ministro Gianmarco Centinaio mi ha fatto un’ottima impressione, per concretezza e grande voglia di lavorare. Sono preoccupata per il difficilissimo ‘trasloco’ del turismo dal Ministero della cultura a quello dell’agricoltura. Fra la bocciatura del Consiglio di Stato e i dirigenti che hanno rifiutato il trasferimento mi sembra che la situazione sia molto critica. Secondo me l’Italia ha bisogno di un Ministero del turismo a sé stante, come hanno Francia e Spagna. Non possiamo andare avanti con le regioni che si promuovono all’estero in ordine sparso e fanno regolamenti diversi per cui gli alberghi 5 stelle di Milano non hanno gli stessi standard di quelli di Palermo. E’ una situazione che ci

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danneggia e infatti gli arrivi dall’estero crescono poco, soprattutto in qualità. Per quanto riguarda il Decreto sul turismo del vino, la bozza è decisamente deludente rispetto alle attese. Le cantine, alle quali si riferisce il provvedimento, hanno bisogno di un osservatorio-regia nazionale che organizzi la promo-commercializzazione anche on line, mentre nel decreto non c’è, manca un serio impegno sui cartelli stradali (le oltre 20.000 cantine italiane aperte al pubblico non hanno un simbolo nel codice della strada), mancano dei rigorosi standard minimi e soprattutto l’obbligo a stare aperti nei giorni festivi, almeno su richiesta”. @ Cosa si aspetta dal mondo del vino italiano nel 2019? “Mi preoccupa Trump e le sue guerre a colpi di dazi. Mi preoccupa la Brexit, soprattutto mi preoccupa la cannabis a “scopi ricreativi” che è liberalizzata in moltissimi Paesi e viene aggiunta a succhi, birra e anche vino. L’investimento di 4 miliardi del colosso del vino Costellation nel Canapy Growth la dice lunga sullo scenario che si sta aprendo. Nel 2019 mi aspetto una contrazione del mercato cinese e una crescita di quello giapponese grazie alla soppressione del 15% di tasse di importazione. Gli Stati Uniti hanno un’economia in salute e, per chi ha un buon importatore, non dovrebbe riservare sorprese. Credo che il Brasile darà i primi segni di recupero dopo un lungo periodo difficile. In Italia mi aspetto uno scenario economico molto difficile. Credo che i consumi interni di vino


Donatella Cinelli Colombini sarà affiancata dal nuovo Consiglio direttivo. È composto da tre vice presidenti: Antonella Cantarutti (produttrice, Friuli Venezia Giulia); Daniela Mastroberardino (produttrice, Campania) e Paola Longo (enotecaria – Lombardia). Lo completano le consigliere: Pia Donata Berlucchi (produttrice, Lombardia); Sabrina Soloperto (produttrice, Puglia); Gilda Guida Martusciello (produttrice, Campania); Marilisa Allegrini (produttrice, Veneto); Lorella Di Porzio (ristoratrice, Campania); Cinzia Mattioli (ristoratrice, Liguria); Cristiana Cirielli (pr e comunicatrice, Friuli Venezia Giulia); Marina Ramasso (ristoratrice, Piemonte). Nel Collegio dei probiviri, Elena Walch (produttrice, Trentino Alto Adige); Francesca Poggio (produttrice, Piemonte) e Michela Guadagno (sommelier, Campania).

continueranno a contrarsi se non inizierà una seria campagna per sensibilizzare i giovani alla cultura del vino e al consumo moderato come quella fatta in Francia”. @ E’ stata recentemente riconfermata presidente nazionale delle Donne del Vino. Quali sono i suoi nuovi obiettivi dopo un primo mandato già molto ricco di iniziative? E quale la sua nuova visione per i prossimi tre anni? “I macro obiettivi sono due: internazionalizzazione e giovani. Le Donne del Vino sono la più grande associazione del mondo dell’enologia al femminile, hanno quindi l’onore e l’onere di costruire un network mondiale con le “consorelle” delle altre nazioni per aumentare le opportunità e gli scambi: viaggi, comunicazione, stage, business. Il primo appuntamento, del tema centrale del prossimo triennio, sarà a Simei (Salone delle attrezzature per l’enologia Milano, 19-22 novembre 2019). Gli organizzatori inviteranno due rappresentanti di ogni associazione estera per dare luogo al primo vero Forum mondiale del vino al femminile. Ancora per l’estero c’è un progetto ambizioso sulla partecipazione delle Donne del vino in qualità di giurate, ai concorsi enologici internazionali, oltre ovviamente l’organizzazione di eventi il primo dei quali al prossimo Prowein. Per quanto riguarda le giovani Donne del vino il primo appuntamento sarà a Vinitaly dove saranno protagoniste della degustazione guidata da Ian D’Agata. Per valorizzare il loro talento e la loro

attività il canale YouTube dell’associazione diventerà il palcoscenico in cui si raccontano. Ancora per le new generation il progetto FUTURE data base di offerte formative nelle aziende delle Donne del Vino rivolte alle under 30, insieme alla piattaforma di e-learning appositamente creata da Wine Meridian”. @ Quali sono le qualità femminili più importanti per emergere in questo settore? Cosa manca alle donne produttrici Italiane che le colleghe estere hanno già? “Le donne sono brave nei settori in cui il vino italiano è più debole: il marketing e la comunicazione. Per questo ritengo che l’enologia tricolore non possa più fare a meno del talento femminile. Le donne del vino italiano hanno le stesse problematiche di quelle estere: hanno meno opportunità di carriera dei colleghi uomini, retribuzioni inferiori e un peso “politico” nelle istituzioni del vino che si avvicina allo zero”. @ Ricerca e innovazione. Il mondo del vino si affaccia sempre più spesso su nuovi scenari. Qual è il suo pensiero? “La ricerca che ci porta più vicini alla natura mi piace, quella che manipola o inquina no. In questo senso ho aderito al progetto di Abaco SPA che si chiama Big Data Grapes che usa sensori e satelliti e riesce a dirci i bisogni di ogni vite, quasi un contadino elettronico che cammina notte e giorno nel vigneto. Presto sapremo esattamente quando zappare, come potare e ovviamente il giorno migliore per vendemmiare ogni pianta”.

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SUL WEB

Per maggiori informazioni sull’Associazione Nazionale Le Donne del Vino: www.ledonnedelvino.com


POLITICA NEL VINO

BREXIT IL MERCATO DEL VINO TEME L’IMPATTO DI UN NO-DEAL IN BALLO UN GIRO DI AFFARI DA 3,5 MILIARDI DI EURO DI ESPORTAZIONI AGROALIMENTARI ITALIANE: LE ASSOCIAZIONI SOLLECITANO LA POLITICA A TROVARE UN ACCORDO SENZA TRAUMI A CURA DI GIOVANNI PELLICCI

Il rapporto tra la politica ed il mondo del vino si annuncia ricco di colpi di scena nel 2019. Il principale tema nell’agenda internazionale è sicuramente la Brexit che, nel 29 marzo 2019, ha la data cerchiata di rosso su tutti i calendari del mondo. Con quali modalità e tempistiche avverrà l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea è però tutt’altro che chiaro ed il governo britannico guidato da Theresa May vive settimane molto complicate. Le associazioni vitivinicole anglosassoni, europee ed italiane sono in fibrillazione per cercare di decifrare al meglio quali ripercussioni ci saranno sulle esportazioni e sulle importazioni di vini e affini su di un mercato di riferimento. La Wine and spirit trade association ha ribadito al governo May la necessità di poter proseguire a commercializzare i prodotti così come fatto finora perché il 55% del vino consumato nel mercato inglese arriva dai Paesi comunitari e, soprattutto, il 45% dell’export inglese di alcolici ha come destinazione l’Europa. L’obiettivo della Wsta è quello di spostare la scadenza ben più avanti del programmato 29 marzo 2019, così da cercare di gestire al meglio una transizione delicata ed economicamente impattante. Anche l’Italia è preoccupata e cerca di

mediare a livello comunitario per un accordo. “Un’uscita senza un accordo è lo scenario peggiore possibile – dicono da Confagricoltura -. Dal 30 marzo potremmo registrare un forte rallentamento nel flusso delle esportazioni agroalimentari destinate al mercato britannico, che è il nostro quarto mercato di sbocco, con vendite nell’ordine di 3,5 miliardi. Per questo abbiamo già chiesto la costituzione di una task force presso il Mipaaft a supporto delle imprese”. Il più preoccupante rischio per il nostro export è la mancanza di un accordo Ue/Uk. Basti pensare al trend delle esportazioni del Prosecco, vero locomotore del nostro export mondiale che, come abbiamo visto nel bilancio complessivo del 2018, ha registrato una preoccupante frenata dei fini fermi. Sull’attenti c’è ovviamente anche Coldiretti. “Sul mercato Uk il nostro export di Prosecco vale circa 350 milioni di euro – commenta l’associazione presieduta da Ettore Prandini -, ovvero quasi una bottiglia esportata su due è consumata dagli inglesi. Il rischio è che lo spumante italiano possa essere colpito da barriere tariffarie e da difficoltà di sdoganamento. La Brexit potrebbe favorire l’affermazione di leggi sfavorevoli al made in Italy agroalimentare, come le

etichette nutrizionali a semaforo, che si stanno diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi”. Lo scenario, dicevamo, è piuttosto teso anche perché a maggio ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e nelle prossime settimane scatterà la campagna elettorale che, tra i vari possibili temi, avrà anche la nuova Pac. “Il Parlamento europeo – si legge nelle dichiarazioni di Paolo De Castro, primo vicepresidente della Comagri al Parlamento Ue - non è disposto ad aprire un secondo negoziato tra Ue e Governo britannico, se non alla condizione di migliorare l’attuale accordo a favore di cittadini, agricoltori e dell’intera filiera agroalimentare europea. Nel bilancio Ue post 2020 andranno trovati i fondi necessari per tenere sotto controllo tutte le possibili perturbazioni di mercato e per garantire il reddito degli agricoltori”. Prevedibili dunque numerose turbolenze con la posizione del Ministero delle Politiche Agricole, già alle prese con la bocciatura del Consiglio di Stato in merito all’accorpamento con il Ministero del Turismo, che è tutta da decifrare.

Il più preoccupante rischio per il nostro export è la mancanza di un accordo Ue/Uk. Basti pensare al trend delle esportazioni del Prosecco, vero locomotore del nostro export mondiale che, come abbiamo visto nel bilancio complessivo del 2018, ha registrato una preoccupante frenata dei fini fermi.

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PROFESSIONE VINO

TURISTI DEL VINO NON FAI-DA-TE Visitare i luoghi vitivinicoli più suggestivi con una guida enoturistica che sappia arricchire l’esperienza

TESTO DI MARINA CIANCAGLINI FOTO DI ANDREA MORETTI

Tutto ciò che gravita intorno al settore vitivinicolo concorre a creare anche nuove professionalità, in particolare nel settore ricettivo e turistico grazie anche alla bellezza dei luoghi di produzione

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In un settore di riferimento come quello vitivinicolo, tutto ciò che gravita intorno concorre a creare anche nuove professionalità, in particolare nel settore ricettivo e turistico grazie anche alla bellezza dei luoghi di produzione. Un esempio è quello della guida enoturistica che ha il compito di organizzare tour e accompagnare gruppi di persone a conoscere territori e aziende vinicole. Riccardo Margheri, profondo conoscitore del settore, pratica questa attività da anni e ne delinea gli aspetti principali. In cosa consiste questa professione? “Possono essere vari livelli di coinvolgimento. Se non si ha una specializzazione sul vino ci si limita a fare un’introduzione generale a un territorio e poi si demandano tutti gli aspetti più specifici al personale o il titolare dell’’azienda vinicola visitata. Io sono anche un formatore sul vino, conduco seminari e degustazioni e sono assaggiatore per una guida, quindi strutturo il tour in modo interattivo e il mio ruolo diventa un valore aggiunto che può fornire approfondimenti anche per i clienti più preparati e curiosi. A questo proposito, qual è il cliente tipo? “Prevalentemente è straniero anche se il turista del vino è di vari tipologie. Spesso la componente enologica è uno dei tanti aspetti che interessano di una regione, al pari dell’arte e il cibo; c’è quindi un’attenzione più marginale. Mi capita di accompagnare anche persone molto preparate, che leggono e si informano”. C’è un segreto per tenere l’attenzione delle persone che ascoltano? “L’importante è evitare inutili tecnicismi e capire chi si ha di fronte e che tipo di tour si aspetta”. Come si diventa guida enoturistica? “Purtroppo è una figura che non esiste a livello normativo. Quindi spesso si trovano figure come guide turistiche – altamente preparate ma su altri temi – o escursionistiche che però non hanno una formazione specifica sul vino”. Quali sono i cliché più frequenti sul vino italiano? “Devo dire che c’è stata un’evoluzione da parte degli stranieri, specialmente degli americani. Se fino a qualche anno fa si aspettavano solo il vino internazionale dal gusto morbido, adesso si guarda di più alla freschezza e bevibilità. Purtroppo esistono sempre idee stereotipate sull’Italia, a volte difficili da smitizzare”. Quali sono gli intoppi nei quali si incorre più di frequente? “Trattandosi di gruppi, sicuramente i ritardi, a volte anche molto lunghi e i cambi di programma last minute”. C’è qualche episodio divertente? “Spesso sono legati a visioni un po’ falsate. Una volta, una signora, durante un tour che partiva da Livorno, mi ha chiesto se quello che vedeva era il mare o un fiume!”.


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GUSTO E DINTORNI

LA RISTORAZIONE CHE CAMBIA CASA Food delivery, social eating e chef a domicilio: dal “mangiare fuori”, al ristorante nell’intimità domestica TESTO DI MARINA CIANCAGLINI

Cibarsi ha un ruolo sociale. In quanto espressione delle società, anche la ristorazione, quindi, non sfugge ai cambiamenti che le investono. Se prima a caratterizzarla erano, soprattutto, la qualità del servizio e la ricchezza – o meno – degli ambienti e degli arredi, che trasformavano l’osteria in bistrot e la trattoria in ristorante; nell’immaginario contemporaneo, invece, queste componenti hanno progressivamente perduto d’importanza rispetto alla cucina, al punto di arrivare a delocalizzare quest’ultima, portandosi addirittura lo chef a casa propria. Come ogni moda che si rispetti, anche questa è nata fuori dai confini nazionali ma, ormai, si è consolidata anche nelle grandi città italiane.

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CHEF A DOMICILIO

FOTO DI ANDREA MORETTI

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Un altro fenomeno che si è affacciato negli ultimi anni: un cuoco professionista che viene a cucinare a casa vostra. Arturo Dori, chef che ha lavorato a lungo nel suo ristorante nel cuore di Firenze, da circa 12 anni si è “riconvertito” offrendo questo tipo di servizio. «Quando ho iniziato io c’erano pochissimi chef a domicilio e, avendo gestito il mio locale per 16 anni, avevo già un’estesa clientela che mi conosceva. Il cliente tipo è appassionato di enogastronomia, ha un’età media di 50/60 anni, una buona estrazione sociale e vuole, a casa propria, per sé e per i propri ospiti, una cucina diversa, sofisticata, in grado di fondere nel piatto suggestioni multiculturali». Le occasioni per rivolgersi a questo tipo di figura possono essere molte: una cena con gli amici, una festa, un anniversario… una qualunque ricorrenza, insomma, in cui, pur non avendo tempo e abilità ai fornelli, non si voglia rinunciare a un menù elaborato, consumato nell’intimità.


Rispetto ad altri Paesi europei come Inghilterra e Germania, in Italia il fenomeno del food e grocery delivery online, dieci anni fa, rappresentava solo l’1%, oggi rappresenta ben il 19%

03 FOOD DELIVERY Fino a pochi anni fa, era sinonimo di cucina etnica e di pizze dal sapore di cartone. Oggi, invece, grazie alla nascita di numerosi delivery service, la possibilità di poter mangiare quello che ci pare, comodamente seduti sul divano di casa si è estesa a moltissimi esercizi, dalle migliori pizzerie ai ristoranti di ogni tipologia e fascia di prezzo. Ordinare è semplicissimo: lo si fa dal pc o dallo smartphone, tramite service e app come Foodora, Delivero, Just Eat; basta scegliere ristorante e piatti, e la consegna arriva a casa. Rispetto ad altri Paesi europei come Inghilterra e Germania, in Italia il fenomeno dell’online per quanto riguarda il food e grocery delivery, dieci anni fa, rappresentava solo l’1% degli acquisti. Oggi vanta un potenziale di 7 milioni di persone e un 19% di italiani che dimostrano “intention to buy” (dati di Osservatorio Nazionalee Gfk Eurisko per affariitaliani.it, 2016).

02 SOCIAL EATING Ovvero, condividere il desco con dei perfetti sconosciuti in un appuntamento al buio, organizzato tramite una piattaforma online: ecco la caratteristica che ha determinato il successo di questa moda, dove si esce per andare a cena a casa di altri, oppure si ospita nella propria. Gian Lucca Ranno, uno dei fondatori di Gnammo, portale di riferimento per il social eating ed esperto delle dinamiche di food e ristorazione, prevede nel prossimo futuro «una crescente difficoltà della ristorazione di fascia media, a favore di quella alta e delle forme alternative di consumo come, appunto, i succitati food delivery ¸ chef a domicilio, social eating; ma anche il consolidarsi nella GDO di un ready to eat di alta qualità, attento anche alla componente salutistica. Il cibo resta un elemento di socialità e un veicolo di nuove esperienze vissute e condivise sempre più nel privato, ma la cucina - intesa come luogo fisico della casa - diventa quasi un accessorio. Insomma, se da una parte si ha meno tempo e voglia di stare ai fornelli, dall’altra non si vuole rinunciare a un cibo di altissima qualità fruito tra le mura domestiche».

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SOCIAL WINE

Not Buy advertising PEOPLE BUY RELEVANCE FARE SISTEMA, RAFFORZARE IL BRAND E RENDERLO INCONFONDIBILE SINONIMO DI BEN VIVERE. COSÌ IL VINO ITALIANO DEVE MUOVERSI IN TUTTI GLI AMBITI. COMUNICAZIONE IN PRIMIS A CURA DI ELISA BERTI

La vendita del vino passa sempre di più dalla sua comunicazione. Ne abbiamo parlato con Massimo Fontana, digital media innovation, advisor & entrepreneur-investor che proprio questo argomento ha trattato durante l’ultima edizione di Wine2Wine. Quali sono le criticità del sistema vino Italia? “Premetto con il dire che non ho una formazione legata al mondo del food&wine. Il mio approccio nella valutazione è strettamente legato all’ambito tecnologico e comunicativo. Sotto questo aspetto posso rispondere che uno degli ostacoli più grandi è rappresentato dal fatto che le aziende hanno difficoltà a valorizzare verso il cliente finale le caratteristiche di territorialità e genuinità del prodotto. Una difficoltà che non si incontra in paesi come California o Francia”. Cosa si può fare per risolvere la questione? “Indubbiamente la tecnologia offre armi importanti per la battaglia contro queste problematiche. Non senza difficoltà, dal momento che una classe agricola anziana e la parcellizzazione dei vigneti creano molti ostacoli in tal senso”. Come è cambiato il modo di fare comunicazione? E’ stato stravolto negli ultimi anni. In tutti gli ambiti, ma soprattutto in quelli, come il vino, che sono sinonimo di stile di vita giovane e trendy, il potere del marchio e della sua diffusione capillare sono diventa-

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IL DIGITAL ACCORCIA LE DISTANZE TRA CLIENTE E AZIENDE, ADDIRITTURA FACENDO SÌ CHE SIA IL CLIENTE STESSO A DIVENTARE PARTE INTEGRANTE DELLA STRATEGIA DI MARKETING

ti fondamentali. Lo sviluppo del termine influencer, in questo senso, la dice molto lunga. Le scelte del consumatore sono guidate dalle emozioni che il brand comunica e che gli permette di distinguersi dalla massa. Il digital accorcia le distanze tra cliente e aziende, addirittura facendo sì che sia il cliente stesso a diventare parte integrante della strategia di marketing. Può farci un esempio pratico? Mi concentrerei su 2 tecnologie. Prima tra tutte i social, come ben si può immaginare, che non hanno bisogno di molti ulteriori approfondimenti in questa sede. Secondo, la tecnologia blockchain; per spiegarla in modo semplice, si tratta di una serie di database connessi tra di loro, dove ognuno certifica l’altro.

Tracciare le info e certificarle in tempo reale è lo scopo principale di questa tecnologia. In questo modo ci si avvicina alla volontà del consumatore di essere sempre presente e partecipe. Con blockchain si è in grado di vedere tutti gli step, dal terreno al bicchiere. In ambito vinicolo, la tecnologia Blockchain è utilizzata da MyStory, soluzione elaborata dall’ente di certificazione leader a livello globale DNV GL: con un semplice click sul QRcode della bottiglia diventa possibile tracciare un percorso completo del vino che apprestano a stappare, in un vero e proprio racconto dal grappolo d’uva fino alla bottiglia. Questo fornirà informazioni ben precise al consumatore, ma permetterà, nell’ottica della maggior consapevolezza, di fare brand in modo univoco e deciso.

CHI È MASSIMO FONTANA

Con oltre 20 anni di esperienza maturata tra ruoli manageriali in multinazionali e attività imprenditoriali, Massimo Fontana è uno dei massimi esperti italiani di tecnologie applicate all’ambito media e comunicazione. Sin dall’inizio della sua carriera è stato

osservatore e promotore dei cambiamenti introdotti dalle tecnologie innovative nei processi di comunicazione delle Consumer Brand, aiutandole a trasformare l’innovazione digitale in concrete opportunità per il proprio business. Negli ultimi 6 anni è stato Chief Digi-

tal-Programmatic Officer del gruppo Dentsu Aegis Media ricoprendo prima la carica per il solo mercato Italia e successivamente per l’intera Region EMEA. Prima di Dentsu Aegis, Massimo ha gestito due attività imprenditoriali aprendo in Italia il primo AdNetwork

digitale indipendente e successivamente la prima Consumer Data Platform attualmente ancora integrata a piattaforme internazionali quali DoubleClick Bid Manager di Google. Massimo ha due grandi passioni, le sue due meravigliose figlie ed il buon vino!

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TOLLENA UN GIOIELLO ALL’OMBRA DELLE TORRI DI SAN GIMIGNANO. QUALITÀ, CARATTERE E TERRITORIALITÀ NEI VINI DELLA FAMIGLIA GIOTTI, NETTARI DAL SAPORE INCONFONDIBILE CHE SORRIDONO AL PASSATO GUARDANDO AL FUTURO A cura di Carlotta Lettieri 26


ABBIAMO INVESTITO SU VIGNETI ESISTENTI E SU NUOVI IMPIANTI. UN PROGETTO CHE CI HA PORTATO AD INCREMENTARE LA VENDITA DIRETTA E CI HA CONSENTITO DI AMPLIARE L’ESPORTAZIONE VERSO I MERCATI ESTERI

Situata in un territorio dove tutto sembra votato all’eccellenza, la Tenuta di Tollena, di proprietà della famiglia Giotti, si culla tra le colline intorno a San Gimignano. L’edificio, che oggi ospita l’azienda e l’agriturismo, era un’antica dimora storica dell’Ottocento che è stata finemente ristrutturata dai proprietari. Il possedimento si estende su 66 ettari, di cui 22 destinati alla vigna, 6 ad oliveto, 27 a seminativo ed i restanti ettari a bosco. L’esposizione ottimale per la perfetta maturazione dei grappoli, un microclima unico e la passione e l’esperienza di chi lavora alla Tenuta, danno vita a vini di inconfondibile carattere che raccontano la storia della famiglia Giotti. “Abbiamo rilevato l’azienda nel 2004 e ci siamo impegnati fin da subito a cercare di riscoprire e valorizzare i vitigni autoctoni, nel rispetto e nella salvaguardia della tradizione – spiega Lorenzo Giotti. Nel corso degli anni abbiamo fatto importanti investimenti sia su vigneti esistenti che su nuovi impianti. Un progetto che ci ha portato ad avere una tale produzione tanto da incrementare la vendita diretta e consentire di ampliare l’esportazione verso i mercati esteri. E oggi siamo presenti in Usa, Cina, Francia, Belgio e Lussemburgo”. “Il prodotto che maggiormente ci contraddistingue è la Vernaccia di San Gimignano

Docg Riserva Signorina Vittoria – continua Barbara Bernardi Giotti. Iniziamo la vendemmia alla fine di agosto con questo vino, prendendo e scegliendo i grappoli di quella che è la vigna più antica dell’azienda dove troviamo un pò di Chardonnay e di Malvasia unita a grappoli scelti di Vernaccia. Segue una pressatura soffice e una fermentazione per circa nove mesi in Barriques di tre tipologia diverse di legno: Tromsò, Never, Allier. Successivamente si ha un lungo affinamento in bottiglia per circa 12-18 mesi. Il nome di questo vino e l’inizio della sua produzione si affianca alla nascita della mia prima figlia, Vittoria. Alla secondogenita, Alessandra, è dedicato invece il Chianti Docg Riserva Donna Alessandra. Mentre all’ultimo arrivato, Bernardo, figlio di mio cognato Federico, è dedicato il merlot in purezza Bernardo. Abbiamo poi creato un’etichetta anche per colui che ha tanto desiderato Tollena, il padre di Lorenzo e Federico, mio suocero. Il nostro San Gimignano Doc rosso, è dedicato a lui e porta il suo soprannome: Pitto. Le etichette create per la famiglia si caratterizzano con frasi di scrittori celebri profondamente legate al nome del vino e alla persona a cui sono dedicate. Un’idea che nasce dalla passione di mio marito Lorenzo per la letteratura. Se in futuro si aggiungeranno altre etichette saranno sicuramente in tema familiare, per fondere il più possibile il nome dell’azienda

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con la nostra famiglia. Da molti anni mi occupo in prima persona dell’azienda e ciò che mi motiva più di tutto a fare sempre meglio, oltre al mio profondo legame con la terra e la campagna, è il grande riconoscimento nei confronti di mio suocero che dandomi la gestione di Tollena mi ha permesso ogni giorno di trovarmi di fronte a questo paradiso, un luogo che lui amava immensamente”. Tra gli altri vini di Tollena anche Lunario, Vernaccia di San Gimignano Docg, Carmina, Chianti Colli Senesi Docg e Rosa di Sera, San Gimignano Doc rosato. “La maggior parte della nostra produzione – conclude Federico Giotti - viene venduta presso lo shop situato nella facciata di una delle chiese più antiche di San Gimignano, la Chiesa di San Francesco, dal 2005 sede del nostro punto vendita. Qui si possono degustare ed acquistare molti altri prodotti della tradizione toscana e gastronomica italiana di ricercata qualità e attentamente selezionati”. EN - Tollena, a jewel in the shadow of the towers of San Gimignano Quality, character and territory in the Giotti family’s wines In a land where everything talks about excellence, the Gotti family’s estate Tollena rises among the hills of San Gimignano. The winery and agritoursm is an historical XIX century dwelling that has been finely restored by its owners. The estate spreads over 66 hectares of land, 22 of which are vineyards, 6 olive groves, 27 arable land and the remainders wood. The excellent exposure of the vineyards offers an ideal microclimate that combined with passion and knowledge give life to wines with an unmistakable character. “We took over the winery in 2004 and since the beginning we have worked to rediscover and promote the autochthonous grape varieties of this area, respecting the tradition – Lorenzo Giotti explains. And he continues: “Year after year we have made important investments both on the existing vineyards and on new plants. This project has let us to increase our production and start to export it abroad. Nowadays we market our wines in USA, China, France, Belgium and Luxembourg”. “Our buttonhole product is Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva Signorina Vittoria – Barbara Bernardi Giotti says. “We start to harvest the grapes for this wine at the end of Aufgust, selecting them from the most ancient vineyard of our estate. Here grow some Chardonnay and Malvasia beside Vernaccia. After the harvest, the grapes are softly pressed and ferment for 9 months in in three different kinds of wood barriques: Tromsò, Never, Allier. Then, our wine ages about 12-18 months in bottle. The name and the production of this wine are bonded to my first daughter Vittoria. To my second -born is dedicated Chianti Docg Riserva Donna Alessandra. And to the last-born of our family, Bernardo, my brother-in-law’s son is dedicated a Merlot vinified in purity. Also, we created a label for the man who has desired Tollena so much: Lorenzo and Federico’s father, my fatherin-law. Our San Gimignano Doc Rosso takes its name from his nickname Pitto. The labels created for our family are enriched by famous writers’ quotes that mirrors the names of the wines and the person they are dedicated to. This idea comes from my husband’s passion for literature. If new lables are added in the future, they will definitely follow this family theme, because we want to fuse more and more the name of our winery with our family. I have been taking care of our winery personally for many years and what drives me to doing it better and better is a profound bond with the land but also my father-in-law’s great faith in me. Entrusting me with the management of Tollena he has let me to enjoy every day this paradise, a place he extremely loved.”. Among the other wines by Tollena there are Lunario, Vernaccia di San Gimignano Docg, Carmina, Chianti Colli Senesi Docg and Rosa di Sera, San Gimignano Doc Rosè. “Since 2005, the greatest part of our production – Federico Giotti ends – is available in our wine shop placed in the façade of one of the most ancient churches of San Gimignano, San Francesco’s church. Here it is possible to taste and purchase many other selected high-quality products of the Tuscan food and wine tradition”. Azienda Agricola Tollena, Località Tollena, 53037, San Gimignano (SI) Cell. +39 338 2111886, +39 348 1685148, Tel. +39 0577 907213, info@tollena.it W BORGOTOLLENA.COM

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TENUTA TOLLENA UN’AZIENDA DI FAMIGLIA Il carattere autentico della Vernaccia di San Gimignano

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N. 106

INCHIESTA In vigna è boom di investimenti

2004 Lo storico numero uno, dove tutto ha avuto inizio. In copertina, la bellezza di Pitigliano.

2013 L’autorevolezza e le opinioni di Angelo Gaja in un’intervista esclusiva

2012 Con Franco Biondi Santi, un memorabile viaggio nel Brunello di Montalcino

2019 Nuovo anno, nuovo look, stessa passione

I NOSTRI PRIMI 15 ANNI 2004-2019: CON I GRANDI VINI FRA CONTINUITÀ E CAMBIAMENTI A CURA DI STEFANIA ABBATTISTA

L’affetto e l’attaccamento di chi è stato con noi finora, di chi ci ha letti e incoraggiati dimostrando di apprezzare il nostro lavoro, ci stimola a continuare

I nostri primi 15 anni, eccoli. Sono vividi e brillanti come il rosso rubino di un Sangiovese giovane, di carattere, in purezza. Di strada ne abbiamo fatta, partiti dalla Toscana con il numero uno: Pitigliano in copertina, Maremma e tufo per uno dei borghi più belli d’Italia. Ritornati oggi in Toscana da Borgo Tollena, a San Gimignano, per il numero che celebra questo anniversario. Suonerebbe retorico e anche un po’ scontato sottolineare qui che “ce l’abbiamo messa tutta”. Scontato ma pur sempre vero, come il fatto che ci siamo formati e siamo cresciuti con queste pagine, affinando tecniche e conoscenze per raccontare di vino, la nostra passione. Oggi le pagine de I Grandi Vini testimoniano questa evoluzione, e il cambiamento è sotto gli occhi di tutti. Un nuovo formato, più grande, più fotografico ed

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esteticamente curato, ancora più “collezionabile” per una rivista che rimane, si ritaglia un posto speciale nelle librerie, longeva e di buona fattura come un vino che non risente del tempo che passa. Anzi, magari migliora. Un nuovo progetto grafico, per un lavoro di squadra sul quale abbiamo ragionato a lungo. L’esito è finalmente pronto per essere sfogliato. Noi volevamo una rivista moderna, ricca ma essenziale allo stesso tempo, pulita in ogni linea, in ogni nuovo box che speriamo invogli alla lettura ed evochi bellezza. Le nuove pagine proporranno anche una più forte interazione con il world wide web, o se preferite, la Rete. Non abbiamo mai pensato che possa soppiantare la carta stampata, di cui amiamo l’odore, il rumore, i tempi, l’armonia negli spazi sulla pagina, i font e le loro variazioni.

Però oggi i due mondi dialogano, eccome. Per questo, d’ora in avanti, su I Grandi Vini troverete diversi riferimenti al nostro sito, che farà da spalla proponendo approfondimenti e integrando informazioni. Per questo ogni tanto faranno la loro comparsa anche i QR Code: un’opzione per accedere a contenuti supplementari, se saremo stati abbastanza bravi da suscitare curiosità e voglia di proseguire la lettura. L’affetto e l’attaccamento di chi è stato con noi finora, di chi ci ha letti e incoraggiati dimostrando di apprezzare il nostro lavoro, ci stimola a continuare. Da oggi, prendendo in prestito una bellissima frase di Victor Hugo, noi proviamo a “fare come gli alberi. Cambiamo le foglie, ma conserviamo le radici”. Ad maiora.


To Another Great Year

Prowein 2019 vi sta aspettando. Negli ultimi 25 anni la manifestazione ha visto un notevole sviluppo, utilizzando una strategia di crescita sostenibile e consapevole. Prowein si è trasformata da piccola fiera del vino, nel più importante appuntamento del settore al mondo, con un tocco di internazionalità unico e una varietà di offerta senza pari. ProWein: To another 25 great years!

Coming Home for

ProWein

The World’s No.1 International Trade Fair for Wines and Spirits

17-19 March 2019 Düsseldorf, Germany www.prowein.com

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LAZIO

IL FUTURO DELLA TUSCIA DEL VINO I sogni e i progetti di affermazione di un territorio dalle grandissime potenzialità raccontati dal direttore di Coldiretti Viterbo, Alberto Frau A CURA DI GIULIA MONTEMAGGI

Una tradizione vitivinicola che affonda le proprie radici al tempo degli Etruschi e dei Vulsci ed un futuro ricolmo di progetti e di aspirazioni. La Tuscia inizia il nuovo anno con un unico grande obiettivo: affermarsi come territorio di vino attraverso la valorizzazione del suo patrimonio, del suo vino e della sua storia. Un traguardo importante, il cui raggiungimento passa dalla perfetta compenetrazione di molteplici fattori: dalle iniziative e le azioni promozionali messe in piedi dalle istituzioni regionali, fino alla cooperazione e al confronto tra tutti i protagonisti del settore. Ne abbiamo parlato con Alberto Frau, direttore di Coldiretti Viterbo, che ci ha fornito un’attenta disamina sull’attuale situazione di una terra dalle grandi possibilità. Cosa manca ancora al territorio della Tuscia per diventare a tutti gli effetti una zona vocata per la viticoltura? “Sicuramente una strategia comune di valorizzazione. Un piano che preveda l’esaltazione delle peculiarità di ogni singolo areale vitivinicolo, ma attraverso il gioco di squadra”.

Quali sono i punti di forza e i tratti distintivi di questo territorio? “L’eccellenza indiscussa dei suoi vini, dimostrata ulteriormente dai numerosi riconoscimenti conferiti alle singole aziende che da anni puntano alla qualità. Questo però non è sufficiente a lanciare un intero territorio verso la piena affermazione. Quello che ci vuole è un confronto ed una collaborazione costanti con tutti gli attori che ne sono parte”. Quali gli obiettivi per il 2019? “Dare il via a questo percorso evolutivo è la priorità assoluta. Un cammino difficile, ma che è il solo modo per fare veramente sistema. La strategia è unire vino, cultura e turismo, come in tutti quei territori all’avanguardia in materia di enoturismo. Certo, è un percorso lungo, che richiederà anni, ma è la strada vincente”. Come si sta muovendo Coldiretti in proposito? “Offrendo servizi concreti e favorendo questo confronto tra produttori. Vogliamo far crescere le nostre aziende ed intercettare i re-

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ali bisogni del mondo vitivinicolo della Tuscia”. Che tipo di strategie promozionali e non andrebbero attuate per valorizzare al meglio questa terra e il suo patrimonio? “Questo è un aspetto decisivo. Ci vogliono promozioni mirate e con unica regia, che si concentrino sulle realtà aziendali e sul vino, anziché sulle esigenze delle varie amministrazioni o enti. Azioni che coinvolgano gli imprenditori, in quanto veri attori del mercato che costituiscono il termometro costante del settore. È necessario elevare la qualità e la professionalità di tutto il sistema, manca sicuramente tanta formazione a tutti i livelli. Da qui il forte impegno di Coldiretti per colmare tali lacune. Viterbo, e in generale la Tuscia, manca di un evento annuale dedicato al vino. Non parlo della solita degustazione, ormai anche inflazionata, ma di un vero e proprio Forum: una piattaforma condivisa di confronto e di conoscenza, che veda la partecipazione dei produttori e di tutti gli altri protagonisti del territorio per promuovere, capire e fare grande la Tuscia”.

“Vogliamo far crescere le nostre aziende ed intercettare i reali bisogni del mondo vitivinicolo della Tuscia”


VILLA EDEN UNA DIMORA LUXURY STYLE, UNO STILE LIBERTY CHE SAPIENTEMENTE UNISCE UN’ATMOSFERA ACCOGLIENTE ALL’ELEGANZA DI MERANO PER UN SOGGIORNO DA DEDICARE AL BENESSERE, COL SAPORE DELLA VACANZA DI LUSSO

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30 CAMERE, TRA CUI CINQUE NUOVE LUXURY SUITES, CURATE NEI MINIMI DETTAGLI, PER UNA PAUSA DI RELAX DA REGALARE A SE STESSI

Un soggiorno da dedicare al benessere, col sapore della vacanza di lusso: la scelta di Villa Eden Leading Park Retreat di Merano (BZ) è perfetta per chi cerca il top nei servizi e vuole il massimo da una Medical Spa. Solo 30 camere, tra cui cinque nuove luxury suites, curatissime nei dettagli accolgono gli ospiti come in un nido, per una pausa di relax da regalare a se stessi. Il ristorante, composto da due eleganti sale distinte, offre la possibilità di scegliere menu a calorie calibrate o menu degustazione, in entrambi i casi ispirati alla cucina del territorio e mediterranea, con molte opzioni per ospiti vegetariani e vegani. Il centro benessere, in cui è presente un medico come direttore sanitario, è uno dei più rinomati del territorio: qui è possibile provare i trattamenti più innovativi, ponendo l’attenzione tanto sulla bellezza quanto sulla salute. Il check-up medico che viene effettuato all’arrivo consente di personalizzare i percorsi di cura e benessere, creando programmi dettagliati di trattamenti, alimentazione e attività fisica soft. I bestsellers di Villa Eden, scelta anche da molte celebrities per rimettersi in forma, sono i programmi di dimagrimento e i percorsi antiage per il viso: per un risultato subito visibile le proposte settimanali/di dieci giorni sono l’ideale. Su prenotazione è possibile effettuare anche piccoli interventi di chirurgia estetica, cui abbinare un soggiorno specifico che può dimezzare i tempi di recupero. Ogni giorno in agenda ci sono passeggiate e visite guidate alla scoperta del Meranese, yoga in palestra o acquagym in piscina, e lo staff di Villa Eden è a completa disposizione per organizzare transfer e collegamenti per gli ospiti dalla stazione di Merano e Bolzano o dall’aeroporto di Verona e Innsbruck. Villa Eden Leading Park Retreat, via Winkel 68/70 39012 Merano (BZ), Tel. +39 0473 236583 info@villa-eden.com

EN - Villa Eden Leading Park Retreat. Where wellness is luxury style. A liberty dwelling in a wide private park combines a warm atmosphere with the contemporary high-class elegance of Merano (BZ) A stay dedicated to wellness, with the taste of a luxury vacation: Villa Eden Leading Park Retreat di Merano (BZ) is ideal for everyone who looks for top services and the best Medical Spa. Thirty rooms only, with five new luxury suites, designed with a meticulous care for every detail, welcome the guests in a warm nest to offer them a unique relaxing pause. The restaurant consists in two different elegant rooms and offers the possibility to choose a measured calorie menu or a tasting menu, both inspired by the Mediterranean cuisine with many options for vegetarians and vegans. The wellness center, whose director is a doctor, is one of the most renowned in this area. Here it is possible to try the most innovative beauty and health treatments. A medical check-up is undertaken on arrival and let the guest to receive personalized care and wellness programs, including diet and soft training. The bestsellers of Villa Eden, which has been chosen by many celebrities to get back into shape, are the weight-loss programs and the anti-aging facial programs: for a visible result, the one-week or ten-day offers are ideal. Also, it is possible to date small cosmetic surgery procedures, to match with a specific stay in order to halve the recovering period. Every day the schedule proposes walks and guided tours to the discovery of the Merano area, yoga in the gymnasium or aquagym in the swimming pool. The staff of Villa Eden is at the guests’ complete disposal to organize transfers and shuttle services from and to the rail stations of Merano and Bolzano and from and to the airports of Verona and Innsbruck.

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LOMBARDIA

LA MISSIONE 2019 SI CHIAMA CINA Con Silvano Brescianini prende il via un mandato all’insegna della continuità I dati: Volumi di vendita globale: + 2,2% Valore economico: +7,4% rispetto al 2017 Export: +5,6%, Totale dell’export: 14,4%.

A CURA DI LUCA BARBAGLI È Silvano Brescianini il nuovo presidente del Consorzio Franciacorta, eletto il 18 dicembre dall’Assemblea dei Soci ad Ebrusco.
Già da 9 anni vicepresidente del Consorzio nel precedente mandato, punta alla continuità rispetto a quanto realizzato negli anni precedenti dai suoi colleghi con cui ha sempre collaborato a stretto contatto. Brescianini raccoglie il testimone lasciato da Vittorio Moretti, guida che ha condotto il Consorzio negli ultimi anni, verso una crescita che ha permesso di raggiungere nuovi mercati ed un pubblico sempre più vasto. Da sempre legato al territorio della Franciacorta, il nuovo Presidente accoglie con orgoglio la sfida di continuare a far avere alla Docg trend sempre positivi, focalizzando l’attenzione su mercati esteri e tutela dell’ambiente. L’impor-

tanza del lavoro di squadra e della coesione dovranno essere il punto di forza nella promozione del vino e del territorio. Quali sono i punti principali da affrontare per lo sviluppo del consorzio? “I punti principali saranno sicuramente sostenibilità nella produzione, tutela del prodotto e del paesaggio, argomenti sui quali il Consorzio si è focalizzato da anni”; Da dove partire per lo sviluppo dei mercati esteri? “Seguendo le linee guida tenute in questi anni proseguiremo con le attività programmate nei principali paesi focus quali Usa, Giappone, Regno Unito, Germania e Svizzera con un primo approccio esplorativo in Cina, a cui ci dedicheremo nel 2019”; Quale indicazioni sono emerse dal lavoro

Il nuovo Consiglio d’Amministrazione del Consorzio Franciacorta: Alberti Camilla, Castelveder – Barzanò Giulio, Mosnel – Biolatti Luigi, Uberti – Biondelli Joska, Biondelli – Bosio Cesare, Bosio – Brescianini Silvano, Barone Pizzini – Franzini Francesco, Cavalleri – Gatti Laura, Ferghettina – Imberti Lara, Ronco Calino – Maiolini Simone, Majolini – Moretti Vittorio, Bellavista – Nembrini Gianluigi, Corte Fusia - Pizziol Paolo, Villa Franciacorta – Ricci Curbastro Gualberto, Ricci Curbastro– Salvioni Giuseppe, Amministratore Delegato – Vezzoli Giorgio, Le Quattro Terre – Vezzoli Giuseppe, Vezzoli – Zanella Maurizio, Ca’ del Bosco – Ziliani Arturo, Berlucchi Guido.

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condotto dai soci insieme al professor Domenico De Masi? “Difficile sintetizzarle in un’unica risposta, direi l’importanza di lavorare sul territorio come “contenitore” di un grande vino”.


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Liguria

SCIACCHETRÀ IL PASSITO CHE RACCONTA LE CINQUE TERRE. UN VINO DOLCE CHE NASCE IN UN PAESAGGIO VITIVINICOLO UNICO, DA VITIGNI A STRAPIOMBO SUL MARE Piccoli numeri e grandi risultati. E’ in queste parole che si può sintetizzare l’attività di Buranco, l’azienda di Monterosso che possiede circa sei ettari di vigneti nel cuore delle Cinque Terre, contesi tra mare e montagna. E’ qui che la famiglia Grillo produce con amore e dedizione lo Sciacchetrà, un vino che nasce in un paesaggio viticolo unico, incastonato in uno splendido anfiteatro naturale protetto dai venti. Tra i tanti passiti che contraddistinguono l’Italia e il Mediterraneo, lo Sciacchetrà ha caratteristiche uniche e irripetibili: è un prodotto esclusivo di questa zona e nasce da vitigni coltivati su terreni difficili, quasi a picco sul mare. Si ottiene da uve selezionate di Bosco, di Albarola e di Vermentino. I grappoli vengono fatti appassire all’ombra, al riparo quindi dalĺ azione diretta dei raggi solari, fino ad ottenere la giusta gradazione zuccherina. Un processo che dà vita ad un vino di grande equilibrio gustativo, dove dolcezza, freschezza e note naturali si

fondono in un bellisimo color giallo dorato con riflessi ambra da abbinare ai dolci semplici e tradizionali ma a formaggi di intensa struttura. Vino raro e da meditazione, lo Sciacchetrà è considerato simbolo per la Liguria e, soprattutto, per quella piccola ma unica parte di essa, le Cinque Terre, considerata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. EN- Sciacchetrà, the Passito of the Cinque Terre A sweet wine that springs in a unique oenological landscape with vineyards overhanging the sea Small numbers and great results: these few words summarize the work of Buranco, the winery from Monterosso that owns six hectares of vineyards in the heart of the Cinque Terre, between the see and the mountain. Here the Grillo family produces with love and devotion Sciacchetrà, a wine that springs from a unique oenological landscape nestled in a natural amphitheater protected by the winds. Among the many Passito that

characterized Italy and the Mediterranean area, Sciacchetrà has unique peculiarities due to its origins from vineyards that grow overlooking the sea. It is produced from selected grapes of Bosco, Albarola and Vermentino. Grapes whither in the shadow, protected by the direct sunlight, to get the ideal sugar content. This process gives life to a well-balanced wine that combines sweetness and freshness with natural aromas, and very beautiful gold yellow nuances with amber reflexes. It is ideal with simple and traditional desserts but also with structured cheese. A rare meditation wine, Sciacchetrà is a symbol for Liguria and even more for the Cinque Terre, that small area appointed by Unesco as World Heritage Site. Società Agraria Buranco srl Via Buranco 72 19016 Monterosso al Mare (Sp) Tel. : +39 0187 817677 cell: +39 3494348046 info@buranco.it W BURANCOCINQUETERRE.IT

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I grappoli di Bosco, di Albarola e di Vermentino vengono fatti appassire all’ombra, al riparo quindi dall´azione diretta dei raggi solari, fino ad ottenere la giusta gradazione zuccherina. Un processo che dà vita ad un vino di grande equilibrio gustativo, dove dolcezza, freschezza e note naturali si fondono in un bellisimo color giallo dorato con riflessi ambra da abbinare ai dolci semplici e tradizionali ma a formaggi di intensa struttura.


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PIEMONTE

I TRE MOSCHETTIERI DEL PIEMONTE Il Consorzio Barbera ha dato vita a una sinergia con quello dell’Asti e del Brachetto per rafforzare il brand e la propria immagine A CURA DI TOMMASO NUTARELLI

L’iniziativa, che mette assieme i due terzi delle Doc piemontesi, nasce alla fine del 2018, con un percorso sviluppatosi nei due anni precedenti. L’obiettivo è quello di implementare una promozione unitaria del territorio, con uno sguardo all’estero. Ne abbiamo parlato con Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera. Quali sono i motivi che vi hanno spinto a dar vita a questa sinergia? “I motivi sono sostanzialmente tre. Il primo è che le zone produttive molto spesso si sovrappongono. Inoltre non c’è regime di concorrenza ma di complementarità, perché i prodotti dei tre consorzi hanno caratteristiche molto diverse tra loro. Infine c’è la necessità di ripensare tutto il nostro territorio in prospettiva unitaria, per avere una maggiore forza sui mercati, senza, tuttavia, annullare le identità dei

singoli prodotti”. Vi siete posti degli obiettivi specifici? “Certamente. Una rivalutazione dell’immagine del Barbera, per molto tempo visto come un vino da consumo quotidiano, e percepito come un prodotto di qualità più bassa. Un percorso che comunque già avevamo avviato da tempo, e che ora speriamo di rafforzare. Inoltre vogliamo semplificare anche il lavoro ai nostri produttori che, come detto, si trovano a operare su terreni che ricadano all’interno di tutti e tre i consorzi”. Che tipo di iniziative metterete in campo? “Abbiamo iniziato lo scorso novembre con due eventi, Moscato Experience e Barbera Revolution. Prossimamente ci concentrammo soprattutto sulla promozione, attraverso incoming e incontri B2B, per cambiare la percezione e l’immagine che i

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consumatori hanno del nostro brand, guardando, soprattutto, all’estero”. Quali sono i vostri mercati di riferimento? “Sicuramente il nord America, con gli Stati Uniti che sono il primo mercato in termini di valore e di immagine. Nel Vecchio Continente, la Germania detiene il primato, con i paesi dell’Europa settentrionale in forte crescita. In Oriente, il Giappone, pur trattandosi di un mercato ormai maturo, continua a mostrare un forte interesse verso i nostri prodotti”. Venendo all’attualità, vi preoccupa la situazione della Brexit? “Si, benché il Regno Unito non sia uno dei nostri principali mercati, come ci desta preoccupazione la guerra dei dazi. Il vino non è un bene primario, e questo potrebbe essere un fattore di penalizzazione”.


Spumantitalia è il primo evento che si è svolto in Abruzzo, un territorio distante dalle più conosciute aree geografiche votate alle bollicine. Il Presidente Valentino Di Campli spiega quali sono stati gli argomenti del meeting e gli obiettivi. “Spumantitalia è stata per noi una grande scommessa che, con tutti i limiti di una prima edizione, è stata vinta.” Per l’Abruzzo si è trattata di un’occasione per capire e acquisire competenze da quei territori che lavorano da tanti anni in questo settore. Molti gli argomenti e gli spunti di discussione affrontati: dall’unicità del sistema spumantistico italiano alla ricerca di un linguaggio comune sulle bollicine, dal trend dei consumi ai mercati nazionali e internazionali.” Qual è la situazione attuale degli Spumanti Metodo Classico e Metodo Charmat nonché dei vini effervescenti prodotti con metodo ancestrale? “Attualmente gli Spumanti Metodo Classico e soprattutto Metodo Italiano stanno vivendo un momento di forte

ABRUZZO

LA SCOMMESSA DELLE BOLLICINE Valentino Di Campli Presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo si dice orgoglioso della prima edizione di Spumantitalia

Presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo

A CURA DI CHIARA MARTINELLI

ascesa sui mercati internazionali, che sempre di più dimostrano un grande interesse verso le bollicine italiane”. Quando si pronuncia la parola spumante si pensa immediatamente alle etichette più blasonate. Pochi sanno che in Abruzzo si produce. “L’Abruzzo, tranne qualche caso sporadico, è una re-

“L’obiettivo è stato quello di realizzare un grande momento di confronto e approfondimento sulle bollicine italiane, coinvolgendo i principali attori a livello nazionale”

VALENTINO DI CAMPLI

gione molto giovane nella produzione di spumanti. Oggi nel nostro territorio l’attenzione verso le bollicine sta crescendo, anche grazie alla naturale predisposizione alla spumantizzazione delle uve autoctone regionali, quali Trebbiano, Cococciola, Pecorino, Montonico e Passerina. Una tipologia di vini che potrebbe determinare un’ulteriore offerta strategica per le nostre aziende. Diversi produttori privati e cooperative si stanno lanciando in questa sfida e i primi risultati sono davvero incoraggianti”. Come si è manifestato finora l’approccio con i mercati? “I numeri per il momento sono ridotti, ma siamo convinti che i margini di crescita nel

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settore dei vini spumanti di qualità siano veramente notevoli, considerate quelle che sono le caratteristiche stesse di questo vitale segmento del mercato del vino, soprattutto all’estero”. Siamo di fronte ad una condizione climatica nuova che spinge a prendere strade alternative e sperimentali: mi spiega come si fa fronte a questo cambiamento? “I cambiamenti climatici influenzano tutti i settori dell’agricoltura e in alcuni casi stanno contribuendo a ridisegnare la geografia della produzione agricola mondiale. Questo spiega nel mondo vitivinicolo, l’affacciarsi di nuovi territori precedentemente non vocati che oggi, invece, con differenti condizioni ambientali sono riusciti ad introdurre la coltivazione dei vigneti”.


MARCHE

IL VERDICCHIO GUIDA L’EXPORT MARCHIGIANO I piani per la conquista di nuovi traguardi: la parola a Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini

A CURA DI GIULIA MONTEMAGGI

Da quattro anni è il bianco fermo più premiato d’Italia dalle guide di settore. È il Verdicchio che, con metà della propria produzione - oltre 20 milioni di bottiglie - destinata ai mercati esteri, guida l’export dell’intero comparto enologico regionale. Secondo quanto riportato dai dati Istat sul commercio estero, nei primi nove mesi del 2018 il valore delle esportazioni del vino marchigiano ha registrato un aumento del 9%, per un giro d’affari che supera i 41 milioni di euro. Ma qual è la formula del successo del Verdicchio? Quali i piani per dare continuazione a questa scia di risultati positivi per la regione? Ce lo ha raccontato Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini. Cosa c’è alla base del successo del Verdicchio e del vino marchigiano in Italia e nel mondo? “Sicuramente il fatto che sia l’unico vino bianco che migliora invecchiando. Un vino particolare che, forte di questa sua peculiarità, riesce a lasciare un ricordo indelebile in quanti lo consumano. Su questo aspetto abbiamo fortemente investito trasformando il Verdicchio in un fenomeno culturale che, nel tempo, è diventato un vero e proprio stile di vita. Traino principale, assieme al Rosso Piceno, dell’intero comparto vinicolo marchigiano, testimonia, rappresenta e riassume in sé tutta la qualità e la biodiversità del nostro territorio. Ecco perché mi piace pensare al Verdicchio come ad un vino che, meglio di qualunque altro, riesce a portare il mare e la roccia nel bicchiere”. A livello di Istituto Marchigiano Tutela Vini che tipo di strategie promozionali avete adottato per l’anno appena passato? “Nell’anno del 50esimo compleanno della denominazione le iniziative non sono mancate. Dalla partecipazione ai maggiori eventi di settore, quali Vinitaly e Prowein, all’organizzazione di degustazioni che hanno visto il coinvolgimento di ben 58 aziende. Nello specifico, proprio a Vinitaly, abbiamo organizzato in collaborazione con Ian D’Agata una

degustazione guidata delle 10 etichette di Verdicchio più premiate dal 1997 ad oggi. Da non dimenticare, inoltre, Collisioni Barolo e Collisioni Jesi, che ha riunito dai 30 ai 40 giornalisti di almeno 14 Paesi”. E per quel che riguarda l’estero? “Attraverso il Programma di Sviluppo Rurale e i fondi Ocm, abbiamo supportato le aziende del territorio nelle azioni di promozione dei propri prodotti nelle varie realtà europee ed extraeuropee. Su quest’ultimo fronte, l’anno appena passato si è chiuso con un investimento di oltre 1 milione e 800mila euro nei Paesi terzi, quali Giappone, Cina, Canada, Svizzera, Stati Uniti, Russia e Australia. In ambito europeo lasciamo piena libertà di gestione alle aziende. C’è da dire che tutto il mercato del Nord Europa manifesta un notevole interesse per il nostro vino: dall’Inghilterra e la Svezia, passando per l’Olanda e il Belgio, fino alla Germania”. Dopo un 2018 da incorniciare, quali sono gli obiettivi primari e i piani per il 2019? “In realtà, considero questo 2018 un punto di partenza per altre sfide e progetti importanti da qui ai prossimi 25 anni. A tal fine, sarà certamente necessario dare continuità alle campagne promozionali: infatti, oltre ad aver confermato per il 2019 la partecipazione a Prowein, a Vinitaly e a Collisioni, abbiamo pianificato le azioni di incoming sul territorio. Questo perché sono fermamente convinto che sia più facile raccontare i nostri vini in sede che all’estero. Per quanto riguarda i mercati stranieri, punteremo ancora molto sugli States, il nostro primo riferimento. Quali le novità per il futuro? “Novità assoluta del 2019 è la conferma per il 4 febbraio dell’assemblea per la modifica del disciplinare di produzione, ritoccato per l’ultima volta nel 2010. Questi i punti all’ordine del giorno: abbassare la produzione per ettaro, approvare l’imbottigliamento nella zona di produzione e definire le aree geografiche per una maggiore caratterizzazione di questo vino. Per un territorio ampio come il nostro, di oltre 20 comuni e di 2.200 ettari, è fondamentale dare esatta identificazione ai vari microclima presenti”.

Modifica del disciplinare: abbassare la produzione per ettaro, approvare l’imbottigliamento nella zona di produzione e definire le aree geografiche per una maggiore caratterizzazione di questo vino

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Toscana

TUSCANY WINE WEEK SI SVELANO LE NUOVE ANNATE DI PICCOLE E GRANDI CANTINE A CURA DI CARLOTTA LETTIERI Con la settimana dedicata alle Anteprime prende il via ufficialmente la nuova stagione del vino toscano. Numerosi gli appuntamenti rivolti agli addetti ai lavori e ai winelovers. Come da tradizione ad inaugurarla è la collettiva dei 10 Consorzi Carmignano, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecarlo di Lucca, Montecucco, Orcia, Pitigliano e Sovana, Val di Cornia, Valdarno di Sopra e Terre di Pisa per “PrimAnteprima”, in programma sabato 9 febbraio presso il padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso di Firenze. L’8 e il 9 febbraio, sempre in Fortezza, è la volta del business con la nona edizione del “Buy Wine”, la più importante iniziativa commerciale per il settore vitivinicolo del territorio organizzata da Regione Toscana e PromoFirenze. Protagonisti dell’evento i vini toscani di 215 produttori che incontrano 188 tra buyers ed importatori provenienti da tutto il mondo. Il calendario delle Anteprime prosegue poi con “Chianti Lovers”. Appuntamento, ancora in Fortezza, il 10 febbraio per riempire i calici con le nuove annate del Chianti Docg 2018 e della Riserva 2016. L’11 e il 12 febbraio, alla Stazio-

ne Leopolda, sono protagoniste a “Chianti Classico Collection” le ultime vendemmie dei vini Chianti Classico: le anteprime da botte 2018 e l’annata 2017, la Riserva 2016 e Gran Selezione 2015 e 2014. Giunta alla XXVI edizione, la “Collection” per la prima volta aprirà le sue porte anche al consumatore finale. Dal 10 al 13 febbraio, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada a San Gimignano, ospita l’Anteprima della Vernaccia, il celebre bianco delle torri che presenta l’annata 2018 e la Riserva 2017. Dalla Valdelsa ci si sposta alle colline del Poliziano con “Il Nobile debutta in Anteprima a Montepulciano“. Durante l’appuntamento nella suggestiva cornice della Fortezza Medicea, dal 9 all’11 febbraio, sono presentate l’annata 2016 e la Riserva 2015 già annunciata come a “5 stelle”. A chiudere le Anteprime toscane, come da tradizione, sarà il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino con “Benvenuto Brunello”. Nel Chiostro Museo e Complesso di Sant’Agostino, il 15 e 16 febbraio, si svela il Brunello 2014, la Riserva 2013, il Rosso di Montalcino 2017 e il Moscadello.

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Giunta alla XXVI edizione, la “Collection” per la prima volta aprirà le sue porte anche al consumatore finale


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TENUTA DI MONTEPÒ IL GRANDE PROGETTO DI JACOPO BIONDI SANTI. PONTE TRA PASSATO E FUTURO ATTRAVERSO UN RIVOLUZIONARIO STUDIO DI VALORIZZAZIONE VITIVINICOLA A cura di Carlotta Lettieri Un’importante realtà vitivinicola circonda l’inespugnata fortezza medievale del Castello di Montepò, dove oggi Jacopo Biondi Santi proietta ed unisce la sua esperienza del Sangiovese da grande invecchiamento con i vitigni della nuova frontiera. Un complesso ed articolato progetto di valorizzazione vitivinicola nel rispetto delle tipicità autoctone, teso ad esaltare le grandi potenzialità dei terreni e del microclima della Tenuta. “Nei cinquecentotrenta ettari della Tenuta – spiega Jacopo Biondi Santi - un’importante equipe di ricercatori, geologi, agronomi ed enologi ha raccolto e analizzato migliaia di parametri che hanno permesso la conoscenza specifica e completa di ogni “particella” presa in esame, disegnando il quadro di tutti i

terreni particolarmente votati alla produzione di uve prestigiose per vini di eccezionale livello di finezza e qualità. Il risultato di questa minuziosa indagine ha permesso l’esaltazione delle caratteristiche dei vitigni qui impiantati: Merlot, Cabernet Sauvignon e soprattutto il Sangiovese Grosso BBS-11 “Brunello Biondi Santi 11”, il quale rappresenta il risultato di duecento anni di selezione clonale nelle microzone della nostra tenuta di Montalcino”. Uno studio microclimatico e pedologico del territorio che ha avuto, in varie ed autorevoli sedi, il riconoscimento di essere uno dei più completi e avveniristici mai realizzati per una azienda vitivinicola e ha reso unici i vini di Castello di Montepò. “È con la vendemmia 1991 – aggiunge Biondi Santi -

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che nasce il Sassoalloro, ponte tra passato e futuro, capostipite innovativo e vigoroso di una nuova interpretazione del Sangiovese in purezza, vinificato in modo innovativo. Un vino di immediata prontezza, con la caratteristica longevità dei grandi vini toscani. Nel 1993, l’assoluta fiducia nel Sangiovese, su cui si è costruita la storia della nostra famiglia, ci ha portato a metterne alla prova le potenzialità, unendolo in un blanding con Cabernet Sauvignon e Merlot che ha dato vita allo Schidione. Successivamente altri crus, come lo Schidione blend di grande potenza di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot e vendemmiato per la prima volta nel 1993, si sono susseguiti al primogenito”.


È CON LA VENDEMMIA 1991 CHE NASCE IL SASSOALLORO

EN - Tenuta di Montepò: Jacopo Biondi Santi’s great project A connection between past and future through a revolutionary study on winemaking enhancement An important winemaking reality surrounds the unconquered medieval fortress of Castello di Montepò, where nowadays Jacopo Biondi Santi projects and combines his experience on Sangiovese with the new frontier grape varieties. A complex project that aims to enhance the traditional winemaking, respecting the autochthonous typicality and exalting the great potential of the soils and microclimates of his estate. “In our 530 hectares – Jacopo Biondi Santi explains – an important team or researchers, geologists, agronomists and oenologists has collected and analyzed thousand parameters to get a specific knowledge of every examined plot of land, drawing a table of all the areas particularly suited to the growing of prestigious grapes, to make high quality and fine wines. The result of this meticulous work has let to exalt the peculiarities of the grape varieties that have been planted here: Merlot, Cabernet Sauvignon and most of all Sangiovese Grosso BBS-11 “Brunello Biondi Santi 11”, which is the grape variety that represents the result of a 200-year clonal selection in the micro-areas of our estate in Montalcino”. This microclimatic and soil study of the territory has been acknowledged by many renowned seats as one of the most complete and futuristic one ever made by a winery, and makes the wine of Castello di Montepò unique. “With 1991 harvest – Biondi Santi continues – we created Sassoalloro, a connection between past and future, the innovative and vigorous forefather of a new interpretation of Sangiovese in purity, vinified with pioneering methods. It’s an immediate wine with the typical longevity of the great Tuscan wines. In 1993, the absolute trust on Sangiovese, which our family has built its story on, has led us to test its potential blending it with Cabernet Sauvignon and Merlot to create Schidione. Later on, we created other crus such as Schidione, a powerful blend of Sangiovese, Cabernet Sauvignon and Merlot, harvested for the first time in 1993”. Jacopo Biondi Santi, Castello Di Montepò, Località Montepò – 58054 Pancole (Gr) Tel . +39 0577-848238/0577-848675 info@biondisantimontepo.com W BIONDISANTIMONTEPO.COM

“Attraverso una minuziosa indagine siamo riusciti ad esaltare le caratteristiche dei vitigni impiantati nei terreni della Tenuta: Merlot, Cabernet Sauvignon e soprattutto il Sangiovese Grosso BBS-11 “Brunello Biondi Santi 11”. Quest’ultimo rappresenta il risultato di duecento anni di selezione clonale nelle microzone della nostra tenuta di Montalcino”

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LA FORTUNA SVELA LE NUOVE ANNATE L’AZIENDA AGRICOLA ALZA IL SIPARIO SUL BRUNELLO 2014 E IL ROSSO 2017 A BENVENUTO BRUNELLO, NELLA SUA TERRA NATIA Nettari unici che raccontano le caratteristiche di un territorio ricco di storia e fascino, dove l’uomo ha fatto della dedizione e del rispetto per la terra la sua arma vincente per trarre il meglio dalla natura. Sono i vini della Tenuta La Fortuna, l’azienda agricola di Montalcino, di proprietà della famiglia Zannoni da sei generazioni, che ha creduto da sempre nel nettare rubino, convertendo sempre più negli anni la propria produzione in questa direzione. Un’intuizione che si è rivelata nelle sue scelte produttive e oggi ha portato l’azienda a produrre vini dal carat-

tere inconfondibile. “Mettiamo finalmente nei calici le nuove annate – dice con soddisfazione Gioberto e Angelo Zannoni. Il nostro Brunello 2014, frutto di un’annata complessa a causa della pioggia che ha compromesso la nostra produzione. Per ottenere un’annata di qualità abbiamo fatto un’attenta selezione dei grappoli tre volte in più rispetto al normale, un lavoro impegnativo che, anche se in quantità decisamente ridotte rispetto ad altre annate, ci ha portato a raggiungere il risultato cercato. Presentiamo anche il Rosso 2017, anno caratterizzato da temperature più alte della media e dal caldo torrido. Condizioni che non hanno influenzato la qualità di questo prodotto, anche se abbiamo perso in quantità. A giugno sarà la volta della Riserva 2013, un vino garanzia di nettare di qualità, corposo, profumato e dal carattere deciso del Brunello di Montalcino Giobi 2013, un vino che viene prodotto, solo nelle annate migliori e solo 1300 bottiglie, selezionando meticolosamente grappolo per grappolo da ogni migliore vigneto della nostra azienda”. EN - Tenuta La Fortuna, Rise the curtain on Brunello 2014 and Rosso 2017 . The winery of Montalcino presents its new years at Benvenuto Brunello. The wines of Tenuta La Fortuna are unique nectars reveals the peculiarities of a territory rich of charm and history, where man has made devotion and respect for the land its winning feature to take the best from nature. The winery of Montalcino is a property of the Zannoni family, who has been believed in this ruby red nectar for six generation. This intuition has led its production strategies and has let the winery to produce wines with an unmistakable character. “We pour in the glass the new years, at last –Gioberto and Angelo Zannoni say with great satisfaction. And they continue: “Our Brunello

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2014 is the fruit of a complex year, due to the rain that has compromised our production. To get a quality wine we selected carefully the grapes, three times more than usual, a very hard work that has reduced quantities comparing with the other years but has let us to get the result we were longing for. We present Rosso 2017 too. That year has been characterized by higher temperature than the average. These weather condition has not influenced the quality of our product but we have lost something in terms of quantity. In June, we will present Riserva 2013, a full-bodied, perfumed wine with a supreme quality and the strong character of Brunello di Montalcino Giobi 2013. We produce this wine only in the best years and in limited quantities, only 1300 bottles, selecting carefully every single grape from the best vineyards of our estate. Az. Ag. La Fortuna, Loc. La Fortuna, 83 53024 Montalcino (Si), Tel. +39 0577 848308 info@tenutalafortuna.it W TENUTALAFORTUNA.IT

“Per ottenere un’annata di qualità abbiamo fatto un’attenta selezione dei grappoli tre volte in più rispetto al normale”


WINE EXPERIENCE

A CURA DI VALENTINA MEROLLI Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni dopo

si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

JACOPO BIONDI SANTI

SASSOALLORO TOSCANA IGT VITIGNO/VINES: SANGIOVESE REGIONE/REGION: TOSCANA, TUSCANY ZONA/AREA: MAREMMA

Di colore rosso rubino di media massa colorante, molto vivo , muovendolo nel calice si muove con media consistenza, gli archetti che si formano ruotandolo nel bicchiere, sono fitti e abbastanza regolari che scendono lenti, dotato di consistenza e alcolicità. Al naso apre spezia dolce e note di vaniglia, che viene seguita da frutta scura matura, cassis, legno di cedro, radice di liquerizia, che nel complesso danno una sensazione polverosa. Il Sorso è caldo e gradevole, entra secco, con buon calore e media morbidezza, bella freschezza che sostiene e aggraziato da un tannino caldo e maturo, nota minerale. di buona persistenza al palato, con un ritorno di sentori scuri. Lo abbino con dei formaggi stagionati e primi piatti importanti Una calda espressione del Sangiovese in Maremma.

2015

With a very bright ruby red color, this wine in the glass shows an average structure, thick and regular tears that drop back slowly into the wine. Good texture and alcohol content. Its bouquet opens with sweet spices and vanilla aromas, followed by dark fruits perfumes, cassis, cedar tree, licorice root and a general dusty sensation. Its taste is warm and pleasant, dry, warm and soft, with a good freshness and a warm ripe tannin. At the palate reveals a good persistence with a mineral note and a dark aftertaste. To taste with seasoned cheese and structured first courses. A warm expression of Sangiovese in Maremma.

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BIONDISANTIMONTEPO.COM

D’AGOSTINO

LI FAI SALICE SALENTINO DOP REGIONE/REGION: PUGLIA ZONA/AREA: SALENTO

Il Vino si presenta di un colore granato con riflessi mattone di profonda massa colorante, ruota con bella consistenza e forma archetti molto fitti e regolari, che scendono lenti e morbidi, sintomo di buona alcolicità. L’impatto al naso è di buona intensità, si apre con note di surmaturazione un po alcoliche, frutta cotta scura, confettura di more, visciole sotto spirito, spezie dolci e calde, con finale minerale. Il Sorso è ricco, entra secco, con decisa sensazione alcolica e calorica, morbido al palato con freschezza citrina e tannino un po acerbo e ruvido, di corpo pieno con una tessitura un po evoluta. Note al palato di confettura, liquerizia dolce, vaniglia, con finale delicatamente ammandorlato e salino. Lo abbinerei a dei secondi piatti di carne con lunga cottura, stufati, e formaggi molto stagionati. Caldo e generoso Salento.

2015

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Garnet red color with deep brick red nuances. In the glass, it reveals a good structure; thick and regular tears drop back slowly into the wine, as a proof of a good alcohol content. Intense bouquet, with overripeness and alcoholic inklings, cooked dark fruit perfumes, blackberry marmalade, sour cherries preserved in alcohol, sweet and warm spices aromas and a mineral ending. Rich taste, dry beginning with a strong alcoholic and warm notes, soft at the palate with citrine freshness and unripe rough tannins; full-bodied with a complex texture. Marmalade, sweet licorice and vanilla aromas, with a light almond and salty ending. Ideal with second dishes based on long-cooked meat, stewed meat and seasoned cheese. A warm and generous Salento.

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VITIVINICOLADAGOSTINO.IT


I MAGREDI

PINOT GRIGLIO FRIULI GRAVE DOC VITIGNO/VINES: PINOT GRIGIO REGIONE/REGION: FRIULI ZONA/AREA: PORDENONE

Di colore paglierino delicato, il vino si muove con media consistenza e corpo; gli archetti fluiscono regolarmente. Naso fragrante e pulito, apre con sensazioni di frutta succosa a polpa bianca dolce come pesca, melone, ananas fresco; prosegue con una nota minerale spiccata e fine, seguita da delicati fiori di camomilla. Sorso che apre con buona piacevolezza, secco e con una freschezza decisamente viva; discreta sensazione calorica e delicata morbidezza. Semplice ma espressivo, finemente elegante. Ritorni di frutta fresca agrumata e scorze, mineralità diretta del suo territorio, con buon finale delicato e succoso. Lo abbinerei a del pesce di lago, degli antipasti di mare, un caprino a latte crudo. Piacevole e delicato, una delle migliori espressioni del vitigno in Italia.

The wine has a delicate straw color, it moves with medium body consistency; the arches flow regularly. Nose fragrant and clean, it opens with sensations of juicy fruit with white pulp like peach, melon, fresh pineapple; it continues with a strong and fine mineral note, followed by delicate chamomile flowers. Sip that it opens with good pleasure, it is dry with a decidedly lively freshness; discreet caloric sensation and delicate softness. Simple but expressive, it is a refined wine. The return is with a fresh citrus fruit and peel, direct minerality of its territory, with a good delicate and juicy finish. I would combine it with lake fish, seafood appetizer, raw goat’s milk cheese. It is a pleasant and delicate wine, one of the best expressions of the vine in Italy.

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2017

IMAGREDI.COM

FAGNANI BOLLE SPUMANTE METODO CLASSICO BRUT VITIGNO/VINES: SANGIOVESE, PINOT NERO REGIONE/REGION: TOSCANA, TUSCANY ZONA/AREA: SIENA

The wine shows a bright straw yellow color with delicate golden hues, when it is served, it forms a chaplet at the edges of the glass and rather dense chains with a fairly fine perlage. The olfactory aspect opens clean with subtle hints of yeast, dry pastries, fresh fruit with hints of citrus, lemon peel and cedar, which follows dried fruit with hints of hazelnuts and cashews, for an almost balsamic finish. Its sip oens with fresh citrus notes, followed by fresh fruit and a perlage of which the pleasant mousse is appreciated. I combine it with aperitifs of Tuscan cold cuts and cheeses, first plates based on white ragù of cinta senese. Blanc de Noir creative variant of the Tuscan Sangiovese that goes well with the French Pinot.

Il vino si mostra di colore giallo paglierino di buona luminosità, con delicate sfumature dorate, nel servirlo forma coroncina laterale ai bordi del calice e catenelle piuttosto fitte con perlage abbastanza fine. L’aspetto olfattivo apre pulito e netto, con sottili note di lievito, pasticceria secca, frutta fresca con sentori di agrumi, scorze di limone e cedro, che segue frutta secca con richiami di Nocciole ed Anacardi, per un finale quasi balsamico. Il suo sorso apre con freschissime note agrumate, caratterizzanti e portanti , a cui seguono frutti freschi ed un perlage di cui se ne apprezza la piacevole mousse. Lo abbino ad aperitivi di salumi e formaggi toscani, primi piatti a base di ragù bianco di cinta senese. Variante creativa Blanc de Noir del Sangiovese toscano che si sposa con il francese Pinot.

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2013

VINIFAGNANI.IT

RIGOLOCCIO IL SORVEGLIANTE TOSCANA ROSSO IGT VITIGNO/VINES: CABERNET, PETIT VERDOT REGIONE/REGION: TOSCANA, TUSCANY ZONA/AREA: MAREMMA

Il Vino si mostra di un colore rosso rubino pieno, di bella luminosità ed intensità. Ruotando il calice forma archetti fitti che creano una lacrimazione lenta e regolare, e movimenti che denotano una buona consistenza. L’impatto al naso è abbastanza intenso, si apre con note speziate dolci e vegetali che richiamano erbe aromatiche fresche e pungenti, a cui segue un frutto scuro di ribes maturo e leggera nota di confettura. Il sorso è pieno, secco e di gradevole impatto, abbastanza caldo con morbidezza da sviluppare negli anni. Buona freschezza viva e tannino robusto caratterizzante, in un corpo pieno con note espressive, in un finale mediamente persistente e lievemente amaricante. Da abbinare a secondi piatti di cacciagione e stufati . Il Bordeaux in Maremma

The wine shows a full ruby red color, of a beautiful brightness and intensity. Turning the glass it forms dense arches that create a slow and regular tearing, and movements that show a good consistency. The impact on the nose is quite intense, it is opens with sweet and vegetal spicy notes that recall fresh and pungent aromatic herbs, followed by a dark fruit of ripe and a light note of jam. The taste is full, dry and pleasant, warm enough with softness that it developped over the years. Good lively freshness and strong characterizing tannins, in a full body with expressive notes, in a medium persistent and slightly bitterish finish. To be combined with second plates of game and stews. A kind of Bordeaux in Maremma.

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2014

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RIGOLOCCIO.IT


PELLICOLE DI GUSTO

The Ramen Girl: l’anima giapponese che è in tutti noi A CURA DI LORENZO BIANCIARDI

Correva l’anno 2008 e i noodles e la salsa di soia non avevano ancora conquistato i palati occidentali; noi proprio allora, su queste pagine, cominciavamo l’avventura di raccontarvi, mese per mese, l’intreccio saporito che unisce cinema e gusto. Torniamo a quel periodo, quando uscì nelle sale The Ramen Girl, una pellicola del regista americano Robert Allan Ackerman, che avrebbe reso i ramen, gli “spaghetti” in brodo tipici della cucina tradizionale giapponese, famosi agli occhi di mezzo mondo. Certo, suona strano oggi che siamo circondati di ristoranti cinesi, giapponesi e coreani, ma all’epoca la cucina orientale non era ancora di moda e il film, infatti, non passò inosservato. Forse per la sua storia semplice, che racconta della classica ragazza americana della porta accanto, Abby (l’attrice Brittany Murphy), appena trasferitasi a Tokyo, una città così diversa dalla sua. O forse per il linguaggio senza troppi artifici che ci trasmette tutta la solitudine di chi è appena stata lasciata dal fidanzato e si trova ad affrontare questa nuova condizione in una società lontana dalla propria. Oppure, e questa è l’impronta più interessante, perché sullo schermo andò in scena un vero “manifesto” della cultura gastronomica giapponese. «Una ciotola di ramen racchiude in sé un intero

universo, la vita che viene dal mare, dalle montagne e dalla terra. Tutte queste vite convivono in perfetta armonia. E tutto viene tenuto insieme dal brodo, che dà vita al ramen». È bello seguire passo passo l’educazione culinaria di Abby, finita per caso a imparare i segreti della cucina giapponese nel ristorante sotto casa. A insegnarle i trucchi del mestiere il burbero proprietario Maezumi, con tanto talento e passione, ma certamente poca pazienza. Nei ramen di Abby, nonostante i tentativi, continua a mancare qualcosa, le rimprovera il suo «sensei» (maestro in giapponese): nel suo brodo infatti non c’è anima; troppi i pensieri e i rumori che la ragazza ha in testa. Il problema, spiega la saggia madre di Maezumi, è che non si deve cucinare con la sola tecnica, perché l’ingrediente principale resta il cuore. E quello certo non manca alla caparbia protagonista, pronta a tutto pur di imparare l’arte dei ramen. Riuscirà alla fine a mettere dentro la ciotola quel tocco speciale che tanto aveva cercato, così da emozionare i commensali? Senza rivelare troppo, accenniamo soltanto alla sua ultima creazione, la “Dea del Ramen”, quella variante della zuppa tradizionale preparata con l’aggiunta di carote, mais e peperoni. Sarà quella a mettere l’acquolina in bocca agli spettatori, svelandoci se Abby abbia o meno un’«anima giapponese». Oggi quest’anima l’abbiamo più o meno tutti quanti, pronti come siamo a farci ammaliare dalla magia della cucina giapponese. Ma a quei tempi, fidatevi, era ben più difficile da scovare dentro di noi…

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food&beveragenda

15/03

16/02

TRIESTE

OLIO CAPITALE

RIMINI

BEER ATTRACTION 16 – 19 febbraio 2019 Beer Attraction è la fiera internazionale dedicata alle specialità birrarie, birre artigianali, bevande e food per il canale Horeca. L’evento giunto alla sua quinta edizione è diventato punto di riferimento per tutti gli operatori del foodservice. Da un lato è presente la più completa offerta nazionale internazionale di birre e bevande, dall’altro, con il brand Food Attraction, tutto il food per il canale horeca. Un format originale e innovativo che unisce le specialità birraie alle specialità food per la ristorazione fuori casa. Beer Attraction in programma da sabato 16 a martedì 19 febbraio 2019, si rivolge esclusivamente agli operatori professionali della filiera. Solo la giornata di sabato 16 febbraio è aperta anche al mondo dei foodies e beer lovers. L’intera filiera viene rappresenta anche grazie alla contemporaneità con Bbtech Expo, la fiera professionale delle tecnologie per birre e bevande. La formula vincente di “fiera nella fiera” mette in relazione tutti i produttori di bevande con le aziende di materie prime, tecnologie processing e packaging. W BEERATTRACTION.IT

09/03

17/02

ERBUSCO (BS)

FESTIVAL ITALIANO DEL POTATORE

FAENZA (RA)

VINI AD ARTE 17 – 18 febbraio 201 Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (RA) si prepara ad accogliere anche in questo 2019 il meglio della produzione vinicola della Romagna per la nuova edizione di “Vini ad Arte”, evento che porta all’attenzione internazionale l’anteprima del Romagna Sangiovese. Sotto la regia del Consorzio Vini di Romagna, gli spazi del MIC ospiteranno 50 produttori che presenteranno al pubblico, agli operatori del settore Ho.Re.Ca. e alla stampa internazionale – in visita anche a vigneti e cantine del territorio – le nuove annate di Romagna Sangiovese e Albana. “Vini ad Arte” anche per il 2019 si conferma l’appuntamento enologico di riferimento per cogliere l’evoluzione della Romagna, grazie alla presenza delle cantine romagnole più rappresentative unite a dar voce a un territorio unico, ricco di eccellenze e peculiarità enogastronomiche, artistiche e culturali. W CONSORZIOVINIDIROMAGNA.IT

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9 marzo 2019 Gli specialisti italiani Simonit&Sirch hanno ideato il 1° Festival italiano del Potatore in Italia. Il Festival, una novità assoluta per l’Italia, si terrà ad Erbusco, in Franciacorta, nei vigneti di Bellavista, azienda che per prima ha sposato il metodo rivoluzionario di potatura, oggi praticato in tutte le realtà del gruppo Terra Moretti Vino. Il Contest è aperto a tutti coloro che vorranno mostrare le proprie abilità in una competizione che premierà accuratezza dei tagli e velocità. Saranno ammessi 100 iscritti che potranno disputare gare individuali e a squadre. La giuria, costituita da tecnici Simonit&Sirch e da altri esperti internazionali di potatura, decreterà i migliori classificati nelle varie categorie. Pruning Contest sarà il cuore di una giornata dedicata al saper fare in vigna aperta a tutti con ingresso gratuito, potatori, famiglie, amici e appassionati. Speaker della gara, che inizierà alle 9.00, sarà Federico Quaranta, noto autore e conduttore del programma radiofonico Decanter su Radio 2 e conduttore di Linea Verde su Rai 1. W FESTIVALDELPOTATORE.IT

15 – 18 marzo 2019 Visto il successo ottenuto nelle precedenti edizioni, Olio Capitale – il salone degli oli extravergini tipici e di qualità in programma dal 15 al 18 marzo alla Stazione Marittima di Trieste – ha confermato anche per il 2019 le iniziative speciali riservate a compratori professionali di olio extravergine d’oliva, grossisti e a distributori per il canale HoReCa, per il dettaglio alimentare e per le oleoteche di maggior prestigio. Buyer nazionali e internazionali che ogni anno si danno appuntamento alla fiera di Trieste per assaggiare i migliori prodotti italiani e, incontrando direttamente i produttori, toccare con mano le nuove opportunità offerte dal mercato. Un’occasione da non perdere anche per quei distributori di vini che vogliono ampliare la loro offerta con l’olio extravergine di oliva, vero testimone della cultura, del territorio, del paesaggio e delle persone che lo producono.

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OLIOCAPITALE.IT


TRENTO

VINIFERA 23 – 24 marzo 2019 Vinifera, il Salone dei vini artigianali dell’arco alpino, sarà l’occasione per appassionati e curiosi di scoprire oltre 60 produttori provenienti dal territorio alpino e prealpino, dell’Italia ma anche di Austria, Francia, Svizzera e Slovenia. La due giorni del Salone sarà anticipata dal Forum, una serie di appuntamenti che si svolgeranno in varie località della provincia nelle settimane precedenti, con eventi dedicati all’effetto dei cambiamenti climatici sulla viticoltura, degustazioni alla cieca, focus territoriali come quello sulla Valle d’Aosta e su nicchie produttive come quella del vermouth. Tra gli approfondimenti già confermati in fiera, Matteo Gallello, caporedattore di Porthos, guiderà i presenti in una degustazione geosensoriale secondo il metodo proposto dal professore Jacky Rigaux nel libro Il Vino Capovolto. Un secondo laboratorio si concentrerà sui vitigni resistenti, esplorando lo stato dell’arte delle ricerche e della sperimentazione in quest’ambito e le prospettive future di questo settore. Ai Dolomitici – il gruppo nato per valorizzare l’originalità e la diversità della viticoltura trentina – toccherà il compito di presentare il Perciso, il vino simbolo della sapienza contadina nato da un progetto condiviso da 10 tra le migliori realtà vitivinicole del Trentino. I Dolomitici hanno infatti deciso di unire le forze per garantire la conservazione di un antico vigneto e produrvi un vino che esprima l’essenza di questa antica varietà e il sapore della terra in cui affonda le sue radici. Un’altra degustazione, guidata da Gianpaolo Giacobbo, sarà dedicata ai vini rifermentati in bottiglia sui lieviti provenienti dall’Arco Alpino, dalla Liguria fino alla Slovenia. W VINIFERAFORUM.IT

23/03

Lecce, FOODEXP

07/04 VERONA

17/04

VINITALY 7 – 10 aprile 2019 Vinitaly ha bisogno di poche presentazioni. La fiera leader in Italia del comparto wine ha da mesi fatto sold out degli spazi espositivi. La 53ma edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati, nonostante l’aumento della superficie netta disponibile, ha già chiuso le prenotazioni. Nel 2018, Vinitaly ha registrato la presenza di 4.461 espositori da 35 Paesi, su una superficie netta di 95.449 metri quadrati, e 128 mila presenze. Le novità di quest’anno si chiamano Organic hall e Vinitaly design. Il primo spazio è ospitato nel padiglione F, che accoglierà Vinitalybio e la collettiva di produttori artigianali dell’associazione Vi.Te (Vignaioli e territori). Sempre nel padiglione F la presenza di Enolitech è stata razionalizzata, dando spazio anche al nuovo salone Vinitaly Design, che propone prodotti e oggettistica per la degustazione, il servizio, gli arredi per cantine, enoteche e ristoranti, confezioni regalo. Una iniziativa che consente di mantenere all’interno di Enolitech unicamente le tecnologie e le attrezzature per la produzione, in vista del cambio di cadenza della rassegna che dal 2020 si svolgerà negli anni pari in concomitanza con Fieragricola. Novità anche per il catalogo online e la guida di Vinitaly che amplia da tre a nove le lingue a disposizione dei buyer. W VINITALY.COM

TOKYO

15/04 LECCE

FOODEXP 15 – 17 aprile 2019 Saranno i FoodChangers, cuochi per il cambiamento in grado di incidere sulla vita dei territori, oltre che portatori sani di una peculiare cultura gastronomica, i protagonisti della seconda edizione di FoodExp – food life experience, l’evento dedicato alla ristorazione, la cucina e l’hospitality d’autore. Le sale quattrocentesche di Torre del Parco, dimora alle porte del capoluogo salentino, ospiteranno per un grande evento aperto al pubblico, i più grandi chef mondiali che hanno fatto della cucina un laboratorio di idee e di valori, della dispensa una biblioteca edibile, del rispetto del pianeta una pratica giornaliera, diventando esploratori e portavoce di un nuovo umanesimo. W FOODEXP.IT

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WINE AND GOURMET JAPAN 17 – 19 aprile 2019 Tutto pronto per la decima edizione di Wine & Gourmet Japan. Un evento lungo tre giorni che avrà luogo al Tokyo Big Sight a Tokyo, in Giappone, e che accoglierà oltre 80.000 visitatori trade provenienti da tutto il Paese e non solo, anche dal Sud Est asiatico e dall’Oceania. Wine & Gourmet Japan è l’unica piattaforma di business dedicata agli alcolici e ai prodotti Gourmet in Giappone con visitatori appartenenti a tutti i segmenti dell’industria alimentare grazie alla concomitanza di sei saloni: FABEX, Dessert, Sweets, Bakery & Drink Festival, Japan Meat Industry Trade Fair, Halal Market Fair e Japan Noodle Trade Fair. Il concetto distintivo della manifestazione attirerà un vasto range di buyer, da importatori, distributori, grossisti e società commerciali di prodotti gourmet e vino, a operatori del settore della ristorazione. W WINEANDGOURMETJAPAN.COM


TENDENZE SPARKLING a cura di Chiara Martinelli

PAESAGGI EROICI

SFIDA DA CONEGLIANO VALDOBBIADENE Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene rinnovano la loro candidatura per entrare nella lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità. Un percorso avviato nel 2008 in attesa di un responso che avverrà dopo il 10 luglio di questo anno, quando si concluderanno i lavori della commissione a Baku, in Azerbaigian. “Vogliamo ringraziare tutti coloro che credono in questo progetto, dai rappresentanti del Governo e dei Ministeri competenti per il costante valido lavoro profuso, al Comitato scientifico guidato dal professor Mauro Agnoletti, con il contributo di ottimi professionisti, per l’efficacia in termini temporali nell’elaborazione del nuovo dossier” commenta Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. “Un riconoscimento - sostiene Nardi - riconducibile all’encomiabile lavoro svolto dal governatore Luca Zaia, le Amministrazioni comunali e la Regione Veneto. Il rinvio ufficiale della candidatura, deciso in occasione della sessione della Commissione Unesco il 30 giugno 2018 nel Bahrain, ha comportato approfondimenti e revisione della documentazione secondo precise indicazioni della Commissione. Il dossier, approfondito e revisionato in tutta la documentazione sotto precise indicazioni della Commissione, è stato presentato a Parigi lo scorso 25 gennaio presso gli uffici Unesco. Quando il valore del paesaggio è frutto della tradizione spumantistica, della cultura e del lavoro dell’uomo in armonia con la natura

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PROSECCO.IT

Paesaggio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco candidato a Patrimonio Unesco. _photo credits Arcangelo Piai

SOTTO I RIFLETTORI

MASTERCHEF 2019 Cantine Ferrari e Tenute Lunelli sono entrate ufficialmente a far parte del talent show culinario più seguito del momento, MasterChef Italia, in onda dal 17 gennaio su Sky Uno HD. I vini umbri delle Tenute Lunelli sono i protagonisti delle ardite sfide tra i 20 concorrenti di fronte al consueto parterre di giudici composto da Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri, cui si aggiunge quest’anno Giorgio Locatelli, una stella Michelin, proprietario della Locanda Locatelli di Londra. I must have della competizione in accompagnamento ai fantasiosi piatti degli aspiranti Masterchef sono il Ferrari, il “Carapace”, il Montefalco Sagrantino delle Tenute Lunelli: quest’ultimo accompagnerà i piatti più strutturati raccontando la forza della terra umbra attraverso il suo vitigno più emblematico, il Sagrantino, mentre le bollicine Ferrari si adatteranno con la loro estrema versatilità alle incredibili performance gastronomiche che i concorrenti dovranno presentare superando se stessi in ogni puntata. I vini del Gruppo Lunelli sono stati protagonisti anche di MasterChef All Stars, programma dello scorso dicembre dove 16 stelle dei fornelli si sono sfidati davanti ai giudici Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo, affiancati in ogni puntata da un terzo giurato speciale, ovvero Joe Bastianich, Antonia Klugmann, Iginio Massari e Giorgio Locatelli. I vini del Gruppo Lunelli partner dell’ottava edizione di MasterChef Italia e di MasterChef All Stars W MASTERCHEF.SKY.IT

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METODO CLASSICO

I SUCCESSI DEL 2018 Un 2018 entusiasmante per Lessini Durello che arriva a un imbottigliato di Metodo Classico pari a centomila bottiglie con un incremento del 64% e una resa in totale di un milione di bottiglie. Lo spumante metodo classico è stato foriero di riconoscimenti, Wine Entushiast lo ha definito “tra i migliori vini d’Italia” insieme al premio Euposia come miglior Metodo Classico da vitigno autoctono. Al recente evento Spumantitalia tenutosi a Pescara, Lessini Durello è stato protagonista di molte cene nei migliori ristoranti della città, con seminari e focus. -“Ci aspetta un 2019 intenso e ricco di eventi – ha commentato Alberto Marchisio, presidente del Consorzio – saremo a Wine Paris a febbraio, poi a Dusseldorf per Prowein e infine torneremo anche quest’anno in Giappone, paese che ha accolto con entusiasmo il Lessini Durello e che sta iniziando a darci grandi soddisfazioni”. Numeri in crescita e ambiziosi riconoscimenti illuminano il futuro delle bollicine venete W MONTILESSINI.COM


DISTILLATI & CO. a cura di Carlotta Lettieri

LIBRI

GIUSEPPE VACCARINI RACCONTA LA STORIA DELLA GRAPPA L’essenza dell’unico distillato esclusivamente italiano è raccontata ne “Il grande libro della grappa”, un vero e proprio manuale scritto da Giuseppe Vaccarini, presidente ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana che ripercorre la storia della più famosa acquavite italiana. Un libro realizzato a quattro mani con il celebre giornalista gastronomico Cesare Pillon, frutto di un approfondito e meticoloso lavoro di ricerca sul campo, interviste e confronto con realtà storiche del territorio italiano legate alla creazione dell’acquavite. Una preziosa guida supportata da foto e curiosità che fornisce al consumatore gli strumenti per orientarsi autonomamente nella varietà delle bottiglie presenti sul mercato con preziosi consigli su abbinamenti tra grappa ed esclusive ricette create ad hoc da grandi chef. Segreti, curiosità e abbinamenti firmati da grandi chef in un viaggio alla scoperta della più aristocratica delle essenze

RINNOVAMENTO

ANCHE LA GRAPPA DIVENTA SOCIAL In attesa del raggiungimento dell’Indicazione geografica protetta (sono al lavoro nelle sedi del Mipaaft l’Istituto Nazionale e quello del Trentino della grappa), l’Istituto Tutela Grappa del Trentino, forte del rinnovamento delle cariche di consiglio presiedute da Mirko Scarabello, sta puntando tutto sul rinnovamento della comunicazione per un prodotto che è sempre più apprezzato dai giovani, i cosiddetti millennials. «E’ a loro che dobbiamo guardare, spiega il presidente dell’Istituto, Mirko Scarabello – e ai nuovi modi di consumo dei nostri prodotti, sono loro infatti i consumatori di oggi, ma soprattutto di domani e come Istituto ci stiamo adeguando a una comunicazione diversa dal passato». A partire dal completo restyling del sito, che sarà presentato entro la primavera, ottimizzato come strumento bilaterale utilizzabile dagli appassionati anche per organizzare le proprie visite alle distillerie trentine grazie a un sistema di geolocalizzazione. A questo sta seguendo tutta una campagna di rinnovamento della gestione dei social network che presto saranno protagonisti di concorsi interattivi tra consumatori. Insomma cambia il modo di consumare, ma anche quello di comunicare lo storico distillato italiano, la Grappa del Trentino, che oggi conta 24 soci dei quali 21 sono distillatori e rappresentano la quasi totalità della produzione trentina ed ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”. L’istituto Tutela Grappa Del Trentino rinnova la comunicazione del prodotto e punta sui millennials

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GRAPPATRENTINADOC.IT

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EXTRAVERGINE NEWS a cura di Giulia Montemaggi RISULTATI

TOSCANA IN CONTROTENDENZA

LA CRISI DELL’OLIO ITALIANO

TRA POCA PRODUZIONE, MALATTIE E IMPORTAZIONI Dopo l’annus horribilis del 2014 e i risultati disastrosi del 2016, il comparto oleario italiano torna a fare i conti con un’altra annata deludente. A cominciare dalla produzione che, dimezzata dal maltempo e dal batterio Xylella, si è fortemente avvicinata, come sottolinea Coldiretti, ai minimi storici. Si è chiusa, infatti, con un calo del 57% la campagna olearia 2018-2019 con un crollo dei raccolti tale che il totale è stato sotto i 200 milioni di chili (185 per la precisione, secondo i dati Ismea). Una situazione che, salvo rare eccezioni, ha coinvolto gran parte della Penisola. Al Sud, nello specifico, le stime di Coldiretti parlano di perdite del 65% per la Puglia, principale regione di produzione con 87 milioni di chili, del 38% per la Calabria, a quota 47 milioni, del 25 e del 30% rispettivamente per la Sicilia, che riporta una produzione di 39 milioni di chili, e la Campania, a 11,5 milioni. E se al Nord si registra un incremento del 30%, il flusso negativo continua al centro Italia con una resa olivicola diminuita del 20% in Abruzzo e nel Lazio. Ammontano, inoltre, a 25 milioni gli ulivi compromessi dai cambiamenti climatici in zone particolarmente vocate lungo tutta la Penisola. Ad aggravare il quadro sopraggiunge l’esponenziale aumento delle importazioni dall’estero - per il 2019 Coldiretti parla di due bottiglie su tre di olio straniero sul mercato nazionale- e i rischi ad esso correlati, come frodi e sofisticazioni. Una drammatica concatenazione di conseguenze a cui Coldiretti ha deciso di opporre il proprio piano “SalvaOlio”, presentato ad inizio gennaio al ministro Gian Marco Centinaio in occasione della manifestazione degli agricoltori davanti al Mipaaf. Un piano di 10 punti a cui il ministro ha dato pieno appoggio e che prevede l’attuazione di misure di tutela in merito ai danni delle gelate, alla Xylella, alle frodi e alle sofisticazioni. Una campagna produttiva ai minimi storici che, con un crollo dei raccolti di 200 milioni di chili, si chiude a meno 40%

E se la produzione nazionale di olio per il 2018 scarseggia da Nord a Sud, la Toscana va in controtendenza offrendo un quadro tutt’altro che scoraggiante: con una crescita, infatti, del 30% sull’anno passato, in cui si erano registrati 100 milioni di litri, la regione è uno dei pochi territori italiani che, come riferisce una nota di Confcooperative-FedAgriPesca Toscana, “può vantare un segno più sulle stime produttive, con punte in alcune zone che arrivano fino ad un incremento del 50%”. Risultati importanti che, pur indicando i progressi del settore, non riescono ad eguagliare quelli del passato. “Siamo ancora lontani - commenta nella nota il vicepresidente di Confcooperative-FedAgriPesca Toscana Ritano Baragli - dai livelli di dieci anni fa, quando si toccavano punte di 200 milioni di litri, ma già quest’anno siamo in ripresa”. Eccellenti i riscontri sul fronte qualitativo, con olive sane e non soggette all’attacco della mosca.

SALVAOLIO

I 10 PUNTI DEL PIANO “SALVAOLIO” 1 - Avviare un nuovo Piano Olivicolo Nazionale (“Piano 2.0”) per rilanciare il settore. 2 - Garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle calamità che hanno colpito importanti aree del Paese. 3 - Esprimere solidarietà all’olivicoltura salentina compromessa dalla Xylella, sostenendola con azioni concrete, come l’immediata attuazione del Decreto sullo stato di emergenza. 4 - Dare maggiore trasparenza all’attribuzione dei finanziamenti OCM e difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei Negoziati Internazionali. 5 - Approvare le proposte di Riforma dei Reati Alimentari. 6 - Pretendere l’obbligo della Registrazione Telematica degli oli commercializzati in tutti gli Stati membri. 7 - Difendere il Panel Test. 8 - Promuovere una maggiore trasparenza dell’Indicazione obbligatoria dell’origine dell’etichetta, per l’olio extravergine di oliva e per le olive da tavola. 9 - Promuovere la conoscenza e la cultura dell’olio Evo tra i consumatori. 10 - Eliminare il segreto di Stato sui flussi di importazione.

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NEWS BIO&GREEN

UN’ETICHETTA CHIARA PER I VINI NATURALI Giampiero Bea, presidente di ViniVeri, parla di quanto ottenuto finora e i prossimi obiettivi del movimento A CURA DI MARINA CIANCAGLINI

Nel mondo dei vini naturali c’è sempre fermento, anche per la fetta di mercato che continua a ritagliarsi; non solo in termini numerici dove resta un comparto di nicchia, ma soprattutto per l’interesse che suscita, da parte di media, operatori e consumatori. Prova ne è l’aumentare di fiere ed eventi dedicati. Gli stessi sono spesso organizzati da associazioni e consorzi che raggruppano vignaioli, separati da questioni politiche più che da reali differenze sui metodi di lavoro in vigna e in cantina. Uno degli apripista di istanze riguardo questo settore è Angiolino Maule, presidente di Vinnatur, che ha strutturato una certificazione sul vino naturale, con un relativo sistema di controllo, per i propri associati. Nella dialettica del movimento, anche ViniVeri, consorzio che rappresenta un’altra voce importante, propone, tramite il presidente Giampiero Bea, un ulteriore elemento di discussione. Ovvero, la proposta non tanto di una certificazione ma di un’etichetta trasparente, dove riportare dei dati a tutela del con-

sumatore. A marzo 2017, a seguito di una richiesta da parte del Consorzio Vini Veri al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per poter indicare in retro etichetta diciture relative al contenuto di solforosa o la mancanza di aggiunte di altre sostanze ammesse per uso enologico, è stato dato parere positivo. Cosa rappresenta questo per la definizione dei vini naturali? “È stato un passo fondamentale, anche se rimangono delle indicazioni su base volontaria da parte dei vignaioli”. Quindi, secondo lei, è la trasparenza di un’etichetta “parlante” la strada da intraprendere per il vino naturale, anziché una vera e propria certificazione, percorso intrapresa da altre Associazioni? “Sì, io non credo in una certificazione perché non credo fino in fondo ai controlli. Se il vignaiolo riporta determinati dati nell’etichetta legale deve prendersi la responsabilità di affermare il vero, così come lo fa

per altri valori, come la gradazione alcolica. La strada è ancora lunga, c’è da fare un grande lavoro di comunicazione”. Qual è il passo successivo per ottenere una riconoscibilità immediata in questo comparto? “Un logo emanato dal Ministero e utilizzabile dai vignaioli che rispettano certi requisiti. Voglio cercare di rendere riconoscibile un modo di lavorare chiaro e pulito”. L’etichettatura trasparente prevede anche un ruolo più attivo nel consumatore? Certi dati, come il valore della solforosa bisogna anche essere in grado di essere letti. “È vero, il lavoro di comunicazione va fatto anche su di loro. Ma è anche vero che spesso il consumatore medio dei vini naturali è di solito informato e non può che non apprezzare delle informazioni aggiuntive che lo tutelano”.

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Un’etichetta trasparente, dove riportare dei dati a tutela del consumatore


LUPPOLO E DINTORNI

AVETE MAI VISTO UN CAMPO DI LUPPOLO? Realizzare un’intera filiera di produzione di birra artigianale Made in Italy. Utopia? Forse non più A CURA DI STEFANIA ABBATTISTA

A fine gennaio si è concluso “Luppolo.it”, il primo progetto di ricerca nazionale sul luppolo finanziato nel 2016 dal Mipaaft (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo) e coordinato per due anni dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). Quella del luppolo è una delle cosiddette “filiere minori”, al pari della canapa e del cardo. Minore, coerentemente con l’idea di un prodotto che attingeva le sue materie prime dall’estero. E dall’estero traeva la principale ispirazione. Ma è ancora così? I numeri iniziano a parlare chiaro. Non è più così perchè la birra in Italia viene prodotta e consumata a ritmo crescente, e il suo gradimento rende ormai prioritario affinarne le tecniche produttive, così come la coltivazione delle materie prime. “Nel 2016 – spiega Katya Carbone, coordinatrice del progetto Luppolo.it - si importava luppolo per il 100% della birra prodotta in Italia, mentre il malto veniva importato al 70%. Nel 2018 siamo passati al 50% di malto importato (dati Assobirra). Per il luppolo invece siamo arrivati a poco meno di 60 ettari coltivati in Italia”. In soli due anni, insomma, c’è già stato un bel cambiamento. Per dare una proporzione, dai 100 ai 200 ettari di luppolo già basterebbero a coprire il fabbisogno dei piccoli birrifici artigianali in Italia oggi. CREA ha fatto un grande lavoro di ricerca, ha censito 88 aziende (da 1000 mq in su), per 56 ettari totali. Oggi il settore brassicolo è in salute: conta 1371 aziende attive, con un trend in crescita (fonte: microbirrifici.org). E adesso cosa succederà?

“Adesso siamo in attesa di capire se potrà esserci un nuovo finanziamento da parte del Ministero - racconta Katya Carbone -, in caso positivo, il CREA potrà riprendere le sue attività di studio e ricerca, ripartendo dai punti più urgenti e critici. Il comparto è in continua crescita e il 2017 in particolare ha portato ad un aumento record. Nella produzione, nell’esportazione, nel consumo pro-capite di birra”. Non è così inutile specificare che si parla sempre e soltanto di settore artigianale. Al quale l’industriale si aggancia con precisa strategia comunicativa, per sfruttarne la scia. Il filone “crafty found” vede infatti i grandi nomi della birra industriale ispirarsi a produzioni “regionali”, con ingredienti particolari che evocano appunto una spiccata territorialità, oppure sottolineano fin dal nome in etichetta una discreta quantità di luppoli diversi. Segno che la birra artigianale “tira” eccome. È migliorata la disponibilità di materie prime, cresciuto il settore cerealicolo, aumentata l’occupazione giovanile. In un periodo di crisi stiamo assistendo ad una controtendenza, e le prospettive sono molto buone. Il sostegno pratico e istituzionale resta imprescindibile, ma la strada sembra essere quella giusta. “Con l’ultima legge di bilancio è stato introdotto ance un calo del 40% delle accise”, sottolinea la Carbone, che aggiunge: “la volontà di continuare, da parte del Governo, sembra esserci. Noi chiaramente auspichiamo di poter proseguire nel nostro lavoro. Poi si vedrà”. Di certo c’è che – ci venga perdonato il gioco di parole – quando un settore è in fermento come in questo caso, è davvero un peccato lasciarlo cadere.

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KATYA CARBONE Ricercatrice del Crea e coordinatrice del progetto Luppolo.it

È migliorata la disponibilità di materie prime, cresciuto il settore cerealicolo, aumentata l’occupazione giovanile. In un periodo di crisi stiamo assistendo ad una controtendenza


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Only Wine Festival, Città di Castello

Calendario Eventi 2019

03/2019 2-3 MARZO

SALON DES VINS DE BRIVE-LA-GAILLARDE

02/2019 4-5 FEBBRAIO

SALON DES VINS DE LOIRE Angers (Francia) www.salondesvinsdeloire.com

9-11 FEBBRAIO

SORGENTE DEL VINO LIVE Piacenza sorgentedelvinolive.org/it

11-13 FEBBRAIO

VINISUD

Montpellier (Francia) www.vinisud.com/fr

13-16 FEBBRAIO

BIOFACH

Norimberga (Germania) www.biofach.de

14-17 FEBBRAIO

I MIGLIORI VINI ITALIANI Roma www.imiglioriviniitaliani.com

15-17 FEBBRAIO

SALON VINIFRANCE DE LIMOGES Limoges (Francia) www.limoges.salon-vinifrance.fr

Brive la Gaillarde www.brive.salon-vinifrance.fr

3-4 MARZO

LIVE WINE

Milano www.livewine.it

3-4 MARZO

TERRE DI TOSCANA Lido di Camaiore (Lu) terreditoscana.info

4-5 MARZO

VINEXPO NEW YORK New York (Stati Uniti) www.vinexponewyork.com

5-7 MARZO

AGRAME

Dubai (Emirati Arabi) www.agramiddleeast.com/en

SALON DES VINS D’AUXERRE 2019 Auxerre (Francia) www.auxerre.salon-vinifrance.fr

VINIVERI

Cerea (Vr) www.viniveri.net

6-8 APRILE

VINNATUR TASTING

7-10 APRILE

VINITALY

Verona www.vinitaly.com/it

15-17 MARZO

INVENTA

Stoccarda (Germania) www.inventa.info

7-10 APRILE

ENOLITECH

Verona www.enolitech.it

17-19 MARZO

PROWEIN

Düsseldorf (Germania) www.prowein.it

7-10 APRILE

SOL&AGRIFOOD Verona www.solagrifood.com

BEER ATTRACTION

17-19 APRILE

Rimini www.beerattraction.it

WINE&GOURMET JAPAN

Tokyo www.wineandgourmetjapan.com

23-24 FEBBRAIO

VINNATUR ROMA

27-28 APRILE

Roma www.vinnatur.org

ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello www.onlywinefestival.it

24-27 FEBBRAIO Massa www.tirrenoct.it

5-7 APRILE

Sarego (Vi) www.vinnatur.org

15-17 MARZO

16-19 FEBBRAIO

TIRRENO CT

04/2019

Terre di Toscana, Lido di Camaiore (Lu)

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Packaging Première è l’unico evento in Italia che si pone come punto d’incontro di designer, produttori di packaging di lusso e brand internazionali

05/2019

28-30 MAGGIO

06/2019

Milano www.packagingpremiere.it

1-3 GIUGNO

PACKAGING PREMIÈRE

ITALIA IN ROSA Monica del Garda www.italiainrosa.it

13-16 MAGGIO

VINEXPO BORDEAUX

5-11 GIUGNO

Bordeaux www.vinexpobordeaux.com

RADICI DEL SUD

19-21 MAGGIO

Bari www.radicidelsud.it

Napoli www.vitignoitalia.it

20-21 GIUGNO

VITIGNO ITALIA

ENOVITIS IN CAMPO

21-23 MAGGIO

Montepulciano www.enovitisincampo.it

LONDON WINE FAIR Londra www.londonwinefair.com

Enovitis in Campo, Montepulciano

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VIGNA & CANTINA

BUROCRAZIA È GARANZIA PER IL CONSUMATORE Etichette a norma di legge. Ecco tutto ciò che c’è da sapere A CURA DI ELISA BERTI

Prima dell’entrata in vigore dell’OCM del 2008 i vini comunitari erano classificati in tre categorie: i V.Q.P.R.D. (Vini di qualità prodotti in regioni determinate), i vini IGT (Indicazione geografica Tipica) e i Vini da Tavola. I V.Q.P.R.D., a loro volta, includevano le DOC (Denominazioni di Origine Controllata) e le DOCG (Denominazioni di Origine Controllata e Garantita). Con la nuova OCM la classificazione dei vini viene rimodulata nelle seguenti due categorie: 1. vini con denominazione geografica: sono i vini che vantano uno specifico legame con il territorio geografico; si distinguono in vini DOP (Denominazione di Origine Protetta) e vini IGP (Indicazione Geografica Protetta); nella categoria dei vini DOP sono confluiti le DOC e le DOCG,in quella dei vini IGP sono confluiti i vini IGT. 2. vini senza denominazione geografica (o senza DOP/IGP): sono i vini che non vantano uno specifico legame al territorio; si distinguono in vini varietali (se rivendicano l’utilizzo di particolari vitigni e/o dell’annata diproduzione) o vini generici (o vini comunitari). A seguito della nuova classificazione, anche i vini confluiscono nel sistema delle DOP e IGP, già adottato dalla Commissione Agricoltura UE ai sensi del Reg. Ue 1151/2012 per la tutela dei prodotti agroalimentari che vantano uno specifico legame con il territorio di produzione (es. Parmigiano Reggiano DOP,…).

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Con la nuova OCM la classificazione dei vini viene rimodulata in due categorie


TANTE NORME DA RISPETTARE, TANTI ACCORGIMENTI DI CUI TENER CONTO, TANTE INFORMAZIONI IN POCO SPAZIO: È TUTTA QUESTIONE DI ETICHETTA

I vini DOP e IGP devono riportare in etichetta le seguenti indicazioni (Reg. Ce 1308/2013): 1. la denominazione di origine o l’indicazione geografica seguita, dall’espressione “Denominazione di origine protetta” o DOP, “Indicazione geografica protetta” o IGP, oppure dalle relative menzioni tradizionali in uso nel Paese; 2. il titolo alcolometrico volumico effettivo; 3. l’indicazione della provenienza; 4. l’indicazione dell’imbottigliatore o, per le categorie dei vini spumanti, del produttore o venditore e, se presente, dell’importatore nel caso di vini importati; 5. l’indicazione del tenore di zucchero, per le categorie dei vini spumanti; 6. la presenza di allergeni; 7. il numero di identificazione e/o lotto; 8. l’annata delle uve, solo per i vini DOP (D. Lgs. 61/2010); 9. l’indicazione della quantità. Tutte le indicazioni obbligatorie - ad eccezione del lotto, di quelle concernenti la presenza di allergeni e, ove necessario, dell’importatore - devono figurare nello stesso campo visivo principale, in modo che possano essere lette contemporaneamente senza necessità di ruotare il recipiente. 1.La normativa contempla la possibilità di sostituire le indicazioni DOP e IGP con le corrispondenti menzioni di DOC o IGT. Il termine Denominazione di Origine Protetta e/o la relativa menzione tradizionale italiana può essere omesso per i seguenti vini: Asti, Marsala, Franciacorta, come stabilito dal Reg. Ce 607/2009 all’art. 59. 2.Il valore del titolo alcolometrico effettivo deve essere riportato per unità o mezze unità di percentuale di volume e può essere preceduto dai termini “titolo alcolometrico effettivo” o “alcole effettivo” o dall’abbreviazione “alc” e seguito dal simbolo “% vol” (Reg. Ce 607/2009). Dimensioni: • minimo 5 millimetri, se il volume nominale è

superiore a 100 centilitri; minimo 3 millimetri, se il volume nominale è pari o inferiore a 100 centilitri e superiore a 20 centilitri; • minimo 2 millimetri, se il volume nominale è pari o inferiore a 20 centilitri. Tale indicazione per i vini DOP/IGP deve essere riportata utilizzando le seguenti indicazioni: • “vino di …” oppure • prodotto in …” oppure • prodotto di…” oppure termini equivalenti. •

ONLY WINE FESTIVAL Il SALONE dei GIOVANI PRODUTTORI e delle PICCOLE CANTINE

27/28 Aprile2019 CITTÀ DI CASTELLO

In etichetta deve figurare il nome dell’imbottigliatore, preceduto dai termini “imbottigliatore …” oppure “imbottigliato da ...”. Il Marchio di impresa non può sostituire il nome dell’imbottigliatore. I riferimenti all’imbottigliatore, produttore e venditore possono essere sostituiti dal codice dello stabilimento attribuito dall’ICQRF seguito dalla sigla IT, a condizione che in etichetta figuri per esteso il nome (o la ragione sociale) e l’indirizzo di un soggetto che partecipa al circuito commerciale. 5. Tale indicazione è obbligatoria solo per i vini spumanti, vini spumanti gassificati, vini spumanti di qualità o vini spumante aromatici di qualità, ed è disciplinata dal Reg. Ce 607/2009 art. 58. Brut nature - se il tenore di zucchero è inferiore a 3 g/l; tali termini possono essere usati unicamente per i prodotti che non hanno subito aggiunta di zucchero dopo la fermentazione secondaria. Extra brut- se il tenore di zucchero è compreso tra 0 e 6 g/l. Brut- se il tenore di zucchero è inferiore a 12 g/l. Extra dry Extra secco- se il tenore di zucchero è compreso tra 12 e 17 g/l. Dry Secco- se il tenore di zucchero è compreso tra 17 e 32 g/l. Demi sec Abboccato Medium dry- se il tenore di zucchero è compreso tra 32 e 50 g/l. Dolce- se il tenore di zucchero è superiore a 50 g/l. In aggiunta ai termini indicati è possibile, su base

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Only Wine Festival www .ONLYWINEFESTIVAL. it


Etichetta di un vino IGP 2

MENZIONE CHE ACCOMPAGNA UNTIÀ GEOGRAFICA ITALIANA (PUÒ ESSERE ANCHE IN SIGLA “IGT”), CHE SOSTITUISCHE ESPRESSIONE IGP

1

NOME DELLA DENOMINAZIONE

4

ANNATA DI RACCOLTA DELLE UVE FACOLTATIVA PER GLI IGP

I GRANDI VINI NOME DELLA VARIETÀ DI VITE IN QUESTO CASO IL VINO È OTTENUTO AL 100% DALLA VARIETÀ PINOT GRIGLIO

3

COMUNE O STATO MEMBRO IN CUI L’IMBOTTIGLIATORE HA SEDE PRINCIPALE

INDICAZIONE DELLA PROVENIENZA

VOLUME NOMINALE DEL RECIPIENTE; LA LETTERA -e- PUÒ FIGURARE SOLO SU IMBALLAGGI CEE E DEVE AVERE UN’ALTEZZA MINIMA PARI A 3MM

5

Indicazione geografica tipica Cabernet Sauvignon 2015

SIMBOLO COMUNITARIO CHE CONTRADDISTINGUE LA IGP

6

7 Imbottigliato da Gino Rossi Campobasso - Italia

8

Prodotto d’Italia L.16 307 750 ml 11,5%vol contiene solfiti

10

9 NUMERO DI LOTTO DI APPARTENEZA DEL VINO. LA SUA INDICAZIONE È A DISCREZIONE DELL’IMBOTTIGLIATORE

12 INDICAZIONI ALLERGENI

13 PITTOGRAMMA COMUNITARIO RELATIVO ALLA PRESENZA DI ALLERGENI

11

NOME OPPURE RAGIONE SOCIALE DELL’IMBOTTIGLIATORE. A PARTICOLARI CONDIZIONI È ANCHE POSSIBILE USARE TERMINI COME “ IMBOTTIGLIATO DAL VITICOLTORE” O - “IMBOTTIGLIATO ALL’ORIGINE” O “IMBOTTIGLIATO DALL’AZIENDA AGRICOLA”, MA IN TALE CASO IL VINO IN CAUSA DEVE ESSERE IMBOTTIGLIATO NELL’AZIENDA DEL PRODUTTORE (IMPRENDITORE AGRICOLO A TITOLO PRINCIPALE - AMMESSO IL PRINCIPIO DI PREVALENZA)

TITOLO ALCOLOMETRICO VOLUMICO EFFETTIVO, PER RECIPIENTE DA 0,75L L’ALTEZZA DEI CARATTERI DEVE ESSERE DI MIN.3 MM

IN NERO LE INDICAZIONI OBBLIGATORIE IN AZZURRO LE INDICAZIONI OBBLIGATORIE CHE DEVONO AVERE UN’ALTEZZA MINIMA PARI A 1,2 MM IN ROSSO LE INICAZIONI FACOLTATIVE

facoltative, riportare il pittogramma comunitario per segnalare la presenza di allergeni. 7. In via generale con il termine lotto si intende un insieme di unità di vendita di una derrata alimentare, prodotte, fabbricate e confezionate in circostanze praticamente identiche; il lotto è determinato dal produttore o dal confezionatore del prodotto alimentare ed è apposto sotto la sua responsabilità. 8. Il D. Lgs 61/2010 all’art. 6 comma 10 stabilisce che i vini DOP devono riportare in etichetta l’annata di produzione delle uve, ad eccezione dei vini liquorosi, vini spumanti e vini frizzanti. Come stabilito dal Reg. Ce 607/2009 (art. 61) per i prodotti ottenuti da uve vendemmiate in gennaio o febbraio, l’annata da indicare è quella precedente. Si ricorda, al riguardo, che la campagna vendemmiale inizia il 1° agosto e

termina il 31 luglio dell’anno successivo. Esistono poi una serie di indicazioni facoltative che, qualora inserite, non devono togliere in alcun modo visibilità alle obbligatorie: 1. il nome della varietà di vite; 2. il tenore di zucchero; 3. le menzioni tradizionali; 4. i simboli comunitari della DOP/IGP; 5. le indicazioni relative a determinati metodi di produzione; 6. il nome di una unità geografica più piccola o più ampia dell’area delimitata di produzione della DOP/ IGP; 7. dichiarazione nutrizionale (Reg. Ue 1169/2011); 8. ulteriori indicazioni.

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DOP e IGP: con la nuova normativa la classificazione dei vini viene rimodulata in queste due categoria


Etichetta di un vino DOP MENZIONE TRADIZIONALE (POSSIBILE SIA PER ESTESO CHE IN SIGLA DOC) CHE SOSTITUISCE L’ESPRESSIONE DOP

ANNATA DI RACCOLTA DELLE UVE FACOLTATIVA PER GLI IGP

NOME DELLA DENOMINAZIONE

4

I GRANDI VINI

3

7

VOLUME NOMINALE DEL RECIPIENTE; PER RECIPIENTE DA 1,5L L’ALTEZZA CARATTERE MIN. 6MM

11 12

11,5%vol vino italiano

10

contiene solfiti

13

NUMERO DEL RECIPIENTE. SENZA PARTICOLARI PRESCRIZIONI. DEVE ESSERE DIMOSTRABILE ALTRE INDICAZIONI VERITIERE E DOCUMENTABILI. CARATTERI NON SUPERIORI A 1/4 DELLA GRANDEZZA DE CARATTERI USATI PER DOP

8

NUMERO DI LOTTO DI APPARTENEZA DEL VINO.

L.16 307 750 ml

INDICAZIONE DELLA PROVENIENZA

14

Bottiglia n.2036 di 3000

Questo vino ottenuto da uve dilla varietà Tintilla coltivate nel Molise nei vigneti aziendali ubicati in provincia di campobasso. Si sposa con piatti di cacciagione.

X1234

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MENZIONE “VIGNA” SEGUITA DAL “TOPONIMO” CIOÈ IL NOME DEL LUOGO CHE NON SIA GEOGRAFICO

6

Imbottigliato all’origine nella zona di produzione e integralmente prodotto da Azienda Aglicola Fabio Bianci Carmignagno - Italia

9

MENZIONE TRADIZIONALE CHE DEVE ESSERE SPECIFICAMENTE PREVISTA DAL RELATIVO DISCIPINARE

5

Denominazione di Origline Controllata 2015 BIANCO VIGNA GRANDE

COMUNE O STATO MEMBRO IN CUI L’IMBOTTIGLIATORE HA SEDE PRINCIPALE

INDICAZIONI ALLERGENI

1

2

TITOLO ALCOLOMETRICO VOLUMICO EFFETTIVO, PER RECIPIENTE DA 0,75L L’ALTEZZA DEI CARATTERI DEVE ESSERE DI MIN.4 MM

15

NOME OPPURE RAGIONE SOCIALE DELL’IMBOTTIGLIATORE. È ANCHE POSSIBILE USARE TERMINI COME “ IMBOTTIGLIATO NELLA ZONA DI PRODUZIONE” O - IMBOTTIGLIATO ALL’ORIGINE DALL’AZIENDA AGRICOLA/ A CONDIZIONE CHE L’IMBOTTIGLIAMENTO AVVENGA NELL’AZIENDA AGRICOLA. EVENTUALMENTE INTEGRATI DA DICITURA -INTEGRALMENTE PRODOTTO- SOLO SE TUTTE LE UVE PROVENGONO DAI VIGNETI DELL’AZIENDA

CONTRASSEGNO DELL’ISTITUTO POLIGRAFICO ZECCA DELLO STATO


Come si coniugano le esigenze burocratiche e l’obbligatorietà di inserimento di tutte le diciture a norma di legge ad un appeal grafico accattivante? SFINGE ETICHETTE

“Inserire tutte le informazioni a norma di legge e creare una grafica accattivante è la parte più complicata del nostro lavoro. Sono gli anni di esperienza e la casistica infinita che ci siamo trovati di fronte a venirci incontro. Noi partiamo sempre dall’idea generale del cliente. Compresa quella, apportiamo le modifiche necessarie facendo diventare le normative di legge parte integrante del lavoro di grafica”.

Meglio un’etichetta di carta oppure un film plastico? ARCONVERT

“Nell’etichetta non conta solo l’appeal visivo creato da forma, grafica e colori. Un aspetto da non trascurare è quello tattile, che stimola il consumatore a prendere in mano il prodotto. Questo gesto crea un’illusione psicologica di possesso, che stimola il consumatore ad acquistare il prodotto in modo da possederlo davvero. L’etichetta di carta, grazie alla sua texture, non solo svolge un ruolo importante nella ricerca del piacere tattile, ma comunica molto meglio l’idea di genuinità rispetto ad un film plastico, che solitamente troviamo anche sul flacone del detersivo per i piatti. Un’etichetta in film plastico finirebbe per conferire alla bottiglia di vino lo stesso aspetto “scadente” del detersivo, facendo credere al consumatore che anche il vino in essa contenuto sia poco pregiato e poco genuino.”

Come la carta riesce a valorizzare l’etichetta in pochi centimetri quadrati? FEDRIGONI

“A un rettangolo di carta così piccolo vengono affidati compiti essenziali, quali l’indicazione degli ingredienti, dei valori organolettici e nutrizionali, la denominazione d’origine e non ultimo l’immagine del prodotto e dell’azienda produttrice: in pochi centimetri quadrati un condensato di valori. Come distinguere in uno scaffale il prodotto e dare una riconoscibilità memorabile? Sicuramente una grafica appropriata favorisce leggibilità e distinzione, ma il design va di pari passo con il materiale che lo supporta, quindi una carta dalle caratteristiche tecniche imprescindibili che si affianca al disegno dell’etichetta per sostenere l’immagine del brand e caratterizzarlo in modo univoco. Per citare diversi tipi di carte che possono far parte della paletta dei materiali di un progettista di etichette: carte cast-coated o iperlucide, carte texturizzate tramite goffratura (incisione profonda) oppure marcatura (superficie leggermente lavorata) o ancora vergatura (disegno rigato che si forma durante la lavorazione del foglio in macchina), oppure carte metallizzate, o colorate in impasto per una cromia molto intensa, o ancora carte con trattamenti anti-olio per etichette sempre pulite nonostante un utilizzo quotidiano (bottiglie per olio)”.

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Burocrazia in etichetta e nuove tecnologie. L’utilizzo di un’ app innovativa come si coniuga con le leggi che obbligano all’inserimento di diciture ben precise in etichetta? WINEBEL

“Noi siamo in grado di riconoscere l’etichetta stessadicono da Winebel- con tutti i suoi obblighi di legge, e mostrare i contenuti aggiuntivi. Per il consumatore e la cantina il processo è completamente trasparente anche se dovessero subentrare nuovi obblighi La nostra app non necessità di alcuna sostituzione delle etichette esistenti tanto meno necessità di stampe o codici aggiuntivi”.


WINEBEL LA REALTÀ AUMENTATA SULL’ETICHETTA. TRA STORYTELLING E TRADIZIONE. CON UNA SEMPLICE APP!

Com’è nata l’idea di creare questa app? “Il progetto dell’app nasce in seguito ad uno studio effettuato per la commercializzazione del vino all’estero. per rendere la bottiglia più interessante possibile, abbiamo pensato che, ad oggi, per lanciare un progetto innovativo sul vino la cosa più interessante sia fare qualcosa con la realtà aumentata, che riesca a parlare direttamente sul tavolo dei consumatori e, con un linguaggio internazionale, a comunicare col mondo in modo coinvolgente. Quando abbiamo terminato i lavori di realizzazione di questa app, ci siamo resi conto che andava ben oltre come business rispetto a quella che era la commercializzazione del vino”. Che caratteristiche presenta Winebel? Come funziona? “Inquadrando l’etichetta, Winebel permette di visualizzare video sull’etichetta rispettandone la tridimensionalità, direttamente sopra l’etichetta del vino. In più, i video vengono sottotitolati intercettando la lingua dello smartphone. Un servizio assolutamente globale. Noi ci basiamo sul disegno dell’etichetta, non c’è bisogno del qrcode, nè di un’etichetta particolare”. Quali sono i suoi punti di forza e i suoi tratti distintivi? Non richiede nessun tipo di competenza, non com-

porta la modifica delle etichette e traduce in tutte le lingue del mondo. La cantina si fa conoscere in tutti i Paese, riesce a parlare al meglio del proprio territorio, a mostrare la propria cantina, e ad invitarvi persone. L’app conferisce un valore aggiunto al vino, che ha una maggiore possibilità di mostrare il proprio valore e le proprie peculiarità. I video sono sostituibili, ogni volta che si vuole, una cantina può cambiare il proprio vino a seconda del periodo o per il lancio di nuovi prodotti .. Tutto compreso nei costi. Il messaggio fondamentale che vogliamo far passare è che questa applicazione differisce da tutte le altre, è un nuovo media, un nuovo modo di fare comunicazione”. “ Da quali obiettivi prende le mosse la mission di Interactivebel? “Dalla possibilità di dare in mano alle cantine uno strumento di marketing potente innovativo a disposizione diretta del consumatore, senza gli altri social, valore che cerchiamo di portare anche all’estero. Vorremmo riuscire a fornire i consumatori di una formazione, di una consapevolezza sui prodotti che stanno mangiando e degustando. Winebel s.r.l.s., info@winebel.com W WINEBEL.COM

Simone Garza e Raffele Richelli in compagnia di Stevie Kim alla presentazione di Winebel al wine2wine 2018

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Intervista a Simone Garza e Raffaele Richelli di Winebel, per comprendere quali sono i punti di forza delle innovative etichette dell’azienda


PACKAGING PREMIÈRE LA TERZA EDIZIONE DI PACKAGING PREMIÈRE, SALONE MILANESE DEDICATO AL PACKAGING PER IL LUSSO, SI TERRÀ A MAGGIO 2019 E, SECONDO LE STIME DEL SUO ORGANIZZATORE PIER PAOLO PONCHIA, CONTERÀ CIRCA 230 ESPOSITORI

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L’evento, inaugurato nel 2017 con 96 espositori per la maggior parte italiani, punta oggi ad aumentare il numero di espositori e visitatori stranieri, soprattutto europei. “Ogni anno notiamo un interesse crescente da parte dei marchi e delle aziende estere. Il primo anno la percentuale degli espositori stranieri era del 25%. Vorremmo che tale cifra raggiungesse il 40-50% a lungo termine, al fine di affermare il concetto di un salone internazionale con sede a Milano”, aggiunge Pier Paolo Ponchia, sottolineando tuttavia che l’evento rimarrà relativamente riservato e “selettivo”, con un massimo di 280 espositori nei prossimi anni. “Da un punto di vista storico, l’Italia può vantare un gran numero di aziende che rappresentano l’eccellenza nel settore gastronomico, per non parlare di quello di vini e liquori. Vorremmo dare ai settori della profumeria e della cosmesi, che hanno avuto minore spazio nelle passate edizioni, un maggiore impulso negli anni a venire. Quello che più mi interessa è creare equilibrio tra i vari ambiti”, spiega l’organizzatore. L’attenzione riservata all’arte e al design è un altro punto di forza di Packaging Première. “Il design rappresenta un elemento essenziale della fiera, in parte perché Milano ne è la capitale, in parte perché Packaging Première si situa temporalmente tra il Salone del Mobile e la settimana della moda di Milano. Numerosi designer traggono ispirazione dal nostro evento per creare materiali innovativi e nuovi prodotti. Durante la scorsa edizione la nostra Paper Art Gallery ha presentato opere di rinomati artisti della carta.” Anche per la prossima edizione l’arte giocherà un ruolo sempre più importante: l’Art Gallery darà infatti spazio ai materiali usati nel packaging, come legno, plastica, vetro, utilizzati per creare opere d’arte. A curare l’immagine coordinata di questa terza edizione sarà Lorenzo Petrantoni, artista di fama internazionale, che crea illustrazioni attraverso l’assemblaggio di immagini recuperate dai vecchi dizionari di fine ottocento, periodo storico che lo ha profondamente appassionato e che influenza tutta la sua produzione. La prossima edizione di Packaging Première si terrà al Padiglione 4 di Fieramilanocity dal 28 al 30 maggio 2019.

OGNI ANNO NOTIAMO UN INTERESSE CRESCENTE DA PARTE DEI MARCHI E DELLE AZIENDE ESTERE. IL PRIMO ANNO LA PERCENTUALE DEGLI ESPOSITORI STRANIERI ERA DEL 25%. VORREMMO CHE TALE CIFRA RAGGIUNGESSE IL 40-50% A LUNGO TERMINE, AL FINE DI AFFERMARE IL CONCETTO DI UN SALONE INTERNAZIONALE CON SEDE A MILANO

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JORDAN JELEV, THE LABELMAKER LA STORIA, LE SFIDE E GLI OBIETTIVI DI UNO TRA I PIÙ NOTI LABEL DESIGNER

Come è avvenuto il passaggio dagli studi economici al design e al lettering, fino a diventare “The label maker”? “Dopo essermi laureato alla Varna High School of Maths, ho deciso di studiare Economia nella mia città natale. Subito dopo il primo anno di università ho capito che l’Economia non faceva per me. Fortunatamente, al tempo lavoravo allo studio Zograph e la mia esperienza nel campo della grafica stava prendendo piede. Nel 1998 sono entrato nello studio Factor R, ed è così che è nato The Labelmaker”. Come hai costruito la tua reputazione nel mercato internazionale? “Non è stato affatto un processo facile. Mi sono fatto un nome prima in Bulgaria, non senza difficoltà. Oggi, grazie a internet e ai social media ho iniziato ad attirare l’attenzione anche dall’estero. Nel 2005 ho iniziato a fotografare i miei progetti e questo mi ha aiutto a presentare il lavoro online. In poche parole, internet e la fotografia mi hanno aiutato ad ottenere popolarità internazionale e nuovi progetti commissionati anche da cantine straniere”. Da dove viene la tua ispirazione quando ricevi un brief di un nuovo progetto di design? “Spesso dico che la mia ispirazione viene dalle persone per cui lavoro. Quello che faccio riflette le loro personalità, idee e pensieri. Gestire un’azienda vinicola, essere un produttore di vino o semplicemente essere coinvolto nell’industria del vino significa che sei in qualche modo speciale, interessante, pieno di creatività. Questo è quello che cerco di trovare nelle persone per cui lavoro”. Tutti i produttori di vino capiscono l’importanza del packaging per aumentare le vendite? “Negli ultimi 10 anni quasi tutti hanno capito quanto sia importante investire nel packaging e nel design. Quando ho iniziato la mia carriera le cose erano diverse: solo pochi produttori di vino erano convinti dell’importanza di un buon design. Tutti gli altri dovevano essere persuasi ad apportare dei cambiamenti sulle loro etichette. Spesso è stato un processo molto difficile e lungo perché non proponevo solo un piccolo cambiamento, ma pensavo di stravolgerle completamente. Questa è una grande responsabilità”.

Quali sono gli elementi per creare un’etichetta capace di distinguersi sullo scaffale? “Dico sempre che per me la parte più importante di ogni etichetta è la storia che viene raccontata. In secondo luogo, arriva l’impatto visivo. Poi arrivano la carta, le nobilitazioni, la forma dell’ etichetta…”. Come descriveresti il tuo interesse per il lettering e la calligrafia? “Tipografia e calligrafia fanno parte di me e della mia comprensione del design. Amo le lettere sin da quando ero bambino perché rappresentano la mia personalità e il mio design. Penso che alla fine questi tratti siano diventati la mia firma personale! La mia passione è tale da aver creato, insieme al mio caro amico Vassil Kateliev, una fonderia, dove abbiamo progettato alcuni tra i caratteri di maggior successo nell’industria del vino e degli alcolici”. In che modo inchiostri, vernici, materiali autoadesivi e tecnologie di stampa influenzano la creazione di un’etichetta memorabile? “Le possibilità di stampa, al giorno d’oggi lasciano molta scelta a noi designer. Tutti questi elementi sono importanti e aiutano a creare progetti sorprendenti. Innanzitutto penso al progetto nel suo insieme e in secondo luogo cerco di trovare un equilibrio tra design, effetti, carta e forma della bottiglia. Quali sono gli aspetti imprescindibili per un materiale autoadesivo? “La carta è la mia tela. Insieme alla bottiglia, questi sono probabilmente i due elementi più importanti. Parlando di materiali autoadesivi, cerco sempre di trovare il materiale che si adatta al meglio al mio progetto. A volte realizzo disegni basati interamente sulla carta che utilizzo per mostrare la bellezza del materiale autoadesivo. A volte la carta serve come sfondo e il design dell’etichetta prende il ruolo da protagonista. Si tratta di due approcci diversi, ma entrambi funzionano solo con la carta giusta”. Arconvert W ARCONVERT.IT - ASKARCONVERT.CLUB TheLabelmaker W THELABELMAKER.EU

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Novità da Pellenc Italia

ARRIVA FIXION2 LA LEGATRALCI SINONIMO DI LEGGEREZZA, ERGONOMIA, RAPIDITÀ DI LAVORO E SILENZIOSITÀ. UNA RIVOLUZIONE PER LA LEGATURA DEL VIGNETO

Alimentata da una batteria agli ioni di litio Pellenc ad alta capacità posizionata direttamente all’interno dell’impugnatura, garantisce un mix ideale in quanto a dimensioni, peso ed autonomia

La nuova legatralci a batteria Fixion2 a marchio Pellenc, presentata in anteprima nazionale alla fiera EIMA2018, rappresenta una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda la legatura del vigneto. Evoluzione dello storico modello Fixion, la nuova legatralci ne eredita il diametro di legatura, andando però a migliorare in modo esponenziale ergonomia, leggerezza, versatilità e semplicità di utilizzo. Uno dei punti di forza della nuova Fixion2 è la possibilità di posizionare la bobina di filo sia sulla cintura dell’operatore che direttamente sulla macchina. Questo è possibile grazie a due tipologie di porta bobine (entrambe fornite insieme alla legatralci) che collegate l’una o l’altra, permettono di cambiare la modalità di lavoro in modo semplice. Il filo ha un sistema di caricamento estremamente rapido, che non necessita l’utilizzo di utilizzare ulteriori attrezzi ed il cambio è ulteriormente agevolato grazie alla capacità della Fixion2 di espellere eventuali residuo di filo. La nuova Fixion2 è alimentata da una batteria agli ioni di litio Pellenc ad alta capacità posizionata direttamente all’interno dell’impugnatura in modo da garan-

tire un mix ideale in quanto a dimensioni, peso ed autonomia. Rispetto al modello precedente, la nuova legatralci assicura maggiore rapidità durante il lavoro ed un peso ridotto che migliora la resa e le condizioni di lavoro degli operatori. Fixion2 vanta un’impugnatura rivisitata in modo da garantire un’ergonomia ottimale e una generale lunghezza della macchina sensibilmente ridotta, così da ottimizzare ulteriormente il bilanciamento durante il lavoro. La nuova configurazione della macchina, inoltre, prevede un trascinamento lineare del filo all’interno della legatralci che permette di minimizzare le possibilità di inceppamento. Un modo totalmente nuovo di lavorare in vigneto, disponibile oggi sul mercato presso tutti i Rivenditori Autorizzati Pellenc. Pellenc Italia, Loc. Pian dell’Olmino, 82/2 53034 Colle di Val d’Elsa (SI), tel. +39 0577.904416 info@pellencitalia.com W PELLENCITALIA.COM

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24 - 27 febbraio 2019

TIRRENO CT Carrara Fiere ospita la 39esima edizione di uno degli appuntamenti di riferimento per l’ospitalità. Ancora una volta decine di appuntamenti con i grandi marchi del food&beverage italiano

Torna puntuale come ogni anno, negli spazi di Carrara Fiere, Tirreno C.T. una delle più qualificate e significative fiere del settore. Per tutti gli operatori dell’ospitalità e del food&beverage le date da segnare sono dal 24 al 27 febbraio 2019 quando andrà in scena la 39° edizione di una manifestazione che ormai rappresenta un riferimento per tutto il comparto dell’ospitalità in Italia: dai ristoranti ai bar, poi alberghi, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, e da qualche anno

Presente un’ampia selezione poi di aziende vitivinicole rappresentate direttamente dai produttori

la novità con il potenziamento del settore per le forniture per stabilimenti balneari. «Il successo della manifestazione è la garanzia dell’incontro qualificato fra domanda e offerta di questo settore che è sempre più in divenire, un successo che conferma l’ormai abituale presenza di grandi marchi che di anno in anno rinnovano la loro fiducia all’evento prenotando gli spazi con largo anticipo e scegliendo Tirreno C.T. per lanciare le loro principali novità di mercato», commenta l’organizzatore dell’evento, Paolo Caldana di

Tirreno Trade. Cosa trovare in fiera: grandi marchi del food&beverage italiano ed estero che rinnovano di anno in anno proponendo non solo la semplice esposizione delle novità e dei prodotti di punta, ma anche presentazioni e momenti di approfondimento. Dal pane alla pizza, dai prodotti lavorati e semilavorati per la cucina alle forniture alberghiere, passando per la gelateria e la pasticceria. Un’intera area dedicata al caffè e alle innovazioni del settore grandi impianti. Inoltre tutto ciò che riguarda le attrezzature per la tavola, bar, gelateria e pasticceria fino all’arredo contract per interni ed esterni, compresi tappezzerie e arredo bagno. Ormai da qualche anno hanno preso sempre più piede operatori del settore wine and beverage. A partire dai migliori prodotti per il lavoro dei mixology e dei barman (anche in questo caso rappresentati dalle principali associazioni di categoria) passando per tutto il settore emergente delle birre artigianali, sempre di più e da tutta Italia per presentarsi agli operatori. Un’ampia selezione poi di aziende vitivinicole, ma anche distillerie, rappresentate direttamente dai produttori. Le associazioni dei sommelier, dall’Ais alla Fisar, promuoveranno come sempre numerose degustazioni tematiche condotte da esperti del settore per fare dei focus sui vitigni e sui territori di provenienza. La formazione con la prima volta della scuola “Tessieri”. Tra le grandi novità di questa edizione la collaborazione con la scuola Tessieri di Ponsacco (Pisa). Scuola Tessieri è un vero e

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proprio atelier contemporaneo per formare i cuochi, i pasticceri ed i restaurant manager del domani. Una scuola nel cuore della Toscana che offre una formazione completa e professionale, in grado di preparare figure altamente qualificate. Un open space di oltre 800 mq, che mette a disposizione dei propri studenti le migliori tecnologie sul mercato all’interno di una struttura moderna dal richiamo internazionale. Supervisore didattico di Scuola Tessieri è Cristiano Tomei, il talentuoso chef del ristorante stellato “L’Imbuto” (Lucca). A Tirreno CT 2019 Scuola Tessieri porta una squadra di professionisti di fama internazionale impegnati in un ricco calendario di dimostrazioni, lezioni e show cooking in svolgimento durante la kermesse. Aggiornamento professionale per una ristorazione moderna. Tirreno CT è anche un momento di confronto e formazione per gli addetti ai lavori. Ecco allora che, come ogni anno, il cartellone sarà ricco di eventi collaterali, convegni, seminari e workshop pensati dalle varie associazioni di categoria presenti per aggiornare i professionisti o formare quelli in divenire. A partire dalle attività della Fib, che con i propri barman animerà durante i giorni di fiera con dimostrazioni ed esibizioni per tutti. Uno dei momenti più attesi sarà quello della Federazione Internazionale Pasticceria Cioccolateria Gelateria - Forum della Cioccolateria, che in occasione di Tirreno Ct. organizzerà le selezioni italiane per i campionati mondiali di cake design e di pasticceria.


Fedrigoni

129 ANNI E NON SENTIRLI

UN GRANDE GRUPPO E UNA REALTÀ CHE SA EVOLVERSI, STIMOLANDO ANCHE I PARTNER AD ALZARE L’ASTICELLA DELLA QUALITÀ

Fedrigoni è uguale a “carte speciali”. Ma è anche sinonimo di pregio, molteplicità di scelta, etichette adesive in grado di “vestire” una bottiglia con esclusività. Una vocazione alla tecnica e alla modernità che passa però dalla storia e dalla tradizione. La prima collezione di carte bianche fini Fedrigoni è datata 1890; oggi si arriva a produrre centinaia di migliaia di tonnellate di carte e di film adesivi, spaziando dai supporti per la realizzazione di banconote a quella dei libri, dalle carte artistiche ai cartoncini speciali per il packaging dei prodotti di pregio. Quando una realtà così brillante e all’avanguardia incontra il settore “wine, oil, spirits”, inevitabilmente lo impreziosisce. Le applicazioni sono tantissime. L’etichetta che veste l’olio di Librandi, adesivizzata e fornita dalla consociata Arconvert, è un esempio di ispirazione e bellezza che richiama i motivi dei mosaici bizantini della Magna Grecia, la Calabria, terra dell’oleificio committente. Il nero tipografico e l’oro si depositano sulla morbida carta bianca Tintoretto Gesso: l’effetto grafico è notevole. Un’etichetta, questa, che ha ottenuto il secondo posto nell’edizione 2017 del concorso Fedrigoni Top Award. Per la sezione

“packaging”, invece, un altro esempio di stile arriva dal brandy portoghese Adega, e le sue scatole di Adega Velha 6 e 12 Xo che hanno ottenuto il primo posto. Si tratta di scatole-espositori in cartone robusto, rivestite con una carta raffinata ed elegante come Savile Row Tweed nei colori Camel e Dark Grey, con contenuto di materiale tessile. Il tradizionale metodo di protezione ed esposizione nelle classiche scatole di legno è stato del tutto rivoluzionato, ma senza perdere nulla in fatto di protezione delle bottiglie. Fedrigoni Top Award è giunto quest’anno all’undicesima edizione (con la premiazione che avverrà l’8 maggio prossimo a Berlino) e rappresenta lo stato dell’arte anche in fatto di labelling e packaging. Con una giuria internazionale prestigiosa, il concorso ogni 18 mesi racchiude il frutto migliore del lavoro dell’intera filiera. Grafico, stampatore, cliente, vengono premiati e consacrati nel gotha del design e della qualità. (s.a.) Fedrigoni Spa, Marketing@fedrigoni.com Tel. 045 8087888. Arconvert Spa, info@arconvert.com W FEDRIGONI.COM - ARCONVERT.IT

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News Tecniche

Lo stile unico ed inconfondibile di Scotton Il legno, elemento naturale per definizione, viene rielaborato per realizzare una collezione di scatole per bottiglie elegante, moderna e accattivante. Scotton proponeuna finitura che mette assieme la sensorialità tattile della goffratura e il gusto di una tonalità neutra che permette molteplici accostamenti e confezioni di grande prestigio. La linea di scatole “Wood” rappresenta pienamente lo stile unico ed inconfondibile di un’azienda che da anni propone alla clientela prodotti innovativi, belli, pratici e resistenti. Modelli e formati standard per contenere le più comuni bottiglie dei vini più prestigiosi, sempre disponibili per consegne veloci e continue, in modo da garantire il miglior servizio possibile. Ogni scatola Scotton viene pensata, realizzata e venduta con il preciso scopo di assolvere ad un obiettivo imprescindibile: regalare emozioni, oltre che contenerle. Scotton Spa, Via Vallina Orticella 1, 31030 Borso del Grappa- TV, Tel. 0423913300, info@scotton.it W SCOTTON.IT

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02 VIVAISTICA D’ANDREA L’antica arte delle barbatelle innestate Vivaistica D’Andrea affonda le sue radici nella secolare tradizione vivaistica a Rauscedo ed è oggi guidata da Giuseppe D’Andrea e dai figli Davide e Debora, accompagnati dall’ormai decennale direzione del Dott. Gianpaolo D’Agnolo. Forte di questa esperienza, unita a uno sguardo innovativo al futuro come dimostrano le collaborazioni con le principali istituzioni di ricerca scientifica, Vivaistica D’Andrea produce 4 milioni di barbatelle innestate l’anno, con oltre 80 varietà diverse di vite, numeri che posizionano la Vivaistica D’Andrea come azienda leader del settore. Tutto il ciclo produttivo è costantemente controllato, dando così vita a barbatelle selezionate, certificate e garantite dal punto di vista sanitario, genetico e produttivo, assicurando al cliente altissimi standard qualitativi. Vivaistica D’Andrea offre ai suoi clienti consulenza e assistenza completa in tutta la fase di pre-impianto, dalla scelta varietale, alla selezione clonale, fino all’allevamento della vite e alla riproduzione di barbatelle autoctone o biotipo a seconda delle esigenze del cliente. Vivaistica D’Andrea, Via del Sile 5, Rauscedo, info@vivaisticadandrea.it W VIVAISTICADANDREA.IT

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SALONE INTERNAZIONALE MACCHINE PER ENOLOGIA E IMBOTTIGLIAMENTO

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